Giuseppe Pancaro

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Grande intervista di Lazialità a Giuseppe Pancaro, terzino destro della Lazio stellare di Cragnotti. Dagli inizi nel Cagliari agli anni d’oro in biancoceleste, tutto con un’unica costante: la Lazio nel cuore. giuseppe PANCARO di Livia Ciatti - Foto a cura di Emanuele Gambino Intervista G iuseppe Pan- caro, classe ’71 ed ex difensore, inizia la sua carriera a 17 anni nell’Acri, per passare poi al Torino, all’Avezzano, al Caglia- ri e nel ’97 approdare alla Lazio. Indosserà la maglia biancoceleste per sei stagioni, collezionando 152 presenze, realizzando cinque reti in campionato e vincendo uno Scudet- to, due Coppe Italia, due Supercop- pe Italiane e una Coppa delle Cop- pe. Nel 2003 si trasferisce al Milan per due stagioni, passa poi alla Fiorentina e chiude la sua carriera

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Grande intervista di Lazialità a Giuseppe Pancaro, terzino destro della Lazio stellare di Cragnotti.

Dagli inizi nel Cagliari agli anni d’oro in biancoceleste, tutto

con un’unica costante: la Lazio nel cuore.

giuseppePANCARO

di Livia Ciatti - Foto a cura di Emanuele Gambino

Intervista

Giuseppe Pan-caro, classe ’71 ed ex

difensore, inizia la sua carriera a 17 anni nell’Acri, per passare poi al Torino, all’Avezzano, al Caglia-ri e nel ’97 approdare alla Lazio. Indosserà la maglia biancoceleste per sei stagioni, collezionando 152 presenze, realizzando cinque reti in campionato e vincendo uno Scudet-to, due Coppe Italia, due Supercop-pe Italiane e una Coppa delle Cop-pe. Nel 2003 si trasferisce al Milan per due stagioni, passa poi alla Fiorentina e chiude la sua carriera

Intervista - pag. 39

Il terzinodello SCUDETTO

Ottobre 2011

pag. 40 - Intervista Ottobre 2011

Competizioni nazionali:Campionato Italiano: ....................2Lazio: ............................... 1999-2000Milan: ............................. 2003-2004

Supercoppa Italiana: .....................3Lazio: ...............................1998, 2000Milan: ..........................................2004

Competizioni internazionali: Coppa mitropa: .................... 1 Torino: .........................1991Coppa delle Coppe: .............. 1 Lazio: 1998-1999Supercoppa Uefa: ................ 2Lazio: ............................................1999Milan: ..........................................2003

Cragnotti, al quale sarò grato per tutta la vita perché mi ha dato la possibilità di realizzare il sogno di giocare in una grande squadra e vincere. Con Zoff ho avuto altri tipi di rapporti perché l’ho avuto sia come allenatore nella Lazio che nel-la Nazionale e anche di lui ho un ottimo ricordo, una persona onesta, schietta, sincera che sicuramente fa-ceva molto bene al calcio.

Quattro sono stati gli allenatori che hai avuto: Eriksson, Zoff, Zacche-roni e Mancini. Cosa ti ha lasciato ognuno di loro?Si è vero gli allenatori sono stati quattro, ma anche lì, per quanto mi riguarda, vale lo stesso discorso che ho fatto per Cragnotti: l’allenatore della mia Lazio è stato sempre Eriks-son, ovviamente senza nulla toglie-re agli altri. Un uomo straordinario sotto tutti i punti di vista. I successivi allenatori sono arrivati in un momen-to di transizione, di difficoltà in cui il ciclo stava per finire.

Nella Lazio di Eriksson hai vinto uno Scudetto, due Coppe Italia, due Supercoppe Italiane e la Cop-pa delle Coppe. Pensi che si sareb-

be potuto vincere di più?Questo è quello che si dice e che dicono tutti ed effettivamente se an-diamo a vedere il va-lore di quella squadra penso che sia anche giusto dire così. Era un gruppo fortissimo e completo in tutti i re-parti, che sicuramente avrebbe potuto vince-

nel 2007 con la maglia del Torino. Anni importanti quelli vissuti a Roma che hanno fatto crescere il difensore sia da un punto di vista professio-nale che umano. La Lazio di Sergio Cragnotti e di Sven Goran Eriksson, popolata di campioni, che, oltre ad aver regalato grandi gioie al popo-lo biancoceleste, hanno fatto cono-scere la società capitolina a livello europeo. Ricordi indimenticabili per l’ex calciatore che ancora oggi si definisce un tifoso laziale.

Dopo cinque stagioni al Cagliari sei venuto alla Lazio. Come hai vis-suto questo passaggio?È stato sicuramente il raggiungimen-to di un traguardo importante per la mia carriera. Passavo dal Cagliari ad una grande società che stava costruendo qualcosa di importante per il futuro e da un punto di vista professionale per me è stato un grande salto di qualità.

Nelle sei stagioni in maglia bian-coceleste due sono state le presi-denze: quella di Zoff e quella di Cragnotti. Che ricordi hai di loro?Diciamo che nella mia gestione il presidente è stato fondamentalmen-te uno, Sergio

Palmares

Intervista - pag. 41Ottobre 2011

...Credo che quest’anno

la Lazio sia una grande squadra. La società negli

ultimi anni si è mossa

molto bene...

re di più, fermo restando che quello che abbiamo vinto ci ha dato gran-dissime soddisfazioni. Vincere uno Scudetto con la Lazio dopo più di vent’anni che non se ne vinceva uno, è stata una gioia incredibile per tutti noi e per i tifosi.

Che ricordi hai del giorno dello Scu-detto?Ricordo tutta l’atmosfera surreale che si era creata. Aspettavamo il risultato della partita a Perugia, momenti che sembravano interminabili. Addirittura ho avuto vuoti di memo-ria, non ricordavo alcune cose che avevo fatto tanta era la tensione, ma tutto è stato coronato alla fine da una gioia immensa e irripetibile.

Da difensore hai segnato in maglia biancoceleste cinque reti. Qual è stata la più determinante?Credo le due contro l’Inter l’anno dello scudetto. I due gol che ci rega-larono due punti.

Durante gli allenamenti con la Lazio chi era il compagno che più ti face-va “dannare l’anima”?Impossibile sceglierne uno solo. Co-me ti giravi vedevi fenomeni, il pallo-

pag. 42 - Intervista Ottobre 2011

LA CARRIERAAcri 29 (0) 1988 - 1989Torino 0 (0) 1989 - 1991Avezzano 32 (2) 1991 - 1992Cagliari 99 (5) 1992 - 1997Lazio 151 (5) 1997 - 2003Milan 39 (2) 2003 - 2005Fiorentina 18 (0) 2005 - 2006Torino 10 (0) 2006 - 2007

NazioNale Italia 19 (0) 1999-2005

ne viaggiava ad una velocità tale, c’era una qualità tecnica e fisica superiore alla media, quindi non ri-esco a dirne uno in particolare. Era sia un bel vedere, ma anche una grande fortuna potersi allenare con loro tutti i giorni.

Chi era l’anima della squadra?Non c’era un solo trascinatore. Era una squadra formata da tantissimi giocatori di grandissima personalità e tutti quanti davano un grande con-tributo allo spogliatoio. Quello che veniva rimarcato meno da tutti e che invece secondo me ha avuto un ruolo fondamentale è stato Eriksson. Con la sua gestione perfet-ta ha saputo far convivere il gruppo in armonia e non era facile.

Sei rimasto in contatto con qualche tuo ex compagno della Lazio?Si, sono rimasto in ottimi rapporti con tutti e ogni volta che incontro qualcuno di loro è sempre un pia-cere. È rimasto un grandissimo affet-to verso i miei compagni di quegli anni.

Un appellativo per ogni tuo compa-gno di quella Lazio.Nesta: mostruoso. Favalli: intelligen-te. Simeone: professionista. Salas: opportunista. Nedved: maratoneta. Mancini: personalità. Veron: classe pura. Almeyda: muro. Stankovic: talento. Negro: duttilità. Mihajlovic: precisione. Conceicao: dribbling. Marchegiani: equilibrio. Nel 2003 passi al Milan per due stagioni. Un confronto tra i due der-by, quello romano e quello milane-se.Del derby romano ricordo benis-simo la tensione che si iniziava a respirare già due settimane prima dell’incontro.L’attesa in città era forte. Un’attesa dovuta all’importanza di questa partita sia per i giocatori che per

Intervista - pag. 43Ottobre 2011

la società, ma soprattutto per i tifosi. È una responsabilità che alla lunga, per chi gioca in una delle due squa-dre, capisce subito, dal primo gior-no del ritiro. A Milano invece il derby era solo quello che accadeva nei novanta minuti allo stadio, non c’era né un pre né un post derby come quello ro-mano pieno di sfottò e tensione che dura fino al successivo derby.

Cosa pensi della Lazio attuale?Io credo che quest’anno la Lazio sia una grande squadra. La società ne-gli ultimi anni si è mossa molto bene, già l’anno scorso con gli innesti di Hernanes e di Dias è stata rinforza-ta. Quest’anno è stata puntellata, dove ce n’era bisogno, cioè davanti con personalità di caratura interna-zionale e grande qualità. Peccato solo per le cessioni di Lichtsteiner e Kolarov, perché questa squadra con questi due esterni pote-va essere davvero una grandissima. Ma questo è un sogno da tifoso, nonostante credo che la Lazio farà divertire i suoi tifosi.

Vai allo stadio a vedere la Lazio?Ogni tanto vado, approfitto per por-tare mio figlio Riccardo che ha sei anni e ovviamente è un tifoso lazia-le. Sta prendendo la strada giusta.

Prima di salutarti e ringraziarti ci piacerebbe sapere come passa og-gi le sue giornate Giuseppe Panca-ro e quali sono i tuoi progetti futuri.Vorrei provare ad allenare. In attesa di trovare qualcosa di in-teressante dove potrei mettermi alla prova mi dedico alla famiglia, gioco a tennis e mi godo un po’ di tempo libero.

E se ti chiamasse la Lazio?Beh, sarebbe come la prima volta: il coronamento di un sogno!!! Forza Lazio!!!