GreenVoice 01/12 - marzo 2012

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GREEN ECONOMY E SVILUPPO SOSTENIBILE Periodico indipendente di informazione Anno VII www.greenvoice.eu MARZO 2012 Girando per l’Italia è sempre più facile imbattersi in un campo fotovoltaico o in un parco eolico. Negli ultimi anni c’è stata un’esplosione di investimenti in questo set- tore e a noi non può che fare piacere. Ora però sarebbe bene delineare un bi- lancio dell’impatto complessivo di questi in- vestimenti sul territorio e sulla cittadinanza. Prendiamo ad esempio il subappennino dauno, quella porzione del territorio pugliese al confine con la Campania, che negli ultimi anni ha visto un fiorire di pale eoliche a cen- tinaia. Un tentativo buono di produrre ener- gia da una fonte rinnovabile come il vento, che da quelle parti non manca quasi mai. Ma chi trae vantaggio da queste opere? Sicuramente l’investitore che installa le pale, il proprietario del terreno che le ospita, qualche professionista che le pro- getta. E il resto della cittadinanza? Posto che non solo è legittimo, ma anzi auspicabile, una forte presenza di grandi gruppi privati sarebbe interessante andare a verificare quante di queste pale eoliche sono di pro- prietà di questi big player e quante sono di proprietà di cooperative o di gruppi d’acqui- sto fra cittadini. O ancora verificare il valore delle royalties sui ricavi che sono riversate dai privati alle amministrazioni comunali e come questi introiti si trasformino in bene- fici diretti (riduzione della TARSU) e indiretti alla cittadinanza (più servizi). In questo nu- mero raccontiamo alcune esperienze inte- ressanti che vanno nella giusta direzione. Una dal lato dell’impresa: la tegola solare italo-francese di Area Franceram di France- sco Borgomeo, che consente di produrre energia attraverso le tegole posizionate sul tetto. Una dal lato della PA: il comune di Tocco da Casauria in Provincia di Pescara. Da segnalare inoltre l’interessante studio del Prof. Carlo Mari che ha elaborato un mo- dello di analisi dell’impatto del Patto dei Sin- daci sull’economia abruzzese. Governare green, Torino e Rovigo città all’avanguardia PAGINE 2 e 3 sostenibile e distribuito I passi in avanti nella scienza e nella tecnologia potrebbero determinare concretamente un’idea di benessere che sia sostenibile e durevole. E possibilmente più equamente distribuito. Durevole Green economy, un’occasione per promuovere uno sviluppo più equo Area Franceram, la tegola solare conquista i mercati PAGINA 5 Biomasse, un’opportunità da cogliere al volo PAGINA 15 PRIMO PIANO COMPETITIVITÀ SECOND LIFE SPECIALE CHE MONDO SAREBBE SENZA BATTERIE Come rigenerare quelle al piombo acido DA PAGINA 11 EDITORIALE

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Il numero di marzo 2012 di Green Voice, il mensile della green economy e dello sviluppo sostenibile.

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GREEN ECONOMY E SVILUPPO SOSTENIBILE Periodico indipendente di informazione Anno VIIwww.greenvoice.eu • MARZO 2012

Girando per l’Italia è sempre più facileimbattersi in un campo fotovoltaico o in unparco eolico. Negli ultimi anni c’è stataun’esplosione di investimenti in questo set-tore e a noi non può che fare piacere.

Ora però sarebbe bene delineare un bi-lancio dell’impatto complessivo di questi in-vestimenti sul territorio e sulla cittadinanza.

Prendiamo ad esempio il subappenninodauno, quella porzione del territorio puglieseal confine con la Campania, che negli ultimianni ha visto un fiorire di pale eoliche a cen-tinaia. Un tentativo buono di produrre ener-gia da una fonte rinnovabile come il vento,che da quelle parti non manca quasi mai.

Ma chi trae vantaggio da queste opere?Sicuramente l’investitore che installa lepale, il proprietario del terreno che leospita, qualche professionista che le pro-getta. E il resto della cittadinanza? Posto chenon solo è legittimo, ma anzi auspicabile,una forte presenza di grandi gruppi privatisarebbe interessante andare a verificarequante di queste pale eoliche sono di pro-prietà di questi big player e quante sono diproprietà di cooperative o di gruppi d’acqui-sto fra cittadini. O ancora verificare il valoredelle royalties sui ricavi che sono riversatedai privati alle amministrazioni comunali ecome questi introiti si trasformino in bene-fici diretti (riduzione della TARSU) e indirettialla cittadinanza (più servizi). In questo nu-mero raccontiamo alcune esperienze inte-ressanti che vanno nella giusta direzione.Una dal lato dell’impresa: la tegola solareitalo-francese di Area Franceram di France-sco Borgomeo, che consente di produrreenergia attraverso le tegole posizionate sultetto. Una dal lato della PA: il comune diTocco da Casauria in Provincia di Pescara.Da segnalare inoltre l’interessante studio delProf. Carlo Mari che ha elaborato un mo-dello di analisi dell’impatto del Patto dei Sin-daci sull’economia abruzzese.

Governare green,Torino e Rovigocittà all’avanguardiaPAGINE 2 e 3

sostenibilee distribuito

I passi in avantinella scienza e nellatecnologia potrebberodeterminareconcretamente un’ideadi benessere che siasostenibile e durevole.E possibilmente piùequamente distribuito.

Durevole

Green economy,un’occasioneper promuovereuno sviluppo più equo

Area Franceram,la tegola solareconquista i mercatiPAGINA 5

Biomasse,un’opportunitàda cogliere al voloPAGINA 15

PRIMO PIANO COMPETITIVITÀ SECOND LIFE

SPECIALE CHE MONDO SAREBBE SENZA BATTERIECome rigenerare quelle al piombo acido DA PAGINA 11

EDITORIALE

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A fine febbraio a Torino si èsvolto il primo incontro nazionalein materia di smart cities, pro-

mosso dall’Anci. Per l’occasione Cit-talia, centro studi dell’associazionedei Comuni, ha pubblicato un papercon le migliori esperienze di innova-zione realizzate dalle città mondiali.Il documento si chiama Smart citiesnel mondo e passa in rassegna dodicistrategie realizzate da città europeee americane che hanno puntato sullenuove tecnologie per migliorare laqualità della vita e la gestione dei pro-cessi urbani. Il documento di Cittaliaoffre idee e spunti a tecnici e decisionmakers italiani impegnati nella realiz-zazione di strategie smart per la cre-scita urbana. In particolare lo studiomette in evidenza tutte le diverse de-clinazioni dell’innovazione urbana,dall’infrastrutturazione strategicaalla partecipazione dei cittadini perla realizzazione di spazi pubblici in-novativi e sostenibili. Di seguito trac-ciamo una breve e sintetica rassegnadelle politiche attivate nelle città por-tate a modello durante il convegno.

Amsterdam (Olanda) è smart per-ché ha portato l’innovazione tecnolo-gica nella quotidianità dei cittadini,rendendola accessibile a tutti e deci-siva per la riduzione delle emissioniurbane.

Paredes (Portogallo) è smart per-ché ha puntato sulle tecnologie piùinnovative per diventare un laborato-rio a cielo aperto di sviluppo urbano,con risultati da esportare in tutto ilmondo ma anche con effetti decisivisulla qualità della vita dei suoi citta-dini.

Aarhus (Danimarca) è smart per-ché ha coniugato tessuto imprendito-riale e scientifico con la partecipa-zione civica per programmare losviluppo urbano del futuro attorno astrutture simbolo che rappresen-tano, anche fisicamente, dei punti diaggregazione per la comunità scien-tifica e imprenditoriale locale.

Curitiba (Paranà, Brasile) è smartperché innovazione, integrazione eexpertise sono le parole chiave chehanno trasformato Curitiba da unametropoli affetta da problemi che pa-revano insormontabili in una smart

city presa a modello nel mondo. Va-lorizzando le risorse a propria dispo-sizione e dimostrando che nella sto-ria di una città il trend non è uguale aldestino.

Seattle (Washington, USA) è smartperché ha basato una strategia disuccesso per l’efficienza energeticasu un insieme di programmi di pic-cole dimensioni e diversificati pertarget e per obiettivo, coinvolgendodiversi expertise in diverse azioni.

Reykjavík è smart perché la dispo-nibilità delle risorse rinnovabili sulterritorio non sempre si traduce nella

dello di sviluppo urbano che si basasull’integrazione dei diversi sistemidella città: dal settore dei trasporti aquello dell’istruzione per compren-dere come interagiscono tra loro.

Houston (Texas, USA) è smart per-ché ha valorizzato un’opportunitàderivante da un finanziamento nazio-nale per un programma knowledge-intensive e innovativo in grado di col-locarsi nel quadro di un approccioolistico all’efficienza e di produrre ri-sultati di lungo periodo.

Monterrey è smart perché ha pun-tato sulla tecnologia, la partecipa-zione dei cittadini e la ricerca per at-trarre investimenti ed affermarsicome città della conoscenza e dell’in-novazione verde.

Gent (Belgio) è smart perché…hapuntato sull’empowerment e sulcoinvolgimento dei cittadini per mi-gliorare la qualità della vita urbanaattraverso il crowdsourcing.

Tallin (Estonia) è smart perché harealizzato servizi elettronici soprat-tutto nel settore della mobilità ur-bana grazie ad Internet semplifi-cando così la vita dei cittadini.

E nel frattempo le città italianecosa fanno? Il Convegno di Torino èun seme. Ora restiamo in attesa delraccolto.

Secondo Jeremy Rifkinsiamo alle porte della terza ri-voluzione industriale i cui pi-lastri sono le fonti rinnovabiliper la produzione di energia,le tecnologie di accumula-zione e le reti intelligenti perla distribuzione. Ma l’ele-mento che più ci interessamettere in evidenza in questonumero è il cambio di approc-cio che propone lo studiosoamericano.

I combustibili fossili e nu-cleari sono, per loro stessanatura, energie di élite cherappresentano il vecchio ap-proccio centralizzato e verti-cistico per la gestione delle ri-sorse, un approccio che se hacaratterizzato il diciannove-simo e ventesimo secolo puòormai considerarsi superato.Carbone, petrolio, gas e ura-nio, si trovano soltanto in al-cuni posti del pianeta, perciòhanno spesso richiestoenormi investimenti militariper la loro sicurezza ed altret-tanto enormi investimenti dicapitale per il loro sfrutta-

Primopiano

Cosa fanno le città italiane?Il Convegno di Torinoè un seme. Ora restiamoin attesa del raccolto

valorizzazione di esse e nella emanci-pazione dai combustibili fossili. L’in-vestimento pubblico, la messa a retedelle competenze e la partnershipcon soggetti privati sono la chiavedel successo.

Helsinki è smart perché ha utiliz-zato efficacemente le Ict per miglio-rare la vivibilità e la fruizione deglispazi urbani da parte dei cittadini.

Portland (Oregon, USA) è smartperché ha realizzato un nuovo mo-

I migliori casi di smart cities,un modello da replicare

ANCI • INNOVAZIONE

A fine febbraio a Torino si è svoltoil primo incontro nazionalein materia di smart cities,promossodall’ANCI. Per l’occasione Cittalia,centro studi dell’associazionedei Comuni,ha pubblicato un papercon le migliori esperienzedi innovazione realizzate dalle cittàmondiali. Il documento si chiamaSmart cities nel mondo

Terzarivoluzioneindustrialealle porte

RIFKIN

mento e distribuzione com-merciale.

Il risultato è stato unasempre maggiore disparitàfra coloro che hanno il po-tere e se lo tengono stretto ecoloro che sono “powerless”(senza potere: power in in-glese ha il doppio significatodi potere e elettricità). Leenergie rinnovabili invecesono distribuite ovunque: iraggi solari, il vento, l’idroe-lettrico, la geotermia, le ondemarine i residui agricoli e fo-restali, i rifiuti organici ur-bani, sono accessibili dap-pertutto. Se raccolta eaccumulata sotto forma diidrogeno e disseminata comeelettricità attraverso reti in-telligenti, l’energia rinnova-bile ha il potenziale di esserediffusa secondo modalità di-stributive simili a quelle conle quali oggi noi distribuiamole informazioni e le comuni-cazioni attraverso internet.

WEB 2.0 • DEMOCRAZIE

Le nuove tecnologie della co-municazione e dell'informazioneavranno un esplosione nei pros-simi 10 anni. In particolare, laconnettività a banda larga, i di-spositivi personali intelligenti, leinfrastrutture di dati aperte, leinterfacce pubbliche e il cloudcomputing getteranno le basiper lo sviluppo urbano e l'inclu-sione.

Il processo è già cominciatoanche a livello locale dove ab-biamo visto l’applicazione delletecnologie Web 2.0 geografiche asupporto di processi decisionalipartecipati (la manutenzione ur-

bana del Comune di Venezia, l'os-servatorio del paesaggio della re-gione Puglia, le segnalazioni suirifiuti a Napoli) e dimostrazionisu come condividere via Web, inmodo rapido ed efficace, datigeografici (es. GPS, KML) utiliz-zando gli strumenti gratuita-mente messi a disposizione daGoogle.

Analogamente dimostrazionidi applicazioni in campo sanita-rio, turistico, televisivo eviden-ziano l'importanza della rivolu-zione digitale in atto nel disegnodegli scenari politici di sviluppolocale.

Verso processi decisionali partecipati

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STAMPAIndustrie Tipografiche Sarnub Cavaglià (BI)

HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO

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Bimestrale iscritto al n. 110/2011

del Registro della Stampa di Roma.

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in abbonamento postale e eventi.

Questo periodico è aperto a quanti desiderinocollaborarvi ai sensi dell'art. 21 dellaCostituzionedella Repubblica Italiana che così dispone:"Tutti hanno diritto di manifestare il propriopensiero con la parola, lo scritto e ogni mezzodi diffusione". La pubblicazione degli scritti èsubordinata all'insindacabile giudizio dellaredazione, che può anche apporre modifiche aitesti per ragioni editoriali; in ogni caso, noncostituisce alcun rapporto di collaborazionecon la testata e, quindi, deve intendersiprestata a titolo gratuito. Notizie, articoli,fotografie, composizioni artistiche e materialiredazionali inviati al giornale, anche se nonpubblicati, non vengono restituiti.

Errata corrigeL’articolo intitolato Rottami metallici: in arrivo

il nuovo regolamento europeo apparso

sul n.4/2011 è stato redatto

dall’Ing. Emiliano Cerluini. Ci scusiamo

con l’autore per non aver riportato tale

informazione.

GERENZA

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GNO

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TODA

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N.CO

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@ Enzo Lavolta.Quali sono le politiche green messe in campo dalla suaAmministrazione Comunale?L’attenzione all’ambiente e alla qualità della vita dei cittadini

sono riferimenti fondamentali nella messa in atto delle politi-che che la Città di Torino sta attuando.

A dimostrazione di ciò si pensi al TAPE (Turin Action Planfor Energy) che la Città di Torino ha adottato fin dal 2010. Sitratta di ben 51 azioni, da attuare entro il 2020, volte a favorireil risparmio energetico, incrementare l’efficienza energetica edil ricorso alle fonti rinnovabili al fine di ridurre, in particolare,le emissioni di anidride carbonica.

Tra queste azioni, diverse sono già state attivate nei primis-simi mesi di amministrazione. Penso al miglioramento della“mobilità pulita” con il bici-plan e con l’arricchimento delle pi-ste ciclabili, penso all’erba e al legname derivante dalle manu-tenzione del verde pubblico che è oggi finalmente adoperatocome combustibile per centrali termiche, oltre all’estensionedella rete di teleriscaldamento, che fanno di Torino la città piùteleriscaldata a livello nazionale.

Cooperative di comunità. Gruppi d’Acquisto Fotovol-taico… In giro per L’Europa stanno emergendo nuove formedi investimento sulle rinnovabili promosse dalle amministra-zioni locali che vedono la partecipazione economica direttadei cittadini. Che ne pensa?

Per ridurre l’inquinamento atmosferico, per poter perse-guire un reale risparmio energetico è auspicabile l’utilizzo difonti rinnovabili, anche ricorrendo a nuove modalità di inve-stimento di cui i Gruppi di Acquisto Fotovoltaico sono unesempio interessante.

Da parte nostra, come Amministrazione, stiamo definendomodalità per interventi di efficientamento energetico degli edi-fici esistenti, ad esempio con la sostituzione delle vecchie cal-daie, e con il supporto di aziende specializzate come le Esco(Energy Service Companies).

Tradizione innovazione: come immagina la sua città nel2020?

Il mio auspicio è che nel 2020 Torino sia una città che, nel ri-spetto dell’ambiente, sia accogliente, adatta alle famiglie, in cuisi possa vivere piacevolmente, con un sistema di trasporti ef-ficiente, che sia capace di coniugare innovazione e qualità dellavita, che sia bella da vivere: una città “smart”.

Il mio sogno per Torino: la città più vivibile d’Italia. Un sognoche pian piano si sta trasformando in realtà.

Sarebbe disponibile a sperimentare sul suo territorio bre-vetti ed innovazioni di tecnologie verdi da parte di giovaniricercatori europei?

L’attenzione all’innovazione e ai brevetti è già crescente sulnostro territorio. Ed una città cha aspira ad essere sostenibileed intelligente deve anche essere creativa, ma soprattutto devepoter dare opportunità accogliendo idee e proposte.

È quindi di assoluto interesse sperimentare anche le propo-ste innovative di ricercatori europei ed internazionali, comedel resto già facciamo con i giovani che vivono e studiano nellanostra città.

Il futuro, l’innovazione, un’idea di società nuova. Noi vo-gliamo costruire un movimento, vogliamo persone e idee ingradi di contaminare il futuro. Vogliamo la passione e la ragione.

@ Bruno PivaQuali sono le politiche green messe in campo dalla sua Am-ministrazione Comunale?L’ambiente e una migliore qualità della vita per tutti, rappre-

sentano uno dei principali obiettivi per questa amministrazione.A tal fine ci stiamo impegnando su diversi fronti attra-

verso: interventi per il contenimento degli sprechi energeticimediante la definizione di un Piano Energetico Comunale(PEC); l’individuazione di un tecnico responsabile per la con-servazione e l’uso razionale dell’energia (Energy Manager); lamodifica e l’attuazione delle attività inerenti il controllo degliimpianti termici (aggiornamento del Regolamento Comunale);l’attuazione e verifica delle norme per la certificazione ener-getica degli edifici nuovi, in ristrutturazione ed esistenti e lapromozione della bioedilizia; interventi per la sostituzionedei veicoli di servizio in dotazione al personale dell’ammini-strazione comunale (biciclette per gli spostamenti in ambitourbano, veicoli elettrici o alimentati a metano/GPL/idrogeno,Euro 5 -4 alimentati a gasolio a basso tenore di zolfo per i vei-coli non disponibili a metano/GPL).

Ricordo infine il progetto “Biodiesel dal tuo olio cucina”, natodalla collaborazione tra Comune, Asm Rovigo Spa (azienda diproprietà comunale che gestisce anche il ciclo dei rifiuti), ed al-cune aziende private. Si tratta della creazione di un ciclo chiusoche, a partire dalla raccolta degli oli alimentari esausti e attra-verso un processo di trattamento, ne consenta il riutilizzo, sottoforma di biodiesel, sui mezzi di Asm Rovigo spa. L’iniziativa ènata e la stiamo portando avanti, come un progetto integratodi mobilità sostenibile e di corretta gestione dei rifiuti.

Cooperative di comunità. Gruppi d’Acquisto Fotovoltaico…In giro per L’Europa stanno emergendo nuove forme di inve-stimento sulle rinnovabili promosse dalle amministrazioni lo-cali che vedono la partecipazione economica diretta dei citta-dini. Che ne pensa?

Nuove forme che ritengomolto importanti. Al Comune spettail compito di promuovere queste forme come i gruppi di acqui-sto o gli accordi con istituti di credito per ottenere le miglioricondizioni per tutti i cittadini che vogliano investire nelle fontirinnovabili.

Tradizione innovazione: come immagina la sua città nel2020?

Immagino una città a misura d’uomo, con un’alta qualità divita dei propri abitanti, un’ottima qualità dell’ambiente, un tes-suto economico vitale ed un’alta qualità dei servizi offerti dal-l’amministrazione pubblica. Le amministrazioni pubbliche pos-sono essere attente a identificare e soddisfare i bisogni deicittadini ma perché il progresso sia reale ed il benessere sia dif-fuso occorre senz’altro l’impegno di ognuno di noi.

Sarebbe disponibile a sperimentare sul suo territorio bre-vetti e innovazioni di tecnologie verdi da parte di giovani ri-cercatori europei?

Assolutamente sì. Recentemente sono stato al centro ricer-che Cnr presso la Telecom di Bologna, dove ho potuto vedere al-l’opera giovani ricercatori che hanno realizzato un progetto perla città del futuro. Una città basata su tecnologie innovative checonsentono avanzate performance e risparmi energetici conconseguente vantaggi economici. Quindi ben venga il lavorodelle menti preziose dei giovani ricercatori.

Primopiano

Green gov, gli enti locali danno l’esempioTorino e Rovigo in prima linea sulle scelte sostenibili

• LE BUONE PRATICHE DEI COMUNIINTERVISTE

Rodigino doc. 65enne sposatocon due figlie. Medico di lungocorso, è stato primariodel reparto di Terapiadel dolore e Cure palliativeall’ospedale di Rovigo oltreche medico sociale dellaRugby Rovigoe responsabiledel servizio medico dell'Isoladi Albarella. Dal 2002 al 2009ha ricoperto la carica dipresidente del Panathlon ClubRovigo e dal 2009è il presidente del Comitatoprovinciale del Conie consigliere dell’Ordinedei medici provinciale.Da maggio 2011è sindaco della città.

Poco più che trentenne,di professione consulentedel lavoro. Dopo aver passatol’adolescenza tra scoute missioni nei Paesiin Via di Sviluppoha dedicato gli ultimi anniall’impegno nella politicalocale torinese. Dapprimanei consigli circoscrizionali,poi nel consiglio comunalenell’era Chiamparino,poi con l’avvento del nuovoSindaco Piero Fassino è statopromosso Assessorecon deleghe pesanti: lavoripubblici, ambiente, energiae sviluppo tecnologico ed èdelegato al progetto smart city.

ENZO LAVOLTA

3• GREEN ECONOMY E SVILUPPO SOSTENIBILE • www.greenvoice.eu •marzo 2012

Torino e Rovigosono due cittàamministrateda governidi estrazionepolitica differente(centrosinistrail primo;centrodestrail secondo) che sistanno impegnandoa realizzare azionidi green govche portino ad unosviluppo durevolee sostenibile.Un esempioper molteamministrazionilocali medio-grandi.

BRUNO PIVA

©MA

URO

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“La domanda di energia è in continuacrescita, la General Electric deve e do-vrà essere sempre in grado di soddi-

sfarla”. All’Annual Meeting del 30 e 31 gen-naio, svoltosi a Firenze, il Presidente dellaGE Oil&Gas Dan Heintzelman ha esorditocon queste parole. “Challenge”, sfida: que-sto il termine a cui più è ricorso il capodella multinazionale durante il suo di-scorso. Sfida sotto tutti i punti di vista,guardando in particolare allo sviluppo tec-nologico e al rispetto dell’ambiente.

Come detto, nel capoluogo toscano pro-tagonista è stata la GE Oil&Gas, uno deitanti rami dell’azienda statunitense, che hasviluppato l’“ecoimagination program”, unprogetto che guarda solo ed esclusiva-mente all’“environment”. In quale modo?Grazie alla creazione di sistemi integrati ca-paci di controllare le emissioni o recupe-rare l’energia dispersa. Migliori prestazioni,minori emissioni, questi gli obiettivi a cuipunta General Electric. Che per raggiun-gerli si avvale della collaborazione di altregrandi multinazionali.

Già, perché il motto “Leading progresstoghether”, cresciamo insieme, non ri-guarda solo GE ed i suoi clienti, ma ancheGE e aziende di grosso calibro come Shell oBP. La prima, in particolare, varerà nel 2017la nave-piattaforma petrolifera più grandeal mondo, grazie alla quale si potrà estrarregas liquido a 200 chilometri dalle coste del-l’Australia per poi trasportarlo sempre allostato liquido, attraverso navi più piccole,nel sud est asiatico. In questo modo non cisarà bisogno di gasdotti. A preoccupare gliambientalisti è il fatto che in quella zona lecondizioni del mare sono particolarmentesfavorevoli, ma i progettisti della Shell assi-curano di aver pensato davvero a tutto intema di sicurezza.

Alla collaborazione GE/Shell ha fatto ri-ferimento Prady Iyyanki, Vice Presidentedella divisione Turbomachinery diOil&Gas. Anche lui, come il massimo diri-gente, non ha mancato di sottolineare l’im-portanza di “tecnologia, innovazione, qua-lità e ambiente”. Quest’ultimo “rappresentauno dei maggiori settori di investimento

per la nostra azienda”, la quale pensa in“verde” anche nelle altre divisioni. La GEEnergy, ad esempio, produce sistemi di co-generazione (i CHP Jenbacher) che recu-perano il calore disperso dai motori per-mettendo un risparmio di energia che puòarrivare al 40%. Accanto all’impegno per igrandi progetti sono previste azioni desti-nate alle PMI, spina dorsale della realtàeconomica italiana: basti pensare alla tra-sformazione degli scarti del legno in ener-gia con un impianto a biomassa o a turbinea gas ad alta efficienza per una nuova cen-trale a ciclo combinato. Macchine utiliz-zate vicino a Torino, nel primo caso, e aColleferro, in provincia di Roma, nel se-condo. Per General Electric l’Italia rappre-senta un luogo determinante non solo perrealizzare i suoi progetti ma anche per loca-lizzare siti produttivi grazie all’ottimo li-vello delle risorse umane presenti, cosìcome avvenuto per il progetto Gorgon (acui si fa riferimento nell’articolo di spalla).Investimenti stranieri, linfa vitale per l’oc-cupazione.

Avenza, provincia di Massa Carrara. È qui, ameno di cinquecento metri dal porto, che si pro-ducono turbine e compressori che andranno acomporre il Gorgon LNG Project, grazie al qualesi potrà estrarre gas da un giacimento offshore allargo dell’isola di Barrow, a nord ovest dell’Au-stralia.

Il prezioso idrocarburo lo si andrà a cercare adoltre 1400 metri di profondità in un contesto am-bientale molto delicato: Barrow è un’isola pro-tetta, incontaminata, che “poggia” su un enormegiacimento di gas capace di soddisfare l’8% delfabbisogno mondiale. Difficile non farsi ingolosireda un’opportunità del genere, altrettanto compli-cato osservare le ferree norme australiane in ma-teria ambientale.

Regola numero uno: rispettare l’habitat natu-rale delle “green turtles”, le tartarughe caratteri-stiche dell’isola, e dei varani. Per riuscire nell’im-presa, data la normativa e considerate lecaratteristiche del luogo, era impossibile co-struire l’impianto sul posto, ed è a questo puntoche è entrata in gioco Avenza.

Nel sito toscano si costruiranno e si assemble-ranno tutte le turbine ed i meccanismi che an-dranno a comporre “Gorgon”; in un secondo mo-mento, da qui, verranno trasportati dall’altraparte del globo, via nave cercando di scomporli inmoduli relativamente leggeri. La spesa totale saràpari a due miliardi di dollari australiani e il pro-getto sarà sviluppato in collaborazione con laChevron, uno dei maggiori player mondiali nelsettore petrolifero.

Ma non finisce qui, perché alla General Electricspettano altri progetti ambiziosi, sempre nell’am-bito dell’estrazione offshore. Viste le difficoltà nelreperire gli idrocarburi dai giacimenti più vicinialla superficie, ormai si stanno affinando le tecno-logie per raggiungere i bacini più profondi.

Insieme a Petrobras, GE sta lavorando ad unasoluzione che le permetterà di estrarre petrolio alargo delle coste brasiliane a tremila metri di pro-fondità e di portarlo in superficie attraverso oleo-dotti flessibili. Se servisse, Avenza è pronta.

Competitività

A Firenze GEsvela le sue strategieworldwide

GENERAL ELECTRIC • ANNUAL MEETING

“La domanda di energia è in continua crescita e GE dovrà esserein grado di soddisfarla nel rispetto dell’ambiente”.Così Dan Heintzelman,presidente Oil&Gas all’Annual Meeting di fine gennaio

Gorgon parte da Avenza in Toscanaper l’Isola di Barrow in Australia

DAVIDE IANNUCCIINTERVISTADavide Iannucci, dal giugno2010, è Operation Leader forModules & Turn-key solutionsalla GE Oil&Gas. Ha costruitola sua carriera nella multina-zionale statunitense e primadi ricoprire l’attuale posizioneè stato Executive Project Ma-nagement Leader nella GEElectric, per poi entrare nel2007, con lo stesso incarico,nella divisione Oil&Gas.Attualmente si occupa delprogetto Gorgon, una piatta-forma off-shore per l’estra-zione del gas le cui compo-nenti principali vengonocostruite ad Avenza, per poiessere spedite, via nave, allargo dell’isola di Barrow, anord ovest dell’Australia.Insieme all’Operation Leaderabbiamo affrontato con atten-zione il tema dell’impatto am-bientale.

Quanto conta il rispettodell’ambiente nel progettoGorgon?È l’aspetto più importante inassoluto. L’Australia ha leggimolto severe in merito e, so-prattutto per quanto riguardal’isola di Barrow, vuole assicu-rarsi che non ci sia nessuntipo di contaminazione. Lalegge del posto prevede unaquarantena di tipo A, ovverola più esigente. Per questomotivo dovremo andare benoltre la classica disinfesta-zione dei moduli. Ci sarà biso-gno di un continuo monito-raggio dell’area circostante e

di una pulizia ininterrotta diogni componente. L’ambientepassa in primo piano non soloper volontà nostra, ma ancheper necessità degli austra-liani. Avremo ispezioni men-sili da parte degli enti locali, ecerto non ci faremo trovareimpreparati.Come potete esserne sicurivista la complessità del pro-getto?Siamo stati premiati dallaChevron perché fra tutti i for-nitori di Gorgon siamo i firstclass per ciò che concerne laquarantena. Ciò vuol dire chesaremo molto attenti siaprima che durante il funziona-mento della piattaforma. Noipossiamo garantire che ri-spetteremo tutti i vincoli po-sti per quanto riguarda l’im-patto ambientale. Le leggiaustraliane non ci consen-tono di commettere passifalsi, quindi da parte nostra cisarà la massima attenzione.Ci saranno altre complica-zioni?Stiamo definendo le proce-dure da adottare durante lanavigazione, nella fase di tra-sporto dei moduli dall’Italiafino all’isola di Barrow. Si puòfacilmente immaginare quali

siano le difficoltà nel traspor-tare componenti già assem-blate, alte decine di metri, permiglia e miglia. I compressoridi CO2 sono i più grandi mairealizzati e sono già stati te-stati; il treno di liquefazione,invece, è già stato spedito.Come mai, dal punto di vistastrategico, avete sceltoAvenza come base di par-tenza?Questa cittadina, che in realtàè talmente vicino a MassaCarrara da sembrarne unquartiere, venne scelta ventianni fa per la facilità di tra-sporto dei moduli. Si trova asoli cinquecento metri dalporto e di conseguenza è unottimo snodo per il commer-cio internazionale.Abbiamo deciso di non an-dare in Europa dell’Est o in al-tri luoghi economicamentepiù convenienti perchél’obiettivo non è risparmiarea tutti i costi, bensì ridurre irischi nei cantieri. E l’Italia dalpunto di vista ingegneristicoè una realtà all’avanguardia.Inoltre noi siamo EPC (Engi-neering Procurement&Con-struction), motivo in più perscegliere Avenza come nostrabase.

Il progetto Gorgon prevedel’allocazione di unapiattaforma offshorealtamente tecnologicain Australia. Le componentiprincipali di questastruttura vengonocostruite ad Avenza,in Toscana, per poi esserespedite, via nave, al largodell’isola di Barrow. Gliingegneri italiani, unarealtà all’avanguardia.

GORGON

Estrarre gas in marein tutta sicurezzaa 1400 metridi profondità

4 • GREEN ECONOMY E SVILUPPO SOSTENIBILE • www.greenvoice.eu • marzo 2012

A CURA DI FRANCESCO DRAGONETTI � [email protected]

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Francesco Borgomeo è il presidentedi Areafranceram. Dopo anni di con-sulenza in ambito industriale ha de-ciso di mettersi in gioco diretta-mente. Con successo.

La caratteristica vincente dell’in-tuizione alla base dell’azienda italo-francese sta nella capacità di acco-stare tradizione e innovazione,bellezza e tecnologia, che poi non èaltro che la cifra tipica del genio ita-liano. La tradizione è rappresentatadallo storico marchio “gres d’ar-toix”, l’innovazione dalla scelta deimateriali, il gres porcellanato ato-mizzato, molto più resistente ri-spetto a quello tradizionale; la bel-lezza è rappresentata dal designdella tegola, la tecnologia dal mo-dulo fotovoltaico inserito all’internodella stessa. Di seguito l’intervista.

Quando è nata l’idea della te-gola solare?

È nata mentre mi cimentavo nel-l’attività di consulenza a favore di al-cune aziende green. Notavo chec’era una distorsione rispetto allacorretta interpretazione del fotovol-taico: era nato per dare la possibilitàdi produrre poca energia a tanti,mentre nella pratica era diventatouna modalità per far produrre tantaenergia a pochi. Per cambiare rottac’era bisogno di un prodotto conce-pito per una larga diffusione: così

Competitività

abbiamo pensato di inserire un pic-colo modulo all’interno di una te-gola, in ceramica e non in laterizio,materiale inadatto per alcune appli-cazioni e a certe temperature. Tra-mite queste idee siamo arrivati adun prodotto che ha un brevetto ita-liano e con pochi concorrenti, al-cune multinazionali, cui rispon-diamo con la nostra filosofia dilavoro ed un gruppo di persone ca-paci e motivate.

Mi può descrivere dettagliata-mente la costruzione di un tetto so-lare?

La forza del prodotto è la suasemplicità. La tegola può essere in-stallata su strutture tradizionali daqualsiasi azienda che si occupi diedilizia. All’interno del pezzo in gresporcellanato, poi, vengono incastratiquesti piccoli pannelli e collegati fraloro con due jack: uno in verticale, ilsecondo in orizzontale. Le nostresono tegole apparentemente nor-mali, però pesano il 30% in meno ri-spetto a quelle comuni, si romponomolto raramente e non soffrono ilfreddo. Come un pavimento in gresporcellanato, anche le tegole solari

hanno vita illimitata. A fine lavoro iltetto solare opera come ogni altrotetto tradizionale e può ospitare in-stallazioni per l’acqua calda senzaproblemi. In più la nostra tegola è unvero e proprio strumento di efficien-tamento per le case.

Essa infatti migliora la classeenergetica dell’immobile su cuiviene applicata generando di conse-guenza un maggior valore immobi-liare.

In questo settore, chi sono i vo-stri clienti abituali?

Molti privati con immobili più omeno di pregio e anche realtà asso-ciative come ordini religiosi. Ab-biamo interpretato nel migliore deimodi il conto energia riuscendo adottenere la fiducia di molti.

Perché avete deciso di espan-dervi proprio in Francia?

Perché la Francia è un paesemolto attento all’efficientamentoenergetico e, sotto questo punto divista, incentiva iniziative sull’edili-zia. Inoltre ha appena varato unanuova normativa sul piccolo fotovol-taico integrato. In questi giorni ab-biamo ottenuto il pass innovation inFrancia, mentre in Italia ci è stato as-segnato già nel settembre scorso.Inoltre il nostro prodotto ha il mas-simo incentivo: 42 centesimo a kilo-watt, e può arrivare fino a 50.

Avete altri progetti simili in fu-turo?

Abbiamo rafforzato il brevetto in-ternazionale in Canada e Sud Africae vogliamo sbarcare in Sud America,con particolare interesse al mercatobrasiliano dove presto entreranno invigore delle nuove politiche sull’effi-cienza energetica.

Come disse Primo Levi ne La chiave astella: «Amare il proprio lavoro costituiscela migliore approssimazione concreta allafelicità sulla terra». Sono queste le parolecon cui Francesco Borgomeo, presidente diArea Franceram, presenta la sua azienda.Una realtà che di crisi, al suo interno, nonha mai sentito parlare. Nel 2010 questamultinazionale ha ricavato ben 34 milionidi euro ed è riuscita ad espandersi in mer-cati extra-europei grazie a prodotti innova-tivi di alta qualità tra cui tegole, pavimentie rivestimenti.

Inizialmente si chiamava Area industriaceramiche e contava esclusivamente sullostabilimento di Anagni, in provincia di Fro-sinone, poi con l’acquisizione di altri duecentri di produzione in terra di Francia,Châteauroux e a Forbach, è nata Area Fran-ceram. In Italia e a Châteauroux vengonofabbricati il gres porcellanato e la pastarossa “monocottura”. A Forbach, invece,viene prodotto il gres tecnico non smal-tato. Produzioni che arrivano fino a 7 mi-lioni di metri quadri grazie a numerose li-nee di produzione installate (undici) di cuisette produttive.

L’innovazione principale è certamente lategola solare, già lanciata sui mercati da al-tre imprese, ma resa accessibile al grandepubblico proprio da Area Franceram. E quista l’innovazione: semplicità e bellezza ar-chitettonica. Coppo e pianella, marsigliesee portoghese. Sono i tre tipi di tegole, co-

qua calda, potranno essere installati comese si trattasse di un tetto normale; a questivantaggi si aggiunge la bellezza, la com-pleta integrazione architettonica (BIPV –Builted Integrated PhotoVoltaics), aspettofondamentale per permettere lo sviluppodelle energie rinnovabili anche tra il grandepubblico.

Oggi sono i mercati a testimoniare ilsuccesso dell’intuizione di Francesco Bor-gomeo: Canada, Sud Africa e Sud Americagià da tempo danno ottime risposte versoun’idea che è nata e cresce in Europa. DaAnagni ai quattro angoli del mondo, pas-sando per il suolo francese, Area France-ram ne ha fatta di strada. E ne farà ancoramolta. Un ottimo punto di partenza percominciare a ripensare gli immobili in unalogica di efficienza energetica, un’occa-sione per iniziare a progettare delle “cittàsostenibili”.

struite in gres porcellanato, su cui viene ap-plicato un piccolo pannello solare di 10Wp. Tradizione e innovazione in un’operaedilizia che, c’è da scommettere, riscuoteràsempre più successo. L’applicazione deipannelli solari è difatti molto semplice:ogni modulo si incastra sulla tegola in cera-mica per poi essere connesso, tramite jack,agli altri pannelli solari del tetto, a lorovolta applicati ad ogni singola tegola. Iltetto diventa così, oltre che più resistentegrazie al gres porcellanato atomizzato, una

fonte di guadagno per il singolo privato.Con una spesa tra i 15 e 18 mila euro si ot-tengono 3Kw per 45 metri quadri su strut-ture a falda di qualsiasi ampiezza.

Ma i veri punti di forza di questi prodottiitalo-francesi, rispetto a quelli dei concor-renti sono i seguenti: operatività, manuten-zione, leggerezza, integrazione.

Nello specifico: l’operatività dei moduliè garantita in condizioni climaticheestreme, fra i -40 e i +85 gradi, il range piùampio nella sua categoria; i pezzi danneg-giati sono di facile riparazione, possono es-sere sostituiti singolarmente e sono ripara-bili da qualsiasi azienda edile, non c’èbisogno di costosa manutenzione da affi-dare a soggetti specializzati; le tegole sonoestremamente leggere: una volta posate inopera il tetto peserà il 30% in meno ri-spetto ad uno classico e tutti gli impianticomplementari, ad esempio quello dell’ac-

Bello e possibile.È il fotovoltaico della tegolasolare italo-francese

TRADINNOVAZIONE • AREAFRANCERAM

Area Franceram disponedi tre centri di produzione:nata ad Anagni,in provincia di Frosinone,ha poi esteso la suaattività a Châteaurouxe a Forbach,nell’entroterra transalpino.In questi stabilimentinascono prodottiper il mercato,all’avanguardiaper tecnologia,bellezzae prestazioni.

Un imprenditore che ha decisodi rischiare, in tempi di crisi

FRANCESCO BORGOMEOINTERVISTALa crisi economica mondialedi questi anni ha colpitoprofondamente il sistemaproduttivo italiano che spessoè stato facile preda di investitoristranieri, in particolare francesi:basti pensare a Parmalat, Auchane Carrefour nell’alimentareo a Edison nell’energia.Area Franceram è una piccolastoria controcorrente.Nasce nel 2009 da FrancescoBorgomeo, consulente aziendalein ambito industriale poco piùche 40enne, accompagnatodal suo storico socio e sodaleGianluca Sanzi.I due decidono di rilevaredal gruppo Marazziuno stabilimento di piastrellead Anagni, in Ciociaria,per produrre tegole in gresporcellanato integratecon uno speciale pannellofotovoltaico, in grado di produrreelettricità.In breve tempo l’azienda crescee, per potenziare la propriacapacità produttiva, acquisiscedue stabilimenti produttiviin Francia.Ecco le cifre di Area Franceramnel 2011: fatturato di 32 milionidi euro e 370 addetti.Una piccola rivincita.I romani che tornano vincitoridalla spedizione in Gallia.Forse Borgomeo è più svegliodi Astérix o magari Sanzi,nottetempo, ha trafugatola formula della tegola solarea Panoramix…

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A CURA DI FRANCESCO DRAGONETTI � [email protected]

PUNTI DI VISTA

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Le infrastrutture saranno in cloud e idati saranno open nel progetto euro-peo Open-DAI (Opening Data Architec-

tures and Infrastructures of European Pu-blic Administrations), che è partitoufficialmente a fine febbraio e proseguiràfino a settembre 2014. In tutto 32 mesi, cheverranno impiegati per realizzare una piat-taforma attraverso cui rendere disponibili,appunto in modalità cloud computing, idati presenti in diversi database pubblici,semplificando l’accesso degli utenti (pub-blica amministrazione, imprese, associa-zioni e privati cittadini) e agevolando lacombinazione e l’utilizzo di questi dati perla creazione di applicazioni e nuovi servizia valore aggiunto. Lo scopo del progettoOpen-DAI è di realizzare una piattaformache semplifichi la fruizione degli open data,non solo favorendo l’accesso ma anche sti-molando la creatività e la nascita di nuoveidee. Grazie a questa piattaforma, basatasu architetture “service oriented” saràquindi più semplice scaricare le informa-zioni e utilizzarle per realizzare applica-zioni e servizi a valore aggiunto. I dati pub-blici possono diventare una risorsa. Ilprogetto Open-DAI è finanziato dalla Com-missione Europea nell’ambito dell'“ICT Po-licy Support Programme” - Call 2011 del“Competitiveness and Innovation Frame-work Programme” (CIP), per un valore dioltre 3,2 milioni di euro e coinvolge 11 par-

ICT

Circa 10,8 exabyte al mese, 130 exabytel'anno. L'equivalente di 33 miliardi di Dvd op-pure di 813 quadrilioni di messaggi Sms e di4,3 quadrilioni di file musicali Mp3.Ecco i numeri che fotografano le dimensioni diquello che sarà il traffico dati generato su retimobili entro i prossimi cinque anni, alla fine del2016, quando i dispositivi connessi a Internetin circolazione saranno 10 miliardi.Le cifre sopraindicate sono state manifestate nelCisco Visual Networking Index, studio che il gi-gante californiano effettua periodicamente permisurare lo stato delle connessioni che coinvol-gono utenti, apparati e device su scala globale.Dal report, oltre che l’enorme crescita annun-ciata per le connessioni via rete cellulare, sievince anche un'altra importante indicazione,quella che riguarda l'incidenza del cloud.I servizi nella nuvola faranno infatti da locomo-tiva per la crescita del traffico dati arrivando agenerare fra cinque anni qualcosa come 7,6 exa-byte di dati ogni mese, e cioè il 71% dei volumistimati complessivamente su scala mondiale,una percentuale nettamente superiore a quella(il 45%, per circa 269 petabyte al mese) rilevataa fine 2011.Connessioni mobili e cloud si serviranno di smar-tphone, tablet e pc portatili che a fine 2016 as-sorbiranno circa il 90% delle connessioni.

CISCO VISUAL NETWORKING INDEX

Open DAI, una piattaformaper la fruizione degli open dataInfrastrutture cloud e dati open,ecco il futuro

Da qualche tempo Engineeringha iniziato a cimentarsi con SpagoBI,l’unica suite di business intelligencecompletamente open source, parti-colarmente flessibile ed adattabile acontesti variegati, che copre tutte learee analitiche tipiche dell’informa-tion intelligence, aggiungendo temie soluzioni innovative.Dalla nascita del progetto Spa-

goBI ad oggi sono stati diversi i mi-glioramenti apportati al software. Ametà giugno dello scorso anno èuscita la versione 3.0 che ha reso di-sponibile un modulo interamentededicato alla gestione dei metadati,permettendo così all’utente di deli-neare diversi modelli informativi al-

SpagoBI,la suite di businessintelligencedi Engineering

OPEN SOURCE

tner di quattro Paesi europei. Per l’Italiapartecipano: il CSI Piemonte, che coordinal'iniziativa; DigitPA; il Politecnico di Torinoe la Regione Piemonte - Direzione Innova-zione, Ricerca ed Università. Gli altri Paesipartner di progetto sono: Spagna (Barce-lona Digital Technology Centre, Institut Mu-nicipal d’Informatica de Barcelona e Ayun-tamiento de Lleida); Svezia (NetPortKarlshamn e Karlshamn kommun); Turchia

(Sampas Information and CommunicationSystems e Ordu Municipality). Ogni Paesesi è preso in carico lo sviluppo di nuovi ser-vizi: l’Italia, si occuperà di qualità dell’aria,trasporto pubblico e gestione degli inci-denti stradali; la Spagna di traffico e par-cheggi; la Svezia dell’illuminazione pub-blica; la Turchia di mappe per la città einformazione sul clima. Ci rivediamo a set-tembre 2014.

Marchiori, l’italiano che diede l’ideaa Google,ora rilancia conVolunia

MOTORI DI RICERCA • TERZA GENERAZIONE

realtà sociale che può gene-rare. Navigando con Voluniae cliccando sul pulsante 'per-sone', si accede al box socialedella singola pagina, un fo-rum alimentato dai messaggie dalle discussione degliutenti che hanno visitatoquel luogo. Persone con cui sicondividono interessi, e concui si può fare amicizia o av-viare discussioni via chat. Nelrispetto delle politiche dellaprivacy.L'idea è ora messa alla

prova: oltre 100mila beta te-ster da tutto il mondo stannoutilizzando la piattaforma pa-dovana. O meglio, padovanoè il gruppo di lavoro, i ricer-catori che hanno affiancatoMarchiori nella realizzazione

Nel 1997 Massimo Mar-chiori, il poco più che qua-rantenne matematico pado-vano, presentò negli StatiUniti d’America l'algoritmoattualmente alla base diGoogle.Al principio del 2012 dal-

l'Università di Padova, in di-retta streaming mondiale,presenta Volunia, il motore diricerca di terza generazioneinteramente sviluppato in Ita-lia. E le novità sono vera-mente significative.Lanciando una ricerca con

Volunia non si accede soloalle informazioni contenutein una pagina internet: si pos-sono anche vedere e raggiun-gere le persone che in quelmomento stanno guardandola pagina. O che sono già pas-sate di lì. Così il web diventaun territorio vivo, da esplo-rare. Un cambio di prospet-tiva favorito dalla funzione'mappa': per ogni sito, l'algo-ritmo di Volunia elabora unapianta per guidare l'utente.La mappa è navigabile e

mostra in tempo reale dovesono gli utenti. Le funzioni so-ciali fanno il resto dell'espe-rienza. Il sito non è più solo ilsuo contenuto, ma anche la

del nuovo motore di ricerca,mentre i capitali sono sardi.Infatti Volunia è il frutto del-l'omonima start up fondatanel 2008 da Massimo Mar-chiori e Mariano Pireddu, im-prenditore sardo delle Tlccon alle spalle avventure im-prenditoriali nell'est europa.Nel 2008 il matematico di

Padova e l'imprenditore diOristano si sono incontrati ehanno iniziato a discutere dicome si sarebbe potuta inno-vare l'esperienza della ricercaonline. Marchiori avevaun'idea e Pireddu i capitali dainvestire (fino a oggi, 2 mi-lioni di euro).Così è nata un'avventura,

tutta italiana, che presto po-trebbe superare i nostri con-fini. Se il nuovo motore di ri-cerca dovesse averesuccesso, certamente qual-che importante player mon-diale si affaccerebbe alla fine-stra di questa strana coppia.Ma i due lo sanno e Marchiorigarantisce di non aver nes-sun rancore nei confronti diPage&Brin, un’altra stranacoppia che una quindicina dianni fa partirono propriodall’idea del matematico ita-liano e inventarono Google.

l’interno del proprio dominio dati edi disegnare i propri documenti ana-litici astraendo completamente dallesorgenti dati effettive.Nell’ultima versione sono inoltre

disponibili il nuovo motore di ad-hoc reporting per la definizione gui-data di report personalizzati ed unanuova libreria grafica animata ed in-terattiva per la realizzazione di cru-scotti evoluti, anche su dispositivimobili come iPad, tablet Android,iPhone, Blackberry e smartphoneAndroid.La versione 3.0 potenzia altresì il

motore di analisi geografica e conso-lida la capacità di analisi in temporeale, a mezzo di sistemi ad eventi ingrado di interagire con le applica-zioni OLTP (On-line Transaction Pro-cessing). I prossimi passi prevedonolo sviluppo di ulteriori componenti,tra cui l’in-memory analysis, il what-if, i componenti di planning, budge-ting, forecast e scorecard.Con questo rilascio, SpagoBI è

cresciuta non solo come prodotto,che oggi offre la scelta tra 21 diversemodalità di analisi e rappresenta-zione grafica, alcune del tutto uni-che nel panorama dell’informationintelligence, ma anche come gammadi servizi e soluzioni per il suo uti-lizzo, con proposte quali SpagoBIon-demand e SpagoBI in cloud, oltrea nuovi servizi di supporto utente eformazione.A metà aprile dell’anno in corso è

previsto il rilascio della versione 3.4di SpagoBI. Questa nuova releaseconsentirà l'utilizzo della suite su di-spositivi mobili, oltre ad offrire unnuovo motore per la produzione digrafici e la versione migliorata delmotore KPI

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Res Pubblica

FACEBOOK • DENUNCE

I social network stanno di-ventando non semplicementeun luogo dove comunicare traamici ma stanno assumendouna connotazione “civica”. Al-cuni abitanti di Boscoreale,centro di quasi 30mila abi-tanti nei pressi di Napolihanno deciso di scattare unaserie di foto sullo stato di de-grado del luogo e postarle suFacebook. Ma la vera novità èche questi cittadini hanno vo-luto denunciare l’inerzia, se-condo loro, del primo citta-dino rispetto ad un problemaannoso che l’amministrazionecomunale del posto non riu-scirebbe o non vorrebbe ri-solvere. Il dramma dei rifiuti,delle discariche e della loro

gestione complessiva in tuttala zona, in effetti è di difficilis-sima soluzione, ma ad essereenfatizzato nelle immagini inquestione è in particolare ildegrado che staziona a pochecentinaia di metri dalla cavadi Terzigno, uno dei siti ormaida tempo al centro delle con-testazioni da parte di chi vor-rebbe poter vivere in una si-tuazione meno infame dalpunto di vista della qualitàdella vita che caratterizza ilcircondario. Proprio in queidintorni, nelle istantanee chei cittadini di Boscorealehanno messo in rete è statoabbondantemente documen-tato l’abbandono di pneuma-tici, sedie, frigoriferi, divani e

A Boscoreale i cittadini postanofoto delle discariche abusive

ogni altro genere di schifezza“rifiutata” e mai allocata in al-tro luogo idoneo dal punto divista del decoro e della sa-lute. Questo tipo di uso deisocial network ci sembramolto positivo, un vero e pro-prio strumento politico neiconfronti dei poteri pubblici iquali possono sempre rispon-dere ad armi pari. Attenzionesolo alla privacy.

Il 9 febbraio è stato pubblicatonella Gazzetta Ufficiale il decretolegge sulla semplificazione e lo

sviluppo (Dl 5/2012), approvato invia definitiva dal Consiglio dei Mini-stri il 3 febbraio 2012. Le misure deldecreto riguardano i cittadini, le im-prese e le pubbliche amministra-zioni e si propongono di migliorarela qualità dei rapporti che ciascunodi noi ha quotidianamente con lestrutture pubbliche. Non più, dun-que, lunghi tempi di attesa per otte-nere un documento, moduli ammini-strativi complicati e uffici pubbliciinaccessibili. Sarà possibile ottenereattraverso il web con pochi e sem-plici passaggi: il cambio di resi-denza; l’iscrizione nelle liste eletto-rali; i certificati anagrafici o ilrinnovo dei documenti di identità; lapartecipazione ai concorsi pubblici.Vediamo nello specifico alcune mi-sure:• disabilità: esenzione dal bollo e re-gime agevolato di IVA. Si potrà utiliz-zare il verbale di accertamento del-l’invalidità (anziché le attuali

Decreto Semplifica Italiaper una maggiore efficienza della PA

GOVERNO• SEMPLIFICAZIONI

attestazioni medico-legali) per otte-nere i contrassegni per parcheggiarenei centri storici;• social card: nuovo programma disperimentazione nei Comuni con piùdi 250mila abitanti che coinvolga at-tivamente soggetti pubblici e non-profit;• università: portale unico delle uni-versità: la verbalizzazione e la regi-strazione degli esiti degli esami diprofitto e di laurea sostenuti daglistudenti universitari si effettueràesclusivamente per via telematica;

tura mnei confronti dell’open data,ossia la diffusione in rete dei dati inpossesso delle amministrazioni,nell’ottica della totale trasparenza;utilizzo del cloud, ovvero la demate-rializzazione e condivisione dei datitra le pubbliche amministrazioni; in-centivi alle smart communities, glispazi virtuali in cui i cittadini pos-sono scambiare opinioni, discuteredei problemi e, soprattutto, stimo-lare soluzioni condivise;• imprese: si riduce radicalmente ilnumero di controlli e verifiche percostituire un’impresa; per le impresegià esistenti una parte consistente

Semplifica Italia si proponedi migliorare la qualitàdei rapporti tra cittadinie strutture pubbliche.

• agenda digitale: costituzione diuna cabina di regia per lo sviluppodella banda larga e ultra-larga.

Ancora oggi, il 5,6 % della popola-zione, pari a 3,5 milioni di italiani sitrovano in condizione di “divario di-gitale” e più di 3000 località soffronoun “deficit infrastrutturale”; aper-

delle semplificazioni riguarda gli ap-palti pubblici. Oggi, in media, lastessa impresa presenta 27 volte lastessa documentazione, con “Sem-plifica Italia" tutti i documenti conte-nenti i requisiti di carattere gene-rale, tecnico-organizzativo edeconomico-finanziario delle aziendevengono acquisiti, e gestiti, dallaBanca dati nazionale dei contrattipubblici;

• procedimenti amministrativi: iritardi e gli inadempimenti incide-ranno direttamente sulla valuta-zione della performance individualedei dirigenti (oltre che sulla respon-sabilità disciplinare e contabile deifunzionari); cittadini e imprese di-verranno i “controllori” del buonoperato delle amministrazioni.

Chiunque, a fronte di un ritardoingiustificato, potrà rivolgersi a undirigente diverso da quello respon-sabile dell’inadempimento.

Quest’ultimo avrà il compito diportare a conclusione il procedi-mento nel minor tempo possibile;tutte le amministrazioni dovrannoinviare ogni anno alla Presidenza delConsiglio dei Ministri una relazionedettagliata sulle semplificazioni in-trodotte e sul rispetto dei tempi peri procedimenti. Il Governo, con lapartecipazione delle associazionidegli imprenditori e dei consuma-tori, opererà una valutazione su talirelazioni.

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AUTO BLU • CENSIMENTO 2011

Si è concluso il censimento delleauto blu 2011, svolto da Formez PAsu incarico della Funzione Pubblica,effettuato su 7.214 amministrazioni,centrali e locali, che ha avuto l’ade-sione del 90.8% delle amministra-zioni. Questi i principali risultati:

- 59.216 vetture censite, di cui9.855 “blu” (cioè riservate ai verticidelle P.A.) e 49.485 “grigie” (cioè de-stinate ad un uso di servizio);

- riduzione del 10% rispetto al2010, con una riduzione più accen-tuata sulle auto blu (13%)

Fra le amministrazioni rispon-denti, le principali sono le Regioni,le Università, le Camere di Commer-cio, le Province, i Comuni capoluogoe le Asl (oltre il 95%), seguite dallaPA centrale (93,5%), dagli Enti pub-blici nazionali (90%), dai Comuni

non capoluogo e dagli Enti Regionali(82%). Per quanto concerne la distri-buzione geografica, prevale il Nordcon una percentuale abbondante-mente sopra il 90%, il Centro conpercentuali intorno all’80%, mentrele Regioni meridionali si attestanopoco sopra il 70%. Il Dipartimentodella Funzione Pubblica ha datomandato all’Ispettorato della FP diverificare se le amministrazioni nonrispondenti erano in possesso di au-tovetture e quindi risultanti in viola-zione dell’obbligo previsto dalDPCM 3/8/2011. Il parco auto dellaPA risulta ancora eccessivamentesbilanciato sulle auto di proprietà(79%), seguito dal noleggio senzaconducente (19%), mentre leasing ecomodato sono all’1%.

Della serie: si può fare di più.

Piccoli segnali di riduzionedel parco auto

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Il campo delle celle fotovoltai-che potrebbe essere rivoluzio-nato dalle nanosfere cave di sili-

cio. Un gruppo di ricercatoricaliforniani, capitanati da Yi Cui, delDipartimento di Ingegneria e Scienzedei Materiali dell’Università di Stan-ford, riporta, in un lavoro pubblicatosulla prestigiosa rivista Nature com-munications, di poter garantire me-diante le nanosfere di silicio un note-vole risparmio di materiale e tempipiù brevi nella produzione di celle fo-tovoltaiche. La caratteristica princi-pale legata alla realizzazione di cellefotovoltaiche risiede nella capacità dicatturare luce nel più ampio spettropossibile e trasformarla in energia.

Questo scopo può essere rag-giunto sostanzialmente mediantedue strategie: la prima prevede l’uti-lizzo di tecnologie in grado di modi-ficare il percorso della luce e convo-gliarlo sulle celle; la seconda agiscea livello della composizione dellacella, modificandone i costituenti inmodo da massimizzarne la quantitàdi radiazione in entrata.

Per la costruzione delle attualicelle solari viene utilizzato silicio na-nocristallino (nc-Si) costituito da cri-stalli ordinati di silicio di dimen-sione variabile da 1-50nm immersi inuna matrice di silicio amorfo (a-Si)(silicio in forma meno ordinata).

Questo assemblato risulta essereun importante materiale fotovol-taico, dotato di una buona efficienzaelettrica, alta resistenza agli effetti didegradazione indotti dall’esposi-zione alla luce ed un più alto coeffi-ciente di assorbimento comparato alsilicio monocristallino.

Un fattore limitante nella produ-zione di celle di silicio nanocristal-lino è la crescita di uno strato dicirca 2�m, operazione che richiedetempi molto lunghi e porta a costi direalizzazione molto alti. Da qui la ne-cessità di avere processi di crescitapiù veloci o realizzare strati di silicionanocristallino più sottili.

Il lavoro dei ricercatori califor-niani si inserisce in questo scenarioindustriale introducendo un nuovomateriale in grado di essere concor-renziale non solo in termini di effi-cienza ma di tempi e costi di produ-zione.

Le sfere, chiamate in inglese na-noshell, vengono realizzate utiliz-zando piccoli grani di silice (SiO2) ri-vestiti di uno strato di silicio.Mediante un attacco chimico conacido fluoridrico il nucleo di siliceviene eroso lasciando il guscio di si-licio cavo. La luce, una volta colpitala sfera, permane all’interno di essa

attraverso un processo chiamatoWhispering-gallery modes durante ilquale la radiazione è in grado diviaggiare lungo una superficie con-cava seguendo la circonferenza edando il tempo necessario al siliciodi assorbire l’energia. Tanto più lun-ghi saranno i tempi di permanenzadella radiazione nella sfera tanto mi-gliore sarà l’assorbimento dell’ener-gia. Jie Yao - uno degli autori- af-ferma che grazie ad un processo distratificazione, in alcuni punti dellospettro si può raggiungere un incre-mento di assorbimento di energiadel 75 per cento.

Questo sistema in scala macro-scopica era già stato messo in operadalla Texas Instruments utilizzandosfere di 0.4mm di grandezza.

“Noi dimostriamo – afferma YanYao, coautore del lavoro e coordina-tore del progetto – che un semicon-duttore a nanosfere di silicio dellospessore di 100nm è in grado di ga-rantire le medesime prestazioni diun suo simile a geometria planaredello spessore di un micron. Questadifferenza di spessore si tramute-rebbe in tempi di produzione dell’or-dine dei minuti al contrario delle orepreviste per l’attuale processo pro-duttivo. Inoltre, questo spessoremolto piccolo risulterebbe compara-bile a quello dei materiali organici,attualmente non applicabile in si-stemi di celle solari inorganiche.Questa tecnologia di intrappola-mento della luce inoltre apre leporte a differenti tipi di applicazioninel campo delle celle solari, combu-stibile solare e più in generale fotori-velatori.

Ricerca e innovazione

Il campo delle celle fotovoltaiche potrebbe essere rivoluzionatodalle nanosfere cave di silicio.Un gruppo di ricercatori californiani riporta, in un lavoropubblicato sulla prestigiosa rivista Nature communications,di poter garantire mediante le nanosfere di silicioun notevole risparmio di materiale e tempi più brevinella produzione di celle fotovoltaiche

Control’inquinamentoarrivano gli“intermedi di Criegee”

GLOBAL WARMING

Si chiamano “intermedi di Crie-gee” e sarebbero in grado di abbat-tere alcuni degli inquinanti implicatinel surriscaldamento globale.

Secondo quanto riportato in unarticolo pubblicato sulla rivistaScience, uno studio congiunto tra ri-cercatori dell’Università di Bristol,Manchester e dei laboratori statuni-tensi del Sandia National avrebbeportato alla determinazione dellavelocità di reazione di queste mole-cole.

I radicali di Criegee, conosciutigià nei primi anni 50, sono intermedidi reazione che svolgono un ruolochiave nei processi di ossidazionedella troposfera.

Uno di questi processi è l’ozono-lisi, dove l’ozono, attraverso l’ausi-lio di questi radicali, svolge il ruolodi ossidante rimuovendo dalla tro-posfera inquinanti quali gli idrocar-buri insaturi. Questa tipologia diidrocarburi si origina da processi dicombustione incompleti ed insiemeal biossido di azoto (NO2) e bios-

Le nanosferedi silicio, il futurodel fotovoltaico

Il Silicio costituisce il27,7% in peso della crostaterrestre continentale.Non esiste in natura allostato elementare maè il costituente di basedei minerali silicatici,composti che per la varietàdi struttura rappresentanonel mondo inorganicol’analogo dei compostidel carbonio nel mondoorganico. Svariati sonoi campi di applicazionedei composti del silicio.Il carborundum, SiC,è un importante abrasivo.Il biossido di silicio, SiO2,è un ingrediente di basedel cemento e dei mattoni.Il silicio stesso ècostituente di alcuni tipidi acciaio oltre che,drogato con altri elementie reso più conduttivo, ditransistor e pannelli solari.

SILICIO SULLA TERRA

RIFIUTI • HERA

A partire dal 2012 a Spilam-berto gettare l’immondizia saràcome prelevare al bancomat. Nelpiccolo comune di Modena in-fatti, sarà possibile liberarsi deipropri rifiuti solo se provvistidell’apposita tessera magnetica.La sperimentazione, inizialmentepartita dalla località San Vito esuccessivamente estesa a tuttaSpilamberto, prevede la conse-gna ad ogni famiglia di una“smart card” in grado di conce-dere l’accesso ai cassonetti. Que-sti raccoglitori intelligenti dellasocietà Hera forniranno un ot-timo strumento di tracciabilità

dei rifiuti, dalla raccolta allosmaltimento. Il sistema di rico-noscimento, unico in Europa af-ferma Hera, funziona strisciandola tessera magnetica che fornirài dati della famiglia e registrerà irifiuti depositati.

Il sindaco di Spilamberto,Francesco Lamandini, conta diarrivare al 70% di raccolta diffe-renziata e poter contestualmentefar pagare meno a chi differenziameglio. Così l’AmministrazioneComunale spenderà meno pertrattare i rifiuti e i cittadini vir-tuosi saranno premiati pagandomeno TARSU.

La differenziata si fa con la cardFOOD • ALIMENTI HI-TECH

Dimenticate i gustosi ed iper-calorici hamburger perchéstanno arrivando quelli sintetiz-zati in laboratorio.

La clamorosa rivelazione èstata annunciata dal Prof. MarkPost dell’Università di Maa-stricht durante il congressodella American Academy of Artsand Sciences svoltosi a Vancou-ver in Canada.

Lo staff di Post ha permessola crescita di cellule di muscolobovino in un siero di feto di vi-tello, arrivando ad ottenere pic-coli pezzi di muscolo di circa 2cm di lunghezza e larghezza. Il

prodotto finito prevederebbe an-cora l’aggiunta di sangue egrasso artificiale, oltre ad altre4mila sezioni di muscolo.

La provocazione scientificamira a sensibilizzare l’opinionepubblica sulle esigenze di unasempre più crescente richiestadi carne da parte di una popola-zione in continuo aumento e sot-tolinea le potenzialità delle bio-tecnologie nella produzionealimentare. Il costo stimato perquesto ammasso di cellule sta-minali bovine si attesta intornoai 250mila euro e non garantiscealcun tipo di gusto.

Hamburger in laboratorio, no grazie

A CURA DI LUCA TORTORA ( [email protected])

Gli “intermedi di Criegee”sarebbero in gradodi abbattere gli inquinantiimplicati nel surriscaldamento

sido di zolfo (SO2) rappresenta unadelle più grandi classi di inquinanti.Una intensa radiazione derivante daun sincrotrone di terza generazione,sviluppato nel Lawrence BerkeleyNational Laboratory, avrebbe per-messo ai ricercatori di rilevare laformazione o la scomparsa di diffe-renti specie chimiche.

In particolare, è stato provatoche i radicali di Criegee sono ingrado di reagire più velocemente diquanto era stato supposto neglianni passati, trasformando biossidodi azoto (NO2) e biossido di zolfo(SO2) in solfati (SO42-) e nitrati(NO3-). Questi ultimi portano allaformazione di un composto denomi-nato aerosol, costituito da particellee corpuscoli in sospensione nell’at-mosfera e successivamente allacreazione di nubi in grado di raffred-dare il pianeta.

Durante la 17/ma Conferenzadelle Parti sul clima a Durban in Su-dafrica, che conta la partecipazionedi 195 paesi, tra cui Stati Uniti, India,e Cina la sfida cruciale è stata prefis-sata nel contenere il surriscalda-mento globale almeno sotto la sogliadi 2°C e l’uomo sembrerebbe essereresponsabile del surriscaldamentonel 74% dei casi dal 1950 ad oggi.

Oliver Welz, ricercatore dellaCombustion Research Facilitypresso i Sandia National Laborato-ries, spiega che grazie alla sorgenteAdvanced Light Source è stato pos-sibile quantificare per la prima voltadopo molti decenni la velocità concui i radicali reagiscono.

I risultati ottenuti saranno di no-tevole interesse per la compren-sione dei processi ossidativi dell’at-mosfera connessi all’inquinamentoed al conseguente cambiamento cli-matico.

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Nel 2011 l'azienda Fonti di Vinadiospa ha festeggiato 15 anni dalla fonda-zione. Tre lustri segnati da difficoltà ini-

ziali e poi da un costante tasso di crescitache le ha consentito di raggiungere un fat-turato di 205 milioni di euro, ma non solo.Oggi Fonti di Vinadio è riconosciuta

come azienda modello, un fiore all’oc-chiello dell’imprenditoria italiana, un mo-dello positivo da imitare per il livello tec-nologico raggiunto, per la gestione sempreattenta anche all’ambiente, che ne fa conti-nuamente un caso di dibattito e studio percorsi universitari, master di managementaziendale e tavole rotonde. Intuito, corag-gio, intraprendenza e soprattutto innova-zione le chiavi del successo della strategiadi Alberto Bertone proprietario e fondatoredell’azienda.Non a caso a lui si deve una rivoluzione

epocale nel mondo del packaging dei benidi largo consumo: il lancio sul mercato diAcqua Sant'Anna BioBottle, la prima botti-glia di acqua minerale realizzata intera-mente con una rivoluzionaria plastica na-turale che si ricava dalla fermentazionedegli zuccheri delle piante anziché dal pe-trolio.Dal lancio del primo formato da 1,5 litri,

oggi l’Azienda propone un’intera gamma inversione bio. L’obiettivo a medio termine èdi convertire l’intera produzione di acquaminerale naturale dal Pet al Pla (poli lacticacyd).Numerose sono inoltre le altre iniziative

per la tutela dell'ambiente: l'utilizzo dellalogistica su rotaia per il trasporto dell'ac-qua da Vinadio a tutta Italia; il magazzinogestito da robot a guida laser elettrici, enon a gasolio; i robot fasciatori che permet-tono un risparmio di plastica per gli im-balli; lo stabilimento di Vinadio ristruttu-rato secondo scelte architettonicheecocompatibili; il calore prodotto dai mac-chinari di produzione canalizzato e utiliz-zato per il riscaldamento dello stabili-mento e degli uffici; i corsi di formazioneper il personale dell'azienda volti ad affer-mare comportamenti responsabili dalpunto di vista ambientale.A tutto questo si aggiunge la recente

presentazione e lancio sul mercato delprimo imballo invisibile che punta all'im-patto zero. Ma non è sempre stato tuttorose e fiori. L’azienda nasce nel 1996 e dasubito incontra molte difficoltà nel riuscire

Un imprenditore lo vedida coraggio e fantasia

FONTI DI VINADIO • ACQUA SANT’ANNA

Acqua Sant’Annaè l’unico marchioleader nel settoredelle acque mineraliad essere italianoal 100% in unmercato in cuisi registrauna grandeconcentrazionedi multinazionali.Che però hannomolto da imparareda questa aziendainnovativa

a penetrare in un mercato estremamentecompetitivo con grosse barriere all’in-gresso. I primi due anni passano tra milledifficoltà e qualche remissione dal punto divista economico. Allora nel 1998 la famigliaBertone decide di entrare direttamentenella gestione di tutte la fasi aziendali, ilcommerciale fino ad allora era in mano adaltri, e da allora in poi inizia una nuova vitaper le Fonti di Vinadio spa.Oggi l’Acqua Sant’Anna è leader asso-

luta di mercato: un risultato che si devealla capacità imprenditoriale, alla tenacia ealla lungimiranza della famiglia Bertone.L’Acqua Sant’Anna è infatti l’unico mar-

chio leader nel settore delle acque mineraliad essere italiano al 100%, proprietà di unaazienda famigliare in un mercato in cui siregistra una grande concentrazione di mul-tinazionali. Che però hanno molto da impa-rare da questo imprenditore, capace di ri-lanciare continuamente e di mettere indifficoltà i grandi colossi con l’astuzia e ildinamismo proprio delle aziende più pic-cole segnate da una leadership fantasiosa eda un capitale umano di grande valore, ca-ratterizzato da una forte adesione alla mis-sion aziendale.Alberto Bertone è un imprenditore vero,

uno che ha rischiato sulla base di un’intui-zione. E che ha vinto, ma continua a ri-schiare.

Non utilizza neanche una gocciadi petrolio la nuova Sant’AnnaBioBottle, la prima bottiglia di acquaminerale 100% vegetale, unaspeciale bottiglia prodotta conil biopolimero Ingeo™,che si ricava dalle piante anzichédal petrolio. Questo rivoluzionariomateriale presenta le stessecaratteristiche del materialesintetico: stessa leggerezza,robustezza e praticità senzacontenere nemmeno una gocciadi petrolio.Inoltre, gli studi dimostranoche questo particolare biopolimeronon rilascia alcuna sostanzanell’acqua, pertanto il contenutoè fresco e puro come l’acquaimbottigliata in vetro, purmantenendo tutta la praticità,leggerezza e maneggevolezza delleplastiche tradizionali. BioBottleriveste dunque grande importanzanon solo per il plus ecosostenibile,ma anche per la conservazioneottimale che garantisce al prodotto.Dunque più buona dal punto di vistadel gusto e dell’ambiente.

SANT’ANNA BIOBOTTLE

Qual è il suo percorso imprendito-riale?Provengo da una famiglia di costruttori

piemontesi. Poi, mentre ero studente uni-versitario, i miei investirono in un’aziendache si occupava di refrigerazione indu-striale in ambito alimentare e ne divenniamministratore. Nel 1996 fummo coinvoltiin una trattativa per rilevare un’azienda indifficoltà nel settore delle acque minerali ein quel momento venne fuori la possibilitàdi richiedere una nuova concessione persfruttare una sorgente nello scenario splen-dido e incontaminato della Alpi marittime.Lì nasce Acque di Vinadio spa.

Quali sono i fattori di successo di Fontidi Vinadio spa?Il prodotto: la Sant’Anna è un’acqua mi-

nimamente mineralizzata di qualità supe-riore, una delle più leggere al mondo, in cuinitrati e residuo fisso sono al minimo dellacategoria; il marketing: siamo stati i primi apuntare sulla consapevolezza dei consuma-tori e non sulle emozioni e perciò abbiamopuntato sulla pubblicità comparativa; il ca-pitale umano: da noi ci sono persone moti-vate che aderiscono alla mission aziendalee partecipano alla riuscita dell’impresa.Attualmente abbiamo 350 addetti tra di-

retti (circa 150) e rete vendita e l’indottosul territorio coinvolge circa 1.500 persone;l’innovazione: sia di processo, tutta la lineaproduttiva è robotizzata con sistemi avan-zati, sia dal punto di vista ambientale, lebottiglie di Sant’Anna sono le prime biode-gradabili.

Lei è uno degli ultimi imprenditori ita-liani del settore. Come si trova in mezzoa tante multinazionali?Da sempre la nostra filosofia è sempre

stata una: innovare velocemente.Con l’innovazione e con la flessibilità noi

riusciamo a giocare in contropiede e “co-stringiamo” le grandi multinazionali a rin-correre e quando ci raggiungono, noi inno-viamo di nuovo.All’inizio è stata durissima entrare nel

mercato ma i successi si costruiscono neitempi di “vacche magre”, lavorando duro eaguzzando l’ingegno.

Green economy: sogno o realtà ?Sicuramente un’opportunità reale di svi-

luppo e questo è il momento della verità.Per realizzare le nostre bottiglie nonusiamo neanche una goccia di petrolio eprossimamente ne vedrete delle altre.

Alberto Bertone:i successi sicostruiscono nei tempidi“vacche magre”

INTERVISTA

Management

10 • GREEN ECONOMY E SVILUPPO SOSTENIBILE • www.greenvoice.eu • marzo 2012

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Di batterie ne conosciamo di di-verse tipologie che si distin-guono per dimensioni, carat-teristiche chimiche edelettriche, tipo di utilizzo, ad

uso singolo o ricaricabili. La grandequantità di tipi di batterie a secco dispo-nibili, evidenzia che nel tempo sonostati sviluppati molti standard, differen-ziati sia da parte dei singoli costruttoriche in ciascun paese. In tutti i casi unaquestione determinante riguarda losmaltimento.Le pile e gli accumulatori esausti

sono inquinanti per i metalli pesanti checontengono, quali il piombo, il cromo, ilcadmio, il rame e lo zinco, ma soprat-tutto il mercurio, il più pericoloso. Ognianno, circa 800.000 tonnellate di batterieper auto, 190.000 tonnellate di batterieindustriali e 160.000 tonnellate di pileportatili (di cui 30% ricaricabili) ven-gono immesse sul mercato nella UnioneEuropea. Già da tempo Austria, Belgio,Francia, Germania, Paesi Bassi e Sveziadispongono di un sistema nazionale diraccolta di tutti i tipi di batterie usatedestinate al riciclaggio.In Itali da vent'anni viene effettuato si-

stematicamente il recupero e il riciclodelle batterie piombose cioè quelle pre-senti nelle automobili (ma anche in auto-mezzi, trattori, barche e simili) da cui èpossibile estrarre il piombo per riutiliz-zarlo riducendo così gli sprechi. Tale rac-colta è stata realizzata fin da subito consuccesso visto che le batterie esauritevengono abitualmente lasciate agli elet-trauto i quali si occupano poi di avviarleverso lo smaltimento e il recupero.Dal 1°gennaio 2009, in virtù del D.Lgs.

188 del 20 Novembre 2008, che recepi-sce una Direttiva dell’Unione Europea, èstato esteso in Italia l'obbligo di recu-pero alle pile e agli accumulatori non ba-sati sull'uso di piombo bensì sull'im-piego di altri metalli o composti.Ad essere incluse sono: le batterie

primarie (cioè le pile non ricaricabili) ditipo: Zinco-Carbone (per apparecchi abasso consumo, per es. sveglie); Alca-lino-Manganese (per apparecchi ad ele-vato fabbisogno di energia, per es. wal-

kman); Litio (ad esempio, per fotoca-mere, orologi da polso o calcolatrici ta-scabili); Zinco-Aria (batterie per usi spe-cifici, ad esempio apparecchi acustici);Ossido d'Argento (celle a bottone, adesempio per orologi o calcolatrici tasca-bili); le batterie secondarie cioè ricarica-bili (vale a dire accumulatori): Piombo(utilizzati per l'alimentazione automobilie camion); Nichel-Cadmio (batterie eco-nomiche per apparecchi ad elevato con-sumo di energia); Nichel-Idruro metal-lico (per giocattoli, videocamere,apparecchi radio; meno nocive degli ac-cumulatori al nichel-cadmio); Ioni e poli-meri di litio (per cellulari, notebook o fo-tocamere digitali).Il D.Lgs. 188/08 introduce il principio

(ormai diffuso nella normativa comuni-taria) che i costi di raccolta e riciclo ven-gano posti a carico dei produttori di pilee accumulatori, che dovranno organiz-zarsi in consorzi o sistemi collettivi. IlDecreto ha infatti previsto la costitu-zione di un Centro di coordinamentoPile ed Accumulatori (CdcPA) che ha ilcompito di garantire l'efficacia e l'effi-cienza dell'intero sistema. Con l'attua-

RICARICABILI

zione del Decreto sopraccitato, lo smalti-mento in discarica o mediante inceneri-mento dei rifiuti delle pile e degli accu-mulatori industriali e per autoveicoli èvietato, fatti salvi i residui di pile e accu-mulatori che sono stati sottoposti sia atrattamento sia a riciclaggio. In assenzadi un mercato finale disponibile, le pile egli accumulatori contenenti cadmio,mercurio o piombo possono però esseresmaltiti in discarica o stoccati sotto-terra. Le pile e gli accumulatori esausti,da sottoporre a trattamento, devono es-sere caratterizzati e separati per singolatipologia (portatili ricaricabili, portatilinon-ricaricabili, industriali, per veicoli)e, qualora possibile, per caratteristichechimiche al fine di identificare la speci-fica metodologia di trattamento. Il tratta-mento deve comprendere, preventiva-mente, la rimozione di tutti i fluidi e gliacidi.Qualsiasi stoccaggio e fase di tratta-

mento deve avere luogo in siti provvistidi superfici impermeabili e idonea coper-tura resistente alle intemperie o in idoneicontenitori. Tutti gli impianti di tratta-mento devono adottare le migliori tecni-che disponibili, in termini di tutela dellasalute e dell'ambiente. I processi di rici-claggio devono poi conseguire le se-guenti efficienze minime di riciclaggio:65% in peso medio di pile e accumulatorial piombo/acido e massimo riciclaggiodel contenuto di piombo che sia tecnica-mente possibile evitando costi eccessivi;75% in peso medio di pile e accumulatorial nichel-cadmio e massimo riciclaggiodel contenuto di cadmio che sia tecnica-mente possibile evitando costi eccessivi;50% in peso medio degli altri rifiuti dipile e accumulatori.

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Che mondo sarebbesenza batterie

Austria, Belgio, Francia,Germania, Paesi Bassie Svezia dispongonodi un sistema nazionaledi raccolta di tutti i tipidi batterie usate destinateal riciclaggio. In Italiada vent'anni vieneeffettuato sistematicamenteil recupero e il riciclodelle batterie piomboseda cui è possibile estrarreil metallo piomboper riutilizzarlo

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La batteria piombo-acido (o accumula-tore al piombo o accumulatore piombo-acido), inventata nel 1859 dal fisico

francese Gaston Planté, è il tipo più vec-chio di batteria ricaricabile, molto usataper automobili, moto e altri veicoli a mo-tore per alimentare il motorino d'avvia-mento. È formata da sei celle in serie peruna differenza di potenziale o forza elettro-motrice totale di 12.73 V a circuito aperto ein piena carica (2.13 V per la singola cella)e di 12 V quando è in funzione (2.0 V per lasingola cella). Inizialmente l'utilità dell'ac-cumulatore non fu subito recepita, soprat-tutto in virtù del fatto che non esistendometodi di produzione non chimica dell'elet-tricità, l'accumulatore poteva essere ricari-cato solamente da altre pile. La cosa cam-biò con l'invenzione della dinamo nel 1869.La sua capacità di fornire un'elevata po-tenza istantanea all'accensione la rendepiuttosto potente. Questa caratteristica, in-sieme al suo costo basso, la rende conve-niente per l'uso nei veicoli a motore per ali-mentare il motorino d'avviamento. Irapporti energia/peso e energia/volumesono piuttosto bassi, svantaggio comun-que superabile considerando che i veicoli amotore hanno sufficiente spazio per allog-giarle. Ma andiamo a scoprire di seguitoquali sono.

Dove si usano le prime ricaricabilidella storia inventate 150 anni fa

sto da un impiego come fonte di energia al-ternativa laddove non sia disponibile o nonsia possibile utilizzare la rete elettrica. Infunzione dell’uso che ne viene fatto pos-sono essere classificate in due diverse fa-miglie (Industrie, telefonia, gruppi di conti-nuità, fotovoltaico, energie alternative,piscine, condomini, illuminazione, sistemidi allarmi, nautica, ferroviario, ecc.).Batterie cicliche stazionarie: le batterie

cicliche stazionarie sono generalmente de-stinate ad impieghi statici in grandi sistemidi backup per impianti di telecomunica-zione, centri di calcolo, di automazione econtrollo e laddove sia necessario disporredi una grossa sorgente di energia “protetta”da possibili interruzioni. In questi sistemisono normalmente impiegati banchi di ac-cumulatori di elevata capacità a cui dinorma è richiesto di erogare correnti nontroppo elevate (dell’ordine di 0,5-2 C10) ri-spetto alla loro capacità nominale che èmediamente compresa tra 100A/h e i 3000A/h. Per motivi riconducibili oltre che adun problema logistico (spazi) anche a pro-blematiche legate alle norme di sicurezza,attualmente per questi impieghi sono uti-lizzate quasi esclusivamente batterie erme-tiche al gel (SVR e AGM).Batterie cicliche portatili: le batterie ci-

cliche portatili pur avendo una caratteri-stica di impiego simile in quanto proget-

Stefano Livi socio di Battery Equali-ser Italia, dagli anni ’80 si occupa dellacommercializzazione di prodotti per ladiminuzione dell’impatto ambientale.Lo intervistiamo di seguito.

Come approda Battery Equaliser inItalia?Dopo aver monitorato il funziona-

mento nei centri esistenti in U.S.A., SudAfrica, Singapore ho deciso di investirein questa idea avviando insieme a Pier-carlo Troccia (Amministratore di Bat-tery Equaliser Italia srl) il primo centroitaliano per la rigenerazione di batterieal piombo (Creuros Srl) sito a Fiumicinonei pressi di Roma, attraverso l’ado-zione di un sistema innovativo e conso-lidato e dello speciale additivo chimicoBattery Equaliser di cui siamo distribu-tori esclusivi in Italia. Battery Equaliserapproda in Italia poggiandosi su una re-altà aziendale esistente che commercia-lizzava già un additivo a base di nano-molecole di cerio per migliorare lacombustione dei carburanti nel motore.

Prospettive nel mercato domestico?In questo periodo di crisi il nostro è

un mercato che tende ad espandersipoiché offre la possibilità di ridurre co-sti inutili e razionalizzare anche pergrandi società la gestione dei costi dimanutenzione dei siti con le relative bat-terie per il backup energetico. L’utilizzodell’additivo Battery Equaliser permettedi rigenerare batterie non più perfor-manti, ma anche di fare una manuten-zione preventiva su batterie seminuove,rallentandone il naturale decadimento.Tale utilizzo è consigliato per aziendecon grandi parchi di automezzi e carrellielevatori, aziende della logistica e delletlc. Il crescere del mercato delle autoelettriche fa ben sperare anche in que-sto settore, oltre ai nuovi modelli chestanno facendo la loro apparizione, esi-stono già officine di riconversione diauto da motore endotermico a motoreelettrico che offrono kit di batterie sia allitio che al piombo. Le batterie alpiombo rimangono comunque le piùcompetitive e durature nel tempo e c’èda considerare che sono in fase di spe-rimentazione nuovi modelli più piccoli,più leggeri e più capaci.

RICARICABILI

tate per sopportare un elevato numero dicicli di scarica, anche profonda, hanno ge-neralmente capacità molto minori e tro-vano il loro principale utilizzo nell’alimen-tazione di dispositivi portatili

BATTERIE • PIOMBO ACIDO

Batterie da avviamento,di impiego motoristicoche erogano picchi di correnteelevati per brevi periodi

Batterie da avviamento: sono le comunibatterie di impiego motoristico che hannoin genere capacità comprese tra 10A/H e100A/h, sono progettate per poter erogarepicchi di corrente elevati, dell’ordine di 5-8C10 per brevi periodi, generalmente pochedecine di secondi, quelli necessari all’azio-namento del motorino di avviamento(Mezzi trasporto pubblico e privato, mezzidi sollevamento e movimentazione terra,Compressori Industriali, ecc).Batterie per trazione: si tratta di batterie

utilizzate per alimentare veicoli elettricidove di norma è necessario disporre di bat-terie in grado di erogare correnti di intensitàmediamente elevata ma anche di tollerareripetuti e profondi cicli di scarica (Carrellielevatori, mezzi elettrici, nautica, ecc).Batterie cicliche: questa tipologia di bat-

terie, come dice il nome, è destinata ad unuso tipicamente ciclico quale quello richie-

Alcune tipologie di batteriesono destinate ad impieghiparticolari come quelleutilizzate sugli aeromobili

(attrezzature, strumenti di misura, elet-troutensili, ecc.).Batterie per impieghi speciali (sommer-

gibili, blindo,carri armati, veicoli, gruppielettrogeni): sono particolari tipologie dibatterie destinate ad impieghi particolariquali ad esempio quelle utilizzate sugli ae-romobili che nella maggior parte dei casisono però batterie Ni/Cd anche se su pic-coli aeromobili si trovano batterie alpiombo, la ovvia principale caratteristica èquella di un elevato rapporto potenza/pesoma anche la caratteristica di poter lavorarein un range molto esteso di temperatura.Sempre a titolo di esempio le batterie peruso sottomarino hanno come principalecaratteristica quella di una elevatissima ca-pacità nominale (sono l’unica fonte di ener-gia in immersione) dell’ordine anche di15000A/h unitamente ad un peso e una di-mensione contenuta.

La rigenerazionedelle batterieprolunga la vitae favorisce l’efficienza

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INTERVISTA

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A volte consideriamo finito il ci-clo di vita di un prodottoquando invece c’è la possibilità

di prolungarne l’esistenza. È il casodella rigenerazione delle batterie alpiombo acido che viene realizzataattraverso l’adozione di un sistema,sperimentato da più di 15 anni intutto il mondo, in cui si combinanol’esecuzione di processi/attività spe-cifiche con l’impiego di uno specialeadditivo chimico.A seguito della realizzazione di un

breve test iniziale, funzionale a veri-ficare lo stato di efficienza ed inte-grità della batteria, e quindi la pos-sibilità di recupero, vengonoutilizzati dei caricatori/scaricatorispeciali che consentono di eliminarein parte i cristalli di solfato dipiombo che determinano il cosid-detto fenomeno della solfatazione eche rappresentano, insieme alla rot-tura meccanica, la causa più co-mune di morte di una batteria.Successivamente viene aggiunto

all’interno della batteria lo specialeadditivo Battery Equaliser la cuiazione elettrochimica scioglie com-pletamente i cristalli di solfato dipiombo, rompe gli atomi di piomboseparandoli dalle molecole di acidosolforico e li polarizza sulle piastreche in questo modo vengono ripri-stinate.L’azione dell’additivo chimico ri-

duce, inoltre, il pericoloso fenomeno

di gassificazione H2 all’interno dellebatterie durante le fasi di carica/sca-rica.Tale sistema è utilizzato dalle più

grandi ditte di manutenzione di bat-terie nel mondo, commercializzatoda oltre 15 anni in U.S.A., Australia,UK, Africa e Asia, e impiegato nellamanutenzione delle batterie digrandi compagnie ferroviarie e difornitura di energia elettrica, dei piùimportanti gruppi minerari. BatteryEqualiser rigenera batterie alpiombo con elettrolito liquido o geli-ficato di ogni amperaggio, da quelledi avviamento alle grandi batteriedelle centrali di energia: in aggiuntaall’elettrolito prolunga la vita dellabatteria e ne migliora le prestazioninel tempo.Infatti quando una batteria ri-

mane inattiva per un lungo pe-riodo o viene scaricata eccessiva-mente o parzialmente in modo

ripetuto o quando non viene perio-dicamente ripristinato il livello del-l’elettrolito, sulle piastre interne siformano depositi, in forma cristal-lina, di “solfato bianco di piombo”che compromettono ogni attivitàelettrochimica.Così l’azione chimica ritarda la

formazione di tali depositi, mante-nendo per lungo tempo l’efficienzadella batteria tanto che le batterie ri-generate sono garantite per un pe-riodo da 12 fino a 48 mesi in fun-zione della loro tipologia, e del loroutilizzo.Inoltre la tecnologia Battery

Equaliser migliora l’aspetto econo-mico di gestione perché comportauna riduzione di oltre il 60% dei costidi acquisto rispetto al nuovo; una ri-duzione dei tempi di ricarica dellebatterie; un prolungamento dellavita media; una migliore efficienza eprolungato rilascio di energia nel

BATTERIE • CONFRONTI

Di seguito immaginiamo unconfronto tra i diversi tipi dibatterie. Le batterie al piomboacido hanno alcuni limiti: unacapacità di 40 Wh per chilo-grammo, di tre volte superiorealla densità di energie diquelle al litio (Li-Ion); i tempidi ricarica sono circa doppicosì che può capitare che ilmotore a scoppio debba ac-cendersi prima del previstoper alimentare il motore elet-trico anche quando il fabbiso-gno di potenza è molto basso.In compenso i punti a favoresono numerosi e importanti.Innanzitutto il costo, che è

25 volte più basso. Poi il fattoche le batterie al piombo sonoben collaudate e altrettanto

ben conosciute, e che nonpresentano nessuno dei deli-cati problemi che possonocompromettere il funziona-mento delle batterie al litio.Un altro vantaggio delle

batterie al piombo è che pos-sono essere ricaricate (dinotte) con una semplice presadi corrente, cosa che consen-tirebbe non solo di usare unafonte di energia più conve-niente, ma anche di compen-sare i più lunghi tempi di rica-rica.Per quanto concerne le

batterie al Nichel Cadmio(NiCd) gli svantaggi principalisono di tipo ambientale deri-vanti dall’inquinamento pro-dotti dai due elementi nella

Usato garantito: costa meno, rendemolto e non impatta sull’ambiente

Piombo acido, nichel cadmioe ioni di litio a confronto

BATTERY EQUALISER • CASE HISTORY

mezzi anfibi e navali con Bat-tery Equaliser ottenendo si-gnificativi vantaggi in terminidi costi e di efficienza. In SudAfrica, all’interno delle mi-niere da cui si estraggono pre-ziosi minerali, circolanoesclusivamente carrelli elet-trici per trasportare mate-riale. Tali carrelli alloggianodelle grandi batterie dal va-lore di $15.000,00 cadauna. Iltrattamento con BatteryEqualiser ne ha ridotto enor-memente i costi di manuten-zione.In Italia nel solo Aeroporto

Leonardo da Vinci di Roma cisono più di 150 veicoli elet-trici che sono stati additivaticon Battery Equaliser con

Stati Uniti, Singapore, Sudafricaed Italia all’avanguardia

conseguenze evidenti in rela-zione alla riduzione degli in-terventi di manutenzione.Nel settore delle telecomu-

nicazioni alcune importantiaziende hanno ottenuto risul-tati inattesi dal recupero dabatterie che erano dismesse eormai destinate allo smalti-mento. Queste batterie unavolta sottoposte al processodi rigenerazione hanno rag-giunto livelli di rendimentopari all’80% rispetto allestesse batterie nuove. Il Cen-tro di Rigenerazione di Singa-pore ha la manutenzione ditutte le batterie di avvia-mento del corpo di polizia edella società di trasportopubblico.

RICARICABILI

13• GREEN ECONOMY E SVILUPPO SOSTENIBILE • www.greenvoice.eu •marzo 2012

tempo. In Italia l’utilizzo di BatteryEqualiser è in aumento, così comeaumentano i centri che seguono ilprogramma di rigenerazione.Attualmente se ne trovano a To-

rino, Perugia, Palermo, Salerno,Grossetto e Roma. Ed altri aprirannonei prossimi mesi per offrire in tuttaItalia una rete pronta a fornire unservizio all’insegna dell’efficienzaenergetica.Molto interessante è anche il mo-

dello commerciale che prevede di-verse modalità: rigenerazionepresso centri specializzati: il clienteacquista le batterie rigenerate e con-segna quelle esaurite; rigenerazionepresso il cliente: avviene attraversoun’officina mobile presso il cliente;rigenerazione dal cliente: viene ef-fettuata in modo autonomo dalcliente, a seguito di un percorso diformazione dedicato e dell’acquistodi specifiche attrezzature e mate-riali.I settori più interessati al servizio

di rigenerazione sono i seguenti: bat-terie di servizi e stazionarie per legrandi aziende TLC, per gli impiantifotovoltaici, per il settore navale;batterie per autotrazione leggera epesante per il settore aeroportuale,la grande distribuzione, i campi dagolf e i veicoli elettrici; batterie d’av-viamento per aziende pubbliche eprivate che gestiscono flotte di tir,furgoni, autobus.

A volte consideriamo finito il ciclo di vita di un prodottoquando invece c’è la possibilità di prolungarne l’esistenza

RIGENERAZIONE • PIOMBO ACIDO

fase di estrazione, durante lafabbricazione delle batterie,nella fase di smaltimento in di-scarica.Se invece parliamo di bat-

terie Li-Ion hanno una duratainferiore a quelle al nichel epossono essere pericolose sese ne sbaglia l'utilizzo. Sonoanche più costose dato che lamateria prima è disponibile innatura in quantità limitata.

Battery Equaliser è un’im-presa che ha una presenzaconsolidata a livello mondialedunque presenta molti clientie casi interessanti. Negli StatiUniti, dalla fine del secoloscorso, a seguito di test miratie duraturi che hanno messoin concorrenza diverse si-stemi, la Marina Militare ame-ricana ha deciso di trattaretutte le batterie presenti nei

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Second Life

15• GREEN ECONOMY E SVILUPPO SOSTENIBILE • www.greenvoice.eu •marzo 2012

Le biomasse legnose provenienti dall’at-tività di manutenzione del verde sono clas-sificate rifiuti urbani. Per poterle trasfor-mare in prodotto (ad es. cippato) ènecessario avviare un lungo iter autorizza-tivo. Ad oggi non esiste a livello normativoun elenco di prodotti ottenibili dal recu-pero dei rifiuti. In tal senso sono anni chesi attende un decreto attuativo da partedel Ministero dell’Ambiente, ma non si saquando vedrà la luce.

Una parte dei prodotti del recupero deirifiuti ed in particolare quelli ottenibili conle cosiddette procedure semplificate (artt.

214-216, D.Lgs. 152/06) sono presenti indue decreti (il DM 05.02.98 per i rifiuti nonpericolosi e il DM 12.06.02 per i rifiuti peri-colosi).

Per le biomasse legnose il DM 05.02.98prevede la possibilità di produrre bio-masse legnose commercializzabili solo peri residui della lavorazione del legno e nonper gli sfalci e le potature. Queste ultimesono impiegabili, secondo il DM, solo perprodurre compost di qualità. Chi vuole pro-durre biomassa da avviare al mercatodell’energia dal verde pubblico non potràavvalersi delle procedure semplificate, ma

Le biomasse legnose dalla ma-nutenzione del verde sono alcentro di un vero boom di inte-

resse. Ragione di tanto clamore? Ilflorido mercato delle energie rinno-vabili, che dal settore delle bio-masse conta di ricavare nei pros-simi anni oltre la metà delfabbisogno complessivo di energiada produrre secondo gli obiettivieuropei del 2020. Si contano 500impianti per la produzione di ener-gia da biomasse in Italia per un fat-turato annuo di 7 miliardi di euro.Numeri importanti ed in continuacrescita.

Così mentre il mercato spinge,nel settore dei rifiuti si continua a li-tigare su cosa sia rifiuto e cosa no,

[email protected]

Ingegnere ambientale,da oltre dieci annisi occupa di gestionedi rifiuti.Ha collaboratocon importantiimprese italianenella realizzazionedi impianti di recuperoin rapporto stretto congli enti locali. È autoredi pubblicazioniscientifiche e collaborain ambito accademico.

PAGINA A CURA DI...

STEFANOCICERANIConsulentein gestionedei rifiuti

sioni dalla norma sui rifiuti elencatenell’art. 185 del D.Lgs.152/06, i mate-riali vegetali provenienti da sfalci epotature del verde pubblico e pri-vato utilizzati in impianti aziendali ointeraziendali per produrre energiao calore, classificandoli tra i sotto-prodotti. Qualcuno si fece due contie si accorse che i materiali legnosiraccolti e fino al giorno prima conse-gnati agli impianti di compostaggiopagando, potevano fruttare anche40 euro la tonnellata se opportuna-mente triturati ed essiccati. Iniziò anascere un mercato che ritirava ilverde pagando ai giardinieri un pic-colo ma significativo corrispettivo.Per una volta appariva avverarsiquello slogan, spesso abusato, che

perdendo anni e risorse dietro a ca-villi normativi.

Un caso esemplare è proprio que-sto delle biomasse legnose. Gli sfalcie potature prodotte da parchi pub-blici e giardini sono rifiuti urbani. Laregola vuole che quando un mate-riale sia classificato come rifiuto lerigidità della normativa ne limitanole possibilità di utilizzo e le scarseopportunità di reimpiego costrin-gono il detentore del bene a pagareper disfarsene o a limitare i propri ri-cavi per la minor presenza di offertasul mercato. Nel nostro caso si è as-sistito negli ultimi due anni ad unballetto che ha scompigliato piùvolte le carte in tavola. Nell’estate2010 il Governo inserì tra le esclu-

recita: ‘Da rifiuto a risorsa’. Iniziò undibattito di stampo giuridico sull’ap-plicazione normativa, secondo al-cuni non sufficiente a togliere dallostatus di rifiuti il verde di parchi egiardini. Fatto sta che nel Dicembre2010 il Governo cambiò versione emodificò la legge, reinserendo i resi-dui da manutenzione del verde pub-blico tra i rifiuti, mentre quelli prove-nienti da attività agricolo-forestalerestavano tra i sottoprodotti. In so-stanza siamo alla situazione, per al-cuni paradossale, che un ramo dipino prodotto dalla potatura degli al-beri delle strade di Roma è rifiuto eoccorre pagare per smaltirlo, mentreun ramo di un pino proveniente daun bosco non lo è e viene venduto

per produrre energia rinnovabile.Così mentre i giuristi s’interro-

gano e il Ministero risponde con cir-colari ai quesiti delle Province diso-rientate (l’ultima è di marzo 2011 inrisposta alla Provincia di Mantova),rischia di farsi strada un mercato,non sempre legale, di commercializ-zazione di questi materiali sempremeno reperibili, ma assolutamentepreziosi. Proprio in questi giorni èstato approvato in Commissioneambiente della Camera il Ddl n.4240-A che ripristina la normativadell’estate 2010, escludendo il verdepubblico dalla norma sui rifiuti.

Sarà l’ultimo giro di valzer? Nonci resta che attendere. Nel frattempoanni persi e investimenti fermi.

Biomasse legnose:mercatoin evoluzioneMentre il mercato spinge,nel settore dei rifiutisi continua a litigare su cosa sia rifiutoe cosa no, perdendo anni e risorse dietro a cavillinormativi.Un caso esemplare è proprioquesto delle biomasse legnose.Gli sfalci e potatureprodotte da parchi pubblici e giardini sonoancora considerati rifiuti urbani.

dovrà presentare un progetto alla Regione(o alla Provincia delegata) nel quale illu-strerà nel dettaglio il ciclo di produzione egli specifici prodotti che intende ottenere(procedure ordinarie, art. 208, D.Lgs.152/06). Questi dovranno essere conformia specifici standard riconosciuti (ad esem-pio dalle norme UNI). In caso contrario ilproponente dovrà dimostrare la bontà delprogetto con studi condotti da soggettiterzi super partes. Il progetto sarà sottopo-sto all’approvazione di una Conferenza deiServizi e approvato nell’arco di 120-180 gg.Se il proponente intende lavorare oltre le10 tonnellate/giorno, il progetto andrà pre-ventivamente sottoposto a procedura diValutazione di Impatto Ambientale, con unulteriore allungamento dei tempi di almenosei mesi.

Per le imprese che intendono cimentarsiin questa attività non resta che auguraremolta determinazione e pazienza.

Da rifiuto a prodotto: urgela semplificazione delle regole

BIOMASSE LEGNOSE • NORMATIVA

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Il Patto dei Sindaci, promosso dal-l’Unione Europea per un futuro di ener-gia sostenibile, ha come obiettivo al

2020 la riduzione di almeno il 20% delleemissioni di CO2 rispetto al 1990. Uno degliimpegni prioritari è il coinvolgimento di-retto a livello locale di tutti gli stakeholdernella fase di condivisione degli obiettivi enella fase di pianificazione. Dunque il Pattoha la possibilità di configurarsi come mo-tore di un ampio processo di sviluppo.Qual è allora l’entità degli investimenti

che il Patto dei Sindaci è in grado di at-trarre nella Regione direttamente, cioè inbase alle azioni contenute nei piani, e indi-rettamente, grazie al ruolo potenziale chequest’iniziativa ha nel perseguimento degliobiettivi della politica energetica regionalee nazionale?Il documento provvisorio del Governo

sul burden sharing regionale assegna unruolo importante all’Abruzzo, sia in terminidi riduzione dei consumi finali, sia nellaproduzione di energia da fonti rinnovabilicon una quota pari al 19.1% (trasportiesclusi) ben superiore all’obiettivo nazio-nale del 14.3% (17% se si includono i tra-sporti e le importazioni).Sulla base di un modello di programma-

zione energetica sviluppato dall’Università“G. d’Annunzio”, è stato calcolato chel’Abruzzo dovrà ridurre entro il 2020 i con-sumi finali di energia del 13% rispetto aiconsumi tendenziali e, nell’ipotesi di riu-scire a centrare anche l’obiettivo sulla pro-duzione da fonti rinnovabili, la Regione riu-scirà ad abbattere le emissioni di CO2 del20% rispetto al 2005, valore di circa quattropunti percentuali superiore all’obiettivonazionale.L’analisi sviluppata ha consentito, inol-

tre, di stimare in quattro miliardi di euro ilvalore degli investimenti che la Regione po-trebbe attrarre nei prossimi otto anni, conun impatto più che significativo sull’occu-pazione, determinando, secondo le stimeeffettuate, la creazione di circa cinquemilanuovi posti di lavoro.La sostenibilità economica degli investi-

menti dipende fortemente dalla capacitàdegli interventi programmati di creare “va-lore”: un sistema di incentivazione artico-lato e flessibile, in grado di adeguarsi al-l’evoluzione della tecnologia e chegarantisca una remunerazione commisu-rata al livello di rischio assunto dagli inve-

Quanto vale il Pattodei Sindaci in Abruzzo?

202020 • IMPATTO ECONOMICO

Il fine è quellodi favorire larealizzazionedegli interventi conschemi finanziariinnovativi,comela creazionedi fondi rotativi,l’implementazionedelle tecnichedi finanziamentotramite terzie la definizionedi partenariatipubblico-privati

stitori è condizione necessaria. E non ul-tima la sostenibilità finanziaria.

L’adeguatezza del sistema finanziariopassa attraverso la creazione di figure pro-fessionali che abbiano competenze specifi-che nel settore della “Green Economy”, eche siano in grado di avviare un vero e pro-prio processo di “Green Banking”, qualestrumento di sostegno alle politiche ener-getico-ambientali.Il fineèquellodi favorire larealizzazionedegli

interventi con schemi finanziari innovativi,come la creazione di fondi rotativi, l’implemen-tazione delle tecniche di finanziamento tramiteterzie ladefinizionedipartenariatipubblico-pri-vati da strutturare secondo imetodi tipici dellafinanzadi progetto.Il modello di governance abruzzese ha

previsto, in uno sforzo congiunto tra la Re-gione, le Università, la Finanziaria Regio-nale (FIRA), e l’Osservatorio sull’Energiadella Provincia di Pescara, la costituzionedi una task-force che offra supporto tec-nico, amministrativo e finanziario per la re-dazione dei PAES e per l’implementazionedelle azioni previste, nella convinzione che,conciliando logiche di mercato e beneficiper la collettività, gli obiettivi della politicaenergetica europea si possano trasformarein opportunità di sviluppo.

Carlo MariUniversità “G.d’Annunzio” di Chieti-Pescara

Avvicinare i giovani alleistituzioni a volte sembraun’opera molto complessa.La Provincia di Pescara staprovando a scovare le generazioniemergenti direttamente in quellache si configura come l’agoràdel terzo millennio, Facebook,attraverso Learning To Decide,il primo browser game perdecidere giocando. Può sembrarestrano che un'istituzione pubblicachieda ai ragazzi di giocare,invece l’occasione è propizia perinteragire, per conoscere idee,riflessioni, visioni. Il temadel gioco è Protagonista dellasostenibilità, durante il periododi attivazione i ragazzi potrannointeragire, rispondere alledomande, votare e assegnarepunteggi agli altri concorrentie alla fine della sessione i primiclassificati otterranno premie riconoscimenti. Giochiamoinsieme a costruire un territoriosostenibile suhttp://apps.facebook.com/learningtodecide/?ref=ts

LEARNING TO DECIDE

In relazione al Programma 202020 del-l’UE la Provincia di Pescara ha avviato delleiniziative utilizzando risorse economichemesse a disposizione dalla RegioneAbruzzo. Le amministrazioni comunali delterritorio hanno risposto progettando in-terventi di efficientamento energetico.William Carestia, 37 anni, è il giovane e

brillante vicesindaco di Turrivalignani, unborgo che negli ultimi tempi si è distintoproprio su queste tematiche. Di seguitouna breve intervista.

Quale può essere il ruolo degli enti lo-cali nello sviluppo delle energie rinnova-bili?Le rinnovabili devono essere messe a

disposizione di una platea di cittadini piùvasta possibile, distribuendo i vantaggieconomici riconosciuti dalle normative vi-genti non a pochi capitani d’azienda o agrossi gruppi bancari, ma a tutti i cittadiniindistintamente. A Turrivalignani, in Pro-vincia di Pescara, si sta tentando di gettarequesto piccolo seme.

L’esperienza di Turrivalignani come sidistingue?Il Comune ha ceduto in comodato un

suolo demaniale ad un Gruppo di AcquistoSolidale denominato “Il Sole di Turri –Gruppo di Acquisto Fotovoltaico”, per larealizzazione di un impianto fotovoltaico di200 Kwh di cui l’associazione è proprietariae l’Ente è soggetto responsabile. L’iniziativaè stata finanziata al 100% da Banca Pros-sima – Intesa San Paolo.L’impianto è stato connesso alla rete

elettrica il mese di novembre 2011 dall’entegestore (Enel) e, nel volger di breve tempo,con il riconoscimento del contributo diGSE S.p.a., arriveranno i veri vantaggi perla cittadinanza.Grazie alla vendita dell’energia ed al con-

tributo GSE, si è in grado di ammortizzare ilmutuo con la Banca, pagando integral-mente l’impianto in quindici anni (quota ca-pitale e quota interessi), riconoscere un as-segno di cento euro a bimestre, per pagarela bolletta elettrica, ad ogni famiglia costi-tuente il GAF per venti anni, garantire al-l’Ente i fondi per il pagamento delle assicu-razioni all-risks e le manutenzioni ordinariee straordinarie dell’impianto per venti anninonché dal quindicesimo al ventesimoanno di vita dell’impianto un importo per ilComune di circa duecentomila euro da po-ter reinvestire.

GAF Il sole di Turri:l’energiafotovoltaica diventademocratica

Best practices

16 • GREEN ECONOMY E SVILUPPO SOSTENIBILE • www.greenvoice.eu • marzo 2012

INTERVISTA

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Radici senza terraaria più pulita

MONDO

concentrare la luce su celleottenute sovrapponendo sot-tilissimi strati di materiali di-versi, che raccolgono la ra-diazione solare in modoselettivo.

Dalle 800 alle 1200 piantineper abitazione! L’Active Phy-toremediation Wall System èun progetto sperimentalevolto a migliorare la qualitàabitativa attraverso quelladell’aria. È un interessante si-stema ibrido che produce ariapulita riducendo il consumodi energia. Poiché le radicidelle piante sono esposte al-l’aria, invece di essere sepoltenel terreno, l’impianto di de-purazione è in grado di au-mentare la sua capacità dal200 al 300%. Gli stessi modulisono stati pensati per racco-gliere la massima quantitàd’aria possibile e dirigerlaverso le radici usando la mi-nima quantità di materialepossibile. Effetto estetico as-sicurato!

PAESI BASSI

La tanto criticataplastica diventaefficientee meno inquinante

Hirsa Maria Torres Galvisdell’Università di Utrecht hascoperto la ricetta della pla-stica ecologica. In uno studiopubblicato su Science, ungruppo di ricerca, coordinatodalla scienziata olandese, de-scrive come sintetizzare icomposti alla base delle ma-terie plastiche partendo dabiomasse: il protagonistadella scoperta è il catalizza-tore utilizzato per favorire lereazioni chimiche di trasfor-mazione, esso consiste in na-noparticelle di ferro siste-mate su un letto di nanofibredi carbonio. Gli oggetti di pla-stica, i detergenti, i solventi, icosmetici e i farmaci partonoda una base di olefine, nien-t’altro che derivati del petro-lio. Sia dal lato economicoche da un punto di vista am-bientale, ciò costituisce “il”problema. Molti chimicierano alla ricerca di procedi-menti e materie prime alter-nativi, e già da tempo delle so-luzioni sono state individuate,ma con rendimenti moltobassi. Con questo nuovo cata-lizzatore, i ricercatori sonoriusciti a produrre olefine apartire da biomasse conun’efficienza del 60 per centoe senza generare gas inqui-nanti come il metano.

MONDO

Pannello solarefai da te

Ancora qualche ritocchinoe il pannello solare home-made sarà alla portata ditutti. “Basta aumentarne l’effi-cienza di 10 volte - dice An-dreas Mershin, un ricercatoredel Mit di Boston - per ren-derlo economicamente con-veniente, visto che i prezzidelle materie prime sonomolto bassi. La ricerca e' a di-sposizione dei laboratori ditutto il mondo per i migliora-menti che mancano”. E’ suffi-ciente qualunque essere cre-sciuto grazie alla fotosintesi,una volta separato tramitemembrane questo può esserestabilizzato con un mix di os-sidi di titanio e zinco e 'spal-mato su una qualsiasi superfi-cie dove può produrreelettricità.

EUROPA

Eolico: il ventotira verso il mare

Powered è il progetto fi-nanziato con 4,4 milioni dieuro dal Programma IpaAdriatico, che ha lo scopo dideterminare se ci siano lepossibilità per investire nel-l'eolico in Adriatico. Esso pre-vede l'installazione di unarete di anemometri in mare elungo le coste, per monitorarele evoluzioni climatiche e rac-cogliere dati meteorologici. IlMinistro dell’ambiente Cor-rado Clini lo ha definito “Ilmodello. Esso - ha detto il Mi-nistro - potrebbe rappresen-tare la traccia del lavoro perlo sviluppo dell'energia eolicaoffshore nell'Adriatico. E svi-lupparla in modo compatibilecon l'ambiente. La conclu-sione del progetto può rap-presentare anche la fase d'ini-zio d'investimenti industrialiimportanti in questo settorein Italia.”

Il mondo in breveA CURA DI FRANCESCA IANNONE � [email protected]

ITALIA

L’Italia s’è “spenta”il 17 febbraio

Anche quest’anno arriva ilblack-out autogestito! “M’illu-mino di meno” ritorna con ilproprio m’illum-inno, l’innoufficiale del 2012 compostodalla cantautrice Naif. Sonoormai otto anni che le luci dimolti edifici d’Italia si spen-gono per sensibilizzare sultema del risparmio energe-tico. Il 17 febbraio il buio èsceso sulla facciata dei Pa-lazzi del potere per un’oracirca. Groupama Assicura-zioni ha spento le insegne;ACCOR gruppo alberghiero,ha organizzato cenette alume di candela. I protagoni-sti dell’iniziativa: energia pu-lita, mobilità sostenibile conbici, car sharing, mezzi pub-blici, andare a piedi, raccoltadifferenziata, riciclo e riuso:scene di vita quotidiana so-stenibile!

ITALIA

Cassonetti smartper rifiuti elettronici

Questa è l’idea del Presi-dente del Consorzio di pro-duttori Ecolight, Walter Ca-marda che si propone ditracciare la vita di un rifiutoelettronico attraverso casso-netti intelligenti, con l'obiet-tivo di raddoppiare l'attualedato di raccolta, che si incre-menta dell’8 per cento annuo.25mila tonnellate di Raee ven-gono inviate agli impianti direcupero per un risparmio di130mila tonnellate di Co2. Laraccolta è stata avviata giànel 2008 portando ad un ri-sparmio di circa 210milaMw/h ed arrivando ad un li-vello di recupero di circa il 90per cento dei rifiuti. Grazie aEcolight in Italia la raccoltaha superato i 4,3 kg per abi-tante a fronte di 15,7 Kg di ri-fiuti elettronici.

EUROPA

ApollonLa ricercasul fotovoltaicoparte da Piacenza

Un progetto promossodall’Unione Europea nell’am-bito del VII programma qua-dro, il cui coordinamento ètutto italiano. Ciò grazie allapresenza in Italia della so-cietà pubblica di ricerca RSE(Ricerca sul Sistema Energe-tico) che costituisce il cuoredella ricerca europea in que-sto settore. L’obiettivo delnuovo centro di ricerca dedi-cato al fotovoltaico, inaugu-rato a Piacenza, è quello dipuntare allo sviluppo di cellesolari di nuova generazione.Pannelli fotovoltaici super-ef-ficienti, con lenti capaci di

battere l’obesità e soprattuttola malnutrizione. L’Internatio-nal Forum on Food & Nutri-tion di quest’anno verteràproprio su questi temi. Unabattaglia per riequilibrare lerisorse.

ITALIA

Auto elettrica:rifornimento rapido

Uno studio della BancaMondiale dell’ aprile 2011 cal-cola che entro il 2020 il volumedi vendita dei veicoli plug-inraggiungerà il 10% delle ven-dite di nuovi veicoli, e tra 10anni il loro mercato mondialevarrà 250miliardi di dollari. Lavera questione è il tempo delrifornimento. Ora il tempo mi-nimo è di 30minuti in correntecontinua, 5 per una ricaricaparziale, e quattro ore di rica-rica completa a corrente alter-nata in caso di una lunga so-sta. La frontiera: un ''pieno'' dielettricità in cinque minuti,come dal benzinaio! La AbbItalia, colosso svizzero nelletecnologie per l'energia e l'au-tomazione, ha posizionato duecolonnine a ricarica ultra ra-pida nella sede di Sesto SanGiovanni. I primi caricatori ul-trarapidi saranno installati abordo di mezzi pesanti e vei-coli di servizio a corto raggioentro il 2015. Secondo le stimedi Abb, l'investimento nelle in-frastrutture di ricarica sarà dioltre un miliardo di dollari al-l'anno da qui al 2015.

ITALIA

Non dimenticateil bioetanolo

4,5 milioni di tonnellate dibioetanolo: corrispondonoesattamente a 18 milioni ditonnellate all'anno di scartidella produzione agricola chesi trovano sui campi italiani, afronte di 10 milioni di benzinaconsumata annualmente nelPaese. Mossi & Ghisolfi – Vero-nafiere - Universita' di Firenze,questi i nomi illustri chehanno dato vita al XIX simpo-sio internazionale dello svi-luppo del biofuel, dal quale lenovità del settore: 2012 a Cre-scentino (Vercelli) entrerà infunzione il primo impianto almondo di bioetanolo di se-conda generazione che utiliz-zerà come materia prima lapaglia di scarto e la canna difosso, materie prime che nonentrano nel ciclo alimentare. Ilbioetanolo all'interno dell'Uerappresenta il 15% del mer-cato il cui valore totale superai 5 miliardi di euro. SecondoEurObserver le vendite in Uedi biocarburanti sono passateda 1,7 milioni di tonnellate dipetrolio equivalente del 2009a 13,9 milioni nel 2011, checorrisponde al 2,6% del con-sumo europeo di benzina e ga-solio, ma che deve arrivare, adetta dell’Ue, al 10% nel 2020.

Stati uniti. PennsylvaniaReattori di nuovagenerazione. Esisteun nucleare più sicuro?

MONDO

Un pianetaconsumato

Ogni anno sulla terra ven-gono utilizzate le risorse di1,3 pianeti, e sono quindi ne-cessari un anno e quattromesi per rigenerare ciò cheviene consumato oggi. Nel2030 usurperemo la ricchezzadi due pianeti all’anno. Lachiave di volta per usciredall’empasse è l’alimenta-zione. Attraverso la sfida sulcibo si possono vincere moltebattaglie: in primis la possibi-lità di trascorrere una vitalunga e sana, quindi di com-

17• GREEN ECONOMY E SVILUPPO SOSTENIBILE • www.greenvoice.eu •marzo 2012

Il 9 febbraio scorso si è riunita, per la primavolta dal 1979, la US Nuclear Regulatory Commis-sion, per approvare la costruzione di due nuovireattori in Georgia.Cinque i membri della commissione di cui solo

il Presidente Greg Jaczko ha votato contro. E’stata la prima votazione dopo l’incidente di ThreeMile Island (Pennsylvania). Saranno reattori dinuova concezione (generazione III+, a diossido diuranio arricchito) ad acqua pressurizzata e consistemi di sicurezza passivi per evitare il surriscal-damento anche in caso di blackout. Studiati an-che per resistere ai terremoti e ad attentati aerei,e per restare in funzione per oltre 60 anni. E saràla Southern Company di Atalanta (Georgia) a rea-lizzare il progetto dei due Westinghouse AP1000presso la stazione nucleare Vogtle (Georgia), at-tiva già dagli anni ’80. L’investimento costerà allafortunata compagnia americana, il cui azionistadi maggioranza è però la giapponese Toshiba, ben14 miliardi di dollari, dei quali 8,4 miliardi arrive-ranno dal dipartimento di energia statunitense.La popolazione ha accolto positivamente la no-

tizia, in vista della probabile creazione di nuoviposti di lavoro nelle due centrali, che andranno acoprire il fabbisogno energetico di circa 1,6 mi-lioni di case e avranno costi irrisori a pieno re-gime: circa 2 centesimi di dollaro per kilowatt-ora.Ma ciò che non viene calcolato sono i costi dismaltimento delle scorie e soprattutto il rischioambientale. Attualmente il nucleare assicura il19,6% del fabbisogno elettrico a USA. La Cleanand Safe Energy Coalition, organizzazione per lapromozione del nucleare, ha dato l’ok sul pro-getto. Che però sia “pulito e sicuro” non si puòproprio dire.

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Il mondo in breve

MONDO

Energie rinnovabili 1Beni di lusso 0

“Lo scorso anno nel settore delleenergie rinnovabili sono stati inve-stiti 235 miliardi di euro con un au-mento dell’8,2 per cento rispetto al2010, superando anche le dimen-sioni dell’industria dei beni dilusso.” – a dirlo è Francesco Staraceamministratore delegato di EnelGreen Power, durante la presenta-zione del master tenutosi a Romadal nome Safe. “In tutto il mondo -continua Starace– sono stati istal-lati, nel 2011, 107 GW di potenzaelettrica da rinnovabili dei quali 32da idroelettrico, a fronte di 87 GWnel 2010. Un andamento anticiclicorispetto agli altri settori. Come ri-corda Starace, l’installato mondialeda rinnovabili elettriche è giunto a1.420 GW.

ITALIA

Biogas, un’opportunitàper l’agricoltura

Due nuovi impianti di biogas inItalia, uno a Sermide(MN) e una Dai-rago(MI). In Lombardia siamo così aquota 4, ma ne arriveranno altri 10.A Dairago e a Sermine la produzioneproviene da fermentazione anaero-bica di colture dedicate. Così da ri-lanciare l’agricoltura e allo stessotempo l’occupazione. Potenza instal-lata 1MW per ciascun impianto. Pro-duzione capace di soddisfare la ne-cessità di energia annua di 4.000famiglie, evitando l'emissione dicirca 9.000 tonnellate di CO2.Grande attenzione viene posta daFRI-EL Green Power, società protago-nista, al rispetto dell’ambiente circo-stante e all’impatto estetico.

ITALIA

15 milionidi euro alle imprese

5 milioni di euro per le piccole emedie imprese dell’Umbria che pro-durranno energia da fonti rinnova-bili, e che attueranno politiche di ri-sparmio energetico. Questal’opportunità che la Regione Umbriaoffre in particolare ai giovani e alledonne che vogliano fare impresa nel-l’area di crisi della “A. Merloni”. Ilbando in questione, finanziato confondi europei, sarà integrato col“pacchetto verde” che, attraverso al-tri due bandi, mette a disposizioneulteriori 10 milioni di euro per quelleaziende che non vogliano soccom-bere alla crisi, ma piuttosto lottare eresistere e rilanciarsi. L’assessoreRiommi sottolinea ”riteniamo priori-tario stimolare e sostenere le sceltedi sviluppo della ‘green economy”.

EUROPA

Lobby sugli incentiviin Spagna

In Spagna le fonti rinnovabili nelprimo trimestre 2011 hanno soddi-sfatto il 40,5% della domanda elet-trica. Ma nel 2012 il governo ha de-ciso di tagliare gli incentivi all’energiarinnovabile che copre oggi il 33%delle domanda e che incomincia adintaccare gli interessi delle potentisocietà energetiche tradizionali. Latendenza italiana è al contrario. Il mi-nistro Clini vuole "incentivi pubbliciad investimenti in tecnologie energe-tiche innovative, comprese quellerinnovabili, tenendo conto che le im-portanti esperienze italiane possonoattirare investimenti stranieri non acausa degli incentivi, ma nella fasedella ricerca per l'innovazione".

ITALIA

Corsa ai finanziamentientro il 2013

“Energie rinnovabili, risparmioed efficienza energetica nell’ambitodella politica di coesione socio-eco-nomica dell’Unione Europea” – è iltitolo della relazione della Corte deiConti sul tema delle rinnovabili edell’efficienza e sui finanziamentistanziati dall'Europa. Quello cheemerge rivela ancora una volta ladifficoltà del sud a camminare sullele proprie gambe. In questo casoperò, il centro e il nord lo seguono aruota. Dal “Quadro strategico nazio-nale 2007-2013” si evidenzia laquantità di stanziamenti allocatiper le fonti rinnovabili e l’efficienzadall’UE: 4 miliardi di euro. A settem-bre 2009 erano stati attivati inter-venti pari al 25 per cento delle ri-sorse programmate. E chi ne hausufruito meno sono state le re-gioni “convergenza”: Calabria, Cam-pania, Puglia e Sicilia. Mentre le re-gioni “competitività”, tutte le altre,hanno fatto un po’ meglio. La Cortedei Conti raccomanda alle Regioni“una più attente e tempestiva realiz-zazione dei programmi, in partico-lare nel Mezzogiorno, anche al finedi evitare il consueto ma dannoso‘rush’ finale.

MONDO

Il budget di CO2mi sta stretto

Atmosfair, organizzazione tede-sca che si occupa di compensare leemissioni di CO2 dovute agli sposta-menti, col finanziamento di progettiin energie rinnovabili in paesi in viadi sviluppo, ci rivela dati interes-santi sulle emissioni di CO2 più co-muni: l'attività di un frigorifero in unanno sprigiona 100 kg di CO2 equi-valente; l’impatto per ogni passeg-gero di un volo da 700 km (e ritorno)equivale a 210 kg di CO2eq; un autoin un anno emette 1.600 kg di CO2eq.Il “budget” per ogni abitante dellaTerra è di 2000 kg di CO2eq a testa.Su questo budget i trasporti in me-dia dovrebbero pesare per unquarto; un solo viaggio andata e ri-torno da Monaco a New York pro-duce 2.600 kg di CO2eq. Ha già sfo-rato tutto il budget individuale di unabitante della terra!

18 • GREEN ECONOMY E SVILUPPO SOSTENIBILE • www.greenvoice.eu • marzo 2012

MONDO

Sette annidalla firma di Kyoto

Per l’anniversario della firma delprotocollo di Kyoto, il Kyoto Club haorganizzato il suo convegno annualesu "I cambiamenti climatici come op-portunità. Da Durban al Rio+20Earth Summit". Occasione creata ap-positamente ad uso e consumo deipolitici locali e nazionali, per ren-dere un quadro degli status climaticie i livelli energetici che nei prossimianni si dovranno considerare.

Altro tema: l’accesso all’energiaelettrica per quel miliardo e trecentomilioni di persone che ne sonoprive. I suggerimenti: una più equadistribuzione delle risorse e un fortesviluppo della green economy.

ITALIARegolamenti edilizisostenibiliil nord portala bandiera

855 comuni italiani hanno rivisi-tato i propri regolamenti edilizi infavore di una riqualificazione am-bientale dei centri urbani, se-guendo i nuovi criteri di risparmioenergetico, in modo da miglioraregli standard abitativi per una popo-lazione di circa 20 milioni di abi-tanti. Dati forniti dal Rapporto dell’Osservatorio Nazionale Regola-menti Edilizi per il risparmio ener-getico(ONRE) di Legambiente e Cre-sme. I parametri del Rapportosono: isolamento termico, utilizzodi fonti rinnovabili, efficienza ener-getica degli impianti, orientamentoe schermatura degli edifici, mate-riali da costruzioni locali e ricicla-bili, risparmio idrico e recupero ac-que meteoriche, isolamentoacustico, permeabilità dei suoli e ef-fetto isola di calore. ONRE raccontale novità relative ai regolamenti edi-lizi che dal 2008 ad oggi sono cre-sciuti, in maniera esponenziale, dif-fusi in tutte le Regioni italiane conforte prevalenza nelle regioni delnord, sempre più al passo conun’edilizia ecosostenibile, supe-rando in bravura anche le leggi inmateria edilizia e facendo di più emeglio di ciò che è previsto dallanormativa.

ITALIA

Ponte tricoloresulla A21

Philips ha inaugurato l’impiantodi illuminazione del ponte autostra-dale della A21 nei pressi di BresciaSud tingendolo di tricolore a LED, atema con l’unità d’Italia e col rispar-mio energetico. Philips si è unito aCentro Padane S.p.A. già in prece-denza per la progettazione e realiz-zazione da parte di Centropadane diun grande ponte a campata unica,sostenuto da tre archi colorati.Un’opera simbolo del raccordo auto-stradale Ospitaletto – Montichiari,che di notte assume svariate combi-nazioni di colore. La dinamicità del-l’impianto illuminotecnico è possi-bile grazie a Pharos, un innovativosistema di controllo centralizzato ca-pace di gestire diverse scenografie.

ITALIA

Chi segue l’esempiodi Alessandria?

La Provincia di Alessandria hafirmato un contratto attraverso ilquale 56 edifici di proprietà e com-petenza della Provincia, 32 scuole, 8uffici amministrativi, 10 magazzini, 2caserme dei carabinieri e 1 museo,saranno riqualificati in modo da con-sentire di ridurre la bolletta elettricae le emissioni di CO2 del 20%. L’inca-rico è stato affidato a Cofely, GruppoGDF SUEZ, per circa 21 milioni dieuro in 10 anni. Alcuni esempi degliinterventi: manutenzione impiantienergetici, sostituzione generatori dicalore con sistemi a condensazione,isolamento termico, installazione diun impianto fotovoltaico e una se-zione web dedicata sul sito dellaProvincia.

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ITALIA

100 scienziatiriaccendonola micciasul nucleare

Che l’Italia abbia la neces-sità di definire una politicaenergetica a lungo termine ètema su cui in molti concor-dano.

Mentre sul mix delle fontidi produzione e sulle localiz-zazioni ci sono posizioni di-stanti nella stessa comunitàscientifica con particolare ri-ferimento alla possibilità diincludere il nucleare.

Il tema è posto nella let-tera inviata al presidente delConsiglio Mario Monti da 100medici e scienziati dell'asso-ciazione “Galileo 2001 per lalibertà e la dignità dellaScienza”.

''La radioattività non ècome pensano molti qual-cosa di innaturale e di diabo-lico, ma qualcosa che è in na-tura, e che ci permette divivere sempre più a lungo”.Lo afferma Umberto Tirelli,oncologo dell'Istituto Nazio-nale Tumori di Aviano e vice-presidente di Galileo 2001che ci tiene a sottolineareche a Fukushima in realtànon è morto nessuno e dopol'incidente la radioattività ri-levata a Tokyo era sei volteminore rispetto a quella diRoma.

MONDO

Era il 1970, quando alcuni scienziati si ac-corsero, da ricerche di laboratorio, che alcunibatteri erano in grado di mangiare e digerire ri-fiuti. L’idea fu dunque applicata alla pratica. Egli stessi furono riversati in ambienti contami-nati, ma la scoperta fu che i batteri morivanoprima ancora di cominciare “il proprio lavoro”.

Oggi l’Unione Europea sta finanziando il pro-getto BACSIN, che si occupa per l’appuntodella ricerca su questi microrganismi che pre-sto potrebbero essere utilizzati per bonificarearee inquinate di vecchi impianti chimici.

La sfida dunque consiste nell’aiutare i bat-teri a sopravvivere in ambienti altamente tos-sici. “La mia equipe, che lavora al progetto -spiega il coordinatore del progetto, Jan Roelofvan der Meer dell'università Svizzera di Lo-sanna - ha scoperto che le piante possono es-sere utilizzate per proteggere i batteri dopoche sono stati collocati in ambienti tossici,dando loro un posto dove vivere, cioè le radicidi queste ultime, e fornendo nutrienti.

Semi di piante e radici di alberelli vengonoimmersi nei batteri, che poi "crescono con lepiante''. “Le radici che si trovano in un sito tos-sico - sostiene van der Meer - forniscono le so-stanze nutrienti e la protezione ai batteri. Poi-ché i batteri sani si moltiplicanospontaneamente e su vasta scala, possono di-gerire i rifiuti velocemente,

una volta che iniziano a prosperare”. Per la-vorare al progetto esistono diverse opportu-nità da sfruttare come siti militari, ex fabbrichee impianti chimici disponibili sia in Germaniache nella Repubblica Ceca.

Questa è la strada per un futuro più pulito.

EUROPA

A Milano imprese e im-prenditori esponenti dellaGreen Economy hanno rea-lizzato un documento pro-grammatico per uno svi-luppo in senso ecologico delPaese, che contiene settepunti fondamentali, lineeguida per affrontare la crisi.

1. All’Italia serve unanuova strategia energeticabasata su un incisivo pro-gramma di misure per l’effi-cienza e il risparmio di ener-gia. 2. L’Italia può ancoracollocarsi fra i leader mon-diali delle energie rinnova-bili. 3. L’Italia deve diventareun campione mondialedell’uso efficiente delle ri-sorse e del riciclo. 4. L’Italiadeve meglio tutelare e me-glio valorizzare il suo patri-monio culturale e naturaleche è fra i più ricchi e impor-tanti del mondo. 5. L’Italiadeve puntare su un’elevataqualità ecologica e unanuova sobrietà. 6. L’Italiadeve rilanciare il protagoni-smo delle sue città, grandi epiccole. 7. All’Italia servemaggiore consapevolezza ecapacità di individuare unpercorso di cambiamento edi sviluppo.

ITALIA

L’epoca del petrolio facileè finita. Si parla di picco delpetrolio, punto in cui la pro-duzione non può più cre-scere, e quindi l’offerta del pe-trolio sul mercato èanelastica, cioè non riesce afar fronte alla crescita delladomanda, e ciò chiaramentespinge i prezzi in modo verti-ginoso verso l’alto. Le risorsedi altri combustibili fossilinon riescono a soddisfare lemutate esigenze. È la rivistaNature a darci la notizia, e asostenere che questa è unadelle cause dell’attuale crisieconomica dell’Europa meri-dionale e quindi anche del-l’Italia: la forte dipendenza dalpetrolio estero.

Imprenditoria Milano:7 punti peraffrontare la crisi

EuropaProgetto BacsinBatteri-spazziniper ripulire impianti chimici

In Germaniaun’idea dei Verdiper lo smaltimentodei vecchi cellulari

Il mondo in breve

19• GREEN ECONOMY E SVILUPPO SOSTENIBILE • www.greenvoice.eu •marzo 2012

In Germania più di 83 mi-lioni di telefoni cellulari in di-suso vengono abbandonatinel cassetto, invece di essereadeguatamente riciclati ereinseriti nel ciclo produttivo.Così il partito dei Verdi tede-sco ha lanciato una propostaper fare in modo che questi ri-fiuti tutt’altro che organicivengano restituiti ai venditorialla fine della propria vitautile. Questo avverrebbe at-traverso il pagamento di unacauzione di 10 euro all’attodell’acquisto restituibile nelmomento della dismissione.Si tratta di un progetto pilotache potrebbe in futuro essereesteso ad altri prodotti di na-tura simile.

Esaurimentoscorte:il petrolionon basta più

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Chi non vorrebbe avere un unico strumento percaricare qualunque cosa abbia una batteria?Un cellulare, un pc portatile, un tablet …. unautomobile, cicciobello che piange?Adesso non esageriamo! Ma per tutto il resto lasoluzione c’è. Power Third Wave ha inventato ilprimo caricabatterie solare all-in-one e l’hachiamato mPowerpad.Molto interessanti le sue funzionalità: esso infattisostituisce la torcia e la radio, e con gli ultrasuoniscaccia anche gli insetti. Tutto ciò solo con un po’di sole!

La nostra rubrica nasce per andare in-contro all’esigenza di rinnovare, o per me-glio dire, per tornare alle origini dell’uomomoderno, per cercare di porre rimedio aidanni provocati negli ultimi trentanni. Maa volte, forse, più che andare avanti, biso-gna guardarsi indietro, e cominciare a pen-sare se non sarebbe meglio reimparare dagente semplice, già vissuta, che un po’ disaggezza ce l’ha trasmessa.Per esempio … chissà che nel prossimo

futuro non diventi necessario saper maneg-giare una zappa! E quindi prendendospunto da un’esigenza primaria e univer-sale impariamo a “lavorare la terra”, e acreare il nostro piccolo orto urbano.E come si faceva un tempo, mettiamoci

dentro più gente possible, nel nostro pro-getto, più braccia lavorano, più i frutti sa-ranno abbondanti, il lavoro/hobby piace-vole e il divertimento assicurato.Quindi coltiviamo prima di tutto i rap-

porti, le relazioni sociali della zona in cuiabitiamo e coinvolgiamo amici e parenti.Ma non dimentichiamo impegno e dedi-zione, insieme al grande entusiasmo ini-ziale, bada bene da non spegnere allaprima difficoltà.Altra cosa fondamentale è il “terreno”,

altrimenti dove la piantiamo la nostra ver-dura? Quindi se non si dispone di un ter-reno di proprietà, sarà necessario indivi-duare zone abbandonate o in disuso e

IL CARICABATTERIE SOLARE ALL-IN-ONE

Molti sicuramente cono-scono i benefici effettidella pianta dell'olivo,

base della dieta mediterra-nea. Come testimoniano i te-sti greci e latini, l'olivo è statala prima specie arborea adessere coltivata. La Bibbiastessa ci ricorda i suoi bene-fici“... alberi che cresconosulle sponde del Giordano...le cui fronde non appassi-ranno..., i loro frutti servi-ranno come cibo, le loro fo-glie come medicina”.È questa la citazione pre-

ferita di Livio Pesle caposti-pite dell’omonima famiglia epresidente della EvergreenLife Products, azienda a con-duzione familiare di cui Luigi,il figlio, è l’amministratoredelegato. La sapienza è ve-nuta dal mare negli anni incui Livio faceva l’armatore egirava il mondo per i propriaffari. Anni in cui vide e im-parò tante cose e conobbeterre e persone e culture, ead un certo punto quandodecise di fermarsi e tornaresulle sue colline friulane,quel che aveva visto nelmondo con quel che avevadavanti, la sua terra, si so-vrapposero, si mescolaronoe Livio capì come mettere a

frutto tanta esperienza. Ecosì dopo le salse prove-nienti dai sui vigneti, vendutenei migliori negozi gastrono-mici e utilizzate anche nellecucine di grandi chef, Livioha dato vita a una linea di in-tegratori e di prodotti per labellezza e il benessere dellapersona a base di estratto ac-quoso di foglie d'olivo, bre-vettato con il nome di OLI-VUM®.L’idea questa volta era ar-

rivata dall’Austria: un amicooncologo di Vienna che utiliz-zava i prodotti di Pesle pernutrire i propri pazienti, con-dusse apposite ricerchescientifiche secondo le qualigli estratti di uva e olivo sonodei forti antiossidanti moltoutili alla salute. La memoriatornò a Cipro dove un me-dico curava i propri pazienticon decotto a base di foglied’olivo, la scienza fece la suaparte attraverso la Facoltà diFarmacia dell'Università diTrieste con cui Livio presecontatti.Il risultato, 4 prodotti:

Olife, integratore alimentarea base di estratto acquoso difoglie d'olivo, prodotto dipunta dell'offerta Evergreen;Osprint, integratore ideatoappositamente per gli spor-tivi; Ojelly, gelatine di fruttadisponibili nei gusti arancio,mela verde e lampone, stu-diate per una prima cola-zione sana ed equilibrata;Olinight e Oliday, creme visoper il giorno e per la notte.

CASA • TRADIZIONE

Ogni donna del nostro temposa bene cosa significhi gestireuna casa, andando a lavorare,occupandosi dei figli e delle loromille attività pomeridiane, delcane e del criceto, sempre mo-strando il suo miglior profilo alleavversita.Oggi, tanto per dire una cosa

ovvia, le donne fanno di tutto esanno fare tutto, anche l’im-pianto elettrico e i buchi per lemensole. Ma voglio dire di più…ce la siamo cercata, volevamo di-mostrare di saper fare quello chefanno gli uomini e ci siamo riu-scite alla grande, e loro ce lohanno lasciato fare, e adesso chela bicicletta è nostra…non restache pedalare. Ma noi non ci ar-rendiamo, la nostra bici l’ab-biamo trasformata in un SUV eandiamo avanti per la nostra “au-tostrada”.E da oggi ci facciamo anche il

sapone in casa. Ecco i nostri me-todi ecologici per pulire la casa,perchè non sia mai detto chesiamo noi che inquiniamo il pia-neta!Per i vetri usiamo acqua calda

e aceto, alternati ad una miscelafatta di una bustina di té o 1/3 dibicchiere di vino bianco oppurequalche goccia di limone, diluitinell’acqua e messi in uno spruz-zino, e infine asciughiamo con

che vengono cotte in appositiforni per almeno due giornicome vuole la tradizione maroc-china. Quando sono pronte si la-sciano raffreddare medianteidratazione e alla fine si frantu-mano. Una volta setacciate sonopronte per l’impasto.Il colore non è mai uniforme

ma ricco di sfumature semprenuove, dall’aspetto lucido e bril-lante.Il tadelakt viene rifinito con

una pietra liscia di fiume, che fa-vorisce le caratteristiche ondula-zioni e poi viene lucidato con ilsapone nero, ottenuto dalla lavo-razione delle olive. Ha un PHmolto elevato per cui ha ancheproprietà funghicide e batteri-cide. Punto debole: ogni 4/6 mesiè necessario pulirlo, ma è vietatoricorrere a prodotti chimici.

Qualcuno avrà sentito parlaredel tadelakt! Ben pochi probabil-mente, visto che si tratta di unaspecie di intonaco per pareti rea-lizzato con una antica tecnicamarocchina. Dall’arabo: levigato,liscio. Questo è il modo con cuiintonacavano i muri gli artigianispecializzati di Marrakech, i ma-leem.Un’antica bio-architettura,

una storia che risale al V secoloa.C., tramandata sino ai giorninostri e che ancora sopravvivealle moderne tecniche di costru-zione, ma che al contrario diqueste ultime utilizza metodi as-solutamente biologici, naturali. Imateriali utilizzati nel procedi-mento sono calce idratata, sa-pone nero, pigmenti naturali ecere.La cosa interessante è che

questo metodo non solo ha at-traversato i secoli ma anche icontinenti e dall’Africa è giuntoin Europa. Imaleem custodivanosegretamente i trucchi del me-stiere. Inizialmente il tadelaktserviva per rivestire e impermea-bilizzare le cisterne dell’acquapotabile, ma grazie a questa suaresistenza all’acqua venne benpresto utilizzato per decorare gliambienti umidi, quali ad esem-pio gli hammam e i bagni. La tec-nica si avvale di pietre calcaree

carta di giornale quotidiano delgiorno prima. Per i pavimenti lamicrofibra è miracolosa, chiara-mente senza detersivi ma solocon un bicchiere di aceto ver-sato nell’acqua tiepida del sec-chio.Per il parquet vale lo stesso

trattamento, ma basta anche unpanno umido. Infine per lavare ipiatti bisogna intanto cercare disprecare meno accqua possibile,ma la cosa importante è pulire ipiatti con i tovaglioli di carta cherestano in tavola, prepararsi undetergente sgrassante fatto colsapone di marsiglia sciolto in ac-qua bollente e debitamente pro-fumato con qualche goccia di oliessenziali o addirittura usarel’acqua di cottura della pastacome ci insegnava la tanto sag-gia nonna, beata lei!

ARCHITETTURA • AFRICA BIO

I suoi frutti come cibo,le sue foglie come medicina

BENESSERE • VIRTÙ DELL’OLIVO

Come affrontarela crisi a mani nude,o megliocon la zappa in mano

ORTI SOCIALI

dopo aver ottenuto le dovute autorizza-zioni, infiliamo la nostra bandiera a darevoce al nostro entusiasmo.A tal proposito si sottolinea che in al-

cune area metropolitane, le amministra-zioni locali hanno individuato dei siti percreare orti sociali a disposizione dei citta-dini che ne facciano richiesta, dietro paga-mento di un affitto irrisorio.È importante comunque fare un passo

alla volta, cominciare dall’organizzazionedegli spazi in modo tale da consentire ilpassaggio e il lavoro in modo indisturbato.Ora bisogna scegliere il tipo di coltivazionia cui vogliamo dare vita. In questa fase, te-nere ben presente le circostanze e sce-gliere, se del caso, di coltivare un giardinoanzichè una campo di pomodori, potrebbeessere una decisione fondamentale per ilcompimento dell’impresa: i cittadini limi-trofi potrebbero risentirsi e mettervi inmen che non si dica “in mezzo a unastrada”.

I consigli della nonnaritornano di moda, come sempre

Arriva da Marrakechl’intonaco più antico del mondo

Way of life

21• GREEN ECONOMY E SVILUPPO SOSTENIBILE • www.greenvoice.eu •marzo 2012

A CURA DI FRANCESCA IANNONE � [email protected]

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Green opportunities

22 • GREEN ECONOMY E SVILUPPO SOSTENIBILE • www.greenvoice.eu • marzo 2012

C’è tempo fino a settembre, per presentarei propri progetti ed ottenere finanziamenti dalprogramma europeo Eco-Innovation che, en-tro il 2013 con bandi annuali, erogherà fino200 milioni di € attraverso finanziamenti afondo perduto. Gestito dall’EACI, l’AgenziaEsecutiva per la Competitività e l’Innovazionedella Commissione Europea, il programma in-coraggia l’innovazione e la competitività dellePMI, finanziando progetti pilota e di prima ap-plicazione commerciale di prodotti, metodo-logie, servizi, nel campo dell’ecoinnovazione.

L’iniziativa contribuisce all’attuazionedell’Environmental Technologies Action Plan

[email protected]

Ingegnere ambientalee dottore di ricercain Energetica. Espertoper l’UE e per l’ONUnell’ambito della greeneconomy. Consulente diimprese multinazionalied enti pubblici,per programmidi finanziamentonazionali, europeie internazionali.È AD di EuropeanConsulting Brussels.

GUIDOMATTEI

Finite le pile di documenti da compilare e lelunghe procedure per l’accesso ai fondi eu-ropei: una nuova comunicazione pubblicatadalla Commissione riunisce più di centocambiamenti per semplificare le norme chegovernano l’accesso ai fondi europei.

Nel periodo di programmazione 2007-2013, la Commissione Europea ha in bilan-cio fino a 975 miliardi di euro, da erogareattraverso sovvenzioni, per lo sviluppo dinuovi progetti ed iniziative, proposte daenti pubblici, di ricerca o imprese. L’ac-cesso a questi finanziamenti però, non èsempre semplice, sia per le procedure bu-rocratiche, sia per la forte competizione alivello europeo. Il nuovo prevedimentodella Commissione è focalizzato soprat-tutto sui bisogni delle piccole e medie im-prese, delle città e dei ricercatori, per favo-rire il loro accesso ai fondi. Spesso questoè ostacolato anche dalla concorrenza dellegrandi imprese che possono contare sumaggiori risorse umane ed economiche edè per questo che la Commissione ha apertogli occhi su un processo amministrativo,spesso troppo oneroso e lungo per le PMI ei singoli ricercatori.

"I fondi comunitari possono svolgere unruolo chiave verso una crescita economicasostenibile” ha dichiarato Janusz Lewan-dowski il commissario europeo alla pro-grammazione finanziaria e al bilancio, “for-nendo fondi supplementari per le nostreimprese, le autorità regionali e i ricercatori.Abbiamo voluto rendere la procedura di

accesso a tali fondi meno come un labirintoe più user-friendly." Per semplificare le pro-cedure i prossimi passi che la Commis-sione suggerisce sono la razionalizzazionedei programmi, l'utilizzo di meccanismi diattuazione e di procedure semplificate.

Tra le misure previste dalla Commis-sione c’è, ad esempio, la riduzione del nu-mero di programmi tematici a 22, il miglio-ramento della coerenza delle regole,priorità più chiare e basate sugli obiettiviEuropa 2020 tra cui l’aumento dell’occupa-zione e degli investimenti per la ricerca, losviluppo e l’innovazione, accompagnati da-gli obiettivi 20/20/20. Per non dissuaderegli attori interessati dal presentare do-manda per i finanziamenti europei, si pun-terà anche sulla coerenza delle regole, sullacertezza del diritto, sulla chiarezza e la ve-

locità delle procedure amministrative perl’implementazione, il reporting e l’auditing.Si sfrutteranno infatti, forme semplificatedi sovvenzioni come le somme forfettariee le tabelle standard dei costi, che hannoun potenziale notevole per ridurre l’onereamministrativo della rendicontazione.

Qualche esempio concreto: se unostesso ente riceve dei fondi diversi, adesempio uno dal Fondo Europeo di Svi-luppo Regionale e uno da parte del FondoSociale Europeo, entrambi necessari allostesso scopo, non ci sarà bisogno di com-pilare due volte i documenti ma, l’ente saràin grado di seguire una procedura unica.Oppure, sarà possibile utilizzare degli im-porti forfettari per alcune spese relative aitrasporti, senza presentare gli originali, egli enti di ricerca potranno ricevere i fondi

Gli investimenti globalinel campo delle energierinnovabili hanno raggiuntoun nuovo massimo di 260 miliardidi dollari (203 mld di euro)nel 2011. Un incremento del 5%rispetto al 2010, guidatoprincipalmente da un forteaumento di investimenti nelsettore solare, cresciuti del 36%fino a raggiungere la cifra di 136mld di dollari. Al contrario,gli investimenti in energia eolicahanno subito una forte battutadi arresto, scendendo del 17%nel corso dell’ultimo anno.Gli USA, grazie al piano di Obamaper la green economy, hannoraggiunto i 56 miliardi,superando la Cina.

ELOGIO DELLA REALTÀ

L’Ue finanzia progetti di riciclaggio,gestione sostenibile e nuovi materiali

BANDI • ECO-INNOVATION

Partecipazione ai bandieuropei: da oggi più facile

“I fondi comunitari possonosvolgere un ruolo chiaveverso una crescita economicasostenibile”ha dichiarato JanuszLewandowsk, il commissarioeuropeo alla programmazionefinanziaria e al bilancio,“fornendo risorse supplementariper le imprese, le autoritàregionali e i ricercatori”

(ETAP) per promuovere le tecnologie ambien-tali, per rilanciare crescita economica e com-petitività.

Scopo del programma è l’abbattimentodelle barriere che ostacolano l’ingresso sulmercato di tali innovazioni, colmando la di-stanza tra le attività di ricerca e sviluppo el’immissione sul mercato di prodotti che ridu-cano le emissioni di CO2, garantiscano un usopiù efficiente delle risorse, promuovano e au-mentino le capacità di riciclaggio.

Eco-Innovation è suddiviso in cinque tema-tiche principali: nuovi processi di riciclaggio,materiali e prodotti sostenibili per l’edilizia,

miglioramenti nella gestione della filiera ali-mentare, uso sostenibile dell’acqua e greenbusiness. Il programma rappresenta unachiara opportunità per rendere l’economia eu-ropea più competitiva e in queste sfide le pic-cole e medie imprese giocano un ruolo di pri-maria importanza riconosciuta pienamente daEco-innovation.

entro 100 giorni invece dei 365 di media at-tuali. Le nuove procedure costituisconouna sfida per tutti i soggetti coinvolti: inprimis per gli stessi beneficiari che frui-scono dei fondi per realizzare i propri pro-getti; per la Commissione europea, cuicompete la responsabilità ultima dell’uti-lizzo di tali fondi; ed infine per gli Statimembri, che gestiscono effettivamentecirca l’80 % dei fondi comunitari. Con que-sta semplificazione la Commissione sperache l’attenzione venga quindi rivolta mag-giormente alla qualità dei progetti e ai ri-sultati ma, per avere davvero un effettotangibile, la misura della Commissione, ol-tre a trovare parere favorevole del Parla-mento europeo e del Consiglio dell’Unioneeuropea, dovrà essere accompagnata dasforzi paralleli a livello nazionale e locale.

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Next, architettura e città

23• GREEN ECONOMY E SVILUPPO SOSTENIBILE • www.greenvoice.eu •marzo 2012

Il rapporto che l’architettura haavuto con il riuso e con il ricicloè antico e profondo.Nell’architettura storica lo spoglio

e la demolizioni di edifici in mura-tura, per il recupero di mattoni, te-gole, pietre e materiali da costru-zione era pagato dai muratori e dagliimprenditori edili. Si pagava sia per ilrecupero diretto (riuso) da reimpie-gare in nuove costruzioni, sia per ilrecupero di materiali che dopo lavo-razione venivano impiegati in nuoveforme (riciclo), come nelle polveri dicalcare per la formazione di malte eleganti.

Se con il prevalere del sistema in-telaiato in cemento armato nel se-colo scorso si è persa la memoriadel riuso delle demolizioni edilizieda più di un decennio invece si assi-ste ad un nuovo ed emozionantesforzo per il riuso diretto nel pro-cesso produttivo edilizio. In primoluogo nel reimpiego dei rifiuti inertidell’edilizia, nel quale molte impresesono cresciute raggiungendo verticie certificazioni di qualità nella pro-duzione dei riciclati, non senza diffi-coltà però, trovando una resistenzaburocratica italiana ed europea, no-nostante le dichiarazioni e il buoni-smo della volontà.

Ancora questi prodotti non go-dono di capitolati specifici nei prez-ziari edilizi regionali e il loro uso in-dustriale diffuso è stentato emarginale. Nonostante tutto l’ultimoobiettivo di riciclo dei rifiuti ediliziinerti, ovvero il cemento armato, èancora più vicino. È già possibilerealizzare nuovi calcestruzzi impie-

gando quelli demoliti, utilizzandolicome inerti, con granulometrie ido-nee e costi analoghi a quelli di mer-cato (www.anpar.org).

Se l’acciaio è un materiale da rici-clo per definizione e ormai la produ-zione industriale in molti settori in-cluso quello edilizio è fondata quasial 70% sul riciclo dei rottami(www.consorzio-acciaio.org ewww.acciaiterni.it), anche i rifiutiplastici lavorati stanno entrandonella produzione edilizia, grazie alleloro qualità termiche e acustiche,come sottofondi e massetti per pavi-menti e isolanti per pareti e coper-ture (www.cetma.it).

Nelle categorie dei materiali “vir-tuosi” va ricordato in modo partico-lare il legno. Recuperabile, riciclabile,rinnovabile per dono della natura,possiede però alcuni punti debolicome l’esigenza di manutenzione e ladisponibilità, differente per luoghi elatitudini. Se si unisce ai caratteri pro-pri dei materiali anche la misura ra-gionevole dell’energia di trasforma-zione, di produzione emanutenzioneanche l’uso prudente del legno va an-noverato tra quelle osservazioni chesuggeriscono diverse declinazionidella sostenibilità in architettura(www.federlegno.it, www.rilegno.org,www.legnoriciclato.com).

Ma nel frattempo abbiamo assi-stito ad un grande incremento di ma-teriale edilizio a base di polimeri, ilpolistirolo, che si ripropone oggi innotevole quantità per l’impulso ge-nerato dalla gara alle certificazionienergetiche, spinta dalle premialitàdi volumetrie legali nelle costruzioni

previste dalle nuove legislazioni re-gionali. Insomma ai materiali riusa-bili e riciclabili, per raggiungere leclassificazioni energetiche di legge,si vanno a sostituire grandi spessoridi polistirolo, accodandosi ad unnuovo ciclo di rifiuti indesiderabili.

Mentre il riuso ed il riciclo dei ma-teriali della produzione ediliziacome gli inerti ovvero il riutilizzo deimateriali di lavorazione nei settoridelle ceramiche e del legno nell’edi-lizia avviene spesso negli stessi luo-ghi, luoghi di conferimento del ri-fiuto e di confezione del nuovoprodotto per il polistirolo questo an-cora non esiste (www.aipe.biz).Tutti i materiali oggi, con maggioreo minore approssimazione, lavoroed energia, sono riciclabili, alcunisono riusabili e recuperabili, pochialtri rinnovabili, pochissimi sono de-gradabili.

La cura ambientale nell’architet-tura e con essa le normative chel’accompagnano dovrebbero appro-fondire e premiare la facilità e lasemplicità del riciclo, la sua energiadi gestione e produzione, chespesso ne garantisce l’efficacia e ilreale effetto sull’ambiente. Forse lenormative delle classi energetichenazionali degli edifici hanno già bi-sogno di una seconda edizione, cheprivilegi non solo i materiali e gli im-pianti superperformanti quantoquelli davvero recuperabili.

Un altro appunto si aggiunge al-l’idea che non una ma diverse e plu-rali sono le edilizie sostenibili, di-verse per luogo, per clima e percultura.

Tutti i materiali oggi,con minore e maggiore lavoro ed energia,sono riciclabili.La cura ambientale nell’architettura

e con essa le normative che l’accompagnanodovrebbero approfondire e premiare la facilità e la semplicità

del riciclo, la sua energia di gestionee produzione,che spesso ne garantisce l’efficacia

e il reale effetto sull’ambiente.

È facile,è riciclabile,per un’altraestetica del riuso

RECYCLE

Da vedere per i lettori dellavoce verde c’è Recycle, una bellamostra al Maxxi di Roma, interes-sante per quantità e qualità delleproposte. Gli autori hanno volutosuggerire una nuova teoria archi-tettonica, un pensiero di riepilogodell’attualità con molti contributi eriflessioni. Ma se alla attraente e

Dal sesto programma diazione ambientale europeouna interessantedefinizione di usosostenibile: “…Dissociarel’utilizzo delle risorse dallacrescita economicamigliorando sensibilmentel’efficienza delle risorse,dematerializzandol’economia e prevenendo laproduzione di rifiuti…”La buona pratica diefficienza di energia econsumi insieme all’ideache la crescita economicapossa avvenire senzamodifica, senzatrasformazioni emodificazioni, senza unreale rapporto conl’ambiente e la natura.Dissociati e contraddetti.Cattive speranze cheilludono il realismo deinuovi consumi e dei nuovirifiuti. Potete trovarlo suwww.europa.eu/legislation/summaries

GLOSSARIO

Il recycle è forse un’altra cosada quello che il mondodella città e del progettosta cercando e si aspetta

aggiornata parola recycle sosti-tuiamo la parola riuso ci accor-giamo che il campo è ancora piùvasto. I settori in mostra più inte-ressanti sono proprio quelli del ri-ciclo diretto e costruttivo, come icinesi Jiakun che riciclano rifiutida terremoto e i tedeschi Karo cheriutilizzano in altro modo le bellefacciate decorative di un edificiodel grande Egon Eiermann.

Deludenti invece i progetti adalto contenuto teorico, che ten-tano il tema del riciclo nel recu-pero di edifici dismessi. Due pate-tici esempi di ruderi parzialmentericostruiti (Schaustall di Naumannarchitektur e Dovecote Studio diTompkins) sono quasi imbaraz-zanti rispetto ai temi pressanti delrecupero e del restauro urbano inItalia e alle sue regole. L’esteticaminoritaria del recycle, fatta di al-lestimenti, di pallets industriali, dicostosi muri di bottiglie di plasticaoppure di improbabili città-contai-ner, è forse un’altra cosa da quellache il mondo dell’ordinario, ilmondo prevalente della città e delprogetto sta cercando e si aspetta.Col taglio di pietre demolite dallaguerra Ridolfi costruì una delleopere più belle dell’architetturamoderna italiana, le case Franconia Terni. Un cumulo di macerie,senza nome e padrone, aspetta dadue anni nei borghi d’Abruzzo unqualche destino e significato dallacomunità e dall’architettura.

NOVECENTO • HASSAN FATHY

Uno dei primi testi che hannoguardato l’architettura tradizio-nale e popolare con gli occhimoderni della cura ambientale èdi un grande autore del secoloscorso, l’architetto egiziano Has-san Fathy (1900-1989).

In Natural energy and verna-cular architecture del 1986 Fathyrilegge e propone i dispositivi diuna tradizione millenaria di ar-chitettura passiva, diffusa e po-polare. Malqaf e bagdir, torri dicaptazioni e ventilazioni in-terne, sono gli antenati direttidella gran parte delle soluzionicontemporanee di edilizia so-

lare passiva.La lettura non risparmia sor-

prese interessanti, come il sal-sabil, la superficie increspata edecorata di una fontana che ne-bulizza l’acqua e raffresca laventilazione oppure come la“critica” energetica alle per-siane “veneziane”mediterranee,“must” contemporaneo dell’ar-chitettura passiva, in favoredelle mashrabiya, magnificischermi decorati che fermanole radiazioni solari dirette maconsentono comunque la venti-lazione naturale.

Su www.hassafathy.webs.com.

Gli inizi dell’architettura solare passivaSOSTENIBILITÀ • MICHAEL HOPKINS

Dopo la figura di Thomas Her-zog, autore singolare e artigia-nale della sostenibilità, va ricor-dato anche il lavoro dell’ingleseMichael Hopkins.

Esemplari sono i progetti rea-lizzati per l’ampliamento degliuffici parlamentari di Londra incui tenta la composizione trafacciate storiche e climatiche diultima generazione.

Di queste facciate a doppiacamera, esterna per isolamentoe richiamo d’aria ed interna perla ventilazione naturale, lo stu-dio Hopkins ha prodotto esempiconvincenti, con attenzione alla

pluralità e al diverso significatodi edifici e di luoghi. I suoi ca-mini di ventilazioni sommitali,con ruote termiche e fumarole didepressione, rimangono esempiaffascinanti e da imitare.

Il Jubilee Campus di Nottin-gham e i Laboratori dell’Univer-sità dell’Arizona, sono medaglied’oro del protocollo Leed, con il90% di abbattimento del fabbiso-gno energetico.

I temi della sostenibilità dellostudio di Michael Hopkins sonoraccolti e descritti con sempli-cità in Sustainable by design, suwww.hopkins.co.uk.

Una sostenibilità plurale

Architetto e dottore diricerca in progettazionearchitettonica.Ha pubblicato numerosistudi teorici e storicisull’arte della città.Si occupa diurbanistica: per i suoistudi sugli insediamentiresidenziali e socialiha ricevutoriconoscimentiinternazionali(Premio Lincei 2005).

FRANCESCOANDREANI

[email protected]

Alla ricerca delmateriale perduto

e ritrovato

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