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1 UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MILANO Facoltà di Medicina Veterinaria Corso di Laurea in Scienze e Tecnologie delle Produzioni Animali “ ARC MAP” GIS per la gestione della fauna selvatica Docente del corso: Massimo Lazzari Corso: supporti avanzati per la gestione dell’allevamento Relazione di: Laura Rocchi N. Matricola: 791710

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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MILANO

Facoltà di Medicina Veterinaria

Corso di Laurea in Scienze e Tecnologie delle Produzioni Animali

“ ARC MAP”

GIS per la gestione della fauna selvatica

Docente del corso: Massimo Lazzari

Corso: supporti avanzati per la gestione dell’allevamento

Relazione di: Laura Rocchi

N. Matricola: 791710

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Indice

1. GIS: Geographic Information System -SIG: Sistema Informativo Geografico

Pag. 2

2. Cenni di Cartografia

Pag. 3

3. Le carte geografiche

Pag. 8

4. Componenti del GIS

Pag. 10

5. ArcMap

Pag. 17

6. Il GIS e l’ambiente

Pag. 31

7. Esempio applicativo in ambiente faunistico

Pag. 33

8. Conclusioni

Pag. 34

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1. GIS: Geographic Information System – SIG: Sistema Informativo Geografico

La rapida evoluzione dei sistemi di gestione delle informazioni relative al territorio ha portato in

pochi anni dalla cartografia, alla costruzione di data-base relazionali con riferimento geografico.

Un Sistema Informativo Geografico ha la capacità di elaborare dati spaziali e non, di trasformare

gli stessi in informazioni, di analizzare e di modellare i fenomeni che occorrono sulla superficie

terrestre. I dati nel GIS rappresentano un modello del mondo reale, ne consegue che un GIS

rappresenta in un computer il mondo reale, allo stesso modo in cui una carta tradizionale

rappresenta lo stesso sul supporto cartaceo.

Un GIS è l’insieme complesso di componenti hardware, software, umane ed intellettive per

acquisire, processare, analizzare, immagazzinare e restituire in forma grafica ed alfanumerica dati

riferiti ad un territorio; esso permette di condurre analisi spaziali attraverso la rappresentazione

digitale di un’area geografica combinata con una serie di altre informazioni di tipo alfanumerico e

non, che dipendono sostanzialmente dallo studio che si vuole condurre di volta in volta.

Oltre a fornire uno strumento per integrare e correlare dati di natura assai diversa tra loro, il GIS

ha introdotto la possibilità di “vedere” i dati su una mappa, fornendo anche la posizione di dette

informazioni nello spazio e nel tempo. La maggiore attrattiva di tale strumento è quella di poter

contenere “tutto in uno”. Infatti, moltissime informazioni e dati, anche se diversi, come carte

sull’uso del suolo, mappe catastali, ortofoto, carte topografiche, immagini da satellite e tabelle

excel, una volta integrate in un GIS ad hoc, danno l’opportunità, di poter formulare giudizi e/o

previsioni legati alla gestione del territorio, non limitandosi più semplicemente a ciò che la carta

mostra, ma associando ai dati geografici le informazioni descrittive ad essi relative che prendono il

nome di attributi.

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2. Cenni di Cartografia

“Una carta geografica non è altro che una figura piana, che rappresentala superficie della Terra o

una sua porzione” (Lagrange, 1736-1813).

Sin da tempi lontani l’uomo ha avuto la necessità di raffigurare l’ambiente in cui vive. In epoca

ellenistica sono nate le scienze del rilevamento e della topografia, basate su un efficiente metodo

di triangolazione e dalla topografia nacquero la cartografia e la geografia matematica.

La cartografia è la scienza e l’arte di rappresentare sul piano la superficie della Terra e si propone

di fornire una rappresentazione grafica di porzioni di superficie terrestre.

La geodesia è strettamente collegata alla cartografia, edè la scienza che studia laforma e le

dimensioni della terra.

Se la terra dallo spazio appare sferica, effettuando delle misurazioni, già prima dell’avventodei

satelliti geodetici ci si accorse che in realtà non lo era affatto. Per esempio il diametro equatoriale,

per effetto della rotazione, risulta maggioredi quello polare, il raggio del polo sud è minore di

quello del polo nord, e cisono degli avvallamenti nell’emisfero nord che non si ritrovano

nell’emisfero sud.

un modello di geoide

Perprocedere alla redazione di carte e quindi alla proiezione dei dati da una superficie

diriferimento curva alla superficie piana della carta è necessario fare delle accettazionisulla forma

della Terra.

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La superficie della terra, un solido che non può essere definito esattamente in modoanalitico, può

essere approssimata con differenti modalità e finalità a differenti superficigeometriche: piana,

sferica o ellissoidica.

L’utilizzo dell’ellissoide come superficie di riferimento planimetrica rende possibileeffettuare il

passaggio, pur con delle inevitabili deformazioni, dalla superficie fisica della Terra alla sua

proiezione cartografica.

Una volta definito l’ellissoide di riferimento ed il suo orientamento per la costruzione della

cartografia si crea, per mezzo della triangolazione (definizione e misurazione di triangoli sul

terreno) una rete geodetica di primo ordine che sarà base per i rilevamenti successivi.

L’inquadramento geodetico di una regione consiste nella definizione, mediante un’opportuna serie

di misure di angoli, distanze e dislivelli, delle coordinate geografiche di un insieme di punti

disseminati sul territorio.

La rete geodetica italiana di I ordine è caratterizzata da una rete di triangoli approssimativamente

regolari e di 30km di lato.

L’insieme dei dati di forma, dimensione e orientamento relativi all’ellissoide, uniti alla misurazione

e calcolo sul terreno della rete geodetica è detto datum geodetico. Il datum geodetico può essere

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definito da una serie di punti materializzati sulla superficie terrestre, ai quali vengono attribuiti

determinati valori di coordinate.

la rete geodetica derivando da misure, è inevitabilmente caratterizzata da deformazioni dovute

agli errori di misura, che influenzano poi la corretta definizione del datum.

In Italia sono un uso tre datum diversi:

-Roma40, ED50 e WGS84-ETRF89. Roma40 è il più usato a fini geodetici e topografici. E’ adottato

per la cartografia nazionale e regionale. Il punto di emanazione è l’osservatorio di Roma Monte

Mario e quella verso il monte Soratteè la direzione di riferimento. Il meridiano di riferimento è

quello passante per l’osservatorio di Monte Mario (12_27’08.40” da Greenwich in ED50). Il sistema

è utilizzato dalla carta ufficiale d’Italia dell’IGM1 e dalle regioni per la produzione di cartografia

tecnica.

- Il datum ED50 risulta dall’integrazione delle reti geodetiche nazionali europee. Ha il punto di

emanazione a Postdam, in Germania, ed utilizza i parametri dell’Ellissoide Internazionale di

Hayford. Le longitudini sono contate dal meridiano di Greenwich, le latitudini dall’equatore. E’

utilizzato nella cartografia IGM di nuova produzione ed in quella regionale.

- Il datum di più recente adozione `e il WGS84-ETRF89. Si tratta di un datum globale, basato

sull’orientamento geocentrico dell’ellissoide WGS84 e su misurazioni geodetiche satellitari. Le

longitudini sono calcolate da Greenwich e le latitudini dall’equatore. E’ utilizzato per

l’inquadramento della nuova cartografia ufficiale italiana al 25000 dell’IGM.

- la cartografia catastale di produzione precedente il 1940 utilizza il sistema Cassini Soldner con

l’ellissoide di Bessel utilizzato con tre orientamenti locali e la cartografia IGM precedente a tale

data `e riferita all’ellissoide di Bessel.

L’operazione che viene compiuta per rappresentare la superficie terrestre, curva e

tridimensionale, su una superficie piana è detta proiezione.

A seconda della superficie di proiezione di parla di proiezioni azimutali (nel caso di un piano),

cilindriche o coniche. A seconda poi che la superficie di proiezione sia tangente o secante

l’ellissoide si parlerà di proiezioni tangenti o secanti.

I tre tipi di proiezioni danno una forma differente ai paralleli:

• cerchi eccentrici per la piana

1 IGM: Istituto Geografico Militare

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• rettilinei per la cilindrica

• cerchi concentrici per la conica

Le carte si classificano poi a seconda della posizione della superficie di proiezione e delle sorgente

dei raggi proiettanti.

-Le proiezioni azimutali, si classificano in polari, equatoriali o oblique a seconda che il piano sia

tangente all’ellissoide rispettivamente ad un polo, ad un punto dell’equatore o un qualsiasi altro

punto della superficie .

In base poi alla posizione della sorgente dei raggi proiettanti si distinguono in gnomoniche

(sorgente al centro dell’ellissoide), stereografiche (sorgente agli antipodi del punto di tangenza),

ortografiche (sorgente all’infinito, raggi proiettanti paralleli).

Uno dei principali utilizzi di tali carte è la rappresentazione delle zone polari.

-Proiezioni cilindriche sonoin base all’orientamento del cilindro, si parla di proiezioni dirette,

inverse o trasversee oblique. Nella proiezione diretta tangente il cilindro è tangente all’equatore,

se secante il cilindro interseca l’ellissoide in due paralleli.

Nella proiezione cilindrica inversa tangente il cilindro è tangente lungo un meridiano, mentre nelle

proiezioni cilindriche inverse secanti il cilindro ha diametro inferiore.

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Una proiezione cilindrica inversa a cilindro secante molto importante è la proiezionedi Gauss, su

cui si basano tra gli altri i sistemi UTM, Gauss-Boaga e Gauss-Krüger.

-Nelle proiezioni coniche il cono di proiezione può essere tangente o secante il globo. Nel primo

caso le duesuperfici si toccano lungo un meridiano, detto meridiano standard, nel secondo le

superficisi intersecano in due meridiani, che prendono ugualmente il nome di meridianistandard.

In entrambi i casi i meridiani sono proiettati sulla superficie conica incontrandosial vertice del

cono. I paralleli si presentano come archi di circonferenza, mentre i meridiani sono delle rette

convergenti.Le proiezioni coniche sono usate per scopi cartografici, per esempio dall’Institut

Geographique National, l’ente cartografico nazionale francese, che adotta la proiezione conica

conforme di Lambert con l’ellissoide di Clarke orientato a Parigi.

La proiezione di Gauss è la proiezione su cui si basa il sistema nazionale italiano Gauss-Boaga e il

sistema UTM, che si sta imponendo come lo standard cartografico a livello mondiale.

Il sistema nazionale italiano si basa sull’utilizzo del datum geodetico Roma40 e sulla proiezione di

Gauss di 2 fusi, cioè su due proiezioni distinte. Ciascun fuso ha ampiezza pari a circa 6°30’. Sono

rispettivamente indicati con la denominazione fuso “Ovest” e fuso “Est”.

Il nome UTM deriva da Universal Transverse Mercator, essendo utilizzato per la rappresentazione

globale dell’ellissoide terrestre, eccetto le zone polari . Il sistema fu sviluppato durante la seconda

guerra mondiale per scopi militari dagli Stati Uniti d’America. Il globo è stato diviso in 60 fusi di 6° e

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per ciascuno di essi è stata effettuata una proiezione. I fusi sono numerati a partire

dall’antimeridiano di Greenwich (180°) in direzione E. L’Italia si trova sui fusi dal 32 al 34.

Il sistema UTM è utilizzato con diversi datum di riferimento. In Italia è utilizzato il datum Europeo

del 1950 ed il WGS84.

3. Le carte geografiche

A seconda di ciò che rappresentano le carte si distinguono in due categorie: le carte di base e le

carte tematiche.

Le carte di base rappresentano la superficie fisica della terra e gli elementi del paesaggio umano.

Le carte tematiche contengono informazioni sulla distribuzione geografica di un tematismo

specifico(nautiche, politiche, stradali, dell’uso del suolo, forestali, demografiche …). Possono

rappresentare fenomeni fisici, chimici, ecologici, biologici, ecologici, sociologici, economici.

-La scalaè il rapporto di riduzione delle lunghezze sulla carta rispetto a quelle nella realtà. La

misura della scala è indicata quindi da un rapporto 1 : n, dove n è il numero di volte che sulla carta

è stata ridotta la distanza topografica tra due punti.

Piùgrande è il rapporto (e perciò più piccolo è il denominatore n), maggiori sono i dettagli che si

vedono e viceversa. Se si vuole rappresentare un piccolo territorio con molti dettagli si utilizzerà

una grande scala, per rappresentare un grande territorio con i soli elementi principali basta una

piccola scala.

Tipi di carte2:

- Carte geografiche piccola scala (minore di 1:100.000)

- Carte corografiche media scala (1:50.000-1:25.000)

- Carte topografiche grande scala (1:10.000-1:5.000)

- Carte di dettaglio (minore di 1:5.000)

2 La scala: 1:10.000, 1 cm = 10.000 cm, 1 cm = 100 m.

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-Le curve di livellodette anche isoipse, sono quelle curve che uniscono punti ad egual quota,

ovvero uguale distanza verticale dal piano di riferimento al quale è stato attribuito quota zero.

Esse vengono adottate per rappresentare l'altimetria in una superficie piana, com' è quella di un

foglio. L'uso delle isoipse è uno dei metodi usati in cartografia per rappresentare le tre dimensioni

su un foglio bidimensionale, consentendo di farsi un'idea della morfologia del territorio.

La differenza di quota tra due isoipse adiacenti è detta equidistanza. Le isoipse con equidistanza

maggiore vengono tracciate con tratto più marcato e sono dette direttrici, mentre quelle con

tratto più sottile (e più numerose) sono dette intermedie. Talora vengono riportate anche isoipse

tratteggiate, aventi equidistanza ancora minore, dette ausiliarie.

Nelle carte topografiche dell'IGM a scala 1:25.000 le isoipse hanno equidistanza di 100 m, 25 m e 5

m rispettivamente per le isoipse direttrici, ordinarie ed ausiliarie.

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4. Componenti del GIS

PERSONE

La tecnologia GIS avrebbe un valore limitato senza le persone che gestiscono il sistema e

sviluppano progetti per la risoluzione di problemi del mondo reale. Gli utenti GIS spaziano dagli

specialisti tecnici che disegnano e gestiscono il sistema, a coloro che lo utilizzano per adempiere al

lavoro quotidiano.

HARWARE

Sono diversi, abbiamo i PC, gli scanner, i GPS e le stampanti.

SOFTWARE

Si dividono tra quelli a pagamento come : ESRI ArcGIS (ArcINFO, ArcVIEW) ®, Microsoft MapPoint

®, InterGraphGeoMedia ®, MapInfo ®, Autodesk MapGuide ®e quelli gratuiti: Grass, QuantumGIS

(QGIS), Kosmo, SAGA.

DATI

I dati devono essere inseriti in un DATABASE; e questo, di solito, occupa la maggior parte del

tempo del lavoro. Il database è una rappresentazione del mondo sviluppata per una specifica

applicazione: permette di estrarre ed organizzare specifiche informazioni sulla realtà.

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PRINCIPALI PROCEDURE e TERMINOLOGIE

L’informazione geografica gestita attraverso le tecnologie GIS può essere distinta in due tipi:

- Informazione spazialerelativa a localizzazione, dimensione, forma e relazione spaziale tra

gli oggetti rappresentati

- Informazione non spaziale relativa ai caratteri e alle proprietà degli oggetti e dei

fenomeni rappresentati

All’interno dell’informazione spaziale distinguiamo due tipi:

- L’informazione geometrica relativa alle caratteristiche metriche degli oggetti o dei

fenomeni (posizione, forma, dimensione, distribuzione)

- Informazione topologica relativa alle relazioni di contiguità tra gli oggetti (adiacenza,

connessione, inclusione)

Le tecnologie GIS sono strumenti per amministrare dati su oggetti e fenomeni geografici

secondo due fondamentali domande:

- dov’è questa cosa?Dove sono gli elementi geografici: a questo scopo i GIS amministrano

database di coordinate riferite a entità geografiche.

- cosa c’è qui?Cosa sono e che caratteristiche hanno gli elementi geografici: a questo scopo i

GIS amministrano database di informazione non spaziale (dati attributo) riferite a entità

geografiche.

In un sistema informativo geografico le informazioni non spaziali sono importanti tanto quanto le

informazioni spaziali e le tecnologie GIS interrogano, manipolano e analizzano entrambi i tipi di

informazioni.

I dati geografici possono essere rappresentati attraverso due fondamentali modelli,il RASTERil e

VETTORIALE.I due modelli sono organizzati in unità spaziali minime diverse (celle, punti, linee,

poligoni) e ad ogni unità geometrica minima raccolta nell’archivio viene associata un’informazione

alfanumerica (dati attributi) che descrive le entità geometriche rappresentate. Un attributo è

quindi una descrizione di un oggetto geografico, codificata in forma numerica o alfanumerica,

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registrato in forma tabellare e connesso all’informazione attraverso una relazione che utilizza una

chiave identificativa.

- Un sistema RASTER visualizza, localizza, memorizza dati grafici utilizzando una MATRICE o

GRIGLIA DI CELLE (=pixel) quadrate o meno. Ad ogni pixel sono assegnati valori identici (per lo più

numerici, ma anche testuali). Si usa per descrivere variabili CONTINUE sul territorio. La risoluzione

dei dati, in questo caso, dipende dalle dimensioni dei pixel (da pochi cm a km!). Si usano, ad

esempio, per copertura forestale, tipo di terreno, uso del suolo, e queste immagini vengono

archiviate come dataserraster che registra valori che rappresentano l’intensità della luce riflessa,

del calore, o qualche intervallo di valori nello spettro elettromagnetico.

In un modello raster, di norma, l’informazione è archiviata in tabelle che associano un valore ad

ogni cella individuata tramite la sua posizione nella griglia e la tabella che descrive la griglia può

essere messa in relazione con un’altra tabella che associa ad ogni valore numerico un valore

descrittivo qualitativo testuale .

PIXEL

ORTOFOTOGRAFIA

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I dati raster vengono salvati in Formato GeoTIFF, un formato di scambio basato sul formato TIFF

per le immagini georeferenziateraster Il formato GeoTIFF si può presentare in due modi diversi:

•in un'unico file con estensione .tif

•tramite una coppia di file di cui uno contenente l'immagine e l'altro le informazioni geografiche.

- Un sistema VETTORIALEvisualizza i dati grafici come PUNTI, LINEE (rette o curve) e POLI-LINEE

(poligoni). I punti vengono definiti in base a coordinate cartesiane (x,y,z). La risoluzione può essere

molto alta: output grafico simile a mappe disegnate a mano. ES: strade, confini di Comuni,confini

dei Parchi, rete fluviale, localizzazioni puntiformi di un animale, localizzazione di un’azienda

agricola…

In un modello vettoriale di norma, l’informazione non spaziale è archiviata in tabelle che associano

una sequenza di valori, organizzati in categorie descrittive, ad ogni oggetto descritto nel modello

ed è di norma necessario utilizzare tabelle distinte per classi geometriche diverse (punti, linee,

aree…)

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I dati vettoriali vengono salvati inFormato SHAPEFILE,un formato di archiviazione di dati vettoriali

capace di registrare localizzazione, forma e attributi di entità spaziali. Con "shapefile" si indica di

norma un set di file che deve comprendere almeno tre files con estensione .shp, .dbf, .shx, e

devono avere in comune il prefisso dei nomi (per es. "laghi.*"):

- laghi.shp: è il file che contiene le informazioni geometriche (database di coordinate)

- laghi.dbf: è il file che contiene l’informazione tabellare (dati attributo)

- laghi.shx: è il file indice che permette di ricostruire il raccordo tra geometria e informazione

tabellare

Spesso con shapefilesi indica però solo il file ".shp". Tuttavia questo file da solo è incompleto

poiché interpretazione ed utilizzo dipendono dagli altri file.

DATI RASTER +VETTORIALI:

•Ogni dato reale si può rappresentare sia in forma vettoriale che raster.

•Se una dato è creato in un sistema, può essere convertito nell’altro.

•La scelta di un sistema deriva dall’uso che si deve fare.

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LAYERS

In un GIS i dati geografici sono di norma organizzati in strati o LAYERS (=mappe tematiche).

Layerscontenenti dati di tipo diverso (vettoriali o raster) possono essere sovrapposti tra loro, e

questo approccio consente di esaminare i dati per tematismi separati e di sovrapporli per

verificare le interazioni tra i tematismi (overlayanlysis). Questa organizzazione verticale riproduce

le modalità procedurali che stanno alla base delle tecniche di progettazione assistita dal

calcolatore (Computer Aided Design, CAD). È fondamentale che tutti i layerssiano posti nel

medesimo sistema di coordinate.

ES. Ortofoto: file RASTER con

estensione .tif

Es. Confini Parco Orobie: file

VETTORIALE con estensione .shp

Es. Posizionamento di

trappole: file VETTORIALE

con estensione .shp

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DATA FRAME

È un contenitore di layer, li organizza in insiemi coerenti all’interno della stessa mappa. Una

mappa può contenere più data frame che possono riferirsi a contesti spaziali diversi o a tematismi

diversi. Tipicamente i data frame sono utili per la visualizzazione di quadri di unione o per inserti

interni alla mappa. Per default il dataset è nominato “Layers”.

BUFFERING

Uso il bufferingper determinare un’area (di sorveglianza)

Ogni pallino corrisponde ad un allevamento di animali di una determinata regione. Il pallino giallo

indica un’azienda in cui sono stati diagnosticati casi di una determinata malattia. Determinando

l’area posso valutare quali altre aziende ricadono al suo interno e quindi sono a rischio di

contaminazione.

SEGMENTAZIONE

Calcolo la distanza tra due punti

Es.uno stambecco radio-collarato si sposta dal punto a al punto b in una giornata. Voglio sapere

quanta distanza ha percorso.

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5. ArcMap

Il sistema di Arc GIS si compone di tre moduli fondamentali, parzialmente integrati in un’unica

interfaccia:

- ArcCatalog, per la gestione e la previsualizzazione dei dati

- ArcMap, per la visualizzazione dei dati, la produzione di mappe, l’editing (montaggio) e

alcune forme semplici di analisi spaziale

- ArcToolbox, per la conversione di formati di dati e alcune forme di analisi spaziale

Utilizzando tutte e tre queste applicazioni è possibile svolgere qualsiasi operazione GIS, dalla più

semplice alla più avanzata, inclusi la produzione cartografica, la gestione di dati, l’analisi

geografica, l’editing di dati e l’elaborazione di dati geografici.

L’apertura di ArcMap

ArcMap è l’applicazione che permette di creare e interrogare mappe e realizzare alcune semplici

operazioni di analisi spaziale.

In ArcMap l’utente può anche modificare i dati geografici disponibili o realizzare nuove coperture.

L’apertura di Arc Map: quando si lancia ArcMap una

finestra di dialogo chiede all’utente se vuole creare –

una nuova mappa vuota (NEW EMPTY MAP) – oppure

utilizzare un modello di mappa già disponibile

(TEMPLATE), questo può essere utile per produrre serie

di mappe simili per impostazione grafica; ArcGIS

dispone di una serie di templete preordinati, ma è

possibile crearne di originali – oppure aprire una

mappa esistente (EXISTING MAP).

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L’interfaccia di ArcMap

.

In basso è collocata la BARRA Di

Inserire informazioni in ArcMap

Esistono due modi per inserire dati in ArcMap:

- Utilizzare il comando da menu FILE/ADD DATA oppure ADD DATA nella barra dei comandi

standard: una finestra di dialogo permetterà di individuare la posizione dei dati che si

vogliono caricare, di selezionarli e di caricarli attraverso il comando ADD.

In alto sono collocate le diverse

BARRE DEGLI STRUMENTI

(TOOLBARS), che possono essere

richiamate singolarmente dal

comando VIEW/TOOLBARS.

È possibile trascinare le diverse barre

degli strumenti in qualsiasi posizione

del display, secondo le proprie

preferenze.

In basso è collocata la BARRA DI

STATO (STATUS BAR), che è

richiamata dal comando

VIEW/STATUS BAR.

L’interfaccia di ArcMap è

costituita da due sezioni: TABLE

OF CONTENTS (TOC), in cui è

leggibile l’elenco dei temi caricati,

che è possibile nascondere o far

tornare nella

visualizzazione;VIEW, in cui è

mostrata la mappa

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Visualizzare i dati in ArcMap

L’elenco dei temi (LAYERS) caricati in ArcMap è visibile a sinistra nella finestra dei temi (TOC: table

of contents).

Un click sul segno – (o +) accanto

al nome del layer nasconde o

mostra la vestizione grafica del

layer

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Gli strati informativi caricati possono essere resi visibili o invisibili semplicemente attraverso un

click nella casella disposta vicino ad ogni nome di layer nella sezione display della finestra dei

temi.

Per gestire la finestra dei temi ArcMap utilizza il seguente ordine nel posizionamento dei temi

(dall’alto in basso):

- Annotazioni

- Punti

- Linee

- Poligoni

- Griglie Raster

Quando la finestra contiene layer multipli, si può determinare l’ordine di visualizzazione

trascinando ogni layer nella posizione desiderata nella finestra dei temi (TOC).

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Rimuovere e rinominare layer

Nella sezione General della finestra di dialogo digitare il nuovo nome nel box di testo LayerName.

Un click destro sul nome del layer nella

TOC rende disponibile una finestra dove

è possibile rimuovere un layer

utilizzando il comando Remove.

In questa finestra è disponibile anche il comando

Properties, dove si visualizzano le cartelle delle proprietà

del Layer

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Gestione delle sezioni della Table Of Contents

Il comando TOOLS/OPTIONS fa

accedere a una finestra di dialogo

nella quale si ha la possibilità di

gestire le diverse sezioni della TOC.

In particolare è possibile indicare

quali sezioni devono costituire la

TOC e in che ordine devono

apparire.

Le sezioni sono tre:

. Display

. Source (consente di individuare le

localizzazioni delle coperture nelle

risorse accessibili)

.Selection (consente di individuare

quali coperture sono disponibili per

la selezione)

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Data view e Layout view

ArcMap visualizza la mappa

secondo due distinte modalità:

DATA VIEW per la

visualizzazione, l’interrogazione,

la modifica e l’analisi dei dati.

LAYOUT VIEWper la

creazione di mappe destinate

alla stampa o più

genericamente alla

pubblicazione

È possibile passare da una

visualizzazione all’altra

utilizzando i comandi disponibili

in basso a sinistra.

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Proprietà del data frame

Inserire e attivare un data frame

Un data frame può essere inserito attraverso il comando INSERT/DATA FRAME.

La TOC deve contenere almeno un data frame; per default

Il dataset è nominato “LAYERS”.

Un doppio click sul nome del data frame fa apparire la

finestra di dialogo DATA FRAME PROPERTIES.

La stessa finestra di dialogo appare dopo un click destro sul

nome del data frame/properties.

Attraverso questa finestra si può rinominare il data frame.

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Quando nella TOC sono presenti più data frame solo uno può essere attivo per la visualizzazione e

le operazioni di modifica. Un data frame può essere rimosso dalla vista dopo un click destro sul

nome del data frame/Remove.

Muoversi nella Data View in ArcMap

Un data frame può essere attivato

Dopo un click destro sul nome del

data frame/Activate.

L’utente può muoversi nella finestra di visualizzazione

utilizzando i comandi disponibili nella barra dei

comandi Tools: Zoom In/Out, Pan, Full Extents, Go

Back to PreviousExtent; Go To NextExtent…(Zoom In /

Out, Pan, Estensioni completa, Torna alla Estensione

precedente; Vai a Grado Avanti)

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Visualizzazione in scala

.

ArcMap è in grado di visualizzare le coperture

cartografiche in SCALA a condizione che nella

finestra di dialogo Data Frame

Properties/General sia indicata l’unità di misura

delle coordinate di mappa

È possibile selezionare o digitare

nell’apposita finestra la scala

di visualizzazione desiderata

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Esplorare in ArcMap i dati associati all’informazione spaziale

È possibile selezionare elementi appartenenti alle coperture caricate, a condizione che la

copertura sia compresa nella lista dei temi selezionabili.

In ArcMap è possibile visualizzare in una finestra

separata dalla mappa la Tabella degli ATTRIBUTI

associati all’informazione geografica: click destro

sul nome della copertura nella tabella dei

contenuti/Open Attribute Table.

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- La copertura deve essere spuntata nella sezione SELECTION della TOC, in

alternativautilizzando il comando SELECTION/SET SELECTABLE LAYERS

Attraverso il comando SELECT FEATURE (disponibile nella barra dei comandi TOOLS è possibile

trascinare un rettangolo di selezione che comprenda uno o più elementi.

La selezione ha effetto anche sulla ATTRIBUTE TABLE relativa al tema che contiene gli oggetti

selezionati; possono essere visualizzati in tabella solo gli oggetti selezionati scegliendo l’opzione

SHOW SELECTED. Si può togliere la selezione attraverso il comando CLEAR SELECTED FEATURES.

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Misurare le distanze di mappa

Utilizzando il comando MEASURE, disponibile nella barra dei comandi TOOLS, è possibile misurare

le distanze sulla mappa.

Trascinando una linea, la sua lunghezza è mostrata nella BARRA DI STATO, in basso a sinistra.

Attraverso click successivi una linea può essere disegnata come una SEQUENZA DI SEGMENTI.

Si esce dal comando con un doppio click.

L’unità di misura della distanza è quella specificata in DATA FRAME

PROPERTIES/GENERAL/UNITS/DISPLAY.

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6. Il GIS e l’ambiente

Il sistema informativo geografico può essere utilizzato in moltissimi settori:

-- valutazione e pianificazione territoriale;

-- gestione, analisi e pianificazione di reti tecnologiche;

-- monitoraggio ambientale;

-- salvaguardia dei beni culturali;

-- simulazione del traffico;

-- piani di disinquinamento;

-- cartografie tematiche,

-- cartografie geologiche, sismiche, di uso del suolo;

-- Piani Regolatori Urbanistici e di settore;

-- gestione di pratiche catastali;

-- studi di impatto ambientale;

-- gestione del patrimonio edilizio;

-- controllo della produzione agricola;

-- marketing territoriale;

-- analisi socio-economiche;

-- pianificazione di reti distributive;

-- analisi della domanda di servizi ecc.

-- analisi delle reti di vendita (geomarketing)

-- analisi demografiche

-- analisi dei rischi

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-- analisi dei percorsi ottimali

-- individuazione sul territorio dei punti vendita ottimali

Perché utilizzarlo nell’ambiente?

I GIS sono uno strumento che gestisce, analizza e modella i dati ambientali e permette di prendere

decisioni per preservare le risorse e proteggere la biodiversità.

Per esempio disponendo di informazioni relative agli insediamenti umani ed alle loro localizzazioni,

e della descrizione dei bacini idrografici, ovvero di quelle porzioni di territorio che convogliano le

acque in uno stesso tratto di un corso d'acqua, è possibile in qualche modo valutare l'impatto

inquinante che si produce sui diversi fiumi. E’ quindi importante evidenziare la posizione reciproca

di “informazioni” diverse (quel particolare insediamento composto di persone è collocato

all'interno del bacino idrografico di quel particolare corso d'acqua, che è poi affluente di un altro

fiume).

La tecnologia GIS è un efficace strumento anche in ambiente faunistico.

Gli aspetti spaziali e tematici della tecnologia permettonoagli utenti di sovrapporre più tematismi

nelle analisi, per effettuare delle attività di controllo e monitoraggio demografico della fauna

selvatica, per il controllo dei loro habitat, per predire lo sfruttamento futuro del territorio e delle

risorse. Queste elaborazioni permettono di elaborare leggi, regolamenti e programmi che hanno

come obiettivo la protezione e la sostenibilità dell’ambiente e delle sue risorse.

Informazioni e dati

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7. Esempio applicativo in ambiente faunistico

Un esempio pratico dell’utilizzo del GIS può riguardare la gestione degli orsi.

In questo caso si può notare come, anche se non si parla di aziende, la piramide di Anthony (1965)

sia comunque valida.

piramide di Anthony (1965)

AMBITI DECISIONALI AZIENDALI

STRATEGICO

DIRETTIVO

OPERATIVO

L’azienda è una struttura produttiva

organizzata gerarchicamente

Direzione funzionale (attività

tattiche) – Analisi economiche e

previsionali a medio termine; piani

di produzione e piani esecutivi;

verifiche periodiche di attuazione

Alta direzione (attività

strategiche) – Obiettivi primari

dell’azienda ne confronti del mercato

(e della concorrenza); scelta degli

investimenti

Personale esecutivo

(attività operative) –

Attuazione dei piani ed

esecuzione dei processi

ambito entro cui si pongono diversi gradi di

limitazione al POTERE DI INTERVENTO di un ATTORE

Se andiamo ad osservare il livello strategico possiamo notare che, attraverso la creazione di una

“carta” di una zona a noi di interesse come ad es. il Parco dell’Orobie Bergamasche, in cui sono

stati posti gli avvistamenti degli orsi e le loro predazioni, si può decidere di attuare delle misure

preventive. Ad esempio l’istallazione di recinti elettrificati.

A livello direttivovi è poi la verifica dell’attuazione della pianificazione strategica, con la

definizione degli obiettivi a breve termine. Es. i recinti saranno messi inizialmente nelle zone con

un impatto e un danno economico maggiore. Una volta valutata la loro efficacia si disporrà

l’istallazione anche in altri punti di interesse.

Successivamente a livello operativo vi sarà l’esecuzione e l’attuazione del piano strategico, ovvero

l’istallazione vera e propria di questi recinti.

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8. Conclusioni

GIS è un potente strumento per personal computer, contiene innumerevoli funzioni per elaborare,

visualizzare, esplorare, interrogare ed analizzare dati geografici.

È un software ricco di applicazioni, che solo attraverso il suo costante utilizzo è possibile scoprire,

conoscere ed utilizzare all’occorrenza.

Di fronte allo sviluppo di un progetto faunistico, è di fondamentale importanza conoscere il

territorio in cui si deve intervenire.

Con l’uso del GIS è possibile conoscere le variabili ambientali dell’area di studio attraverso la

visualizzazione di diverse tipologie di carte, per individuare le aree di interesse.

Nell’area di studio vengono quindi misurate, le seguenti variabili ambientali:

- Percentuali dei diversi tipi di vegetazione, calcolate dalla carta digitalizzata della Destinazione

d’Uso dei Suoli Agricoli e Forestali della Lombardia (DUSAF)

- Percentuali delle fasce altitudinali calcolate dal DTM.

- Percentuali delle 8 esposizioni principali (N, N-E, E, S-E, S, S-O, O, N-O) e di esposizione nulla,

calcolate dal DTM (Digital Terrain Model) del territorio italiano;

- Percentuali delle pendenze (0°,10°,20°,30°,40°,50°,60°,70°,80°) anch’esse calcolate dal DTM.

Non sempre però, quello che viene visualizzato da un GIS equivale alla realtà, soprattutto quando

si parla della Destinazione d’Uso dei Suoli Agricoli e Forestali della Lombardia (DUSAF). Quando si

effettua un sopraluogo, un’area che risulta essere un pascolo si è trasformata in un bosco. I dati

andrebbero continuamente aggiornati in quanto l’ambiente è in continua evoluzione.

Il GIS può essere integrato da diversi hardware (capitolo 4), ed uno dei più interessanti risulta

essere il GPS, grazie al quale è possibile rilevate le coordinate di determinati punti che

successivamente dopo un semplice utilizzo di Excel, è possibile evidenziare sulla mappa creata in

GIS. Per la raccolta dati con il GPS è importante ricordarsi di salvare le coordinate in Gauss Boaga

Roma 40, in quanto il sistema nazionale italiano si basa sull’utilizzo del datum geodetico Roma40

e sulla proiezione di Gauss. In caso contrario le coordinate inserite in GiS non le ritroveremo sulla

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mappa. Di conseguenza per poterle utilizzare bisognerà trasformare tutte le coordinate e ciò

risulta essere un ulteriore lavoro che con i dovuti accorgimenti può essere evitato.

Nel momento in cui le coordinate vengono rappresentate sulla mappa (es.punti), se ci si riferisce

ad un home range di ~ 100 m, può presentarsi un piccolo inconveniente, la sovrapposizione di

questi punti, in quanto le coordinate risultano essere troppo vicine.

Un grosso inconveniente invece si ha quando le coordinate non corrispondono assolutamente con

la realtà, e solitamente dipende dal basso segnale del GPS.

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