Giornata mondiale dell'ambiente

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Giornata mondiale dell’Ambiente 2016: lo spreco alimentare costa all’ambiente 500 milioni di tonnellate di CO2

Giornata mondialedell’Ambiente 2016: lospreco alimentare costaall’ambiente 500 milioni ditonnellate di CO2.

L’appello di QUIFoundation: “non sprecate ilcibo, donatelo!”.

La Onlus si propone comesupporto per i locali foodche vogliono offrirel’invenduto per donarlo achi ha più bisogno.

La tutela del nostro Pianetadipende anche dalle nostreabitudini alimentari.

Per questo la Giornatamondiale dell’Ambiente (5giugno) è l’occasione perQUI Foundation, Onlus chedal 2007 lotta contro gli sprechi alimentari, per ricordare l’importanza di un sistema più efficiente eper lanciare un appello a chi ha cibo in eccedenza che...

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3 giugno 2016

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co2/

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Ambiente, lo spreco alimentare 'costa' 500 mln di tonnellate diCO2

Roma, 3 giu.

- (AdnKronos) - Lo sprecoalimentare 'costa'all’ambiente 500 milioni ditonnellate di emissioni diCO2 e si prevede che, conincremento demografico el’eccessiva produzionealimentare (che aumenta inmodo più che proporzionaleal fabbisogno alimentare),entro il 2050 potrebberodiventare 2,5 miliardi ditonnellate.

E' così che, in occasionedella giornata mondialedell’Ambiente che si celebrail 5 giugno, Qui Foundation,Onlus che dal 2007 lottacontro gli sprechi alimentari,lancia un appello a chi hacibo in eccedenza che puòessere donato.

“Andate sul sito e segnalate il vostro locale: vi metteremo in contatto con la Onlus più vicina a voi,che dispone di una mensa caritativa e ha necessità di pasti gratuiti”, è il messaggio di QuiFoundation che dalla sua nascita (2007) a oggi, attraverso il progetto Pasto Buono, ha recuperato edonato 800mila pasti, 300mila dei quali dai locali food della sua rete, salvandoli dalla spazzatura.

Oggi, sono 1,3 miliardi le tonnellate di alimenti che ogni anno vengono buttate, tra il 30% e il 40% diquanto viene prodotto globalmente.

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Ecco perché ridurre lo spreco alimentare, dare valore alle eccedenze e donarle vuol dire farequalcosa per l’ambiente.

Ad oggi, spiega Gregorio Fogliani, presidente di Qui Foundation, "solo in Italia, si sprecano 179 kg dicibo a persona all’anno, con un evidente impatto sull’ambiente dovuto allo smaltimento di rifiuti.

Ma molto del cibo che si spreca, soprattutto nel settore della ristorazione, è ancora buono e in ottimostato e potrebbe diventare una risorsa per chi non ha nulla".

Secondo la Onlus, fondamentale per la riduzione degli sprechi alimentari è la semplificazione delleprocedure per chi decide di donare le eccedenze alimentari e la creazione di un sistema di incentiviche incoraggi la diffusione delle buone pratiche contro gli sprechi.

Una legge, al momento al vaglio del Senato, potrebbe esaudire le richieste di Onlus e locali chepartecipano alla ridistribuzione delle risorse, che da anni chiedono una sburocratizzazione delleprocedure.

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Ambiente, lo spreco alimentare 'costa' 500 mln di tonnellate diCO2

Roma, 3 giu.

(AdnKronos Salute) - Lo spreco alimentare 'costa' all'ambiente 500 milioni di tonnellate di emissionidi CO2 e si prevede che, con l'incremento demografico e l'eccessiva produzione alimentare (cheaumenta in modo più che proporzionale al fabbisogno alimentare), entro il 2050 potrebberodiventare 2,5 miliardi di tonnellate.

E'così che, in occasione della Giornata mondiale dell'ambiente che si celebra il 5 giugno, QuiFoundation, onlus che dal 2007 lotta contro gli sprechi alimentari, lancia un appello a chi ha cibo ineccedenza che può essere donato."Andate sul sito e segnalate il vostro locale: vi metteremo incontatto con la onlus più vicina a voi, che dispone di una mensa caritativa e ha necessità di pastigratuiti", è il messaggio di Qui Foundation che dalla sua nascita a oggi, attraverso il progetto'Pastobuono', ha recuperato e donato 800 mila pasti, 300 mila dei quali dai locali food della sua rete,salvandoli dalla spazzatura.

Oggi, sono 1,3 miliardi le tonnellate di alimenti che ogni anno vengono buttate, tra il 30% e il 40% diquanto viene prodotto globalmente.

Ecco perché ridurre lo spreco alimentare, dare valore alle eccedenze e donarle vuol dire farequalcosa per l'ambiente.

Ad oggi, spiega Gregorio Fogliani, presidente di Qui Foundation, "solo in Italia si sprecano 179 kgdi cibo a persona all'anno, con un evidente impatto sull'ambiente dovuto allo smaltimento di rifiuti.

Ma molto del cibo che si spreca, soprattutto nel settore della ristorazione, è ancora buono e inottimo stato e potrebbe diventare una risorsa per chi non ha nulla".

Secondo la Onlus, fondamentale per la riduzione degli sprechi alimentari è la semplificazione delleprocedure per chi decide di donare le eccedenze alimentari e la creazione di un sistema di incentiviche incoraggi la diffusione delle buone pratiche contro gli sprechi.

Una legge, al momento al vaglio del Senato, potrebbe esaudire le richieste di onlus e locali chepartecipano alla ridistribuzione delle risorse, che da anni chiedono una sburocratizzazione delleprocedure.

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Ambiente, lo spreco alimentare 'costa' 500 mln di tonnellate diCO2

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ADN Kronos Roma, 3 giu.

- (AdnKronos) - Lo spreco alimentare 'costa' all’ambiente 500 milioni di tonnellate di emissioni diCO2 e si prevede che, con incremento demografico e l’eccessiva produzione alimentare (cheaumenta in modo più che proporzionale al fabbisogno alimentare), entro il 2050 potrebberodiventare 2,5 miliardi di tonnellate.

E' così che, in occasione della giornata mondiale dell’Ambiente che si celebra il 5 giugno, QuiFoundation, Onlus che dal 2007 lotta contro gli sprechi alimentari, lancia un appello a chi ha cibo ineccedenza che può essere donato."Andate sul sito e segnalate il vostro locale: vi metteremo incontatto con la Onlus più vicina a voi, che dispone di una mensa caritativa e ha necessità di pastigratuiti", è il messaggio di Qui Foundation che dalla sua nascita (2007) a oggi, attraverso il progettoPasto Buono, ha recuperato e donato 800mila pasti, 300mila dei quali dai locali food della sua rete,salvandoli dalla spazzatura.Oggi, sono 1,3 miliardi le tonnellate di alimenti che ogni anno vengonobuttate, tra il 30% e il 40% di quanto viene prodotto globalmente.

Ecco perché ridurre lo spreco alimentare, dare valore alle eccedenze e donarle vuol dire farequalcosa per l’ambiente.

Ad oggi, spiega Gregorio Fogliani, presidente di Qui Foundation, "solo in Italia, si sprecano 179 kgdi cibo a persona all’anno, con un evidente impatto sull’ambiente dovuto allo smaltimento di rifiuti.

Ma molto del cibo che si spreca, soprattutto nel settore della ristorazione, è ancora buono e inottimo stato e potrebbe diventare una risorsa per chi non ha nulla".

Secondo la Onlus, fondamentale per la riduzione degli sprechi alimentari è la semplificazione delleprocedure per chi decide di donare le eccedenze alimentari e la creazione di un sistema di incentiviche incoraggi la diffusione delle buone pratiche contro gli sprechi.

Una legge, al momento al vaglio del Senato, potrebbe esaudire le richieste di Onlus e locali chepartecipano alla ridistribuzione delle risorse, che da anni chiedono una sburocratizzazione delleprocedure.

Adnkronos

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Spreco alimentare di 179 chili procapite all'anno

di angela pieri Direi chesiamo fuori carreggiata.

Quasi 180 kg di cibosprecato, in Italia, apersona in un anno, non èpeccato.

È un'eresia.

Rende bene l'idea di comele risorse alimentari delpianeta siano così malottimizzate.

Si, d'accordo le celebrazioniper la Giornata Mondialedell'Ambiente, ma i discorsile porta via il vento.

Ancora una volta, occorrepuntare il dito contro lepolitiche mondiali enazionali incapaci di forniregli strumenti legislativi e burocratici per eliminare una problematica ormai indecente.

Lasciando da parte ogni considerazione etica o faziosa, una copiosa quantità di cibo sprecatocome quella denunciata da dalla Onlus"Qui Foundation", nella figura del suo presidente GregorioFogliani, genera una sonora indignazione.

Non è un problema da poco.

Prendere dei rimedi è fattibile, manca soltanto la buona volontà.

Chi ha cibo in eccedenza, potrebbe facilmente donarlo.

Ma per queste 'operazioni' serve, secondo la Onlus, una semplificazione delle procedure nellaridistribuzione delle eccedenze alimentari e una serie di incentivi per promuovere la diffusione dellebuone pratiche contro gli sprechi alimentari.

Allo stato attuale esiste una legge al vaglio del Senato sulla materia in questione.

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Ma niente più.

Un ritardo poco giustificabile se si pensa alla crescita del numero di persone bisognose anche dibeni primari.

Inoltre, informa Adnkronos, che lo spreco alimentare comporta un costo anche in termini ambientali:500 milioni di tonnellate di emissioni di CO2.

Calcolando l'incremento demografico si calcola che entro il 2050 potrebbero, addirittura, diventare 2miliardi di tonnellate e mezzo.

"Oggi sono 1,3 miliardi le tonnellate di alimenti che annualmente vengono buttate, tra il 30% e il 40%della produzione globale".

La Onlus Qui Foundation lancia un appello: "Andate sul sito e segnale il vostro locale, vi metteremoin contatto con la Onlus più vicina a voi, che dispone di una mensa caritativa e necessità di pastigratuiti.

La nostra Onlus dal 2007, anno della sua nascita a oggi, con il progetto Pasto Buono, ha recuperato800 mila pasti, 300 mila dei quali dai locali food della sua rete, salvandoli dalla spazzatura".

Fogliani evidenzia come il settore ristorazione dispone di ottimo cibo che potrebbe essere di grandeaiuto per chi non ne ha".

Ma ancora una volta si torna al punto di partenza.

Il ciclo andrebbe regolarizzato a sicurezza e garanzia di tutte le parti coinvolte.

In alcuni negozi, poco prima dell'ora di chiusura, viene affisso un cartello che informa che il cibosano e invenduto viene messo nelle disponibilità dei bisognosi.

Comportamenti nobili e virtuosi che partono, però, da singoli.

Serve una rete assistenziale e umanitaria.

Serve sburocrizzare alcune regole.

Ma, più di tutto, serve la buona volontà.

Della politica.

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Ambiente, lo spreco alimentare ‘costa’ 500 mln di tonnellate diCO2

Roma, 3 giu.

- (AdnKronos) - Lo sprecoalimentare 'costa'all'ambiente 500 milioni ditonnellate di emissioni diCO2 e si prevede che, conincremento demografico el'eccessiva produzionealimentare (che aumenta inmodo più che proporzionaleal fabbisogno alimentare),entro il 2050 potrebberodiventare 2,5 miliardi ditonnellate.

E' così che, in occasionedella giornata mondialedell'Ambiente che si celebrail 5 giugno, Qui Foundation,Onlus che dal 2007 lottacontro gli sprechi alimentari,lancia un appello a chi hacibo in eccedenza che puòessere donato.

?Andate sul sito e segnalate il vostro locale: vi metteremo in contatto con la Onlus più vicina a voi,che dispone di una mensa caritativa e ha necessità di pasti gratuiti?, è il messaggio di QuiFoundation che dalla sua nascita (2007) a oggi, attraverso il progetto Pasto Buono, ha recuperato edonato 800mila pasti, 300mila dei quali dai locali food della sua rete, salvandoli dalla spazzatura.

Oggi, sono 1,3 miliardi le tonnellate di alimenti che ogni anno vengono buttate, tra il 30% e il 40% diquanto viene prodotto globalmente.

Ecco perché ridurre lo spreco alimentare, dare valore alle eccedenze e donarle vuol dire farequalcosa per l'ambiente.

Ad oggi, spiega Gregorio Fogliani, presidente di Qui Foundation, "solo in Italia, si sprecano 179 kgdi cibo a persona all'anno, con un evidente impatto sull'ambiente dovuto allo smaltimento di rifiuti.

Ma molto del cibo che si spreca, soprattutto nel settore della ristorazione, è ancora buono e in

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ottimo stato e potrebbe diventare una risorsa per chi non ha nulla".

Secondo la Onlus, fondamentale per la riduzione degli sprechi alimentari è la semplificazione delleprocedure per chi decide di donare le eccedenze alimentari e la creazione di un sistema di incentiviche incoraggi la diffusione delle buone pratiche contro gli sprechi.

Una legge, al momento al vaglio del Senato, potrebbe esaudire le richieste di Onlus e locali chepartecipano alla ridistribuzione delle risorse, che da anni chiedono una sburocratizzazione delleprocedure.

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Giornata Mondiale dell'Ambiente. L'appello di QUI Foundationcontro gli sprechi alimentari

La tutela del nostro Pianetadipende anche dalle nostreabitudini alimentari.

Per questo la Giornatamondiale dell’Ambiente (5giugno) è l’occasione perQUI Foundation, Onlus chedal 2007 lotta contro glisprechi alimentari, perricordare l’importanza di unsistema più efficiente e perlanciare un appello a chi hacibo in eccedenza che puòessere donato.

“Andate sul sito e segnalateil vostro locale: vimetteremo in contatto conla Onlus più vicina a voi,che dispone di una mensacaritativa e ha necessità dipasti gratuiti ”, è ilmessaggio di QUIFoundation che dalla sua nascita (2007) a oggi, attraverso il progetto Pasto Buono, ha recuperato edonato 800mila pasti, 300mila dei quali dai locali food della sua rete, salvandoli dalla spazzatura.

Lo spreco alimentare “costa” all’ambiente 500 milioni di tonnellate di emissioni di CO2 e si prevedeche, con incremento demografico e l’eccessiva produzione alimentare (che aumenta in modo piùche proporzionale al fabbisogno alimentare), entro il 2050 potrebbero diventare 2,5 miliardi ditonnellate*.

Oggi, sono 1,3 miliardi le tonnellate di alimenti che ogni anno vengono buttate, tra il 30% e il 40% diquanto viene prodotto globalmente.

Ecco perché ridurre lo spreco alimentare, dare valore alle eccedenze e donarle vuol dire farequalcosa per l’ambiente.“Ad oggi, solo in Italia, si sprecano 179 kg di cibo a persona all’anno, con un evidente impattosull’ambiente dovuto allo smaltimento di rifiuti – commenta Gregorio Fogliani, presidente di QUIFoundation.

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– Ma molto del cibo che si spreca, soprattutto nel settore della ristorazione, è ancora buono e inottimo stato e potrebbe diventare una risorsa per chi non ha nulla.

E’ il principio dell’ economia circolare, perseguito dall’Unione Europea, a cui sta lavorando ancheQUI Foundation, che Il principio è valorizzare le eccedenze, a favore di chi si trova in stato diindigenza”.

Fondamentale per la riduzione degli sprechi alimentari la semplificazione delle procedure per chidecide di donare le eccedenze alimentari e la creazione di un sistema di incentivi che incoraggi ladiffusione delle buone pratiche contro gli sprechi.

Una legge, al momento al vaglio del Senato, potrebbe esaudire le richieste di Onlus e locali chepartecipano alla ridistribuzione delle risorse, che da anni chiedono una sburocratizzazione delleprocedure.

*(dato del Potsdam Institute for Climate Impact Research, pubblicato sulla rivista EnvironmentalScience & Journal Technology ).

QUI Foundation è nata nel 2007 a Genova, su iniziativa del presidente Gregorio Fogliani.

Il suo principale progetto è “ Pasto Buono ”, che si occupa del recupero del cibo sano e invendutodagli esercizi food e della donazione dei pasti a mense caritative o famiglie bisognose.

Ad oggi, “Pasto Buono” è attivo a Genova, Milano, Mantova, Roma, Civitavecchia, Cagliari e Napolie conta sulla collaborazione di bar, ristoranti, tavole calde, ma anche di grandi gruppi come Tirreniae Cremonini.

Tra le realtà che collaborano a Pasto Buono vi sono Croce Rossa, Caritas, Csv, City Angels e tantealtre onlus territoriali che si occupano della distribuzione del cibo salvato.

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Giornata mondiale dell’Ambiente: lo spreco di cibo provoca500 tonnellate di CO2

Giulia MarianiGiulia MarianiGiulia MarianiGiulia Mariani

Ogni anno 1,3 miliardi di tonnellate di cibo vengono sprecate

.

Una quantità pari a un terzo di quanto viene prodotto è destinato a essere gettato.

E la portata del fenomeno potrebbe aumentare, perché la produzione di generi alimentari crescemolto più velocemente rispetto alla reale richiesta di cibo.

Questo non rappresenta soltanto un problema etico, ma anche ambientale: secondo una ricercacondotta dall'Istituto di Potsdam, nel 2050 lo spreco di cibo potrebbe essere tale che fino a 2,5miliardi di tonnellate di gas serra - pari al 14% delle emissioni causate dall'agricoltura - sarannogenerate per coltivare alimenti che vengono gettati via.

Entro la metà del secolo le emissioni di gas serra derivanti dall'agricoltura arriveranno a 18 miliardidi tonnellate di CO2 all'anno.

Di queste, le emissioni associate al cibo sprecato potrebbero crescere fino a 1,9-2,5 miliardi ditonnellate di anidride carbonica (rispetto ai 500 milioni attuali).

I dati diventano motivo di riflessione alla vigilia della Giornata mondiale dell'Ambiente che si tiene il5 giugno, ricorrenza istituita dalle Nazioni Unite nel 1972 come momento di riflessione sucambiamenti climatici e impatto dell'uomo sul Pianeta.

Si calcola che fino al 14% delle emissioni globali del comparto agricolo potrebbero esserefacilmente evitate con una migliore gestione dell'uso e della distribuzione del cibo.

Su questo spunto, in occasione della Giornata mondiale dell'Ambiente, la Onlus QUI Foundation,attiva in tutta Italia contro gli sprechi alimentari, lancia un appello: “Andate sul nostro sito esegnalate il vostro locale: vi metteremo in contatto con la Onlus più vicina a voi, che dispone di unamensa caritativa e ha necessità di pasti gratuiti”, invita il presidente dell'associazione,GregorioFogliani.

La Onlus, dalla sua nascita (2007) a oggi, attraverso il progetto Pasto Buono, ha recuperato edonato 800mila pasti, 300mila dei quali dai locali food della sua rete, salvandoli dalla spazzatura.

Tante le associazioni che si attiveranno in tutta Italia per sensibilizzare i cittadini sull'impattoambientale delle loro abitudini.

Nella giornata di domenica, l'’associazione di volontariato Guardie per l’Ambiente, a Roma, saràpresente a Roma, presso Villa De Sanctis, organizza un punto informativo sui temi del verde

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urbano, l’alimentazione biologica, e il ruolo internazionale del mondo artistico e culturale neiconfronti dell’ambiente.

E ancora, ARPAV e Regione del Veneto, a Verona, Venezia e Padova attiveranno laboratori gratuitidel progetto Idee di sostenibilità dedicati a famiglie e cittadini affinché possano conoscere le attivitàe i controlli svolti dall’Agenzia ed essere informati sui comportamenti che possono ridurre l’impattodelle azioni quotidiane sull’ambiente.

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Giornata dell’ ambiente contro lo spreco alimentare

Lucia SchinzanoLucia SchinzanoLucia SchinzanoLucia Schinzano

E’ il famoso chef Carlo Cracco il testimonial della campagna organizzata in occasione dellaGiornata mondiale dell’ ambiente il 5 giugno, dal Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo (IFAD ) per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’impatto che il

cambiamento climatico sta avendo sulle comunità rurali dei paesi in via di sviluppo e spingereverso una maggiore “sensibilità alimentare”.

Cracco, che partecipa alla campagna dell’IFAD Ricette per il cambiamento, una serie tv trasmessasul web in cui grandi chef sensibilizzano l’opinione pubblica cucinando piatti con alimenti minacciatidal cambiamento climatico e fanno vedere come l’IFAD aiuti gli agricoltori ad adattarsi, ha visitatoun progetto dell’IFAD nella provincia di Kandal, nel sud della Cambogia.

Qui l’80% delle terre è coltivato a riso, ma le frequenti siccità e le piogge torrenziali hannodimezzato i raccolti.

«Se andrà avanti così, i contadini in Cambogia non riusciranno più a produrre riso, che per loro èun alimento essenziale, e saranno a rischio la loro cultura, le loro tradizioni, la loro stessa vita», hadichiarato Margarita Astralaga, direttrice della Divisione per l’ambiente e il clima dell’IFAD.

L’IFAD spera di riuscire a sensibilizzare l’opinione pubblica su quanto si può fare per aiutare ipiccoli agricoltori ad adattarsi al cambiamento climatico.

In Cambogia, ad esempio, un progetto finanziato dall’IFAD sta aiutando circa 90mila agricoltori adaumentare la propria capacità di resilienza nei confronti del cambiamento climatico introducendotecnologie a basso costo e pratiche agricole più efficienti come le seminatrici meccaniche e gliimpianti di irrigazione goccia a goccia.

Da una parte cibo a rischio, dall’altra cibo buttato.

Lo spreco alimentare costa all’ ambiente 500 milioni di tonnellate di Co2, che potrebbero diventare2,5 miliardi di tn.

entro il 2050.

Ecco allora l’appello di QUI Foundation Onlus che lotta contro gli sprechi alimentari, per ricordarel’importanza di un sistema più efficiente e per lanciare un appello a chi ha cibo in eccedenza chepuò essere donato.

“Non sprecate il cibo, donatelo.

Andate sul sito e segnalate il vostro locale: vi metteremo in contatto con la Onlus più vicina a voi,

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che dispone di una mensa caritativa e ha necessità di pasti gratuiti”, è il messaggio di QUIFoundation che dalla sua nascita (2007) a oggi, attraverso il progetto Pasto Buono, ha recuperato edonato 800mila pasti, 300mila dei quali dai locali food della sua rete, salvandoli dalla spazzatura.

Oggi, sono 1,3 miliardi le tonnellate di alimenti che ogni anno vengono buttate, tra il 30% e il 40% diquanto viene prodotto globalmente.

Ecco perché ridurre lo spreco alimentare, dare valore alle eccedenze e donarle vuol dire farequalcosa per l’ ambiente.

«Ad oggi, solo in Italia, si sprecano 179 kg di cibo a persona all’anno, con un evidente impatto sull’ambiente dovuto allo smaltimento di rifiuti – commenta Gregorio Fogliani, presidente di QUIFoundation.

– Ma molto del cibo che si spreca, soprattutto nel settore della ristorazione, è ancora buono e inottimo stato e potrebbe diventare una risorsa per chi non ha nulla.

E’ il principio dell’ economia circolare (valorizzare le eccedenze, a favore di chi si trova in stato diindigenza), perseguito dall’Unione Europea, a cui sta lavorando anche QUI Foundation.

Fondamentale per la riduzione degli sprechi alimentari la semplificazione delle procedure per chidecide di donare le eccedenze alimentari e la creazione di un sistema di incentivi che incoraggi ladiffusione delle buone pratiche contro gli sprechi.

Una legge, al momento al vaglio del Senato, potrebbe esaudire le richieste di Onlus e locali chepartecipano alla ridistribuzione delle risorse, che da anni chiedono una sburocratizzazione delleprocedure.

Infine, 5 proposte per ripensare il sistema alimentare e contrastare il cambiamento climatico.

A farle è la Fondazione Bcfn (Barilla Center for Food and Nutrition) che ha interpellato 12 scienziatied esperti di fama internazionale.

Obiettivo:i trovare nuovi sistemi che permettano di sfamare una popolazione che nel 2050 sarà di9mld di persone, limitando le concentrazioni di gas serra e mantenendo l’aumento del riscaldamentoglobale entro 1,5°C.

I 5 giugno verrà lanciata simbolicamente una call to action che chiami a raccolta la comunitàscientifica e tutta la società civile sulla definizione delle criticità e dei nuovi paradigmi da cui ripartireper individuare tutti insieme i passi necessari da compiere nella direzione di una agricoltura che siasempre più sostenibile.

Il risultato finale sarà un manifesto che verrà presentato durante il Panel sull’Agricoltura Sostenibiledel Settimo Forum BCFN, previsto per il 30 Novembre e 1 Dicembre all’Università Bocconi di Milano.

Ecco i 5 cambi di paradigma individuati dagli esperti sui quali la società civile è chiamata aconfrontarsi per poi suggerire azioni conseguenti.

.

Riconciliare l’agricoltura e il sistema alimentare: la produzione dei prodotti agricoli deve tornare ad

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essere considerata parte fondamentale del sistema alimentare, e completamente integrata nella catena di creazione del valore.

· Includere i costi reali del cibo nei modelli di business.

Oggi i prezzi del cibo non riflettono i costi reali, vanno considerate anche le esternalità positive enegative dal punto di vista dell’impatto sulla società, sulla salute, sull’ambiente.

· Aumentare la produzione di cibo in aree urbane e periurbane.

Questo implica destinare spazi per l’agricoltura nelle città, in modo da favorire l’accesso a cibo enutrizione di qualità anche alle fasce più povere e poter conservare l’importanza culturale di cibitradizionali.

· Includere l’agricoltura nelle strategie di mitigazione e di riduzione del cambiamento climatico.

Adottando strategie e tecnologie adeguate, l’agricoltura è in grado sia di mitigare il cambiamentoclimatico sia di proteggerci dai suoi effetti.

Inoltre, i suoli contengono più carbonio che le piante e l’atmosfera messe insieme, e questa risorsadev’essere protetta e utilizzata nella maniera più efficiente possibile.

· Accelerare una transizione completa all’agro-ecologia e ad un’economia circolare.

Per la Fondazione BCFN bisogna realizzare dei sistemi alimentari sostenibili in termini sia diproduzione che uso delle risorse naturali attraverso la prevenzione, il riciclo e il riuso di rifiuti eperdite del settore agricolo.

Per implementare questo cambio di paradigma servono cambiamenti organizzativi e tecnologici.

Serve una coerente struttura legislativa, sia a livello UE che nazionale, servono incentivi finanziari(ad esempio investimenti in ricerca pubblica), ed è importante concentrarsi sull’implementazione disoluzioni che poi siano applicabili anche su vasta scala.

Ed è indispensabile agire sulla educazione del consumatore.

L’educazione alimentare deve diventare parte dei curricula scolastici al fine di iniziare a delinearenuovi standard di comportamento del consumatore in termini di abitudini alimentari sin dalla primainfanzia.

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3 giugno 2016

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3 giugno 2016

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http://www.padovanews.it/speciali/green-life/410919.html

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3 giugno 2016

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http://www.sardegnaoggi.it/adnkronos/2016-06-03/020a8c1a9ea423dd14c0d51b291b495b/

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Ambiente, lo spreco alimentare 'costa' 500 mln di tonnellate diCO2

Roma, 3 giu.

(AdnKronos Salute) - Lo spreco alimentare 'costa' all'ambiente 500 milioni di tonnellate di emissionidi CO2 e si prevede che, con l'incremento demografico e l'eccessiva produzione alimentare (cheaumenta in modo più che proporzionale al fabbisogno alimentare), entro il 2050 potrebberodiventare 2,5 miliardi di tonnellate.

E'così che, in occasione della Giornata mondiale dell'ambiente che si celebra il 5 giugno, QuiFoundation, onlus che dal 2007 lotta contro gli sprechi alimentari, lancia un appello a chi ha cibo ineccedenza che può essere donato.

"Andate sul sito e segnalate il vostro locale: vi metteremo in contatto con la onlus più vicina a voi,che dispone di una mensa caritativa e ha necessità di pasti gratuiti", è il messaggio di QuiFoundation che dalla sua nascita a oggi, attraverso il progetto'Pasto buono', ha recuperato edonato 800 mila pasti, 300 mila dei quali dai locali food della sua rete, salvandoli dalla spazzatura.

Oggi, sono 1,3 miliardi le tonnellate di alimenti che ogni anno vengono buttate, tra il 30% e il 40% diquanto viene prodotto globalmente.

Ecco perché ridurre lo spreco alimentare, dare valore alle eccedenze e donarle vuol dire farequalcosa per l'ambiente.

Ad oggi, spiega Gregorio Fogliani, presidente di Qui Foundation, "solo in Italia si sprecano 179 kgdi cibo a persona all'anno, con un evidente impatto sull'ambiente dovuto allo smaltimento di rifiuti.

Ma molto del cibo che si spreca, soprattutto nel settore della ristorazione, è ancora buono e inottimo stato e potrebbe diventare una risorsa per chi non ha nulla".

Secondo la Onlus, fondamentale per la riduzione degli sprechi alimentari è la semplificazione delleprocedure per chi decide di donare le eccedenze alimentari e la creazione di un sistema di incentiviche incoraggi la diffusione delle buone pratiche contro gli sprechi.

Una legge, al momento al vaglio del Senato, potrebbe esaudire le richieste di onlus e locali chepartecipano alla ridistribuzione delle risorse, che da anni chiedono una sburocratizzazione delleprocedure.

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4 giugno 2016

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