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1 IL CiELADO Anno 10-11, numero doppio 4- 2010 e 1-2011 Organo Ufficiale della Unione Astrofili Tesino e Valsugana c/o Biblioteca Comunale di Castello Tesino Via Venezia 18 38059 Castello Tesino Direttore: Giancarlo Favero Redazione: Maria Rita Baldi Michele Miconi ANNO SOCIALE 2010-2011 ORGANI SOCIALI CONSIGLIO DIRETTIVO 2010-2012 Presidente: Claudio Costa Vice-Presidente: Michele Miconi Segretario: Maria Rita Baldi Tesoriere: Renzo Müller Consiglieri: Roberto Broccato Claudio Buffa Monica Roccon Revisori Effettivi: Michele Alberti Marina Aru Franca Nalin Revisori Supplenti: Ermanno Dorigato Sergio Menguzzato DIRETTORE DELL’OSSERVATORIO: Giancarlo Favero COMMISSIONI Edilizia: Michele Miconi Informatica: Roberto Broccato Giorgio Ferrai Michele Miconi Telescopio: Giancarlo Favero Michele Miconi SOMMARIO Editoriale 1 Il cielo primaverile 2 Le News 3 Le mie prime immagini di Giove dal Celado 6 50 anni di strumentazione e fotografia 7 Istruzioni per l’uso della camera CCD 9 Verbali 10 Assemblea del 26 marzo 12 IN COPERTINA Giove ripreso al telescopio del Celado da Michel Jac- quesson, astrofilo di Reims, Francia. Editoriale Cari Soci, mentre mi appresto a scrivere queste righe siamo prossimi alla fine del 2010. E' quindi giunto il mo- mento di fare alcune riflessioni sulla nostra asso- ciazione e sull’Osservatorio Astronomico del Cela- do. Il numeroso afflusso di visitatori alla nostra struttura del periodo post apertura ed estivo si è andato via via diradando in questo autunno, so- prattutto inizio inverno. Io credo che sia un feno- meno naturale dopo i primi momenti di curiosità in attesa del periodo primaverile. Questo è da sempre il momento dedicato dalle scuole di ogni ordine e grado alle uscite didattiche a strutture inerenti materie studiate a scuola: parchi naturali, siti archeologici, città d’arte, visite a musei e an- che a strutture come il nostro osservatorio. Dob- biamo anche dire che le continue nevicate di que- sto periodo non hanno certo invogliato le persone a salire con i propri mezzi al Celado. Resta comunque il fatto che anche i corsi di a- stronomia tenuti gratuitamente dal professor Giancarlo Favero, il venerdì sera nella biblioteca di Castello Tesino, sono stati poco frequentati. A- vendo trattato il professore argomenti inerenti an- che i programmi scolastici di scuola media e supe- riore mi sarei aspettato maggior partecipazione soprattutto fra i giovani. Faccio quindi appello a soci e simpatizzanti di rendere note ad amici e co- noscenti le attività dell’UATV e la possibilità di visi- ta all’osservatorio astronomico previa prenotazio- ne presso l’APT di Castello Tesino. Spesso il passa parola vale molto più di depliant o locandine che troppe volte non vengono lette. Per chi crede poi che l’astronomia sia materia solo per esperti si ri- crederà sicuramente quando parteciperà alle no- stre iniziative ed assisterà alle lezioni tenute dal direttore dell’osservatorio. Non si preoccupino comunque i visitatori se piove o nevica perché la struttura, telescopio compreso sono comunque visitabili e in caso di mancata a- pertura della cupola per cattivo tempo siamo in grado di proiettare su schermo le immagini da noi precedentemente registrate, commentarle assie- me ai visitatori e rispondere alle loro domande. Colgo l’occasione per porgere a tutti i soci e ai lo- ro familiari i più sinceri auguri di buone feste e di un felice anno nuovo in attesa di ritrovarci a mar- zo per una bicchierata in occasione dell’assemblea annuale dei soci. Claudio Costa

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IL CiELADO

Anno 10-11, numero doppio 4- 2010 e 1-2011

Organo Ufficiale della Unione Astrofili Tesino e Valsugana

c/o Biblioteca Comunale di Castello Tesino Via Venezia 18 38059 Castello Tesino Direttore: Giancarlo Favero Redazione: Maria Rita Baldi Michele Miconi

ANNO SOCIALE 2010-2011 ORGANI SOCIALI CONSIGLIO DIRETTIVO 2010-2012 Presidente: Claudio Costa Vice-Presidente: Michele Miconi Segretario: Maria Rita Baldi Tesoriere: Renzo Müller Consiglieri: Roberto Broccato

Claudio Buffa Monica Roccon Revisori Effettivi: Michele Alberti Marina Aru Franca Nalin Revisori Supplenti: Ermanno Dorigato

Sergio Menguzzato DIRETTORE DELL’OSSERVATORIO:

Giancarlo Favero COMMISSIONI Edilizia: Michele Miconi Informatica: Roberto Broccato Giorgio Ferrai Michele Miconi Telescopio: Giancarlo Favero Michele Miconi SOMMARIO Editoriale 1 Il cielo primaverile 2 Le News 3 Le mie prime immagini di Giove dal Celado 6 50 anni di strumentazione e fotografia 7 Istruzioni per l’uso della camera CCD 9 Verbali 10 Assemblea del 26 marzo 12 IN COPERTINA Giove ripreso al telescopio del Celado da Michel Jac-quesson, astrofilo di Reims, Francia.

Editoriale Cari Soci, mentre mi appresto a scrivere queste righe siamo prossimi alla fine del 2010. E' quindi giunto il mo-mento di fare alcune riflessioni sulla nostra asso-ciazione e sull’Osservatorio Astronomico del Cela-do. Il numeroso afflusso di visitatori alla nostra struttura del periodo post apertura ed estivo si è andato via via diradando in questo autunno, so-prattutto inizio inverno. Io credo che sia un feno-meno naturale dopo i primi momenti di curiosità in attesa del periodo primaverile. Questo è da sempre il momento dedicato dalle scuole di ogni ordine e grado alle uscite didattiche a strutture inerenti materie studiate a scuola: parchi naturali, siti archeologici, città d’arte, visite a musei e an-che a strutture come il nostro osservatorio. Dob-biamo anche dire che le continue nevicate di que-sto periodo non hanno certo invogliato le persone a salire con i propri mezzi al Celado. Resta comunque il fatto che anche i corsi di a-stronomia tenuti gratuitamente dal professor Giancarlo Favero, il venerdì sera nella biblioteca di Castello Tesino, sono stati poco frequentati. A-vendo trattato il professore argomenti inerenti an-che i programmi scolastici di scuola media e supe-riore mi sarei aspettato maggior partecipazione soprattutto fra i giovani. Faccio quindi appello a soci e simpatizzanti di rendere note ad amici e co-noscenti le attività dell’UATV e la possibilità di visi-ta all’osservatorio astronomico previa prenotazio-ne presso l’APT di Castello Tesino. Spesso il passa parola vale molto più di depliant o locandine che troppe volte non vengono lette. Per chi crede poi che l’astronomia sia materia solo per esperti si ri-crederà sicuramente quando parteciperà alle no-stre iniziative ed assisterà alle lezioni tenute dal direttore dell’osservatorio. Non si preoccupino comunque i visitatori se piove o nevica perché la struttura, telescopio compreso sono comunque visitabili e in caso di mancata a-pertura della cupola per cattivo tempo siamo in grado di proiettare su schermo le immagini da noi precedentemente registrate, commentarle assie-me ai visitatori e rispondere alle loro domande. Colgo l’occasione per porgere a tutti i soci e ai lo-ro familiari i più sinceri auguri di buone feste e di un felice anno nuovo in attesa di ritrovarci a mar-zo per una bicchierata in occasione dell’assemblea annuale dei soci.

Claudio Costa

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Il signore degli anelli Alzando la carta sopra la testa, dirigete la sua parte alta verso nord, cioè verso Cima d’Asta, e la parte bassa verso sud, cioè verso Grigno. In tal modo la sinistra risulta diretta verso l’est (il Picosta) e la de-stra verso l’ovest (la Forcella di Pieve). Quasi allo zenit (il punto sopra la vostra testa e allo stesso tempo il centro della mappa) ci sono le 7 stelle del Grande Carro, parte dell’Orsa Maggiore (UMa). Il timone del Carro forma una curva che, prolungata naturalmente, conduce inizialmente ad Arturo, stella principale del Bootes (Boo), e poi a Spica, stella principale della Vergine (Vir). Una terza stella di pri-

ma grandezza, a ovest delle altre due, è Regolo, la stella principale del Leone (Leo). Le altre stelle del cielo primaverile sono deboli e formano costellazioni poco appariscenti. Ma osser-vando attentamente, vicino a Spica si nota un astro

molto brillante di colore gial-lastro: non è una stella ma il pianeta Sa-turno, che al

telescopio mostra un ric-co sistema di anelli.

Il cielo primaverile

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9 miliardi di anni fa Simulazioni al computer eseguite da ricercatori dell’Osservatorio di Parigi, del CNRS (il CNR francese) e del NAOC (Osservatorio Astronomico Nazionale della Cina) suggeriscono che 6 miliardi di anni fa il Gruppo Locale di galassie, di cui fa parte la Via Lattea, sia stato sede di una collisione cosmica. Il prodotto di questa collisione potrebbe essere stata la galassia di Andromeda insieme con le Nubi di Magellano, come è scritto in due ar-ticoli apparsi su Astrophysical Journal del 20 no-vembre e 10 dicembre. Il Gruppo Locale comprende circa 40 galassie fra le quali spiccano la nostra Via Lattea, M31 in An-dromeda e M33 nel Triangolo. Finora molti astro-nomi erano convinti che M31 fosse il risultato del-la commistione di due galassie di massa minore, un’ellittica e una spirale. Nel tentativo di appoggiare questa ipotesi i sud-detti ricercatori hanno simulato la collisione e con questa l’evoluzione strutturale di M31, riprodu-cendone proprietà come il disco di gas e polveri, tipico di una spirale, la parte nucleare massiccia simile a una galassia ellittica e altre caratteristiche come giganteschi flussi di stelle vecchie. La conclusione è che tutto può essere iniziato meno di 9 miliardi di anni fa con un primo passag-gio ravvicinato fra due galassie, una leggermente più massiccia della nostra Via Lattea e una tre volte meno massiccia. La fusione finale avvenne meno di 6 miliardi di anni fa. Questa collisione po-trebbe essere l’evento più importante avvenuto nella storia del Gruppo Locale. La collisione deve essere stata tanto violenta da aver espulso gigantesche code di stelle e gas, di massa equivalente a circa un terzo della Via Lat-tea. Questa espulsione sarebbe avvenuta sul pia-no principale della galassia di Andromeda, convo-gliando la materia verso la Via Lattea a circa 350 km/s e determinando la formazione, nelle vicinan-ze, delle due Nubi di Magellano che per tale moti-vo appaiono di forma irregolare, giovani e ricche di gas. Questa ipotesi sarebbe compatibile con l’attuale moto delle due nubi. Se confermate, queste ricostruzioni sosterrebbero l’ipotesi che la maggior parte delle galassie a spi-rale si sia formata dalla fusione di alcuni precurso-ri e che molte galassie nane, come le Nubi di Ma-gellano, siano il sottoprodotto di tali eventi. Le simulazioni sono state eseguite con super-computer cinesi e francesi, usando da 300 000 a 8 milioni di particelle comprendenti stelle, gas e materia oscura. Alcuni dei calcoli sono durati fino

a 20 giorni e hanno generato fino a 23 Gigabite di dati.

Inizio della simulazione, circa 9,3 miliardi di anni fa

Dopo 1,5 miliardi di anni

Dopo 3,4 miliardi di anni

Le News

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Dopo 4,2 miliardi di anni. Segnate dalla freccia le stelle appena formate.

Dopo 4,5 miliardi di anni. Le due galassie si fon-dono.

Dopo 6 miliardi di anni

Dopo 6,8 miliardi di anni

Dopo 9,3 miliardi di anni, cioè oggi

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Tempesta di neve dalla cometa Hartley 2

Durante il suo recente sorvolo del nucleo della cometa Hartley 2, la sonda Deep Impact ha ripre-so immagini di una coda di particelle fioccose di ghiaccio d’acqua ed è penetrata in questo mate-riale eiettato da getti di diossido di carbonio pro-venienti dalle estremità del nucleo, che ha la for-ma di un birillo. Secondo Michael A’Hearn, ricercatore principale del gruppo che controlla la sonda, questa si è av-vicinata alla cometa Hartley 2 durante una tempe-sta di ghiaccio d’acqua provenienete dal nucleo che ne liberava un paio di tonnellate al secondo. Allo stesso tempo molto vapore d’acqua sprizzava dalla parte mediana del nucleo. È stata quindi la prima volta che si sono osservati direttamente i frammenti che si sospettava provenire dal nucleo di una cometa durante il suo periodo di attività in prossimità del Sole. La natura e le dimensioni dei frammenti che la-sciano i nuclei cometari in attività erano stati ipo-tizzati da numerosi studi osservativi (fra i quali uno prodotto da Favero, De Donà, Sannevigo e Sambo già apparso su questa rivista), ma in que-sto caso è stata definitivamente misurata una massima dimensione dell’ordine di qualche centi-metro. È vero però che tali grosse dimensioni so-no state accertate solo in alcune comete, in ac-cordo col fatto che altre sonde hanno mancato di evidenziare particelle simili passando vicino ai nu-clei di altre comete (Tempel 1, Wildt 2). Questo probabilmente indica che ci sono differenti mec-canismi coi quali i nuclei cometari si frammentano in vicinanza del Sole. Probabilmente getti di dios-sido di carbonio riescono a frammentare il ghiac-cio d’acqua liberandone grossi pezzi, mentre i get-ti di vapore d’acqua che si liberano dall’interno po-roso dei nuclei cometari non hanno la forza di frammentarne i materiali.

Un pianeta da un’altra galassia Un gruppo di astronomi europei ha scoperto un pianeta che orbita intorno a una stella proveniente da un’altra galassia ed entrata nella nostra Via Lattea. Le osservazioni, compiute mediante il te-lescopio di 2,2 metri di diametro dell’Osservatorio Europeo di La Silla, Cile, hanno rivelato un piane-ta simile a Giove che gira intorno a una stella prossima alla fine della sua vita e che potrebbe quindi essere inglobato da questa. Questo siste-ma potrebbe offrire un esempio della fine possibi-le per il nostro Sistema Solare. Negli ultimi 15 anni gli astronomi hanno scoperto circa 500 pianeti in orbita attorno a circa 350 stelle che si trovano nelle vicinanze del Sole, quindi all’interno della nostra Via Lattea. Quello descritto sarebbe un pianeta orbitante attorno a una stella che, pur trovandosi ora entro la Via Lattea (a circa 2000 anni luce dalla Terra), proviene da un’altra galassia che è stata cannibalizzata dalla nostra galassia circa 6-9 miliardi di anni fa. Le galassie sono solitamente così distanti che una scoperta del genere non sarebbe stata possibile in man-canza dell’evento di cannibalismo segnalato. Un’altra caratteristica di questo sistema è che la stella centrale ha superato la fase di gigante ros-sa, che il nostro Sole attraverserà fra circa 7 mi-liardi di anni, e sta attualmente bruciando l’elio nel suo nucleo, caso più unico che raro nella popola-zione di stelle con pianeti osservate finora. Il pia-neta è così vicino alla stella che la sua posizione attuale può essere spiegata pensando che il pia-neta sia stato frenato dai gas espulsi nella fase di gigante rossa, sia caduto verso la stella e si sia sistemato in un’orbita stretta al momento del dira-damento dei gas espulsi.

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Le mie prime immagini di Giove dal Celado

Michel Jacquesson Sévigny-Waleppe, Reims, Francia «Venga qui per usare il telescopio» mi avevo detto il sindaco di Castello Tesino il 20 marzo 2010, all’inaugurazione dell’osservatorio. «Certo» gli avevo ri-sposto. E cosi, dopo una notte sul treno Parigi-Venezia, mi trovo di nuovo nell’osservatorio il 5 ottobre. Ho porta-to la mia camera di ripresa e il mio computer, e sto guardando con qualche ansietà il cielo, sperando che la settimana nella quale devo essere qui mi permetterà di fare delle immagini di Giove. L’indomani, il tempo è bel-lo. Posso ammirare uno splendido sorgere del Sole sul-le Dolomiti di Passo Rolle

Il Sole sorge dietro il Coppolo. Tutta la giornata il cielo è blu e anche la sera, quando vado a piedi al ristorante «Al Cacciatore» per la cena, la volta celeste è magnifica. «Tutto va bene» penso. Ma quando usciamo del ristorante, due ore più tardi, c’è la delusione: sono arrivate le nuvole! Giovedi… Venerdi… Sabato mattina… sempre le nuvo-le. Devo tornare in Francia il lunedi e comincio a pensa-re che non potrò fare nessuna immagine!

Il « cacciatore » di immagini di Giove al lavoro La domenica, il cielo è ancora chiaro la sera. Alcune immagini… ma verso le ore 20, di nuovo le nuvole…

La prima immagine Penso alla mia partenza l’indomani. Una sola bella not-te d’osservazione: non è molto ma è meglio che niente! Avevo sentito parlare di uno sciopero nei treni francesi ma pensavo che non ci sarebbe stato nessun problema col mio treno da Padova a Parigi. Guardo su Internet e scopro con stupore che il treno dove ho prenotato una cuccetta è cancellato ! Non so quando lo sciopero sarà finito e a questo punto, l’unica soluzione è… rimanere all’osservatorio. Grazie agli scioperanti: mi hanno per-messo di osservare anche due belle notti lunedi e mar-tedi!

Una immagine di lunedi…

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... e una di martedi Ho potuto prenotare una cuccetta nel treno di giovedi 14. La sera di mercoledi, il cielo è coperto di nuovo e l’indomani, parto per Padova… ma questo treno non c’è e dovrò ancora aspettare e infine tornare in Francia il sabato… in aereo ! Per fortuna, ho potuto essere ospi-tato da amici che abitano vicino a Venezia. Questo soggiorno mi ha permesso di vedere che l’osservatorio del Celado ospita davvero un magnifico strumento. Ho intenzione di venire ancora una volta l’anno prossimo. Ringrazio molto l’UATV e particolarmente il mio amico Giancarlo Favero che ha fatto tanto per me durante questo soggiorno.

50 anni di strumentazione e fotografia Giancarlo Favero Aprendo la Sessione “Strumentazione e Fotografia” del XLII Congresso dell’UAI, ho delineato il progresso che queste tecniche hanno avuto nei 50 anni che sono tra-scorsi dal mio primo interessamento all’astronomia, av-venuto nel 1959. Infatti, confesso che non sono “astrofi-lo da sempre”, come dicono ormai tutti, ma solo da quando avevo 14 anni. L’evoluzione dei telescopi in questi anni ha avuto pa-recchie facce, più di quelle di un cubo, prima fra tutte la grandezza dell’obiettivo. Negli anni Sessanta, come nei precedenti 200 anni circa, il mondo aglosassone era dominato dal rifrattore da 3-inch, un “quasi” 80 mm di diametro. In Europa forse non ne eravamo degni e do-vevamo accontentarci del 60 mm: ricordo che Roberto Sannevigo ne aveva uno bellissimo della ditta Tasco. Io avevo cominciato con ancora meno: un cannocchiale Max, pubblicizzato su Topolino, il cui obiettivo era una lente semplice di 50 mm di diametro (diaframmata a 25

mm) e che faceva 30 e 60X con due oculari raddrizza-tori di immagine, in pratica 3 semplici lenti biconvesse. Sui romanzi di Urania era allettante la pubblicità del cannocchiale Jupiter della torinese ditta Alinari che però costava quasi un piccolo stipendio. Ermanno Ignesti aveva un rifrattore da 150 mm che era considerato il massimo. Alcune riviste di bricolage (Sistema Pratico, Costruire) spiegavano come realizzare un telescopio riflettore, e così barattai la mia raccolta di francobolli (due raccogli-tori dell’Italia e uno internazionale) con i dischi e gli a-brasivi per fare un riflettore da 170 mm, massimo dia-metro consentito dallo spessore (17 mm) del disco che sarebbe diventato lo specchio. Si trattava di un diame-tro piuttosto importante per l’epoca, superato solo da quello di alcuni astrofili dentisti che potevano per-mettersi un 300-400 mm. Oggi gli astrofili usano rifrattori, spesso apocromatici, che vanno dai 100 ai 150 mm di diametro, più spesso riflettori, spesso catadiottrici, che partono da un minimo di 125 mm (il glorioso Newton da 114 mm sta scompa-rendo) per superare i 600 mm anche in mano ad astrofi-li non proprio ricchissimi. Si è quindi verificato un rad-doppio dei diametri in 50 anni e una decisa diminuzione del costo rispetto alle disponibilità economiche indivi-duali. Quest’ultimo aspetto è stato esaltato negli ultimi anni dall’apertura del mercato cinese. Altre due facce del problema riguardano la montatura e i moti. All’epoca, specie nel campo dell’autocostruzione, dominava la montatura altazimutale non motorizzata del tipo Texereau, antesignana dell’attuale Dobson. Anzi, costruttori italiani come Recla, Marcon e Vigorelli ave-vano elaborato montature originali del tutto simili a quel-le che i giovani d’oggi credono essere esclusive di que-sta epoca. Dopo aver iniziato con un rifrattore da 120 mm (ora alla Specola Cidnea), il mio maestro Guido Ruggieri era passato a un Newton da 250 mm su mon-tatura altazimutale tedesca, il tutto costruito da Virgilio Marcon. Le montature più elaborate avevano un’asta fi-lettata sulla quale l’azione di un dado consentiva di ef-fettuare a mano minuscoli movimenti micrometrici di puntamento e di inseguimento. Solo gli strumenti più sofisticati erano in montatura equatoriale e solo pochis-simi, i più costosi, erano dotati di motorizzazione. Un ri-frattore Zeiss di 90 mm in montatura equatoriale moto-rizzata costava come un piccolo appartamento. Sulle montature equatoriali di quegli anni erano sempre presenti cerchi graduati in AR e D che consentivano il puntamento degli astri con le coordinate, ma gli astrofili dell’epoca conoscevano così bene il cielo da puntare molto spesso gli oggetti “a occhio” o tramite allinea-menti di stelle. La vite senza fine del moto orario spartano degli astro-grafi degli anni Sessanta – banalmente obiettivi foto-grafici da ritratto scovati nei mercatini delle pulci – era azionata da una ruota da biciclette sui cui raggi le dita suonavano come su un’arpa. L’astrofotografo usava come otturatore un ombrello aperto o una paletta da ping pong fatta ruotare da una lunga asta. Oggi le montature sono quasi sempre di tipo equato-riale motorizzato, controllate da software sofisticati e hanno memorizzati enormi repertori di oggetti. Le mo-derne montature altazimutali hanno anche il derotatore di campo per effettuare lunghe pose. Quanto agli auto-matismi oggi non ci sono limiti: focalizzazione elettrica, correzione elettronica del periodismo (PEC), puntamen-to automatico (GOTO), stazionamento della montatura mediante GPS ecc.

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Con i telescopi di 50 anni fa si osservavano gli stessi oggetti che si osservano oggi: Luna, Sole, pianeti, am-massi, ma anche nebulose e galassie, che allora erano comodamente visibili perfino dall’interno delle città. Le osservazioni scientifiche avevano generalmente due aspetti collegati fra loro: erano prevalentemente visuali e la loro registrazione consisteva in stime o in disegni. C’erano anche pochi provetti astrofotografi, specializzati nella ripresa di grandi campi stellari e interessati alla scoperta e allo studio di stelle variabili, asteroidi o co-mete. Oggi la ricerca dispone di elementi ottici innovativi e sfrutta sensori la cui sensibilità consente di ottenere spettri del Sole e delle stelle, come risulta dalla relazio-ne di Fulvio Mete. Il progresso più cospicuo e impreve-dibile compiuto dall’astrofilia in questi 50 anni ha riguar-dato infatti la registrazione delle immagini. Allora erano relativamente pochi gli astrofili avanzati che usavano la fotografia chimica, eventualmente assistita dal raffred-damento (come Everet Kramer in USA) o dall’ipersensibilizzazione con idrogeno (di cui mi occu-pai nel 1973). La fotografia di quegli anni seguiva i ru-dimenti ammanniti dal genovese Francesco Gianni e dal palermitano Amleto Pezzati, mutuati dai francesi De Vaucouleurs e Texereau. La tipica immagine acquisita con una comune macchina fotografica era la rotazione intorno alla Stella Polare, a cui si aggiungeva l’immagi-ne delle costellazioni con posa di 10 secondi, tale da non rivelare la rotazione terrestre. Solo pochi usavano astrografi e pochissimi fotografavano con riflettori di al-cune decine di centimetri di diametro, come facevano il prof. Giuliano Romano e il suo collaboratore Marino Pe-rissinotto. Il tipico tempo di posa per realizzare una fo-tografia di un corpo celeste, per esempio la nebulosa M42, era di una decina di minuti e per le galassie erano abituali pose dell’ordine di un’ora. La risoluzione della classica Kodak TriX era dell’ordine del centinaio di micrometri e se si voleva usare un’e-mulsione a grana più fine si doveva pagare lo scotto della bassa sensibilità, per cui si era costretti ad adotta-re tempi di posa proibitivi, tali che la turbolenza atmo-sferica avrebbe impastato in maniera irrecuperabile i particolari lunari e planetari. Nella fotografia il massimo fu raggiunto negli anni Settanta all’Osservatorio S. Vit-tore, sui colli di Bologna, dove un gruppo di astrofili, Vacchi, Sassi e Sette, ai quali si aggiunsero poi Pan-caldi, Goretti, Colombini e Pansecchi, usavano un 420 mm prima per fotografare di tutto, poi per concentrarsi sull’astrometria e sulla scoperta di asteroidi. Oggi solo pochi astrofili indecisi non usano ancora un qualche tipo di CCD, che ormai si trova nelle cineprese e nelle macchine fotografiche. Il confronto fra queste due tecniche mette in risalto il gigantesco passo in a-vanti fatto dagli astrofili. La risoluzione dei CCD è scesa ai 5 �m circa e la loro sensibilità è così elevata che i tempi di posa sono ridotti a frazioni di secondo, permet-tendo sia di congelare istanti di ottimo seeing, sia di ef-fettuare filmati dai quali scegliere i fotogrammi migliori. Esempi di queste applicazioni saranno forniti dalle rela-zioni di Lorenzo Comolli e di Enrico Stomeo. Con i mo-derni CCD non occorre superare il minuto per registrare dettagli incredibili. Anzi, se registrando M42 si vuole evitare di mandare in blooming il Trapezio, non bisogna superare la decina di secondi. Ancora più differenti sono i tempi per vedere i risultati ottenuti in cielo con le tecniche di 50 anni fa e quelle di oggi. Nelle fasi di sviluppo, fissaggio e lavaggio del ne-gativo allora trascorrevano alcune decine di minuti e so-lo il prof. Romano visionava la pellicola ancora bagnata

per verificare l’eventuale apparizione di una Nova nella sua sorveglianza sistematica della Via Lattea. Per a-sciugare la pellicola e ottenere stampe guardabili dove-va passare ancora una mezza giornata. Oggi, basta qualche secondo per scaricare sul monitor del PC l’immagine dalla camera CCD e si può valutare subito il risultato e decidere se ripetere o meno la posa. Un’altra differenza strabiliante fra fotografia chimica e digitale sta nell’estrazione di dati scientifici dalle imma-gini registrate. Per ricavarli dalle fotografie si dovevano sottoporre i negativi a misure mediante densitometri di vario tipo, come quelli escogitati da Francesco Cerchio. Ora, ogni pixel delle immagini CCD ha il suo contenuto quantificato, tanto che se lo si consulta più volte si ot-tiene sempre lo stesso numero, con qualche problema per le premesse dell’analisi statistica dei dati. Nelle mi-sure densitometriche dei negativi si potevano discrimi-nare alcune decine di livelli di grigio, dopo di che il ru-more della traccia diventava confrontabile con la diffe-renza tra i livelli. Ora la quantificazione solitamente a 16 bit permette di ottenere 65 536 livelli che, soggetti all’incertezza di Poisson, danno sempre un rapporto segnale-rumore pari a 256. Un altro elemento di confronto tra fotografia chimica e digitale riguarda il colore. Le foto a colori basate sulle pellicole negative subivano tremendamente le conse-guenze di bagni di sviluppo più o meno freschi e di stampe più o meno sapienti, tanto che se si portava in due laboratori differenti lo stesso negativo si ottenevano due stampe che non si somigliavano. Le diapositive of-frivano una soluzione migliore, anche perché erano uni-che e senza confronto. Ma se si ripetevano pose identi-che con la stessa fotocamera caricata con materiali fo-tografici differenti si rimaneva stupefatti dalle differenti dominanti cromatiche che caratterizzavano ognuno. Ora con i CCD si è ancora soggetti alla matrice sensibi-le o ai filtri usati in combinazione con un CCD in bianco e nero, ma la standardizzazione è più vicina. Di questo si occupa Enrico Bernieri, che mette a punto l’argomento. L’elemento più stupefacente delle moderne immagini elettroniche riguarda probabilmente l’enorme possibilità di elaborazione. Dalle pellicole chimiche si potevano ot-tenere, a prezzo di molte ore di camera oscura, solo stampe su carte di gradazione differente, alcune ma-scherature (per esempio la masque flou, oggi unsharp masking), la linearizzazione mediante la formula di Sei-del del piede della curva caratteristica, il tracciamento delle isofote e poco altro. Anche grazie all’errata esecu-zione ottica del Telescopio Spaziale Hubble, oggi l’astrofilo dispone di un’infinità di algoritmi che modifi-cano le immagini elettroniche e che permettono di e-strarne tutto il significato scientifico. Ma è la possibilità di riprendere molte immagini, addirittura filmati, di un certo soggetto (v. relazioni di Comolli e di Stomeo) e di combinarli nel modo migliore che ci ha avvicinato ai li-miti teorici dell’ottica (e forse ce li ha fatti superare nel caso delle riprese planetarie). Negli anni Sessanta mi ero reso conto che, per registra-re quello che vedevo col mio Newton da 355 mm, avrei dovuto fotografare con un telescopio da 1,5 m, per cui avevo optato per l’osservazione visuale. Fino al 1992, quando verificai le prestazioni delle prime camere CCD: da allora non ho più osservato visualmente, se non per verificare la turbolenza della serata, dopo di che ho sempre ripreso immagini CCD.

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Istruzioni per l’uso della camera CCD

Marina Campestrin Accensione di camera e computer Inserire la spina nera nella presa di corrente rossa (alimentazione di camera e ruota portafiltri). Assicurarsi che la spina USB con pomello rosso sia SCONNESSA dal computer ASUS. Avviare il computer. Quando il computer è acceso, inserire la spina USB con pomello rosso (porta alta). Avvio dei programmi di gestione della camera CCD Per controllare la camera CCD è necessario apri-re due programmi, le cui icone sono presenti sul Desktop: - SAO Image (visualizza le immagini riprese) - SBIG Control (gestisce tutte le operazioni della camera). Programma SAO Image Aprire il programma e spostarne la finestra nella parte destra dello schermo. I comandi di controllo delle immagini sono riportati sulla banda supe-riore. Programma SBIG Control Aprire il programma e spostarne la finestra nella parte sinistra dello schermo. Premere il tasto Connetti CCD. Nel riquadro Sta-to CCD si può leggere che cosa sta facendo la camera. Attendere che la connessione sia OK. Nel riquadro Osservatore scrivere il proprio co-gnome, che comparirà poi nei file salvati. Impostazione temperatura La camera CCD va raffreddata scegliendo una temperatura di circa 30-35°C inferiore a quella e-sterna (che può essere letta sul pannello di con-trollo della cupola in Sala Comandi). L’andamento del raffreddamento è mostrato dalla temperatura e dall’efficienza (percentuale della potenza di alimentazione della cella Peltier) che appaiono sotto il riquadro della temperatura scel-ta. Mentre la temperatura si sta abbassando, la potenza utilizzata è del 100 %. Se continua a es-sere del 100 % anche una volta raggiunta la tem-peratura scelta, allora significa che quest’ultima è troppo bassa. Conviene quindi scegliere una tem-peratura più alta. In genere è meglio che la poten-za impiegata per mantenere la temperatura desi-derata non superi l’85-90%. Se è inferiore, si può abbassare ulteriormente la temperatura. Ripresa delle immagini Tutte le immagini riprese vengono salvate in for-mato FITS e si trovano in Risorse del computer – Disco D – SBIG.

Sulla parte destra della finestra del programma SBIG sono a disposizione 5 righe, in cui si posso-no compilare/selezionare le istruzioni da dare alla camera e alla ruota portafiltri, che verranno poi eseguite in sequenza. In ciascuna riga, la spunta a inizio riga indica che quella riga di comandi ver-rà eseguita premendo il tasto Esponi. In caso di più righe spuntate, verranno eseguti in sequenza i comandi in ciascuna riga, a partire dall’alto. In ogni riga vanno specificati: Tipo di immagine: Object, Bias, Dark, ecc. (per riprendere un corpo celeste scegliere Object) Ripetizioni: si può decidere quante volte far ripe-tere l’esecuzione dell’istruzione data nella riga Nome oggetto: si scrive il nome del corpo celeste ripreso (che comparirà nel file header) Tempo di esposizione: indicare il tempo di posa in secondi (posa minima 0,12 s) Filtro: si può scegliere uno dei 5 filtri da fotome-tria (U, B, V, R, I) con la ruota A, oppure 3 filtri in-terferenziali con la ruota B (H-alfa, Ossigeno III, Luminanza) Salva: se il quadratino è spuntato, il file viene sal-vato nell’apposita cartella IMA (in realtà tutti i file vengono comunque salvati nella cartella SBIG in modo che resti la storia di quello che è stato fat-to). All’inizio, quando si migliora il fuoco, non spuntare questa casella. A questo punto si può premere Esponi e l’immagine viene ripresa come programmato. Messa a fuoco Dopo la ripresa della prima immagine, occorre di solito migliorare il fuoco. Premere quindi nel ri-quadro principale del programma il tasto Messa a fuoco e si aprirà la relativa finestra. In questo nuovo riquadro premere Prendi coor-dinate e quindi selezionare l’immagine presentata dal programma SAO Image (cliccare sulla sua banda blu), dove si identifica con il cursore la stel-la su cui concentrarsi per la messa a fuoco. At-tenzione: se nel riquadro compare la scritta fit non riuscito, occorre concentrarsi su un’altra stella perché quella considerata è troppo debole per questa operazione. Oppure bisogna aumentare il tempo di posa. Per modificare la messa a fuoco si utilizzano, nel programma di controllo del telescopio Autoslew, i comandi del riquadro Focus. Il criterio da seguire per la messa a fuoco è rendere minimi i due nu-meri che rappresentano la FWHM in x e in y, op-pure di rendere massimo il conteggio ADU. Disconnessione Per spegnere la camera CCD, bisogna anzitutto riportarla alla temperatura iniziale, scegliendo Spegni raffreddamento. È necessario seguire per un po’ il raffreddamento, verificando il rag-giungimento della temperatura ambiente. Scegliere infine Disconnetti e chiudere i due pro-grammi. Staccare la spina nera.

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VERBALE N. 1/2011

Della seduta del Consiglio Direttivo UATV, riunito-si presso la Biblioteca Comunale di Castello Tesi-no, mercoledì 19 gennaio 2011 alle ore 20:30, per trattare il seguente Ordine del giorno: 1. Comunicazioni del Presidente 2. Relazione di Cassa 3. Controllo Convenzione tra UATV e Co-mune Castello, per firma definitiva 4. Chiarimenti sulla gestione dell’Osservatorio 5. Varie ed eventuali

Presenti: Costa Claudio– Baldi Maria Rita - Muller Renzo - Broccato Roberto - Miconi Michele - Buffa Claudio – è presente il prof. Favero Giancarlo Di-rettore dell’Osservatorio. Assente giustificato: Comite Giacomo. 1. Comunicazioni del Presidente: Il Presi-dente prof. Claudio Costa comunica che il Sinda-co di Castello Tesino ha riferito che l’Amministrazione comunale intende completare la struttura dell’Osservatorio del Celado apponendo delle sporgenze in rame sul muro esterno e una tettoia in rame o plexiglas sulla porta d’entrata, onde evitare che pioggia e neve possano causare umidità all’interno dell’edificio. La segnaletica stradale richiesta per indicare la presenza dell’Osservatorio è stata sistemata secondo la normativa consentita e quanto prima sarà siste-mata definitivamente la stanga sulla strada di ac-cesso all’Osservatorio stesso. Il Presidente chiede di poter trattare a questo pun-to, quanto previsto al n. 3 e 4 all’odg, alla presen-za del Direttore dell’Osservatorio sig. Giancarlo Favero. Sentito il parere positivo dei consiglieri, si procede come richiesto. 2. Controllo Convenzione tra UATV e Co-mune Castello, per firma definitiva: Viene letta attentamente la bozza di Convenzione tra Comune di Castello Tesino e UATV alla quale vengono apportate alcune precisazioni sulla com-petenza tra i firmatari della Convenzione stessa, per quanto riguarda le spese ordinarie e straordi-narie relative all’Osservatorio e alle adiacenze e-sterne. Il Comune si fa carico dell’ultimazione dei lavori richiesti (v.di verbale dd 7.09.2010) e perti-nenti la struttura. Deve essere fatta una verifica se

l’impianto del contenitore del gas è a norma. Ver-rà data formale disdetta alla ditta Daldoss per la manutenzione ordinaria dell’ascensore, conside-rata troppo frequente (mensile), perche si ritiene troppo onerosa. 3. Chiarimenti sulla gestione dell’Osservatorio: per evitare incomprensioni nella gestione delle attività dell’Osservatorio si concor-da che le chiavi della struttura sono in mano del Sindaco, quale proprietario dell’immobile, e, a tito-lo sperimentale nel prossimo semestre, del Diret-tore che si fa carico di tutto ciò che riguarda la conduzione complessiva delle iniziative e del Pre-sidente dell’UATV. Gli utenti che sono in grado di utilizzare gli impianti vi accedono solo chiedendo le chiavi al Direttore, comunicandogli la loro pre-senza all’Osservatorio. Consiglieri dell’UATV e Soci che ne siano autorizzati, collaboreranno nelle serate in cui vi sarà un considerevole afflusso di visitatori, nella gestione della Cassa. 4. Relazione di Cassa: la disponibilità attuale nel c/c presso la Cassa Rurale vede un saldo ave-re di € 1.742,03. Pagamenti da fare: fattura MFC Fiaschi Marco da richiedere, tesseramento UAI 2011, prossimamente saranno emesse fatture Daldoss e Tecnodata, entrambe semestrali. 5. Varie ed eventuali: nessun altro argomen-to viene trattato, la seduta è tolta alle ore 23:00.

Il Segretario Il Presidente Maria Rita Baldi Claudio Costa

VERBALE N. 2/2011

Della seduta del Consiglio Direttivo UATV, riuni-tosi presso la Biblioteca Comunale di Castello Te-sino, lunedì 7 marzo 2011 alle ore 20:30, per trattare il seguente Ordine del giorno: 1. Comunicazioni del Presidente 2. Relazione di Cassa 3. Utilizzo Osservatorio 4. Preparazione Assemblea Ordinaria Soci UATV (bilanci – candidature) 5. Programma attività per l’estate 2011 6. Varie ed eventuali

Verbali

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Presenti: Costa Claudio – Baldi Maria Rita – Mul-ler Renzo – Miconi Michele – Broccato Roberto. Assenti giustificati: Comite Giacomo – Buffa Clau-dio. 1. Comunicazioni del Presidente: il Presi-dente comunica che è finalmente stata firmata in data 1 febbraio 2011 la Convenzione tra l’UATV e il Comune di Castello Tesino, secondo gli accordi definiti nell’ultimo CD dd.19.01.2011. Sono ora da esaminare alcune fatture re-lative ad utenze dell’Osservatorio. -Gabo Gas: da controllare esattezza della fattura e delle relative letture fatte a contatore. E’ da con-cordare il prezzo del gas che sembra elevato. Per il contratto con la ditta, si ritiene che debba essere il Comune a firmarlo, all’UATV pagare il consumo effettivo del gas. -Elettricità: sarà compilato il modulo di contratto. -Daldoss: si delibera di contattare il responsabile di zona per rivedere il contratto riguardo la fre-quenza mensile di controllo per manutenzione che a ns. avviso sembra eccessiva. -Tecnodata: si delibera di dar corso al pagamento semestrale dell’utenza internet. Da contatti col Sindaco di Castello Tesino, il Pre-sidente comunica che è stato assicurato che ver-ranno effettuati i lavori da noi richiesti sulla struttu-ra Osservatorio: saranno sistemati canali più ade-guati alla dispersione dell’acqua piovana al posto degli attuali; sarà posizionata sopra il portone d’ingresso una tettoia protettiva (m 4 X 1,80); sarà presa in considerazione l’asfaltatura della strada di accesso e della parte del piazzale antistante l’Osservatorio, per mantenerne nel tempo la ne-cessaria stabilità non garantita dall’attuale fondo a ghiaia pressata. Per il prossimo inverno è previsto nel contratto per lo sgombero della neve anche l’apertura di tale strada di accesso e del piazzale suddetto. Verrà messo a punto il sistema di resi-stenze elettriche per l’eliminazione della neve dal-la cupola. Sarà infine posizionata una stanga a protezione dell’accesso all’Osservatorio stesso. Per quanto riguarda lo spostamento dell’encoder per consentire lo spostamento di una scala con ringhiera ad uso in sicurezza degli osservatori che altrimenti non potrebbero utilizzare il telescopio, il CD concorda di studiarne la soluzione più appro-priata. Il Presidente propone inoltre di fare richiesta agli organi competenti, di passare l’UATV come Asso-ciazione di promozione sociale senza scopo di lu-cro. Il CD prende atto e approva. 2. Relazione di Cassa: presenti il tesoriere e la segretaria, si comunica la situazione di Cassa alla data odierna che vede un saldo a ns. credito del c/c Cassa Rurale di 1.855,86 euro. Continua l’assistenza dello studio Pentadati di Telve per quanto riguarda la gestione fiscale dell’associazione. Vedremo prossimamente se sa-

rà possibile l’acquisto di altri accessori per il tele-scopio secondo il suggerimento del Direttore dell’Osservatorio, dopo aver risolto i pagamenti delle utenze ancora in sospeso. 3. Utilizzo Osservatorio: visto l’impiego ab-bastanza frequente della struttura Osservatorio, il Direttore prof. Giancarlo Favero chiede di poter u-tilizzare la struttura, qualora non in uso da altri u-tenti, per fare osservazioni e ricerche proprie, se-condo quanto previsto dal tariffario del regolamen-to in uso. Il CD approva. 4. Preparazione Assemblea Ordinaria Soci UATV (bilanci – candidature): si ratifica la data del 26 marzo p.v. fissata per lo svolgimento dell’annuale Assemblea generale dei soci che si svolgerà a Castello Tesino, presso la Biblioteca Comunale di Castello Tesino alle ore 20:00. Prima dello svolgimento dell’Assemblea il CD si troverà a preparare il materiale necessario. Prevedendo di dover procedere all’elezione di un membro del CD a seguito dimissioni della Sig.ra Roccon Mo-nica, il Presidente raccomanda di chiedere la di-sponibilità di persone che possono raggiungere la nostra zona in tempi brevi, vista la necessità di collaborazione per le attività dell’Osservatorio. Il CD prende atto. 5. Programma di attività per il 2011: Il Presi-dente indica come possibili tre o quattro conferen-ze da organizzare per l’estate prossima e finan-ziabili eventualmente con il contributo del Sistema Bibliotecario Lagorai. Il CD approva. 6. Varie ed eventuali: Il prof. Favero sta ap-prontando il giornalino dell’UATV la cui edizione avverrà con l’equinozio di primavera. Nessun altro argomento viene trattato, la seduta è conclusa al-le ore 22:30. Il Segretario Il Presidente Maria Rita Baldi Claudio Costa

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Ai soci dell’UATV Oggetto: invito all’Assemblea Ordinaria del 2011 presso la Biblioteca comunale di Castel-lo Tesino. Egregi Soci, il Consiglio Direttivo dell’UATV ha deliberato di convocare l’Assemblea Ordinaria che chiuderà l’Anno Sociale 2010, presso la Biblioteca co-munale di Castello Tesino. L’Assemblea è indet-ta in prima convocazione per il giorno 25 marzo 2011, ore 09:00, ed in SECONDA CONVOCA-ZIONE per il 26 marzo 2011, alle ore 20:00, con il seguente Ordine del Giorno: 1. Comunicazioni del Presidente 2. Nomina del Presidente, del Segretario dell’Assemblea e del collegio elettorale 3. Surroga di un consigliere del CD in sostitu-zione del consigliere dimissionario Roccon Moni-ca 4. Apertura seggio elettorale e procedimento lavori 5. Bilancio consuntivo dell’UATV per l’anno 2010, relazione dei Revisori dei Conti 6. Relazione morale del Presidente 7. Relazione del Direttore dell’Osservatorio 8. Programma per il 2011 9. Bilancio preventivo 2011 e definizione della quota sociale 2011 10. Varie ed eventuali. Il Consiglio Direttivo dell’UATV si augura che tutti i soci in regola con la quota sociale 2010 vorranno essere presenti a questo importante appuntamen-to, al quale sono invitati anche i relativi familiari. Eventualmente, i soci che non l’avessero ancora fatto, potranno regolare la loro posizione versando la quota per il 2010 (15 Euro). Vi stimoliamo inoltre a invitare alla serata anche altre persone interessate all’astronomia e alle scienze di cui si occupa l’UATV, specialmente di estendere l’invito a persone residenti nei Comuni della Valsugana. Saranno in discussione temi di notevole interesse per l’UATV e per LE ATTIVITÀ PRESSO L’OSSERVATORIO ASTRONOMICO DEL CE-LADO. Per chi lo desidera, seguirà un momento di in-contro conviviale. Nella speranza di potervi salutare personalmente, vi porgo un cordiale arrivederci. Il Presidente Claudio Costa