Google Plus, YouTube, social network e mobile per la SEO

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Kea s.r.l. | Via Strà, 102 | 37042 Caldiero (VR) Tel. / Fax: +39 045 6152381 Web: www.keanet.it | E-mail: [email protected] Report sulla Seconda Edizione del libro di Giorgio Taverniti, SEO Power. Strategie e strumenti per essere visibili sui motori di ricerca, Hoepli, Milano, 2013 Assolutamente consigliata la lettura della seconda edizione di SEO Power di Giorgio Taverniti, nata per rispondere alla domanda su come social network, Google Plus, video e mobile influenzano le attività di SEO (Search Engine Optimization) in funzione dell’indicizzazione e del posizionamento delle pagine web sulle sulle SERP (Search Engine Report Pages) di Google e degli altri motori e directory. Un manuale ricco di suggerimenti pratici e di approfondimenti teorici, per esempio sul supposto funzionamento degli algoritmi di Google e sulle differenze fra i vari motori e directory. Fattori che influiscono su indicizzazione e posizionamento Il libro di Giorgio Taverniti ruota intorno ai fattori principali che influiscono sull’indicizzazione e sul posizionamento delle pagine web sulle SERP (Search Engine Report Pages) di Google e degli altri motori di ricerca e directory: Ottimizzazione delle nostre pagine Backlink (link che, da siti di parti terze, puntano alle pagine) Interazione degli utenti con alle pagine (condivisione del link, embedding del contenuto, votazione, recensione, commento, ecc.). Giorgio Taverniti dedica poi un capitolo a parte al mobile, considerato essenzialmente dal punto di vista dello sviluppatore di app e delle attività che egli dovrebbe intraprendere per influenzare positivamente il ranking della sua applicazione all’interno dell’App Store e di Google Play. Per quanto riguarda i siti mobile, Taverniti consiglia da un lato di sviluppare siti in grado di rispondere dinamicamente al dispositivo e di sviluppare versioni dedicate del sito, app ibride o app solo nel caso in cui le loro funzionalità aggiungano valore per l’utente. Attività di ottimizzazione sul sito Ottimizzare i contenuti in base alle parole chiave cercate dagli utenti Quando gli utenti effettuano una ricerca tramite Google (o un altro motore o directory), l’obiettivo è che il motore / la directory proponga loro i nostri contenuti, perché li giudica rilevanti ai fini dell’intenzione della loro ricerca. Come abbiamo visto in sintesi nel paragrafo introduttivo, i fattori che influiscono sul posizionamento sono molteplici, ma il primo passo da compiere è individuare le parole chiave effettivamente utilizzate dagli utenti e utilizzarle come base per l’ottimizzazione dei nostri contenuti, tenendo presente che il numero delle ricerche per 2-3 parole chiave (anziché per 1 sola) è in aumento. Per individuare le parole chiave utilizzate dagli utenti possiamo utilizzare .gli strumenti di Google (Ad Words, Trends, Explore) e quelli analoghi di Yahoo! e Bing. Inoltre, premettendo nella casella di ricerca di Google il segno tilde a una parola chiave, il motore ci propone una lista di termini correlati. Infine, se il nostro sito 1 SEO: GooglePlus, YouTube, social network e mobile – Luglio 2013

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La seconda edizione di SEO Power di Giorgio Taverniti, ricca di suggerimenti pratici e approfondimenti tecnici, spiega come social network, Google Plus, video (YouTube) e mobile influenzano le attività di SEO (Search Engine Optimization) in funzione dell’indicizzazione e del posizionamento delle pagine web sulle sulle SERP (Search Engine Report Pages) di Google e degli altri motori e directory.

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Report sulla Seconda Edizione del libro di Giorgio Taverniti, SEO Power. Strategie e strumenti per essere visibili sui motori

di ricerca, Hoepli, Milano, 2013 Assolutamente consigliata la lettura della seconda edizione di SEO Power di Giorgio Taverniti, nata per rispondere alla domanda su come social network, Google Plus, video e mobile influenzano le attività di SEO (Search Engine Optimization) in funzione dell’indicizzazione e del posizionamento delle pagine web sulle sulle SERP (Search Engine Report Pages) di Google e degli altri motori e directory. Un manuale ricco di suggerimenti pratici e di approfondimenti teorici, per esempio sul supposto funzionamento degli algoritmi di Google e sulle differenze fra i vari motori e directory.

Fattori che influiscono su indicizzazione e posizionamento Il libro di Giorgio Taverniti ruota intorno ai fattori principali che influiscono sull’indicizzazione e sul posizionamento delle pagine web sulle SERP (Search Engine Report Pages) di Google e degli altri motori di ricerca e directory:

• Ottimizzazione delle nostre pagine

• Backlink (link che, da siti di parti terze, puntano alle pagine)

• Interazione degli utenti con alle pagine (condivisione del link, embedding del contenuto, votazione, recensione, commento, ecc.).

Giorgio Taverniti dedica poi un capitolo a parte al mobile, considerato essenzialmente dal punto di vista dello sviluppatore di app e delle attività che egli dovrebbe intraprendere per influenzare positivamente il ranking della sua applicazione all’interno dell’App Store e di Google Play. Per quanto riguarda i siti mobile, Taverniti consiglia da un lato di sviluppare siti in grado di rispondere dinamicamente al dispositivo e di sviluppare versioni dedicate del sito, app ibride o app solo nel caso in cui le loro funzionalità aggiungano valore per l’utente.

Attività di ottimizzazione sul sito Ottimizzare i contenuti in base alle parole chiave cercate dagli utenti Quando gli utenti effettuano una ricerca tramite Google (o un altro motore o directory), l’obiettivo è che il motore / la directory proponga loro i nostri contenuti, perché li giudica rilevanti ai fini dell’intenzione della loro ricerca.

Come abbiamo visto in sintesi nel paragrafo introduttivo, i fattori che influiscono sul posizionamento sono molteplici, ma il primo passo da compiere è individuare le parole chiave effettivamente utilizzate dagli utenti e utilizzarle come base per l’ottimizzazione dei nostri contenuti, tenendo presente che il numero delle ricerche per 2-3 parole chiave (anziché per 1 sola) è in aumento.

Per individuare le parole chiave utilizzate dagli utenti possiamo utilizzare .gli strumenti di Google (Ad Words, Trends, Explore) e quelli analoghi di Yahoo! e Bing. Inoltre, premettendo nella casella di ricerca di Google il segno tilde a una parola chiave, il motore ci propone una lista di termini correlati. Infine, se il nostro sito

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dispone di un motore di ricerca interno, l’analisi del file di log ci permette di individuare le parole chiave utilizzate dagli utenti, comprese quelle a cui il nostro sito non riesce a dare risposta.

Per individuare invece i temi caldi discussi dagli utenti possiamo utilizzare il Word Stream Keyword Suggestion Tool di Google oppure Topsy, che agisce su dati di Google Plus e Twitter.

Conoscere parole chiave utilizzate e temi discussi ci è utile in particolare per:

• Impostare la struttura gerarchica dei contenuti del sito in modo funzionale per l’utente

• Inserire in modo naturale le parole chiave nei contenuti, negli anchor text dei link, nei nomi di file e cartelle e nei meta tag del nostro sito (in particolare in Title, Description, attributo Alt sulle immagini). Giorgio Taverniti sottolinea che nelle attività di ottimizzazione l’accento deve sempre cadere sulla “naturalezza”, poiché – come vedremo più avanti – ogni sovra-ottimizzazione comporta il rischio di penalizzazioni da parte dei motori

• Nell’ambito di questo tipo di ottimizzazioni si colloca anche il suggerimento di adottare tecniche di URL rewriting per i siti dinamici, per trasformare URL non parlanti in URL parlanti, interpretabili da parte dei motori.

Diversificare i contenuti Dopo l’attivazione dell’algoritmo Google Caffeine (2009), focalizzato sull’indicizzazione di un volume maggiore di contenuti, di contenuti prodotti dagli utenti (User Generated Content) e di notizie recenti, Giorgio Taverniti consiglia di diversificare i contenuti, pubblicando online non solo testi, ma anche contenuti multimediali (immagini, video, audio, pdf, e-book, slide, infografiche, ecc.) e postando contributi sui vari social network, avendo cura di rielaborarli in base alle peculiarità comunicative del network di destinazione, evitando di creare duplicati che comportano il rischio di penalizzazioni da parte dei motori.

I contenuti multimediali (così come altri contenuti verticali [per esempio quelli geolocalizzati]) hanno il vantaggio ulteriore di posizionarsi non solo nella ricerca “generalista” di Google, ma anche nei suoi motori di ricerca verticale (per esempio nel motore dedicato a Immagini, video di YouTube, Mappe, ecc.).

Ottimizzare le immagini Ritorneremo più avanti sui video di YouTube. Per ora riportiamo alcuni suggerimenti di Giorgio Taverniti sull’ottimizzazione delle immagini:

• Inserire le immagini in pagine popolari e a tema

• Ottimizzare il contenuto dell’attributo Alt

• Dare al file un nome a tema

• Compilare le meta informazioni nel caso di file in formato JPG.

Geolocalizzare i contenuti Per realtà legate al territorio, è opportuno realizzare contenuti geolocalizzati, utilizzando Google Maps, Google Places e la pagina business locale verificata di Google Plus, incoraggiando gli utenti a inserire votazioni, recensioni e commenti.

Disambiguare i contenuti ed esplicitarne la struttura Di recente sul nostro blog abbiamo dedicato due post ai vocabolari del web semantico e alla loro funzione di disambiguazione dei contenuti e di esplicitazione della struttura:

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• http://blognew.aruba.it/blog.keanet.it/Come_migliorare_la_SEO_grazie_al_web_semantico_74209.shtml

• http://blognew.aruba.it/blog.keanet.it/Web_semantico__SEO_e_siti_di_e_commerce_73233.shtml

Avevo letto la prima edizione di SEO Power, ma ammetto di aver deciso di acquistare la seconda dopo aver visto, sfogliando il sommario in libreria, che Giorgio Taverniti dedica un intero capitolo al web semantico, tema che per la prima volta vedo trattato in un libro dedicato alla SEO.

Taverniti, in linea con le pubblicazioni specialistiche, sottolinea l’importanza ai fini SEO dell’adozione – in particolare – dei vocabolari di Schema.org per connotare semanticamente i contenuti e aiutare Google a comprendere meglio il nostro sito, indicizzandolo in modo più preciso e presentando sulla SERP in modo più ricco (rich snippets).

I Webmaster Tools di Google mettono a disposizione vari strumenti per segnalare e verificare il markup semantico.

Rendere il sito veloce Giorgio Taverniti avverte: un sito veloce si posiziona meglio in Google.

Per analizzare la velocità del sito Google mette a disposizione lo strumento Page Speed.

Ecco alcuni suggerimenti per aumentare la velocità del sito:

• Utilizzare un file unico per CSS e Javascript

• Adottare tecniche di compressione delle pagine e di caching dei contenuti

• Ottimizzare le immagini.

Aumentare la velocità di indicizzazione dei nuovi contenuti Utilizzare RSS, site map in formato XML e servizi di ping (come Pingomatic) possono aumentare la velocità di indicizzazione dei nuovi contenuti da parte dei motori.

Errori da evitare Giorgio Taverniti esamina nel dettaglio gli errori da evitare con nelle attività di ottimizzazione per non incorrere in penalizzazioni da parte di Google:

• Cloaking (proporre versioni diverse della stessa pagina per gli utenti e per i motori di ricerca) e doorway pages (pagine di semplice reindirizzamento)

• Sovra-ottimizzare meta tag e contenuti, e ripetere con frequenza eccessiva le parole chiave (attività penalizzate dall’algoritmo Google Penguin [2012])

• Duplicare meta tag e contenuti (attività penalizzata dall’algoritmo Google Panda [2011]). Nel caso in cui non fosse possibile evitare la duplicazione, utilizzare il tag rel=”canonical” per marcare il contenuto originale. Per individuare meta tag duplicati è consigliabile l’utilizzo dei Webmaster Tools di Google, mentre per individuare contenuti duplicati può essere utile ricorrere a Copyscape

• Usare parole chiave non pertinenti al contenuto della pagina

• Inserire troppa pubblicità (attività penalizzata dall’algoritmo Google Panda [2011])

• Inserire link a siti di spam, partecipare a catene di link, usare software che software che inviano in automatico query a Google (attività penalizzate dall’algoritmo Google Penguin [2012]).

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Backlink e link popularity (popolarità) di una pagina web Che cosa sono i backlink I backlink sono i link che, da siti di parti terze, puntano alla nostra pagina web.

Come vedremo, gli algoritmi Page Rank, Trust Rank (e il suo inverso Bad Rank) e Topical Trust Rank, portano Google a premiare non tanto la quantità, quanto la qualità dei link in ingresso.

Valore dei backlink Il valore dei backlink, e quindi la link popularity di una pagina web, – spiega Giorgio Taverniti – dipende in particolare dai seguenti fattori:

• Autorevolezza della pagina di partenza (ovvero dal suo Page Rank, visibile tramite la Toolbar di Google, e dal suo Trust Rank / Bad Rank)

• Numero di link in uscita contenuto nella pagina di partenza (quanto minore è il numero dei link in uscita, tanto più elevato è il loro valore)

• Affinità tematica fra il link e la pagina di destinazione (Topical Trust Rank)

• Spontaneità dei backlink (Google penalizza l’acquisto e lo scambio di backlink, nonché l’uso di software che inseriscono in automatico link all’interno di directory)

• Anchor text dei backlink non duplicati, contenenti parole chiave o comunque a tema con il Title della pagina di destinazione (l’anchor text è il testo su cui l’utente clicca per accedere alla pagina di destinazione)

• Crescita costante del numero dei backlink nel tempo (considerato un indice della loro spontaneità)

• Provenienza dei backlink da varie “zone” del web (non solo da testi, ma anche da contenuti multimediali e da social network).

Per quanto riguarda gli altri principali motori di ricerca, Yahoo! attribuisce un valore particolare alle interazioni degli utenti tramite la Toolbar e altre applicazioni di Yahoo!, mentre Bing dà peso alla quantità dei backlink. Va comunque considerato che in Italia Yahoo! e Bing detengono rispettivamente solo l’1% e il 2% del mercato (dati del 2012; a livello mondiale la percentuale oscilla rispettivamente fra il 3-6% per Yahoo! e il 3% per Bing).

Fra gli strumenti di analisi dei backlink sono consigliabili Majestic SEO, Ahrefs, Open Site Explorer e Link Research Tools.

Obiettivo “interazione”: attività sul sito e sui social network Social plugin, condivisione via e-mail e stampa Dal momento che l’interazione degli utenti con la pagina (condivisione del link, embedding del contenuto, votazione, recensione, commento, ecc.) influiscono in maniera sempre più determinante sul posizionamento, il primo consiglio è di inserire nelle pagine web del nostro sito i social plugin, che permettano all’utente di condividerne facilmente il link con le proprie cerchie di colleghi e amici, aggiungendo eventuali commenti, ecc.

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I social plugin (come il bottone +1 di Google Plus o il Mi piace di Facebook) possono essere aggiunti singolarmente oppure utilizzando servizi come Add This o Share This, che permettono di aggiungere i vari bottoni utilizzando un’unica piattaforma.

Oltre ai social plugin è consigliabile inserire funzioni di stampa della pagina e di condivisione del link via e-mail.

Sito o network di siti? Se la nostra azienda si rivolge a target diversi oppure se la sua strategia online persegue vari obiettivi, Giorgio Taverniti consiglia di prendere in considerazione la realizzazione di un network di siti, ognuno dedicato al target o all’obiettivo di riferimento.

Se i siti del network debbano rispondere a un nuovo dominio, a un sotto-dominio o essere inseriti in sotto-cartelle del dominio, dipende dalla minore o maggiore affinità dei target / obiettivi.

La separazione e la successiva connessione dei siti all’interno del network, permette ai motori di comprenderne meglio intenti e contenuti, di indicizzarli correttamente e di posizionarli in modo opportuno nelle SERP in base alle ricerche degli utenti.

Blog, forum e siti dedicati a “domande e risposte” In linea generale, la partecipazione a blog e forum di settore, ovvero la creazione di un nostro blog e/o forum sono fra le attività più importanti da svolgere, non solo in ottica SEO, ma soprattutto per profilarci come interlocutori competenti.

Da questo punto di vista può essere anche utile fornire risposte su siti dedicate a “domande e risposte”, per esempio: Yahoo! Answers e Quora (mentre LinkedIn Answers non è più attivo al momento).

Social network Giorgio Taverniti sottolinea l’importanza della presenza su Google Plus e su YouTube dal punto di vista della SEO.

Gli altri social network influiscono in modo meno diretto sul posizionamento in Google, ma vanno comunque fatti rientrare in una strategia SEO globale.

Google Plus Con il rilascio di Google Social Search (2009) e quello previsto di Google Search, plus Your World (non ancora disponibile in Italia), nei risultati della ricerca Google dà (e darà) sempre maggiore rilevanza ai contenuti che la nostra cerchia (di colleghi, amici, ecc.) condivide online, e più in generale, ai contenuti che provengono da profili personali e pagine business di Google Plus.

Dopo il lancio di Google Plus, Google si concentra sui dati di questo social network per la valutazione dei backlink e il calcolo della link popularity di una pagina web. La presenza su altri social network (Facebook, Twitter, ecc.) ha quindi poca influenza diretta sul posizionamento della pagina all’interno della SERP di Google.

A livello generale occorre anche tenere presente che, per la valutazione dei backlink e il calcolo della popolarità, Google prende in considerazione soprattutto dati di natura qualitativa. Quindi, non tanto il numero di link, condivisioni, embedding, votazioni, recensioni, commenti, ecc., quanto piuttosto – per esempio – l’autorevolezza dell’utente che condivide il link, l’autorevolezza del sito su cui è citato il nostro, l’affinità tematica fra sito di partenza e di destinazione, il tempo medio di visualizzazione del video, ecc.

Per sfruttare le potenzialità di Google Plus a fini SEO, Giorgio Taverniti consiglia in particolare di:

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• Attivare un profilo personale e una pagina business di Google Plus collegati

• Nel profilo personale, attraverso la funzione Authorship, associare il profilo ai contenuti che l’autore pubblica in rete, perché nelle SERP Google li evidenzia con la foto dell’autore

• Sulla pagina business svolgere un’attività costante (minimo un post al giorno), stimolando commenti e condivisioni da parte della cerchia

• Collegare il proprio profilo / pagina di Google Plus al canale di YouTube

• Inserire sul sito, accanto agli altri social plugin, il bottone +1

• Prendere in considerazione l’uso della funzione Plus one to download (funzione analoga a Pay with a tweet, che consente all’utente di scaricare un documento solo dopo averlo condiviso su Google Plus o su Twitter).

YouTube L’interesse per i video è crescente, per cui Giorgio Taverniti consiglia vivamente di aprire un canale su YouTube ed eventualmente su Vimeo (se dobbiamo pubblicare video in alta definizione e/o proteggerli con password).

Come nel caso delle altre presenze sui social network, anche in YouTube va adottato un approccio circolare:

• Utilizzare il Keaywork Tool di YouTube per individuare sia le parole chiave più cercate, sia le parole chiave con cui gli utenti hanno trovato un determinato video (per accedere a questa informazione è sufficiente inserire l’URL del video desiderato)

• Caricare il video sul canale di YouTube, ottimizzando Title, Description e tag, e inserendo un link alla pagina del nostro sito dedicata al video. Se nella descrizione inseriamo il tempo esatto in cui parte un determinato tema (per esempio: 3:00 Tema 1; 4:00 Tema 2, ecc.), YouTube crea un indice cliccabile, agevolando la fruizione da parte dell’utente

• Prendere in considerazione l’aggiunta di sottotitoli, utilizzando software quali Caption Spot e Dot Sub. I vantaggi sono: YouTube indicizza i termini contenuti nei sottotitoli e dispone di un filtro per visualizzare solo video dotati di sottotitoli, in particolare per venire incontro alle esigenze di utenti non vedenti e ipovedenti

• Oltre ai sottotitoli, YouTube permette anche di inserire annotazioni, che appaiono in sovraimpressione e si adattano ad attirare l’attenzione dell’utente e a veicolare call-to-action

• Raggruppare i video in Playlist tematiche, nominate secondo le parole chiave, con l’obiettivo di ottenere l’indicizzazione e il posizionamento sia delle playlist sia dei singoli video

• Utilizzare la Programmazione InVideo delle Impostazioni del canale per aggiungere alcune funzionalità interessanti, per esempio: inserire in automatico in tutti i video un logo con link al nostro canale di YouTube oppure selezionare un video da promuovere all’interno di tutti i video del canale (per esempio un video popolare o l’ultimo caricato)

• Stimolare gli utenti a iscriversi al canale (per esempio pubblicando video a puntate, inserendo call-to-action esplicite, aggiungendo sul canale di YouTube e sul sito badge per permettere agli utenti di iscriversi facilmente) e a interagire con esso, considerando che Google, anche in questo caso, prende in considerazione soprattutto i dati qualitativi (per esempio il tempo medio di visualizzazione del video, commenti e risposte, condivisioni sotto forma di link ed embedding)

• Dedicare al video una pagina sul sito, in cui effettuare l’embedding del video, inserire i social plugin (in modo tale che gli utenti lo possano condividere facilmente con la propria cerchia), nonché il link al canale di YouTube.

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Altri social network Anche se non influiscono in modo diretto sul posizionamento su Google, la presenza su altri social network fa comunque parte di una strategia SEO globale. Ecco qualche indicazione aggiuntiva:

• Twitter: considerando che l’importanza di un account è dato dalla qualità dei follower, cioè dal loro grado di interazione con risposte / commenti e retweet, Giorgio Taverniti consiglia di postare tweet con costanza, iniziare il tweet con la parola chiave e usare gli hashtag. Twitter può essere utilizzato proficuamente per lanciare prodotti, servizi, documenti, ecc.: in questo caso è importante creare una serie di tweet prima, durante e dopo l’evento, non limitandosi a un unico tweet

• Facebook: al di là dei suggerimenti già dati per e Google Plus e Twitter, può essere utile arricchire la nostra pagina con schede dedicate alla presentazione di prodotti, servizi, ecc. Static HTML Plus permette di farlo in modo gratuito

• LinkedIn: un ottimo business network

• SlideShare: un ottimo strumento per la condivisione di presentazioni e documenti, i cui contenuti si posizionano bene su Google

• Pinterest: uno dei social network con il maggior tasso di crescita negli ultimi anni. Giorgio Taverniti consiglia di raggruppare le immagini in board, nominando le board con parole chiave a tema. Anche i contenuti di Pinterest si posizionano bene su Google.

Mobile e App I consigli di Giorgio Taverniti si applicano alla SEO su App Store e Google Play, facendoci conoscere i parametri che determinano il ranking delle app su queste due piattaforme. Si tratta quindi di suggerimenti rivolti in particolare agli sviluppatori di app.

App Store I parametri che determinano il ranking su App Store sono in particolare:

• Frequenza di aggiornamento

• Tempo di utilizzo della app (che può essere monitorato utilizzando, per esempio, Google Analytics, Shiny Stat App o App Data Alytics)

• Autorevolezza dello sviluppatore

• Ottimizzazioni SEO classiche (relative cioè a titolo, descrizione, ecc.)

• Qualità e numero delle recensioni (dell’ultima versione della app, nonché di tutte le versioni).

Google Play I parametri che determinano il ranking su Google Play sono in particolare anche:

• Completezza dei dati contenuti nella scheda della app

• Costanza dei download nel tempo.

Ricerca di app da PC Dal momento che oltre il 50% degli utenti che cercano una app lo fanno da PC, utilizzando la ricerca classica di Google o il motore di ricerca verticale Google Applicazioni, è opportuno promuoverla non solo sugli store,

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ma anche su siti considerati autorevoli da Google nel settore della segnalazione di software, in particolare Softonic, CNet, Soft32.

Inoltre, Giorgio Taverniti consiglia di dedicare alla app un sito a sé stante, corredando i contenuti di semantica in base al vocabolario “Prodotti” di Schema.org.

Autore: Petra Dal Santo ([email protected])

www.keanet.it

http://blog.keanet.it/

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