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- 27 - si nasconde dalla legge; il villaggio è fortificato e parte del suo perimetro murario è costituita da una piccola rocca di confine gestita direttamente dal governo darokiniano e dove è di stanza una piccola guarnigione di un centinaio di militari che si occupa di controllare e tassare i traffici che passano per Zemin e pattugliare le campagne circostanti alla ricerca di banditi e goblinoidi. Fuori dal centro di Zemin spesso si accampano alcune piccole tribù di pastori makistani che vengono al villaggio per commerciare bestiame e pelli o contrabbandare prodotti di vario tipo, prima di rimettersi in movimento con le loro mandrie. GRANDUCATO DI KARAMEIKOS Questa zona degli Altan Tepes è una delle regioni più selvagge del Granducato, da sempre dominio di tribù umanoidi, clan di giganti del gelo e draghi bianchi. Per secoli i Traladarani non sono riusciti a penetrare in questa zona delle montagne, e fino ad oggi i tentativi del governo granducale non hanno sortito effetti molto maggiori. Negli anni 980-990 DI, il Granduca Stefan Karameikos investì ampie risorse nell’apertura dei passi che attraverso le valli degli Altan Tepes conducevano in Ylaruam, facendo edificare la Rocca del Castellano (982 DI), cacciando sui monti le tribù umanoidi e favorendo la fondazione di avamposti ad opera di pionieri e coloni. Il tentativo si rivelò fallimentare a causa della lontananza della regione dai centri abitati karameikesi, ed a causa del numero delle tribù umanoidi e dei clan di giganti, soverchiante per le forze del Granducato. Nel giro di pochi anni, tutte le posizioni avanzate guadagnate dal Karameikos in questa zona vennero abbandonate o distrutte, ed il confine tornò a trovarsi attorno alla Rocca del Castellano. Tutto ciò che oggi resta di questo tentativo sono alcuni ruderi visibili lungo una scarna pista che si snoda fino al lago Luda!, oramai quasi del tutto scomparsa fra la vegetazione. Il massiccio degli Altan Tepes in questa regione ospita alcuni dei picchi più alti dell’intera catena; qui si trovano anche alcuni ghiacciai, abitati dai draghi bianchi, dai clan di giganti del gelo e dalle loro servitrici, le scimmie delle nevi. I picchi più alti sono di nuda roccia, ed impossibili da attraversare per gli inesperti delle scalate. Man mano che si scende dai picchi rocciosi, gli Altan Tepes sono coperti di vegetazione, prati e fitte foreste. Numerose ed ampie gole, scavate dai ghiacciai durante le ere passate, solcano queste montagne, ma parecchie di esse terminano contro il fianco di un massiccio roccioso. Solo una, la Gola di Yebedeska, attraversa il massiccio montuoso giungendo dalla Rocca del Castellano all’Ylaruam. Essa sarebbe un’ottima nuova via commerciale per il Granducato, che permetterebbe di saltare l’intermediazione darokiniana nel commercio con gli Emirati, ma al momento è impraticabile a causa della presenza degli umanoidi e dei giganti. A sud della Rocca del Castellano è possibile trovare casupole di pionieri, boscaioli e cercatori d’oro isolate che sopravvivono quassù in un modo o nell’altro. Talvolta due o tre famiglie si sono riunite insieme dando vita a piccoli agglomerati, ma non vi sono veri e propri villaggi salvo Novaci. A sud di Novaci il fiume del Castellano scende nel Karameikos vero e proprio; qui sono situati due vecchi feudi traladarani: il feudo di Bergoi, governato dalla famiglia dei Kutinov, ed il feudo di Veseya, governato dalla famiglia dei Miltchev. Nessuno dei due feudi figura tuttavia nella mappa. A tutt’oggi i signori incontrastati di questa regione continuano ad essere i giganti del gelo e le orde umanoidi. I clan dei giganti del gelo si trovano esclusivamente nella catena formata dal Corno dei Giganti, dal Picco Bianco e dal monte Gru a; talvolta capita che i clan si riuniscano sotto la guida di uno jarl e portino morte e distruzione nei paesi circostanti, sia fra gli umani che fra gli umanoidi. Molti draghi bianchi, scimmie delle nevi e lupi dei ghiacci sono alleati di questi giganti. Le principali tribù umanoidi che vivono in questa regione sono invece tre. I Guerrieri d’Acciaio, una tribù di hobgoblin, vive nelle valli a sud del monte Gruza, lungo il fiume Kas; sono feroci guerrieri, che conoscono come forgiare armi d’acciaio e rappresentano la principale minaccia degli Altan Tepes dopo i giganti del gelo. I Testa-Insanguinata sono un’altra tribù di hobgoblin e goblin che vive a sud della Vetta dei Lupi; sono noti per la loro bravura nell’addestrare pipistrelli vampiro e lupi dei ghiacci. Infine vi è la tribù dei Massi Aguzzi, formata da orchi, goblin e hobgoblin, che abita la Gola di Yebedeska ed è descritta più in dettaglio nel modulo. Molte altre tribù umanoidi minori sono presenti in questa regione, ma spesso si alleano con quelle più forti per cercare di sopravvivere.

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si nasconde dalla legge; il villaggio è fortificato e

parte del suo perimetro murario è costituita da una

piccola rocca di confine gestita direttamente dal

governo darokiniano e dove è di stanza una piccola

guarnigione di un centinaio di militari che si occupa

di controllare e tassare i traffici che passano per

Zemin e pattugliare le campagne circostanti alla

ricerca di banditi e goblinoidi. Fuori dal centro di

Zemin spesso si accampano alcune piccole tribù di

pastori makistani che vengono al villaggio per

commerciare bestiame e pelli o contrabbandare

prodotti di vario tipo, prima di rimettersi in

movimento con le loro mandrie.

GRANDUCATO DIKARAMEIKOS

Questa zona degli Altan Tepes è una delle regioni

più selvagge del Granducato, da sempre dominio di

tribù umanoidi, clan di giganti del gelo e draghi

bianchi. Per secoli i Traladarani non sono riusciti a

penetrare in questa zona delle montagne, e fino ad

oggi i tentativi del governo granducale non hanno

sortito effetti molto maggiori. Negli anni 980-990

DI, il Granduca Stefan Karameikos investì ampie

risorse nell’apertura dei passi che attraverso le valli

degli Altan Tepes conducevano in Ylaruam, facendo

edificare la Rocca del Castellano (982 DI), cacciando

sui monti le tribù umanoidi e favorendo la

fondazione di avamposti ad opera di pionieri e

coloni. Il tentativo si rivelò fallimentare a causa della

lontananza della regione dai centri abitati

karameikesi, ed a causa del numero delle tribù

umanoidi e dei clan di giganti, soverchiante per le

forze del Granducato. Nel giro di pochi anni, tutte le

posizioni avanzate guadagnate dal Karameikos in

questa zona vennero abbandonate o distrutte, ed il

confine tornò a trovarsi attorno alla Rocca del

Castellano. Tutto ciò che oggi resta di questo

tentativo sono alcuni ruderi visibili lungo una scarna

pista che si snoda fino al lago Luda!, oramai quasi

del tutto scomparsa fra la vegetazione.

Il massiccio degli Altan Tepes in questa regione

ospita alcuni dei picchi più alti dell’intera catena; qui

si trovano anche alcuni ghiacciai, abitati dai draghi

bianchi, dai clan di giganti del gelo e dalle loro

servitrici, le scimmie delle nevi. I picchi più alti sono

di nuda roccia, ed impossibili da attraversare per gli

inesperti delle scalate. Man mano che si scende dai

picchi rocciosi, gli Altan Tepes sono coperti di

vegetazione, prati e fitte foreste. Numerose ed

ampie gole, scavate dai ghiacciai durante le ere

passate, solcano queste montagne, ma parecchie di

esse terminano contro il fianco di un massiccio

roccioso. Solo una, la Gola di Yebedeska, attraversa

il massiccio montuoso giungendo dalla Rocca del

Castellano all’Ylaruam. Essa sarebbe un’ottima

nuova via commerciale per il Granducato, che

permetterebbe di saltare l’intermediazione

darokiniana nel commercio con gli Emirati, ma al

momento è impraticabile a causa della presenza

degli umanoidi e dei giganti.

A sud della Rocca del Castellano è possibile trovare

casupole di pionieri, boscaioli e cercatori d’oro

isolate che sopravvivono quassù in un modo o

nell’altro. Talvolta due o tre famiglie si sono riunite

insieme dando vita a piccoli agglomerati, ma non vi

sono veri e propri villaggi salvo Novaci. A sud di

Novaci il fiume del Castellano scende nel

Karameikos vero e proprio; qui sono situati due

vecchi feudi traladarani: il feudo di Bergoi,

governato dalla famiglia dei Kutinov, ed il feudo di

Veseya, governato dalla famiglia dei Miltchev.

Nessuno dei due feudi figura tuttavia nella mappa.

A tutt’oggi i signori incontrastati di questa regione

continuano ad essere i giganti del gelo e le orde

umanoidi. I clan dei giganti del gelo si trovano

esclusivamente nella catena formata dal Corno dei

Giganti, dal Picco Bianco e dal monte Gru a;

talvolta capita che i clan si riuniscano sotto la guida

di uno jarl e portino morte e distruzione nei paesi

circostanti, sia fra gli umani che fra gli umanoidi.

Molti draghi bianchi, scimmie delle nevi e lupi dei

ghiacci sono alleati di questi giganti.

Le principali tribù umanoidi che vivono in questa

regione sono invece tre. I Guerrieri d’Acciaio, una

tribù di hobgoblin, vive nelle valli a sud del monte

Gruza, lungo il fiume Kas; sono feroci guerrieri, che

conoscono come forgiare armi d’acciaio e

rappresentano la principale minaccia degli Altan

Tepes dopo i giganti del gelo. I Testa-Insanguinata

sono un’altra tribù di hobgoblin e goblin che vive a

sud della Vetta dei Lupi; sono noti per la loro

bravura nell’addestrare pipistrelli vampiro e lupi dei

ghiacci. Infine vi è la tribù dei Massi Aguzzi,

formata da orchi, goblin e hobgoblin, che abita la

Gola di Yebedeska ed è descritta più in dettaglio nel

modulo. Molte altre tribù umanoidi minori sono

presenti in questa regione, ma spesso si alleano con

quelle più forti per cercare di sopravvivere.

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Caverna del Grande Rettile

Questa profonda caverna scavata nella roccia degliAltan Tepes è la dimora di un antichissimo dragoblu femmina, Blethinferelth, e della sua giovanefiglia Bluenstrinel. Blethinferelth ha circa tremilaanni di età ed ha combattuto in tempi antichissimicontro le orde del capo umanoide Akkila Khan; ellaè un drago di enorme sapere, che da secoli si èdedicata soprattutto ad accumulare conoscenza sul

passato di Mystara e sulle leggende delle razze cheabitano il pianeta (ad esempio, ella è uno dei pochiesseri a conoscere la storia della battaglia fraIscranin e Yealeletherveri). Blethinferelth non èparticolarmente ostile agli umani, ma non amaessere infastidita; le poche tribù nomadi che vivonoin questa zona arida dell’Ylaruam sanno che inquesti monti si annida un terribile ma sapientedrago blu, e talvolta avventurieri ed eroi in cerca diinformazioni e consigli si recano alla Caverna del

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Grande Rettile portando in dono artefatti o oggettimagici di grande valore da scambiare con leconoscenze di Blethinferelth.Blethinferelth è sovrana di un regno draconico chesi estende a gran parte degli Altopiani Sud-Occidentali dell’Ylaruam; lei e sua figliasignoreggiano un certo numero di draghi blu cheabitano questa regione. Blethinferelth è neutrale neiconfronti di Marudi, anche se non si fida di questoingannevole drago blu che signoreggia nell’Alasiyacentrale.

Caverne del Caos & dell’Ignoto

Il noto complesso di caverne abitato da tribùumanoidi e da cultisti della Triade Oscura, descrittoin dettaglio nel modulo B2 La Rocca sulle Terre diConfine. È possibile che alcuni cunicoli che scendononel sottosuolo più profondo dalle Cavernedell’Ignoto siano collegati ai tunnel scavati daIscranin, il grande anellide, millenni fa. Si veda lasezione "5. I dintorni della Rocca" per coglierealcune indicazioni su come adattare il materiale delmodulo B2 alle informazioni presentate qui.

Covo di Oirtulev

Quasi duemila anni fa Oirtulev era uno deiconsiglieri di Re Halav; potente mago, egli fabbricòun gran numero di oggetti magici, fra i quali ilfamoso Occhio di Oirtulev, un amuleto conincastonato un occhio umano capace di scrutareluoghi lontani e leggere i pensieri di coloro chescrutava. Decenni dopo la morte di Halav, Oirtulevscomparve misteriosamente. Secondo la leggenda esecondo quanto raccontano i seguaci del Culto diHalav, grazie al suo Occhio, Oirtulev riuscì acomunicare con Halav stesso divenuto Immortale, ead intraprendere la strada dell’Immortalità lui stesso.Il Culto di Halav lo venera come un santo, mentre laChiesa di Traladara lo considera una figura storica.In verità il mago, corrotto dal male, riuscì dopomolti anni a trasformarsi in lich e stabilì una propriaresidenza negli Altan Tepes dalla quale per secolicominciò a tessere le sue trame di potere.Attualmente Oirtulev sta raccogliendo oggettimagici ed artefatti da vari luoghi nel MondoConosciuto ed agisce tramite agenti e mercenari.Egli, col passare dei secoli, ha modificato i poteridell’Occhio, che adesso gli consente di risucchiare laforza vitale di coloro che vengono a contatto conesso e di assorbirla per mantenere la sua forma non-

morta; grazie ai poteri dell’Occhio, Oirtulev suscitanei maghi delle regioni vicine visioni di potere, delfuturo o di conoscenza, inducendoli a recarsi pressoil suo covo negli Altan Tepes; qui, Oirtulev stesso liintrappola risucchiando le loro vite.Il covo di Oirtulev è una costruzione sotterraneache corre verticalmente lungo un fianco di unamontagna, con alcune feritoie che dannosull’esterno. La presenza di una costruzioneall’interno del fianco montuoso è difficilmenteintuibile dall’esterno a meno di un esameattentissimo. Fra tesori magici, tomi arcani elaboratori di ogni tipo, il sotterraneo ospita anchenumerose creature non-morte – molte delle qualicreate dai corpi dei maghi attirati qui ed uccisi.

Monastero di San Yakov

Questo monastero risale all’VIII sec. DI ed èdedicato a Yakov Ietulevic, un sacerdote di Halavmembro della Chiesa di Traladara martirizzato dagliumanoidi degli Altan Tepes che era venuto acombattere. La costruzione si erge su un altrocrinale che domina la valle del fiume del Castellanosottostante, raggiungibile tramite un tortuososentiero che si snoda fra i boschi che coprono lependici dei monti. I monaci offrono confortospirituale agli abitanti di Novaci, della Rocca delCastellano e addirittura di Bergoi, un feudotraladarano a sud di Novaci; in cambio acquistanomerci di vario tipo dagli abitanti (utensili, vasellame,cibo, bevande ed altri prodotti).Il monastero ospita una nutrita comunità di 28monaci, sotto la guida dell’abate Laszlo Szovenenko(Chierico Legale di 8° livello). Altri 33 civili abitanoil monastero e le terre limitrofe da essoamministrate, assolvendo compiti venali(coltivazione, allevamento, artigianato). Il monasteroè costituito da varie strutture: una chiesa centralecon refertorio e cucine annesse, un dormitorio per imonaci dotato di sale di preghiera, un edificioriservato allo studio dei testi sacri ed allameditazione e altri piccoli edifici quali magazzini eofficie; tutti quanti sono racchiusi da un basso murodi cinta.

Novaci

Si tratta di un piccolo villaggio (240 ab.) ubicatonella stretta valle del fiume del Castellano, che siinsinua fra gli Altan Tepes fino alla Rocca delCastellano. Il villaggio è situato sulle rive del fiume

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del Castellano, che è risalibile in chiatte fino ad unpunto poco più a nord di esso. La principale attivitàdi Novaci è l’estrazione d’argento da una minierache si trova sul crinale montuoso ad un chilometrocirca a sud-ovest del villaggio; qualcuno degliabitanti si dedica anche alla ricerca d’oro nei ruscellie lungo il corso del Castellano – le pepite vengonoportate a valle dal corso dei fiumi che sgorgano neimonti più a nord. Novaci è anche un importantepunto di sosta fra il feudo di Bergoi, più a sud, e laRocca del Castellano, a nord; qui spesso si fermanotutti coloro che sono diretti alla Rocca – soldati,viandanti, approvvigionatori, mercanti e,naturalmente, avventurieri.Qualche chilometro più a nord di Novaci, lungo ilCastellano, si trova una rimessa per le chiatte, situatanel punto in cui il fiume non risulta più risalibile inbarca ed in prossimità della pista che conduce alMonastero di San Yakov, verso ovest. Qui spessobivaccano i barcaioli ed i loro passeggeri che siriposano prima di intraprendere l’ultimo tratto distrada a piedi per raggiungere la Rocca delCastellano.Novaci è difeso da una palizzata di tronchi e moltidei suoi abitanti, consapevoli di abitare in uninsediamento di frontiera, sono abili nell’uso dellearmi (asce, lance ed archi soprattutto). Sebbene nonsia un bersaglio primario delle scorrerie degliumanoidi, chiuso com’è nella sua valle, talvoltabande di predoni goblinoidi o, più raramente, gruppidi giganti del gelo che sono riusciti ad oltrepassare laRocca del Castellano, attaccano il villaggio.

Percorso di Iscranin

Iscranin, circa semila anni fa, era il più terribile egrande fra i grandi anellidi che seminavano il terrorefra gli abitanti della superficie, quando ancoral’umanità e le razze moderne erano giovani. Questoterribile mostro, un essere vermiforme del diametrodi dieci metri, scavò numerosi tunnel durante la suaesistenza, finché non incontrò la morte per manodel grande drago rosso Yealeletherveri quandoinavvertitamente penetrò nella sua tana.Uno dei complessi più intricati dei tunnel scavati daIscranin è situato proprio nel Mondo Conosciutocentrale. Uno degli ingressi si trova sul fianco degliAltan Tepes a sud-ovest di Parsa e conduce ad unaserie di gallerie che portano in vari punti delmassiccio degli Altan Tepes. Si dice che uno diquesti cunicoli giunga fin nel sottosuolo dell’Alfheim.

Tana di Yealeletherveri

Questo enorme anfratto è accessibile da una lungacrettatura sul fianco della montagna, che scende perdiversi metri fino al soffitto di un’ampia caverna. Lacaverna è difficilmente accessibile dalla crettatura, senon per chi è in grado di volare. La caverna èenorme, alta oltre 15 metri e lunga quasi 50 metri;essa è costellata di stalattiti, stalagmiti e attraversatada un ruscello sotterraneo. Un enorme cunicolorotondo, del diametro di circa dieci metri, penetranella caverna dal lato nord; attorno a quella zonadella caverna vi sono parti di soffitto e pareticrollate, stalagmiti e stalattiti spezzate e segni dimutamenti non naturali.In effetti questa caverna, oltre seimila anni fa, era latana di un terribile drago rosso, Yealeletherveri,signore di tutta questa regione in un tempoanteriore a Blackmoor in cui l’umanita era giovane.Il drago rosso perì nella battaglia col più colossaledei grandi anellidi, Iscranin, il quale, scavando unodei suoi tunnel, giunse inavvertitamente nella tanadel drago. Nessuno dei due sopravvisse allabattaglia. Quel che oggi resta dei due colossaliavversari sono i loro scheletri avvinghiati in unamorsa letale lungo la caverna; visitatori inespertipotrebbero non essere in grado di capire che i restiappartengono a due creature diverse e scambiare idue scheletri per un’immenso e strano mostrodefunto.Al tempo della grande battaglia fra i due mostriquesta regione si trovava vicinissima al Polo Nord;era da questa regione solitaria che Yealeletherverigovernava su un pugno di potenti e antichi draghi alui asserviti, i quali spargevano il terrore nelle zonepiù a sud. A quel tempo le profondità della tana diYealeletherveri erano attraversate da un fiume dilava che generava un habitat gradevole per il grandedrago rosso; i cataclismi seguiti alla Grande Pioggiadi Fuoco hanno però successivamente deviato ilcorso di lava.Il tesoro di Yealeletherveri è stato trafugatodurante gli anni intercorsi fra la morte del drago e lafine di Blackmoor dai draghi precedentementeasserviti a lui e da altri draghi rinnegati che hannovisitato la sua tana. Di tutti gli oggetti di valore cheun tempo giacevano qui, uno è di particolareimportanza: la Gemma Aurea di Yealeletherveri.Consapevole di essere una minaccia per molti eprevedendo la possibilità di essere ucciso,

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Yealeletherveri fabbricò un ricettacolo costituito dauna gemma d’oro massiccio delle dimensioni di uncocomero, al quale legò la sua forza vitale. Se ilcorpo del drago rosso fosse stato ucciso, il suospirito sarebbe sopravvissuto nella gemma, pronto apossedere un altro corpo di drago. Dopo la mortedel corpo fisico di Yealeletherveri, la gemma andòperduta, passando probabilmente di mano in mano.Sfortunatamente, gli sconvolgimenti magici dovutialla Grande Pioggia di Fuoco distrussero il legamefra la gemma e lo spirito di Yealeletherveri,impedendo ad esso di possedere altri corpi econsumandolo a poco a poco.Il forte legame del drago rosso con la gemma,tuttavia, non ha permesso allo spirito diYealeletherveri di risposare in pace. Lo spettro delterribile drago si manifesta ancora di quando inquando a coloro che visitano la sua tana sotto formadi drago fantasma (vedi DMR2 Creature Catalogue),cercando di indurre con la magia o con l’inganno ivisitatori ad intraprendere ricerche per scovare dinuovo la gemma e riportarla a lui. Se la gemma fosseriportata allo spettro di Yealeletherveri essotroverebbe pace, scomparendo definitivamente, mala gemma perderebbe ogni potere. La Gemma Aureain effetti è un potente artefatto del mondo antico echiunque la trovasse potrebbe venire a conoscenzadei suoi immani poteri.L’ubicazione attuale dell’artefatto è ignota, ma datoche è un oggetto molto antico potrebbe trovarsipraticamente ovunque su Mystara o addirittura in unaltro piano; il DM è libero di escogitare qualunquetrama preferisce legata alla gemma e di assegnare adessa i poteri che desidera, ma si consiglia di renderequalunque avventura concernente l’oggettoestremamente ardua e adatta a personaggi di livellomolto alto.

EMIRATI DI YLARUAM

Nonostante la sua posizione decentrata, questazona di confine degli Emirati di Ylaruam puòapparire al visitatore di passaggio più civilizzata edabitata dei deserti dell’Alasiya. Quasi tutte questeterre fanno parte dell’Emirato di Makistan, il cuiemiro nominato dalSultano di Ylaruamgoverna le steppeoccidentali degliemirati e le alture

che conducono in Darokin e in Karameikos. Svariatikhan ereditari dominano le varie tribù makistane edi piccoli villaggi, mentre le zone più strategicamenteo economicamente importanti sono affidate algoverno di bey nominati dal gran khan.Nelle zone collinari si trovano buona parte degliinsediamenti permanenti del Makistan, formati daagricoltori ed artigiani sedentari che di quando inquando accolgono le tribù nomadi che portano alloro seguito il bestiame e ne commerciano iprodotti. Nei centri abitati del Makistan, soprattuttoquelli situati sugli altopiani, è facile trovareimmigrati nani e persino gnomi (entrambi dediti avari tipi di artigianato). Per questa regione passanoanche piccole tribù di lupin appartenenti alle stirpidei Fennec Combattenti e dei Nithiani Randagi.Fortunatamente, grazie al suo clima più caldo, lazona è meno battuta dalle scorrerie dei giganti delgelo, ma non per questo viene risparmiata dalletribù di umanoidi che spesso penetrano in questaregione dal sud-est per depredare i villaggi e le tribù.Molte sono le tribù che errano per queste regioni,perlopiù dedite alla pastorizia. La loro consistenzavaria da tribù a tribù. Il DM può avvalersi dellatabella in questa pagina per determinare quantepersone appartengono ad una data tribù.In ogni tribù circa il 20-30% dei membri è formatoda guerrieri, il resto da adolescenti, bambini, donnee vecchi; per determinare le statistiche di gioco deinomadi e caratterizzare le tribù si possono usare leindicazioni della Rules Cyclopedia e del ATL2 GliEmirati di Ylaruam. Nel complesso, circa il 35% dellapopolazione ylari è costituita da tribù nomadi.La regione a sud-est del Makistan, che correparallela agli Altan Tepes lungo il confine thyatiano,è nota come Ennaej (o Altopiani Sud-Occidentali)ed è amministrata dal Ministero delle Province degliemirati. Pochissimi e piccoli insediamenti sonosparsi in questa zona, che perlopiù vede il passaggiodi tribù nomadi e delle loro mandrie. Tutta questaregione pullula di tribù umanoidi (soprattutto orchi,goblin, hobgoblin, bugbear, coboldi, giganti dellecolline e delle rocce e troll), che si scontranocontinuamente coi nomadi e pongono una costanteminaccia alla stabilità della zona ed un grave

ostacolo allapenetrazionedell’autorità ylari inquesta regione.

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Ab Mazar

Questo villaggio (340 ab.) è l’unico centro di rilievodi quest’arida valle, governato dal Khan FethilYildiz. Esso è costituito da una serie di casupole dipietra e argilla arroccate sul fianco della montagna, ecollegate da scale di legno e pietra. Questo stile dicostruzione è caratteristico di questa zona delMakistan ed anche di altre regioni degli emirati. Aipiedi del villaggio sgorga una limpida fonte da unaroccia rossastra, attorno alla quale vi è un verdesprazzo di vegetazione.La fonte è legata alla leggenda di Abu al-Aziz, unguaritore alasiyano itinerante dei tempi precedenti al-Kalim. Abu un giorno, durante uno dei suoi viaggi,usò i suoi poteri per guarire un airone ferito, chegrazie a lui riprese il volo. Anni più tardi, ridotto infin di vita dagli hobgoblin di queste regioni, Abu siaggirava morente per queste aride valli, senzasperanza di salvezza; finché un airone – quello cheAbu aveva salvato anni prima – non si avvicinò a luie lo indusse a seguirlo fino ad una rossa roccia chespuntava dal terreno. Col becco, l’airone picchiò laroccia più volte, facendone uscire dell’acqua

zampillante, un sorso della quale rifocillò e ristoròcompletamente il guaritore. Voltosi di nuovoall’airone, Abu non vide più un uccello, ma undjinni: questi gli predisse che, se avesse fondato unvillaggio qui, l’acqua non sarebbe mai mancata; isuoi abitanti avrebbero sempre prosperato a pattoche si prendessero cura di tutti gli aironi cheincontrassero. Abu fece come il djinni gli avevapredetto e Ab Mazar nacque e crebbe in prosperitàe felicità nel corso dei secoli.Nel villaggio si venera tutt’oggi la figura di Abu ilGuaritore e si racconta la storia dell’airone. Ilvillaggio è il principale mercato di questa valle eciclicamente le tribù nomadi di queste zone sirecano qui per celebrare la memoria di Abu ecommerciare i loro prodotti – soprattutto la lana.Ab Mazar è anche un fiorente centro agricolo graziealla fonte che sgorga dalla roccia rossa; l’acqua dellafonte, sebbene non abbia le proprietà magiche chevuole la leggenda, è estremamente pura e fresca.Poco più a sud-ovest di Ab Mazar è sorto anche unmonastero di dervisci dediti ad onorare la memoriadi Abu; fu Abu stesso a fondare questa comunità di

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fedeli ai quali insegnò le sue arti di guaritore esapiente. Il monastero è anch’esso parzialmentescavato nella roccia, come il villaggio circostante, edè un importante centro spirituale per tutta questazona degli altopiani.Nonostante la sua vicinanza agli Altan Tepes, AbMazar non è mai stato attaccato dai giganti del geloe dagli umanoidi nel corso della sua storia. Laperdurante prosperità del villaggio ha generato negliabitanti delle generazioni più giovani un minorrispetto verso le tradizioni locali. Qualche settimanafa, proprio ora che la concorrenza di Hojambazcomincia a mettere in ombra il ruolo di Ab Mazarcome centro di mercato locale, è stato trovato unairone morto su un picco roccioso sopra il villaggio.Molti abitanti hanno cominciato a speculare che lamorte dell’uccello sia in qualche modo legata aqualcuno degli abitanti di Ab Mazar, e che labenedizione del djinni di Abu sul villaggio potrebbevenir meno dando inizio ad un periodo di sventureper gli abitanti…

Bunyad

Piccolo villaggio (260 ab.) situato presso unasorgente locale, dedito alla pastorizia, all’agricolturaed all’estrazione mineraria del ferro nelle vicinecolline. Esso si trova sotto l’autorità del KhanHekzer Thennur, che signoreggia anche sui villaggidi Komisari (dove risiede) e Uwayl. Bunyad èperiodicamente colpito dalle scorrerie delle tribùumanoidi che giungono dagli Altan Tepes; ilvillaggio è stato saccheggiato e bruciato l’ultimavolta solo due anni fa (allora aveva oltre cinquecentoabitanti) e sta venendo progressivamenteabbandonato nonostante la presenza del pozzo edelle miniere.

Castello di Tedzenkaci

Questo complesso di rovine risale al III sec. DI; inquel tempo il Regno di Darokin dominava permezzo dei suoi feudatari tutta questa regione. Unodi questi signori feudali edificò il Castello diTennenkay sulle alture che guardavano i passi checonducevano dalle alture pedemontane degli AltanTepes alla valle dell’Ust-Urt. Dopo la rivolta deiMakistani, il castello cadde in rovina nel corso del Vsec. DI. Di quando in quando viene usato dalle tribùnomadi come luogo per accamparsi, ma dopoalcune recenti morti avvenute all’interno delle rovinesono cominciate a circolare voci su mostri o entità

maligne che si annidano fra quelle antiche torri…

Dupushta

Altro villaggio (380 ab.), prevalentemente deditoall’agricoltura di sussistenza ed alla pastorizia; esso ègovernato dal Khan Zihni Zafer, i cui domini siestendono fino al villaggio di Rabaturk, più ad est.

Forte di Ziraki

Questa fortificazione è la principale stazionedoganale di questa zona dell’Ylaruam e il puntodove tutto il traffico proveniente dal Darokin vieneesaminato e tassato. Il forte è dotato di una cintamuraria di pietra, torri ed una costruzione di pietracentrale, dove risiede il Bey di Harunum, BesimCoskun, scelto dal gran khan per proteggere questazona dalle scorrerie degli umanoidi e dei giganti esorvegliare la frontiera col Darokin, raccogliendopiù tasse possibili. Il forte, oltre ad ospitare unanutrita guarnigione di 450 soldati, è circondato daun’ampia area cinta da una palizzata dove lecarovane possono sostare per la notte ed accamparsi– pagando una tassa, naturalmente.La giurisdizione del bey si estende fino alle valli diHojambaz e Ab Mazar, i cui khan sono più chefelici di essere aiutati e protetti dalla guarnigione diZiraki. All’insaputa del Gran Khan, il Bey Besimaccetta somme di denaro dagli Al-Azrad di Selenicaper far passare inosservate dalla dogana certe loropreziose mercanzie.

Gawdar

Questo villaggio (560 ab.) si trova a poca distanzadal Forte di Ziraki, e difatti funge da mercato ecentro di approvvigionamento per i soldati di stanzaal forte; esso ricade sotto l’autorità diretta del BeyBesim Coskun, che risiede al forte. Essendo l’ultimoinsediamento indigeno degno di nota per gli Ylariche si recano in Darokin, esso è fornito di locande,centri di raccolta per i mercenari in cerca di impiego,negozi di equipaggiamento vario, mercanti di cavalli,fabbri e maniscalchi, carrettieri e fabbricanti di ruotee cesti.Il tratto di strada che va da Gawdar a Dupushta hafama di essere particolarmente battuto da briganti eda certe tribù di nomadi che non disdegnanodedicarsi ogni tanto al saccheggio. Il Bey BesimCoskun preferisce allungare somme di denaro aigruppi di banditi più pericolosi in modo che nonattacchino le carovane più importanti, piuttosto che

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dedicarsi ad una caccia al bandito nelle imperviecolline della zona.

Hojambaz

Si tratta di un villaggio di cofine (670 ab.) dallavocazione mineraria e commerciale, governato dalKhan Tunkai Erbakan. Già da molto tempo sito dicave di pietre, Hojambaz ha visto un recenteafflusso di immigrati quando in una vicina miniera èstato scoperto l’oro, che ora viene estratto inquantità e scortato da carovane pesantementearmate prima al Forte di Ziraki, quindi a Parsapresso il Gran Khan. Il villaggio di Hojambazintrattiene anche un rilevante volume di traffici conla Baronia di Flowerhill, in territorio darokiniano, ela sua crescente importanza sta cominciando adoscurare il tradizionale ruolo di Ab Mazar.

Iunyt

Situate al centro della famigerata Conca della Sete,un’arida valle di rocce impervie incuneata fra gliAltan Tepes, giacciono le rovine dell’antica cittànithiana di Iunyt. Al tempo dell’Impero Nithiano,essa era un fiorente centro minerario deditoall’estrazione di oro, argento e ferro dalle minieresulle montagne. Nel VI sec. PI, improvvisamenteun’orribile e fatale pestilenza si diffuse in questaregione a partire da un filone minerario,contaminando la città e decimando a poco a poco lapopolazione. Furono scavate moltissime tombe efosse comuni, in cui vennero gettate centinaia dicadaveri. La moria fu tale che la città venneabbandonata del tutto, e le miniere sigillate con lamagia e ricoperte da uno strato di roccia. Anche

dopo che la popolazione ebbe abbandonato laregione, essa cominciò ad inaridirsi, le fonti acontaminarsi ed a seccarsi ed anche la vita animale evegetale a venir meno. Nessuno ha mai saputo cosaabbiano scoperto di così terribile i minatori chehanno scavato avidamente nelle profondità dellemontagne, ma evidentemente si trovava ancora làsotto quando i Nithiani decisero di sigillare leminiere.Essendo completamente disabitata, questa zona èstata colpita solo marginalmente dagli eventi chehanno visto la distruzione dell’Impero Nithiano, eper questo una parte delle rovine di Iunyt sonoancora visibili e forse costituiscono il più preziosopatrimonio della cultura nithiana rimasto inYlaruam. Sfortunatamente la Conca della Sete vienegiustamente considerata maledetta da tutte le tribùnomadi della zona, e la zona intorno alle rovine èsistematicamente evitata anche dalle tribù umanoidi.Nel raggio di cinque-sei chilometri da Iunyt non visono vegetazione né animali, ed un silenzio ditomba pervade la zona. Nessuno di coloro che si èavventurato nella città morta ha mai fatto ritorno.Chi fosse così coraggioso da addentrarsi nellerovine scoprirebbe straordinarie testimonianze quasiintegre della cultura nithiana, e potrebbe addiritturaleggere la cronaca inquietante della diffusione dellapestilenza in antichi papiri conservati in qualchecassa sigillata.La zona attorno alle rovine, e in particolare i picchimontuosi che si trovano a sud-est di esse, è abitatada un gruppo di sfingi, che secondo le leggendenomadi custodiscono i segreti di Iunyt e divoranochiunque tenti di avvicinarvisi.

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Komisari

Questo centro abitato (290 ab.) è la residenza delKhan Hekzer Thennur, che domina anche i villaggidi Bunyad e Uwayl. La famiglia del khan è unatradizionale avversaria della famiglia Torumtay, cuiappartiene il gran visir del Gran Khan Kamal;sebbene Hekzer Thennur possieda molte terre inquesta zona impervia degli altopiani meridionali delMakistan, egli non ha mai goduto del sufficienteappoggio del gran vizir per poter ricevere aiutimilitari ed effettuare un’operazione capillare perestirpare il problema degli umanoidi dalla regione. IlKhan Hekzer si reca periodicamente nella zona diBunyad e nelle terre selvagge per cacciare gliumanoidi, ma queste scorrerie non sortiscono effettidi lunga durata.Hekzer si è recentemente appellato sia al GranKhan Kamal che al Sultano Mohammed per ricevereaiuti. Il Consiglio dei Precettori ha incaricato ilMinistero delle Province di risolvere il problema inaccordo col gran khan del Makistan, ma ad unprezzo: Hekzer ha dovuto permettere al nipote delcapo gabinetto delle Province di fondare unvillaggio ai confini delle sue terre, in un’importanteoasi locale, e di conservare il titolo di qadi.

Mamur Karez

L’ultimo villaggio (300 ab.) delle steppe makistane,prima che la via per Ylaruam conduca nel deserto. Ilvillaggio, sotto la diretta autorità del gran khan,possiede un pozzo relativamente florido darappresentare un punto di sosta fondamentale per lecarovane dirette ad Ylaruam e le tribù nomadi – chein tempo di carestia o siccità non di rado siazzuffano per il controllo del villaggio, sfidandol’autorità del gran khan.Parsa: Parsa (2.000 ab.) è lacapitale dell’Emirato di Makistan, sede del potere delGran Khan Kamal Mazin e del suo Gran VizirGuray Torumtay. Nonostante il suo stato di capitaledell’emirato, Parsa è poco più di un enormevillaggio, privo di fortificazioni, costituita da bassecasupole di argilla e tende, con qualche più raracostruzione di legno (perlopiù le stalle per ilbestiame e le mandrie) e di pietra (le residenze degliaristocratici e i templi). Il Gran Khan Kamal simuove spesso lungo i suoi domini nella valledell’Ust-Urt, organizzando spedizioni controbriganti e mostri, tenendo a freno i suoi khan eorganizzando battute di caccia; la sua corte di oltrecinquecento persone fra cortigiani e cavalieri si

sposta con lui.Gli affari quotidiani della città sono amministratidal Bey Uyghur Shushud, che cura il mantenimentodel “palazzo” del gran khan a Parsa: un’oasi appenafuori dal centro abitato, cinta da un muro di argilla,pietre e pali di legno, al centro della quale si erge unedificio quadrato in tipico stile alasiyano, riccamentearredato e costituito da un vasto salone e qualchesaletta laterale. Quando la corte del gran khan sitrova a Parsa, essa alloggia normalmente in tendemontate dentro questa grossa oasi per l’occasione.

Rabaturk

Nelle steppe a sud di Parsa, questo villaggio (850ab.), governato dal Khan Zihni Zafer, è il centroagricolo principale; grazie alle tecniche di irrigazioneimpiegate ed alla relativa fertilità del terreno attornoa Rabaturk si sono sviluppati vasti appezzamenticoltivati, che producono una buona quantità di benialimentari. Le tribù nomadi makistane spesso fannotappa qui per rifornirsi di cibo e commerciare. Ilkhan di questa zona risiede in questo villaggio, che,come è usanza nelle steppe makistane, non è dotatodi alcuna difesa.

Uwayl

Questo villaggio di recente fondazione (140 ab.) èsituato in una grossa oasi che da secoli rappresentail principale punto di incontro e diapprovvigionamento d’acqua delle tribù nomadi diquesta regione. Fino a poco tempo fa l’oasi sitrovava sotto la giurisdizione del Khan HezkerThennur, ma questi ha dovuto cedere la sua autoritàsu questa zona in cambio di favori da parte delMinistero delle Province.Il figlio del capo gabinetto delle Province, il QadiFaiz al-Jalal, un ardimentoso venticinquenne dalleindiscusse doti marziali desideroso di mettersi invista con qualche impresa, ha ricevuto in dono dalKhan Hezker queste terre ed ha condotto diversisuoi seguaci in questo luogo, fondando un villaggionell’oasi di Uwayl. La presenza degli abitantisedentari ha creato fin da subito problemi coinomadi, abituati a sfruttare l’oasi come propria datempi immemori. Il gran khan ha ordinato al KhanHezker di tenere a bada le tribù nomadi e questehanno dovuto per ora abbassare la testa; ma letensioni continuano a scorrere e talvolta scoppianorisse e regolamenti di conti ad Uwayl fra nomadi eagricoltori, con l’esplosione di vari livelli di violenza.