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32 L’ECO DI BERGAMO
GIOVEDÌ 19 NOVEMBRE 2015
Dalla pianura alle alte vallioltre 10 mila edifici espostiNella Bergamasca sono 10.816 gli edifici cherisultano a elevata criticità idrogeologica in188 comuni, dalla pianura alla montagna.
ELISA RIVA
Promuovere, a livello nazionale, incentivi fiscali per i privati che decidono di interve-nire sui propri terreni e, a livellolocale, collaborare con i Comuniper predisporre la manutenzio-ne del territorio: sono le propo-ste di Ance, l’Associazione na-zionale dei costruttori edili di Bergamo, in un’ottica di contra-sto del dissesto idrogeologico che interessa gran parte della provincia bergamasca. Secondo un’elaborazione dati affidata al Cresme (Centro di ricerche di mercato, servizi per chi opera nel mondo delle costruzioni e dell’edilizia) il territorio orobicoè particolarmente esposto: 10.816 gli edifici che risultano a elevata criticità in 188 paesi che vanno dalla Bassa fino all’alta montagna.
«Per questa ragione è neces-sario agire con interventi di ma-nutenzione e programmazione al fine di evitare sempre più l’emergenza» commenta il pre-sidente di Ance Bergamo, Otto-rino Bettineschi. Da qui le pro-poste che Ance intende portare all’attenzione del governo e ai singoli Comuni bergamaschi.
Secondo l’indagine del Cre-sme, commissionata da Ance, ri-sulta che la Bergamasca è la ter-za provincia a livello regionale
Sono possibili la perdita di vite umanee lesioni gravi alle persone, danni gravi agli edifici e alle infrastrutture, dannial patrimonio culturale, la distruzionedi attività socio-economiche
MOLTO ELEVATO ELEVATO
Sono possibili problemi per l'incolumitàdelle persone, danni funzionali agli edificie alle infrastrutture, con conseguenteinagibilità degli stessi e l'interruzionedelle attività socio-economiche, dannial patrimonio culturale
ELEVATO
Sono possibili danni minoriagli edifici e alle infrastruttureche non pregiudicanol'incolumità delle persone,l'agibilità degli edificie lo svolgimento delle attivitàsocio-economiche
MEDIO
2
14
10
5
1116
26
18
27 23
3
19
13
22
20
6
25
8
24
28
112
915
21
17
7
4
Bariano1
Branzi2
Camerata Cornello3
Caravaggio4
Carona5
Castione della Presolana6
Cividate al Piano7
Colere8
Cologno al Serio9
Cusio10
Foppolo11
Fornovo San Giovanni12
Fuipiano Valle Imagna13
Isola di Fondra14
Martinengo15
Mezzoldo16
Mozzanica17
Ornica18
Piazza Brembana19
Piazzatorre20
Romano di Lombardia21
Roncobello22
Santa Brigida23
Schilpario24
Spinone al Lago25
Valleve26
Valtorta27
Vilminore di Scalve28
Criticità idrogeologica
FONTE: Autorità di bacino del fiume Po
BERGAMO
«Incentivi ai privaticontro frane e dissesti»La proposta. L’Associazione dei costruttori edili scriverà al governoBettineschi: sblocco dei fondi per i cantieri e bonus per chi interviene
per eventi di dissesto franoso: nel 2006 gli episodi furono 26.583, passati a 29.608 nel 2012a 30.792 nel 2014, con una varia-zione in aumento del 16%. Me-daglia di bronzo per questo po-dio per nulla felice e anche per lapopolazione coinvolta sul terri-torio a elevata criticità idrogeo-logica: 65.869 persone per 27.652 famiglie. E ancora, le abi-tazioni esposte a elevata critici-tà sono 32.830 per complessivi 10.816 edifici. Infine, sono 164 i chilometri quadrati interessati, per 188 paesi: un dato che pone la Bergamasca in vetta alla clas-sifica regionale per Comuni sempre per elevata criticità idrogeologica. Un elenco di realtà ri-sultante dal Pai, Pia-no per l’assetto idro-geologico redatto dall’Autorità di baci-no del fiume Po che interessa alcune aree della Bassa (Ba-riano, Caravaggio, Cividate al Piano, Cologno al Serio, Fornovo San Giovanni, Martinengo, Mozzanica e Ro-mano a rischio esondazione), le valli e l’alta montagna (Ronco-bello, Camerata, Cornello, Cusio, Piazza Brembana, Mezzoldo, Valleve, Branzi, Carona, Isola di Fondra, Piaz-zatorre e Foppolo in Val Brem-bana; Castione in Valle Seriana;in Valle di Scalve Schilpario, Vilminore e Colere; a Spinonein Valle Cavallina, Fuipiano, Mapello, Ornica, Rogno, San-ta Brigida e Valtorta rischio frane ed esondazioni).
«A determinare l’innalza-
mento del dissesto idrogeologi-co – commenta Bettineschi – ci sono vari fattori, in primis i cam-biamenti climatici che concen-trano le precipitazioni in un ar-co temporale ristretto a cui si ag-giungono la notevole concen-trazione di suolo coperto, oltre ad alvei di torrenti e fiumi non più liberi». Ciò fa sì che «il 12% del territorio orobico, in base al Piano territoriale coordina-mento provinciale, sia altamen-te fragile da generare danni che potenzialmente possono coin-volgere la popolazione, le attivi-tà economiche e le infrastruttu-
re. Il 20% dei disse-sti della Lombardia,che ha il 28% del to-tale nazionale dellefrane, sono nellaBergamasca, doveperò si investe sol-tanto il 10% degliimporti regionali».
Gli investimenti cala-
no
Investimenti che«dal 2006 al 2014 sono scesi da 86 milioni a 21 milioni euro, paria una flessione del 75%, dato chesu Bergamo è ancora più alto», evidenzia il presidente di Ance, che ancora una volta ricorda il valore del territorio: «È la più grande infrastruttura che abbia-mo. Dobbiamo renderci conto che è anche un grande motore per l’economia del turismo, ma dobbiamo saperlo conservare. Non basta parlare di meno con-sumo del suolo, non dobbiamo dimenticarci della sua difesa. E in questo senso servono meno lavori di emergenza e più manu-tenzione e programmazione,
prevenire significa risparmio e meno episodi di emergenza».
In tale senso, Ance intendefarsi portavoce di una proposta alivello nazionale: «Oltre allo sblocco dei fondi per i progetti immediatamente cantierabili, peraltro anche indicati da una ricognizione nazionale e locale concertata da Ance che ha indi-viduato progetti contro il disse-sto, pronti per essere eseguiti, per 120 milioni di euro, inten-diamo proporre una forma di in-centivazione per tutti quei pri-vati che volessero a loro spese ef-fettuare interventi di preven-zione contro il dissesto idrogeo-logico, ad esempio nelle aree adiacenti alla propria abitazio-ne o attività economica». L’ipo-tesi è, dunque, di aiuti sotto for-ma di bonus fiscali e detrazione come nel caso di interventi di ri-qualificazione energetica.
E non è finita, l’associazione,oltre a sollecitare «il monitorag-gio periodico e sistematico del territorio per prevenire situa-zioni più difficili e programmi a medio e lungo termine per le opere infrastrutturali più im-portanti», si vuole rivolgere ai singoli paesi: «Ance Bergamo offre la sua collaborazione ai Co-muni per individuare dei pro-grammi appositi sulla manu-tenzione del territorio – conclu-de Bettineschi –. La costruzionedi piani di monitoraggio in af-fiancamento con le amministra-zioni sarebbe il segno tangibile di un’azione sul territorio per passare dalle parole ai fatti e da-rebbe un supporto concreto aglienti locali, anche per individua-re le risorse necessarie».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
� Dal 2006 il numero degli smottamenti registrati è salito del 16%
«La nostra provincia, territorio molto vulnerabile»NEMBRO
Il piano di emergen-za comunale, un indispensa-bile strumento per la pianifi-cazione di scenari di emergen-za e per la prevenzione dei ri-schi: questo è l’argomentocentrale del convegno «Il pia-no di emergenza comunale.Uno strumento per tutti. No-zioni, competenze e buonepratiche» promosso dall’Or-dine degli architetti della pro-vincia di Bergamo – tramite ilGruppo di lavoro «Protezionecivile» – e tenutosi ieri all’au-ditorium Modernissimo diNembro. Un convegno per ri-chiamare la scarsa consapevo-
lezza della popolazione sui ri-schi che corre nel territorio incui vive. Perciò questo mo-mento formativo per profes-sionisti, amministratori pub-blici e tecnici comunali conl’obiettivo di approfondire laconoscenza e l’utilizzo delPiano di emergenza comunale(Pec).
Dopo i saluti istituzionalidel sindaco Claudio Cancelli,Claudio Merati, dirigente del-la Ster Bergamo, ha riflettutosui rischi del territorio berga-masco: «Bergamo è formatoda un porzione di territoriomolto variegata e molto vul-nerabile, perché presenta il ri-
schio di qualsiasi tipo di disse-sto idrogeologico dalle franealle esondazioni, dalla cadutadi massi alle valanghe». Mera-ti ha poi mostrato le immaginidi alcuni disastri nel territoriobergamasco, con l’intento chevengano prevenuti e limitaticon tutte le forze a disposizio-ne. A margine di questo inter-vento è stato riprodotto un vi-deo in cui vengono poste delledomande sul Piano di emer-genza comunale ad alcuni abi-tanti della Bergamasca; le ri-sposte sono inerenti e tutt’al-tro che approfondite, dimo-strando una mancanza di co-noscenza sul tema. A seguito
lare il Piano di emergenza co-munale nelle situazioni speci-fiche e reali proprie di ciascunpaese».
Nel suo intervento, l’avvo-cato Bruno Bianchi ha illu-strato l’interazione tra stru-menti di pianificazione e ilPiano di emergenza comunalecon i suoi specifici aspetti le-gali e amministrativi. Hannoconcluso il convegno MonicaAresi e Gianluca Erroi, mem-bri del Gruppo di lavoro «Pro-tezione civile» Oab, che hannosuggerito buone pratiche peril corretto utilizzo del Pec eche hanno innescato un dibat-to e un confronto finale con iprofessionisti e i tecnici co-munali presenti nell’audito-rium. Roberto NavaIl convegno a Nembro
del video, è intervenuta Simo-na Caragliano, istruttore tec-nico della Protezione civiledel Comune di Bergamo, cheha spiegato nel dettaglio cosasia un Pec e quali siano le com-petenze dei Comuni e le attri-buzioni del sindaco in situa-zioni di emergenza: «Pianifi-cazione di emergenza comu-nale significa prevenire e pre-pararsi al meglio alle eventua-li emergenze. Il sindaco è l’au-torità comunale di Protezionecivile; il suo ruolo comportarilevanti compiti e responsa-bilità sia nei momenti diemergenza sia nei periodi diordinarietà. È importante ca-
[email protected]/cronaca/section/
Ottorino Bettineschi
presidente dell’Ance
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L’ECO DI BERGAMO 33GIOVEDÌ 19 NOVEMBRE 2015
I FONDI
Dalla Regione sette milioniE al governo se ne chiedono 70
Investiti sette milioni di europer interventi in difesa delsuolo e richiesta al governoper altri 70 milioni: se n’è par-lato alcuni giorni fa nel corso
della Giunta in cui il Pirellone haevidenziato: «Il territorio ber-gamasco è oggetto di studi di ap-profondimento da parte dei Co-muni e della Regione, che hanno
portato all’individuazione delle zone critiche e a rischio sia sottol’aspetto dei fenomeni di ver-sante (frane nelle valli ) sia dei fenomeni alluvionali». Dal 2013 la Bergamasca ha potuto conta-re su finanziamenti regionali pari a 7,3 milioni per interventi contro la caduta massi ad Albi-no, Costa Volpino, Mezzoldo,
Predore, di sistemazione di pa-ravalanghe ad Ardesio, Branzi,Oltre il Colle e di frane o valan-ghe a Palazzago, Sovere, Ubia-le Clanezzo, Valbondione e Costa Serina e opere idraulicheai torrenti Dezzo e Borlezza, di manutenzione dei corsi d’acqua del Brembo, Borlezza, Dezzo, Rio Riva di Solto, Dordo, Morla,
Morletta e Valle Scura. Inoltre ha presentato richieste per 70 milioni di euro al ministero del-l’Ambiente per la sistemazione di Brembo, Serio, Cherio, Dordo,Morla, Morletta e Lesina, l’im-plementazione di paravalanghe in Val Brembana e Val Seriana, oltre a opere di difesa dalla cadu-ta massi e di sistemazione frane.
FONTE: Cresme
MILANO
BRESCIA
BERGAMO
PAVIA
CREMONA
MANTOVA
LODI
MONZA-BRIANZA
COMO
SONDRIO
LECCO
VARESE
LOMBARDIA
SONDRIO
BRESCIA
BERGAMO
LECCO
COMO
PAVIA
VARESE
MILANO
CREMONA
MANTOVA
LODI
MONZA-BRIANZA
TOTALE
41.666
31.012
26.583
12.359
10.439
5.949
2.510
20
2
0
0
0
130.540
Num.2006
48.613
32.472
29.608
13.433
13.383
8.130
2.711
21
2
0
0
0
148.373
50.558
33.771
30.792
13.970
13.918
8.455
2.819
22
2
0
0
0
154.308
21%
9%
16%
13%
33%
42%
12%
9%
0%
0
0
0
56
296
164
360
224
230
134
15
63
474
65
33
2.114
Superficieterritoriale kmq
Numerocomuni
Popolazioneresidente
44
140
188
121
53
42
41
18
78
77
56
70
928
110.024
77.162
65.896
65.519
45.774
40.450
38.682
30.437
28.980
26.726
26.952
24.142
580.744
Num.2012
Stima2014
Variazione %2006-2014
ELEVATA CRITICITÀ
PRINCIPALI EVENTI DI DISSESTO FRANOSO
Bassa a rischio per le esondazioni, ma non come in passatoBASSA
Anche nella pianurabergamasca, secondo il Pai(Piano stralcio assetto idroge-ologico) redatto dall’Autoritàdi bacino del fiume Po, ci sonocomuni a rischio di dissestoidrogeologico che potrebbeessere causato da esondazionidi corsi d’acqua come i fiumiSerio, Oglio e Cherio. Si trattadi Bariano, Caravaggio, Civi-date, Cologno al Serio, For-novo San Giovanni, Marti-nengo, Mozzanica e Romanofra i cui sindaci, però, non sem-bra esserci un particolare al-larme. Merito, sostengono,delle opere idrauliche di regi-
mazione che sono state realiz-zate negli ultimi anni dai di-versi consorzi di bonifica o au-torità di bacino che, sul terri-torio, hanno in carico la gestio-ne delle acque superficiali.
Opere che fra il 1997 e il1998, a Bariano, avevano di-mostrato la loro efficaciaquando, a causa di intense pre-cipitazioni, il livello dell’acquadel Serio si era notevolmentealzato, fino a lambire il pontecon Romano: «L’acqua del fiu-me – ricorda il sindaco Fioren-zo Bergamaschi – in alcunipunti del nostro territorio eraesondata, superando il primoargine. Non, però, il secondo. Il
paese non aveva quindi corsoalcun rischio, come del restonegli ultimi cinquant’anni. Miricordo quando, alcuni decen-ni fa, sentivo parlare mio pa-dre di alcune esondazioni delSerio che avevano creato dan-ni a Bariano. Allora, però, nonerano ancora stati realizzatigli attuali argini del fiume».
Il Serio a Mozzanica è inve-ce tracimato l’anno scorso,nella zona sud del paese, dovesi trova il depuratore Cogeide.Qui il letto del fiume si restrin-ge notevolmente, aumentan-do così il rischio di esondazio-ne. Il livello dell’acqua è statotenuto monitorato ora per ora
minacciando le abitazioni delnostro centro». Si dice più pre-occupato delle rogge interneinvece che del Serio anche ilsindaco di Caravaggio, Giu-seppe Prevedini. Il motivo è l’esondazione avvenuta alcunifa, nella frazione di Vidalengo,della roggia Basso che avevaallagato alcune strade resi-denziali: «La problematica pe-rò – afferma il primo cittadino– possiamo dire che si è risoltagrazie ad alcuni lavori finaliz-zati a eliminare l’ostruzione causata al corso d’acqua dallalinea ferroviaria Treviglio-Cremona. E poi, soprattutto,grazie al completamento, da parte del Consorzio di bonificadella media pianura bergama-sca, del canale Gronda sud». Pa. Po. I fiumi sono osservati speciali
dalla Protezione civile: «Allafine, comunque, l’allarme erarientrato senza nessuna seriaconseguenza – ricorda il sin-daco Beppe Fossati –, aveva subito dei danni esclusiva-mente la pista ciclabile che co-steggia il fiume». Il primo cit-tadino si dice più preoccupato«per la gestione delle acque in-terne» ossia per il rischio diesondazione della roggia Al-china che attraversa l’abitatodel paese. «Questa roggia – spiega ancora Fossati – riceveacqua da canali di irrigazioneprovenienti da Fornovo e, incaso di forti precipitazioni, è acontinuo rischio esondazione
Un piano orobicoper intervenire subitoLa novità. Il progetto coordinato dalla Ster di Bergamoper «agguantare» i fondi non appena sono disponibili
Un nuovo approccioche abbandona l’ottica microdel singolo paese e quella macrodell’intera provincia, in favoredi un livello intermedio, pren-dendo in esame un intero baci-no.
Un lavoro di squadra per rac-cogliere il maggior numero diinformazioni possibili al fine distilare un progetto preliminaredi intervento. Il tutto conl’obiettivo di farsi trovare prontinon appena si presenti l’occa-sione di ottenere un finanzia-mento. È il nuovo metodo adot-tato dalla Ster di Bergamo (exGenio civile) che dal 2008 stalavorando a una serie di studiidrogeologici, idraulici e am-bientali di bacini o sottobaciniin collaborazione la Direzionegenerale Territorio della Regio-ne Lombardia, i Comuni, il Con-sorzio di bonifica, Uniacque e iParchi. Tutti insieme siedono atavoli tecnici, sotto il coordina-mento della Ster, raccolgono idati inerenti il territorio inte-ressato dalla criticità, dalle fo-tografie agli elementi tecnici,per poi affidare ai professionistii rilievi topografici e i sopralluo-ghi dai quali verrà stilato il do-cumento finale contenente leopere prioritarie con il relativoprogetto preliminare. Un nuovoapproccio che finora ha consen-tito di accedere a oltre sei milio-ni di euro di finanziamenti.
«Questi studi rappresentanoun’evoluzione importante –spiega Claudio Merati, dirigen-te della Sede territoriale di Ber-gamo – perché si lasciano la va-lutazione del rischio generale(dei 188 i comuni bergamaschicoinvolti) e quella specifica (lasingola frana o la singola eson-dazione), per passare a una sca-
L’esondazione del Morletta nel 2011 a Brignano
la sovraccomunale, che analizzauna realtà omogenea. Si avràpertanto un’analisi di alta quali-tà riguardante un intero baci-no». In un unico documentocioè «vengono riassunti tutti glielementi conoscitivi del pre-sente e del passato, permetten-do di individuare le opere ne-cessarie e i relativi elementi dipianificazione». Uno strumentopreliminare già pronto per ac-cedere, quando si crea la possi-bilità, ai finanziamenti. E grazieal quale le singole amministra-zioni locali potranno modifica-re il piano di Protezione civileper prevedere le azioni in casodi emergenza e di adeguare glistrumenti urbanistici.
Il primo dei sei studi, in corso
di realizzazione o ultimati, èstato quello riguardante ilBrembo ed è partito nel 2008.Ha individuato come interventiprioritari una serie di operazio-ni, già finanziate, contro le va-langhe o frane tra Dossena,Isola di Fondra, Valleve, Fop-polo, Carona, Piazzatorre,Santa Brigida, Branzi e Seri-na. Più recentemente, il 10 no-vembre, è stato approvato, inve-ce, lo «Studio idrologico, idrau-lico e ambientale a scala di sot-tobacino del torrente Dordo»che prevede il risezionamentoe l’asportazione del materialenell’alveo del torrente tra Am-bivere e Mapello (già finanzia-ti con 120mila euro) e la realiz-zazione di vasche di laminazio-ne. Gli altri lavori hanno riguar-dato il Lesina, il Morla e il Mor-letta. Questi studi, che hannopermesso finora di ottenerecomplessivamente finanzia-menti per circa sei milioni dieuro, hanno consentito anchedi arrivare anche ad alcune con-clusioni generali: «Viene con-fermato che la forte urbanizza-zione della fascia centrale dellaprovincia è a rischio – sottolineail dirigente della Ster –. Per po-ter migliorare la situazione bi-sogna prendere delle decisioniin ambito urbanistico, quindi sucome si edifica, ma anche inordine di laminazione (di ab-bassamento della portata delleacque, ndr). Il problema, infatti,è che avendo delle grosse super-fici impermeabilizzate, non ap-pena piove l’acqua arriva al tor-rente causando nei casi più gra-vi l’esondazione. Bisogna far sìche dalla fognatura al fiume iltempo si allunghi, proprio conquesti bacini rallentamento».
Come è stato fatto ad esem-pio al Morletta dove, con 500mila, euro è stato realizzato unpiccolo serbatoio. È in corso aPonte San Pietro sul Lesina lacostruzione un grosso bacino dirallentamento delle acque perun finanziamento da parte diRegione e del Consorzio di bo-nifica di 3,5 milioni di euro.«Questa ultima è la prima vascadi laminazione in provincia diBergamo di una certa dimensio-ne. Ed è frutto, come nel caso delMorletta, di questi nostri stu-di», conclude Merati. Elisa Riva
� Merati: studi che ci hanno permesso di recuperare finanziamenti per sei milioni
� A Ponte San Pietro sul Lesina un grosso bacino di rallentamento delle acque
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