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XXXI CONFERENZA ITALIANA DI SCIENZE REGIONALI
GLI SQUILIBRI TERRITORIALI I� ARGE�TI�A. U�’I�DAGI�E PRELIMI�ARE
Aurelio BRUZZO(*)
SOMMARIO
In questo contributo s’intende presentare i principali risultati emersi da un’indagine condotta
in via preliminare sui rilevanti squilibri socio-economici esistenti fra le Province
amministrative e/o le regioni geografiche dell’Argentina, ricorrendo ad un certo numero di
indicatori mediante i quali condurre un’analisi di statistica descrittiva.
Infatti, anche in questo semplice modo si presume di poter utilmente contribuire al dibattito
scientifico sviluppato in merito alle limitate conoscenze finora disponibili circa l’evoluzione
socio-economica fatta registrare in Argentina a livello regionale durante gli ultimi decenni.
A tal fine, in base alle principali fonti di documentazione statistica, soprattutto ufficiali,
disponibili a livello internazionale, si è elaborato un ampio insieme di indici mediante i quali
delineare un quadro - tendenzialmente organico e completo - sui vari aspetti (popolazione,
mercato del lavoro, livello di reddito, territorio, ecc.) che si ritengono utili per ottenere
ulteriori elementi d’interpretazione circa le disparità presenti all’interno di questo paese
ancora in via di sviluppo.
Versione non definitiva di uno studio svolto per il Sotto-progetto 2, dal titolo “La politica
economica e lo sviluppo economico in Argentina e Italia”, che rientra nell’Ambito Socio-
Economico del Programma di ricerca 2008-09 del CUIA (Consorzio Interuniversitario Italia
Argentina).
(*) Dip.to di Economia Istituzioni Territorio, Via Voltapaletto 11, 44100 Ferrara; email: [email protected]
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1 I�TRODUZIO�E
1.1 Presupposti e obiettivo del contributo
Da una sommaria rassegna della letteratura scientifica sulle condizioni socio-economiche in
cui versano le varie regioni da cui è composta l’Argentina, emerge che le più recenti analisi
disponibili (Costamagna, 2007; Gorenstein, Gutiérrez, s.d.; Manzanal, Rofman, 1989;
Roccatagliata, 2008; Schmidt, 2003) non appaiono pienamente soddisfacenti per vari motivi.
Esse, infatti, tendono innanzi tutto a riferirsi a un periodo storico non particolarmente vicino;
in secondo luogo, sono caratterizzate da una sostanziale frammentarietà e/o parzialità del
campo d’indagine, in quanto riguardano solo alcune aree geografiche o alcuni settori
produttivi, sebbene si tratti delle regioni e dei settori considerati i più rilevanti; inoltre, esse
tendono a riferirsi a specifici periodi della storia economica di questo paese, tra cui in
particolare quello della ristrutturazione produttiva conseguente alle ricorrenti crisi, finanziarie
e valutarie, che hanno colpito questo paese; infine, sono condotte con un approccio
metodologico difforme da quello socio-economico che qui s’intenderebbe privilegiare, oppure
secondo un approccio comparato, in cui l’Argentina è confrontata con gli altri sistemi socio-
economici dell’America Latina.
In altre parole, nonostante il rilievo economico-produttivo da tempo assunto da questo paese
sudamericano, nonostante che l’Argentina dal punto di vista politico-istituzionale sia una
repubblica federale (composta da 23 Province e da un Distretto Federale) ed infine che essa
faccia parte del Mercosur1, sembra di poter affermare che l’interesse scientifico manifestato
nei confronti del “problema regionale”, cioè dell’esistenza di numerosi, quanto eterogenei e
profondi squilibri fra le varie componenti del territorio di questo paese, non sembra essere
stato finora coltivato in modo soddisfacente da parte sia degli studiosi sia e soprattutto dalle
istituzioni preposte (argentine e internazionali), a favore di altre forme di squilibri e disparità
(sociali, settoriali, ecc.) che evidentemente emergono in modo più preoccupante per un
sistema economico ancora in ritardo di sviluppo.
In effetti, anche dalle indagini che verranno successivamente citate non sembra risultare
disponibile un’analisi sistematica, organica e periodicamente aggiornata dei diversi livelli di
sviluppo socio-economico raggiunti dalle varie articolazioni territoriali dell’Argentina, così
come invece è ormai consuetudine per l’analisi socio-economica effettuata sulle regioni degli
Stati europei, con particolare riferimento a quelli membri dell’Unione europea.
1 Si ricorda che in tale ambito è stato recentemente istituito il FOCEM, cioè il Fondo para la Convergencia
Estructural del Mercosur.
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Conseguentemente, le conoscenze in materia che risultano più valide sono ancora quelle
riconducibili ai primi anni ’90 (Bicciato, 1993), quando si era rilevato che lo sviluppo allora
registrato in Argentina aveva portato anche quel paese a suddividersi in aree “centrali” e aree
“periferiche”, secondo il convenzionale schema interpretativo per cui la crescita economica
registrata attorno ad alcune core areas o ad alcuni poli produttivi ha finito per determinare
l’emarginazione delle regioni geograficamente più lontane, così come l’isolamento socio-
spaziale di gran parte della popolazione. In realtà, in Argentina la relazione tra centro e
periferia appare più complessa, nel senso che così come gli spazi prevalentemente centrali
hanno prodotto periferie al loro interno, anche gli spazi prevalentemente periferici hanno
prodotto a loro volta, e sempre al loro interno, dei centri, in un processo di sviluppo non certo
ordinato e pienamente efficace.
Pertanto, l’obiettivo che s’intende perseguire con il presente contributo è quello d’impostare e
di condurre – per quanto risulterà possibile – un’indagine preliminare sulla presumibile
presenza di rilevanti squilibri socio-economici fra le regioni geografiche e/o le Province
amministrative dell’Argentina, prendendo in esame i principali indicatori statistici (territorio,
popolazione, mercato del lavoro, livello di reddito, ecc.), solitamente utilizzati nei confronti
effettuati a livello internazionale.
1.2 Principali contenuti del contributo
Il contributo che si sta presentando, si articola dunque nelle seguenti parti principali.
Innanzi tutto, nel par. 2 viene effettuata una panoramica delle numerose fonti ufficiali di
documentazione statistica disponibili a livello internazionale, selezionando quelle
effettivamente utilizzabili per condurre un’indagine sulle poche variabili socio-economiche
per le quali esistono dati riferiti ad un periodo temporale recente ed articolati per tutte le aree
territoriali (regioni e/o Province) dell’Argentina.
In secondo luogo, in base ai dati così raccolti, riordinati secondo un approccio
multidisciplinare ed eventualmente rielaborati, nel paragrafo successivo che è quello centrale
del contributo, si provvede a condurre un’analisi socio-economica degli squilibri rilevabili
all’interno del territorio argentino, con un’ottica di medio-lungo periodo, ma di lunghezza
variabile a seconda del fenomeno di volta in volta preso in esame e comunque sufficiente per
far emergere le principali tendenze di carattere strutturale.
Infine, nell’ultima parte del lavoro (par. 4) alcune delle principali constatazioni cui sembra
possibile pervenire, vengono messe a confronto con le analoghe valutazioni formulate
nell’ambito di quegli studi ufficiali che si sono occupati dello stesso argomento, sebbene nel
più ampio quadro rappresentato dal continente sudamericano.
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2 FO�TI I�TER�AZIO�ALI DI DOCUME�TAZIO�E STATISTICA
2.1 Principali fonti internazionali e loro contenuto
Poiché – come si è accennato in sede introduttiva – gli studi finora condotti sugli squilibri
territoriali in Argentina non appaiono soddisfacenti per riuscire a fornire una loro immagine
complessiva, esauriente e recente, si è ritenuto opportuno consultare le principali e più recenti
fonti statistiche disponibili a livello internazionale, nella convinzione di poter individuare
almeno in esse un’adeguata documentazione su tale fenomeno, anche in considerazione del
fatto che un prestigioso organismo come la Banca Mondiale – intervenendo nel dibattito sugli
approcci allo sviluppo territoriale, le strategie di urbanizzazione e le iniziative d’integrazione
regionale – ha sostenuto che se la concentrazione delle attività economiche è inevitabile e, di
norma, in qualche misura anche auspicabile per la crescita economica di un paese, non si può
dire altrettanto delle forti disparità spaziali tra i livelli di benessere che spesso accompagnano
tale fenomeno (World Bank, 2009b).
L’indagine condotta purtroppo ha portato a esiti ben poco confortanti, giacché una parte delle
numerose fonti consultate, quelle più note e autorevoli, risulta poco utile al nostro scopo2,
mentre la parte rimanente, costituita dalle fonti meno famose e considerate meno attendibili,
risulta solo un po’ più utile, in quanto contiene alcuni specifici contributi sull’Argentina,
abbastanza recenti e condotti a livello regionale o provinciale.
In questo secondo gruppo di fonti statistiche rientrano: a) un fascicolo elaborato dal Consejo
Nacional de Coordinación de Politicas Sociales per conto della Presidenza della Nazione
argentina (2007), in cui vengono indicati i principali obiettivi macroeconomici fissati per il
nuovo millennio, tra i quali figura quello di promuovere l’equità (sociale), ma non la
riduzione o l’eliminazione degli squilibri territoriali; b) uno studio condotto da Costamagna
(2007) per conto dell’ILPES, nel quale però viene effettuata un’analisi strettamente
finanziaria sulle Province e le Municipalità argentine; c) la rivista del CEI (2009) in cui
vengono pubblicati i dati relativi ai principali indicatori congiunturali in ambito
2 Nel primo gruppo di fonti rientrano: i) l’I.M.F. (2009), in cui tutta l’attenzione è concentrata sull’impatto prodotto dalla crisi finanziaria internazionale sulla “regione” dell’America Latina (e dei Caraibi), nonché sul supporto fornito da tale Istituto; ii) l’O.E.C.D. (2009), in cui s’illustrano i più recenti trends registrati in America Latina, con un particolare focus sul ruolo svolto nell’attuale contesto temporale dalla migrazione internazionale (e dalle connesse rimesse); iii) la W.B. (2009), in cui viene effettuata un’analisi con un taglio del tutto congiunturale sulla performance macroeconomica dell’Argentina e sulla sua risposta alla crisi economica globale; iv) un rapporto statistico della Comunidad Andina (2008), in cui è contenuta la serie storica 1998-2007 dei principali indicatori macroeconomici per le nazioni sudamericane aderenti all’UNASUR. In questo gruppo di fonti tende a rientrare poi anche il Mercosur: infatti, per esso non si rinviene alcuna pubblicazione di qualche utilità, giacché questo organismo che ovviamente comprende anche l’Argentina, diffonde solo documentazione giuridico-istituzionale circa le attività svolte a partire dalla sua relativamente recente istituzione.
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macroeconomico; d) ed infine uno studio condotto dall’Instituto Latinoamericano y del
Caribe de Planificación Económica y Social per conto della CEPAL delle Nazioni Unite
(2009), nel quale viene condotto un esame dell’evoluzione delle disparità economiche e
territoriali esistenti all’interno dei paesi dell’America Latina (e dei Caraibi), nonché delle loro
principali caratteristiche e cause.
2.2 I principali risultati emergenti dallo studio della CEPAL
Lo studio appena citato al termine del precedente paragrafo risulta, dunque, l’unico in cui
viene svolta un’analisi dell’evoluzione delle disparità e delle varie situazioni economiche
territoriali presenti in Argentina, a partire dal 1990 fino ai primi anni del decennio successivo,
nonché delle loro principali caratteristiche e cause.
Dal calcolo del noto coefficiente sigma che è stato in esso effettuato, emerge innanzi tutto che
il tipo di configurazione economica territoriale prevalente nel paese in questione è quella
denominata “predominante polarizzata”, in seguito alla presenza di un unico polo nettamente
maggiore, ovviamente rappresentato dalla città di Buenos Aires che è la capitale federale. Di
conseguenza, la principale caratteristica della configurazione territoriale dell’Argentina è
costituita dall’elevata concentrazione del peso economico di tale unità territoriale rispetto a
tutte le altre in cui viene suddiviso il paese, peso per il quale però, durante il periodo
considerato nello studio in esame, non si registra la tendenza alla riduzione che sembra invece
dominare tra gli altri paesi dell’America Latina.
In effetti, in termini comparati, l’Argentina risulta il secondo paese latino-americano – dopo il
Perù – per quanto concerne la concentrazione della ricchezza, anche se in questo caso si è
registrata nello stesso periodo una lieve diminuzione del fenomeno. Inoltre, l’Argentina si
differenzia per il consolidamento di una configurazione di tipo “normale” della distribuzione
dei suoi territori per livelli di ricchezza.
Infine, in Argentina la relazione tra crescita del PIL pro capite e indice di superamento della
povertà (ISP) risulterebbe lievemente negativa, al contrario di quanto sostenuto in un recente
lavoro di due studiosi italiani (Amendola, Dell’Anno, 2008), nel quale si è verificato che
l’Argentina – oltre a essere la nazione dell’America Latina che nel periodo 1990-2003
disponeva del più elevato livello di reddito – si porrebbe già sul lato decrescente della famosa
“curva di Kuznets” con la quale viene convenzionalmente rappresentato l’andamento della
disuguaglianza sociale. Invece la relazione tra lo stesso ISP e il livello di ricchezza territoriale
evidenzia una certa convergenza socio-territoriale che però non impedisce una stasi della più
generale tendenza alla convergenza economico-territoriale registrata nel periodo considerato.
In definitiva, anche questo studio della CEPAL non appare del tutto soddisfacente ai nostri
fini, in quanto in esso viene prevalentemente condotta un’analisi in termini comparati tra i
vari paesi latino-americani, anziché fra le regioni all’interno di ciascun paese, tenendo conto
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che la nazione Argentina, in quanto “predominante” e polarizzata, costituisce un’eccezione –
assieme a Cile e Perù – giacché in essa la deconcentrazione urbana è stata meno frequente e
intensa. Inoltre, l’analisi viene effettuata in chiave prevalentemente macro-economica e,
tutt’al più, per settori produttivi; pertanto, essa riguarda un numero limitato di variabili, tra cui
ovviamente il PIL pro capite. Ciò nonostante merita di essere menzionata una delle sue
conclusioni: quella secondo la quale il decentramento dei poteri e il sistema federalistico
presenti in Argentina costituiscano una condizione necessaria, ma non sufficiente per
garantire lo sviluppo economico in ambito locale e l’equità territoriale.
3 A�ALISI SOCIO-ECO�OMICA E TERRITORIALE DEGLI SQUILIBRI
REGIO�ALI I� ARGE�TI�A
In seguito agli insoddisfacenti risultati conseguiti avvalendosi delle fonti statistiche ufficiali
che risultano disponibili a livello internazionale, a questo punto appare opportuno proseguire
il presente studio ricorrendo a un’indagine effettuata direttamente sui dati ufficialmente
diffusi sul sito dell’Instituto Nacional de Estadistica y Censos (INDEC), sebbene così facendo
si debbano scontare alcune indeterminatezze di particolare rilievo, alle quali fra l’altro in
nessuno dei lavori finora citati viene fatto cenno3.
3.1 Il sistema socio-economico argentino nel suo complesso
Iniziando da una complessiva, quanto sintetica presentazione del sistema socio-economico
dell’Argentina, finalizzata ad un inquadramento generale, si segnalano i seguenti elementi
informativi, di fonte Comunidad Andina (2008), risalenti al 20074:
- la popolazione era pari a circa 39,4 milioni di abitanti, con un andamento crescente a partire
dal 1988 (quando ammontava a 36,0 milioni), anche in seguito al fenomeno migratorio che
risulta tuttora positivo, sebbene inferiore a quello decisamente più consistente degli anni ‘60;
3 E’ risaputo che i dati dell’INDEC non sono considerati del tutto affidabili, giacché tale istituto dal 2007 è al centro di molte critiche, avanzate dalla stampa argentina (http://www.clarin.com/diario/2009/09/03/opinion/o-02008992.htm; http://www.lanacion.com.ar/nota.asp?nota_id=1242778), per il suo particolare legame con il governo nazionale, in seguito al quale si sarebbero manipolati dei dati a favore dell’immagine dell’Argentina che si voleva diffondere, sia all’estero che all’interno, al fine di favorire l’ingresso nel paese di capitali e di nascondere invece l’esistenza di alcune situazioni fortemente critiche. Ad esempio, l’accennato fattore di indeterminatezza che risulta per alcune variabili è costituito dalla considerazione da parte dell’INDEC – assieme alla Tierra del Fuego – delle Islas del Atlántico Sur e della (parte di) Antártida che il governo argentino riterrebbe appartenere al territorio nazionale, andando così ad alterare profondamente - come si verificherà più avanti - i valori di taluni indici qui calcolati. 4 Si avverte che, in realtà, anche per le variabili più elementari, quali la popolazione, il reddito nazionale, ecc. a seconda della fonte statistica impiegata risultano disponibili valori alquanto diversi e, pertanto, discordanti da quelli qui riportati.
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- il tasso di disoccupazione “esplicita”, rilevata negli agglomerati urbani, ammontava all’8,8%
(rispetto al 12,9% del 1998), mentre la quota di lavoro sommerso era pari al 6% della forza
lavoro;
- il PIL (espresso in US $ correnti) invece era pari a 260,1 di miliardi (rispetto ai 299 mld. del
1998), soprattutto a causa della crisi economica avvenuta nel 2001;
- il tasso annuo di variazione del PIL (in valori costanti) era pari all’8,7%, mentre quello
riguardante gli ultimi 5 anni si aggirava intorno al 9%;
- il PIL pro capite (sempre in US $) era dunque pari a 6.610 $ (rispetto agli 8.300 $ del
1998)5, per cui ora l’Argentina risulterebbe il quarto paese del Sud-America, dopo Cile,
Venezuela e Brasile, nonostante che nel 2008 la condizione di povertà riguardasse il 21%
della popolazione;
- il tasso annuo d’inflazione era pari all’8,5% rispetto allo 0,7% del 1998;
- il saldo della bilancia commerciale è risultato sempre positivo a partire dal 2000, nonostante
il forte aumento delle importazioni registrato negli ultimi anni;
- ed infine l’ammontare del debito pubblico era pari a “solo” il 21% del PIL6.
Pertanto, sembra di poter affermare che – prima della grave crisi economico-finanziaria
registrata a livello mondiale e tuttora sofferta – l’immagine complessivamente fornita
dall’Argentina sul piano economico, poteva essere considerata almeno apparentemente
accettabile, in quanto abbastanza simile a quella di altri grandi paesi in via di sviluppo del
continente sud-americano.
3.2 Analisi a livello “regionale”: aspetti socio-demografici
Passando finalmente all’analisi a livello sub-nazionale, si considerano innanzi tutto i
principali indicatori socio-demografici, cioè quelli relativi all’andamento e la composizione
della popolazione, per i quali gli elementi maggiormente degni di nota sono i seguenti.
Dal tasso medio annuo di variazione della popolazione che si è registrato nel decennio
1991-2001, si ottiene una prima conferma del fenomeno della “depolarizzazione” che ha
interessato la città di Buenos Aires, la quale è l’unica area geografica ad aver visto diminuire
nel decennio considerato la propria popolazione. In sei province, di cui quattro del nord
(Catamarca, La Rioja, Salta e S.Juan) e due del sud del paese (S.Cruz e Tierra del Fuego7),
invece, emerge una forte tendenza alla crescita, grazie all’elevato tasso di natalità e/o al basso
tasso di mortalità, che – come noto – possono essere considerati degli indici di una situazione
5 In termini di parità di potere d’acquisto, però, il PIL pro capite del 2005 era pari a quasi 14.400 $. 6 Un ultimo dato che sembra opportuno menzionare, sebbene non abbia un’immediata rilevanza economica, è quello relativo alla superficie che per l’Argentina “continentale” è pari a 2.777.000 kmq. 7 In merito a tale provincia si ribadisce che l’INDEC – a differenza di altre fonti – comprende in essa anche l’Antártida Argentina e le Islas del Atlántico Sur, con le implicazioni che emergeranno in seguito.
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di relativo benessere, a differenza del tasso di mortalità infantile che invece in tali aree
continua ad essere molto alto.
Per quanto attiene alla composizione per luogo di nascita della popolazione totale al 2001,
è possibile constatare che la perdita di abitanti della città di Buenos Aires è riconducibile
soprattutto ai cittadini argentini, dal momento che essa continuava invece ad attirare stranieri,
cioè individui nati all’estero, in misura relativamente superiore rispetto al resto del paese.
Infatti, per quanto concerne il fenomeno dell’immigrazione, dai più recenti dati disponibili
che però si riferiscono ancora al 1991, esso si concentrava per oltre la metà del totale
nazionale nella città e nella provincia di Buenos Aires, provenendo in misura nettamente
prevalente dall’Uruguay – che confina con tale provincia – e dal Paraguay.
Altre province che hanno fatto registrare una forte immigrazione sono ancora quelle di S.
Cruz e Tierra del Fuego, nonché Rio Negro, mentre tutte le altre province risultanti in crescita
demografica avrebbero registrato un aumento solo grazie alla componente “endogena” della
popolazione.
3.3 Analisi a livello “regionale”: aspetti socio-economici
Prendendo in considerazione gli aspetti socio-economici, cioè quelli relativi innanzi tutto al
mercato del lavoro, si deve innanzi tutto segnalare che, purtroppo, l’INDEC non diffonde dati
sugli indici a cui si ricorre solitamente nelle indagini di questo tipo (tasso di disoccupazione,
ecc.) a livello di intere province, bensì solo per i maggiori centri urbani, dove evidentemente è
possibile organizzare ed effettuare le rilevazioni statistiche. Di conseguenza, l’analisi tende ad
assumere un eccessivo carattere di frammentarietà, anche in relazione alla presumibile
presenza in ambito strettamente locale di fattori destinati a influire in misura determinante sui
valori eventualmente rilevabili8. Pertanto, l’analisi qui condotta si limita a considerare altri
indicatori, sebbene parzialmente meno significativi.
Per quanto concerne l’incidenza della popolazione (con oltre 14 anni) occupata sul totale della
popolazione (o tasso ufficiale di occupazione), il valore risultante al 2001 per la media
nazionale appare molto basso, in quanto si aggirava intorno al 30% soltanto; inoltre, per
alcune province si riscontrano valori anche inferiori, sebbene questi non siano molto distanti
dalla media nazionale. Un’incidenza superiore alla media nazionale, invece, oltre che nella
città di Buenos Aires (di poco inferiore al 42%), emergeva anche per numerose province, tra
cui soprattutto quelle di S.Cruz e della Tierra del Fuego, nonché de La Pampa, dove i valori si
aggiravano intorno al 37-38%.
Relativamente alla ripartizione della popolazione occupata per qualifiche occupazionali,
come ci si poteva attendere, si nota una concentrazione delle qualifiche più elevate
8 Per un’analisi di alcuni indicatori socio-economici a livello di insiemi di agglomerati urbani e delle regioni si rinvia comunque al prossimo paragrafo.
9
(professionale e tecnica) nella città di Buenos Aires (quasi il 19 e il 24%, rispettivamente),
mentre in cinque province – tra cui quelle di Misiones, Formosa e San Luis – prevaleva la
qualifica operativa (con valori compresi fra il 52 e il 54%); infine, un’elevata presenza di
manodopera addirittura priva di qualifica – aggirantesi intorno ad un quarto del totale –
figurava in numerose province, di cui si possono citare quelle di Jujuy, Tucuman, Salta,
Santiago del Estero, S. Juan e Río Negro.
In compenso, è possibile presentare la distribuzione geografica dei lavoratori e dei datori
di lavoro per un periodo alquanto recente, cioè il quinquennio 2004-2008 (rilevati dal
Ministero del lavoro), durante il quale si è registrata una non trascurabile diminuzione (di 3-4
punti %, cioè da quasi il 27 al 23%) della concentrazione nella provincia di Buenos Aires,
anche se – paradossalmente – è probabile che sull’effettiva consistenza di tale fenomeno
eserciti una qualche influenza la minore attendibilità dei dati diffusi per gli anni più prossimi
ad oggi9. In ogni caso, le altre province con una maggiore quantità di lavoratori sono quelle
industrializzate di Cordoba (intorno al 7%) e Santa Fé (circa il 6%), nelle quali però appare
relativamente più elevata la presenza di datori di lavoro (oltre il 9%), a conferma
dell’ubicazione di imprese di piccola dimensione (PMI), dotate cioè di pochi addetti per
ciascuna di esse.
Passando all’esame di una variabile che risulta fondamentale per stabilire il livello di sviluppo
economico, qual è il PIL, anche nel caso di territori di dimensione notevolmente diversa come
sono le Province dell’Argentina, si deve fare un’altra avvertenza metodologica, in quanto in
questo caso – soprattutto al fine di presentare dati aggiornati – si è ricorsi anche ad una fonte
di documentazione statistica non ufficiale, costituita da una società di ricerca economica10.
In base invece ai dati rilevati ed elaborati dal FMI relativamente al PIL pro capite (in PPA e
US$), è innanzi tutto possibile effettuare un confronto a livello internazionale, grazie al quale
verificare che nel biennio 2006-07 il valore riferito all’Argentina era superiore (di circa il
20%) solo a quello di Bulgaria e Romania fra i paesi della U.E., mentre risultava inferiore (di
quasi il 25%) anche a quello della Polonia. In altre parole, si ottiene la conferma che
l’Argentina, nel suo complesso, all’interno di una graduatoria significativa come quella dei
paesi comunitari si colloca in una posizione molto prossima all’ultima.
In compenso il tasso di variazione fatto registrare fra un anno e l’altro dal valore del PIL
pro capite argentino superava il 10%, risultando così il più elevato rispetto a tutti i paesi
membri della U.E. (compresi anche quelli in ritardo di sviluppo) e andando a confermare le
maggiori prospettive di sviluppo allora presentate dall’Argentina.
Quello che sembra fortemente condizionare tali prospettive di sviluppo, però, è la modalità
evidenziata dalla distribuzione geografica del PIL: infatti, come ci si poteva attendere dalla
precedente analisi dei dati relativi all’occupazione, fra la città e la provincia di Buenos Aires
9 Ci si riferisce alla maggiore incidenza raggiunta dai dati non validi per la rilevazione del 2008. 10 In questo caso ci si riferisce alla società abete.
10
nel 2009 si concentrava quasi il 60% del PIL nazionale argentino, in seguito alla
concentrazione in esse di attività terziarie ad elevato valore aggiunto, come quella finanziaria
e quella portuale11. Ovviamente, la quota rimanente, pari a circa il 40%, era ottenuta
dall’insieme delle altre province all’interno delle quali le attività economiche prevalenti sono
quelle industriali e soprattutto quelle primarie (settori minerario e agricolo).
Anche in questo caso, però, si può osservare che un ruolo così marcato svolto dalla capitale
(amministrativa o economica) all’interno del sistema produttivo nazionale è rilevabile anche
per buona parte dei paesi comunitari, andando a caratterizzare sia quelli già più sviluppati
(Gran Bretagna, Francia, ecc.), sia quelli ancora in ritardo di sviluppo dell’Europa orientale e
meridionale (Spagna, Grecia, Polonia, ecc.), sempre in seguito alla specializzazione nel
settore terziario (pubblico e privato) della città capitale. Si tratta, pertanto, di un fenomeno
assolutamente non nuovo, sebbene esso in Argentina non solo assuma proporzioni ancora più
consistenti, ma costituisca anche un tratto che da sempre ha caratterizzato questo paese, a
prescindere dalle vicende fatte registrare dal processo di urbanizzazione e di trasformazione
settoriale, con un aumento di peso conseguito da parte del settore manifatturiero o di quello
terziario (commerciale e finanziario).
Confrontando i valori assunti al 2008 dal PIL pro capite nelle varie provincie emerge un
aspetto del tutto attendibile, vale a dire l’esistenza di un forte squilibrio all’interno
dell’Argentina, cioè appunto fra le sue diverse componenti territoriali, accompagnato però da
uno del tutto inatteso: infatti, il valore più elevato non si registra a Buenos Aires (dove è pari
a 23.300 $), bensì a S. Cruz (quasi 30.500 $), seguita da Neuquén (quasi 26.300 $), tanto che
il numero indice calcolato per queste due province risulta addirittura più che triplo rispetto a
quello medio nazionale (369 e 318, rispettivamente). Dopo la città di Buenos Aires, che fa
registrare un n° indice di circa 280, si colloca a breve distanza la provincia della Tierra del
Fuego (250), mentre più distanziata risulta quella di Chubut (186). Dall’altra parte, il valore
più basso del n° indice si registra nella provincia di Chaco, essendo pari solo a meno di ¼
della media nazionale e, addirittura, a 1/15 rispetto al valore più elevato.
Appare dunque un’estrema variabilità nella recente distribuzione territoriale del livello di
sviluppo, la quale però configura una situazione non molto dissimile da quella rilevabile
all’interno della U.E., almeno dopo il suo allargamento, con l’ingresso dei 12 paesi
dell’Europa centro-orientale e meridionale. Solo che in quest’ultimo caso si tratta di una realtà
geografica costituita da un ampio insieme di regioni appartenenti a ben 27 diversi stati, per
una dimensione demografica aggirantesi intorno ai 500 milioni di unità, mentre nel caso
dell’Argentina – oltre a trattarsi di un solo paese – la dimensione demografica risulta a pari a
circa un dodicesimo di quella comunitaria e, pertanto, gli squilibri tendono a risultare più
accentuati ed anche meno accettabili di quelli esistenti nel nostro continente.
11 In una più ampia ottica temporale, come quella considerata nello studio della CEPAL (2009, p. 57), emerge che tra il 1990 e il 2001 il predominio economico della città capitale e della sua provincia ha fatto registrare un leggero aumento (di circa un punto e mezzo, per la precisione).
11
3.4 Analisi a livello “regionale”: aspetti territoriali
L’analisi dei dati relativi agli aspetti territoriali appare alquanto interessante, non solo perché
risulta complementare a quelle precedenti e, in particolare, strettamente connessa a quella
demografica, ma anche perché la geografia fisica molto spesso costituisce un importante
fattore esplicativo delle disparità economiche territoriali.
Iniziando dal grado di concentrazione urbana12
, questo nel periodo 1980–2001 risulta
tendente alla crescita a livello nazionale (dal 57 al 62 %), per quanto si debba sottolineare un
forte divario tra l’indice relativo alla città di Buenos Aires, che ovviamente assume il valore
massimo, cioè pari al 100%, e le altre province: l’unica che ha sempre manifestato un grado di
urbanizzazione superiore a quello medio è San Juan (dal 63 al 68%), mentre gli indici relativi
alle province di Mendoza, Catamarca e Santa Fé si collocano poco al di sotto della media
nazionale (pari a oltre il 62% nel 2001).
Anche il grado di urbanizzazione rilevato in ogni provincia nel lungo periodo compreso fra
il 1970 e il 2001 risulta non solo elevato, ma anche crescente, sebbene ad un ritmo
decrescente; infatti, a livello nazionale si è passati dal 79% all’89% nell’arco dei trent’anni
considerati13. Inoltre, escludendo ovviamente sia la città di Buenos Aires che la sua provincia,
è progressivamente aumentato il numero delle province con un elevato grado di
urbanizzazione, a indicare che ormai si tratta di un fenomeno sostanzialmente globale.
Più specificamente, mentre all’inizio solo quattro Province presentavano un indice che
tendeva ad avvinarsi a quello medio nazionale, a partire dal 1980 – oltre ad aumentare il
numero delle province – quantomeno due di queste (Santa Cruz e soprattutto Tierra del
Fuego) hanno manifestato un valore dell’indice nettamente superiore alla media (96 e 97%,
rispettivamente, nel 2001, contro una media di poco più dell’89%). Tutto ciò,
presumibilmente, è da ricondurre sia alla specializzazione produttiva di tali province, sia alle
condizioni morfologiche e climatiche presenti sul loro territorio, fenomeni che evidentemente
favoriscono o, comunque, consentono una tendenza all’agglomerazione da parte delle
residenze delle famiglie.
Conseguentemente, il grado di concentrazione geografica della popolazione tra il 1970 e il
2001 è andato lievemente diminuendo soprattutto nella città e nella provincia di Buenos
Aires, considerate nel loro insieme: da oltre il 50% a quasi il 46% per la popolazione totale,
da oltre il 59 a meno del 50% per quella urbana14.
12 Si precisa che questo indicatore viene misurato dall’INDEC determinando l’incidenza della popolazione residente in località con una dimensione pari o superiore ai 100.000 abitanti. 13 Si tenga presente che in Europa che viene considerato il continente più urbanizzato del pianeta, il grado di urbanizzazione si aggira intorno all’80%. 14 Nonostante la discordanza fra gli anni di riferimento (il 2001 per la popolazione e il 2009 per il PIL pro capite), dai dati qui presentati risulterebbe contraddetto quanto affermato nello studio della CEPAL (2009), secondo cui in Argentina la distribuzione territoriale della popolazione è più polarizzata rispetto a quella della ricchezza (e del reddito), anche se in altra parte dello stesso studio si afferma che le disparità economiche
12
In tutte le altre province, invece, si constata un altrettanto lieve aumento della loro incidenza
demografica sia per la popolazione totale che per quella urbana, come se il già segnalato
fenomeno della depolarizzazione sia avvenuto non in corrispondenza di alcune province
soltanto, ma in modo disperso e tendenzialmente uniforme.
Inoltre, considerando il grado di densità demografica risultante nel 2008 si deve innanzi
tutto rilevare che esso risulta la variabile che presenta i valori maggiormente squilibrati tra i
due estremi: anche escludendo questi due valori che sono appannaggio della città di Buenos
Aires (ovviamente il più elevato) e della provincia della Tierra del Fuego (ovviamente quello
meno elevato), considerandoli evidentemente anomali rispetto agli altri (outliers), il campo di
variazione che ne risulta figura compreso fra meno di 1 ab./kmq., per la provincia di Santa
Cruz, e più di 65 ab./kmq. per quella di Tucuman, rispetto al valore medio nazionale (pari a
circa 10 o 14 ab./kmq.)15. Si tratta certamente di una situazione molto particolare, meno nota
ad altre realtà geografiche (come, ad esempio, l’Europa), la quale però non può ovviamente
non riflettersi sui livelli sia di sviluppo economico che delle condizioni di vita.
Venendo finalmente a considerare alcuni indicatori socio-economici, presentati a livello di
agglomerati urbani e di macro-regioni per un periodo molto recente, quale il terzo trimestre
del 2009, si ottengono valori decisamente più livellati rispetto agli analoghi presentati per
singola provincia, in seguito all’ovvia fusione delle diverse realtà all’interno di un aggregato
più ampio.
Tuttavia, anche tali risultati appaiono di notevole interesse. Ad esempio, si constata che i
valori più elevati per tutti gli indicatori considerati sono ovviamente quelli riferiti alla
metropoli di Buenos Aires: quasi 62% per il tasso di attività, quasi 56% per il tasso di
occupazione e quasi 10% per il tasso di disoccupazione, giacché anche in essa – come in tutte
le grandi aree metropolitane del mondo – si concentrano sia gli aspetti più favorevoli sia
quelli meno favorevoli. Le uniche regioni che mostrano valori di tali indici simili a quelli
della Gran Buenos Aires sono la regione Pampeana e quella Patagónica. In quest’ultima, poi,
si può rilevare la quota più elevata della popolazione occupata (oltre l’81%), a conferma della
recente espansione di quest’area geografica nel profondo sud del paese.
Infine, prendendo in esame – per il suo notevole valore segnaletico – anche un indicatore
rappresentativo della dotazione infrastrutturale nel settore dei trasporti, vale a dire la
lunghezza della rete stradale al 2003 e al 2007, si deve constatare un aumento della
lunghezza totale dei vari tipi (asfaltata, lastricata e sterrata) di reti che però è stato molto
modesto, sebbene non si debba dimenticare che il periodo considerato non è molto lungo
(solo un quinquennio). L’incremento più consistente, però, risulta quello della lunghezza delle
strade asfaltate, tanto che nello stesso periodo è passato da 4 a 7 il numero delle province con risultanti in tale paese all’inizio del periodo considerato (dall’inizio degli anni ’90 ai primi anni del decennio successivo) erano molto più accentuate di quelle tra le sue popolazioni. 15 Nel caso della superficie della provincia della Tierra del Fuego l’INDEC considera - come si è già accennato - oltre alle Islas del Atlántico Sur, anche l’Artárdida Argentina, che – avendo una superficie di un milione di Kmq. – fa macroscopicamente variare il dato medio nazionale rispetto a quello privo della porzione di tale continente.
13
la rete totalmente asfaltata: oltre a quella di Buenos Aires, ovviamente, si tratta di quella di
Chaco, Córdoba, Corrientes, Entre Rios, Neuquén e San Luis.
Poiché tra queste province ne figurano alcune che finora non sono mai state menzionate per
aver fatto registrare rilevanti fenomeni di espansione16, si potrebbe sostenere che tale variabile
risulta apparentemente contraddittoria rispetto a quanto emerso per il livello di sviluppo, dal
momento che ancora nel 2007 due province come quelle di Santa Cruz e Tierra del Fuego, che
fanno registrare livelli del PIL pro capite molto elevati, avevano solo la metà circa della loro
rete stradale asfaltata.
Evidentemente, in queste ultime province l’elevato, quanto recente livello di sviluppo si è
manifestato in modo fortemente concentrato sia dal punto di vista sociale, che da quello
territoriale. Di conseguenza, sembra di poter avanzare l’ipotesi secondo cui il processo di
sviluppo economico e produttivo registrato nelle province Argentine ha comportato uno
squilibrio nello squilibrio, nel senso che – oltre al preesistente e noto squilibrio
interprovinciale – se ne è andato formando anche un altro: lo squilibrio a livello
intraprovinciale, in seguito al fatto che – come sostenuto nello studio CEPAL (2009, p. 94) –
le grandi città e regioni più sviluppate del paese generano poche interconnessioni a livello sia
interregionale che intraregionale.
4 PRIME CO�CLUSIO�I
Stante il carattere del tutto interlocutorio del presente lavoro non si ritiene opportuno avanzare
delle vere e proprie conclusioni, a parte la seguente che è duplice e che deriva – come si era
preannunciato in sede introduttiva – da una comparazione con la principale conclusione
espressa al termine del più volte menzionato studio della CEPAL (2009).
Secondo questa fonte il contenimento del processo di convergenza territoriale registrato in
Argentina tra il 1990 e il 2003 andrebbe spiegato con la più veloce espansione della città e
della provincia di Buenos Aires, dove si ubicavano il 50% ca. della popolazione e due terzi
circa del PIL nazionale. Di conseguenza, si sostiene che si potrebbe parlare di una
“divergenza progressiva”, a causa di un Nord che era in lenta crescita e, soprattutto, in
contrasto con il Sud, caratterizzato invece da alti livelli di crescita, superiori al valore medio.
In base ai risultati qui presentati che – come si è più volte sottolineato – sono stati ottenuti
avvalendosi di fonti statistiche diverse, le quali però hanno consentito di aggiornare l’indagine
fino agli anni 2008-2009, potendo così prendere in considerazione tutti gli effetti prodotti
dalla crisi del 2001, sembra di poter affermare che, in realtà, durante l’ultimo decennio si
siano manifestati due fenomeni, solo in parte simili all’auspicata convergenza socio-
economica. 16 Si tenga presente che anche dagli approfondimenti analitici effettuati nello studio della CEPAL (2009) la provincia di Chaco costituisce un caso di territorio stagnante, mentre quella di San Luis addirittura un caso di declino economico.
14
Il primo è costituito dalla prosecuzione del processo di deconcentrazione dalla città e dalla
provincia di Buenos Aires, sia in termini demografici, dal momento che la sua incidenza è
scesa al 45-46% della popolazione totale, sia in termini economici, giacché il suo peso sul PIL
nazionale è sceso al 60% ca. Tale risultato, da valutare in modo sostanzialmente positivo, è da
relazionare al secondo fenomeno che è abbastanza chiaramente emerso, vale a dire l’ulteriore
intensificazione del processo di sviluppo realizzato nelle province meridionali del paese, tra
cui va certamente citata quella della Tierra del Fuego, dove fra l’altro si è avviata una non
trascurabile valorizzazione economica delle risorse naturali ed ambientali mediante il turismo.
Tutto ciò però ha evidenziato un forte rallentamento delle province settentrionali e
dell’interno del paese (Cordoba, Santa Fe, ecc.), nelle quali sono localizzate soprattutto
attività industriali, ivi comprese le tanto enfatizzate concentrazioni di piccole e medie
imprese, le quali – dopo l’iniziale espansione – non sembrano essere in grado di proseguire
nel loro percorso, risentendo negativamente anche della competizione a livello internazionale.
Abstract
TERRITORIAL DISPARITIES I� ARGE�TI�A. A PRELIMI�ARY A�ALYSIS
This contribution aims to present the main results of a preliminary survey carried out on
relevant socio-economic disparities that exist among the Provincial Administrations and/or
geographic regions of Argentina, using several indicators to conduct a descriptive statistic
analysis on the matter.
In fact, even in this simple way, it is assumed to usefully contribute to the scientific debate
developed regarding the limited knowledge so far available about the socioeconomic growth,
which occurred in Argentina at regional level during the last decades.
For this purpose, according to the main official sources of statistical documentation, available
at international level, a broad set of indexes has been elaborated; such parameters have been
used to outline a overview, basically comprehensive and organic, on various aspects
(population, labour market, income level, territory, etc.) deemed useful for obtaining further
interpretation elements about disparities inside this country, still in development.
15
Appendice statistica
Tabella 1 - Consistenza della popolazione totale e composizione % per luogo di
nascita e per provincia al 2001
Luogo di nascita Provincia Totale
Nel paese All'estero
Totale del paese 36.260.130 95,79 4,21
Ciudad de Buenos Aires 2.776.138 88,59 11,41
Buenos Aires 13.827.203 94,54 5,46
Totale Città e Provincia B.A.(*) 16.603.341 93,55 6,45
Catamarca 334.568 99,61 0,39
Chaco 984.446 99,20 0,80
Chubut 413.237 93,36 6,64
Córdoba 3.066.801 98,71 1,29
Corrientes 930.991 99,22 0,78
Entre Ríos 1.158.147 99,30 0,70
Formosa 486.559 95,51 4,49
Jujuy 611.888 95,00 5,00
La Pampa 299.294 98,85 1,15
La Rioja 289.983 99,25 0,75
Mendoza 1.579.651 96,37 3,63
Misiones 965.522 95,38 4,62
Neuquén 474.155 92,83 7,17
Río Negro 552.822 91,24 8,76
Salta 1.079.051 97,33 2,67
San Juan 620.023 98,94 1,06
San Luis 367.933 98,65 1,35
Santa Cruz 196.958 87,98 12,02
Santa Fe 3.000.701 98,79 1,21
Santiago del Estero 804.457 99,72 0,28
Tierra del Fuego, Antártida Argentina e Islas del Atlántico Sur
101.079 88,92 11,08
Tucumán 1.338.523 99,41 0,59
Fonte: Elaborazioni su dati INDEC
(*) Secondo la CEPAL la Capitale federale e la provincia di Buenos Aires andrebbero intese come parte
di una stessa unità territoriale, rappresentata dall'area metropolitana bonaerense.
16
Tabella 2 - Indicatori demografici per provincia negli anni 1991-2001
2001
Provincia
Tasso medio annuo di crescita 1991-2001
0/00
Tasso lordo di natalità
0/00
Tasso lordo di mortalità
0/00
Tasso di mortalità
infantile dei nati vivi 0/00
Totale del paese 10,1 18,2 7,6 16,3
Ciudad de Buenos Aires -6,3 13,9 11,1 9,6
Buenos Aires 8,9 16,9 8,2 15,0
Catamarca 22,7 24,9 5,6 15,5
Chaco 15,3 22,2 6,4 24,0
Chubut 14,0 18,4 5,1 13,1
Córdoba 9,8 15,9 7,8 16,2
Corrientes 15,1 21,9 6,6 23,5
Entre Ríos 12,1 20,5 7,8 14,9
Formosa 19,2 22,4 5,4 28,9
Jujuy 17,0 23,1 5,5 18,4
La Pampa 13,5 17,2 6,9 12,4
La Rioja 26,3 20,5 5,6 23,5
Mendoza 10,7 19,1 6,8 12,1
Misiones 19,4 24,2 4,4 19,6
Neuquén 19,1 16,8 3,6 13,0
Río Negro 8,3 17,8 4,7 14,7
Salta 21,1 24,2 5,2 19,1
San Juan 15,3 23,7 7,1 18,8
San Luis 24,1 22,3 6,0 17,8
Santa Cruz 20,1 19,8 4,6 14,5
Santa Fe 6,7 16,2 8,4 14,3
Santiago del Estero 17,3 21,1 6,1 14,8
Tierra del Fuego 36,5 17,9 2,3 10,1
Tucumán 15,2 21,1 6,3 24,5
Fonte: INDEC
17
Tabella 3a - Distribuzione % degli immigrati dai paesi limitrofi per paese di nascita, per provincia. Anno 1980
1980
Provincia Paese di nascita
Totale Bolivia Brasil Chile Paraguay Uruguay
Totale del paese 753.428 15,7 5,7 28,6 34,9 15,1
Capitale Federale 96.557 10,8 4,4 12,3 27,5 44,9
Buenos Aires 305.555 12,8 2,6 18,2 47,7 18,7
Catamarca 361 26,3 5,3 43,5 11,4 13,6
Córdoba 10.423 32,3 12,8 24,1 13,3 17,5
Corrientes 6.424 10,9 18,5 2,6 56,4 11,5
Chaco 9.252 1,0 2,1 1,8 92,9 2,2
Chubut 23.731 2,1 0,3 95,0 1,1 1,4
Entre Ríos 6.702 2,7 4,4 5,0 8,5 79,3
Formosa 31.678 0,2 0,2 0,2 99,2 0,2
Jujuy 31.942 96,8 0,1 1,4 1,4 0,2
La Pampa 1.662 9,4 3,1 67,5 8,0 11,9
La Rioja 498 31,7 2,0 46,4 7,2 12,7
Mendoza 33.754 27,0 4,2 66,9 0,9 1,0
Misiones 60.680 0,2 37,8 0,4 61,3 0,4
Neuquén 20.521 2,5 0,2 94,3 0,8 2,2
Río Negro 42.231 1,6 0,3 96,5 0,7 0,9
Salta 20.541 85,8 0,5 8,3 4,7 0,7
San Juan 4.454 6,1 7,5 83,4 1,2 1,8
San Luis 841 12,7 3,3 69,7 6,3 8,0
Santa Cruz 22.435 1,1 0,1 97,4 0,8 0,6
Santa Fe 12.293 14,4 16,4 14,3 34,0 20,8
Santiago del Estero 579 19,7 11,7 31,1 26,8 10,7
Tierra del Fuego 7.321 1,1 0,2 96,4 1,2 1,1
Tucumán 2.993 54,1 6,5 18,9 10,9 9,6
Fonte: INDEC
18
Tabella 3b - Distribuzione % degli immigrati dai paesi limitrofi per paese di nascita, per provincia. Anno 1991
1991
Provincia Paese di nascita
Totale Bolivia Brasil Chile Paraguay Uruguay
Totale del paese 841.697 17,8 4,2 30,3 31,1 16,6
Capitale Federale 118.166 15,8 3,6 12,1 25,7 42,8
Buenos Aires 348.840 14,2 2,1 17,8 44,5 21,5
Catamarca 481 24,5 0,5 41,3 16,6 17,1
Córdoba 11.852 35,9 8,5 30,2 9,4 16,0
Corrientes 6.196 7,5 19,9 2,9 54,2 15,5
Chaco 6.883 1,4 2,2 2,0 91,1 3,4
Chubut 26.810 4,8 0,3 91,7 1,2 2,0
Entre Ríos 5.845 1,4 4,3 4,4 8,7 81,1
Formosa 26.367 0,3 0,2 0,4 98,6 0,4
Jujuy 30.935 97,6 0,1 1,2 0,9 0,3
La Pampa 1.790 10,6 3,8 67,5 8,6 9,6
La Rioja 951 35,4 2,1 41,8 8,7 12,0
Mendoza 40.938 34,6 1,8 62,0 0,5 1,1
Misiones 49.800 0,3 36,0 0,4 62,5 0,8
Neuquén 33.133 3,2 0,4 93,4 1,0 1,9
Río Negro 51.001 2,4 0,5 95,3 0,7 1,0
Salta 23.892 90,1 0,5 5,3 3,4 0,8
San Juan 3.513 6,4 4,6 84,6 2,8 1,7
San Luis 2.527 7,7 2,1 76,1 5,2 8,9
Santa Cruz 23.790 1,4 0,2 96,8 0,8 0,7
Santa Fe 12.399 19,2 7,2 19,8 35,3 18,6
Santiago del Estero 651 12,3 4,4 36,9 25,5 20,9
Tierra del Fuego 10.038 4,3 0,2 90,9 2,2 2,3
Tucumán 3.614 65,0 3,8 13,9 10,1 7,1
Fonte: INDEC
1
9
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di
14
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00
1
Qualifica occupazionale
Provincia
Incidenza %
popolazione
occupata sul
totale
Qualificazione
professionale
Qualificazione
tecnica
Qualificazione
operativa
Senza
qualifica
Qualifica
ignorata
Occupati con
inform
azione
insufficiente
Totale del paese
30,10
8,22
18,54
46,80
20,02
2,25
4,17
Città di Buenos Aires
41,90
18,89
23,85
37,30
14,89
1,98
3,10
Buenos Aires
29,31
7,34
18,27
46,98
19,85
2,53
5,02
Totale C
ittà e Provincia B.A.
31,41
9,92
19,51
44,82
18,75
2,41
4,59
Catamarca
28,22
5,58
16,69
50,20
20,45
1,96
5,12
Chaco
24,28
5,20
18,21
49,77
21,46
1,63
3,72
Chubut
33,08
6,91
17,81
49,23
19,65
2,79
3,61
Córdoba
33,43
8,16
18,15
48,20
20,20
2,19
3,09
Corrientes
24,93
5,54
16,35
48,59
22,98
1,58
4,96
Entre R
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28,76
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18,68
47,88
20,62
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Form
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24,12
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19,67
1,89
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Jujuy
28,08
4,88
16,11
48,97
25,20
1,76
3,09
La Pampa
36,94
6,36
19,79
49,06
20,36
2,18
2,25
La R
ioja
30,81
5,79
16,81
48,31
21,99
2,38
4,71
Mendoza
29,61
7,09
17,41
49,25
21,57
1,93
2,74
Misiones
26,37
4,48
14,86
54,77
18,87
2,01
5,02
Neuquén
32,13
6,89
20,01
45,75
21,72
1,51
4,12
Río N
egro
30,92
6,78
18,25
45,09
23,07
3,07
3,73
Salta
25,78
5,56
15,06
49,27
24,55
1,81
3,75
San Juan
28,18
6,51
15,54
48,63
23,28
2,52
3,53
San Luis
31,11
6,01
16,28
52,08
18,96
2,40
4,25
Santa C
ruz
37,38
6,22
19,42
48,94
18,87
2,60
3,95
Santa Fe
30,21
7,92
19,71
47,53
19,13
2,06
3,65
Santiago del Estero
23,18
4,24
15,38
49,63
23,39
1,89
5,46
Tierra del Fuego
38,08
7,36
19,20
50,12
17,24
2,30
3,77
Tucumán
24,61
7,08
16,08
45,30
25,08
2,06
4,40
Fonte: elaborazioni su dati INDEC
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8
2004
2008
Tasso di variazione
Provincia
Lavoratori
%
Datori di lavoro
%
Lavoratori
%
Datori di lavoro
%
Lavoratori
Datori di lavoro
Totale
5.355.265
100,0
506.493
100,0
7.700.065
100,0
741.606
100,0
43,8
46,4
Città di Buenos Aires
1.751.710
32,7
139.980
27,6
2.559.756
33,2
180.726
24,4
46,1
29,1
Buenos Aires
1.439.977
26,9
142.320
28,1
1.781.822
23,1
215.031
29,0
23,7
51,1
Totale B.A.
3.191.687
59,6
282.299
55,7
4.341.578
56,3
395.757
53,4
36,0
40,2
Catamarca
18.328
0,3
1.434
0,3
34.831
0,5
2.466
0,3
90,0
72,0
Chaco
32.961
0,6
6.206
1,2
57.001
0,7
8.640
1,2
72,9
39,2
Chubut
73.734
1,4
6.248
1,2
103.241
1,3
9.414
1,3
40,0
50,7
Córdoba
402.181
7,5
47.197
9,3
549.314
7,1
69.957
9,4
36,6
48,2
Corrientes
39.997
0,7
4.692
0,9
99.555
1,3
7.417
1,0
148,9
58,1
Entre R
íos
86.865
1,6
13.809
2,7
187.418
2,4
20.719
2,8
115,8
50,0
Form
osa
9.397
0,2
1.416
0,3
16.683
0,2
2.264
0,3
77,5
59,9
Jujuy
28.872
0,5
2.719
0,5
39.116
0,5
4.313
0,6
35,5
58,6
La Pampa
40.636
0,8
5.569
1,1
54.704
0,7
8.163
1,1
34,6
46,6
La R
ioja
18.026
0,3
1.392
0,3
25.128
0,3
2.164
0,3
39,4
55,5
Mendoza
222.735
4,2
18.034
3,6
300.275
3,9
26.941
3,6
34,8
49,4
Misiones
60.576
1,1
6.875
1,4
81.325
1,1
10.265
1,4
34,3
49,3
Neuquén
83.333
1,6
5.728
1,1
91.956
1,2
9.230
1,2
10,3
61,1
Río N
egro
91.386
1,7
7.437
1,5
121.413
1,6
11.590
1,6
32,9
55,8
Salta
98.319
1,8
5.305
1,0
133.104
1,7
8.463
1,1
35,4
59,5
San Juan
46.222
0,9
4.745
0,9
109.731
1,4
7.190
1,0
137,4
51,5
San Luis
46.885
0,9
3.036
0,6
65.684
0,9
4.686
0,6
40,1
54,4
Santa C
ruz
18.183
0,3
2.349
0,5
35.321
0,5
3.754
0,5
94,2
59,8
Santa Fe
344.955
6,4
47.588
9,4
469.520
6,1
67.487
9,1
36,1
41,8
Santiago del Estero
61.362
1,1
2.424
0,5
83.920
1,1
4.184
0,6
36,8
72,6
Tierra del Fuego
26.547
0,5
1.491
0,3
39.901
0,5
2.393
0,3
50,3
60,5
Tucumán
172.135
3,2
7.751
1,5
211.686
2,7
13.037
1,8
23,0
68,2
No válid
a
139.943
2,6
20.751
4,1
447.662
5,8
41.114
5,5
219,9
98,1
Fonte: Elaborazioni su dati M
inistero del Lavoro
21
Tabella 6 - Valori del PIL pro capite a PPA dell’Argentina,a confronto con alcuni paesi
dell’UE
Tabella 7 - Incidenza % del PIL delle Province sul
totale nazionale.
Anni 2006 e 2007 (valori in US $) Anno 2009
Paesi 2006 2007 Tasso % var. Provincia Val. %
Bulgaria 10.294 11.302 9,79 Buenos Aires 34,15
Romania 10.426 11.387 9,22 Città di Buenos Aires 25,67
Argentina 12.046 13.308 10,48 Cordoba 7,26
Polonia 14.884 16.311 9,59 Santa Fe 7,24
Portogallo 20.818 21.701 4,24
Grecia 27.333 29.172 6,73 Mendoza 4,25
Spagna 28.772 30.120 4,69 Entre Rios 2,26
Italia 29.348 30.448 3,75 Tucuman 1,91
Neuquén 1,83
Fonte: IMF Rio Negro 1,47
Altre 13,97
Totale nazionale 100
Tabella 8 - Stima del PIL pro capite per
provincia al 2008
(valori in US $)
Provincia Pil pro capite N° indice
Totale del paese 8.269 100,00
Città di Buenos Aires 23.309 281,88
Buenos Aires 7.310 88,40
Catamarca 6.009 72,67
Chaco 2.015 24,37
Chubut 15.422 186,50
Córdoba 6.477 78,33
Corrientes 4.001 48,39
Entre Ríos 5.682 68,71
Formosa 2.879 34,82
Jujuy 3.755 45,41
La Pampa 5.987 72,40
La Rioja 4.162 50,33
Mendoza 9.079 109,80
Misiones 3.751 45,36
Neuquén 26.273 317,73
Río Negro 8.247 99,73
Salta 4.220 51,03
San Juan 5.642 68,23
San Luis 5.580 67,48
Santa Cruz 30.496 368,80
Santa Fe 8.423 101,86
Santiago del Estero 3.003 36,32
Tierra del Fuego, Antártida e Islas del Atlántico Sur 20.682 250,11
Tucumán 3.937 47,61
Fonte: elaborazioni su dati Abeceb.com e Wikipedia
22
Tabella 9 - Indicatori di concentrazione urbana per provincia. Anni 1980, 1991 e 2001
% di popolazione in località con 100.000 abitanti e più
% di popolazione nelle 4 località più
popolate Provincia
1980 1991 2001 1980 1991 2001
Totale del paese 57,4 60,6 62,5 44,9 44,1 42,5
Agglomerato Gran Buenos Aires 100,0 100,0 100,0 /// /// ///
Resto di Buenos Aires 31,9 36,0 38,1 34,5 36,0 35,9
Catamarca - 50,2 51,4 54,4 60,1 61,5
Chaco 31,4 34,8 36,5 44,4 48,0 50,8
Chubut - 34,7 32,8 71,1 75,6 74,9
Córdoba 46,4 48,7 49,5 51,4 53,6 54,4
Corrientes 27,2 32,4 34,0 41,7 47,5 49,0
Entre Ríos 18,0 32,2 33,3 39,1 44,0 45,4
Formosa - 37,1 40,7 44,8 52,6 56,9
Jujuy 30,6 35,2 45,5 55,1 60,7 67,6
La Pampa - - 34,2 47,3 54,1 58,8
La Rioja - 47,0 49,5 57,4 64,8 67,4
Mendoza 51,2 54,7 60,5 63,3 68,2 67,2
Misiones 24,4 26,7 29,0 34,7 40,0 42,5
Neuquén - 47,2 47,4 66,0 70,9 69,3
Río Negro - - - 41,1 47,4 49,2
Salta 39,5 42,8 43,4 52,0 56,4 57,4
San Juan 62,6 66,7 68,0 68,5 74,0 76,8
San Luis - 38,4 44,0 61,4 70,5 76,0
Santa Cruz - - - 67,5 70,3 71,3
Santa Fe 52,4 54,5 53,8 56,3 59,3 59,3
Santiago del Estero 33,0 39,2 40,8 42,6 48,3 49,9
Tierra del Fuego, Antártida e Islas del Atlántico Sur - - - /// /// 98,3
Tucumán 51,3 54,5 55,2 59,2 62,8 63,7
Fonte: INDEC
23
Tabella 10 - Incidenza % della popolazione urbana per provincia.
Anni 1970, 1980, 1991 e 2001
% popolazione urbana Provincia
1970 1980 1991 2001
Totale del paese 79,0 83,0 87,2 89,4
Città di Buenos Aires 100,0 100,0 100,0 100,0
Buenos Aires 91,3 93,2 95,2 96,4
Catamarca 52,9 57,5 69,8 74,0
Chaco 47,0 60,9 68,6 79,7
Chubut 69,6 81,4 87,8 89,5
Córdoba 74,8 80,7 86,0 88,7
Corrientes 57,2 64,4 74,1 79,4
Entre Ríos 60,8 68,8 77,6 82,5
Formosa 40,3 55,7 67,8 77,7
Jujuy 64,9 73,6 81,6 85,0
La Pampa 49,8 64,9 74,2 81,3
La Rioja 51,5 61,7 75,7 83,1
Mendoza 65,9 68,9 77,8 79,3
Misiones 37,5 50,4 62,5 70,4
Neuquén 66,0 76,1 86,3 88,6
Río Negro 59,6 71,8 79,9 84,4
Salta 62,8 71,8 79,0 83,4
San Juan 62,4 72,0 80,3 86,0
San Luis 57,3 70,0 81,1 87,1
Santa Cruz 76,3 86,8 91,4 96,1
Santa Fe 77,7 82,0 86,8 89,2
Santiago del Estero 43,0 51,9 60,7 66,1
Tierra del Fuego, Antártida e Islas del Atlántico Sur 73,8 88,6 97,0 97,1
Tucumán 64,7 70,9 76,6 79,5
Fonte: INDEC
24
Tabella 11a - Distribuzione % della popolazione totale, urbana e rurale per provincia. Anni 1970 e 1980
1970 1980
Provincia Totale Urbana Rurale Totale Urbana Rurale
Totale del paese 23.364.431 18.453.980 4.910.451 27.947.446 23.192.892 4.754.554
100,00 78,98 21,02 100,00 82,99 17,01
Città di Buenos Aires 12,7 16,1 - 10,5 12,6 -
Buenos Aires 37,6 43,4 15,5 38,9 43,6 15,6
Catamarca 0,7 0,5 1,7 0,7 0,5 1,9
Chaco 2,4 1,4 6,1 2,5 1,8 5,8
Chubut 0,8 0,7 1,2 0,9 0,9 1,0
Córdoba 8,8 8,4 10,6 8,6 8,4 9,8
Corrientes 2,4 1,7 4,9 2,4 1,8 5,0
Entre Ríos 3,5 2,7 6,5 3,3 2,7 6,0
Formosa 1,0 0,5 2,8 1,1 0,7 2,8
Jujuy 1,3 1,1 2,2 1,5 1,3 2,3
La Pampa 0,7 0,5 1,8 0,7 0,6 1,5
La Rioja 0,6 0,4 1,3 0,6 0,4 1,3
Mendoza 4,2 3,5 6,8 4,3 3,6 7,8
Misiones 1,9 0,9 5,6 2,1 1,3 6,1
Neuquén 0,7 0,6 1,1 0,9 0,8 1,2
Río Negro 1,1 0,8 2,2 1,4 1,2 2,3
Salta 2,2 1,7 3,9 2,4 2,1 3,9
San Juan 1,6 1,3 2,9 1,7 1,4 2,7
San Luis 0,8 0,6 1,6 0,8 0,6 1,4
Santa Cruz 0,4 0,3 0,4 0,4 0,4 0,3
Santa Fe 9,1 9,0 9,7 8,8 8,7 9,3
Santiago del Estero 2,1 1,2 5,7 2,1 1,3 6,0
Tierra del Fuego, Antártida e Islas del Atlántico Sur 0,1 0,1 0,1 0,1 0,1 0,1
Tucumán 3,3 2,7 5,5 3,5 3,0 6,0
Fonte: INDEC
25
Tabella 11b - Distribuzione % della popolazione totale, urbana e rurale per provincia. Anni 1991 e 2001
1991 2001 Provincia
Totale Urbana Rurale Totale Urbana Rurale
Total del Paese 32.615.528 28.436.110 4.179.418 36.260.130 32.431.950 3.828.180
100,00 87,19 12,81 100,00 89,44 10,56
Città di Buenos Aires 9,1 10,4 - 7,7 8,6 -
Buenos Aires 38,6 42,2 14,6 38,1 41,1 13,1
Catamarca 0,8 0,6 1,9 0,9 0,8 2,3
Chaco 2,6 2,0 6,3 2,7 2,4 5,2
Chubut 1,1 1,1 1,0 1,1 1,1 1,1
Córdoba 8,5 8,4 9,3 8,5 8,4 9,0
Corrientes 2,4 2,1 4,9 2,6 2,3 5,0
Entre Ríos 3,1 2,8 5,5 3,2 2,9 5,3
Formosa 1,2 0,9 3,1 1,3 1,2 2,8
Jujuy 1,6 1,5 2,3 1,7 1,6 2,4
La Pampa 0,8 0,7 1,6 0,8 0,8 1,5
La Rioja 0,7 0,6 1,3 0,8 0,7 1,3
Mendoza 4,3 3,9 7,5 4,4 3,9 8,5
Misiones 2,4 1,7 7,1 2,7 2,1 7,5
Neuquén 1,2 1,2 1,3 1,3 1,3 1,4
Río Negro 1,6 1,4 2,4 1,5 1,4 2,3
Salta 2,7 2,4 4,4 3,0 2,8 4,7
San Juan 1,6 1,5 2,5 1,7 1,6 2,3
San Luis 0,9 0,8 1,3 1,0 1,0 1,2
Santa Cruz 0,5 0,5 0,3 0,5 0,6 0,2
Santa Fe 8,6 8,5 8,8 8,3 8,2 8,5
Santiago del Estero 2,1 1,4 6,3 2,2 1,6 7,1
Tierra del Fuego, Antártida e Islas del Atlántico Sur 0,2 0,2 - 0,3 0,3 0,1
Tucumán 3,5 3,1 6,4 3,7 3,3 7,2
Fonte: INDEC
26
Tabella 12 - Superficie e densità demografica per provincia nell'anno 2008
Provincia Superficie
km2
Popolazione (stima)
Val. % Densità
Totale del paese 3.761.273 39.745.613 100 10,6
Totale del paese (senza Antartide) 2.761.273 39.745.613 100 14,4
Città di Buenos Aires 203 3.042.581 7,66 14.988,1
Buenos Aires 307.571 15.052.177 37,87 48,9
Totale Città e Provincia di Buenos Aires 307.774 18.094.758 45,53 58,8
Catamarca 102.602 388.416 0,98 3,8
Chaco 99.633 1.052.185 2,65 10,6
Chubut 224.686 460.684 1,16 2,1
Córdoba 165.321 3.340.041 8,40 20,2
Corrientes 88.199 1.013.443 2,55 11,5
Entre Ríos 78.781 1.255.787 3,16 15,9
Formosa 72.066 539.883 1,36 7,5
Jujuy 53.219 679.975 1,71 12,8
La Pampa 143.440 333.550 0,84 2,3
La Rioja 89.680 341.207 0,86 3,8
Mendoza 148.827 1.729.660 4,35 11,6
Misiones 29.801 1.077.987 2,71 36,2
Neuquén 94.078 547.742 1,38 5,8
Río Negro 203.013 597.476 1,50 2,9
Salta 155.488 1.224.022 3,08 7,9
San Juan 89.651 695.640 1,75 7,8
San Luis 76.748 437.544 1,10 5,7
Santa Cruz 243.943 225.920 0,57 0,9
Santa Fe 133.007 3.242.551 8,16 24,4
Santiago del Estero 136.351 865.546 2,18 6,3
Tierra del Fuego, Antártida e Islas del Atlántico Sur 1.002.445 126.212 0,32 0,1
Tierra del Fuego e Islas del Atlántico Sur 2.445 126.212 0,32 51,6
Tucumán 22.524 1.475.384 3,71 65,5
Fonte:elaborazioni su dati INDEC e Wikipedia
2
7
Ta
bel
la 1
3 -
In
dic
ato
ri s
oci
oec
on
om
ici
del
la p
op
ola
zion
e d
i 14
an
ni
e più
nel
to
tale
deg
li a
gg
lom
era
ti e
del
le r
egio
ni.
Ter
zo t
rim
estr
e 2
00
9
Indicatori
Totale 31
agglomerati
urbani
Agglomerati
dell'interno
senza GBA
Gran
Buenos
Aires
Cuyo
Noreste
(NEA)
Noroeste
(NOA)
Pampeana
Patagónica
Totale
agglomerati di
500.000 e più
abitanti
Totale agglomerati
di meno di 500.000
abitanti
Tasso di attività
59,3
56,4
61,9
55,6
48,8
56,0
58,0
58,2
60,8
53,9
Tasso di occupazione
53,9
51,8
55,8
52,0
46,8
51,6
52,4
54,3
54,9
50,3
Tasso di disoccupazione
9,1
8,1
9,8
6,4
3,9
7,9
9,6
6,7
9,6
6,8
Popolazione occupata
Salariati
76,2
76,0
76,4
74,6
73,4
73,7
76,9
81,3
76,4
75,5
Non salariati
23,8
24,0
23,6
25,4
26,6
26,3
23,1
18,7
23,6
24,5
Fonte: IN
DEC.
28
Tabella 14 - Lunghezza della rete stradale nazionale per tipo di carreggiata, per provincia. Anni 2003 e 2007
2003 2007
Totale asfaltata lastricata sterrata Totale asfaltata lastricata sterrata Provincia
Km % % % km % % %
Total del paese 38.290,85 81,14 14,29 4,57 38.500,67 88,38 8,42 3,21
Buenos Aires 4.748,97 100,00 - - 3.467,36 100,00 - -
Catamarca 890,63 77,13 22,87 - 1.137,27 95,88 4,12 -
Chaco 1.108,97 70,34 - 29,66 987,59 100,00 - -
Chubut 2.269,49 64,88 32,98 2,14 2.165,04 86,55 13,45 -
Córdoba 2.533,34 99,80 0,20 - 2.544,23 100,00 - -
Corrientes 1.753,88 100,00 - - 1.753,88 100,00 - -
Entre Ríos 1.518,28 100,00 - - 1.603,35 100,00 - -
Formosa 1.310,07 57,66 - 42,34 1.310,07 71,52 - 28,48
Jujuy 928,73 47,98 45,46 6,56 1.188,21 63,06 36,40 0,53
La Pampa 1.583,42 87,97 - 12,03 1.595,52 88,06 - 11,94
La Rioja 1.697,39 85,58 13,43 1,00 1.782,66 95,71 4,29 -
Mendoza 1.749,59 89,84 10,16 - 1.943,04 84,97 6,80 8,23
Misiones 828,03 75,92 - 24,08 822,03 87,30 - 12,70
Neuquén 1.533,11 82,54 17,46 - 1.395,30 99,92 - -
Río Negro 2.360,07 66,34 33,66 - 2.112,58 77,82 22,18 -
Salta 1.705,02 68,65 16,85 14,50 1.847,69 75,74 15,18 9,08
San Juan 773,47 94,78 5,22 - 1.165,88 87,33 7,93 4,74
San Luis 1.293,88 100,00 - - 960,33 100,00 - -
Santa Cruz 2.380,82 42,51 55,64 1,86 2.288,33 56,77 43,23 -
Santa Fe 2.465,22 96,21 3,79 - 2.482,95 96,23 1,23 2,53
Santiago del Estero 1.486,98 96,05 - 3,95 1.487,26 92,96 - 7,04
Tierra del Fuego 908,27 7,41 92,59 - 651,99 45,15 54,85 -
Tucumán 463,22 92,01 7,99 - 531,69 92,29 7,71 -
Fonte: Ministero della Pianificazione Federale
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