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PROVINCIA DI BERGAMO Settore Politiche Sociali e Salute Colella Anna LE REGOLE prima parte 2010

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PROVINCIA DI BERGAMO

Settore Politiche Sociali e Salute

Colella Anna

LE REGOLE prima parte

2010

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Indice

• La Lingua pag. 3 • Gli elementi della comunicazione pag. 4 • Il testo, la frase, la parola pag. 6 • FONOLOGIA: la sillaba, le lettere, i dittonghi pag. 17 • ORTOGRAFIA: scrivere senza errori pag. 23 l’uso dell’accento pag. 28 l’uso dell’H pag. 30 corretto uso delle maiuscole pag. 31 divisione in sillabe pag. 33 la punteggiatura pag. 35 • MORFOLOGIA:

- il nome pag. 38

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LA LINGUA La Lingua è uno strumento che ci permette di costruire i discorsi, di trasmettere dei messaggi.

Essa è costituita da

LESSICO GRAMMATICA sono le parole sono le regole che fanno (tutte le parole e i loro significati stare insieme le parole sono racchiusi nel vocabolario)

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GLI ELEMENTI DELLA COMUNICAZIONE

La comunicazione è uno scambio di messaggi tra un emittente e un ricevente.

La comunicazione avviene se emittente e ricevente usano la stessa lingua.

Messaggio (ciò che viene detto)

Emittente (colui che parla)

Ricevente ( colui che ascolta)

Codice (lingua italiana)

Ciao, ci vediamo stasera!

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I messaggi si pronunciano con un’intonazione della voce diversa a seconda della punteggiatura. FORMA AFFERMATIVA FORMA NEGATIVA FORMA INTERROGATIVA FORMA ESCLAMATIVA Il messaggio può avere: Una : in questo caso ci dà un’informazione . Una (?) : indica una domanda. Una ( ! ) indica:

• meraviglia Oh, che bello!

• un grido Ahi, che male!

• un ordine Zitto! Il papà dorme. Una ( non ) : indica una negazione .

forma affermativa

forma interrogativa

forma esclamativa

forma negativa

Voglio una fetta di torta.

Vuoi una fetta di torta?

Voglio una fetta di torta!

Non voglio una fetta di torta.

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CHE COSA È IL TESTO La Lingua è uno strumento mediante il quale noi facciamo dei discorsi, trasmettiamo dei messaggi. Questi discorsi si chiamano TESTI. Imparare una Lingua vuol dire saper capire e produrre dei testi. Se io dico:

Io ho trasmesso un messaggio; ho prodotto, cioè, un testo completo con un significato logico. Un testo può avere una qualsiasi lunghezza. È importante, però, che abbia un senso compiuto.

Questo cartello ci dice tutto ciò che è necessario sapere ed ha un significato logico

Questo testo, invece, anche se più lungo, è senza significato: “Una scimmia aveva le mani piene di piselli. I bambini sono molto contenti del pane, Perché il ragno si nasconde nel suo buco? L’orso riuscì allora a spezzare la corda”.

Ieri mattina mi sono alzato alle 8.00; ho fatto colazione, mi sono lavato e poi sono uscito. Sono rientrato all’ora di pranzo.

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fatto da parole orali o scritte Il TESTO può essere è una comunicazione completa ed ha un senso compiuto fatto da disegni suoni, gesti, …. LINGUAGGIO: sonoro LINGUAGGIO: luminoso MESSAGGIO: È ora di alzarsi MESSAGGIO: Puoi andare LINGUAGGIO: gestuale LINGUAGGIO: gestuale MESSAGGIO: MESSAGGIO: Puoi darmi un passaggio? Va bene LINGUAGGIO: immagine MESSAGGIO: C’è una cabina telefonica

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LA FRASE La FRASE è un pezzo di discorso compreso tra due punti di interpunzione ( . , : ; ? ! ) e con un senso compiuto. 1La mucca provò a tenere sollevata una gamba davanti e ci riuscì benissimo./ 2 Poi provò a tenere sollevata una gamba davanti e una gamba di dietro e anche questa volta riuscì a tenersi in piedi./ 3 Il padrone la guardava senza capire./ Questo testo è formato da tre frasi. La frase inizia sempre con la lettera maiuscola e termina con un punto. La frase è un insieme di parole legate tra loro da alcune regole. Essa deve avere, però, un senso compiuto, altrimenti non riusciamo a capirla. Esempio: Tutti con vengo i scuola giorni bici la a Questa NON È UNA FRASE! Tutti i giorni vengo a scuola con la bici Questa È UNA FRASE!

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LA PAROLA La frase è formata da tante parole . Esempio: La mamma ha comprato due mele al supermercato. La PAROLA è formata da ha un

lettere significato (i segni che vedo) (cosa vuole dire) C-A-N-E animale mammifero a 4 zampe A-U-T-O-M-O-B-I-L-E mezzo di trasporto a 4 ruote A-L-B-E-R-O pianta formata da rami, foglie, .. B-I-C-I-C-L-E-T-T-A mezzo di trasporto a due ruote Ci sono parole che pur essendo formate dalle stesse lettere hanno significati diversi. Esempio:

VITE GOMMA

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penna a sfera penna d’uccello penna: tipo di pasta

antenne della radio antenne della farfalla antenne della casa

pianta pianta della casa pianta del piede

PENNA

ANTENNA

PIANTA

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stella stella marina stella cometa stella alpina stella filante ……veder le stelle

chiave chiave di violino chiave inglese

STELLA

CHIAVE

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denti denti della forchetta denti del pettine tenda tenda da campeggio rosa: fiore rosa: colore

DENTI

TENDA

ROSA

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mora: frutto mora: colore dei capelli frangia frangia della sciarpa porta la mamma porta il piatto

MORA

FRANGIA

PORTA

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letto il bambino ha letto una storia

LETTO

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IL VOCABOLARIO Il VOCABOLARIO è un libro che riunisce le parole di una Lingua e ne spiega il significato. Quindi esistono vocabolari italiani, francesi, inglesi, tedeschi, spagnoli,… Come si fa a cercare le parole? In ogni vocabolario le parole sono in ordine alfabetico, cioè seguono l’ordine delle lettere dell’alfabeto, comprese le lettere straniere. Perciò, c’è prima la parola albero perché comincia con la lettera A, poi barca perché comincia con la lettera B, poi castello e così via….. ALBERO BARCA CASTELLO DADO ………….. Se le parole cominciano con la stessa lettera, come albero e amico. ALBERO AMICO si deve guardare la seconda lettera. Prima si trova albero, poi amico, perché nell’ordine alfabetico la L viene prima della M. Se le parole fossero albero e alto, ALBERO ALTO si deve guardare la terza lettera. Quindi, si trova prima albero, poi alto, perché la B viene prima della T nell’ordine alfabetico.

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Parte della grammatica che studia i suoni delle parole.

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LA SILLABA La SILLABA è un gruppo di suoni all’interno di una parola. ca-sa li-bro com-pi-to ma-te-ma-ti-ca al-be-ro Le sillabe possono essere formate da:

• un solo suono -a- • due suoni -il- • tre suoni -pas- • quattro suoni -stra-

all’interno di una sillaba c’è sempre una vocale

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LA LETTERA La parola è formata da tante lettere . Esempio: m / u / c / c / a Ogni lettera scritta corrisponde a uno dei suoni della Lingua parlata. Le lettere non hanno alcun significato; è solo un piccolo pezzo che unendosi con gli altri, serve a formare la parola. Basta sostituire una lettera, toglierla o cambiare posizione, per avere una parola diversa, con un nuovo significato. Esempio: PANE MELA cambiamo una lettera RANE cambiamo posizione MALE L’insieme delle lettere di una Lingua si chiama ALFABETO. Nell’alfabeto ci sono le vocali e le consonanti

La lettera H si dice muta perché non ha un suono proprio. Inoltre, vi sono cinque lettere che si usano per le parole straniere.

A E I O U

B C D F G H L M N P Q R S T V Z

J K W X Y

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Ecco l’alfabeto, con le lettere provenienti da Lingue straniere, inserite al posto giusto (ordine alfabetico).

A B C D E F G H I J K L M N O P Q R S T U V W X Y Z

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I DITTONGHI, I TRITTONGHI E GLI IATI I DITTONGHI sono gruppi di due vocali unite in una sola sillaba che si pronuncia con un’unica emissione di voce.

i + a, e, o, u ia, ie, io, | ai, ei, oi, piano, pieno, chiodo, cantai, farei, noi iu ùi fiume colui

u + a, e, o, i ua, ue, uo | au, eu, uguale, duello, buono, cauto, neutro uì, suini I TRITTONGHI sono gruppi di tre vocali unite in una sola sillaba che si pronuncia con un’unica emissione di voce. u, i + a, e, o uai, uoi, iuo i + vocale + i iai, iei guai, buoi, aiuola, copiai, miei

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Lo IATO è formato da due vocali vicine che si pronunciano separatamente, con due emissioni di voce. a, e, o combinate tra loro ae , ea, oe, eo, oa, ao paese, teatro, poeta, eolica, aorta i, u precedute o seguite da un’altra vocale io, ia, au

zio, via, paura

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Parte della grammatica che stabilisce la corretta scrittura delle parole.

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SCRIVERE SENZA ERRORI

SUONI DIFFICILI Si usa SEMPRE Eccezioni Plurale CE - CIE GE - GIE

voce, pace, piange, fugge

CIE superficie specie

sufficienza artificiere crociera pasticciere cieco cielo

GIE igiene

Se prima della c o g c’è una vocale. ciliegia ciliegie Se prima della c o g c’è una consonante. roccia rocce

GN GNI NI

legno, guadagno, pugno

GNI

- quando l’accento cade sulla i; compagnìa - in alcuni verbi che finiscono in –gnare e –gnere insegniamo

LI GLI

aglio, tovaglia, coniglio

LI

- all’inizio di parola; lievito - quando la l è doppia allievo - in tutti i nomi propri; Amelia - con le parole: milione, miliardo;

MP NP MB NB

campagna, bambino, lampone,

NB NP - nei nomi composti benpensanti

CE

GE

GN

GLI

MP MB

-cie -gie

-ce -ge

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Si usa SEMPRE Eccezioni Plurale QU CU CQU

aquila cuoio quotidiano cuoco pasqua innocuo liquore cuore quadro scuola quale questo quanto acqua acquario acquerelli acquitrino acquaio acquedotto

soqquadro taccuino

SCE SCIE

pesce, scena, scemo,..

SCIE

scienza coscienza usciere

QU CU QQ CC

CQU

SCE

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LE CONSONANTI DOPPIE

Mettere la doppia consonante fa cambiare il significato di una parola: cassa

casa cassa

rosa rossa

pala palla

tori torri

cane canne

sete sette

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note notte

poli polli

capello cappello

pani panni

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NON SI RADDOPPIANO MAI

• le parole che finiscono in –bile: terribile, nobile, abile, mobile

• le parole che finiscono in –gione: stagione, religione, prigione

• le parole che finiscono in –zione: stazione, addizione, spiegazione

• le consonanti iniziali del secondo elemento delle parole composte con sotto, contro, dopo, oltre, anzi : sottovaso, controcampo, dopotutto,

oltretutto, anzitempo

SI RADDOPPIANO SEMPRE Le consonanti iniziali del secondo elemento delle parole composte con:

• a, da, fra, su: appieno, dappertutto, frapporre, suvvia

• contra, già, né, se, sopra, sovra: contraccambio, giacché, neppure, semmai, soprattutto, sovrapposto.

• e, o: oppure, eccedere, eppure

• i digrammi ch e gh: scacchi, sacchi, agghiacciante

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L’USO DELL’ACCENTO

SI METTE L’ACCENTO: • Sulle parole formate da più sillabe, in cui l’accento cade sull’ultima sillaba: parlerò, caffè, Nicolò • Sulle parole: già, giù, può, ciò, più.

- Ho già fame! - Ripeti ciò che ho detto! - Scendo giù in giardino. - Non ne posso proprio più! - Chi può aiutarmi?

• Sulle parole formate da una sillaba sola per distinguerli da parole uguali ma con significato diverso:

verbo dare preposizione La mamma mi dà sempre buoni consigli. Ho comprato un album da disegno. nome (giorno) preposizione Il dì è formato dal 24 ore. Il gatto di Paolo ha il pelo bianco. verbo essere congiunzione La mia amica è simpatica. Marco e Lucia corrono in bicicletta avverbio di luogo articolo La gomma è là sul banco. Dov’è finita la mia matita?

dà da

dì di

e

è

la

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avverbio di luogo pronome personale Sono andato lì dove mi avevi detto, Ho comprato dei libri nuovi: ma non c’erano. li leggerò tutti. negazione pronome personale o avverbio Non mi piace né il caffè, né il latte. Lorenzo ha comprato dei panini e ne ha mangiati due. pronome personale congiunzione Quel bambino vuole fare tutto da sé. Se stai attento è meglio! avverbio di affermazione pronome personale Sì, vengo anch’io a vedere la partita! Piero si compra due gelati al giorno. nome (bevanda) pronome personale Vuoi una tazza di tè al limone? Ci vediamo da te domani.

lì li

né ne

sì si

te tè

sé se

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L’USO DELL’H

• Dopo le lettere c e g davanti alle vocali e, i

chilo, ghiro, chele, ghepardo possedere (Mario ha la moto)

• Se è verbo AVERE con significato di… sentire sensazioni (Ho fame)

verbi al passato (Hanno studiato) • Nelle esclamazioni: ah, ahi, ahimè, oh, ohi, uh

• Nelle parole straniere: hotel, hamburger, hardware

L’H NON SI USA

• Quando a, ai, rispondono alle domande:

• Quando a è prima di un verbo all’infinito Vado a bere un caffè (che finiscono con -are, -ere, -ire)

• Quando o ha il significato di oppure : Vuoi il gelato o la pizza? • Quando anno indica un periodo di tempo: È finito l’anno scolastico

QUANDO? Ieri sono tornato a mezzanotte.

DOVE?

Vieni a casa mia?

COME? Mi piace la pasta ai gamberetti

A CHI? Ho prestato il mio libro a Marco.

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CORRETTO USO DELLE MAIUSCOLE La lettera maiuscola si deve usare:

1. Nella prima lettera di ogni frase.

La casa di montagna è vicino a ….

2. Dopo il punto (.), il punto interrogativo (?), il punto esclamativo (!) Il sole è tramontato. Guarda! Vedi le nuvole rosse?

3. All’inizio del discorso diretto.

Egli mi disse: “Tu sei un vero amico”.

4. Nei nomi propri di persona, di animale, di cosa, nei cognomi

Lucia, Marco, Fido, Colosseo, Carminati, Colella, la Patria, la Libertà 5. Nei nomi geografici. Italia, Po, Bergamo, Garda, Alpi, Occidente, Atlantico, Meridione

6. Nei titoli dei libri, film, giornali e nelle opere d’arte.

il Principe Felice, Spiderman, l’Eco di Bergamo, il Manifesto,

la Divina Commedia, la Gioconda, ….

7. Nei nomi di feste e avvenimenti storici.

Pasqua, Natale, Immacolata, Primo Maggio, Rivoluzione Francese 8. Nei nomi delle divinità.

Dio, la Madonna, Allah, la Croce

9. Nei nomi dei secoli e millenni.

l’Ottocento, il Duemila

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10. Nei nomi di costellazioni, pianeti e corpi celesti.

il Sole, la Terra, il Capricorno, Saturno, la Luna

11. Nei nomi di enti e società. lo Stato, la Camera dei Deputati, la Croce Rossa, il Telefono Azzurro

12. Nelle sigle . l’ONU, USA, l’UE

13. Nei nomi di popoli. gli Italiani, gli Etruschi, i Greci, i Francesi La lettera maiuscola NON si deve usare:

a. Nei nomi dei giorni, dei mesi e delle stagioni. giovedì, domenica, settembre, gennaio, inverno, primavera,…

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DIVIDERE LE PAROLE IN SILLABE Per dividere le parole in sillabe esistono regole precise e serve per andare a capo in modo preciso. Formano una sillaba e quindi NON SI DIVIDONO

una vocale + un dittongo che sono all’inizio della parola. a-mi-co au-gu-ri a-pe

una consonante + una vocale

ca-sa pe-ra

i dittonghi e i trittonghi.

fiu-me pie-de tuoi pia-no chio-do

i gruppi di lettere che sono pronunciati come un solo suono ch, gh, gl, gn, sc + vocale.

chi-lo ghi-sa fo-glio ra-gna-te-la sca-la li-sci

ci e gi + vocale

pan-cia cio-to-la gio-co giu-sto

s + una o due consonanti.

co-sta di-ma-gri-re sta-dio gri-do

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SI DIVIDONO SEMPRE

le vocali di uno iato. pa-u-ra bi-en-nio ma-e-stra

le consonanti doppie.

sas-so tet-to scap-pare

due o più consonanti diverse.

al-to or-to cal-do

se non ci sono parole che iniziano con queste consonanti. con-ta-re im-pos-si-bi-le

L’articolo con l’apostrofo formano un’unica sillaba con la sillaba iniziale della parola che segue: l’albero l’al-be-ro dell’amica del l’a-mi-ca

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LA PUNTEGGIATURA Il PUNTO ( . ) indica una pausa più lunga di tutte le altre e si usa alla fine di una frase. Esempio: Lorenzo è andato al parco a giocare con gli amici e a mangiare il gelato. La VIRGOLA ( , ) indica una pausa breve e si usa:

• per separare le parole in un elenco:

Lorenzo ha invitato Laura, Iride, Paolo, Anna e Alessandro.

• per isolare parti di una frase, degli incisi: Lorenzo, un bambino simpatico, vuole sempre giocare con gli amici.

• per separare i diversi elementi di frase lunga:

Luca ha cercato il numero di telefono di Gianni, gli ha telefonato e lo ha invitato alla festa.

Il PUNTO E VIRGOLA ( ; ) indica una pausa di media durata e si usa per separare due frasi legate fra loro. Alla festa sono venuti tutti; siamo stati tanto felici di poter augurare un buon compleanno a Lorenzo. I DUE PUNTI ( : ) indicano una pausa breve e si usano:

• quando si fa un elenco:

Mi ricordo che mi sono divertita tanto: ho ballato, ho cantato, ho ascoltato musica, ho mangiato pizzette e ho bevuto succhi di frutta.

• quando si inizia un discorso diretto:

La maestra disse: “ Oggi spiego la moltiplicazione”. • quando si fa un esempio:

“Per esempio: Due mesi su una isola deserta!

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Il PUNTO INTERROGATIVO ( ? ) indica una pausa lunga e si usa per fare una domanda. Con chi vai al cinema? A che ora mangi? Il PUNTO ESCLAMATIVO ( ! ) indica una pausa lunga e si usa per esprimere - meraviglia oh, che bella giornata! - un grido di dolore, ahi, che dolore! - un ordine Silenzio! I PUNTINI DI SOSPENSIONE ( … ) Si usano quando si interrompe una frase per dubbio, imbarazzo o per indicare parole che non sono state scritte. I primi giorni in un’isola deserta saranno pieni di emozione, ma dopo… Nel mio armadio ho tanti vestiti: cinque pantaloni, tre giacche, sei camicie, … Le VIRGOLETTE ( “frase” ) ( «frase» ) ( - frase - ) si usano per aprire e chiudere un discorso diretto. Luigi disse: “Oh, come è bella la primavera!”. Le PARENTESI ( ) si usano per isolare una spiegazione a ciò che si sta dicendo. Venezia (capoluogo del Veneto) è una città meravigliosa. Il TRATTINO ( - ) unisce due parole tra loro che non formano parole composte. Oggi c’è la partita Milan-Inter. Nord-Sud

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Parte della grammatica che studia la forma delle parole delle parole e come cambiano le parole.

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IL NOME Il NOME è una parte variabile (che cambia) del discorso. Il nome serve per indicare tutte le cose: oggetti, animali, persone, luoghi, sentimenti, idee.

NOMI COMUNI E NOMI PROPRI

Il nome comune indica in modo generico una persona, un animale, un oggetto. Si scrive in minuscolo. Esempio: cane tavolo computer amico uomo Il nome proprio serve a distinguere una persona, un animale, un oggetto da tutte le altre della stessa specie. Si scrive sempre in MAIUSCOLO. Esempio: Luigi Venezia Po Natale Bobi

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GENERE DEI NOMI Il nome può essere:

• Nel femminile possono prendere come desinenza la - a bambino bambina signore signora -essa poeta poetessa leone leonessa -trice direttore direttrice pittore pittrice -ina gallo gallina eroe eroina Sono maschili:

- I nomi dei mesi - I nomi dei giorni della settimana (tranne la domenica) - I nomi delle piante (tranne la quercia, la vite) - I nomi dei fiumi (tranne quelli che finiscono in –a la Dora, la Senna)

Sono femminili:

- I nomi dei frutti (tranne il fico, il limone,…) - I nomi dei continenti (tranne l’Asia, l’Europa) - I nomi delle città (tranne Il Cairo)

maschile Se indica persone o animali maschi. (bambino, maestro, Paolo, cavallo, zio….)

femminile Se indica persone o animali femmine. (bambina, maestra, Paola, cavalla, zia,….)

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• Ci sono nomi maschili che indicano persone di sesso femminile Maria Callas fu un soprano.

• Ci sono nomi maschili che indicano sia persone di sesso maschile che femminile

La signora Santisi è il sindaco di Seriate Il signor Tassetti è il sindaco di Almè

• Ci sono nomi femminili che indicano sia persone di sesso maschile che femminile (la guida, la recluta, la sentinella, la guardia) Anna ci farà da guida Lorenzo ci farà da guida

• Ci sono alcuni nomi che al femminile formano un vocabolo

completamente diverso dal maschile. uomo donna Dio Dea padre madre re regina marito moglie gallo gallina fratello sorella cane cagna genero nuora prete suora

stregone strega

• Ci sono alcuni nomi che hanno un’unica forma per indicare sia il maschile sia il femminile:

il pianista la pianista il cantante la cantante

• Ci sono nomi che indicano sia il maschio sia la femmina di alcuni animali.

la tigre maschio la tigre femmina il leopardo maschio il leopardo femmina

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• Ci sono nomi che, da un genere all’altro, assumono significati diversi:

il collo la colla il boa la boa

l’oro l’ora il mento la menta

il porto la porta il banco la banca

il lama la lama il palo la pala

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il manico la manica il suolo la suola

il panno la panna il pianto la pianta

la mela il melo la pera il pero

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il velo la vela il testo (libro) la testa il cartello la cartella il busto la busta il gambo la gamba il foglio la foglia

il palmo la palma

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NUMERO DEI NOMI Il nome può essere:

NOMI CHE TERMINANO IN SINGOLARE PLURALE -a femminile la matit-a le matit-e

maschile il problem-a i problem-i

-o femminile la man-o le man-i maschile il tambur-o i tambur-i

-e femminile la fed-e le fed-i maschile il fucil-e i fucil-i

-ca femminile la pan-ca le pan-che -ga la se-ga le se-ghe

-co maschile il ban-co i ban-chi -go il fun-go i fun-ghi

-cia la farma-cia le farma-cie

la cami-cia le cami-cie se prima di cia c’è una vocale si mette la-i

-gia la provin-cia le provin-ce

la piog-gia le piog-ge se prima di gia e cia c’è una consonante non si mette la i

singolare Se indica una persona, un animale o una cosa considerata da sola.

plurale Se indica più persone, più animali o più cose.

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NOMI CHE HANNO PIÚ PLURALI E PIÚ SINGOLARI (sovrabbondanti) • I nomi che hanno una forma per il singolare e 2 forme per il plurale:

le ginocchia il ginocchio i ginocchi uguale significato le lenzuola il lenzuolo i lenzuoli

• I nomi che hanno 2 forme per il plurale : singolare plurale i muri il muro le mura

le ossa significati l’osso diversi

gli ossi le braccia il braccio i bracci

singolare plurale

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• I nomi che hanno 2 forme per il singolare : singolare il frutto la frutta

significati diversi

la legna il legno

• I nomi che hanno 2 forme per il singolare e 2 forme per il plurale : l’orecchio le orecchie uguale l’orecchia gli orecchi significato

singolare plurale

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• I nomi che hanno 2 forme per il singolare e 2 forme per il plurale :

singolare plurale l’orecchio le orecchie uguale l’orecchia gli orecchi significato Ci sono alcune eccezioni: singolare plurale l’uomo gli uomini il Dio gli Dei

• I nomi che hanno il singolare maschile e il plurale femminile: singolare plurale l’uovo le uova il centinaio le centinaia il paio le paia il dito le dita

• I nomi maschili che finiscono in –io :

singolare plurale se l’accento è sulla i zìo zìi se l’accento non è sulla i foglio fogli

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I NOMI CHE NON CAMBIANO AL PLURALE (invariabili) i nomi a una sola sillaba il re i re lo sci gli sci i nomi con l’accento finale la città le città il caffè i caffè i nomi con il singolare che termina in i l’analisi le analisi la crisi le crisi alcuni nomi che finiscono in a il gorilla i gorilla il cinema i cinema nomi femminili che finiscono in ie la serie le serie la specie le specie quasi tutti i nomi femminili che terminano in o

la radio le radio

i nomi accorciati la moto le moto la bici le bici i nomi stranieri il bar i bar il film i film alcuni nomi composti l’antinebbia gli antinebbia Eccezioni la moglie le mogli la superficie le superfici la mano le mani NOMI CHE SI USANO SOLO AL SINGOLARE O SOLO AL PLURALE (difettivi) solo singolare alcuni alimenti = il pepe, il burro, il miele le malattie = la varicella, il morbillo la sete, la fame il sangue alcuni nomi collettivi = il fogliame, la flora, la fauna solo plurale gli occhiali, i pantaloni, le forbici, le manette, gli spiccioli le ferie, le nozze, le stoviglie

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NOMI CONCRETI E NOMI ASTRATTI Sono nomi concreti quei nomi che indicano persone, animali, cose che si possono toccare, vedere, annusare, sentire, ascoltare o che possono veramente esistere. Esempio: papà gatto profumo morbidezza cielo

Che bella borsa! Sono nomi astratti quei nomi che indicano pensieri, sentimenti, idee, sensazioni, impressioni, cioè qualcosa che non si tocca, non si vede, ……… ma che possiamo percepire. Esempio: paura felicità attenzione forza tristezza bellezza memoria stanchezza

Che felicità!

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Una PERSONA può esprimere:

SENTIMENTI o STATI D’ANIMO ALLEGRIA

TRISTEZZA

FELICITÁ piena contentezza

TRANQUILLITÁ stato di calma

ANSIA agitazione causata da una grande preoccupazione

SERENITÁ mancanza di preoccupazioni

INQUIETUDINE insoddisfazione o agitazione

GIOIA bella sensazione che si prova quando si gode di un bene o di una fortuna

DISPIACERE sentimento che addolora e rende tristi

SIMPATIA sentimento che attira verso una persona o una cosa

ANTIPATIA avversione involontaria per una persona o una cosa

AMORE

ODIO

RISPETTO

DISPREZZO sentimento di odio che si ha verso una persona per la quale non si ha nessuna stima

GRATITUDINE costante ricordo del bene ricevuto, e voglia i contraccambiare

TIMORE stato di ansia, preoccupazione e paura.

CORAGGIO la forza che serve per affrontare pericoli e sopportare dolori

PAURA

AFFETTO

NOIA stato di indifferenza che si prova quando non c’è interesse in quello che si sta facendo.

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TIMIDEZZA forte disagio che si prova di fronte agli altri

VERGOGNA senso di tristezza e avvilimento che si prova quando si fa una cattiva azione

COLLERA rabbia

DUBBIO incertezza nell’esprimere un giudizio sicuro e deciso

IRA improvvisa rabbia contro qualcuno

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NOMI INDIVIDUALI E NOMI COLLETTIVI I nomi individuali indicano una sola persona, un solo animale, una sola cosa. Esempio: uomo pecora pino alunno suonatore uomo suonatore pino I nomi collettivi indicano un insieme di persone, di animali, di cose. Esempio: gente (un insieme di persone) gregge (un insieme di pecore) pineta (un insieme di pini) classe (un insieme di alunni) banda (un insieme di suonatori) stormo (un insieme di uccelli) mandria (un insieme di mucche) flora (un insieme di fiori) fauna (un insieme di animali)

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folla stormo banda sciame

gente gregge pineta mandria flora fauna biblioteca orchestra

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NOMI COMPOSTI I nomi composti si formano unendo due parole distinte (nome, aggettivo, verbo). NOME + NOME AGGETTIVO + NOME VERBO + NOME VERBO + VERBO AGGETTIVO + AGGETTIVO AVVERBIO o PREPOSIZIONE + NOME AVVERBIO + AGGETTIVO NOME NOME AGGETTIVO NOME

+ +

La pinna del pescecane spunta dall’acqua. Il millepiedi striscia sul tronco.

mille piedi pesce cane

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VERBO NOME VERBO VERBO

+ +

Il grattacielo è un edificio molto alto. Mi piace camminare sul bagnasciuga. AGGETTIVO AGGETTIVO AVVERBIO NOME

+ +

Alessandro va a lezione del pianoforte. Vado a vedere se la valigia nel sottoscala. AVVERBIO AGGETTIVO +

Nel mio giardino ho un albero sempreverde.

sempre verde

bagna asciuga gratta cielo

sotto scala piano forte

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Il plurale dei nomi composti.

1. Bisogna riconoscere le due parole (al plurale possono cambiare entrambi oppure una sola).

2. Individuare se c’è un verbo o una preposizione (che non cambiano

mai). Parole componenti singolare plurale Regole per il plurale

nome + nome pesce + spada

ferro + via capo + classe

pescispada

ferrovie capiclasse

Si fa il plurale della parola-guida: pesce con la spada → pescispada via di ferro → ferrovie I nomi con la parola capo hanno forme diverse: capoclasse → capiclasse capostazione → capistazione capoluogo → capoluoghi capolavoro → capolavori

nome + aggettivo cassa + forte terra + cotta

casseforti terrecotte

Si fa il plurale di entrambe le parole Eccezione: palcoscenici

aggettivo + nome mezzo + giorno basso + piano

mezzogiorni bassopiani

Si fa il plurale solo del nome Eccezione: mezze lune

aggettivo +aggettivo piano + forte chiaro + scuro

pianoforti chiaroscuri

Cambia solo da desinenza f inale

verbo + nome maschile singolare

passa + porto para + fango

passaporti parafanghi

Il verbo non cambia, si fa il plurale solo con il nome.

verbo + nome femminile singolare

salva + gente cavalca + via

salvagente cavalcavia

Non cambiano

verbo + nome plurale

porta + penne guasta + feste

portapenne guastafeste

Non cambiano

verbo + verbo sali + scendi dormi + veglia

saliscendi dormiveglia

Non cambiano

avverbio o preposizione + nome

dopo + pranzo sotto + scala

dopopranzo sottoscala

Non cambiano

avverbio + aggettivo sempre + verde sempreverdi

Cambia solo la desinenza f inale

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NOMI “GENERALI” E “PARTICOLARI”

I nomi che indicano una categoria hanno un significato ampio, generale. Esempio: La parola GIOCATTOLO indica, in maniera generale, tutti quei giochi che vengono usati dai bambini per divertirsi. I nomi che indicano un preciso oggetto della categoria hanno un significato più ristretto, particolare . Esempio: Automobilina, pallone, robot, indicano, invece, con precisione di quale oggetto si tratta.

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FRUTTA MEZZI DI TRASPORTO

banana mela uva anguria

treno nave auto aereo

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RODITORI INSETTI

coniglio topo riccio scoiattolo

farfalla ape coccinella cavalletta

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NOMI PRIMITIVI E NOMI DERIVATI Il nome è formato da una parte fissa, la RADICE, e da una parte variabile (che cambia), la DESINENZA. Esempio: ALBER - O ALBER - I radice desinenza radice desinenza Queste parole hanno diverse desinenze e diverso significato. In questo caso cambia il numero. La O ci dice che si parla di un solo oggetto (singolare) ALBERO La I ci dice che si parla di più oggetti (plurale) ALBERI Le desinenze ci fanno capire anche il genere dei nomi, cioè se sono maschili o femminili. Esempio: BELL-A BELL-O BELL-E BELL-I femminile maschile femminile maschile singolare singolare plurale plurale Se aggiungiamo, dopo la radice di una parola, delle particolari parolette, chiamate suffissi, otteniamo i NOMI DERIVATI. suffisso aio = chi lavora il vetro eria = luogo dove si lavora il vetro Vetr radice ata = grande finestra a vetri ina = struttura in vetro che contiene oggetti che devono essere esposti. Il nome da cui derivano le altre parole, si chiama NOME PRIMITIVO, perché è quello da cui hanno origine gli altri nomi.

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COLL-O Nome primitivo

COLLANA nome derivato

COLLARE nome derivato

FRUTT-A Nome primitivo

FRUTTIVENDOLO nome derivato

FRUTTIERA nome derivato

FRUTTETO nome derivato

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colui che lavora luogo dove si lavora grande f inestra struttura che il vetro il vetro contiene oggett i da vendere

luogo dove si vende formaggi bambino nato colui che vende Il latte da poco il latte

VETR-O Nome primitivo

VETRAIO nome derivato

VETRERIA nome derivato

VETRATA nome derivato

VETRINA nome derivato

LATT-E Nome primitivo

LATTERIA nome derivato

LATTICINI nome derivato

LATTANTE nome derivato

LATTAIO nome derivato

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radice desinenza

Hanno un significato diverso da quello dei nomi primitivi da cui derivano. prefisso radice desinenza radice suffisso desinenza (prima della radice) (dopo la radice) nome primitivo = arma nome primitivo = latte

disarmato latticini nome primitivo = capace (aggettivo) nome primitivo = vento

incapace ventaglio

nome primitivo = dente

dentista Alcuni prefissi come contra- e sopra- vogliono il raddoppiamento della consonante iniziale della parola a cui si uniscono. Esempio: soprattutto sopracciglio sopravvivere contrappeso contraddire

NOMI PRIMITIVI

uom o

NOMI DERIVATI

NOMI DERIVATI

lat icin i

vent agli

dent ist a

dis armat o

in capac e o

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NOMI ALTERATI I nomi alterati sono quei nomi che, aggiungendo i suffissi, non cambiano il significato del nome primitivo, ma solo la forma, o l’aspetto, o la dimensione. GATT - INO suffisso GATT - ONE GATT - O (radice) GATT - ACCIO

GATT - UCCIO I suffissi possono essere: per descrivere una cosa piccola. - ino giornalino - ina manina - etto giardinetto - etta borsetta - icino posticino - icina porticina - ellino fiorellino - ellina rosellina - ettino fiocchettino - ettina casettina

DIMINUTIVI

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per descrivere una cosa grande. - ona per il femminile labbrona casona - one per il maschile nasone librone per descrivere una cosa brutta. - accio castellaccio - accia parolaccia - astro topastro - iciattolo vermiciattolo - onzolo mendiconzolo - uncolo ladruncolo - uncola maestruncola - aglia gentaglia

ACCRESCITIVI

PEGGIORATIVI O DISPREGIATIVI

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per descrivere una cosa carina, simpatica. - ello secchiello - ella gallinella - icello fiumicello - icella cordicella - erello fuocherello - erella pioggerella - uccio cavalluccio - uccia boccuccia - uzza pietruzza Quindi: DIMINUTIVO ragazz-ino da un nome ACCRESCITIVO ragazz-one VEZZEGGIATIVO ragazz-etto PEGGIORATIVO ragazz-accio

VEZZEGGIATIVI

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I FALSI ALTERATI

Ci sono dei nomi che sembrano alterati, ma non lo sono.

burrone bottone aquilone (non è l’accrescitivo di burro) torrone mattone lampone (non è l’accrescitivo di torre) peperone focaccia (non è il dispregiativo di foca)

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tacchino mulino pulcino (non è il diminutivo di tacco) merletto rubinetto (non è il vezzeggiativo di merlo)