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SELLING ITALY BY THE INDIAN RUPEE FREEPRESS PAG. 7 www.graffiomagazine.it Aprile/Giugno 2014 39 magazine BIMESTRALE DI SEGNO E COMUNICAZIONE LIBERA Intervista a MARGHERITA FUMERO E molto altro ancora nelle pagine interne... PAG. 14 Siamo vincoli o sparpagliati? Specie o soggetti? ...piccole grandi idee! The nation is on sale for worst bidder

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SELLING ITALY BY THEINDIAN RUPEE

FREEPRESS

PAG. 7

www.graffiomagazine.it

Aprile/Giugno 2014 N°39

magazineBIMESTRALE DI SEGNO E COMUNICAZIONE LIBERA

Intervista a MARGHERITAFUMERO

E molto altro ancoranelle pagine interne...

PAG. 14

Siamo vincolio sparpagliati?Specie o soggetti?

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The nationis on sale forworst bidder

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ContenutiBimestrale di segno e comunicazione libera

Registrazione del tribunale di Livorno n.2/07Direttore Responsabile: Valeria Parrini

RedazioneGreta Panicucci - [email protected]

PubblicitàMatteo Panicucci - [email protected]

GraficaMassimo Panicucci - [email protected]

StampaRoute 68

Christmas Edition

DistribuzioneSTAR STUDIO

Via Turati, 40 - 57025 Piombino (LI) - Italy

Hanno collaborato a questo numero:

Juri Bontà, Antonio Bardi, Salvatore Ricotta, JoanneNicole, Tina Malagò, Chiara Giorgetti Prato, Moreno

Tripodi, Cesare Piludu, Ambrogio Cannatà, Elisabetta DiSalvo, Mirella Ippolito, Walter Molinero, Luigi Bolli...

Se avete immagini, foto, testi,disegni o qualcosa che attiri lavostra attenzione inviateli a:

[email protected]

INFORMATIVA SULLA PRIVACYAi sensi dell’Art. 13 del D. Lgs 196/2003 Vi comuni-

chiamo che i Vostri dati vengono da noi raccolti e trat-tati esclusivamente per fini connessi ai rapporti com-merciali tra noi intercorrenti. Precisiamo che i suddettidati verranno utilizzati per l’assolvimento degli obbli-ghi fiscali contrattuali. Il trattamento pertanto rientratra i casi per i quali è necessario ottenere il consensoa norma dell’Art. 24 del suddetto D. Lgs 196/2003.

PER LA TUA PUBBLICITÀ SU GRAFFIO0565.22.22.41

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GRAFFIO magazineè una free-press che esce il giorno 5 del mese di

Febbraio/Aprile/Giugno/Agosto/Ottobre/Dicembree viene distribuita nei maggiori centri di aggrega-zione sul litorale da Grosseto a Livorno e dintorni.

GRAFFIO magazinelo puoi trovare qui:

bar, locali di tendenza, hair-stylist, enoteche, risto-ranti, cinema, teatri, centri culturali, cartolerie, bi-

blioteche, uffici informazioni turistiche... e di mano in mano

Cari lettori, sgomento, indifferenza edun cauto pessimismo sono le più dif-fuse reazioni registrate nelle ultimeore qui sul nostro territorio. Le noti-zie del destino del polo siderurgico,non sono delle più confortanti. Si atten-de di ora in ora un comunicato ufficia-le da un attendibile acquirente ma i bo-okmakers più accreditati non danno nien-te di scontato per 4 a 1. Questa situa-zione ha gettato la città in uno stato diabulia mai registrato finora. Contem-poraneamente nelle serate dei week-end fino a tarda notte scorrazzanoper le vie della città eserciti scalmana-ti di “senza futuro” che, reduci da unasettimana di parcheggio scolastico,parallizzano, creando ingorghi uma-ni, le strade del centro... tutti in piedi coni bicchieri colmi di alcool o pieni dichissà quale altro “troiaio”. Per il restodella settimana la vita scorre monoto-na in attesa di chissà quale miracolo men-tre le saracinesche chiudono i batten-ti costrette a prendere in considerazio-ne i ben noti cartelli fluorescenti consu scritto AFFITTASI o addirittura VEN-DESI. Nonostante questo bollettino diguerra noi andiamo avanti a testa bas-sa perchè non vogliamo diventare vit-time della crisi, non vogliamo rinuncia-re a nulla, scomparire sarebbe ancorapiù terrificante. In ogni modo, pensan-do un attimo positivo, abbiamo uncompito importantissimo: tenere sve-glia l’arte dell’ironia e saper sdram-matizzare. A questo proposito dedi-chiamo la “risata del mese” a coloro checon il loro sarcasmo e motti di spiritoper nulla spiritosi, prendono di mira itradizionali e sorpassati obbiettivi tra-dizionali.

dal Gruppo Q Rioso

• Cover illustration: Agitadores de conciencia • Salvo accordi scritti o contratti, la collaborazione a que-sto magazine è da considerarsi del tutto gratuita e non retribuita • Tutti gli articoli firmati, presenti sulmagazine, sono da considerarsi come contributo culturale per il sostenimento del progetto editoriale/commer-ciale • Nel dettaglio di certe sfaccettature, con l’intento di analizzare il significato di alcuni contenuti, è pos-sibile che qualche brano possa essere preso dal Web e di conseguenza valutato dal Gruppo Q Rioso come pub-blico dominio • L’eventuale pubblicazione è comunque subordinata all’insindacabile giudizio del gruppo stesso.

GRAFICAPony express

4 Juri Bontà

GRAFICAIl linguaggio del manifesto

5 Antonio Bontà

ESCLUSIVAIntervista a Margherita Fumero

7 Salvatore Ricotta

REALTÀLa Cina non è mai stata così...

8 Dalila & Vanessa Ferraro

REALTÀIl diritto alla felicità

10 Joanne Nicole

REALTÀLily Prigioniero: Ride home

11 Marzio Brunetti

APPUNTICaccia all’errore

12 Tina Malagò

APPUNTIIntervista a Giulio Castagnaro

13 Chiara Georgetti Prato

APPUNTISiamo vincoli o sparpagliati?

14 Franco Gentile

APPUNTIAutoscherzi

15 Aleandro Pes

GRAFFIOSELFIESAutoscatti nostri lettori

9 Gruppo QR

FINZIONIIl sorriso della bambina...

16 Aldo Bellomo

FUMETTIDr Gir et monsieur Moebius

17 Luigi Bolli

CHI?Un’odore di dolcezza e amore

18 Graffiostaff/Intervista di G.P

FUMETTIMordillo con ... ironia

21 Elisabetta Di Salvo

EVENTIMade in Italy

24 Maria Elena Evangelisti

WEBBigodino.it

25 Mirella Ippolito

IL RACCONTOVuelvo al Sur...

26 A. Cannatà

CHI?Agitazione di coscienza

27 Moreno Tripodi

ASTROLOGIALa casa Quarta

29 L. Livaldi Laun

NEWSIncredibile/Graffia la notizia!

30 a cura di Anonimo Piombinese

NEWSQuelli che.../All’improvviso

22 Cesare Piludu/Costanza Milani

Graffio Dicembre 2013/Gennaio 2014/N° 38 Anno 7

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Editoriale

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n'estpas?

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Grafica

Graffio Aprile/Giugno 2014/N° 39 Anno 7

Nel 1860, il Pony Express inizia lasua corsa attraverso le parti delMissouri, Kansas, Nebraska, Colo-rado, Wyoming, Utah, Nevada e Ca-lifornia. In media, un cavaliere rie-sce a coprire da 75 a 100 miglia algiorno, cambiando i cavalli alle sta-zioni di collegamento poste a 10/15miglia di distanza l’una dall’altra. Cisono 184 stazioni lungo il percorsolungo e arduo utilizzato dal Pony Ex-press. Le stazioni e i loro custodi so-no essenziali per il successo dell’ope-razione tempestiva e regolare del si-stema di posta Pony Express. Le sta-zioni sono spesso modellate sustrutture esistenti, molte di lorosi trovano in forti militari, mentrealtre vengono costruite di sanapianta in aree remote con condizio-ni di vita molto semplici. Ad ogni sta-zione, i cavalieri si scambiano le lo-ro cavalcature stanche per quelle fre-sche, mentre le “stazioni casa”forniscono vitto e alloggio per i po-stini a cavallo lungo le piste. Que-sta tecnica permetterà la consegnadella posta in tutto il continente atempo di record.La prima posta del Pony Express avvie-ne da St. Joseph (Missouri), a Sacramen-to (California), su una distanza di qua-si 2.000 chilometri, nell’arco di 10 gior-ni, un tempo via terra eccezionale ridot-

to di oltre la metà. La consegna più ve-loce è nel marzo del 1861, quando ildiscorso inaugurale del presidenteAbraham Lincoln viene trasportato daSan Giuseppe a Sacramento, in 7 gior-ni e 17 ore. Il Pony Express si concludeufficialmente il 26 ottobre 1861 dopo chela linea telegrafica transcontinentale ècompletata, diventando così una leggen-da che dura nel tempo.

Simbolo di coraggio e avventura tra mi-to e realtà, nel 1866 il logo della PonyExpress viene ripreso dalla Wells Fargo,società statunitense che fornisce ser-vizi di posta e servizio merci, che lo uti-lizzerà fino al 1890 rendendo così omag-gio ad un marchio che a tutt’oggi espri-me la memorabilità di una delle piùgrandi imprese della storia degli StatiUniti d’America.

“In fondo alla piatta e sterminata diste-sa della prateria si materializza controil cielo un puntino che avanza verso dinoi ad andatura travolgente. Si levanogrida, acclamazioni e poi cavallo e ca-valiere sfrecciano davanti ai nostri vol-ti eccitati e si allontanano come una sor-ta di uragano in miniatura”. Così loscrittore americano Mark Twain, inviaggio nel West, descrive il passaggiodi un corriere del Pony Express.

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Pony Express: U.S. postalservice since 1860...The first mailby Pony Expressfrom St. Josephto SacramentoJiuri BontàEsperto in comunicazione grafica

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Un logoriutilizzato!

Eccoloche arriva!

Il timbro: Particolaredi una lettera spedita tramite il Pony Express

L’immagine:tratta dall’annul-lo postale realiz-zato in occasio-ne del Centena-rio della nascitadel Pony Express(1860/1960)

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Graffio Aprile/Giugno 2014/N° 39 Anno 7

Il linguaggiodel manifesto

Grafica

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Ai confini delle regoleAntonio BardiNostro collaboratore da Firenze

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Intorno al 1965, in un clima di rapporti tesi con l’alloraURSS, gli artisti cubani sviluppano una miriade dimanifesti coloratissimi che invadono i siti internazionali.Talentuosi artisti dell’isola caraibica pieni di inventiva, co-minciano a progettare una comunicazione realista socialeparticolarmente suggestiva e con uno stile adatto alle cir-costanze. Ed ecco che una delle più importanti organizza-zioni per la solidarietà con il popolo africano, asiatico e la-tino-americano di quel periodo, inizia a distribuire i suoi ma-nifesti in tutto il mondo. Rostgaad, Oliva, Martìnez, Serrano,Forjans, tanto per citarne alcuni, hanno immortalato una sta-gione irripetibile nella storia del manifesto politico cubanodi quegli anni. La relazione fra ricerca creativa e vita quo-tidiana rappresenta il lato più significativo dell’arte visivadi questi talentuosi artisti cubani che hanno fatto dell’essen-zialità comunicativa la loro arma. La forza grafica dirompen-te testimonia quanto già affermato e, ad oggi, ci da mododi investigare quanto sia vitale il progetto sociale dellagrafica, quanto cioè la coscienza e l’impegno del graphic de-sign siano ancora in grado di incidere nel contesto.

CIMARRONManifesti cubani anni ‘60

AlfredoRostgaard:

manifesto per laRivoluzione

Cubana, 1967(reinterpretazione

grafica diIpnosys)

Portare un manifesto alla sua forma migliore diespressione significa sostituire qualsiasi forma conun simbolo, vuol dire liberarsi dall’immagine figura-tiva per ottenere un segno grafico di una forza co-municativa il più minimalista e semplice possibile. Solo così, il disegnatore che lavora nell’ambito della co-municazione, deve intelligentemente pensare al linguag-gio specifico del “pianeta manifesto”. È il superamen-to della sottomissione alle regole comunicative dovel’efficacia vince su tutto. Nella complessità del tessutourbano-sociale il manifesto è un mezzo insostituibile, dun-que è importante che la comunicazione sia diretta a se-conda del target a cui ci si vuole rivolgere. Il manifestoè in ogni caso, al di là del suo utilizzo finale, uno stimo-lo visivo alla partecipazione e allo sviluppo della coscien-za delle masse. Attrarre l’occhio e comunicare unadata informazione è un’arte, purtroppo oggi moltospesso infangata da coloro che si spacciano comeprofessionisti del settore, ma che non capiscono nem-meno la differenza fra esecuzione e contenuto. Ma sisa, il talento grafico non s’insegna perchè nasce fortuna-tamente nel sangue di un numero ristretto di individui checustodiscono intelligentemente questa qualità.

Bar GelateriaIl Pinguino

Piazza della Costituzione, 12 - 57025 PIOMBINO (LI) - TEL. 0565. 226439

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Esclusiva

Graffio Aprile/Giugno 2014/N° 39 Anno 7

Da quando fa l’attrice?Da quando avevo 14 anni .Cosa pensa degli attori di oggi?Il cinema, come ogni cosa cambia ed evol-ve. I protagonisti del cinema, gli atto-ri, cambiano a loro volta. Quelli di og-gi sono sicuramente diversi da quelli delpassato, ma la loro diversità non toglie,anzi arricchisce anche coloro che co-me me hanno cominciato anni fa. Cinema o Teatro?Io dico cinema, teatro e televisione!Che ruolo non accetterebbe se tor-nasse indietro? Accetterei di nuovo tutto! Ho amato ogni

personaggio che ho interpretato comefossero tante parti di me.Un consiglio a chi vuole intrapren-dere il mestiere di attore Tanta passione e tanto studio. La pas-sione è la scintilla, lo studio è ciòche trasforma la scintilla in fuoco. Si descrivaDentro, mi sento come se avessi anco-ra 15 anni! Non dico mai di no alle tan-te cose che mi propongono col risulta-to che spesso il tempo non mi basta. Masono felice così. I suoi idoli?Sono i miei compagni di lavoro e diviaggio... Tomas Milian, Enrico Beru-schi, Bruno Corbucci e Macario.

Nella sua vita rifarebbe l’attrice?Io non saprei fare nient’altro. In realtà,all’inizio volevo anche fare la cantan-te. Ma quando partecipai a Castrocaro,Pippo Baudo mi disse: “Come cantan-te potresti essere una delle tante ,co-me attrice invece potresti essere Mar-gherita Fumero”. La sua battuta famosa?Per i meno giovani “ Enricoooo”, per glialtri “ Signor Lucaaaa”! La vita è...?BELLA! come nel film di Benigni, ogni gior-no, ogni attimo non va mai sprecato.Il sogno nel cassetto?Recitare a teatro “UN TRAM CHE SICHIAMA DESIDERIO”. Tanti anni fa, ilsogno era cantare a Sanremo.Il suo film preferito?Ne ho tantissimi. Ma “Pomodori verdifritti” è quello che per primo mi vienein mente. La sua musica preferita?Quella di Riccardo Cocciante. Forseperché ha scritto una canzone col mionome! No in realtà è un artista per mecompleto. Ascolterei senza sosta il suoMusical “Notre Dame”. Ritorno in televisione? Spero presto con i nuovi episodi di Ca-mera Cafè, visto che i giovani continua-no a chiedermeli. E poi, magari tantenuove puntate di “Io e Margherita”, lasitcom a fianco del mio collega e ami-co Enrico Beruschi con cui sono sem-pre in contatto. Stai lavorando per un prossimospettacolo? Più che uno spettacolo è... un film! Unapellicola comica che si girerà tra ilNord e il Sud Italia... ma non fatemi di-re altro... venitelo a vedere!

Intervista di Salvatore RicottaNostro collaboratore

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MargheritaFumero:

L’attrice halavorato per

anni in coppiacol comico

Enrico Beruschi(foto da sito

ufficiale marghe-ritafumero:com)

Ogni giorno, ogni attimonon va mai sprecato!L’attrice comica Margherita Fumero ci parla di sé

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Realtà

Graffio Aprile/Giugno 2014/N° 39 Anno 7

Ma che fine fanno i ricavati dellevendite dei supermercati gestiti da-gli imprenditori cinesi insediati sul no-stro territorio? In questi discountsi trova di tutto e di più a pochi sol-di: ma quale economia fanno girare?Sempre di più le vetrine dei nostri nego-zi chiudono inesorabilmente i battentisotto la stretta morsa della crisi, deidebiti, delle banche (ecc.), mentre i ne-gozi e i locali gestiti dai cinesi sembra-no fiorire in una primavera di prosperi-tà. Lavoratori instancabili, il loro solo obiet-tivo è accumulare denaro in tempi bre-vi coprendo fasce di mercato non coper-te da imprese italiane. La loro può sem-

brare una concorrenza spietata ma la-vorano a cottimo rispettando le regole.Specializzati inizialmente nell’importa-zione di giocattoli e cose per la casa, pia-no piano hanno impiantato altre attivi-tà produttive come ristoranti, abbiglia-mento e altri accessori, fino ai loro bu-siness più emergenti come parrucchie-ri e centri di trattamenti estetici, fa-cendo così dei bei soldi a dispetto del-la crisi. La loro organizzazione però è co-me avvolta da un alone di mistero. Quelpoco che sappiamo è che quando uno diloro arriva quaggiù, viene accolto e aiu-tato da altri cinesi che lo ospitano, gli tro-vano alloggio e gli danno persino i sol-di per iniziare la sua attività... ovvia-mente con un alto prezzo da pagare.

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La Cina non è mai statacosì vicina: dietro l’angoloI negozi dei cinesi presi d’assalto! Ma avete mai visto uncinese fare la spesa dentro uno dei nostri supermercati?

Dalila & Vanessa FerraroSorelle studentesse

Archivio:cinesino

(grafica Ipnosys)

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Graffio Aprile/Giugno 2014/N° 39 Anno 7 9

GRAFFIOSELFIESA cura del Gruppo Q Rioso della redazione di Graffio magazine (estratti di autoscatti dei nostri lettori/1)

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Nel ringraziare i nostri lettori che ci seguono dovunque mostrandoci i lorovolti, dedichiamo loro questa pagina di Selfies scattati con le fotocamere deiloro telefonini, che carinamente ci hanno inviato in redazione.

Virginia Piombino

Giada e suo figlioPiombino

Shabby ChicLivorno

Giulia e SusannaPiombino

Paolo e TommasoLivorno

Alessandrae Matteo

Firenze

Maria ElenaGrosseto

MelaniaRoma

Chiara e GiulioRoma

GiuliaGrosseto

SilviaPiombino

Claudia e ChiaraRoma

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Realtà

Graffio Aprile/Giugno 2014/N° 39 Anno 7

A differenza della morale comunepersistente nel “vecchio continente”,che considera l’omossessualità una per-versione, nel “paese dei paradossi”oltreoceano si è consumata un’altrarivoluzione. I vecchi conservatori in-fatti hanno liberato una condizione uma-na: quella del sentimento dell’amoresenza pregiudizi, affinchè ogni citta-dino possa vivere come vuole.Nella società attuale sembra diventa-to illegale limitare i matrimoni allecoppie formate solamente da un uomoe una donna, in quanto il sentimento del-l’amore, in ogni caso, fa parte della vi-ta e fra qualsiasi individuo si manifesti,pertanto è protetto dal diritto costitu-zionale alla felicità. Al contrario, mol-ti cittadini europei, di solito non sonoalquanto flessibili e accorti da compren-dere il valore moralistico del rinnova-mento americano che continua a rea-lizzarsi, nonostante duecentocinquan-

t’anniquasi, trascorsi dall’entusiasman-te congresso di Philadelphia. Però vo-lendo essere fini e capillari e volendodavvero comprendere il senso storicodella rivoluzione americana, ciò cheè stato decretato è leggermente diffe-rente: la Suprema corte americana hain realtà deliberato l’illegalità di una bar-riera intesa come riserva, concetto unpo’ diverso dal dichiarare un dirittoinedito. Il limite attaccato dalla Supremacorte, formata da signori e signore po-co propensi alla sfrenatezza e alle stra-vaganze, è quello che non ammette ildiritto alla felicità fra le coppie nonformate da uomo e donna. Nonostantetutto, questi benpensanti, conformistie borghesi hanno stabilito di formula-re un verdetto che di fatto non produceo legittima una bizzarria, ma che liberaun presupposto umano fino ad oggi sog-giogato da una limitazione. Ogni cittadi-no dunque ha diritto a vivere come vuo-le finché non limita la libertà altrui enessuna legge può mettersi di traversosul suo diritto di “pursuit of happiness”.

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Il diritto alla felicità: si aimatrimoni gay in U.S.A.Illegale, secondo la corte Suprema dell’ala conservatrice,limitare le unioni fra coppie composte solo da uomini e don-ne: l’amore quando si manifesta non può avere barriere

Joanne NicolePsicologa

Vietatovietare!Duccio Battaglia

Nulla può essereimpossibile ma noipreferiamo adotta-re il concetto “vie-tato vietare”.Contro una societàapparentemente li-bera e democratica,in realtà oppressivae autoritaria, la no-stra speranza è chequesta frase/concet-to possa, attraversoun’azione progres-siva intellettuale chenon vede confini ge-nerazionali, imporsicome movimento

espressivo libero daogni vincolo media-tico imposto. Unanuova prospettiva divisualizzazione del-le cose per come ve-ramente sono e noncome vogliono farce-le apparire. Una co-sa è certa: realizza-re questo sogno nonè cosa facile perchèla sconsideratezzae la leggerezza sonosempre in agguato,dunque ricordiamo-ci questa frase: vie-tato vietare!

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Archivio:BrokebackMountain

(grafica diIpnosys)

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Graffio Aprile/Giugno 2014/N° 39 Anno 7

Malinconiche e allo stesso tempo spiritose, viva-ci e anche un po’ mistiche, scorrono sui solchi lecanzoni di Lily, magnificamente arrangiate dalladestrezza e dal gusto di Pietro Sabatini, in un in-crocio fra chitarra, voce, bouzouky e violino. Il disco, ben fatto, registrato a Firenze in casa di Pietro Sabatinie mixato nello studio di Nicola Cavina, apre con una can-zone dedicata all’acquisto sofferto, da parte di Lily, di unachitarra acustica (Bought a Martin guitar): “... così ho ven-duto il mio anello, ho venduto la mia auto... sono anda-ta da Ceccherini e ho comprato una chitarra Martin”. L’albumè dedicato a tutti i disoccupati, giovani e meno giovanigiù di morale, con un speciale dedica a tutte quellemamme che hanno cresciuto i loro figli. Il disco, oltre aPietro Sabatini, vanta della preziosa collaborazione di VieriBugli al violino e Livio Guardi al banjio. (da ascoltare)

Il trio, fondato da Luca Marianini esiste da circa un decennio. Negli ultimi anni la formazione si è stabilizzata con JacopoMartini alla chitarra e Matteo Anelli al contrabbasso. JacopoMartini è un grande chitarrista Jazz Manouche riconosciuto in Europae nel mondo. Ha collaborato con musicisti del calibro di Philip Catherine,Stefano Bollani, Tony Scott, Lee Konitz, Fabrizio Bosso e molti al-tri. È attivo anche come insegnante di questo stile con seminariin Europa e nell’ultimo anno anche negli Stati Uniti. Matteo Anelliè un giovane contrabbassista pisano di grande avvenire. Ha col-laborato con i Gatti Mezzi, Karima Ammar, Nico Gori, Fabio Morgerae la Eskimo Jazz Band. Luca Marianini, trombettista, ha collabo-rato, nei suo ormai quasi trent’anni di carriera, nell’ambito dellamusica pop con Di Rotta su Cuba, Jovanotti, Sergio Caputo, GraceJones (Pavarotti&Friends), Baustelle. Nel panorama jazz conSteve Coleman, Carla Bley ed attualmente dirige insieme a FabioMorgera la Eskimo Jazz Band. (da seguire le loro performance)

Realtà

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Contaminata dal folk,country, blues e old-timey,la song writer italo/ame-ricana ci dedica un albumMarzio BrunettiCritico musicale (a cura di)

Musica:Jacopo

Marianiniil chitarrista

del “BlackLemon trio”

(foto diAntonio

Ancarola)

Musica:Lily Prigionierovoce e chitarra(foto personale)

da Ufficio StampaGraffiostaff

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LilyPrigionieroRide home

Black LemonJazz TrioSulle sonorità cool jazz

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Appunti

Graffio Aprile/Giugno 2014/N° 39 Anno 7

Il multilinguismo è ormai conside-rato una convivenza in una societàmultietnica in continuo mescola-mento. Affascinante per chi lo pra-tica, meno lo è quando viene costret-to ad un’alfabetizzazione che non èancora pronto ad accettare, impo-sta dal sistema del paese in cui vive. Il soggetto bilingue dunque, come rea-gisce di fronte a questa penalizzazio-ne così pesante, di un sistema che nonammette interferenze discorsive bi-

lingue nell’espressione scritta? Di cer-to la sua valutazione viene giudicata dalfatto che il soggetto tende a mantene-re una sorta di parole della lingua ma-dre, naturalmente in conflitto con itest d’istruzione della lingua di desti-nazione valide per l’accesso per unaqualsiasi posizione lavorativa nel so-ciale. La miglior cosa sarebbe che tut-te le strutture educativo-scolastiche so-stenessero una politica di formazio-ne bilingue/multilingue e non insiste-re con la mortificazione sugli studen-ti con test di “caccia all’errore” nella lin-

gua imposta. Lo squilibrio linguistico creasolo insicurezza nel soggetto bilinguache spesso si rifiuta di mettere insie-me una semplice frase scritta, perchèpenalizzato da quegli educatori-caccia-tori che si divertono alle sue spalle.

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Caccia all’erroreInsicurezza linguistica e scritta:vittime gli allievi extracomunitariTina MalagòInsegnante istituto privato multietnico

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Dal diario scolastico di Omar “...a Pascuavolio mangiare il piccione pascuale al cio-

colata e mondorle...”

PORTO MARINA DI SALIVOLI - PIOMBINO - 349.1780621

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Appunti

Graffio Aprile/Giugno 2014/N° 39 Anno 7

Illustratore... definisciti di che tipo?Prevalentemente editoriale, baso lamia ricerca su una sintesi grafica esul concetto.Che cosa di più ti piace disegnare?Dipende dal periodo, in questo mo-mento mi diverto molto a disegnare mo-bili ed interni. Ti ritieni un illustratore “attuale”?In termini di illustrazione avere unostile “attuale” non significa molto, miritengo attuale in quanto vivente...! Quando è nata la tua passione peril disegno?Disegno da quando ho memoria, i primistimoli sono venuti dai fumetti.Successivamente ho deciso di tramuta-re questa passione in una professione. Hai un tuo mito che ritieni “mostrosacro “ dell’illustrazione?Emanuele Luzzati è sicuramente uno deimiei preferiti.Quale “segno” al giorno d’oggi nonti piace?Ho gusti molto variegati in fatto di di-segno. Non esiste un segno che in as-soluto non mi piaccia, compresi quel-li completamente diversi dal mio.Come ti vedresti protagonista diun tuo disegno? Mi ritrarrei in cucina, a lavare ed ordi-nare pile infinite di piatti e pentole.Ti senti un artista?“Artista” è una parola abusata, ho for-ti reticenze ad utilizzarla e mi viene un

po’ da ridere quando mi definiscono ta-le. Mi sento semplicemente un illustra-tore o un disegnatore.

Che tecniche usi per disegnare?Quasi tutto il mio lavoro è elaborato indigitale partendo dal disegno a matita.Il programma che utilizzo più spesso èIllustrator, anche se ultimamente sto spe-rimentando delle soluzioni diverse uti-lizzando Photoshop.Chi è Giulio Castagnaro?Che domanda difficile! Giulio Castagnaroè un ragazzo di 29 anni che fa il dise-gnatore, ama i gatti, la musica e ilpolpettone.

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GiulioCastagnaro:illustrazione

per latestata

del sito NowNorwegianWay

(particolare)

Giulio Castagnaro è nato nel 1984a Roma dove vive e lavora comeillustratore. Si è diplomato al-l’Istituto Europeo di Design e col-labora con lo Studio Pilar.

Oggi avere uno stile attualenon significa moltoIntervistadi Chiara Giorgetti Prato

Giulio Castagnaro

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Appunti

Graffio Aprile/Giugno 2014/N° 39 Anno 7

Purtroppo io affermo “sparpaglia-ti” perchè indiviadualisti senza vo-lerlo ammettere. Ammetterlo si-gnificherebbe mettere il dito sulperchè lo siamo e credo che la cau-sa dominante stia nel fatto che sul-lo stivale non siamo una sola spe-cie: dunque tanti soggetti.

I 153 anni passati dall’eroica impresa deidei nonni dei nostri nonni per unirelo stivale, dopo anni di lotte con l’estre-me sacrificio della proprie vite, suonaoggi anacronistico, paradossale e so-

prattutto inutile se si pensa dove sia-mo finiti. L’aridità ha trasormato quel-la che doveva essere una comunitàunita, in una società individualista, in-sensensibile e avida di denaro che nonc’è, della dipendenza alla tele-spazza-tura, priva di sentimenti di fratellanzae accoglienza. Come può dunque que-sto insieme di individui sentirsi vin-colato sotto un’unica specie, quale do-vrebbe essere il fattore scatenanteper ritrovare ancora il senso di quel va-lore umano di solidarietà per intra-prendere insieme un cammino di cre-scita sociale? Ma è un impresa imper-via, più di quella dei nonni dei nostri non-ni. Una volta, e nemmeno tanto tempofa, si pensò di conformare il lavoro al-l’uomo per non renderlo schiavo. Oggiche il lavoro non c’è, dove tengonobanco solo questioni e vicende ad al-to contenuto di disonestà, come può que-sto quadro desolante stimolare la ben-chè minima idea per raddrizzare untimone di una nave che sta affondan-do con i suoi passeggeri, sparpagliaticome topi che si sono divorati perfino...il pifferaio.

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Francesca GentilePsicologa

Siamo vincolio sparpagliati?Come sparati da un cannone, gliitaliani lontani gli uni dagli altri

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Graffio Aprile/Giugno 2014/N° 39 Anno 7

Luca vuol fare uno scherzo al suo amico Gianni. Alloraprende una bottiglia di acqua minerale, la vuota e lariempe nuovamente più di metà con della grappa su-peralcolicissima. Poi la rimette in frigo aspettandoche il suo amico Gianni, grande bevitore di acqua, ci siavventi come fa di solito quando è in casa sua. Ma nelpomeriggio, aspettando Gianni, Luca si addormenta da-vanti alla tivù dopo aver divorato patatine, nocciolineed altri stuzzichini supersalati. Risvegliato dalla setee sempre mezzo addormentato apre il frigo per bereacqua e lo fa bevendo dalla bottiglia “incriminata” tran-gugiandola tutta. Il suo amico Gianni, lo raggiunge po-co dopo al pronto soccorso.

Appunti

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AutoscherziQuando lo scherzo fal’effetto boomerangAleandro PesUmorista

Quando si parla di “età dell’oro” s’intende un’era feli-ce, una stagione fortunata e irripetibile. Ma l’idea di unepoca dorata, perlomeno per quanto riguarda il nostroBelpaese, non è che un ricordo crudele sulle disastro-se rovine del decennio fra il finire degli anni cinquan-ta e sessanta. In un Paese senza più anima né identi-tà, ormai in preda ad una crisi economica senza ritor-no, la memoria ci riporta a quegli anni, del così defini-to dalla storia, “boom economico”: una bomba cheaccese un focolaio di speranza per gli anni a venire mache si spense rapidamente nel disinteresse totale del-le maggioranze per far posto ai comici e ai saltim-banchi. Malgrado ciò il sogno dove “buongiorno vogliadavvero dire buongiorno” non deve rimanere solo un uto-pia ma un impegno per rivendicare quell’epoca dorata.

Miracolo!The golden age in Italy:the economy miracle!Raffaele RuiuScrittore

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Finzioni

Graffio Aprile/Giugno 2014/N° 39 Anno 7

A Jennifer non interessava distoglie-re l’attenzione dalla bocca nonostan-te portasse l’apparecchio, non sifaceva di questi problemi. Il suounico cruccio era quello di non po-ter addentare bene le mele, le peree le carote di cui andava matta... malei trovò il modo di mangiarle ugual-mente tagliandole in piccoli pezzi.Era una bambina solare con un caratte-re forte che le permetteva di affrontaree superare qualsiasi difficoltà anchequando, subito dopo aver messo l’appa-recchio, avvertì un forte indolenzimen-to diffuso in tutta bocca per diversi gior-ni di fila. Ma lei soffrì in silenzio perchèera consapevole che l’investimento chei suoi genitori avevano fatto con tanti sa-crifici, era per salvagurdare il suo dolcesorriso. Le avevano assicurato che i den-ti sarebbero tornati stabili dopo la cura.E Jenniffer seguiva scrupolosamente leindicazioni che le venivano date: no ca-

ramelle, no chewing gum, no pane duro,no biscotti duri, no pop corn, insommaniente di duro che potesse rompere l’ap-parecchio. Tutto ciò durò per diversi an-ni finchè un giorno la bambina, ormai infase adolescenziale, cominciò ad accu-sare forti mal di testa e nausea. Inizial-mente i suoi genitori pensarono si trat-tasse di virus influenzali ma il protarsi diquesti sintomi li spinsero a verificarele cause di questi disturbi e portarono Jen-niffer dall’odontoiatra che l’aveva in cu-ra sin da piccolissima, cioè da quando, pri-ma di applicarle l’apparecchio, le avevaapplicato le placchette ai denti. Ma al po-sto di questo dottore ne trovarono un al-tro. Il loro era sparito, nessuno sapeva chefine avesse fatto. E allora il nuovo curan-te cercò di spiegare loro che il prece-dente non era un vero e proprio odonto-iatra ma un semplice dentista. Jennifer al-lora sorridendo ai suoi genitori disse :- An-diamo a casa, non ho più mal di testa -.

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Il sorriso della bambinacon l’apparecchio in boccaJenniffer era ancora piccola quando le furono applicatele placchette di metallo ai denti, ma non fu un traumaAldo BellomoScrittore di testi per ragazzi

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Illustrazionedi Jen Sorensen

di Tod Calder

LeoNettoProndo, parlo

broprio con lei?Il telefono squilla di continuo, improba-bili agenti per conto di chissà quali com-pagnie, con un linguaggio incomprensibi-le e una voce sporcata da rumori di sot-tofondo e appellandoti per nome letto suqualche tabulato, ti offrono, ti propongo-no, ti vendono, ti tirano dietro qualsiasiprodotto... e il tutto con un’insistenza eun’arroganza che non conosce uguali.E allora quali potrebbero essere le soluzio-ni per sbarazzarsi del fastidiosi e imbaraz-

zanti offerenti? La più veloce potrebbeessere “grazie” non mi interessa”, ma sen-za grandi risultati. Un’altra invece “nonsono io il titolare del numero telefonico, so-no solo di passaggio...” ma anche questafunziona poco. Dunque rimangono solodue soluzioni estreme: abbassare la cornet-ta con il pericolo che ti richiamino subitodopo, oppure mandarli perentoriamente a“fare a quel paese” con un tono aspro e con-vincente... con il rischio di altre ritorsioni.

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Fumetti

Graffio Aprile/Giugno 2014/N° 39 Anno 7

Jean Giraud, più conosciuto come Giro ancora meglio come Moebius, so-prattutto nel mondo della “bande des-sinée”, è entrato di diritto nel mon-do delle arti figurative. Pittore, il-lustratore e scenografo la sua 0pe-ra comunicativa ha introdotto asuo tempo, una grande novità nel pa-norama artistico contemporaneo. “Io apro una finestra dentro me stes-so su di un mondo che esiste in qual-che luogo. Così ho raggiunto i mondi piùocculti, più dimenticati... mondi terribi-li di pazzi. Ma esistono anche mondi, di-

ciamo pure angelici, che illuminano eaccrescono le nostre conoscenze...”. Ècosì che Jean Giraud si presenta alpubblico e continua “... la capacità di cam-biare stile non è in realtà che una spe-cie di incapacità di fermarsi, una spe-cie di vagabondaggio, un’assenza didecisione del tratto. Tutto può esserevisto da un lato positivo o da un lato ne-gativo”. Comunque sia, la particolaritàdi Moebius autore versatile e raffinato,sta nell’originalità del suo stile semprericonoscibile anche sulle sue stessedivagazioni che lo rendono un grande!

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BOTTOMLINERSdi Eric and Bill Teitebaum

Le creature diverse

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CopertinaPilote, 1973

SLOWPOKE di Jen Sorensen

La graficadi JeanGiraud

Dr. Gir et mon-sieur Moebius

Luigi BolliEsperto di Fumetti

Con i suoi “mostri” Moebius conclude un eranel racconto figurale per aprirne un’altra.La straordinaria dimensione visiva all’interno del suosegno offre elementi bizzarri di grande ingegneriagrafica. Archi, parabole, rotondità costruite suun’unione di più profondità infrangono l’icona clas-sica dei mostri del linguaggio ordinario antropomor-fico. La prestigiosa opera artistica che il maestro Giraudci lascia, dopo la sua scomparsa avvenuta nel mar-zo di un paio d’anni fa all’età di settantre anni, è am-pia e continua a conquistare generazioni di lettoridi fumetti e nuovi registi cinematografici mondiali.

Consiglio di eseguire la carta dicredito su qualche antipasto... senon viene rifiutata allora pote-te provare a ordinare la cena

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Chi?

Graffio Aprile/Giugno 2014/N° 39 Anno 7

Passando da quella strada e fer-mandomi sempre davanti a quella ve-trina ho deciso che avrei voluto in-tervistarla e così è stato!

Chi è una cake designer?È una persona che fa del dolce unapersonalizzazione su richiesta del clien-te. Per questo ogni torta è unica.Che cosa pensi del cake designer inItalia?Penso che sia un’attività nata da po-co tempo, con buone possibilità per ilfuturo. Si deve ancora molto orga-

nizzare. Credo anche che questo lavo-ro dovrebbe essere più tutelato, essen-doci tante persone che lo fanno in ca-sa. Dovrebbe essere riconosciuto,ognuno con il proprio spazio e con ilmateriale idoneo. Ad oggi in Italiatanti fornitori si sono organizzati perfornire attrezzi per il cake designer. Pensi mai di portare il tuo lavoro al-l’estero?No non l’ho mai pensato! Sono unapersona con dei punti fermi a cui pia-ce la propria realtà.Ti sei mai ispirata a qualcuno per iltuo lavoro?Un po’ a tante persone. No a qualcu-

no in particolare però. Seguo molto lecake designer americane e inglesi,loro hanno tanto da insegnarci, per ar-rivare ai loro livelli, in Italia, ci sare-mo fra una quindicina di anni credo.Per il resto è tutta mia creatività. Ci sono torte che non faresti mai? No, non credo che ci siano torte che nonposso realizzare. Posso dirti che tantepersone vengono a volte con idee mol-to difficili da poter mettere in pratica,ma sotto mio consiglio cerchiamo deicompromessi per farle.Perché le persone dovrebbero veni-re da te? Intanto ti dico che sono una persona mol-to umile e passionale, ma che si fa po-ca pubblicità. Le mie torte sono buone,ci metto la mia professionalità, il mio tem-po e soprattutto l’amore. Attraverso lemie torte cerco di dare tutta me stessa.Il mio lavoro mi da veramente tanto!Un tuo motto?Inseguire sempre i propri sogni, anchese nella vita a volte dobbiamo trovare deicompromessi.Ecco con questo ti dico che te lafacciamo noi di Graffio Magazine lapubblicità: che cosa aspettate, nonavete ancora assaggiato le sue tor-te? Bene adesso è il momento giusto!

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Archivio:Una torta

creata nel suolaboratorio da

Roberta Rossetti(foto albumpersonale)

The cakes parade

Si chiama Roberta Rossetti la rea-lizzatrice di questa combinazione,il suo mestiere?... cake designer

Un’odore di...dolcezza e amore

GraffiostaffIntervista di Greta Panicucci

Siamo specializzati nella creazione di torte belle e uniche pertutti i tipi di occasioni, compleanno, anniversario, battesi-mo, fidanzamento, matrimonio, Natale, la Festa della mam-ma o semplicemente per festeggiare o dire “grazie”.Se volete una torta per un’occasione o un evento possiamo farcela. E poiché ognitorta è fatta appositamente per le specifiche di ogni cliente possiamo farla in qual-siasi forma, sapore, colore o stile che si desidera... il cielo è il limite!

Nelle foto: alcuni esempi di torte realizzate da Roberta nel suo laboratorio di Piombino

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News

Graffio Aprile/Giugno 2014/N° 39 Anno 7

Una volta c’era un detto che pres-sappoco recitava così: “Pensarecon la propria testa spaventa colo-ro che ci vogliono gregge”. Queicoloro che ci vogliono turlupinare,privarci del nostro unico diritto diragionare da soli. Il nostro doveredunque è difendere questo diritto.

Dico, da subito,che la mia predisposizio-ne a pensare con la mia testa è innata.Tanti, avrebbero voluto “addomesti-carmi” sin dalla giovane età per poter-mi gestire a loro piacimento. Ma ahimè,ho dovuto pagare il prezzo, si fa per di-re, per rimanere isolato. In cambio,però, la mia personalità e la mia testar-daggine appartengono solo a me e nevado fiero e orgoglioso. Desidero con-tinuare citando il famoso proverbioche recita “Meglio vivere un giorno daleone che cent’anni da pecora” . Ma hosempre sentito il bisogno di farmi unamia idea su ogni cosa, magari ascoltan-do i pareri degli altri mi hanno fatto ri-flettere su come trarre poi le mie con-clusioni. Quindi non direi proprio che mi

faccio influenzare. Diversi episodi mi han-no testimoniato che circa l’80% dellepersone si lascia influenzare dall’opi-nione comune corrente! Io ho semprepensato con la mia testa e preferiscoassumermi le colpe o i meriti delle miedecisioni e trarre di conseguenza lesomme che positive o negative chesiano solo con me e la mia vocina di den-tro debbo fare i conti. Ma altresì ci so-no soggetti pronti a farsi contagiare daogni tipo di influenza in circolazione. Perquesto a prendere decisioni ci metto-no quel poco che basta. L’esperienza miha insegnato che ogni volta in passa-to mi sia fatto in qualche modo condi-zionare, le mie scelte sono state inadat-te a me e alla mia indole per cui riman-go dell’idea “Grazie, ma preferisco sba-gliare da solo”.

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La gente si sgonfia eppoigalleggia: triste e tragico!C’è un tarlo che si è insinuato nella testa delle persone

Walter MolineroNostro collaboratore

Come si fa a distinguereun soggetto bugiardo pa-tologico da un soggettoaffidabile e plausibile?

Credibile è un aggettivo chederiva dal latino credibilis esignifica degno di essere cre-duto e ci si può guadagnarequesta reputazione attraver-so un comportamento giu-sto insieme ad una persona-lità affidabile. Almeno, questaè la base di partenza, ma nonè sufficiente. Essere credibi-le intanto vuol dire esserlo connoi stessi, non ingannarci,non prenderci in giro, non

perdere tempo, avere la capa-cità di saper affrontare qual-siasi ostacolo con dignità esaggezza, ma soprattutto sa-per mantenere un segretoche è la prova più importan-te che ci consente di stabili-re l’indice di autocredibilità.Solo così ci metteremo, forse,nella condizione di essereaccettati e amati per ciò cheveramente siamo. Utopia?

Sergio “Fritz” ViganòNostro collaboratore

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Essere credibiliPer essere accettati e amati

Archivio:grafica

Ipnosys

Corso Vittorio Emanuele II, 67 PIOMBINO - Tel e Fax 0565.49541 - 347.9372859

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Fumetti

Graffio Aprile/Giugno 2014/N° 39 Anno 7

Fondamentalmente tutti possonocantare, tutti possono disegnare, mail vero dono è una mostruosità del-la natura che fa la differenza.Ai margini del fumetto e dell’illustrazio-ne, Guillermo Mordillo sa giocare con icodici del genere deliziando i suoi let-tori con una grafica tutta tondi e cur-ve: la particolarità delle sue tavole?Non c’è nessun testo, le gag parlano dasole e questa è la grandezza comuni-cativa dell’artista argentino che ne hafatto un’icona dell’humor mondiale.Mordillo è un autore senza tempo eciò dimostra che il doppio senso dellavita non ha confini temporali, né razia-li, né religiosi. Sul suo passaggio icono-grafico semina sorrisi e poesia.

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Ai margini delfumetto e dell’illustrazionesenza parole...Elisabetta Di SalvoEsperta di fumetti

Mordillocon...ironia

LA SUA FILOSOFIALA CORTESIA DELLA DISPERAZIONE

“Da sempre ho amato guardare la gen-te. Quando eravamo un gruppo di ragazziintenti a giocare, i compagni non capivanocome mai io preferissi guardarli giocare piut-tosto che giocare insieme a loro... fatta ec-cezione per il “gioco del pallone” che ho sem-pre adorato praticare sin da piccolo. Sonostato un ragazzo triste fino a vent’anni.Dopo ho capito che ero triste di essere tri-ste e che perdevo tempo e allora grazie aduna questione di cromosomi innata ho in-contrato e appreso l’humor, e l’ironia”.

Mordillo è stato il dise-gnatore umoristico am-mirato da molti altriumoristi e il più pubbli-cato del mondo nel decen-nio degli anni settanta.

È stato uno dei primi a fa-re sfoggio di una visionecommerciale che ha spin-to lo sfruttamento del mar-keting nell’ambito dellagrafica umorista.

TUTTI GLI UOMINI DELPRESIDENTE IN 3D:

In dotazione gli occhialitridimensionali indispensabiliPER FISSARE LA NOIA!

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Tra giraffe edelefanti...

mmm...chi

chiamo?

IL SUO HUMOR

LEX di Mapak

TEACHER di Mapak

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News

Graffio Aprile/Giugno 2014/N° 39 Anno 7

Per aver rilanciato con compositafermezza l’originale attaccamentoalle poltrone “costi quel che co-sti” e per l’ottima riuscita del tena-ce contributo al silenzio in cambiodella verità. Una ignobile iniziativache ha tappato la bocca a milioni digiovani illusi. (Neverland 2/5/2020)

Ma la cosa più oscena è che li prendonotutti per scemi andando in giro a raccon-tare che si sono fatti a pezzi per loro. Finoa che punto porteranno le loro forme diaccapigliamento per rimanere incollatia quelle poltrone “tutto fumo e nientepelle”? (sarebbe palle ma suonerebbecome un complimento). È ormai chiaroche raccontare le barzellette non fa piùridere nessuno nemmeno quei giovani(dis)illusi... dato che la barzelletta èsempre la solita ”perchè stare fermiquando si può essere immobili?” . Ognitanto qualcuno dei barzellettai, con la pel-le disfatta dal fumo delle menzogne e la-cerata dall’espressione sempre sorri-dente come quella del Jocker, cade perterra ed è subito festa in tutta la casta!Si odono rumori di battiti di mani, salgo-no profumi di lardo ammassati nei col-letti delle camice bianche. Ma poi comese niente fosse si rialzano e con lo stoma-co di bovino riescono ancora a riciclarsie ripresentarsi al pubblico con il volto ca-muffato da candidi angioletti, semprepiù squallidi e anche perfino più bugiardi.

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Aspettando Godot sedutisopra il Water Closet!

Cesare PiluduNostro collaboratore

Ringraziamo dicuore tutti colo-ro che hanno vo-luto dare la pro-pria testimonian-za denunciandoi malefici che“quelli” indivi-dui hanno porta-to e continuano aportare nella no-stra società.

“Sono un uomosposato e padre ditre bambini. Sonodipendente, comeoperaio, in una pic-cola fabbrica dovesi producono chio-di, bulloni e altriammennicoli variper l’industria edi-le. Purtroppo conla crisi edilizia, lafabbrica ha dimez-zato la produzioneed io, insieme adaltri miei compa-gni, siamo in cassaintegrazione da ol-tre due anni. Perfortuna ho un picco-lo orto per affron-tare la vita e gli in-numerevoli proble-mi di tutti i giorni an-che se è semprepiù difficile andareavanti. Ma la cosa

che mi duole di piùe che mi fa incazza-re è il pensiero di co-loro cha hanno ge-nerato questa si-tuazione! Non voler-si prendere le re-sponsabilità con ilsolo scopo di reca-re un enorme dan-no alla vita di ognu-no di noi, significaessere stati conside-rati solo un nume-ro escludendoci dal-le vere motivazioniche ci hanno mes-so in questa situa-zione. Allora lancioun appello:non pos-siamo accettarequesta deriva, que-sto tentativo da par-te loro di emargi-narci, di annullar-ci, di privarci delnostro diritto a vive-re una vita digni-tosa, a dare un fu-turo per i nostri fi-gli e per tutti quel-li che verranno...

Testimonianzain incognito...

Ognuno di “Quelli” ti-ra di continuo la cate-nella dello sciacquoneper scaricare le pro-prie responsabilità ver-so altri destinatari.

Il cattivo uso dello sciacquo-ne tramite l’abbondanteflusso di liquido per ri-muovere incessantemen-te i residui sospetti chevengono accumulati quo-tidianamentie da “Quelli”,rischia l’intasamento del-

la tubatura e il suo conse-guente blocco totale. Stu-di approfonditi hanno dimo-strato che blocchi del ge-nere tendono a manife-starsi soprattutto in segui-to ad abbondanti e plurimiscarichi di responsabilità.

Lorenzo AdinolfiOpinionista territoriale

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Quelli che......in sei anni non hanno fatto ciòche quegli altri non hanno fatto insessant’anni: stabilito e premiatoil nuovo record dell’Immobilismo!

Archivio:classe

”Bradipa”

a cura di Sonijla Palmieri

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Graffio Aprile/Giugno 2014/N° 39 Anno 7

Saltando l’Autunno che ormai è diventato caldo enon esiste più, si passa direttamente nella stagio-ne più disgraziata dell’anno: l’Inverno! E allora ladomanda ci viene spontanea: ma a che serve l’In-verno?A questa domanda cercheremo insieme di dare una ri-sposta. Intanto è diventato una calamità specifica delnuovo assetto climatico, di cui si conoscono ormai lecause. Piogge torrenziali con conseguenti smotta-menti e straripamenti dei fiumi, inondazioni, frane, af-fliggono le persone colpite da queste calamità così estre-me, di fronte alle quali nessuno può farci niente per-chè accadono all’improvviso. Nemmeno le protezioniaddette alle previsioni possono farci un granchè, per-chè il mondo è imprevedibile, fa come gli pare e, comeun animale ferito perchè di questo si tratta, scatena erovescia tutta la sua rabbia in modo violento sul ter-ritorio e sulle popolazioni che lo abitano. Perlomenoquando c’era l’Autunno un rovescio di pioggia era ot-timo e anche se ci sembrava uggioso, talvolta per i con-tadini, per esempio, era l’ideale equilibrio e di conse-guenza anche il nostro che grazie a quei rovesci pote-vamo mangiare le buone cose biologiche naturali chela terra offriva. Ma ai giorni nostri il problema devasta-zioni e calamità non sembra in via di risoluzione. Gli in-terventi e le armi strategiche che hanno sfavoritosfortunatamente l’equilibrio nel nostro emisfero, so-no le cause principali di questa catastrofe, a nostro av-viso in caduta libera, perchè pensiamo che non ci sianessuna volontà per arginarla. L’incoscienza rasental’incredibile. I tentativi di far ascoltare i nostri parerivengono soffocati con l’arroganza di chi promettel’aria fritta. Già i Greci non amavano il freddo e per que-sto si spostarono in Sicilia dove in effetti al caldo si tro-varono meglio. Gli operatori turistici invernali, ai quali vatutto il nostro rispetto, non ce ne vogliano per queste no-stre considerazioni un po’ arruffate ma sentite che for-se potranno servire anche a loro e farli riflettere.

News

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Gli uccelli emigrano,cadono le foglie...Sauro & Viviano BalistreriPadre e figlio/geologi

Tutto all’improvviso

Viale del Popolo. Piombino (LI)

+39. 347.1160712

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COLAZIONE. PRANZO. APERITIVO. CENA

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Eventi

Graffio Aprile/Giugno 2014/N° 39 Anno 724

Made in Italy

L’ interpretazione dovrebbe andareoltre. Il Made in Italy infatti è diven-tato un pregiatissimo biglietto da vi-sita in tutto il mondo.Nel corso degli anni i nostri prodotti han-no acquistato molta fama nel com-mercio mondiale, si parla di settoretessile, orafo, settore calzature, set-tore moda, ma anche alimentare, agroa-limentare, cinematografico e via di-cendo. Se dovessi immaginarlo mi ven-gono in mente i grandi stilisti che dise-gnano i loro bozzetti, le sarte che cu-ciono abiti con massima cura, mi ven-gono in mente i calzolai che martella-no le scarpe, orafi aretini che creano ma-

gnifici gioielli. Se dovessi descriverlo inpochi concetti direi cura del dettaglio,unicità, gusto, durevolezza. Il Madein Italy è come se fosse un vero eproprio brand che contraddistingue i no-stri prodotti artigianali, industriali, eno-gastronomici nel mercato mondiale. All’estero hanno l’idea del Belpaese come ilpaese della moda, del buon vino e dell’ottima cucina, del piccolo artigianato edei grandi pittori. Con la globalizzazione,

le grandi catene in franchising, sembra-va fosse diventato un prodotto di nicchia,quello Made in Italy. È bello e piacevoleallora, scoprire nuovi brand che inizianoautoproducendosi, giovani stilisti chemettono a frutto le loro idee originali. Lanostra Italia vanta di grandi maison dasempre, ha segnato la storia nel mondodella moda, crescendo con l’evolversisocio-culturale, passando per la sen-sualità delle dive degli anni ’50 e le star-lette dei giorni nostri. Non dobbiamomai dimenticare cosa sta a monte ditutto ciò, abbiamo un patrimonio este-tico-ambientale ineguagliabile, strati e stra-ti fatti di arte, storia e cultura, fonte di ispi-razione per i nostri designer e stilisti. IlMade in Italy è il quid pluris, quel valoreaggiunto che un prodotto può avere,certificando un alto livello di qualità.Nelle vie dello shopping di ogni metro-poli si stagliano boutique dai nomi italia-ni: Versace, Gucci, Fendi, Dolce & Gabbana,Roberto Cavalli e tanti altri. È un fatto checi dovrebbe inorgoglire, che non do-vremmo sottovalutare, ma rivalutare.

Sono tre semplici paroline inglesi,che tradotte alla lettera significano“fatto in Italia”

Maria Elena Evangelisti AlfagemeConcorrente opinionista “Contest”

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Nato dall’idea del brand Aimèe Diy eGraffio magazine per far capire l’im-portanza del prodotto fatto in Italia.Due contesti totalmente diversi fra di loroma con un unico denominatore che li acco-muna, quello della passione di produrreprodotti totalmente fabbricati in “casa no-stra”. E allora è partita la campagna media-tica di sondaggio sulla rete con un Contestper capire cosa ne pensano i lettori delMade in Italy. Il tutto con tanto di premio fi-nale in palio per il miglior articolo pubbli-

cato in bacheca. Come premio un gioiellorealizzato da Aimèe fabbricato appositamen-te per l’evento, una collana “Teach me tiger”.Aimèe nasce dall’unione di moda e tenden-za, giovane brand di accessori con un mar-cia in più alla portata di tutti! Tutte le crea-zioni prendono forma dai due pensieri stra-vaganti e determinati di Ingrid ed Emanuela.Amanti dello street-style e della moda sot-to ogni suo aspetto, sempre alla ricerca dinuovi spunti e ispirazioni e attente allaqualità dei materiali.

Maria ElenaEvangelistiAlfageme:

la vincitrice delcontest

Made in Italycon la collana

al collo(foto archivio

personale)

Quando un giovane brand di bijouxincontra una free-press

Contest Made in Italyby Graffio

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Web

Graffio Aprile/Giugno 2014/N° 39 Anno 7 25

Un magazzino dismesso diventacontenitore per un viaggio spe-ciale: il resort di roulotte vintagea cinque stelle.

Un ostello unico al mondo: 15 roulottea tema trasformano un magazzino in-dustriale in un paesaggio decontestua-lizzato di divertimento, follia e colori.

Al limite tra il nostalgico spirito psiche-delico 70’s, e un set cinematografico, ilBaseCamp Bonn è un posto incredibi-le per dormire, rilassarsi, per scoprirela ex capitale tedesca, così come il vi-cino parco naturale di Siebengebirge eil fiume Reno. Lo spazio industriale di

600 metri quadrati è stato ristruttura-to e colorato come se fosse un outdo-or, trompe l’oeil di cielo azzurro e oriz-zon e anche le caravane sono perfetta-

mente pimpate secondo temi diffe-renti. L’Hausboot ha remi in legno e ungiubbotto di salvataggio in facciata,come una residenza galleggiante ed ec-centrica. Il Big Ben è ovviamente ca-ratterizzato dalla bandiera britannicae poltroncine in stile vittoriano nella pro-pria area di pertinenza “outdoor”. Iprezzi sono abordabili, si parte da 54 eu-ro circa a notte e si può pernottare inroulotte, in un bus o in un Airstreamsamericano. E il by night è troppo pop!

Con questo numero inizia la colla-borazione con “bigodino.it”, sito webdi notizie media raccontate dallebigogirls. Il sito tratterà una propriarubrica fissa su questa pagina.

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AVVISO PER INOSTRI LETTORI

Il BaseCamp di Bonn, un campeggioanomalo indoor e supercooldi Mirella Ippolito

Moda, viaggi, design,spettacolo, benessere,

cucina, tecnologia.

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Il Racconto

Graffio Aprile/Giugno 2014/N° 39 Anno 7

“Tornare con la fronte avvizzita,le nevi del tempo argentarono lemie tempie, sentire che è un soffiola vita, che vent’anni non sono nien-te, che febbrile è lo sguardo erran-te nell’ombra, ti cerca e nomina il tuonome, vivere con l’anima ostinata adun dolce ricordo che piango un’altravolta: ho paura dell’incontro con ilpassato che torna a confrontarsicon la mia vita, ho paura delle not-ti che, popolate di ricordi, incatena-no il mio sognare...”(Traduz. di Volver/Carlos Gardel)Eravamo in treno, tornavamo a casa...al sud... con il cuore che batteva fortemano a mano che ci avvicinavamo.Ogni fermata alle stazioni ci sembravaun‘eternità e il viaggio ancora più lun-go, per noi che viaggiavamo sulle car-rozze in coda di seconda classe. Noi chevenivamo da troppo lontano, pieni e col-mi di malinconia per la nostra terrache avevamo lasciato faticosamente, con

le valige di cartone legate con lo spa-go e ora ci riveniva incontro. Ritornavamolaggiù come si torna all’amore con il de-siderio, con mille paure, eravamo sta-ti troppo lontani da quella terra e nonsapevamo cosa ci avrebbe aspettato,come un destino del cuore. Tornavamoal sud come rondini che rimigrano in cer-ca del caldo volando incessantementeper migliaia e migliaia di chilometri. Ognitanto, come loro ci riposavamo schiac-ciando la testa contro il vetro del fine-strino e chiudendo gli occhi sognava-

mo le melodie dei canti delle donne, laluna immensa, il cielo bucato di stelle,il mare nostro. Ci è mancato il sud in tut-ti questi anni trascorsi in mezzo alfreddo gelido della gente. Non passa-va giorno in cui pensavamo al suo tem-po aperto, alla sua gente buona, alla suadignità. La notte prima di addormentar-ci al suo pensiero lo immaginavamo co-me i corpi nell’intimità dell’amore.Tornavamo al sud come un bambino to-

na a casa dopo una fuga per ritrovareil calore del focolare domestico. Laggiù,in quelle lande desolate e grige, doveil sole non nasce e non tramonta mai lon-tano da tutto e da tutti abbiamo porta-to un po’ di calore con noi ma si èspento non appena abbiamo tentato dimantenerlo per la gente che non ha maivisto il mare, i gabbiani, le rondini, masolo stormi di anatre selvagge nei la-ghi e nei fiumi marroni. Ti amiamo sude torniamo a te come si torna sempreall’amore con il nostro desiderio, ma so-prattutto con la nostra paura di non tro-vare ancora la sua gente buona, la suadignità, il suo blu e il giallo dei limone-ti. Sento il sud, come sognavamo da pri-gionieri in semilibertà, i corpi nell’inti-mità. Stiamo tornando al sud con que-sto lungo e lento treno. Forse anche luista rallentando perchè sente le nostrepaure, le nostre incertezze, il nostro do-lore, ma nonostante il suo camminolento sulla strada ferrata, niente potràimpedirgli di portarci là dove il sole situffa nel cielo e la luna sorge dai monti.Torniamo al sud... ti amiamo sud.

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Il viaggio in treno verso il Sud cisembrava ancora più lungo pernoi che viaggiavamo in 2a classesulle carrozze di coda... Ambrogio CannatàEx migrante

Vuelvo al Sur...

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Col risvolto dei pantalonii macchinisti delle FF.SS.

Un mestiere duro quello del macchinista ferroviario.La figura professionale nasce in concomitanza della nasci-ta della locomotiva a vapore e inizialmente la sua mansio-ne, affiancata da un compagno di fatica fuochista, è quel-la di espletare tutte le operazioni necessarie al funziona-mento della macchina. Con il vento negli occhi, pioggia, ne-ve, nebbia, sempre con la testa fuori dalla cabina per con-trollare che sulla “strada ferrata” sia tutto in ordine.

“Emigranti, la colpa diessere Siciliani”:foto dabargiomba,altervista.org

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Migrati da ogni provincia dei sud del mondo con una vi-sione del ”una vita migliore si trova laggiù”: ma quellaggiù in ogni dove e in ogni tempo, resta solo un so-gno da tenere nelle loro menti e nei loro cuori.La vita nelle città dorate è durissima, lontanissima da ciò cheavevano immaginato. Tanti comunque mantengono la spe-ranze di una vita migliore. I più però, hanno già seppellitola loro fede, incolpandosi per la scelta di un misero desti-no già annunciato. Eppure le menzogne di un’opportunitàdi lavoro sembravano promettenti, tutto in un letto di rose...Ma altri scenari hanno atteso i cacciatori di lavoro che spe-ravano ancora in uno stipendio. Eppoi ci vuole carattere e tan-to coraggio per trovarne uno, persino illegale. E allora le cit-tà dorate si trasformano in città di baraccopoli, dove ogni gior-no si riscontrono crimini di tutti i tipi, mostrando una disgra-zia della morale del popolo degli immigrati che avrebbe so-lo bisogno di una comunità permanente a cui poter apparte-nere, stare sul proprio, essere produttivi e generare reddito.

Né lavoro, né cibo, né casaMoreno TripodiGiornalista indipendente

Agitazionedi coscienza

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Chi?

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Ridateci il treno intercity

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La protesta di un pendolareRossanese che non si dà pervinto: difendere la ferroviadella fascia Jonica risalenteal 1861! - Voglio ricordare - dice il pendo-lare Euristeo - che circa un an-no fa a Forlì si organizzava una

particolare forma di protesta per portare a “gloriosi splen-dori” il collegamento del Sud Italia con il centro Nord e chie-dere il ripristino di alcuni treni, tra cui quelli a lunga per-correnza, come l’Intercity Milano–Crotone, simbolico pon-te di unione sul territorio nazionale e quindi chiedere ex-novo il collegamento ferroviario con il Sud del Paese -. Laprotesta, quanto mai singolare, ha visto la partecipazionedi alcuni VIP del tessuto romagnolo e ha ricevuto il contri-buto di due testimonial d’eccezione: Francesco Guccini e PippoGiordano. Il primo noto cantautore e poeta, il secondo exispettore DIA (Direzione Investigativa Antimafia) di Palermo,uomo in prima linea nella lotta alla malavita di Cosa Nostranegli anni ‘80. La protesta per il disagio creato dalla sop-pressione del collegamento, ha raggiunto l’attenzione del-l’opinione pubblica e e delle testate giornalistiche naziona-li grazie alla sensibilità di un gruppo di amici “armati” di va-ligia di cartone, che hanno occupato lo spiazzale dellaFerrovia Forlivese e manifestato in modo creativo.

Euristeo Ceraolo/Delegato CIUFERForlì-Cesena Emilia-Romagna

Francesco Guccini e PippoGiordano testimonial peril ripristino degli intercityda Nord a Sud

FrancescoGuccini

foto dawww.albanesi.it

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Graffio Aprile/Giugno 2014/N° 39 Anno 7

Paragonata alle ore del giorno, questa casa ècorrispondente alla mezzanotte. La cuspide diquesto campo è nominata in astrologia FondoCielo. A livello simbolico la notte, il buio e l’oscu-rità sono associati all’anima.

Nel tema natale la casa quarta è una delle case che so-no legate all’inconscio, alle esperienze dimenticate delpassato. È il settore dell’emotività e dell’interiorità. Chisegue la tesi reincarnazionista, associa il campo quar-to all’anima che si incarna in una data famiglia per po-ter fare le esperienze a lei congeniali nel suo percor-so evolutivo. Il fondo Cielo simboleggia l’essenza del-l’anima costituita dalle esperienze passate di altrevite, portate in questa esistenza come bagaglio spiri-tuale. In questo campo è indicata la nostra capacità diassimilare a livello profondo le esperienze che la vitaci porge. Soprattutto sono le esperienze della nostrainfanzia che nel quarto campo sono visibili all’occhiodell’astrologo esperto. Quelle esperienze passate chehanno forgiato il nostro carattere e influenzato la no-stra capacità da adulti nell’instaurare rapporti congli altri, soprattutto quelli affettivi. Le nostre origini ela fine della vita, il guscio, la vita intima e privata so-no tematiche corrispondenti alla casa quarta. Ma an-che il nostro rapporto con il luogo dove siamo nati, lanazione in cui viviamo, l’appartenenza a una data fa-miglia o gruppo etnico, la tradizione e i rapporti coni nostri genitori, soprattutto con il padre, sono parole

chiavi per questo settore astrologico. La propria abitazionevissuta come nido e difesa contro il mondo esterno, ma anchetutte le questioni inerenti a immobili sono indicate nell’orosco-po in campo quarto. L’astrologo riesce a valutare dalla letturadel tema natale e della posizioni planetarie al Fondo Cielo in chemodo una persona si sente radicata nel mondo, se le radici mes-se nell’infanzia siano di supporto nell’affrontare positivamen-te le esperienze esistenziali. I campi lavorativi congeniali ai na-tivi che hanno i pianeti posizionati in casa quarta sono l’archi-tettura, la ginecologia, l’agricoltura e l’arredamento. Mentre alivello fisico gli organi corrispondenti sono l’utero e lo stoma-co. La quarta casa appartiene al segno del Cancro, il pianeta do-minante è la Luna.

A questa casa appartengono simbolicamente le banche, le ac-quisizioni, i conti, la fortuna/la sfortuna, la gestione del dena-ro (finanzieri e banchieri), ma anche i debiti e i crolli finanziari.

La pagina dell’astrologia

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Rappresenta il puntonord dell’oroscopo, lanotte scura quando ilSole non è visibile...

LianellaLivalvi LaunAstrologa psicologa

I NUOVI CORPI CELESTI

L’ndividuo nato con il sole in questo settore astrologico sente presen-te, durante la sua esistenza, l’influenza della famiglia d’origine e indi-rizza la propria energia verso tutte le questioni che riguardano le im-plicazioni familiari, la casa, la patria e l’ambiente in cui vive.Il compito evolutivo delle persone influenzate da questa posizione planetare è quel-lo di distaccarsi psicologicamente dal nucleo familiare, senza però rinnegare leloro origini e la famiglia in cui sono nate. Se ciò avviene esse svilupperanno unapersonalità autonoma e saranno in grado di mettere nuove radici ovunque sceglie-ranno di vivere. Inoltre le esperienze del passato non intralceranno il presen-te, ma verranno integrate per creare costruttivamente la realtà odierna e fu-tura. Il Sole in Quarta, a seconda degli aspetti che forma con gli altri pianeti, rive-la o un forte attaccamento al padre o il rifiuto di esso. Con il Luminare, in questosettore oroscopico, le migliori possibilità e la crescita interiore si realizzeran-no nella seconda metà della vita.

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La casa“quarta”

a cura di Lianella Livaldi LaunInterpretazioni e rivelazioni

Il Sole in“quarta” casa

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News

Graffio Dicembre 2013/Gennaio 2014/N° 38 Anno 7

Secondo voci incontrolla-bili si tratterebbe di unaferoce resa dei conti sul-la questione disoccupazio-ne. Preoccupazione intutto il comprensorio.Moderato ottimismo incittà. Appelli di incorag-giamento delle rappre-sentanze istituzionali. Lavivace risposta di un’an-ziana signora ”Rivoglio ilmuro, ritrovatelo!”.Il drammatico epilogo del-la crisi siderurgica pone in-

quietanti interrogativi sul-la scomparsa del muroche per più di mezzo seco-lo ha fatto il suo dovere. Vi-sto che le cose si stannomettendo proprio male,dopo aver commesso tan-ti errori il muro rischiava difarne un altro irreparabile:quello di voler cercare di ri-manere al suo posto. E in-vece questo lungo e altomonumento ha dato esem-pio a tutta la classe dirigen-te scomparendo. Ha avuto

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Si teme per la sua vita: l’unica trac-cia, escrementi di gabbiano deposi-tati dove nessuno osa avvicinarsi. Im-mediata mobilitazione dei Servizidi Sicurezza ambientali dove emer-ge un comprensibile imbarazzo.

Arrestato dalla Guardia ForestaleMarina un cuoco di fama internazio-nale che usava le alghe della prate-ria protetta di Posidonia del nostrocanale per cucinare i tortelli “maree monti” al posto degli spinaci.Un bel paio di manette scono scattate

sotto gli occhi stupiti dell’equipaggio di unanave da crociera quando gli uomini del-la forestale con un blitz hanno prelevatocon il loro gommone il furbo cuoco che acosto zero proponeva il succulento piat-to: svelato finalmente il sapore salino deitortelli che sono stati anch’essi requisiti.

Importanti rivelazioni diun cuoco di altobordo

Non si buttavia niente!

Incredibile!Misteriosascomparsadi un muroA cura di “Anonimo Piombinese”Considerazioni spontanee

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Le reazioni delle scon-certanti notizie chearrivano dal Palazzocomunale non si fan-no attendere!

Da qualche giorno infatti tutti i di-stributori di flyers resteranno conali a terra a tempo indeterminato.Le cause di questa grave decisionerestano al momento ignote. Le uni-che parole, che siamo riusciti a strap-pare di bocca al portavoce della fede-razione dei volantinari sono: -Pare chei volantini non abbiano le ali tarate anorma, atterranno male e dove li pa-

re, in mezzo alla strada, sull’erba dei par-chi, e in più rimangono impigliati ai ter-gicristalli delle auto - Al Palazzo inve-ce non spiegano nulla e l’assurda de-cisione rischia di far impazzire i volan-tini parcheggiati sulle piste di decol-lo in attesa di riprendere il loro voloselvaggio.

Graffia la Notizia!E adesso flyers selvaggi

Vista la crisi economica, la gente si ar-rangia come può. Sembra da un son-daggio di un’Agenzia internazionale chemilioni e milioni di automobilisti gior-nalmente riciclino l’olio del motoredella propria auto, per riusarlo comecondimento alimentare: ottimo perinsalate, sulla carne, legumi e altricibi vari. Si dice che l’olio sia statofabbricato da una società fantasma chedi motori non ne capisce nulla.

fegato! Ha tolto il disturbo al mo-mento giusto. Un tipico gesto al-la buona ma efficace. Un gior-nalista ha fotografato dall’alto, abordo di un elicottero della Guar-dia Costiera, una scritta fatta conil guano dei gabbiani, precisa-mente nell’area dove prima c’erail muro dove si legge “Sarei unipocrita a far finta di niente”.

Archivio:schizzo di comeapparivail muroscomparso

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✂�NO

AL TAGLIO DELLA MUSICA!

Campagna di sensibilizzazione a cura di Graffio magazine

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