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Nasce un nuovo servizio: ComeTe La Residenza “Parco del Navile” è aperta 21 Marzo: Pranzo della Legalità nei servizi Cadiai Poste Italiane s.p.a. Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB BO numero 35 marzo 2012 [email protected] - www.cadiai.it [email protected] - www.cadiai.it Progetti internazionali Una risorsa per operatori, utenti e servizi. Progetti internazionali Una risorsa per operatori, utenti e servizi. [email protected] - www.cadiai.it [email protected] - www.cadiai.it

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Nasce un nuovoservizio: ComeTe

La Residenza“Parco del Navile”è aperta

21 Marzo:Pranzodella Legalitànei servizi Cadiai

Poste Italiane s.p.a.Spedizione in Abbonamento PostaleD.L. 353/2003(conv. in L. 27/02/2004 n° 46)art. 1, comma 2, DCB BO

numero 35marzo 2012

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Periodico trimestrale di CADIAIRegistrazione Tribunale di Bologna:n. 7703 del 18/10/2006

Direttore Responsabile:Gianluca Montante

Comitato di redazione:Ornella Montanari, Gloria Verricelli

Proprietario ed Editore:CADIAI Cooperativa Socialevia Boldrini 8 - 40121 Bologna

Direzione e Redazione:via Boldrini 8 - 40121 BolognaTel 051 74 19 001Fax 051 74 57 288

Coordinatrice di redazione:Giulia Casarini

Collaboratori:Anna Chiara Achilli, Cristina Anteghini,Anna Soccorsa Antonelli, Annalita Bellei,Monica Bernabiti, Silvia Bonazzi,Lucia Cardone, Nicola Cucca,Francesca De Fazio, Anna Di Lucia,Sonia Liberata Fabiano, Lisa Lambertini,Imma Massesio, Caterina Mastrosimone,Raffaele Montanarella, Laura Piana,Giuseppina Reto, Giada Roma,David Rossi, Rosaria Tessier,Veronica Trauzzi, Sandra Varani,Deborah Venturoli, Laura Zarlenga.

Progetto grafico Impaginazione:Service Group - Galleria dei Notai, 140124 Bologna

Stampa:Casmatipolitovia Provaglia 3/b, 3/c, 3/d40138 Bologna

Questa rivista è stata stampata su cartariciclata 100% ecologica che ha ottenutoil marchio Greenlabel dell’Unione Euro-pea riservato ai prodotti a minor impattoambientale.

sommarionumero 35marzo 2012

Missione internazionale a Bruxelles

14 ServiziLa Residenza “Parco del Navile”è aperta

Progetto “Nonno Geppetto”

16 Feste, balli e compagnia...

17 Ti conosco mascherina!

18 Il carnevale è solo dei bambini?

20 “LeggerMente”

21 L’importante è leggere!

22 Una mattina insieme...

23 Aprirà a breve il centrodi cure palliative Hospicedi Casalecchio di Reno

24 Nasce ComeTe

24 Nuovi spazi alla CasaResidenza “Sandro Pertini”

25 Sempre piùa misura di bambino

26 Cadiai si aggiudica il servizioper utenti con disturbi autistici

26 Liber LiberoNorwegianWood

27 RaccontoPrimi ospiti di Parco del Navile

28 TestimonianzeSeguendo il Filo di ARIANNe

29 Il senso civico della neve

30 Altre realtàIstituto Ramazzini

35 I ritratti di LeleArrigo

36 Rubriche

1 EditorialeLa dimensione internazionaledi Cadiai

2 In copertinaNon assomiglia proprioa una vacanza

4 Al duty free

5 CooperazioneRinnovato il CCNLdella cooperazione sociale

6 Alter-nativi

7 L’ONU ha proclamato il 2012Anno Internazionale delleCooperative

Pranzo della legalitànei nostri Servizi

8 Altreconomia

9 Pari opportunitàPari opportunità:c’è ancora tanto da fare

10 Attività socialeVisita alla Camst

11 La Semiresidenzadi via degli Orti in Università

Delegazione coreana in Cadiai

12 MonografiaGruppo Appartamento “ABS”

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conoscenza e di competenza, anchee soprattutto attraverso il confrontocon realtà diverse;- Leonardo: prevede dei percorsi in-

novativi di formazione che condu-cano ad uno sviluppo condivisoattraverso la collaborazione e lacondivisione di know-how con altriPaesi che sviluppano una medesimatematica.

Tutte le tipologie di programma ve-dono diverse modalità di realizzazione,tra le principali abbiamo mobilità escambi, individuali o di gruppo; par-ternariati tra diversi Paesi con l’ob-biettivo di scambiare buone pratiche eprogetti multilaterali che coinvol-gono diverse nazionalità ed hannocome obiettivo l’innovazione.CADIAI è, ad oggi, coinvolta in due di-versi progetti, ed entrambi approfondi-scono la stessa tematica: l’invecchia-mento dei disabili. Il primo, unprogetto Grundtvig Partnership, saràconcluso a Giugno 2012 in Inghilterracon un convegno internazionale; il se-condo invece, un Progetto Leonardo, èstato avviato pochi mesi fa ed ora è nelpieno delle proprie attività.Oltre ai due progetti in essere è statopresentato lo scorso Febbraio un nuovoprogetto Grundtvig in collaborazionecon partner portoghesi, polacchi ed un-gheresi, che ha come tematica l’idea-zione di nuovi servizi per l’infanzia.Al di fuori dei finanziamenti europei,abbiamo in essere un progetto con icolleghi bosniaci sulla formazione deglioperatori rispetto al tema dell’affetti-vità dei ragazzi disabili e sull’aperturadei servizi al territorio circostante; perquesto progetto, che abbiamo inizial-mente finanziato noi, contiamo ora dipoter ottenere un sostegno dalla Re-gione Emilia-Romagna.Sempre la Regione Emilia Romagna hapoi finanziato unprogetto inPalestinache ha visto nascere e crescere l’attivitàdi gemellaggio tra scuole di Gerusa-lemme ed alcuni dei nostri nidi; infine un

EDITORIALE

numero 35marzo 2012

promuovono gli scambi di buone prassie la conoscenza reciproca, quelli finaliz-zati alla formazione e quelli invece chepuntano sull’innovazione.Il Programma d'azione comunitarianel campo dell'apprendimento per-manente, o Lifelong Learning Pro-gramme (LLP), è stato istituito con de-cisione del Parlamento Europeo e delConsiglio il 15 Novembre 2006, e riuni-sce al suo interno tutte le iniziative dicooperazione europea nell'ambito del-l’istruzione e della formazione dal 2007al 2013.Il suo obiettivo generale è contribuire,attraverso l'apprendimento perma-nente, allo sviluppo della Comunitàquale società avanzata basata sullaconoscenza, con uno sviluppo econo-mico sostenibile, nuovi e migliori postidi lavoro e una maggiore coesione so-ciale, garantendo nel contempo una va-lida tutela dell'ambiente per le genera-zioni future (Strategia di Lisbona).In particolare si propone di promuo-vere, all'interno della Comunità, gliscambi, la cooperazione e lamobilitàtra i sistemi d'istruzione e formazionein modo che essi diventino un punto diriferimento di qualità a livello mondialeo, quanto meno, a livello europeo.I vari programmi sono- Comenius: si occupa di istruzione

scolastica e ha come obiettivo prin-cipale quello di aiutare i giovani adavere uno sguardo attento e capacedi trarre dalla diversità culturale elinguistica i migliori vantaggi possi-bili in un’ottica di “cittadinanza eu-ropea attiva”;- Erasmus: si rivolge alle persone che

stanno svolgendo un percorso di stu-di superiori e di alta formazione, dan-do loro diverse possibilità di scambioe di confronto;- Grundtvig: è un percorso finalizza-

to all’educazione degli adulti, nellaconvinzione della necessità di per-corsi formativi che possano aumen-tare e perfezionare il livello di

La dimensioneinternazionaledi Cadiaidi FrancaGuglielmetti, Presidente di Cadiai

A chi è assiduo lettore di Scoop nonsarà sfuggito il fatto che in ogni nu-mero parliamo di viaggi e missioni al-l’estero: Gerusalemme, Tuzla, Vienna,Lisbona, Gérardmer (Francia), Bruxel-les, Lussemburgo.Ma da dove nasce tutto questo movi-mento e come è possibile che CADIAIabbia tutte queste opportunità?A dire il vero sono molti anni che la Coo-perativa ha sviluppato rapporti con re-altà di altri Paesi, finalizzati allo scambiodelle esperienze e alla formazione deglioperatori: CADIAI aderisce ad ARFIE,un’associazione europea che si occupadi formazione degli operatori che lavo-rano con la disabilità; ha sviluppato unlungo rapporto di collaborazione conARCI, a partire dai progetti di Servizio Ci-vile Volontario per arrivare alla collabo-razione su progetti internazionali; col-labora assiduamente con l’Università diBologna e con i Centri di Documenta-zione per l’Integrazione, altre istituzioniche sviluppano con regolarità iniziativea carattere internazionale; viene spessocoinvolta da Legacoop nell’accoglienzadi delegazioni straniere interessate a co-noscere la realtà della cooperazione ita-liana in generale e della cooperazionesociale in particolare.Da questa fitta rete di rapporti scaturi-scono le diverse opportunità, rese pos-sibili, il più delle volte, grazie all’accessoa finanziamenti messi a disposizionedall’Unione Europea o dalla RegioneEmilia-Romagna.Riguardo a quanto promosso dal-l’Unione Europea, esistono molte ti-pologie di progetti che possono es-sere finanziati, ma tre sono i filoniprincipali di riferimento: i progetti che

editoriale

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bisticcio nuovi/innovativi non è propriofelicissimo, però mi è sempre sembratobello che l’acronimo di un progetto sullacura di persone svantaggiate due volte,perché disabili e perché anziane, conte-nesse l’idea della dignità, intesa cometutela e rispetto della dignità di chi ècurato, di chi cura e del prendersi cura.Senza attenzione alla dignità non si pro-duce welfare, al massimo filantropia.E poi ogni scambio di quel progetto al-largava la conoscenza e schiudevanuove possibilità. Dopo la Francia avevodavvero voglia di raccontare la cosa me-ravigliosa che sono gli Esat (Etablisse-ments et Services d'Aide par le Travail,Istituzioni e servizi d’aiutoattraverso il la-voro) che tarano l’organizzazione del la-voro sulla dignità dei lavoratori disabili

Non assomigliaproprio a una vacanza

Esch sur Alzette e Bruxelles,primi due incontridel progetto AGID.

diMarie ChristineMelon, Psicologa

Raccontare il progetto Grundtvig, in pre-cedenti articoli, è stato certamente piùfacile, a cominciare dal nome. E-DIGNI-TIES: Elderly-Disabled Integration GetsNew Innovative Tools In European So-cieties, L’integrazione dei disabili che in-vecchiano trova nuovi strumenti innova-tivi nelle società europee. D’accordo, il

che li fanno funzionare. AGID, lui, sichiama Ageing and IntellectualDisabi-lity, Invecchiamentoedisabilità intellettivae già dal nome capisci che non è altret-tanto ‘creativo’ e che sicuramente è piùimpegnativo. Essendo un Progetto Leo-nardo muove molto più denaro e perquesto richiede una contabilità rigoro-sissima, efficacia ed efficienza nell’azionee un prodotto finale concreto, fruibileda tutti i paesi europei. Nel nostro casol’impegno è di produrre una formazioneon line per operatori che si occupano didisabili psichici che stanno invec-chiando: in quattro lingue, con il coin-volgimento di due università e il contri-buto fattivo di tutti i partner. Prevedesetteworkpackage (pacchetti di lavoro),dalmanagement del progetto alla con-

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altro progetto presentato in collabora-zione con la Regione Emilia Romagnariguarda la sperimentazione di un mi-cropolo educativo rivolto all’infanzia. Emolte altre sono le idee “in cantiere”!Che cosa ci spinge e ci muove a fare deiprogetti? Perché investire tanto tempoed energie?Lo sappiamo tutti che le cose “fatte perbene”richiedono tempo, energie, dedi-zione ma soprattutto una forte motiva-zione; quando si parla di progetti inter-nazionali, bisogna mettere in campotutte queste caratteristiche e bisognasoprattutto “mettersi in gioco”. L’orga-nizzazione necessaria è complessa per-ché ci chiede di essere pronti e spen-derci su diversi fronti, dalle cose piùspicciole (organizzazione del viaggio edella permanenza), alle persone da coin-volgere e con le quali lavorare primadella partenza, agli inconvenienti e aidisagi che si possono incontrare neiviaggi, il confronto con una lingua edelle culture diverse e soprattutto il te-nere sempre“alto”l’orizzonte dei conte-nuti che non devono mai essere scontatie devono dare stimoli interessanti e sug-

gerire strategie innovative.Eppure, a fronte di tante energiespese, ogni volta si torna più arricchiti,di contenuti ma anche di relazioni e diincontri che non si erano “messi inconto” e si capisce che ne è davverovalsa la pena, soprattutto se pensiamoche tutto questo diventa patrimonioprezioso per CADIAI.Quello che cerchiamo sempre di fare,infatti, è coinvolgere direttamente i ser-vizi, in modo tale che le esperienze fatteentrino nella quotidianità del lavoro e loarricchiscano offrendo nuovi stimoli,nuovi punti di vista.Per il progetto Palestina sono coinvoltii nidi di infanzia “Abba “ e “Pollicino”;per il progetto“Tuzla”è coinvolto il Cen-tro Diurno “Spazio Aperto”; per il pro-getto “Grundtvig” sono stati coinvolti iragazzi ospiti del Gruppo Apparta-mento “ABS” oltre che i coordinatori dinumerosi servizi per disabili. Per gliutenti dei servizi si va dal contatto tra-mite internet e la posta (come accadeper il gemellaggio con i nidi di Gerusa-lemme) alla presenza effettiva nei di-versi paesi (i ragazzi dell’“ABS”sono stati

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in Francia e a Bruxelles) Lo stesso sipuò dire per gli operatori: i colleghi di“Spazio Aperto” sono stati a Tuzla, leeducatrici del nido“Abba”sono statea Gerusalemme, i colleghi dell’“ABS”hanno accompagnato i ragazzi nelleultime due missioni.Accanto a loro c’è la costante presenzadi Lara Furieri che, per conto del Ser-vizio Marketing organizza e coordinatutte queste attività, partecipandospesso direttamente alle varie mis-sioni e in ogni caso seguendole moltoda vicino, sia sul piano organizzativoche su quello dei contenuti.Poi ci sono i tecnici, Daria Quaglia, Lu-cia Zucchi, Christine Melon, Mirna Ta-gliavini e i nostri interlocutori pubblici,dell’ASL e dei Comuni, che vengonocoinvolti sia nella fasi di elaborazioneche nelle missioni vere e proprie.Crediamo in questo modo di contri-buire allo sviluppo della cultura deiservizi, dando loro un respiro piùaperto, dinamico, internazionale, con-vinti come siamo che tutte questesiano vere opportunità di crescita perle persone e per i servizi stessi. �

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segna e divulgazione del prodotto fi-nale, passando attraverso l’analisi del-l’esistente e la raccolta di istanze di svi-luppo, la costruzione dei moduliformativi e la loro valutazione. OgniPaese è responsabile di un pacchetto. Ilnostro è l’ultimo, la valutazione, un la-voro piuttosto complicato ma per ilquale contiamo sul contributo dell’Uni-versità di Bologna. Siamo comunque im-pegnati anche nel pacchetto‘analisi del-l’esistente e raccolta di istanze’ cometutti gli altri Paesi, perché dobbiamoistruire e condurre due focus group de-dicati, composti da disabili, familiari didisabili, operatori, rappresentanti del-l’istituzione.I colleghi mi hanno chiesto più voltecom’era il Lussemburgo, ma io franca-mente non lo so com’è il Lussemburgo.So che c’è voluto un tempo infinito perarrivarci, quasi lo steso tempo di uncharter per l’Africa centrale, aereo +treno + treno + treno/autobus + treno+ aereo, so che pioveva e nevicava, soche le strade erano incredibilmente de-serte e di sera ghiacciate.So che abbiamo passato un giorno emezzo in un maniero di campagna deldiciottesimo secolo a discutere della di-visione dei compiti, della distribuzionedei finanziamenti e di come è consentitospenderli, di chi fa che cosa e di quandosi deve fare, di quello che non è statoprogrammato ma che si deve fare(niente traduzione in italiano?!! Ma se losanno tutti che gli italiani non parlano

l’inglese, figuriamoci il francese o il te-desco! Capiamo bene che per gli inglesiè un lavoro in più produrre anche mo-duli in italiano, ma agli italiani non inte-ressa per niente una formazione in in-glese/tedesco/francese).Abbiamo anche scelto il logo del pro-getto e del sito in cui saranno reperibilii moduli formativi fra una serie di boz-zetti che il capofila aveva già predispo-sto. Beh, scelto, mentre Lara e io alza-vamo la mano per bocciare la scritta conil fiorellino a favore di un lettering piùessenziale, il giovane ricercatore ingleseche dovrà sobbarcarsi anche la faticadella traduzione in italiano l’ha appro-vata con entusiasmo e tutti hannosmesso di occuparsi della cosa. Pote-vamo infierire ulteriormente?!Abbiamo saputo poi di altre contratta-zioni impegnative sulla distribuzione dei

finanziamenti e anche sul metodo dellaraccolta dati che si sono svolte dopo lanostra partenza. Restare ancora perqualche ora significava ripartire il giornodopo aumentando di parecchio i costie la filosofia è sempre di spendere ilmeno possibile per coinvolgere nel

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progetto più persone possibile.A Bruxelles è andata un po’ meglio, eraun corso di formazione di due giornatee bisognava per forza che Guido e io ri-manessimo fino alla fine, così nei pochimomenti liberi un’idea della città ce lasiamo potuta fare, anche se solo nelraggio di due, tre chilometri dall’al-bergo. Quella che abbiamo cercato di

imparare nonostante l’incrocio delle lin-gue è una tecnica di conduzione deifocus groups che ancora dobbiamo fi-nire di studiare e che proveremo ad ap-plicare in Italia alla fine di Marzo su duegruppi disomogenei di stakeholder. Loscopo dei focus groups è di far emer-gere dal punto di vista dei partecipantialcuni indicatori della qualità dell’assi-

stenza ai disabili psichici che invec-chiano.Alla fine dell’esperienza produrremo unreport e una documentazione audio-vi-deo da cui l’Università di Vienna ricaveràdei dati per lo sviluppo dei moduli for-mativi e l’Università di Northumbria ri-caverà materiale per la concreta realiz-zazione del prodotto. �

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Al duty free

Visione “surreal-egocentric-stream of consciousmess”di una missione internazionale.

di Guido Casamichiela

Nella valigia, che tra parentesi era pic-cola e di un color fucsia che destava so-spetti, avevo voluto lasciare un po’ dispazio, giusto un angolino per deposi-tare tutti i miei dubbi, che se non hannoun cantuccio in cui riposare si innervo-siscono e poi mi scombinano la vita.Sapevo che si trattava di una forma-zione in inglese, ma con elementi difrancese, e io non sapevo tanto bene néil francese né l’inglese. Non solo, oltre anon saperli tanto bene, non sapevonemmeno se sapevo meglio l’inglese oil francese, quindi avevo paura di tro-varmi a saltellare da una lingua all’altranella speranza intermittente e impos-sibile di riuscire a capire meglio al mo-mento della traduzione successiva. Maera una paura così vaga e pulviscolareche non faceva davvero paura. Nontanto quanto la paura dei contenuti.Ecco, i contenuti. I focus group. La con-duzione di focus group. La conduzionedi focus group rivolti a disabili, fami-liari e specialisti del settore. La condu-zione di focus group rivolti a disabili, fa-miliari e specialisti del settore attraversol’utilizzo di una tecnica nuova. La con-duzione di focus group rivolti a disabili,

familiari e specialisti del settore attra-verso l’utilizzo di una tecnica nuova chesi basa sull’individuazione delle capa-cità residue. La conduzione di focusgroup rivolti a disabili, familiari e spe-cialisti del settore attraverso l’utilizzodi una tecnica nuova che si basa sul-l’individuazione delle capacità residuee l’accento posto sul, diciamo così, so-gno. In tutto questo, la parte su cui misentivo più preparato era senz’altro ilsogno. Anche se il sogno diventava undream, o un rêve. Non per vantarmi,ma quanto a sogni non mi batte nep-pure il campione mondiale di sognimultipli a castello che ho sognato lanotte dopo aver visto il film Inception.Le cose poi come sempre sono andatediversamente da come le immaginavo,o da come le sognavo, e sono andatediversamente in modo diverso da comeimmaginavo, o sognavo, che potesserodivergere: sarebbe bastata questa di-screpanza bislacca per sentirsi contenti,risarciti dei dubbi che attimo dopo at-timo stavano schiacciando tutto nel va-ligino fucsia, anche l’unica camicia de-cente che avevo portato per il viaggio.Le cose sono andate così, che ho ca-pito quasi tutto anche se mi vergognoun po’ a dirlo perché di solito quandodico così mi si apre un pozzo a rasoiod’ignoranza sotto i talloni, che ho co-minciato a imparare qualcosa che devoessere bravo a continuare ad imparare,che ho conosciuto persone intelligentie curiose, empatiche e competenti, per-sone che hanno riso con classe e senzacattiveria delle mie scivolate linguisti-

che, persone che in alcuni casi se lacavavano peggio di me con l’ingleseo col francese (anche se nessunoforse con un punteggio così altonella somma delle assurdità dette, opensate, o sognate nelle due lin-gue), persone che fanno lavori similial mio in posti diversi dal mio, e sesolo i miei ricordi non fossero giàstati assorbiti da sogni fatti non sopiù quando ricorderei tutto, tutto, enon solo una brava formatrice fiam-minga che è proprio come ti aspettidebba essere una brava formatricefiamminga, un belga dal gran cuoreche sta in maglietta anche quando ilmeteo lo sconsiglierebbe, un anglo-indiano che ha fatto tutte le do-mande che avrei voluto fare io mameglio di come le avrei fatte io, duegiovani austriaci pragmatici e sottiliche ponevano questioni come ne-anche il loro antico conterraneo Sig-mund F., un portoghese-lussembur-ghese che aveva una maniera cosìpoco pesante di essere autorevoleda scatenarti un goccino d’invidia,una macedone che se solo non suo-nasse esagerato mi arrischierei a direche mi ha salvato in più frangenti,sostenendo l’architrave del mio egosemisbriciolato e balbettante.Le cose sono andate così, più omeno.E se solo avessi saputo che per il ri-torno non avrei dovuto lasciare lospazio per quasi nessun dubbio ma-gari un souvenir, o un remember,l’avrei comprato, al duty free. �

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numero 35marzo 2012

Rinnovato il CCNLdella cooperazionesocialeNovità sia per le retribuzioniche per gli aspetti normativi.

di RossellaMaccagnaniResponsabile Amministrazione del Personale

In data 16 Dicembre 2011 è stato si-glato l'Accordo per il rinnovo del CCNLCooperative Sociali, con decorrenza2010-2012.Occorre sottolineare l'importanza, so-prattutto in questo momento difficile edelicato per la situazione economica delnostro Paese, di essere riusciti a conclu-dere una trattativa così lunga e conflit-tuale, che dà la possibilità a tutte le la-voratrici/tori del nostro settore di avereun giusto riconoscimento sociale e giu-ridico, quando ormai anche le classi la-voratrici più storiche lo hanno perso.Va quindi riconosciuta la grande com-

petenza e capacità che ha saputo met-tere in campo la delegazione trattanteche, per parte LEGACOOP, era guidatada Paola Menetti, presidente di CADIAIdal 1984 al 1999.Altra cosa molto importante: l’avere rin-novato il CCNL entro la fine di dicembre2011 consente alle nostre imprese dipoter richiedere, a norma di legge, an-che gli aumenti tariffari per i rinnovi deicontratti di servizio, agli enti locali o alleamministrazioni nostre committenti, peril prossimo anno. Un ritardo anche solodi qualche mese avrebbe mantenuto letariffe bloccate per lungo tempo.Riassumiamo brevemente le principalinovità normative:1. recepimento dell'accordo quadro sui

rinnovi contrattuali del gennaio 2009;2. inserimento della figura dell'appren-

dista, con i relativi profili professio-nali (art. 28);

3. riforma della Contrattazione Territo-riale di secondo livello (art. 10);

4.prova, di preavviso ed entità econo-mica degli scatti d'anzianità per Ope-ratore Socio Sanitario;

5. riconoscimento economico dell'an-zianità nei cambi di gestione (art. 37);

6. introduzione della assistenza sanitariaintegrativa da maggio 2013 (art. 86);

7. introduzione degli accordi di graduali-tà per l'applicazione del CCNL (art. 76).

La parte retributiva prevede un au-mento complessivo di € 70 al livello C1in tre tranche:1. dal 1/01/2012 di € 30 al livello C1,2. dal 1/10/2012 di € 20 al livello C1,3. dal 1/03/2013 di e 20 al livello C1.L'aumento sarà riproporzionato al livellocontrattuale di ciascuno e al monte orenel caso dei contratti part-time.Ai sensi e per gli effetti dell'AccordoQuadro del 2009 sulle modalità di rin-novo contrattuale, non sono stati previ-sti arretrati, né una tantum.Come già fatto in passato, la nostracooperativa si impegnerà a fondo pertener fede a tutti gli impegni econo-mici previsti dal contratto e collabo-rerà attivamente per la positiva tradu-zione operativa delle novità normativeintrodotte. �

Venerdì 9Marzo si è tenuta, presso la “Sala Anziani” di Palazzo D’Accursio, una giornata di lavorodal titolo “Pratiche concrete di riduzione dei rifiuti: l’alternativa dei pannolini ecologici”.

Il seminario è stato organizzato da Legambiente Emilia Romagna e dalle cooperative sociali Eta Beta e CignoVerde.Tra i relatori era presente anche Cadiai: Roberto Rinaldi, Responsabile del Settore Educativo, ha portato l’esperienza dellaCooperativa nell’utilizzo dei panno-lini lavabili nell’ambito del ProgettoLavanda, progetto sperimentale giàattivo da alcuni anni al nido “Gaia”e in via di attuazione anche in altriservizi, in collaborazione con la coo-perativa Eta Beta.

cooperazione

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sul territorio che promuovono l’inte-grazione, oppure brochure prodotte davari enti locali e iniziative simili.Per tutto questo ovviamente occorretempo in quanto non è semplice rea-lizzare percorsi di questo tipo tenendoin considerazione le differenze e le sen-sibilità sia delle singole persone che didifferenti culture. Infatti, concentrarsitroppo sulle diversità potrebbe accen-dere i riflettori su di esse e quindi met-terle maggiormente in risalto.Le differenze, a mio avviso, si notanosolo perché le si fanno notare, e questoprovoca discriminazione, cioè proprioquello che si vuole evitare.Per questo, in collaborazione con l’Uf-ficio Marketing, ragioneremo un per-corso per poter sviluppare questi argo-menti, senza ledere la dignità dinessuno. �

Alter-nativiSi è concluso il laboratorio“Lavoratori stranieri inazienda: comunicazione ecoinvolgimento” organizzatoda Impronta Etica.

di Stefania Benasciutti

Nel febbraio del 2011 sono stata invi-tata a partecipare al laboratorio “Lavo-ratori stranieri in azienda: comunica-zione e coinvolgimento”, organizzatoda Impronta Etica.Il laboratorio aveva come obiettivoquello di sviluppare maggiormentela partecipazione e il coinvolgi-mento in azienda di coloro che sonocomunemente definiti extracomuni-tari, ma che all’interno del laboratorioabbiamo preferito chiamare “alter-na-tivi”, in quanto nati in un altro luogo.Grazie all’apporto dei singoli parteci-panti, siamo riusciti ad ottenere spuntiutili per sviluppare strumenti e per-corsi che potrebbero aiutare nella ge-stione delle diversità, ovviamente nelcaso specifico abbiamo lavorato sultema della comunicazione con i lavo-ratori stranieri.I percorsi adottati nelle diverse realtàche hanno partecipato al laboratoriohanno fatto emergere situazioni agliantipodi su come si vanno a gestire lerelazioni con i lavoratori stranieri, dal-l’aiuto per la ricerca dell’alloggio al-l’iscrizione all’asilo, ai corsi di lingua ita-

liana. All’inizio, valutando quello cheveniva adottato nelle altre realtà par-tecipanti, mi sono sentita un po’ diso-rientata in quanto mi sembrava chenoi, in CADIAI, non facessimo abba-stanza. Col passare degli incontri peròmi sono resa conto che è vero: in CA-DIAI non si fanno corsi di lingue oquanto indicato sopra, ma allo stessotempo vengono messe in campo e adisposizione degli stranieri le cono-scenze di ognuno di noi, e parlo so-prattutto dell’ufficio Amministrazionedel Personale del quale faccio parte,nell’affrontare le singole problemati-che e nel cercare di andare incontroalle esigenze degli “stranieri”, aiutarenelle pratiche burocratiche, leggere leloro buste paga mentre fino a qualchetempo fa si andava anche in Questuraper la risoluzione dei problemi.Sottolineo inoltre che gli “stranieri” inCADIAI sono persone che si trovanosul territorio italiano da diversi anni,che padroneggiano la lingua moltobene, che hanno studiato in Italia eche sono perfettamente integratinella società.Ritornando quindi al laboratorio si èperò pensato che potrebbe essere utileconoscere la soddisfazione dei lavora-tori stranieri in azienda attraverso l’au-silio di un Questionario di Soddisfa-zione, strumento che in CADIAI vienespesso utilizzato.Abbiamo pensato anche ad un “wel-come kit” da consegnare al momentodell’assunzione per far loro conoscere larealtà in cui vivono, come associazioni

Il 5 per millea CADIAIPer versarlo il codice fiscaleè 00672690377.

La legge finanziaria prevede la desti-nazione, in base alla scelta del contri-

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buente, di una quota pari al 5 per milledell’imposta sul reddito delle personefisiche, a finalità di sostegno anchedelle ONLUS (organizzazioni non lu-crative di utilità sociale).

CADIAI - cooperativa sociale e ON-LUS - rientra tra i soggetti a cui puòessere devoluto il 5 per mille.

Per destinare anche quest'anno il 5per mille a CADIAI, basta apporre lafirma nell'apposito riquadro del 730e inserire il codice fiscale della Coo-perativa: 00672690377

I fondi raccolti contribuiranno allarealizzazione di progetti rivoltiagli utenti dei nostri servizi.

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L’ONU haproclamato il 2012Anno Internazionaledelle CooperativeRiconosciuto il valoredeterminante del nostro settorenello sviluppo dei Paesi.

Comunicato stampa da Legacoopsociali

«I soci di cooperativa nel mondo sonotre volte gli azionisti individuali. A frontedei 328 milioni di persone che pos-siedono azioni delle società di capi-tali, 1miliardodi persone sono sociedi cooperative. Sono 100 milioni lepersoneoccupatenelle imprese coo-perative dei cinque continenti, vale adire il 20% in più di quelle occupatenelle impresemultinazionali».Sono i dati di Cooperatives Europe edell’International Cooperative Alliance(le associazioni di rappresentanza eu-ropea e mondiale delle cooperative) resinoti da Luigi Marino, presidente diConfcooperative e portavoce dell’Al-leanza delle Cooperative Italiane,

Giuliano Poletti, presidente di Lega-coopeRosarioAltieri, presidenteAgci.«100 milioni di persone occupate nelmondo, 5,4 milioni occupate in Eu-ropa, oltre 1,3 milioni in Italia – di-cono Marino, Poletti e Altieri – numerieloquenti del modello economico coo-perativo che risponde alle esigenze dellacollettività offrendo beni e servizi e altempo stesso alla necessità del singolodi trovare lavoro, occupazione e reddito.Mette le persone al centro del modellod’impresa, prima che il profitto. Questi ivalori di fondo che hanno indotto l’ONUa premiare la funzione di valorizzazionesocio economica proclamando il 2012Anno Internazionale delle Cooperative».«Oggi - aggiungono Marino, Poletti eAltieri - in tutti i paesi del mondo i mo-vimenti cooperativi stanno tenendo laconferenza stampa di lancio del 2012Anno Internazionale delle Cooperative

per rimarcare la funzione che le coope-rative svolgono in tutto il mondo, in tuttii settori economici: credito, consumo edistribuzione, agroalimentare, welfaresociale e sociosanitario, abitazione, pro-duzione e lavoro, pesca, utilities, turi-smo sport spettacolo e cultura».«Sbaglia chi ne ha una visione provin-ciale e riduttiva e pensa alla coopera-zione come una realtà tipicamente ita-liana, mentre è diffusa nel mondo ed ètanto più presente, laddove i Paesisono economicamente avanzati. Per-ché un’economia senza cooperazione èun’economia più arretrata, meno con-correnziale, meno pluralista». Così ilportavoce dell’Alleanza delle Coopera-tive Marino.«Sbaglia chi in maniera strumentale emosso solo da spirito anticooperativo eda pregiudizi politici, continua a pro-porre, misure fiscali chiaramente anti-cooperativi. L’appello dell’Alleanzadelle Cooperative, dunque - conclu-dono i presidenti Marino, Poletti e Al-tieri - è quello di permettere alla coo-perazione di poter continuare a essereun settore, che con altri, concorre inmodo determinante, alle politiche disviluppo del Paese». �

Pranzodella legalitànei nostri ServiziAnche quest’anno Cadiaiaderisce al programmadi CIVICA.

Libera Terra è il marchio che con-traddistingue tutti i prodotti di altaqualità delle cooperative sociali chegestiscono e curano i terreni confi-scati alle organizzazioni mafiose.CIVICA è l’iniziativa che attraversoeventi e incontri pubblici vuole pro-muovere la conoscenza delle attività

di Libera contro le mafie e far crescerenel nostro territorio la cultura della le-galità e della responsabilità.Crediamo nella possibilità di arginare erespingere le mafie e crediamo chedalle scelte individuali di ogni giorno,basate sulla consapevolezza, comin-cino i grandi cambiamenti.Per questo Cadiai si è impegnata, as-sieme ai fornitori e a varie Amministra-zioni Comunali, a far sì che il 21 marzo,giorno in cui si ricordano tutte le vit-time delle mafie, il pranzo servito sia abase di prodotti di Libera Terra: pasta,passata di pomodoro, olio.Perché anche questa sia un’occasioneper nutrire la coscienza, sostenendo ilprogetto Libera Terra.

Il 21 marzo serviamo 1200 pasti perdire insieme a 1200 persone che la le-galità si rafforza insieme. �

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cooperazioneAltreconomiaPresentiamo in questo numero“Altreconomia”, di cui Cadiai èrecentemente diventata socia.

Si trattadi sostenereuna realtà che siimpegna invari ambiti chehannounimportante valore etico e con cui Ca-diai intraprenderà una collabora-zione sul versante della sostenibilitàambientale, attraverso l’agire delgruppo soci.

Altreconomia è un mensile che dal 1999fa informazione indipendente su eco-nomia solidale, diritti e nuovi stili di vita.Il suo obiettivo è dare visibilità e spazioa stili di vita e iniziative produttive, com-merciali e finanziarie ispirate ai principidi sobrietà, equità, sostenibilità, parte-cipazione e solidarietà.La scelta editoriale della rivista va oltrel’informazione: si tratta infatti di sugge-rire scelte, orientare consumi e com-portamenti, favorire la consapevolezzae la partecipazione agli avvenimenti lo-

denaro nell’impresa di essere editori. Traquesti, da dicembre 2011 c’è anche lacooperativa Cadiai.I mass media sono in rapida evoluzione:i giornali tradizionali e gli ultimi nati,quelli on line, moltiplicano la mole dinotizie a disposizione del pubblico. Masi tratta spesso di un’informazione omo-logata e ripetitiva: il risultato è l’aumen-tare del “rumore di fondo” e una gene-rale diffidenza di chi legge o ascolta.Altreconomia punta invece a stringereun patto informativo con i lettori e a ri-durre le distanze. E il lettore di Altreco-nomia è sempre più interessato a pro-duzioni, tecnologie e opzioni rispettosedell’ambiente e della giustizia: dai pro-dotti per il risparmio etico, a quelli bio-logici coerenti con l’ambiente e la sa-lute umana, a un modo di viaggiareche sappia non“consumare”ma crearelegami e comprensioni con i luoghi egli ambienti.Infine, Altreconomia è una casa editriceche pubblica circa 25 titoli l'anno: saggi,inchieste, biografie, guide all'economiasolidale. I nostri libri sono venduti intutte le librerie, nelle botteghe del com-mercio equo e sul nostro sito, anche inversione elettronica. �

cali e globali. Al tempo stesso, l'impegnodella redazione è raccontare i meccani-smi dell'economia mondiale, denun-ciandone le ingiustizie e le inefficienze.Altreconomia parla di un altro mondo,un mondo che ha consapevolezza de-gli avvenimenti locali e globali, fattoda gente attenta all’ambiente e allagiustizia che anima iniziative produt-tive, commerciali e finanziarie. Unmondo fatto di quelli che lasciano acasa l’auto tutte le volte che non serve,che usano la bicicletta, che compranoverdura e frutta biologica, locale e distagione. Che bevono acqua del rubi-netto e riducono i rifiuti al massimo.Anche per questo, Altreconomia è unpiccolo “caso editoriale”, che vive solograzie ai suoi lettori: non ha mai ricevutonessun tipo di finanziamento pubblico,seleziona le pubblicità (al massimo il10% dell'impaginato), non permette lacontiguità tra redazionali ed inserzionied esclude aziende e realtà non ade-guate alla linea editoriale, privilegiandorealtà dell'economia solidale.Può farlo perché è pubblicata da unacooperativa editoriale i cui soci sono isuoi lettori, 510 tra persone e impreseche hanno scommesso un po’ del loro

Cadiai vince la 12° edizionedel Premio QuadrofedeleIl 20 Gennaio 2012 Cadiai è stata pre-miata per il miglior Bilancio Socialetra le cooperative aderenti a Lega-coop con la seguente motivazione:“La Cooperativa Sociale CADIAI, dasempre nei primi posti della classifica,si aggiudica nuovamente il PremioQuadrofedele per il miglior BilancioSociale. La capacità di illustrare la pro-grammazione strategica di medio-lungo termine e le politiche di brevetermine, unitamente all’impegno pro-fuso nella raccolta di informazioni sullivello di soddisfacimento delle atteserappresentano importanti punti diforza del Bilancio esaminato.”

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glielmetti, Presidente di Cadiai, la“Carta per le pari opportunità el’uguaglianza sul lavoro”;

• Sono stati organizzati due corsi re-lativi alla valorizzazione del poten-ziale femminile;

• è stato organizzato un incontro disensibilizzazione con tutte/tutti le/iresponsabili/coordinatori dei servi-zi Cadiai;

• è stato costituito un gruppo di lavo-ro rappresentativo di tutti i Settoripresenti in Cooperativa che colla-bora con la responsabile delle pariopportunità;

• è stata inoltrata domanda di finan-ziamento, ai sensi della legge n° 53,relativa a progetti finalizzati alla rea-lizzazione di azioni positive per laconciliazione dei tempi di vita e dilavoro;

• è stato istituito lo sportello per rac-cogliere segnalazioni da parte dioperatrici e operatori in merito allepari opportunità. �

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pariopportunitàPari Opportunità:c’è ancora tantoda fare.L’impegno di Cadiai.

di Vania Zanotti, Responsabile per le politichedi Pari Opportunità

L’8 marzo 2012 è trascorso. In quelgiorno si celebra la festa della donna.Ma c’è poco da festeggiare.In Italia le donne sono più istruite de-gli uomini ma fanno ancora molta fa-tica a trovare lavoro e a raggiungereposizioni qualificate.Quando poi trovano un’occupazione,vengono pagate meno, a parità di la-voro, degli uomini.La prima causa di morte delle donne,in Italia, fra i 16 e i 44 anni è l’ucci-sione da parte dall’ex marito o dall’expartner. Vengono uccise perché nonaccettano più di essere considerateproprietà di qualcuno e relegate alsolo ruolo di madre e moglie.Il 37% delle donne lascia l’impiegodopo la nascita del primo figlio perchésono costrette a farsi carico dei com-piti di cura e di assistenza che il servi-zio pubblico non riesce a garantire.800.000 donne hanno dato le dimis-sioni in bianco dal loro posto di lavoroa causa dell’imminente maternità.La dimissione in bianco è una praticaillegale che vuole obbligare i nuovi as-sunti a firmare una lettera di dimis-sioni, senza data, contestualmente allafirma del contratto di lavoro.L’obiettivo è di poter licenziare il lavo-ratore o lavoratrice per qualsiasi mo-tivo e, per le donne, il motivo preva-lente è la maternità.Solo alcuni esempi di fatica e discri-minazione delle donne. Tanti altri nepotrebbero essere citati.Cosa fare per cambiare rotta? In attesache la ricrescita economica riparta visono in campo alcune proposte che

tendono a supportare il lavoro delledonne all’interno di un sistema di ri-forme che rilanci prevalentementel’occupazione femminile e giovanile, idue soggetti più penalizzati dalla crisi.Cadiai da tempo è impegnata a garan-tire l’occupazione che, in Cooperativa, èdecisamente a prevalenza femminile,e, se possibile, anche ad investire ri-sorse per arricchire la presenza, sul ter-ritorio, di servizi di cura che vanno in-contro ai bisogni delle persone e delledonne in particolare.Parallelamente a questo obiettivo Ca-diai sta perseguendo l’attuazione e laverifica del percorso di pari opportu-nità fra donne e uomini e politiche diconciliazione.Nell’anno 2011 questo percorso haportato a compiere alcune scelte im-portanti:• è stato aggiornato il Codice Etico al-

l’interno del quale si precisa che Ca-diai si adopera per evitare qualsiasiforma di discriminazione fra uominie donne, per sensibilizzare tutto ilpersonale sul tema delle pari oppor-tunità e per avviare azioni di conci-liazione fra tempi di vita e di lavoro;

• il Consiglio di Amministrazione hanominato la Responsabile per le po-litiche di Pari Opportunità;

• è stato approvato il piano annualeper le Pari Opportunità;

• è stata avviata un’indagine qualita-tiva dei dati relativi a tutto il perso-nale occupato in Cadiai (numerodonne e uomini occupati, dimessi,infortuni, assenteismo, aspettative,congedi parentali, formazione con-tinua, qualifica sul lavoro, percorsi dicarriera, formazione legge 81 sullasicurezza ecc.) per verificare il ri-spetto delle pari opportunità fradonne e uomini e per rilevare biso-gni relativi alla conciliazione deitempi di vita e di lavoro;

• sono stati pubblicati articoli informa-tivi sulle pari opportunità sulla new-sletter di Cadiai e sulla rivista Scoop;

• è stata sottoscritta da Franca Gu-

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Visita alla CAMSTIl gruppo soci sullasostenibilità ambientalestudia il percorsodi produzione dei pasti.

di Antonia Piazzi

Sabato 10 Marzo il gruppo soci sullasostenibilità ambientale ha fatto visitaalla CASMT centrale per vedere comevengono preparati i pasti che sono ser-viti ogni giorno nei nostri servizi.Nessun controllo o titubanza, si tratta diun’idea nata all’interno di una discus-sione del gruppo sullo spreco di cibo. Inquell’occasione ci siamo infatti resiconto che, alle volte, avanzano varie ti-pologie di cibo, il pane piuttosto che lafrutta, alle volte la pasta, e ci siamo chie-sti come mai e se e come questo pro-blema potesse essere limitato o, attra-verso circuiti virtuosi, gli avanzipotessero venir distribuiti ai bisognosi.E chi, in tutto questo, meglio di CAMSTpoteva darci informazioni puntuali ecompetenti a riguardo?CAMST nella persona di Giorgio Spo-glianti, Direttore di locale, che ci ha ac-colto a braccia aperte mettendoci anostro agio, con una chiacchierata in-troduttiva.Abbiamo così scoperto che la CAMSTdell’autostazione, la nostra CAMST perintenderci, non produce qualsiasi tipodi pasto, ma esclusivamente per nidi,strutture per anziani, scuole. Per ser-vizi, insomma. E, proprio per questo,ogni singolo pasto deve rispettare lenorme definite dall’AUSL e dalle dieti-ste in quanto a grammatura e abbina-menti di pietanze.Questo fa sì che si possa far ben pocosui quantitativi che, invece, nei servizirileviamo siano troppo abbondanti.Iniziamo poi la visita vera e propria neilocali in cui, concretamente, vengonopreparati i nostri pasti.

Giustamente veniamo rivestiti di tuttopunto: camice, cuffia e copri scarpe;sembriamo tanti sacchetti bianchi opersonale pronto per la sala chirurgica.Vari di noi, appena entrati, si sorpren-dono di come tutti i pasti vengano pre-parati in un posto che ci immagina-vamo molto ma molto più grande. Einvece, in un luogo così, in cui tuttodeve essere seguito nel minimo detta-glio, è l’efficienza che capeggia. E pernoi, l’efficienza, prende forma in Con-cetta, energica signora che si occupadel porzionamento e confezionamentodei pasti dei nostri nidi.Con lei e con Giorgio seguiamo il per-corso degli alimenti, dalle enormi cellefrigo alla cucina, in cui pentoloni di di-mensioni inimmaginabili cuociono pa-sta già delle sei del mattino.Poi seguiamo il percorso del cibo cottofino al punto in cui viene porzionato e

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inscatolato, sotto la supervisione e il la-voro manuale di Concetta, per esserepoi pronto per i nostri servizi.Le nostre operatrici pongono tante do-mande, sia a Giorgio che a Concetta. Escopriamo una grande passione, nelfare questo lavoro.Concetta, che chiama“bimbi”i suoi forniin cui tiene al caldo i nostri pasti, chechiede “Tu di quale nido sei?” perché cisi conosce per servizio, senza associareun viso vero dietro a questo. E si ricor-dano tutto, Concetta e le altre ragazze;addirittura il nome non solo dei nidi,delle sezioni e di come, per ognuna, ilpasto viene spedito. E questo porta adun nuovo desiderio: vogliamo venire avedere uno dei vostri servizi, ci dicono.Ed è un bellissimo momento anchequesto, non solo di apprendimento, madi conoscenza reciproca, umana. Viaspettiamo! �

attività sociale

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mento: relazione, crescita, rispetto deitempi e dei modi dell’altro.Quella dell’Educatore è una professioneche non si improvvisa, che richiede unaprofonda fede nella relazione che ac-compagna il “discente” a prendere con-sapevolezza di sé e del mondo, e questonon è compito di poco conto.Il lavoro dell’Educatore è soprattutto pro-getto, che ha come principio primo il“la-sciar essere”che non ha nulla in comunecon il“lasciar perdere”(cfr. Bertolini).Il lavoro comune tra educatori e neuropsichiatri che il progetto di collabora-zione di via Degli Orti e del Day Hospi-tal ha messo in atto, ha destato sicura-mente l’interesse e l’attenzione deglistudenti che, nel loro percorso forma-tivo dovranno progressivamente chia-rire quale è il ruolo professionale dell’Educatore e a quali importanti compitiè chiamato. �

La Semiresidenzadi via degli Ortiin UniversitàPresentato il libro “Sofferenzapsichica e cambiamentoin adolescenza” agli studentidi Scienze della Formazione.

di Lara Furieri

Dopo la presentazione del libro “Soffe-renza psichica e cambiamento in adole-scenza” presso la Libreria Coop Amba-sciatori, lo scorso 25 Gennaio il libro èstato presentato ad una platea di circacento studenti della Facoltà di Scienzedella Formazione dell’Università di Bo-logna. Il dottor Giancarlo Rigon e laprofessoressa Emanuela Cocever in-sieme a Lucia Zucchi, pedagogista diCADIAI e a Franca Guglielmetti, Presi-dente di CADIAI, hanno“raccontato”aglistudenti come il percorso di studi chestanno svolgendo si traduca nell’ atti-vità quotidiana, e come il ruolo del-l’educatore professionale abbia un va-lore decisivo nella buona riuscitadell’intervento educativo. È sicuramenteuna grossa risorsa il fatto di lavorare inuna équipe multidisciplinare, come nelcaso della Semiresidenza di via degliOrti, ma nel momento in cui medici

neuropsichiatri ed educatori si trovanoa condividere parte del percorso è ne-cessario che ciascuna delle due figuretrovi uno spazio ben preciso, delimi-tato da competenze specifiche chehanno pari valore. Quella dell’Educa-tore Professionale non è una profes-sione semplice,“Sapere, saper fare e sa-per essere”, è un lavoro basato efondato sulla relazione che diventa ma-trice di tutto l’agire pedagogico.Anche la professoressa Caldin, docentedi pedagogia presso la facoltà, soste-neva come per i futuri educatori che leiincontra nelle sue lezioni, sia difficile tro-vare una loro precisa identità e, a volte,sia forte il rischio di confondere la pro-pria con altre professionalità.A volte, per ritrovare la propria“identità”è bene andare un po’indietro nel tempoe capire chi è l’Educatore e quali sono le“parole maestre” alle quali far riferi-

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Delegazione coreanain CadiaiIl 20 febbraio una delegazione coreanacomposta da sindaci, professori, pub-blici amministratori e ricercatori del-l’Università sono stati a far visita allanostra Cooperativa.Il Direttore Generale Fatma Pizzirani eLara Furieri hanno accolto gli ospitidescrivendo loro le nostre attività ed inparticolare il funzionamento dei con-

sorzi Karabak; la visita si è conclusa alnido “Cicogna” dove Giusy Capizzi, co-ordinatrice responsabile della struttura,ed Enrico Mantovani, tecnico pedago-

gista, con il supporto dell’educatriceImma Massesio hanno raccontato il fun-zionamento del nido. �

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il gruppo di lavoro è coordinato daChiara Rigolin, che è responsabile an-che del Gruppo appartamento “S.Isaia”di via Portazza 5, da dove provengonoappunto i ragazzi di “ABS”.Da quando i ragazzi abitano qui sononati veri e propri momenti di confrontocome in una qualsiasi casa di studentiuniversitari, dove si discute di cosa pre-parare per cena o che film vedere lasera in tv, dove ci si sveglia presto perandare a lavoro e la stessa sveglia dellesei del mattino sveglia tutto l’apparta-

monografiaGruppoAppartamento“ABS”

Il 9 Marzo del 2010 Cadiai ha inaugu-rato il gruppo appartamento per disa-bili adulti “ABS” situato in via Mazzini170/2 a Bologna.Ormai da due anni sono state ufficial-mente consegnate le chiavi dell'appar-tamento a Salvo, Riki e Axel, i tre ragazziche abitano i locali di proprietà dellaBonifica Renana e consegnati alla coo-perativa Cadiai nell’Ottobre del 2009.L'appartamento è il punto centrale diun servizio innovativo nel settore delladisabilità adulta, già sperimentato consuccesso nel campo della psichiatria.L'idea che sta alla base del progetto è lacoabitazione di un gruppo di pari, trepersone disabili adulte nello specifico,che possano sviluppare attraverso laconvivenza un progressivo incrementodella propria autonomia. Il gruppo ap-partamento di via Mazzini viene tecni-camente definito “A Bassa Protezione”perché, a differenza di esperienze simi-lari in cui il livello di controllo è gene-ralmente più elevato, in questo caso lapresenza dell'operatore viene limitata

alle sole ore pomeridiane per consen-tire agli utenti di svolgere una vita piùautonoma e responsabilizzata.Punto centrale e peculiare di questaesperienza è la consegna concreta dellechiavi dell'appartamento agli utenti, aiquali spetta la gestione autonoma dellemansioni quotidiane quali la prepara-zione dei pasti e l'igiene personale edegli ambienti.L’organico è composto da Carla Zagatti,consulente psicologa di Cadiai, e dagliOSS Giovanni Catrini e Tiziana Tinarelli;

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getto, a Bruxelles, per parlare e con-frontarsi sulle tematiche del tempo li-bero e delle attività socio culturali daloro intraprese negli ultimi anni diesperienza di vita autonoma nel nuovoappartamento.Ormai da due anni questi tre giovani,compresi tra i 22 e i 39 anni, all’internodi “ABS” compiono concretamentegrandi passi nel proprio percorso di cre-scita. Un percorso comune per tutti etre, provenienti dallo storico gruppoappartamento “S.Isaia” presso il centropolifunzionale “Alessandro Ancona” divia Portazza, che nello sperimentarequesta nuova forma di convivenzastanno traghettando la loro vita versola piena autonomia. �

Operatore dei Servizi Sociali presso leScuole “Aldini”; Salvo è ormai da anniConsigliere dell’Associazione dilettan-tistica sportiva e di Promozione sociale“non andremo mai in tv”: con loro, oltrealle varie attività di sport, aiuta altri ra-gazzi disabili a superare momenti dichiusura e timidezza caratteriale chepoi portano all’isolamento.Tutti e tre stanno partecipando al pro-getto internazionale di Cadiai“E-Digni-ties” (di cui avete letto nello scorso nu-mero di Scoop) tenutosi in Francia,dove hanno condiviso con la delega-zione europea le loro esperienze nelcampo dell’inserimento lavorativo, edal 5 all’8 Marzo 2012 saranno prota-gonisti della seconda tappa del pro-

mento. Ormai i luoghi sono familiari,dal supermercato alla parrocchia, daltabaccaio al parrucchiere, i ragazzi co-noscono tutti e hanno stretto amiciziacon la gente che costituisce la quoti-dianità del quartiere. Salvo, Riccardo eAxel lavorano tutti e alla mattina l’ap-partamento è vuoto mentre nel pome-riggio, dopo un po’ di riposo, comin-ciano le loro attività: Axel ormai da unanno segue lezioni di chitarra e pcpresso una “casa della cultura” gestitada ragazzi che collaborano con l’“XM24” (centro sociale di Via Fioravanti);Riccardo, oltre agli allenamenti di cal-cetto tenuti dal nostro Andrea Veronesipresso il Centro Sportivo“Pertini”(Quar-tiere Savena), segue il corso serale di

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La Residenza“Parco del Navile”è apertaUltimi controlli primadell’ingresso degli ospitiin struttura.

di RobertoMalaguti

È stato un percorso lungo, importantee complesso; ne abbiamo scritto in varinumeri di Scoop, tenendovi informatidi come procedevano i lavori di co-struzione, allestimento e di quantofosse un servizio pregiato ed efficientequello che stava nascendo attraverso ilconsorzio Kedos e che sarebbe statogestito da Cadiai.

La struttura è pronta da alcuni mesi,con i suoi 108 posti letto, le sue saleluminose, colorate e comode e sonomesi che attorno ad essa ruota unbrulicare di persone per sistemare gliultimi dettagli, gli ultimi passi primadi essere davvero pronti.Ricontrollare gli impianti, la segnale-tica, il piano antincendio e tutto quelloche occorre perché la Residenza sia at-tiva e in linea con tutte le normative;attendere la Commissione che auto-rizzasse il funzionamento e dunquel’apertura effettiva della struttura. An-che questo, che sembra poco, è statoun percorso lungo, minuzioso e duro.Ma poi l’autorizzazione è arrivata equindi, concluso il lavoro “dietro lequinte”, è necessario essere attivi eoperativi come équipe.Il gruppo di lavoro ha così iniziato,l’ultima settimana di Febbraio, unpercorso di formazione con il re-sponsabile della struttura, RobertoMalaguti, la RAA, Lorella Vaccari, lapsicologa, Christine Melon e il me-dico geriatra Francesca Lancellotti.Tutti pronti e preparati per ricevere iprimi ospiti che hanno fatto il loro in-gresso in struttura il 5 Marzo. �

Progetto“Nonno Geppetto”Gli anziani dei centri diurniCadiai si ritrovano per unreciproco scambio d’aiuto versoi bambini dei reparti pediatricidell’ospedale S.Orsola-Malpighidi Bologna.

di Anna Chiara Achilli, Musicoterapeuta

Continua, con il progetto “Nonno Gep-petto”, la collaborazione iniziata loscorso anno con l’ospedale “Gozza-dini” di Bologna.Il precedente progetto, “Un nonno incamice bianco”, vedeva gli anziani deicentri diurni Cadiai attori in alcune re-cite realizzate per i bambini dei repartipediatrici dell’ospedale S.Orsola - Mal-pighi di Bologna, e quest’anno glistessi anziani si presentano con dei la-boratori in cui verranno costruiti deglioggetti insieme ai bambini dell’ospe-dale pediatrico.Infatti, visto l’enorme entusiasmo ditutta l’équipe medica e il successo delprogetto precedente, si è pensato an-che quest’anno di confermare la colla-borazione con il “Gozzadini”, grazie alsupporto prezioso dell’associazione“Amaci” che ci fa da tramite, e realiz-zare dei piccoli laboratori di costru-zione di oggetti a tema o di strumentimusicali.Il progetto “Nonno Geppetto” è ini-ziato a Novembre dello scorso anno edurerà fino a Dicembre 2012 e prevedecinque appuntamenti in cui laboratoridiversi saranno proposti dai cinque cen-tri diurni, rispettivamente il Centro

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ospedalizzato e di ridurre quindi i suoitempi di inattività.Mentre nei mesi si susseguiranno gliappuntamento con i singoli centridiurni, l’ultimo intervento a chiusuradi progetto, a Dicembre 2012, prevedela partecipazione di tutti i centri diurniinteressati che augureranno ai bam-bini un Buon Natale attraverso unapiccola rappresentazione e dei cantinatalizi, in un saluto finale di un arri-vederci all’anno prossimo. �

Diurno “Castelletto” del Quartiere Sa-vena, il Centro Diurno “I Tulipani” delQuartiere San Donato, il Centro Diurno“Cà Mazzetti” di Casalecchio di Reno, ilCentro Diurno “Pizzoli” del QuartiereNavile, il Centro Diurno “Villa Arcoba-leno” del Comune di San Lazzaro.I primi due appuntamenti sono statigià realizzati: il Centro Diurno “Ca-stelletto” ha proposto, durante loscorso periodo natalizio, la costruzionedi una stella di Natale in carta contanto di gambo in legno per poterlaattaccare.Tra il clima festoso, musicale e coloratoda cartoncini, pennarelli e glitter,l’emozione degli anziani è stata molta:aiutare una bambina a realizzare lestelle di natale che alla fine attaccasulla propria flebo permette all’an-ziano di farlo sentire “utile” all’internodel gruppo ma soprattutto verso ilbambino ospedalizzato.Infatti il progetto laboratoriale hacome finalità principale di permettereagli anziani di essere i catalizzatori diun percorso di aiuto al fine di aumen-tare il legame sociale e generazionaleall'interno del gruppo per prevenirele malattie sociali del disadattamentoe della solitudine, spostando l’atten-zione, sia nell’anziano che nel bam-bino, verso l’altro, distogliendoli cosìdalle problematiche legate all’età oalla malattia di degenza.Il secondo appuntamento, invece, havisto protagonista il Centro Diurno “ITulipani” durante il periodo carneva-lesco: presentandosi già mascherati, glianziani hanno pensato di realizzaredelle belle maschere che i bimbihanno poi potuto indossare e dellema-racas, strumenti musicali ottenuti conmateriale da recupero, da suonare du-rante la permanenza all’interno dellastruttura ospedaliera.Rispetto allo scorso anno, in cui i bam-bini erano dei semplici spettatori dieventi proposti dall’anziano, ho pen-sato che quest’anno fosse il caso di

variare e che sarebbe stato molto in-teressante vederli lavorare insieme,gomito a gomito con materiali di variotipo. Infatti il lavoro manuale nellacreazione di un prodotto finito, chepuò essere portato a casa, permette dicanalizzare la rabbia, l’aggressività delbambino stesso ma anche del fami-liare che lo accompagna all’internodell’attività, attenuando così le situa-zioni di disagio del piccolo pazientelegate al permanere in ambiente

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Feste, ballie compagnia…Tradizionale cena allaCasa Residenza “Il Corniolo”e una vivace festa di carnevale.

di Monica Bondioli, Animatrice

Il 27 Gennaio 2012, alle 19, si è tenutapresso la Casa Residenza“Il Corniolo”diBaricella, la tradizionale cena con i pa-renti e gli amici degli ospiti. Abbiamotrasformato il soggiorno in una sala ri-storante, con tavoli che proseguivanoanche nei corridoi adiacenti per lagrande adesione di persone. Abbiamoadornato le tavole con segnaposto per-sonalizzati, menù della serata e ramettidi spighe di grano per buon augurio.Abbiamo accolto i tanti parenti e amici(un centinaio di persone in tutto), il Sin-daco, i rappresentanti dell’Auser e delloSpi del territorio, il presidente del Cen-tro Sociale “La Villa”, alcuni volontaridella parrocchia e Don Dante, parrocostorico della Struttura trasferito alcunianni fa in un altro comune ma che congrande affetto accoglie sempre i nostriinviti. Abbiamo ascoltato i desideri de-gli ospiti per proporre il menù e vistonei loro occhi l’orgoglio e la gioia nelcondividere una serata particolare conamici e parenti. E infine… finalmente…abbiamo cenato! Crespelle con radic-chio e funghi, farfalle con prosciutto e

mascarpone… rollè di tacchino al-l’arancia con patate al forno… polpet-tone ripieno con verdure… strudel difrutta… crema chantilly con granelledi nocciole… torta di riso!!! Il tutto pre-parato dalle nostre bravissime cuocheche, permettetemi, cogliamo l’occa-sione per ringraziare: grazie a Patrizia, aNina, a Grazia e a Magda.Ma grazie anche a tutti gli ospiti, ai lorofamiliari e agli amici che ogni anno ciriempiono di soddisfazione affollandola sala del rinomato Ristorante Trattoria”Da Nicola”!Ma non è finita… il pomeriggio del 21Febbraio “Il Corniolo” si è trasformatonel“Sambodromo”di Rio per la festa dicarnevale. Assieme al gruppo del Cen-tro Sociale “La Villa” che ci ha fatto daaccompagnamento musicale, abbiamopresentato le tante maschere, ballato,cantato e mangiato le tradizionali sfrap-

pole. Gli ospiti e gli operatori in turno sisono resi disponibili per indossare i co-stumi e, in alcuni casi, trasformarsi com-pletamente. Abbiamo così conosciutole“Tre Grazie”, l’Uomo primitivo, il Lupoe Cappuccetto Rosso, alcuni diavoletti,due gattini, una tigre e l’avvenenteTommasina… che speriamo ci concedala liberatoria per la pubblicazione dellafoto… credetemi… Merita!!! Grazie atutti e alla prossima. �

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Ti conoscomascherina!Anche quest’annola tradizionale festadi carnevale tra i cinquecentri diurni di Cadiai.

di Anna Chiara Achilli, Musico terapeutae Coordinatrice attività centri diurni

Anche quest’anno tra coriandoli e stellefilanti il Centro Diurno “Cà Mazzetti diCasalecchio di Reno ha festeggiato” ilcarnevale ospitando tutti i cinque cen-tri diurni Cadiai, in una festa piena di di-vertimento e risate.È ormai un appuntamento fisso cheavviene tutti gli anni, ma che que-st’anno, rispetto agli scorsi, ha visto lapartecipazione di un centro diurno inpiù, il nuovo acquisito, “Villa Arcoba-leno” del Comune di San Lazzaro ilCentro Diurno.Come di consueto, anche quest’annogli anziani dovevano realizzare un co-stume a tema e sfilare nel pomeriggio inuna vera e propria gara sulla mascherapiù originale e meglio elaborata.Così il podio se lo è aggiudicato il Cen-tro Diurno “Castelletto” del QuartiereSavena il quale ha pensato bene di ri-manere fedele al proprio nome di ca-

stellani di corte e realizzare un vero eproprio corteo medievale il cui ingressoera annunciato dalla lettura di una per-gamena in rima e, come sottofondo,una musica sontuosa degna di un re edi una regina, accompagnati dal lorofedele giullare.I vestiti sono stati interamente realizzatidagli anziani così come la corona dei re-gnanti e lo scettro, l’attenzione nei par-ticolari e per la musica ha fatto sì che siaggiudicassero il primo posto.Il secondo posto invece, a pari merito, selo sono spartito il Centro Diurno “I Tuli-pani” del Quartiere San Donato e il Cen-tro Diurno ospitante “Cà Mazzetti”: ilprimo proponeva il tema del gatto-pardo con un costume di stoffa cucitodagli anziani del centro e le maschere

anch’esse rattoppate di stoffa maculata,mentre Casalecchio, tema originale edallusivo, “La signora del Carlino e deglialtri…”giornali, un vestito interamenterealizzato con pezzi di quotidiano contanto di cappello e cestino adornato difiori colorati di carta crespa.Novizi della gara, il Centro Diurno“VillaArcobaleno” di San Lazzaro si è aggiu-dicato il terzo posto presentando la fa-vola della principessa e del principe ra-nocchio accompagnati dalle mascheredegli animali del bosco.Ritornati dalla miniera, stanchi ed affa-ticati, con il loro tipico canto di marcia,i sette nani del Centro Diurno “Pizzoli”portano a casa il quarto posto, sfilandocon cappelli colorati a punta e barbebianche… il gioco consisteva nell’in-dovinare quale nano ognuno rappre-sentasse.La giornata inoltre è stata scandita dagiochi musicali, scherzi, pop corn esfrappole che hanno colorato e ravvi-vato la festa, creando un clima serenoed gioioso.Questa edizione, rispetto alla prece-dente, è stata sicuramente maggior-mente ricca di originalità e curata neiminimi particolari; tenendo conto delpoco tempo e della capacità degli an-ziani nel realizzare i costumi possiamodire, riprendendo la pergamena deivincitori, che la creatività in questi casi“non fa male viva viva il carnevale...”. �

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Il Carnevaleè solo dei bambini?La voglia di giocarenon muore con l'età.

di Marie Christine Melon, Psicologa

Ancora una volta non è cosa si fa, macome lo si fa.Una cosa è organizzare una festa diCarnevale provvedendo ai dolci, allamusica e alle stelle filanti e condu-cendo nel salone delle feste anzianiun po’ perplessi, che nemmeno ricor-dano di essere in inverno e che frui-ranno per lo più passivamente del-l’occasione, un'altra è cominciare apreparare la festa per tempo, farsi aiu-tare dagli anziani e da qualche fami-liare nel ripristino dei costumi, com-mentare e sostenere la scelta delcostume preferito, procedere alleprove, discutere insieme su quali dolciordinare, sollecitare operatori e fami-liari a indossare uno dei costumi chegli anziani hanno lasciato e divertirsinel vederli così cambiati, modificarela pianificazione settimanale per farein modo che tutti possano parteciparealla festa nelle migliori condizioni: è

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un fare che può occupare anche unintero mese della vita di una residenzae degli anziani che la abitano, che sup-porta diversi tipi di attività, dall’eser-cizio delle prassie residue alla stimo-lazione della memoria autobiografica,dall’espressione del gusto all’afferma-zione della propria inconfondibile in-dividualità.È un fare che ha la capacità di stimo-lare desideri e di creare un’aspetta-

tiva: non c’è condizione più triste,nella vita di una persona, che subire lasensazione di non avere più niente daaspettare. �

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ascolto sugli argomenti trattati; gene-rare in tempi e modi opportuni unasuccessiva discussione anche al rien-tro in sede e, in ultimo, realizzare unacollaborazione e contatti proficui conaltri enti comunali. Gli argomenti finoad ora trattati riguardano la storia dellabiblioteca, la storia del quartiere Pila-stro e del quartiere San Donato, non-ché la grande crisi del 1929: l’anzianoviene coinvolto in un progetto dove sialternano e si confrontano gli argo-menti tra passato, presente e futuro, inun clima informale e familiare. Durantequesti incontri vengono fornite infor-mazioni sul contesto attuale, ma si rie-vocano anche immagini e racconti divita passata, quando la maggior partedegli anziani aveva poco a che fare con

“LeggerMente”In visita alla bibliotecadel Pilastro.

di Paola PetazzoniCoordinatrice Centro Diurno “I Tulipani”

Ha preso avvio a Gennaio di que-st’anno il nuovo progetto del CentroDiurno “I Tulipani” del Quartiere SanDonato dal titolo “LeggerMente”, cheprevede alcuni incontri nella bibliotecadel quartiere Pilastro“Luigi Spina”e chetermineranno in primavera.Sono incontri a cadenza quindicinale eoffrono la possibilità a tutti gli anzianidi poter usufruire di un servizio citta-dino molto utile e culturalmente arric-chente con argomenti vari ed inerentila città in cui vivono.Dopo un incontro tra la coordinatricedel centro e la direttrice della biblioteca,la dottoressassa Miria Gualandi, al fine diorganizzare l’attività e stabilire un elencodi temi da affrontare, gli argomenti ven-gono opportunamente calendarizzati,presentati e diretti dal bibliotecario spe-cializzato per circa due ore.All’arrivo degli anziani, il bibliotecariocomincia a esporre in modo semplice ecomprensibile l’argomento da trattare,interrompendosi di tanto in tanto perlasciare un ampio spazio di discussionee di confronto agli ascoltatori.Tale attività, completamente gratuita,risulta essere molto utile in quanto of-fre un diversivo alla routine della gior-nata all’interno della struttura e pro-pone degli obiettivi mirati al bisognodell’anziano: permette infatti di au-mentare la conoscenza nell’anziano delpatrimonio libraio disponibile e dimantenere e sollecitare la capacità re-sidua a livello cognitivo e mnemonico.Aiuta inoltre la relazione con il gruppodi partecipanti in ambiente diverso dalCentro Diurno e con personale estra-neo; permette di mantenere la con-centrazione e stimolare la capacità di

ambienti quali una biblioteca, in gradodi raccontare e testimoniare la storiadei quartieri cittadini e di una crisi eco-nomica come quella del 1929.Il confronto che si crea durante questiincontri tra passato, presente e futurodeve essere affrontato in modo daporre attenzione al bisogno di ogni sin-golo anziano nel rievocare il propriovissuto (anche con il dolore che ne puòscaturire) e di fare affiorare i ricordi diquei periodi (dove e come vivevano,come si è modificato un quartiere, chericordi hanno della crisi e così via) sti-molando l’anziano a vedere oltre, ri-conducendolo per mano al presente,per vivere al meglio e serenamente lavita attuale e magari nel progettare,perché no, un“futuro”sereno e felice.�

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portarlo a casa per condividerlo con lafamiglia. La lettura diventa così unostraordinario mezzo di comunicazionetra adulti e bambini, non solo al nido ein biblioteca, ma anche a casa.La lettura è quindi un modo intenso edivertente per aiutare i più piccoli acrescere. �

L’importanteè leggere!Esperienze di letturain collaborazione conla biblioteca del QuartiereSan Vitale per“Il Trenino Ciuf Ciuf ”.

a cura delle Educatrici de “Il trenino ciuf ciuf”

Leggimi subito, leggimi forteDimmi ogni nome che apre le porteChiama ogni cosa, così il mondo vieneLeggimi tutto, leggimi beneDimmi la rosa, dammi la rimaLeggimi in prosa, leggimi prima

Bruno Tognolini

Se chiediamo ad un adulto “perchéleggi?” egli ti risponderà: per evadere,per rilassarmi, per conoscere punti di vi-sta diversi dai miei, per dare sfogo allafantasia, per ritrovarmi in mondi lon-tani, per essere lì e dove…Se chiediamo ad un bambino “perchéleggi, perché ti piace ascoltare unastoria?” egli ti risponderà “perché mipiace a me”, “perché ridiamo”, “mi piac-ciono”…È proprio da queste riflessioni che ènata la voglia di far diventare la letturaun’abitudine di grande importanzanella quotidianità del nostro nido.Secondo noi iniziare a leggere è un’at-tività che va di pari passo con la crescitapsico-fisica del bambino, non bisognaaspettare che conosca l’alfabeto per-ché ci sono tanti modi diversi di “leg-gere”. Ad esempio a sei mesi un bam-bino ha già la capacità di incuriosirsiper un libro ricco di immagini che ri-specchiano il quotidiano, come unapalla, una macchina, un volto…Man mano che i bambini crescono si in-teresseranno a libri più complessi cheriportano storie brevi, ricche di signifi-

cati. Ai bambini piace identificarsi coni protagonisti della storia, piace viag-giare con la fantasia, piace ascoltare.Ed allora Roberto ci aiuta a “gestire” larabbia, il topolino Budino a diventarepiù coraggiosi, il coccodrillo Achille acapire che se non mangiamo siamostanchi e deboli e la Pecorella che, infondo in fondo, anche i lupi ci pos-sono coccolare.La lettura dei libri non avviene soltantoall’interno del nido, ma da quattro anniil nostro nido collabora con la biblio-teca del Quartiere San Vitale“La soffittadei libri”. Questa collaborazione va dipari passo con il tema portante di tuttele attività previste dalla nostra pro-grammazione. Quest’anno sono i ceci,la farina, lo zucchero, le carote, i piselli,le mele… ovvero tutto il cibo è il nostrofilo conduttore.“MMM… pappa buona”è il titolo del progetto della biblioteca alquale abbiamo partecipato.La bibliotecaria non legge semplice-mente una storia, ma ne fa una vera epropria drammatizzazione. Anna riescea far diventare i nostri bambini prota-gonisti delle storie che narra: attraversola musica, i colori, le stoffe, le sueespressioni del volto, rende semplicela comprensione della storia. Dopo averascoltato e partecipato attivamente alracconto, la bibliotecaria chiede allaguardiana della soffitta dei libri, “la gal-lina Cocò”, se i bambini possono sce-gliere e sfogliare i suoi tesori. In questomodo i bambini iniziano un vero e pro-prio percorso di esplorazione, sia indi-viduale che di gruppo, dei libri. I bam-bini sono liberi di scegliere un libro e di

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guire il canto dei bambini, anziani com-muoversi per l'intensità delle emozionie anziani ridere e scherzare, mentre ba-cini e abbracci azzeravano le distanze.Questa esperienza, per noi importantee intensa, fa parte di una progettazionecondivisa con la classe di San Martinoed è il primo di alcuni incontri.Il 19 Marzo infatti andremo noi allascuola materna con alcuni ospiti dellastruttura; in quest’occasione unamamma ci farà lavorare con la creta perfare piccoli manufatti.Questi momenti sono importanti siaper gli anziani sia per i bambini inquanto si sviluppa un senso di compli-cità durante ciò che si fa insieme, un su-peramento spontaneo delle possibiliincomprensioni, mentre viene valoriz-zata l’esperienza degli anziani nel sa-per fare e la creatività e giocosità deibimbi nel voler imparare cose nuove. Al

Una mattinainsieme…Bambini in visita allaCasa Residenza “San Biagio”.

di Sabrina Stinziani, Psicologa

Vedere dei bambini che corrono, sal-tano e ridono in una Casa Residenza faproprio aprire il cuore e sorridere.I bimbi della scuola dell'Infanzia di SanMartino in Casola (Comune di MonteSan Pietro) sono venuti a trovarci instruttura allietando con giochi e canti lamattinata del 26 Gennaio. La scusa erala festività della Befana, ma visto cheper motivi organizzativi la data dell'in-contro si è stata spostata alla fine delmese, ci è venuta a trovare anche lafata “Smemorina” che ha ricordato allanostra Befana che era arrivata con unpo’ di ritardo e infine ci ha coinvoltocon giochi di memoria utilizzando inomi dei bambini e degli ospiti.La mattina è cominciata con l'arrivo delpullmino giallo dei bimbi che, dopo es-sere scesi, sono entrati in fila per duenella sala polivalente della casa resi-denza, nello stupore e incredulità deipresenti... “che sorpresa per i nonni!”,ha detto una bimba.Il viso degli anziani esprimeva un mistodi shock positivo, gioia e commozione.Osservare come i piccoli bambini inte-ragivano con gli anziani ha colpito unpo’ tutti: meccanismi protettivi e di di-fesa, sovrastrutture cognitive, stereo-tipi, paure o timori basate sui luoghicomuni?! No, no… tutto assente!Presenti sono la semplicità dello stareinsieme in quel momento, ognuno“GIUSTO” e “AMABILE” così com’è.Dopo i giochi e i balli, abbiamo accom-pagnato i nostri "piccoli ospiti" nei trenuclei della Casa a salutare gli anzianiche per vari motivi non erano stati rag-gruppati nella sala polivalente.Nei nuclei abbiamo visto anziani se-

termine tutto il percorso sarà docu-mentato con un grande libro con lefoto degli incontri, dei laboratori con icommenti dei piccini e degli anziani. �

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Aprirà a breveil centro di curepalliative Hospicedi Casalecchiodi RenoIl nuovo centro sarà gestitodalla Fondazione HospiceSeragnoli e da CADIAI.

di FrancaGuglielmetti, PresidenteCADIAIe RosannaFavato,Direttore FondazioneHospice

La definizione Cure Palliative deriva daltermine latino Pallium, il mantello uti-lizzato dai pellegrini nel corso dei loroviaggi verso i santuari, per proteggersidalle intemperie.Analogamente infatti le cure palliativehanno lo scopo di proteggere il ma-lato nella sua globalità di persona,nella malattia e nel viaggio dell’ultimotratto della vita.Dove si applicano le cure palliative?Questa filosofia di cura può e deveesplicarsi in diverse modalità assi-stenziali, tra cui l’assistenza domici-liare, l’assistenza in strutture residen-ziali dedicate (hospice) o in struttureospedaliere, nei day hospital, negliambulatori: questo per dare la rispostaassistenziale più adeguata ai diversibisogni che intervengono nei diversimomenti della malattia.L'hospice in particolare rappresentauna delle modalità di offerta di curepalliative: non è una struttura alterna-tiva all'ospedale o al domicilio, bensìcomplementare ed integrata con essi,alla quale si accede quando non ri-sultanopiù adeguate lemodalità as-

sistenziali proposte in quei contesti.L’obiettivo è creare una vera continuitàassistenziale nella fase della malattianon più guaribile e che proprio perquesto ha una particolare necessità dicure sia sanitarie che psicologiche esociali.In altre parole, l’hospice è la strutturaresidenziale di riferimento per la de-genza, specialistica, protetta e transi-toria, sia per i pazienti seguiti al domi-cilio che per i pazienti già ricoverati inreparti ospedalieri e che non possonorientrare a casa per la complessità dellaloro situazione.La programmazione sanitaria regionaleha previsto per la ASL di Bologna bentre hospice. Uno collocato nell’areanord, a Bentivoglio, con trenta postiletto, uno per l’area centrale della pro-vincia, situato presso il Padiglione Ti-nozzi dell’Ospedale Bellaria (HospiceBellaria), di tredici posti letto.Entrambe queste strutture sono gestitedalla Fondazione Hospice Seragnoli.Il terzo, di prossima apertura, dotato diquindici posti letto, è situato nella zonasud, a Casalecchio, presso il complessodella Casa Residenza “San Biagio”, ge-stita da CADIAI.La circostanza che a Casalecchio cifosse una Casa Residenza contigua all'hospice è apparsa da subito ottimaledal punto di vista della cura del pa-ziente, potendo garantire continuitànelle cure e nel trattamento, una voltagestita la fase acuta all'interno dell'-hospice.Come detto in premessa infatti, il pa-ziente durante il suo percorso di ma-lattia attraversa diverse fasi, più o menocritiche, ed è auspicabile che possasempre essere accolto nel luogo (do-micilio, ospedale, hospice) più coerentecon le sue necessità di cura e nellostesso tempo più compatibile con lesue aspirazioni.Il paziente che fortunatamente superail momento di crisi, grazie alla messa apunto della terapia e il controllo deldolore, può essere dimesso dall’ho-

spice per tornare al domicilio, o puòaver bisogno della Casa Residenza, nelcaso in cui non abbia famiglia o la fa-miglia non sia in quel momento ingrado di far fronte alle cure molto im-pegnative che comunque la situa-zione può richiedere.Le Case Residenza sono a tutti gli effettida considerare nella rete delle cure pal-liative ed è pertanto essenziale che ipazienti dimissibili dall’hospice trovinoanche in queste altre strutture territo-riali operatori in grado di accoglierli e diaccudirli.Per quanto riguarda la gestione dell'-hospice di Casalecchio di Reno, lastessa è affidata alla Fondazione Sera-gnoli, mentre il servizio assistenziale èstato, invece, affidato a Cadiai con il du-plice scopo di garantire servizi assi-stenziali adeguati - dal momento cheCadiai ha un'ampia esperienza nel set-tore - e diffondere la conoscenza dellecure palliative che la cooperativa potràtrasferire nella gestione della Casa Re-sidenza, per tutti quegli ospiti che neabbiano necessità.Il personale dipendente di Cadiai chelavorerà presso il nucleo hospice saràformato da otto OSS.Questi operatori hanno svolto un corsodi formazione in cure palliative pressola Fondazione – corso regolarmente re-tribuito da Cadiai.L’organico dell’hospice sarà quindicomplessivamente composto da: duemedici, un coordinatore infermieristico,otto infermieri professionali, otto ope-ratori socio sanitari, un fisioterapista euno psicologo.È prevista una rotazione degli operatoridi Cadiai che, una volta formati, pos-sono rientrare nella Casa Residenzaavendo acquisito le competenze per lapresa in carico di pazienti con malattiaa carattere evolutivo, ma non terminali,che possono essere accolti nella CasaResidenza quando non sia attivabilel’assistenza domiciliare. �

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Nasce ComeTeDaMarzo un nuovo serviziorivolto a tutti i bisognidi una famiglia.

di AlessandroMicichResponsabile Servizio Gare e Progetti

Dalla collaborazione con Obiettivo La-voro, nota agenzia di lavoro interinale af-ferente al sistema Legacoop, e CADIAInasce un nuovo servizio rivolto ai privatiche si fa carico di rispondere alle svariateesigenze che una famiglia può incon-trare nel suo cammino.ComeTe, questo il nome del nuovo ser-vizio, si rivolge agli anziani, ai bambini ealla famiglia intesa nella sua totalità, chespesso si trova a dover svolgere azioni di

cura senza un supporto adeguato.ComeTe offre assistenza agli anziani ea persone disabili in maniera diversifi-cata e personalizzata, a seconda delleesigenze che si manifestano: da serviziresidenziali per persone non più au-tosufficienti al sostegno all’autono-mia, giorno e notte, fino ad una assi-stenza più limitata nel tempo, peresempio durante i pasti o come sem-plice compagnia.ComeTe si rivolge anche ai più piccoli:attraverso questo servizio infatti sipossono verificare le disponibilità neinidi d’infanzia gestiti da Cadiai, avereuna baby-sitter secondo le necessità oun educatore che affianchi i bambininei compiti.Ogni intervento, in qualunque ambito, èaltamente personalizzato, così comesuggerisce il nome stesso: un servizio su

misura dei bisogni, un servizio che sicura delle persone a noi care propriocome faremmo noi. �

Nuovi spazialla Casa Residenza“Sandro Pertini”Cambiamenti e ristrutturazioniper gli anziani di Altedo.

di Pia Accardi, Coordinatrice della struttura

La Casa Residenza “Sandro Pertini” si èrinnovata, infatti a Maggio 2011 sonoiniziati i lavori di ristrutturazione ed

ampliamento della struttura, terminatia Settembre 2011 salvo piccole rifini-ture e ritocchi.Tutte le parenti sono state ritinteggiate,si è scelto di ripristinare il “total white”tipico delle case coloniche per evitarel’effetto dato dal colore lavabile a metàparete che sa veramente poco di casa.L’ampliamento di due posti letto si èottenuto ricavando due camere sin-gole nei locali prima predisposti perl’ufficio della Responsabile e per l’am-bulatorio.A seguito di questa ridefinizione deglispazi è stato creato nel grande atriodella struttura il nuovo ufficio della Re-sponsabile, un elegante box in vetroche ben si sposa con lo stile colonicodella struttura, creando un contrastogradevole tra tradizione e modernità.La palestra, molto grande e per certiversi dispersiva, è stata divisa in dueambienti più raccolti e funzionali.I due spazi sono stati assegnati al-l’ambulatorio e alla nuova palestra oramaggiormente accogliente, struttu-rata ed efficiente.

Le due nuove camere da letto man-tengono gli arredi in linea con le altrestanze della struttura e grazie all’am-piezza degli spazi, sono arricchite daun grazioso“angolo salottino”con di-vanetto e tavolino. �

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Sempre piùa misura di bambinoCambiamenti al nidoCicogna di San Lazzaro.

di ImmacolataMassesio, Educatrice

“C’era sul ramo forcutodel nostro ciliegio,un nido di cardellini, grazioso, rotondo,perfetto, tutto crine di fuori, tutto sofficedentro.” Jules Renard

Soffice, morbido, accogliente… questoè un nido. La parola giusta è acco-gliente, dal latino colligere che significacollegare a me, raccogliere presso disé. Il nostro nido è nuovo e tra i progettidi miglioramento, definiti dalla cartadei servizi, era previsto il salone. Il mi-glioramento ha bisogno di tempo e ri-chiede diverse riflessioni che hannoluogo dall’osservazione sui bambini.Il nostro nido accoglie bambini di etàeterogenea e quindi con diverse carat-teristiche in base all’età.Quindi come dare motricità, spazi perconquistare autonomie da gattoni aiprimi passi, al gioco simbolico? Dopodiversi collettivi siamo giunti alla deci-sione di dividere un salone troppogrande in piccoli spazi. Il bimbo in que-sta fascia di età ha bisogno di essere ac-colto e, in un ambiente più contenuto,questo è facilitato.Abbiamo inserito tre pannelli di legnocolorati con toni pastello su cui sonoraffigurati disegni e c’è la presenza dimagneti che rappresentano la neve, lemele, chiome di alberi ecc... con pas-saggi fatti da scalette morbide (motri-cità) e da tendine (gioco del cucù).Abbiamo così ricavato tre spazi; nelprimo il gruppo ha deciso di collocareuna grande struttura a castello con sci-volo e diversi cubi, nel secondo tro-viamo specchi con contenitori per tra-vestimenti, un grande tavolo e unmobile a muro dove ci sono giochi da

traino, pallottolieri, fogli da disegno ecolori a portata di bambino, riservan-doci di definire in itinere questi spazisempre più. Mentre nel terzo abbiamoallestito un’area morbida costituita dauna piscina con le palle e tanti cusciniche fanno da grande tappeto ad un

pannello di legno che narra la storia“lupo, lupo ma ci sei?”, frutto del lavorodi un corso di formazione a cui hannopartecipato un gruppo di educatrici delnostro nido. �

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servizinumero 35marzo 2012

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liber liberoLa rubricadedicataai suggerimenti di let-tura è uno spazio a disposizione di tutti.Chiunque volesse scrivere un commentoo un’impressione su un libro che si è ap-prezzato e che si vuol condividere conglialtri, può contattare la redazioneallo 0517419001 o scrivendo a [email protected]

NorwegianWoodHarukiMurakamiEinaudi

di Raffaele Montanarella

Non è semplice, affatto, recensire unlibro come Norwegian Wood.Prima di quel momento, non avevomai letto nulla di Murakami. Dopoaverlo letto è entrato di diritto nelprimo cassetto del comodino. Lo stiledi Murakami è così limpido e sem-plice che, nonostante il susseguirsi

degli eventi sia lento, le pagine scor-rono velocemente senza che il lettorese ne accorga.L'ambientazione storica non fa che dablando sfondo, senza mai entrare nelparticolare e senza mai, soprattutto,assumere rilevanza ai fini dello svol-gimento della storia. L'intreccio amo-roso, infatti, non subisce in alcunmodo l'influenza del sessantottomentre, invece, il tutto risulta scan-dito, delineato e amplificato dalla mu-sica e dalla letteratura.Per riuscire, infatti, a comprendere almeglio quello che Murakami volevacomunicare ogni tanto interrompevola lettura e ascoltavo i Beatles e pre-cisamente il disco Revolver.La trama è così semplice e lineare checi si stupisce molto quando ci si rendeconto di essere entrati nel pieno dellastoria e di essersi affezionati ai perso-naggi, come se anche noi facessimoparte di questa vicenda.Tutti i personaggi, persino lo stramboSturmtruppen, risultano essere tal-

Cadiai si aggiudicail servizio per utenticon disturbi autisticidi Roberto RinaldiResponsabile Settore Educativo

In data 26-01 -2012 si è svolta la se-duta di aggiudicazione della Proce-dura di Gara, indetta dall’Aziensa Usldi Bologna, relativa “l’affidamento

della gestione di attività abilitative epsico educative a favore di utenti condisturbi dello spettro artistico per ilDipartimento di Salute Mentale e di-pendenze patologiche dell’AziendaUsl di Bologna”.Il servizio, sul quale erano impegnatecinque educatrici professionali dellaCooperativa, è stato aggiudicato adun raggruppamento di imprese costi-tuito da Cadiai (capofila), Coop.Libertas, Aias, che già erano presentisul servizio relativo l’intera Provincia di

Bologna, e ha visto la partecipazionedi un altro concorrente: la coopera-tiva Quadrifoglio di Pinerolo.L’appalto avrà vigenza dal mese diAprile, con durata triennale, e possi-bile ulteriore proroga di ulteriorianni due e prevede un incrementodell’intervento educativo che perCadiai determinerà un impegnocomplessivo di nove educatrici pro-fessionali a tempo pieno. �

mente tanto ben caratterizzati e idialoghi tra loro appaiono così benstrutturati che, a nemmeno metàlettura, ci sembrerà di conoscerli dasempre e di conoscere ogni angolodel collegio di Toru.Un amore struggente, perlopiù pla-tonico, raccontato con un'abilità euna delicatezza disarmanti. Un libroche, nonostante sia stato scritto nel1987, non porta affatto su di sé ilpeso dell'età."Alla base di tutto ci sono le scelte:Naoko o Midori? Entrambe attrag-gono Toru allo stesso modo, ma sipuò vivere una vita per volta." pre-cisa l'autore.Da quando lessi questo libro pareproprio che questo pensiero nonsparisca.Murakami dipinge, con colori per-fetti e sfumati, il tema della scelta edi quanto sia difficile e rinfrancanterimanere in equilibrio sul filo deldubbio.Per poi respirare e scegliere. �

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non va e sposta quell’altro e vieni acontrollare dove facciamo il nido… mainsomma, dov’è finita la privacy!”“E si fossero limitati a controllare! Cihanno cacciato! Meticolosi, inesorabili!Oh, bastava volar via un attimo e ri-schiavi di non ritrovare il nido!”“Che maleducati! Siamo mai andati noia disfare i loro letti?! Non mi sembraproprio, non mi sembra!”Scuotono la testa entrambi, alquantocontrariati. Poi sorridono.“Però ne son successe delle belle, eh…”“Ma sì! Come quella volta che hannofatto funzionare la caldaia e si sono al-lagati!”Ridono, i due. Ridono a crepapiume.“E quel periodo in cui il riscaldamentoera impazzito e scaldava, scaldava, scal-dava…”“E poi parlano di piccioni arrosto! A mo-menti si cuocevano loro!”“E quell’odioso marchingegno che suo-nava sempre, in qualsiasi momento?Bell’invenzione l’allarme!”“Con quella Lorella che pigiava tasti di-sperata, roba da andar via col mal di te-sta!”“Sembrava di essere in una sala daballo!” muove la testa in un improba-bile ritmo discotecaro.“E quell’altro?! Roberto che ha minac-ciato di restare anche nel fine setti-mana perché se no chissà cosa succe-deva ad andare al lunedì?! Che ansia!”

“La nostra ansia, vorrai dire! Ma te loimmagini, qui anche nel fine setti-mana?! Saremmo dovuti andar via giàda un pezzo…”“E quando sono venute tutte quellepersone? Quel codazzo di gente cheandava in giro a controllare tutto, nem-meno dovessero sezionarla, questacasa!”“E i giorni prima?! Sembravano matti,neanche aspettassero chissà chi! Mettia posto questo, sistema le coperte, at-tacca cartelli qui e lì, il piano antincen-dio, di tutto… hanno fatto di tutto!”“E poi quelli che controllavano, con-trollavano… è dopo quella visita lì chehanno avuto il permesso!”“Il permesso di mandarci via!” sbottal’altro, scrollandosi le ali.Si intristiscono. Guardano al di là del ve-tro, dentro la residenza: i mobili caldi,colorati. Le lampade che sembrano tantipalloncini per una festa. Vedono per-sone che parlano, che ascoltano, cheriempiono quei locali. Prima restavanofino a sera poi di più, ora c’è semprequalcuno anche alla notte; ora che deglianziani abitano le camere, i salotti.“Guardali, ce ne sono ancora!”sentonodire dal basso.Si affacciano, vedono Roberto e Lorellache il guardano storto.Sbattono le ali e volano via “Ce ne an-diamo, ce ne andiamo… ora è casa vo-stra!” �

raccontoPrimi ospitidi Parco del NavileUna testimonianza non usaledella nostra struttura.

del piccione G.

Guardano dalla finestra verso il basso,guardano quella gente che gira, chesposta cose, che mette in ordine.La malinconia li invade, affacciati al da-vanzale, scuotono le teste tra l’incre-dulo e il contrariato.“E così è pronta, alla fine…”sospira uno,la tristezza nella voce gutturale.“Eh sì, ce l’hanno fatta. È propriopronta, non potremo più stare qui…”ri-sponde l’altro, continuando ad osser-vare il viavai sottostante.“Ma ti ricordi com’era bello qui, fino al-l’estate scorsa? Solo muratori, un ru-more infernale, certo, ma una volta cheti sei abituato ai loro trapani, martelli…si stava benissimo! Nessuno che cidesse fastidio; stavano lì, facevano illoro lavoro, nessun maniaco delle puli-zie, nessuno sfratto…”“Già… ed eravamo in tanti, allora…Praticamente un condominio! Ci si par-lava, da una finestra all’altra, in tuttatranquillità…”“Infatti, nemmeno sembra di stare incittà! Altro che i nostri amici che svo-lazzano sotto il Nettuno, tra le auto e losmog! Qui si sta bene, c’è il parco, il Na-vile, poco rumore e dei bei colori… Ilrosso di queste pareti, dei mattoni…che, come una volta, quando c’è il solebasso sembrano scaldare tutto… pro-prio un bel posto!”“ERA un bel posto, ora lo sarà per quellagente là, che ci verrà a stare, non pernoi!”“Hai ragione, da quest’estate non c’èpiù pace! Oltre ai muratori, che hannofinito i lavori, c’è sempre qualcuno acontrollare, ad aprire, chiudere…”“Maniaco delle pulizie! E questo così

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testimonianzenumero 35marzo 2012

Seguendo il filodi ARIANNe

Pubblichiamo un contributodi Pia Accardi, coordinatricedelle Case Residenza“La Torre” e “Sandro Pertini”,che collabora con l’associazioneARIANNe.

di Pia Accardi

Sono entrata a far parte di ARIANNe,un’associazione nazionale di donne af-fette da endometriosi, perché mi inte-ressa molto il tema così spinoso e sco-nosciuto di cui si occupa.Ho conosciuto molte donne, mie careamiche, che soffrono di endometriosi.Le ho viste piegate da dolori inspiegati,le ho viste sottoporsi a mille visite senzaessere capite, senza trovare risposte, leho viste piangere per mancate gravi-danze e le ho viste sentirsi in colpa pen-sando che fosse colpa loro.L’endometriosi è una patologia cronicae benigna che se frenata agli esordipuò essere alleviata ed ostacolata ma,essendo ancor oggi poco conosciuta,giovani donne non si sottopongono acontrolli accurati arrivando così ad unadiagnosi tardiva.L’endometriosi infatti è una malattiaspesso progressiva, dove alcune celluledella mucosa uterina si impiantano al difuori dell’utero.Ho scelto di dare un piccolo contributo,sopratutto divulgativo, perché comedonna mi sento chiamata in causa e,lavorando in una cooperativa compo-sta principalmente da donne, inizio di-cendo proprio a voi quanto sia impor-tante e quanto possa essere di aiutoconoscere questo tema.Fanno seguito le parole della dott.ssaSonia Cellini, presidente di ARIANNe,che attraverso la sua esperienza vi rac-conta come nasce l’ Associazione.

«NelNovembre 1998 scoprii di avere l´en-dometriosi e quasi nessuno era in gradodi spiegarmi in cosa realmente consi-stesse e quali potessero essere le conse-guenze. Nel frattempo la maggior partedei ginecologi la scambiava per colite.Nel corso degli anni sono stata sottopo-sta ad una serie interminabile di inter-venti, fino al punto che nel 2009 in cui siè stati costretti ad asportare utero edovaie perché nel frattempo la malattiaaveva intaccato le ovaie, l´utero, l´inte-stino, la vescica, il setto retto-vaginale el´uretere, incidendo sullamia vita perso-nale e professionale. Voglio, però, sotto-lineare che non è detto che si debbaarri-vare ad una situazione simile: se si staattenti ad individuare i giusti sintomi e siindividuaper tempo lamalattia, è possi-bile faremolto per limitare i danni chedaessa possono derivare.ARIANNe Onlus è nata per fornire alledonne ammalate informazione e for-mazione su ciò che si può fare, perchépossano sostenersi a vicenda attraversolo scambio delle rispettive esperienze,per sensibilizzare la comunitàmedica, leIstituzioni allo scopo di istituire un regi-stro delle donne affette di endometriosie di ottenere l´esenzione dal ticket sani-tario. La scelta del nome non è casuale:grazie al filo di Arianna infatti Teseo riu-scì a uccidere il di lei fratellastro, il Mi-notauro, ed a uscire dal labirinto diCnosso: il filo di Arianna è dedicato allamiametà perduta in quanto ho sempreavuto la sensazione che mi mancasseuna parte, che l´endometriosimi avessestrappato via unametà e che non si riu-scisse a ritrovarla.Arianna, la Dea del labirinto. Questo la-birinto che è come un luogo di inizia-zione, un luogo in cui l´uomo deve ucci-dere una parte mostruosa, terrificantema di grande potere, un´ombra, la pro-pria ombra, una parte di sé stesso. Il la-birinto inteso come la parte più oscura eprofonda di noi. Un luogo dove sacrifi-care una parte di sé, per poi nascere eduscire dal labirinto grazie all´amore diArianna, colei che sa che deve sacrificare

una parte di sé: il fratellastro, in qualchemaniera una parte di noi "muore" per ri-nascere a nuova vita.Il mito del labirinto, del Minotauro, diArianna e del suo filo, si è presentatospesso per un lungo periodo della miavita edho sentito la necessità di dare vitail 21 ottobre 2010adARIANNeOnlus: As-sociazione Nazionale di pazienti dedi-cata allamalattia.La nostra testimonial è Morena FunariZapparoli, anche lei affetta da endome-triosi.L’attività di ARIANNeOnlus è di promuo-vere una cultura orientata alla solida-rietà umana, promuovendo iniziative disensibilizzazione e di sostegno alla ri-cerca scientifica sull'evoluzionedelle curee delle tecnichedi curadell'endometriosi.ARIANNe è il nostro filo per uscire dal la-birinto per rinascere a nuova vita.Anche noi, grazie al filo di ARIANNe, po-tremo uscire dal nostro labirinto sfug-gendo quel "minotauro" che è l´endo-metriosi, una sorta di "fratellastro" conle quali siamo obbligate a convivere».

Vi informo che dal 5 Marzo all’11 marzo2012, si è svolta l’VIII Settimana Euro-pea della Consapevolezza dell’Endo-metriosi, ARIANNe Onlus è stata pre-sente nelle varie piazze d’Italia: Torino,

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Il senso civicodella neve“La cooperazione è,letteralmente, l'operareinsieme per raggiungereuno scopo, un fine comunein una iniziativa, impresa,attività.”Wikipedia.it

di Raffaele Montanarella

Capita spesso che la natura ci ri-cordi, con le buone o con le cattive,che siamo tutti ospiti.Capita spesso che ci si ricordi di fareparte della stessa comunità, solo du-rante eventi che scardinano la no-stra quotidianità.Io mi ricordo la nevicata del 2012. Tute la ricordi?Erano più o meno trent’anni che nonne veniva giù così nella nostra città.Eravamo attenti gli ultimi giorni diquel Gennaio altalenante e stavamocome lupi col naso all’insù aspet-tandola arrivare.Quando cade così tanta neve in po-che ore puoi stare allerta quantovuoi, ma non sarà mai abbastanza,per reggere il confronto con la na-tura.Perciò ci sentimmo, quel primo Feb-braio e i giorni successivi, così “di-versamente”.Certo la giornata, in linea del tuttoteorica, si sviluppò come tutte le al-

tre della nostra vita:colazione, spostamento per andare allavoro, lavoro, ritorno a casa.Ma tutto era diverso.Tutto fu una questione di priorità.La priorità di vestirti bene e adeguata-mente, quella di spostarti in base allepossibilità e quella di garantire la con-tinuazione, quasi del tutto inalterata,della propria esistenza, scandita dallenecessità primarie e non.E poi ci sono i Servizi.Forse, finché non si è addentro comeaddetto ai lavori o come utente, non siha idea di cosa si tratti.Gli anelli che formano una catena co-munitaria, misurano la propria soliditàquando vengono tesi al limite.Durante la grande nevicata del 2012 cisono persone che hanno spalato an-che per il vicino, operatori dell’assi-stenza domiciliare e di tutti i Servizi chehanno macinato chilometri, a piedi, pergarantire il loro buongiorno, c’è chi è di-ventato “gran maestro del montaggiodi catene” per confermare la prosecu-

zione del sevizio mensa, centri diurni,asili e strutture ricoperte di sale grossoe buona volontà che hanno continuatoad accogliere (permettendo, in talmodo, ad altre persone, di continuare afar parte della catena), volontari dellaprotezione civile, lavoratori dell’Agri-verde e vigili urbani diventare delle per-fette guide alpine per districare i grovi-gli, in cui la nostra città era piombata,centralini e dirette collaborazioni traenti per snellire l’efficacia dei servizi.Più o meno un metro ne cadde giù,quell’inverno.Io, ancora oggi, continuo a ricordarmidel silenzio e del rumore delle pale chegraffiavano l’asfalto.Quella fu la prima volta per me e tantialtri, di sentirsi parte della catena.Gli anelli devono garantire uno dopol’altro, uno “insieme” all’altro, la tenutagenerale.Ed è incredibile il senso civico dellaneve.Il mondo, per funzionare, diventa coo-perazione. �

Milano, Bologna, Casalecchio di Reno,Firenze, Arezzo, Roma e Napoli.Vi anticipo che sabato 28 Aprile 2012,verrà svolto uno spettacolo di benefi-cenza presso il Teatro Alemanni – Bo-logna alle ore 21,00.La serata che intendiamo organizzare

conta sul supporto di amici-artistiquali Duilio Pizzocchi, Giovanni Ca-ciopppo ed Iskra Menarini, artisti checomprendono l’importanza dell’asso-ciazione e la necessità di sostenere leattività di informazione che ARIANNeOnlus, quotidianamente, rivolge ad

Istituzioni e giovani.Vi invito a visitare il sito di ARIANNe:www.associazionearianne.it dove po-trete seguire i vari appuntamenti diARIANNe Onlus. �

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numero 35marzo 2012 altre realtà

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impegnato anche nella costruzione diun Centro Clinico Oncologico ad Oz-zano dell’Emilia.Obiettivo intermedio è l’apertura di unpresidio oncologico e di ambulatori elaboratori, pubblici e privati;- servizi e consulenze: l’Istituto Ra-mazzini ha attivato attività di servizi econsulenze riguardanti alcuni settoridi interesse pubblico quali:- Consulenze scientifiche ai Comitati

di cittadini, ai Comuni ed altri Enti edIstituzioniL’Istituto Ramazzini mette a disposizio-ne le proprie competenze per diffon-dere fra i cittadini, gli amministratori,le aziende lo stato dell’arte sulle co-noscenze scientifiche che riguarda-no l’impatto sulla salute di situazionicorrelate al nostro modello di svilup-po industriale;

- Consulenze peritaliL’Istituto Ramazzini mette a disposi-zione dei lavoratore e/o delle loro fa-miglie un servizio di consulenza pervalutare la possibile correlazione frapatologie ed eventuale esposizioneprofessionale. Oggi molto si parla diincidenti sul lavoro, ma molto pocoinvece di coloro che, anche dopo lapensione, si ammalano di patologiecorrelate alle loro esposizioni lavora-tive, come nel caso dell’amianto, delcloruro di vinile, ecc.;

- Consulenze anatomo-patologicheveterinarieData la vasta esperienza sulla pato-logia preneoplastica e neoplasticaaccumulata in quarant’anni di attivi-tà, l’Unità di Patologia dell’IstitutoRamazzini da quest’anno svolge an-che un’attività di diagnosi istopato-logica su tessuti di piccoli animalidomestici che provengono da inter-venti chirurgici in ambulatori e clini-che veterinarie;- la diffusione dell’informazione suirischi correlati ad esposizioni negliambienti di vita e di lavoro: l’IstitutoRamazzini, fin dalla sua costituzione,

Istituto RamazziniOspitiamo in questonumero un contributodell’Istituto Ramazzini,di cui Cadiai è socia.

L’Istituto Ramazzini è una cooperativasociale (Onlus) con oltre 22.000 sociimpegnata, da oltre vent’anni, nella dif-ficile lotta contro il cancro e le malattieambientali e fondato nel 1987 dal pro-fessore Cesare Maltoni, oncologo difama internazionale.“È meglio prevenire che curare” èl’eredità più importante lasciataci dalmedico carpigiano Bernardino Ra-mazzini (1633-1714), padre della me-dicina del lavoro.Tutti i nostri sforzi e le nostre attivitànel campo della lotta contro il cancro,sono guidati da questo importanteprincipio: nei laboratori di ricerca, nelPoliambulatorio, nei nostri incontri coni cittadini cerchiamo di infondere lacultura della prevenzione, perché soloattraverso essa possiamo pensare divincere questa difficile sfida.

Le attività dell’Istituto sono incentratein quattro aree di intervento:- la ricerca scientifica: da gennaio2009, l’Istituto Ramazzini ha assuntola responsabilità diretta di gestire ilCentro di Ricerca sul Cancro CesareMaltoni del Castello di Bentivogliodove, da oltre quarant’anni, vengonocondotti studi sperimentali di cance-rogenicità. Nel Centro sono impegnatianche numerosi giovani ricercatori chesvolgono periodi di formazione nelsettore della ricerca oncologica.

Presso il Centro vengono condotti pro-getti di studi sperimentali a lungo ter-mine finalizzati all’identificazione equantificazione dei rischi cancerogenidi composti, agenti e tecnologie pre-senti negli ambienti di vita e di lavoro,nonché progetti per la valutazione diefficacia e tollerabilità di farmaci e prin-cipi attivi, utilizzabili per la prevenzionee l’insorgenza o progressione dei tu-mori nell’uomo. Tali studi possono es-sere condotti in conformità con leBuone Pratiche di Laboratorio ed averericadute importanti sui regolamenti ele normative internazionali;- la promozione della diagnosi pre-coce: attraverso i programmi di sorve-glianza oncologica e di diagnosi pre-coce dei tumori, l’Istituto Ramazzini siprefigge di contribuire alla diminu-zione della mortalità per tumore nellapopolazione, in particolar modo nellefasce maggiormente a rischio, comequella degli anziani.I cittadini possono sottoporsi a con-trolli clinici e a visite specialistiche disorveglianza oncologica presso il Po-liambulatorio Oncologico di Via Li-bia 13/A a Bologna, dove, grazie al so-stegno dei soci, i cittadini paganotariffe calmierate e con brevi tempi diattesa. Gli ultra sessantacinquenni go-dono della gratuità della prima visitaoncologica.L’Istituto Ramazzini da un decennio è

Istituto RamazziniCOOPERATIVA SOCIALE ONLUS

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di LeleI ritratti di LeleArrigo

"Guarda che èmolto scorbutico""Vai d'Arrigo? Ah povero te..."Così ti veniva presentato.Non è che ti sei scomposto... in tuttiquesti anni hai visto e conosciuto cen-tinaia e centinaia di persone e di tuttii tipi.Capirai.Quando ti ha aperto la porta nel suoappartamento, situato all'interno diuna delle strutture polivalenti più im-portanti della città, avevi capito chepoi alle voci ogni tanto bisogna purcrederci.Già urlava."Ah…Buongiorno" hai detto tu sorri-dendo"Buongiorno un accidenti"(ti ha guardato storto)"Ma chi hannomandato?”"Oggi tocca a me" hai detto tu sorri-dendo(ti ha guardato storto)"Tu devi venire prima che nonn riescoa mettermi le calze anti-trombosi dasolo""Sono un operaio, vengo quando midicono di venire"

(lo dici con la voce più ferma che hai)"Behhai ragioneanche te...fammi il letto.Sei capace a fare un letto, sì?""Ci proviamo" hai detto tu sorridendoDa quel momento il dialogo è salito.Arrigo avevaunapiccola ditta di carpen-teria con un po' dipendenti.Con i soldi guadagnati col suo sudore, sipaga le assistenti famigliari.Per lui e per suamoglie che è ricoverata.Si paga anche l'affitto qui e l'assistenza.Quando ti parlava di certi problemi, ri-spondevi in bolognese per scardinaretutti i tipi di muro generazionale e pro-fessionale.E poi l'apice.Guardi sotto il tavolo e noti degli stranivasi.Normali bottiglie di plastica dei detersivitagliate e ricoperte da bambù con all'in-terno fiori di carta.Chiedi di poterle vederemeglio"S'accomodi ragazzo" è stata la sua ri-sposta e ti sentivi come Raoul Folleraunel Piccolo Lord.Noneranooggettivamentebellissimi,mapiù li guardavi, più ti piacevano.Mentre ti perdi a fissare la tipica botti-glia del Perlana in via di copertura,lui sta già tirando su la tapparella per en-trare nel suominuscolo giardinetto.Si gira e ti sorride

(sì sorrideva)Sei uscito e hai sgranato gli occhi.Un tavolo conun ceppod'olmo, vasi di le-gno ovunque, anche una carriola rico-perta."Qui sono io" ti ha detto semplicemente.Siete rimasti a chiacchierare fino al tuotempomassimo.Quando l'hai salutato ti ha sorriso per laseconda volta dicendoti"Ci volevano due chiacchiere""Buona Domenica Arrigo" hai detto tusorridendoMentre uscivi il portiere sogghignava e tiha perfino chiesto:"Eh quanto è scorbutico? Tosto eh?""Come il legno" hai risposto senza fer-marti.E ti sei riparato gli occhi dal sole, peraccorgerti di quanto bambù ci sia in-torno a te.

Raffaele MontanarellaOperatore del SAD Anzianidi San Lazzaro di Savena

ha posto grande attenzione alla diffu-sione dell’informazione, sempre in ma-niera indipendente, sui rischi cancero-geni diffusi causati da composti, agentie tecnologie immessi negli ambienti divita e di lavoro per i quali non vi è cer-tezza sulla sicurezza.Per questo, grazie anche all’impegnodei propri soci e degli enti locali terri-toriali, si è sempre cercato di svilup-pare un dialogo diretto con i cittadini,attraverso assemblee pubbliche, in-contri ed organi di informazione.Possono diventare soci della Coopera-

numero 35marzo 2012

tiva tutti coloro - persone fisiche e giu-ridiche, enti (Regioni, Province e Co-muni) - che vogliono condividere l’im-pegno nella lotta contro il cancro e nellatutela della salute e dell’ambiente.L’ammissione a socio avviene attra-verso lapresentazionedelladomandaal Consiglio di Amministrazione e il con-testuale pagamento di una quota so-ciale di Euro 25 o suoi multipli.I soci dell’Istituto Ramazzini possonoriunirsi in Sezioni che hanno lo scopo difavorire la partecipazione alla vita dellaCooperativa e di consolidare il vincolo

associativo e solidaristico, attraversol’organizzazione di eventi ricreativi eculturali, le iniziative di raccolta fondi ela diffusione degli orientamenti del-l’Istituto Ramazzini.Assieme ai soci e ai suoi sostenitori,l’Istituto Ramazzini ha percorso tantastrada per tutelare la salute dei citta-dini.Le strategie di controllo dei tumori chel’Istituto intende adottare nel prossimofuturo includono importanti progetti:ècon l’aiuto di tutti che l’Istituto conta diportarli a compimento. �

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numero 34dicembre 2011

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Pillole verdiPiccoli consigli di sostenibilità ambientale:L’olio di tipo alimentare usato per friggere e per conservare gli alimenti provoca seri danni all’ambiente, alle fognaturee ai depuratori. É possibile raccogliere l’olio usato in casa in una bottiglia o una piccola tanica e portarlo in una delle Sta-zioni Ecologiche negli orari di apertura, per contribuire a creare biodiesel ed altri combustibili;l’olio è infatti riciclabile al 100%.Le Stazioni Ecologiche sono facilmente reperibili in internet:www.gruppohera.it/clienti/casa/casa_lista_servizi/casa_ambiente/localizzazione_stazioni_ec/011-081-328.html

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CorniciartVia Pirandello, 14/B - BolognaTel. 051 514230- 15% sulla produzione di cornici su mi-sura e su quadri, stampe d’arte e poster.

Disco Frisco Negozio di dischiVia De’ Monari, 1/A/1B - BolognaSconto del 10% su tutti gli acquisti.

Farmacie Comunali di BolognaLe Farmacie Comunali hanno intro-dotto la CARTA CLUB, che per varie so-glie di spesa consente di accumularepunti che si convertono in sconti: per isoci CADIAI, gli sconti sono più alti.Esibire la tessera socio CADIAI nel mo-mento in cui si compila il modulo per ri-chiedere la CARTA CLUB.

Farmacia S. AnnaVia Don Minzoni,1 - BolognaTel. 051 252452/252273-15% su parafarmaco-10% e -20% su prodotti da banco.

Ferred - Prodotti sostenibilitàper l’infanzia e la collettivitàIn tutti i servizi è consultabile un listinocon tutti i prodotti e i prezzi vantaggiosiespressamente rivolti ai soci di CADIAI.

Fini SportNei punti vendita di Bologna:Via Indipendenza, 52 - BolognaVia San Giuseppe, 1/C - BolognaPiazza VIII Agosto, 4/D - BolognaVia Marco Emilio Lepido, 186/26 (pressoil Centro Borgo)- 10% in tutti i punti vendita sugli articolinon scontati, in promozione o saldo.

Libreria“Mel Books”Via Rizzoli, 18 - BolognaTel. 051 220310-7% sui libri scolastici, -10% sui librinuovi, -15% sui dizionari, -10% sui dvd.

Nuovo Ambulatorio FelsineoVia F.lli Cairoli, 2 - BolognaTel. 051 4210644Ai soci che si rivolgeranno all’ambu-latorio per attività diagnostiche e diterapia fisico-riabilitativa, verrà ap-plicato un prezzo vantaggioso ri-spetto a quello di listino.

Ottica GaragnaniIn tutti i negozi a Bologna:Via Montegrappa, 3/2b -Tel. 051 222622Via Mazzini,146p - Tel. 051 397302Via S. Stefano, 38 - Tel. 051 222487- 20% su qualsiasi acquisto di occhiali,lenti a contatto e accessori. Valido an-che per i familiari dei soci.

Teatro“Arena del Sole”di Bologna- 20% sui biglietti di ingresso cosìcome previsto per tutti gli associatidelle cooperative aderenti a Legacoop.

novità

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numero 35marzo 2012

Nati in CADIAICongratulazioni alle neo mammeBarbara VenturoliChiara Annamaria ColagrecoElisa Trombini

Diamo i numeriQualche numero sul mondo dellacooperazione: 328 milioni di per-sone che possiedono azioni dellesocietà di capitali, 1 miliardo di per-sone sono socie di cooperative.Sono 100 milioni le persone occu-pate nelle imprese cooperative deicinque continenti, vale a dire il 20%in più di quelle occupate nelle im-prese multinazionali.

Dono-Presto-CercoLa rete di CADIAIper mettere in contattole persone e incrociarei loro bisogni.

Il DONO-PRESTO-CERCO è una mo-dalità di donazione e/o prestito, frai soci e i dipendenti della coopera-tiva, di quegli oggetti che hannoper i singoli terminato la propriautilità.È prevista anche la possibilità diCHIEDERE (“cerco la tal cosa…, c’èqualcuno che ce l’ha?”), perché il bi-sogno di qualcuno può far ricordaread altri di avere degli oggetti inuti-

lizzati e magari sollecitare la disponi-bilità a prestarli o donarli.

Come funziona?Chi vuole donare, prestare o cercare, fala propria segnalazione ad uno dei se-guenti referenti*, contattandoli diret-tamente presso i servizi in cui lavorano:• Cristina Anteghini, Monica Bernabiti,

(Residenza per disabili “La Corte delSole” di San Giovanni in Persiceto);

• Lara Girotti e Laura Piana (Nido ”Gat-to Talete” di Castel Maggiore);

• Giulia Casarini (uffici della sede);• Roberta Meotti (Casa protetta “Tor-

re di Galliera”);• Nada Milenkovic (Nido “Abba” di Bo-

logna);• Giuseppina Reto (“Balenido” di Ca-

salecchio).

Questa lista di persone è natural-mente aperta ad altre che vi si voles-sero aggregare.Le segnalazioni vengono espostenelle bacheche dei servizi e ripor-tate in una apposita pagina del sitowww.cadiai.it

Il DONO-PRESTO-CERCO è una reteinformativa che mette in contattole persone e le loro disponibilità edesigenze.Non è prevista alcuna modalità distoccaggio o deposito degli oggetti:le persone si accordano autonoma-mente per le consegne.

La vignetta di Alex

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Chi volesse scrivere una lettera può farlo via mail all'indirizzo [email protected] per posta a Scoop c/o CADIAI - Via Boldrini, 8 - 40121 Bologna

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