Gli studi professionali /ev. professioni e organizzazione)
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Gli studi professionali /ev. professioni e organizzazione)
• Intro:
• - qualità della prestazione/bontà dell’organizzazione
• - approccio generalistico ?
• - competenze comuni allo Studio ?
• 1)
• - lavoratori della conoscenza ?
• - fattori di cambiamento (globalizzazione, telecomunicazioni, informatica, turbolenza)
• - necessario: saper aggiungere valore e saper comunicare
• Professioni: punto di arrivo/punto di partenza ?
Gli studi professionali /ev. professioni e organizzazione) Gli studi professionali
• Evoluzione della figura del professionista. In senso personale e professionale
• Garanzia del cliente, apertura del mercato, concorrenza, ritardo dell’Italia nell’apertura normativa (lobby)
• Nuovi modelli organizzativi: problema della stabilità della struttura a più professionisti, network
• Peculiarità degli studi professionali è lo scopo: non solamente la massimizzazione del profitto, ma visibilità e prestigio.
• Difficoltà di gestione dei professionisti: autonomia, gestione dei pari, perfezionismo
Gli studi professionali (pianificazione e organizzazione)
• Equilibrio tra i tre fattori: clienti, collaboratori, risultato economico.
• 8 principi: organizzazione orientata al cliente, leadership, coinvolgimento del personale, approccio per processi, approccio sistemico, miglioramento continuativo, decisioni basate su dati di fatto, rapporti di partnership con i fornitori.
• -Analizzare il posizionamento strategico dello Studio:• - catalogo prodotti brain, grey hair, procedures• - matrice clienti-prodotti: studiare la propria clientela• - organigramma descrittivo (mansionigramma ??)• - comunque visualizzare le risorse
Gli studi professionali (pianificazione e organizzazione)
• - Piano strategico -- per certe dimensioni
• - principali cause del mancato raggiungimento degli obiettivi negli studi professionali: mancata condivisione degli obiettivi strategici e mancato accordo sulle regole di convivenza interna.
• - Problema dei giovani: regole per la crescita, regole per la governance dello studio (e qui non ci sono solamente i giovani). Organi di governance.
• - problema della coerenza dei compensi
Gli studi professionali (marketing)
• Lo Studio è un fornitore di consulenza e di soluzioni: di conseguenza è un fornitore di servizi.
• Elementi di cambiamento: opportunità e minacce.
• Tra le reazioni possibili: la partnership con alcuni clienti.
• Verificare l’applicabilità delle variabili di marketing mix: infatti i fattori determinanti del marketing di uno Studio non sono le strutture ma i processi e i comportamenti e la loro interconnessioni.
• Problemi del marketing in uno Studio: l’autorevolezza e l’integrazione con le altre funzioni.
Gli studi professionali (marketing)
• Chiarificazione della relazione professionale col cliente.
• E’ meno scontata della “segmentazione”.
• - La comprensione delle scelte dei clienti: legate a comportamenti automatici, comportamenti legati a problemi specifici, comportamenti legati a problemi complessi: comportamenti complessi che determinano incertezza nella relazione.
• Dunque massima attenzione nella gestione delle relazioni.
Gli studi professionali (marketing)
• Lo sviluppo delle relazioni per il naturale “ricambio” dei clienti.
• Leve: contatti personali (propri e dei collaboratori), immagine del professionista, relazioni pubbliche.
• Nella correttezza dei rapporti (ogni immagine costruita prima o poi si svela):diversamente dall’impresa, il Professionista ricerca un’accentuata personalizzazione dei rapporti personali: è il migliore corollario della comunicazione.
Le risorse umane
• Il personale dello Studio è variegato; se la dimensione aumenta aumenta la complessità relazionale.
• Necessitano regole chiare e interiorizzate che non sono rigidità.
• Una variabile è il rapporto di forza tra personale e Studio.
• Le figure di riferimento: dipendenti, praticanti, associati e soci.
• Necessitano strumenti che erano tipici delle imprese: gestione, formazione, percorsi di carriera.
Le risorse umane
• Le fasi iniziali del rapporto: reclutamento, selezione, INSERIMENTO (coaching e supervisione).
• Le fasi successive: motivazione, incentivazione e percorsi di carriera.
Controllo di gestione negli Studi Professionali
• Perché si dovrebbe introdurlo ?
• - principalmente perché la gestione sta cambiando ( e di conseguenza non è familiare)
• Distinguere Pianificazione e Controllo in un’ottica di continuità strategica.
• Feed-back e feed- forward: e negli Studi ?
• Lo strumento va personalizzato, dato l’ambiente, a causa del rischio di rigetto.
• Si dà un certo peso al controllo delle attività.
Controllo di gestione negli Studi Professionali
• Il Conto Economico sconta la particolare Contabilità dello Studio (basata su un misto di cassa e competenza), nonché l’assenza di un vero S P..
• Si può tuttavia arrivare ad una Contabilità per ASA a MdC di secondo livello.
• Importante la fase di budget durante la quale si cercherà di investigare nuovi clienti e clienti persi e nuove attività.
Comunicazione per lo Studio
• “Uno Studio Professionale è prevalentemente comunicazione”
• La relazione asimmetrica tra chi chiede (cliente) e chi offre servizi va impostata sui DOVERI del Professionista ( enon sui poteri). Quali doveri ?
• - capire il problema
• - verificare le informazioni ricevute
• - aumentare le domande (anche a costo di impiegare un po’ più di tempo)
• - orientare bene le domande
Comunicazione per lo Studio
• Un settore importante da sviluppare quasi completamente: la comunicazione ORGANIZZATIVA: è quella verso l’interno dello Studio.
• Vi è poi anche la comunicazione esterna che migliora la visibilità (punto di forza del Professionista). Nella visibilità risiede una certa quantità di localismo.
Progettazione e localizzazione
• Segue la teoria generale dei servizi senza troppe novità. Al più c’è la scelta di uno stile, un’immagine.
Valutazione e acquisizioni
• I metodi possono essere finanziari o empirici.
• comunque sono fattori che influenzano il valore:
• - clientela
• - servizi offerti
• - risorse umane
• - dimensione
• - investimenti intangibili
Metodi di valutazione
• Multipli (applicabili a vari livelli del C. E.): es. fatturato * un fattore moltiplicativo (sul mercato min. 0,5 max 3)
• Comparables
• Metodo reddituale: più o meno come al solito per le imprese con reddito normalizzato (reddituale puro, misto patrimoniale – reddituale, ecc…)
• No Metodo Patrimoniale puro
• D. C. F.: come nelle imprese; attenzione al tasso di attualizzazione
Capitalizzazione limitata del sovrareddito
• PN + (a fig. n su i’)*(RN – i’’*PN)
• dove (a fig. n su i’) =(((1+i)^n)-1)/(i*((1+i)^n))
• (Il più usato metodo misto patrimoniale-reddituale)
Altri metodi particolari
• Recentemente applicata:
• W = (PN + (EBIT*t*rp*rc))*Q• Dove: W = valore stimato dello studio PN = patrimonio netto rettificato EBIT = risultato operativo t = tempo stimato di sopravvivenza della struttura (circa 6 anni) rp = rischio professionista (mediamente fra 0,5 e 1; è un fattore di rischio
specifico che misura il crollo del fatturato in caso di uscita del Professionista)
rc = rischio clientela (mediamente tra 0 e 1; misura la concentrazione del fatturato)
Q = è un indice di autonomia della struttura a causa della rotazione delle persone; mediamente tra 0 e 1)
Perché fusioni e acquisizioni
• In un mercato “maturo” è più facile crescere dall’esterno. Vantaggi:
• - acquisizione dei clienti
• - entrata in nuovi segmenti/nicchie di mercato
• - incremento dei profitti (economia di scala)
• - espansione territoriale
• - maggior prestigio
• Svantaggi: maggiore complessità con grande impiego di tempo nelle prime fasi post-acquisizione