GRADUALE RIPRESA DEGLI SCAMBI TRA L'ITALIA E IL CONTINENTE NERO

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GRADUALE RIPRESA DEGLI SCAMBI TRA L'ITALIA E IL CONTINENTE NERO Author(s): SANDRO SALVATORI Source: Africa: Rivista trimestrale di studi e documentazione dell’Istituto italiano per l’Africa e l’Oriente, Anno 5, No. 3/4 (Marzo - Aprile 1950), pp. 48-49 Published by: Istituto Italiano per l'Africa e l'Oriente (IsIAO) Stable URL: http://www.jstor.org/stable/40755890 . Accessed: 15/06/2014 03:15 Your use of the JSTOR archive indicates your acceptance of the Terms & Conditions of Use, available at . http://www.jstor.org/page/info/about/policies/terms.jsp . JSTOR is a not-for-profit service that helps scholars, researchers, and students discover, use, and build upon a wide range of content in a trusted digital archive. We use information technology and tools to increase productivity and facilitate new forms of scholarship. For more information about JSTOR, please contact [email protected]. . Istituto Italiano per l'Africa e l'Oriente (IsIAO) is collaborating with JSTOR to digitize, preserve and extend access to Africa: Rivista trimestrale di studi e documentazione dell’Istituto italiano per l’Africa e l’Oriente. http://www.jstor.org This content downloaded from 185.2.32.106 on Sun, 15 Jun 2014 03:15:27 AM All use subject to JSTOR Terms and Conditions

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GRADUALE RIPRESA DEGLI SCAMBI TRA L'ITALIA E IL CONTINENTE NEROAuthor(s): SANDRO SALVATORISource: Africa: Rivista trimestrale di studi e documentazione dell’Istituto italiano per l’Africae l’Oriente, Anno 5, No. 3/4 (Marzo - Aprile 1950), pp. 48-49Published by: Istituto Italiano per l'Africa e l'Oriente (IsIAO)Stable URL: http://www.jstor.org/stable/40755890 .

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GRADUALE RIPRESA DEGLI SCAMBI TRA L'ITALIA E IL CONTINENTE NERO

Nel 1939 le quantità importate hanno raggiunto 1.175.461 tonn., per un valore di 57 miliardi, mentre quelle esportate registrano ancora 325.504 tonn, per 51 miliardi

II nostro ritorno in Somalia non può e non deve essere considerato fine a sé stesso. Quando si grida allo scandalo perché il Bilancio dello Stato comincia ad essere gravato di un onere annuo di dieci miliardi per le spese dell'Ammini- strazione fiduciaria, si vuole ignorare di proposito, per evi- dente demagogia politica, che il fatto di rivedere il tricolore sull'alto pennone del Palazzo del Governo di Mogadiscio non rappresenta unicamente un motivo di prestigio nazio- nale e di soddisfazione per l'esito della nostra azione di dife- sa degli interessi italiani in quella porzione del Continente Nero; significa, invece, concreta ripresa del nostro espansio- nismo economico su tutta l'Africa, dopo la sfortunata paren- tesi bellica.

E' bastata la notizia che le Nazioni Unite avevano deciso di affidare all'Italia l'Amministrazione della Somalia, perché fasci di lettere commerciali giungessero alle ditte di Moga- discio con offerte di ogni genere, e c'è stato chi ha persino ammonito gli uomini d'affari italiani a non illudersi sulle possibilità commerciali somale, a non affollare quei mercati già sufficienti alle esigenze locali. Evidentemente l'Africa rappresenta sempre una grande attrazione per i nostri traf- fici d'oltre mare; e forse l'afflusso di merci italiane a Moga- discio potrà servire a preparare in quella cita un formidabile « punto d'appoggio » per la necessaria ripresa dei nostri scambi commerciali con tutta l'Africa e forse anche con il vicino Oriente.

Nel I938 i rapporti economici tra l'Italia e l'Africa ave- vano raggiunto un livello assai interessante. Ora è tempo di riprendere la strada, raggiungere e superare le vecchie posi- zioni. Senza la Libia e senza l'Eritrea, non possiamo contare per i nostri sforzi iniziali che sulla Somalia. Nessuna me- raviglia quindi se a Mogadiscio arrivano migliaia di offerte d affari e, sopratutto nessun timore di saturare i mercati somali. Mogadiscio deve essere considerato come un grande emporio italiano trasferito sul Continente nero, deve rap- presentare l'economia italiana in terra d'Africa.

Il volume degli scambi commerciali tra l'Italia e l'Africa si riassumeva nel I938 nelle seguenti cifre: un milione e 270 mila tonnellate di merci importate, per un valore di 865 milioni e settecento mila lire, contro un milione e 99.233 tonn, esportate per un valore di due miliardi e 872.5000.000; vale a dire una bilancia attiva per l'Italia superiore a due miliardi di lire (circa cento miliardi di oggigiurno).

Nel I949 le quantità importate hanno raggiunto le I.I75.46I tonnellate, per un valore di 57 miliardi, mentre quelle esportate registrano la misera cifra di 325.504 tonnel late per un valore di poco più di cinquantuno miliardi.

La Bilancia, ora, è quindi passiva e da essa risulta che, in complesso, gli scambi sono ridotti alla metà in confronto a quelli di ante guerra. Questa sola notizia ci sembra sia sufficiente per far tacere coloro che si preoccupano dei venti miliardi annui che dovranno spendere per amministrare la Somalia. Stiano pur tranquilli i signori dell'Opposizione, questa somma ci sarà restituita moltiplicata attraverso la ripresa dei traffici con tutta l'Africa, semprechè alla serietà economica dei nostri operatori si accompagni presto la se- rietà politica dei nostri maggiorenti.

Soltanto in Somalia prima della guerra esportavamo 76.840 tonnellate di mercé all'armo e da essa ne importava-

mo 3 1.287; nel I949 tali cifre sono risultate ridotte rispetti- vamente a 394 e a 1 3.980: la severa amministrazione bri- tannica pensava forse di chiudere definitivamente i mercati somali alla produzione italiana e viceversa!

Si diceva che la Somalia stava morendo, ed è proprio vero. E' vero quanto è vero che vivono di lenta agonia anche la Libia, e l'Eritrea. Le cifre dei nostri scambi commerciali con queste terre africane sono assai eloquenti.

Nel I938 in Libia e in Eritrea abbiamo esportato rispet- tivamente 45 1.818 e 394. 3 lo tonnellate di merci e da esse ne abbiamo importate 2I378 e 8756; nel I949 l'amministra- zione britannica ha fatto sì che il volume degli scambi fosse ridotto alle seguenti cifre: esportazione, 7.580 tonn, in Libia e 4.706 in Eritrea, importazione, 48.I72 dalla Libia e 26.365 tonnellate dall'Eritrea. Una nota curiosa è fornita dall'Etio- pia: essa si dice nostra nemica, ma per il semplice fatto che non è governata dagli inglesi ha esportato in Italia, durante il I949, I4.035 tonnellate di mercé per circa due miliardi; e ne ha importate 8484 per un miliardo e più, poco in con- fronto al traffico di anteguerra (importazioni dall'Italia 76.660 tonn.; esportazioni 4.336 tonn.) ma è sempre qual- cosa che può rappresentare il seme di prossimi rapporti più produttivi per ambedue le parti.

Dopo le nostre ex-colonie, il paese con il quale avevamo ottime relazioni commerciali era l'Egitto da cui nel I938 ab- biamo importato II3.7I4 tonnellate di merci varie contro un'esportazione di 46.32 1 tonnellate. Nel I949 queste cifre sono salite a 75.572 e I69.060, ma è da augurarsi che i ri- spettivi Governi non tardino oltre a concludere opportuni ac- cordi per l'incremento di proficui scambi per superare an- cora le cifre di anteguerra: la vicinanza dei due paesi e la complementarietà delle due economie non dovrebbero essere sopraffatte da nocive ragioni politiche dirette o indirette, pa- lesi od occulte; noi abbiamo sempre bisogno del cotone egi- ziano, di fosfati minerali, di frutti esotici e di zuccheri, cosi come l'Egitto ha sempre bisogno dei nostri tessuti, di ferro lavorato, di orologi, di marmi e di zolfo.

Rilevanti erano anche gli scambi con la Tunisia il Ma- rocco e l'Algeria, dove nel 1,938 abbiamo esportato rispetti- vamente 8.484, 5290 e 1 3.798 tonnellate di merci importan- done 330.386, 626.658 e 40.740; ma non sembra che le ombro della guerra siano del tutto fugate in queste regioni del- l'Africa Minore se nel I949 non abbiamo ripreso un buon traffico di qualità: in Tunisia abbiamo acquistato rottami di ferro, fosfati minerali metallici »olio di oliva ed altri pro- dotti per complessive 449.470 tonnellate, e vi abbiamo espor- tato marmi, tessuti, metalli lavorati ed altre merci per circa 2.402 tonnellate; dal Marocco abbiamo importato fosfati, Cereali, rottami di ferro, prodotti della pesca ed altri pro- dotti per circa 3 50. 1 54 tonnellate e vi abbiamo esportato I4.435 tonnellate di vini, vermut, tessuti, calce, cementi, ges- si e di altre merci; l'Algeria ha introdotto cementi, calce, riso, lavori in legno, tessuti, prodotti chimici ed altre merci ita» liane per 27.992 tonnellate, mentre ha spedito in Italia rot- tami metallici, fosfati, minerali e semi non oleosi per 82.4I9 tonnellate. Queste cifre lascerebbero supporre che tutto vada per il meglio, ma la verità, invece, è che siamo ancora molto lontani dai tradizionali traffici di anteguerra. Infatti gran parte del movimento commerciale con questi paesi africani

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è stato determinato dall'importazione di rottami di ferro occasionalmente molto abbondanti in tutta l'Africa setten- trionale a causa dei recenti eventi bellici. E' sperabile però che le rinnovate buone relazioni con la Francia influenzeran- no favorevolmente l'avvenire commerciale dei rapporti tr i l'Italia e l'Africa Minore.

Soddisfacenti e lusinghiere sono invece le cifre registrate nei traffici con l'Africa equatoriale-occidentale, sia britanni- ca, che francese e portoghese, ed anche con l'Africa meridio- nale, dove nel I949 le merci italiane (in particolare i tessuti e manufatti di cotone e di fibre artificiali, nonché cappelli e berretti) hanno trovato larghe schiere di acquirenti; sicché le cifre del I938 sono state in gran parte superate e, quei che più conta, a vantaggio della nostra Bilancia commer- ciale. Il saldo attivo con l'Africa equatoriale occidentale bri- tannica, ad esempio, ha raggiunto la rispettabile cifra di circa tre miliardi e mezzo, e quello con l'Africa equatoriale orien- tale britannica di oltre due miliardi.

Anche gli scambi con l'Unione sudafricana e con il Con- go Belga hanno avuto nel I949 una buona ripresa fino a superare le cifre del I938, ma i relativi saldi non ci sono ancora favorevoli, poiché l'incremento si è registrato unica- mente nelle importazioni. Questi Paesi, d'altra parte, ci han- no fornito materie prime assai importanti per la nostra eco- nomia, come il rame, la lana, pelli crude, oli e grassi vegetali, carbon fossile, e minerali metallici varii; per cui più che di- sinteressarci di essi dovremo tendere tutti i nostri sforzi ver- so l'esportazione di nuovi prodotti già. conosciuti su quei lontani mercati, come le paste alimentari, le mercerie, le macchine, i formaggi ed i vini.

La particolare situazione del Sud Africa e del Congo Bel- ga rispecchia all'inarca quella generale dell'Africa, quella situazione, cioè, dalla quale scaturisce l'incita mente a rivol- gere tutte le nostre cure alle esportazioni verso l'Africa per conquistare nuovi e più importanti mercati fino a colmare l'attuale deficit della bilancia e realizzare il saldo attivo di anteguerra.

Il nostro ritorno in Somalia e l'auspicata indipendenza dell'Eritrea segneranno, ne siamo certi, un nuovo balzo in avanti nella nostra espansione economica in Africa che, d'al- tra parte, ha già segnato un graduale progresso negli anni di questo doloroso dopoguerra.

SANDRO SALVATORI

UN CENTRO PER LA DIFFUSIONE DELLA CULTURA GEOGRAFICA

Per iniziativa e a cura del Gabinetto di Geografia del- l'Istituto Universitario di Magistero di Salerno, il 0 mar- zo, si è costituito il Centro per la diffusione della Cultura Geografica.

Già fin dal I949 il Gabinetto dj Geografia dell'Istituto di Magistero aveva iniziato un'attività editoriale con la pub- blicazione di « Quaderni », divisi in quattro Serie, in cui sono editi lavori originali di eminenti studiosi di geogra- fia. Ma tale attività non era certo sufficiente agli scopi ben più vasti che si volevano raggiungere ossia una più ade- guata diffusione della cultura geografica fra quanti si in- teressano allo studio della materia e fra le persone colte che, rimaste estranee agli orientamenti della moderna geo- grafia non hanno potuto sentirne l'intimo significato.

La costituzione di questo Centro per la diffusione della Cultura Geografica avrà dunque il compito di concretizza- re tali scopi e non solo nel campo culturale ma anche in quello economico e turistico.

Oltre infatti alla istituzione di una Biblioteca a tipo popolare specializzata e ad una consulenza ¿;eo grafica gra- tuita per tutti i soci, saranno organizzate ¿(ite, escursioni dimostrative, esercitazioni, conferenze-lezioni e^ tutto un com- plesso di manifestazioni varie che permetteranno di soddi- sfare pienamente ogni esigenza degli studiosi e dei simpa- tizzanti di geografia.

CRONACHE D'AFRICA ROMA. - F tornato dal Cairo il ministro El-Badr bey,

che presenterà presto le credenziali di Ambasciatore di Egitto presso il Quirinale. El-Badr bey ha partecipato alla conferenza dei rappresentanti diplomatici egiziani accreditati nelle capitali europee.

ROMA. - In occasione della canonizzazione della Beata Giovanna di Francia, che avverrà, come è noto, il 28 maggio prossimo, festa di Pentecoste, un importante gruppo di cattolici malgasci verrà in pellegrinaggio a Koma per lucrare le indulgenze giubilari.

I pellegrini, guidati da S. E. Mons. Ignazio Ramaro- sandratana, Vicario Apostolico indigeno di Miarinarivo, partiranno, informa il CIP, dal Madagascar il I5 aprile a bordo del piroscafo francese « Eridan » per raggiun- gere Marsiglia. Da qui per via terra, dopo una visita a Lourdes, Parigi, Versailles e Lisieux raggiungeranno Roma.

TRIPOLI. - Secondo notizie ufficiali da Bengasi, il Gabi- netto della Cirenaica, che era in carica da sette mesi, si è dimesso sotto richiesta dell'Emiro Sayd Idris El Se- nus si. Le dimissioni del Gabinetto capeggiato dal Primo Ministro Ornar Kichia Pascià sono state date in seguito alle pressioni del Congresso Nazionale Cirenaico che re- centemente ha ritirato la sua fiducia.

CAIRO. - L'ex primo ministro egiziano Ismail Sidki Pascià ha espresso il parere che per risolvere l'impasse palestinese basterebbe modificare radicalmente la politica finora seguita dagli Stati arabi in base alla formula unien- te pace con Israele ». Tale politica - ha rilevato il noto esponente politico egi- ziano - ha reso ostili gli Stati Uniti, ha infastidito la

Gran Bretagna e ha causato considerevoli danni eco- nomici allo stesso Egitto senza procurargli alcun van- taggio. Con la conclusione della pace con Israele ,inifne se- condo Sidki Pascià, il problema delle relazioni anglo- egiziane cadrebbe 0 per lo meno perderebbe quel carat- tere di tensione che lo distingue.

CAIRO. - Si segnala una recrudescenza di casi di me- ningite cerebro-spinale da alcuni giornali, particolarmen- te al Cairo. Le autorità hanno preso le misure necessario pur indicando che non possono ancora far fronte all'epi- demia. Diciassette anni fa una grave epidemia di menin- gite fece numerosissime vittime.

VIENNA - // dottor Hans Haas, ittiologo presso l'uni- versità di Vienna, partirà quanto prima per il Sudan a capo di una spedizione di quattro persone, per girare un documentario cinematografico subacque in bianco e nero sul fondo del Mar Rosso. La spedizione arriverà a porto Sudan entro aprile e vi si tratterrà tre mesi per girare le scene, subacque, che dovranno venire integrate da una trama in superficie con la collaborazione di elementi lo- cali. Il professore spera di poter distribuire il film negli Stati Uniti, in Europa e anche in Africa, e col ricavato finanziare una nuova spedizione che girerà un film a colori nelle stesse condizioni.

MADRID - // Consiglio dei ministri spagnolo ha appro- vato la proposta dell'Alto Commissario in Marocco di invitare 500 fanciulli arabi profughi palestinesi in varie località del Marocco stesso, dove trascorreranno un pe- riodo di ristoro.

BARCELLONA - // Gran Visir (Primo Ministro) del Marocco spagnolo è stato sottoposto ad un delicato in- tervento chirurgico presso una clinica di Barcellona, do- ve gli è stata praticata l'applicazione di un occhio arti- ficiale. Alle condizioni di salute dell'illustre infermo si interessano grandemente tutte le autorità spagnole, il Ca- liffo e l'Alto Commissario di Spagna in Marocco.

II Gran Visir, in una dichiarazione ai giornalisti, ha tenuto a far rilevare che il suo paese ha compiuto re- centemente notevoli progressi nel campo della cultura e in quello sociale.

CAIRO - La polizia egiziana ha tratto in arresto al Cairo una ragazza ebrea, tale Esther Israel, che è stata trovata con una ?nacchina fotografica dentro una caserma mili- tare alla periferia della capitale. La Israel è sospetta ai essere una spia al servizio dello Stato ebraico.

ACCRA (Costa d'Oro) - Circa 500 pellegrini cattolici della Costa d'Oro si recheranno a Roma nei prossimo maggio Due sacerdoti africani e tre laici verranno presentati al Pontefice dal Vescovo di Accra, Mons. Nosc*.

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