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RASSEGNA STAMPA Aggiornamento: 10 ottobre 2014 GIORNATA MONDIALE DELLE MALATTIE REUMATICHE: QUALE ASSISTENZA PER I PAZIENTI? PERCHE’ NON INIZIARE DAL NURSING PROFESSIONALE?

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RASSEGNA STAMPA Aggiornamento: 10 ottobre 2014

GIORNATA MONDIALE DELLE MALATTIE REUMATICHE: QUALE ASSISTENZA PER I PAZIENTI?

PERCHE’ NON INIZIARE DAL NURSING PROFESSIONALE?

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Rassegna stampa GIORNATA MONDIALE DELLE MALATTIE REUMATICHE:

QUALE ASSISTENZA PER I PAZIENTI? Milano, 10 ottobre 2014

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Pegasonews.info Giornata mondiale delle malattie reumatiche: quale assistenza per i pazienti?

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Malattie Reumatiche, quale assistenza per i pazienti? Apmar: Perché non iniziare dal nursing professionale

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GIORNATA MONDIALE DELLE MALATTIE REUMATICHE: QUALE ASSISTENZA PER I PAZIENTI? SCRITTO DA GLORIA GIOVANETTI Categoria: Salute & Bellezza Pubblicato 09 Ottobre 2014

Il 12 ottobre si celebra la Giornata Mondiale delle malattie reumatiche, definite dall’OMS prima causa di dolore e disabilità in Europa. “Per affrontare queste malattie è importante adottare politiche socio sanitarie, già impiegate con successo in altri modelli sanitari, dichiara Antonella Celano Presidente APMAR Onlus – Associazione Persone con Malattie Reumatiche, che sostengano il paziente con interventi medici, e di assistenza anche psicologica per affrontare patologie croniche e invalidanti come quelle reumatiche”.

“La nostra Sanità, prosegue Celano, sta cercando nuovi modelli e soluzioni che portino benefici concreti al malato in un contesto di risparmio delle risorse economiche e delle professioni. Prevenzione e monitoraggio dell’efficacia della terapia rappresentano aspetti fondamentali che richiedono un grande sforzo organizzativo. Razionalizzare e ottimizzare sembrano le parole d’ordine: e allora perché non seguire la strada, già consolidata in altri Paesi, che ha portato alla valorizzazione della figura dell’infermiere specialista in reumatologia?”

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“Una figura centrale, quella dell’infermiere specialista in reumatologia, che affianca il reumatologo nella gestione del percorso assistenziale”, dichiara Walter Grassi, Direttore responsabile del reparto di Reumatologia del Presidio Ospedali Riuniti Murri-Jesi di Jesi, Ancona. “Un ruolo evidenziato dalla Società Europea di Reumatologia (EULAR), che in modo obiettivo, scientifico e apolitico riassume quali sono le buone pratiche cliniche che i sistemi sanitari dovrebbero garantire ai malati. Secondo le raccomandazioni condivise dall’EULAR, gli infermieri non solo dovrebbero interagire con i pazienti per un adeguato percorso educativo di quest’ultimo, ma dovrebbero essere coinvolti nell’intero percorso assistenziale, per identificare, valutare e discutere problematiche psico-sociali allo scopo di minimizzare la possibilità che i pazienti sviluppino ansia e depressione. I pazienti dovrebbero avere accesso ad una consulenza telefonica gestita dagli infermieri, per garantire un supporto continuo al malato, e gli infermieri dovrebbero avere accesso a programmi di formazione continua, allo scopo di migliorare e mantenere un appropriato livello di conoscenze e di specifiche abilità. “L’infermiere specialista in reumatologia può essere un potente alleato dei malati reumatici ed un prezioso collaboratore del reumatologo, continua Walter Grassi, l’approccio multi professionale ai malati reumatici è un’emergenza assistenziale che non può più essere evitata” conclude l’esperto.

In un contesto evoluto da questo punto di vista come quello del Regno Unito, all’interno del cosiddetto ambulatorio infermieristico, l’infermiere specialista costituisce l’anello di congiunzione tra l’ospedale e il medico di medicina generale. Questa figura si occupa in prima persona dell’esame clinico delle articolazioni e monitora l’efficacia della terapia in atto, verificando eventuali scostamenti rispetto alla normalità.

“Come pazienti, continua Antonella Celano, conosciamo il valore del supporto che l’infermiere specializzato può dare nella conoscenza della malattia e nel fornire suggerimenti per superarla e gestirla al meglio, ottimizzando il tempo dello specialista”. Da anni APMAR è impegnata nella valorizzazione di tale figura: “una collaborazione tra paziente, reumatologo e infermiere specializzato potrebbe davvero rispondere alla diminuzione delle risorse finanziarie globali; sollecitiamo dunque l'iter per il riconoscimento ufficiale dell’infermiere specializzato” conclude Celano.

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Giornata mondiale delle malattie reumatiche: quale assistenza per i pazienti? Il 12 ottobre si celebra la Giornata Mondiale delle malattie reumatiche, definite dall’OMS prima causa di dolore e disabilità in Europa. “Per affrontare queste malattie è importante adottare politiche socio sanitarie, già impiegate con successo in altri modelli sanitari, dichiara Antonella Celano Presidente APMAR Onlus – Associazione Persone con Malattie Reumatiche, che sostengano il paziente con interventi medici, e di assistenza anche psicologica per affrontare patologie croniche e invalidanti come quelle reumatiche”. “La nostra Sanità, prosegue Celano, sta cercando nuovi modelli e soluzioni che portino benefici concreti al malato in un contesto di risparmio delle risorse economiche e delle professioni. Prevenzione e monitoraggio dell’efficacia della terapia rappresentano aspetti fondamentali che richiedono un grande sforzo organizzativo. Razionalizzare e ottimizzare sembrano le parole d’ordine: e allora perché non seguire la strada, già consolidata in altri Paesi, che ha portato alla valorizzazione della figura dell’infermiere specialista in reumatologia?”

“Una figura centrale, quella dell’infermiere specialista in reumatologia, che affianca il reumatologo nella gestione del percorso assistenziale”, dichiara Walter Grassi, Direttore responsabile del reparto di Reumatologia del Presidio Ospedali Riuniti Murri-Jesi di Jesi, Ancona. “Un ruolo evidenziato dalla Società Europea di Reumatologia (EULAR), che in modo obiettivo, scientifico e apolitico riassume quali sono le buone pratiche cliniche che i sistemi sanitari dovrebbero garantire ai malati. Secondo le raccomandazioni condivise dall’EULAR, gli infermieri non solo dovrebbero interagire con i pazienti per

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un adeguato percorso educativo di quest’ultimo, ma dovrebbero essere coinvolti nell’intero percorso assistenziale, per identificare, valutare e discutere problematiche psico-sociali allo scopo di minimizzare la possibilità che i pazienti sviluppino ansia e depressione. I pazienti dovrebbero avere accesso ad una consulenza telefonica gestita dagli infermieri, per garantire un supporto continuo al malato, e gli infermieri dovrebbero avere accesso a programmi di formazione continua, allo scopo di migliorare e mantenere un appropriato livello di conoscenze e di specifiche abilità. “L’infermiere specialista in reumatologia può essere un potente alleato dei malati reumatici ed un prezioso collaboratore del reumatologo, continua Walter Grassi, l’approccio multi professionale ai malati reumatici è un’emergenza assistenziale che non può più essere evitata” conclude l’esperto. In un contesto evoluto da questo punto di vista come quello del Regno Unito, all’interno del cosiddetto ambulatorio infermieristico, l’infermiere specialista costituisce l’anello di congiunzione tra l’ospedale e il medico di medicina generale. Questa figura si occupa in prima persona dell’esame clinico delle articolazioni e monitora l’efficacia della terapia in atto, verificando eventuali scostamenti rispetto alla normalità.

“Come pazienti, continua Antonella Celano, conosciamo il valore del supporto che l’infermiere specializzato può dare nella conoscenza della malattia e nel fornire suggerimenti per superarla e gestirla al meglio, ottimizzando il tempo dello specialista”. Da anni APMAR è impegnata nella valorizzazione di tale figura: “una collaborazione tra paziente, reumatologo e infermiere specializzato potrebbe davvero rispondere alla diminuzione delle risorse finanziarie globali; sollecitiamo dunque l’iter per il riconoscimento ufficiale dell’infermiere specializzato” conclude Celano.

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Il 12 ottobre sarà la Giornata Mondiale delle malattie reumatiche

Il 12 ottobre si celebra la Giornata Mondiale delle malattie reumatiche, definite dall’OMS prima causa di dolore e disabilità in Europa. “Per affrontare queste malattie è importante adottare politiche socio sanitarie, già impiegate con successo in altri modelli sanitari, dichiara Antonella Celano Presidente APMAR Onlus – Associazione Persone con

Malattie Reumatiche, che sostengano il paziente con interventi medici, e di assistenza anche psicologica per affrontare patologie croniche e invalidanti come quelle reumatiche”.

“La nostra Sanità, prosegue Celano, sta cercando nuovi modelli e soluzioni che portino benefici concreti al malato in un contesto di risparmio delle risorse economiche e delle professioni. Prevenzione e monitoraggio dell’efficacia della terapia rappresentano aspetti fondamentali che richiedono un grande sforzo organizzativo. Razionalizzare e ottimizzare sembrano le parole d’ordine: e allora perché non seguire la strada, già consolidata in altri Paesi, che ha portato alla valorizzazione della figura dell’infermiere specialista in reumatologia?”

“Una figura centrale, quella dell’infermiere specialista in reumatologia, che affianca il reumatologo nella gestione del percorso assistenziale”, dichiara Walter Grassi, Direttore responsabile del reparto di Reumatologia del Presidio Ospedali Riuniti Murri-Jesi di Jesi, Ancona. “Un ruolo evidenziato dalla Società Europea di Reumatologia (EULAR), che in modo obiettivo, scientifico e apolitico riassume quali sono le buone pratiche cliniche che i sistemi sanitari dovrebbero garantire ai malati. Secondo le raccomandazioni condivise

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dall’EULAR, gli infermieri non solo dovrebbero interagire con i pazienti per un adeguato percorso educativo di quest’ultimo, ma dovrebbero essere coinvolti nell’intero percorso assistenziale, per identificare, valutare e discutere problematiche psico-sociali allo scopo di minimizzare la possibilità che i pazienti sviluppino ansia e depressione. I pazienti dovrebbero avere accesso ad una consulenza telefonica gestita dagli infermieri, per garantire un supporto continuo al malato, e gli infermieri dovrebbero avere accesso a programmi di formazione continua, allo scopo di migliorare e mantenere un appropriato livello di conoscenze e di specifiche abilità. “L’infermiere specialista in reumatologia può essere un potente alleato dei malati reumatici ed un prezioso collaboratore del reumatologo, continua Walter Grassi, l’approccio multi professionale ai malati reumatici è un’emergenza assistenziale che non può più essere evitata” conclude l’esperto.

In un contesto evoluto da questo punto di vista come quello del Regno Unito, all’interno del cosiddetto ambulatorio infermieristico, l’infermiere specialista costituisce l’anello di congiunzione tra l’ospedale e il medico di medicina generale. Questa figura si occupa in prima persona dell’esame clinico delle articolazioni e monitora l’efficacia della terapia in atto, verificando eventuali scostamenti rispetto alla normalità.

“Come pazienti, continua Antonella Celano, conosciamo il valore del supporto che l’infermiere specializzato può dare nella conoscenza della malattia e nel fornire suggerimenti per superarla e gestirla al meglio, ottimizzando il tempo dello specialista”. Da anni APMAR è impegnata nella valorizzazione di tale figura: “una collaborazione tra paziente, reumatologo e infermiere specializzato potrebbe davvero rispondere alla diminuzione delle risorse finanziarie globali; sollecitiamo dunque l’iter per il riconoscimento ufficiale dell’infermiere specializzato” conclude Celano.

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Malattie Reumatiche, quale assistenza per i pazienti? Apmar: Perché non iniziare dal nursing professionale 09/10/2014

Celano (Presidente Apmar): «Una collaborazione tra paziente, reumatologo e infermiere

specializzato potrebbe davvero rispondere alla diminuzione delle risorse finanziarie globali;

sollecitiamo dunque l’iter per il riconoscimento ufficiale dell’infermiere specializzato».

Il 12 ottobre si celebra la Giornata Mondiale delle malattie reumatiche, definite dall’Oms prima causa di dolore e disabilità

in Europa. «Per affrontare queste malattie è importante adottare politiche socio sanitarie, già impiegate con successo in

altri modelli sanitari» dichiara Antonella Celano Presidente Apmar Onlus – Associazione Persone con Malattie

Reumatiche, «che sostengano il paziente con interventi medici, e di assistenza anche psicologica per affrontare

patologie croniche e invalidanti come quelle reumatiche». «La nostra Sanità», prosegue Celano, «sta cercando nuovi

modelli e soluzioni che portino benefici concreti al malato in un contesto di risparmio delle risorse economiche e delle

professioni. Prevenzione e monitoraggio dell’efficacia della terapia rappresentano aspetti fondamentali che richiedono un

grande sforzo organizzativo. Razionalizzare e ottimizzare sembrano le parole d’ordine: e allora perché non seguire la

strada, già consolidata in altri Paesi, che ha portato alla valorizzazione della figura dell’infermiere specialista in

reumatologia?». «Una figura centrale, quella dell’infermiere specialista in reumatologia, che affianca il reumatologo nella

gestione del percorso assistenziale», dichiara Walter Grassi, Direttore responsabile del reparto di Reumatologia del

Presidio Ospedali Riuniti Murri-Jesi di Jesi, Ancona. «Un ruolo evidenziato dalla Società Europea di Reumatologia

(Eular), che in modo obiettivo, scientifico e apolitico riassume quali sono le buone pratiche cliniche che i sistemi sanitari

dovrebbero garantire ai malati. Secondo le raccomandazioni condivise dall’Eular, gli infermieri non solo dovrebbero

interagire con i pazienti per un adeguato percorso educativo di quest’ultimo, ma dovrebbero essere coinvolti nell’intero

percorso assistenziale, per identificare, valutare e discutere problematiche psico-sociali allo scopo di minimizzare la

possibilità che i pazienti sviluppino ansia e depressione. I pazienti dovrebbero avere accesso ad una consulenza

telefonica gestita dagli infermieri, per garantire un supporto continuo al malato, e gli infermieri dovrebbero avere accesso

a programmi di formazione continua, allo scopo di migliorare e mantenere un appropriato livello di conoscenze e di

specifiche abilità. “L’infermiere specialista in reumatologia può essere un potente alleato dei malati reumatici ed un

prezioso collaboratore del reumatologo», continua Walter Grassi, «l’approccio multi professionale ai malati reumatici è

un’emergenza assistenziale che non può più essere evitata» conclude l’esperto. In un contesto evoluto da questo punto

di vista come quello del Regno Unito, all’interno del cosiddetto ambulatorio infermieristico, l’infermiere specialista

costituisce l’anello di congiunzione tra l’ospedale e il medico di medicina generale. Questa figura si occupa in prima

persona dell’esame clinico delle articolazioni e monitora l’efficacia della terapia in atto, verificando eventuali scostamenti

9 ottobre 2014

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rispetto alla normalità. «Come pazienti, continua Antonella Celano, conosciamo il valore del supporto che l’infermiere

specializzato può dare nella conoscenza della malattia e nel fornire suggerimenti per superarla e gestirla al meglio,

ottimizzando il tempo dello specialista». Da anni Apmar è impegnata nella valorizzazione di tale figura: «una

collaborazione tra paziente, reumatologo e infermiere specializzato potrebbe davvero rispondere alla diminuzione delle

risorse finanziarie globali; sollecitiamo dunque l’iter per il riconoscimento ufficiale dell’infermiere specializzato» conclude

Celano.

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Giornata europea della malattie reumatiche: quale assistenza per i pazienti? Gio, 09/10/2014 - 12:41

Il 12 ottobre si celebra la Giornata Mondiale delle malattie reumatiche, definite dall’Oms prima causa di dolore e disabilità in Europa. “Per affrontare queste malattie è importante adottare politiche socio sanitarie, già impiegate con successo in altri modelli sanitari, dichiara Antonella Celano, presidente Apmar Onlus – Associazione persone con malattie reumatiche, che sostengano il paziente con interventi

medici, e di assistenza anche psicologica per affrontare patologie croniche e invalidanti come quelle reumatiche”.

“La nostra Sanità, prosegue Celano, sta cercando nuovi modelli e soluzioni che portino benefici concreti al malato in un contesto di risparmio delle risorse economiche e delle professioni. Prevenzione e monitoraggio dell’efficacia della terapia rappresentano aspetti fondamentali che richiedono un grande sforzo organizzativo. Razionalizzare e ottimizzare sembrano le parole d’ordine: e allora perché non seguire la strada, già consolidata in altri Paesi, che ha portato alla valorizzazione della figura dell’infermiere specialista in reumatologia?”

“Una figura centrale, quella dell’infermiere specialista in reumatologia, che affianca il reumatologo nella gestione del percorso assistenziale”, dichiara Walter Grassi, direttore responsabile del reparto di Reumatologia del Presidio Ospedali Riuniti Murri-Jesi di Jesi, Ancona. “Un ruolo evidenziato dalla Società europea di reumatologia (Eular), che in modo obiettivo, scientifico e apolitico riassume quali sono le buone pratiche cliniche che i sistemi sanitari dovrebbero garantire ai malati. Secondo le raccomandazioni condivise dall’Eular, gli infermieri non solo dovrebbero interagire con i pazienti per un adeguato percorso educativo di quest’ultimo, ma dovrebbero essere coinvolti nell’intero percorso assistenziale, per identificare, valutare e discutere problematiche psico-sociali allo scopo di minimizzare la possibilità che i pazienti sviluppino ansia e depressione. I pazienti dovrebbero avere accesso ad una consulenza telefonica gestita dagli infermieri, per garantire un supporto continuo al malato, e gli infermieri dovrebbero avere accesso a programmi di formazione continua, allo scopo di migliorare e mantenere un appropriato livello di conoscenze e di specifiche abilità. “L’infermiere specialista in reumatologia può essere un potente

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alleato dei malati reumatici ed un prezioso collaboratore del reumatologo, continua Walter Grassi, l’approccio multi professionale ai malati reumatici è un’emergenza assistenziale che non può più essere evitata” conclude l’esperto.

In un contesto evoluto da questo punto di vista come quello del Regno Unito, all’interno del cosiddetto ambulatorio infermieristico, l’infermiere specialista costituisce l’anello di congiunzione tra l’ospedale e il medico di medicina generale. Questa figura si occupa in prima persona dell’esame clinico delle articolazioni e monitora l’efficacia della terapia in atto, verificando eventuali scostamenti rispetto alla normalità.

“Come pazienti, continua Antonella Celano, conosciamo il valore del supporto che l’infermiere specializzato può dare nella conoscenza della malattia e nel fornire suggerimenti per superarla e gestirla al meglio, ottimizzando il tempo dello specialista”. Da anni Apmar è impegnata nella valorizzazione di tale figura: “una collaborazione tra paziente, reumatologo e infermiere specializzato potrebbe davvero rispondere alla diminuzione delle risorse finanziarie globali; sollecitiamo dunque l'iter per il riconoscimento ufficiale dell’infermiere specializzato” conclude Celano.

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GIORNATA MONDIALE DELLE MALATTIE REUMATICHE: QUALE ASSISTENZA PER I PAZIENTI?

Giovedì, 09 Ottobre 2014

Il 12 ottobre si celebra la Giornata Mondiale delle malattie reumatiche, definite dall’OMS prima

causa di dolore e disabilità in Europa. “Per affrontare queste malattie è importante adottare

politiche socio sanitarie, già impiegate con successo in altri modelli sanitari, dichiara Antonella Celano Presidente APMAR Onlus – Associazione Persone con Malattie Reumatiche, che sostengano il

paziente con interventi medici, e di assistenza anche psicologica per affrontare patologie croniche e

invalidanti come quelle reumatiche”.

“La nostra Sanità, prosegue Celano, sta cercando nuovi modelli e soluzioni che portino benefici concreti al

malato in un contesto di risparmio delle risorse economiche e delle professioni. Prevenzione e monitoraggio

dell’efficacia della terapia rappresentano aspetti fondamentali che richiedono un grande sforzo organizzativo.

Razionalizzare e ottimizzare sembrano le parole d’ordine: e allora perché non seguire la strada, già

consolidata in altri Paesi, che ha portato alla valorizzazione della figura dell’infermiere specialista in

reumatologia?”

“Una figura centrale, quella dell’infermiere specialista in reumatologia, che affianca il reumatologo nella

gestione del percorso assistenziale”, dichiara Walter Grassi, Direttore responsabile del reparto di

Reumatologia del Presidio Ospedali Riuniti Murri-Jesi di Jesi, Ancona. “Un ruolo evidenziato dalla Società

Europea di Reumatologia (EULAR), che in modo obiettivo, scientifico e apolitico riassume quali sono le

buone pratiche cliniche che i sistemi sanitari dovrebbero garantire ai malati. Secondo le raccomandazioni

condivise dall’EULAR, gli infermieri non solo dovrebbero interagire con i pazienti per un adeguato percorso

educativo di quest’ultimo, ma dovrebbero essere coinvolti nell’intero percorso assistenziale, per identificare,

valutare e discutere problematiche psico-sociali allo scopo di minimizzare la possibilità che i pazienti

sviluppino ansia e depressione. I pazienti dovrebbero avere accesso ad una consulenza telefonica gestita

dagli infermieri, per garantire un supporto continuo al malato, e gli infermieri dovrebbero avere accesso a

programmi di formazione continua, allo scopo di migliorare e mantenere un appropriato livello di conoscenze

e di specifiche abilità. “L’infermiere specialista in reumatologia può essere un potente alleato dei malati

reumatici ed un prezioso collaboratore del reumatologo, continua Walter Grassi, l’approccio multi

professionale ai malati reumatici è un’emergenza assistenziale che non può più essere evitata” conclude

l’esperto.

In un contesto evoluto da questo punto di vista come quello del Regno Unito, all’interno del cosiddetto

ambulatorio infermieristico, l’infermiere specialista costituisce l’anello di congiunzione tra l’ospedale e il

medico di medicina generale. Questa figura si occupa in prima persona dell’esame clinico delle articolazioni

e monitora l’efficacia della terapia in atto, verificando eventuali scostamenti rispetto alla normalità.

9 ottobre 2014

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“Come pazienti, continua Antonella Celano, conosciamo il valore del supporto che l’infermiere specializzato

può dare nella conoscenza della malattia e nel fornire suggerimenti per superarla e gestirla al meglio,

ottimizzando il tempo dello specialista”. Da anni APMAR è impegnata nella valorizzazione di tale figura: “una

collaborazione tra paziente, reumatologo e infermiere specializzato potrebbe davvero rispondere alla

diminuzione delle risorse finanziarie globali; sollecitiamo dunque l'iter per il riconoscimento ufficiale

dell’infermiere specializzato” conclude Celano.

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Giornata mondiale delle malattie reumatiche: quale assistenza per i pazienti? Il 12 ottobre si celebra la Giornata Mondiale delle malattie reumatiche, definite dall’OMS prima causa di dolore e disabilità in Europa. “Per affrontare queste malattie è importante adottare politiche socio sanitarie, già impiegate con successo in altri modelli sanitari, dichiara Antonella Celano Presidente APMAR Onlus – Associazione Persone con Malattie Reumatiche, che sostengano il paziente con

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interventi medici, e di assistenza anche psicologica per affrontare patologie croniche e invalidanti come quelle reumatiche”. “La nostra Sanità, prosegue Celano, sta cercando nuovi modelli e soluzioni che portino benefici concreti al malato in un contesto di risparmio delle risorse economiche e delle professioni. Prevenzione e monitoraggio dell’efficacia della terapia rappresentano aspetti fondamentali che richiedono un grande sforzo organizzativo. Razionalizzare e ottimizzare sembrano le parole d’ordine: e allora perché non seguire la strada, già consolidata in altri Paesi, che ha portato alla valorizzazione della figura dell’infermiere specialista in reumatologia?”

“Una figura centrale, quella dell’infermiere specialista in reumatologia, che affianca il reumatologo nella gestione del percorso assistenziale”, dichiara Walter Grassi, Direttore responsabile del reparto di Reumatologia del Presidio Ospedali Riuniti Murri-Jesi di Jesi, Ancona. “Un ruolo evidenziato dalla Società Europea di Reumatologia (EULAR), che in modo obiettivo, scientifico e apolitico riassume quali sono le buone pratiche cliniche che i sistemi sanitari dovrebbero garantire ai malati. Secondo le raccomandazioni condivise dall’EULAR, gli infermieri non solo dovrebbero interagire con i pazienti per un adeguato percorso educativo di quest’ultimo, ma dovrebbero essere coinvolti nell’intero percorso assistenziale, per identificare, valutare e discutere problematiche psico-sociali allo scopo di minimizzare la possibilità che i pazienti sviluppino ansia e depressione. I pazienti dovrebbero avere accesso ad una consulenza telefonica gestita dagli infermieri, per garantire un supporto continuo al malato, e gli infermieri dovrebbero avere accesso a programmi di formazione continua, allo scopo di migliorare e mantenere un appropriato livello di conoscenze e di specifiche abilità. “L’infermiere specialista in reumatologia può essere un potente alleato dei malati reumatici ed un prezioso collaboratore del reumatologo, continua Walter Grassi, l’approccio multi professionale ai malati reumatici è un’emergenza assistenziale che non può più essere evitata” conclude l’esperto. In un contesto evoluto da questo punto di vista come quello del Regno Unito, all’interno del cosiddetto ambulatorio infermieristico, l’infermiere specialista costituisce l’anello di congiunzione tra l’ospedale e il medico di medicina generale. Questa figura si occupa in prima persona dell’esame clinico delle articolazioni e monitora l’efficacia della terapia in atto, verificando eventuali scostamenti rispetto alla normalità.

“Come pazienti, continua Antonella Celano, conosciamo il valore del supporto che l’infermiere specializzato può dare nella conoscenza della malattia e nel fornire suggerimenti per superarla e gestirla al meglio, ottimizzando il tempo dello specialista”. Da anni APMAR è impegnata nella valorizzazione di tale figura: “una collaborazione tra paziente, reumatologo e infermiere specializzato potrebbe davvero rispondere alla diminuzione delle risorse finanziarie globali; sollecitiamo dunque l’iter per il riconoscimento ufficiale dell’infermiere specializzato” conclude Celano.

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Giornata mondiale delle malattie reumatiche: quale assistenza per i pazienti? Il 12 ottobre si celebra la Giornata Mondiale delle malattie reumatiche, definite dall’OMS prima causa di dolore e disabilità in Europa. “Per affrontare queste malattie è importante adottare politiche socio sanitarie, già impiegate con successo in altri modelli sanitari, dichiara Antonella Celano Presidente APMAR Onlus – Associazione Persone con Malattie Reumatiche, che sostengano il paziente con interventi medici, e di assistenza anche psicologica per affrontare patologie croniche e invalidanti come quelle reumatiche”. “La nostra Sanità, prosegue Celano, sta cercando nuovi modelli e soluzioni che portino benefici concreti al malato in un contesto di risparmio delle risorse economiche e delle professioni. Prevenzione e monitoraggio dell’efficacia della terapia rappresentano aspetti fondamentali che richiedono un grande

9 ottobre 2014

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sforzo organizzativo. Razionalizzare e ottimizzare sembrano le parole d’ordine: e allora perché non seguire la strada, già consolidata in altri Paesi, che ha portato alla valorizzazione della figura dell’infermiere specialista in reumatologia?”

“Una figura centrale, quella dell’infermiere specialista in reumatologia, che affianca il reumatologo nella gestione del percorso assistenziale”, dichiara Walter Grassi, Direttore responsabile del reparto di Reumatologia del Presidio Ospedali Riuniti Murri-Jesi di Jesi, Ancona. “Un ruolo evidenziato dalla Società Europea di Reumatologia (EULAR), che in modo obiettivo, scientifico e apolitico riassume quali sono le buone pratiche cliniche che i sistemi sanitari dovrebbero garantire ai malati. Secondo le raccomandazioni condivise dall’EULAR, gli infermieri non solo dovrebbero interagire con i pazienti per un adeguato percorso educativo di quest’ultimo, ma dovrebbero essere coinvolti nell’intero percorso assistenziale, per identificare, valutare e discutere problematiche psico-sociali allo scopo di minimizzare la possibilità che i pazienti sviluppino ansia e depressione. I pazienti dovrebbero avere accesso ad una consulenza telefonica gestita dagli infermieri, per garantire un supporto continuo al malato, e gli infermieri dovrebbero avere accesso a programmi di formazione continua, allo scopo di migliorare e mantenere un appropriato livello di conoscenze e di specifiche abilità. “L’infermiere specialista in reumatologia può essere un potente alleato dei malati reumatici ed un prezioso collaboratore del reumatologo, continua Walter Grassi, l’approccio multi professionale ai malati reumatici è un’emergenza assistenziale che non può più essere evitata” conclude l’esperto. In un contesto evoluto da questo punto di vista come quello del Regno Unito, all’interno del cosiddetto ambulatorio infermieristico, l’infermiere specialista costituisce l’anello di congiunzione tra l’ospedale e il medico di medicina generale. Questa figura si occupa in prima persona dell’esame clinico delle articolazioni e monitora l’efficacia della terapia in atto, verificando eventuali scostamenti rispetto alla normalità.

“Come pazienti, continua Antonella Celano, conosciamo il valore del supporto che l’infermiere specializzato può dare nella conoscenza della malattia e nel fornire suggerimenti per superarla e gestirla al meglio, ottimizzando il tempo dello specialista”. Da anni APMAR è impegnata nella valorizzazione di tale figura: “una collaborazione tra paziente, reumatologo e infermiere specializzato potrebbe davvero rispondere alla diminuzione delle risorse finanziarie globali; sollecitiamo dunque l’iter per il riconoscimento ufficiale dell’infermiere specializzato” conclude Celano.

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Malattie Reumatiche, quale assistenza per i pazienti? Apmar: Perché non iniziare dal nursing professionale 09/10/2014

Celano (Presidente Apmar): «Una collaborazione tra paziente, reumatologo e infermiere

specializzato potrebbe davvero rispondere alla diminuzione delle risorse finanziarie globali;

sollecitiamo dunque l’iter per il riconoscimento ufficiale dell’infermiere specializzato».

Il 12 ottobre si celebra la Giornata Mondiale delle malattie reumatiche, definite dall’Oms prima causa di dolore e disabilità in Europa. «Per affrontare queste malattie è importante adottare politiche socio sanitarie, già impiegate con successo in altri modelli sanitari» dichiara Antonella Celano Presidente Apmar Onlus – Associazione Persone con Malattie Reumatiche, «che sostengano il paziente con interventi medici, e di assistenza anche psicologica per affrontare patologie croniche e invalidanti come quelle reumatiche». «La nostra Sanità», prosegue Celano, «sta cercando nuovi modelli e soluzioni che portino benefici concreti al malato in un contesto di risparmio delle risorse economiche e delle professioni. Prevenzione e monitoraggio dell’efficacia della terapia rappresentano aspetti fondamentali che richiedono un grande sforzo organizzativo. Razionalizzare e ottimizzare sembrano le parole d’ordine: e allora perché non seguire la strada, già consolidata in altri Paesi, che ha portato alla valorizzazione della figura dell’infermiere specialista in reumatologia?». «Una figura centrale, quella dell’infermiere specialista in reumatologia, che affianca il reumatologo nella gestione del percorso assistenziale», dichiara Walter Grassi, Direttore responsabile del reparto di Reumatologia del Presidio Ospedali Riuniti Murri-Jesi di Jesi, Ancona. «Un ruolo evidenziato dalla Società Europea di Reumatologia (Eular), che in modo obiettivo, scientifico e apolitico riassume quali sono le buone pratiche cliniche che i sistemi sanitari dovrebbero garantire ai malati. Secondo le raccomandazioni condivise dall’Eular, gli infermieri non solo dovrebbero interagire con i pazienti per un adeguato percorso educativo di quest’ultimo, ma dovrebbero essere coinvolti nell’intero percorso assistenziale, per identificare, valutare e discutere problematiche psico-sociali allo scopo di minimizzare la possibilità che i pazienti sviluppino ansia e depressione. I pazienti dovrebbero avere accesso ad una consulenza telefonica gestita dagli infermieri, per garantire un supporto continuo al malato, e gli infermieri dovrebbero avere accesso a programmi di formazione continua, allo scopo di migliorare e mantenere un appropriato livello di conoscenze e di specifiche abilità. “L’infermiere specialista in reumatologia può essere un potente alleato dei malati reumatici ed un prezioso collaboratore del reumatologo», continua Walter Grassi, «l’approccio multi professionale ai malati reumatici è un’emergenza assistenziale che non può più essere evitata» conclude l’esperto. In un contesto evoluto da questo punto di vista come quello del Regno Unito, all’interno del cosiddetto ambulatorio infermieristico, l’infermiere specialista costituisce l’anello di congiunzione tra l’ospedale e il medico di medicina generale. Questa figura si occupa in prima persona dell’esame clinico delle articolazioni e monitora l’efficacia della terapia in atto, verificando eventuali scostamenti rispetto alla normalità. «Come pazienti, continua Antonella Celano, conosciamo il valore del supporto che l’infermiere specializzato può dare nella conoscenza della malattia e nel fornire suggerimenti per superarla e gestirla al meglio, ottimizzando il tempo dello specialista». Da anni Apmar è impegnata nella valorizzazione di tale figura: «una collaborazione tra paziente, reumatologo e infermiere specializzato potrebbe davvero rispondere alla diminuzione delle risorse finanziarie globali; sollecitiamo dunque l’iter per il riconoscimento ufficiale dell’infermiere specializzato» conclude Celano.

10 ottobre 2014 APMAR

10 ottobre 2014 APMAR

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GIORNATA MONDIALE DELLE MALATTIE REUMATICHE: QUALE ASSISTENZA PER I PAZIENTI? PERCHE’ NON INIZIARE DAL NURSING PROFESSIONALE?

Adriana M.R. Carluccio Milano, 9 ottobre 2014 - Il 12 ottobre si celebra la Giornata Mondiale delle malattie reumatiche, definite dall’OMS prima causa di dolore e disabilità in Europa. “Per affrontare queste malattie è importante adottare politiche socio sanitarie, già impiegate con successo in altri modelli sanitari, dichiara Antonella Celano Presidente APMAR Onlus – Associazione Persone con Malattie Reumatiche, che sostengano il paziente con interventi medici, e di assistenza anche psicologica per affrontare patologie croniche e invalidanti come quelle reumatiche”. “La nostra Sanità, prosegue Celano, sta cercando nuovi modelli e soluzioni che portino benefici concreti al malato in un contesto di risparmio delle risorse economiche e delle professioni. Prevenzione e monitoraggio dell’efficacia della terapia rappresentano aspetti fondamentali che richiedono un grande sforzo organizzativo. Razionalizzare e ottimizzare sembrano le parole d’ordine: e allora perché non seguire la strada, già consolidata in altri Paesi, che ha portato alla valorizzazione della figura dell’infermiere specialista in reumatologia?” “Una figura centrale, quella dell’infermiere specialista in reumatologia, che affianca il reumatologo nella gestione del percorso assistenziale”, dichiara Walter Grassi, Direttore responsabile del reparto di Reumatologia del Presidio Ospedali Riuniti Murri-Jesi di Jesi, Ancona. “Un ruolo evidenziato dalla Società Europea di Reumatologia (EULAR), che in modo obiettivo, scientifico e apolitico riassume quali sono le buone pratiche cliniche che i sistemi sanitari dovrebbero garantire ai malati. Secondo le raccomandazioni condivise dall’EULAR, gli infermieri non solo dovrebbero interagire con i pazienti per un adeguato percorso educativo di quest’ultimo, ma dovrebbero essere coinvolti nell’intero percorso assistenziale, per identificare, valutare e discutere problematiche psico-sociali allo scopo di minimizzare la possibilità che i pazienti sviluppino ansia e depressione. I pazienti dovrebbero avere accesso ad una consulenza telefonica gestita dagli infermieri, per garantire un supporto continuo al malato, e gli infermieri dovrebbero avere accesso a programmi di formazione continua, allo scopo di migliorare e mantenere un appropriato livello di conoscenze e di specifiche abilità. “L’infermiere specialista in reumatologia può essere un potente alleato dei malati reumatici ed un prezioso collaboratore del reumatologo, continua Walter Grassi, l’approccio multi professionale ai malati reumatici è un’emergenza assistenziale che non può più essere evitata” conclude l’esperto. In un contesto evoluto da questo punto di vista come quello del Regno Unito, all’interno del cosiddetto ambulatorio infermieristico, l’infermiere specialista costituisce l’anello di congiunzione tra l’ospedale e il medico di medicina generale. Questa figura si occupa in prima persona dell’esame clinico delle articolazioni e monitora l’efficacia della terapia in atto, verificando eventuali scostamenti rispetto alla normalità. “Come pazienti, continua Antonella Celano, conosciamo il valore del supporto che l’infermiere specializzato può dare nella conoscenza della malattia e nel fornire suggerimenti per superarla e gestirla al meglio, ottimizzando il tempo dello specialista”. Da anni APMAR è impegnata nella valorizzazione di tale figura: “una collaborazione tra paziente, reumatologo e infermiere specializzato potrebbe davvero rispondere alla diminuzione delle risorse finanziarie globali; sollecitiamo dunque l'iter per il riconoscimento ufficiale dell’infermiere specializzato” conclude Celano.

10 ottobre 2014 APMAR

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Malattie Reumatiche, quale assistenza per i pazienti? Apmar: Perché non iniziare dal nursing professionale 09/10/2014

Celano (Presidente Apmar): «Una collaborazione tra paziente, reumatologo e infermiere

specializzato potrebbe davvero rispondere alla diminuzione delle risorse finanziarie globali;

sollecitiamo dunque l’iter per il riconoscimento ufficiale dell’infermiere specializzato».

Il 12 ottobre si celebra la Giornata Mondiale delle malattie reumatiche, definite dall’Oms prima causa di dolore e disabilità in Europa. «Per affrontare queste malattie è importante adottare politiche socio sanitarie, già impiegate con successo in altri modelli sanitari» dichiara Antonella Celano Presidente Apmar Onlus – Associazione Persone con Malattie Reumatiche, «che sostengano il paziente con interventi medici, e di assistenza anche psicologica per affrontare patologie croniche e invalidanti come quelle reumatiche». «La nostra Sanità», prosegue Celano, «sta cercando nuovi modelli e soluzioni che portino benefici concreti al malato in un contesto di risparmio delle risorse economiche e delle professioni. Prevenzione e monitoraggio dell’efficacia della terapia rappresentano aspetti fondamentali che richiedono un grande sforzo organizzativo. Razionalizzare e ottimizzare sembrano le parole d’ordine: e allora perché non seguire la strada, già consolidata in altri Paesi, che ha portato alla valorizzazione della figura dell’infermiere specialista in reumatologia?». «Una figura centrale, quella dell’infermiere specialista in reumatologia, che affianca il reumatologo nella gestione del percorso assistenziale», dichiara Walter Grassi, Direttore responsabile del reparto di Reumatologia del Presidio Ospedali Riuniti Murri-Jesi di Jesi, Ancona. «Un ruolo evidenziato dalla Società Europea di Reumatologia (Eular), che in modo obiettivo, scientifico e apolitico riassume quali sono le buone pratiche cliniche che i sistemi sanitari dovrebbero garantire ai malati. Secondo le raccomandazioni condivise dall’Eular, gli infermieri non solo dovrebbero interagire con i pazienti per un adeguato percorso educativo di quest’ultimo, ma dovrebbero essere coinvolti nell’intero percorso assistenziale, per identificare, valutare e discutere problematiche psico-sociali allo scopo di minimizzare la possibilità che i pazienti sviluppino ansia e depressione. I pazienti dovrebbero avere accesso ad una consulenza telefonica gestita dagli infermieri, per garantire un supporto continuo al malato, e gli infermieri dovrebbero avere accesso a programmi di formazione continua, allo scopo di migliorare e mantenere un appropriato livello di conoscenze e di specifiche abilità. “L’infermiere specialista in reumatologia può essere un potente alleato dei malati reumatici ed un prezioso collaboratore del reumatologo», continua Walter Grassi, «l’approccio multi professionale ai malati reumatici è un’emergenza assistenziale che non può più essere evitata» conclude l’esperto. In un contesto evoluto da questo punto di vista come quello del Regno Unito, all’interno del cosiddetto ambulatorio infermieristico, l’infermiere specialista

10 ottobre 2014 Infermieri-Attivi

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costituisce l’anello di congiunzione tra l’ospedale e il medico di medicina generale. Questa figura si occupa in prima persona dell’esame clinico delle articolazioni e monitora l’efficacia della terapia in atto, verificando eventuali scostamenti rispetto alla normalità. «Come pazienti, continua Antonella Celano, conosciamo il valore del supporto che l’infermiere specializzato può dare nella conoscenza della malattia e nel fornire suggerimenti per superarla e gestirla al meglio, ottimizzando il tempo dello specialista». Da anni Apmar è impegnata nella valorizzazione di tale figura: «una collaborazione tra paziente, reumatologo e infermiere specializzato potrebbe davvero rispondere alla diminuzione delle risorse finanziarie globali; sollecitiamo dunque l’iter per il riconoscimento ufficiale dell’infermiere specializzato» conclude Celano.

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Malattie Reumatiche, quale assistenza per i pazienti? Apmar: Perché non iniziare dal nursing professionale 09/10/2014

Celano (Presidente Apmar): «Una collaborazione tra paziente, reumatologo e infermiere

specializzato potrebbe davvero rispondere alla diminuzione delle risorse finanziarie globali;

sollecitiamo dunque l’iter per il riconoscimento ufficiale dell’infermiere specializzato».

Il 12 ottobre si celebra la Giornata Mondiale delle malattie reumatiche, definite dall’Oms prima causa di dolore e disabilità in Europa. «Per affrontare queste malattie è importante adottare politiche socio sanitarie, già impiegate con successo in altri modelli sanitari» dichiara Antonella Celano Presidente Apmar Onlus – Associazione Persone con Malattie Reumatiche, «che sostengano il paziente con interventi medici, e di assistenza anche psicologica per affrontare patologie croniche e invalidanti come quelle reumatiche». «La nostra Sanità», prosegue Celano, «sta cercando nuovi modelli e soluzioni che portino benefici concreti al malato in un contesto di risparmio delle risorse economiche e delle professioni. Prevenzione e monitoraggio dell’efficacia della terapia rappresentano aspetti fondamentali che richiedono un grande sforzo organizzativo. Razionalizzare e ottimizzare sembrano le parole d’ordine: e allora perché non seguire la strada, già consolidata in altri Paesi, che ha portato alla valorizzazione della figura dell’infermiere specialista in reumatologia?». «Una figura centrale, quella dell’infermiere specialista in reumatologia, che affianca il reumatologo nella gestione del percorso assistenziale», dichiara Walter Grassi, Direttore responsabile del reparto di Reumatologia del Presidio Ospedali Riuniti Murri-Jesi di Jesi, Ancona. «Un ruolo evidenziato dalla Società Europea di Reumatologia (Eular), che in modo obiettivo, scientifico e apolitico riassume quali sono le buone pratiche cliniche che i sistemi sanitari dovrebbero garantire ai malati. Secondo le raccomandazioni condivise dall’Eular, gli infermieri non solo dovrebbero interagire con i pazienti per un adeguato percorso educativo di quest’ultimo, ma dovrebbero essere coinvolti nell’intero percorso assistenziale, per identificare, valutare e discutere problematiche psico-sociali allo scopo di minimizzare la possibilità che i pazienti sviluppino ansia e depressione. I pazienti dovrebbero avere accesso ad una consulenza telefonica gestita dagli infermieri, per garantire un supporto continuo al malato, e gli infermieri dovrebbero avere accesso a programmi di formazione continua, allo scopo di migliorare e mantenere un appropriato livello di conoscenze e di specifiche abilità. “L’infermiere specialista in reumatologia può essere un potente alleato dei malati reumatici ed un prezioso collaboratore del reumatologo», continua Walter Grassi, «l’approccio multi professionale ai malati reumatici è un’emergenza assistenziale che non può più essere evitata» conclude l’esperto. In un contesto evoluto da questo punto di vista come quello del Regno Unito, all’interno del cosiddetto ambulatorio infermieristico, l’infermiere specialista costituisce l’anello di congiunzione tra l’ospedale e il medico di medicina generale. Questa figura si occupa in prima

10 ottobre 2014 Infermieri liberi professionisti

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persona dell’esame clinico delle articolazioni e monitora l’efficacia della terapia in atto, verificando eventuali scostamenti rispetto alla normalità. «Come pazienti, continua Antonella Celano, conosciamo il valore del supporto che l’infermiere specializzato può dare nella conoscenza della malattia e nel fornire suggerimenti per superarla e gestirla al meglio, ottimizzando il tempo dello specialista». Da anni Apmar è impegnata nella valorizzazione di tale figura: «una collaborazione tra paziente, reumatologo e infermiere specializzato potrebbe davvero rispondere alla diminuzione delle risorse finanziarie globali; sollecitiamo dunque l’iter per il riconoscimento ufficiale dell’infermiere specializzato» conclude Celano.

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Malattie Reumatiche, quale assistenza per i pazienti? Apmar: Perché non iniziare dal nursing professionale 09/10/2014

Celano (Presidente Apmar): «Una collaborazione tra paziente, reumatologo e infermiere

specializzato potrebbe davvero rispondere alla diminuzione delle risorse finanziarie globali;

sollecitiamo dunque l’iter per il riconoscimento ufficiale dell’infermiere specializzato».

Il 12 ottobre si celebra la Giornata Mondiale delle malattie reumatiche, definite dall’Oms prima causa di dolore e disabilità in Europa. «Per affrontare queste malattie è importante adottare politiche socio sanitarie, già impiegate con successo in altri modelli sanitari» dichiara Antonella Celano Presidente Apmar Onlus – Associazione Persone con Malattie Reumatiche, «che sostengano il paziente con interventi medici, e di assistenza anche psicologica per affrontare patologie croniche e invalidanti come quelle reumatiche». «La nostra Sanità», prosegue Celano, «sta cercando nuovi modelli e soluzioni che portino benefici concreti al malato in un contesto di risparmio delle risorse economiche e delle professioni. Prevenzione e monitoraggio dell’efficacia della terapia rappresentano aspetti fondamentali che richiedono un grande sforzo organizzativo. Razionalizzare e ottimizzare sembrano le parole d’ordine: e allora perché non seguire la strada, già consolidata in altri Paesi, che ha portato alla valorizzazione della figura dell’infermiere specialista in reumatologia?». «Una figura centrale, quella dell’infermiere specialista in reumatologia, che affianca il reumatologo nella gestione del percorso assistenziale», dichiara Walter Grassi, Direttore responsabile del reparto di Reumatologia del Presidio Ospedali Riuniti Murri-Jesi di Jesi, Ancona. «Un ruolo evidenziato dalla Società Europea di Reumatologia (Eular), che in modo obiettivo, scientifico e apolitico riassume quali sono le buone pratiche cliniche che i sistemi sanitari dovrebbero garantire ai malati. Secondo le raccomandazioni condivise dall’Eular, gli infermieri non solo dovrebbero interagire con i pazienti per un adeguato percorso educativo di quest’ultimo, ma dovrebbero essere coinvolti nell’intero percorso assistenziale, per identificare, valutare e discutere problematiche psico-sociali allo scopo di minimizzare la possibilità che i pazienti sviluppino ansia e depressione. I pazienti dovrebbero avere accesso ad una consulenza telefonica gestita dagli infermieri, per garantire un supporto continuo al malato, e gli infermieri dovrebbero avere accesso a programmi di formazione continua, allo scopo di migliorare e mantenere un appropriato livello di conoscenze e di specifiche abilità. “L’infermiere specialista in reumatologia può essere un potente alleato dei malati reumatici ed un prezioso collaboratore del reumatologo», continua Walter Grassi, «l’approccio multi professionale ai malati reumatici è un’emergenza assistenziale che non può più essere evitata» conclude l’esperto. In un contesto evoluto da questo punto di vista come quello del Regno Unito, all’interno del cosiddetto ambulatorio infermieristico, l’infermiere specialista costituisce l’anello di congiunzione tra l’ospedale e il medico di medicina generale. Questa figura si occupa in prima

10 ottobre 2014 infermieri fuori dall'italia

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persona dell’esame clinico delle articolazioni e monitora l’efficacia della terapia in atto, verificando eventuali scostamenti rispetto alla normalità. «Come pazienti, continua Antonella Celano, conosciamo il valore del supporto che l’infermiere specializzato può dare nella conoscenza della malattia e nel fornire suggerimenti per superarla e gestirla al meglio, ottimizzando il tempo dello specialista». Da anni Apmar è impegnata nella valorizzazione di tale figura: «una collaborazione tra paziente, reumatologo e infermiere specializzato potrebbe davvero rispondere alla diminuzione delle risorse finanziarie globali; sollecitiamo dunque l’iter per il riconoscimento ufficiale dell’infermiere specializzato» conclude Celano.

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Malattie Reumatiche, quale assistenza per i pazienti? Apmar: Perché non iniziare dal nursing professionale 09/10/2014

Celano (Presidente Apmar): «Una collaborazione tra paziente, reumatologo e infermiere

specializzato potrebbe davvero rispondere alla diminuzione delle risorse finanziarie globali;

sollecitiamo dunque l’iter per il riconoscimento ufficiale dell’infermiere specializzato».

Il 12 ottobre si celebra la Giornata Mondiale delle malattie reumatiche, definite dall’Oms prima causa di dolore e disabilità in Europa. «Per affrontare queste malattie è importante adottare politiche socio sanitarie, già impiegate con successo in altri modelli sanitari» dichiara Antonella Celano Presidente Apmar Onlus – Associazione Persone con Malattie Reumatiche, «che sostengano il paziente con interventi medici, e di assistenza anche psicologica per affrontare patologie croniche e invalidanti come quelle reumatiche». «La nostra Sanità», prosegue Celano, «sta cercando nuovi modelli e soluzioni che portino benefici concreti al malato in un contesto di risparmio delle risorse economiche e delle professioni. Prevenzione e monitoraggio dell’efficacia della terapia rappresentano aspetti fondamentali che richiedono un grande sforzo organizzativo. Razionalizzare e ottimizzare sembrano le parole d’ordine: e allora perché non seguire la strada, già consolidata in altri Paesi, che ha portato alla valorizzazione della figura dell’infermiere specialista in reumatologia?». «Una figura centrale, quella dell’infermiere specialista in reumatologia, che affianca il reumatologo nella gestione del percorso assistenziale», dichiara Walter Grassi, Direttore responsabile del reparto di Reumatologia del Presidio Ospedali Riuniti Murri-Jesi di Jesi, Ancona. «Un ruolo evidenziato dalla Società Europea di Reumatologia (Eular), che in modo obiettivo, scientifico e apolitico riassume quali sono le buone pratiche cliniche che i sistemi sanitari dovrebbero garantire ai malati. Secondo le raccomandazioni condivise dall’Eular, gli infermieri non solo dovrebbero interagire con i pazienti per un adeguato percorso educativo di quest’ultimo, ma dovrebbero essere coinvolti nell’intero

10 ottobre 2014 ProntoInfermieri

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percorso assistenziale, per identificare, valutare e discutere problematiche psico-sociali allo scopo di minimizzare la possibilità che i pazienti sviluppino ansia e depressione. I pazienti dovrebbero avere accesso ad una consulenza telefonica gestita dagli infermieri, per garantire un supporto continuo al malato, e gli infermieri dovrebbero avere accesso a programmi di formazione continua, allo scopo di migliorare e mantenere un appropriato livello di conoscenze e di specifiche abilità. “L’infermiere specialista in reumatologia può essere un potente alleato dei malati reumatici ed un prezioso collaboratore del reumatologo», continua Walter Grassi, «l’approccio multi professionale ai malati reumatici è un’emergenza assistenziale che non può più essere evitata» conclude l’esperto. In un contesto evoluto da questo punto di vista come quello del Regno Unito, all’interno del cosiddetto ambulatorio infermieristico, l’infermiere specialista costituisce l’anello di congiunzione tra l’ospedale e il medico di medicina generale. Questa figura si occupa in prima persona dell’esame clinico delle articolazioni e monitora l’efficacia della terapia in atto, verificando eventuali scostamenti rispetto alla normalità. «Come pazienti, continua Antonella Celano, conosciamo il valore del supporto che l’infermiere specializzato può dare nella conoscenza della malattia e nel fornire suggerimenti per superarla e gestirla al meglio, ottimizzando il tempo dello specialista». Da anni Apmar è impegnata nella valorizzazione di tale figura: «una collaborazione tra paziente, reumatologo e infermiere specializzato potrebbe davvero rispondere alla diminuzione delle risorse finanziarie globali; sollecitiamo dunque l’iter per il riconoscimento ufficiale dell’infermiere specializzato» conclude Celano.

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Celano (Presidente Apmar): «Una collaborazione tra paziente, reumatologo e infermiere

specializzato potrebbe davvero rispondere alla diminuzione delle risorse finanziarie globali;

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Il 12 ottobre si celebra la Giornata Mondiale delle malattie reumatiche, definite dall’Oms prima causa di dolore e disabilità in Europa. «Per affrontare queste malattie è importante adottare politiche socio sanitarie, già impiegate con successo in altri modelli sanitari» dichiara Antonella Celano Presidente Apmar Onlus – Associazione Persone con Malattie Reumatiche, «che sostengano il paziente con interventi medici, e di assistenza anche psicologica per affrontare patologie croniche e invalidanti come quelle reumatiche». «La nostra Sanità», prosegue Celano, «sta cercando nuovi modelli e soluzioni che portino benefici concreti al malato in un contesto di risparmio delle risorse economiche e delle professioni. Prevenzione e monitoraggio dell’efficacia della terapia rappresentano aspetti fondamentali che richiedono un grande sforzo organizzativo. Razionalizzare e ottimizzare sembrano le parole d’ordine: e allora perché non seguire la strada, già consolidata in altri Paesi, che ha portato alla valorizzazione della figura dell’infermiere specialista in reumatologia?». «Una figura centrale, quella dell’infermiere specialista in reumatologia, che affianca il reumatologo nella gestione del percorso assistenziale», dichiara Walter Grassi, Direttore responsabile del reparto di Reumatologia del Presidio Ospedali Riuniti Murri-Jesi di Jesi, Ancona. «Un ruolo evidenziato dalla Società Europea di Reumatologia (Eular), che in modo obiettivo, scientifico e apolitico riassume quali sono le buone pratiche cliniche che i sistemi sanitari dovrebbero garantire ai malati. Secondo le raccomandazioni condivise dall’Eular, gli infermieri non solo dovrebbero interagire con i pazienti per un adeguato percorso educativo di quest’ultimo, ma dovrebbero essere coinvolti nell’intero percorso assistenziale, per identificare, valutare e discutere problematiche psico-sociali allo scopo di minimizzare la possibilità che i pazienti sviluppino ansia e depressione. I pazienti dovrebbero avere accesso ad una consulenza

10 ottobre 2014 Infermieri Italia

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telefonica gestita dagli infermieri, per garantire un supporto continuo al malato, e gli infermieri dovrebbero avere accesso a programmi di formazione continua, allo scopo di migliorare e mantenere un appropriato livello di conoscenze e di specifiche abilità. “L’infermiere specialista in reumatologia può essere un potente alleato dei malati reumatici ed un prezioso collaboratore del reumatologo», continua Walter Grassi, «l’approccio multi professionale ai malati reumatici è un’emergenza assistenziale che non può più essere evitata» conclude l’esperto. In un contesto evoluto da questo punto di vista come quello del Regno Unito, all’interno del cosiddetto ambulatorio infermieristico, l’infermiere specialista costituisce l’anello di congiunzione tra l’ospedale e il medico di medicina generale. Questa figura si occupa in prima persona dell’esame clinico delle articolazioni e monitora l’efficacia della terapia in atto, verificando eventuali scostamenti rispetto alla normalità. «Come pazienti, continua Antonella Celano, conosciamo il valore del supporto che l’infermiere specializzato può dare nella conoscenza della malattia e nel fornire suggerimenti per superarla e gestirla al meglio, ottimizzando il tempo dello specialista». Da anni Apmar è impegnata nella valorizzazione di tale figura: «una collaborazione tra paziente, reumatologo e infermiere specializzato potrebbe davvero rispondere alla diminuzione delle risorse finanziarie globali; sollecitiamo dunque l’iter per il riconoscimento ufficiale dell’infermiere specializzato» conclude Celano.

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Malattie Reumatiche, quale assistenza per i pazienti? Apmar: Perché non iniziare dal nursing professionale 09/10/2014

Celano (Presidente Apmar): «Una collaborazione tra paziente, reumatologo e infermiere

specializzato potrebbe davvero rispondere alla diminuzione delle risorse finanziarie globali;

sollecitiamo dunque l’iter per il riconoscimento ufficiale dell’infermiere specializzato».

Il 12 ottobre si celebra la Giornata Mondiale delle malattie reumatiche, definite dall’Oms prima causa di dolore e disabilità in Europa. «Per affrontare queste malattie è importante adottare politiche socio sanitarie, già impiegate con successo in altri modelli sanitari» dichiara Antonella Celano Presidente Apmar Onlus – Associazione Persone con Malattie Reumatiche, «che sostengano il paziente con interventi medici, e di assistenza anche psicologica per affrontare patologie croniche e invalidanti come quelle reumatiche». «La nostra Sanità», prosegue Celano, «sta cercando nuovi modelli e soluzioni che portino benefici concreti al malato in un contesto di risparmio delle risorse economiche e delle professioni. Prevenzione e monitoraggio dell’efficacia della terapia rappresentano aspetti fondamentali che richiedono un grande sforzo organizzativo. Razionalizzare e ottimizzare sembrano le parole d’ordine: e allora perché non seguire la strada, già consolidata in altri Paesi, che ha portato alla valorizzazione della figura dell’infermiere specialista in reumatologia?». «Una figura centrale, quella dell’infermiere specialista in reumatologia, che affianca il reumatologo nella gestione del percorso assistenziale», dichiara Walter Grassi, Direttore responsabile del reparto di Reumatologia del Presidio Ospedali Riuniti Murri-Jesi di Jesi, Ancona. «Un ruolo evidenziato dalla Società Europea di Reumatologia (Eular), che in modo obiettivo, scientifico e apolitico riassume quali sono le buone pratiche cliniche che i sistemi sanitari dovrebbero garantire ai malati. Secondo le raccomandazioni condivise dall’Eular, gli infermieri non solo dovrebbero interagire con i pazienti per un adeguato percorso educativo di quest’ultimo, ma dovrebbero essere coinvolti nell’intero

10 ottobre 2014 Pianeta salute

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percorso assistenziale, per identificare, valutare e discutere problematiche psico-sociali allo scopo di minimizzare la possibilità che i pazienti sviluppino ansia e depressione. I pazienti dovrebbero avere accesso ad una consulenza telefonica gestita dagli infermieri, per garantire un supporto continuo al malato, e gli infermieri dovrebbero avere accesso a programmi di formazione continua, allo scopo di migliorare e mantenere un appropriato livello di conoscenze e di specifiche abilità. “L’infermiere specialista in reumatologia può essere un potente alleato dei malati reumatici ed un prezioso collaboratore del reumatologo», continua Walter Grassi, «l’approccio multi professionale ai malati reumatici è un’emergenza assistenziale che non può più essere evitata» conclude l’esperto. In un contesto evoluto da questo punto di vista come quello del Regno Unito, all’interno del cosiddetto ambulatorio infermieristico, l’infermiere specialista costituisce l’anello di congiunzione tra l’ospedale e il medico di medicina generale. Questa figura si occupa in prima persona dell’esame clinico delle articolazioni e monitora l’efficacia della terapia in atto, verificando eventuali scostamenti rispetto alla normalità. «Come pazienti, continua Antonella Celano, conosciamo il valore del supporto che l’infermiere specializzato può dare nella conoscenza della malattia e nel fornire suggerimenti per superarla e gestirla al meglio, ottimizzando il tempo dello specialista». Da anni Apmar è impegnata nella valorizzazione di tale figura: «una collaborazione tra paziente, reumatologo e infermiere specializzato potrebbe davvero rispondere alla diminuzione delle risorse finanziarie globali; sollecitiamo dunque l’iter per il riconoscimento ufficiale dell’infermiere specializzato» conclude Celano.

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Malattie Reumatiche, quale assistenza per i pazienti? Apmar: Perché non iniziare dal nursing professionale 09/10/2014

Celano (Presidente Apmar): «Una collaborazione tra paziente, reumatologo e infermiere

specializzato potrebbe davvero rispondere alla diminuzione delle risorse finanziarie globali;

sollecitiamo dunque l’iter per il riconoscimento ufficiale dell’infermiere specializzato».

Il 12 ottobre si celebra la Giornata Mondiale delle malattie reumatiche, definite dall’Oms prima causa di dolore e disabilità in Europa. «Per affrontare queste malattie è importante adottare politiche socio sanitarie, già impiegate con successo in altri modelli sanitari» dichiara Antonella Celano Presidente Apmar Onlus – Associazione Persone con Malattie Reumatiche, «che sostengano il paziente con interventi medici, e di assistenza anche psicologica per affrontare patologie croniche e invalidanti come quelle reumatiche». «La nostra Sanità», prosegue Celano, «sta cercando nuovi modelli e soluzioni che portino benefici concreti al malato in un contesto di risparmio delle risorse economiche e delle professioni. Prevenzione e monitoraggio dell’efficacia della terapia rappresentano aspetti fondamentali che richiedono un grande sforzo organizzativo. Razionalizzare e ottimizzare sembrano le parole d’ordine: e allora perché non seguire la strada, già consolidata in altri Paesi, che ha portato alla valorizzazione della figura dell’infermiere specialista in reumatologia?». «Una figura centrale, quella dell’infermiere specialista in reumatologia, che affianca il reumatologo nella gestione del percorso assistenziale», dichiara Walter Grassi, Direttore responsabile del reparto di Reumatologia del Presidio Ospedali Riuniti Murri-Jesi di Jesi, Ancona. «Un ruolo evidenziato dalla Società Europea di Reumatologia (Eular), che in modo obiettivo, scientifico e apolitico riassume quali sono le buone pratiche cliniche che i sistemi sanitari dovrebbero garantire ai malati. Secondo le raccomandazioni condivise dall’Eular, gli infermieri non solo dovrebbero interagire con i pazienti per un adeguato percorso educativo di quest’ultimo, ma dovrebbero essere coinvolti nell’intero percorso assistenziale, per identificare, valutare e discutere problematiche psico-sociali allo scopo di minimizzare la possibilità che i pazienti sviluppino ansia e depressione. I pazienti dovrebbero avere accesso ad una consulenza

10 ottobre 2014 Infermieri per la salute

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telefonica gestita dagli infermieri, per garantire un supporto continuo al malato, e gli infermieri dovrebbero avere accesso a programmi di formazione continua, allo scopo di migliorare e mantenere un appropriato livello di conoscenze e di specifiche abilità. “L’infermiere specialista in reumatologia può essere un potente alleato dei malati reumatici ed un prezioso collaboratore del reumatologo», continua Walter Grassi, «l’approccio multi professionale ai malati reumatici è un’emergenza assistenziale che non può più essere evitata» conclude l’esperto. In un contesto evoluto da questo punto di vista come quello del Regno Unito, all’interno del cosiddetto ambulatorio infermieristico, l’infermiere specialista costituisce l’anello di congiunzione tra l’ospedale e il medico di medicina generale. Questa figura si occupa in prima persona dell’esame clinico delle articolazioni e monitora l’efficacia della terapia in atto, verificando eventuali scostamenti rispetto alla normalità. «Come pazienti, continua Antonella Celano, conosciamo il valore del supporto che l’infermiere specializzato può dare nella conoscenza della malattia e nel fornire suggerimenti per superarla e gestirla al meglio, ottimizzando il tempo dello specialista». Da anni Apmar è impegnata nella valorizzazione di tale figura: «una collaborazione tra paziente, reumatologo e infermiere specializzato potrebbe davvero rispondere alla diminuzione delle risorse finanziarie globali; sollecitiamo dunque l’iter per il riconoscimento ufficiale dell’infermiere specializzato» conclude Celano.