giornalino ped set ott 11 -...

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Scopriamo il Anno 2, numero 4, settembre/ottobre 2011 Bambini al centro del nostro agire Il giornalino bimestrale a cura dei bambini della Pediatria dell’Ospedale San Carlo Borromeo di Milano. storie gatti ... cani, a proposito di cucina ...

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Inserire qui il messaggio. Non super are l e due o tre frasi.

Scopriamo il Anno 2, numero 4, settembre/ottobre 2011

Bambini al centro

del nostro agire

Il giornalino bimestrale a cura dei bambini della Pediatria dell’Ospedale San Carlo Borromeo di Milano.

storie

gatti ...

cani,

a proposito di cucina ...

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Cari lettori, riparte il “San Carlo dei Piccoli”, il giornalino della Pedia-tria realizzato dai pazienti dell’Ospedale. Quest’anno oltre alla giornata in reparto dei Vigili, ci sarà un laboratorio di arte terapia, dove si potranno liberare fan-tasia ed emozioni. Prosegue il tirocinio con due scuole superiori il "Carlo Tenca" e il "Rebora" e verranno accolte anche le studentesse dell'U-niversità Cattolica e della Bicocca, che faranno la loro tesi sulla scuola in ospedale Una fantastica notizia dai ragazzi che hanno partecipato a “Cantiamo e raccontiamo la solidarietà” un concorso lettera-rio, con scrittura di poesie e testi di canzoni, con grandi vittorie: tutti bravissimi!! Complimenti! Quante cose da scoprire su questo giornalino!

buona lettura! Alessandra

Foto di Alessia Conca

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La parola alla dr.ssa Gibelli I miei genitori mi hanno spesso raccontato che sin da picco-la mi ero messa in testa di fare la pediatra. Non so spiegare il perché di questa mia così precoce “vocazione”. Certo, il mio papà era medico, non pediatra comunque, e altrettanto certo è che già “frequentavo” la Pediatria del San Carlo, come pa-ziente del Prof. Canova. Nessuno di loro due ha però mai orientato la mia scelta, che è stata del tutto autonoma. Ho perseguito nel tempo la mia idea, senza direi avere mai dubbi sulla mia decisione. Ovviamente non sono mancati momenti difficili, ma passo dopo passo mi sono ritrovata a laurearmi, quindi a specializzarmi e infine a lavorare pro-prio nel reparto di Pediatria che conoscevo sin da bambina e dove, in cuor mio, desideravo tanto poter un giorno riuscire a lavorare. Qui ho avuto la fortuna di incontrare persone che mi hanno insegnato veramente tanto, anzi direi tutto e che mi hanno fatto crescere giorno per giorno, accordandomi anche gran-de fiducia. Sono passati ben 19 anni da quando ho iniziato e questo reparto è diventato un po’ come una seconda casa, dove ogni giorno ritrovi persone care con cui condividere, non solo pro-blemi medici, ma anche storie personali, emozioni, dispiace-ri e gioie.

Dr.ssa Maddalena Gibelli

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SOM

MA

RIO

• Lettere da ...

• Le storie di ...

• Un angolo di poesia

• Scopriamo il mondo: Egitto

• Concorsi ...

• A proposito di cucina ...

• Evviva le rime!

• Abio news!

• Cani, gatti e c.

• La parola a ...

• Giochi: ora tocca a te

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Divertiti e colora i personaggi di questo giornalino L

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Tirocinio in Ospedale Sono una studentessa del liceo delle Scienze Umane “Clemente Rebora”. La mia esperienza di Stage all'ospedale San Carlo si è rivelata molto positiva. Per circa un mese con le mie compagne ho trascorso le mattinate con i bimbi rico-verati nel reparto di Pediatria o in ambulatorio, in compagnia di bambini che aspet-tavano di essere visitati. Con loro giocavamo, disegnavamo, creavamo cartelloni che in seguito appendevamo nel corridoio del reparto,per renderlo più colorato. Certe mattine, invece, rimanevo in una stanzetta con alcune delle mie compagne di stage al fine di revisionare materiali che sarebbero stati utili per la creazione di progetti, come il Calendario o il Giornalino del San Carlo. Una mattina abbiamo anche assistito all’allestimento dei set fotografici nei quali i bambini sarebbero sta-ti fotografati per realizzare i vari mesi dell’anno. Al progetto del calendario hanno partecipato anche i Vigili. Questi ultimi inoltre, un giorno alla settimana, si rende-vano disponibili per insegnare a noi stagiste ed ai bimbi dell’ ospedale come si costruiscono gli Origami. Abbiamo anche realizzato uno spettacolino che ripeteva-mo ogni settimana) con le marionette, per far trascorrere ai piccoli pazienti una mattinata diversa e più divertente: da vari libri di fiabe ne abbiamo selezionata una e l’abbiamo rappresentata appunto, per mezzo di un piccolo siparietto e delle ma-rionette. Durante questo percorso ho conosciuto alcuni dottori ed altre figure che lavora-no al San Carlo. Per prima la maestra della scuola dell’Ospedale, Alessandra, che ci ha guidato con grande disponibilità e simpatia in queste esperienza di vita. Di lei mi è rimasta impressa la creatività che mette nello svolgere il suo lavoro. Ho avuto inoltre modo di conoscere dottori, uno in particolare, che aiutano i pazienti con entusiasmo, simpatia ed innata professionalità nel loro campo. Molto piacevole l’at-mosfera, caratterizzata da una grande cooperazione da parte di tutti. Insomma, un’ esperienza stimolante e nel qual tempo utile al prossimo.

Ambra Vigilante

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Incontro con mamma tigre

Durante l’estate, Maya con il suo papà sono andati a trascorrere le vacanze, in un’isola del continente asiatico. Il padre di Maya è un appassionato cacciatore e una mattina di buon ora parte con la sua gip, accompagnato dalla sua bimba. Si inoltrano nella giungla. Scendono dalla gip e a piedi proseguono nella vegetazione rigogliosa: poi Maya si incanta davanti a un grosso albero e, quando si gira per cercare il papà, si accorge di averlo perso. “Papà! Papà!! Dove sei?” inizia a chiamare Maya. Ma il papà non risponde. E Maya cerca allora di proseguire, seguendo un po’ il suo istinto, immaginando che quella fosse la strada che il suo papà aveva fatto. All’improvviso sente un ruggito e di fronte a lei appare un’enorme tigre. La tigre si avvicina e stranamente le lecca una mano: Maya capisce che non vuole farle del male, anzi, è diventata uno dei suoi cuccioli! La tigre si allontana e dopo poco ecco apparire tra le foglie il papà tutto preoccu-pato che esclama:” Finalmente ti ho ritrovato, piccola mia. Questa è una zona peri-colosa sai, ci sono molte tigri!” Tornano a casa e la mattina dopo Maya dalla sua stanza sente il ruggito della tigre: esce ancora in pigiama e assonnata e capisce che la tigre vuole che la segua. Entrano nella giungla e arrivano in una radura dove Maya si accorge che dei cuc-cioli sono caduti in una trappola scavata dai cacciatori. Ecco perché la tigre ha cercato Maya, perché voleva da lei un aiuto. Corre a casa e dalla gip prende una grossa corda e subito ritorna alla radura. Men-tre la tigre tiene la corda fra i suoi grandi denti , Maya si cala nella buca. Lega un cucciolo alla volta e la madre li tira fuori dalla terra Per ultimo sale Maya, sempre con l’aiuto della tigre. Intanto il papà ormai svegliò è accorto che la figlia non c’è :prende il suo fucile e corre nella foresta chiamando a gran voce:”Maya! Maya!” Ritrova Maya poco dopo e vede la tigre: sta per sparare, ma Maya si mette in mez-zo proteggendo i cuccioli e la tigre. “No papà, non sparare: sono buoni! E’ così, ti prego abbassa il fucile!” e i cuccioli gli vanno incontro. Commosso il papà da quel giorno non andò più a caccia di tigri. Maya (8 anni)

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Il disegno è di Maya (8 anni)

La pietra magica C’era una volta un bambino molto povero, che viveva con la sua mamma, il suo pa-pà e un fratellino più piccolo. Un giorno decise di scavare per trovare dell’acqua come gli avevano suggerito dei suoi amici e allora si mise a scavare di grande impegno. Tuttavia al posto dell’acqua trovò una pietra strana, dai colori giallo oro e azzurro cristallino. Il bambino la chiamò eliopatria. Successivamente andò in biblioteca per maggiori informazioni e scoprì il nome reale della pietra e il suo valore effettivo. Infatti si trattava di una pietra magica e preziosa. Il bambino in seguito a tale scoperta divenne ricco e fa-moso e visse per sempre felice e contento.

Luca G. (9 anni)

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La storia della principessa Mary C’era una volta, o forse due, o forse tre … non si sa bene quante, tutti i re aveva-no perso il conto. Ogni anno, sempre nello stesso periodo, la principessa Mary White del regno di In-cantevolandia cadeva in una brutta malattia. Ogni anno una malattia diversa si impossessava di lei, ma fortunatamente dopo ne usciva sempre bene. Tuttavia in questo ultimo anno non fu così. La malattia imperversò sulla povera principessa per ben due mesi ed essa cadde in lungo sonno. I suoi erano incubi, persone gigantesche la assalivano, grandi, profondi cerchi ros-si la rinchiudevano dentro i suoi pensieri ancora più profondi. Il padre di Mary, il re Destino III, chiamò tutti i migliori dottori d’Incantevolandia, ma ognuno se ne usciva senza aver concluso niente. Qualche mese dopo si presentò a corte un principe.

l suo nome era Rudolph Juan Restvoil, veniva dal regno di Malcantevolandia. Disse che si sarebbe occupato lui della principessa, d’altronde chi oltre ad un principe avrebbe svolto meglio il compi-to di farla risvegliare? Ma il caro principe non aveva in mente di far risvegliare la principessa bensì di farla morire. La malattia era una maledizione manda-ta dagli altri regni, ma visto che non aveva funzionato a portarla alla morte avevano escogitato questo stratagemma. Mary era invidiata da tutte le principes-se degli altri regni per la sua bellezza e per il suo modo di fare così dolce. Rudolph si era portato da Malcantevo-landia una pozione che avrebbe dovuto

utilizzare per togliere la vita alla principessa. Lui era il prescelto selezionato dagli altri regni per uccidere Mary. Ma ogni giorno, per una scusa o per l’altra, non ci riusciva mai e per questo moti-vo riceveva numerose minacce dagli altri regni: “Tu, tu, tu! Se non ti dai una mossa sceglieremo un altro incaricato! Sei un incapace!”. Ma qualcosa bloccava il principe nel compiere quel gesto fatale. Ogni giorno che passava trovava sempre più “dolce” la principessa e non riusciva a toglierle la vita. Se si doveva compiere quel gesto non voleva esserne complice. Nel frattempo molti altri principi, mandati dagli altri regni, si presentavano a corte per compiere loro il gesto tanto atteso.

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Ma a Rudolph, ogni istante che passava con Mary sembrava uno dei momenti più belli della sua vita, anche se la principessa continuava a dormire. Il principe decise di mettere tutto il suo impegno per far svegliare la principessa. Non era di Rudolph la scelta, ma del suo cuore. Si impegnò tantissimo. Piano piano, giorno dopo giorno, la principessa si riprese, ma ancora non ave-va aperto gli occhi. Rimaneva ancora una cosa da fare … c’erano gli altri principi che volevano a tutti i costi compiere quel gesto fatale!! Rudolph in preda al panico, decise di offrire da bere ai principi. Ma in quella strana acqua era presente la pozione che si sarebbe dovuta utilizzare per uccidere la

principessa. Una volta che i principi furono tutti morti il lavoro fu più semplice. Rudolph intuì che l’unico modo per far risvegliare la principessa era l’odio. Tutti l’amavano e quindi il contro incantesimo sarebbe stato l’odio. Ci provò, le parlava male, la insultava … ma niente. Forse doveva solo essere sé stesso … e fu così, che pian piano la principessa si svegliò. La chiave per essere amati da tutti è essere sé stessi e il povero principe l’aveva capito solo ora. Al risveglio della principessa i suoi occhi erano illuminati di gioia. Mary, appena vide il principe, si alzò in piedi. Capì subito che anche lei si era innamorata del principe. Il re Destino permise ai due innamorati di andare a vivere insieme in una stanza del castello. Due anni dopo ebbero una bellissima bambina di nome Stella. Era brillante come la madre. E così, belli e brutti, bravi e cattivi, innamorati e non, vissero felici e contenti. O quasi …

Debora L. (12 anni)

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La gioia Il sole oggi ci fa star bene, dopo tanta pioggia … è come qualcuno che ci è vicino, che ci dà calore ed affetto. Se al mattino c’è il sole, la mia giornata sento che sarà felice. La gioia è in me e una pioggia di coriandoli di mille colori volteggia nel vento.

Solange (13 anni)

La zia Monica (Dott.ssa Monica Tonella) La zia Monica lavora in Ospedale, e proprio oggi siam qui per farci visitare. E’ una dottoressa molto brava Che una cura sempre trova. Ci facciamo visitare volentieri, e se ne vanno via tutti i pensieri:

“Su vediamo un po’” ci dice, mentre controlla l’appendice! E’ amante degli animali: nella sua casa ha una grande gabbia, dove tiene uccellini piccolini! No, non sono canarini, ma bengalini!

Guglielmo (9 anni), Carolina (7 anni) e Gioiele (2 anni)

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La festa de la Bruja

Per questa festa mi son travestito, e un mostro forte son diventato.

Ho fatto paura ai bambini, che urlando correvano via!

Ho mangiato tanti dolcetti, mi sono divertito come nei fumetti!

Angel R. (10 anni)

W MILAN!

Anche in ospedale, fare tifo non fa mai male! Se sei in corsia, facciamo il tifo in allegria! Quando penso alla mia squadra del cuore, mi piacerebbe essere un calciatore! Ibra, Robinho e Pato, sono i miti del campionato: se fanno un goal io vado allo stadio, e mi riempio di poster l’armadio. Così da grande il calciatore vorrei fare, e in Nazionale riuscire ad arrivare!!!

Gianluca D. P. (10 anni)

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Halloween Mi chiamo Rebecca, sono un fantasma, e quando io passo creo un marasma! Mi piacciono i dolci, mi muovo di notte, sussurro le voci, ma non prendo mai botte!

Conosco un vampiro che viene con me, e poi uno Zombi e in tutto siamo in tre! Insieme facciamo “Dolcetto scherzetto”, raccogliamo tanti dolci e li mettiamo in un sacchetto

Rebecca M. (8 anni)

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Al DR. Perilli

E’ per ringraziarti, che scrivo queste parole, perché sei stato tenace, nel capire ciò che avevo. Ti ho conosciuto al P.S. e già mi eri simpatico. Ho avuto paura, ma tu mi hai incoraggiato. Non mi sono mai sentita sola, perché sapevo che tu eri qui, apposta per me. La tua voce mi ha rassicurato e rallegrato, anche prima dell’intervento grazie a te tutti sapevano della mia passione per la musica! La gioia che sento io, spero sia anche la tua e con essa la soddisfazione di avermi salvato. Grazie di cuore, per me sei un amico.

Martina C. (12 anni)

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Il mio zoo Vivono nella mia casa, stanno con me. Lulù è una gatta, bianca e nera, ha tanti anni che non ricordo quasi. Cocò è un pappagallino giallo e verde, che svolazza felice nella sua gabbietta dorata. E infine nell’acquario stanno tanti pesci di vari colori. E’ bello occuparsi di loro!

Matteo R. (12 anni)

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EGITTO Affacciato sul mar Rosso ed sul mar Mediter-raneo, questo grande paese è caratterizzato, nella parte orientale, da una lunga striscia di terra fertile e pianeggiante a cavallo del Nilo ed a ridosso del mar Rosso. Questo stretto corridoi lo solca da nord a sud fino al lago Nasser. A occidente si stendono invece le de-solate regioni desertiche del Sahara. Sahara in arabo significa “nulla” ma il deserto del Sahara è un nulla in movimento, per via del vento che spazza le dune, è un “nulla” colorato, per il mutare della luce che si riflette sulla sabbia e sulle formazioni rocciose, un “nulla” vario nell’-

alternarsi dei diversi paesaggi, dal deserto sabbioso (erg) al deserto pietroso (hamada) al deserto sassoso (reg), è un deserto abitato dalla vita di serpenti e scorpioni, coleotteri e lucertole e poi ratti canguro, volpi del deserto (fennec), gazzelle (dorcas). Nel deserto si vive di allevamento seminomade di ovini e caprini. La metà della popolazione dipende invece dal-l’agricoltura che si pratica sul delta del Nilo. Il cotone è l’uni-co prodotto agricolo esporta-to. Grande risorsa è il petrolio da cui dipende l’industria pe-trolchimica. La capitale è Il Cairo. E’ un paese dove ogni trenta secondi nasce un bambino, non è certo un paese ricco eppure c'è tutto ciò che serve per con-durre una vita decorosa e sere-na. E' senza dubbio un paese di grandi contrasti, di ricchi e po-veri, di estremi che si incontra-no ogni giorno in una pacifica convivenza, sempre con un sorriso pronto. Anche ascoltare gli egiziani che si esprimono nel loro arabo "baladi" è piacevole: voci concitate, suoni, batti-becchi, racconti e pettegolezzi intuiti dal continuo alzarsi ed abbassarsi dei toni. Sta attraversando un momento di transizione, a causa dei cambiamenti poli-tici, simili ad altri paesi arabi: ma la vita continua e i suoi abitanti sono fidu-ciosi in un futuro più democratico. Mohamad O. (10 anni)

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CANTIAMO E RACCONTIAMO LA SOLIDARIETÀ

Morena E.(16 anni)

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RICETTA PER LA PRIMA COLAZIONE

Muffin (per circa 12 muffin)

Ingredienti: 300 g. farina 2 cucchiaini e mezzo di lievito (polvere) 100 g. di zucchero 1 presa di sale 2 uova grosse sbattute 120 ml. di latte 120 g. di burro fuso stampini di carta

Procedimento: Preriscaldare il forno a 190°. Mettere in una ciotola la farina, il lievito, il sale, lo zucchero: formare un incavo ed inserire il burro fuso, il latte e le due uova. Mescolare fino a ot-tenere un impasto omogeneo. Mettere nei pirottini e infornare per 20’.

Buona colazione!!

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Ricordi d’estate Ripenso all’estate, ripenso alla libertà, quei giorni trascorsi, mi mancano tanto …. Il tempo passa veloce, e in me rimane il sapore di un ricordo vissuto intensamente.

Matteo R. (12 anni)

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W lo sport Mi chiamo Federico, ed ora ecco che cosa vi dico, fare sport è importante ed anche molto divertente. Calcio, basket, football e palla volo sono sport dove non sei mai solo. Corsa, nuoto e tiro con l’arco, lo puoi fare anche nel parco. Se ti alleni con costanza, presto ti andrà via pure la panza! Un bel fisico dunque avrai, se con gioia ti allenerai. E se ben tu mangerai, più grande presto diventerai! Quindi, forza, cosa aspetti, coraggio iscriviti a calcio come me, e ti sentirai felice come un re!

Federici D.L. (8 anni)

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Ospedale E’ tanto brutto stare male, perché poi si va all’ospedale. Per questo dobbiamo stare attenti, di ciò che mettiamo sotto i denti. Ma anche cadere è pericoloso, visto che poi si deve stare a riposo! Al San Carlo ci son Infermieri e Dottori, che ti curano e ti fan passare tutti i dolori. Conoscerli è un piacere: sono allegri, simpatici e divertenti, e fanno cose sorprendenti! Anche senza la televisione, ci sono tante persone, che con il loro sorriso, fanno a gara per rallegrarti il viso! E quando tutto finisce, il dolore per fortuna sparisce! Ringraziamo il Dr. Caccia per averci solo bucato la pancia, e al mare la possiamo mostrare, senza mai doverci vergognare! Ma anche il Dr. Crippa ringraziamo, grazie a lui il braccio ancora bene usiamo.

Nicole (14 anni) Antonio (12 anni) Gabriele (16 anni) Letizia (10 anni)

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Anna E’ simpatica e disponibile, ogni giorno è imprevedibile. Mi strappa sempre un sorriso, che illumina il mio viso. E’ attenta e paziente, e quando lavora è sempre sorridente! Litiga con le mascherine, perché i lacci sono come delle manine. Non ci dimentichiamo che siamo in ospedale, ma per lei questo è normale!

Martina C. (12 anni)

Eravamo in tre Nel castello del vampiro Uh! Uh ! Uh ! Uh ! Una bottiglia cascò Tutta la testa rotolò Uh! Uh ! Uh ! Uh ! Eravamo in due Nel castello del vampiro Uh! Uh ! Uh ! Uh ! Un’ascia arrivò Tutta la testa rotolò ! Uh! Uh ! Uh ! Uh ! Ero solo io Nel castello del vampiro ! Uh! Uh ! Uh ! Uh ! Tutte le formiche arrivarono ! Tutto il corpo rotolò ! Uh! Uh ! Uh ! Uh ! Rebecca M.( 8 anni)

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ABIO NEWS Quest'anno, dopo le vacanze estive, ì volontari ABIO sono partiti alla gran-de. Si sono messi tutti in pista nell'Arena Civica di Milano per dare inizio al loro impegno in Ospedale, accanto ai bambini ammalati, con tanto amore ed entusiasmo. Sì è vero. . . Il 25 settembre scorso, all'in-domani della Festa Nazionale ABIO caratterizzata dalla tradizionale vendita delle pere, un nuovo appuntamento attendeva i volontari proprio nell'antica Arena milanese dove si sono svolte gare di corsa a vari livelli. C' era l'ango-lo dove i bambini potevano disegnare; c'era chi gonfiava palloncini . . non mancava nulla, ma soprattutto si sentiva quello "spirito di corpo" che non deve mai venir meno quando si sta insieme per aiutare gli altri. A proposito, se qualcuno vuol far parte della grande famiglia ABIO e vuol dedicare qualche ora a far tornare il sorriso ad un bambino ammalato, tele-foni allo 02 5691034. Le segretarie spiegheranno ogni cosa. I nuovi corsi iniziano in novembre.

Raffaella

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CONCORSO NAZIONALE MUSICALE E LETTERARIO “CANTIAMO E

RACCONTIAMO LA SOLIDARIETA’ “ Il Centro Culturale di Podio (SV) ha indetto un concorso al quale hanno parteci-pato alcuni ragazzi della Pediatria. Ecco i vincitori!! Gian Luca Miano - Miriam Lahrouche - Beatrice Fortunato - Morena Ernoli - Mattia Zocchi - Valentina Melchiore - Aurora Esposito - Chiara Giuranna - Emanuela Romano’ - Ashley Rivas - Filippo Nova - Alessia Fava - Chiara Longoni. il 1° Premio a Alessia Fava per il testo : “LA MIA VITA”. Riferimento testo giornalino N° 1° anno 2

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Coniglietto Sul prato verde c’è un coniglietto che gioca felice e si dondola. Al coniglietto piace molto dondolarsi sull’alta-lena perché ogni volta che si dondola è sempre più vicino alle nuvole, e si sente libero e con-tento, proprio come mi sento io.

Aishe Shala (4 anni)

I cuccioli

Zio Jak e Zio Due sono i miei cagnolini: mi accompagnano a letto la sera. Zio Due ulula e Zio Jak abbaia un poco vogliono darmi la buona notte ed è come una ninna nanna. Vengono sempre in vacanza con me. Dopo il bagnetto mi addormento su Zio Due, come fosse un morbido cu-scino.

Nicolò C. (2 anni)

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La tigre Vorrei cavalcarla, perché non l’ho mai fatto e sono curiosa di sapere com’è! Sembra una dolce coperta a strisce, mi piacerebbe accarezzarla tutta! Se avessi una tigre, la terrei in un enorme giardino, quasi uguale ad una giungla. Nel suo sguardo vedo la bellezza, la dolcezza e la sua forza. E’ la tigre!

Maya (8 anni)

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... Da grande voglio fare il pilota della Fer-rari, perché mi piace andare veloce!

Manuel C. (5 anni)

Da grande Da grande voglio fare la Dottoressa, perché mi piace molto stare in ospeda-le e così curo tutti i bambini e li faccio guarire!

Alessia G. (5 anni)

Il mio primo giorno di scuola La scuola che frequento è vicino a casa mia. A me piace molto andare a scuola perché lì ci sono tanti bambini con cui posso giocare. Inizialmente però quando sono arrivata, alcuni bambini mi prendevano in giro e la nostra maestra ci ha detto che non dobbiamo prenderci in giro perché anche se abbiamo culture diverse, siamo tutti uguali. Cosi adesso siamo diventati

tutti amici e ci vogliamo tanto bene. Del mio paese natale, il Congo, ricordo quasi tut-to e amerò sempre il Congo.

Brigitte (Congo, 6 anni e mezzo)

Una notte in ospedale

Una mattina quando ero a scuola, ho sentito tanto mal di pancia. Invece di andare al mare mi sono ritrovato dal Dottore e poi di nuovo a casa. Tre giorni dopo ancora mal di pancia, questa volta la mamma mi ha portato al San Carlo: mi faceva male un po’ sotto alla pancia, dove era anche gon-fio. Una gentilissima Dottoressa al Pronto Soccorso mi ha visitato, ma poi mi ha detto che sarebbe arrivato un chirurgo, per visitare meglio quel gonfiore. Mi hanno dato un gas per farmi addormentare e, mentre dormivo, mi hanno fatto l’intervento. Ringrazio il chirurgo, le Dottoresse e tutti proprio tutti, che in ospedale aiutano tanto noi bambini. Francesco D. (10 anni)

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RINGRAZIAMENTI Per il Dr. Zamana Quando mi ha operato, mi ha fatto dimenticare tutto, tanto che non ricordo nemmeno di aver messo la mascherina. Volevo sognare di essere un astronauta, ma non ci sono riuscito. Quando mi sono svegliato ho pianto … Sono stato operato il 16 agosto e ricordo che c’erano le infermiere tutte abbronzate e un bravo Dottore che mi ha fatto guarire: il dr. Costantino Zamana.

Caro Dottore grazie per tutto!

Christian S. (7 anni)

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… e ancora durante una visita “Peccato che ti è capitato il Dottore meno bello!” dice il Dr. Zamana sorri-dendo. “La bellezza non è importante” risponde la mamma di Erica. “Allora mi sta dando del poco bello?” “Noo! Noo! Nel tempo la bellezza passa, ma il fascino e la simpatia rimango-no per sempre!” Grazie per la sua simpatia e gentilezza e per le cu-re ricevute.

La mamma di Erichina (8 anni)

Al Prof Cucchi

Vogliamo un sacco di bene al Prof. Cucchi. La prima volta che siamo venuti in visita mi ha cantato “Carissimo Pinocchio …”e da allora questa canzone è diventata la mia ninna nanna. Sono contento di venire in Ospedale dal mio Professore.

Nicolò C. (2 anni) e la sua mamma Michela

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A Vittoria (Dott.ssa Vittoria Locatelli) Vittoria eri già la mamma di un mio amico, poi quando ho avuto male al polmone, solo tu visitandomi a casa, hai capito cosa avevo. Sono stato ricoverato al San Carlo e ho scoperto che lavoravi proprio qui, come Pediatra. All’inizio avevo un po’ di paura, ma poi la tua presenza, mi ha rassicurato. Ero felicissimo solo all’idea, che avremmo passato una settimana nello stesso reparto! Sei venuta a trovarmi in Ospedale anche se era il tuo giorno di riposo, la domenica, e mi hai presentato la maestra. Grazie Vittoria! Daniele V. (10 anni)

Ringraziamenti A una cara Dottoressa … “Non ho mai conosciuto una ragazza così coraggiosa” mi ha detto la Dotto-ressa Scalfaro. Quando mi ha visitato mi sono sentita apprezzata da lei, mi ha fatto tanti complimenti e quando si è in ospedale questa è la medicina più bella!

Grazie Dottoressa!

Martina C. (12 anni)

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Torre Lapillo Ad agosto sono stato a Torre Lapillo, una località di mare che si trova in Puglia. E’ un paese che si affaccia di-rettamente sul mare. Le case sono gialle e bianche, vicine tra loro, le persone sono gentili e per arrivare in spiaggia ci vuole pochissimo . Al mattino il mare è pulitissi-mo, l’acqua è trasparente. Sulla battigia ci sono un po’ di conchiglie. Quando sono in spiaggia non ve-do l’ora di fare il bagno: “E’ ora mamma?”. Sto imparando a nuotare, perché mi piace molto. Sono stata anche in pedalò e sono andata anche oltre la boa! Ho visto tanti tramonti. E adesso eccomi a scuola! Ciao vacanze!! Martina V. (8 anni)

Il Sollievo Se penso al sollievo penso alla mia guarigione, alla bellezza di una vita senza farmaci. Senza dipendere dalla medicina, senza dovermi guardare allo spec-chio per vedere se sono più pallida del giorno prima. Senza il pensiero di una ricaduta, magari più forte delle altre, che mi costringa a tornare in ospedale un'altra volta. Se penso alla mia guarigione penso ad una vita di soli sorrisi, di libertà, poter correre a perdifiato in un campo fiorito, penso alla spensie-ratezza di una quindicenne, che ha ancora una vita da costruire. Penso ad una giornata di primavera, con il sole che ti riscalda la pelle, il vento tra i capelli e il profumo di fiori che ti invade l'anima. Non è semplice pensarsi sollevati da una malattia, non ti senti del tutto libera, ma il solo pensiero ti alletta, ti fa sentire invincibile... Poi però riapri gli occhi e capisci che forse è tutta immaginazione, o forse no?! E' questo che mi fa andare avanti, penso forse che un giorno il mio sogno si avveri, come quello di altri bambini.

Giada T. ( 15 anni)

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Alimentazione Una buona e completa colazione è indispensabile per il rifornimento energetico e metabolico del-l'organismo, indipendentemente dall'età del sog-getto. Durante il sonno notturno l'organismo in-fatti brucia l'energia fornita dall'ultimo pasto se-rale e, di conseguenza, il bambino al suo risveglio, dopo un digiuno di circa 10/12 ore, necessita di un buon apporto di calorie per affrontare la sua giornata di gioco o di studio. Il latte, meglio se intero e fresco, rappresenta il fulcro della prima colazio-ne classica. Per renderlo più gradevole si può aggiungere dell'orzo solubile o, in alternativa, del cacao (quest'ultimo in quantità modeste se il bambino ha qualche chilo di troppo).

Come buon accompagnamento del latte si può usare il pane oppure le fette biscottate con burro e marmellata o miele o anche i biscotti secchi. Un'al-tra ottima soluzione possono essere i corn flakes o i fiocchi di mais o di al-tri cereali. Per concludere e per completare dal punto di vista nutrizionale la colazione, dovrebbe essere data la frutta, fresca di stagione oppure sot-to forma di macedonia o di spremuta d'arancia o altri agrumi. In alternativa al latte si può pensare a uno yogurt oppure latte freddo con cereali in fiocchi; anche i frullati di frutta mista e latte possono rappresen-tare una buona alternativa. Infine, prendendo esempio da abitudini più consolidate in altre nazioni, è anche possibile proporre formaggi freschi, prosciutto, torte di verdure, focacce, uova. Patrick P. (11 anni)

In ospedale Avevo un po’ di paura, anche se la mamma era con me. Ho tanta paura delle punture e, quando devo farne una, vorrei scappare via. L’anno scorso piangevo per questo, quest’anno invece no… sono più grande! Non mi piacciono le medicine, mi piace però la pasta al sugo e il “ristorante” dell’ospedale ce l’ha, ma non ha lo stesso sapore del sugo della

mia nonna!! Sono stata curata bene e grazie a tutti i Dottori, ma sono contenta adesso di ritornare a casa mia.

Martina V. (8 anni)

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Pensiero per tutti Un abbraccio da una collega che ha dato molto alla scuola “Luciano Mana-ra”. E’ stata vicepreside e ha seguito con attenzione la scuola in ospedale: Prof. Lina Tramonto, ora in pensione.

E’ un pensiero che ha lasciato a giugno, per ognuno di noi ….

Il meglio

Se non puoi essere un pino in cima alla collina, sii un arbusto nella valle, ma sii il miglior, piccolo arbusto accanto al ruscello; sii un cespuglio, se non puoi essere un albero. E se non puoi essere un cespuglio, sii un filo d’erba, e rendi più lieta la strada; se non puoi essere un luccio, allora sii solo un pesce persico: ma il persico più vivace del lago! Non possiamo essere tutti capitani, dobbiamo anche essere Equipaggio. C’è qualcosa per tutti noi qui, ci sono grandi compiti da svolgere e ce ne sono anche di più piccoli, e quello che devi svolgere tu è lì, vicino a te. Se non puoi essere un’autostrada, sii solo un sentiero, se non puoi essere il sole, sii una stella. Non è grazie alle dimensioni che vincerai o perderai: sii il meglio di qualunque cosa tu possa essere.

Douglas M.

Foto di Alessia Conca

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GIO

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CRUCIVERBA

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Azienda Ospedaliera Ospedale San Carlo Borromeo U.O.C. di Pediatria - tel. 02/4022.2278

Settembre - Ottobre 2011

La Pediatria contribuisce alla realizzazione di questo giornalino bimestrale, con i propri suggerimenti e indi-cazioni. Solo il frutto di una stretta collaborazione fra tutto il personale sanitario, il corpo insegnanti, gli angeli del vo-lontariato e i frequentatori, ha reso possibile questa pubblicazione. REDAZIONE: Primario - Alberto Podestà Caposala - Claudia Papapicco Medici - Fabio Caccia, Luciano Cucchi, Laura Fiori, Maddalena Gibelli, Marisa Gigliotti, Vittori Locatelli, Cristina Marcellino, Marco Nebdal, Daniele Perilli, Stefano Rizzi, Maria Lorena Ruzza, Roberto Sangermani, Concetta Scalfaro, Monica Tonella, Vaglia Paolo, Costantino Zamana. Infermieri e Puericultrici Insegnanti - Alessandra Guanzani Responsabile ABIO - Rita Ferranti

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