Giugno 2012

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La rivista dello sport vicentino

Transcript of Giugno 2012

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il 21 dicembre 2005 n.1124

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omDue cose, lasciatemi esagerare, ha detto il nostro premier Monti, per cui sono stato felice di aver pagato l’Imu – l’ho detto, sto esagerando. La prima, dopo l’ennesimo scandalo scommesse nel calcio italico, è stata di proporre la sospensione del campionato di serie A e B per i prossimi 3 o 4 anni; la seconda, ve la dico dopo, tanto è entusiasmante la prima: farsi 3 o 4 anni

con la tv che trasmette il calcio delle serie inferiori, i meeting di atletica e di ginnastica, le gare di sci e i concorsi ippici in prima serata facendo riscoprire tutti quegli sport che ormai, scomparsi dal video, stavano scomparendo anche dai cuori dei nostri giovani, è di per sé una proposta allettante, anche se, nel nostro ragionamento, va letta soprat-tutto come una proposta di speranza. Fermare questo calcio qui, corrotto, malavitoso, profondamente immorale nel suo giro mastodontico di denaro facile, sarebbe un atto di altissimo valore simbolico per quel risanamento morale dell’Italia intera, che è l’unica via per il nostro risanamento economico. Perché il calcio è il nostro sport nazionale, figlio e specchio dei nostri peggiori costumi nazionali. Fermarlo è dire basta a trent’anni di calcio scommesse ma è anche iniziare a dire basta a trent’anni di politica corrotta, di furbi e ladri al potere, d’infiniti e colossali sperperi pubblici. Qualcuno dirà, ma come? Proprio adesso che gli Azzurri hanno fatto una così bella figura ai campionati Europei impartendo una superba lezione di calcio a quegli spocchiosi dei tedeschi? Sì, a maggior ragione adesso sarebbe opportuno fermarlo, perché in quella vittoria lì c’è un altro nostro atavico difetto nazionale, che va rimosso: cominciare a fare bene a tempo quasi scaduto. Abbiamo battuto, con merito, i primi della classe, dopo aver rischiato, per demerito, l’e-liminazione al primo turno. Così capitò anche ai Mondiali del ’82, quando pareggiammo con il modesto Camerum e poi battemmo le fortissime Argentina, Brasile e Germania. La storia è sempre la stessa: cominciamo a giocare bene solo quando ci sentiamo spacciati. La nostra forza è la forza della disperazione, ma chi vince così non è mai credibile. Già al prossimo incontro, venuta meno la motivazione della lotta per la sopravvivenza, ce le faremo suonare dalla prima squadraccia che capita. Fermare il calcio italiano vorrebbe dire basta con le truffe, con le partite comprate ma fermarlo all’indomani della bella prestazione agli Europei significherebbe aggiungere un significato in più: porre fine alla mentalità balorda d’impegnarsi solo quando si è sull’orlo dell’abisso. Fermare questo calcio qui potrebbe essere un modo convincente per esprimere un segnale di speran-za affinché anche la politica all’italiana, fatta di corruzione quanto di rimendi disperati all’ultima spiaggia, che non ci rendono affatto un Paese dall’economia credibile, possa un giorno finire. E qui siamo alla seconda grande frase che ha detto Monti, di cui gli sono, senza esagera-zione questa volta, grato. Parlando con il presidente degli Stati Uniti Obama, Monti ha cercato di fargli capire che, se per gli anglosassoni l’economia è una disciplina che si nu-tre di astratti modelli matematici che spesso comportano una spietata logica speculativa fine a se stessa, per i tedeschi l’economia è ancora una disciplina subordinata alla filoso-fia morale, ovvero alla legge suprema del bene, secondo la quale i soldi arrivano perché e dove si produce bene. Maggiore è la qualità, maggiore è il risultato economico, o se non maggiore, sicuramente, è più duraturo e stabile. Kant più che Machiavelli, ovvero il ben fatto sul furbescamente fatto. E qui si chiude il cerchio, perché questa è anche la legge dello sport: è forte e credibile chi gioca bene sempre e non solo nelle partite decisive.

Un calcio al calciodi Luigi Borgo

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Voci ed emozioni di una stagione da record che ha visto la conquista del secondo titolo italiano dell’Hockey Valdagnodentro lo scudetto

Quella che abbiamo appena vissuto come Ho-ckey Valdagno è stata una stagione da record compresa la vittoria in campionato a Bassano che mancava da oltre vent’anni. Da quarti in regular season abbiamo vinto lo scudetto, un’impresa eccezionale. Io ho sempre creduto che potessimo centrare il Tricolore, lo dicevo già a novembre anche a fine stagione regolare quando qualche dubbio sull’esito finale stava minando le mie certezze. Invece la squadra ha disputato playoff e Final Eight vincendo e giocando un hockey bello da vedere. Riavvolgendo il nastro di que-sto meraviglioso film, a inizio stagione abbiamo deciso di cambiare allenatore. Non era l’uomo giusto per noi, si doveva invertire la rotta perché i risultati non arrivavano e alcune scelte fatte nel-la fase finale della Coppa Italia avevano destato

Ho sempre creduto che il Valdagno avreb-be fatto molto bene in questo campionato. L’anno scorso non al-lenavo per scelta, ave-vo avuto offerte non stimolanti e, visto che ho la fortuna di avere

un lavoro e di non vive-re di hockey, quando ho deciso di accetta-re la guida tecnica del Valdagno l’ho fatto perché volevo provare a vincere qualcosa e sapevo che la squadra aveva i mezzi

più di una perplessità. Abbiamo girato pagina scegliendo un uomo, Franco Vanzo, di poche pa-role e tanti fatti. All’inizio la squadra ha risentito del passaggio che, inevitabilmente, come tutti gli scossoni, necessita di una fase di assestamento. Bisogna lavorare in modo diverso, capire cosa vuole il mister, creare un amalgama. Per un cer-to periodo abbiamo avuto risultati strepitosi con squadre forti e deludenti con le cosiddette picco-le. Poi la stagione è girata, si è creata un’alchimia in spogliatoio che ha reso il Valdagno inarresta-bile. Il tutto in concomitanza con gli infortuni di Rigo e Cocco oltre a un Nicolia da tempo alle prese con un malanno al polso. In una situazione del genere che appariva molto complicata si sono tirati fuori i denti. Grandi prestazioni compresa un’Eurolega vissuta da protagonisti e nella quale se ci fosse stato più tempo per recuperare fisi-camente dopo la vittoria ai quarti con il Benfica avremmo potuto far ancora meglio. La squadra con il Liceo La Coruña in semifinale era ancora stanca e non si è potuta esprimere al massimo per tutta la partita. Per quanto riguarda lo Scudetto ho capito che avremmo vinto quando con il golden goal di De Oro abbiamo espugnato Lodi elimi-nando in due partite i primi della regular season. Senza Dario Rigo è stato una volta di più fon-

damentale l’apporto dato da Carlos Nicolia che in difesa si è dimostrato devastante garantendo equilibrio e sicurezza. Dedico lo scudetto alla di-rigenza, ai miei compagni di viaggio Dino Repe-le, Checco Lorenzi e Cristian Ponza, all’allenato-re Franco Vanzo e alla squadra che hanno sempre creduto in questa impresa. Un grande abbraccio a tutta la nostra tifoseria che meritava davvero questo regalo.

Paolo Centomo, presidente

Franco Vanzo,allenatore

5valdagno

Voci ed emozioni di una stagione da record che ha visto la conquista del secondo titolo italiano dell’Hockey Valdagno

per farcela. Sono arrivato in una società seria con giocatori impor-tanti. Lo stimolo è stato grande, abbastanza da farmi percorrere 120 chilometri ad allenamento. Insomma, io ci credevo fin dall’i-nizio. A novembre, al mio arrivo, il clima era teso e mancava la tran-quillità necessaria. La mia espe-rienza e il mio carattere mi hanno portato a ragionare con tranquilli-tà. Nello specifico mi sono con-centrato prima sulla difesa, dopo sui movimenti davanti e nel cer-care le posizioni in pista. Quando arrivi ad allenare giocatori evoluti come quelli del Valdagno non ha senso insegnare tecnica, bisogna mettere assieme la squadra, capire le situazioni e il carattere dei vari atleti, fare più lo psicologo che allenare. L’obiettivo era creare un gruppo perché non si può pensare di vincere un campionato con un calendario fitto di impegni come avviene ai playoff con soli 5 gio-catori. Per questo è importante sti-

molare l’intera rosa durante gli al-lenamenti, in pista si devono fare molti cambi, lo hanno capito tutti, non puoi vincere se resti in campo 50 minuti. Certo, poi è innegabile che i singoli fanno la differenza ma questo Scudetto è di tutti per-ché tutti devono fare il proprio ruolo senza interferire in quello degli altri e così è stato. Vorrei fare una menzione. Valdagno è una delle piazze più belle d’Italia come pubblico. Quando abbiamo vinto il campionato mi sono mes-so in un angolo e mi sono venute a salutare e fare i complimenti tifosi di una certa età, gente che segui-va il Valdagno anche nei tempi sicuramente meno esaltanti della A2. Questa per me è una grossa gratificazione, mi rende felice. I tifosi comunque sono sempre stati vicini alla squadra anche nei mo-menti difficili. Voglio ringraziarli tutti. Un aneddoto. Dopo le partite sono solito fermarmi a prendere una birra. Anche dopo qualche

sconfitta l’accoglienza era sempre la stessa, immutata la fiducia, gli stessi sguardi: è un qualcosa che mi ha colpito molto. A mio avviso non c’è stato un momento preciso nel quale la stagione è girata, è sta-ta una progressione inarrestabile ma è innegabile che a Porto nella vittoriosa trasferta di Eurolega si è vista la potenzialità della squadra, è stato un momento importante. Ci tengo a sottolineare e a ringra-ziare tre giocatori che nell’ultimo periodo hanno dimostrato grande professionalità giocando con una situazione particolare. È vero che sono professionisti ma non tutti avrebbero fatto così. Qualcuno avrebbe tirato indietro la stecca, loro no, ci hanno messo il cuo-re. Questa Scudetto lo dedico al pubblico e alla mia famiglia che è fondamentale. Pensate che an-che la scelta di venire ad allenare il Valdagno è stata messa ai voti, fortunatamente hanno prevalso i sì.

La vittoria ottenuta in trasferta con il Porto ci ha dato fiducia e consapevolezza. È stato il momento chiave della stagione anche dal punto di vista perso-nale: capisci che se giochi alla pari con il Porto puoi fare bene con tutti. Terminata la stagione al quarto posto, ad essere onesti ci credevo ma la vedevo dura

vincere, non era mai successo anche perché di solito la pri-ma della regular season arriva in finale: siamo stati davvero bravi. Le miei prestazioni migliori sono state in casa contro il Porto con due goal il sabato e il martedì successivo sem-pre al Palalido con il Viareggio quando ho messo a segno il goal del 2 a 2. Dedico la vittoria alla fidanzata e a me stesso perché sono arrivato a questo traguardo lavorando tanto e superando difficoltà.

È stata una stagione da ricor-dare. Un anno di crescita sia tecnica che tattica che sotto l’aspetto della personalità. Ho imparato tanto dai cam-pioni con i quali mi sono allenato. Il mio goal più bel-lo è stato quello al Benfica. Parlando di squadra la parti-ta della svolta è stato il 7 a

0 interno con il Lodi. Durante l’anno c’è stato qualche periodo no, ad esempio le tre sconfitte consecutive in marzo. Alla fine della regular season il gruppo ci crede-va ma in pochi avrebbero scommesso su di noi. Dedico la vittoria alla mia famiglia, in particolare a mio nonno Giuseppe, morto a dicembre, al quale ero molto legato ed era il mio primo tifoso.

La squadra c’è sempre stata, abbiamo vinto la Supercop-pa. Poi durante la stagione ci sono stati tanti infortuni ma il Valdagno è cresciuto nonostante tutto. Importante il 7 a 0 con il Lodi anche per-ché per un portiere non pren-dere goal è un qualcosa che fa sempre piacere. La squa-

dra ha avuto un approccio positivo nella parte finale della stagione e ha saputo dare il massimo. Dedico la vittoria alla famiglia e a quei tifosi che non hanno mollato mai.

La stagione è sta-ta molto buona, cominciata bene con la conquista della Supercop-pa e finita con lo Scudetto. All’ini-zio c’è stato qual-che alto e basso ma il Valdagno si

era profondamente rinnovato quin-di era necessario un periodo per amalgamare i vecchi con i nuovi. Poi con il cambio dell’allenatore si è ripartiti con un nuovo modo di in-tendere l’hockey. Ai playoff ci sia-mo espressi alla grande mostrando tutte le nostre qualità. Abbiamo per-so soltanto solo due partite in modo rocambolesco, si potevano vincere.

Quando sono ar-rivato a Valdagno era chiaro che la squadra fosse stata costruita per vincere. Poi all’inizio ci sono stati dei proble-mi ma pian pia-no ho trovato la

tranquillità, il mio ruolo, mi sono ambientato e qualcosa è cambiato a livello di testa. Devo ringraziare Nicolia e Oviedo per avermi dato una mano nei mesi invernali quan-

All’inizio ci da-vano per favoriti, ma poi ci sono stati problemi culminati con il cambio dell’alle-natore. Penso che dopo il pareggio di Prato quasi tutti pensavano fossi-

mo spacciati ma il gruppo era uni-to. Eravamo a posto sia fisicamente

Anche in Eurolega la stagione è sta-ta ottima. Da parte mia ho dato tutto quello che avevo. Un po’ di ramma-rico c’è per non essere stato in cam-po nel finale di stagione ma con la testa e il cuore ero in pista. Vanzo e io abbiamo voluto che stessi in pan-china per far parte del gruppo, per essere vicino ai compagni anche non potendo giocare. Ho dato una mano. Mi sento lo Scudetto cucito addos-so, certo è il primo anno che guar-do dalla panchina. Un bel ricordo è il goal con il Bassano in gara3, una rete liberatoria. Dedico lo Scudetto a mia moglie che mi ha sopportato so-prattutto in quest’ultimo periodo nel quale non scendendo in pista veniva a mancarmi un’importante valvola di sfogo.

do sembrava che le cose non doves-sero andare per il verso giusto. Via via ho acquisito sempre maggiore consapevolezza nei miei mezzi e sia nella Final Eight che ai playoff ho potuto dare un apporto importante alla squadra. Questa stagione mi ha riservato grandissime soddisfazioni. Su tutte, segnare 5 goal ai quarti di finale di Eurolega contro una squa-drone come il Benfica e poi il golden goal a Lodi. Dedico la vittoria a mia mamma Emilia, alle mie sorelle e ai ragazzi della squadra.

che sotto l’aspetto della tranquillità. Non abbiamo mai mollato perché è stato giusto tener duro per il bene del gruppo. L’ultimo secondo della partita di sabato è stata una cosa fan-tastica. Dedico la vittoria a Pamela, la mia ragazza, e a mio nipote Kevin ha due anni e mezzo ed è un vero e proprio portafortuna visto che, da quando è nato, ho vinto tantissimo.

Diego Nicoletti

Francesco Rossi

Juan Oviedo

Dario Rigo, capitano

Gaston De Oro, il Tonchi

Massimo Tataranni

Quando è partita la stagione l’am-biente attorno all’hockey era grigio, il clima non era dei mi-gliori. All’inizio abbiamo avuto alti e bassi. Con Vanzo è arriva-

to un allenatore che pensava a noi come giocatori: era quello che vole-va il gruppo. Vanzo ha parlato poco e lavorato tanto, l’opposto del suo predecessore. A mio avviso la vitto-ria al Palalido contro il Lodi, il 7 a 0, rappresenta la svolta della stagione così come il golden goal di De Oro a Lodi è stato fondamentale: quasi un verdetto anzitempo. Abbiamo capito che se difendevamo bene potevamo fare grandi cose. Poi ci sono stati gli infortuni ma ognuno ha fatto il

suo. Noi ci credevamo e ci siamo messi a disposizione. Le cose più belle dell’annata sono state l’affetto della gente che si è manifestato in modo vigoroso la scorsa estate con la famosa protesta e il goal del 7 a 4 in gara4 contro il Viareggio. Rap-presentano il bene che mi vogliono i tifosi e la vittoria del campionato. Personalmente mi fa piacere ricorda-re il goal del 2 a 0 in gara 3 a Viareg-gio, una rete bella e decisiva che ha messo gli avversari in una situazione non facile. Dedico la vittoria a Celi-na, l’unica persona che sa come vivo l’hockey e sopporta le mie giornate fatte di silenzi in momenti particolari della stagione. Senza di lei non avrei fatto così bene a Valdagno. Appena finita l’ultima partita sono andato su-bito da lei e il piccolo Cristiano per ringraziarla e condividere con loro la gioia.

Carlos Nicolia

Io ho sempre pensato che contavano i playoff. Era importante essere in forma in quella parte di stagione. Sento lo Scudetto molto mio perché sono riuscito a dare una mano alla squadra. Sono sempre stato a disposizione e pronto a scendere in pista. Il goal al Lodi in gara2 di se-

mifinale è stato bello perché fatto in una partita decisiva, una grande soddisfazione per chi come me ne fa pochi. Il gruppo c’è sempre stato e si è compattato nella fase cru-ciale della stagione. La squadra è stata bella da vedere, un crescendo inarrestabile. La sfortuna ha fermato Dario e Mattia e tutti hanno dato ancora di più. Dedico lo scu-detto a me e mia moglie, tra hockey e lavoro ci vediamo con il contagocce.

Durante la stagione non trovavo bene una collocazione in pista, ho fatto un po’ di fatica. Poi con l’inizio dei playoff mi sono ritrovato e ho iniziato a giocare bene. Negli oc-chi ho la vittoria interna con il Porto, il goal di Tataranni all’ultimo secondo che ribadisce in rete dopo che io stesso avevo appena concluso verso la porta. Certo anche il 7 a 0 con il Lodi è stata una grande impresa, mi sono espresso su alti livelli. Dopo purtroppo c’è stato l’infortunio alla caviglia, ho fatto di tutto per tornare in pista il prima pos-sibile. Ringrazio il nostro preparatore atletico Alessandro

Dal Monte e la fisioterapista Greta Lorenzi. C’era una gran voglia di vincere, il gruppo è stato veramente fantastico. Nell’ultima partita con il Viareggio il pubblico è stato eccezionale, per me valdagnese doc un’emozione indescrivibile, da pelle d’oca. Non avevo neanche il coraggio di guardare la curva e le tribune. Personalmente ho fatto ricorso a tutte le scaramanzie possibile pur di vincere questo scudetto. Non mi sono tagliato la barba, “se c’è la barba è un’altra partita”, coinvolgendo mano amano anche i compagni. Inoltre prima di ogni match c’era l’immancabile foto sul divano con mam-ma, nonna e Tonchi a dormire o fare finta.

Stagione altalenante ma strepitosa ai playoff: andavamo il doppio degli altri. Forse la partita pareggiata a Prato è stata quella decisiva, di svolta perché ha dato una bella sveglia a tutti noi. Con il Bassano non si poteva uscire, ero certo che si sarebbe andati avanti, non ce lo saremmo mai perdonato anche per i nostri tifosi che ci tengono in modo particolare al derby. Fondamentale vincere gara2 a Lodi. Tornare a giocare là non sarebbe stato semplice, il golden goal del Tonchi è stato decisivo. Dedico la vittoria alla mia ragazza.

Eddy Randon

Mattia Cocco

Riccardo Gnata

8vicenza

Si torna in alto

Scompare il marchio della Pallacanestro Araceli. In compenso nasce a Vicen-za una nuova società, la “Pallacanestro Vicenza

2012”. Ciò è la conseguenza di uno scambio di categorie tra l’Araceli ed i padovani dell’Ardens Silvestrini, società satellite della Virtus Padova. I Vicentini cedono la Promozione in cambio della serie D. Conseguenza di quanto sopra il fatto che la socie-tà vicentina cambi nome e diventi, per scelta “Pallacanestro Vicenza 2012” in omaggio all’omonima

squadra, ovviamente senza l’anno, che nel maggio del 2000, dopo aver vinto i play off per la promozione in A2 cedette i diritti alla Snaidero Udine e chiuse la sua attività.Lo staff societario della nuova so-cietà sarà composto da Luigi Bel-trame, Presidente, con Riccardo Canilli, vicepresidente, playmaker della Pallacanestro Vicenza di fine anni ‘70, inizio anni ’80. Saranno affiancati da Lino Mascellaro, diri-gente responsabile, atleta del vivaio vicentino e giocatore nella massima categoria a Milano, Cagliari e Bre-

scia. Il direttivo è completato da Adriano Andriolo, direttore sporti-vo, Antonio Buglione responsabi-le del settore giovanile, da Renzo Stella, Marco Sinicato e Pierluigi Vinci mentre Andrea Tona sarà se-gretario e Sandro Zocca tesoriere. Bruno Badinotti svolgerà funzioni di direttore tecnico mentre la serie D sarà affidata a Massimiliano Giu-gni che ha raggiunto la finale Play Off nella scorsa stagione.A sentire i nuovi dirigenti le am-bizioni non mancano. Obiettivo della Pallacanestro Vicenza 2012

è, infatti, di porsi come società di riferimento del panorama cestistico cittadino collaborando e dialogando con tutte le società mantenendo in-tatte le autonomie di ciascuna.Per far questo, la Pallacanestro Vicenza 2012 porrà particolare at-tenzione allo sviluppo del settore giovanile affidato a Michela Voltan, responsabile minibasket e progetto scuola, dialogando con le istituzioni e la scuola, in particolare, per avvia-re molti bambini e ragazzi a questo sport e, un giorno, magari, farli ap-prodare in prima squadra.

Il basket vicentino riparte dalla serie D con una nuova società, la “Pallacanestro Vicenza 2012” di Antonio Rosso

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Le soddisfazioni ar-rivano copiose dal mondo delle due ruote a livello gio-vanile e negli ultimi

tempi a salire sul gradino più alto del podio nazionale sono stati due talenti alto vicentini in due specialità diametralmente opposte ma altrettanto tecniche e ciò dimostra il valore assoluto del vivaio berico delle due ruo-te con tante società dedite alla cura delle varie discipline so-prattutto quelle tecniche e for-mative con dirigenti lungimi-

ranti che da anni s’impegnano per valorizzare i giovani ciclisti nostrani. Il primo ad indossare la maglia tricolore del 2012 è stato Filippo Zana, il tredicenne di Piovene Rocchette al primo anno esordienti accasato con la società di Antonino Cannata, la scuola di ciclismo Piovene Roc-chette cicli Rampon. Zana si è imposto in Abruzzo, a Pineto Lido nella gara di ciclocross del campionato italiano esordienti del primo anno. A completare il podio in questa rassegna c’è da segnalare anche la buona

prestazione del suo compagno di squadra Mattia Raccani che solo dopo una foratura in pros-simità dell’arrivo ha dovuto lasciare il secondo gradino del podio a Giulio Galli (Elba Bike Scott) ottenendo comunque una medaglia di bronzo merita-tissima e di valore assoluto. E’ di questi giorni invece la vitto-ria di Michela Pavin (Vecchia Fonata) nel campionato italiano Omnium in pista a Montichiari riservato alla categoria donne juniores in una gara che com-prendeva 6 prove in due gior-

ni: questi nello specifico i suoi piazzamenti che le hanno valso il tricolore sulla lombarda Lisa Gamba (Jusport Gorla Minore) e su Francesca Pattaro porta-colori della Lievore Breganze Artuso legnami: 6^ nella corsa a punti; 2^ nell’eliminazione, nello scratch, nei 500 metri, 6^ nel giro lanciato con la vittoria nell’inseguimento sui 2 km. con partenza da fermo. La bionda di San Vito di Leguzzano ha iniziato la sua giovane carriera sportiva pedalare con la scuola di ciclismo Altovicentino, il so-

Michela e Filippo tricolori Il ciclismo vicentino festeggia due maglie tricolori con Filippo Zana e Michela Pavin

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dalizio di Santorso che come la Scuola di ciclismo Piovene gra-zie ai suoi preparatissimi tec-nici si dedica all’insegnamento delle specialità tecniche utili ai ragazzi per affinare il proprio bagaglio che li farà emergere anche nel settore strada com’è accaduto quest’anno a Miche-la Pavin che ha vinto 3 volte su strada e il tricolore in pista. Oltre alla tanta passione dei due ragazzi premiati con il tricolore, c’è un impegno e una costanza non di poco conto e il futuro può riservare loro ancora grosse

soddisfazioni. Zana è stato con-vocato con la maglia della rap-presentativa regionale veneta ai campionati italiani del 1° luglio a Pieve di Soligo e non si sa mai che il giovane talento non sappia ripetere quanto fatto nel 2005 da Marco Zenari (tricolore per lui) suo compagno di club a Piovene nelle giovanili qualche anno fa. Michele Pavin invece è in pianta stabile nel gruppo del-le donne juniores curate dal C.t. Edoardo Salvoldi in maglia az-zurra con l’obiettivo stagionale del campionato europeo della

pista ormai alle porte program-mato in Portogallo nel primo fine settimana di luglio. Per concludere l’attività giova-nile del 2012 propone proprio a Santomio di Malo con l’or-ganizzazione del Torre Vicenza Pink Bike di Claudio Parise, il campionato italiano riservato alle ragazze esordienti del pri-mo e del secondo anno con due gare distinte e per le allieve su un tracciato impegnativo che spazia da Santomio ad Isola Vicentina. Si corre il 1° luglio e questo è il premio per il lavoro

svolto dalle società vicentine e dai loro tecnici che negli anni hanno visto protagoniste dopo Tatiana Guderzo anche Marta Tagliaferro, Elena Berlato, Gia-da Balzan, Susanna Zorzi e in tempi più recenti, Claudia Broc-cardo, Maria Vittoria Sperotto, Nicole Dal Santo, Silvia Grotto, Michela Pavin e Katia Ragusa (che è giunta seconda alle spal-le di Silvia Persico della Valcar nella crono tricolore di Caldo-nazzo nella settimana tricolore 2012 tra le allieve) quest’ultime promesse del ciclismo in rosa.

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di Enzo Casarotto

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La grande corsa

Prende il via il 28 luglio 2012 da Piovene Roc-chette (VI) la prima edizione della Trans d’Havet, ultramaratona

delle Piccole Dolomiti, un’idea nata da un sogno che anno dopo anno ha preso sempre più forma. A capo del gruppo di trail runners che hanno deciso di far conosce-re un tracciato di grande fascino e impegno al grande pubblico appassionato di questa discipli-na troviamo Enrico Pollini, già organizzatore della Ultrabericus.La macchina organizzativa conta un folto numero di gruppi e as-sociazioni coinvolti, dal Gruppo

Sportivo Alpini di Vicenza, che metterà in campo le risorse lo-gistiche in dotazione all’Asso-ciazione Nazionale Alpini della sezione di Vicenza (protezione civile, radioamatori, soccorso, logistica), ai Comuni attraversa-ti dal tracciato, continuando con le unità del Soccorso Alpino, la Croce Rossa e le associazioni podistiche locali. Il tutto al fine di garantire un adeguato livello di sicurezza a tutti i concorrenti.La manifestazione, preceduta da una sorta di “Edizione 0” tenuta-si lo scorso anno per sperimen-tare il tracciato, comprenderà un percorso Ultra Trail di 80 km e

TRANS D’HAVET è il nome della Ultramaratona delle Piccole Dolomiti che si disputerà il 28 luglio prossimo: 50 miglia da fare tutte di corsasulle nostre montagne: una cosa da grandi!

di Giulio Centomo

5500 m di dislivello positivo e un percorso Trail di 40 km e 2500 m di dislivello positivo. È inoltre valida per il Campionato Italia-no Ultra Trail IUTA 2012 media distanza, nonché candidata per il Campionato Mondiale Ultratrail IAU 2013 con quella che sarà l’edizione numero due. Una gara che fa gola a molti e a cui già nu-merosi si stanno iscrivendo, fino al raggiungimento del numero li-mite previsto dal regolamento di 400 atleti per la Ultra Trail e di 150 per la Trail.«Questa è un’occasione stupenda per la Città di Valdagno – com-menta l’assessore allo sport, Alessandro Grainer - sia per rin-verdire i fasti di una tradizione podistica di prim’ordine, sia per promuovere la città con il suo territorio. Per questo abbiamo appoggiato questa iniziativa, che si presenta come un progetto im-portante, di più anni, con grandi obiettivi per il futuro.Vedremo passare sotto il tra-guardo atleti di livello mondiale e atleti locali che vogliono in un certo senso fare, da valdagnesi, la storia della Trans d’Havet.»Si parte con il tracciato Ultra-Trail da Piovene Rocchette e

dirigendosi verso le Prealpi vi-centine occidentali, passando per il monte Summano, il Novegno, il monte Alba, la strada delle 52 Gallerie del Pasubio, il gruppo del Sengio Alto, il gruppo del Carega, il gruppo delle Tre Cro-ci, la cima di Marana, per conclu-dersi con la discesa su Valdagno. Il percorso Trail, di lunghezza dimezzata, invece inizia sul Pian delle Fugazze.Gli atleti, allacciate le scarpe e raccolta ogni energia, scatteran-no alla mezzanotte di venerdì 27 luglio da Piovene Rocchette con arrivi scaglionati a Valdagno pre-visti nella mattinata di sabato per i top runners, nel pomeriggio per il centro del gruppo ed in serata per gli ultimi, con tempo massi-mo previsto di ventitré ore.La gara Trail partirà invece alle 8.00 di sabato 28 luglio per con-cludersi, sempre a Valdagno, intorno a mezzogiorno per i top runners ed a seguire gli altri.

In attesa della partenza tutte le informazioni per interessati e ap-passionati sono disponibili all’in-dirizzo:www.transdhavet.it.

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Punto di riferimento della sezione mountain bike dell’Associazio-ne sportiva Geko Bike di Cornedo, ironman

agguerrito e istruttore SIMB di 2° livello è Filippo Dal Maso, da quest’anno il coordinatore di tutti gli atleti che partecipano alle competizioni e vogliono essere seguiti in tutto e per tutto. Il presi-dente Cracco ha deciso di affidare questo incarico, visto il notevole incremento di iscritti, proprio

a Dal Maso, certo che avesse le capacità di gestire l’intero grup-po di atleti della mountain bike: iscrizioni alle gare, tesseramenti, visite mediche, ma anche suppor-to per eventuali esigenze e pro-blematiche logistiche che spesso infastidiscono gli atleti. Filippo è anche un ottimo consigliere per gli aspetti tecnici e gli alle-namenti vista la sua enorme pro-fessionalità di atleta che traspare dal suo importante palmares di ri-sultati. Per tenere sempre aggior-nati atleti e sponsor su attività e

risultati, Dal Maso realizza perio-dicamente un giornalino online e tiene aggiornato il nuovo sito Internet www.gekobike.jimdo.com e i vari social network come facebook, caricando regolarmen-te news e foto delle gare.Il team di atleti quest’anno ha par-tecipato ai due circuiti più cono-sciuti e validi del Veneto, la Cop-pa Veneto e il Lessinia Tour. Sei le gare della Coppa Veneto (Tre Valli di Tregnago, Granfondo Pa-olo Pezzo, Prosecchissima, Divi-nus Bike, Granfondo dei cimbri e

il Campionato Italiano Marathon a Schio che sarà a fine giugno), cinque i bikers della Geko che vi hanno partecipato ottenendo dei buoni risultati: Alberto Save-gnago, Nereo Perin, Denys Fin, Luca Rasia e Renato Cecchetto; quest’ultimo ha dimostrato di possedere un’ottima forma fisica raggiungendo la top ten in tutte le fasi del circuito nella sua catego-ria. Ricordiamo che Cecchetto ha tutte le carte in regola per vince-re il Campionato Italiano Cross Country il 24 giugno a Milano.

Cronache sportive

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di Chiara Guiotto

15valdagno

Cronache sportiveAl Lessinia Tour hanno invece partecipato Filippo Dal Maso, Vito Nicoli, il presidente Mar-co Cracco e l’instancabile Re-nato Cecchetto. Eccellente 2° posto nella categoria Master di Cecchetto, sia alla Granfondo Marathon del Durello, sia alla Soave Bike e un incredibile 1° posto di categoria alla Lessinia Legend nella distanza “Classic” da 40 km. Sempre al Lessinia Legend Dal Maso ha guadagna-to il 14° posto assoluto e il 1° di categoria Master, mentre alla

Granfondo Marathon del Durel-lo sua l’11° posizione assoluta. Lessinia Tour a parte, Dal Maso lo scorso Aprile ha partecipa-to al Nirvana Raid di Lecco, orientato sulle lunghe distanze guadagnando la 4° posizione assoluta. La Geko Bike non è solo com-petizioni; da anni ormai prose-gue l’attività di insegnamento della disciplina della bicicletta presso le Scuole Medie di Cor-nedo Vicentino con prove pra-tiche, uscite guidate, l’ultima

in occasione della festa di fine anno scolastico a fine maggio. Anche quest’anno la consueta manifestazione “Bimbi in bici” sia a Cornedo che a Valdagno ha riscosso molto successo, come pure la prova di mountain bike su circuito lungo la pista cicla-bile tra Cornedo e Brogliano durante la Festa dello Sport di Cornedo e la partecipazione alla Festa della Montagna a Recoaro 1000. Obiettivi e programmi futuri? Lo abbiamo chiesto a Filippo Dal Maso. “Certamente con-

tinuare ad organizzare i corsi formativi presso le scuole, im-pegno a cui la Geko Bike tiene molto -ha esordito Dal Maso- Il 15 luglio è prevista l’uscita gui-data in Folgaria: un percorso medio di circa 60 km che avrà anche l’obiettivo di mettere in pratica tecniche e argomenti trattati durante il corso SIMB lo scorso aprile. Giri sempre diver-si, spunti nuovi e divertimento per tutti i bikers, anche i meno esperti: l’ingrediente che non manca mai è il divertimento e lo sport sano”.

Grande soddisfazione in casa ALPEBIKE RA-CING per il successo riportato dalla prima edi-zione della COPPA AL-

PEBIKE , gara in salita per cicloama-tori tesserati che ha messo duramente alla prova tutti gli specialisti della montagna pervenuti a Recoaro Terme sabato 23 giugno nonostante le iniziali cattive condizioni del tempo. Scalatori giunti fin quì anche dal vicino Friu-li pronti a giocarsi la Coppa sugli 11 km. dell’arcigna salita cha da Recoa-ro porta al rifugio CAMPOGROSSO

con pendenze che raggiungono anche il 18%, già teatro gli scorsi anni di un epico arrivo del giro d’Italia dilettanti. Maiuscola prova del 25enne Veronese Andrea Pontalto ( New un~ Sossano) ( campione Italiano della montagna Cadetti e fresco vincitore del percorso medio alla g.f. Eddy Merckx ) che ,in fuga fin dal primo km. di salita andava a vincere in solitaria stabilendo il nuo-vo record di scalata in 37’ e 43” distac-cando così di 2’ e 39” Vicari Moreno (Colli Berici) , di 2 e 57” il friulano Ciot Fabio ( team Professional ) . Buon 4° lo scalatore di casa Mascella Diego

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Una grande sfida per scalatori all’ombra della sisilla

1ª Coppa alpebike

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( Geko Bike ) a 4’ e 34” che pre-cedeva SantinoAmore compagno di squadra del vincitore, giunto a 5’ e 14”. Prima donna al traguar-do Agosti Miriam ( Restena Bike ) che con un ragguardevole tempo di scalata di 56’ e 09” precedeva Pontarin Vivian (Carving club Schio) salita in 59’ e 35”. Degna di nota la maiuscola prestazione di Guido Lanaro ( del Carvin club Schio) che oltre a fare l’allenatore di Sci alpino, si cimenta con suc-cesso anche nel ciclismo amatoria-le. Tempo di scalata di Guido 47’

e 05” battuto nei Super Gentleman A per soli 27” da Rudatis Gianni (Turnover sport). Tenace come sempre Cornale Raffaele (Team ALPEBIKE ) veterano e maestro di sci Recoarese 34° assoluto in 48’ e 41”. Ecco i vincitori per cate-goria con il tempo di scalata.Cadetti.. ..... Pontalto Andrea (New Une) 37,43. Junior ....... Amore Santi no ( New Une) 42,58 .Senior ......... Ciot Fabio (Team Professional ) 40,40 . Veterani.. ...... Vicari Moreno ( Colli Berici) 40,23 Gentieman .......... Paliadin

Uvio ( New Une) 44,50. Super Gentleman A ..... Rudatis Gian-ni (Turnover Sport) 46,38. Super Gentleman B ......... Zanandrea Giuseppe (Team ECOR Schio) 48,29. Donna B ........... Agosti Miriam ( Restena Bike ) 56,09. Donna A ........... Pontarin Vivian ( Carving club Schio) 59,35. La manifestazione è stata organizzata in collaboarazione con MINI BAR CAFFE’ RECOARO, RIFUGIO CAMPOGROSSO e www.giro-dei60.it . Si ringraziano i SUP-PORTER che hanno contribuito

alla buona riusctta. ALiCOM s.r.l. , FIZIK, FARMACIA BORGO , BOLZON cicli , SPORTIVISSI-MO la rivista dello Sport Vicen-tino, DERSUT caffè, CLM Ceola Lavoarzioni Meccaniche, Silvano Fioreria Pompe Funebri ,Rifugio PICCOLE DOLOMITI alla Guar-dia, ORSATO ricevimenti e Ban-chetti , Banca San Giorgio Quinto e Valle Agno e DESPAR RECOA-RO TERME.

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Altissimo bikeConosciamo l’Atletico Mesenei, un’associazione dalle mille attività nel nome dello sport e del divertimento. Novità 2012: una giornata in mountain bike lungo i magnifici sentieri di Crespadoro - Altissimo

ordina e offre ai giovani delle località di Altissimo e Crespadoro ma anche delle vallate limitrofe del Chiampo e dell’Agno, nu-merose attività sportive per unire sport e diver-timento. L’associazione prende il nome dalla con-trada Meceneri di Crespa-doro proprio a dimostrare di voler essere un luogo di

ritrovo per i giovani ap-passionati di sport. Con gli anni è nata la squadra di calcio e una manifestazio-ne denominata Blackstone che ogni anno nel mese di giugno a Crespadoro abbina il rugby e la baech volley durante il giorno, a serate di musica la sera. Ma non è finita qui perché nel 2010 anche una squa-

dra di pallavolo ha iniziato a militare nei campionati AICS e quest’anno pure il team del pallone ha esor-dito nelle competizioni. La novità del 2012, che in realtà ha iniziato a frulla-re nelle menti di molti dei soci dell’Atletico Mesenei già durante l’estate scorsa, è la bici, sia mountain bike che su strada. “Perché non organizziamo uscite in mountain bike?” Si sono detti alcuni dei fondatori e soci dell’Atletico l’estate scorsa. Detto, fatto. Cam-po d’Albero, Lago di Gar-da e addirittura il Passo dello Stelvio: sono queste alcune delle mete raggiun-te dal gruppo di bikers composto da una ventina di ragazzi appassionati delle due ruote. Ma gli organizzatori non erano ancora del tutto soddisfatti tanto che hanno deciso di organizzare una manife-stazione in mountain bike attorno al loro territorio, tra Altissimo e Crespado-ro. Ormai ci siamo, la 1° edizione è alle porte: do-menica 8 luglio alle ore 9:00 sarà tagliato il nastro alla “Giornata in mountain bike 2012”. Il percorso si districa attorno ai vecchi sentieri di una volta e le contrade storiche. Una ventina i chilometri da percorrere, adatti ad atle-ti esperti soprattutto per la presenza, quasi totale, di sentieri impegnativi e discese difficili. “Di asfalto ce n’è gran poco -ha commentato uno de-gli organizzatori nonché socio fondatore dell’Atle-tico Mesenei Monchelato Luca- Solo un paio di chi-lometri, ciò che serve per collegare i vari sentieri”. “Durante il percorso gli atleti potranno usufruire di assistenza tecnica e di un sostanzioso ristoro -ha proseguito l’amico e orga-nizzatore, nonché cugino, Cristian Tezza- In caso di pioggia la manifestazione si svolgerà ugualmente. Un ringraziamento ai co-muni di Crespadoro e Al-tissimo per il patrocinio,

in particolare a quello di Crespadoro per l’aiuto nell’organizzazione, alla Protezione Civile e ai gruppi di volontari che of-friranno la loro assistenza durante la manifestazione. E un grazie soprattutto al nostro presidente Matteo Disconzi con il quale ab-biamo ideato questa mani-festazione che si aggiunge al fitto calendario di ap-puntamenti sportivi che Crespadoro offre durante l’estate -conclude Tezza”.Dati tecnici:Partenza e arrivo:Piazza del Municipio- CrespadoroLunghezza percorso:20 kmPartecipanti:esperti di mountain bike, dai 14 anni in suApertura iscrizioni:ore 8:00Partenza manifestazione: ore 9:00Costo: 12 euro, pranzo inclusoPercorso e difficoltà: poco dopo la partenza in località Perari gli atleti affronteranno una salita impegnativa, seguita da un sentiero altrettanto difficoltoso tra le contra-de Repele e Cocco. Il giro si sposta verso il tratto che passa lungo la parte più alta, per intendersi sotto il monte Marana, lungo il crinale raggiun-gendo la Contrada Ca-stagna a quota 1200 m. Dopo le fatiche in salita, arrivano i tratti i discesa, tecnici soprattutto ai Me-ceneri e ai Valletta. Dislivello:quasi 1000 metriPremi:pacchi gara con prodotti della tradizione locale of-ferti dai commerciantiPer ulteriori informa-zioni visitare il sitowww.atleticomesenei.com/biketeamo contattare il numero 347.1366103

Nato nell’or-mai lontano 2006 con il sempli-ce obiettivo

di organizzare tornei di calcio amatoriali duran-te l’estate, oggi l’Atleti-co Mesenei è diventato un’associazione sportiva AICS che propone, co-

di Chiara Guiotto

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noi cittadini dell’acqua

La subacquea vicentina vuole il salto di qualità. Incontro con il dirigente del Ministero per i Beni culturali, dott. Alessandro Asta

di Antonio RossoFoto di Antonio Rossoe Giorgio Merighi

Da subacquei a cittadini dell’ac-qua. A Vicenza il primo pro-getto in ItaliaIl 25 maggio si è tenuto pres-so il Centro Comunitario della

Madonna della Pace alla Stanga, Vicenza, un incontro tra gli istruttori ed i dirigenti delle didattiche subacquee vicentine ed il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Veneto, Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto.A rappresentare le Istituzioni, il dott. Alessandro Asta, funzionario archeologo referente per l’archeologia subacquea e il sottoscritto, in qualità di Ispettore Onora-rio per la tutela dei Beni Archeologici delle acque della provincia di Vicenza.Presenti le didattiche FIPSAS, PADI e SSI, che coprono oltre l’80% dei brevettati nel Vicentino. Dopo una presentazione con sli-des degli ambiti operativi dell’archeologia nei vari ambienti subacquei e le possibili tipologie di reperti reperibili in immersio-ne, è iniziata con i dirigenti e gli istruttori presenti una valutazione delle possibili col-laborazioni. Si è così ipotizzata la possibi-lità di iniziare ad inserire la salvaguardia del patrimonio archeologico subacqueo come tema fisso nelle lezioni teoriche ne-

cessarie per acquisire i vari brevetti.Non tutti i subacquei conoscono la legisla-zione vigente e sanno, ad esempio, come comportarsi se vengono a contatto con ele-menti particolari siano relitti, reperti arche-ologici o esemplari di fauna e flora marina protetta. Questo è tanto più vero quando si accede ad un brevetto di specializzazione o a corsi tecnici, con miscele.La salvaguardia dell’ambiente subacqueo non può essere compito delle sole istitu-zioni: il patrimonio subacqueo va difeso e salvaguardato anche dagli stessi fruitori che, di quel patrimonio, devono avere la consapevolezza di esserne partecipi. Un subacqueo viene a contatto con realtà di ogni tipo: conoscere e sapere come com-portarsi può fare la differenza fra essere spettatori o attori.Ovviamente questo primo nucleo d’istrut-tori verrà supportato e dotato di idonei strumenti operativi che verranno meglio definiti in prossimi incontri. Ciò permet-terà di creare una modalità operativa co-mune tra le diverse didattiche e diffusa trasversalmente. Parallelamente i presenti hanno auspicato, e si sono reciprocamente impegnati, a creare, in questo campo, nuo-ve modalità d’aggregazione. Info: [email protected] - cell. 349 8780066

Schio: Schio Sub, Roberta Pozzer, Schenato Andrea - didattiche PADI e SSICavazzale: Dimensione Blu, Giacomello Andrea - PADIVicenza: Gruppo Subacqueo Vicentino, Maran-goni Guido - FIPSASVicenza: Centro Subacqueo Nord Italia, Decio Bazzoni - FIPSASVicenza: Associazione Scuba Tribe, Cristina Nicolato - PADIValdagno: Valdagno sub, Bevilacqua Agostino, Borghesi Claudio, Gianesini Raffaele - FIPSAS

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vicenza

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vicenza

Il 2 luglio Vicenza ha ospitato la prima tappa della Milano-Taranto 2012di Moto d’epoca: è stata una giornata indimenticabileper tutti i moto club berici.

La rievocazione storica della pri-ma e più famosa gara motoristi-ca stradale al

mondo per moto appro-da a Vicenza il 2 luglio 2012 grazie alla mediazio-ne e all’interessamento di Emiliano Barban. Vicenza ospita in piazza dei Signori l’epilogo della prima tap-pa della Milano-Taranto, quella che porterà i centau-ri ed il loro seguito di circa 400 persone dall’idrosca-lo di Milano alla città del Palladio. L’orario d’arrivo nella città berica è previsto dalle 10,30 alle ore 13,00 e moltissimi sono gli appas-sionati che giungeranno anche da fuori per ammi-rare le moto d’epoca che hanno annunciato la loro presenza agli organizzato-ri. La Milano-Taranto fa tappa a Vicenza per ricor-dare il 75° anno dalla 1^ edizione: dopo i primi anni la gara è stata sospesa per gli eventi bellici e in se-

guito ripresa per essere poi annullata definitivamente nel ‘56 a causa del famoso incidente in cui morirono una decina di persone du-rante la “Mille Miglia”: da allora le gare stradali furono bandite e da qui iniziarono le rievocazioni storiche.A dare un grande impulso alla ripresa di questa gara nell’immediato dopoguer-ra, furono proprio le moto vicentine e precisamente la Laverda e la Ceccato, moto costruite con materiali ro-busti, di bassa cilindrata, di basso consumo e costo: ecco spiegato perché la Milano-Taranto fa tappa a Vicenza. Emiliano Barban, in qualità di delegato pro-vinciale della Federazione Motociclistica Italiana e vice presidente del Coni Provinciale, ha fatto sì che questi “cimeli” potessero attraversare il territorio veneto, tra Recoaro (dov’è prevista una breve sosta), Valdagno, Cornedo, Tris-

sino, Arzignano, Montor-so, con un controllo orario nel centro di Montebello per poi attraversare Alte passando davanti alla Ceccato e all’interno della Cantina “Colli Vicentini “ dove verrà effettuato un controllo-timbro per poi proseguire superando la FIAMM e dopo aver attra-versato il centro di Mon-tecchio, con una sosta per la foto davanti a Villa Cor-dellina, per concludere la tappa a Vicenza in piazza dei Signori. La manifesta-zione è di rilevanza nazio-nale ed internazionale e il passaggio è una vetrina di notevole importanza anche per il Coni, per il Comune di Vicenza oltre che per la FMI, essendo questa ma-nifestazione motoristica inserita tra i tre più im-portanti eventi sportivi dell’anno. La rievocazione storica diventa anche un pretesto oltre che per far conoscere le bellezze del territorio, per far degustare

a tutti gli ospiti le ricette vicentine a chilometro zero con l’assaggio di prodotti quali la sopressa vicentina d.o.p., il formaggio, il bac-calà della “ Confraternita del baccalà”, qualche dol-ce particolare e i rinoma-ti vini delle “Cantine dei Colli Vicentini”. All’indo-mani (3 luglio) la carovana motoristica riprenderà la marcia verso il sud e dal-le 8,00 da Campo Marzio i motociclisti raggiunge-ranno la riviera berica con controllo-timbro in prossi-mità de “La Rotonda” villa Palladiana senza paragoni al mondo. Tra i parteci-panti, provenienti da tutto il territorio nazionale, ci saranno trentacinque vi-centini con le loro stori-che moto Laverda, Gilera, Parilla, Mondial, BMW ecc.. Al via anche un co-spicuo gruppo di stranieri, provenienti da America, Australia, Austria, Olanda, Spagna, Portogallo, Ger-mania, Belgio, Inghilterra

e perfino dal Giappone. L’ospitalità vicentina pre-vede anche una tappa per la visita al Teatro Olimpico e una serata di Gala con la cena in Fiera. Per conclu-dere, una menzione va per il Moto club Ducati di Vicenza, per il Moto club Caldogno e per il Moto club Montecchio Bren-dola per l’organizzazione della tappa, oltre ai tanti appassionati degli altri Moto club impegnati lun-go il percorso per garanti-re la viabilità, hanno reso possibile l’arrivo in città di un evento che rimarrà impresso indelebilmente nei ricordi degli appassio-nati berici delle due ruote e dei suoi numerosi ospiti. Per dovere di cronaca è il Veteran Moto club “San Martino” di San Martino in Colle (PG) ad organiz-zare dal 1° al 7 luglio la 26^ edizione della Milano – Taranto 2012.

in sella al mito

di Enzo Casarotto

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Dopo dieci edizioni l’associazione Fau-nambiente in col-laborazione con il circolo U.N.C.Z.A.

montagne vicentine, ha organizza-to quest’anno l’undicesima Fe-sta del Cacciatore di Montagna – Gara di Tiro riservata ai cacciatori che utilizzano fucili a canna rigata e che rientra nel circuito armi e tiro.La gara si è svolta nei giorni 9 e 10 giugno 2012 in località Lunardelli nello splendido comune di Laghi in un luogo con due suggestivi laghetti e dalle magnifiche monta-gne che lo circondano.Potevano partecipare alla gara tutti i cacciatori muniti di idoneo porto di fucile e assicurazione validi, ogni cacciatore doveva prendere visione e al rispetto del regolamento esposto sul campo dall’organizzazione. Il regolamento era adottato in sintonia alle direttive fissate da

armi e tiro.Le categorie erano suddivise in: Open, Sport, Ex Ordinanza, Cac-ciatori, Master e Faunambiente-Uncza-Fidc.Nella categoria armi e tiro Cac-ciatori, Master, Faunambiente-Uncza-Fidc e Open erano ammes-se le armi standard a canna rigata e le caratteristiche tecniche delle armi dovevano essere le medesi-me con le quali i fucili e le carabi-ne avevano ottenuto l’inserimen-to nel Catalogo Nazionale delle Armi.Nella categoria Ex Ordinanza era-no ammesse tutte le armi antece-denti all’anno 1945 prive di ottica purché di serie, con l’obbligo di essere esclusivamente in confi-gurazione originale come erano in dotazione agli eserciti regolari nazionali ed esteri (erano escluse quelle impiegate da forze specia-li e/o di polizia) con scatto in due tempi non inferiore a Kg 1,5.Infine nella categoria Sport erano

ammesse armi legalmente dete-nute aventi calibro, peso ed ottica senza limitazioni.I calibri ammessi erano quelli consentiti dall’attuale legislazione sulla detenzione e il porto d’armi (carabine, combinati e basculanti).Le ottiche dovevano avere al mas-simo otto ingrandimenti con bloc-caggio obbligatorio a tale valore per i cannocchiali con ingrandi-menti variabili.A tutti i partecipanti della catego-ria Ex Ordinanza era consentito sparare otto colpi su unico bari-lotto mentre a tutti i partecipanti delle altre categorie era consentito sparare cinque colpi su barilot-ti numerati dal n°1 al n°5, più i tiri di prova su apposito barilotto contrassegnato con la lettera “P” (prova); il tempo massimo a di-sposizione di tutti i tiratori era di otto minuti e i bersagli erano posti a circa 150 metri dal punto di tiro.Le piazzole di tiro, numerate e coperte, erano costituite da tavoli

e tutte le categorie sparavano ap-poggiandosi su sacchetti di sabbia forniti dall’organizzazione.Il risultato dei centri era misurato a punti.La gara nonostante le condizioni atmosferiche incerte con qual-che piovasco, ha avuto un grande successo anche per la massiccia partecipazione dei tiratori prove-nienti, oltre che dalla Provincia di Vicenza, anche e sopratutto da altre Province e Regioni.L’edizione ha avuto una perfetta realizzazione grazie all’ottima or-ganizzazione della gara, promossa dal direttivo di Faunambiente e tutte quelle persone che collabo-rano e sostengono nel mantenere viva una passione che ha ragione di esistere solo se guidata dal-la responsabilità e da una grande attenzione alla gestione dell’am-biente e della fauna selvatica.Le classifiche sono risultate come di seguito elencato:

XI Festa del Cacciatore di Montagna - Gara di tiro con la carabina “Circuito Armi e Tiro Trofeo Bailo ”

Festa del Cacciatore di Montagnadi Dorino Stocchero

23vicenza

Categoria Cacciatori

1. TESCARO MARILIANO PUNTI TOTALI 50 CON 2 MOUCHE

2. LISSA LEOPOLDO PUNTI TOTALI 50 CON 2 MOUCHE

3. GUERINI ALESSANDRO PUNTI TOTALI 50 CON 1 MOUCHE

4. BASEOTTOMAURIZIO PUNTI TOTALI 50 CON 1 MOUCHE

5. FORNER GIORGIO PUNTI TOTALI 50 CON 0 MOUCHE

6. BAU’ SAMUEL PUNTI TOTALI 50 CON 0 MOUCHE

7. LUDOVISI GRAZIANO PUNTI TOTALI 50 CON 0 MOUCHE

Categoria Sport

1. DA PIAN GIORGIO PUNTI TOTALI 50 CON 5 MOUCHE

2. D’ASSIE ELIO PUNTI TOTALI 50 CON 5 MOUCHE

3. DA PIAN ROBERTO PUNTI TOTALI 50 CON 5 MOUCHE

4. TESCARO MARILIANO PUNTI TOTALI 50 CON 4 MOUCHE

5. SALVADOR NICOLA PUNTI TOTALI 50 CON 4 MOUCHE

6. SALVADOR FRANCESCO PUNTI TOTALI 50 CON 4 MOUCHE

7. VANZELLA ENRICO PUNTI TOTALI 50 CON 4 MOUCHE

Categoria Faunambiente U.N.C.Z.A.

1 CORA’ FRANCESCO PUNTI TOTALI 48 CON 3 MOUCHE

2. BRUNELLO GIOVANNI PUNTI TOTALI 48 CON 1 MOUCHE

3. STEFANI GIUSEPPE PUNTI TOTALI 48 CON 0 MOUCHE

4. LORENZ LUCIANO PUNTI TOTALI 47 CON 1 MOUCHE

5. NICOLUSSI FERDINANDO PUNTI TOTALI 46 CON 1 MOUCHE

6. MENEGUZZO ORFEO PUNTI TOTALI 46 CON 1 MOUCHE

7. BERTOLDI ANTONIO PUNTI TOTALI 45 CON 2 MOUCHE

Categoria Ex Ordinanza

1 TAMIAZZO DARIO PUNTI TOTALI 50 CON 5 MOUCHE

2. DAL MOLIN SILVIO PUNTI TOTALI 50 CON 5 MOUCHE

3. CAMAZZOLA FRANCESCO PUNTI TOTALI 50 CON 4 MOUCHE

4. OSTI ANGELO PUNTI TOTALI 50 CON 4 MOUCHE

5. FILIPPIN LUCIANO PUNTI TOTALI 50 CON 3 MOUCHE

6. PIETROBON RICCARDO PUNTI TOTALI 50 CON 3 MOUCHE

7. D’ASSIE ELIO PUNTI TOTALI 50 CON 3 MOUCHE

Categoria Master

1. MONTESEL OMAR PUNTI TOTALI 50 CON 3 MOUCHE

2. DA PIAN ROBERTO PUNTI TOTALI 50 CON 0 MOUCHE

3. PIAZZA VIRGILIO PUNTI TOTALI 49 CON 2 MOUCHE

4. D’ASSIE ELIO PUNTI TOTALI 49 CON 0 MOUCHE

5. CASERINI BRUNO PUNTI TOTALI 49 CON 0 MOUCHE

6. MATTEUZZI STEFANO PUNTI TOTALI 49 CON 0 MOUCHE

7. NICOLUSSI FERDINANDO PUNTI TOTALI 47CON 0 MOUCHE

Categoria Open

1. RASON TARCISIO PUNTI TOTALI 50 CON 4 MOUCHE

2. NICOLUSSI FERDINANDO PUNTI TOTALI 50 CON 4 MOUCHE

3. SALVADOR FRANCESCO PUNTI TOTALI 50 CON4MOUCHE

4. DA PIAN GIORGIO PUNTI TOTALI 50 CON 3 MOUCHE

5. DA RE ALBERTO PUNTI TOTALI 50 CON 3 MOUCHE

6. TESCARI MARILIANO PUNTI TOTALI 50 CON 3 MOUCHE

7. DRAGONI MATTEO PUNTI TOTALI 50 CON 3 MOUCHE

Con il numero di mouche uguali, 5° e 4°tiro misurati in millimetri a parità di punti differenziano la classifica.A fine manifestazione i primi sette tiratori classificati in ogni singola categoria sono stati premiati con ricchi premi.

Festa del Cacciatore di Montagna

Secondo posto per il Famila Schio Nuoto (214 punti), prece-duta dal vittorioso Plain Team Veneto

(576) e seguita a ruota dal Mi-rano Nuoto (213), dall’Hydros (212), dal Bentegodi (184), da R.N. Trento (173), da Ranaz-zurra (130) e dalla Leosport (110).Questa la classifica finale a squadre, compilata con

i punti assegnati alle prime 8 posizioni nella sola classifica Assoluta prevista per i 400 m stile libero e 200 m misti ed in quelle per categoria nelle altre specialità, dell’11ª edizione del “Trofeo Città di Schio”.Un successo sia sportivo che organizzativo in una manife-stazione che solo il maltempo, che la settimana precedente aveva interessato il nord Ita-

lia e previsto in arrivo già dal pomeriggio della domenica, avrebbe potuto intaccare ma che almeno in parte così non è stato e nei giorni 19 e 20 mag-gio, presso la vasca scoperta da 50 m ad otto corsie degli impianti della Campagnola, organizzata dall’ASD Schio Nuoto sotto l’egida della FIN C.R. Veneto e con il patroci-nio del Comune di Schio, è

andata in atto una 2 giorni di grande sport.“Trofeo Città di Schio” dive-nuto un appuntamento classico per il nuoto nazionale e che per il Veneto, dove sicuramente è tra le più importante manife-stazioni in vasca da 50 m per atleti partecipanti, segna anche l’inizio della stagione in vasca lunga.

Il grande nuoto a SchioGrande successo al Trofeo Città di Schio, con un ottimo secondo posto

per il Famila Schio Nuoto

di Franco Decchino

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Via Gasdotto, 21 - 36078 Valdagno (VI) - tel 0445 406333 - fax 0445 407155 - [email protected] - www.valtermo.comVALTERMOAppuntamento che negli anni ha saputo raccogliere sempre più adesioni solidali alle moti-vazioni che hanno fatto nasce-re questa manifestazione.Sempre in aumento infatti sono state anno per anno le partecipazioni di società ed at-leti e tra questi, nelle sue pri-me 10 edizioni, hanno messo il loro nome nell’elenco delle migliori prestazioni della ma-nifestazione Atleti nazionali ed olimpionici del calibro di Cristian Galenda, Mirko ed Elena Gemo, Rudy Goldin, Klaus Lanzarini, Laura Le-trari, Francesca Segat, Renata Fabiola Spagnolo ed Alessan-dro Terrin per citare i più co-nosciuti.Anche in questa edizione im-portanti i nomi di nazionali sia a livello giovanile che assoluto presenti come Alice Carpanese del Plain Team Ve-neto, Paolo Facchinelli di Az-zurra ‘91, Matteo Furlan del Plain Team Veneto, Cristiano Giacomuni della romana La-

rus Nuoto, Martino Lucatello della Leosport, Nicolo’ Ossola del GS Forestale/Azzurra ‘91, Luca Pizzini del Bentegodi, Rachele Qualla dell’Unione Nuoto Friuli, Renata Fabiola Spagnolo del Plain Team Ve-neto e Gigliola Tecchio della Canottieri Aniene.Questo per poter elevare il livello tecnico dell’evento e presentare al pubblico un av-veniento sportivo degno di questo nome, pubblico pre-sente sempre numeroso nella capienti tribune approntate dal Comune di Schio.Anche i numeri di questa 11ª edizione sono stati conferma dell’importanza che questo evento sportivo si è guadagna-to edizione dopo edizione, con l’adesione di 590 atleti in rap-presentanza di 34 società tra le più importanti e blasonate del Veneto come il Plain Team Veneto, l’Hydros e la Fonda-zione Bentegodi, del Trentino Alto Adige con in primo piano la R.N. Trento, del Friuli Ve-nezia Giulia con in primis il Gymnasium Pordenone, della

Lombardia con la Geas Nuo-to ed il Team Lombardia e del Lazio con Aniene e Larus.Aniene, Larus e Plain Team Veneto che ricordiamo essersi classificate rispettivamente al 1°, 3° e 5° posto nel Campio-nato Italiano a Squadre serie “A” 2011.Con il solo stop del 2009 per lo sconvolgimento al calen-dario gare nazionali dovuto ai mondiali di Roma, la manife-stazione da un inizio a caratte-re regionale, da alcuni anni è passata all’ambito interregio-nale cambiando dal 2008 an-che la connotazione origina-ria, aperta anche alle categorie “Esordienti”, con la formula che vede gare riservate a “Ra-gazzi”, “Juniores” ed “Unica” disputate in 2 giornate anziché in 3 come in origine, con gli Atleti impegnati Sabato po-meriggio e tutta la giornata di Domenica.Per Famila Schio Nuoto posi-zione sul podio che vale una vittoria, visto che a precedere la squadra di casa è stata la “corazzata” del Plain Team Ve-neto, irraggiungibile per tutti.

Un 2° posto che per i padroni di casa, certifica-to dal cronometraggio elettro-nico curato dal la F.I.Cr. di Ve-nezia, è scaturito dai seguenti risultati :A livello “Assoluti” dall’Ar-gento di Matteo Zampese nei 200 m rana (2’29”71) e dai Bronzi di Marta Fontana nei 50 m rana (34”32) e della Staffetta mista 4 x 50 m misti composta da Filippo Gasparin, Marta Fontana, Anna Fontana e Jacopo Sambo (1’58”79).Sempre nella classifica “Asso-luti” preziosi inoltre i piazza-menti ottenuti tra il 4° e l’8° posto validi per il punteggio finale, il 4° posto di Marta Fontana nei 100 e 200 m rana, di Filippo Gasparin nei 200 m misti e di Matteo Zampese nei 50 m rana.Il 6° di Giulia Fontana nei 200 m delfino, di Filippo Gasparin nei 200 m delfino e di Matteo Zampese nei 100 m rana.Il 7° di Alessandra Abbenite nei 200 m misti e di Matteo Zampese nei 200 m misti per finire con l’8° piazzamento di Anna Fontana nei 200 m del-fino e di Filippo Gasparin nei

25

100 m delfino e nei 100 m dorso.A cui si vanno ad aggiungere i punti per i vari podi e piazza-menti di “Categoria” con gli ori di Anna Fontana, Giulia Fontana, Marta Fontana, Giovanni Mioni, Marco Alberto Sartori e Matteo Zampese, gli argenti di Anna Fontana, Giulia Fontana, Marta Fontana, Filippo Gasparin, Gio-vanni Mioni, Anna Vissa e Mat-teo Zampese ed i bronzi di Filip-po Gasparin e dai piazzamenti di Alessandra Abbenite, Anna Fontana, Giulia Fontana, Marta Fontana, Filip po Gasparin, To-bia Masetto, Giovanni Mioni, Alberto Recher, Jacopo Sambo, Marco Alberto Sartori, Anna Vis-

sa e Matteo Zampese.Dal lato prettamente sportivo, tutti gli atleti hanno onorato la presenza al Trofeo dando il mas-simo delle loro capacità e se-gnando in molte occasioni tempi di tutto rilievo.Scontate le migliori prestazioni assolute maschile e femminile ottenute dal nazionale di nuoto di fondo Matteo Furlan nei 400 m stile libero e dalla nazionale ed olimpionica Alice Carpanese nei 400 m stile libero, entrambi del Plain Team Veneto, gratificate con un pre mio in denaro, contri-buto degli sponsor che hanno so-stenuto la manifestazione, come pu re premiati gli Allenatori delle

prime 3 società classificate.A premiare gli atleti a podio e le squadre nella classifica del Tro-feo, l’Assessore allo Sport del Comune di Schio Proff. Gabriele Terragin ed i vertici societari.Speaker della manifestazione è stata Federica Barsanti di “The Voice”, associazione di speaker professionisti, che per il 2° anno è stata scelta dall’organizzazione del Trofeo per presentare la ma-nifestazione con dovizia di parti-colari tecnici sui vari partecipanti e sul nuoto in generale.Gratificato anche “l’importante” sforzo organizzativo sostenuto dal Comitato organizzatore, reso possibile dall’opera volontaria

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dei genitori degli atleti, dal con-tributo degli sponsor e ricono-sciuto dal nutrito pubblico inter-venuto.Un consuntivo, dunque, che ha pienamente soddisfatto la diri-genza societaria e tutti quanti hanno contribuito alla realizza-zione di questo importante even-to sportivo.

schio

26 tre punto zero

Sta per diventare un must, l’e-vento è sempre più atteso... con il caldo torna la voglia di uscire, di correre, di saltare, di arrampicarsi, di arrotolarsi ...e

torna KrapInvaders!!!Lo scorso anno “KRAP INVADERS Freestyle Festival” ha visto la parteci-pazione di oltre 150 atleti, 60 artisti, 20 ospiti internazionali e più di 10.000 agli spettatori, tra cittadini e visitatori, han-no assistito alle attività del festival. An-cor più successo sul web: ben 40.000 le visite complessive ai video-report dell’evento, e più di 3000 nella pagina KraP su Facebook!!! Tutte cifre che i ragazzi che organizza-no puntano a sfondare con l’evento dei prossimi giorni.Il programma di quest’anno è vera-mente infarcito di ogni stramberia del freestyle, per cui se siete interessati vi dirottiamo immediatamente al sito uf-ficiale: www.krapinvaders.com.Di seguito un breve elenco suddiviso per discipline.PARKOUR/FREERUNNINGGià a partire da giovedì è previsto l’arrivo dei primi tra i più di 100 atleti iscritti da tutta Italia. Anche quest’anno è stellare la presenza di ospiti stranieri: Stas from LATVIA,Shevchenko Alexandra, Shade e Vlad from RUSSIA, Team Speeders from BelgiumTeam Jiyo from DENMARK, GT Crew from GEORGIA e a questi se ne aggiungeranno sicuramente altri.Venerdì uscita in autobus in contrà Pria (Arsiero) per l’ormai classico cocktail di freestyle, relax e tuffi dalle sponde del torrente Astico, completamente immersi nella na-tura. Sabato e domenica free training nella mega struttura in area Cam-pagnola.Iscrizioni e costi sul sito dell’e-vento.SKATEBOARDPer il terzo anno consecutivo ar-riva il “KRAP INVADERS SKA-TE CONTEST”, anche se il cam-pionato del triveneto quest’anno non verrà disputato, il contest si svolgerà ugualmente, ci saranno invece delle strutture in più, per dare un pò di style al “vecchio” skatepark di Schio... Allo Skatepark “Le Fontane” di Schio di fronte all’ITIS “De Pretto”:Sabato pomeriggio gara under 16 con iscrizione gratuitaDomenica pomeriggio gara over 16 (iscrizione 5 €).

photo courtesy and copyright by andrea-costa.org

testo di Diego De Marchi

27tre punto zero KRAPINVADERS 3.0 arriva a Schio, dal 27 al 29 luglio

il festival freesytle più free (o più style?) d’Italia!schio

DIRT ZONEUna buona parte dell’area campagno-la (aperta al pubblico sabato e dome-nica pomeriggio) sarà dedicata a di-verse discipline, fra cui alcune novità di quest’anno: per BMX, e Mountainbike saranno creati dei salti in terra e legno per le evoluzioni su due ruote; sabato free training, domenica gara over 16. Interamente gestita dall’associazio-ne I6W9, la sezione Mountainboard prevede tra l’altro l’uscita su una strada sterrata di quasi 2km nella lo-calità di Santorso, completamente a disposizione dei riders, che potranno scendere svariate volte grazie ad un pulmino a disposizione per la risalita del percorso. Sabato e domenica free training in area campagnola. Sempre sabato e domenica dalle 14.30 alle 19.30 nello spazio di fron-te alle piscine dedicato al Trial Bike, costruito con gomme di camion pan-nellate, bancali e tronchi, gli istruttori KRAP saranno a disposizione per af-fiancare neofiti e non, creando delle linee divertenti da provare con la bici. Ognuno potrà utilizzare la propria bicicletta, in mancanza di questa si potrà noleggiarne una in loco ad un prezzo contenuto.Novità dell’edizione 2012: Downhill, ossia discesa in bici. Sabato in due sessioni (mattina e pomeriggio) un istruttore qualificato seguirà i riders per tutto il percorso nelle località montane di Schio e dintorni, dando consigli e spiegando tecniche di di-scesa. Anche qui a disposizione un pulmino di 9 posti con portabici pro-fessionale a traino, adibito a riportare le persone all’inizio del percorso.Altra novità l’area dedicata all’Ar-rampicata, costruita dal negozio di articoli sportivi Vallisport, la parete sarà attrezzata in vari livelli di diffi-coltà.Durante i giorni dell’evento sarà ge-stita dal gruppo di scalatori “Le gui-de”, che accompagneranno bambini ragazzi e adulti a provare la scalata in sicurezza.Aperto sabato e domenica dalle 14.30 alle 19.30, dai 6 anni in su.Dopo l’esperienza divertentissima dello scorso anno, non poteva man-care un’area tutta dedicata ai bam-bini (dai 4 ai 14 anni) con numerose

attrazioni tra cui lo scivolo d’acqua, trampolini elastici, scivoli gonfiabili e per i più coraggiosi, la parete di ar-rampicata! Aperto sabato e domenica dalle ore 14.30, ingresso a 3€ per un giorno, 5€ per due giorni.

Allora, che dite? Noi vi stiamo aspettando, date prima un’occhiata al sito ufficiale per info, iscrizioni, prezzi ed eventuali aggiornamenti: www.krapinvaders.comE per concludere, vi lascio con una risposta. La risposta che l’anno scorso mi diede Gaetan Bouillet (Belgio) quando gli chiesi “Cosa si-gnifica il Parkour per te?”. Ritengo che, sebbene fosse una domanda ri-volta al parkour, la risposta che ne è uscita si potrebbe tranquillamen-te coniugare ad ogni altra singola disciplina freestyle che farà parte del festival: “Il parkour è per me più di un semplice sport. Ha tutti i vantag-gi dello sport, come l’adrenalina, l’esercizio fisico, un sacco di per-sone che condividono lo stesso spirito, esplorando e conoscendo il proprio corpo, sfidandosi, e al-lenandosi insieme. Nella vita, la gente fa sempre quello che la so-cietà dice loro. Il modo di vivere di ognuno è già costruito, si può fare quello che si vuole quan-do si prende una strada, ma si “deve” sempre rimanere all’in-terno di essa.Possiamo vederlo anche con la città. La gente è dominata dal-la struttura della città. Segue le strade, le vie, diviene passiva e sedentaria, obesa. Nel par-kour, si impara a prendere altre vie, essere creativi e giocare con l’ambiente, rispettandolo e conoscendo i propri limiti. Impari che nulla è pianificato in anticipo, e che si può sem-pre trovare una soluzione per passare attraverso, sopra o arrivare a una soluzione, un obiettivo.”

Merci Get,

e...ci vediamo tuttial festival!!!

Il MotoclubPoleo ha già taglia-to il traguardo degli “anta”, ma non li dimostra. La sua costitu-zione risale agli anni cinquanta essendo iscritto alla F.M.I. con

la matricola 119. Il primo atto stagio-nale che ha aperto l’anno motoristico è stata l’assemblea ordinaria con molti soci presenti a dare il loro contributo per l’occasione. Nonostante la pioggia, i più veraci si sono presentati con i loro mezzi sto-rici, tirati a lucido. Le gocce d’acqua con il loro luccichio, le rendevano an-cora più belle.Il Presidente dello storico gruppo scle-dense è Roberto Savio con Alberto Casasola il vice ed Ezio Marrone il se-gretario che è servita a tracciare il con-suntivo del 2011 e a tracciare le linee guida per l’anno in corso. “ Il 2012 per sarà un anno molto impegnativo - ha sottolineato il presidente Savio – in cui saremo impegnati nell’organizzazione della settima edizione del motogiro de-nominato “GIRINGIRO” già inserito nel calendario Regionale F.M.I. e con-dizioni meteo permettendo, ci aspettia-mo il pienone”. Dopo l’assemblea vis-suta in modo costruttivo dai presenti, è stato deposta una corona fiori al cippo dei caduti, per onorarne la memoria e in conclusione, nell’ampio salone del Circolo Arci, sede del moto club Po-leo, è stato degustato un ricco buffet per i soci e simpatizzanti. Il brindisi di augurio ha chiuso la parte ufficiale per continuare con la parte conviviale per il pranzo sociale. Per chi fosse inte-ressato, il Direttivo è in sede presente ogni primo martedì del mese a partire dalle ore 20,30. Per concludere, a tutti gli appassionati delle due ruote, felici cavalcate e tanta prudenza dal direttivo del Motoclub Poleo.

di Enzo Casarotto

28schio

Il Moto Club Poleo aprela stagione motociclistica 2012.

Passione moto

trissinoMoto show a TrissinoAlla FESTA DELLO SPORT TRISSINESE riuscitissima la presenza delle moto grazie allo staff della MCR Race Team che ha predisposto addirittura un mini circuito per l’esibizione di pit bike e motard

29

Il comune di Trissino, in occa-sione della seguitissima festa dello sport, ha offerto, per la prima volta nella storia della manifestazione, uno spazio

di visibilità anche agli sport moto-ristici, affidandone l’organizzazio-ne all’associazione sportiva trissi-nese MCR Race Team. Grande è stato il favore del pubblico che è corso in buon numero per assistere alle evoluzioni dei piloti di pit bike e motard che si confrontavano nel mini circuito appositamente predi-sposto. Come sui campi di gara MCR, infatti, ha allestito una piccola ho-spitality con gazebi e carrelli porta-moto attrezzati, schierando, oltre alle moto dei piloti partecipanti, le ultime tre creazioni nate dalla col-laborazione tra la preparazione tecnica di MCR e l’arte aerografica di NS Aero-grafie: una Yamaha R6 preparata da pista con carene personalizzate presentata in anteprima alla fiera Mondo Motori di Vicenza; una Honda CBR 1000 appena “sforna-ta” e consegnata al pilota proprio durante la manifestazione che ha potuto solo in quel momento sco-prirne definitivamente le modifiche e le personalizzazioni apportate e un meraviglioso casco dedicato al grande SIC con due sue foto aero-grafate sul retro.Durante la giornata di esibizioni una buona folla di curiosi e ap-passionati ha potuto osservare le attività che il team rivive anche du-rante le giornate di gara o di allena-mento: il divertimento e l’impegno dei piloti volto a spingersi sempre alla ricerca del limite della stacca-ta o della traiettoria da seguire, del traverso o dell’impennata per “gio-care” con la moto; le cadute più o meno rovinose (immancabili...) ma

anche tanto affiatamento nei “box” tra piloti e staff nel raccontarsi e nel deridersi a vicenda per qualche prodezza o errore commesso.Il fatto che ha più stupito il pub-blico presente alle varie sezioni di prova dei piloti pit bike è stato che pochi immaginavano che ci si potesse divertire tanto con quelle “piccole moto” e che non fosse affatto semplice utilizzare il loro nascosto potenziale. Un pilota abi-tuale di moto stradale da pista ha provato a fare alcuni giri di pista con una pit e… dopo aver consta-tato a sue spese che non è affatto semplice spingerle al massimo ed evitare nel contempo di cadere, ha fatto i complimenti ai piloti del team!Giovani e meno giovani hanno quindi capito che se a qualcuno piace il motard o il cross ma non ha le possibilità o vuole iniziare il cammino per accedere alle “sorelle maggiori” può provare le pit bike: impegno per imparare a “girare” forte, velocità, competizione e ri-schio del pericolo non mancano di certo!MCR Race team, dopo il successo di pubblico riscontrato durante la Festa dello Sport Trissinese, si au-gura di aver lasciato un piccolo ma importante segno di cosa significhi essere motociclisti race, motocicli-sti appassionati che corrono in pi-sta e non sulle nostre strade sempre più trafficate e pericolose, che si sfidano cercando sempre la veloci-tà ma anche la sicurezza; che fanno gruppo e instaurano amicizie au-tentiche, che, esattamente come gli altri sport, sono alla continua ricer-ca di sostegni e aiuti per migliorarsi e per far crescere il movimento di appassionati attorno a loro.

di Monica Voltolina

Come si sa il difficile non è ottenere un buon risultato ma mantenere uno standard qualitativo sopra la media. E allora,

anche con un pizzico di orgoglio, la-sciateci dire che l’annata 2011-2012 ci ha regalato risultati ed emozioni difficilmente prevedibili a settem-bre!! Partiamo dalle nostre giovanili che si sono riconfermate una realtà a livello provinciale, riuscendo a mettere anche il naso in regione dove non hanno certo sfigurato. I più grandicelli dell’under 18 hanno dovuto sudare 7 camice in un cam-pionato difficile e con una rosa com-posta per la maggior parte da atleti che si sono affacciati per la prima volta in questa categoria. Semifina-le provinciale sfiorata di un soffio e tutto rimandato alla prossima sta-gione dove, siamo sicuri, 1 anno di maturazione saprà fare la differenza. Passiamo all’under 16 dove il per-corso è stato di quelli da ricordare. Nessuna sconfitta nella regular sea-son, stesso discorso per le semifinali

e ingresso indiscusso alla finale pro-vinciale di categoria contro i pari età del Bassano Volley. Tantissima l’e-mozione per l’accesso ad una finale storica che però è stata portata a casa dai giovani del vivaio bassanese! Poco male perché il cammino dei nostri non si è fermato qui ma è pro-seguito con le fasi regionali dove, dopo aver passato il primo turno, è stato sfiorato il passaggio ai quarti di finale.Scendendo ancora di categoria le soddisfazioni non sono certamente di meno. L’under 14 entra di diritto in semifinale provinciale e dopo una vera e propria battaglia, anche que-sta volta contro il Volley Bassano, non riesce a centrare la finale ma si deve accontentare di un comunque buon terzo posto.A mettere la ciliegina sulla torta ci pensano però i più piccoli dell’un-der 13. Anche loro centrano la finale provinciale con un percorso pratica-mente perfetto nella regular season, cedendo solo sotto i colpi dell’Auxi-lium Schio. È proprio contro i gio-

vani scledensi che la Pallavolo Cor-nedo si gioca il titolo provinciale. La partita resterà nel cuore dei nostri ragazzi e dei loro genitori per lungo tempo… sotto di 2 set a 1 la finale sembrava essere ad appannaggio degli avversari. E quando i giochi sembravano chiusi è con un motto d’orgoglio che i nostri piccoli leoni riescono a ribaltare il risultato e ad imporsi per 3 a 2! Campioni pro-vinciali e meritato accesso alla fase regionale dalla porta principale!!Passiamo a questo punto alla prima squadra che militava nel campionato cadetto regionale di Serie D, e sot-tolineiamo il militava! Proprio così, perché dopo un campionato che re-cita 18 vittorie sulle 20 partite gioca-te i nostri ragazzi hanno spiccato il volo verso la serie C, massimo cam-pionato regionale. Certamente tanta la soddisfazione per tutta la società, soddisfazione ancora maggiore se si pensa che buona parte della squadra

proviene proprio dal vivaio valligia-no.Se poi con il mese di maggio i cam-pionati indoor sono giunti alla fine non si può certo dire che l’attività della Pallavolo Cornedo sia ter-minata. Prima di tutto largo ai pic-coli atleti e atlete del Mini Volley, quest’anno targati Moving Center ( già sponsor tecnico della prima squadra...ancora grazie a Ludovico Battilana!!) che ben si sono compor-tati nei vari tornei! Tanto movimento e soprattutto tanto divertimento per chi del Volley ne fa una vera passio-ne. Da giugno poi tutto si sposterà ai campi da beach volley dove al mat-tino partiranno i campus della Pal-lavolo Cornedo che dureranno fino a fine luglio. Dal primo pomeriggio fino alla sera poi tutti a sudare e a divertirsi giocando a beach. E allora, buona estate e buon divertimento a tutti… arrivederci a settembre!!

Sempre al topTempo di bilanci per il settore maschile della Pallavolo Cornedo che, dopo l’eccezionale annata 2010-2011, aveva il difficile compito di riconfermare quanto di buono si era visto nella passata stagione.

cornedo

31 priabona

Tempo di bilanci per il settore maschile della Pallavolo Cornedo che, dopo l’eccezionale annata 2010-2011, aveva il difficile compito di riconfermare quanto di buono si era visto nella passata stagione.

Incontro a PriabonaLa grande Shootboxe a Priabona nello stage di livello mondiale organizzato dal Maestro Marco Vigolo con i campioni Zelg Galesic e Barbara Plazzoli

Mi trovo ancora una volta all’ap-p u n t a m e n t o ormai fisso con l’MMA organiz-

zato presso la Palestra di Priabona dalla Scuola del Maestro Marco Vigolo con il suo allievo e Istrut-tore di ShootBoxe e MMA Pretto Daniele. All’appuntamento come ogni anno non poteva mancare il “grandissimo” Maestro Zelg Galesic che è ormai in Italia un grande polo di attrazione per tutti i giovani e meno appassionati al ring e alla “gabbia”. Non posso dimenticare il grande lavoro che il Maestro Vigolo fa tutti i giorni per mantenere questo contatto im-portantissimo per tutti gli sportivi italiani, né tanto meno la grinta dei suoi allievi e istruttori che nel-la “modesta” Priabona (che non è sicuramente Milano o Roma) riescono ad organizzare, con la serietà organizzativa del Mae-stro Vigolo, un evento di portata nazionale. Già in diversi articoli vi ho parlato sia di MMA che di ShootBoxe che ovviamente del grande Zelg Galesic e dei suoi grandiosi combattimenti. Quando ci incontriamo ormai sembriamo vecchi amici e per me è un onore vedere che un “grande gladiatore” dei tempi moderni come lui mi fa sentire uno della sua grande fami-glia di combattenti. Questa volta allo stage di Priabona c’è anche Barbara Plazzoli, che arriva da Bergamo, dove è nata, e che gode di un palmares di assoluto rispetto con svariati titoli mondiali, euro-pei ed italiani di ShootBoxe e a lei rivolgo un grande saluto a nome di tutti i lettori di Sportivissimo. Mi ha concesso una piccola inter-vista prima di iniziare lo stage e vi riporterò un riassunto anche dei titoli che le appartengono.Torniamo allo stage e al Maestro Vigolo che mi dice: “...sono molto contento di come vanno le cose quest’anno perché anche oggi abbiamo qui con noi assieme ai grandi Campioni anche Giuseppe Massignani Campione Italiano di ShootBoxe +90 kg, Francesco Sarullo argento ai Campionati Italiani e che fa parte della Nazio-nale Italiana di ShootBoxe ed altri fortissimi allievi, quindi stiamo creando un grande gruppo veneto che sta crescendo molto e che da grande lustro allo stage di Priabo-na e ci ripaga delle grandi fatiche che facciamo...”Ci guardiamo un po’ attorno e pur essendoci questi grandi Campioni allo stage non c’è tantissima gente mi sottolinea il Maestro Vigolo. C’è da dire che sono abituato a

vedere e a partecipare ad eventi sportivi cosiddetti “minori” dove ti trovi Grandi Campioni o Ma-estri di levatura mondiale e poca gente super appassionate che par-tecipa... ma è così che funziona, ti manca il grande sponsor, non sei parte del giro milionario, non sei in televisione anche se spari una emerita “cazzata”, e così la gente non viene... manca il “pallone”! Però non è male attirare a Priabo-na dei Campioni e circa una qua-rantina di appassionati! Io molte volte ne ho visti molti meno per discipline con le “palle” ma senza “palla”! Chi non ha nel sangue la passione vera per questi sport non partecipa e questo che sembra a prima vista una cosa negativa in realtà si trasforma in grande po-sitività quando si inizia a lavorare perché questi pochi appassionati non mollano mai e vogliono sa-pere, spremere, dare sempre il massimo e così ci sarà un piccolo business ma un grandissimo risul-tato!Il Maestro Vigolo mi conferma che la sua Scuola va molto bene e che attualmente sta attrezzando la palestra con la cosiddetta “gab-bia”, cioè il ring chiuso come una vera e propria gabbia che incute timore.

LUI, il campione Zelg GalesicIl grande Zelg Galesic è assoluta-mente entusiasta che a breve ci si possa allenare nella “gabbia” per-ché a “lei” ci si deve abituare, si deve entrare con la consapevolez-za che li senti a tuo agio e non devi combattere anche contro il timore che naturalmente incute.Zelg ci conferma che la “gabbia” può essere il tuo più grande “ami-co” o il tuo peggiore “incubo”, per cui ci devi entrare, ti ci devi alle-nare, deve diventare il tuo luogo, la tua casa, solo così quando entri per combattere sarai rilassato e non contratto dalla paura.Zelg Galesic mi parla del suo ultimo combattimento a New Deli in India contro il Campione Americano della WIC vinto per KO al primo round e per questo grande incontro è stato invitato al mondiale GP negli USA che si concluderà ad Atlantic City alla fine di giugno. La preparazione è sempre dura e la tipica giornata di allenamento di Zelg inizia alle 8 di mattina e fino alle 12 la passa in palestra dove in funzione della preparazione si passa dalla corsa ai pesi e alle macchine che alle-nano alla resistenza ed alla forza i diversi muscoli. Dopo una pau-sa di riposo si riparte fino a sera con allenamenti specifici di lotta,

Judo, Jiujitsu, Boxe ma alla fine l’allenamento che mai manca è proprio l’MMA. In Croazia Zelg ha il suo allenatore cardio-fisico che lavora con lui tutti i giorni e poi lavora molto con i suoi allievi sia in KickBoxing che ShootBoxe che MMA, mentre in Inghilterra al London Shoot Figthers si allena proprio sia fisicamente che tecni-camente per il combattimento con una decina di allenatori diversi e specifici per tipologia di tecnica. Così in funzione del combatti-mento e dell’avversario che si deve incontrare ci si allena diretta-mente con un trainer specifico per la lotta a terra o per la boxe ecc.Ritornando all’incontro in India vi raccomando andatelo a vedere (basta cliccare su youtube “zelg galesic india”) perché vi rendete conto della potenza che Zelg rie-sce a sprigionare in pochi secondi. Il combattimento si risolve con un fantastico KO con ginocchiata vo-lante solo dopo circa 30 secondi di combattimento! Io ricordo con lui che non sempre si può vincere ma se uno guarda la determinazione e la volontà allora in Zelg trova il “massimo”.Il grande Zelg mi sottolinea che quando ha un po’ di spazio tra i suoi molteplici impegni si dirige verso l’Italia dove con il Maestro Marco Vigolo ha ormai instaurato un grande rapporto sia di lavoro che di vera amicizia. Ormai sono passati quattro anni dal nostro primo incontro e ci ricordiamo di aver parlato di un progetto di costruire una Squadra di MMA in Italia e questo si sta realizzan-do proprio qui nella Scuola del Maestro Vigolo in collaborazione con Zelg Galesic. Vi ricordo che in Croazia il Maestro Zelg Gale-sic ha un sito vicino alla spiaggia dove un appassionato può dedi-carsi sia all’allenamento che al rilassamento e alla vacanza, ci sono numeri limitati e se uno vuo-le partecipare deve rivolgersi al Maestro Vigolo.

LEI, la campionessaBarbara PlazzoliAdesso ci troviamo con Barbara che è una Campionessa sia nel ring che nella vita. È una ragazza riservata e semplice come sono proprio tutti i veri campioni. Lei ha cominciato con il Ligth Con-tact vincendo i Mondiali Dilet-tanti, poi è passata al Full Contact vincendo sia Europei che Mon-diali infine con la Kick Boxing che è più la sua “dimensione” ha vinto un po’ tutto sia a livello Europeo che Mondiale. Barbara vorrebbe buttarsi un po’ anche

nell’MMA anche se è cosciente che ha un grande lavoro da fare, in ogni caso per lei questa non è una novi-tà... il grande lavoro ed i sacrifici sono parte integrante della sua vita agonistica e quindi che arrivi presto qualche splendida soddisfazione per lei anche in questo sport. Barbara si allena a Bergamo con il Maestro Egi-dio Carsana presso la Palestra di via Tasso. Barbara vuole dire qualcosa ad una ragazza che vorrebbe iniziare la Kick ma magari ha qualche paura: “...è uno sport bellissimo, che insegna come affrontare poi i veri problemi della vita... molto spesso si è chiusi in se stessi o molto timidi e si fa fatica ad affrontare gli altri, ecco allora che uno sport così, che sia ShootBoxe o Kick o MMA, aiutano moltissimo, soprattutto ad essere sicura dei tuoi mezzi... lo stesso vale per coloro

che sono, magari al contrario, un po’ troppo aggressive, allora trovi il modo per scaricare le tensioni e trovare poi la calma e la sicurezza che ti consentono di non essere giu-dicata male a priori”.In questo sport non c’è cattiveria, c’è una grande determinazione nel ring o nella gabbia, ma poi ci si trova fuori a discutere assieme e magari a bere una birra e parlare del prossimo incontro. Barbara al suo 141° incontro, nel novembre 2010, ha dato l’addio ufficiale all’a-mato “ring” ma siccome il distacco è stato veramente duro… non si sa mai! Se volete avere qualche sug-gerimento da una Campinessa non esitate a contattarla a Bergamo nella Palestra di via Tasso dove si allena.Ecco alcuni dei suoi maggiori suc-cessi, non li metto tutti perché avrei bisogno di una pagina solo per lei:

141 match: 126 vinti e 15 persi, a contatto pieno.2° classificata Europeo dilettanti Full contact - 56 kg (2000) MoscaCampionessa Mondiale dilettanti Full contact - 56 kg (2001) BelgradoCampionessa Europea dilettanti Full contact - 56 kg (2002) Jesolo2° classificata Mondiale dilettanti Full contact - 56 kg (2003) ParigiCampionessa Europea dilettan-ti Low kick - 56 kg (2004) Budva2° classificata Mondiale dilettan-ti Low kick - 56 kg (2005) AgadirCampionessa Europea dilettan-ti Low kick - 60 kg (2006) Skopje2° classificata Mondiale dilettan-ti Low kick - 60 kg (2007) BelgradoCampionessa Europea dilettan-ti Low kick - 60 kg (2008) Oporto2° classificata Mondiale dilettan-ti Low kick - 60 kg (2009) Villach2° classificata Sportaccord World Combat Games Low kick - 60 kg (Agosto 2010) Bejing (China)Medaglia di bronzo Europeo Low kick - 60 kg (2010) BakuCampionessa Mondiale pro Full contact - 56 kg (2002) difeso nel 2004Campionessa Mondiale pro Low

Kick - 60 kg (2006) difeso nel 2007Campionessa italiana pugilato dilet-tanti 2006 - 57 kgCampionessa italiana Low kick dal 2004 al 2010Campionessa italiana full contact dal 2000 al 2003Attuale detentrice del titolo mondia-le Low Kick Wako Pro - 60 Kg

Il Maestro Marco Vigolo per chi è interessato allo sport da combatti-mento sia ShootBoxe che KickBo-xe che Jiujitsu ed MMA lo potete trovare presso la Palestra Moving Center via Monte Ortigara 18 Spa-gnago di Cornedo

Maestro Marco Vigolo DTR Sho-otboxe FIKBMSUnico esponente e responsabile tecnico Nazionale del Trojan Free Fighter’s (Z.Galesic MMA)Cell.3358451834 [email protected] www.martialworld.net www.shootboxeberica.it

COPPA ITALIA AICS, secondo posto per la scuola Poon-Zé del Maestro Giuseppe BonLo scorso 9 e 10 giugno a Vicenza si è tenuto il 10° Memorial Giusep-pe Papale 15° coppa Italia AICS. La prima Scuola vicentina classifi-catasi al secondo posto assoluto è stata la Scuola Italia Poon-Zè Team del Maestro Giuseppe Bon che con i suoi allievi ha gareggiato in tutte le competizioni dal Taijiquan al KungFu tradizionale al moderno WuShu portando a casa l’’ambito secondo posto di Società dietro la favorita Chinese WuShu Italy di Pordenone del Maestro Huang Shao-song. Complimenti a tutti gli allievi che hanno partecipato all’evento e costruito assieme questo ennesimo grande risultato.

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Domenica 27 maggio, trentottesima Voga-longa. Al via per la prima volta tre vi-centini. Sono perso-

ne normali, non atleti o cultori di voga in qualche società remiera. “La Vogalonga - racconta Giulia-no - l’ho conosciuta casualmente, al TG Regionale, anni fa: un bre-ve servizio in cui il moto ondoso dei mezzi a motore veniva domato allegramente da migliaia di voga-tori provenienti da tutta Europa e non solo. Quest’anno la decisione! Non ci è voluto molto a coinvol-gere mia figlia Giulia e Lorenzo il suo ragazzo. Pur coscienti di avere ottime probabilità di arrivare fuori tempo massimo, abbiamo abban-donato ogni incertezza. E’, inoltre, l’occasione per conoscere Venezia dal suo lato migliore: l’acqua.

Siamo partiti il giorno precedente da Vicenza, in camper e abbiamo passato la notte al Tronchetto, a Venezia. Domenica, sveglia alle 6.00, colazione e varo dell’imbar-cazione per raggiungere il Bacino San Marco.Ore 8.30, colpo di cannone, si parte. Siamo a bordo di una canoa gonfiabile da 4,55 metri gover-nata da due pagaie ed un doppio remo.” Giornata nuvolosa ma si apre dopo la partenza con una leg-gera brezza di vento. I chilometri da percorrere sono trenta: Bacino S. Marco, poi le isole Certosa, Vi-gnole, S. Erasmo fino a Burano, dove inizia il riavvicinamento a Venezia. Mazzorbo, S. Giacomo in Paluo, Murano, per arrivare alla punta della Salute a S. Marco, pas-sando per il rio di Cannaregio ed il Canal Grande.

“Partenza tranquilla, una sosta dopo 8 chilometri, a S. Erasmo, per qualche minuto, poi si ripren-de fino a Burano dove ci aspetta il posto di ristoro. Sono le 13.00, la sosta si fa lunga e siamo il ritardo.Alle 14.30 arriviamo presso Mu-rano, ma problemi con la corrente, prima, e di tracciato, poi, ci fanno perdere altro tempo. Arriviamo così al ponte dei tre archi, nel rio di Cannaregio alle 16.00, in con-temporanea con il colpo di canno-ne che chiude la manifestazione. Decidiamo di accontentarci, a Venezia ci siamo arrivati. Quali impressioni? Possiamo ora dirlo: la Vogalonga non è una competi-zione è una festa. Che faticaccia! Ma che indescrivibili emozioni: l’avvicinamento alla partenza in una Venezia letteralmente invasa da equipaggi di ogni tipo e nazio-

nalità, la gioia e la sfida esplosa come un’eco al colpo di cannone di inizio festa. La laguna con le sue isole e i suoi silenzi interrotti dai ritmi e dalle filastrocche degli equipaggi più numerosi. L’incita-mento festoso del pubblico soprat-tutto dei bambini L’abbraccio del mare che entra in laguna e che con le sue correnti ti aiuta, ti accom-pagna o ti sfida, ma sempre rispet-toso della tua fatica. E’ stata una esperienza unica, inimmaginabile alla vigilia, ma non per questo ir-ripetibile. Ora ci siamo riproposti di ritornare, con l’obbiettivo di arrivare entro il tempo massimo, anche se per ottenere questo risul-tato saremmo costretti a non farci distrarre dalla ….. Vogalonga.

di Antonio Rosso e Giuliano CambiFoto di Giulia Cambi e Lorenzo Bruni

Tre vicentinialla Vogalonga

Potete scrivere al Senatore Alberto Filippiinviando le vostre e-mail a:

[email protected]

lettereCanrsi

Le vostre lettere possono essere letteanche nel sito: albertofilippi.it

Caro Senatore,

quando, nel passato, scoppiava una guerra, era scontato che tutte le grandi manifestazioni sportive venissero sospese; non era forse il caso, dato che la crisi economica che ci attanaglia è una specie di guerra, non disputare gli Europei di calcio? O, quantomeno, poiché di questa crisi noi siamo le principali cause e vittime, aver tenuto a casa la nostra nazionale e con essa quella greca, quella spagnola, quella portoghese? No sol-di, no calcio! Invece, tutte le formazioni dei paesi più colpi dalla crisi sono passate ai quarti. E la finale è stata addirittu-ra Italia – Spagna! L’élite europea del calcio è immune dalle finanze in bancarotta delle nazioni di appartenenza. Curiosa stranezza. O il calcio va senza soldi, come quello dilettantisti-co che pratichiamo noi, dove chi vince la categoria quasi mai è la squadra più ricca del campionato, oppure il calcio è così stellare che non può essere definito di questa terra né quindi avere i crucci economici che affliggono noi terrestri. A lei la risposta, grazie.

Con simpatia, Giuseppe Billia.

Caro Giuseppe,

risposta facile: il calcio non è di questa terra ma del pianeta dove i soldi ci sono sempre e tanti. Non certo il calcio dilettan-tistico, ma il calcio, come lo chiami , tu “stellare”, quello dei livelli più alti. Ecco le cifre di questi Europei. Il montepremi totale era di 196 milioni, da distribuire secondo i vari piazza-menti. 8 milioni sono andati a tutte le squadre partecipanti. Uno in più a chi, pur non essendo passato ai quarti, ha ottenuto il terzo posto nel girone. Chi è arrivato ai quarti, ma è subito uscito, ha preso 10 milioni, chi invece è andato fuori in semi-finale ne ha presi 13, Germania e Portogallo, per esempio; la finalista perdente, gli Azzurri, 17,5; la squadra vincitrice, la Spagna, ben 20,5. Inoltre c’è d’aggiungere che vengono asse-gnati per le partite vinte nella prima fase un milione a vittoria e 500 mila euro per i pareggi. Più ci sono gli sponsor. L’Italia ne aveva 16 per una cifra complessiva di circa 5,5 milioni di euro. Questi sono i soldi che vanno nelle casse della Figc; per i giocatori non si è stilato un capitolo premi. Nel 2008 erano stanziati 200 mila euro a testa, questa volta pare che la cifra sia, data la crisi, attorno ai 170 mila euro. Ma solo in caso di vittoria; per il secondo posto non si sa. Gli Spagnoli e i Tede-schi avevano il montepremi più alti. Ben 300 mila euro a testa per ogni giocatore della squadra vincitrice. Come si sa, ha vin-to la Spagna. Se i Tedeschi se li sarebbero potuti permettere, 300 testoni a testa, gli Spagnoli non direi proprio. Ma appunto i soldi nel calcio non finiscono mai.

Sportivissimamente, Alberto.

Europei, quantoci costano!

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