GIUDAISMO NON RABBINICO

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GIUDAISMO NON RABBINICO. IL CONFRONTO CON L’ELLENISMO. Versione greca dei LXX – antico frammento. Le comunità della diaspora greca. Attorno al II sec. a.e.v. sentono l’esigenza di tradurre l’originale ebraico della Scrittura in greco - PowerPoint PPT Presentation

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IL CONFRONTO CON L’ELLENISMO

Versione greca dei LXX – antico frammento

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Le comunità della diaspora greca

• Attorno al II sec. a.e.v. sentono l’esigenza di tradurre l’originale ebraico della Scrittura in greco

• Nasce così un vivace dibattito rilevabile già dal prologo del Libro del Siracide

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• …le cose dette in ebraico non hanno la medesima forza quando sono tradotte in altra lingua.

• E non solamente quest’opera, ma anche la stessa Torah, i profeti e il resto dei libri conservano un vantaggio non piccolo nel testo originale.

dal prologo del Siracide vv. 21-25

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La “Lettera di Aristea”• Opera giudeo-ellenistica composta nel

140 a.e.v. circa ad Alessandria• Descrive in forma leggendaria la storia

della versione in greco dei LXX a favore della biblioteca di Alessandria

• Il racconto fa da cornice ad un trattato tipico della diaspora ellenistica schierato su posizioni filotolemaiche in polemica con l’Israele asmoniaco

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Tolomeo II parla con alcuni dei 72 traduttori

Jean-Baptiste de Champaigne 1672, Versailles

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Versione greca dei LXX – frammento – Università di Göttingen

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Un tentativo di dialogo con l’ellenismo

• Il “trattato” contenuto nella “Lettera di Aristea”, a differenza del prologo del Siracide, mostra un tentativo di dialogo con la cultura ellenistica

• Tuttavia rivela anche un modo diverso di concepire la religione di Israele in netto contrasto con linea farisaica confermata dalla tradizione rabbinica

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In tale contesto la Torah• È compresa come paideia di Israele• Non solo Israele è testimone del “Dio

unico” ma anche i pagani che riconoscono “il Dio vero e il suo culto”

• La paideia greca può essere considerata un itinerario salvifico di “purificazione” e “consapevolezza”

• È una posizione diversa rispetto al noachismo rabbinico

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I SAMARITANI

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Gli abitanti della Samaria• Ai tempi di Esdra e Neemia non sono

più considerati “ebrei legittimi”, quindi edificano un loro luogo di culto sul M.te Garizim presso Sichem

• I samaritani si ritengono autentici custodi dell’ebraismo biblico

• Riconosciuti dalla “Legge del ritorno” nello Stato di Israele, sono oggi circa mezzo migliaio concentrati fra Nablus (M.te Garizim) e Cholon (Tel Aviv)

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Nella loro storia• Hanno utilizzato quattro lingue: ebraico,

greco, un particolare dialetto aramaico e l’arabo

• Ancora oggi utilizzano un particolare Pentateuco, scritto in ebraico non quadrato, del quale possiedono anche una versione aramaica

• Compiono ancora sacrifici e mantengono usanze arcaiche

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Pentateuco samaritano

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Sinagoga samaritana

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Samaritani sul M.te Garizim per Shavu’ot ( dono della Torah al Sinai)

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Samaritani in pellegrinaggio sul M.te Garizim

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Samaritani in preghiera sul M.te Garizim

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I FALASCIÀ

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La loro origine• Potrebbe derivare da una popolazione

locale convertita da ebrei provenienti dalla colonia di Elefantina nell’alto Egitto (IV sec. a.e.v.) o dall’Arabia meridionale (Yemen)

• Secondo la loro tradizione sarebbero invece i discendenti della mitica regina di Saba (1Re 10; 2Cr 9)

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La tradizione• Leggono la Scrittura in una

traduzione ghe’ez che comprende alcuni testi considerati apocrifi dal canone ebraico (es. Libro dei Giubilei e Henoc)

• Hanno mantenuto la tradizione ebraica in una forma piuttosto arcaica

Henoc etiopico – frammento

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Fino a pochi anni fa• erano stanziati unicamente nella provincia

del Tigrè in Etiopia• dove, Nel 1974, vivevano più di 25.000

falascià, mentre solo 200 erano i falascià che vivevano in Israele

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Nel 1975• Una commissione governativa israeliana

ha sancito la possibilità di applicare anche a loro la “Legge del ritorno”

• Fra il 1984 e il 1985, attraverso un ponte aereo segreto, “l’operazione Mosè” , sono stati trasferiti in Israele più di 10.000 falascià

• Nel 1991 con l’analoga “operazione Salomone” ne sono arrivati più del doppio

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“Operazione Mosè e Salomone”

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L’arrivo dei falascià in Israele

• Denominati anche “Beta Israel”• Ha creato difficoltà di rapporti e di

integrazione tuttora visibili• Spesso svolgono i lavori più umili• Il loro modo “arcaico” di intendere la

tradizione, soprattutto riguardo le norme di “purità”, fatica ad integrarsi nell’Israele “moderno”

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Alcune immagini fra “luci” e “ombre”

Una famiglia di falascià

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Giovani falascià in preghiera

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Gruppo di falascià che manifesta perché ritiene di non avere gli stessi

diritti degli altri ebrei israeliani

Un falascià nell’esercito israeliano

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I CARAITI

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La loro origine• Appartengono ad un movimento

antirabbinico sorto a Babilonia verso la seconda metà del VII sec. e.v.

• Nel quale sono confluite varie correnti ebraiche che rifiutano la codificazione rabbinica della Torah orale (Mishnah)

• Seguono quindi solo la Torah scritta e, come i falascià, sono rigidi nelle norme di “purità”

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Fra il IX e il XII sec. e.v.• Hanno avuto molto seguaci in Palestina

e in Egitto e si sono diffusi in diverse aree della diaspora ebraica

• Successivamente la loro presenza si è fatta consistente in Lituania e in Crimea

• Dopo essere stato un movimento di dimensioni notevoli ha perso lentamente consistenza

• Anche Maimonide si è opposto a loro

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Libro di preghiere caraita con spiegazioni in giudeo-arabo

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La scuola della comunità caraita presso Il Cairo, in Egitto, agli inizi nel 1920

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Ingresso della Sinagoga caraita de Il Cairo

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Attualmente

• Si calcola che in tutto il mondo i caraiti siano circa 17.000

• Presenti in vari paesi, ma con una comunità vitale e forte dal punto di vista dell’identità soprattutto in Israele, dove sono arrivati dalla comunità de Il Cairo

• Anche loro beneficiano della “Legge del ritorno”

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L’ingresso della Sinagoga caraita a

Gerusalemme

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La Sinagoga caraita di Ashdod

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Dal punto di vista culturale• L’influsso dei caraiti è stato notevole• Il loro appello alla parola biblica “pura”

ha suscitato un impegno più intenso per lo studio della grammatica e della filologia anche da parte dei seguaci del giudaismo rabbinico

• Che hanno dovuto replicare ai loro avversari senza potersi appellare alla tradizione orale

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Non va dimenticato

che non sono mancate tendenze antitalmudiche in seno all’ebraismo

anche fuori da una esplicita adesione al movimento caraita

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Elena Lea Bartolini De AngeliAd uso esclusivamente didattico

Docente di Giudaismo ed Ermeneutica ebraica

Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale (ISSR-MI)

Università degli Studi di Milano-Bicocca

[email protected]