GIUGNO/LUGLIO 6 Pontida€¦ · Il buon samaritano V. Van Gogh T ra qualche settimana ascolte-remo...

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P ontida 2016 GIUGNO/LUGLIO 6 Il Centro di Primo Ascolto compie 10 anni!

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Pontida 2016ontidaGIUGNO/LUGLIO 6

Il Centro di Primo Ascoltocompie 10 anni!

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Parrocchia dei Ss. Giacomo Ap. e Giorgio M.24030 PONTIDA (BG) - Tel. 035.795.025

Anno 26 - Nuova SerieN. 6

Giugno/Luglio 2016

PONTIDA: Bollettino della Parrocchia dei Ss. Giacomo Ap. e Giorgio M. - Registrazione Tribunale di Bergamo n. 3 del5.2.99. Direttore Responsabile: Giovanzana M. Luisa. - Direzione e Redazione: Parrocchia dei Ss. Giacomo Ap. e GiorgioM. - Piazza Giuramento, 155 - 24030 Pontida (BG). Stampa: Tipografi a dell’Isola s.n.c. - Terno d’Isola (BG)

IL PARROCO RICEVEpresso l’ARCHIVIO PARROCCHIALE Domenica dalle 16.00 alle 17.30

oppure su appuntamento: tel. 035.795.025 - 035.43.85.427 - www.parrocchiadipontida.it

IL VICEPARROCO È PRESENTE: Tutti i giorni in Oratorio dalle 16.00 alle 18.30

IL CENTRO DI PRIMO ASCOLTO È APERTO:Martedì dalle 16.00 alle 18.00 - Venerdì dalle 9.00 alle 11.00

Numeri telefonici utili:

Monastero: 035.795.025

Oratorio: 035.795.211

Centro di Primo Ascoltoe Coinvolgimento: 335.1669047

Asilo “E. Locatelli”: 035.795.343

Caderizzi: 035.796.024

ORARIO SANTE MESSE:

FERIALI in Basilica: 6.20 S. Messa e Lodi 8.00 a S. Pio X: 8.00 escluso il Mercoledì a Valmora: 8.30 solo il Mercoledì Caderizzi: 16.00 escluso il Sabato e prefestivi

FESTIVE in Basilica: 6.45 Lodi e S. Messa 9.30 18.00 S. Messa cantata in gregoriano a Valmora: 8.15 a S. Pio X: 9.00 Caderizzi: 16.30 Odiago: 17.00 solo Natale e Pasqua

PREFESTIVE in Basilica: 20.00 a Odiago: 17.00 escluso Natale e Pasqua

SOMMARIO

Buon compleannoCentro di Primo Ascolto!!! 3

Il buon samaritano 5

Associazione Libera 7

Giubileo dei bambinie dei ragazzi 2016 8

“Ero forestieroe mi avete accolto” 10

Sul sentiero di Papa Giovanni 13

Il campo di Simone... 16

“Adolescenti navigati” 17

Integrazione? Parliamone! 18

Sfogliando i vecchialbum di fotografi e... 19

È avvenuto... 20-25

Giubileo degli ammalati 25

L’angolo della lettura 26

Gioca con noi! 27

Note d’archivio 29

Calendario Giugno 2016 30

Calendario Luglio 2016 31

Solennità di San Benedetto 32

60º di Ordinazione Sacerdotaledell’Abate Paolo Lunardon 32

Solennità diSan Giacomo Apostolo 32

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COORDINATE DI VIAGGIO

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Buon compleannoCentro di Primo Ascolto !!!Era il 17 giugno 2006 quando, attraverso una

manifestazione pubblica, si dava inizio uf-fi cialmente al Centro di Primo Ascolto e Coin-volgimento nella nostra comunità parrocchiale. Il desiderio forte dell’Abate Francesco, la passione di Don Franco, la disponibilità di molte volontarie e la formazione offertaci dalla Caritas Diocesana fu-rono gli ingredienti che permisero al nostro Cen-tro di Primo Ascolto e Coinvolgimento (CPAeC) di lievitare come un alimento nuovo all’interno della comunità. I primi tempi non furono semplici, ma piano pia-no si riuscì ad acquisire competenza anche attra-verso l’esperienza, e, con il supporto della Caritas Diocesana e la generosità dei nostri parrocchiani, si iniziò ad offrire alcune risposte concrete e alcu-ni orientamenti validi a coloro che hanno bussato alla porta aperta del CPAeC.A proposito di porta aperta, vi ricordate il manu-fatto preparato per sensibilizzare la nostra comu-nità alla nascita del CPAeC? Abbiamo recuperato l’immagine che offriamo come copertina di que-sto numero. Ma cosa è il CPAeC?Il CPAeC è un segno della comunità cristiana che attraverso l’opera di alcuni operatori rende quoti-dianamente visibile l’attenzione e la sollecitudine per i poveri. Possiamo defi nire il CPAeC come una porta aperta, un’antenna e uno strumento. È una “porta aperta” per ascoltare e dare attenzio-ne a persone in diffi coltà secondo lo spirito del Vangelo, attraverso un’azione di coinvolgimento dell’interessato, della famiglia e della comunità per contribuire al superamento di situazioni di biso-gno in un primo momento, ma soprattutto per favorire il ripristino dell’autonomia del soggetto stesso.È un’antenna per cogliere i bisogni emergenti sul territorio attraverso l’ascolto diretto delle persone in diffi coltà e attraverso un’osservazione critica da parte degli operatori. È uno “strumento” per diffondere una cultura della solidarietà nei confronti sia delle persone in diffi coltà, per dar loro voce e per aiutarle ad esse-

re protagoniste e soggetti attivi nel superamento della loro condizione di disagio e nella ricerca di se stesse, sia dei volontari e degli operatori, che vi trovano uno spazio di confronto per crescere, come uomini e come cristiani, nella prossimità e nel servizio ai fratelli.Per ricordare questi dieci anni di servizio vissuti insieme abbiamo pensato a due momenti di festa: il primo è programmato per domenica 12 giugno particolarmente indirizzato alla comunità cristiana per rendere lode e grazie al Signore per questo bellissimo dono, per l’impegno profuso, per essere divenuti strumenti nelle mani del Signore; il se-condo, la serata del 16 luglio, pensato direttamente con gli amici che abbiamo incontrato in questi dieci anni del cammino. Lo scopo di questo se-condo momento non è solo quello di riservare uno spazio per chi ha visto nel Centro di Primo Ascolto come un’ancora di salvezza o un luogo in

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cui sentirsi ascoltati, ma per far incontrare la nostra comunità cristiana cattolica con tanti amici prove-nienti da vari Paesi e da varie religioni. Lo faremo nel modo più internazionale che abbia mai co-nosciuto per creare relazione: mangiare insieme!!!Un piccolo libretto che verrà distribuito nei gior-ni della festa raccoglierà un racconto dei primi passi a cura di Don Franco, un articolo ricco di statistiche per narrare quando si è potuto fare, va-rie testimonianze di alcune volontarie e una mia rifl essione fi nale con alcune mete per il proseguo del cammino. Il desiderio è quello di offrire anche altri servizi come la scuola di italiano per stranieri, nuovi stimoli per la comunità come la serata che

Don Alessandro parroco di Mapello ci ha donato, o la serata su Libera offerta agli adolescenti. Po-trete trovare tutto questo nelle prossime pagine di questo numero di Pontida.Da parte mia un grazie a Don Franco che ha diret-to il nostro Centro di Primo Ascolto per ben nove anni, e un altro grazie enorme a tutti i volontari del Centro di Primo Ascolto che donano da anni parte del loro tempo per una causa così delicata e importante: il Giubileo della Misericordia offra a ognuno di loro la capacità a lasciarsi plasmare ogni volta dalla grazia caritatevole e misericordiosa del Signore.

D. Giordano

Ore 17.30 Incontro in Oratorio

Ore 18.00 Giochi per bambini e ragazzi Momento fraterno per gli adulti

Ore 19.00 Cena insieme a buffet con cibi e profumi di tutto il mondo

DOMENICA 12 GIUGNO 2016

Festa con la comunità parrocchialeOre 9.30 S. Messa presieduta da D. Claudio Visconti Direttore della Caritas Diocesana

Ore 10.30 “10 anni e non sentirli” Dibattito sul CPAeC in Sala S. Croce

Ore 11.30 Visita ai locali e aperitivo insieme

Per rendere lode al Signore

SABATO 16 LUGLIO 2016

Per far festa con gli amici cheabbiamo incontrato nel cammino

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IMAGINARIUS

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I l buonsamaritanoV. Van Gogh

Tra qualche settimana ascolte-remo durante la celebrazione

eucaristica domenicale la parabola del Buon Samaritano, che penso tutti ben conosciamo, e che pren-diamo come spunto per l’immagi-ne di questo mese: un olio su tela (cm 70 x 86) di Vincent Van Gogh, realizzato nel 1890 e conservato oggi nel Kroller Muller Museum di Otterlo (Paesi Bassi). L’anno è l’ultimo della vita del pit-tore, che vedeva sempre più pro-gredire la propria malattia (crisi depressive e attacchi di panico) e che vedrà la sua morte, dopo un tentativo di suicidio. Van Gogh, un genio che ha cominciato a di-pingere tardi, a 28 anni, non aveva avuto una vita facile, aveva cambia-to vari lavori, sempre tentando di convivere con i propri problemi di salute, e manifestando sempre una sorta di malumore generale verso la società, sfruttatrice verso i poveri e i lavoratori.Trovava un poco di conforto, e solo in alcuni momenti della sua vita, nella religione: e probabilmente anche il dipinto in questione è una sorta di manifesto verso quello che egli stesso riteneva il compito pri-mario, degli uomini e delle istitu-zioni religiose: assistere chi si trova in diffi coltà, aiutare, confortare. E farlo per chiunque.

Diciamo subito che il dipinto è la riproposizione di una pre-cedente opera di Eugéne Delacroix, con lo stesso soggetto, che il nostro modifi ca (ribaltandolo specularmente e inse-rendo i personaggi minori) e ri-realizza seguendo la propria tecnica pittorica. Notate le lunghe pennellate, affi ancate, in rilievo, tipiche proprio di Van Gogh, così come il contrasto tra i colori freddi della parte in alto a destra e quelli caldi di quella in basso a sinistra, separati da un’immaginaria linea diagonale, che attraversa i protagonisti.

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Questi ultimi sono molto ben caratterizzati: il samaritano è curvo, inarcato per sorreggere il povero malcapitato, e caricarlo sul cavallo per poterlo portare alla locanda. Osservate fi nezze come la gamba destra piegata e il tallone solle-vato, che ci mostrano benissimo lo sforzo che sta compiendo. E l’uomo ferito (e già un poco curato da lui, come dimostra la benda sul capo) si aggrappa, quasi abbraccia questo sconosciu-to che lo sta aiutando. Van Gogh lo rappresenta come un uomo chiaramente segnato, scompo-sto, tutto.... storto! E che si lascia assistere, gui-dare dall’unico che gli dimostra un po’ di pietà.Sì perché, se notiamo bene, nel dipinto ci sono anche altri personaggi. In basso a sinistra, dietro il bagaglio aperto, vuoto a causa dell’attacco dei briganti, spunta il levita. Lo vediamo di spalle, sembra vagamente assorto nel leggere qualcosa, ripiegato su se stesso e sui suoi compiti/interessi. E poco sopra, sempre lungo la strada, all’incon-tro tra l’azzurro dello sfondo e il giallo del ter-reno, intravediamo una seconda fi gura: il sacer-dote. Entrambi se ne vanno, calmi e indifferenti. Nell’originale di Delacroix non c’erano, ma Van Gogh li inserisce. Perché? Forse per rimarcare meglio il vero signifi cato e insegnamento del-la parabola. Certo, siamo d’accordo che il gesto del Samaritano (un “eretico” per gli ebrei orto-dossi) è ciò che fa la differenza... ma sia la para-bola che il quadro sarebbero monchi senza i due personaggi indifferenti. E ricordiamoci che non sono due persone qualsiasi, ma due appartenenti alla casta sacerdotale; per estensione e volendo attualizzare potremmo quindi dire alla Chiesa,

all’insieme dei credenti. Capite? L’ “eretico” si ferma, aiuta, soccorre... fa quello che dovrebbe essere fatto. Fa il giusto. I due “credenti” invece no, se ne vanno, indifferenti.A mio parere, allora, la domanda che la rappre-sentazione ci spinge a porci forse non è tanto “io cosa avrei fatto?”, ma è più profonda: “ma io, come credente, avrei messo in pratica quan-to proclamo, oppure no? Avrei aiutato que-sta persona, che non so nemmeno chi sia?” E quindi, sempre per estensione: “Sono disposto ad accettare, condividere, aiutare le persone che sono nel bisogno, indipendentemente dal fatto che siano simili o differenti da me?”. Perché in fondo, sta tutto qui: se non ti conosco, e se ad-dirittura sei diverso da me, ti aiuto, e quindi ti accetto, o passo oltre? O pontifi co? Non è una domanda retorica… E non è nemmeno facile. A volte forse dobbiamo ricordare che “ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me” (Mt 25,40). A “questi miei fratelli”... non “ai vostri compagni, amici, o quelli che la pensano come voi”. Van Gogh aveva un visione chiara, della risposta, vista anche la società che aveva intorno a fi ne ottocento. Ma oggi, dopo più di 120 anni, ha senso farsi le stesse domande? Sì, direi proprio di sì. Purtrop-po dobbiamo ancora farcele. Ma per fortuna qualcuno (con un’opera d’arte, perché no?) ci aiuta a porcele ancora. Per poterci sempre mi-gliorare, noi e il mondo.

Andrea Mazzoleni

“Nella nostrasensibile presenza

trovereteil vostro appoggio

in un momentoestremamente

delicato della vita”.

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CATECHESI

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“Non ho pauradelle parole dei violentima del silenzio degli innocenti”

In conclusione siamo molto felici di aver partecipato a questo incontro formativo perché abbiamo potuto apprendere i vari valori di vita e le varie esperienze educative.

Gruppo adolescenti di Pontida

Con questa frase di Pino Puglisi si è aperto il nostro incontro di sabato 9 Aprile durante il quale abbiamo potuto accogliere la testimonianza di una simpatizzante dell’associazione LIBERA.

Libera, “associazioni, nomi e numeri contro le mafi e” nasce il 25 marzo 1995 con l’intento di solle-citare la società civile nella lotta alle mafi e e promuovere legalità e giustizia.Attualmente Libera è un coordinamento di oltre 1500 associazioni, gruppi, scuole, realtà di base, ter-ritorialmente impegnate per costruire sinergie politico-culturali e organizzative capaci di diffondere la cultura della legalità. Libera è riconosciuta come associazione di promozione sociale.Successivamente abbiamo potuto conoscere i vari esponenti di questa associazione e la loro storia riguardo al rapporto con l’illegalità. Le vicende che più ci hanno colpito sono state quelle riguardanti i seguenti bambini:

NICOLACAMPOLONGOUcciso mentre

era tra le bracciadel nonno

e poi bruciato.Aveva

solo 3 anniil piccolo“Cocò”,

ammazzatoil 19 gennaio

scorsoin Calabria.

DOMENICOGABRIELEDomenicoGabriele,11 anni,

venne uccisoper sbaglioil 25 giugno

2009mentregiocava

una partitaa calcio,

a Crotone.

ANNALISADURANTE

A Napolinel 2004

il camorristaSalvatoreGiulianousò la

14ennecome scudo

in unasparatoria.Lui si salvò,

lei morì.

GIUSEPPEDI MATTEO

Figlio di pentito,12 anni.Nel ‘96

venne rapitodalla mafi a e,

dopo piùdi due annidi prigionia,strangolatoe poi sciolto

nell’acidomuriatico.

NICHOLASGREEN

L’1 ottobre 1994il bimbo

americano,in vacanza

in Italiacon i genitori,venne ucciso

sullaSalerno-

Reggio Calabria.Aveva

sette anni.

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Giubileo dei bambinie dei ragazzi 2016

“Fatti di stoff a preziosa”

Lunedì 25 aprile un bel gruppo di 108 perso-ne costituito da bambini, catechisti genitori e

Don Marco si è recato a Bergamo per un evento molto speciale: il Giubileo dei bambini e dei ra-gazzi! Siamo arrivati da tanti paesi diversi ma uno

Il Giubileo è un tempo speciale per cambiare e rendere più bello il nostro cuore. Gesù ci insegna che noi cam-biamo quando ascoltiamo e mettiamo in pratica la Sua Parola. Nel Suo Vangelo ci ha detto “ Chi vede me, vede il Padre”. Il giubileo è un’occasione molto preziosa affi nché i nostri occhi siano fi ssi su di Lui.

solo era il nostro desiderio: vivere insieme una grande FESTA! Ci è stato consegnato un foulard rosso (per il nostro gruppo) per colorare la gior-nata e per ricordarci che tutti siamo fatti di “stoffa preziosa”! Ci siamo radunati al suono del corno,

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il Jobel che ai tempi di Gesù veniva usato per dare inizio ad un grande tempo di FESTA, il tempo del Giubileo. Dopo un piccolo momento di accoglien-za con preghiera e canti, ci siamo incamminati dal nostro punto di ritrovo, Parco Goisis, verso lo Sta-dio Atleti Azzurri d’Italia, dove abbiamo incontrato tanti altri ragazzi della nostra Diocesi.Quattro erano i colori principali che contraddistin-guevano i quattro punti di ritrovo della città da cui partire per raggiungere lo Stadio: Blu, Giallo, Verde e Rosso.Insieme con altre migliaia di persone abbiamo co-lorato lo stadio con i nostri foulard e accolto con gioia il nostro Vescovo Francesco.Abbiamo assistito a diverse coreografi e che avevano come protagoniste quattro grandi domande: “Che succede?” “Ci stai o vai?” “ Tendi la mano?” “E poi?”, che sono servite a inscenare un “processo pubblico” della Parabola del buon Samaritano che ci ha aiutato a rifl ettere sull’accoglienza del prossi-mo in diffi coltà.

Il vescovo Francesco Beschi ha poi tenuto un mo-mento di rifl essione a partire da questa parabola, sottolineando l’invito di Gesù a mettere «avanti» il prossimo, gli altri, e «farsi vicino a tutti, a chi ha più bisogno, ai disprezzati, agli abbandonati».Rimarrà sempre impressa nel nostro cuore e nella nostra mente questa bellissima esperienza e come dice la canzone che a gran voce abbiamo cantato allo Stadio:

“Noi siamo di stoffa preziosaabbiamo il cuore in attesa

siamo fatti per amare e per aiutare perché …

Noi siamo di stoffa preziosasaremo gente valorosa

tutti qui pronti per daree per cominciare a vivere.

Lucilla

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PER RIFLETTERE…

“Ero forestieroe mi avete accolto”

I migranti hanno il volto di Dio. Papa France-sco sottolinea che chi fugge dalla guerra o per

“un’ingiusta distribuzione delle risorse del pia-neta, è un fratello con cui dividere il pane, la casa, la vita”.

“Ognuno di voi, rifugiati che bussate alle nostre porte, ha il volto di Dio, è carne di Cristo. La vostra espe-rienza di dolore e di speranza ci ricorda che siamo tutti stranieri e pellegrini su questa Terra, accolti da qualcuno con generosità e senza alcun merito. Perdonate la chiu-sura e l’indifferenza delle nostre società che temono il cambiamento di vita e di mentalità che la vostra presen-za richiede. Trattati come un peso, un problema, un co-sto, siete invece un dono. Siete la testimonianza di come il nostro Dio clemente e misericordioso sa trasformare il male e l’ingiustizia di cui soffrite in un bene per tutti”.

Nella serata del 21 aprile abbiamo incontrato don Alessandro Nava, Parroco di Mapello, che ci ha presentato l’esperienza vissuta insieme a don Emanuele e don Andrea con le comunità di Am-bivere e Valtrighe.

Questo il racconto partendo da un’azione di for-te impatto…

In Quaresima noi sacerdoti abiteremo in una tenda allestita sul sagrato della chiesa di Ambi-vere. Un po’ di cibo. Acqua da bere. Un bagno per lavarci. Un materasso per dormire. È più di quanto molti essere umani possono permettersi.Quando abbiamo cominciato a vivere nella tenda avevamo più sentimenti che idee, eravamo più protesta che proposta. Vivendo in tenda abbiamo assistito sorpresi al fi orire di signifi cati come mai avremmo immaginato. A propiziare tutto quanto è stata la sua collocazione, sul limitare del sagra-to, ma anche la lettera-denuncia che ne ha ac-

“Perdonateci, siete un dono non un peso”

compagnato l’apparizione e il rimbalzo della sua immagine su qualche social network e giorna-le. Motivo di vaniloquio, occasione di dibattito, luogo di ascolto: la tenda è stato tutto questo e promette di diventare anche altro. Intanto su di noi ha agito come una levatrice: ci ha aiutato a partorire sguardi nuovi sul mondo, sulla chiesa, su noi stessi. Ripensando con riconoscenza agli incontri vissuti ci rendiamo conto ora che essi attendevano da tempo di poter accadere. Serviva soltanto che ci spostassimo un po’. Non è stato facile. Siamo preti, eredi di una cultura cristiana che ha occupato una posizione di assoluta centra-lità. La tenda ha fatto del suo meglio per aiutarci a guardare le cose dal punto di vista di chi vive in periferia. E qualche risultato l’ha ottenuto se diverse persone che soffrono ai margini del mon-do hanno sentito qui un po’ di vicinanza spiri-tuale. Persone che vivono ai margini della vita ecclesiale per ragioni etiche, politiche o religiose; persone che vivono al centro della vita parroc-chiale ma soffrono l’immobilità delle sue pratiche pastorali; persone che condividono la vita con i poveri e combattono per il loro riscatto; persone che continuano a credere nella politica come arte della convivenza; adolescenti e giovani in ricerca: molti di loro hanno trovato nella tenda motivo di conforto, un’àncora simbolica alla loro condizio-ne. “Ecco, sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me”. (Ap 3,20).

L’Austria e i paesi del nord Europa minacciano di sospendere Schengen per altri due anni, il Bu-rundi sta precipitando nel rischio di un nuovo genocidio, l’intervento armato in Libia è sempre sul punto di esplodere, la guerra in Siria continua a mietere vittime innocenti, l’Inghilterra ha detto no a tremila bambini siriani fuggiti da quell’in-

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ferno. L’elenco delle aberrazioni etiche e giuridi-che è infi nito. Proprio in questi giorni i siti web hanno aggiornato la cifra dei morti annegati nel penultimo affondamento nel mediterraneo: non quattrocento ma cinquecento. Quanti sono or-mai a giacere là in fondo? Tanti, troppi perché il nostro sistema emotivo possa reggere senza do-lore. Questo è il punto. Si diventa remissivi per soffrire di meno. Ci si abitua, ci si adatta. Ma a noi non sta bene. Noi non vogliamo abituarci né adattarci. Come tutti ci sentiamo impotenti. E l’impotenza acuisce il dolore. Ma noi credia-mo che questo dolore sia il ponte che ci tiene collegati alla realtà e alla nostra comune umanità. Abbiamo bisogno di pungolare continuamente la nostra carne e la nostra mente per restare svegli, per riuscire a piangere, per non assopirci e lasciar-ci inoculare qualcuno degli anestetici di cui la nostra cultura abbonda. Da tutte queste conside-razioni è nata la convinzione dell’urgenza di ac-cogliere la proposta del nostro Vescovo Francesco per un accoglienza diffusa dei profughi e richie-denti asilo nelle nostre parrocchie di Mapello-Valtrighe-Ambivere…

• Ma non abbiamo improvvisato.L’input è partito con il coinvolgimento della co-munità: l’iniziativa è stata presa da noi preti con il coinvolgimento di alcune realtà del ter-ritorio coordinati da Bruno Goisis della coop. Ruah formata da:- Spazio Caritas (prossimità con gli stranieri pre-

senti in comunità)

- Gruppo missionario- Azione cattolica- Giardino di parole (scuola di italiano per don-

ne straniere, nata tre anni fa dopo la lettura del libro di Enzo Bianchi “l’altro siamo noi”, nel contesto dei circoli di resistenza, promossi dalle Acli)

- Geam (gruppo antincendio boschivo)- Assessori servizi sociali dei comuni di Mapello

e Ambivere.

Lo stile di comunione vissuto nel presbiterio e l’ascolto attento della storia come luogo reale della vita (i tanti intrecci politici, economici, so-ciali; il nord e il sud del mondo) che in tanti modi interpella la comunità, sul nostro territorio si ca-ratterizza con una buona sensibilità all’accoglien-za e al dialogo, accresciuta in questi anni anche da alcune iniziative:

- Scuola, oratorio, progetto giovani (comu-ne), sostegno scolastico che punta sull’acco-glienza dei ragazzi stranieri.

- La catechesi dei ragazzi delle medie si è costruita in questi anni su questi temi: l’altro, lo straniero (i beduini di terra santa, il medio oriente, i profughi). In questi due ultimi anni abbiamo sempre partecipato con famiglie e ra-gazzi alle iniziative della commissione migran-ti organizzate in occasione del 17 gennaio giornata mondiale del migrante e rifu-giato.

- Nella solennità di Pentecoste abbiamo ce-

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lebrato la Festa dei popoli: lettura del Vangelo nell’unica Eucarestia della domenica in più lin-gue, invito al pranzo comunitario delle diverse famiglie straniere presenti sul territorio.

Abbiamo iniziato a parlare di accoglienza diffu-sa dei profughi e richiedenti asilo in modo in-formale il 17 gennaio 2015 con don Claudio e Bruno Goisis a conclusione del cammino in città.In quaresima, la domenica 15 marzo abbiamo proposto alle comunità l’accoglienza al pranzo di 2 richiedenti asilo accolti nella struttura del Gle-no. 15 famiglie hanno accolto l’invito: vissuto il pranzo in famiglia, momento di gioco nel centro pastorale di Valtrighe e conclusione al giardino della pace a sotto il monte.A metà maggio abbiamo costituito un’equipe che studiasse l’accoglienza di 5 ragazzi sul ter-ritorio coadiuvati da Bruno Goisis. Nel mese di luglio abbiamo organizzato un viaggio a Lam-pedusa (giovani e adulti) per incontrare le di-verse realtà dell’isola sui temi della migrazione e dell’accoglienza.Infi ne domenica 17 luglio abbiamo accolto 5 ra-gazzi (4 del Gambia e 1 del Senegal) provenienti dalla struttura di Botta di Sedrina, nel contesto di un momento di preghiera e di festa per la rot-tura del digiuno del Ramadan nella comunità di Ambivere.Si è deciso di mantenere un profi lo di riservatez-za. Era il momento delle dure prese di posizione per l’accoglienza di profughi a Celana e in pale-stra a Presezzo e Filago, così come in un apparta-mento a Terno d’Isola.All’interno dell’equipe abbiamo trovato la dispo-nibilità di un ampio appartamento messo a di-sposizione da un privato. Le utenze e il contratto d’affi tto in carico a Caritas diocesana. Presenza di rilievo è quella dell’educatore della Ruah che coordina, verifi ca e accompagna i ragazzi e i vo-lontari del territorio.Una cooperativa d’inserimento al lavoro per di-sabili, il Pozzo, ha chiesto la presenza dei ragazzi per lavoro volontario a sostegno del lavoro dei ragazzi disabili. Il Geam (gruppo antincendio boschivo) sta preparando un corso che li abiliti all’uso di strumenti da giardinaggio, e li ha coin-volti in alcune uscite per manutenzione e pulizia di sentieri. La scuola media (la dirigente scolastica

ha accolto di buon grado la nostra richiesta) ha messo a disposizione il laboratorio d’informatica perché, accompagnati da un insegnante senega-lese, svolgessero un corso d’informatica. I ragaz-zi entrano in orario scolastico, al mattino, nello spazio scolastico per il corso. L’amministrazione comunale di Mapello ha fi rmato in Provincia il protocollo d’intesa.Il contatto e la collaborazione con l’assessore ai servizio sociali è continuo. Dopo 4 mesi in cui l’accoglienza rispetto agli ospiti si è ben consoli-data con fi gure stabili di riferimento (operatore Caritas, operatore volontario Caritas del territo-rio, piccolo gruppo di riferimento ulteriore) e si è stabilizzato il calendario scuola- impegni (op-portuna programmazione), ora si passa alla fase di sensibilizzazione del territorio.

• Da oggi in poi…Si sta preparando un altro viaggio studio in altro luogo della migrazione a Calais in Francia per inizio giugno. Si sta cercando un altro apparta-mento nella comunità di Ambivere. Il cammino dei ragazzi di 1/2 media è strutturato sul tema del viaggio e ha come icona il Migrante, viaggiatore leggero. Tale percorso si inserisce ed è parte di un progetto di comunità che ha come obbiettivo il dare l’opportunità a chi lo desidera di affrontare un viaggio nel mondo stando sul proprio terri-torio chiedendo che le case degli stranieri di di-versa nazionalità accolgano per una merenda chi voglia intraprendere tale viaggio.Vicinanza ai ragazzi accolti che vanno tutelati: sono molto giovani, il maggiore ha 24 anni, sono squisiti. Educati, rispettosi, riconoscenti, ricchi delle loro tradizioni, capaci, volenterosi, di “ge-nerazione digitale”, non con un grande progetto migratorio. Apprezzando la splendida accoglien-za (il passaggio dalla grande struttura all’appar-tamento) devono, oltre a rielaborare il faticoso viaggio, dopo un anno di permanenza in Italia, fare i conti con il diniego della loro domanda d’asilo.

Questo è il vissuto, e il progetto che don Ales-sandro con don Emanuele e don Andrea ci hanno donato. Ma noi, nella nostra comunità di Pontida staremo alla fi nestra o avremo il coraggio di di-ventare “Testimoni di SPERANZA?”

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CAMMINANDO CON PAPA GIOVANNI

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Domenica 24 aprile 2016

Cronaca di un’avventura…

Sul sentierodi Papa Giovanni

Da alcuni giorni i più ansiosi controllava-no febbrilmente le condizioni meteo per

decidere la fattibilità dell’impresa. Alla fi ne le più rosee aspettative si sono avverate e dopo un sabato cupo, piovoso e freddo qualcuno, nella notte, ha sentito il vento che spazzava il cielo. Alle sette e zero zero sono partiti i primi sms: “In Piazza alle otto per il trasferimento a Sotto il Monte”… Alle sette e trenta i soliti ansiosi erano già lì, ad aspettare il pullman che, come un’apparizione, è comparso puntuale e maesto-so un quarto d’ora dopo.

Rapida conta; siamo una ventina, come previ-sto… Alle otto precise partiamo… ma… Troppo presto, troppo entusiasmo, troppa dannata fretta. Un iscritto ci chiama perché l’abbiamo lasciato a piedi... Per fortuna ha trovato uno strappo… Poco male; lo aspetteremo davanti alla casa di Papa Giovanni… Sono le nove. Ci siamo tutti? Stavolta sì. Anche il cane, portato in macchina perché un puntiglioso autista poco amante degli animali non lo ha voluto sul pullman… Immortaliamo il momento con uno scatto e lanciamo un pensiero al piccolo Giovanni che a

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10 anni lasciava la casa natale per seguire il suo destino. Certo non immaginava di incidere così tanto nella storia… Partiti. Le guide fanno l’andatura con la solita ansia maledetta e un pensiero fi sso: “Alle undici ci aspettano gli altri a Caderizzi. Non possiamo tardare”… Prime salite sulle pendici del Canto. Il gruppo si sfi laccia. Prevedibile… Pausa pipì all’agriturismo del Gavarno, ma fate presto, mi raccomando!… Altra salita; niente di impegna-tivo e così siamo in Faida. Fieri come una trup-pa all’assalto inviamo altri sms: “Stiamo arrivan-do!”. Qualcuno conserva la lucidità di allegare alcune foto della vallata dell’Adda e del Lago lontano… Giù, in discesa fi no alla cappellina di Ca’ di Crotti con un altro masso commemora-tivo e poi… eccola Caderizzi, con il gruppone dei meno arditi…Sorrisi tirati, di nuovo col pensiero al tempo che fugge. Dialoghi a monosillabi. “Tutto bene?” “Sì”. “È tanto che aspettate?” “No”. “Ci sia-mo tutti?” “Sì” “Ok, andiamo!” Cenni di intesa delle guide, che sanno di avere davanti anco-ra un’ora di cammino nel chiacchiericcio fi tto

delle donne e le strilla dei bambini. “Meglio af-frontare la Grigna” deve aver pensato qualcuno di loro… Al Valletto attraversamento della sta-tale in sicurezza, col servizio d’ordine. Nuova conta: novantatré. Più alcuni già partiti e altri che andranno in auto… Totale: più di cento… Telefonata agli amici dell’oratorio di Celana: “Siamo tanti… serve più pasta”.Lungo il pendio gli alberi ci proteggono un po’ ma, nei tratti esposti, il vento sferza i visi ar-rossati dall’affanno… Motiviamo i più giovani: “Forza bambini! Pensate a Papa Giovanni che la faceva tutti i giorni avanti e indietro da San Gregorio!”. “Mica per niente lo hanno fatto Santo” ci risponde uno, confermandoci l’auda-cia delle nuove generazioni…Ombria… Manca poco... Ecco il collegio! Mo-numentale nella struttura imponente degli anni gloriosi… La fame morde e le mamme fanno cantare i più piccoli per distrarli e non farli lamentare. Dodici e trenta. Arrivati! Perfetto! Aspettiamo gli ultimi ritardatari e poi plachia-mo per un po’ l’ansia e la fame con pastasciutta e panini…

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Pochi minuti di tregua e già i bambini scalpita-no… A stento li tratteniamo nel cortile dell’o-ratorio. Aizzati dai genitori cercano un prato… registriamo anche una timida contestazione di alcune mamme perché i prati hanno l’erba alta e il GEP avrebbe dovuto tagliarla… No com-ment… Ci adattiamo egregiamente sul sagrato della chiesa... Giochi liberi, poi si rientra… No, non ancora! Foto di gruppo. L’ultima, anche se qualcuno è già partito per altra via… Finalmente sulla strada del ritorno, in discesa… Dalla testa segnalano alcune diffi coltà a tratte-nere l’orda dei bambini, gasati come la coca cola per lo zainetto ricevuto in omaggio… Ma alla fi ne nessun ferito o disperso, commenti posi-tivi, scambio di numeri, WhatsApp intasato di immagini, rinnovo di appuntamenti, ringrazia-menti… Bene così…

Piano piano il vento esaurisce la sua foga e an-che la tensione si allontana, lasciandoci tran-quilli a rosicchiare un torsolo di mela durante l’ultima merenda, nel parcheggio assolato della chiesa di Caderizzi… Fine.

Caro Papa, abbiamo percorso il sentiero della tua infanzia, ed è come se tu fossi stato al nostro fi anco. A Sotto il Monte abbiamo provato ad immaginare i tuoi pensieri di bambino men-tre i luoghi sacri lungo il cammino ci hanno ricordato il tuo benevolo sorriso nell’età del Pontifi cato. Il tuo grande amore ci ha ricambia-to, lasciandoci in dono questa indimenticabile giornata.

Grazie a tutti. Alla prossima!Il Gruppo Escursionisti Pontida

Via Padania, 11/13 - 24030 Palazzago (BG)Tel. 035 549971 - Fax 035 0060365

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MATO GROSSO

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Il campo di Simone…La Piazza piena di vecchi e “pittore-

schi” furgoncini, auto parcheggiate ovunque, gruppetti di ragazzi che chiac-chierano, sorridono, si salutano…Ecco come subito si capisce l’arrivo dei ragazzi dell’Operazione Mato Grosso a Pontida!Una ventata di sana confusione ed alle-gria, un forte ideale di condivisione, di lavoro, di dedizione agli altri: sono queste le cose che portano nello zaino, assieme al sacco a pelo, agli scarponi e a qualche chitarra. Ed è da questi “ingredienti” che ogni anno prende vita il Campo di la-voro. E così anche quest’ anno, dal 23 al 25 aprile si è svolta la raccolta di materiali di riciclo casa per casa e la realizzazione di alcuni lavori…Tra un lavoro e l’altro questi ragazzi han-no soprattutto condiviso il ricordo di SI-MONE, a 16 anni dalla sua morte.Infatti hanno “aperto” il loro raduno la sera del 22 con una Santa Messa celebrata in Basilica da Padre Emanuele Lanfran-chi, sacerdote che era a fi anco di Simone nella sua esperienza in Perù.Ma non è tanto la morte di Simone che questi giovani vogliono ricordare, bensì la sua vita. La vita di un ragazzo ventenne che condivideva sogni, speranze, diverti-menti, progetti con i suoi amici (alcuni dei quali nati e cresciuti con lui e come lui a Pontida), deciso a non sprecare ne-anche un giorno della sua esistenza.Lo aiutava in questo l’allegria, il darsi da fare e la fede in Gesù…Questi ragazzi, attraverso il cammino dell’Operazione Mato Grosso, seguono il sogno di Simone: non c’è vita più bel-la e vera di quella spesa per gli altri, tra giovani, per i poveri, “sporcan-dosi le mani” con gioia, convinzione e semplicità!

Grazie quindi a loro perché ogni anno sono qui da tante parti d’ Italia (alcuni fi n dalla Calabria) a por-tarci la loro testimonianza che arricchisce certamente ognuno di noi e i nostri giovani. Tra l’altro, alcuni dei nostri giovanissimi compaesani da qualche tempo si sono uniti a questi ragazzi e stanno facendo esperienze di gratuità e condivisione che sicuramente daranno buoni frutti…Grazie ai nostri don che danno all’O.M.G. la possi-bilità di svolgere le sue attività, mettendo a completa disposizione l’Oratorio per ospitare i ragazzi.Grazie inoltre alla gente del nostro paese che accoglie questo “gruppone” di ragazzi e collabora con loro in diversi modi. Chi offrendo le sue braccia per lavora-re, chi aprendo la sua casa invitandoli a pranzo e chi continuando a portare un fi ore alla tomba di Simone e dedicando a lui e ai suoi vecchi e nuovi amici, una preghiera…

Lele e Rita

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ATTUALITÀ

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“Adolescentinavigati”Venerdì 29 Aprile, presso l’auditorium

Don Renato Mazzoleni di Cisano Ber-gamasco, si è tenuto un incontro sulle pro-blematiche legate all’uso della tecnologia in età adolescenziale dal titolo “Adolescenti na-vigati: come sostenere la crescita dei nativi digitali”.Relatore della serata Prof. Matteo Lancini psicologo, psicoterapeuta, Presidente della Fondazione “Minotauro” di Milano e Do-cente presso il Dipartimento di Psicologia dell’Università Milano-Bicocca.L’incontro è nato da un’esigenza dei genito-ri di Cisano, Caprino e Pontida e ha trovato subito il sostegno da parte delle Parrocchie, delle Amministrazioni Comunali e dei do-centi scolastici.Alla serata hanno partecipato circa 300 per-sone.Il Prof. Matteo Lancini ha parlato a braccio per un’ora, facendo una panoramica di come siano cambiati i modelli educativi all’inter-no della famiglia e come la tecnologia, per i ragazzi defi niti “Nativi digitali” che vivono

nel virtuale, ha rappresentato il modo di esprimersi, di vivere la creatività e la comunicazione. Abbiamo rifl et-tuto su cosa signifi ca crescere in una società dove si è spesso distanti con il corpo e invece molto connessi attraverso la comunicazione mediata dalla tecnologia. In particolare negli ambienti metropolitani c’è stato un aumento della paura del mondo esterno e questo ha contribuito a chiudere gli spazi aperti, dove era natura-le aggregarsi, favorendo la crescita degli adolescenti in spazi organizzati e presidiati dagli adulti.Si è sottolineata l’importanza che queste modalità di interagire dove il corpo è assente nella sua fi sicità non diventino una necessità assoluta. Bisogna distinguere quelle situazioni dove si può parlare di “dipendenza”, rispetto ad altre considerate una “nuova normalità”.È emerso come limitare l’uso di internet da parte dei genitori sia, in qualche modo, contraddittorio in quan-to la tecnologia nella mente dei ragazzi sia sostenuta dalla famiglia (il telefonino viene regalato tra gli 8 e i 12 anni e quasi sempre dai genitori). Questo aspetto è nato dall’esigenza dei membri delle nuove famiglie, spesso distanti per questioni di lavoro, ma desiderosi di mantenere un contatto attraverso il telefonino.I videogiochi di guerra o legati alle scommesse rap-presentano un’importante fetta del mercato mondiale; è stata rimarcata l’importanza di interessarsi ai ragazzi all’interno del loro percorso tecnologico.Al termine c’è stata una gradevole partecipazione del pubblico presente che ha rivolto al relatore numerose domande.

Angelo e Roberto Il Prof. Matteo Lancini

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IN COMUNITÀ

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Integrazione?Parliamone!

A partire dal mese di ottobre di quest’anno inizierà in Parrocchia un Corso base di Italiano rivolto a donne

straniere che abitano nel nostro paese e che hanno diffi coltà a comprendere e parlare la nostra lingua.Abbiamo pensato di organizzare questo corso, già attivo da tempo nei paesi limitrofi , perché crediamo che la co-noscenza della lingua sia uno strumento importantissimo di comprensione di una cultura e possa rappresentare un valido strumento di integrazione.Il processo di integrazione parte dal basso: capire un salu-to ed essere in grado di ricambiarlo, riuscire a spiegare le proprie necessità ed intendere quello che gli altri ci stanno dicendo, imparare pian piano a decifrare la lingua che è il codice che ci permette di comunicare, è la base perché tale processo possa prendere avvio.Di questo hanno bisogno soprattutto le donne straniere che, spesso, vivono isolate dalla realtà che le circonda, fanno fati-ca a rivolgersi alle istituzioni (scuola, comune, ospedale) e a relazionarsi nel contesto di vicinato in cui abitano.Investire nell’integrazione delle donne rappresenta, a no-stro parere, un valore aggiunto. Un proverbio africano recita “Chi educa un bambino, educa un uomo. Chi educa una donna, educa un popolo”. Si può capire facilmente il senso di questo proverbio: una donna preparata e inserita in una

comunità potrà più facilmente favorire e stimolare l’educazione dei propri fi -gli e di conseguenza creare un circolo virtuoso di conoscenza, rispetto ed in-tegrazione.Il corso verrà gestito da volontari e si terrà nei locali dell’Oratorio in orario pomeridiano (1 o 2 pomeriggi a setti-mana). In base al numero di iscrizioni e al livello di preparazione delle don-ne iscritte, verranno creati più gruppi. Probabilmente sarà necessario affi ancare al corso di italiano anche un servizio di babysitting per quelle mamme che han-no fi gli piccoli. Abbiamo già alcuni volontari che han-no dato la loro adesione; se le iscrizioni fossero però numerose sarà necessario avere la disponibilità di più persone sia per l’insegnamento sia per la gestione del babysitting. Cerchiamo, quindi, dei volontari che potranno rivolgersi in Oratorio per dare la loro adesione.Il contributo che ognuno di noi, in ogni caso, può dare, è quello di diffondere l’informativa di questo corso alle donne straniere, vicine di casa, mamme di com-pagni di scuola, donne di servizio, badanti ecc. La partecipazione prevede il paga-mento di una quota minima di iscrizione per l’acquisto del materiale didattico.Le iscrizioni si riceveranno presso il Centro di Primo ascolto il martedì dalle 16 alle 18 e il venerdì dalle 9 alle 11 e in Oratorio da lunedì a venerdì dalle 16.00 alle 18.30 - sabato dalle 16.00 alle 18.00 - domenica dalle 16.00 alle 17.30.Ringraziamo fi n da ora coloro che si adopereranno per la promozione e per il buon esito di questa preziosa inizia-tiva.

Le volontarie

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Dove e quando si è svolto questo campo scuola?

Puoi rispondere scrivendo a [email protected] telefonando al numero 035 79 52 11

Il primo a indovinare vincerà una consumazione al bar dell’Oratorio!

Sfogliandoi vecchi album di fotografi e…

In che annoè statascattata?E come siintitolavail CRE?

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È AVVENUTO...

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Giovedì

21aprile

Alle 20.45 in Sala S. Crocesi è svolto un incontro con Don Alessandro Navasul tema dell’accoglienza diffusa dei richiedenti asilo politico:vedi p. 10.

In occasione della Giornata nazionale per l’Università Cattolica,durante la celebrazione delle S. Messe abbiamo raccolto 690 €.

Domenica

10aprile

A Odiago durante la S. Messa delle ore 17.00si è celebrata la Solennità di S. Giorgio.

Sabato

23aprile

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Nel primo pomeriggio due pullmanpieni dei bambini di catechismosono partiti alla volta di Bergamoper partecipare al Giubileo Diocesano dei ragazziinsieme al Vescovo Francesco: vedi p. 8.

Domenica

24aprile

Secondo le indicazioni del Papa e del nostro Vescovo,le offerte raccolte durante la

celebrazione delle S. Messe (1200 euro)sono state devolute per soccorrere le popolazioni

dell’Ucraina e dell’Equador.

Lunedì

25aprile

Martedì

26aprile

Il gruppo Adolescenti si è recatoalla Cooperativa il Pozzo

per conoscerequesta realtà che ospita

anche alcuni nostri pontidesi.

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Presso l’Auditorium di Cisano Bergamascosi è svolta una serata dedicata al temadelle giovani generazioni e il mondo digitale:vedi p. 17.

Venerdì

29aprile

Domenica

1maggio

I bambini di catechismo del Gruppo San Giorgio,durante la Messa Solenne delle ore 10.30

hanno ricevuto per la prima volta il Sacramento dell’Eucaristia.

Nel pomeriggio con una partitatra ragazzi e genitori si è conclusala stagione sportiva del minibasket di Pontida.

Sabato

7maggio

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Domenica

8maggio

Con la S. Messa delle ore 9.30si è concluso l’anno catechistico:

è stata l’occasione per ringraziare il Signoreper il cammino fatto insieme ai nostri catechisti

che si impegnano a trasmettere la fede alle nuove generazioni;dopo la Celebrazione Eucaristica

c’è stato un momento di giochi in Oratorio.

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Durante la Messa Solenne delle ore 10.30il P. Abate ha conferito il Sacramento della Cresimaai ragazzi di catechismo del Gruppo S. Eurosia.Domenica

15maggio

Sabato

21maggio

Alle 20.45 presso la palestrasi è svolto lo spettacolo dei bambini dell’asilo;

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Giubileo degli ammalatiDomenica 19 giugno

Santuario di CaderizziOre 16.00 S. Rosario - Ore 16.30 S. Messa

in serata è stata organizzata una serata per i ragaz-zi delle medie: dopo la S. Messa delle ore 20.00 in Oratorio diverse squadre si sono sfi date in tornei di pallavolo e calcetto.

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L’ANGOLO DELLA LETTURA

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“Solo andata.Righe che vanno

troppo spesso a capo”Erri De Luca

Solo Andata è il titolo di un libro di Erri de Luca, povero di pagine ma ricco di contenu-

to, come è nello stile dell’autore.Il libro è suddiviso in due parti, nella prima, che riprende il titolo del libro, è descritto il viaggio di alcuni migranti da una sponda del Mediterra-neo all’altra.Noi che abitiamo la riva europea vediamo bar-coni arrivare pieni all’inverosimile di persone ac-calcate e ci interroghiamo sul loro destino.Il testo di Erri de Luca descrive, in versi, il cam-mino che queste persone hanno percorso prima di arrivare in Italia e in Europa.Si alternano voci a raccontare il lungo e faticoso viaggio a piedi dal deserto fi no alle sponde afri-cane del Mediterraneo, la scoperta del mare e la descrizione della traversata.La parte più cruda è rappresentata dal raccon-to dei giorni di navigazione, dove è descritta la morte per stenti di bambini e anziani, la morte per crudeltà e per sopravvivenza.Una situazione dove la vita e la morte coesistono

nello stesso spazio e paradossalmente il corpo dei morti diventa strumento di riparo per i vivi.C’è la descrizione dell’arrivo sulla terra ferma, la speranza di un traguardo raggiunto e lo scontro con i problemi dell’accoglienza: “Devi tornare a casa!”. “Ne avessi una, restavo…”. “Potete re-spingere, non riportare indietro, è cenere disper-sa la partenza, noi siamo solo andata”.Il racconto rappresenta una lettura del fenomeno migratorio differente da quella che abitualmente utilizziamo; la prospettiva è inversa, è il punto di vista di chi parte, di chi è disposto a lasciare tutto e ad affrontare tutto per la speranza di un futuro migliore.

Nella seconda parte “Quattro Quartieri” sono raccolti alcuni testi di poesie, la più conosciuta è intitolata “Due”, basate su ricordi, fatti storici, sentimenti, episodi di vita quotidiana osservati e descritti abilmente dall’autore.

Marialucia

Se hai letto un libro così bello che vorresti far conoscere ad altri, manda la tua recensionealla nostra redazione: verrà pubblicata sul Bollettino! mail: [email protected]

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GIOCA CON NOI!

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Una mattina, mentre Pierinoscendeva le scale

per andare a scuola,la mamma gli disse:

“Pierino che il Signoreti accompagni!”

La mamma entròe dopo 10 minuti

si affacciò dal balconee trovò Pierino ancora lì e disse:

“Pierino cosa fai ancora lì?”Pierino rispose:

“Aspetto che il Signoremi accompagni!!!”

Barzellette

Completale paroleScrivi le letteremancantiper completarei nomi deglioggettirappresentati

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Note d’archivioNote d’archivio

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La nostra comunità cristiana cresce col dono del Battesimo

Sottocornola Simone Angelodi Angelo Francescoe Francesca De Noval’8 maggio 2016

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sposi il 13 maggio

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Giugno2016

16

SAB

S. Aureliano, v.

1S. Giustino, m.

2Ss. Marcellino e Pietro, m.

3Sacratissimo Cuore di Gesù

4Cuore Immacolato di Maria

5X per annum

6

MER

S. Norberto, v.

7

GIO

S. Sebastiano

8

VEN

S. Medardo, v.

9

SAB

S. Efrem, diac. e dott.

10

DOM

S. Diana

11

LUN

S. Barnaba, ap.

12

MAR

XI per annum

13

MER

S. Antonio di Padova, sac. e dott.

14

GIO

S. Eliseo

15

VEN

S. Germana

17S. Ranieri

18S. Gregorio Barbarigo, v.

19XII per annum

20S. Ettore

21S. Luigi Gonzaga

22

VEN

S. Paolino da Nola, v.

23

SAB

S. Lanfranco, v.

24

DOM

Natività di S. Giovanni Battista

25

LUN

S. Eurosia, v. e m.

26

MAR

XIII per annum

27

MER

S. Cirillo d’Alessandria, v. e dott.

28

GIO

S. Ireneo, v. e m.

29

VEN

Ss. Pietro e Paolo, ap.

30

SAB

Ss. Primi martiri della Chiesa Romana

DOM

DOM

LUN

MAR

MER

LUN

MAR

MER

GIO

GIO

Ore 16.00:S. Rosario e S. Messa a S. Anna

Inizio pellegrinaggio parrocchialeProgrammazione CRE

Primo Venerdì del mese

Programmazione CRE

Programmazione CRE

Ore 9.30: S. Messa per il 10º Anniversario CPAeC

Programmazione CRE

Programmazione CRE

Gep: Giornata di solidarietà con Gulliver

Festa dell’ammalato a CaderizziGiornata missionaria parrocchialeOre 11.30: S. Battesimi

Consiglio Pastorale ParrocchialeRiunione delle Associazioni

Programmazione CRE

Giornata Eucaristica

Programmazione CRE

Valmora:Festa di S. Eurosia

Apertura CRE 2016Giornata per la Carità del Papa

Fine pellegrinaggio parrocchiale

Adorazione Eucaristica silenziosa

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Luglio2016

16 SABB.V.M. del Carmelo

1 VENS. Aronne

2 SABS. Ottone

3 DOMXIV per annum

4 LUNS. Elisabetta di Portogallo

5 MARS. Antonio Maria Zaccaria, sac.

6 MERS. Maria Goretti, v. e m.

7 GIOS. Claudio

8 VENS. Adriano III, papa

9 SABS. Veronica, v.

10 DOMXV per annum

11 LUNS. Benedetto, ab., patrono d’Europa

12 MARS. Giovanni Gualberto, ab.

13 MERS. Enrico

14 GIOS. Camillo de Lellis, sac.

15 VENS. Bonaventura, v. e dott.

17 DOMXVI per annum

18 LUNS. Arnolfo, v.

19 MARS. Simmaco, papa

20 MERS. Elia, profeta

21 GIOS. Lorenzo da Brindisi, sac. e dott.

22 VENS. Maria Maddalena

23 SABS. Brigida, rel.

24 DOMXVII per annum

25 LUNS. Giacomo, ap.

26 MARSs. Gioacchino ed Anna

27 MERS. Pantaleone

28 GIOS. Nazaro, m.

29 VENSs. Marta, Maria e Lazzaro

30 SABS. Pietro Crisologo, v. e dott.

31XVIII per annum

DOM

Per consultare il calendario onlinesempre aggiornato vai su

www.parrocchiadipontida.it

Giornata Mondiale della Gioventù a CracoviaGiornata missionaria parrocchialeFine Festa dello Sport e dell’AlpinoInizio campiscuola a Mezzoldo

Primo Venerdì del mese

AVIS: donazioneAIB: pulizia sentieri

Ore 16.00: S. Rosario e S. Messa a S. AnnaInizio Pontida Fest

Inizio del Triduo in preparazione dellaFesta della Madonna del Carminea S. Pio X

Festa della Madonna del Carmine a S. Pio XOre 16.00: S. BattesimiFine Pontida Fest

Ore 8.30: S. Messa solenne

Consiglio Pastorale ParrocchialeInizio Festadello Sport e dell’Alpino

Ore 18.00: 10º Anniversario CPAeC Festa con gli amici

Ore 9.30: S. Messa per il60º Anniversario OrdinazioneSacerdotale Abate Paolo Lunardon

Spettacolo fi nale CRE 2016

Festa esterna di S. Giacomo:Ore 18.00: S. Messa di chiusura CREe processione con la Reliquia del Santo PatronoFedercaccia: Sagra degli uccelli

Solennità del nostro PatronoOre 8.00: S. Messa solenne

Festa di S. Anna

Page 32: GIUGNO/LUGLIO 6 Pontida€¦ · Il buon samaritano V. Van Gogh T ra qualche settimana ascolte-remo durante la celebrazione eucaristica domenicale la parabola del Buon Samaritano,

Patrono della nostra Parrocchia

Domenica 24 luglioOre 18.00 S. Messa Solenne Processione con la Reliquia dell’Apostolo

Lunedì 25 luglioOre 7.30 Canto delle LodiOre 8.00 S. Messe Solenne

Solennità di

San BenedettoLunedì 11 luglioOre 8.00 Canto delle Lodi

Ore 8.30 S. Messa Solenne

Solennità di San Giacomo Apostolo

Domenica 17 luglio - ore 9.30

60° anniversario di Ordinazione Sacerdotale

dell’Abate Paolo Lunardon