GUIDA AL REDDITEST

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DIMMI QUANTO SPENDI E TI DIRO' QUANTO GUADAGNI...... Con l'esordio del nuovo Redditometro si è chiuso il lavoro di messa a punto del sistema destinato a stanare gli evasori ed il Grande Fratello è ormai operativo. Dal conto del ristorante al valore dei depositi bancari; dal costo per l'iscrizione in palestra a quello di acquisto dell'auto; dall'esborso per la vacanza a quello per l'iscrizione dei figli in una scuola privata. Nulla ormai sfugge al Fisco e diventa sempre più difficile occultare i redditi per non pagare le tasse. Questo ebook è una valida guida per sapere come funziona il redditometro e quali saranno le voci patrimoniali e di spesa analizzate da "Serpico" il cervellone dell'Agenzia delle Entrate.

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aggiornato a dicembre 2012. Buffetti Editore

ECCO IL REDDITEST

OvvERO DIMMI quanTO SpEnDI

E TI DIRò quanTE TaSSE DEvI pagaRE

di Margherita Spinoza

E se i conti non tornano?

Semplice! Dovrai spiegare al Fisco come fai a vivere al di sopra delle tue possi-bilità dichiarate.

Con l’esordio del nuovo Redditometro, che sarà una realtà dall’inizio dell’ormai prossimo 2013, si è infatti chiuso il lungo lavoro di messa a punto del sistema destinato a stanare gli evasori, e il Grande Fratello Fiscale è ormai pienamente operativo.

Dal conto del ristorante al valore dei depositi bancari; dal costo per l’iscrizione in palestra a quello dell’acquisto dell’auto; dall’esborso per la vacanza nel resort di lusso alla quota per l’iscrizione dei figli nella scuola privata; nulla ormai più sfugge al Fisco, e diventa sempre più difficile occultare i redditi per non pagare le tasse.

A meno di non mantenere uno stile di vita in linea con i redditi dichiarati.

Se però si prova a spendere poco, un «poco» – beninteso – «significativo», di più di quello che ci si potrebbe permettere rispetto a quanto denunciato nella propria dichiarazione fiscale, l’appuntamento con il Fisco sarà ineludibile.

Questa volta per davvero.

Con i provvedimenti adottati dal 2010 ad oggi, infatti, l’Amministrazione Fi-nanziaria ha realizzato un sistema a maglie strettissime che consente di tenere di fatto sotto controllo tutte le spese effettuate con strumenti diversi dal contante, garantendosi la possibilità di tracciare, per ogni singolo contribuente, un profilo di spesa esatto fin quasi al centesimo.

Nessuna caccia alle streghe!

Chi non rientra nel modello dovrà semplicemente spiegare al Fisco dove trova i soldi per vivere al di sopra delle proprie possibilità.

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L’esordio deL redditometro

Dopo una lunga fase di rodaggio, durata un anno più del previsto, con il 2013 diventa dunque operativo il nuovo Redditometro, il sistema che consente al Fisco di determinare il reddito dei contribuenti privati sulla base di una serie di parametri predeterminati.

Lo scopo del Redditometro è quello di individuare scostamenti significativi tra il reddito dichiarato e quello effettivo, valutato sulla base delle spese effettuate dal singolo contribuente.

In tutti i casi in cui le spese superano del 20% i redditi disponibili, scatta l’invito al contribuente a fornire chiarimenti all’Agenzia.

Nessun accertamento automatico, quindi, ma un invito a fornire chiarimenti.

Solo se il contribuente rifiuta l’incontro, o se i chiarimenti non saranno suffi-cienti, scatterà l’accertamento vero e proprio con l’invito a pagare le imposte evase, l’applicazione delle sanzioni e dei relativi interessi. In questo caso il reddito attribu-ito dal Fisco al contribuente sarà quello che, in base al redditometro, viene ritenuto necessario per garantire quello specifico tenore di vita.

In ogni caso il Redditometro non verrà utilizzato come meccanismo di accer-tamento automatico di massa, ma come strumento per selezionare le posizioni da controllare e per indurre una maggiore «compliance fiscale» ossia una maggior col-laborazione alle richieste del Fisco da parte dei singoli contribuenti. Il sistema sarà utilizzato a partire dalle dichiarazioni dei redditi per l’anno 2009, quindi alle di-chiarazione presentate dal 2010 in poi.

È destinato agli accertamenti sul reddito delle persone fisiche, quindi di tutti coloro che pagano (o non pagano come dovrebbero) l’IRPEF; quindi non solo la-voratori dipendenti e pensionati, ma anche professionisti, artigiani e commercianti, imprenditori privati.

Il controllo per tutti i contribuenti, non verrà fatto sulla base dell’attività svolta, non si considerano ad esempio le fatture o gli scontrini emessi, ma solo sulla base del reddito dichiarato ai fini fiscali in rapporto al tenore di vita.

Così, ad esempio, se il carrozziere di una grande città, con moglie e figli a carico, dichiara di guadagnare 20.000 euro l’anno, ma possiede, oltre alla casa di abitazio-ne, una casa a Cortina, una barca all’Argentario e un’auto di grossa cilindrata, il rischio di accertamento è assai elevato.

Se gli stessi beni sono posseduti da un professionista, ad esempio un notaio, di una cittadina di provincia, single, che dichiara di guadagnare oltre 300.000 euro l’anno, invece, il rischio di accertamento di fatto non sussiste.

Per determinare il rapporto tra livello di reddito disponibile e tenore di vita,

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infatti l’Agenzia ha elaborato un software complesso che si basa su una serie di parametri che tengono conto della composizione del nucleo familiare, del luogo di residenza, dell’età e della professione svolta.

Le voci considerate

Il metodo di ricostruzione del reddito, quindi, non si basa su presunzioni o dati generici, ma su:

• spese risultanti da dati disponibili o da informazioni presenti in Anagrafe Tri-butaria;

• caratteristiche certe dei beni posseduti (potenza delle auto, lunghezza delle barche, ecc.) e relativa spesa ipotizzabile sia per l’acquisto che per la gestione annuale;

• spese medie di tipo corrente (alimenti, abbigliamento, calzature, ecc.), risul-tanti dall’indagine annuale ISTAT sui consumi delle famiglie.

La determinazione sintetica del reddito complessivo accertabile del contribuente risulterà quindi pari alla somma di:

• spese puntuali sostenute direttamente dal contribuente;• spese ottenute applicando una valorizzazione ai dati certi relativamente ai beni

acquistati o alla gestione di quelli posseduti; • quota parte dell’ammontare complessivo delle spese medie ISTAT del nucleo

familiare, così calcolata:

- rapporto tra il reddito complessivo dichiarato o attribuibile al contribuente e il totale dei redditi complessivi dichiarati o attribuibili ai componenti del nucleo familiare,

oppure in assenza di redditi dichiarati dal nucleo familiare:- rapporto tra le spese sostenute dal contribuente e il totale delle spese dell’in-

tero nucleo familiare, risultanti dai dati disponibili e dalle informazioni presenti in Anagrafe Tributaria;

• incrementi patrimoniali e risparmi dell’anno.

Insomma un insieme di calcoli complessi che non lasciano nulla al caso o alla discrezionalità dei funzionari che effettuano la verifica.

Sarà sufficiente, come detto, lo scostamento del 20% tra reddito dichiarato e quello che invece sarebbe necessario rispetto al tenore di vita accertato, per far scattare il campanello d’allarme e l’invito del Fisco a presentarsi al contrad-dittorio.

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spese riferite ai redditi deLL’anno

La determinazione sintetica del reddito ora avviene, quindi, sulla base della pre-sunzione che tutto quanto si è speso nel periodo d’imposta sia stato finanziato con redditi posseduti nel periodo medesimo, ferma restando ogni possibilità di provare che ciò non sia effettivamente avvenuto nel caso specifico.

In particolare è possibile dimostrare che le spese sono state finanziate con altri mezzi quali redditi esenti o soggetti a ritenuta alla fonte (ad es. con le cedole di titoli di Stato e obbligazioni, dividendi azionari, altri redditi finanziari), donazioni o vincite al gioco, e comunque con redditi legalmente esclusi dall’obbligo di dichia-razione ai fini IRPEF.

Le nuove tipoLogie di spesa e La differenziazione in base aLLa composizione deLLa famigLie e aL Luogo di residenza

Ma, come detto, per riuscire a evidenziare i contribuenti potenzialmente a ri-schio di evasione, si terrà conto del livello di vita degli stessi anche in riferimento alla situazione familiare e alla località geografica di residenza.

In sostanza con il nuovo strumento si è cercato di fotografare quello che può es-sere il tenore di vita ordinario in riferimento a diverse tipologie di famiglia: single e coppie con o senza figli; diverse fasce di età: giovani, di mezza età o anziani; diverse aree di residenza, oltre alle diverse classi di reddito.

Una differenziazione complessa che si basa, però, su una considerazione ovvia: a parità di reddito, la capacità di spesa di una coppia giovane e senza figli in una grande città del Nord-Ovest è nettamente diversa da quella di una famiglia con figli in un piccolo centro del Mezzogiorno.

entrate e uscite

Tra le tipologie di spesa destinate ad essere prese in considerazione, ai fini dell’in-dividuazione di quella che può essere la tipologia di spese in linea con il reddito, ci sono tra l’altro: l’iscrizione a centri benessere, l’acquisto di minicar e di auto di lusso, l’acquisto di opere d’arte in case d’asta o gallerie, l’iscrizione a scuole private, le spese per ristrutturazione, i viaggi.

In sostanza, posto che ogni spesa deve essere «finanziata» con un’entrata, più la spesa è «superflua» più alto deve essere il reddito necessario per sostenerla.

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Così, ad esempio, i 300 euro spesi ogni mese per la retta della scuola privata pre-suppongono necessariamente un reddito più elevato rispetto a quello di chi spende la stessa cifra per pagare la rata del mutuo.

Il modello prevede 11 tipi di nuclei familiari e circa 100 voci di spesa, articolate in sette categorie:

1) abitazione;2) mezzi di trasporto;3) contributi e assicurazioni;4) istruzione;5) attività sportive e ricreative e cura della persona;6) altre spese significative;7) investimenti immobiliari e mobiliari netti.

Sono state individuate:

• 11 tipologie di famiglie in base al numero e all’età dei componenti;• 5 aree territoriali che tengono conto dell’incidenza del fattore geografico.

Il modello coglie al meglio le principali caratteristiche che incidono sul tenore di vita.

tipologia familiare

• Persona sola < 35 anni;• Persona sola tra 35-64 anni;• Persona sola ≥ 65 anni;• Coppia senza figli < 35 anni;• Coppia senza figli tra 35-64 anni;• Coppia senza figli ≥ 65 anni;• Coppia con un figlio;• Coppia con due figli;• Coppia con tre o più figli;• Monogenitore;• Altre tipologie.

area territoriale

• Nord Ovest;• Nord Est;• Centro;• Sud;• Isole.

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Questo il dettaglio delle voci di spesa considerate per ciascuna singola categoria:

abitazione:

• abitazione principale;• altre abitazioni;• mutui;• ristrutturazioni;• intermediazioni immobiliari;• elettrodomestici;• apparecchiature elettroniche;• arredi;• energia elettrica;• telefonia fissa e mobile;• gas.

mezzi di trasporto:

• automobili;• mincar;• caravan;• moto;• natanti e imbarcazioni;• aeromobili;• mezzi di trasporto in leasing e noleggio.

assicurazioni e contributi:

• responsabilità civile;• incendio e furto;• vita;• danni;• infortuni;• malattia;• altro;• contributi previdenziali obbligatori;• contributi volontari;• previdenza complementare (fondi pensione).

istruzione:

• asili nido;

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• scuola dell’infanzia;• scuola primaria;• scuola secondaria;• corsi di lingue straniere;• soggiorni studio all’estero;• corsi universitari;• tutoraggio, corsi di preparazione agli esami;• scuole di specializzazione;• master;• canoni di locazione per studenti universitari.

attività sportive e ricreative, cura della persona:

• attività sportive;• circoli culturali;• circoli ricreativi;• cavalli;• abbonamento Pay TV;• giochi online;• abbonamenti eventi sportivi;• viaggi organizzati;• centri benessere;• altri servizi per la cura della persona.

altre spese significative:

• oggetti d’arte o antiquariato;• gioielli e preziosi;• spese veterinarie;• donazioni in denaro a favore di Onlus e simili;• assegni periodici corrisposti al coniuge;• donazioni effettuate.

investimenti immobiliari e mobiliari netti:

• fabbricati;• terreni;• natanti e imbarcazioni;• autoveicoli;• motoveicoli;• caravan;• minicar;• aeromobili;

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• azioni;• obbligazioni;• conferimenti;• quote di partecipazione;• fondi d’investimento;• derivati;• certificati di deposito;• pronti contro termine;• buoni postali fruttiferi;• conti di deposito veicolati;• altri prodotti finanziari;• valuta estera;• oro;• numismatica.

Si tratta, come è facile vedere, di una lista molto ampia ed articolata che, di fatto, copre tutte le spese possibili da parte di qualunque persona e di qualunque nucleo familiare.

Ma dove troverà l’Agenzia delle Entrate i dati riferiti alle spese?

Dall’Anagrafe tributaria che da quest’anno raccoglie anche in maniera più det-tagliata i dati degli investimenti finanziari, e dai dati comunicati grazie allo «speso-metro».

Lo spesometro per tracciare i consumi

Con lo «spesometro» l’Agenzia ha stabilito l’obbligo per commercianti e pro-fessionisti di comunicare tutti i dati delle operazioni effettuate per gli importi al di sopra dei 3.600 euro, nel caso del commercio di qualunque tipologia, e al di sopra dei 3.000 euro in caso di fatture.

Obbligo di comunicazione anche per gli acquisti effettuati a rate quando l’im-porto complessivo dell’operazione supera la soglia prestabilita.

In caso di acquisti sopra la soglia, dunque, il commerciante è obbligato a richie-dere i dati anagrafici e fiscali, salvo il caso in cui l’operazione avvenga con strumenti tracciabili, ossia con carte di credito o bonifici bancari o postali.

Nel caso di utilizzo di questi strumenti di pagamento, infatti, è possibile risalire agevolmente ai dati di chi effettua l’operazione perché si tratta di documentazione già in possesso della società che gestisce la carta di credito o degli intermediari fi-nanziari, banche o Poste.

Grazie allo «spesometro», quindi, l’Agenzia delle Entrate può risalire facilmente

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alle spese effettuate da quel determinato cliente e quindi incrociare i dati con il reddito dichiarato e verificare se ci sono anomalie.

rendiconti bancari trasparenti per iL fisco

Ma non sono solo i dati delle spese ad essere a disposizione dell’Agenzia delle Entrate.

Si è arricchito, infatti, l’elenco dei dati che gli intermediari finanziari hanno l’obbligo di comunicare all’Anagrafe tributaria in riferimento ai propri clienti; una mole di dati, questa, che servirà per elaborare liste di contribuenti potenzialmente a rischio di evasione.

L’obbligo di comunicazione dei dati riguarda tutti gli operatori e gli intermediari già tenuti alle comunicazioni all’Anagrafe tributaria dei dati anagrafici di coloro che intrattengono rapporti e compiono operazioni con i singoli intermediari, compreso il codice fiscale, del soggetto persona fisica o non fisica che ha la disponibilità del rapporto, degli eventuali contitolari e dei procuratori e delegati.

Ad essere interessati sono:

• Banche;• Poste italiane;• Intermediari finanziari;• Imprese di investimento;• Fondi comuni; • Società di gestione;• Altri operatori finanziari autorizzati.

In aggiunta a quelli forniti finora, i dati che gli operatori dovranno da ora in poi comunicare all’Anagrafe tributaria per ciascun nominativo sono i seguenti:

a) i saldi del rapporto, distinti in saldo iniziale al 1° gennaio e saldo finale al 31 dicembre, dell’anno cui è riferita la comunicazione;

b) per i rapporti accesi nel corso dell’anno il saldo iniziale alla data di apertura, per i rapporti chiusi nel corso dell’anno il saldo alla data di chiusura;

c) i dati relativi agli importi totali degli accrediti e degli addebiti delle operazioni attive e passive conteggiati su base annua.

La comunicazione deve avvenire annualmente entro il 31 marzo dell’anno successivo a quello a cui sono riferite le informazioni. Queste informazioni saranno archiviate nell’ap-posita sezione dell’Anagrafe tributaria denominata Archivio dei rapporti finanziari.

L’obbligo di comunicazione riguarda tutti gli intermediari della lista, e quindi in dettaglio, come risulta dall’elenco allegato al provvedimento del direttore dell’A-genzia delle entrare che ha dato il via libera all’operazione, le comunicazioni riguar-deranno le seguenti voci:

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Dalla documentazione dell’Agenzia delle Entrate risulta che, attualmente, l’ar-chivio dei rapporti finanziari contiene circa 600.000.000 (seicento milioni) di rap-porti attivi e che annualmente gli operatori finanziari effettuano circa 155.000.000 (centocinquantacinque milioni) di comunicazioni relative alle sole variazioni dei rapporti in essere e alle operazioni extraconto, vale a dire quelle effettuate da sog-getti diversi dai clienti che gli intermediari debbono obbligatoriamente identificare quando effettuano le operazioni allo sportello. Insomma una considerevole mole di dati dai quali l’Agenzia delle Entrate potrà estrarre, con procedure automatizzate, delle liste selettive di contribuenti a maggior rischio di evasione.

Lo scostamento di un quinto per un soLo anno fa scattare L’invito aL chiarimento

Dal prossimo anno quindi, i controlli potranno essere più mirati anche perché, grazie alle regole del nuovo Redditometro, per far scattare l’invito al contribuente a chiarire come ha fatto a spendere più di quanto ha guadagnato, ovvero più di quan-to è il suo reddito dichiarato ai fini fiscali, è sufficiente che le somme accertabili superino solo di un quinto (20%) l’importo risultante dalla dichiarazione.

In sostanza per il Fisco con un reddito netto di 50.000 euro è possibile spendere nell’anno non più di 60.000 euro, a meno di non poter dimostrare di avere anche altre fonti di reddito che si vanno ad aggiungere a quanto riportato in dichiarazio-ne.

Questo scostamento, però, come detto, non farà scattare l’immediato accer-tamento con l’obbligo di pagare entro 30 giorni le maggiori imposte accertate dall’Amministrazione, ma produrrà solo un invito rivolto al contribuente a recarsi ad un incontro con il funzionario responsabile della pratica per poter definire la propria posizione.

diritto aLLa prova contraria

È quindi sempre possibile giustificare la fonte di quei soldi in più accertati dall’Agenzia, dato che è stato reso obbligatorio il ricorso alla procedura di accerta-mento con adesione con il relativo contraddittorio.

Si potrà quindi dimostrare, ovviamente pezze d’appoggio alla mano, che le spese «contestate» e che fanno scattare l’accertamento, sono state finanziate con redditi aggiuntivi rispetto a quelli dichiarati nello stesso periodo d’imposta ma non per questo nascosti al Fisco.

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Si può trattare, ad esempio, di vincite al gioco, redditi esenti, redditi soggetti a ritenuta alla fonte a titolo di imposta o, comunque, legalmente esclusi dalla for-mazione della base imponibile, come, ad esempio, la vendita di parte del proprio patrimonio immobiliare, un’eredità o una donazione, ecc.

Se invece si decide di non contestare le richieste del Fisco si può far conto su una riduzione delle sanzioni, prevista dall’accertamento con adesione, che diventa pro-cedura obbligatoria per il sistema di accertamento che fa perno sul Redditometro.

accertamento con adesione con sconto suLLe sanzioni

La nuova formulazione delle norme rende obbligatorio attivare il meccanismo dell’accertamento con adesione.

Di conseguenza l’Ufficio, una volta concluso l’accertamento, deve inviare al contribuente un invito a comparire, nel quale sono indicati i periodi di imposta suscettibili di accertamento, il giorno e il luogo della comparizione, le maggiori im-poste, ritenute, contributi, sanzioni ed interessi dovuti nonché i motivi che hanno dato luogo alla determinazione delle maggiori imposte. In questo modo è possibile avere immediatamente un quadro chiaro di tutta la situazione e stabilire l’eventuale linea di difesa, oppure presentare direttamente una proposta di adesione.

Se l’accordo si raggiunge, il pagamento è dovuto entro i 20 giorni successivi all’accordo, con sanzioni ridotte ad un terzo del dovuto, secondo le nuove disposi-zioni in vigore da febbraio.

iL modeLLo degLi studi di settore

Tutto il sistema antievasione messo in atto con il redditometro si muove, in sostanza, sulla falsariga di quanto previsto dagli studi di settore che riguardano imprese e profes-sionisti.

Gli studi di settore sono delle soglie di reddito e di fatturato che l’Agenzia individua come «normali» per quelle determinate categorie settoriali, in riferimento non solo al tipo di attività svolta ma anche al luogo nel quale questa si svolge.

Gli studi di settore servono al Fisco per valutare la coerenza dell’impresa rispetto ai ricavi o compensi dichiarati.

Viene quindi effettuata un’analisi dei dati dichiarati secondo diversi parametri; l’analisi della coerenza economica confronta il valore di alcuni indici, calcolati sui dati dichiarati dal contribuente, con valori ritenuti coerenti per la tipologia di riferimento considerata.

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Ad esempio per l’indice di coerenza ricarico è previsto un valore minimo e massimo; lo stesso per quel che riguarda la stima dei ricavi presunti e per quella relativa alla normalità economica.

I contribuenti che si collocano all’interno dell’intervallo minimo-massimo per cia-scuna categoria stabilito dall’Agenzia sono ritenuti coerenti; le posizioni non coerenti possono essere utilizzate dagli Uffici ai fini della selezione dei contribuenti da sottoporre ad eventuali controlli.

La compilazione dei modelli degli studi di settore è obbligatoria per le categorie impren-ditoriali e professionali, e occorre inviare i dati insieme alla dichiarazione dei redditi. È però possibile comunicare all’Agenzia eventuali anomalie o problemi che non consentono di risultare in regola con gli studi di settore stessi. Nel caso del Redditometro la comunicazione potrà avvenire nel momento in cui l’Agenzia dovesse invitare al contraddittorio.

Quindi di fatto il Fisco fa una stima a priori del reddito che uno specifico soggetto dovrebbe dichiarare, e se la dichiarazione non risulta in linea, ossia se il guadagno è stato inferiore a quello medio considerato «normale» in riferimento alle caratteristiche econo-miche, di attività e alla localizzazione del soggetto interessato, scatta la richiesta di fornire chiarimenti.

Nel caso del Redditometro, invece, il Fisco stima un determinato livello di reddito sulla base delle spese effettuate, e chiama il contribuente a chiarire la sua posizione se le spese superano la soglia considerata normale per quel determinato livello di reddito.

iL redditest per misurare La coerenza tra reddito famiLiare e spese

Per capire come funzionerà concretamente il Redditometro e che tipologia di spese potrà far scattare l’accertamento è intanto disponibile il Redditest.

Si tratta di un software che consente di verificare la compatibilità tra reddito familiare totale percepito e spese sostenute.

Il software è disponibile sul sito Internet dell’Agenzia delle Entrate alla pagina dedicata – redditest.agenziaentrate.it – e va scaricato direttamente sul proprio PC.

In questo modo tutti i dati inseriti nel sistema resteranno riservati, in quanto non verranno trasmessi via web ma potranno girare solo in locale sul proprio PC.

Il Redditest simula in sostanza il tipo di controlli che potranno essere effettuati grazie al Redditometro, ma per chi fa il test in casa non ha alcuna conseguenza pratica, se non quella di far capire come si muove l’Agenzia, vale a dire quali voci di spesa sono concretamente tenute in considerazione nella fase di accertamento, e non c’è alcun obbligo di impegnarsi per arrivare in fondo al test.

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Non è un obbligo e non ha neppure alcuna rilevanza compilare o meno le varie schermate, se si sono sempre pagate le tasse.

La famigLia e Le spese

Per chi volesse cimentarsi con il Redditest, occorre comunque tener presente che questo fotografa la situazione dei redditi a livello familiare e non personale, sulla falsariga di quanto accade con l’ISEE, ossia con il documento che serve per indivi-duare la situazione economica familiare ai fini della richiesta di agevolazioni quali, ad esempio, la riduzione delle tasse universitarie; per effettuare il test occorre quindi per prima cosa indicare la composizione della famiglia, il comune di residenza e la disponibilità economica di tutti i familiari.

Vanno poi inserite le spese più significative sostenute dal nucleo familiare duran-te l’anno (le più importanti) e di cui l’Amministrazione è a conoscenza, aggregate secondo le sette categorie che serviranno ad effettuare i controlli tramite Reddi-tometro. Il programma aggiungerà poi in automatico le spese indispensabili per una famiglia, dal cibo all’abbigliamento, calcolate in base all’ISTAT e alla propria tipologia familiare.

A questo punto scatta il confronto con il reddito dichiarato: e apparirà un mes-saggio di coerenza («semaforo» verde), che garantisce di essere in linea con le aspet-tative del Fisco, o di incoerenza («semaforo» rosso).

i redditi da considerare

Perché il test non faccia scattare dei «falsi positivi» occorre indicare il reddito complessivo a livello familiare; in sostanza vanno presi in considerazione tutti i redditi effettivamente disponibili, e non solo quelli riportati nella dichiarazione.

Questo perché, come detto, vanno considerati, sul modello di quanto accade con l’ISEE, anche i redditi non imponibili ai fini fiscali, per poter determinare le effettive disponibilità economiche della famiglia relativamente alle possibilità di spesa annuali.

Così, ad esempio, nel caso di una famiglia di quattro persone, nelle quali il padre è lavoratore dipendente, la moglie casalinga ma con redditi obbligazionari dovuti, ad esempio, all’investimento di una somma ereditata, e un figlio specializzando in medicina, quindi con un reddito esente, se non si sommassero ai redditi del padre anche gli interessi incassati dalla moglie e la borsa di studio del figlio, potrebbe scattare il semaforo rosso di rischio di evasione anche solo per aver acquistato la

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macchina nuova e pagato una vacanza all’estero per un corso di lingue per il figlio minore; considerando il reddito complessivo, invece, non c’è alcun rischio che scat-ti il campanello d’allarme.

soLo accertamenti mirati

Il messaggio che il Fisco lancia con questi strumenti è infatti più che altro un avvertimento a chi non è in regola a cambiare rotta e pagare le imposte evase, consi-derando che oggi l’Agenzia delle Entrate ha a disposizione molti più dati utilizzabili ai fini dell’accertamento.

Accertamento che riguarderà in maniera mirata solo le categorie ad effettivo ri-schio di evasione in quanto lo scopo è quello di far emergere una quota significativa della base imponibile finora sottratta al Fisco.

Un obiettivo che può essere raggiunto anche convincendo chi non lo è a metter-si in regola spontaneamente.