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Giornalino scolastico giugno 2018, numero 2 copertina di Roberta Filippi

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Giornalino scolastico giugno 2018, numero 2

copertina di Roberta Filippi

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m o n d o s c u o l a | 1

COME SARÀ LA SCUOLA FRA 10

ANNI?

1. Come saranno gli scolari fra

10 anni?

PRESIDE: Gli alunni saranno sempre

simili nell’aspetto fisico, ma nell’aspetto

mentale saranno più veloci e più

tecnologici.

PROF. FRANCHETTI: Avranno meno

voglia di studiare.

PROF. COLONNA: Spero migliori.

TIZIANA e MONICA: Ah, ah, ah!!! Se la

società non migliora penso che la

disciplina sarà peggiore.

FRANCESCO: Più indisciplinati.

MARILENA: Sempre peggio.

NOI GIORNALISTI: Secondo noi come

adesso.

2. Ci saranno ancora le Lim?

PRESIDE: Secondo me no.

PROF. FRANCHETTI: Probabilmente sì,

ma forse esisteranno anche strumenti

più innovativi.

PROF. COLONNA: Certo, ce ne saranno

anche di più, ci saranno anche tablet e

computer.

TIZIANA e MONICA: Sì, sicuramente.

FRANCESCO: Sì, la tecnologia deve

andare avanti.

MARILENA: Non lo so, penso che ci

saranno dei cambiamenti.

NOI GIORNALISTI: Sì, ma ci saranno

anche strumenti più avanzati.

3. Si useranno ancora i libri?

PRESIDE: Spero di sì perché sono molto

antichi e utili.

PROF. FRANCHETTI: Secondo me poco.

PROF. COLONNA: Certo!

TIZIANA e MONICA: Spero di sì, sono

troppo belli.

FRANCESCO: Secondo me no, si

useranno i tablet.

MARILENA: Spero di sì.

NOI GIORNALISTI: Sì, ma ci saranno

anche cose più avanzate.

4. Ci saranno ancora le lavagne

tradizionali?

PRESIDE: In qualche classe sì, una

lavagnetta ci potrà sempre essere.

PROF. FRANCHETTI: Secondo me sì ma

non dappertutto.

PROF. COLONNA: Sì perché è

affascinante.

TIZIANA e MONICA: Forse sì.

FRANCESCO: No!

MARILENA: Non lo so, ma potrebbero

essere ancora utili.

NOI GIORNALISTI: Sì, ma poche.

5. Come si vestiranno gli alunni?

PRESIDE: Ci si potrà vestire sempre più

liberamente, spero non si torni alle

divise, ma magari che ci si possa

mettere qualcosa di distintivo che faccia

capire che sei di quella scuola.

PROF. FRANCHETTI: Liberi di vestirsi

come ora.

PROF. COLONNA: Si ritornerà alla divisa.

TIZIANA e MONICA: Che ne sappiamo.

FRANCESCO: Normalmente.

MARILENA: Liberamente.

NOI GIORNALISTI: Come adesso.

6. I ragazzi saranno indisciplinati?

PRESIDE: Anche no, mi auguro che

restino il rispetto, le

regole e la disciplina.

PROF. FRNCHETTI:

Spero che l’educazione

continui ad essere

importante.

PROF. COLONNA:

Dipende, c’è sempre la

speranza.

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TIZIANA e MONICA: Non credo, la

speranza è l’ultima a morire!

FRANCESCO: Sì, saranno sempre più

indisciplinati e svogliati.

MARILENA: Spero di no.

NOI GIORNALISTI: Dipende, forse

saranno più diligenti ….

7. Verranno inventate o studiate

nuove materie?

PRESIDE: Non cambieranno molto,

spero siamo all’altezza dei tempi.

PROF. FRANCHETTI: Probabilmente

verranno inventate nuove materie o

quelle tradizionali verranno studiate in

maniera più approfondita.

PROF. COLONNA: Sì.

TIZIANA e MONICA: Quelle che ci sono

bastano, l’importante è che siano fatte

bene.

FRANCESCO: A livello linguistico sì.

MARILENA: Sì, verranno sviluppate

nuove materie.

NOI GIORNALISTI: Verranno

approfondite ma pensiamo che non ne

verranno inventate di nuove.

8. L’orario scolastico verrà

mantenuto?

PRESIDE: Non lo so, dipende dal paese

e dalla cultura.

PROF. FRANCHETTI: Secondo me si

faranno meno ore.

PROF. COLONNA: L’orario verrà ridotto.

TIZIANA e MONICA: Chi lo sa.

FRANCESCO: Forse verranno aggiunte

più ore.

MARILENA: Dipende dalla istituzione.

NOI GIORNALISTI: Noi speriamo venga

ridotto.

9. Ci sarà ancora l’esame di

stato?

PRESIDE: Penso di sì perché è un

passaggio dalla scuola di base a quella

superiore.

PROF. FRANCHETTI: Mi auguro di sì

perché è una prova da affrontare.

PROF. COLONNA: Sì, di sicuro.

TIZIANA e MONICA: Sììììì, per forza deve

esserci.

FRANCESCO: Sì, ci sarà sempre.

MARILENA: Penso di sì.

NOI GIORNALISTI: Sicuramente anche

se impegnativo.

10. La scuola verrà organizzata

allo stesso modo? E gli spazi?

PRESIDE: Gli spazi mi auguro che siano

più finalizzati e più organizzati di

adesso.

PROF. FRANCHETTI: Magari ci si

adeguerà a modelli stranieri e ogni

insegnante avrà la sua classe.

PROF. COLONNA: Cambieranno per

forza.

TIZIANA e MONICA: Sì, verrà cambiato

qualcosa.

FRANCESCO: Sì, ci saranno

cambiamenti.

MARILENA: Dipende dal numero degli

alunni e da quello che avremo.

NOI GIORNALISTI: Gli spazi

cambieranno con nuove strutture e

oggetti tecnologici.

Lisa Battilana,

Alice Schiavo,

Gioele Di Lucia

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m o n d o a d o l e s c e n z a | 3

AAA CERCASI AMICI NUOVI

L’amicizia è, per noi giovani, una cosa importante, ma non sempre

è facile farsi nuovi amici. Quelli che leggerai di seguito sono cinque

piccoli consigli che potrebbero aiutarti stabilire legami anche con le

persone più insolite.

1. Prima di tutto devi essere te stesso e non ti devi far condizionare

dagli altri; per esempio non devi copiare il loro modo di vestire o di

comportarsi solo per farti apprezzare.

2. Non limitarti solo agli sport o alle attività che vanno di moda tra i tuoi coetanei.

Scegli ciò che ti piace, se gli altri non lo condividono, e per questo motivo ti

escludono, allora non saranno loro i tuoi amici.

3. Apriti non solo alle persone più “popolari”, ma anche a quelle più insolite e, se hai

un cuore grande, anche a quelle escluse dal gruppo.

4. Dialoga molto con le persone perché, anche se difficile, è utile per conoscere

interessi e passioni di cui magari non sai molto.

5. Inoltre è molto importante aiutarsi a vicenda e svolgere attività insieme per

rafforzare il legame.

Spero che questi semplici consigli ti possano aiutare per trovare nuovi amici non solo

a scuola, ma anche nella vita quotidiana.

Ivan Diquigiovanni

L’AMICIZIA

L’amicizia,

secondo me, è

un sentimento tra i più bel l i ed

importati del la

vi ta.

A me piace paragonarla ad

una piccola

rondinel la

caduta dal nido e bisognosa di attenzione. Se vogl iamo che essa

sopravviva dobbiamo nutri rla

offrendole tutto ciò di cui lei ha

bisogno: sinceri tà, leal tà e

soprattutto tanta fiducia. Questo legame, come con la rondine, deve

essere accudi to con continue ed

amorevol i cure. Due persone che

sono amiche devono stare vicine, parlarsi , discutere dei propri

problemi, ascoltarsi … in una parola:

esserci!

A vol te anche in si lenzio … Quando questo legame diventa

forte, saldo, sicuro è i l momento più

bel lo: quel lo del la condivisione. In

questo periodo di tempo gl i amici

condividono tutto: pensieri , emozioni , esperienze … Si

comprendono con un solo sguardo,

ridono a crepapel le per cose a vol te

sciocche, sanno asciugarsi

reciprocamente le lacrime.

L’amicizia ti permette di sapere tutto del l ’altro, di vivere con i l tuo

amico i momenti bel l i e quel l i più

diffi ci l i , non come spettatore, ma da

protagonista. Solo così le sue gioie, le delusioni , le sconfitte, le

amarezze, i trionfi , saranno anche i

tuoi .

Giunge però i l momento in cui bisogna salutarsi; a volte solo per

poco tempo, al tre per un lungo

periodo. Può capi tare che l ’altra

persona faccia del le scelte che

l ’al lontaneranno per sempre da te, ma tu la devi lasciare andare, devi

permetterle di spiccare i l suo volo …

La separazione da un tuo amico

non è mai una bel la sensazione, ma se abbiamo costrui to una vera

relazione, sappiamo che prima o poi

la “rondinel la” ri tornerà!

Al lora sarà come se fosse trascorso un istante, un solo

secondo e tutto tornerà come

prima!!!

Francesca Zanatto

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e s p e r i e n z e d i v i t a | 4

Dipendenza

La droga è una cosa in cui si entra

quasi senza accorgersene e da cui si

esce raramente.

Questa è la testimonianza di un

ragazzo di 26 anni, ex-tossico

dipendente.

Io ero uno di quei ragazzi che vedi

per strada malridotti, con la cresta e

pieni di piercing.

Per procurarmi l’eroina rubavo. Era

l’unica cosa che importava nella mia

vita e che mi faceva stare meglio …

Ma non è sempre stato così.

Sono stato anche un ragazzo

“normale”, andavo a scuola, avevo

tanti amici e molti sogni, facevo

sport.

Sono nato e cresciuto in una

famiglia “normale” con i suoi valori e

i suoi problemi.

Quando facevo le medie non andavo

d’accordo con i miei genitori e mi

sembrava sempre che cercassero di

ostacolarmi nella mia ricerca della

libertà e della felicità. Mi pareva che

non mi capissero, come io non

capivo loro.

Ho cominciato a uscire la sera, stavo

fuori fino a tarda notte in cerca di

libertà e divertimento tra ragazze,

discoteche, droghe e alcol.

In pochi anni ho bruciato tutto:

amicizie, sport, famiglia e anche il

mio corpo.

Rimaneva solo la droga.

Ho provato a chiedere aiuto, ma non

riuscivo a smettere, era un pensiero

fisso.

A 21 anni i medici mi hanno

considerato un caso perso e non

hanno più avuto la voglia di

aiutarmi.

Ma mia madre provava dolore nel

vedere che avevo rinunciato alla

vita. Io volevo salvarmi ma non

vedevo vie di uscite o soluzioni, lei

era sicura del contrario e si

arrabbiava quando mi davo per

vinto e non lottavo.

Così ha deciso di mandarmi in una

comunità, lì non si potevano usare

droghe. All’inizio c’ero andato solo

per accontentarla, ma poi ho

cominciato a sentirmi bene, pieno,

anche senza eroina.

Sono passati cinque anni e sono

sempre in comunità, ma ora per

dare una spalla su cui appoggiarsi ai

ragazzi che sono considerati “un

caso perso” com’ero io, ma che

senza chiedere niente in cambio

hanno il dono più grande che hanno

mai ricevuto Dio.

Anonimo

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S ì v i a g g i a r e … | 5

MUSEO DELLE

CAMPANE

Per le classi

prime quest’anno

è stato pieno di

uscite didattiche.

L’ultima si è

svolta a Villa

Fogazzaro

(Montegalda, Vicenza) che ha il

privilegio di ospitare uno dei due musei

delle campane presenti in Italia - il

secondo si trova in Molise. In questo

museo ci hanno insegnato che le

campane sono un fondamentale

strumento di comunicazione che non

viene usato solo in ambito religioso

(monasteri, chiese ecc…) ma, ad

esempio, anche nelle scuole (pensiamo

alla tanto attesa campanella delle

14.00!!!!!!)

Le campane sono nate in Cina nel

2000 a.C. e successivamente importate

in Italia con il nome di “Vaso

Campania”, cioè vasi delle campanie

perché in queste hanno avuto origine i

mortai che non sono altro che delle

campane rovesciate.

Nella storia le campane sono state

usate soprattutto in luoghi religiosi e

nel corso delle due guerre mondiali

venivano fuse per la realizzazione di

armi.

Le campane sono tutte diverse tra

loro e per questo non producono lo

stesso suono; ogni regione ha il suo

modo di usarle e le sue melodie. Una

curiosità legata a questo aspetto è che

spesso molti registi, nella realizzazione

dei film, non tengono conto di queste

varietà locali inserendo suoni di altre

regioni o addirittura di altri paesi. Tra i

tipi più particolari di campane ci sono

quelle tibetane che producono

vibrazioni di varia intensità in base alla

loro grandezza strofinando il bordo

della superficie con degli appositi

bastoncini di legno.

È stata molto interessante anche la

seconda parte della gita, cioè quella

riguardante la natura. Villa Fogazzaro è

circondata da due parchi, uno è quello

romantico all’inglese ed il secondo è il

parco all’italiana. Per prima cosa

abbiamo visitato quello all’inglese

imparando a riconoscere molti tipi di

alberi; abbiamo capito che nei parchi

come questo la mano dell’uomo è

presente ma non visibile

immediatamente. Infatti alcune zone

erano ricoperte da alberi di diverse

specie tra loro. Ciò è impossibile si

verifichi in natura. C’era inoltre un

laghetto.

Nel secondo parco, invece, la mano

dell’uomo era ben visibile. Il terreno era

ricoperto di aiuole e circondato da fiori

piantati simmetricamente e uno stagno

recintato da un muretto dove

nuotavano pesci rossi e rane. In effetti

l’acqua era presente in tutti e due i

parchi, ma in uno sembrava naturale,

nell’altro invece la mano dell’uomo era

evidente.

Dopo di questo, qualcuno è andato a

comprare una campanellina come

ricordo e, mentre ciò accadeva, si sono

sentite delle campane suonare. Tutti

subito abbiamo capito che il suono

proveniva dal parchetto accanto. Una

volta raggiunto abbiamo visto un uomo

riccioluto suonare uno strumento le cui

corde erano legate a delle campane e

lui spingendo i tasti suonava varie

melodie. Dopo che tutti sono arrivati lui

ha smesso di suonare e si è alzato in

piedi. Ha iniziato con una breve

presentazione ed ha proseguito

spiegando il suo lavoro. Ha detto di

essere un “campanaro”. Ogni giorno si

sposta di campanile in campanile

suonando diversamente in base alla

regione in cui si trova. Dopo averci

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spiegato i vari tipi di melodie delle

diverse regioni o paesi ha detto che

potevamo provare a suonare quello

strumento a campane. Abbiamo iniziato

a fare una fila e ognuno ha provato a

comporre della musica.

La gita era ormai finita, i professori ci

hanno detto di raccogliere le nostre

cose e, pian piano, ci siamo avvicinati

al pullman e siamo partiti.

Secondo noi è stata una gita molto

bella anche se alcuni compagni non

condividono questa idea. È stata

un’uscita divertente oltre che istruttiva

soprattutto quando è arrivato il

“campanaro”. Di sicuro ci porteremo il

ricordo di questa esperienza negli anni

futuri.

Vorremmo fare una proposta per

l’anno prossimo … sarebbe bello andare

a visitare l’acquario di Genova.

Noemi Pamato

Tommaso Durastante

GONARS

Quest’anno la

scuola media

“Enrico Fermi”

ha ospitato gli

studenti della scuola media di Gonars,

un paesino del Friuli Venezia Giulia, in

provincia di Udine. Gli alunni delle classi

terze, insieme a loro, sono andati a

visitare l’Ossario del Monte Pasubio per

ricordare i caduti della Grande guerra e

visitare il museo della fondazione “3

Novembre 1918”, chiamato così in

onore del giorno in cui i soldati italiani

sono entrati in Trento . Il museo è stato

fondato da un reduce di guerra con i

fondi avanzati ed il suo scopo principale

era quello di aiutare i figli dei caduti con

delle borse di studio. Il giorno

dell’uscita i ragazzi di Gonars e i ragazzi

di Castelgomberto, alle 8e20, si sono

trovati e uno di fronte all’altro hanno

cantato l’Inno d’Italia con l’alza

bandiera; successivamente le due

scuole sono partite alla volta dell’

Ossario e sono tornati alle 12e45. La

gita nel complesso è stata ben

organizzata, anche grazie agli alpini,

inoltre è stato bello conoscere un po’ di

storia dei nostri territori; la nota

dolente della gita, secondo noi ragazzi,

è stato il non aver avuto momenti per

socializzare con gli studenti ospitati che

hanno agito per conto loro.

Giulia Brendolan

Antonio Storti

Leonardo Zorzi

Per la stesura dell’articolo abbiamo fatto una piccola indagine … ecco i risultati

0

5

10

15

20

niente molto poco abbastanza

classe campione 3^D

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l e t t e r a a p e r t a | 6

RITA VIVE

Il giorno 16 marzo ci siamo recati al teatro Astra, abbiamo assistito ad uno

spettacolo teatrale sulla mafia e abbiamo conosciuto la storia di una ragazza

poco nota ma che, pur diciassettenne, ha saputo staccarsi dalla famiglia e

scegliere di stare dalla parte della legalità, diventando appunto testimone di

giustizia. Questa è una lettera che vorrei idealmente spedire a Gabriele e che

oggi condivido con voi.

Castelgomberto, 21 marzo 2018

Caro Gabriele,

tu non mi conosci, ma io ho sentito parlare di

te. Di te e della tua giovinezza. Io non so dove sei, cosa fai, se sei sposato,

ma so chi eri.

Tu eri il fidanzato di Rita Atria, una ragazza

che hai conosciuto a Roma. Eravate felici,

nonostante le ombre nei suoi occhi. Finché tu,

un giorno, sei dovuto partire per la guerra in

Bosnia-Erzegovina. Quando sei tornato, Rita era

sparita; niente spiegazioni, niente sguardi

confusi.

Solo loro, gli agenti di protezione, sapevano

cosa le era successo, ma non volevano dirtelo.

Perciò te lo dico io. Meriti di saperlo.

Rita cresce in un paesino della Sicilia, circondata da un apparente senso di

tranquillità, turbato solo dalle rigide regole della madre. Per esempio, non può

sedersi sul divano o invitare le amiche a casa.

Poi, all’improvviso tutto cambia per lei: in un pomeriggio d’estate uno sparo

uccide il padre di Rita, Don Vito. Dopo poco tempo, nel 1991, anche Nicola

viene ucciso dalla mafia. E intanto le voci serpeggiano, stringendosi alla gola di

Rita e dei suoi parenti stretti.

Le voci, secondo le quali, Don Vito era un mafioso, si fanno sempre più reali,

più vere, tanto forti che Piera, la moglie del fratello di Rita, Nicola, entra nel

programma di protezione e cerca di convincere la cognata.

Allora anche Rita entra nel programma e lei e Piera si trasferiscono a Roma.

All’inizio si divertono: centri benessere, shopping, cinema. E la serenità torna ad avvolgerle.

Ma un’altra notizia affonda come un coltello nei loro stomaci.

Una bomba è esplosa vicino alla casa di Paolo Borsellino, il magistrato anti-

mafia che si occupa del loro caso e che per loro è diventato un secondo padre.

Così Rita si deve separare da Piera e va ad abitare in Via Amelia, in un

piccolo monolocale.

Poi ti incontra, si innamora e nelle sue giornate torna il sole.

Il resto lo sai meglio di me.

Ma tu te ne vai, per la guerra in Bosnia, e la lasci sola.

La lasci e il suo mondo si frantuma.

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l e t t e r a a p e r t a | 6

Ma le regali la tua macchina, come ricordo. “Tanto –pensi – tra un po’

prende la patente”.

Mi dispiace Gabriele, ma lei la patente non l’ha mai presa.

Giornata di fine luglio, un caldo afoso, un motorino impenna e un cane

abbaia.

Non poco lontano, in via Amelia, Rita è alla finestra e si volta verso il muro, dove ha scritto “Senza di te il mio cuore non vive”.

Una frase che può indicare chiunque. Te, Paolo, Don Vito, Nicola. Chiunque.

Tutti e nessuno.

Cinque piani a 74,9 Km orari, due virgola due secondi per pensare alla sua

vita. E’ in quei pochi secondi che Rita scrive la sua storia in aria, in cui

rivendica la sua libertà e si lascia alle spalle i brutti ricordi.

Poi il suo corpo tocca terra e i suoi occhi diventano vitrei.

E in quel 26 luglio del 1992 la sua vita ha fine.

E così che Rita se ne va.

Ma in realtà Rita è diventata parte della nostra storia. Perché, pur

giovanissima, ha scelto la legalità. E chiunque venga a conoscenza del suo

percorso di vita sarà contagiato dalla sua volontà di essere dalla parte della giustizia.

Questa è tutta la storia.

Quando sei tornato ti hanno dato le chiavi della macchina, con cui ora stai

giocherellando magari, e ti hanno detto di dimenticare.

Ma io spero che ora che sai tutto, penserai a lei un po’ più spesso, spero che

tu possa godere la vita anche per Rita. Non ti arrendere.

Abbracci. Giada Cattani

P.s: questa è una poesia che ho scritto pensando a Rita

ADDIO

Il sole tramonta

come la voglia di raccontare

pian piano si spegne

fino a sparire.

Una canna da pesca

si getta nel lago

un pezzo del tuo cuore

si impiglia all’amo.

Mani protese,

ma ti sembrano distanti

evanescenti

come onde spumeggianti.

Ormai è tardi.

Hai già deciso:

non hai più voglia

di darti per vinto.

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r e c e n s i o n i | 7

STORIE INCROCIATE

Immaginatevi di leggere un libro,

di immedesimarvi nei personaggi, di

prendere le loro parti e poi … ad un

certo punto di imbattervi in un libro di

secoli più vecchio e di capovolgere le

vostre idee …

Ecco quello che è successo a me.

L’anno scorso ho letto La

bambinaia francese di Bianca Pitzorno,

un romanzo storico, ambientato

nell’Ottocento.

La storia di Sophie Gravillon ha

inizio nella Parigi colta, spietata e

rivoluzionaria di primo Ottocento e

rischia di concludersi all'Ospedale di

mendicità, quando, a otto anni rimane

orfana. Interviene però una famosa

stella dell'Opera, Céline, che finge di

assumerla come bambinaia della figlia

Adele.

A casa sua Sophie conoscerà

Toussaint, un ragazzino proveniente

dalle Antille, e insieme a lui avrà il

privilegio di essere istruita dal padrino

di Céline, un vecchio marchese dalle

idee illuministe.

Supporterà Cèline quando sarà

abbandonata dal marito Edward e

cercherà di lenire il suo dolore.

Alla morte del marchese seguirà

una serie di avventure tra Francia e

Inghilterra.

Dopo averlo letto ho pensato:

“Wow, le donne di questa storia sono

davvero forti, indipendenti e gentili,

ma era davvero così?”.

Beh, non avrei mai pensato che

avrei potuto trovare delle risposte alle

mie domande leggendo Jane Eyre di

Charlotte Brönte, romanzo di cui

Bianca Pitzorno si è innamorata e da

cui poi ha preso ispirazione per

scrivere La bambinaia francese

Istintivamente mi ero

immedesimata nella ballerina

abbandonata dal marito e finita in

prigione per debiti, ma poi il romanzo

mi ha svelato dei retroscena

imprevedibili.

Affascinante è il personaggio di

Jane che cresce in un orfanotrofio,

lontano dalle grinfie della perfida zia.

Successivamente viene assunta come

governante e istitutrice presso la casa

del signor Rochester, non altri che

Edward, il marito della nostra Cèline.

Di quest’ultima si vocifera che sia

fuggita all’estero con un italiano,

abbandonando la figlia Adele. Tra Jane

e il signor Rochester nascono

un’affinità unica e un’attrazione che

fanno capire che l’aspetto fisico non è

importante se si è innamorati. Ma

Edward nasconde troppi scheletri

nell’armadio, letteralmente.

Riusciranno i due a vivere il loro lieto

fine? Ma ancora più importante,

riusciranno questi due romanzi a

sconvolgere la vostra testa come

hanno fatto con me?

Resta solo un modo per scoprirlo:

leggerli!

Giada Cattani

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r e c e n s i o n i | 7

WONDER DI R.J.PALACIO

Raquel Jaramillo Palacio è un'autrice

americana nata nel 1964, vive a New

York con il marito, due figli e due cani.

Palacio è il suo pseudonimo ispirato al

nome della madre di origini colombiane

e Wonder è il suo primo romanzo

pubblicato nel 2013.

L'idea del libro nasce da una sua

inaspettata e a dir poco spiacevole

reazione di timore nei confronti di una

bambina affetta dalla sindrome di

Treacher-Collins ,che incontra con i suoi

figli al parco. Non riuscendo a

dimenticare questa esperienza, in

quanto la faceva stare male, decise di

iniziare la scrittura di Wonder, che ha

come protagonista August Pullman , un

ragazzino affetto dalla stessa sindrome.

August, chiamato da tutti Auggie, ha

dieci anni e ha il volto deforme e per

questo si sente a disagio ,osservato ed

escluso dagli altri ragazzi. La sua

meravigliosa famiglia lo ha protetto per

i primi dieci anni della sua vita e sua

madre gli faceva da insegnante a casa.

È però arrivato il momento per Auggie

di affrontare la prima media. A scuola

conosce fin da subito Charlotte, Julian e

Jack, ma solo quest'ultimo gli resterà

accanto e diventerà suo amico insieme

a Summer, una solare ragazzina. Dopo

varie e dolorose peripezie, come la

morte di Daisy, il loro cane, e l'aggiunta

di un apparecchio acustico per August,

arriva finalmente la fine dell'anno con la

premiazione di Auggie per aver

rappresentato i valori piu' importanti

della vita.

Consiglio questo libro perché è

piacevole da leggere, facile da

comprendere e dà un insegnamento

molto importante a tutti, cioè quello di

non giudicare solo dall'aspetto

esteriore, ma di conoscere le persone

come sono dentro e quello che hanno

vissuto.

Alessia Tacchini

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Alla scuola Enrico Fermi

Alla scuola Enrico Fermi, tutti gli scolari usan i quaderni. Tutte le classi hanno dei professori, detti anche amiconi. La Cariolato con l'allenamento, ci augura il divertimento. Colonna con le sue riprese da artista, sembra voler diventare regista. Costanzo con le sue formulette, ci insegna sempre nuove regolette. La Franchetti col suo buon umore, fa sempre ordine là dove c'è rumore. La Garzotto pazientemente, ci fa usare il compasso perfettamente. Lembo con i suoi indovinelli, fa sempre tanti tranelli.

La Randon gira con il suo zainetto, insegnandoci l'inglese perfetto. La Rigo con il suo occhiolino, riesce a far sorgere un sorrisino. La Rigoni, dopo le sue spiegazioni, organizza le interrogazioni. La Tamiozzo con la sua storia, ci fa imparare Don Giovanni a memoria. La Zarantonello entrando cantando, ci fa un bel valzer ballando ballando. Concludiamo la nostra poesia, tutti quanti in compagnia. E ora che quest' anno sta per terminar, pensiamo di andare al mar!

Laura Zecchin, Gaia Guiotto

Alessia Tacchini, Irene Arena

Calzino

Il mio gatto è carino

il suo nome è Calzino,

senza dubbio è ciccione

la sua pancia è un pallone.

Porta un pelo ben curato,

ogni mese vien lavato.

Si lecca e si stira ogni giorno,

mi fa festa quando torno.

Quando mangia è vorace,

ma solo quello che gli piace,

e se non do il cibo gradito

fa digiuno: è garantito!

Se lo chiamo nel vialetto,

lui arriva e mi fa un dispetto:

dalla siepe esce di scatto

è un giocherellone il mio gatto!

Sara Pamato

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p o e s i e | 8

LA FAMIGLIA CHE VORREI

Nella mia famiglia bella

ci dev’essere una sorella,

dolce, buona e generosa

somigliante ad una rosa.

Una mamma sorridente,

che fa ridere la gente;

che non mostra mai il suo affanno

e non manca un compleanno.

E che dire del papà?

Dorme sempre sul sofà,

grande, forte e brontolone,

ma pur sempre un coccolone.

Una nonna pasticcera

che cucina anche di sera

che fa molti pasticcini

per i cari nipotini.

Ed un nonno furbacchione,

che passeggia col bastone

che tormenta il mio gattino,

mentre fa il suo riposino.

Ma la cosa più importante,

più preziosa di un diamante,

è restare tutti assieme

per volersi tanto bene!!!

Francesca Zanatto

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CRUCIVERBA: completa gli schemi e otterrai il nome di una professoressa.

1. Il contrario di giusto

2. Sinonimo di interiezione

3. Il contrario di chiaro

4. Si usa per tracciare le linee

5. Non è il riccio

6. Spiderman è l’uomo …

7. Ottavo re di Roma

8. Non è “Alfa” indica la fine

1. Il cibo italiano più conosciuto

2. Vende vini …

3. Disturba il tuo sonno con un ronzio fastidioso

4. È composta da numeratore e denominatore

5. Lo sono il cuore, i polmoni, il cervello …

6. Si ottiene dividendo il perimetro del quadrato per 4

7. Può essere in alto o in lungo

8. … nucleare, nonché forte “craniata”

9. Bevanda conosciutissima

1. Materia preferita di molti studenti

2. Le si usano per ascoltare la musica

3. Osso dell’avambraccio

4. Sinonimo di scalata

5. Alcune persone ce l’hanno lunga!

6. Il quaderno della morte

7. Il verde, l’azzurro, il viola, il blu sono colori …

1. In spiaggia si usano … e secchiello 2. Il maggiordomo di Batman 3. La sesta nota della scala musicale 4. Capitale norvegese 5. Fumetto giapponese 6. Quella francese è blu, bianca e rossa 7. Il “cattivo” in un libro fantasy

1. Taglia a metà gli angoli 2. Lo sono l’addizione, la sottrazione e la

moltiplicazione 3. Solido rotondo nonché rapper famoso

Volere è …

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INDOVINELLI

Cristian Clodelli

Lorenzo Frizzo

Marco Mazzaggio

Qual è il cibo

preferito degli

Shinigami (tratto

da una saga)?

……………………………

……

Chi, pur avendo una

sola voce, si

trasforma in

quadrupede, bipede e

tripede? ………………….. Quando passa ti togli il

cappello, ha i denti ma

non morde, si tuffa ma

non si bagna … chi è?

Osserva

attentamente

l’immagine. Che

cosa manca?

Definizioni:

1. sepolta nelle piramidi

2.forte legame tra amici

3.lo si fa quando si entra in

classe alle elementari

4.è severa ma insegna bene

5.ci vai per imparare

6. ci sono i calcoli in questa

materia

7. ricopre tutto il monte

8. lo si studia in astronomia

9. aiutano Ulisse

10. vestiti alla …

Risolvi il cruciverba

e comparirà il

nome di un

oggetto usato in

geografia

1. è un professore

supplente, ma

quando arriva è

proprio divertente!

2. con l’uncinetto è

bravissima e con gli

alunni è proprio

forte!!

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Barzelletta dei 5 canali Uno studente arriva a scuola e la professoressa gli dice: “Cristian, per domani devi

trovarmi il nome di 5 canali”.

Cristian torna a casa, accende la televisione e trova: “Buon compleanno a te! E chi se

ne frega! Con il passeggino chicco! Super super man! Risorgerooo!!”

Il giorno dopo Cristian va a scuola e la prof gli chiede: “Cristian dimmi il nome dei

cinque canali che hai trovato”. Cristian dice: “Buon compleanno a te!!”

E la professoressa: “ Ma oggi non è il mio compleanno”

“Chissene frega”

“Cristian guarda che ti mando dalla preside”

“Con il passeggino chicco”

“Cristian ma chi ti credi di essere?!”

“Super super man!” “guarda che ti butto fuori con il tuo banco e tutto!”

“Risorgeroooo!!”

Soluzione immagine chiesa: manca un quarto d’ora a mezzogiorno

Soluzione indovinelli: 1.Gualtieri 2Garzotto

MARIA-VITTORIA DANI

ROBERTA FILIPPI

MIA CHILESE

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o r o s c o p o | 10

ARIETE = Amore: il fidanzato ti tradisce.

Amicizia: va bene così. Scuola: più impegno.

TORO = Amore: troverai la persona giusta.

Amicizia: diventa più social. Scuola: sei

veramente una frana

GEMELLI = Amore: NO! Amicizia: attento,

perderai un amico. Scuola: va bene così

CANCRO = Amore: ti fidanzerai con il più bello della scuola. Amicizia:

si più cauta con i tuoi amici. Scuola: le prof ti prenderanno di mira

LEONE = Amore: occhio alle delusioni. Amicizia: sii più gentile. Scuola:

avrai tante soddisfazioni.

VERGINE= Amore: non ti fidanzare troppo presto. Amicizia: la tua

amica non manterrà nessuna promessa. Scuola: discreto

BILANCIA = Amore: aspetta …. e vedrai. Amicizia: non vantarti con le

tue amiche. Scuola: non vedi l’ora della fine della scuola.

SCORPIONE = Amore: arrenditi. Amicizia : non arrabbiarti con gli altri.

Scuola: studia di più.

SAGGITARIO = Amore: ti lascerà. Amicizia: ti faranno una sorpresa.

Scuola: verrai promossa.

CAPRICORNO = Amore: tutti ti faranno la corte. Amicizia: sei molto

simpatica agli altri. Scuola: arrivano gli esami!!! Che bello!!!!

ACQUARIO= Amore: ti fidanzerai presto. Amicizia: qualcuno ti

deluderà. Scuola: ottimo!!

PESCI = Amore: fanno tutti la lotta per averti. Amicizia: la tua

migliore amica si arrabbierà. Scuola: sei proprio una secchiona.

MARIA-VITTORIA DANI

ROBERTA FILIPPI

MIA CHILESE

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