Gruni, Zoè. Metato

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A cura di Enrico Pedrini.

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ZOÈ GRUNImetatoa cura di / édité par

Enrico Pedrini

GALERIE DEPARDIEU NICE23 ottobre - 28 novembre 2008

in collaborazione conGALLERIA IL PONTE FIRENZE

ufficio stampaSusanna Fabiani

catalogoAndrea Alibrandi

coordinamento editorialeFederica Del Re

impaginazione computerizzataPunto Pagina, Livorno

stampaTipografia Bandecchi & Vivaldi, Pontedera

© 2008 EDIZIONI IL PONTE FIRENZE50121 Firenze - Via di Mezzo, 42/btel/fax +39 055240617website: www.galleriailponte.com e-mail: [email protected]

ZOÈ GRUNImetato

a cura di / édité par

Enrico Pedrini

EDIZIONI IL PONTE FIRENZE

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Enrico PedriniIl compito del pensiero umano non è più tanto quello di affrontare l’analisi e la definizione dei contenuti del pensiero stesso (in arte l’Arte Concettuale), quanto piuttosto di partecipa-re alla vita delle cose e degli eventi. Attraverso l’ascolto delle cose l’uomo si espone ad esse più che imporsi e ciò nasce appunto dalla ricerca di un nuovo desiderio di identità e di appartenenza ad un contesto territoriale e culturale. La vitalità dell’artista cerca quindi di resistere col suo lavoro ad un mondo che lo vuole escludere come presenza e ricchezza umana. Il suo pensiero sarà dunque il sito di una varietà di tracce, di casi che coesistono insieme “condividendosi”. Mi puoi parlare delle motivazioni che ti hanno spinta ad un lavoro come il tuo?

Zoè GruniPiù che di motivazioni, direi che rispondevo ad un urgenza.Ho iniziato il mio lavoro artistico durante l’adolescenza in modo molto istintivo e quasi violento, credo che sia stata la reazione (magari inconsapevole) all’omologazione dila-gante. La risposta a questo non poteva che diventare una riflessione intima sull’identità e la memoria.

E.P.Certamente i media elettronici hanno modificato in profondità le caratteristiche del luogo e dello spazio. Alterando le caratteristiche informative del luogo i media rimodellano le situazioni e le modalità sociali, sminuendo il valore dei luoghi come sistemi sicuri di informazioni. Pertanto i singoli individui sembrano recitare molteplici ruoli su diversi palco-scenici, in quanto sono portati a dare ad ogni pubblico una visione diversa. L’esigenza di esprimerti con diversi linguaggi come la performance, la foto, gli oggetti e i video é frutto di questa attitudine alla multimedialità?

Z.G. La multimedialità nel mio lavoro nasce dall’esigenza di raccontare vari punti di vista, e non uno soltanto, data la presenza attiva del corpo nell’opera.Dunque i diversi mezzi servono, in fasi diverse, a dire la stessa cosa. Il disegno come idea, la scultura come matrice, la performance come azione e di conseguenza il video come strumento di documentazione e la fotografia come immagine finita.

E.P.Il tuo lavoro può richiamare un evento che periodicamente era presente in Toscana nei secoli passati ed é ricordato nella storia col nome di “Veglia”.I contadini si riunivano periodicamente nelle varie cascine dando vita ad una riunione

Colloquio tra Zoè Gruni ed Enrico Pedrini

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conviviale strutturata in tre fasi: nella prima parte della Veglia i partecipanti discutevano sui problemi reali e pratici del loro lavoro, la seconda parte si svolgeva in una competizione tra chi meglio riusciva a schernire con intelligenza ed ironia i vari personaggi del paese, la terza e ultima fase di questo incontro diventava invece una vera e propria gara tra chi declinava meglio le poesie di vari autori, quali Dante Alighieri, Petrarca, Boccaccio, etc. Si trattava insomma di una vera performace declamatoria collettiva interdisciplinare, ricca di interazioni. Il tuo lavoro mi sembra legato a questo spirito di libertà multiculturale e interdisciplinare che é una caratteristica della cultura toscana. Mi puoi parlare dei punti di incontro tra la Veglia e i linguaggi della tua opera?

Z.G.Mi sembra che esistano vari punti di incontro, ad esempio il lavoro manuale e la scelta di una materia povera e funzionale quale la canapa (materiale dalle infinite risorse e che, come il maiale, si utilizza interamente). Materiale che da bidimensionale diventa tridimen-sionale, assume la valenza di contenitore di un corpo, fino a diventare vera e propria personalità talvolta anche riconoscibile, come: vescovo, guerriero, sposa, giudice. Per-sonalità intercambiabili che si indossano e che hanno bisogno di raccontarsi con diversi mezzi e diversi linguaggi. Non a caso, seguendo la propria naturale evoluzione, le opere sono diventate spettacolo perché era necessaria la condivisione, la compartecipazione.Nello spettacolo Conversazione con la pietra (Roselle, Grosseto 2007) realizzato in una vecchia cava dismessa, le sculture (in relazione a musica e teatro) agivano circondate dal pubblico, come nel metato*, mentre un’attrice declamava poesie.

E.P.La tua attività é molto significativa sia per l’attaccamento alle tue radici culturali che alla natura e al corpo. Questa tua fisicità si esprime in un’originale espressione sempre ricono-scibile, dove molteplici elementi entrano in scena ed interagiscono tra loro. Vorrei ora che tu mi spiegassi meglio i dispositivi attraverso i quali formuli le tue immagini?

Z.G.L’immagine non è mai nitida inizialmente. Parte spesso da una coinvolgimento emotivo, per esempio da una forma, un’atmosfera, una vicenda intima, un’esperienza, un viaggio, una notizia.Il desiderio di comunicare con gli altri, mi spinge a fondere le immagini soggettive della mia memoria con le forme comuni della memoria collettiva.Sperimento con il corpo, mi incorporo con l’immagine per poi liberarla nello spazio. E’ l’unico momento in cui ho l’illusione di riuscire a dare un po’ di sintesi al mio caos.

Entretien avec Zoè Gruni

Enrico PedriniCe n’est plus tant à la pensée humaine d’envisager l’analyse en détail des contenus de la pensée même (ce qu’en Art on désigne comme Conceptuel), mais plutôt de participer à la vie des choses et des événements. Se mettant à l’écoute des choses, l’homme s’expose à elles plus qu’il ne s’impose. Cela lui vient de la recherche d’un nouveau désir d’identité, d’appartenance à un contexte de territoire et de culture. Par sa vitalité, un artiste cherche donc à résister, par son travail, à un monde qui veut le rejeter comme présence et richesse humaine. Sa pensée sera donc le lieu d’une variété de traces, de cas, qui coexistent tout en «se partageant». Quelles sont les raisons qui t’ont poussée vers un travail comme le tien?

Zoè GruniPlus qu’à des raisons je pourrais dire que je répondais à des urgences. J’ai commencé mon travail artistique pendant l’adolescence, d’une façon très instinctive, presque brutale. Il s’agit certainement d’une réaction (probablement inconsciente) à l’homologation débor-dante. Ma réponse ne pouvait qu’être une réflexion intime sur l’identité et sur la mémoire.

E.P.Les médias électroniques ont sans doute modifié en profondeur les caractéristiques d’un lieu et de son espace. Tandis qu’ils changent les caractères informatifs de l’endroit, les médias remodèlent les situations et les modalités sociales, tout en amoindrissant la valeur des lieux comme systèmes surs de renseignements. Par conséquent chaque individu semble jouer plusieurs rôles sur des scènes différentes, donnant à chaque public une vision diffé-rente. Cette exigence de t’exprimer par des langages divers, comme la performance, la photographie, les objets et les vidéos te vient-elle de cette aptitude à la multimédialité?

Z.G.La multimédialité de mon travail me vient de l’exigence de le raconter depuis des points de vue différents, non pas d’un seul, étant donné la présence active du corps de l’œuvre. Donc les moyens différents servent, en des phases différentes, à exprimer la même chose. Le dessin comme l’idée, la sculpture comme la matrice, la performance comme l’action et, par conséquent, la vidéo comme instrument de documentation et la photographie comme image finale.

E.P.Ton travail me fait penser à un événement qui avait lieu en Toscane, lors des siècles passés et qu’on nommait Veglia. Les paysans se réunissaient de temps à autre dans les fermes diverses où ils donnaient vie à une réunion conviviale structurée en trois phases: dans la première partie de la Veglia, les participants débattaient les problèmes réels et pratiques

*Metato: l’antico essiccatoio per le castagne in Toscana diventava durante le Veglie un riparo e luogo di convivialità.

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de leur travail; la deuxième partie était une concours entre ceux qui arrivaient à se moquer avec le plus d’intelligence et de ruse des divers personnages du village; la troisième et der-nière partie de cette rencontre devenait une vraie compétition entre ceux qui déclamaient le mieux les poésies des divers auteurs, tels que Dante Alighieri, Petrarca, Boccaccio, etc. Il s’agissait donc d’une sorte de performance de déclamations collectives interdisciplinai-res, riche en interactions. Ton travail me parait lié à cet esprit de liberté multiculturelle, qui est une caractéristique toscane.Quels sont les points de contact entre la Veglia et les langages de ton œuvre?

Z.G.Il y a plusieurs points de rencontre, par exemple, le travail manuel et le choix d’une matière pauvre et fonctionnelle, le chanvre, qui offre des ressources infinies et que, comme le porc, on utilise tout-entier. Un matériau qui passe de deux à trois dimensions, lorsqu’il épouse la forme d’un corps, jusqu’à devenir une vraie personnalité, parfois reconnaissable (évêque, guerrier, épouse, juge...). Des personnages interchangeables que l’on endosse et qui ont besoin de se raconter par des moyens et des langages différents. Ce n’est pas par hasard si, suivant leur propre évolution naturelle, les œuvres sont devenues spectacle. Il était de-venu nécessaire de partager, d’échanger, de participer. Dans le spectacle «Entretien avec la pierre» (Roselle, Grosseto 2007) réalisé dans une vieille carrière abandonnée, les sculptures (rapportées à la musique et au théâtre) jouaient toutes entourées par le public, comme dans le metato*, pendant qu’une actrice déclamait des poésies.

E.P.Ton activité est très significative soit par l’attachement à tes racines culturelles qu’à la nature et au corps. Ton engagement physique s’exprime par une expression originale toujours reconnaissable, où des multiples éléments entrent en scène et interagissent.Peux-tu m’apporter une clarification à propos des dispositifs à travers lesquels tu formule tes images?

Z.G.L’image n’est jamais tout-à-fait claire pour commencer. Elle part souvent d’une implication émotive, que ce soit une forme, une atmosphère, une vicissitude intime, une expérience, un voyage, une nouvelle... Mon désir de communiquer avec les autres me porte à fondre les images subjectives de ma mémoire avec les formes «communes» de la mémoire collec-tive. J’expérimente avec le corps, je m’incorpore à l’image pour la délivrer ensuite dans l’espace. C’est le seul instant où j’ai l’illusion d’arriver à mettre un peu de synthèse dans mon chaos.

Copricorpo VI, 2005–2008, stampa lambda su alluminio, 150!98 cm

*Metato: l’ancien séchoir à chataignes en Toscane devenait pendant le «Veglie» un lieu d’abri et de convivialité.

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Copricorpo IV, 2005–2008, stampa lambda su alluminio, 150!98 cm Copricorpo V, 2005–2008, stampa lambda su alluminio, 150!98 cm

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Copricorpo II, 2005–2008, stampa lambda su alluminio, 98!150 cm

Copricorpo I, 2005–2008, stampa lambda su alluminio, 98!150 cm

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Ureo I, 2006– 2008, stampa lambda su alluminio, 98!150 cm

Ureo II, 2006– 2008, stampa lambda su alluminio, 98!150 cm

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Copricorpo III, 2005–2008, stampa lambda su alluminio, 150!98 cm Copricapo III, 2004–2008, stampa lambda su alluminio, 150!98 cm

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Delo I, 2005–2008, stampa lambda su alluminio, 98!150 cm

Delo II, 2005–2008, stampa lambda su alluminio, 98!150 cm

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Copricapo II, 2004–2008, stampa lambda su alluminio, 150!98 cm Copricapo I, 2004–2008, stampa lambda su alluminio, 150!98 cm

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Zoè Gruni (Pistoia 1982).

Diplomata all’Istituto d’arte di Pistoia, nel 2006 si laurea con una tesi su Carol Rama all’Accademia di Belle Arti di Firenze. Nello stesso anno apre nella sua città insieme a Cristiano Coppi e Andrea Lunardi lo spazio di arte contemporanea Studi8. Ha lavorato in vari spettacoli teatrali. Le sue sculture (indossabili e abitabili) diventano elemento dram-maturgico di Conversazione con la pietra, spettacolo creato insieme all’attore e musicista Piero Corso e all’attrice Tania Garibba (Festival Via Cava, Roselle 2007).

Diplomée à l’Institut d’Art de Pistoia, elle reçoit son doctorat en 2006 avec une thèse sur Carol Rama, à l’Académie des Beaux Arts de Florence. La meme année elle ouvre dans sa ville l’espace d’art contemporain “Studio8” avec Cristiano Coppi e Andrea Lunardi. Elle a travaillé à plusieurs spectacles de théatre. Ses sculptures (endossables et habitables) deviennent éléments dramaturgiques de Entretien avec la pierre, une représentation créée avec l’acteur et musicien Piero Corso et l’actrice Tania Garibba (Festival Via Cava, Roselle 2007).

Mostre personali / Expositions personnelles

2008 Metato, Galerie Depardieu, Nizza, a cura di Enrico Pedrini (catalogo). Premio “Studenti di eccellenza, Zoè Gruni e Andrea Lunardi”, Accademia delle

Arti del Disegno, Firenze, a cura di Andrea Granchi, Giuliana Videtta, Rosella Al-berti; selezionata dalla giuria composta da Carlo Sisi e Pierluigi Tazzi (catalogo).

Partecipazione ad ArteFieraArtFirst, Bologna (Galleria il Ponte, Firenze) con la performance Carmen.

2004 Balì Balle Baloo, Palazzo del Balì, Pistoia (“In visita” giovani artisti a Pistoia) a cura di Silvia Lucchesi (catalogo).

Mostre collettive / Expositions collectives

2008 Installazione permanente T(h)rees, Palazzo Achilli, Ecomuseo di Gavinana (Pistoia), in collaborazione con Andrea Betti.

Partecipa alla performance di Daniel Rothbart Meditazione/mediazione, Galleria Il Ponte, Firenze, a cura di Enrico Pedrini.

Partecipa con un video alla rassegna Visioni del mondo dell’arte, Studio 149, Cascina, (Pisa).

Partecipazione al ciclo di incontri Il mito della Grande Madre, sulle tracce della Dea, Museo Marino Marini, Pistoia, con la performance Pietre.

Partecipazione a MiartArtNow, Milano (Galleria il Ponte, Firenze).2007 Partecipa con un video alla rassegna di cinema e video d’artista Tra arte e cine-

ma, Cinema Alfieri, Firenze, a cura di Andrea Granchi. Se la fotografia è un Clic dell’anima, Galleria Giannone, Pisa. Prima nazionale dello spettacolo Conversazione con la pietra, Festival Via Cava -

Parco di Pietra, Roselle (Grosseto). Partecipazione a MiArt, Milano (Galleria Il Ponte, Firenze). Abitanti Ambienti - Daniela De Lorenzo, Zoè Gruni, Kinkaleri, Galleria Il Ponte,

Firenze, a cura di Silvia Lucchesi (catalogo). Liberolibrod’artistalibero3, Wignacourt Museum, Rabat (Malta), a cura di Emanue-

le De Donno (catalogo).2006 Confidenze dell’arte. Giuseppe Gavazzi e Zoè Gruni, studio Gavazzi e Studi8,

Pistoia, a cura di Silvia Lucchesi (catalogo). Liberolibrod’artistalibero3, Museo Archeologico Statale, Spoleto e Centro Arte

contemporanea Bannata, Enna, a cura di Emanuele De Donno (catalogo). Casi giudiziari, Palazzo Pretorio, Pistoia. Pillole contemporanee, Studi8 in farmacia, Ex-farmacia Nucci, Agliana (Pistoia). Studi8: Zoè Gruni, Cristiano Coppi e Andrea Lunardi, Studi8, Pistoia. Allievi incisori dell’Accademia, Galleria Il Bisonte, Firenze.2005 Rotte metropolitane, Spazio Sesv, Firenze, a cura di Lorenzo Bruni (catalogo). Aqve, Giardino delle Terme, San Giuliano Terme (Pisa). Artinformazione2news, Castello di Malgrate, Villa Franca (Aulla). Humus. Gianna Scoino e Zoè Gruni, Cella d’arte di Villa Pichi Sermolli, Buggiano

Castello (Montecatini), a cura di Giuliana Videtta.2004 Segnalazione Premio di grafica Pietro Parigi, Firenze. Dal luogo al simbolo, Ex-farmacia Nucci, Agliana (Pistoia). Fucine Tillanza, Ex-Breda, Pistoia. Partecipazione a Excess, Stazione Leopolda, Firenze con la performance Migra-

zione.2003 Seconda edizione Vigna degli artisti, Palazzina Uzielli, Vinci, a cura di Laura

Vecere (catalogo). Networking, workshop con l’artista Bert Theis, Monsummano Terme (Pistoia). Networking city, Officina Giovani-Cantieri Culturali Ex-Macelli, Prato, a cura di

Marco Scotini (catalogo). Contested space, Spazio Alcatraz ex Stazione Leopolda, Firenze, a cura di Mar-

co Scotini (catalogo). Scenografia per lo spettacolo 11 settembre, Teatro Everest, Firenze.2002 Terza edizione Opus Liber, Museo Virgiliano, Mantova; Chiesetta dell’Angelo,

Bassano del Grappa; Accademia delle Arti del Disegno, Firenze; Museo di Arte Moderna, Roma (catalogo).

Primo premio concorso Tracce in movimento, Pistoia.

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Questo volume a cura di Andrea Alibrandiè stato stampato dalla Tipografia Bandecchi & Vivaldi di Pontedera,

per i tipi delle Edizioni “Il Ponte” Firenze

Finito di stampare a Firenze nell’ottobre duemilaotto