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Abasia Perdita più o meno completa della capacità di camminare. Periodo in cui scompare la “marcia automatica del neonato”. Nel lattante sano questo evento si verifica per lo più dopo il secondo mese di vita. Abilità Attività che il soggetto riesce a compiere con vera de- strezza, frutto da un lato di un’adeguata esercitazione e dall’altro di un interesse vero e di una genuina atten- zione verso un risultato di qualità. Potremmo definire le abilità come le cose che egli riesce a fare bene, con successo e soddisfazione. Acinesia Mancanza di movimento. Mancanza di iniziativa motoria. Povertà del movimento volontario e lentezza nell’ini- ziarlo e nel completarlo. Acquisizione Definisce la capacità del soggetto di integrare e conser- vare quanto ha imparato, facendolo proprio. Essa è te- stimoniata dall’utilizzo funzionale spontaneo di quan- to è stato precedentemente appreso in terapia, in rela- zione allo stesso compito proposto, ma non nello stes- so contesto. Il passaggio dall’apprendimento all’acqui- sizione permette di ridurre il controllo cosciente del movimento per trasferirlo al significato dell’azione, cioè dallo strumento allo scopo. Acuità visiva Si intende la capacità di percepire e interpretare a una determinata distanza un simbolo definito o un detta- glio; essa è funzione della posizione dell’immagine sul- la retina ed è di gran lunga maggiore nella regione fo- veale, dove risiedono solo coni. Un modo per valutare l’acuità visiva è quello di misurare la capacità di discri- minare i singoli elementi di un pattern ripetitivo for- mato da un reticolo di bande chiare e scure (resolution acuity). Si può esprimere come il numero di cicli per- cepibili distintamente in un grado di angolo visivo. La più alta frequenza spaziale che un adulto normale è in grado di percepire corrisponde ad una acuità visiva di 45-50 cicli/grado. Nei bambini che non parlano si può utilizzare un’indicazione per accoppiamento. Per saperne di più: capitolo 9. Adattamento Processo in cui il bambino con PCI viene esposto a compiti di complessità adeguata al suo limite di adat- tabilità, in contesti selezionati, arricchiti di informa- zioni a lui comprensibili, per favorire lo sviluppo della sua capacità di esplorare, comprendere e risolvere pro- blemi. Capacità di accomodarsi efficacemente alla situazione data ed alla realtà circostante. Adattivo Vantaggioso per l’attore, idoneo allo scopo, adeguato al contesto fisico, sociale e culturale. Funzioni adattive: attività adatte e adattabili a uno spe- cifico contesto. Le funzioni adattive sono tali se hanno valore cognitivo, cioè se sono adattamenti realizzati per uno scopo ed in vista di un risultato: acquistano, per esempio, valore di “prassia” nel senso di Piaget, va- lore di “gnosia” cioè di percetti aventi significato (cate- gorizzazione percettiva e categorizzazione semantica), valore di “concetti”, di “astrazioni” e di “strategie” (di pianificazione) per “risolvere problemi”. Funzione adattiva: soluzione a compiti biologicamen- te significativi, costituiti da complesse equazioni di vincolo coordinativo tra variazioni ambientali e com- pensazioni del corpo. Adiadococinesia Sfasamento dei movimenti rapidi alternati di una estremità (la prono-supinazione dell’avambraccio, ad esempio) sia rispetto all’ampiezza sia alla frequenza. I movimenti alternati risultano maldestri, irregolari, complessivamente più lenti del normale. È probabil- mente dovuta ad un ritardo nell’inizio di ogni movi- mento alterno successivo. Incapacità di effettuare con ritmo rapido movimenti al- terni in direzioni opposte. Si manifesta anche nella arit- mocinesi, cioè nell’impossibilità di ripetere usando l’ar- to plegico un determinato ritmo, mostrato in preceden- za dall’esaminatore. In genere è di natura cerebellare. Affordance Letteralmente accessibilità, possibilità. Si riferisce ad una modalità di percezione attiva dell’ambiente relati- va al modo in cui noi siamo fatti. AFO (ankle foot orthosis) Tutore gamba-piede, tutore di caviglia. Agnosia Il paziente è incapace di riconoscere il significato degli stimoli sensoriali, pur essendo indenni gli organi di senso e le vie di trasmissione al cervello. Si distinguono in tattili, visive, uditive, olfattive, ecc. Nell’agnosia visi- Glossario ragionato

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AbasiaPerdita più o meno completa della capacità di camminare.Periodo in cui scompare la “marcia automatica delneonato”. Nel lattante sano questo evento si verificaper lo più dopo il secondo mese di vita.

AbilitàAttività che il soggetto riesce a compiere con vera de-strezza, frutto da un lato di un’adeguata esercitazione edall’altro di un interesse vero e di una genuina atten-zione verso un risultato di qualità. Potremmo definirele abilità come le cose che egli riesce a fare bene, consuccesso e soddisfazione.

AcinesiaMancanza di movimento.Mancanza di iniziativa motoria.Povertà del movimento volontario e lentezza nell’ini-ziarlo e nel completarlo.

AcquisizioneDefinisce la capacità del soggetto di integrare e conser-vare quanto ha imparato, facendolo proprio. Essa è te-stimoniata dall’utilizzo funzionale spontaneo di quan-to è stato precedentemente appreso in terapia, in rela-zione allo stesso compito proposto, ma non nello stes-so contesto. Il passaggio dall’apprendimento all’acqui-sizione permette di ridurre il controllo cosciente delmovimento per trasferirlo al significato dell’azione,cioè dallo strumento allo scopo.

Acuità visivaSi intende la capacità di percepire e interpretare a unadeterminata distanza un simbolo definito o un detta-glio; essa è funzione della posizione dell’immagine sul-la retina ed è di gran lunga maggiore nella regione fo-veale, dove risiedono solo coni. Un modo per valutarel’acuità visiva è quello di misurare la capacità di discri-minare i singoli elementi di un pattern ripetitivo for-mato da un reticolo di bande chiare e scure (resolutionacuity). Si può esprimere come il numero di cicli per-cepibili distintamente in un grado di angolo visivo. Lapiù alta frequenza spaziale che un adulto normale è ingrado di percepire corrisponde ad una acuità visiva di45-50 cicli/grado. Nei bambini che non parlano si puòutilizzare un’indicazione per accoppiamento.Per saperne di più: capitolo 9.

AdattamentoProcesso in cui il bambino con PCI viene esposto acompiti di complessità adeguata al suo limite di adat-

tabilità, in contesti selezionati, arricchiti di informa-zioni a lui comprensibili, per favorire lo sviluppo dellasua capacità di esplorare, comprendere e risolvere pro-blemi.Capacità di accomodarsi efficacemente alla situazionedata ed alla realtà circostante.

AdattivoVantaggioso per l’attore, idoneo allo scopo, adeguatoal contesto fisico, sociale e culturale.Funzioni adattive: attività adatte e adattabili a uno spe-cifico contesto. Le funzioni adattive sono tali se hannovalore cognitivo, cioè se sono adattamenti realizzatiper uno scopo ed in vista di un risultato: acquistano,per esempio, valore di “prassia” nel senso di Piaget, va-lore di “gnosia” cioè di percetti aventi significato (cate-gorizzazione percettiva e categorizzazione semantica),valore di “concetti”, di “astrazioni” e di “strategie” (dipianificazione) per “risolvere problemi”.Funzione adattiva: soluzione a compiti biologicamen-te significativi, costituiti da complesse equazioni divincolo coordinativo tra variazioni ambientali e com-pensazioni del corpo.

AdiadococinesiaSfasamento dei movimenti rapidi alternati di unaestremità (la prono-supinazione dell’avambraccio, adesempio) sia rispetto all’ampiezza sia alla frequenza. Imovimenti alternati risultano maldestri, irregolari,complessivamente più lenti del normale. È probabil-mente dovuta ad un ritardo nell’inizio di ogni movi-mento alterno successivo.Incapacità di effettuare con ritmo rapido movimenti al-terni in direzioni opposte. Si manifesta anche nella arit-mocinesi, cioè nell’impossibilità di ripetere usando l’ar-to plegico un determinato ritmo, mostrato in preceden-za dall’esaminatore. In genere è di natura cerebellare.

AffordanceLetteralmente accessibilità, possibilità. Si riferisce aduna modalità di percezione attiva dell’ambiente relati-va al modo in cui noi siamo fatti.

AFO (ankle foot orthosis)Tutore gamba-piede, tutore di caviglia.

AgnosiaIl paziente è incapace di riconoscere il significato deglistimoli sensoriali, pur essendo indenni gli organi disenso e le vie di trasmissione al cervello. Si distinguonoin tattili, visive, uditive, olfattive, ecc. Nell’agnosia visi-

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va (disturbo visivo di riconoscimento dell’oggetto) ilpaziente è incapace di elaborare psichicamente le im-pressioni visive (lesione delle aree 18 e 19), pur in as-senza di deficit intellettivi. Nell’agnosia topografica ilpaziente perde la cognizione dello spazio a lui familia-re (lesione dell’emisfero non dominante nei giri sopra-marginale e angolare).

AllucinazionePercezione senza oggettività. L’allucinazione è unacreazione del cervello poiché non parte da sensazioniche il cervello non è in grado di integrare in una perce-zione coerente, ma è prodotta da ricordi endogeni dipercezioni precedenti che improvvisamente si combi-nano tra loro. In un certo senso l’allucinazione è un so-gno fatto da svegli, è il funzionamento autonomo deicircuiti interni che normalmente servono a simulareanticipatoriamente le conseguenze dell’azione. Le allu-cinazioni sono creazioni non verificate dall’ambiente.L’allucinazione è un’opinione che la mente si costrui-sce e di cui si convince in assenza di dati oggettivi.

AmmiccamentoIn oculistica la chiusura rapida e momentanea di en-trambe le palpebre, in genere di natura riflessa, comereazione di difesa a stimoli di diversa origine. Esisteanche un ammiccamento fisiologico e periodico depu-tato a spargere il film lacrimale sulla cornea.

Amplificazione percettivaPer amplificazione percettiva intendiamo la facoltà delSNC di aumentare, modificandone l’assetto di funzio-namento, la capacità di ricezione degli apparati sensiti-vi e sensoriali deputati a raccogliere le informazioni dibase (sensazioni).

AnartriaDifetto di articolazione della parola. Sinonimo: afemia.

Andatura a due e quattro tempiIl cammino con appoggio a due tempi può essere effet-tuato in due modi:- il quadripode ed il piede dello stesso lato avanzanoinsieme- il quadripode di un lato avanza con il piede controla-teraleLa seconda soluzione rende più stabile il paziente per-ché il carico risulta distribuito su due lati, si tratta peròdi un’andatura scomoda da praticare per la maggiorparte dei pazienti. Nel cammino con appoggio a quat-tro tempi la progressione avviene con il successivoavanzamento di quadripode destro, piede sinistro, pie-de destro e daccapo.

AngosciaReazione soggettiva di grave ansia che si attiva comerisposta dell’Io di fronte a situazioni di pericolo chepiù facilmente sono di origine esterna, ma possono es-sere anche di natura interna.

AnticipazionePre-adattamento della mano all’oggetto al momentodel suo afferramento.

Ribaltamento in termini percettivi del programma d’a-zione (scarica collaterale) perché, prima della sua ese-cuzione, venga sottoposto al consenso della mente.

Antigravitari (muscoli)In condizioni fisiologiche, vengono definiti antigravi-tari i muscoli che si oppongono al movimento angola-re prodotto a livello delle articolazioni coinvolte dallaforza di gravità applicata al peso dei segmenti mobili.

ApatiaIndifferenza, mancanza di volontà e di interesse versol’ambiente.

ApoplessiaStato di abbattimento delle funzioni cerebrali più o menocompleto, causato in genere da un’emorragia cerebrale.

ApprendimentoProcesso geneticamente programmato che permette laconquista di abilità geneticamente non previste attra-verso esperienze significative più o meno ripetute.Acquisizione per modificazione. Presa di coscienza deimeccanismi o dei processi cognitivi che sono alla basedi una funzione (ad esempio nella lettura), ma anchecontrollo dei singoli costituenti di una funzione senzaconsapevolezza (ad esempio nel gesto sportivo).Tutto ciò che arricchisce la nostra esperienza e la no-stra conoscenza, modifica il nostro comportamento equindi il nostro Io.Costruzione di rappresentazioni mentali stabili e po-tenzialmente trasferibili.Processo mediante il quale si acquistano nuovi com-portamenti o nuove conoscenze sulla base di elementievocati dall’ambiente al fine di raggiungere uno scopo.Apprendimento motorio: è una modificazione adattivadel comportamento motorio che porta all’acquisizionestabile di nuove abilità. Si attua attraverso un comples-so processo percettivo-motorio-cognitivo nella ricercadi una soluzione a un compito che emerge dall’intera-zione fra individuo e ambiente. Può essere definito co-me la costruzione di nuove strutture di conoscenza. Sitratta di una funzione in base alla quale i dati dell’e-sperienza vengono organizzati, o più propriamente or-ganizzano, strutture apprese, nell’ambito delle quali leinformazioni percettivo-motorie sono articolate in or-dine di successione temporale come “programmi diazione” e in ordine di sintesi formale e spaziale come“immagini” di conoscenza.Apprendimento per imitazione: è sostenuto dall’azionedei neuroni mirror che si attivano sia quando l’azioneviene osservata sia quando viene eseguita. Questi neu-roni servono per la comprensione dei gesti altrui.Apprendimento scopo-contesto specifico: percorso pro-grammato attraverso l’esposizione ad esperienze signi-ficative più o meno ripetute.

Appuntamenti dello sviluppoSono scadenze in cui differenti competenze evolutiveindividuali (neuromotorie, cognitive e relazionali) e ri-sorse ambientali, tecniche, familiari e sociali devonoconfluire per la realizzazione delle funzioni critichedello sviluppo, ad esempio la deambulazione. Può es-sere sufficiente la mancanza all’appuntamento di un

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solo requisito per bloccare una competenza motoriagià potenzialmente pronta. La capacità di sviluppare una funzione in grado di af-frontare e risolvere un definito problema (bisogno, esi-genza, desiderio) nel momento in cui questo è signifi-cativo e importante per la crescita dell’individuo. Nel-la costruzione delle funzioni, sono riconoscibili precisiappuntamenti dello sviluppo, scadenze entro cui ilbambino deve acquisire la consapevolezza dei propribisogni e le regole dei meccanismi e dei processi chepresiedono alle attività necessarie per assolverli.

AprassiaIn neurologia l’aprassia descrive l’incapacità o la diffi-coltà a compiere movimenti volontari coordinati se-quenzialmente fra loro in funzione di un definito sco-po, a patto che ciò non sia imputabile a paralisi, ad al-terazioni del tono, a disturbi sensoriali, a movimentiinvolontari, servomotori o parassiti, a disturbi psichici,a deficit mentali o a difetti dell’apprendimento moto-rio.L’aprassia ideativa si riscontra quando il deficit ri-guarda la capacità di formulare o evocare dalla memo-ria il progetto (il soggetto non sa che cosa fare), mentrel’aprassia ideomotoria concerne la capacità di control-larne l’attuazione (il soggetto non sa come fare).Nell’aprassia costruttiva la difficoltà si verifica nella ri-produzione grafica e spaziale della forma di oggetti cheil paziente è in grado di riconoscere normalmente. Ilbambino aprassico ha una ridotta capacità di “rappre-sentarsi” l’oggetto su cui agire, l’intera azione e le se-quenze che la compongono, ha difficoltà ad ordinare inserie e a coordinare i relativi movimenti elementari invista di uno scopo (programmazione), ad avviare i re-lativi programmi, a prevedere (in senso anticipatorio)un certo risultato, a controllare ciascuna sequenza el’intera attività nel corso dell’azione (feed-back), a ve-rificare il risultato ottenuto come corrispondente aquello previsto e atteso (Sabbadini et al.).

ArcaicoProprio di epoche della vita molto antecedenti. Sinoni-mo di primitivo.

ArchitetturaL’arte e la tecnica di progettare e costruire opere, con-ferendo loro ritmo, equilibrio, essenzialità e funziona-lità.La struttura logica di collegamento fra i diversi ele-menti che compongono un’opera e le conferiscono undeterminato stile.

Arrampicamento maculo-maculareCon questo termine si intende il passaggio dello sguar-do da un oggetto all’altro lungo una sequenza di ogget-ti separati da una minima distanza. Infatti, quando dueoggetti sono separati da una distanza inferiore ai 15°, siproduce un vero e proprio fenomeno di “scivolamen-to” della macula sugli oggetti contigui senza che si per-da mai la fissazione.

Ascolto dicoticoSi tratta di un paradigma sperimentale che prevede lasomministrazione sincronizzata di due diversi stimoli

acustici (più frequentemente verbali, parole o sillabe,ma anche non verbali) all’orecchio destro e sinistro. Alsoggetto viene richiesto di riportare lo stimolo o gli sti-moli percepiti. Si osserva in genere un maggior nume-ro di risposte agli stimoli percepiti nell’orecchio de-stro. Questa asimmetria percettiva (detta anche REA o“right ear advantage”) viene interpretata come effettodella più efficiente connessione controlaterale fra orec-chio destro e aree temporali dell’emisfero sinistro, spe-cializzate nell’elaborazione linguistica.

Asimbolia tattilePerdita della capacità di intendere i simboli. Sinonimo di agnosia semantica: il soggetto non riesce acomprendere la natura e il modo di utilizzo di un og-getto di uso comune, nonostante egli sia capace diidentificarlo.

Asse corporeoLinea immaginaria che attraversa longitudinalmente ilcorpo da capo a piedi.

AssistenzaL’assistenza ha per obiettivo il benessere del bambino edella sua famiglia ed è competenza del personale sani-tario e degli operatori del sociale. Essa deve accompa-gnare senza soluzioni di continuità il bambino e la suafamiglia sin dall’enunciazione della diagnosi di disabi-lità (Manifesto per la riabilitazione del bambino, 2000).

AstasiaImpossibilità di mantenere la stazione eretta, senza chevi sia paralisi dei muscoli antigravitari. Cessazione della reazione positiva di sostegno che nellattante sano avviene fra il terzo e il sesto mese.

AstereoagnosiaIncapacità di riconoscere le caratteristiche fisiche di unoggetto attraverso la sua palpazione.Sinonimi: stereoagnosia, agnosia tattile.

AtassiaDisordine nell’integrazione nel tempo e nello spazio dischemi di movimento per altro normali (quantità, am-piezza, velocità, forza), ma meno precisi, efficaci edeconomici. Tale disordine influisce sia sulla contrazio-ne volontaria evocata per produrre un gesto sia sullarisposta motoria automatica necessaria per mantenereuna postura.Turba della coordinazione e della statica che, indipen-dentemente dalla debolezza muscolare, altera la dire-zione e l’ampiezza del movimento e compromette lacontrazione muscolare volontaria e riflessa necessariaper mantenere la postura e l’equilibrio.Mancanza assoluta o relativa di armonizzazione nellaesecuzione dei movimenti, che presentano esitazioni,incertezze, anomalie.Incapacità di compiere atti che richiedano la contra-zione di differenti gruppi muscolari a differente azio-ne.Alterato controllo dei movimenti volontari.Disturbo motorio specifico che consegue alla perditadella coordinazione del movimento volontario, indi-pendentemente dalla debolezza muscolare.

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Alterata organizzazione spazio-temporale del movi-mento in quanto a velocità, ampiezza, forza, sincroniz-zazione.Perdita della contemporaneità e dell’armonia nella col-laborazione muscolare necessaria per raggiungere unobiettivo motorio.Atassia spinale: è dovuta a carenza di informazionipropriocettive con conseguente perdita del controllosomestesico sulla posizione e sul gesto.Atassia cerebellare: difficoltà di elaborazione delle in-formazioni sensoriali con conseguente fallimento nelcompito motorio. Alterazione della coordinazione mo-toria spesso associata a tremore intenzionale.Atassia vestibolare: vengono a mancare le afferenze la-birintiche. Può dare origine alla sindrome da disequi-librio, condizione caratterizzata da incapacità di man-tenere una definita postura del corpo nello spazio, daassenza di reazioni compensatorie di difesa, di bilan-ciamento e di equilibrio ai cambiamenti di posizione eda povertà di movimento. A differenza delle altre for-me di atassia, in questa non vi è consapevolezza deldifetto.

AtetosiMovimenti involontari, lenti, afinalistici, vermiformi,specie agli arti, più marcati alle dita e al polso, conti-nui, sempre associati a un aumento del tono ed a con-torcimenti grossolani e incoordinati. Si accentuanonell’attività volontaria e nell’emozione e scompaiononel sonno.

AtoniaMancanza di tono, generalmente riferita alla situazionedei muscoli.

Atrofia cerebraleRiduzione di volume del cervello secondaria ad eventimorbosi. Ne consegue un ritardo, un rallentamento euna compromissione dello sviluppo delle funzioni.

Atrofia otticaL’atrofia ottica si trova spesso in associazione a quadridi PCI molto severi con importanti lesioni della cor-teccia occipitale e delle radiazioni ottiche, considerate,in questi casi, le maggiori responsabili della cecità.

AutonomicoRelativo a funzioni essenziali per la sopravvivenza qua-li il ritmo sonno-veglia, la fame e la sazietà, il controllodella temperatura corporea, della frequenza respirato-ria e cardiaca, del tono muscolare e posturale, ecc.

AutorganizzazionePer autorganizzazione della PCI, relativamente alla fa-se di sviluppo attraversata dal bambino, intendiamo lalogica seguita dal suo SNC nella costruzione delle piùimportanti funzioni adattive dello sviluppo motorio(controllo posturale, locomozione, manipolazione,ecc.).Il concetto di autorganizzazione deriva da un approc-cio neocibernetico secondo cui il SNC si sottopone auna continua riorganizzazione tramite l’apprendimen-to.

AutostimaModalità psicologica relativa al rapporto che ciascunointrattiene con se stesso.

Avoiding (repulsione, evitamento)Avviene quando uno stimolo esterno qualsiasi deter-mina automaticamente una risposta, senza che lo sti-molo stesso sia integrato, riconosciuto e valutato, percui la risposta è il risultato di un’azione molto elemen-tare, finalizzata soltanto a evitare lo stimolo e ad allon-tanarsi rapidamente da esso.Sono note la reazione tattile di avoiding, la reazione vi-siva di avoiding e la reazione di avoiding del piede alcarico o al solo contatto con il suolo (forme discineti-che della PCI).

AzioneInsieme coordinato di movimenti organizzati cogniti-vamente per uno scopo (intenzione) e in funzione diun risultato, secondo l’espressività propria del sogget-to e la sua esperienza.Sequenza di movimenti che permettono a un indivi-duo di raggiungere uno scopo (svolgere un compito oconseguire un obiettivo). Trasformazione della realtà esterna e interna poichél’individuo, riflettendo sulla propria azione, modificale proprie strutture cognitive. L’azione è lo strumentodi formazione della conoscenza sul mondo ed ha, inquesto senso, le stesse caratteristiche del pensiero.L’azione è un modo per costruirsi una rappresentazio-ne, una codifica del reale.

Babinski (riflesso)Si analizza facendo scorrere lievemente e lentamenteuna punta smussa, l’unghia del pollice, oppure un pen-nellino di setola morbida sul bordo laterale della pian-ta del piede, dal tallone in avanti (per altri dalle ditaverso il calcagno). Bisogna assicurarsi che la stimola-zione consista nello strisciare dolcemente e non sem-plicemente nell’esercitare una certa pressione, altri-menti può accadere di suscitare il riflesso di flessioneplantare. Le risposte sono molto variabili, indipenden-temente dall’esattezza della tecnica di evocazione. Larisposta può essere generalizzata, irradiata, pluriseg-mentale (triplice flessione) oppure limitata al piede. Èin flessione nei primi giorni di vita, dopo di che rimanein estensione per tutto il primo anno. Dopo il primo-secondo anno si provoca sempre con la stessa tecnica,ma a soggetto supino con l’arto inferiore esteso. La ri-sposta normale è una flessione di tutte le dita del piede.A questa età la dorsiflessione dell’alluce è fra i segnipiù certi di lesione piramidale e quindi di PCI.Il riflesso è assente nelle lesioni dei metameri inferioridel midollo spinale.

BallismoContrazioni brusche e grossolane, più o meno conti-nue, dei muscoli prossimali degli arti ed assiali deltronco, violente al punto di provocare un’ampia agita-zione delle estremità.Si pensa siano dovute a lesioni del nucleo subtalamico.

BallisticiSono movimenti volontari degli arti eseguiti il più ra-

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pidamente possibile. Non consentono alcuna correzio-ne in corso di esecuzione. Sono prodotti da meccani-smi a feed-forward dove vengono pre-programmati siail percorso sia la meta da raggiungere. Sono movimen-ti iniziati da una contrazione muscolare intensa e dibreve durata, proseguiti dall’inerzia e arrestati in modovario: per il termine della corsa articolare, per la resi-stenza opposta dagli antagonisti, per l’urto contro uncorpo esterno.

BarestesiSenso di pressione esercitata sulla cute. Fa parte dellesensibilità propriocettive.

BatiestesiSenso di posizione. Si esamina ponendo in una deter-minata posizione le dita del piede del paziente, speciel’alluce, e invitandolo a riconoscere, a occhi chiusi, laposizione imposta (flessione dorsale o plantare). Faparte delle sensibilità propriocettive.Sinonimi: statognosia.

BiasPredisposizione, pregiudizio.

BilanciamentoSinonimo di equilibrio statico. Consiste nel fare in mo-do che la linea di gravità condotta dal centro di massacomplessivo passi per la base di appoggio. Si raggiungebilanciando la forza peso in maniera equilibrata a li-vello di ogni singola articolazione attraverso la contra-zione dei relativi muscoli antigravitari.

BilirubinemiaConcentrazione plasmatica della bilirubina totale. Unsuo aumento per disordini emolitici o per malattie delfegato conduce a ittero.

BroncospasmoContrazione improvvisa e involontaria della muscola-tura bronchiale.

BlissSistema grafico concepito per essere letto da individuidi lingue diverse. Ha trovato applicazione come stru-mento per incrementare la capacità di comunicare deisoggetti anartrici.

CalibrazioneCapacità di configurare i recettori periferici prede-terminando la quantità delle informazioni da racco-gliere.

Campo visivoIl campo visivo è quella parte dello spazio in cui gli og-getti sono visibili nello stesso momento durante ilmantenimento dello sguardo in una certa direzione. Èun’isola di visione circondata da un mare di cecità.Per saperne di più: capitolo 9.

CapacitàCiò che riesco a fare (efficacia ed efficienza).

CatalessiaTendenza alla conservazione degli atteggiamenti po-sturali imposti dall’esterno.

CatarattaOpacità totale o parziale del cristallino con conseguen-te riduzione progressiva del visus fino alla cecità. Puòessere di natura congenita o acquisita. È provocata dacause traumatiche, tossiche, dismetaboliche, ecc.

Cataratta congenitaOpacità del cristallino che può essere mono o binocu-lare, parziale o totale.È necessario intervenire precocemente per asportare ilcristallino e sostituirlo con lenti a contatto, occhialicorrettivi o lenti intraoculari. La cataratta monoculare,anche se asportata, può provocare ambliopia.

CBFCerebral Blood Flow (flusso sanguigno cerebrale).

Cecità corticaleAssenza di tutte le sensazioni visive, inclusa la perce-zione luce-buio, con perdita del nistagmo optocinetico,ma con conservazione del riflesso pupillare e della mo-tilità oculare, e con retina normale all’esame del fun-dus oculare.Cecità corticale congenita: sarebbe più giusto definirlaipovisione corticale congenita in quanto spesso è pre-sente un residuo visivo, benché modesto. È causata dauna mancata interpretazione dello stimolo visivo a li-vello dei lobi occipitali, in assenza di lesioni oculari. Ladiagnosi si basa su tre segni clinici principali: assenzadi reazione alla minaccia, riflesso pupillare presente efundus oculare normale. L’assenza di nistagmo senso-riale suggerisce che si tratti di una lesione corticale.Cecità mentale: deficit dell’attenzione visiva.

CenestesiSensazione dell’esistenza del nostro corpo, data dal-l’insieme dei nostri organi, in modo indipendente daspeciali sensi.

CIDCoagulazione intravascolare disseminata.

CinematicaParte della fisica che descrive il moto dei corpi a pre-scindere dalla loro composizione e da tutte le possibilicause che determinano o modificano tale moto.Studio del movimento dal punto di vista delle suetraiettorie e dei suoi aspetti spazio-temporali, ossia deirapporti fra posizione, velocità ed accelerazione, inmodo indipendente dalle cause che lo producono.Descrizione degli spostamenti dei segmenti e dei movi-menti articolari nelle loro sequenze. In clinica rileva ed elabora le varie grandezze che defi-niscono il movimento dei singoli segmenti corporei neltempo e nello spazio: tipo di movimento, escursioniangolari, accelerazioni, velocità.

CinestesiEsprime la percezione tonico-dinamica prodotta dallaesecuzione di un atto motorio.

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È la percezione del movimento relativo degli oggetti edella nostra attività motoria (di una parte o dell’inte-ro corpo) in un ambiente tridimensionale staziona-rio.Si esamina muovendo le dita dei piedi del paziente, in-vitato a rimanere rilassato, specie l’alluce. Si chiede alpaziente di riconoscere, ad occhi chiusi, la comparsa ela cessazione del movimento.

CineticaDisciplina che studia il movimento dal punto di vistadelle forze che lo determinano o lo limitano. Nel cammino la cinetica studia le forze interne (mu-scolo-legamentose) ed esterne (forza di gravità), la for-za di reazione del terreno e i movimenti articolari chesi generano a livello di ogni singola articolazione,istante per istante.

Cisti encefaloclasticheVedi cisti poroencefaliche.

Cisti poroencefalicheCompaiono nella leucomalacia periventricolare perrammollimento della sostanza bianca adiacente alle ca-vità ventricolari. Possono essere costituite da piccolearee di gliosi e di necrosi fino ad un coinvolgimentopiù diffuso che può dar luogo ad ampie cavitazioni didiametro anche superiore al centimetro, con pareti chesolitamente rimangono separate dalle cavità ventrico-lari. Quando le cisti scompaiono lasciando il posto adaree di gliosi, è solitamente possibile osservare una di-latazione dei ventricoli laterali.

Clearance della marciaSollevamento del piede per evitarne lo strisciamento alsuolo durante la fase di volo del ciclo del passo.

ClonoAlternarsi ritmico, brusco, rapido, involontario di con-trazione forzata e rilasciamento di uno o più muscoli. Serie ritmica di riflessi propriocettivi. Esagerazione diun riflesso profondo iperattivo.Neurofisiologicamente il clono è caratterizzato da uneccitamento sincrono dei motoneuroni spinali, seguitoda un “periodo silente”, poi di nuovo da un eccitamen-to, un “periodo silente”, ecc. Può associarsi a contra-zioni toniche o permanenti. Viene indotto da unaestensione muscolare brusca e di breve durata. Il ritmopuò essere alterato da un concomitante riflesso pro-priocettivo. Se continua più di alcuni secondi si dice“prolungato”, se invece per provocarlo è necessariauna stimolazione ripetuta, il clono non può essere con-siderato “prolungato” e va descritto come “estinguibi-le”.

CocontrazioneContrazione contemporanea (sinergica) di muscoliagonisti ed antagonisti in genere a scopo di fissazionedi una o più articolazioni.Attivazione non selettiva di muscoli antagonisti conperdita del normale pattern di inibizione reciproca.

CollimazioneCapacità di confrontare informazioni sensoriali diffe-

renti per costruire una rappresentazione coerente del-la realtà.

ColobomaMancata saldatura dei foglietti embrionari che dannoorigine alle strutture dell’occhio per un’anomalia in-sorta durante la sesta settimana di gestazione. I colo-bomi possono interessare indifferentemente l’iride, ilcorpo ciliare, la coroide, il cristallino, il disco ottico, ilnervo ottico, gli annessi (palpebre), o tutte le struttureinsieme. La mancanza di tessuto irideo fa apparire lapupilla tipicamente allungata verso il basso (infero-na-salmente).

Colpo di ventoDeviazione consensuale degli arti inferiori. Ad esem-pio una coscia flessa, addotta ed intraruotata e l’altrapiù estesa, abdotta ed extraruotata; un piede varo-su-pinato e l’altro valgo-pronato. Introduce deformazionitorsionali lungo l’asse corporeo.

Combinazione motoriaPossibilità di aggregare in schemi diversi singoli mo-duli motori secondo differenti relazioni spaziali.Combinazioni illogiche: tipiche delle forme discineti-che della PCI come ad esempio l’iperflessione del polsoe la iperestensione delle dita.

CompetenzaConoscenza distintiva.

CompetizioneAutogenerazione di informazioni allo scopo di farlecompetere con altre ritenute negative o intollerabili.

ComplianceNel rapporto medico-paziente la collaborazione diquesti e della sua famiglia nel seguire con scrupolo leindicazioni terapeutiche suggerite.

Compliance polmonareDistensibilità dei polmoni.

Componenti bottom upSono gli elementi propri dell’apparato locomotore chepresiedono e condizionano l’espressione della funzio-ne e di cui il SNC deve tener conto nell’organizzazionedella stessa.Per saperne di più: capitolo 14.

Componenti top downSono gli elementi propri del SNC che presiedono al-l’organizzazione delle funzioni adattive.Per saperne di più: capitolo 14.

ConcentrazioneAttenzione vincolata e continuata.

Concetto corporeo Progressivamente e in sovrapposizione allo schema edall’immagine, si sviluppa un altro aspetto della cono-scenza del corpo: la sua cognizione topologica e con-cettuale. Influenzato dall’insieme delle azioni e soprat-tutto dall’ambiente, il bambino apprende la parola cor-

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rispondente alle parti ed alle zone del proprio corpo.Tali concetti, rispetto ai precedenti, sono entità astrat-te più che processi percettivi o affettivi; essi influenza-no comunque la conoscenza corporea, intesa comerappresentazione che il bambino si forma del propriocorpo e, più in particolare, come rappresentazione del-la sua immagine corporea.

Condizionamenti neurofunzionaliSono costituiti dall’intensa eccitabilità neuronale cherende difficile l’organizzazione del ritmo sonno-vegliae/o alimentare, dalle modifiche del tono e dalla patolo-gia del movimento, con conseguente alterazione delfeed-back propriocettivo e quindi del controllo moto-rio, dalla messa in gioco di altri canali sensoriali confunzione di supplenza, ecc.

CongelamentoIl termine viene utilizzato in ambito psichiatrico quan-do, allo scopo di controllare la propria paura, il bambi-no “blocca” il funzionamento di Sé e degli altri, cer-cando di far restare immobile ogni cosa. Il congela-mento costituisce una difesa di tipo psicotico.Quando i muscoli agonisti ed antagonisti che agisconosulla stessa articolazione vengono attivati contempora-neamente (cocontrazione patologica) infrangendo lalegge di Sherrington dell’inibizione reciproca, il risul-tato è un “congelamento” articolare del segmento mo-bile.

ConnataleIn relazione alla nascita.

Consistenza emotivaTermine usato in senso generico per indicare una co-esione, una compattezza emotiva.

ConsonanzaL’immagine di abilità che ciascuno di noi vuol mostra-re agli altri e che può divenire un vincolo in grado diimporci di rinunciare a compiere attività che pur sap-piamo in qualche modo eseguire ma non bene abba-stanza rispetto allo standard generale delle nostre altreprestazioni.

ContenimentoConcetto introdotto da Bion e Winnicot equivalente amaternage o reverie. Nelle relazioni primarie la madredeve essere capace di aiutare il bambino metabolizzan-do le sue angosce e non facendolo oggetto delle sueidentificazioni proiettive.

ContenutiMovimenti limitati in ampiezza, intensità, velocità, fre-quenza.

ContestualitàRegole formali imposte dalla società in cui viviamo chefanno sì che certe prestazioni, per quanto efficaci, ven-gano inibite perché considerate inadeguate in relazio-ne alla modalità esecutiva e allo standard di qualità ri-chiesto.

Contrazione muscolareI disturbi della contrazione muscolare nella PCI posso-no essere molteplici. Può trattarsi di un eccessivo re-clutamento di unità motorie (errore di quantità); puòtrattarsi di una contrazione troppo prolungata, cioè diun’incapacità di rilasciamento volontario (errore didurata, fenomeno che Dupré nel 1907 chiamò parato-nia); può trattarsi di un errore nella scelta del momen-to (timing); può trattarsi di un errore nella tipologiadella contrazione (tonica o fasica), da cui un precoceed eccessivo affaticamento; può trattarsi di un errorenell’associazione dei muscoli da far contrarre (cocon-trazione); può trattarsi di una tendenza alla conserva-zione degli atteggiamenti imposti (fenomeno che Du-prè nel 1907 chiamò catalessia); può trattarsi di unamancanza di passività per abnorme reazione allo stira-mento dipendente dalla velocità della sua esecuzione(spasticità propriamente detta), ecc. Contrazione concentrica o isotonica: incremento di ten-sione con variazione di lunghezza in accorciamento.Contrazione eccentrica: incremento di tensione con va-riazione di lunghezza in allungamento.Le contrazioni in allungamento rappresentano unastrategia motoria funzionalmente rilevante per mezzodella quale i muscoli vengono attivati durante un al-lungamento corrente allo scopo di frenare l’escursionedel segmento mobile. Esse possono essere considerateun compito motorio peculiare dovuto allo specificoevento associato con l’allungamento dei muscoli attivi.Nella PCI sono però almeno in parte dipendenti da unpattern generato centralmente. Nei soggetti spastici,infatti, l’attivazione dell’azione di freno viene modula-ta in modo sbagliato dai cambiamenti della lunghezzamuscolare associati con una decrescente velocità delcammino. Questa caratteristica sostiene l’ipotesi di undisturbo di origine primitivamente centrale.Contrazione isometrica: incremento di tensione senzavariazione di lunghezza del muscolo.Contrazione fascicolare: scosse ritmiche di fasci di fi-bre, osservabili durante la contrazione debole di unmuscolo. Differiscono dalle fascicolazioni vere e pro-prie perché scompaiono quando il muscolo è rilassato.

Controllo sequenzialeCapacità di conservare il progetto generale dell’azionee l’ordinamento delle sue diverse parti durante l’esecu-zione delle singole fasi che la contraddistinguono, fun-zione per funzione.

Controllo simultaneoCapacità di controllare contemporaneamente l’esecu-zione di più funzioni (ad esempio guardare la strada,guidare la macchina e parlare con i compagni di viag-gio).

ContratturaAccorciamento prolungato ma reversibile delle fibremuscolari, prodotto tramite il consueto meccanismocontrattile e senza che si siano verificati i potenziali diazione che accompagnano la contrazione tetanica. Ilmuscolo offre un’elevata resistenza allo stiramentopassivo, si presenta di lunghezza ridotta e limita il ran-ge dell’escursione dell’articolazione coinvolta nella di-rezione del suo allungamento. La contrattura è invo-

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lontaria e continua, non altera le fibre muscolari escompare sotto anestesia, a differenza della retrazione.

Controllo autonomicoControllo delle funzioni della sopravvivenza: frequen-za respiratoria, frequenza cardiaca, ritmo sonno-ve-glia, fame-sazietà, tono muscolare, ecc.

Controllo motorioPuò essere definito come il processo che restringe gliimpulsi efferenti del sistema neuromotorio in modoche ne possa conseguire un comportamento significa-tivo coordinato.

ConvergenzaLa convergenza consiste nella capacità degli occhi dimuoversi l’uno verso l’altro. Per valutare la conver-genza si pone un oggetto tra i due occhi e lo si avvici-na gradualmente al capo chiedendo al soggetto di fis-sarlo.

ConversioneMeccanismo di difesa, identificato da Freud, caratteriz-zato da un’intensa rimozione degli impulsi libidici, chetrovano vie di scarico diverse di tipo corporeo attraver-so una modifica del desiderio primario. Meccanismoutilizzato prevalentemente nell’isteria (Marzani).

Coping solutionsStrategie individuali che il bambino mette in atto perpotersela “cavare meglio”. In quanto performance per-sonali, le coping solutions non si prestano ad un in-quadramento generale, ma alcuni “trucchi” sono suffi-cientemente comuni da divenire patognomonici.Per saperne di più: capitolo 14.

CoreaMovimenti involontari, rapidi, irregolari, senza scopo,incoordinati, asimmetrici, ad inizio brusco e di brevedurata. Presenti anche a riposo, persistono nel sonno esi accentuano con l’azione. Possono variare continua-mente e migrare a intervalli irregolari in parti differen-ti del corpo. Mancano di fluidità e di grazia.

CoreoatetosiMovimenti involontari o ipercinesie con caratteri in-termedi tra corea ed atetosi.

Cramped-synchronizedMovimenti spontanei del neonato che mancano di flui-dità e di variabilità (sono rigidi e sincronizzati). I mu-scoli degli arti e del tronco si contraggono e si rilassanoquasi simultaneamente. Sono un segno di grave soffe-renza del SNC che porta spesso a PCI.

CrampoSpasmo muscolare doloroso che può produrre o menoun movimento articolare. È dovuto ad eccitazione sin-crona e spontanea ad alta frequenza di un gran nume-ro di unità motorie. Tende a presentarsi come reazionealla forte contrazione di un muscolo già contratto.È facilmente associato ad affaticamento muscolare e acarenza di sali.

Crisi convulsivaContrazioni muscolari involontarie toniche e clonichecon carattere accessionale, associate a perdita di co-scienza e ad anomalie del tracciato elettroencefalogra-fico.

CVI (Cerebral Visual Impairment)Disturbi visivi di origine centrale che comprendono ri-dotta acuità visiva, difetti del campo visivo, disturbidell’oculomozione, strabismo e difficoltà nel ricono-scimento di immagini complesse.

Deformità articolareAnomalia acquisita di un’articolazione caratterizzatada movimenti praticabili al di fuori delle direzioni edelle ampiezze fisiologiche (diagnosi differenziale conlimitazione articolare).

DiadeTermine usato in psicoanalisi per indicare il rapportostrettamente interdipendente fra due esseri umani. Nel rapporto madre-bambino questa complementarie-tà dei primi mesi di vita è una cosa ritenuta indispen-sabile. Nella teoria psicoanalitica è l’unita fusionale chesi presume esistere in ciò che dall’esterno appare comeuna dualità primaria madre-neonato, ma che dall’in-terno, per il neonato, si può immaginare essere vissutacome totalità indistinta.

Dialogo tonicoDialogo con il feto o con il bambino molto piccolo omolto grave caratterizzato da variazioni del tono di en-trambi gli attori (contrazioni-rilasciamenti, concessio-ne o negazione di spazio, invito o inibizione del movi-mento, ecc.).

DiarchiaLotta fra due schemi tiranni (flessione ed estensionenella I diarchia, startle e propulsione nella II diarchia).Milani Comparetti indica con questo termine il bambi-no con PCI prigioniero della prepotenza di due grandipattern che impediscono ogni libertà di scelta fra tutti ipattern potenzialmente disponibili, producendo unatipica povertà di movimento.

DiplegiaParalisi bilaterale e abbastanza simmetrica dei quattroarti con maggior interessamento degli arti inferiori ri-spetto ai superiori.Per alcuni autori del passato paralisi dei due arti supe-riori (l’opposto di paraplegia), per altri come Freudparalisi dei due lati del corpo.

DisabilitàOMS: qualsiasi limitazione o perdita (conseguente amenomazione) della capacità di compiere un’attivitànel modo o nell’ampiezza considerate normali per unessere umano.La disabilità è caratterizzata da eccessi o difetti nelleabituali attività, prestazioni o comportamenti, che pos-sono essere temporanei o permanenti, reversibili o ir-reversibili, progressivi o regressivi. Le disabilità pos-sono insorgere come diretta conseguenza di menoma-zioni o come risposta dell’individuo, particolarmente

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di tipo psicologico, a una menomazione fisica, senso-riale o di altra natura. La disabilità riguarda le capaci-tà, intese come attività e comportamenti compositi,che sono generalmente accettate come componenti es-senziali della vita quotidiana. La disabilità rappresental’oggettivazione di una menomazione e come tale ri-flette disturbi a livello della persona.Mancanza o perdita permanente delle competenzeadattive specifiche della specie, del genere e dell’età delsoggetto.

Disarmonia evolutivaIn accordo con la classificazione francese delle turbementali del bambino e dell’adolescente, largamente ri-presa dall’OMS per l’ICD-9, con questo termine s’in-tende un quadro di disturbo psicopatologico precoce(a partire dai 3-4 anni) con sintomatologia variabileche comprende manifestazioni somatiche o comporta-mentali, instabilità, inibizione, manifestazioni fobiche,isteriche e ossessive, disarmonia dello sviluppo dell’in-telligenza (disarmonia cognitiva), del linguaggio e del-la motricità, senza, almeno nella fase iniziale, un chia-ro ritardo mentale. Per lo più i sintomi celano fatti emeccanismi di tipo psicotico (disarmonia psicotica),con minaccia di rottura con il reale, assente o cattivaorganizzazione del sé e dei rapporti con la realtà,espressione diretta delle pulsioni, angosce, tendenzaall’invasione del pensiero da parte di affetti o rappre-sentazioni. A differenza delle psicosi, il permanere dicapacità di adattamento e controllo limita l’espressio-ne patologica a certi campi o a certe fasi evolutive.

DisartriaDifficoltà ad articolare le parole causata da un disturbomotorio delle strutture che ne regolano la modulazione(lingua, labbra, velo palatino, ecc.). Può assumere duediversi aspetti: il primo è rappresentato da un semplicerallentamento o da una scarsa comprensibilità, mentre ilsecondo è rappresentato da un eloquio di tipo scanditoo esplosivo. Disartria sillabica: scarsa separazione delle sillabe.Disartria atassica: la parola è rallentata, scandita, in-terrotta, spezzata, irregolare, esplosiva, con grave com-promissione della prosodia e dell’intelligibilità. I pa-zienti hanno difficoltà a svuotare il mantice toracicoper incoordinazione dei muscoli respiratori ed anchele prassie buccofonatorie risentono dei tipici errori delgesto. Le sillabe sono staccate e l’accento cade su quel-le sbagliate. L’aspetto globale del discorso è tanto piùirregolare ed atassico quanto più violento è il tremoreintenzionale associato alle lesioni del cervelletto.

DiscinesiaErrore nel controllo del gesto (movimento abnorme)riconducibile a ballismo, corea, atetosi o distonia. È ca-ratterizzata da produzione di movimenti involontaridefiniti ipercinesie. Connota le sindromi extrapirami-dali.Discinesie professionali: frequente ripetizione di unostesso movimento come nel crampo dello scrivano.

DisfagiaDifficoltà di deglutizione. Può essere limitata ai cibi so-lidi o essere estesa ai liquidi.

DisgnosiaIncapacità mentale di decodificare, riconoscendone ilsignificato, definite sensazioni, pur essendo indenni gliorgani di senso e le vie di trasmissione al SNC. In am-bito percettivo, la disgnosia rappresenta un disturbocognitivo dell’elaborazione e dell’interpretazione delleinformazioni raccolte dagli organi di senso. Si distin-guono disgnosie tattili, visive, uditive, olfattive, topo-grafiche, ecc.

DismetriaErrore nella direzione del gesto compiuto all’inizio delmovimento e dovuto ad alterata conoscenza della posi-zione di partenza dell’arto e della traiettoria da seguire(cinestesi). Indica una difficoltà di rappresentazionespaziale del corpo. È particolarmente grave nei movi-menti di tipo ballistico. Si esplora con la prova indice-naso e tallone-ginocchio. Si aggrava ad occhi chiusi. Incapacità di regolare correttamente l’intensità e la du-rata del movimento in funzione dell’obiettivo da rag-giungere. Il movimento oltrepassa il traguardo o nonriesce a raggiungerlo o si dirige verso un traguardonon corretto. Segno di atassia su base propriocettiva,ma anche cerebellare. Dismetria oculare: il movimento iniziale è ipermetricoe non coglie l’obiettivo, ad esso segue quindi un sacca-dico correttivo. Ad un movimento di sguardo esagera-tamente dismetrico possono seguire oscillazioni pen-dolari lente ed ampie (macro oscillazioni pendolari). Èun segno di disturbo cerebellare.

DisprassiaSinonimi: aprassia evolutiva, aprassia del bambino. La disprassia è un disturbo che riduce l’efficacia deimovimenti utilizzati comunemente per le attività dellavita quotidiana (lavarsi, vestirsi, annodare le scarpe,usare le posate o altri utensili, ecc.) e per compiere ge-sti espressivi (cioè destinati alla comunicazione), sialegati all’uso di specifici strumenti, cioè transitivi, siaastratti e a contenuto simbolico, cioè intransitivi. Sulpiano fisiopatologico la disprassia viene interpretatacome un disturbo a carico dei sistemi di ideazione eprogrammazione dell’atto motorio. Alcuni autori laconsiderano un disturbo metacognitivo, da altri è con-siderata invece un disturbo della funzione simbolica.La disprassia è un disturbo del movimento volontarioche non può essere attribuito a una paralisi, a un dis-turbo sensitivo, a un disturbo cerebellare o a un deficitintellettivo. Nella disprassia ideativa (il soggetto nonsa che cosa fare) si perde la “rappresentazione” del ge-sto da compiere, mentre nella disprassia ideomotoria(il soggetto non sa come fare) si perde la capacità ditradurre la sequenza motoria che si ha in mente in un“programma innervatorio”. Il bambino disprassico hauna ridotta capacità di “rappresentarsi” l’oggetto sucui agire, l’intera azione e le sequenze che la compon-gono, ha difficoltà a ordinare in serie e a coordinare irelativi movimenti elementari in vista di uno scopo(programmazione), ad avviare i relativi programmi, aprevedere (in senso anticipatorio) un certo risultato, acontrollare ciascuna sequenza e l’intera attività nel cor-so dell’azione (feed-back) e a verificare il risultato ot-tenuto come corrispondente a quello previsto ed atteso(Sabbadini et al.).

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Disprassia oculareIncapacità di eseguire movimenti intenzionali (a co-mando) in assenza di paralisi di sguardo ed in presen-za dei movimenti spontanei (randon eye movements).Lo sguardo è mobile a riposo e fisso a comando ed ilpaziente per spostare lo sguardo utilizza spesso scatticompensatori del capo (tipo occhi di bambola), movi-menti simili a tic o ammiccamenti. Tra le aprassie con-genite ricordiamo l’aprassia oculomotoria di Cogan ela sindrome di Joubert.

DisprattognosiaCombinazione di disprassia e disgnosia.

DissinergiaPerdita del coordinamento tra i diversi gruppi di mu-scoli interessati a un dato movimento.

Distribuzione bimodaleDistribuzione che presenta due picchi di frequenza.

DistoniaSi intende generalmente un movimento spasmodico acarico di alcuni muscoli, a carattere sinuoso, torsiona-le, ondulante e lento, che può interessare arti e tronco. Secondo alcuni autori è una sindrome dominata dacontrazioni muscolari sostenute e frequenti che causa-no avvitamenti o movimenti ripetitivi o posture anor-mali. Secondo altri è un disordine del movimento nelquale contrazioni muscolari involontarie o sostenutecausano movimenti torsionali e repentini, postureanormali o entrambe le cose. Quando la distonia causaipertonia, vi è un incremento velocità-indipendentedella resistenza sia verso i movimenti di flessione siaverso quelli di estensione, presente a riposo, che puòvariare con l’attività e con lo scopo.Distonico: movimento prodotto da una contrazionemuscolare simultanea e protratta di agonisti e antago-nisti che porta l’articolazione interessata a irrigidirsiin posizioni caratteristiche.Attacco distonico: Ingram definisce così gli spasmiestensori intermittenti che si osservano nella tetrapa-resi atetoide, quando il bambino viene tenuto supino oseduto.

Disturbo generalizzato dello sviluppoSecondo il DSM-IV i disturbi generalizzati dello svi-luppo (DGS) – detti anche disturbi pervasivi dello svi-luppo – rappresentano una distorsione precoce dellosviluppo psichico che riguarda in primo luogo la co-municazione verbale e non verbale, le capacità sociali el’attività immaginativa. Funzioni psicologiche di basecome l’attenzione, la percezione sensoriale, l’umore, ilfunzionamento intellettivo e l’attività motoria sonocompromesse in contemporanea e in maniera grave.Nella maggior parte, ma non in tutti i casi di DGS, vi èla diagnosi concomitante di ritardo mentale. La cate-goria diagnostica include il disturbo autistico, il dis-turbo di Rett, il disturbo disintegrativo della fanciul-lezza, il disturbo di Asperger e il disturbo generalizza-to dello sviluppo non altrimenti specificato (NAS).

DominioÈ l’insieme delle rappresentazioni che fanno da sup-

porto ad una specifica area della conoscenza: il lin-guaggio, il numero, la fisica e così via, così come ai va-ri microdomini che vi sono compresi.

Dorso di forchettaAtteggiamento delle dita dovuto a spasmo/contratturadei muscoli interossei e caratterizzato da flessione del-le metacarpofalangee, iperestensione delle interfalan-gee prossimali e flessione di quelle distali. Il segno siaccentua con la flessione del polso.

DSMDiagnostic and Statistical Manual of Mental Disor-ders, edito dall’Associazione Americana di Psichiatriache propone una standardizzazione della diagnosineuropsichiatrica attraverso studi statistici e di out-come.

DVMDelayed Visual Maturation (maturazione visiva ritar-data).

Eccitazione maniacaleCondizione caratterizzata da stato d’animo euforico econtento, oppure irritabile, arrabbiato e reattivo, au-mentata attività e sensazione di forza e di energia,maggior numero di pensieri e capacità di pensare piùvelocemente del normale, aspirazioni ambiziose, spes-so grandiose, diminuzione della capacità di giudizio edi autocritica, diminuzione delle ore di sonno e dellanecessità di dormire, ecc.

EcologiaÈ propriamente la scienza biologica che studia le rela-zioni che intercorrono fra gli esseri viventi e l’ambien-te in cui essi vivono. Ecosistema è l’insieme degli esseri viventi, dell’ambien-te e delle condizioni fisico-chimiche che, in uno spaziolimitato, sono inseparabilmente legati tra loro, svilup-pando interazioni reciproche.“Panta rei”, tutto scorre diceva già Eraclito di Efeso perindicare le relazioni continuamente cangianti tra indi-viduo e ambiente.

EcologicoÈ un comportamento in sintonia con l’ambiente fisico,sociale e culturale.

Effetto crowdingNel bambino emiplegico destro, l’emisfero destro do-vrebbe assumere anche le funzioni di quello sinistroleso; la conseguente competizione per lo spazio neura-le dei circuiti funzionali specializzati produrrebbe unosvantaggio delle funzioni destre non verbali, cioè l’ab-bassamento del QI di performance. Nell’emiplegiacongenita sinistra invece non si osserverebbe un effet-to “crowding”, cioè la riduzione delle capacità verbalicon sviluppo integro di quelle visuo-spaziali. L’asim-metria dell’effetto “crowding” viene attribuita ad asin-cronie di sviluppo nella maturazione funzionale deidue emisferi cerebrali e a maggiori potenzialità di so-stituzione funzionale da parte delle aree meno specia-lizzate.

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EmianopsiaPerdita della visione di una metà del campo visivo diuno o di entrambi gli occhi. Può riguardare la metà na-sale o la metà temporale. Può anche essere limitata aun solo quadrante (quadrantopsia).

EmicampoRiferito a una metà del capo visivo.

EmimegaloencefaliaAumento di volume e di peso di un emisfero cerebraleper aumento del numero e delle dimensioni delle cel-lule cerebrali e delle fibre nervose o per accumulo diprodotti metabolici abnormi.

EmiplegiaParalisi che interessa una sola metà del corpo.

EmolisiRottura della membrana cellulare del globulo rossocon liberazione del suo citoplasma.

Encefalopatia ipossico-ischemicaIl termine è utilizzato per descrivere un corteo consi-stente di segni neurologici secondari ad asfissia peri-natale, ovvero a fenomeni di alterato scambio gassosonel feto o nel neonato di origine placentare o polmona-re, che provocano ipossia, ipercapnia e acidosi.

EngrammaSecondo Bernstein è ciò che rende la fisionomia dell’a-zione resistente alle variabili imposte dal mondo fisico.La periferia decide gli effettori motori, ma l’engrammanon varia.Sinonimi: pattern, schema, rappresentazione centrale.L’engramma sarebbe depositato contemporaneamentea diversi livelli del SNC: nella corteccia cosciente è pro-babilmente depositata l’idea dell’andamento generaledell’azione e del suo risultato, ai diversi livelli corticalisecondari e sottocorticali sarebbero invece collocate lecaratteristiche meccaniche dell’azione, le sequenze chela compongono, le combinazioni muscolari necessariea produrla, ecc.

EpilessiaSindrome caratterizzata da un insieme di manifesta-zioni accessuali ricorrenti, clinicamente variabili, do-vute a un’alterazione dell’attività elettrica della cortec-cia cerebrale. Può essere accompagnata da perdita dicoscienza, convulsioni, alterazioni comportamentali,fenomeni sensoriali e manifestazioni neurovegetative. Epilessia parziale: è dovuta a una scarica neuronale lo-calizzata in una regione più o meno estesa di un emi-sfero cerebrale. Si associa spesso a deficit neurologici ointellettivi.

Equivalenza motoriaProprietà semplice ma notevole del cervello che per-mette di compiere uno stesso movimento utilizzandoeffettori differenti. Ad esempio scrivere la lettera A conla mano, il piede, la bocca, passeggiando sulla sabbia,ecc. Questa proprietà è considerata come una prova delfatto che il cervello codifica una forma motoria (mor-focinesi) in maniera molto generale, cosa che gli per-

mette in seguito di esprimerla o di realizzarla tramitecombinazioni molto differenti di attività dei muscoli.Questa proprietà è valida anche per il mantenimentodell’equilibrio (Berthoz, 1996). Il cervello costruiscel’equivalenza motoria distribuendo opportunamentevelocità e accelerazione o accelerazione e velocità an-golare.

ErgonomiaDisciplina che cerca di rendere gli ambienti e gli stru-menti di lavoro più adatti alla capacità lavorativa del-l’uomo.

ErgonomicoConsono all’attività lavorativa dell’uomo.

EsotropiaStrabismo convergente dei globi oculari.

Esternalizzazione/disturbi esternalizzantiDisturbi del comportamento, quali disturbo della con-dotta, disturbo oppositivo-provocatorio o deficit dadisturbo dell’attenzione/iperattività, che si traduconoin un comportamento esternalizzato, contrapposti adisturbi internalizzanti, quali ansia o depressione, chehanno espressione intra-soggettiva.

EterotopiaPresenza di cellule o tessuti in una sede che non è la lo-ro.

ExtrapiramidaleEsterno al tratto piramidale. Comprende il sistema co-stituito dal corpo striato, dal globo pallido, dalla so-stanza nera e dal cervelletto.

FantasmaticoIl termine viene spesso impiegato in psicoanalisi col si-gnificato di “uso della fantasia”, o nel senso che inclu-de l’“uso dei fantasmi” nel neonato.

FasicoContrazione relativa alle fibre muscolari bianche conbassa soglia che dà al movimento caratteristiche di ele-vata velocità ma di scarsa resistenza.

Fattori trombofilici Fattori che favoriscono l’insorgenza di una trombosi eil distacco di emboli.

Fenomeno di RaimisteNel bambino emiparetico supino opponendosi all’ad-duzione o all’abduzione della coscia conservata si in-ducono movimenti analoghi nella coscia paretica.

Fidgety (FMs)I movimenti di fidgety (irrequietezza) sono propria-mente movimenti circolari, di piccola ampiezza, fluidi,eleganti, incessanti, di moderata velocità e di accelera-zione variabile, di collo, tronco e arti, in tutte le dire-zioni. Nel bambino sveglio sono continui, eccetto chequando egli focalizza l’attenzione. Sono più facilmentericonoscibili all’estremità degli arti e al collo. Possonoavvenire assieme ad altri movimenti grossolani come

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scalciare, contorcersi, oscillare, lanciare le braccia e fa-re esplosioni di piacere (scalciare simultaneo degli artiinferiori associato a proiezione verso il basso degli artisuperiori e seguito frequentemente dal sorriso). I mo-vimenti di fidgety vengono seguiti dallo svilupparsi dimovimenti specializzati (diretti ad uno scopo), come ilraggiungimento, l’afferramento, la manipolazione, ilrotolamento assiale, e di movimenti antigravitari comeil sollevamento degli arti inferiori, il contatto mani-gi-nocchia, ecc. Sono di comune osservazione fra le 6-7 settimane divita neonatale (corretta) e le 15-20 settimane. Sonocontinui nel neonato in stato di veglia tranne che du-rante le fasi di attenzione focalizzata. La caratteristi-ca comune a questi movimenti endogeni potrebbe es-sere quella di una loro accentuazione quando l’arto sitrova al di fuori del controllo visivo, cioè quando ilbambino non lo guarda o ha gli occhi chiusi. I bam-bini ciechi periferici però non presentano la fidgety.Nella sepsi e in altre affezioni non neurologiche, imovimenti di fidgety rallentano ma non scompaio-no.

Finger tappingProva di rapidità dei movimenti della mano.

FissazioneIndica la relazione di stabilità che intercorre fra assecorporeo ed estremità.Fissazione distale: si intende la stabilizzazione dell’assecorporeo ottenuta in senso centripeto anziché centri-fugo, cioè dagli arti verso il tronco piuttosto che daltronco verso gli arti.Fissazione prossimale: estremità mobili ed asse corpo-reo fisso, più matura. In assenza di fissazione prossi-male, il bacino trasla ad ogni passo in senso orizzonta-le verso l’arto in appoggio, mentre il tronco tende a in-clinarsi dal lato opposto.

Fissazione fovealeIndica la capacità di piazzare e mantenere la fovea suun oggetto o su una mira luminosa (fissazione macula-re o foveale). Può essere stabile o immatura (momen-tanea e iperfissa). Quando per fissare una nuova mirasi vuole eseguire una saccade, è necessario inibire lafissazione.Fixation shift: è un test di attenzione visiva che valuta ladirezione e la latenza dei movimenti saccadici oculari inrisposta a un target (stimolo) periferico nel campo visivolaterale. Viene usato un bersaglio centrale come stimolodi fissazione prima della comparsa di quello periferico.Per saperne di più: capitolo 9.

FlacciditàIndica in senso periferico l’incapacità di un muscolodi mantenere il suo tono normale, da cui consegue ilfatto che esso cede facilmente e senza resistenza allatrazione.Può indicare in senso centrale una riduzione della rea-zione di sostegno.Sinonimi: fiacchezza, debolezza.

FlussoSequenza, successione.

FobiaPaura intensa, eccessiva e persistente di un certo tipodi situazioni, attività, animali od oggetti. Il soggetto fadi tutto per evitare l’oggetto della fobia e in previsionedi un incontro con esso o in sua presenza prova un’an-sia intensa, che può arrivare fino a un attacco di pani-co. La paura e l’evitamento dell’oggetto fobico sonofonte di sofferenza o costituiscono un ostacolo per lenormali abitudini della persona e per la sua vita scola-stica, lavorativa e di relazione.Sintomo clinico di nevrosi, caratterizzato da un timoreincoercibile di un evento, o di una circostanza, o di unanimale, sostenuto dalla rimozione di un desiderio li-bidico non accettabile dalla coscienza e da uno sposta-mento del pericolo su tale oggetto esterno (Marzani).

Follow-upEspressione inglese che significa controllo del pazienteesteso nel tempo.

Fog (test di)Si chiede al bambino di camminare sul margine ester-no dei piedi a cosce leggermente abdotte. Possonocomparire movimenti associati degli arti superiori, inparticolare la supinazione. Tra i 14 e i 16 anni solo po-chi ragazzi presentano ancora sincinesie appena sfu-mate. La prova può essere utile per evidenziare unaemiplegia appena accennata per la presenza di mag-giori sincinesie dal lato affetto. In effetti, un’asimme-tria dei movimenti è molto più significativa della lorosemplice persistenza, che di solito sta ad indicare nelbambino più grande un ritardo della maturazione delcontrollo posturale.

Foot dropIl piede prende contatto di punta e passa in pieno ap-poggio non appena l’arto inferiore viene caricato.

Foot slapAbbassamento istantaneo della punta del piede dopo ilcontatto del calcagno in presenza di un tibiale anterio-re debole. Un contatto low heel (quasi di pianta) accor-cia il tempo concesso per l’appoggio sul solo tallone.

FormulaL’insieme delle regole e dei principi seguiti nell’orga-nizzazione di una determinata prestazione motoria.

FPLFissazione preferenziale a scelta forzata (Forced-choicePreferential Looking).

fRMIRisonanza magnetica funzionale.

FTIIFagan Test of Infant Intelligence. Questo test consistedi dieci prove nelle quali ad una fase di familiarizza-zione, in cui vengono presentati stimoli singoli o cop-pie di stimoli identici costituiti da immagini di voltiumani, segue la presentazione di uno stimolo nuovoassociato a quello per il quale il bambino è stato in pre-cedenza familiarizzato. Nella misura in cui il bambinofissa lo stimolo nuovo per un tempo superiore rispetto

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a quanto ha fissato gli stimoli a cui è stato familiarizza-to, dimostra di aver riconosciuto il primo distinguen-dolo dal secondo e quindi indirettamente di aver ela-borato con efficienza gli stimoli a cui è stato esposto.

FundoscopiaOsservazione visiva tramite oftalmoscopio delle con-dizioni del fundus, cioè della porzione posteriore del-l’interno del bulbo oculare formata dalla retina, dallacoroide, dall’estremità distale del nervo ottico e dall’al-bero vascolare retinico arterioso e venoso.

FunzioneAttività adattiva complessa di un organismo volta al-l’attuazione di un compito fisiologico o psicologico. Unità integrativa centro periferia strutturata per sod-disfare determinati bisogni. Insieme di atti interconnessi per raggiungere un parti-colare obiettivo biologico. Soluzione operativa messa in atto dal SNC per soddi-sfare un determinato bisogno biologicamente signifi-cativo per l’attore. La locomozione, la manipolazione,la comunicazione, ecc. sono funzioni. Conquistare lospazio, modificare la realtà del mondo che ci circonda,ricevere e trasmettere informazioni interagendo congli altri sono i bisogni che vengono rispettivamente as-solti da queste funzioni. Relazione dinamica interattiva che intercorre tra ilmondo intrapersonale di ciascun individuo ed il suomondo extrapersonale o contesto, a sua volta compo-sto da collettività e ambiente (Manifesto per la riabili-tazione del bambino, 2000).Funzioni geneticamente programmate: non hanno bi-sogno di apprendimento perché rispondono alle esi-genze della sopravvivenza.Funzioni epigenetiche o modulari: sono basate sull’e-sperienza, abbisognano di motivazione, di capacità diapprendimento, di modelli e di risorse dell’ambiente;rispondono alle esigenze della vita di relazione.

Fusi neuromuscolariI fusi neuromuscolari sono organelli situati nei musco-li striati, in posizione parallela alle fibre muscolari stes-se, che hanno un’innervazione sia motoria sia sensiti-va. Sono responsabili del riflesso miotattico diretto,che produce, come risposta all’allungamento del mu-scolo, la sua contrazione e contemporaneamente il ri-lassamento dei suoi antagonisti. Oltre che rilevare lalunghezza del muscolo, i fusi analizzano anche la suaderivata, cioè la velocità di allungamento, e la vibra-zione, che essi percepiscono come simulazione di unostiramento. Il riflesso miotattico è considerato il prin-cipale responsabile del controllo posturale.

Fusionalità mentaleS’intende quella caratteristica dello stato mentale delbambino nei primi mesi di vita per cui egli non sareb-be in grado di differenziare le esperienze provenientidal Sè da quelle provenienti dall’altro e vivrebbe in ma-niera molto coesa con la madre. Situazione mentale deiprimi due, tre mesi di vita, che corrisponde alla fase diautismo primario della Mahler. Relazione simbioticache si stabilisce tra madre e bambino in cui il bambinosi comporta come fosse un tutt’uno con questa.

GavageAlimentazione tramite sondino naso-gastrico.

Generatori di azione (central pattern generators)Centri nervosi a diversa sede nel SNC in grado di atti-vare spontaneamente sequenze di impulsi destinati al-la produzione di movimenti periodici coordinati in si-nergie, come la sequenza del passo nel cammino. Le sinergie motorie che rappresentano una soluzionecodificata al problema della ridondanza, costituisconoun modello appreso di coordinazione automatica, lacui base neuronale è data dai generatori di azione. Ciòsignifica che lo schema motorio può essere prodottoin assenza di informazioni afferenti ma può essere mo-dificato dalla modulazione del generatore centrale.

Gestalt perceptionLa percezione visiva “globale” del movimento. È unostrumento potente e valido per l’analisi delle alterazio-ni della complessità del movimento. Questo approccioall’osservazione del comportamento, suggerito per pri-mo dal premio Nobel Konrad Lorenz, spinge a prende-re in considerazione simultaneamente un grande nu-mero di dettagli e le loro relazioni, invece di far porreattenzione esclusivamente a un singolo elemento delmovimento.

GestoSpostamento nello spazio e nel tempo di uno o più seg-menti del corpo effettuato per realizzare un’azione. Puòessere volontario, involontario, transitivo, intransitivo(quando non comporta l’utilizzazione di oggetti), sim-bolico (il segno della croce), descrittivo (il mimo), ri-flessivo (indicare una parte del proprio corpo), ecc.Il movimento è la somma di postura e gesto.Il gesto viene considerato un passaggio da una posturaa un’altra o, meglio ancora, una continua successione diposture, lo “slittamento” progressivo di una postura.“Il movimento può essere considerato come una suc-cessione di posture. Si può realizzare soltanto sulla ba-se di un aggiustamento posturale a breve o a lungo ter-mine prima e durante la sua esecuzione… Ogni movi-mento inizia da una postura e termina con una postu-ra” (Sherrington).

GMs caotici Sono bruschi movimenti generalizzati del neonato, checoinvolgono tutti gli arti, di grande ampiezza, che av-vengono con ordine caotico, senza rotondità, variabili-tà e fluenza. Il loro esordio è sempre improvviso. Ingenere costituiscono un’anomalia transitoria che puònormalizzarsi o confluire in altre risposte patologiche,più spesso in movimenti crampiformi sincronizzati.

GnosiaRelativo alla conoscenza.

GQQuoziente globale.

GrammaticaDescrizione sistematica delle regole riguardanti gli ele-menti costitutivi di una lingua, cioè suoni, forme, pa-role, sintagmi (struttura della parola).

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HIEEncefalopatia ipossico-ischemica.

HIPHuman Information Processing: prove basate sulla ca-pacità di elaborazione dell’informazione.

ICFInternational Classification of Functioning, Disabilityand Health elaborata nel 2001 dall’OrganizzazioneMondiale della Sanità (OMS).

IdTermine inglese con cui gli psicoanalisti indicano lafonte impersonale delle manifestazioni della vita nonsoggette alla volontà. Sinonimi Es tedesco e Ça france-se.

Identificazione proiettivaTermine utilizzato per la prima volta dalla Klein nel1946. Indica una forma di proiezione interattiva, me-diante la quale il soggetto mette il proprio stato d’ani-mo e le proprie difese dentro un’altra persona. Si trat-ta di un processo inconscio che può essere messo inatto per scopi comunicativi o come forma di difesa.Meccanismo che si traduce in fantasmi per cui il sog-getto introduce la propria persona totalmente o par-zialmente all’interno dell’oggetto per danneggiarlo,possederlo o dominarlo (Laplanche e Pontalis. Enci-clopedia della Psicoanalisi, Laterza Ed. 1968).

Identificazione adesivaModalità per cui il bambino autistico si “incolla” all’al-tro includendolo in un Sé senza fine ed utilizza questanuova appendice come un prolungamento del proprioSé.Termine utilizzato da Meltzer per indicare una posi-zione rispetto all’oggetto, nella quale il soggetto non èdel tutto differenziato dall’oggetto e ne percepisce edapprezza la qualità solo di tipo formale-percettivo, sen-za apprezzarne la qualità emotiva. È una caratteristicapropria di una parte dei soggetti autistici e dei pazien-ti cerebrolesi. Termine usato anche da Corominas(Marzani).

IdentitàLe nostre azioni intenzionali si riversano continua-mente nel mondo, cambiando il mondo stesso e la re-lazione tra il nostro corpo e il mondo. Questo sistemadinamico è il Sé che si trova in ognuno di noi e che po-tremmo definire con il termine di identità.

IdrocefaloAll’etimologia del termine idrocefalo (incrementoquantitativo di “acqua nella testa”) va associato il con-cetto qualitativo di aumento episodico o costante dellapressione del liquido cefalorachidiano nei ventricolicerebrali a causa di un’alterazione della sua circolazio-ne (idrocefalo ostruttivo o non comunicante) o del suoricambio (idrocefalo comunicante da iperproduzione,come nel caso di un papilloma dei plessi corioidei, o dacattivo assorbimento), condizioni in cui la quantità diliquor prodotto supera in ogni caso quella di liquor ri-assorbito.

IllusioneFalsa interpretazione degli oggetti esterni. Errore deisensi. Cattivo raggruppamento, sintesi operata senzacura, soluzione a problemi di percezione ambigui.Soluzione escogitata dal cervello di fronte all’incon-gruenza riscontrata tra le informazioni sensoriali in ar-rivo e le loro rappresentazioni interne anticipatorie.

Immagine corporeaConoscenza o sentimento o idea del nostro corpo chesi costruisce gradualmente “pezzo per pezzo” e la cuimancanza rende impossibile ogni percezione. Questaimmagine sarebbe contemporaneamente statica, per-ché legata alle esperienze passate (senso-motorie e per-cettive, come avviene ad esempio nel fenomeno del-l’arto fantasma) e in cambiamento perché modificatadalle sensazioni attuali. È un concetto proprio della sfera cognitiva. Si struttu-ra progressivamente nel bambino e segue le stesse tap-pe di ogni altro apprendimento. Può essere valutataattraverso la rappresentazione della figura umana ocon altri test. Quando si parla di immagine corporea,gli elementi emozionali, pur riconoscibili, non vengo-no tenuti in considerazione perché essa può essereconsiderata il risultato di una riflessione, di un pen-siero, di un processo metapsicologico operato sul pro-prio corpo. Rappresentazione mutevole presente nellamente.

Immagine del corpo umanoIl quadro mentale che ci costruiamo del nostro corpo,vale a dire il modo in cui il corpo appare a noi stessi: ri-ceviamo sensazioni, vediamo parti del nostro corpo,riceviamo impressioni tattili, termiche, dolorifiche,sensazioni indicanti le deformazioni del muscolo pro-venienti dalle innervazioni muscolari e sensazioni diorigine viscerale. Questa immagine corporea unitaria ècostituita da un processo di arricchimento progressivoin continua ristrutturazione. Alcuni autori sottolinea-no l’importanza per tale costruzione dell’azione e delmovimento, in quanto ogni azione comporta una mo-difica alla funzione gnosica (ovvero al processo di co-noscenza) e ogni funzione gnosica porta con sé un’a-zione. Si mette inoltre in evidenza come vengano uti-lizzate non solo le esperienze attuali, ma anche quellepassate, grazie alla funzione della memoria e dell’ap-prendimento.

Immagine spaziale del corpoRappresentazione del proprio corpo costruita durantelo sviluppo per mezzo di afferenze sensoriali specie vi-sive, che realizza una consapevolezza topografica delcorpo stesso.

InattenzioneDistraibilità, mancanza di concentrazione.

Inattenzione tattileIncapacità di discriminazione tattile tra due punti.

Indifferenziazione Sé/mondo esternoÈ fondata su una difficoltà di differenziazione moltoprimaria e cioè di tipo senso-percettivo, per cui il bam-bino non riesce per lungo tempo, o non riuscirà mai, a

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riconoscere la sensazione come prodotta da un oggettoesterno separato da lui. Questa difficoltà potrà esserepiù o meno estesa, nel senso che il bambino potrà ri-manere in uno stato di indifferenziazione totale, e cioèprivo di conoscenza in merito all’appartenenza delcorpo alla sua mente, o parziale, nel senso che alcuneesperienze relative al corpo e al movimento non ven-gono mentalizzate ed altre sì, per cui vi è una percezio-ne sincretica per alcune parti del corpo, ad esempio iltronco e non per altre, ad esempio gli arti in movimen-to.L’indifferenziazione del Sé è fondata su difficoltà di se-parazione mentale, particolarmente di tipo identifica-zione proiettiva e scarsa introiezione. In questi casi, ilbambino assume caratteristiche di importante dipen-denza psicologica e di incapacità all’autonomia ancheper prestazioni motorie o cognitive a lui possibili. Lastruttura mentale è spesso di tipo disarmonico, conaspetti nevrotici e psicotici combinati a presenza di fal-so Sé. I quadri clinici saranno quelli della disarmoniaevolutiva cognitiva o psicotica o del quadro borderlinecon falso Sé o dell’inibizione nevrotica o depressiva.

Individuazione/separazioneSecondo la Mahler, la nascita psicologica del bambinosi svolge attraverso un processo di separazione-indivi-duazione, separazione dall’unione simbiotica con lamadre e individuazione delle proprie caratteristichepersonali. Nei primi mesi di vita si possono osservaredue stadi che la Mahler considera precursori di questoprocesso: la fase di autismo normale (prima settimanadi vita), nella quale il neonato si protegge dalle nuoveforti stimolazioni sensoriali con cui entra in contatto, ela fase simbiotica (tra i 2 e i 5 mesi) nella quale il bam-bino inizia a scoprire il mondo esterno, partendo dallapropria madre. Le psicosi del bambino vengono inter-pretate come deformazioni psicopatologiche di questenormali fasi di sviluppo dell’Io e delle sue funzioni nel-l’ambito del rapporto con il primo oggetto esterno, lamadre.

Infarto cerebrale arterioso Consiste nella necrosi ischemica di tessuto cerebrale inuno specifico territorio di distribuzione di un’arteriacerebrale, conseguente a una sua occlusione, transito-ria o permanente.

InferenzaIpotesi che deriva dall’interpretazione dei dati da partedell’individuo e non fenomeno che deriva dai dati stes-si.

Infusione intratecaleLiberazione di baclofen (farmaco ad azione miorilas-sante) nella falda di liquido cefalorachidiano che cir-conda il midollo spinale tramite un catetere capillareinserito nello spazio epidurale, fatto risalire all’oppor-tuno livello metamerico e alimentato da una pompa acontrollo elettronico munita di serbatoio impiantatasotto la cute dell’addome.

Inibizione di ritornoFenomeno attentivo che implica una maggiore rapidi-tà nello spostare l’attenzione verso una posizione nuo-

va dello spazio piuttosto che in direzione della posi-zione verso la quale l’attenzione era stata diretta prece-dentemente. Per alcuni la capacità di inibizione di ri-torno si sviluppa dal terzo-sesto mese di vita ed emer-ge in coincidenza con la capacità di programmare imovimenti oculari verso specifiche direzioni.

Inseguimento visivo lentoCapacità di mantenere la fovea su un oggetto che simuove lentamente. La velocità del movimento oculareè corrispondente a quella del bersaglio.

Insufficienza mentaleMancata acquisizione di un patrimonio mentale di co-noscenza.Sinonimi: ritardo mentale, ridotte prestazioni intellet-tive.

IntenzioneÈ definibile come un “piano” che durante la processa-zione delle informazioni recluta determinate aree cere-brali per codificarne la risposta.

Interazione competitivaModello proposto da Milani Comparetti per spiegarecome dal punto di vista evolutivo certi riflessi agisco-no come organizzatori della motricità per l’arco ditempo in cui ciascuno di essi acquista una dominan-za significativa sul complesso interattivo. Il modellodella diadicasia (lotta per la precedenza) presupponeche a costruire la struttura della motricità siano i pat-tern motori e che fra questi vi sia un rapporto di in-terazione competitiva sul quale si costruisce il mo-dello finale operativo consegnato ai meccanismi ese-cutori.

IntraparenchimalePosto all’interno di quella parte del tessuto o dell’orga-no che svolge funzioni specifiche.

IntroiezioneProcesso messo in evidenza dall’indagine analitica: ilsoggetto fa passare in modo fantasmatico dal di fuorial di dentro oggetti e loro qualità. L’introiezione è affi-ne all’incorporazione, che costituisce il suo prototiposomatico, ma non implica necessariamente un riferi-mento al limite somatico (introiezione nell’Io, nell’i-deale dell’Io, ecc.). Essa è in stretto rapporto con l’i-dentificazione (Laplanche e Pontalis. Enciclopedia del-la Psicoanalisi, Laterza Ed. 1968).Termine non usato da Freud, ma entrato successiva-mente in modo importante nella letteratura psicoana-litica, al punto da costituire oggi per molti autori un ri-ferimento teorico fondamentale (Marzani).Processo automatico dell’evoluzione della percezioneche permette di cogliere le caratteristiche dell’oggettoin quanto tale e di inserirle nel proprio Sé, da dove es-se possono condizionare il comportamento.

IoÈ anzitutto un’entità, Io corporeo, la consapevolezzacontinua del proprio corpo attraverso i suoi mutamen-ti.

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IpercinesiaMovimenti involontari abnormi che conseguono a le-sioni del sistema extrapiramidale. Vengono descritticome parassiti, grotteschi, non funzionali, anormali,ecc. Si tratta di movimenti spontanei, semplici o com-plessi, mutevoli o stereotipati, generalmente incoordi-nati, improvvisi e imprevedibili, sempre irregolari, ap-parentemente senza scopo e comunque non diretta-mente funzionali, che appesantiscono, ostacolano eimbrogliano il movimento volontario (intenzionale).Possono essere associati a disturbi della postura e a va-riazioni (fluttuazioni) del tono (distonia).

IperecogenicitàArea di aumentato segnale agli ultrasuoni.

IperfissazioneIn alcuni soggetti la fissazione può essere esagerata-mente persistente e viene quindi definita iperfissazio-ne. In questi casi manca la capacità di inibire la fissa-zione e quindi di spostare lo sguardo (fixation shift)verso un altro stimolo.

IperreflessiaAumento eccessivo o patologico dell’attività dei riflessi.

IperscialiaAumento della produzione di saliva.

IpertoniaResistenza anormalmente aumentata ai movimenti im-posti dall’esterno relativa a un’articolazione.Reazione di sostegno patologica o comunque eccessi-va, organizzata attorno al cosiddetto “schema estenso-rio” (anche estese, tendenza all’intrarotazione e all’in-crociamento delle cosce, ginocchia estese e piedi equi-ni), anche se a ben guardare nessuna delle stazioni ar-ticolari dell’arto inferiore risulta completamente este-sa. L’anca conserva sempre un certo grado di flessione,il più delle volte non risolvibile durante la marcia e ac-compagnata da un’antiversione del bacino, il ginoc-chio non è mai completamente allineato, neppure almomento del passaggio della verticale dell’arto oppo-sto in volo, e al piede, nonostante l’equinismo, possonoessere presenti componenti di dorsiflessione delle me-tatarsofalangee. Evocando l’ipertonia in estensione ècome se il paziente rispondesse al proprio peso in mo-do eccessivo.

IpocinesiaInsufficiente motricità.

IpoposturalitàReazione di sostegno rapidamente esauribile.

IposteniaSinonimo di diminuzione della resistenza o della forzamuscolare massima esprimibile in un esercizio conti-nuato o ripetuto. Il paziente denuncia astenia e preco-ce affaticabilità.

Ipotonia muscolareMancata o insufficiente reazione di sostegno.Diminuzione del tono muscolare in seguito alla quale i

muscoli si presentano morbidi e flaccidi al tatto e of-frono ai movimenti passivi una resistenza minore delnormale. È probabilmente dovuta ad una diminuzionedella scarica di base dei fusi neuromuscolari, che ridu-ce il contributo del riflesso da stiramento al tono mu-scolare.Fluttuazione della reazione di sostegno, con prevalenzadella riduzione sull’eccesso. L’atteggiamento posturalerisulta di conseguenza instabile. In questo caso sarebbepiù corretto utilizzare il termine distasia.Riduzione della resistenza offerta alla mobilizzazionepassiva e delle contrazioni di difesa articolare che com-paiono all’estremità del range. Viene esplorata con lamanovra del ballottamento.Accentuazione dei movimenti pendolari a seguito del-l’evocazione di riflessi muscolo-spinali. Provocandoun riflesso come il patellare, la gamba del paziente, an-ziché tornare immobile dopo una due escursioni, con-tinua a oscillare come un pendolo, senza il normalefreno dovuto al tono degli antagonisti.Riduzione della stiffness muscolare, con conseguenteaumento dell’escursione articolare. Se di origine cerebellare, interessa la muscolatura degliarti, talora anche del tronco. Si manifesta con un’esa-gerazione del ciondolamento delle mani e delle bracciaalla rotazione del tronco.

Ipotonia posturaleÈ dovuta a una riduzione della reazione di sostegno eporta a una precoce perdita dell’assetto posturale(bambino flaccido, bambola di pezza). Nel comporta-mento spontaneo compare anche come iperestensionedelle articolazioni sottoposte alle sollecitazioni dellaforza di gravità (ad esempio iperestensione del ginoc-chio in stazione eretta o del gomito in posizione qua-drupedica) oppure come ballottamento di un segmen-to, tipicamente la mano, nell’ambito delle sincinesie fi-siologiche (ad esempio nei movimenti degli arti supe-riori che accompagnano la marcia). Secondo alcuni au-tori variazioni del tono posturale starebbero anche allabase dei disturbi atassici.

IrradiazioneInopportuna diffusione della contrazione muscolaredal muscolo in cui essa è giustificata a zone limitrofe, oanche distanti, lungo direttrici obbligate in cui essanon è necessaria o risulta francamente dannosa.

IsometricaContrazione del muscolo contro resistenza ma senzavariazione della distanza che separa le sue inserzioni(avviene quando la forza muscolare prodotta e la resi-stenza incontrata si equivalgono).

IsteriaNevrosi caratterizzata da modificazioni delle funzionimotorie e sensoriali non giustificate da alterazioni or-ganiche del SNC (isteria = grande simulatrice).Quadro clinico evidenziato da Freud e descritto comequadro nevrotico, caratterizzato prevalentemente damanifestazioni di tipo somatico, sostenute dal mecca-nismo della conversione (vedi Conversione).

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ItemArgomento.

Ittero iperbilirubinemicoSegno caratterizzato dalla colorazione giallastra dellesclere, della cute e delle mucose dovuto a un aumentodella quantità di bilirubina presente nel sangue.

Ittero nucleareParalisi cerebrale di tipo discinetico conseguente aduna lesione dei nuclei della base prodotta da un ecces-so di bilirubina e accompagnata da ridotte prestazioniintellettive, sordità, convulsioni, atassia.

IVHEmorragia intraventricolare (intra ventricular he-morrhage).

KAFOTutore coscia-gamba-piede (knee ankle foot orthosis),in genere articolato al ginocchio.

LebbraNella lebbra viene persa per prima la sensibilità termo-dolorifica con momentanea conservazione della tattile.Spesso si associano altre manifestazioni cliniche comeanidrosi, alopecia, areflessia vasomotoria e atrofia os-sea con osteolisi spontanea. Successivamente comparela paralisi muscolare periferica.

LesionePerdita dell’integrità anatomica e fisiologica di unastruttura corporea.

Leucomalacia periventricolare (PVL)Rammollimento della sostanza bianca che si realizzain vicinanza della parete esterna dei ventricoli laterali.La distribuzione caratteristica della lesione coinvolgele aree di sostanza bianca dorsali e laterali ai ventricolilaterali e, con minore intensità, altre zone ad essi adia-centi. L’entità del danno può variare da piccole aree digliosi e necrosi fino a un coinvolgimento diffuso chepuò dar luogo ad ampie cavitazioni.

Libertà di sceltaLo stato di normalità è caratterizzato dalla variabilità edalla plasticità dei comportamenti e delle strategie,mentre la condizione di patologia è di contro definitadalla rigidità e dalla stereotipia.La libertà di scelta non va intesa come quota di norma-lità residua, ma come grado di indipendenza da pat-tern primitivi e patologici, riflessi, reazioni, automati-smi motori primari, ecc., all’atto di associare tra loromoduli motori diversi.

LibidoAspetto psichico della pulsione sessuale chiaramentedistinto dal suo aspetto somatico.

Limitazione articolareAnomalia acquisita di un’articolazione caratterizzatada una riduzione dell’ampiezza del movimento percor-ribile all’interno della direzione normale (diagnosi dif-ferenziale con deformità articolare).

LissencefaliaMalformazione del cervello caratterizzata da una com-pleta mancanza delle circonvoluzioni.Sinonimo: agiria.

MalacicoRelativo ad un rammollimento.

MalocclusioneAlterato rapporto occlusivo dentale delle arcate ma-scellare e mandibolare dovuto a cause congenite o ac-quisite. Sinonimo: disgnazia.

ManiacaleAlterazione eccitativa dell’affettività (esaltazione deltono dell’umore) non correlata alle circostanze di vitaprecedenti e alla situazione specifica del momento at-traversato.

ManierismoAnormalità complessa e stereotipata di comportamen-to che compare nelle emozioni o quando ci si concen-tra. Rappresenta un comportamento motorio artificio-so, goffo, involontariamente caricaturale che, pur co-stituendo un’esagerazione di una condotta naturale, ri-sulta adeguato alle circostanze. Può essere inibito vo-lontariamente e manca dell’irresistibilità del tic. Si os-serva anche nei pazienti schizofrenici.Consiste nella presenza di frequenti stereotipie moto-rie all’interno del movimento intenzionale.

MatchingConfrontare, misurare, comparare.

MetacognitivoSi riferisce alla conoscenza ed alla consapevolezza diciò che si sa, alla conoscenza dei costituenti e del modocon cui si realizza una funzione. Consapevolezza: ho coscienza di ciò che so.Esperienza metacognitiva: controllo dei processi co-gnitivi senza consapevolezza.

MetafonologicoPer metafonologia si intende l’attività di riflessioneesplicita sulle caratteristiche fonologiche del linguag-gio. Esempi di abilità metafonologiche sono la capacitàdi segmentare o fondere i fonemi di una parola. Le abi-lità metafonologiche sono considerate importanti pre-dittori dell’acquisizione della lingua scritta. Deficit diabilità metafonologiche sono presenti nei bambini condislessia evolutiva.

MetalinguisticoCon il termine metalinguistica ci si riferisce alla consa-pevolezza su ciò che si sa della lingua nelle sue diversecomponenti. Ad esempio un giudizio di correttezzagrammaticale o di plausibilità semantica richiede abili-tà metalinguistiche.

MetanalisiEsame di confronto dei risultati di una ricerca costi-tuente un campione statistico di sufficiente ampiezzada poter considerare valide le conclusioni raggiunte.

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MidriasiDilatazione della pupilla governata dal sistema vegeta-tivo ortosimpatico.

MiopiaIl bulbo oculare è otticamente più lungo del normaleper cui i raggi provenienti da un oggetto cadono da-vanti la retina. Altre volte la causa va ricercata in unacornea troppo piatta o in un cristallino troppo sottile.Risulta compromessa la visione da lontano e il difettoviene corretto con lenti sferiche positive.

MiosiCostrizione della pupilla: è una risposta parasimpatica.La stimolazione luminosa di un solo occhio determinala miosi di ambedue le pupille (riflesso diretto e rifles-so consensuale).

Mira visivaIn oculistica un’immagine in grado di attrarre lo sguar-do del paziente.

Mirror (neuroni)Specifici neuroni localizzati nell’area F5 (convessitàcorticale) definiti “mirror” dal gruppo di Rizzolatti perevidenziare la duplice valenza esecutiva/osservativadella loro risposta. I neuroni mirror non solo codifica-no l’esecuzione di un determinato movimento finaliz-zato della mano o del piede o della bocca, ma vengonoeccitati anche durante l’osservazione di un’azione spe-culare analoga eseguita da un altro individuo. I neuro-ni mirror sembrano codificare non solo lo scopo del-l’azione, ma anche la modalità con cui questo scopoviene raggiunto. L’interpretazione funzionale dei neu-roni mirror è che essi facciano parte di sistema checonsente la comprensione delle azioni eseguite da altriindividui. Questo sistema potrebbe funzionare con unmeccanismo di accoppiamento visuo-motorio tra l’a-zione osservata e quella eseguita. Dal momento chel’osservazione di un’azione evoca nell’osservatore larappresentazione motoria della stessa azione, potrebbeessere questo il meccanismo che permette la compren-sione del significato dell’azione osservata.

ModificareSignifica adattare la funzione patologica per una suamaggiore efficacia nei confronti del problema da risol-vere, o del desiderio da realizzare, e per una sua mag-giore efficienza nei confronti del risultato da raggiun-gere.

ModuloIl modulo è un’unità di elaborazione delle informazio-ni che incapsula tale conoscenza e le computazioni adessa relative. Sottofunzione che viene assemblata usando strategiecognitive.In termini “modulari” ciascuna funzione adattiva cheil bambino va costruendo è costituita da sottofunzionio sottosistemi o moduli specializzati che sono deter-minati geneticamente e funzionano indipendentemen-te gli uni dagli altri. Un modulo per alcuni autori è unsottosistema con particolari proprietà: è specifico perun determinato settore, rigido cioè non assemblato a

partire da processi più primitivi, segue un quadro ca-ratteristico di sviluppo, è computazionalmente auto-nomo e isolato informazionalmente, veloce e a funzio-namento obbligato cioè automatico e guidato dallo sti-molo. Il modulo computa dal basso in alto (bottom up)una classe ristretta di input specifici, ovvero si limita aprendere in considerazione quelle entità che sono rile-vanti alle particolari capacità di elaborazione. Per altriautori invece il termine modulo deve essere inteso inmaniera più elastica come “sottosistema funzionale” osottosistema instabile. Infine secondo alcuni la modu-larizzazione è un processo ancora più elastico, che sibasa su una serie di inclinazioni o predisposizioni ini-ziali, le quali permettono un certo tipo di interazionecon l’ambiente circostante, che serve a canalizzare l’at-tenzione solo verso alcuni tipi di risultati o di eventi;tale spostamento dell’attenzione finisce per avere poiun’influenza determinante sullo sviluppo del cervello edei moduli.

Modulo motorioComponente elementare del movimento. Sono i singo-li elementi motori preformati di cui si compone l’alfa-beto della motricità. Da soli non significano nulla (so-no cioè unità semplici prive di senso), ma combinatiopportunamente assieme, come avviene per le letteredell’alfabeto o i fonemi del linguaggio, essi possonocomporre le posture ed i gesti di ogni possibile attivitàmotoria, cioè le parole del movimento (unità comples-se dotate di senso).

Monoterapia (epilessia)Trattamento con un solo principio attivo (un solo far-maco).

Manovra di trazione o di FinkelsteinIl bambino in decubito supino con le estremità in posi-zione simmetrica viene sollevato dal piano del letto ti-randolo per le mani fino a raggiungere la posizione se-duta. Almeno alla partenza, il capo deve trovarsi in po-sizione mediana simmetrica, per evitare l’influenza deiriflessi tonici asimmetrici del collo, e lo sguardo deveessere agganciato al volto dell’esaminatore. La mano-vra indaga il livello raggiunto dal raddrizzamento as-siale. Fino al terzo mese di vita il capo segue il tronco;dopo il terzo mese lo precede.

MorfocinesiForma del movimento.

MorfosintesiRiconoscimento tattile, stereognosia.

Morso riflessoCompare intorno al sesto mese di vita. Potrebbe coin-cidere con la comparsa della lallazione. È indipenden-te invece dalla dentizione. Se il cucchiaio è fatto di ma-teriale tenero come la gomma, la plastica o il legno,rende meno probabile l’evocazione di una morsicaturariflessa.

MotivazioneConsapevolezza che il soggetto raggiunge di avere unpreciso bisogno, o un desiderio realizzabile, e sua de-

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terminazione a cercare e a trovare una soluzione ope-rativa in grado di poterlo soddisfare.

MotoscopiaOsservazione visiva della qualità dei pattern posturali egestuali nella loro configurazione spaziale e temporalee relativa interpretazione funzionale.

MovimentoIndica lo spostamento nello spazio e nel tempo di unoo più segmenti del corpo, o di questo nel suo insieme,rispetto a un osservatore. Si può realizzare soltantosulla base di un aggiustamento posturale a breve o alungo termine prima, durante e dopo la sua esecuzio-ne.È il passaggio da una postura ad un’altra. È uno slitta-mento progressivo della postura.È il risultato di una complessa interazione di forze trale quali primeggiano quella muscolare e la gravità.È un’interazione finalizzata con il mondo allo scopo diestrarre le informazioni di cui il SNC ha necessità.Rappresenta il primo e più importante strumento pos-seduto dall’uomo per adattare l’ambiente in cui vive econtemporaneamente per adattarsi (ovvero divenireadatto) ad esso.È un mezzo che l’uomo utilizza per amplificare edesprimere il suo mondo interiore. Movimento fine: per definirlo occorre pensare al con-cetto meccanico di tolleranza fra progetto e risultatoconseguito. Tutti i muscoli possono effettuare un mo-vimento fine, che comporta naturalmente maggiorcontrollo rispetto a un movimento grossolano. Un mo-vimento fine non è un movimento piccolo, ma un mo-vimento altamente controllato retroattivamente a feed-back. L’esempio più tipico è offerto dal lavoro dei mu-scoli oculari che hanno un rapporto favorevole con ledimensioni dell’unità motoria.Capacità di un segmento scheletrico di operare nellospazio con elevato controllo della precisione. Sono ca-ratteristici della mano per l’elevata presenza di piccolearticolazioni controllate da muscoli antagonisti atti apermettere un controllo appunto “fine”.Movimenti associati: sono in genere rappresentati daipercinesie di natura discinetica.Movimento spontaneo: movimento che prende originedallo stesso organismo, in ogni caso senza provocazio-ne intenzionale proveniente dall’esterno, non orientatoverso una meta esterna, cioè senza alcuna apparentefunzione esterocettrice. Dal quarto mese in poi i movi-menti spontanei decrescono bruscamente di intensità edi frequenza, più rapidamente nelle femmine che neimaschi.Movimento lento: un movimento può essere definitolento quando viene eseguito a una velocità tale da la-sciare il tempo necessario per correggere la sua traiet-toria usando le afferenze visive e cinestesiche. Si dice inquesto caso che il movimento è sotto controllo retroat-tivo (feed-back).Movimenti anticipatori: movimenti che si presentanoprima dell’azione volontaria. Si tratta di movimenti as-sociati al movimento volontario esprimenti una pro-grammazione posturale che precede o si associa al mo-vimento intenzionale.Movimenti automatici: fanno parte delle acquisizioni

motorie che si realizzano nel periodo di maturazionedel SNC (da 0 a 3 anni). Costituiscono il patrimoniomotorio di base della specie umana.Movimenti automatizzati: sono così definiti per distin-guerli da quelli automatici. Sono movimenti acquisitidopo la maturazione del SNC a seguito di esercizi diaddestramento. L’attività motoria recuperata rimarràper molto tempo meno automatizzabile e verrà esegui-ta in maniera più cosciente.Movimenti patologici: movimenti non appartenenti alrepertorio della normalità. In genere non sono adatti asoddisfare il compito per cui vengono prodotti.Movimenti primitivi: risultano errati solo in relazioneall’età del soggetto in quanto sono pertinenti le primefasi dello sviluppo motorio.Movimenti volontari: movimenti di cui si presupponeun’intenzione e una coscienza in relazione allo scopoper cui vengono attivati.Movimenti de rampe: sono movimenti lenti che corri-spondono ai movimenti di pursuit. Per studiare questimovimenti si osserva se il soggetto è capace di seguirecon lo sguardo un oggetto che si sposta lentamente,dopo averlo messo a fuoco, oppure se è presente la fa-se lenta del nistagmo optocinetico.Movimenti saccadici: movimenti rapidi di fissazione.Vengono così definiti i movimenti ballistici, coniugati,a scatto, notevolmente accelerati dei globi oculari, chepossono insorgere a seguito di stimoli visivi o non visi-vi (ad esempio nistagmo otocinetico e nistagmo ottoci-netico). Hanno una latenza ed una velocità costante(rispettivamente 200 msec e 600° al secondo) e la loroampiezza dipende dalla posizione dello stimolo. La lo-ro funzione è quella di portare sulla fovea immagini dioggetti che compaiono sulla periferia della retina. Imovimenti saccadici di sguardo si distinguono in mo-vimenti di attrazione e movimenti di localizzazione. Iprimi possono essere evocati da uno stimolo che com-pare improvvisamente alla periferia del campo visivo,mentre i secondi sono movimenti più o meno inten-zionali, eseguiti allo scopo di localizzare la posizione diun oggetto. I movimenti saccadici si possono studiarecon il tamburo di Barany per provocare il nistagmo op-tocinetico: la fase rapida di questo è un movimentosaccadico. Per saperne di più: capitolo 9.Movimenti di pursuit: movimenti di inseguimento len-to degli occhi necessari per mantenere la fissazione.Sono detti anche follow movements. Per controllare ilsistema pursuit (occipitale e occipito-mesencefalico) siosserva se il soggetto è capace di seguire con lo sguar-do un oggetto che si sposta lentamente, dopo averlomesso a fuoco, oppure se è presente la fase lenta del ni-stagmo optocinetico.Movimenti vestibolari secondo Cogan: si fa eseguire alsoggetto la manovra oculocefalica (brusca sollecitazio-ne del capo verso un lato, a cui segue una deviazionelenta, “vestibolare”, degli occhi verso il lato opposto eduna rapida fase di ritorno “saccadico”).Movimenti segmentali: si intendono movimenti distalidi flessione, estensione, rotazione sia isolati sia nelcontesto di un movimento generalizzato, ma non comeparte di un movimento globale di estensione o di fles-sione dell’arto. Movimenti parassiti: sono ipercinesie attivate da unmovimento volontario che interessano i segmenti non

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operativi e avvengono nello stesso momento. Possonodeformare il movimento volontario al punto di rende-re difficile il raggiungimento del risultato cercato.Movimenti servomotori: sono movimenti senza scopoil cui scopo è rendere possibile ed efficace il movi-mento finalizzato che li seguirà. Rappresentano unastrategia del paziente discinetico. Compiendo un mo-vimento volontario in un segmento non coinvolto di-rettamente nell’azione che intende compiere, il pa-ziente riesce a distrarre le ipercinesie dai segmentiche verranno impiegati per l’azione finalizzata e chepotranno in questo modo muoversi più efficacemen-te. Precedono immediatamente il movimento finaliz-zato.Movimenti speculari, sincinesie di imitazione o movi-menti a specchio: sono rappresentati da movimenti in-volontari del lato conservato che si producono in occa-sione di analoghi movimenti compiuti dal lato pareti-co. Ad esempio la flesso-estensione del piede pareticoevoca movimenti sincroni del piede controlaterale.Compaiono nelle emiparesi lievi e in diverse cerebro-patie infantili.

MultilobareStruttura anatomica formata da numerosi lobi.

NarcisismoCon riferimento all’immagine di Narciso: amore versol’immagine di se stesso. Termine introdotto da Freudper indicare un ripiegamento della libido verso se stes-si, ulteriormente trattato poi come narcisismo prima-rio e secondario. Deviazione psicologica caratterizzata da eccessivo ap-prezzamento estetico della propria persona a sfondosessuale con sopravalutazione delle proprie doti.Il termine narcisismo viene usato in senso clinico perindicare il bisogno del soggetto di investire se stesso diqualità particolari per superare sentimenti di precoce eintensa frustrazione.

Negazione maniacaleSecondo Freud è una modalità di difesa nei confrontidelle pretese della realtà esterna.Meccanismo difensivo dalla depressione mediante ilquale il soggetto, non tollerando il dolore, ad esempiodi una perdita, inverte il significato dell’esperienza, ne-gando la realtà. Tale meccanismo è tipico della patolo-gia psicotica maniacale.

NegligenzaLa negligenza conduce all’incapacità di utilizzare unarto superiore potenzialmente capace di muoversi.Personale: se il paziente trascura il proprio braccio si-nistro.Extrapersonale: se il paziente trascura di disegnare glioggetti posti alla sua sinistra.Di rappresentazione: se il paziente non riesce a rappre-sentare la parte sinistra della propria camera, del pro-prio appartamento, della propria piazza.Percettiva: se il paziente non processa le informazionisensitive e sensoriali provenienti dal proprio emisomasinistro.Motoria: se il paziente non si serve dell’arto sinistrononostante la sua motilità sia integra.

NeonatalePrime quattro settimane di vita.

NeuroimagingIndagini neuroradiologiche del sistema nervoso centrale. Per saperne di più: vedi capitolo 10.

NeuropsicologiaBranca della neurologia e della psicologia che studia irapporti fra strutture anatomiche, meccanismi fisiolo-gici e patologici ed attività cerebrali, specie nel campodell’intelligenza, della memoria, del linguaggio e delcomportamento.

NeurotomiaSezione del nervo.

NevrosiMalattia nervosa di origine funzionale in assenza di le-sioni dimostrabili del SNC. A differenza di quanto av-viene nelle psicosi, nelle nevrosi il soggetto è capace diuna certa introspezione ed è consapevole del propriostato.

Network neuraleRete neurale.

Nistagmo oculareÈ caratterizzato da oscillazioni oculari ritmiche ed in-volontarie che possono essere pendolari, a scosse o mi-ste. Il nistagmo si può presentare in forma manifesta olatente. Quello congenito non dà mai oscillopsia (vede-re gli oggetti in movimento), al contrario di quello ac-quisito.Spasmo dei muscoli estrinseci oculari che provoca unacontinua oscillazione soprattutto in senso laterale delbulbo oculare. Può avere varie cause, ad esempio gliocchi: ottocinetico; il sistema vestibolare: otocinetico;il cervelletto: cerebellare, ecc. Il nistagmo cerebellare èin genere orizzontale, ma può essere verticale o rotato-rio; si evidenzia nello sguardo laterale: la scossa rapidaè nella direzione di sguardo, quella lenta verso la posi-zione di ritorno. Nelle lesioni emisferiche, il nistagmo èpiù grossolano e più lento quando lo sguardo è direttoverso il lato dell’emisfero cerebellare leso.

OculomozioneTermine riferito alle strutture nervose centrali e perife-riche nonché ai muscoli striati e lisci che presiedono aimovimenti degli occhi.

Oggetto autisticoSecondo Tustin il bambino, quando sperimenta unarottura troppo precoce del legame madre-bambino equindi prova una rottura della continuità corporea ouna perdita di una parte del proprio corpo, utilizza del-le protezioni manipolatorie e reattive, non concettua-lizzate e basate essenzialmente sulle sensazioni delproprio corpo per costruirsi un bozzolo protettivo.Sta ad indicare le caratteristiche con cui il soggetto au-tistico vive e sperimenta l’oggetto e cioè come oggettoparziale e non separato da Sé. Può trattarsi di parti delproprio corpo o di oggetti esterni.

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Oggetti parzialiPer il lattante l’oggetto è rappresentato dal seno/ma-dre. Quando esso è presente, nutre e protegge il bam-bino e viene vissuto come oggetto buono. Quando è as-sente e il bambino soffre per la fame e la sete, vienevissuto come oggetto cattivo che far star male. A causadi tale “scissione dell’oggetto” la Klein chiamò questafase dello sviluppo posizione schizoparanoide. In essail bambino è in grado di rapportarsi e di interiorizzaresolamente in funzione di un “oggetto parziale”.Oggetto cui sono dirette le pulsioni parziali, senza chenecessariamente sia assunta come oggetto d’amoreuna persona nel suo insieme. Si tratta principalmentedi parti del corpo, reali o fantasmatiche (seno, feci, pe-ne) e dei loro equivalenti simbolici. Anche una personapuò identificarsi o essere identificata come un oggettoparziale (Laplanche e Pontalis. Enciclopedia della Psi-coanalisi, Laterza Ed. 1968).

OKNNistagmo orizzontale optocinetico (OptokineticNystagmus).Per saperne di più: capitolo 9.

OlismoTeoria secondo cui l’organismo rappresenta una totali-tà organizzata non riconducibile alla somma delle di-verse parti costituenti. Un sistema, come coalizioneoperativa fra diversi organi, apparati e strutture, èsempre qualche cosa di più e di diverso della sommadelle singole parti che lo compongono.

OmeostasiDifesa della propria stabilità interna dalle perturbazio-ni esterne. È determinata da dispositivi di controllo efunzionamento automatico.

OpistotonoContrattura dei muscoli del dorso cosicché il troncoforma un arco rivolto all’indietro. In fisiologia speri-mentale si produce tramite lesioni del verme anteriore.

OptocineticoVedi nistagmo.

OROrientation reversal. Stimolo visivo utilizzato in unatipologia specifica di potenziali evocati visivi di tipo“steady state”, ovvero ad alta frequenza di stimolazio-ne. Fornisce un indice di maturazione della cortecciavisiva (vedi Orientation).

Orientation (orientamento)La corteccia visiva contiene neuroni selettivi alla per-cezione di stimoli a diverso orientamento, che nonpossono quindi essere processati da strutture sottocor-ticali. La sensibilità verso questi stimoli si sviluppa nel-l’arco dei primi mesi di vita e può essere considerataun indice di maturazione corticale (vedi OR).

Organi tendinei del GolgiIl riflesso miotattico inverso (rispetto a quello direttoprodotto dai fusi neuromuscolari) è mediato dagli or-gani tendinei del Golgi che, disposti in serie col mu-

scolo al passaggio tra fibre muscolari e tendinee, misu-rano la forza compiuta dallo stesso sull’articolazione eriescono, insieme alle informazioni provenienti dai fu-si neuromuscolari, a fornire al SNC le indicazioni ne-cessarie per misurare il “senso dello sforzo”. Gli organitendinei del Golgi sono sensibili sia alla tensione pro-dotta dalla contrazione muscolare sia a quella causatada una forza applicata dall’esterno. La loro stimolazio-ne agisce in senso inibitorio sui motoneuroni del mi-dollo spinale producendo il rilassamento del muscoloin tensione, che viene in questo modo protetto dai ca-richi eccessivi.

OsteomalaciaDemineralizzazione dell’osso maturo secondaria adun’insufficiente fissazione di calcio e fosforo da partedella matrice proteica.Alterato rapporto tra parte organica e parte mineraledel tessuto osseo.

OsteoporosiRiduzione delle trabecole ossee della spongiosa e di-minuzione dello spessore della corticale, senza accu-mulo di matrice proteica (al contrario di quanto avvie-ne nell’osteomalacia). Riduzione quantitativa del tessuto osseo senza alte-razioni del rapporto tra parte organica e parte mine-rale.

OutcomeEsito a distanza.

PachigiriaMalformazione del cervello caratterizzata da un ridot-to numero di circonvoluzioni secondarie per riduzionedei solchi.

ParadigmaInsieme coerente e articolato di teorie, metodi e proce-dimenti che contraddistingue in modo predominanteuna fase dell’evoluzione di una determinata scienza.

ParalisiReclutamento ridotto o inefficace di unità motorie làdove queste vengono abitualmente impiegate per quel-la determinata attività.Nella PCI la paralisi rappresenta il diverso assetto difunzionamento dell’intero sistema (errore computa-zionale), secondo il dettato di una coerenza internaprevedibile (autorganizzazione) che sta alla base dellacosiddetta “storia naturale” di ciascuna forma clinica.Per saperne di più: capitolo 2.

Paralisi di sguardoDisturbo sopranucleare “centrale” che consiste nell’in-capacità di portare ambedue gli occhi verso un obiettivo.A seconda della sede della lesione, si possono verificareparalisi dello sguardo in destroversione, levoversione,abbassamento o elevazione. L’unica paralisi di sguardo“monoculare” è la paralisi internucleare dovuta a lesio-ne del fascicolo longitudinale mediale. Poiché si tratta diuna paralisi di sguardo monoculare, cioè centrale e nonmuscolare, in essa la convergenza è conservata.

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ParaplegiaParalisi di entrambi gli arti inferiori.

ParatoniaIncapacità di rilasciamento muscolare volontario (er-rore della durata della contrazione).

ParassitiMovimenti parassiti: vedi movimento.

PartecipazionePresenza attiva ad un evento.OMS: il contrario di emarginazione ed handicap (inte-so come svantaggio sociale). Nell’ICF per partecipazio-ne si intende il coinvolgimento e l’integrazione di unapersona in una situazione reale di vita. Essa rappresen-ta la prospettiva sociale del funzionamento.

PassioneCiò che faccio per mio personale interesse e provandopiacere (pulsione). Attività che procura al paziente ve-ro appagamento e che quindi a lui piace fare e che de-sidera compiere. Per distinguere le attività dalle abilitàe dalle passioni, dobbiamo confrontare la prestazioneeseguita con la difficoltà incontrata, la qualità del ri-sultato prodotto e la soddisfazione provata.

PEGPercutaneous Endoscopic Gastrostomy. Accesso diret-to allo stomaco tramite un sondino a permanenza cheattraversa la parete addominale.

PercettoLa percezione è il processo per cui la stimolazione sen-soriale viene trasformata in esperienza organizzata.Tale esperienza è il prodotto congiunto della stimola-zione e del processo stesso.Descrizione univoca di uno stimolo fornita da un’in-formazione proveniente dagli organi di senso.È ogni percezione cosciente che diviene gnosia.

Perimetro cinematicoApparecchiatura che consente di misurare il campo vi-sivo.Per saperne di più: capitolo 9.

PerinataleEpoca dello sviluppo che comprende la vita fetale tardi-va (oltre la 28a settimana di gestazione) e quella neonata-le precoce fino al termine della prima settimana di vita.

PETSta per Positron Emission Tomography, tecnica neuro-radiologica che avvalendosi dell’indicatore fluoro-de-sossi-glucosio mescolato nel sangue e utilizzato dal tes-suto cerebrale, può evidenziare un’alterata utilizzazio-ne dello stesso da parte del cervello. È utile per la dia-gnosi della distrofia miotonica e delle encefalopatiemitocondriali.

PEVI Potenziali Evocati Visivi sono la risposta elettrofisio-logica registrata dallo scalpo che riflette la processa-zione neuronale degli input visivi, seguiti a partire dai

fotorecettori sino alla corteccia occipitale.Per saperne di più: capitolo 9.

Piano d’azioneProgrammazione e pianificazione dei movimenti ne-cessari per ottenere un determinato risultato al termi-ne dell’azione intrapresa.

PiramidaleSistema costituito dal fascio cortico-spinale e dal fa-scio cortico-genicolato, che presiede ai movimenti deimuscoli striati.

PLPreferential looking.

PlasticitàTermine che indica come alcuni meccanismi del recu-pero e del risparmio funzionale siano il risultato dicambiamenti globali dell’organizzazione neuronaleche si verificano in risposta a danni del SNC. La plasticità è spesso intesa come una flessibilità mor-fo-funzionale e il termine è utilizzato per descriverenon solo modificazioni anatomiche quali la rigenera-zione assonale, lo sprouting collaterale e il pruning(potatura), ma anche variazioni di efficienza sinapticacome l’ipersensibilità da denervazione e la riattivazio-ne di sinapsi “relativamente inefficienti”. Una defini-zione più radicale di plasticità è la capacità di unastruttura nervosa, che svolge un ruolo consistente edidentificabile, di modificare la propria specializzazionein risposta a una lesione.Insieme di capacità di modellamento e rimodellamen-to proprie del SNC immaturo, di importanza centraleper il concetto di evoluzione.La plasticità diminuisce con l’aumento della specializ-zazione corticale.

Plegia-paresi-paralisiIn passato questi termini indicavano gradi crescenti dicompromissione motoria. Attualmente vengono consi-derati sinonimi.

PolipneaModificazione del respiro che diviene particolarmentefrequente e superficiale.

Pollice nel palmoAtteggiamento causato da spasmo/contrattura di ad-duttore, opponente, primo interosseo dorsale, flessorebreve e/o flessore lungo. Il pollice resta bloccato nelpalmo della mano in flessione-adduzione. Questa si-tuazione stimola la flessione delle altre dita che si chiu-dono attorno al pollice rendendo impossibile l’afferra-mento (mano prigioniera).

Poor repertoireLa sequenza delle diverse componenti del movimentodel neonato è ripetitiva e monotona e i movimenti del-le diverse parti del corpo non avvengono con la com-plessità propria dei soggetti normali. Il termine poveroesprime in questo caso un giudizio qualitativo e nonquantitativo, che andrebbe invece indicato come ipoci-nesia.

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PosizioneConfigurazione corporea definita in un dato istantedalle relazioni spaziali che intercorrono tra le diverseparti del corpo e l’ambiente esterno.

PosturaLetteralmente ponere situs. Atteggiamento individualeassunto dal singolo soggetto, definito dai rapporti chesi stabiliscono tra i vari segmenti corporei inseriti nel-lo spazio e quindi corredati delle forze relative, in par-ticolare dei muscoli, cui presiede l’attività di controllodel SNC.La maggior parte delle posture sono in realtà piccoliaggiustamenti attorno alla posizione prescelta e quindiveri movimenti. Fra le forze utilizzabili per la conser-vazione di una postura abbiamo la contrazione musco-lare, il peso e i vincoli, ma non l’inerzia.La postura è un pattern tridimensionale, o sistema dilunghezza, che mantiene le diverse parti del corpo inuna data posizione. È un pattern di fissazione del cor-po su cui si struttura il movimento. Quest’ultimo èun pattern tetradimensionale o variazione di posture,alla cui tridimensionalità spaziale si aggiunge il tem-po.La postura è un movimento arrestato (congelato), cioèun pattern a riposo. La postura è un movimento ab-bozzato che include anche una diminuzione delle so-glie sensoriali e una ridistribuzione selettiva del tonoper preparare il movimento ed è nel contempo soste-gno e preparazione del movimento. Il movimento, asua volta, può essere considerato come una successio-ne di posture e si potrebbe realizzare soltanto sulla ba-se di un aggiustamento posturale a breve o a lungo ter-mine, prima e durante la sua esecuzione.Le posture sono posizioni statiche in cui le forze mu-scolari controllabili dal SNC sono in grado di opporsialle modificazioni dei rapporti tra i segmenti che leforze esterne tentano di generare.Per ogni individuo la postura migliore è quella nellaquale i segmenti sono equilibrati nella posizione di mi-nimo impegno muscolare e di massima stabilità.Atteggiamento corporeo caratterizzato da una definitarelazione reciproca fra i segmenti che compongono ilcorpo in relazione allo spazio circostante, in un datomomento, senza tenere conto della forza di gravità(diagnosi differenziale con posizione).La postura segue il movimento come un ombra: ognimovimento inizia da una postura e termina con unapostura (Sherrington).

PrassiaSomma delle istruzioni necessarie per passare da unprogetto a un prodotto.Organizzazione sequenziale di atti motori. Si può defi-nire anche attività o competenza. È fondata sulla nasci-ta dell’intenzione ed è realizzata ad opera di un proces-so proattivo a feed-forward (cronologicamente coinci-dente con l’intenzione e l’organizzazione sequenziale)e dalla verifica del risultato conseguito.Capacità di eseguire movimenti e sequenze di movi-menti intenzionali.Le prassie o azioni non sono semplicemente movimen-ti, ma sistemi di movimenti coordinati in funzione diun’intenzione e di un risultato.

Sequenza esecutiva che richiede la progettazione men-tale e la sua rappresentazione simbolica e che, per es-sere corretta, deve essere eseguita in una precisa suc-cessione.

Prematuranza (prematurità)Secondo l’OMS (1961) la nascita prima della 37a setti-mana di gestazione. Secondo l’Accademia Americanadi Pediatria la nascita prima della 38a settimana di ge-stazione.

PrenataleAvvenuto prima del parto.

PretermineMentre in base all’età gestazionale i neonati si classifi-cano in pre-termine o prematuri (tra la 22a e la 37a set-timana di età gestazionale), a termine (tra la 38a e la 41a

settimana) e post-termine (oltre la 41a settimana), inbase al peso vengono definiti appropriati per l’età ge-stazionale (AGA), piccoli per l’età gestazionale (SGA osmall for date) e grandi per l’età gestazionale (o ma-crosomici).A seconda dell’età gestazionale e del peso, i neonatipretermine possono essere distinti, secondo una classi-ficazione internazionale concordata, in:– LBW (low birth weight): prematuri moderati, nati tra la32a e la 37a settimana, con peso tra 1500 e 2500 grammi;– VLBW (very low birth weight): grandi prematuri, na-ti tra la 29a e la 32a settimana, con peso tra 1000 e 1500grammi;– EVLBW (extremely very low birth weight): grandissi-mi prematuri, nati tra la 22a e la 28a settimana, con pe-so tra 500 e 1000 grammi.

PrimitivoLa parola primitivo indica che lo schema consideratoappartiene in senso generale al repertorio della norma-lità, ma viene osservato considerevolmente al di fuoridella fascia temporale in cui esso dovrebbe esercitare lapropria influenza. La parola patologico indicherebbeinvece che lo schema osservato non appartiene al re-pertorio della normalità. È evidente però che ancheschemi primitivi che perdurino indefinitamente sonoespressione di un’organizzazione patologica delle fun-zioni motorie quale quella prodotta dalla PCI o dal ri-tardo mentale.

Problem solvingAttività che presuppone la capacità di riconoscere l’e-sistenza di un problema, di definirne le parti costituen-ti e di esaminarle in modo critico, prendendo decisionie attuandole, valutando i risultati e le conseguenze del-le azioni intraprese. La pianificazione, la programmazione, l’eventuale ri-programmazione, la modulazione degli stati di vigilan-za e/o del livello di attivazione, in altre parole i proces-si relativi al problem solving hanno una sede frontale,ovvero un livello equivalente a quello dei lobi frontali.Le attività di problem solving si caratterizzano per lacomponente di prova ed errore ed uno sforzo pianifi-cato e sistematico per dedurre o chiarire qualche cosadi incerto.

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Progetto terapeuticoSi intende un insieme di proposizioni elaborate dalteam riabilitativo che, tenendo conto in maniera glo-bale dei bisogni del paziente, dei suoi desideri, dellesue menomazioni, disabilità, abilità e risorse residue erecuperabili, nonché dei limiti imposti dalle situazioniambientali e dalle risorse disponibili, definisce qualisiano gli esiti desiderati in tempi stabiliti; le azioni e lecondizioni necessarie al raggiungimento di questi esiti.La sua realizzazione necessita dell’intervento di perso-nale medico e tecnico della riabilitazione.

ProgressoRappresenta la capacità di scomporre per ricostruire,di selezionare per riutilizzare, di disordinare per ri-as-semblare in nuove sequenze quanto è stato acquisito,in sostanza la capacità di generalizzare le acquisizioni.Capacità di “riciclare” l’atto motorio appreso, scom-ponendolo per poterlo modificare e trasferire in nuovesequenze, per nuovi compiti, in contesti sempre diver-si e renderlo così adattivo.

PropositivitàEssere propositivi significa indurre e partecipare aicambiamenti, lanciare e raccogliere messaggi, crearenuove condizioni, provocare il mondo circostante perpoterlo meglio comprendere e giudicare. Per esserepropositivi bisogna affinare gli strumenti con cui si in-teragisce con il contesto, strumenti della conoscenzache divengono categorie sempre nuove nella relazionefra l’individuo e l’ambiente. La propositività è una testi-monianza della consapevolezza che il soggetto ha rag-giunto dei propri bisogni e della sua volontà e determi-nazione di utilizzare il proprio repertorio per raggiun-gere i propri scopi ed esaudire i propri desideri.

PropriocezioneÈ la capacità di riconoscere la posizione del propriocorpo nello spazio e dei singoli segmenti tra loro, sia instatica sia in movimento.

Prolonged flareReperto riscontrato tramite indagini seriate di ecogra-fia transfontanellare. Consiste nella presenza di iper-ecogenicità periventricolare che persiste oltre le duesettimane, ma che non dà esito a cavitazione cistica. Inalcuni casi questo reperto ecografico è seguito da lievedilatazione delle cavità ventricolari.

Pseudo MoroVedi startle reaction.

PsicometriaÈ la misura ottenuta mediante l’impiego di strumentispecializzati delle caratteristiche del comportamento,della personalità e degli atteggiamenti propri dell’indi-viduo.È la misura del quoziente intellettivo ottenuta tramitetest specifici.

PsicosiGruppo eterogeneo di quadri clinici aventi in comuneuna grave modificazione delle funzioni mentali, allaquale corrisponde un alterato rapporto con la realtà ed

un comportamento sociale anomalo. Tra le manifesta-zioni cliniche più o meno rappresentate nelle varie for-me di psicosi si ricordano i disturbi della coscienza,della memoria, della percezione, del pensiero e dell’u-more, con notevole carenza di introspezione.

PursuitMovimenti di inseguimento lento degli occhi. Vedimovimento.

PVLLeucomalacia periventricolare.

QIQuoziente di intelligenza.

QIPQuoziente intellettivo di performance.

QIVQuoziente intellettivo verbale.

QuadriplegiaSinonimo di tetraplegia-tetraparesi.

QuieteEspressione di “stabilità” del sistema autonomico. Nonè inattività ma tolleranza, non è passività ma impegnointeriore, non è rinuncia ma disponibilità, non è inibi-zione ma attesa consapevole.

RaddrizzamentoAllineamento del corpo nello spazio rispetto alla lineaverticale.

RadicellotomiaSezione di parte delle radici nervose all’uscita del fora-me vertebrale nella sola branca sensitiva per influenza-re la risposta motoria tramite l’interruzione dell’arcoriflesso spinale. L’entità della sezione nervosa, che puòriguardare diversi metameri, può essere percentual-mente molto diversa a seconda del risultato che si in-tende raggiungere e spingersi anche oltre la metà delcontingente delle fibre sensitive.

RappresentazioneMappa che costituisce il destino finale delle informa-zioni dopo che esse sono state raccolte ed elaborate at-traverso l’esperienza. Questa mappa fa parte della me-moria procedurale su cui si basano i meccanismi anti-cipatori.Riproduzione mentale soggettiva del contenuto di pre-cedenti percezioni.Proiezione corticale dei recettori.

Rappresentazione centraleIl termine rappresentazione è impiegato nel senso diqualcosa di interno alla mente del bambino e non nelsenso di raffigurazione come forma esteriorizzata diuna rappresentazione, ad esempio nel disegno o nellascultura.

Rappresentazione del SéImmagine del Sé: rappresentazione mentale degli

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aspetti più significativi della propria identità. Si co-struisce attraverso l’elaborazione e la successiva inte-grazione di vissuti e di fantasie legate al corpo.

Reazione associataReazione involontaria a uno stimolo che sfugge al con-trollo inibitorio.

Reazione calamitaDopo aver stimolato il palmo della mano, nei primimesi di vita il bambino tende a inseguire nello spaziol’oggetto stimolante come se questo fosse calamitato.

Reazione di avoiding (evitamento, repulsione)Secondo Sabbadini questa reazione avviene quandoqualunque stimolo esterno determini automaticamen-te una risposta senza che lo stimolo stesso sia integra-to, riconosciuto e valutato, per cui la risposta è il risul-tato di una reazione molto elementare ed è essa stessamolto elementare, finalizzata soltanto ad evitare lo sti-molo, ad allontanarsi da esso. Oltre all’avoiding dellamano sono note anche una reazione di avoiding visivae una avoiding del piede (intolleranza al carico).

Reazioni di difesaReazioni organizzate attorno all’afferramento che nontengono conto della direzione e del verso della forzadeformante, ma solo della sua intensità.

Reazioni di equilibrio Movimenti automatici di bilanciamento dei quali ci siserve per mantenere l’equilibrio. Hanno la stessa dire-zione ma verso opposto alla forza deformante. Agisco-no sulla proiezione del baricentro conservandola entrola base di appoggio.

Reazione di galleggiamentoOrganizzazione acquatica propria dell’ambiente in-trauterino, dove i segmenti non hanno virtualmentepeso e si muovono contro costante resistenza, il corpoè insieme leggero e frenato ed i movimenti risultanocontenuti ed armonici. In posizione supina il pazientemostra il capo esteso ed inclinato lateralmente, la boc-ca semiaperta, gli arti superiori abdotti, semiflessi algomito, leggermente ruotati internamente o esterna-mente, le mani aperte, le cosce abdotte ed extraruotate,le ginocchia semiestese, i piedi equino-varo-supinati.In decubito laterale il paziente assume la cosiddettaposizione fetale, mantenendo però il capo esteso o re-clinato e le mani semiaperte. Da prono controlla me-glio il proprio stato autonomico raccogliendosi in fles-sione e adottando consapevolmente immobilità e in-differenza all’ambiente.

Reazioni di paracaduteAgiscono modificando la base di appoggio nella stessadirezione e nello stesso verso della forza deformante.

Reazione ottica di difesa Vedi riflesso ottico di difesa.

Reazione positiva di sostegnoLa reazione positiva di sostegno esprime la capacità delsoggetto di opporsi all’azione della forza di gravità ap-

plicata alla massa del proprio corpo (peso).Secondo alcuni autori consisterebbe in una contrazio-ne simultanea dei muscoli agonisti per fissare le artico-lazioni. Non sarebbe fatta per il mantenimento prolun-gato di una postura, ma starebbe alla base di atteggia-menti come quello che si assume prima di saltare o dimettersi sugli attenti. La reazione permetterebbe di so-stenere un notevole peso: sarebbe perciò più intensanegli arti inferiori. Lo stimolo in grado di provocare lareazione comprenderebbe una componente tattile euna propriocettiva (stiramento dei muscoli delle ditadel piede), che conseguirebbe alla pressione della pian-ta in prossimità delle dita.La reazione viene completamente inibita dalla flessio-ne plantare, cosicché l’arto può essere rapidamentetrasformato da un pilone di sostegno a un segmentocapace di muoversi attivamente nello spazio.La reazione di sostegno farebbe parte delle reazionistatiche locali del midollo spinale.Reazione di sostegno esterocettiva: estensione dell’artoinferiore per toccamento persistente della pianta delpiede.Reazione di sostegno propriocettiva: estensione dell’ar-to inferiore per flessione dorsale del piede (positiva);flessione dell’arto inferiore per flessione dorsale delpiede (negativa).

Reazione propulsivaQuesta reazione con alcune altre, fra le quali la reazio-ne statica di Andrè Thomas, fa parte di un gruppo direazioni conosciuto anche come reazione positiva disostegno. Messo in posizione prona sul lettino, con artiinferiori simmetrici, cosce abdotte ed extraruotate esuperfici plantari combacianti alla mano dell’esamina-tore, il neonato compie un movimento attivo di esten-sione con spostamento in avanti del tronco (striscia-mento “riflesso”), mentre gli arti superiori vengonospostati di fianco al tronco da avanti in dietro. Lo sche-ma è bilaterale, diffuso a tutto il corpo, simmetrico esincrono. Il neonato sano compie già spontaneamentemovimenti tipo “strisciare - nuotare”, che verrebberorinforzati da questa manovra. L’avanzamento può rea-lizzarsi con la “pancia a terra”, mentre i quattro arti, osoltanto i due arti superiori “si arrampicano” sul terre-no, oppure ad ogni spostamento anche l’addome si sol-leva. Alcuni bambini, che hanno qualche tipo di debo-lezza o di impaccio negli arti inferiori, imparano adavanzare trascinando il tronco con la forza degli artisuperiori.La reazione propulsiva per alcuni autori sarebbe il mec-canismo responsabile dell’espulsione al momento delparto: non solo il feto appoggiando i piedi sulla voltauterina dà inizio alle contrazioni espulsive, ma egli stes-so si estende assumendo una postura che globalmentefavorisce il passaggio attraverso il canale di parto.

Reazioni di raddrizzamentoLe reazioni di raddrizzamento sono movimenti auto-matici che si sviluppano a partire dal primo anno di vi-ta sotto la guida di informazioni vestibolari, visive etattili. Esse servono a mantenere o a riportare l’allinea-mento del capo, del tronco e degli arti nello spazio ego-centrico. Si distinguono un raddrizzamento assiale edun raddrizzamento rotatorio-derotativo. Nelle sindro-

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mi spastiche, il raddrizzamento assiale procede in di-rezione cranio-caudale e precede, in senso evolutivo, ilraddrizzamento rotatorio-derotativo. Quest’ultimopuò risultare fortemente compromesso, conferendo uncarattere “en bloc” alla motilità del tronco per la diffi-coltà incontrata nel girarsi a destra o a sinistra da qua-lunque posizione di partenza. Nelle forme discinetichedella PCI, il raddrizzamento rotatorio-derotativo pre-vale su quello assiale che procede in senso caudo-cra-niale anziché cranio-caudale. Ne consegue la possibili-tà di girarsi a destra e a sinistra, a volte in misura anchesuperiore al normale, ma la difficoltà per i pazienti diestendere completamente il tronco e di mantenere ilcapo, che rappresenta idealmente l’ultimo anello dellacatena, diritto e allineato, specie in posizione seduta ein stazione eretta. Di qui il carattere “capovolto” delladiplegia discinetica.

Reazione segnapassiGeneratore centrale di pattern che presiede ai movi-menti alternati degli arti inferiori presenti nel cammi-no. Ha sede nel midollo spinale.

Reazione abnorme allo stiramentoIncapacità di un muscolo di restare passivo durante unsuo allungamento eseguito ad opera di forze esterne. Èun segno di spasticità: tanto più velocemente viene sti-rato il muscolo, tanto maggiore sarà l’intensità dellasua reazione.

Reazione statica di André ThomasL’esaminatore deve sostenere bilateralmente il bambi-no sotto le ascelle fra dito pollice e medio, mentre l’in-dice sorregge il mento e l’anulare e il mignolo abbrac-ciano il torace. Dopo aver sollevato il bambino in so-spensione verticale, lo si abbassa lentamente fino a chele piante dei piedi vengono in contatto con il piano deltavolo. A questo punto si esercita una leggera pressio-ne sulle spalle verso il basso e si osserva, dopo una bre-ve flessione, una contrazione tonica degli estensori,che si propaga dal basso verso l’alto, interessando pri-ma le gambe, poi le cosce, infine il tronco e il capo. Ilbambino assume la posizione eretta e la mantiene perqualche tempo, sostenendo quasi tutto il proprio peso.Nei primi tre mesi di vita questo raddrizzamento vieneconsiderato positivo anche se le ginocchia restano inposizione di semiflessione.

Reazione di strisciamento secondo BauerÈ la stessa manovra dello strisciamento “riflesso” diBranco Lefevre, solo che viene esercitata su un solo ar-to inferiore per volta o su tutti e due, ma in modo asim-metrico, come nel provocare lo strisciamento alterno.

Reflusso gastroesofageoRisalita del contenuto gastrico in esofago per mancatatenuta del cardias. Possibili rigurgiti e vomiti ripetuti,erosioni dell’esofago fino all’ulcerazione della parete,polmoniti ab ingestis, anemia sideropenica da perditadi ferro, dolore retrosternale, bruciore, ecc.

ReclutamentoInteressamento di un numero crescente di unità moto-rie in risposta all’aumento dell’intensità dello stimolo.

Refrazione (esame della)Insieme delle procedure adottate per decidere qualilenti producono la migliore acuità visiva nel pazienteche necessita della correzione (refrazione medianteschiascopia o refrattometria).Errore refrattivo: anomalia del sistema ottico/oculareper cui i raggi luminosi che entrano nell’occhio nonvengono messi a fuoco sulla retina.

RelazioneQuell’insieme complesso e articolato di atti, emozioni efantasie che sostengono i legami tra gli esseri umani.

Relazione oggettuale Termine utilizzato nella psicoanalisi contemporaneaper descrivere la qualità inconscia e precoce del legametra il Sé della persona e la realtà percepita degli ogget-ti, animati e inanimati, esterni al Sé.Questa relazione è il risultato complesso e totale di unacerta organizzazione della personalità, di un’appren-sione più o meno fantasmatica degli oggetti e di alcunitipi di difesa privilegiati.

Relazione monotonica Termine utilizzato per descrivere una qualità piatta einsufficientemente modulata sul piano affettivo edemotivo dell’interazione

RetrazioneContrattura irreversibile che non può essere risolta conil trattamento in quanto il tessuto elastico del muscoloè stato rimpiazzato da tessuto anelastico.

RetrochiasmaticoPosto al di dietro del chiasma ottico.

RèverieLetteralmente significa capacità di sognare e di fanta-sticare ad occhi aperti.Secondo alcuni psicoanalisti è la capacità della madredi parlare con il figlio, contenendone le scariche ten-sionali e trasformandole in un dialogo comprensibile. Secondo altri indica in generale la capacità di conteni-mento, metafora della coppia contenitore-contenutoche Winnicot definisce holding.

ReviewRecensione, rassegna.

Riconoscimento visivoPer riconoscimento visivo si intende la capacità diidentificare un oggetto o un volto in presenza di un si-stema visuo-percettivo integro. Un difetto di ricono-scimento visivo viene definito agnosia (vedi).

RidondanzaEtimologicamente sovrabbondanza. Acquista il signifi-cato di ricchezza di soluzioni alternative per uno stessocompito motorio (equivalenza motoria).

RieducazionePercorso programmato di addestramento consistentein esperienze di adattamento a condizioni ambientalidi differente complessità, stabilite sulla base del limite

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di adattabilità di ciascun bambino, con lo scopo di in-crementare l’area di adattabilità di una funzione targetdeficitaria, ma coinvolgenti l’utilizzo di più funzioni inazioni significative e motivanti per il soggetto.

Rieducazione motoriaRieducazione delle funzioni sostenute dal movimento.

RiflessoRisposta motoria prodotta da un eccitamento dei re-cettori periferici (stimolo), propagato al SNC tramite lavia afferente e da questo all’apparato locomotore tra-mite la via efferente (reazione).

Riflesso ottico di difesa di PeiperBambino in decubito supino, sveglio, ad occhi aperti.L’esaminatore avvicina bruscamente la propria manoal viso del bambino, stando attento di fermarsi a 30centimetri dal volto, per non provocare uno sposta-mento d’aria che scatenerebbe il riflesso ciliare.All’avvicinarsi della mano dell’esaminatore si ha lachiusura delle palpebre.Il riflesso non si provoca nel neonato, si sviluppa neiprimi mesi di vita, diviene costante dal dodicesimomese e perdura poi tutta la vita.Il riflesso possiede anche valore per l’apprezzamentodel campo visivo del bambino: fino al quinto mese divita si provoca ponendo la mano al centro del campo,dopo tale età se ne evoca la comparsa anche stimolan-do la periferia del campo visivo.

Riflesso di afferramentoEsercitando un eccitamento tattile e leggermente pres-sorio sul solco metacarpofalangeo con il margine ulna-re del dito indice dell’esaminatore, si ottiene in rispo-sta una reazione tonica in flessione di tutte le dita in-tensa e persistente per tutta la durata dello stimolo, chesi rinforza se il dito dell’esaminatore aumenta la pren-sione o tende ad allontanarsi. Se si insiste nell’allonta-nare la sorgente dello stimolo, il riflesso aumenta e di-viene sufficientemente forte da far sí che l’arto delbambino si estenda e la parte superiore del tronco sisollevi dal piano del tavolo. Il bambino può essere in-fatti sollevato dal piano su cui giace supino solo in vir-tù dell’afferramento = riflesso di sospensione o rispostaalla trazione.È una risposta riflessa che si manifesta sin dal primogiorno di vita in tutti i neonati esaminati, prettamentetonica, in quanto si esprime attraverso un aumento deltono dei flessori, mancando infatti nel neonato unaprensione vera e propria. Nei primissimi mesi di vitapuò variare ampiamente: è debole nel sonno, rinforzatonel pianto, difficile da evocare dopo la poppata, mentreè ben marcato prima di questa. Il riflesso deve esseresimmetrico (attenzione alla posizione del capo del bam-bino per evitare che il riflesso tonico asimmetrico delcollo porti ad una differenza di intensità di lato, anchese più significativa al piede che non alla mano).

RigiditàAumento patologico del tono muscolare per lesionedel sistema extrapiramidale con contrazione perma-nente sia degli agonisti sia degli antagonisti, che con-duce ad un aumento della resistenza ai movimenti pas-

sivi in qualsiasi direzione lungo l’intero arco di mobili-tà dell’articolazione e che di regola non varia con la ve-locità o con la direzione del movimento. La rigiditàprovoca spesso un dolore sordo.Accorciamento: denota un decremento, da breve a mo-derato, della lunghezza muscolare. Ogni movimentonella direzione dell’allungamento del muscolo consi-derato viene limitato. Alla palpazione, quando il mu-scolo viene stirato, sembra rigido.Secondo l’Istituto di Riabilitazione di Chicago richiedele seguenti caratteristiche:1. la resistenza ai movimenti articolari imposti è pre-sente a velocità molto bassa, non dipende dalla veloci-tà imposta e non mostra una velocità o angolo soglia;2. può essere presente una cocontrazione simultaneadi agonisti ed antagonisti e questo si riflette in un’im-mediata resistenza all’inversione del movimento nel-l’articolazione considerata;3. l’arto non tende a tornare verso una particolare po-stura fissa o estremo angolo articolare;4. l’attività volontaria in muscoli distanti non conducea movimenti involontari relativamente all’articolazio-ne rigida, sebbene la rigidità possa peggiorare.La rigidità sarebbe rara e presente solo nelle sindromiparkinsoniane. L’attività muscolare non cambia con lavelocità di applicazione dello stiramento, ma può cala-re o essere assente a riposo e questo non deve rinforza-re una particolare postura.Viene così definita la situazione di un’articolazione an-chilosata.

Risonanza magnetica spettroscopica (MRS)La risonanza magnetica spettroscopica (MRS) è unametodica capace di fornire informazioni sul metaboli-smo cellulare e sulle caratteristiche di organi e tessuti,sia in condizioni normali sia patologiche, potendo va-lutare in vivo le concentrazioni intraparenchimali dialcuni metaboliti cerebrali.

Ritardo mentaleRiduzione dello sviluppo dell’intelligenza. Sinonimi:insufficienza mentale, debolezza mentale, ridotte pre-stazioni intellettive.

Ritardo psicomotorioFino a qualche anno fa, nella nosografia psichiatrica iltermine ritardo conteneva la previsione del recupero.Questa impostazione si è modificata negli anni, ancheper influsso della terminologia anglosassone, e “ritar-do” è diventato genericamente sinonimo di inadegua-tezza delle funzioni. Questa trasformazione è stata cer-tamente favorita dal fatto che l’espressione “ritardo” èpiù facilmente accettata proprio perché contiene edevoca sempre l’idea, o la speranza, o l’equivoco del re-cupero, ma anche per questo motivo essa ha la caratte-ristica di essere poco definita, specie in riferimento al-la prognosi, talora più di quanto sarebbe giustificatodalla complessità delle dinamiche dello sviluppo e dal-la plasticità che caratterizza l’età evolutiva. Notiamoancora, a questo proposito, che il termine “ritardo” ri-manda soprattutto alla nozione di livello di tappa, difase, si riferisce più alla quantità che alla qualità deldisturbo, dà poco spazio all’analisi delle strategie e del-le modalità di adattamento utilizzate, in conclusione

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contiene poco, paradossalmente, la realtà della variabi-lità e della discontinuità dello sviluppo. Il termine psi-comotorio ha acquistato una particolare pregnanza perl’influsso di un’ottica che vede, giustamente, nelleespressioni “psicomotricità” e “psicomotorio” un ri-chiamo alla sintesi ed alla globalità delle funzioni, riba-dendo come nella “psicomotricità” confluiscano gliaspetti motorio, cognitivo e relazionale. Il termine “ri-tardo psicomotorio” diventa in questo senso, in un’etàche è essa stessa “psicomotoria”, necessariamente si-nonimo di ritardo globale dello sviluppo: esso rimandain questa accezione non tanto a una funzione quanto aun’età e una fase dello sviluppo nella quale moltepliciproblemi (PCI, turbe cognitive, turbe della comunica-zione, condizioni di scarsa stimolazione, di abbando-no) si manifestano attraverso un’espressione motoria(Camerini et al.).

Rivalità percettiva Capacità di discriminare tra loro due stimoli proposticontemporaneamente in due punti simmetrici del cor-po.

RizotomiaSezione delle radici nervose sensitive, vedi radicelloto-mia.

RMNRisonanza magnetica nucleare (MRI: magnetic reso-nance imaging).

ROPRetinopatia del prematuro.

RovingSguardo erratico.

RTACRiflesso tonico asimmetrico del collo.

SaccadiMovimenti rapidi di fissazione. Vedi movimenti sac-cadici.

ScanningTecnica di rilevamento delle immagini che utilizza di-versi tipi di radiazioni.

Scarica corollariaCopia collaterale del programma di azione riscritto intermini di anticipazione percettiva.Per saperne di più vedi: capitolo 7.

Schema corporeoIl termine venne introdotto da Pierre Bonnier nel 1893:il nostro corpo si pone come un sens d’espace, ovveronoi sappiamo più o meno distintamente di occupareun certo “nostro” luogo: è appunto questa rappresen-tazione topografica che viene chiamata schema corpo-reo. Grazie a questo “schema” ci orientiamo oggettiva-mente nel mondo e soggettivamente nella localizzazio-ne delle diverse parti del nostro corpo. La concezione di schema corporeo ha permesso di pas-sare dal concetto di cenestesi, semplice sensazione o

somma di sensazioni interne del corpo, ad una vera epropria rappresentazione del corpo come di una realtàpermanente. Il termine, utilizzato originariamente consignificato più restrittivo di tipo somatognosico, vieneoggi usato con significato più allargato per indicare ilvissuto corporeo.Il concetto di schema corporeo, ovvero l’organizzazio-ne delle sensazioni relative al proprio corpo in rappor-to con i dati del mondo esterno, ha al suo interno unadimensione temporale e una dimensione spaziale.La conoscenza (rappresentazione) mentale continuadel proprio corpo, o schema corporeo, include sia l’in-tegrazione delle successive organizzazioni senso-per-cettive-gnosiche, sia le afferenze affettivo-simbolicherelative allo stesso. Essa sfugge a qualsiasi raffigurazio-ne perché in continuo cambiamento e adattamento.Modello interno che include nel contempo la geome-tria e la dinamica dei segmenti corporei. Lo schemacorporeo non è concepito come una rappresentazionedel corpo, ma come uno schema delle azioni possibili.Non c’è verosimilmente uno schema corporeo, mamolteplici schemi corporei adattati ognuno ad unafunzione particolare, come ci sono molteplici rappre-sentazioni del corpo.

Schema motorioConcetto proposto da Schmidt nel tentativo di collega-re percezione, azione e memoria. Lo schema motorio èvisto non come un insieme di elementi sensoriali omotori, ma come la somma delle relazioni memorizza-te tra le varie componenti sensoriali e motorie (adesempio, posizione dei segmenti nello spazio, stato diun bersaglio, ecc.).

Schema estensorioAnche estese, tendenza a intrarotazione e incrocia-mento delle cosce, ginocchia semiestese e piedi equini.

Schema estensorio primitivoSecondo J. Perry, lo schema estensorio primitivo co-mincia in terminal swing. Quando il quadricipite perestendere il ginocchio inizia la sua azione in prepara-zione alla stance, avviene un’attivazione sinergica delsoleo e del gastrocnemio estesa al flessore lungo del-l’alluce e ai flessori delle dita. La caviglia passa dallaposizione dorsiflessa della mid swing a una decisa fles-sione plantare. Questa posizione della caviglia fissatarigidamente in flessione plantare influenzerà il cammi-no del paziente in ciascuna fase della stance, dall’initialcontact alla pre-swing. A proposito dell’impiego del pattern estensorio e delpattern flessorio nel cammino, Boccardi sottolinea chesoltanto per un breve periodo all’inizio della fase diswing le articolazioni di anca, ginocchio e caviglia ruo-tano in modo contemporaneo nella stessa direzione,mentre in ogni altro istante del ciclo del passo i movi-menti articolari non avvengono in fase.

Schema flessorioPosizione simile a quella del feto nell’utero.

Schema locomotorio primitivoRicondotto da molti autori alla marcia automatica delneonato. Secondo J. Perry quando il controllo dell’arto

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inferiore del paziente è dominato dallo schema loco-motorio primitivo, il tibiale anteriore cessa di contrar-si all’inizio del pattern estensorio in stance.

Schema patologicoPattern non appartenente al repertorio della normalitàe più o meno patognomonico di una definita forma cli-nica di PCI.

SchizencefaliaMalformazione congenita caratterizzata da una fissu-razione trasversale dell’encefalo.

ScialorreaScolo di saliva dalla bocca più o meno continuo e ab-bondante.

ScissioneIntesa come scissione dell’oggetto. È un meccanismodi difesa che può riguardare sia l’Io sia l’oggetto. Lascissione primaria, secondo la teoria kleiniana che laconsidera come la difesa più primitiva contro l’ango-scia, è tra buono e cattivo. L’oggetto viene scisso, a se-conda dei sentimenti ostili o affettuosi che sollecita nelsoggetto, in un oggetto cattivo e in uno buono. L’og-getto verso cui convergono le pulsioni erotiche e di-struttive può essere così vissuto come minaccioso epersecutorio o come contenitore di qualità ideali. An-che l’Io può venir scisso in un Sé cattivo e in un Sé buo-no.

ScotomaLacune nel campo visivo dovute ad alterazioni dellasensibilità di alcuni punti della retina.

SéIl Sé è quella struttura interna che dà a una persona ilsenso di essere una persona unica, irripetibile e distin-ta da tutte le altre. Esso contribuisce a preservare ilsentimento di continuità della vita, con un propriopresente, un proprio passato e un proprio futuro e siforma a partire dalla somma delle sensazioni corporeeche ognuno ha accumulato fin dalla nascita, che pon-gono le basi dell’intimità tra mente e corpo.Secondo alcuni autori, è possibile concepire il Sé altempo stesso come una struttura e come una funzione,purché ad entrambi questi modi di considerarlo si at-tribuisca un carattere di continua evoluzione e svilup-po e non di staticità e di ripetizione di meccanismi. Inquanto struttura è possibile considerare il Sé comequell’insieme di esperienze ricordate, sia sensoriali,corporee ed affettive, sia cognitive e speculative checontribuiscono a dare ad ogni essere umano il sensodella propria specifica distinzione, unicità e irripetibi-lità. A tale senso di essere persona, diversa da tutte lealtre e quindi preziosa perché irriproducibile, contri-buiscono non solo gli oggetti interiorizzati, cioè i mo-delli di identificazione di ciascuno, ma la somma dellesensazioni corporee che ognuno ha accumulato findalla nascita e che hanno posto la base dell’intimità trala propria mente e il proprio corpo. Il Sé come struttu-ra è quella particolare istanza che fa sentire le espe-rienze che noi viviamo come nostre, non solo perchéappartengono alla nostra vita, ma in quanto ci danno il

senso di essere. Possono consistere in ricordi, sensa-zioni, odori, immagini, sogni, intuizioni, che, nel loropresentarsi, fanno provare una sensazione di essereparte di noi e riportano con la memoria a momenti di-versi della nostra esistenza. Sono le esperienze che fan-no sentire una persona un individuo unico, con unavita che gli appartiene. Il Sé come funzione vitalizia,organizza e integra le funzioni mentali di un individuo:“La funzione di coesione del Sé può essere di naturaspaziale: la sensazione di avere uno spazio interno incui è possibile ricondurre ed armonizzare e comunquefare vivere gli eventi psichici; può essere anche di natu-ra temporale, ossia il sentimento di continuità dellapropria vita tra passato, presente e futuro” (Correale).La definizione del Sé non è univoca per la discussioneaperta (almeno per un certo tempo) in psicanalisi inmerito alla differenza o sovrapposizione dei concettidi Sé e di Io. Il concetto di Sé è stato consolidato dallaJacobson, che parla di Sé come esperienza riferita alsoggetto, che si collega con primitive esperienze cor-poree (Sé psicofisiologico), alle quali successivamentesi aggregano esperienze mentali (Sé mentale). Winni-cot dà svariate interpretazioni del Sé fra le quali: “Il Sési può rappresentare come insediamento della mentenel corpo”; “Il Sé, che non è l’Io, è la persona che è Me,solo Me, che ha una totalità basata sul processo matu-rativo …”. Stern dice: “Il Sé è il modo in cui noi speri-mentiamo noi stessi nel rapporto con gli altri”. Affin-ché possa costruirsi il sentimento di Sé, il bambino de-ve provare la sensazione di avere uno spazio internodifferenziato dallo spazio esterno: ci sono cose che ac-cadono dentro di lui e cose che accadono fuori di lui,c’è un dentro di Sé e un fuori di Sé, di cui la pelle delcorpo costituisce il confine (Gobbo).In sintesi il Sé è una fondamentale realtà soggettiva cheinizia a costituirsi nei primi mesi di vita e che includeesperienze provenienti dal corpo, dalle prime rappre-sentazioni mentali dello stesso, e delle relazioni con glialtri. Durante lo sviluppo acquista sempre più caratte-ristiche di istanza psichica (Marzani).

Seconda infanziaPeriodo della vita che va dai 3 ai 6 anni.

Sé corporeoIl Sé corporeo è ciò che ci caratterizza alla nascita. Inquesta fase sperimentiamo una realtà unitaria, unarealtà che esiste al di là e prima della separazione cor-po-mente, dentro-fuori, soggetto-oggetto. La realtàcorporea è fondamentale per la costituzione del sensodi identità e per il funzionamento dell’Io. Si tratta del-la componente del Sé legata alle esperienze corporee.Nei primi mesi di vita il Sé è essenzialmente corporeo,costituito dal vissuto relativo alle esperienze senso-percettive e cenestesiche, integrate con le prime espe-rienze emotive.

Sé emergenteTermine proposto da Stern per indicare i primi abboz-zi del Sé nel bambino prima dei due mesi di vita, cioèl’emergenza di un’organizzazione che inizialmente ri-guarda il corpo (unità, azioni, stati interni, ricordo de-gli stessi) integrata dalle esperienze di scambi vitali conla madre.

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Nella fase in cui il bambino sperimenta la disillusione edunque la separazione dalla madre, per Winnicot, lerotture affettive, inevitabili nella continuità delle cure,non dovrebbero essere vissute dal bambino come an-nullamento del Sé ma, grazie all’attitudine materna,dovrebbero condurre alla consapevolezza fra il “Séemergente” e “l’altro da Sé”.

SemanticaStudio del significato delle parole e del loro rapportocon quello che esse indicano (semantica sincronica).Studio dell’evoluzione del senso delle parole e degli in-siemi strutturali (semantica diacronica e strutturale).

SemeiologiaParte della medicina che studia i segni e i sintomi de-terminati da una condizione di malattia. Si definisceclinica se usa i mezzi fisici propri dell’esaminatore(ispezione, palpazione, percussione, auscultazione),strumentale se si avvale di particolari attrezzature.Sinonimi: semeiotica, semeiologia.

SensazioneInformazione ricercata in modo attivo.

Sensibilità di un testCapacità di discriminare in maniera abbastanza finegradi diversi dello sviluppo della prestazione e quindidi rilevare quanto le competenze del singolo bambinosi discostino da quelle del campione di riferimento.

Sé nucleareTermine proposto da Stern per indicare l’organizzazio-ne del Sé dal secondo mese sino circa al settimo, concaratteristiche di Sé agente, Sé affettivo, Sé con iniziodi storicizzazione e di maggiore coesione. Il Sé nucleare, che rappresenta il nucleo elementaredella personalità, è frutto di un’elaborazione attorno al“senso di Sé” effettuata dal soggetto a partire dal Séemergente, semplice presa di coscienza dei propri pro-cessi di autorganizzazione. Mentre il Sé emergenteesprime un’organizzazione che inizialmente riguarda ilcorpo (unità, azioni, stati interni, ricordo degli stessi)integrata da esperienze di scambi vitali, il Sé nuclearecostituisce un’entità fisica separata e compatta, provvi-sta di confini, con un senso di “essere agenti” e dotatidi affettività e di continuità temporale. In questa fasedello sviluppo viene dunque raggiunta la consapevo-lezza di essere autori delle proprie azioni, fondata sul-l’esperienza di poter determinare una azione, di speri-mentarne il feed-back propriocettivo e di poterne pre-vedere le conseguenze. Perché si possa formare il Sé nucleare occorre dunqueche nel bambino siano disponibili: – il Sé agente, cioè la percezione di essere l’autore del-le proprie azioni e delle loro dirette conseguenze; – il Sé dotato di coesione, cioè la percezione di essereun’entità fisica non frazionabile provvista di precisiconfini;– il Sé affettivo, capacità di vivere esperienze percetti-ve e motorie in senso affettivo;– il Sé storico, consapevolezza della continuità delproprio presente con il proprio passato.

Separazione-individuazioneTermine entrato in uso in psicoanalisi infantile peropera della Mahler, che lo indica come processo o mo-mento essenziale per lo sviluppo mentale del bambino,cioè come acquisita capacità di differenziare le espe-rienze provenienti dall’interno di Sé da quelle prove-nienti dall’esterno e di attribuire quindi sentimenti eaffetti a Sé e agli altri. È un percorso che si svolge dalsettimo-ottavo mese sino al terzo anno di età.

Sequenza di appoggioJ. Perry distingue un appoggio (contact):– low heel (quasi di pianta): la flessione plantare è lieve– foot flat (appoggio di pianta): la flessione plantare èdiscreta– forefoot: la flessione plantare è severa.La differenza è dovuta alla misura della flessione del gi-nocchio in terminal swing: quasi esteso in low heel, se-miflesso in foot flat e decisamente flesso in forefootcontact. I tre termini indicano comunque una planti-flessione sempre più marcata.

Sequenza motoriaCapacità di assemblare singoli moduli motori secondorelazioni temporali differenti.

ServomotoriVedi movimento.

Sé soggettivoSecondo Stern, nello sviluppo del Sé del bambino, il Sésoggettivo fa seguito a quello nucleare. In questa fase,che va dal settimo mese in poi ed è caratterizzata dal-l’organizzazione di un Sé capace di differenziare le ca-ratteristiche del proprio Sé da quelle del Sé dell’altro, ilbambino è capace di intersoggettività e sono attivi edeterminanti i processi imitativi, già iniziati subito do-po la nascita, che conducono alla sintonizzazione degliaffetti, con il risultato che il bambino realizza l’esisten-za di due mondi mentali separati e distinti.

SettingTerreno definito che il terapista ha preliminarmenteindividuato e preparato in funzione degli obiettivi te-rapeutici. Indipendentemente dal modello teoricoadottato e dalla prassi proposta, si deve ammettere l’e-sistenza di precise condizioni generali, quali prerequi-siti, perché possa essere riconosciuta all’azione del te-rapista il valore di terapia. Nella riabilitazione infanti-le fanno parte di questi prerequisiti il luogo del tratta-mento, il ruolo assunto dal terapista, quello affidato albambino e quello conferito ai genitori, i giochi e i gio-cattoli utilizzati (come ogni altro strumento introdottonella situazione terapeutica capace di influenzarla), lasituazione costruita, il clima creato, l’azione proposta,la prestazione cercata, la modalità di interazione adot-tata (accoglienza, commiato, seduzione, distacco, com-plicità, rivalità, adozione, abbandono, ecc.), infine ilritmo e la durata delle sedute.La “creazione” di una situazione terapeutica - setting -nella quale possano trovare espressione i processi disviluppo sia fisici sia mentali del bambino rappresentail compito fondamentale del terapista.

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Sguardo caoticoIncapacità di indirizzare intenzionalmente lo sguardoverso un obiettivo.Movimenti irregolari e disordinati degli occhi, spessocausati da immaturità dei meccanismi di fissazione einseguimento in soggetti con PCI. Si differenzia dal ni-stagmo.Quando non è possibile mantenere la fissazione se nonper frazioni di secondo; gli occhi si orientano in ognidirezione, con movimenti coniugati e non.

Shift della fissazioneSpostamento della fissazione verso uno stimolo postoin sede più periferica nel campo visivo. Lo spostamen-to avviene con movimento oculare rapido (saccade) epuò essere di tipo riflesso o di tipo volontario. Nel neo-nato, la capacità di spostamento dello sguardo da unostimolo centrale a uno periferico è ridotta a causa del-l’immaturità delle strutture corticali (lobo parietale)deputate all’inibizione della fissazione. Tali difficoltàpossono mantenersi oltre il limite d’età fisiologico inpresenza di lesioni cerebrali, particolarmente se a cari-co dei lobi parietali.

SimbiosiStretta associazione di vita tra due organismi con diffi-coltà psicologica di separazione.

SimultanagnosiaIl soggetto riconosce i dettagli di un oggetto, di una fi-gura, di una scena e sa descriverli, ma non riesce amettere insieme i vari elementi per realizzare una sin-tesi simultanea e dare significato all’intera figura. Puòaccompagnarsi ad errata interpretazione quando acca-de che il dettaglio focalizzato non sia distintivo per ilriconoscimento di quello specifico oggetto. Quasi sem-pre il soggetto, messo in difficoltà dal desiderio di in-terpretare, offre la prima risposta plausibile e “confa-bula”, cioè inventa un’intera risposta, che non riguardasoltanto il dettaglio mal interpretato, ma qualsiasi pos-sibile illazione, ipotesi, spiegazione.Visione parcellare, a “pezzi e bocconi” o piecemeal,con incapacità di interpretare il significato globale diuna scena.Difficoltà a riconoscere il significato dell’intero, ben-ché i dettagli siano percepiti correttamente ma nonsempre messi nella giusta relazione tra loro. A volte ilpaziente percepisce un dettaglio per volta come seguardasse attraverso un tubo (campo di attenzione vi-siva tubolare) o un oggetto per volta.Per saperne di più: capitolo 9.

SincinesiaMovimento involontario e spesso non cosciente asso-ciato a un movimento volontario e cosciente.Movimenti di irrigidimento tonico oppure imitativiche accompagnano l’azione dell’arto controlaterale.Si distinguono classicamente in sincinesie di coordina-zione, sincinesie globali e sincinesie di imitazione.Sincinesie di coordinazione: possono essere omolate-rali o controlaterali. Attivano muscoli funzionalmentecorrelati fra loro, perciò sinergici. Le omolaterali sonorappresentate da contrazioni involontarie di gruppimuscolari sinergici omolaterali durante la contrazione

volontaria di muscoli paretici: ad esempio il pazientenon è in grado di effettuare in modo volontario la fles-sione dorsale del piede paretico, ma può farlo involon-tariamente se gli si chiede di compiere una flessionedella coscia sul bacino e della gamba sulla coscia (feno-meno di Strumpell o sincinesia di raccorciamento). Sel’arto paretico è posto in flessione, l’estensione volon-taria della coscia provoca un’estensione sincineticadella gamba e del piede ed una flessione dorsale delledita del piede (sincinesia di allungamento). Le sincine-sie di coordinazione controlaterali consistono in movi-menti che avvengono dal lato paretico per movimentiche vengono eseguiti dal lato conservato. Se ad esem-pio il paziente viene invitato a flettere dorsalmente ilpiede conservato contro resistenza, il piede pareticoesegue una flessione dorsale (sincinesia di raccorcia-mento crociata). Analoga risposta si otterrà per invitoa flettere plantarmente il piede conservato (sincinesiadi allungamento crociata).Le sincinesie globali si manifestano in seguito ad unmovimento involontario o automatico (come la tosse olo starnuto, ecc.) o a uno stimolo doloroso, e consisto-no in un’accentuata flessione dell’arto superiore conchiusura delle dita, flessione/pronazione del gomito,adduzione/elevazione della spalla e in un’accentuataestensione dell’arto inferiore con estensione di anca eginocchio, flessione plantare e supinazione del piede(pattern dell’antigravità a tronco verticale). Sono spa-smodiche e rispondono a uno stimolo aspecifico. Essecompaiono anche quando si supera un certo livello disforzo volontario prodotto dal paziente per compierequalsiasi movimento sia dal lato conservato sia daquello paretico. Ammettono la possibilità di numerosevarianti.Le sincinesie di imitazione o movimenti a specchio so-no rappresentate da movimenti involontari del latoconservato che si producono in occasione di analoghimovimenti compiuti dal lato paretico. Ad esempio laflesso-estensione del piede paretico evoca movimentisincroni del piede controlaterale. Compaiono nelleemiparesi lievi e in diverse cerebropatie infantili.Sincinesia patologica: movimenti di irrigidimento to-nico oppure imitativi che accompagnano l’azione del-l’arto controlaterale.

SincreticoFenomeno per il quale una forma adempie a più di unafunzione.

SinergiaLa parola sinergia viene da syn (insieme) ed ergos (la-voro). Questo concetto è stato proposto da Bernsteinper sostenere l’idea secondo cui, dal momento che il si-stema nervoso non può controllare tutti i gradi di li-bertà, l’evoluzione avrebbe selezionato un repertoriodi movimenti semplici o complessi, che possiamo chia-mare “movimenti naturali”, che coinvolgono gruppi dimuscoli e di segmenti corporei che lavorano insieme.Le sinergie sono dunque vincoli fra i diversi gradi di li-bertà.Contrazione di vari gruppi di muscoli distribuiti a di-versi livelli del corpo che contribuiscono ad un movi-mento preciso. Il collegamento tra i neuroni pirami-dali della corteccia ed i diversi muscoli di una sinergia

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motoria è inoltre specifico di una data funzione e nondei muscoli che costituiscono il bersaglio. Il movi-mento è dunque organizzato a partire da un reperto-rio di sinergie che compongono altrettanti atti possi-bili.Secondo Milani Comparetti la sinergia è la situazionein cui, introducendo alcuni elementi, si stimola una ri-sposta globale (ad esempio nel neonato tramite la fles-sione o l’estensione del capo si produce estensione oflessione globale, o con l’attivazione di un modulo mo-torio a livello distale si fa esprimere la combinazionedell’intera sequenza all’interno dello stesso arto).Sinergia di Babinski: anticipazione delle variazioni po-sturali che permettono di equilibrare un gesto.

SintassiDescrizione delle regole di combinazione degli ele-menti lessicali significativi per la formazione della fra-se (struttura della frase, coordinazione e subordinazio-ne delle preposizioni).

Situazione parassitariaSi tratta di una situazione di non differenziazione, al-l’interno della quale il bambino funziona solo attraver-so il Sé dell’altro, non giungendo mai a completare lafase di separazione-individuazione.

SmantellamentoConcetto introdotto da Meltzer per indicare il modocon cui il bambino autistico si oppone all’integrazionedelle esperienze percettivo-emotive al fine di non co-noscere l’oggetto e quindi di evitare l’esperienza di se-parazione. Tale meccanismo può essere di tipo passi-vo, cioè del tutto inconsapevole, nei primi mesi di vita,o avvenire con modalità attive (Marzani). In virtù del-lo smantellamento, un bambino incapace di conteni-mento, perché mai contenuto, realizza una condizionein cui il suo desiderio si traduce nella scomposizionedell’oggetto, cosicché una sola delle componenti diquest’ultimo viene a catturare uno solo degli elementidella sensorialità smantellata del bambino.

Sofferenza multicisticaConsiste nel rammollimento e nella conseguente ne-crosi cistica della sostanza bianca periventricolare esottocorticale, secondaria a sofferenza ipossico-ische-mica. È frequentemente legata a un insulto avvenutoprima del termine, in genere nel corso dell’ultimo tri-mestre di gravidanza (vedi anche cisti poroencefaliche).

Soglia visivaSi considera come soglia visiva quel valore di frequen-za spaziale del reticolo per cui l’osservatore ha dato dal70 al 75% di risposte corrette.

SoppesamentoBilanciare la reazione di sostegno fra i due arti inferio-ri o distribuirla fra i quattro arti nel caso si impieghinoausili ortopedici per gli arti superiori.

Soppressione percettivaProcesso mentale che ci aiuta a identificare il problemama a non tenerne conto.

Sordità percettivaPerdita di attenzione per una determinata informazio-ne quando non intervengono in essa variazioni quanti-tative o qualitative. Tipica dell’olfatto e del tatto.

SpasmoContrazione muscolare involontaria.Ritardato rilasciamento muscolare dopo contrazioneattiva.Spasmo in torsione: movimento di attorcigliamento odi torsione di alcuni muscoli distonici. È generalmenteinvolontario e dà spesso origine a un movimento arti-colare; a volte ha per effetto una limitazione della mo-bilità muscolare (spasmo di difesa o protettivo).Spasmo clonico: ripetuto, con inizio rapido, di brevedurata.Spasmo tonico: prolungato, continuo.Spasmo carpopedale: colpisce la muscolatura distaledegli arti (mani e piedi) bilateralmente ed avviene incondizioni di ipocalcemia o di tetania.Spasmo mutante: movimento periodico del capo inavanti. Combinazione di una vera e propria flessioneantero-posteriore e di un’agitazione laterale.Spasmo infantile: convulsioni miocloniche tipiche deigravi disordini del SNC.Spasmo muscolare protettivo: spasmo muscolare rifles-so grazie al quale la natura blocca o immobilizza unsegmento per evitare movimenti che causerebberoun’ulteriore irritazione della struttura lesa.

Spasmi infantili (epilessia)Encefalopatia mioclonica infantile con tracciato EEGipsaritmico.

Spasmo di fissazioneConsiste nella difficoltà di disancorare lo sguardo dauno stimolo durante la fissazione. È un segno caratte-ristico di alcuni disturbi delle prassie oculomotorie, nelqual caso si associano fenomeni di tipo compensatoriocome ammiccamenti o movimenti rapidi del capo.

SpasticitàAnomalo reclutamento di unità motorie, velocità di-pendente, in risposta allo stiramento del muscolo.Aumento patologico del tono muscolare per lesionedel sistema piramidale. È il risultato dell’iperattivitàdei riflessi di allungamento e determina un aumentodella resistenza verso i movimenti passivi improvvisi.Dopo la resistenza iniziale si assiste al rilassamentomuscolare per effetto del riflesso di Sherrington. Sem-bra dipenda da un’aumentata attività dei motoneuroniper impulsi sovraspinali.Secondo l’Istituto di Riabilitazione di Chicago richie-derebbe entrambi questi aspetti:• resistenza ai movimenti imposti dall’esterno checresce con l’aumentare della velocità di stiramento evaria con la direzione del movimento articolare; sareb-be asimmetrica per flessione ed estensione.• resistenza ai movimenti imposti dall’esterno checresce rapidamente sopra una soglia di velocità o an-golo articolare.Per i sintomi associati, l’Istituto invita a parlare di sin-drome del motoneurone superiore.La spasticità comprende:

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- errore di quantità: reclutamento eccessivo di UnitàMotorie;

- errore di tipologia: contrazione tonica e fasica;- difetto di qualità: esauribilità e precoce affaticamento;- errore di durata: incapacità di rilasciamento (parato-

nia);- errore di combinazione spazio-temporale (pattern);- errore di associazione: irradiazione e cocontrazione;- errore di scansione temporale: timing dell’attivazione;- difetto di passività: abnorme reazione allo stiramento;- alterata stiffness: differenti proprietà reologiche delle

cellule muscolari e della matrice extra-cellulare.

Spazio peripersonaleLo spazio prossimo che circonda il corpo ed è percorsodai movimenti degli arti.

Startle reaction o reazione di sorpresa odi trasalimentoPer gli autori anglosassoni è la componente estensoriadella reazione o riflesso di Moro ed è presente dalla 6a

settimana di vita neonatale al quarto mese. Per altriAutori è il Moro non più fisiologico (dopo il secondomese). Per Milani Comparetti il Moro è una startlereaction alla forza di gravità. K. Bobath identifica lastartle reaction con la reazione di sussulto o spavento.Altri definiscono la startle come una risposta parossi-stica generalizzata che coinvolge l’intero corpo in mo-do relativamente diffuso, mentre il vero Moro sarebbeun riflesso più specifico.

StatognosiaIl senso di posizione deriverebbe dall’attività di nume-rosi recettori, ciascuno dei quali è sensibile alla varia-zione o al valore di grandezze specifiche. Per esempio ifusi neuromuscolari generano informazioni sullo statodi lunghezza dei muscoli, gli organi di Golgi sono sen-sibili alle tensioni esercitate sui tendini, altri recettori“misurano” la posizione angolare delle articolazioni,altri ancora la pressione o la temperatura sulla pelle.Ad ogni tipo di recettore è associato un particolare si-stema di coordinate e le diverse informazioni conflui-scono in un’unica rappresentazione di ciò che perce-piamo come posizione spaziale di un segmento rispet-to al corpo.

StereognosiaCapacità di riconoscere tramite il tatto le qualità fisichedegli oggetti. Si compone di un esame fisico della ma-teria o ilognosia e di un esame della differenza di formao stereognosia (percepire la tridimensionalità attraver-so il movimento attivo della superficie esplorante).

StereopsiLa stereopsi è una funzione binoculare nella quale lapercezione della profondità è creata dalla disparità sianasale sia temporale nella proiezione di immagini reti-niche simili al cervello, una per ciascun occhio.

StereotassiLesione neurochirurgica di determinate aree del cer-vello effettuata a scopo terapeutico mediante l’impiegodi tecniche che permettono di identificare con assolutaprecisione la zona da trattare.

Stereotipia motoriaSi tratta di movimenti o di sequenze motorie ripetuteche possono esistere in maniera indipendente, suscet-tibili di interferire con il movimento adattivo o di in-trecciarsi con esso.

Sticky fixationDifficoltà nello spostamento dell’attenzione dal centroalla periferia. Il fenomeno potrebbe essere alla basedella difficoltà di riconoscimento di figure complesse,facoltà che comporta la capacità di individuare unaforma attraverso l’analisi delle sue parti costituenti.

Stimoli di flussoQuell’insieme di stimoli di rotazione, traslazione edespansione che si percepiscono quando ci spostiamo.

Storia naturaleLa storia naturale rappresenta la strada dello svilupposeguita dal bambino, il percorso prevedibile nella co-struzione delle sue possibili abilità. La coerenza inter-na dell’autorganizzazione rappresenta la direttrice del-la storia naturale di ciascuna forma clinica di PCI.

StrabismoÈ un’alterazione manifesta degli occhi caratterizzata dauna deviazione dell’asse visivo di un occhio rispetto aquello dell’altro. Compromette la qualità della visionebinoculare.Può essere convergente (esotropia) quando uno o en-trambi gli occhi deviano verso il naso, divergente (exo-tropia) quando deviano verso l’esterno, verticale (iper-tropia) quando l’occhio deviato sale. Vi è un rapportodi 4:1 fra eso ed exotropie. Spesso nell’esotropia conge-nita vi è fissazione crociata (cross fixation) con pseu-doparalisi dei muscoli abducenti e nistagmo sguardoparetico. La terapia mira a evitare l’ambliopia dell’oc-chio strabico e consiste nell’occlusione dell’occhio do-minante per far sì che lo strabismo da fisso diventi al-ternante. Generalmente l’esotropia si associa a iperme-tropia, mentre l’exotropia si accompagna a miopia. Ibambini strabici non vedono doppio (non hanno cioèdiplopia), perché il cervello impara a sopprimere l’im-magine proveniente dall’occhio storto.Strabismo concomitante: l’angolo di deviazione non simodifica nelle diverse posizioni di sguardo ed è più omeno uguale a seconda che fissi l’occhio destro o il si-nistro. È lo strabismo più frequente tra quelli congeni-ti.Strabismo inconcomitante o paralitico: l’angolo di de-viazione si modifica nelle diverse posizioni di sguardoe la deviazione è maggiore quando il paziente fissa conl’occhio paretico. Spesso tali strabismi diventano con iltempo concomitanti.

StrategiaLa strategia rappresenta la selezione di una sinergiaparticolarmente opportuna, oppure di una sequenza disinergie, in grado di costituire un movimento comples-so orientato verso uno scopo, cioè un atto motorio. Ilcervello dispone di meccanismi selettori in grado discegliere le strategie, cioè le combinazioni dei diversielementi del repertorio, più adatte alla situazione cor-rente in funzione dell’obiettivo dell’azione.

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Strisciamento “riflesso” secondo Branco LefevreMesso in posizione prona sul lettino, con arti inferiorisimmetrici, cosce abdotte ed extraruotate e superficiplantari combacianti alla mano dell’esaminatore, ilneonato compie un movimento attivo di estensionecon spostamento in avanti del tronco (strisciamento“riflesso”), mentre gli arti superiori vengono spostatidi fianco al torace da avanti in dietro. Lo schema è bi-laterale, diffuso a tutto il corpo, simmetrico e sincrono.Il neonato sano compie già spontaneamente movimen-ti tipo “strisciare - nuotare” che verrebbero rinforzatida questa manovra.

SupplenzeSoluzioni adottate per consentire il raggiungimentocon altri mezzi o per altre vie del risultato cercato.

Suzione non nutritivaMovimenti di suzione che compaiono periodicamente,talora anche nel sonno tranquillo, con intervalli rego-lari da 4 a 10 secondi in gruppi di 8-12 atti consecutivi.Sono un’espressione del riflesso di suzione che scom-pare alla fine del primo anno di vita e alle volte è evo-cabile fisiologicamente nel sonno fino al secondo anno.

Tabella ottotipicaLa Rotterdam C-Chart è una tabella composta da C va-riamente orientate (destra/sinistra, alto/basso) dispo-ste in linee orizzontali che si riducono in grandezza di1/8 per riga. L’acuità visiva viene misurata in monocu-lare e in binoculare alle distanze di 40 cm e 4 m. Com-pito del bambino è riconoscere l’orientamento dellalettera. La riga con il più piccolo ottotipo lungo la qua-le il bambino fornisce 4 risposte giuste su 5 viene con-siderata la soglia della sua acuità visiva.

TACTomografia assiale computerizzata.

TachicardiaFrequenza cardiaca superiore ai 100 battiti al minuto.

TassonomicoRelativo a una classificazione sistematica.

TelerecettoriRecettori che esplorano lo spazio extrapersonale (spa-zio lontano).

Test di FogVedi Fog.

TetraparesiParalisi dei quattro arti distribuita in modo omogeneofra arti superiori ed inferiori.Sinonimi: tetraplegia e quadriplegia.

TetraplegiaSinonimo di tetraparesi o quadriplegia.

Termine gravidanzaEspulsione del feto al termine del suo sviluppo fisiolo-gico. In genere avviene dopo la 38a ed entro la 41a setti-mana di gestazione.

TimingEpoca di comparsa, momento dello sviluppo in cui in-sorge una certa cosa.

TonicoFunzione relativa alle fibre muscolari rosse che sonoad alta soglia ed esprimono un movimento che ha ca-ratteristiche di lentezza ma di grande resistenza.

TonoStato di tensione del muscolo che si apprezza come re-sistenza all’allungamento passivo. Si esamina nel pa-ziente rilassato tramite il movimento passivo di una opiù articolazioni interposte (flesso-estensione, ballot-tamento) eseguito in modo inaspettato ed asincrono,deviando l’attenzione del soggetto. Numero di unità motorie rimaste attive in un muscolo“a riposo”, apprezzabile attraverso un allungamentopassivo ripetuto del muscolo stesso. In questa defini-zione sono evidenti le contraddizioni esistenti fra:• concetto di riposo del muscolo e manovre necessa-rie per poterlo apprezzare (mobilizzazione passiva eballottamento);• possibile assenza di unità motorie attive in un mu-scolo finalmente a riposo e concetto di ipotonia mu-scolare (attività contrattile minore di zero);• riposo del muscolo come organo di moto ma sua ec-citazione come organo di senso prodotta dalle mano-vre di mobilizzazione passiva.Equilibrio fra massa muscolare e stimolazione nervosa.Grado di contrazione che resta in un muscolo volonta-riamente rilasciato.Soggettivamente non si è in grado di apprezzare i di-sturbi del tono. Si apprezzano invece i disturbi dellamobilità che ne conseguono.

Tono estensorioReazione tonica degli estensori.

Tono posturaleContrazione isometrica dei muscoli antigravitari de-putata a mantenere una determinata postura.

Tracking visivoProve di come tracciare una linea restando entro mar-gini stabiliti.

Trattamento prognosticoMisura della possibilità concessa al bambino, guidatoterapeuticamente attraverso opportune facilitazioni equalche volta inibizioni, di poter ri-organizzare la fun-zione alterata modificandone l’architettura (selezionedegli ingredienti e scelta delle ricette) all’interno dellalibertà di scelta concessagli dalla PCI.

TremoreMovimento involontario di tipo oscillatorio risultanteda una serie di contrazioni alternate, relativamente rit-miche, di opposti gruppi muscolari.Tremore intenzionale: allontanamento sempre mag-giore dal punto di unione ideale mentre il segmentosi avvicina all’obiettivo. I movimenti incontrollati au-mentano cioè in prossimità dell’obiettivo e quantopiù gli arti vengono allontanati dall’asse corporeo

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(telecinetico). Viene definito anche d’azione in quan-to scompare a riposo. È generalmente un tremore fi-ne. Se aumenta l’intensità della contrazione muscola-re, il tremore diminuisce. Compare nell’atassia cere-bellare.Tremore parkinsoniano: “contar soldi” a riposo. Dimi-nuisce con il movimento, è prevalentemente distale edè associato a un aumento del tono muscolare.Tremore senile: a riposo, colpisce capo, mandibole elabbra.Tremore del polso: a braccia flesse in avanti. Nelle ma-lattie epatiche compare un grossolano aleggiamentodel polso in flesso-estensione, associato a un tremoredelle dita in adduzione-abduzione.Tremore essenziale: assente a riposo, non si accentuaverso la fine del movimento; viene diminuito dall’alcole da altri sedativi; viene influenzato solo quantitativa-mente da estensioni muscolari successive.Tremore posturale: il paziente quando ha le mani pro-tese mostra un tremore che scompare durante il movi-mento e ricompare quando spinge il dito sul naso.

TrofismoStato generale delle condizioni di nutrizione e di svi-luppo di un tessuto, di un organo, di un organismo.

Test of Visual Perceptual Skills- Non motor- RevisedTest adatto per bambini dai 4 ai 12 anni, standardizza-to per la popolazione americana, che comprende provedi relazioni visuo-spaziali, figura-sfondo e costanza del-la forma. Al bambino viene richiesto di riconoscere la

figura target tra vari distrattori.

VicarianzaCapacità di costruire schemi compensatori di movi-mento in grado di raggiungere lo stesso risultato.

Vissuto corporeoSi intende il complesso di emozioni, il tono emotivogenerale, con il quale il nostro corpo sta al mondo estabilisce rapporti con gli altri. Questa accezione èstrettamente legata alla nozione di corpo come ogget-to/soggetto della relazione. È il riconoscimento di Sé,diverso dalla conoscenza di Sé e dalla consapevolezzadel proprio agire e della qualità delle emozioni che ilcorpo ci fa vivere. Si costruisce anche, se non soprat-tutto, grazie al modo con cui il nostro corpo sta in rap-porto col mondo e stabilisce relazioni con gli altri, maanche grazie alle emozioni e ai sentimenti con cui glialtri vivono il nostro corpo.

VisusSinonimo di acuità visiva.

VMIVisuo-Motor Integration Test: prevede sia il riconosci-mento percettivo di disegni geometrici, sia la copia de-gli stessi.

VulnerabilitàUna minor capacità di adattamento e una più bassa re-sistenza alle aggressioni dell’ambiente.

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