Gravidanza. - IL SITO UFFICIALE DEGLI STUDENTI DI … · Il prof onsiglia di ripetere l’anatomia...
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Gravidanza.
Premetto che non è stato possibile sbobinare perfettamente a causa del forte rumore di fondo del file.
Il prof consiglia di ripetere l’anatomia e di non prestare eccessiva attenzione alle procedure chirurgiche.
La gravidanza dura 40 settimane dall’ultima mestruazione. Viene divisa in 3 trimestri. L’ epoca di gestazione
anamnestica differisce da quella reale (che insorge al momento dell’ ovulazione). Quindi in realtà dura 38
settimane e la donna generalmente se ne accorge alla quinta (per l’assenza del ciclo mestruale).Ciò è vero
solo se la donna ha il ciclo perfettamente regolare quindi la prima cosa da fare è stabilire correttamente l’
epoca gestazionale.
La diagnosi più precoce la si ha con il dosaggio della beta-HCG prodotta dal trofoblasto(quindi quando
l’embrione è arrivato allo stadio di blastocisti). Questo è un ormone analogo alle gonadotropine, costituito
da catene alfa e beta. Le catene alfa sono simili a quelle delle gonadotropine a differenze delle catene beta
che sono caratteristiche. Quindi il dosaggio delle HCG in toto darebbe positività anche per le donne in
menopausa per l’alto livello di FSH. I livelli di beta-HCG raddoppiano ogni 2 giorni fino alla decima
settimana circa per poi diminuire. Nella sindrome dell’ Uovo Chiaro però pur essendoci la crescita del
trofoblasto (e quindi un normale aumento della b-HCG) non si ha crescita della parte embrionale
Il monitoraggio della gravidanza vuol dire assicurare il benessere della gestante ma anche del feto.
Controlli da fare in gravidanza Alla prima visita si deve stabilire se la gravidanza è a bassa o alto rischio in base alla presenza o meno di
determinati fattori di rischio. La gravidanza a basso rischio è quella che può essere gestita anche solo dall’
ostetrica. Stessa cosa dicasi per il travaglio ed il momento del parto.
Prima di una gravidanza sarebbe opportuno eseguire un controllo preconcezionale: questa consiste
nell’anamnesi, nella valutazione dei gruppi sanguigni di entrambi i partner( per valutare x es.
l’incompatibilità ab0 e rh quando la madre è rh- ed il padre rh+. Fortunatamente oggi questa situazione è
rara), poi si valuta lo stato immunitario nei confronti delle malattie infettive (si dosano IgG e IgM; se le
prime sono + e le seconde – vuol dire che l’infezione è pregressa quindi la donna è immunizzata; in caso
contrario la donna ha l’infezione in atto. Se quindi è possibile, cioè la donna non è gravida, andrebbe
vaccinata contro la rosolia. La prevenzione della toxoplasmosi non c’è, si basa su profilassi igienico-
comportamentale, specie riguardando gli alimenti e la presenza di gatti in casa). Poi si deve valutare l’uso di
alcol e di sigarette (non c’è un vero e proprio valore limite: è meglio che la gestante fumi una sigaretta al
giorno evitando una dieta particolarmente scorretta che viceversa! ). Poi eseguiamo le analisi del sangue di
routine quali ematocrito ed emoglobina (per valutare il rischio di incorrere in morbo di Cooley), ma anche la
glicemia basale per evitare il diabete gestazionale.
Tra gli esami del primo trimestre si ripetono gli esami infettivologici (toxoplasmosi, rosolia, sifilide, HIV,
HBV, HCV). Poi si valuta la presenza di infezioni delle vie genitali ed infine si esegue la prima ecografia
(ripetuta poi ad ogni trimetre). L’emocromo generalmente mostra una lieve anemia in parte dovuto all’
aumento del volume plasmare della gestante, in parte vera. Una gravida è considerata anemica con Hb<11
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nel primo trimestre e Hb<10 nel secondo. La terapia con ferro è valida solo se l’anemia è particolarmente
grave. Invece è bene somministrare acido folico e fare screening su eventuali malformazioni del tubo
neurale.
Caratteristico è inoltre l’ ipercolesterolemia durante la gravidanza quindi è bene valutare il rischio trombo-
embolico della paziente. Stesso discorso per l’ ipertensione.
Il tampone vaginale si esegue sia durante la gravidanza che a 38 settimane per ricercare eventuali infezioni
genitali (specie da parte streptococco emolitico agalactiae) e ridurre la possibilità di incorrere in infezioni
connatali al momento del parto. In caso di mancata esecuzione del tampone ci si cautela con terapia
antibiotica.
Indagini strumentali L’ecografia ha un ruolo fondamentale, si eseguono nel 1, 2 e 3 trimestre e sono pagate dal S.S.N.
Quella del primo trimestre (transvaginale, essendo l’utero ancora nella pelvi) serve a datare la gravidanza (è
possibile iniziare ad usarla con valori di b-HCG sui 1500). Si deve quindi correlare l’immagine ecografica con
i valori di b-HCG. Per prima cosa si osserva una macchia nell’endometrio, poi compare il sacco vitellino ed
infine compare l’embrione che viene valutato nella sua lunghezza CRL (crown to rump lenght-->dal polo
cefalico a quello caudale) ed è proprio tale lunghezza che ci permette di datare con precisione la gravidanza
(oltre a permetterci di fare una diagnosi certa di gravidanza, infatti finché non compare l’embrione la
diagnosi è solo presuntiva). Poi vedo la sede di impianto dell’embrione, che potrebbe essere ectopica
(extrauterina).
L’ecografia del secondo trimetre(addominale; quella transvaginale si fa, ma solo per valutare la lunghezza
del collo dell’utero) è di tipo morfo-strutturale, quindi si valuta la presenza di eventuali anomalie
morfologiche, pur senza fare uno studio approfondito sul cuore, che viene riservato alle donne
diabetiche(?).
Nel terzo trimestre valutiamo la morfologia e la biometria (cioè l’accrescimento del feto) che deve essere
simmetrico.
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IL CICLO MESTRUALE E LE AMENORREE Lezione 20/11/2015
L' ipotalamo libera GnRH che va a stimolare a livello ipofisario il rilascio di gonadotropine (FSH
ed LH) che stimoleranno la produzione di estrogeni e progesterone a livello ovarico, tali ormoni
saranno poi responsabili delle modificazioni a livello endometriale.
L'ovaio ha due funzioni: ormonale (con la produzione di estrogeni, progesterone ed androgeni) e
gametogenica (con la liberazione dell'ovocita).
L'unità funzionale dell'ovaio è il follicolo che oltre a contenere l'ovocita produce gli ormoni: nella
prima fase del ciclo o fase follicolare produrrà estrogeni, nella seconda fase detta luteinica produrrà
progesterone.
L'asse ipotalamo-ipofisi-ovaio è finemente regolato da:
– feedback lungo negativo operato dagli estrogeni a livello ipofisario (ovaio → ipofisi)
– feedback corto negativo operato da FSH ed LH sul GnRH (ipofisi → ipotalamo)
– feedback lungo positivo operato dal picco degli estrogeni su LH (ovaio → ipofisi)
– feedback ultracorto con l'autoregolazione del GnRH
Per quanto riguarda la gametogenesi, nell'uomo da ogni spermatogonio origineranno quattro
spermatozoi, dall'ovogonio originerà solo un ovocita; inoltre nella donna la meiosi 1 inizia in epoca
fetale per bloccarsi in diplotene, per cui alla nascita la bambina avrà già il proprio corredo di
follicoli primordiali che tenderanno ad andare in atresia per giungere poi alla pubertà con un
corredo di circa 300000 follicoli. Ad ogni ciclo un gruppo di follicoli va verso la maturazione, ma di
questi solo uno giungerà alla maturazione, il resto andrà in atresia, per cui in una vita media di una
donna abbiamo circa 500 follicoli che vanno a maturazione.
La maturazione del follicolo si può dividere in due fasi:
– fase iniziale di maturazione: reclutamento di un gruppo di follicoli primordiali indipendente
dalle gonadotropine, avviene nella fase finale del ciclo precedente – fase secondaria: comprende la selezione all'interno del gruppo di un solo follicolo,la
dominanza precoce in cui questo follicolo domina sugli altri determinandone la regressione e la
dominanza avanzata in cui si verifica la maturazione dell'ovocita all'interno. Nel follicolo primordiale l'ovocita è fermo in diplotene, le cellule della granulosa sono disposte in
un unico strato, durante il reclutamento per effetto di meccanismi intraovarici non del tutto noti una
coorte di follicoli comincia ad aumentare di dimensioni, le cellule della granulosa divengono
cuboidali. Nella fase della dominanza precoce l'ovocita continua a crescere, le cellule della granulosa
proliferano formando uno strato pluristratificato, si forma la membrana pellucida all'esterno ed il
follicolo è detto preantrale; da questo momento la crescita è gonadotropino dipendente perché
compaiono i recettori per FSH sulle cellule della granulosa. Nel follicolo preantrale si forma una
cavità piena di liquido e si arriva così al follicolo secondario. La fase successiva è caratterizzata
dalla comparsa dell'attività aromatasica, ma la coorte di follicoli non può maturare insieme per cui
solo un follicolo può continuare a rispondere al FSH perchè ha un numero maggiore di recettori che
oltretutto sono più sensibili. Il follicolo da preantrale diviene antrale, si riempie ulteriormente di
liquido, sulle cellule della teca compaiono i recettori per LH responsabili successivamente
dell'ovulazione e della luteinizzazione del follicolo. Nella fase della dominanza avanzata il follicolo diviene particolarmente rigonfio, l'ovocita viene
dislocato in periferia, c'è il massimo della produzione dell'estradiolo responsabile del picco di LH e
quindi abbiamo l'ovulazione. C'è la rottura del follicolo e la liberazione dell'ovocita che intanto
aveva ripreso la meiosi 1, completandola con l'espulsione di un globo polare e si fermerà in
metafase della meiosi 2 che verrà completata all'atto della fecondazione. Questa appena descritta è
la fase follicolare del ciclo ovarico; la fase luteinica, invece, è caratterizzata dalla luteinizzazione
del follicolo che ha ovulato, esso sotto effetto di LH produce progesterone necessario per favorire
l'impianto della gravidanza. Se si è formato il sinciziotrofoblasto, avremo la produzione di betaHCG
che sosterrà il corpo luteo, in caso contrario, quest'ultimo andrà in regressione e avremo quindi la
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riduzione del progesterone e la mestruazione. Durante il ciclo ovarico, si verificano delle modificazioni a carico dell'endometrio che è
caratterizzato da:
• una zona basale in cui scorrono le arterie arcuate e dove sono presenti gli sfondati
ghiandolari,
• una zona funzionale che subisce le modifiche nel corso delle varie fasi del ciclo mestruale,
comprende una zona compatta ed una spongiosa, è formata da una componente epiteliale (epitelio
cilindrico monostratificato con ghiandole tubulari semplici che si sviluppano dagli sfondati
ghiandolari) con vasi e nervi.
Le modificazioni possono essere distinte in:
– fase rigenerativa: dallo stroma dello strato basale c'è la rigenerazione dell'epitelio
superficiale;
– fase proliferativa;
– fase secretiva: maggior sviluppo di vasi e ghiandole per nutrire la blastocisti nei primi due
tre giorni prima che avvenga l'impianto;
– fase mestruale: non si è formata la blastocisti o non è avvenuto l'impianto, allora, si ha la
riduzione del progesterone che comporta l'ipossia, dovuta all'emostasi delle arterie spirali (emostasi
indotta dalla PGF2), con caduta dell'epitelio e delle ghiandole accompagnata dalla rottura
dell'impalcatura endometriale → mestruazione.
Il ciclo mestruale ha una durata di circa 28 gg (variazione di 3-4 gg è fisiologica) ed inizia il primo
giorno della mestruazione. Una mestruazione normale è di circa 30-80 ml e dura dai 3 ai 7 gg,
rispetto a questi parametri possiamo definire:
– Menorragia: ciclo mestruale prolungato ed eccessivo;
– Metrorragia: perdita ematica irregolare al di fuori del ciclo mestruale;
– Menometrorragia: la combinazione di entrambe;
– Ipermenorrea: mestruazione di durata > 7gg;
– Polimenorrea: mestruazione ad intervalli < 25 gg;
– Ipomenorrea: mestruazione con perdita ematica < 20 ml;
– Oligomenorrea: mestruazioni ad intervalli > 33 gg;
– Amenorrea: assenza di mestruazione.
Le principali alterazioni del ciclo mestruale sono: la menorragia, l' amenorrea.
MENORRAGIA: (il prof. nel corso della lezione fa continui lapsus tra menorragia e metrorragia)
Cause:
• Sistemiche: coagulopatie nel 17% dei casi; trombocitopenie ed ipotiroidismo poiché il TSH
è prodotto nello stesso compartimento in cui sono prodotte le gonadotropine;
• Uterine organiche: benigne (fibromi e polipi) e maligne (carcinomi dell'endometrio o della
portio)
• Iatrogene: ormoni steroidei ed anticoagulanti
• Disfunzionali: frequenti nella perimenopausa perchè si riduce la capacità di produrre
follicoli maturi e ormoni. La disfunzione può essere di due tipi: a) ovulatoria: la più frequente, non
si ha l'ovulazione tutti i mesi, per cui quando non avviene si ha un deficit di progesterone con
iperestrogenismo relativo che determina una iperstimolazione dell'endometrio senza però la
conseguente mestruazione (e quindi amenorrea) per l'assenza di progesterone. A questo punto però
col sopraggiungere dell'ovulazione in uno dei cicli ovarici successivi, avremo una menorragia
perchè l'endometrio a causa dell'iperestrogenismo si è ipersviluppato, b) anovulatoria: può anche
accadere che quest'endometrio, che è sostanzialmente instabile perchè non sviluppato in maniera
regolare, può andare incontro a rottura endometriale per caduta estrogenica con conseguente
metrorragia.
Iter diagnostico: anamnesi per valutare età (postmenopausa → tumore o iperplasia
dell'endometrio); pregresse patologie (es. cardiopatia in trattamento con anticoagulanti); farmaci;
E.O.: visita ginecologica, esame speculare per valutare il collo dell'utero;
Esami ematochimici: emocromo, assetto coagulativo ( soprattutto antitrombina III, proteina C e
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proteina S); funzionalità tiroidea con il TSH e la funzionalità epatica per eventuali deficit di sintesi
dei fattori della coagulazione.
Esami di valutazione cervico-vaginale: Pap test
Esami di valutazione endometriale: ecografia trans-vaginale (in menopausa l'endometrio deve
essere atrofico con uno spessore di circa 4mm, se è maggiore è possibile che si tratti di un tumore,
l'esame nella donna fertile va fatto subito dopo il ciclo al massimo entro 10 gg); sonoisterografia;
isteroscopia.
AMENORREE: primaria quando non si è avuto il menarca entro i 16 anni in pz con presenza di
caratteri sessuali secondari; secondaria. L'amenorrea è fisiologica in gravidanza, lattazione,
puerperio e postmenopausa.
La classificazione più semplice distingue le amenorree in:
– forme ipotalamiche: S. Kallman, perdita di peso, anoressia, stress psicogeno e attività
sportiva intensa
– forme ipofisartie: adenomi (soprattutto prolattinomi), sindrome di Sheenan, sindrome della
sella vuota,
– forme ovariche: S. Turner, sindrome dell'ovaio policistico, disgenesia gonadica e
mosaicismo,
– forme uterine: S. Asherman, anomalie Mulleriane, ipersensibilità ad androgeni,
Prolattinoma: la clinica è caratterizzata da galattorrea, amenorrea e riduzione della libido,
cronicamente potremmo avere osteoporosi, aumento ponderale dovuto all'iperinsulinemia, ipertrofia
o carcinoma mammario. L'iter diagnostico è dato dai segni più un aumento della prolattinemia in tre
misurazioni in cui è > 25ng/ml, se è >100ng/ml dovremo fare una RM per ricercare un adenoma; se
è <100 ng/ml potremmo aggredire l'iperprolattinemia con i farmaci, ma un'eventuale assenza di
risposta potrebbe essere dovuta ad un microadenoma, ad una iperprolattinemia idiopatica o a
macroprolattine (prolattine di grosso peso molecolare non neutralizzabili con i farmaci). I farmaci
utilizzati sono i dopamino-agonisti.
Sindrome dell'ovaio policistico: è un disordine endocrino metabolico (insulino-resistenza con
sindrome metabolica) e riproduttivo con anovulazione e iperandrogenismo. Per fare diagnosi
dobbiamo avere almeno due dei tre segni fondamentali:
- anovulazione e quindi assenza di mestruazione da almeno sei mesi,
- segni clinici di iperandrogenismo (seborrea, irsutismo, alopecia, acne)
- segni biochimici di iperandrogenismo (testosterone alto, SHBG alta e androstenedione alto)
La diagnosi differenziale va posta da altri iperandrogenismi quali la S. di Cushing, tumori cortico-
surrenalici, ma l'aumento del testosterone indirizzerà la diagnosi.
Terapia: dieta e sport sono in grado spesso di stimolare l'attività ovarica; farmaci diversi a seconda
se pz vorrà o meno avere una gravidanza: nel primo caso daremo gonadotropine e clomifene, nel
caso la pz voglia solo avere il ciclo mestruale, ma non una gravidanza, potremo dare un
estroprogestinico ottenendo così un ciclo artificiale.
MENOPAUSA: fisiologica o precoce. La menopausa segna l'ultima mestruazione, quindi non è
corretto dire che una donna è in menopausa, ma dovremmo dire che è in post-menopausa. Dal punto
di vista biochimico avremo un aumento del FSH ed una riduzione degli estrogeni. La menopausa
può essere spontanea o indotta (chirurgica come nel caso di un'annessectomia, o dovuta a farmaci
come nel caso di una chemioterapia).
In post-menopausa è importante valutare le sequele che sono:
• a breve termine: sintomi neurovegetativi come vampate di calore, insonnia e difficoltà di
attenzione dovute all'ipoestrogenismo;
• a medio termine: atrofia dell'apparato genito-urinario
• a lungo termine: osteoporosi e malattia cardiovascolare (estrogeni modulano l'endotelio
favorendo l'azione vasodilatatoria, riducono TAG e colesterolo, inoltre in menopausa aumenta il
rischio cardiovascolare a causa della frequente compresenza della sindrome metabolica).
Iter diagnostico: poiché aumenta l'incidenza di tumori in postmenopausa, è necessario sottoporre
annualmente le pz a controllo senologico, ecografia trans-vaginale per tumori dell'endometrio e
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ecografia addominale per tumori all'ovaio.
Terapia: ormoni sostitutivi con estroprogestinici per ridurre la sintomatologia neurovegetativa (utile
anche per prevenire osteoporosi e malattia cardiovascolare), per l'osteoporosi possiamo
somministrare bifosfonati e SERMS.
L'estroprogestinico non va dato a pz con tumore al seno o all'endometrio; lo somministreremo a
schema sequenziale (estrogeni sempre, ma associati negli ultimi 15 giorni daremo anche
progesterone) se pz vorrà la mestruazione oppure a schema combinato se pz non vuole il ciclo
mestruale.
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Sbob. 27.10.2015 Prof. Colacurci
PARTO SPONTANEO
Per parto spontaneo intendiamo l’espulsione o estrazione del feto e dei suoi annessi
dall’organsmo materno. Una gravidanza fisiologica dura in media 40 settimane dall’ultima
mestruazione.
In base alle caratteristiche del parto, questo può essere:
Eutocico: avviene con le sole forze naturali e senza complicanze
Distocico: sopraggiungono complicanze materne e/o fetali
Spontaneo: inizia, decorre e viene espletato in maniera naturale
Indotto o Provocato: viene indotto farmacologicamente o attraverso la rottura delle
membrane (con meccanismi meccanici)
Operativo: il parto viene espletato con intervento chirurgico strumentale, per via vaginale
(in passato si usavano ventose che provocavano danni al feto) o addominale (laparotomia)
In base all’epoca il parto sarà:
Abortivo: il parto avviene prima di 180 gg / 26 sett.; questa è una data non corrispondente
alla realtà perché il parto è abortivo quando si espelle un feto senza vita o comunque senza
nessuna possibilità di poter essere assistito. Nella realtà non è così perché con il
miglioramento delle tecniche di assistenza un feto può essere assistito già dopo 24
settimane. Questa problematica interessa anche l’aborto tra le 23 e le 26 settimane, infatti
la maggior parte degli aborti viene praticato prima delle 22 settimane.
Pretermine o Prematuro: il feto nasce tra le 25-27 sett. e le 37 sett. (180-266 gg.); bisogna
considerare che c’è una differenza significativa dalle 34 settimane in poi, infatti un
pretermine inferiore a 34 settimane non può essere assistito in strutture di primo livello. In
particolare un feto pretermine <32 sett. deve essere ricoverato in un reparto di terapia
intensiva, un feto di 32-34 sett. ha bisogno di una struttura sub-intensiva neonatale, >34
non c’è bisogno di terapia intensiva. Questo è in rapporto soprattutto alla maturazione
polmonare che termina completamente a 38 settimane
Precoce: il parto avviene a 38-39 sett. (266-275 gg).
A Termine: 39-41 sett. (276-285 gg)
Post-termine: dopo le 41 settimane; bisogna fare molta attenzione con adeguati controlli,
anche se generalmente non si arriva mai dopo le 42 settimane grazie all’induzione al
travaglio (ci sono casi particolari in cui la donna può rifiutare l’induzione)
Ovviamente, come suddividiamo le gravidanze in base al rischio, così possiamo individuare parti a
basso o alto rischio in base a determinati presupposti; di norma si parla di parto fisiologico quando:
la gravidanza è a termine (almeno 37-42 sett.)
il feto è singolo, con presentazione cefalica
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il peso previsto è > 2500 gr e <4000, anche se il grosso pre-termine (feto pre-termine che
abbia un peso >2500) si fa nascere con cesareo perché spesso le ossa del cranio non sono
adeguatamente formate, o comunque può presentare complicanze più serie di un feto a
termine
assenza di patologia fetale nota e/o patologia materna
travaglio insorto spontaneamente
liquido amniotico limpido
rottura della membrana <48h
placenta normalmente inserita
I fattori del parto
Vi sono tre fattori importanti che si modificano reciprocamente durante il parto: questi sono il
canale del parto (costituito dal piccolo bacino con le parti molli), il corpo mobile (feto) che si
muove sotto l’azione della forza (che si genera dalle contrazioni uterine e dal torchio addominale).
1. FORZA
Determina l’espulsione del feto, è rappresentata prevalentemente dalle contrazioni uterine del
miometrio (involontarie) associate poi a quelle del torchio addominale (volontarie). L’utero infatti
ha una componente muscolare molto importante e spessa che ha delle peculiari capacità: infatti
ha la capacità di distendersi senza stirarsi grazie alla sua enorme ELASTICITA’, a differenza di altri
muscoli che se distesi perdono la loro capacità contrattile, riesce a CONTRARSI e soprattutto il
miometrio ha capacità di RETRAZIONE al termine della gravidanza portando l’utero alle sue
dimensioni originali. Le contrazioni uterine sono involontarie, iniziando in maniera del tutto
imprevista, sono intermittenti, ritmiche presentando una fase di ascesa, un’acme, una fase di
discesa e un periodo di ristoro tra una contrazione e la successiva (parliamo di travaglio quando le
contrazioni sono ritmiche e coordinate, avvengono con una frequenza regolare e il periodo di
ristoro tende a diminuire), inoltre sono dolorose.
I meccanismi esatti che scatenano il travaglio sono ancora sconosciuti, ci sono però alcuni
meccanismi locali e sistemici che entrano in gioco durante questo periodo: sicuramente
l’Ossitocina, ormone secreto dall’adenoipofisi e utilizzato come farmaco nell’induzione al travaglio,
ha un ruolo fondamentale nel travaglio di parto e nella formazione del globo di sicurezza al
termine del parto, meccanismo di sicurezza che fa in modo che la donna non perda molto sangue
e che non muoia per emorragia (prima causa di morte materna post-parto insieme con la CID;
evento molto raro durante la gravidanza è la rottura d’utero, che si manifesta in maniera
improvvisa prevalentemente in donne che hanno già subito interventi formando zone di minore
resistenza che possono lacerarsi con la distensione dell’utero provocando massive emorragie).
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2. CANALE DEL PARTO
Il canale è costituito da una porzione ossea (piccolo bacino) e una molle che riveste il canale osseo
(segmento inferiore del corpo dell’utero, collo dell’utero, canale vaginale, anello muscolare
perineale e anello vulvare). Tutte queste strutture formano un unico canale senza separazioni che
fa in modo che il feto possa passare; alcune modificazioni durante la gravidanza fanno in modo
che il collo uterino scompaia creando un’unica parete molle. Il canale osseo non è rettilineo, infatti
il feto a livello dello stretto medio deve curvare per scendere più facilmente. Vi sono alcuni punti
di repere del canale osseo:
STRETTO SUPERIORE: detto anche ingresso pelvico, ha una forma a cuore di carta da gioco i
cui diametri obliqui sono maggiori di quelli antero-laterale e trasverso, quindi il feto si
posiziona seguendo i diametri obliqui. Separa il grande bacino dal piccolo bacino, i suoi
punti di repere sono la sinfisi pubica, le eminenze ileo-pettinee (dx e sn), le articolazioni
sacro-iliache (dx e sn), sono molto importanti per valutare la posizione del feto nel canale
del parto. (i diametri trasversi se non li sapete non mi interessa, è importante sapere che i
d. obliqui sono maggiori).
La misurazione dell’ingresso pelvico la possiamo avere dalla misurazione di alcuni diametri
che sono la coniugata anatomica (dal punto superiore della sinfisi pubica all’articolazione
sacro-iliaca) e la coniugata diagonale (la sola che si riesce a misurare penetrando in vagina
e misurando dal margine inferiore della sinfisi pubica al promontorio del sacro).
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STRETTO MEDIO: si trova al centro della pelvi, detto anche medio-pelvi o piano pelvico
minore. È delimitato anteriormente dal margine inferiore della sinfisi, posteriormente dal
corpo del sacro e dalle spine ischiatiche formando un piano passante per le spine
ischiatiche. È un punto di repere molto importante perché se la testa del feto ha superato
questo piano (impegno nel canale della parte presentata) il feto partorisce, mentre se la
testa non passa perché troppo grande allora è un’indicazione al cesareo; altre indicazioni al
taglio cesareo sono la presentazione podalica per primo figlio, perché con il parto
spontaneo il corpo potrebbe riuscire a passare mentre la testa no e sarebbe troppo tardi
per un intervento chirurgico (il podice secondo figlio non è un’indicazione a cesareo perché
se ha la stessa grandezza e dimensioni del primo figlio può tranquillamente attraversare il
piano così come ha fatto il primo).
STRETTO INFERIORE: è un piano passante per il margine inferiore della sinfisi, le tuberosità
ischiatiche e il coccige.
Ai fini dell’esame non è importante conoscere tutti i diametri e i limiti dei tre stretti, ma molto
importante è sapere che l’ASSE DEL BACINO è curvo con angolatura verso avanti, l’angolo si forma
a livello dello stretto medio, che lungo i piani fondamentali il feto dovrà fare determinati
movimenti, in particolare all’ingresso pelvico il feto si posizionerà lungo l’angolo obliquo, al livello
dello stretto medio dovrà ruotare ponendosi in asse per l’espulsione e l’impegno della parte
presentata significa superare il piano delle spine ischiatiche.
3. CORPO MOBILE (FETO)
Dobbiamo andare a valutare i vari rapporti del feto con il canale e la sua posizione attraverso varie
caratteristiche.
ATTEGGIAMENTO: è il rapporto che il feto ha con le singole parti, cioè il rapporto delle
singole parti fetali tra loro; generalmente il feto assume una forma ovoidale perché più
aerodinamica (ovoide fetale) per adattarsi meglio alla cavità uterina, in modo da occupare
meno spazio e passare più velocemente durante il travaglio. Si presenterà quindi con la
testa flessa sul corpo, le braccia flesse e adese al tronco, le gambe flesse sulle cosce e
queste ultime flesse sull’addome.
SITUAZIONE: è il rapporto tra il maggiore diametro del feto con il maggiore diametro della
cavità uterina; per questo può trovarsi in:
- Situazione longitudinale (fisiologica) quando l’asse maggiore del feto si trova lungo l’asse
maggiore dell’utero
- Situazione obliqua (patologica) quando i due assi formano un angolo <90°
- Situazione trasversale (patologica) quando i due assi sono perpendicolari formando un
angolo di 90°
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PRESENTAZIONE: la prima grossa parte fetale (testa, podice, tronco) che si mette in
rapporto con l’ingresso pelvico; la presentazione podalica o cefalica hanno una situazione
longitudinale. Ogni presentazione ha un suo indice, cioè un punto di repere che permette
di caratterizzare e fare diagnosi di quella presentazione, questo si cerca penetrando nel
canale vaginale ricercando strutture che permettono di fare diagnosi (ovviamente veniva
effettuato in un’epoca pre-ecografia quando la diagnosi era esclusivamente clinica). La
presentazione più frequente è quella di testa, in cui è importante conoscere l’anatomia
cranica del feto: le ossa del cranio formano delle suture non strettamente saldate, per cui
avremo la presenza di una fontanella quadrangolare anteriormente e una triangolare
posteriormente; è possibile conoscere la posizione di queste fontanelle attraverso alcuni
punti di repere (occipite è il punto di repere per la fontanella triangolare).
Le presentazioni di testa sono 4 e dipendono dalla differente flessione della testa del feto:
la più frequente (fisiologica) è quella di vertice, in cui la testa è completamente flessa sul
corpo e la parte che sporge maggiormente è l’occipite (l’indice fetale sarà l’occipite), la
presentazione di bregma si ha quando la testa è parzialmente deflessa e quindi la parte
che sporge (l’indice fetale) è la fontanella bregmatica, se la testa è ancora più deflessa si
avrà una presentazione di fronte (indice fetale è la radice del naso) oppure se è
completamente estesa sarà di faccia, in cui si sente il mento (conoscere bene tutti i punti
di repere non è importante ai fini dell’esame, ma basta sapere che ci sono presentazioni
diverse da quella di vertice, che quest’ultima è la più frequente e si presenta con la
massima flessione del capo). Il podice può essere completo o incompleto: il podice
completo si presenta quando il feto si trova in atteggiamento ovoidale, quindi il sedere sta
sullo stesso piano della pianta dei piedi, si parla di podice incompleto quando il feto ha le
gambe distese, quindi il punto di repere potrà essere costituito solo dai piedi (podice
varietà piedi) oppure solo dal sacro (podice varietà podice); il punto di repere del podice
(completo e incompleto varietà podice) è la cresta sacrale media, ce può essere facilmente
confuso con la faccia perché le natiche sono simili alle gote, entrambi hanno un orificio
(bocca e ano) con al di sopra strutture ossee (naso e sacro). Nella presentazione di tronco i
punti di repere sono la spalla e l’addome
POSIZIONE: è il rapporto tra l’indice della parte presentata e gli indici materni (eminenza
ileo-pettinea e sinfisi sacro-iliaca, punti che si trovano sul contorno dello stretto superiore
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che corrispondono agli estremi dei due diametri diagonali); a seconda della posizione degli
indici fetali della parte presentata rispetto agli indici materni, possiamo avere diverse
posizioni per ogni presentazione (il prof non li spiega ma sulle slides ci sono):
-I posizione: occipito-sinistra-anteriore (OSA), l’occipite è in rapporto con l’eminenza ileo-
pettinea sn;
-II posizione: occipito-destra-posteriore (ODP), l’occipite è in rapporto con la sinfisi sacro-
iliaca dx;
-III posizione: occipito-destra-anteriore (ODA), l’occipite è in rapporto con l’eminenza ileo-
pettinea dx;
-IV posizione: occipito-sinistra-posteriore (OSP), l’occipite è in rapporto con la sinfisi sacro-
iliaca dx (è rara, con il dorso che guarda indietro e a sinistra e il piano ventrale guarderà
avanti a destra).
I fenomeni del parto
L’interazione dei fattori del parto determina una serie di modifiche a carico del canale del parto,
dei rapporti tra feto e canale, e del feto. Queste modificazioni costituiscono i fenomeni del parto,
che possono essere dinamici (materni), meccanici (materno-fetali) e plastici (fetali).
1. FENOMENI DINAMICI (MATERNI)
Sono fenomeni che permettono la formazione del canale del parto:
- Espansione del segmento uterino inferiore
- Accorciamento e scomparsa del collo uterino
- Dilatazione del canale cervicale
- Formazione della borsa amnio-coriale e sua conseguente rottura
- Distensione di vagina, perineo e anello vulvare
Questi fenomeni nella realtà avvengono già durante la gravidanza, cioè prima del travaglio di parto
e si concludono con il periodo espulsivo (con la distensione di vagina, perineo e anello vulvare che
avvengono solo nel periodo espulsivo). Il travaglio attivo determina la dilatazione e scomparsa del
canale cervicale, mentre l’espansione del segmento uterino inferiore avviene già durante il 7°-8°
mese di gravidanza.
Tra il corpo e il collo dell’utero c’è un segmento che si chiama istmo, regione estremamente
limitata (2-3 mm): è questa
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regione che forma, durante la gravidanza, il segmento uterino inferiore (SUI), che si determina per
distensione delle fibrocellule muscolari dell’utero a partire dal 6° mese: questa è la zona in cui più
facilmente si può determinare la rottura dell’utero in gravidanza, soprattutto quando non avviene
l’impegno della parte presentata (le contrazioni uterine sono inefficienti a far progredire il feto che
meccanicamente non riesce a passare, le contrazioni continuano a distendere il SUI che diventa
sempre più sottile e fragile finché non si lacera -> è molto importante fare diagnosi di mancato
impegno della parte presentata!!).
Una volta formato il SUI il collo uterino scompare: questo in una donna non gravida presenta una
forma cilindrica che sporge nel canale vaginale, con un labbro anteriore e un labbro posteriore che
formano una curva di flessione con la parete vaginale (fornice anteriore e fornice posteriore).
Normalmente il collo uterino è retroposto,
cioè l’orificio uterino esterno guarda verso dietro, durante la gravidanza e il travaglio inizia a
centralizzarsi e inizia ad accorciarsi e dilatarsi, fino a quando il collo scompare e l’orificio uterino
esterno sarà corrispondente all’orificio uterino interno (lo spessore diventa pressappoco di 1mm).
Una volta scomparso il collo, nella nullipara inizia la dilatazione dell’orificio uterino esterno (OUE),
che nella pluripara avviene più o meno simultaneamente allo svasamento del collo uterino;
inserendo un dito in vagina, si può misurare approssimativamente la dilatazione dell’OUE,
misurando la dilatazione da 0 a 10 cm (dilatazione completa, si sente prima un bordino intorno alla
testa del feto che poi scompare). Quando la dilatazione arriva a 10 cm finisce il periodo dilatante e
inizia il periodo espulsivo. Quindi una volta avvenuta la dilatazione completa avremo la formazione
del canale del parto, creatosi dal corpo dell’utero, dal SUI, dal collo e dalla vagina.
Durante questo periodo avviene la rottura della borsa amnio-coriale o delle acque, sacco chiuso
che circonda il feto e permette la sterilità del liquido amniotico, senza contatti con l’ambiente
esterno (il rischio di infezioni è estremamente basso). Le contrazioni uterine, spingendo il
contenuto uterino verso il basso determinano il distacco del polo inferiore del sacco ovulare dalla
decidua parietale (questa parte distaccata è la borsa amnio-coriale). La sua rottura mette il feto in
comunicazione con l’ambiente esterno, infatti nei casi in cui la borsa si rompe prima del travaglio
(rottura prematura) la donna deve partorire entro massimo 48h; in un parto ideale la rottura delle
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membrane avviene a dilatazione completa (rottura tempestiva) perché la differenza di pressione
tra ambiente uterino e ambiente esterno, in assenza del collo uterino, determina la lacerazione di
questa membrana; quando la rottura avviene durante il travaglio è detta precoce, mentre se
avviene dopo l’espulsione del feto è definita serotina. Se la parte presentata si adatta bene al
contorno dello stretto superiore, una certa quantità di liquido amniotico si dispone al davanti della
parte presentata (acque anteriori), mentre il liquido che si raccoglie al fondo del polo ovulare
costituirà le acque posteriori e non sarà comunicante (borsa a semiluna o piatta, fisiologica); se la
parte presentata non si adatta (presentazioni anomale) le acque anteriori e posteriori comunicano
(borsa a budello, patologica).
2. FENOMENI MECCANICI (MATERNO-FETALI)
Con questi fenomeni si verifica la modifica dei rapporti tra il feto e il canale del parto. Questi
fattori si susseguono e consentono l’espulsione dell’ovoide fetale:
- 1.Riduzione e impegno della parte presentata
- 2.Progressione
- 3.Rotazione interna
- 4.Disimpegno della parte presentata
- 5.Restituzione o rotazione esterna
- 6.Espulsione totale del feto
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Riduzione e impegno della parte presentata: il feto prima del travaglio può non trovarsi in
estrema flessione del capo, con la riduzione flette in maniera esagerata la testa riducendo
il diametro del capo, attraversa lo stretto superiore incanalandosi lungo il diametro obliquo
e discende fino al livello dello stretto medio con impegno della parte presentata; queste
modifiche possono avvenire anche al di fuori del travaglio di parto in maniera indipendente
rispetto alle modifiche del collo uterino.
Progressione: l’ovoide fetale si porta verso il basso nel canale del parto fino al ginocchio
del canale (diametro interspinoso dello stretto medio); anche questo tempo può avvenire
prima del travaglio, o al massimo durante le prime fasi.
Se le modifiche del collo uterino non avvengono prima del travaglio e prima dell’impegno della
parte presentata bisogna bloccare il travaglio e procedere all’espulsione chirurgica del feto.
Rotazione interna: il feto a questo punto si trova sull’angolo obliquo, non può nascere
avendo la testa obliqua e per procedere deve porsi sulla linea antero-posteriore. Il feto
ruota dei gradi necessari per porre l’occipite al di sotto della sinfisi pubica, che di norma
avviene con rotazione della parte presentata da dietro verso avanti, da sinistra verso destra
di circa 45°. Al termine della rotazione la parte presentata sarà fissa sotto la sinfisi pubica.
Disimpegno della parte presentata: espulsione della testa mediante un movimento di
estensione della testa stessa, con la parte presentata posta sotto la sinfisi pubica
(ipomoclio). È fisiologica quando la parte presentata è l’occipite, con completa estensione
della testa al di fuori del canale del parto.
Restituzione o rotazione esterna: a questo punto il feto si trova con la testa fuori e con le
spalle che si trovano ancora lungo l’asse obliquo, quindi fa una rotazione esterna (esterna
perché si vede) per porre le spalle lungo l’asse antero-posteriore, posizionandosi con
l’occipite verso la coscia lungo la quale si trovava prima, effettua cioè una rotazione della
testa contraria a quella interna. Questa rotazione esterna della testa è contemporanea alla
rotazione interna delle spalle che si pongono lungo l’antero-posteriore.
Espulsione totale del feto: a questo punto avviene il disimpegno delle spalle ed espulsione
completa del feto; con la spalla anteriore fissa sotto la sinfisi pubica si fa perno, esce la
spalla posteriore e poi quella anteriore così come è avvenuto il disimpegno della testa con
la sua estensione.
Dopo il disimpegno delle spalle il feto esce facilmente e si effettua il clampaggio del cordone
ombelicale. I tempi per la recisione ombelicale sono essenzialmente 2: la recisione può essere
immediata quando il feto si presenta sofferente e ha bisogno di cure immediate, mentre se il feto
si presenta fisiologico possiamo darlo in braccio alla madre ancora legato al cordone, che verrà
clampato successivamente solo quando smette di pulsare; il cordone normalmente pulsa perché è
attraversato da arterie e vene, e quando smette di pulsare vuol dire che non avviene più il
passaggio attivo dalla madre al feto e va clampato perché altrimenti potremmo avere un processo
inverso (trasporto di sangue fetale alla madre).
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Riguardo all’attività contrattile, durante tutto il travaglio le contrazioni sono esclusivamente
autonome, mentre solo dopo l’impegno della testa, nel periodo espulsivo, per facilitare la discesa
è molto importante anche la contrazione volontaria della parete addominale.
3. FENOMENI PLASTICI (FETALI) (il prof non li spiega, aggiungo le cose scritte sulle slides)
Questi fenomeni interessano esclusivamente il feto e sono:
- Riduzione diretta del diametro cranico del feto
- Bozza siero-ematica: si forma a causa della compressione delle fontanelle e delle suture
per azione della pressione atmosferica, che a borsa rotta si somma alla pressione
endouterina a livello della parte fetale che poggia sulla bocca uterina, la parte della testa
che guarda all’esterno è a contatto non solo con la pressione addominale, ma anche con
quella atmosferica e ciò determina l’accumulo di liquido della parte presentata a contatto
con l’esterno. Questo accumulo è tanto maggiore quanto maggiore è il tempo che
intercorre tra la rottura della borsa e la nascita del feto e scompare in 2-3 giorni.
Il secondamento
Dopo l’espulsione del feto avviene l’espulsione o estrazione degli annessi fetali. Può essere
naturale o artificiale (manuale o strumentale),. L’utero è sottoposto ad alcune modifiche dopo
l’espulsione del feto, che gli permettono poi di riprendere la sua conformazione originale:
- Retrazione della parete uterina
- Contrazione del miometrio
- Rottura dei villi di ancoraggio
- Ematoma retro-placentare (che permette poi il distacco della placenta)
Il distacco della placenta dall’utero può avvenire in due modalità a seconda della faccia che si
presenta (materna o fetale). È facile riconoscere le due facce della placenta, in quanto la faccia
fetale presenta il cordone, e la faccia materna è quella che aderisce alla parete dell’utero; è
meglio raccogliere la placenta dalla faccia fetale perché così si rischia di meno di lasciare delle
membrane o dei residui all’interno dell’utero. Normalmente si aspetta che il secondamento
avvenga naturalmente, cioè che la placenta si stacchi da sola circa 10 minuti dopo la nascita del
feto, ma possiamo aspettare anche 30-40 minuti. I tempi di espulsione della placenta sono tre:
1. Distacco della placenta dal segmento uterino superiore con passaggio nel segmento
uterino inferiore
2. Passaggio della placenta dal SUI alla vagina
3. Espulsione completa della placenta
È facile capire quando avviene il distacco della placenta perché scendendo il cordone si fa più
lungo, infatti si può anche leggermente tirare in modo da facilitare la discesa della placenta, e
ritornano le contrazioni uterine (la donna avverte una pressione pubica). Il distacco placentare può
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essere centrale (si ha l’ematoma al centro della placenta, la zona di distacco si trova al centro della
placenta con fuoriuscita prima della faccia materna) o marginale (la zona di distacco si trova ai
margini della placenta con fuoriuscita prima della faccia fetale).
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METRORRAGIE 30/10/2015
Questo è il link delle slides: http://www.sunhope.it/Metrorragia I trimeste 2.pdf
Per metrorragia si intende qualunque perdita ematica anomala dai genitali esterni.
In particolare, in gravidanza distinguiamo le metrorragie del I trimestre, le metrorragie del II e del
III trimestre.
Poiché ci riferiamo a patologie di carattere emorragico, ci soffermiamo su i casi più importanti.
Non dimentichiamo mai che una perdita di sangue in una gravida non deve essere necessariamente
espressione di una patologia perché può essere nel I trimestre come nel III … per cui non pensiamo
sempre a cause importanti, come minaccia d'aborto, gravidanze extrauterine, ecc. possiamo pensare
anche cause più banali, quali un problema vaginale, un trauma, una patologia benigna cervicale
(una poliposi ad esempio), insomma possiamo pensare anche a patologie meno importanti rispetto a
quelle che andiamo a trattare ora e che sono quelle che più ci interessano. È sempre necessario,
prima di andare a fare una diagnosi, fare un esame obiettivo per andare a valutare se c'è un
problema ai genitali esterni o sul collo dell'utero.
Quello che andiamo ad affrontare ora sono le diagnosi differenziali con aborto, gravidanza ectopica
e patologia del trofoblasto e nell'ambito dell'aborto tutte le forme cliniche che possano configurare
un ?
Per ABORTO si intende una interruzione della gravidanza prima della capacità di vita autonoma.
Ora questo termine è fissato e stabilito per legge da una legge specifica, che è quella
dell'Interruzione volontaria di gravidanza, che prevede la possibilità per la donna di interrompere la
gravidanza nei primi 90 giorni, per alcune problematiche […] fino al 180esimo giorno, che
corrisponde orientativamente alla 22-23esima settimana. Tenete conto che questo termine è stabilito
per legge ma si deve adattare a quelle che sono le capacità di assistenza ai neonati prematuri, per cui
queste capacità sono diventate molto molto avanzate negli ultimi 15 anni, per cui se 20 anni fa un
feto che nasceva a 23 settimane e mezzo/24 settimane era destinato sicuramente alla morte, perché
non c'erano le capacità delle terapie intensive neonatali di assisterlo, […] oggi le capacità di
assistenza al neonato sono molto molto più affidabili, quindi c'è possibilità di sopravvivenza anche
del feto di 22 settimane e mezzo, sia pure gravata da un tasso di morbilità poi nel lungo termine
molto molto alto, e questa problematica è importante in relazione a quanto deve essere spinta la
nostra assistenza per un parto pre-termine, quando la donna desideri quella gravidanza e desideri
portarla a termine, o quanto debba essere spinto in una donna che voglia interrompere la gravidanza
e quindi fino a che termine ci possiamo spingere per interrompere quella gravidanza (quindi 21-22
settimane e non oltre – oltre non si può configurare un intervento medico -); questa è una
problematica che ritroviamo quando parliamo di malattie infettive in gravidanza, penso che già
abbiamo parlato di complesso TORCH, di prevenzione delle malattie virali, di Citomegalovirus, e
quant'altro.
Quali sono le definizioni rispetto alle quali poi andiamo a fare una valutazione clinica:
un aborto può essere:
– SPONTANEO, cioè avviene naturalmente senza l'intervento medico o senza l'intervento
farmacologico quindi né chirurgico né farmacologico,
– SPORADICO, se si verifica ogni tanto e nella vita di una donna è un evento molto
frequente, a volte passa di sfuggita, nel senso che la donna non se ne rende conto, non ha fatto un
test di gravidanza, ha avuto una mestruazione e quindi non ha avuto nemmeno modo di verificare,
– RIPETUTO, ABITUALE o RICORRENTE quando il numero di aborti è superiore a 3,
quindi è espressione di una patologia, in genere o di una patologia malformativa dell'utero, di un
deficit immunologico o di una trombofilia,
– PROVOCATO quindi l'aborto TERAPEUTICO, EUGENICO,
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oppure può essere da un punta di vista clinico una
– MINACCIA D'ABORTO,
– un ABORTO IN ATTO,
– un ABORTO RITENUTO
nell'ambito di questi COMPLETO, INCOMPLETO o RITENUTO).
Da un punto di vista epidemiologico, l'aborto spontaneo è sicuramente una delle patologie più
comuni della gravidanza; l'epidemiologia è poco studiata proprio perché gran parte di questi sono
aborti cromosomici talmente precoci che la donna non ne ha nemmeno coscienza.
Tra le cause generali abbiamo le malattie infettive, le malattie sistemiche, le malattie autoimmuni
sono associate ad alti tassi di interruzione di gravidanza spontanea;
tra le cause locali, malformazioni uterine (soprattutto i setti uterini), le insufficienze cervico-
istmiche, cioè l'incapacità dell'orifizio uterino interno di trattenere la gravidanza e di non farla
abortire, e tra le cause più comuni ma che poi sono più difficilmente svelabili quelle a destra (slide
3) che vedete, le cause ovulari, cioè le cause genetiche appunto quelle da malattie cromosomiche
per cui la gravidanza si interrompe molto precocemente.
Quando un aborto si definisce COMPLETO, INCOMPLETO o RITENUTO:
COMPLETO quando abbiamo un'espulsione completa del prodotto del concepimento, per cui la
paziente arriva con una metrorragia o anche senza metrorragia, abbiamo un test che conferma che è
una gravidanza (β-hCG) […] andiamo a vedere se è avvenuta l'espulsione del prodotto del
concepimento
INCOMPLETO quando l'espulsione è parziale e quindi abbiamo l'evidenza di una camera ovulare
ancora parzialmente presente,
RITENUTO quando la gravidanza è interrotta, quindi non c'è attività cardiaca fetale, ma la camera
gestazionale è ancora completamente all'interno dell'utero. Un caso particolare di aborto ritenuto è
quello abbiamo l'evidenza di una camera gestazionale ma non di un embrione, perché l'embrione
non si è mai sviluppato, ed è il cosiddetto “blighted ovum”.
Queste definizioni sono importanti dal punto di vista dell'inquadramento, ma quello che è più
importante fare una diagnosi differenziale tra queste 3 forme, che sono la MINACCIA D'ABORTO,
l'ABORTO IN ATTO e l'ABORTO RITENUTO perché comportano dei quadri clinici
completamente differenti.
Che cosa è fondamentale, ancora prima della diagnosi:
• anamnesi
• esame clinico ostetrico
• dosaggio β-hCG, per valutare in alcuni casi la dd con la gravidanza extrauterina se la donna
è gravida o meno, per valutare in base a [...]
• ecografia
• L'anamnesi mirata è tutto questo (slide 5), è tutto questo ma io dico sempre che è
fondamentale chiedere 2 cose: 1) la data dell'ultima mestruazione, perché è sulla base della data
dell'ultima mestruazione che voi verificate l'epoca anamnestica, cioè a quante settimane la gravida
si trova […] per cui se una donna doveva avere il ciclo ieri, e viene oggi in pronto soccorso, si
troverà a 4 settimane, 28 giorni per convenzione è il ciclo mestruale, più 1 giorno, per cui
teoricamente è alla IV settimana, un giorno vi rendete conto che non ha nessuno senso, non ha
nessun senso parlare di una ipotesi di gravidanza con un giorno di ritardo, quindi facciamo
un'ipotesi più verosimile: la paziente doveva avere una mestruazione 3 settimane fa, per cui sarà
alla VII settimana (3 settimane di ritardo + 4 settimane del ciclo precedente). Tutto questo lo
vediamo molto banalmente con il regolo ostetrico […].
Ma che cos'è importante oltre a questo, è fondamentale chiedere 2) le caratteristiche del ciclo
mestruale, perché non mi stancherò mai a dirvi che non è detto che l'epoca anamnestica, cioè le 7
settimane di cui abbiamo parlato, corrispondano a 7 settimane di gravidanza reali se la donna ha dei
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cicli irregolari, cioè che le vengono non ogni 28 gg, ma ogni 30, 40, 50 gg, è verosimile che
l'annidamento non sia avvenuto al 15° giorno del ciclo, ma sia spostato molto in avanti, e quindi
verosimilmente la gravidanza non è 7 settimane, ma sarà 4, 5 o 6 settimane, e questo è importante
perché se noi facciamo un test di gravidanza e abbiamo una beta di 1500, è diverso dire 1500 a 7
settimane (che è un valore troppo basso, quindi ci indirizza verso una diagnosi di minaccia d'aborto
o di aborto già in atto) e 1500 a 5 settimane (che è perfettamente compatibile con una gravidanza
fisiologica), per cui non solo l'ultima data della mestruazione ma anche caratteristiche delle
mestruazioni, è fondamentale.
Ovviamente è fondamentale valutare le caratteristiche dei sintomi; i sintomi quali sono?
Metrorragie, e quindi caratteristiche del sangue, e sintomi, sintomi che sono fondamentalmente di 2
tipi: o sintomi spastici localizzati alla bassa pelvi e quindi legati soprattutto a degli spasmi dell'utero,
oppure sintomi nelle fosse iliache, che possono indirizzarci più verso una diagnosi di patologia
annessiale e quindi eventualmente di gravidanza extrauterina.
• Questa diapositiva (slide 6) è esplicativa di tutto quello che possiamo trovare in una visita
ostetrica, che facciamo dopo l'anamnesi, dopo aver chiesto i sintomi.
Per differenziare una minaccia d'aborto da un aborto inevitabile, da un aborto incompleto, da un
aborto interno, la visita ostetrica ci indirizza in maniera molto importante, perché con la visita
ostetrica andiamo a valutare 2 cose fondamentali: 1) le caratteristiche del collo dell'utero, quella
parte dell'utero che sporge in vagina. Andiamo a valutare le caratteristiche dell'utero, e quindi
grandezza e tono: se il collo dell'utero, come in questo caso (vedi slide 6), è completamente chiuso,
ed ecograficamente abbiamo l'evidenza di un feto vitale, abbiamo una diagnosi di MINACCIA
D'ABORTO, in presenza di sangue ovviamente, in assenza di sangue non c'è alcuna diagnosi clinica
di minaccia d'aborto; nel secondo caso abbiamo il collo dell'utero che è completamente aperto, ed è
addirittura accorciato rispetto agli altri, quindi ha avuto delle modifiche importanti, evidentemente
dovute a malformazioni, per questo ha dolori importanti con perdite di sangue, in questo caso,
anche se c'è un'attività cardiaca fetale presente, l'aborto si definisce INEVITABILE, perché un collo
completamente aperto associato a contrazioni uterine, a perdite di sangue tali per cui quel feto non
ha la possibilità di svilupparsi; l'aborto INCOMPLETO è quando una gravidanza si dice interrotta
ma una parte della camera gestazionale è fuoriuscita ed una parte è rimasta all'interno, ed è una
valutazione che richiede necessariamente uno studio ecografico; l'aborto INTERNO invece è
l'aborto in cui il collo dell'utero è completamente chiuso e la gravidanza si è interrotta, in questi casi
la causa è quasi sempre di tipo o cromosomico o infettivo.
• Questo (riferito al grafico successivo, slide 7) per era dirvi quanto i valori di β-hCG sono
importanti per regolarci sulla diagnosi in base alle settimane di amenorrea; è ovvio che in un caso di
aborto inevitabile o incompleto o interno il valore delle beta ci interessa molto relativamente perché
la diagnosi è fatta e non abbiamo molte possibilità di agire se non chirurgicamente, è fondamentale
invece sia per capire esattamente l'epoca anamnestica, ovvero l'epoca di gravidanza, sia soprattutto
nei casi in cui abbiamo un quadro di questo tipo
• ed all'ecografia non abbiamo l'evidenza di un embrione (se non abbiamo la visualizzazione
dell'embrione dobbiamo capire se si tratta di una gravidanza in cui l'embrione non si è mai
sviluppato, oppure di una gravidanza in cui siamo molto agli inizi, in epoche gestazionali molto
precoci – V-VI settimana c'è la possibilità che l'embrione ancora non si veda-). Nel caso in cui vedo
una camera gestazionale, non vedo l'embrione è la beta è 5000, io so che con 5000 di beta non può
non esserci un embrione, per cui la diagnosi mi orienta decisamente verso una gravidanza interrotta,
cioè una gravidanza in cui o l'embrione non si è mai sviluppato o, se la donna non si è mai
controllata, posso anche ipotizzare che è un embrione che ha interrotto la sua attività di sviluppo e si
è riassorbito; se invece ho un valore di 1500, posso immaginare che ho una gravidanza che ha
ancora potenzialità per poter andare avanti. In questo caso, è ovvio che se mi trovo a 5 settimane,
posso ancora sperare che possa comparire qualche cosa, se invece mi trovo più avanti, a 7-8
settimane, si tratterà di una diagnosi di blighted ovum.
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La sintomatologia di MINACCIA D'ABORTO abbiamo già detto che è caratterizzata da questo
dolore al basso ventre (tipico degli spasmi uterine, delle contrazioni uterine) associato a perdite
ematiche, queste perdite ematiche possono essere più o meno importanti a seconda dell'immagine
che vi ho fatto vedere della minaccia d'aborto, diciamo che bisognerebbe anche valutare anche la
grandezza dell'utero, però all'esame ecografico, è importante perché l'utero aumenta alle settimane
di amenorrea, però diciamo che quello che ci aiuta in maniera essenziale è sicuramente l'indagine
ecografica, perché la diagnosi ecografica ci fa vedere quanto è grande il lume, e quindi quant'è la
lunghezza vertice-sacro, […] ci permette inoltre di rilevare se c'è battito cardiaco fetale o meno, ci
permette di vedere se ci sono delle anomalie di impianto, se c'è un distacco di placenta, in realtà
fino alla XV-XVI settimana non si parla di placenta, bensì di trofoblasto)...
e dal punto di vista della TERAPIA, mentre per tutte le forme di aborto inevitabile, di aborto
ritenuto, di aborto incompleto non possiamo non ricorrere alla chirurgia, ovvero allo svuotamento
della cavità, nella minaccia d'aborto dobbiamo ovviamente consigliare questo: non esiste una
terapia, in letteratura ancora oggi non esiste una terapia per la minaccia d'aborto, sono terapie
empiriche,
– riposo a letto,
– antispastici per ridurre le contrazioni del collo dell'utero,
– il progesterone che ha lo scopo di 1 nutrire il trofoblasto e 2 di ridurre la contrattilità delle
fibrocellule muscolari uterine.
Nell'ABORTO IN ATTO le perdite sono abbondanti, rosso vivo, il collo è pervio, è completamente
pervio, e quindi abbiamo una fuoriuscita di materiale che non si distingue chiaramente, nell'aborto
in atto la situazione è molto simile all'aborto ritenuto e si deve procedere con […] ed è necessario
intervenire clinicamente con l'intervento chirurgico di svuotamento della cavità per rimuovere
residui embrionali ed il trofoblasto (vedi slide 9 per la terapia).
Se invece abbiamo un ABORTO RITENUTO, aborto in cui il corpo è interno e la gravidanza è
interrotta, l'intervento deve essere effettuato perché la gravida non può tenerlo, ma non è urgente,
cioè può essere differito di 2-3 gg, ma consiste comunque nello svuotamento della cavità uterina.
Quindi questa è la diapositiva della diagnosi differenziale (slide 11) [descrive la tabella ma non si
capisce cosa dice...]
il managment l'abbiamo detto, per la minaccia d'aborto: riposo a letto, progesterone, antispastici; gli
emostatici lasciano un po' il tempo che trovano, nel senso che qui stiamo parlando di farmaci
sintomatici, ma possono anche avere un loro razionale. Il monitoraggio delle β-hCG nei casi dubbi,
controlli ecografici sicuramente.
Nei casi di aborto in atto e di aborto interno, la visita strumentale e svuotamento della cavità.
...che si fa con queste curette smusse, che significa non tagliente, perché serve per far staccare il
prodotto del concepimento ma lo stesso non si deve lesionare l'utero, considerate che l'utero è molto
soffice in gravidanza, è pastoso di consistenza, quindi bucare l'utero è semplice e bisogna essere
molto cauti.
Nei casi in cui il canale cervicale sia chiuso perché l'aborto è ritenuto e non è un aborto in atto, per
poter inserire una curette il canale deve essere dilatato, e per essere dilatato c'è necessità di questi
strumenti che si chiamano dilatatori, di calibro progressivo da 1 mm fino a 10 mm, in modo che
progressivamente nel giro di un minuto si può dilatare e dunque inserire la curette.
[…]
Per aborto RICORRENTE si intende l'aborto abituale, cioè la presenza all'anamnesi di 3 o più
aborti. Le cause sono:
genetiche,
anatomiche,
trombofiliche,
per malattie materne,
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malattie autoimmuni,
infezioni del tratto genitale
ed endocrine.
Vi ribadisco che le cause genetiche sono frequenti cause anche di aborti spontanei insoluti, perché è
una forma di autodifesa dell'organismo, un embrione con una alterazione genetica importante non
va avanti, si interrompe; i fattori anatomici più frequenti sono questi (slide 15), i setti, gli uteri
unicorni, qui capite che lo spazio per impiantarsi di una gravidanza è molto ridotto, per cui c'è un
deficit di spazio e di funzione uterina.
Ci sono cause trombofiliche, vi ricordo che per trombofilia si intende la predisposizione individuale
congenita dell'alterazione della cascata coagulativa, […] è molto più frequente di quanto possiamo
immaginare il fattore V di Leiden, può riguardare il deficit di MTHFR che è il deficit di
quell'enzima che permette la conversione dell'omocisteina, che in eterozigosi è molto molto diffusa.
Su questo non andrei avanti perché ve ne parlerà Colacurci quando farà la diagnosi differenziale su
come studiare le coppie sterili con abortività ricorrente.
Rapidamente, è importante sottolineare che la legge 194 (slide 18) prevede 2 grossi capitoli:
1. entro i primi 90 gg, quindi si parla di 12 settimane, in realtà si parla di 12 + 3 settimane (non
parlate mai di donna al IV, V mese, parliamo sempre per settimana, 20, 25, 32, 36 e 40, perché è un
dato tecnico importante che ci fa capire di cosa stiamo parlando, quindi dire 12 settimane non vuol
dire dire I trimestre, il che non è una cosa da poco, perché la donna che vuole interrompere la
gravidanza ha un percorso differente che sia a 12 settimane o che sia a 13 settimane, cioè un giorno
cambia tutto il suo iter); entro i primi 90 giorni, per tutte le circostanze che comportino un serio
pericolo per la salute fisica o psichica della madre in relazione allo stato di salute, condizione
economica, sociale, familiare, o alle circostanze in cui è avvenuto il concepimento. Che significa?
Che la donna, fino a 12 settimane + 3-4 giorni, può interrompere la gravidanza quando vuole, come
vuole, per qualunque problematica le può creare, anche per l'aspetto socio-economico, oppure se ha
avuto una violenza carnale, tutti i motivi sono validi per poterla spingere ad ottenere un certificato
con il quale il medico la invita a soprassedere per 7 giorni alla sua decisione, in modo tale che abbia
il tempo per riflettere, dopo 7 giorni dunque si reca presso un centro autorizzato dove si prenota
l'intervento, perché è vero che esiste la pillola abortiva, ma generalmente si utilizza un intervento
chirurgico, che è quello del raschiamento che abbiamo visto prima. Questo comporta anche che
non c'è una valutazione dell'età, anche la minore può decidere di interrompere la gravidanza e anche
se i tutori non sono d'accordo, può rivolgersi al giudice che può autorizzarla ad interrompere la
gravidanza.
2. Dopo i 90 giorni, la situazione cambia un pochino, perché la gravidanza può essere interrotta
quando comportino grave pericolo per la donna, pensate ad una cardiopatia importante per cui la
gravidanza mette a rischio di vita la pz, o pensate ad un cancro, pensate a un tumore mammario,
potrebbero essere casi di interruzione di gravidanza, o quando siano accertati processi patologici del
nascituro, malformazioni cerebrali, malformazioni di ogni tipo, che determinano un grave pericolo
per la salute fisica e psichica della donna, vale a dire ho accertato che mio figlio ha una
malformazione e non riesco a portare avanti la gravidanza al pensiero che possa nascere con questa
malformazione. In questo caso, è necessaria una valutazione dello stato psichico della donna con
uno psichiatra che attesti questo stato di alterazione emotivo. Diciamo che nella maggioranza dei
casi (99% dei casi) ci troviamo in fasi di gravidanza molto avanzate, perché la diagnostica delle
malformazioni maggiori si fa con l'esame morfo-strutturale che si esegue alla XX settimana, e la
diagnosi di cromosomopatie importanti che si ha con l'amniocentesi, eseguibile alla XVI-XX
settimana, quindi diciamo che la donna arriva alla XX settimana e riceve la diagnosi e cambia tutto
lo scenario, perché qui non si tratta più di fare un piccolo intervento chirurgico di 2 ore e si torna a
casa, si tratta di un vero e proprio parto abortivo...
domanda: “professore e se un bambino presenta malformazioni genetiche però la mamma non ha
ripercussioni psichiatriche e vuole lo stesso fare l'aborto, può farlo?”
risposta: “allora l'aborto è sempre una decisione della donna, noi dobbiamo metterla al corrente
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della situazione e delle metodiche di aborto... […] in Italia questa donna non può fare assolutamente
niente, ora il massimo che possiamo fare è se la malformazione è incompatibile con la vita talmente
grave che il protrarsi della gravidanza non può essere che uno strazio, le consigliate di andare in
Francia, perché è uno stato in cui è ammessa l'interruzione della gravidanza fino al termine.”
GRAVIDANZA EXTRAUTERINA (GEU)
la gravidanza extrauterina è l'annidamento dell'uovo fecondato al di fuori della cavità uterina (per
cui anche il canale cervicale è sede di una gravidanza extrauterina perché al di fuori della cavità
uterina), rispetto alla sua normale sede di impianto.
Sapete bene che la fecondazione, cioè la fusione dei gameti, avviene nella parte ampollare della
tuba; l'embrione fecondato si replica, per fenomeni di mitosi, e qui (slide 20) abbiamo la morula, la
blastula, poi c'è un secreto all'interno per cui si forma la blastocisti, e tutto questo processo avviene
durante la migrazione dell'uovo fecondato dalla parte ampollare alla cavità uterina (7-8 giorni).
Questo è il motivo per il quale prima di 7-10 giorni dalla mancata mestruazione, non c'è nessuna
motivazione per fare il test di gravidanza, perché la donna potrebbe avere una blastocisti che non si
è ancora impiantata e la β-hCG è espressione di impianto, perché secreta dal trofoblasto (e non
dall'ovaio!), non ha nessun senso prima dei 10 giorni. Tutto ciò è splendido ma non ci interessa!
La localizzazione più frequente di gravidanza ectopica è tubarica, ed è più frequentemente il tratto
ampollare, perché è nel tratto ampollare che si forma lo zigote e in cui si hanno le prime fasi di
sviluppo e se ci sono dei processi infiammatori […] la gravidanza può rimanere impiantata lì. Però
esiste anche la possibilità che la gravidanza sia di tipo angolare, cioè proprio dove la tuba ha
origine, può essere addominale, cioè all'interno dell'addome, può essere ovarica, può essere
cervicale.
Per capire la clinica della gravidanza tubarica, dobbiamo capire come può evolvere una gravidanza
tubarica: la tuba rispetto all'utero ha una tonaca muscolare molto poco sviluppata, ha una sierosa
sottilissima, ha una muscolare sviluppata di pochi mm ed ha una sua mucosa ciliare, per cui se una
gravidanza si annida all'interno della tuba, abbiamo da un lato l'azione angiotensiva del trofoblasto
sulla parete tubarica, il trofoblasto erode tutto, mangia tutto, dall'altro abbiamo una impossibilità
della parete tubarica di espandersi e di adattarsi all'aumento di volume dell'embrione. Per cui da un
lato abbiamo il dolore riflesso viscerale, dall'altro abbiamo la possibilità che questa tuba, sia per la
tensione della parete che soprattutto per l'azione lesiva del trofoblasto, si possa rompere; da qui i
due possibili quadri di rottura tubarica (più eclatante e grave) e di aborto tubarico (che può avere
una clinica molto più sfumata).
Quindi da un punto di vista clinico dobbiamo distinguere
- una gravidanza extrauterina in evoluzione,
- un aborto tubarico
- e quando una gravidanza continua l'evoluzione possiamo avere una rottura tubarica.
I criteri diagnostici saranno innanzitutto
clinici,
poi sierologici (β-hCG),
quindi ecografici
e poi la laparoscopia che è il gold standard per la diagnosi e per il trattamento.
Dal punto di vista clinico cosa ci dobbiamo chiedere: il classico esempio è quello della signora che
arriva in pronto soccorso, a 6-7 settimane (perché è quella l'epoca, perché se una signora arriva di 9
settimane con una gravidanza extrauterina molto probabilmente ci arriva già con un emoperitoneo)
con amenorrea, dolore pelvico viscerale perché abbiamo detto che la sierosa si distende, la
muscolare si distende, quindi c'è questo dolore profondo, peritoneale, che non necessariamente è dà
emorragia, metrorragie e probabilmente con β-hCG positiva, o anche senza beta perché non si è
posta proprio il problema del suo ritardo.
Che cosa facciamo? Chiediamo la data dell'ultima mestruazione, chiediamo le caratteristiche dei
cicli e ci orientiamo, quindi la visitiamo e cerchiamo di capire innanzitutto se l'utero è aumentato di
volume o meno. Se abbiamo un risentimento importante nelle fosse iliache dx e sx, dove si
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localizzano le tube, abbiamo un segno diretto di un interessamento tubarico ed abbiamo un
emoperitoneo, quindi un Blumberg positivo, quindi peritonite, e la diagnosi è ancora più grave.
La β-hCG è importante perché in base al suo valore noi capiamo se dobbiamo avere
necessariamente un'evidenza di una camera uterina […]
I segni ecografici possono essere DIRETTI e INDIRETTI:
DIRETTI se abbiamo l'evidenza di una gravidanza tubarica, ma in genere sono casi più avanzati,
quelli in cui la clinica è più evidente, la signora mi arriverà con un dolore incredibile, un forte
risentimento peritoneale e probabilmente avrà pure nausea e vomito, con un dolore tipico a
coltellata;
INDIRETTI quando non vedo la camera e quindi c'ho segno indiretto di gravidanza ectopica.
[…]
Questa emorragia è distillante perché il trofoblasto tubarico non è il trofoblasto ben annidato e ben
sviluppato, è un trofoblasto piccolo che può parzialmente distaccarsi, quindi non avremo la classica
emorragia che possiamo avere in un aborto in atto, ma abbiamo un'emorragia distillante, cioè una
fontana che gocciola. Non è un segno chiaramente evidente questo, i segni chiaramente evidenti
sono amenorrea, valore di β-hCG ed i segni peritoneali.
[…]
Passiamo a parlare della gravidanza tubarica in evoluzione, quindi se la gravidanza tubarica
aumenta di volume, il dolore addominale ed il risentimento viscerale è molto più importante. Alla
palpazione non solo lo palpiamo, perché c'è la massa, c'è la gravidanza, ma evochiamo anche dolore.
Nella rottura della tuba abbiamo un'emorragia interna, quindi improvviso dolore acuto a colpo di
pugnale ed i segni dello shock emorragico (pallore, polso piccolo e frequente, tachicardia,
contrattura addominale, dolore alla compressione del fornice vaginale posteriore). Sulla sierologia
non mi voglio ripetere, […] sappiamo che la beta in una gravidanza fisiologica si raddoppia ogni 2-
3 giorni, nella gravidanza ectopica questo raddoppio non esiste.
Le diagnosi differenziali si pongono con patologie delle vie urinarie, a dx soprattutto con
l'appendicite, a sx soprattutto con diverticolite, volvolo, ecc.
la TERAPIA può essere DI ATTESA, MEDICA, CHIRURGICA:
• facciamo la terapia d'attesa quando ipotizziamo che la gravidanza non sia abortiva, quando
vediamo una camera gestazionale […], quando non abbiamo un emoperitoneo, […]
• la terapia medica è a metà strada tra la terapia d'attesa e la terapia chirurgica; non abbiamo
una tranquillità tale da farci attuare terapia d'attesa, non abbiamo neanche urgenza, quindi
somministraimo un farmaco che interrompa la gravidanza: il metotrexate. È associato però ad
effetti collaterali […] che possono anche essere importanti […]
• una gravidanza extrauterina va trattata con la laparoscopia, nel terzo millennio non è
possibile che si facciano ancora dei tagli […] (slides 29-30)
MOLA VESCICOLARE
è una patologia importante che da un punto di vista diagnostico non dovrebbe indurre molte
problematiche, perché le β-hCG sono talmente elevate che non ci possono far ipotizzare una
patologia; però poi l'importante è andare a valutare le caratteristiche della mola vescicolare, se è una
mola vescicolare, se è invasiva, se è un corioncarcinoma, perché se è un corioncarcinoma necessita
di un monitoraggio tipico di un cancro col trattamento che ne consegue.
Una mola vescicolare è un'iperplasia del trofoblasto con degenerazione idropica dei villi; il
problema è che può evolvere verso una neoplasia maligna, per cui prima di decidere un intervento è
importante valutare la situazione. Ce ne sono due varianti, completa e parziale, e la parziale può
essere […]
la diagnosi ecografica non è semplice; il trofoblasto ha questi villi tutti rigonfi, che si chiama
degenerazione idropica, con una produzione di hCG importantissima; da un punto di vista clinico
abbiamo la forma COMPLETA e la forma PARZIALE, parziale perché una parte della cavità può
essere occupata dall'embrione, quindi può essere amniotica o non amniotica.
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Qual è la clinica: la metrorragia è importante, perché pensate a questi villi così importanti, che
possono dare un sanguinamento molto importante; gli altri sintomi sono da eccessiva crescita
trofoblastica: l'utero aumenterà molto di più rispetto a quello che ci aspettiamo, la β-hCG sarà molto
più elevata di quello che ci aspettiamo (stiamo parlando di valori altissimi, di 100000, per cui la
diagnosi è abbastanza eclatante), i fenomeni neurovegetativi sono esagerati, cioè nausea e vomito
sono veramente intensificati, all'ecografia si possono associare ovaie aumentate e cisti ovariche,
perché le beta così alte vanno a ultrastimolare il corpo luteo a produrre progesterone; semmai la
gravidanza andasse avanti, si avrebbe un grosso rischio di pre-eclmapsia ed ipertiroidismo. Ma
queste gravidanze non devono andare avanti, perché sono ad altissimo rischio.
Allora, il problema è che spesso abbiamo una clinica meno sfumata di quella che vediamo, per cui
facciamo un raschiamento per una interruzione di gravidanza per un altro motivo, ed abbiamo
all'esame anatomopatologico delle diagnosi sfumate; magari questa diagnosi di aborto è precoce, 7
settimane, la forma di mola vescicolare era molto molto sfumata, ed abbiamo un riscontro solo
all'anatomia patologica. In altri casi, è una diagnostica facile […] con un'immagine ecografica
talmente chiara che la diagnosi non può non essere fatta. Nella mola invasiva la proliferazione
trofoblastica si estende localmente ma anche non localmente […] ma può arrivare alla perforazione
dell'utero e ad un'invasione del miometrio, ma non c'è metastatizzazione.
Invece, nel corioncarcinoma la metastatizzazione c'è, è una neoplasia altamente maligna e
metastatizzante.
Cosa fare?
Ovviamente la TERAPIA consiste nello svuotamento e in un intervento particolarmente complicato
di revisione cavitaria strumentale. […] Dopo la revisione cavitaria è necessario controllare non
solo ecograficamente ma anche monitorare le beta nel tempo per escludere la diagnosi di neoplasia
persistente. In tutti gli altri casi portare avanti una terapia a base di metotrexate fino a
negativizzazione della beta. Ovvio che in caso di mola invasiva è necessaria la stadiazione anche
strumentale (per verificare torace e fegato, principali sedi di metastasi).
Passiamo ad un argomento più semplice e discorsivo...
il PARTO SPONTANEO è come sapete un parto eutocico, e quindi un parto di gravidanza singola
[…] a termine (tra la 37esima e la 40esima settimana). Dopo la 40esima settimana abbiamo un
parto ? E prima della 37esima settimana abbiamo un parto PRE-TERMINE (...è importante che
capiate che questa è una classificazione solo da un punto di vista didattico, perché poi da un punto
di vista clinico dipende tutto dalla vostra capacità di assistere il neonato).
[…] ed è questo il motivo per il quale da un punto di vista pratico, clinico, le gravidanze che
possono avvenire ad un punto nascita di I livello, cioè ad un punto nascita senza terapia […]
la maggior parte di questa morbidità dipende dal distress respiratorio, non so se c'è qualcuno in
quest'aula che si interessa di pediatria in particolare, fondamentalmente questi bambini che nascono
prematuri presentano un maladattamento metabolico e respiratorio alla nascita, per cui hanno
ipoglicemia e difficoltà respiratorie. Il problema è che hanno anche una maggiore dispersione di
calore, quindi hanno maggior rischio di contrarre infezioni, deficit di sviluppo neurosensoriale e
quindi deficit dell'apprendimento.
[…]
i meccanismi fisiopatologici fondamentali sono questi 4: mentre sull'attivazione dell'asse ipotalamo-
ipofisi-surrene, che sarebbe il motivo per cui […]
e andiamo alla valutazione: com'è possibile oggi fare diagnosi di rischio di minaccia di parto pre-
termine? andando a valutare alcuni enzimi batterici (alcune proteasi, ecc.) nel secreto vaginale.
[…]
innanzitutto dobbiamo valutare se è un TRAVAGLIO; se è un travaglio ed abbiamo il tempo di
trasferire la paziente in un presidio di secondo livello […] quindi devo capire se questa donna è in
travaglio e più o meno fra quanto tempo può partorire. Devo valutare l'attività uterina, che deve
essere, spontanea, dolorosa, costante nel tempo (ogni 15 minuti, oppure ogni 7 minuti), e devono
determinare delle modifiche del collo dell'utero, cioè il collo deve essere accorciato e dilatato
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(travaglio attivo = dilatazione di almeno 4 cm). […]
una valutazione molto più accurata si ha con l'ecografia; con una sonda non addominale ma
transvaginale, transvaginale perché va a contatto con la cervice quindi mi permette di vederla
perfettamente, quindi posso capire la dilatazione […]
andiamo comunque a valutare le cause scatenanti, perché se alla base c'è un distacco di placenta
rischio la sofferenza fetale. […]
la rottura delle acque in assenza di travaglio è una condizione di rischio di contrazione di infezioni,
che necessita di terapia antibiotica.
[…]
TERAPIA:
progestinici, indicati in una terapia a lungo termine di una paziente a rischio
in ospedale posso dare cortisonici, che mi fanno guadagnare 48 h di tempo almeno agli inizi
bloccando le contrazioni.
Parto pre-termine senza travaglio si osserva in caso di rottura delle membrane […] la più grossa
problematica è il rischio di infezioni.
Scusate, mancano un sacco di parti, ma la registrazione era veramente pessima! Non ho trovato le
slides circa il PARTO PRE-TERMINE, altrimenti avrei aggiunto il collegamento.
In bocca al lupo!
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Prof.Cobellis
12/11/2015
PREECLAMPSIA
In molti testi,troverete ancora il termine GESTOSI per indicare questa patologia;termine assolutamente
desueto,che NON SI DEVE UTILIZZARE NEANCHE DURANTE IL COLLOQUIO DELL’ESAME,che è
stato sostituito appunto dalla terminologia di “Disturbi ipertensivi in gravidanza”.
Epidemiologia: nella popolazione occidentale non è frequentissima,ha un’incidenza che va dall 1,3% all’
8%;14-20% nel gaso di gravidanze gemellari, mentre in Oriente questa patologia ha un’incidenza pari al
30%.
Classificazione:
-Ipertensione cronica in gravidanza
-Ipertensione transitoria
-Preeclampsia-eclampsia
-Ipertensione cronica sovrapposta alla Preeclampsia
IPERTENSIONE CRONICA IN GRAVIDANZA
È un’ipertensione nota prima della gravidanza.Si parla di ipertensione essenziale (condizione già a voi nota).
Le condizioni in cui ci interessa sono le seguenti: -complicanze materne(distacco di placenta,condizione
molto grave la cui causa principale è proprio l’ipertensione non controllata;edema polmonare;encefalopatia,
retinopatia,emorragia cerebrale,insufficienza renale acuta) –complicanze fetali(aumento mortalità fetale dalle
2 alle 4 volte rispetto alla popolazione generale; aumento morbilità neonatale; parto pretermine,spesso reso
necessario a causa di un mancato controllo farmacologico dell’ipertensione; aumento degli SGA(small for
gestational age bambini piccoli per l’epoca gestazionale) dal 31 al 40% in donne con HRI severa nel
primo trimestre –gestione approccio terapeutico.
IPERTENSIONE TRANSITORIA IN GRAVIDANZA
Comparsa occasionale,può regredire anche senza terapia,non ha conseguenze dal punto di vista clinico,va
però monitorata;può slatentizzare una predisposizione della paziente a divenire ipertesa in futuro,soprattutto
nel periodo della menopausa.
IPERTENSIONE INDOTTA DALLA GRAVIDANZA
Condizione clinica che si manifesta dopo la 20° settimana di gestazione ed è caratterizzata da ipertensione
arteriosa,fortemente predisponente per la preeclampsia.
Se all’ipertensione arteriosa,si associa proteinuria io faccio diagnosi di PREECLAMPSIA.
L’edema(agli arti inferiori,alle mani ,alle palpebre) da solo non ci fa fare diagnosi,ma si presenta in
associazione ai due segni suddetti.
Quindi facciamo diagnosi di preeclampsia sempre dopo la 20° settimana ed in assenza di patologia del
trofoblasto.
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Parliamo di PREECLAMPSIA LIEVE
PA tra 140/90 e 160/110 e proteinuria >0.5gr/1000ml - edemi
GRAVE
PA>160/110 Proteinuria>2gr/1000ml Oliguria< 400 ml/24h
Ovviamente per valutare la PA occorre misurarla più volte al giorno,con un bracciale adeguato e in
condizioni di riposo;per valutare la proteinuria per prima cosa fare uno stick in estemporanea,ma il
passaggio successivo sarà la raccolta delle urine nelle 24h; nel caso in cui venissero confermati
valori pressori preoccupanti,si provvederà al ricovero ospedaliero,altrimenti si proseguirà con un
monitoraggio ambulatoriale.
Qual è il problema? È che io posso sfociare verso una condizione patologica ancora più grave che è
la comparsa di CRISI CONVULSIVE. Il motivo di queste crisi non è legato ad una patologia
neurologica precedente alla gravidanza, associata a ipertensione e proteinuria che scatena una crisi
eclampica(ovvero con convulsioni). Le crisi convulsive sono causate da un edema encefalico(lo
stesso che apprezzo a livello periferico) che causa sofferenza della corteccia.
IPERTENSIONE CRONICA CON PREECLAMPSIA SOVRAPPOSTA
La più temibile complicanza dell’ipertensione cronica è la comparsa ex novo di proteinuria alla
20°settimana. A questi segni si associano altre due condizioni che sono la piastrinopenia e
l’aumento dei livelli di transaminasi. HELP SYNDROME( ipertensione-proteinuria-piastrinopenia-
aumento transaminasi) anch’essa estremamente temibile.
INDAGINI
Per il monitoraggio della PA (140/90 il cut off)
-pz a riposo
-pz inclinata sul fianco sinistro per evitare la pressione esercitata dall’utero gravidico sui vasi
-bracciale adeguato
Proteinuria : -strisce reattive su campione estemporaneo(ci dà solo un’indicazione)
-proteinuria delle 24h
-rapporto proteinuria creatinina
Quali sono le cause per cui si instaura un problema renale? In condizione di ipertensione avremo
anomalie del flusso,rigonfiamento cell endoteliali con spaspo arteriola afferente ed
efferente,riduzione del lumeriduzione flusso plasmatico renale,riduzione del filtrato,riduzione
funzione renale.
Il tutto si manifesta con:proteinuria,aumento uricemia,aumento azotemia e creatininemia.
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Una delle condizioni predisponenti allo sviluppo di preeclampsia è l’incremento ponderale
associato inevitabilmente a ritenzione idrica(la paziente riferisce di non riuscire più a portare gli
anelli o che ha dovuto comprare le scarpe di un numero in più).
ACCERTAMENTI CLINICI FETALI
-rivalutazione dei parametri di crescita( ipertensione causa solitamente un ritardo
dell’accrescimento fetale)
-Flussimetria
-tracciato cardiotocografico
Disturbi dell’unità feto-placentare:-Ischemia placentare
-Abruptio placentae,(condizione più temibile)
-IUGR
-mortalità perinatale
-prematurità
-morte intrauterina del feto
Il distacco di placenta che in termini anglosassoni viene indicato come abrupto placentae può
esssere parziale ed in questo caso avremo una condizione di sofferenza fetale che ci permette ancora
di arrivare in sala operatoria e operare in urgenza per salvare questo bambino,ma in presenza di
distacco total, noi abbiamo pochissimi minuti di tempo per estrarre questo bambino.
MONITORAGGIO MATERNO
Misurazione PA(in pz con condizione nota ed in trattamento per l’ipertensione)noi andremo a
misurare la pressione ogni 4-6 settimane fino alla 28° sett.; ogni 2-4 settimane dalla 28° alla 36° sett
poiché in questo periodo più facilmente può sovrapporsi una preeclampsia; e ogni settimana dopo la
36°.
Creatininemia,uricemia….
Esame delle urine
MONITORAGGIO FETALE
Doppler materno-fetale e biometria alla 24°sett per valutare un ritardo dell’accrescimento.Andrò
quindi innanzitutto a valutare il flusso dell’arteria ombelicale. I controlli andranno fatti prima ogni
10-20 gg fino ad arrivare a controlli settimanali.
Quando è che ci si ricovera?
-sovrapposizione di preeclampsia
-IUGR
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-doppler ombelicale alterato
-ipertensione refrattaria ai trattamenti;PAD> 110 mmHg
-oliguria
-proteinuria
CONTROLLO BENESSERE FETALE
-CTG (cardiotocografia) controlla il benessere cardiaco fetale in rapporto alle contrazioni dell’utero
-eco fetale
-profilo biofisico fetale
-flussimetria doppler
Prima di passare al ricovero ovviamente tentiamo un controllo dell’ipetensione per via
ambulatroriale; l’unico farmaco che dobbiamo evitare assolutamente in gravidanza è l’ACE-
inibitore che ha come effetti collaterali: oligoidramnios e insufficienza renale neonatale.
I diuretici in genere ,proprio per quella condizione che abbiamo detto in precedenza che coesiste di
edema,sono da evitare in quanto possono determinare un’ulteriore contrazione dei volumi
plasmatici.
Sono essenzialmente indicati come prima scelta:
1) Antiadrenergici centrali(Aldomet)
Alfa metildopa (250mg 2-3 volte al giorno fino ad un max di 4 gg)
2) Beta bloccanti(Tandrate)
Labetololo (100mg 2vlt al giorno per 2gg)
3) Nifedipina
La terapia farmacologica si associa a riposo,dieta e controllo della PA.
Preeclampsia lieve (quando inizia la proteinuria,non è più reversibile)
Il problema resta quindi va monitorata e ricoverata in modo che posso vedere che faccia il
BED REST,non restrittivi,con deambulazione libera.
GRAVE PREECLAMPSIA
BED REST restrittivo
Idratazione a causa dell’oliguria
Monitorare terapia antiipertensiva
Monitoraggio diuresi
Profilassi anticonvulsivante
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FASE DI ATTACCO
Ca antagonisti,nifedipina (Nifedicor,Adalat) oppure betabloccanti
-Preeclampsia sovrapposta ad Ipertensione cronica,terapia:
vasodilatatori, idralazina e cerotti di nitroglicerina così da garantire una migliore perfusione
renale.
Ora che fare? TIMING DEL PARTO
È indicato l’espletamento per epoche >o= a 36 sett mediante induzione di travaglio.
Perché sia possibile che il parto si espleti per via vaginale bisogna innanzitutto avere una
condizione stabile della madre associata a modificazioni del collo vaginale (ottimale infatti
risulta essere che non sia una primipara)in modo da ottenere un’espulsione del feto in tempi
brevi.
Il parto immediato (cesario) in caso di:
-ipertensione non controllata da terapia
-eclampsia
-edema periferico
-sofferenza fetale
-HELP SYNDROME
A qualsiasi epoca ci troviamo in presenza di queste condizioni.
INDICAZIONI FETALI per un parto immediato: sofferenza fetale,oligoidramnios,grave
iposviluppo,alterazioni flussimetriche,morte endouterina,epoca gestazionale >o= a 34 sett.
Considerando il caso dell’ipertensione indotta dalla gravidanza noi ginecologi la
gestiamo in maniera preventiva( per non sfociare in una situazione di preeclampsia) con
l’ASPIRINETTA(lo si fa in maniera ex adiuvanti bus in quanto non ci sono studi scientifici
che ne abbiano confermato la validità) e metodi non farmacologici quali: restrizione
sodica,riposo,magnesio,calcio e acido linoleico.
Per nessuno di questi metodi di prevenzione ci sono conferme date dalla letteratura.
Cosa assolutamente da ricordare è l’importanza del SOLFATO DI MAGNESIO che è uno
degli antiipertensivi migliori che si può utilizzare in stato di preclampsia grave. questo è
l’ultimo step che mettiamo in atto per ottenere un guadagno di tempo che ci permetta di
arrivare all’intervento chirurgico.
Anche se il suo meccanismo d’azione non è del tutto noto,si pensa che agisca causando una
dilatazione dei vasi cerebrali fetali con successiva riduzione dei fenomeni ischemici;in modo
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indiretto blocca il canale del calcio riducendo quello che viene definito il Cerebral
pulsing(alterazioni del sistema vascolare cerebrale fetale).
Inoltre va anche ad agire sulle convulsioni materne.
Seconda parte della lezione: DIABETE IN GRAVIDANZA
L’aumentata incidenza mondiale del diabete mellito di tipo 2 ovviamente si ripercuote anche
come aumento delle donne che ne sono affette in gravidanza.
Classificazione:
Diabete latente (alterazione del controllo glicemico che si presenta in condizioni di stress)
Diabete conclamato(in pz con storia di diabete pregresso,già noto)
Diabete gestazionale = alterazione dei test di tolleranza al glucosio che si manifesta per la
prima volta in gravidanza, generalmente tra la 26° e la 28° settimana di gestazione e che si
normalizza nel post partum.
Ovviamente queste condizioni non toccheranno soltanto lo stato di salute della madre,ma
avranno chiare ripercussioni sul benessere fetale. Nel caso del diabete pregestazionale non
controllato,si avranno ripercussioni sull’organogenesi,malformazioni fetale e mortalità
perinatale. Nel caso del diabete gestazionale ci sarà: influenza sullo
sviluppo(IPERSVILUPPO O IPOSVILUPPO) e aumento della mortalità perinatale.
Fattori di rischio per lo sviluppo di diabete gestazionale:
-età > 35 aa
-obesità
-familiarità per diabete
-precedente diabete gestazionale
-precedente macrosomia fetale
-pregressa MEF
-poliidramnios
-ipertensione arteriosa
Questi sono i fattori che noi andremo a sviluppare durante l’anamnesi anche perché ci
possono indirizzare a richiedere analisi specifiche.
Perché la gravidanza ha effetto diabetogeno?
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-aumento concentrazione di ormoni anti insulinici (ACTH ,cortisolo e prolattiana)
-notevole consumo di insulina a livello placentare e riduzione dei livelli plasmatici materni
quindi.
Complicanze materne tipiche: retinopatia,neuropatia,nefropatia in donne non compensate e
aumento della mortalità.
Effetti sul feto: 1° semestrealterazione organogenesi tra cui malformazioni
cardiache,difetti di chiusura del tubo neurale,arteria ombelicale unica,microencefalia…. ; 2°-
3° semestre alterazione maturazione e accrescimento fino ad arrivare alla Fetopatia
diabetica.
Questa condizione può avere due risvolti ovvero uno DISMETABOLICO e uno
VASCULOPATICO.
Nel primo si avrà macrosomia fetale mentre nel secondo caso una condizione di
vascolopatia che andrà ad interessare i vasi placentari,provocherà un rallentamento
dell’accrescimento fetale.
Perché diciamo che il feto è macrosomico? Sono neonati che hanno un peso che è superiore
al 90° percentile.
In risposta ad un aumento della glicemia materna infatti, si sviluppa una sindrome
dislipicemica nel feto con iperinsulinemia fetale e deposito nei tessuti fetali di lipidi ma
soprattutto di glicogeno.
Come ci appare il feto?
–Pletorico e corpulento
-difficilmente si adatta all’ambiente extrauterino(epatomegalia,immaturità dell’apparato
respiratorio…)
-può presentare complicanze perinatali come per esempio la frattura della clavicola o lo
stiramento del plesso brachiale a causa del difficoltoso passaggio attraverso il canale
vaginale a causa delle sue dimensioni.
-iperplasia tessuto insulare pancreatico.
Complicanze post-natali,che si verificano nel momento in cui ovviamente il feto non ha più
contatto con lo stimolo iperglicemico materno e sono:
-crisi ipoglicemiche da iperinsulinismo
-disturbi cardiocircolatori
-turbe dell’equilibrio elettrolitico e difetti dell’equilibrio acido base
-iperbilirubinemia
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-Sindrome da distress respiratorio per immaturità dello sviluppo polmonare
-morte intrauterina improvvisa
Effeti sulla placenta:
-nel tipo vasculopatico:,avremo una placenta piccola a differenza del tipo dismetabolico
dove anche qui avremo una placenta corpulenta.
-accumulo di sostanze PAS+
-occlusione vascolare ed infarti multipli
-ipossia ed iposviluppo con conseguente sofferenza fetale.
LINEE GUIDA DEL MINISTERO DELLA SALUTE del 2011
Per fare diagnosi:
1° visita,se la valutazione della glicemia casuale mi rileva una glicemia >200mg/dl allora ci
troviamo di fronte ad un diabete conclamato;lo stesso vale se alla valutazione della glicemia
a digiuno si avranno valori> 126mg/dl.
Se la glicemia a digiuno è >o= a 92 mg/dl allora parleremo di diabete gestazionale; se
invece il valore di glicemia a digiuno è < 92 mg/dl si procede a 24-28 settimane con l’OGTT
valutazione della glicemia dopo curva da carico(75gr di glucosio disciolto in acqua da
somministrare a digiuno con valutazione della glicemia al tempo zero,60’,120’
rispettivamente >o= a 92,130 e 150 mg /dl facciamo diagnosi).
Management della paziente diabetica:
Valutazione della glicemia mensilmente e si consiglia l’autovalutazione 2-8 vlt al giorno.
Valutazione della glicosuria
Valutazione dell’emoglobina glicosilatamancato compenso nelle settimane precedenti,per
cui un valore superiore a 6.5(all’incirca) sarà considerato un indice negativo.
Più dieta ipoglucidica
Insulina;ora si tendeno ad utilizzare soprattutto gli ipoglicemizzanti orali nello specifico la
METFORMINA soprattutto nelle pazienti che già ne facevano uso.
Monitoraggio materno fetale,si compone di: ecografia ostetrica,ctg,importantissimo sia per
l’organogenesi che per l’adattamento;è inoltre importante dopo la 24° settimana stabilire il
peso ed un’eventuale macrosomia fetale,come lo si fa? Si va a vedere la circonferenza
addominale e se questa è proporzionale al resto del corpo,saremo di fronte sicuramente ad
una circonferenza addominale patologica quando risulterà essere quest’ultima,superiore al
90° percentile.
Frequentemente è osservabile poliidramnios.
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Altro esame importante invece nell’ipotesi vasculopatica è la flussimetria doppler.In una
condizione di vascolopatia dei vasi placentari si avrà il cosidetto Brain Spairing Effect,che è
una sorta di meccanismo di compenso del feto per salvaguardare le strutture nobili;in questo
caso il feto può anche crescere di meno ma fa in modo che la quantità principale di sangue
arrivi a livello cerebrale.
(spiega delle immagini di flussimetria e di tracciato cardiotocografico)
Un altro problema importante riguarda la maturità polmonare perché noi non abbiamo
nessun modo per stabilire se i polmoni sono maturi oppure no(la maturità possiamo indurla
con la somministrazione di cortisone a feto ancora in utero). Una metodica che era utilizzata
in passato era l’amniocentesi tardiva;dopo il prelievo si andava a valutare nel liquido
amniotico il rapporto LECITINA-SFINGOMIELINA che se superiore a 2 dava conferma di
maturità polmonare.
Infine valutiamo un altro aspetto che è il TIMING del parto(la paziente può giungere a
termine se è ben compensata e no vi è evidenza di sofferenza fetale).
Il feto macrosoma rappresenta un problema per il parto per vie naturali a causa di una
sproporzione feto-pelvica evidente che può causare danni alla madre e al feto; con una
corretta indicazione infatti si può programmare il parto cesareo.
Ovviamente la gravidanza non termina con il parto ma dobbiamo considerare il puerperio
come un periodo nel quale non vanno assolutamente sottovalutate la gestione e le
complicanze cliniche della madre che è quindi assolutamente da tenere sotto monitoraggio.
In totale onestà vi riporto,cari colleghi e compagni di guerra, le mie perplessità sia sui
dosaggi di alcuni farmaci che sul reale ruolo(al di fuori delle convinzioni del prof) del
solfato di magnesio;da rimandare quindi le delucidazioni ad un libro di testo.
In fede,
Chiara Cherubini
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