Grazie agli imprenditori che sostengono il progetto ... · muro di incomunicabilità...

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Grazie agli imprenditori che sostengono il progetto Arteterapia dell’ ASSOCIAZIONE FARCELA “L’autismo” espone al GUGGENHEIM di Venezia” Sono oltre 30 gli Imprenditori, con il cuore nel sociale, a sostengono di progetti che coinvolgono più di 70 ragazzi con autismo della provincia di Treviso e le loro famiglie D alle mani di ragazzi che vivono le quotidiane fragilità a cui li obbli- ga l’autismo è nato un “Uomo di Ferro”: forse non poteva essere più simbolico di così il messaggio per i visitatori del prestigioso Museo d’Arte Moderna Guggenheim di Venezia che, aggirandosi per le sale della celeberrima sede museale nei mesi scorsi, si sono trovati di fronte a questo singolare oggetto, opera collettiva dei ragazzi del Laboratorio Arteterapia dell’Associazione Farcela di Castelfranco Veneto, esposta nel contesto del progetto “A Scuola di Guggenheim”. Guidati da Laura Milazzo e Nadia Pac- cagnan, qualificate arteterapeute professioniste, un gruppo di ragazzi con autismo e disturbi pervasivi dello sviluppo hanno seguito per mesi un per- corso articolato,di cui l’esposizione finale del materiale al Guggenheim di Venezia è stata naturalmente soltanto una tappa, per quanto gratificante e importante. In realtà, l’obbiettivo dell’arteterapia non è certo la produzio- ne di opere, l’arteterapia è un processo che pone attenzione al ragazzo, alle sue esperienze interiori e ai suoi bisogni, non al prodotto artistico fine a se stesso: ecco perché è disinteressata al risultato estetico e punta invece alla comunicazione che il prodotto artistico porta con sé. Evidenti sono quindi i benefici che si ottengono nell’approccio all’autismo con l’arteterapia ed è per questo che l’Associazione Farcela si è decisa a proporre alle famiglie questa metodica, affidando il progetto a due professioniste che incontrano ragazzi di varie età in sedute settimanali.L’atelier a cui i ragazzi partecipano è uno spazio terapeutico che li accoglie attivando un canale di comunicazione non-verbale, coinvolgendoli nell’esperienza artistica attraverso vari materiali, senza privilegiare un canone di realizzazione, senza ripetitività, con lo scopo di sperimentare i diversi materiali e di esprimere sé stessi al fine di far emer- gere pensieri, esperienze, vissuti ed emozioni.Oltre a questo aspetto, vale la pena di sottolineare che i ragazzi si riconoscono nel gruppo e si vivono come punto di riferimento, l’appuntamento con l’arteterapia è consolidata tra i loro impegni settimanali ed i genitori riferiscono, soddisfatti, l’attesa e le aspettative che i ragazzi dimostrano per gli incontri settimanali. Per ogni ragazzo l’arteterapeuta progetta un percorso individualizzato aderente ai loro bisogni ed esigenze, dopo un’accurata fase di osservazione e speri- mentazione. Ecco un esempio del percorso positivo di uno di questi ragazzi, raccontato direttamente dalla professionista che lo segue e relazionato dalla stessa anche nell’ambito di un recente Convegno Nazionale di Arteterapia a Vicenza: “ Federico arrivava in atelier con stereotipie e tempi di attenzione molto limitati. Lo abbiamo interessato con lavori preparati per lui e lo abbia- mo stimolato di continuo per far sì che non si perdesse nei suoi pensieri. A fine percorso Federico è cambiato molto, è davvero più presente e partecipa al lavoro proposto. L’obbiettivo è di migliorare la precisione , e le stereotipie ossessive che aveva prima, per ora, sono state abbandonate”. Come Fede- rico, con l’arteterapia anche Marco, Greta, Cristina e diversi altri ragazzi di Farcela riscontrano tangibili passi avanti nelle quotidiane battaglie contro il muro di incomunicabilità dell’autismo. Il corpo è vissuto dai ragazzi autistici come un involucro, una gabbia che rende difficile il contatto e la relazione con il mondo esterno, il quale rimane distante e complicato: è così che a volte i ragazzi autistici appaiono incomprensibili e perciò irraggiungibili, sembra di non poter entrare in contatto con loro, sembra che la comunicazione non sia possibile. L’Uomo di Ferro esposto al Guggenheim vuole dirci che si può comunicare anche con il cuore, non è necessario usare sempre le parole.Ci piace pensare che questa opera collettiva dei ragazzi di Farcela possa essere idealmente dedicata prima di tutto a loro, ma anche a tutte le persone che danno il proprio concreto contributo alle loro tante piccole e grandi vittorie: grazie imprenditori! Per conoscere tutte le nostre attività e collaborare con noi invitia- mo tutti a contattarci all’indirizzo [email protected] o al numero 392 0284556 e a seguirci nel sito www.farcela.org. oppure Fondazione I Bambini delle Fate [email protected] e a seguirci nel sito www.ibambinidellefate.it FATE ! ....o aiutate le Fate ! www.ibambinidellefate.it anche tu puoi sostenere i progetti della Fondazione I Bambini delle Fate nella tua provincia Vedi come nel nostro sito per informazioni relative ai Progetti www.ibambinidellefate.it Tutto questo è possibile grazie a: distribuzione moda & arredo casa S.P.A Informazione Pubblicitaria

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Grazie agli imprenditori che sostengono il progetto Arteterapia dell’ ASSOCIAZIONE FARCELA

“L’autismo” espone al GUGGENHEIM di Venezia”Sono oltre 30 gli Imprenditori, con il cuore nel sociale, a sostengono di progetti che coinvolgono più di 70 ragazzi con autismo

della provincia di Treviso e le loro famiglie

Dalle mani di ragazzi che vivono le quotidiane fragilità a cui li obbli-ga l’autismo è nato un “Uomo di Ferro”: forse non poteva essere più simbolico di così il messaggio per i visitatori del prestigioso Museo

d’Arte Moderna Guggenheim di Venezia che, aggirandosi per le sale della celeberrima sede museale nei mesi scorsi, si sono trovati di fronte a questo singolare oggetto, opera collettiva dei ragazzi del Laboratorio Arteterapia dell’Associazione Farcela di Castelfranco Veneto, esposta nel contesto del progetto “A Scuola di Guggenheim”. Guidati da Laura Milazzo e Nadia Pac-cagnan, qualificate arteterapeute professioniste, un gruppo di ragazzi con autismo e disturbi pervasivi dello sviluppo hanno seguito per mesi un per-corso articolato,di cui l’esposizione finale del materiale al Guggenheim di

Venezia è stata naturalmente soltanto una tappa, per quanto gratificante e importante. In realtà, l’obbiettivo dell’arteterapia non è certo la produzio-ne di opere, l’arteterapia è un processo che pone attenzione al ragazzo, alle sue esperienze interiori e ai suoi bisogni, non al prodotto artistico fine a se stesso: ecco perché è disinteressata al risultato estetico e punta invece alla comunicazione che il prodotto artistico porta con sé. Evidenti sono quindi i benefici che si ottengono nell’approccio all’autismo con l’arteterapia ed è per questo che l’Associazione Farcela si è decisa a proporre alle famiglie questa metodica, affidando il progetto a due professioniste che incontrano ragazzi di varie età in sedute settimanali.L’atelier a cui i ragazzi partecipano è uno spazio terapeutico che li accoglie attivando un canale di comunicazione non-verbale, coinvolgendoli nell’esperienza artistica attraverso vari materiali, senza privilegiare un canone di realizzazione, senza ripetitività, con lo scopo di sperimentare i diversi materiali e di esprimere sé stessi al fine di far emer-gere pensieri, esperienze, vissuti ed emozioni.Oltre a questo aspetto, vale la pena di sottolineare che i ragazzi si riconoscono nel gruppo e si vivono come punto di riferimento, l’appuntamento con l’arteterapia è consolidata tra i loro impegni settimanali ed i genitori riferiscono, soddisfatti, l’attesa e le aspettative che i ragazzi dimostrano per gli incontri settimanali. Per ogni ragazzo l’arteterapeuta progetta un percorso individualizzato aderente ai loro bisogni ed esigenze, dopo un’accurata fase di osservazione e speri-mentazione. Ecco un esempio del percorso positivo di uno di questi ragazzi, raccontato direttamente dalla professionista che lo segue e relazionato dalla stessa anche nell’ambito di un recente Convegno Nazionale di Arteterapia a Vicenza: “ Federico arrivava in atelier con stereotipie e tempi di attenzione molto limitati. Lo abbiamo interessato con lavori preparati per lui e lo abbia-mo stimolato di continuo per far sì che non si perdesse nei suoi pensieri. A fine percorso Federico è cambiato molto, è davvero più presente e partecipa al lavoro proposto. L’obbiettivo è di migliorare la precisione , e le stereotipie ossessive che aveva prima, per ora, sono state abbandonate”. Come Fede-rico, con l’arteterapia anche Marco, Greta, Cristina e diversi altri ragazzi di Farcela riscontrano tangibili passi avanti nelle quotidiane battaglie contro il muro di incomunicabilità dell’autismo. Il corpo è vissuto dai ragazzi autistici come un involucro, una gabbia che rende difficile il contatto e la relazione con il mondo esterno, il quale rimane distante e complicato: è così che a volte i ragazzi autistici appaiono incomprensibili e perciò irraggiungibili, sembra di non poter entrare in contatto con loro, sembra che la comunicazione non sia possibile. L’Uomo di Ferro esposto al Guggenheim vuole dirci che si può comunicare anche con il cuore, non è necessario usare sempre le parole.Ci piace pensare che questa opera collettiva dei ragazzi di Farcela possa essere idealmente dedicata prima di tutto a loro, ma anche a tutte le persone che danno il proprio concreto contributo alle loro tante piccole e grandi vittorie: grazie imprenditori!

Per conoscere tutte le nostre attività e collaborare con noi invitia-mo tutti a contattarci all’indirizzo [email protected] o al numero 392 0284556 e a seguirci nel sito www.farcela.org. oppure Fondazione I Bambini delle Fate [email protected] e a seguirci nel sito www.ibambinidellefate.it

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