Giornalino Marzo

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Spirito e parola Mensile della parrocchia dello Spirito Santo - N°35 - 6 Marzo 2011 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. In quel giorno molti mi diranno: Signore, Signore, non abbiamo forse profetato nel tuo nome? E nel tuo nome non abbiamo forse scacciato demòni? E nel tuo nome non abbiamo forse compiuto molti prodigi? Ma allora io dichiarerò loro: “Non vi ho mai conosciuti. Allontanatevi da me, voi che operate l’iniquità!”. Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande». (Mt 7,21-27) A conclusione del discorso della montagna, Gesù dichiara: “«Non chiunque mi dice ‘Signore, Signore’»”, la ripetizione significa che non è sufficiente un attestato di fedele ortodossia, riconoscere Gesù come il Signore, “«entrerà nel regno dei cieli»”. Regno dei cieli significa questa società alternativa che Gesù è venuto a creare. “«Ma colui che fa ... »”, quindi c’è il contrasto tra il dire e il fare, “«... la volontà del Padre mio che è nei cieli»”. Gesù in questo brano fa come un riassunto dei temi trattati nel Padre Nostro, dove si parlava del Padre, dei cieli, del nome, del regno e della volontà del Padre. Quindi Gesù dichiara che non basta un attestato di fedele ortodossia per entrare a far parte della nuova comunità, ma compiere la volontà del Padre. E la volontà del Padre è che ognuno diventi suo figlio attraverso la pratica di un amore che assomiglia al suo, cioè un amore incondizionato. E continua Gesù: “«In quel giorno molti mi diranno: ‘Signore, Signore’»”, quindi continuano con questi attestati di ortodossia, però aggiungono delle opere. Segue a pagina 8 (...) La casa costruita sulla roccia e la casa costruita sulla sabbia Dio vuole fedeli a tempo pieno Ascolto e liberazione di Giovanni Dazzi Ascolto e liberazione potrebbero essere due parole-chiave della quaresima che stiamo per iniziare. ASCOLTO è una parola che sembra essere caduta in disuso nella nostra società. Sembra che tutti vogliano parlare ed essere ascoltati, nei programmi televisivi si fa a gara a chi urla più forte, non si fa spazio al silenzio. Tutta la rivelazione ebraico- cristiana è costellata di inviti all’ascolto, Dio ascolta e chiede di essere ascoltato, l’uomo ascolta Dio e chiede di essere ascoltato da Lui. Salomone chiede il dono di un cuore che ascolta. La preghiera è innanzitutto ascolto e richiede capacità di silenzio interiore ed esteriore. Nella molteplicità di messaggi che riceviamo dobbiamo però essere in grado di scegliere, di decidere chi ascoltare e chi non ascoltare. Nel libro dell’Esodo (1,8-22), c’è un racconto molto significativo a questo riguardo: le levatrici Sifra e Pua ricevono l’ordine dal Faraone egiziano di far morire i bambini ebrei che nascono, ma fanno obiezione di coscienza, non ascoltano la voce del potere umano bensì la voce della loro coscienza, la voce della Vita, la voce di Dio. La voce del potere mondano e la voce di Dio sono spesso in conflitto; Sifra e Pua mettono in pratica ed anticipano la frase degli apostoli di Atti 5,39: “bisogna obbedire a Dio piuttosto che agli uomini”. Il coraggio per fare questo ci può venire da un cammino di LIBERAZIONE. In questa quaresima siamo invitati a fare uno sforzo per liberarci dalle nostre dipendenze, dalle nostre paure, dalle pigrizie, dalle nostre chiusure. Segue a pagina 8 (...)

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Spirito e parolaM e n s i l e d e l l a p a r r o c c h i a d e l l o S p i r i t o S a n t o - N ° 3 5 - 6 M a r z o 2 0 1 1

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. In quel giorno molti mi diranno: Signore, Signore, non abbiamo forse profetato nel tuo nome? E nel tuo nome non abbiamo forse scacciato demòni? E nel tuo nome non abbiamo forse compiuto molti prodigi? Ma allora io dichiarerò loro: “Non vi ho mai conosciuti. Allontanatevi da me, voi che operate l’iniquità!”. Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande». (Mt 7,21-27)

A conclusione del discorso della montagna, Gesù dichiara: “«Non chiunque mi dice ‘Signore, Signore’»”, la ripetizione significa che non è sufficiente un attestato di fedele ortodossia, riconoscere Gesù come il Signore, “«entrerà nel regno dei cieli»”. Regno dei cieli significa questa società alternativa che Gesù è venuto a creare. “«Ma colui che fa ... »”, quindi c’è il contrasto tra il dire e il fare, “«... la volontà del Padre mio che è nei cieli»”. Gesù in questo brano fa come un riassunto dei temi trattati nel Padre Nostro, dove si parlava del Padre, dei cieli, del nome, del regno e della volontà del Padre. Quindi Gesù dichiara che non basta un attestato di fedele ortodossia per entrare a far parte della nuova comunità, ma compiere la volontà del Padre. E la volontà del Padre è che ognuno diventi suo figlio attraverso la pratica di un amore che assomiglia al suo, cioè un amore incondizionato. E continua Gesù: “«In quel giorno molti mi diranno: ‘Signore, Signore’»”, quindi continuano con questi attestati di ortodossia, però aggiungono delle opere. Segue a pagina 8 (...)

L a c a s a c o s t r u i t a s u l l a r o c c i a e l a c a s a c o s t r u i t a s u l l a s a b b i a

Dio vuole fedeli a

tempo pieno

Ascolto e liberazionedi Giovanni Dazzi

Ascolto e liberazione potrebbero essere due parole-chiave della quaresima che stiamo per iniziare.ASCOLTO è una parola che sembra essere caduta in disuso nella nostra società. Sembra che tutti vogliano parlare ed essere ascoltati, nei programmi televisivi si fa a gara a chi urla più forte, non si fa spazio al silenzio. Tutta la rivelazione ebraico-cristiana è costellata di inviti all’ascolto, Dio ascolta e chiede di essere ascoltato, l’uomo ascolta Dio e chiede di essere ascoltato da Lui. Salomone chiede il dono di un cuore che ascolta. La preghiera è innanzitutto ascolto e richiede capacità di silenzio interiore ed esteriore. Nella molteplicità di messaggi che riceviamo dobbiamo però essere in grado di scegliere, di decidere chi ascoltare e chi non ascoltare. Nel libro dell’Esodo (1,8-22), c’è un racconto molto significativo a questo riguardo: le levatrici Sifra e Pua ricevono l’ordine dal Faraone egiziano di far morire i bambini ebrei che nascono, ma fanno obiezione di coscienza, non ascoltano la voce del potere umano bensì la voce della loro coscienza, la voce della Vita, la voce di Dio. La voce del potere mondano e la voce di Dio sono spesso in conflitto; Sifra e Pua mettono in pratica ed anticipano la frase degli apostoli di Atti 5,39: “bisogna obbedire a Dio piuttosto che agli uomini”. Il coraggio per fare questo ci può venire da un cammino di LIBERAZIONE. In questa quaresima siamo invitati a fare uno sforzo per liberarci dalle nostre dipendenze, dalle nostre paure, dalle pigrizie, dalle nostre chiusure.

Segue a pagina 8 (...)

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Prosegue grazie agli articoli di Massimo Tassi il nostro itinerario in Terra Santa. Stavolta lo studioso ci racconta l’Herodion, palazzo di re Erode nei pressi di Betlemme.“Mozzafiato, vero?”.“Eh, è proprio una salita faticosa!”.“Non la salita, il paesaggio! Guarda che spettacolo…”.Sono con Alessandro, compagno di studi di teologia a Bologna. Stiamo camminando sul sentiero che porta alla sommità di quello che sembra di un vulcano spento. In realtà è la cima di un’alta collina su cui sorge l’Herodion, antica fortezza costruita per ordine di re Erode fra il 24 e il 14 avanti Cristo nella Giudea, a circa quindici chilometri da Gerusalemme.Nella notte c’è stata burrasca. La temperatura è piacevole, il cielo i n s o l i t a m e n t e terso. Laggiù, verso nord, si vede Betlemme, che dista otto, dieci chilometri. Dalla parte opposta, le brulle colline, qua e là ravvivate dal verde di qualche azienda agricola, annunciano la profonda depressione del Mar Morto, che s’incunea a 300 metri sotto il livello del mare. Il blu cobalto dell’orizzonte sfuma nelle infinite tonalità color seppia dei declivi desertici.Arriviamo in cima. Lo scenario diventa ancora più emozionante, perché rafforzato dalle suggestioni della storia. Qui, infatti, il sovrano di cui ci parlano i Vangeli, dimorava durante il periodo estivo, alternando la sua presenza fra Gerusalemme,

Gerico, Macheronte, Masada e altre località ancora. Il luogo rende il sovrano ancor più tangibile e non fa altro che sottolineare le parole dell’evangelista Matteo:“Nato Gesù in Betlemme di Giudea al tempo di re Erode…”. Si comprende inoltre la frase di Paolo VI, che ha definito la Terra Santa “il quinto vangelo”, cioè il luogo dov’è possibile incontrare la realtà della storia che si fonde con il disegno divino.L’Herodion è un parco archeologico sotto la giurisdizione dell’Israel

Nature and Parks Autohority, che si occupa di circa 70 siti che vanno dal Golan, nel nord del Paese, a Eliat, a sud, sul Mar Rosso.Per facilitare il nostro racconto, è possibile suddividere l’Herodion nella parte alta, quella della fortezza, e nella parte bassa, quella del palazzo.Voluto per ricordare una vittoria del 40 a.C., è stato scenario d’incontri importanti. Nel 15 a.C. è il caso di Agrippa, emissario dell’imperatore Augusto, come ricorda lo storico Giuseppe Flavio nelle “Antichità

giudaiche”. Questo evidenzia il legame del luogo anche con l’esercizio del potere, ma non mancano esempi di sfarzo. Re Erode, d’origine idumea, in Palestina era subalterno al potere di Roma. Affascinato dallo stile ellenistico-occidentale, affiancò nell’Herodion particolarità della tradizione ebraica, come la sinagoga e il bagno cultuale a gradini, con peculiarità care a Roma e Atene, quali le terme.Sulla sommità è ben visibile la fortezza grazie a lunghi scavi. Fra

il 1962 e il 1967 è stato padre Virgilio Corbo (1918-1991), dello Studium Biblicum F r a n c i s c a n u m , a occuparsi dei lavori archeologici per la Custodia di Terra Santa. Un sunto degli scavi e numerosi reperti sono oggi visibili a Gerusalemme, al museo dello S t u d i u m , all’interno del Convento della Flagellazione.La costruzione aveva forma rotonda, difesa da tre mezze torri e da un possente maschio la cui

altezza doveva essere di circa

25 metri. Ma oltre ai richiami guerreschi, c’era pure spazio per la zona abitativa, per la fornace, per i cortili adorni di piante. Rimangono inoltre tracce dell’insediamento più tardo di una comunità monastica cristiana. La fortezza aveva un’anima sotterranea, in parte ancora visitabile: la collina è infatti attraversata da una fitta rete di cunicoli. Si tratta di passaggi e, soprattutto, cisterne, che potevano contenere sino a 2.500 metri cubi d’acqua.La parte bassa, alla base della

Q u a n d o E r o d e t r a s c o r r e v a l ’e s t a t e i n G i u d e a Alla scoperta dell’Herodion, luogo legato alla storia del sovrano

La fortezza dell’Herodion

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collina, comprendeva, fra le tante cose, un grande palazzo, una piscina di 70 metri per 45, giardini dove si aggiravano animali esotici e bagni termali in cui trascorrere momenti piacevoli. Anche qui, non mancano tracce di edifici cristiani di epoca bizantina. Gli scavi sono stati seguiti dal 1972 da Ehud Netzer, dell’Università ebraica di Gerusalemme, scomparso nel 2010 a 76 anni. A lui si deve una di quelle scoperte che accendono l’immaginario: la tomba di re Erode. E’ situata proprio a fianco della collina dell’Herodion, sul lato nord, e domina la parte bassa. Non è stata trovata tuttavia traccia del corpo, in quanto si ritiene che il sepolcro sia stato razziato poco tempo dopo la morte del sovrano, il cui corteo funebre lo accompagnò da Gerico sino all’Herodion. Ma di Gerico, località nei pressi del Giordano, parleremo nei prossimi appuntamenti.

Testo e foto di Massimo Tassi

a cura di Sara Fiorini- La voce dei giovani -

Diario di bordo“30/12/10 ore 1.40 È l’una e quaranta di notte, e qui nella camera dei ragazzi scriviamo perchè non abbiamo affatto sonno. Si è appena conclusa la prima spettacolare giornata di campeggio a Vologno. Dopo il primo incontro su cosa è essenziale mettere nello zaino, abbiamo capito che per sopravvivere bisogna essere forniti di poche cose ma indispensabili per andare su un’isola deserta. Oltre alla testa, però, serve sempre seguire il cuore, avendo la fede e la speranza come punti fermi, non tanto per credere di essere

salvati prima possibile, ma per aumentare la forza in se stessi. Dopo i brevi preparativi per la cena, la serata è proseguita con lo show di noi ragazzi. Nessuno di noi si aspettava un risultato così positivo dato che prima di iniziare non avevamo neanche il programma completo della serata. Nonostante i soliti inconvenienti tecnici, lo show è andato a gonfie vele raccogliendo i consensi unanimi degli educatori, riassumibili in una sola parola: SPETTACOLO. Come ciliegina sulla torta, abbiamo inserito il regalo di compleanno del Luso in una scenetta, cosa che l’ha

fatto quasi commuovere. Finite le scenette, tra la commozione generale, gli educatori ci hanno ringraziato di cuore per l’ ottima serata trascorsa. Abbiamo concluso la serata cantando tutti insieme a squarcia gola canti di chiesa e pezzi dello zoo di 105, più la speciale sigla di vologno. Sono ormai le 2 e un quarto e Morfeo inizia a farsi sentire (anche se è più una scusa per finire questa pagina) e lasciandoci cullare dalle sue braccia, ci addormentiamo con una sola parola in mente: SPETTACOLO.”

Marco Cilloni

Q u a n d o E r o d e t r a s c o r r e v a l ’e s t a t e i n G i u d e a Alla scoperta dell’Herodion, luogo legato alla storia del sovrano

La fortezza dell’Herodion

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R i f l e s s i o n i s u l p e l l e g r i n a g g i oR i t o r n o a l b a t t e s i m o Per fortuna c’è il sole. Un bel sole caldo, dopo giorni di nebbia e pioggia. Oggi, domenica 6 febbraio, abbiamo un appuntamento importante, per cui pranziamo insolitamente in orario e i ragazzi se ne vanno subito dopo, chitarra in spalla. Noi li raggiungiamo più tardi, nella piazzetta antistante la chiesa di Santo Stefano, in città. Qui si radunano i fedeli delle parrocchie della nostra zona pastorale, per rispondere all’invito del nostro Vescovo e partecipare, insieme alle altre chiese cittadine, al pellegrinaggio alla Cattedrale, nel suo anno giubilare. Una restituzione della visita pastorale alle nostre parrocchie.C’è una confusione festosa, di giovani , meno giovani, parroci, famiglie con bambini,nonni con nipoti. Perdo di vista mio marito ma lo ritroverò ben presto, andiamo tutti nello stesso posto. Nella stessa direzione. Dopo poco ci si avvia, dietro alla croce e ai nostri stendardi (la nostra parrocchia ne ha uno bellissimo). E’ insolito attraversare le vie cittadine pregando e cantando lodi a Dio, i passanti guardano curiosi, forse cercando giustificazioni per questo corteo di persone in cammino. Dopo poco, alle nostre voci si uniscono altre voci, alle nostre preghiere

altre preghiere e le processioni, provenienti dalle diverse parti della città, si riuniscono tutte in piazza, davanti al Duomo. Una gran folla. Il Vescovo ci accoglie facendo risuonare dal sagrato la sua voce chiara,soddisfatto perché siamo in tanti, in questa luminosa giornata, a rispondere alla sua chiamata, pellegrini alla madre di tutte le Chiese, dedicata a Maria Assunta in cielo, Maria luminosa e dorata che ci guarda dall’ alto della torre campanaria. Il Vescovo simbolicamente bussa al portone chiuso, che si apre su un interno solo allora illuminato e pronto a ricevere una moltitudine eterogenea di fedeli, che si assiepano lentamente nelle navate e perfino nella rinnovata cripta. Trovo un angolino in una cappella laterale, la voce del Vescovo mi giunge forte e chiara, perché ora tutti ascoltano. La celebrazione è molto lunga e complessa; mi siedo, stanca, sui gradini dell’altare della piccola cappella. Ciascuno di noi porta a casa una bellissima “Lettera ai fedeli in pellegrinaggio”, scritta dal nostro Vescovo sui temi trattati durante la celebrazione stessa, con una chiarezza mirabilmente scolastica. Da queste parole ricavo alcune considerazioni personali e quindi

limitate e opinabili. E’ stato forte ed emozionante il richiamo fatto dal Vescovo al Battesimo. Ha cominciato dal suo. Complici i nostri genitori, Dio ci fa il dono della Sua chiamata, ci dà un nome, che non è solo segno individuale, ma segno di appartenenza ad una famiglia più grande, la Chiesa, una comunità di relazione stretta e quotidiana tra coloro che ci circondano, in famiglia, sul lavoro, in parrocchia. E’ un grande regalo quello di non essere mai soli, un regalo che si è respirato quasi fisicamente nella gran folla del pellegrinaggio e che noi spesso dimentichiamo, quando ci dimentichiamo di Dio e ci dimentichiamo degli altri, specie dei più giovani e delle famiglie, che vivono spesso una solitudine educativa in cui si insediano altri “educatori” con scopi ben diversi da quelli della Chiesa.Il cammino verso la Cattedrale, come il cammino della vita di ognuno di noi, può anche essere un ritorno al proprio Battesimo, un Battesimo “restaurato” come la nostra Chiesa madre. Il Vescovo ha rivolto a tutti parole, anche autobiografiche, paterne e limpide, ricche di sincerità e concretezza lombarda (direi quasi manzoniana) e per questo capaci spesso di oltrepassare, fortunatamente, l’ufficialità del rito e arrivare direttamente al cuore di ciascuno. Parole di speranza e incoraggiamento per tutti, per continuare il cammino anche dopo gli inevitabili insuccessi. Perché la vita sia un pellegrinaggio.Uscendo dalla Cattedrale, anch’io guardo in su e mormoro: “Guidaci Tu, Maria Assunta in cielo, patrona della nostra Cattedrale, che dall’alto della torre campanaria vegli regina, giorno e notte, perché, anche se indaffarati e smemorati, vogliamo essere sempre tuoi e vivere sotto il tuo sguardo.”

Tiziana Bagni

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R i f l e s s i o n i s u l p e l l e g r i n a g g i oI n c a m m i n o ve r s o l a c a t t e d r a l eDomenica 6 Febbraio è stata una giornata molto importante per il nostro gruppo che si sta preparando al sacramento della Cresima. Infatti siamo stati chiamati, insieme a tutta la comunità dello Spirito Santo, a partecipare al pellegrinaggio alla Cattedrale con le altre parrocchie del Vicariato urbano. Nelle settimane precedenti, abbiamo cercato di capire il significato profondo di questa chiamata, rivolta in modo particolare a noi Cresimandi. Perchè proprio a noi? Forse perchè  siamo in cammino e stiamo cercando di crescere non solo in altezza, ma anche e soprattutto come    Cristiani. Stiamo tentando di percorrere quella strada che, attraverso le tappe del Battesimo, dell’ Eucarestia e, tra poco, della Cresima, ci porterà sempre più in comunione con il Signore. Il pellegrinaggio ha sottolineato l’ idea del cammino, ed ha rafforzato il nostro senso di appartenenza al popolo di Dio, radunato intorno al Vescovo, successore degli Apostoli.I ragazzi in generale hanno mostrato un entusiasmo che cresceva con l’ avvicinarsi della data, e la preparazione dello striscione, da portare in quella data, li ha visti particolarmente coinvolti. Insomma, quando il giorno è arrivato, anche se purtroppo non eravamo al completo, eravamo molto “carichi”! Abbiamo

camminato tutti insieme verso la meta, abbiamo pregato e cantato lungo la strada in un modo diverso dal solito,  ci siamo man mano uniti alla folla che confluiva verso la stesse direzione e sul sagrato;  poi in Duomo, abbiamo ascoltato il nostro Vescovo. Quando simo usciti, eravamo tutti più ricchi, e più forti per il nostro essere insieme.Questi sono stati alcuni dei commenti dei ragazzi: E’ stata una bellissima esperienza, che ci ha dato l’occasione di conoscerci meglio, soprattutto durante la preparazione dello striscione nelle ore di catechismo, che ci ha resi attivi e coinvolti. Quando finalmente è arrivato il giorno del pellegrinaggio, anche se eravamo in pochi, ci sentivamo carichi per affrontare una giornata ricca di emozioni.Abbiamo camminato, cantato e pregato insieme ad altre parrocchie, cosa che ci è sembrata strana perchè eravamo abituati

a vedere la preghiera come una cosa personale. Il discorso tenuto dal Vescovo in Cattedrale è stato difficile da seguire, un po’ per la stanchezza, un po’ per la scomodità del dover stare in piedi (c’era veramente tanta gente), ma è stato comunque bello condividere anche questi momenti.” 

Il gruppo di 2° media

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Tu t t o e s a u r i t o p e r l a t a p p a s u l “ P r e s e n t e “Sabato 19 Febbraio – Presso il Teatro ReGio’

Quattrocento tra ragazzi ed educatori hanno partecipato sabato sera alla seconda tappa riservata ai ragazzi dalla quarta superiore in su.Gli artisti del Teatro Necessario di Parma hanno raffigurato uno spaccato di “presente” nel quale siamo immersi: il desiderio di un lavoro ma la paura ad uscire dal guscio domestico ed affrontare la realtà, la solitudine di fondo in un’epoca di social network. Passando da improvvisati corsi di cucina a tecniche di rilassamento i tre attori hanno con ironia, ritmo e capacità artistiche condotto il pubblico in questo viaggio fra le inquietudini e i sogni del tempo presente. A seguire, ha concluso la serata Don Alessandro Ravazzini con una sua bellissima riflessione: “ Il diventare se stessi guardando negli occhi l’altro.” Credere in se stessi e credere nel presente.Durante la sua esposizione ha mostrato a tutta l’assemblea alcuni minuti del film KUNG FU PANDA: le parole ascoltate sono state queste:

“Mollare, non mollare... Spaghetti, non spaghetti... Ti preoccupi troppo per ciò che era e ciò che sarà. C’è un detto: ieri è storia, domani è un mistero, ma oggi... è un dono. Per questo si chiama presente.”Se il presente è un dono, non può che essere relazione, dove c’è anche un donatore e un destinatario del dono. E allora diventa rilevante il tema dell’identità personale, il chi siamo. E conviene avere al proprio fianco un Maestro Tartaruga (nel film era l’anziano saggio che parlava al Panda) che ci aiuti a capirlo!Il tempo ci costituisce viventi, perché solo in una successione di eventi siamo in grado di accogliere le offerte vitali che ci vengono fatte. Come creature perciò noi siamo tempo e le sue scadenze sono le tappe della nostra identificazione.

É attraverso le scelte, i gesti quotidiani, le speranze, l’uomo accoglie e sviluppa progres-sivamente la sua identità personale. In termini cristiani parliamo di fede, come accoglienza della tradizione che viene dal passato, di speranza, come attesa di Dio che irrompe dal futuro, e di carità, come accoglienza dell’azione creatrice di Dio, che in noi diventa amore, dono per i fratelli.

Luca Lusetti

 

C o m p l e a n n o d o n , g i o r n a t a p e r l a V i t a e . . . $ p e t t a c o l oCompleanno don: il 17 febbraio ha compiuto 79 anni. Giornata per la Vita: Domenica 6 Febbraio.

$pettacolo: 12 Febbraio, lo show dei ragazzi.

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C o m p l e a n n o d o n , g i o r n a t a p e r l a V i t a e . . . $ p e t t a c o l o

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Segue da pagina 1 (...) “«’Non abbiamo forse profetato nel tuo nome? E nel tuo nome non abbiamo scacciato demòni? E nel tuo nome non abbiamo forse compiuto molti prodigi?»” Ecco, questa traduzione non è esatta e non si comprende altrimenti la reazione di Gesù. L’evangelista non scrive “nel tuo nome”, ma letteralmente “al tuo nome”, cioè “con il tuo nome”. L’espressione che Gesù usa nei vangeli, di compiere le azioni nel suo nome, significa identificazione e assomiglianza. Qui, questi personaggi che dicono di aver compiuto queste azioni, non dicono che hanno compiuto queste cose nel nome di Gesù, quindi identificazione che produce somiglianza con Gesù, ma “con il nome”, cioè con l’uso del nome di Gesù, con l’uso del messaggio. E compiono azioni che Gesù ha chiesto espressamente ai suoi di fare, cioè di profetizzare, di scacciare i demòni, di compiere prodigi, però Gesù ha chiesto di farli nel suo nome, cioè come espressione dell’adesione a lui, della somiglianza a lui. Questi invece hanno indubbiamente cacciato demòni, hanno profetato, hanno compiuto prodigi, ma attraverso l’uso del nome di Gesù. L’uso di Gesù del suo vangelo ha compiuto senz’altro queste azioni straordinarie, ma non ha inciso nell’individuo, non è entrato dentro. Sono stati degli uditori del messaggio, e dei ripetitori, ma questo messaggio non ha messo radici in loro. Allora Gesù, di fronte a queste persone che ascoltano, e ripetono, e compiono senz’altro azioni positive, ha parole molto severe: “«Non vi ho mai conosciuti.»” Gesù conosce chi gli assomiglia, quindi queste persone non le conosce perché non gli assomigliano. “«Allontanatevi da me, voi che operate l’iniquità!” Questa espressione, che ha sotto una formula ebraica, indica “costruttori del niente”, l’iniquità è quello che è vano, quello che è inutile. Quindi: “Non avete costruito niente. Sì, avete convertito le persone, avete fatto del bene, avete fatto prodigi, ma in voi

questo messaggio che cosa ha compiuto? Che trasformazione? Non avete costruito nulla. “ Ed ecco perché Gesù subito dopo porta l’immagine delle due costruzioni. “«Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica»”, come sopra c’era il contrasto tra il dire e il fare, qui c’è l’ascoltare e il praticare. “«Sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia»”. E la roccia, in questo vangelo, è l’immagine del Cristo e della fede in lui. “«Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa »”, sono tutte immagini che indicano la persecuzione che si abbatte sulla comunità dei credenti o sul credente, ma, nonostante la persecuzione, quando si costruisce la persona e la comunità sulla parola e sulla pratica di Gesù, “«essa non cadde, perché era fondata sulla roccia»”, quindi il fondamento è Gesù. “«Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto»”, letteralmente Gesù dice ‘pazzo’, e ci richiama a quando Gesù ha detto “se il sale impazzisce, con che cosa lo si potrà rendere salato?” L’uomo pazzo è quello che ascolta e che non mette in pratica le parole di Gesù. Quindi “«Un uomo stolto che ha costruito la sua casa sulla sabbia»”. I fenomeni che si abbattono su questa casa sono identici a quelli che si sono abbattuti sulla prima, “«Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa»”, ma questa volta il risultato è diverso ed è drammatico, “«Ed essa cadde e la sua rovina fu grande»”. Perché? Perché la parola non aveva messo radici. Qui Gesù si richiama a quanto poi dirà riguardo alla persecuzione e Gesù lo fa con l’immagine del seme gettato in terreno sassoso, che mette radici, ma quando trova i sassi, queste radici non possono entrare nel terreno, perciò, nel momento in cui spunta il sole, e il sole è la vita per la pianta, anziché irrobustirla, la secca. La colpa non è del sole, la colpa è della pianta che non ha messo radici. E il sole, in questo caso, era l’immagine della persecuzione. La persecuzione non solo non indebolisce, ma

rafforza il credente e la comunità. La persecuzione non distrugge, ma comunica la vita. Però, se questo messaggio non ha messo radici, ecco il disastro!Un commento a questa espressione di Gesù lo possiamo trovare da San Paolo, nella prima lettera ai Corinti, capitolo 13, dove dice: “Se avessi il dono della profezia, se avessi la pienezza della fede, ma non avessi la carità, non sarei nulla”. Non basta che questi predicatori, questi messaggeri, abbiano portato il messaggio di Gesù o abbiano convertito le persone o abbiano compiuto prodigi, hanno fallito nella loro esistenza.Questa parola non ha convertito loro stessi, questa parola non ha portato quel processo di trasformazione che è la conseguenza normale di quanti accolgono, ma poi praticano, il messaggio di Gesù, la buona notizia.

Commento di P. Alberto Maggi

PER VEDERE LA VIDEO-OMELIA VAI SU: http://www.studibiblici.it/videoomelie.html#vid-1

L a c a s a c o s t r u i t a s u l l a r o c c i a e l a c a s a c o s t r u i t a s u l l a s a b b i a

Ascolto e liberazioneSegue da pagina 1 (...)Il Faraone ordina lo sterminio dei bambini fomentando nella popolazione i sentimenti di sospetto e di paura nei confonti dello straniero e del diverso, metodo purtroppo molto attuale e da sempre utilizzato dai potenti di turno per acquisire consensi. L’ascolto dell’altro ci libera dalle paure e dai pregiudizi e ci aiuta ad aprire il cuore. In questo periodo in preparazione alla Pasqua siamo invitati a fare silenzio, a spegnere i televisori e le distrazioni, come raccomandava il Vescovo Baroni già nella lettera pastorale “Io non mi vergogno del Vangelo” dell’ormai lontano 1987 e metterci in ascolto della Scrittura, del Signore e degli altri. Sarà sicuramente un cambio vantaggioso per tutti.Buona Quaresima.

Giovanni Dazzi

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N°35, Marzo 2011 Spirito e parola 9

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C i a o d o n V i t t o r i oVenerdì 11 Febbraio alle ore 8.00 ci ha lasciato don Vittorio Chiari, all’età di 73 anni. Ci ha lasciato il giorno della Madonna di Lourdes, l’immagine bianca. Maria ha sempre guidato la sua impresa di grande uomo, di salesiano verace e prete per tutti: un padre per chiunque bussava alla sua porta sempre aperta.Lui che a volte arrivava in ritardo stavolta ha scelto di andarsene in anticipo. Nella nostra città aveva vissuto per tanti anni ed era stato un infaticabile animatore di tutte le attività legate alla zona di via Adua compreso il teatro ReGiò, che aveva guidato fino al settembre del 2003,

le società s p o r t i v a del l ’At let ico e il progetto Aurora. In una zona della città di quelle a più alto tasso di immigrazione e certamente non facile, ha lasciato un segno indelebile con

i suoi progetti sociali, sempre volti al mondo giovanile e al recupero

dei ragazzi più problematici. Tra i promotori dei ‘Meeting dei giovani’, delle Tre Sere dei giovani al Palazzetto, educatore al servizio di ragazzi che si trovano in situazioni difficili e disagiate, era stato anche autore di numerosi libri sui giovani.I funerali di don Vittorio Chiari si sono celebrati sabato 12 febbraio alle 16.00 a Milano nella Chiesa di S Agostino; la S. Messa è durata circa due ore, con rito ambrosiano. Il momento più toccante, forse, alla fine quando il gruppo dei Barabba’s clown (il gruppo di clownerie fondato da don Vittorio che devolve in beneficenza l’incasso degli spettacoli) ha letto il testamento spirituale di don Vittorio: “dice di sperare di arrivare in Paradiso con un asinello, un naso rosso da clown e una busta di raccomandazione per tutti gli amici che aveva quaggiù. Scrive che li aspetterà e farà posto per tutti loro. Così come si adopererà per accogliere in Paradiso tutti i diseredati e troverà tutte le maniere per farli entrare”.Noi della parrocchia dello Spirito Santo lo ricordiamo con affetto, in modo particolare perché è stato colui che una decina di anni fa, ci ha suggerito di rappresentare il recital con i ragazzi del dopo-cresima: “La Ri-Creazione”, la creazione del

mondo rivisitata dai clowns! Venerdì 11 Marzo alle ore 21.00 si terrà in Cattedrale una Veglia diocesana in memoria e a suffragio di Don Vittorio Chiari nel trigesimo della sua morte....”Non esistono ragazzi cattivi o difficili, ma solo quelli in difficoltà, per le tante carenze in campo educativo ed affettivo, che hanno sofferto e li hanno fatti smarrire nella vita”. -Don Vittorio Chiari –

Luca Lusetti, Andrea Rampini

 

 

Ho lavorato con Don Vittorio per molti anni come educatrice , presso l’Oratorio Cittadino di S. Croce, un ambiente che raccoglie e accoglie i “ragazzi difficili” che vivono forti situazioni di disagio.Grazie a Don Vittorio ho conosciuto la pedagogia di Don Bosco che lui pienamente incarnava, l’ambiente italiano ed internazionale dei Salesiani e delle Figlie di Maria Ausiliatrice.Grazie a lui ho compreso che in campo educativo tutto è possibile: la cosa più importante è individuare, riconoscere, ed

esaltare, sempre, il positivo che c’è in ogni persona. Diceva, infatti, che anche nelle mele marce c’è qualche seme buono!Grazie a lui ho capito che l’amorevolezza e la mitezza sono sempre carte vincenti per conquistare i più piccoli.Quando penso a Don Vittorio, l’immagine che mi appare immediatamente è la sua figura robusta, sempre presente in cortile a scherzare con i ragazzi. Non si può dimenticare neppure il suo ufficio disordinato e sempre aperto, luogo di passaggio, di confidenze, di

progettazione, di arricchimento. In quell’ufficio si respiravano le parole e i pensieri che poi avrebbe scritto nei suoi libri.Oggi sono un’insegnante. Lo stile educativo, che ancora oggi mi appartiene, si è costruito grazie all’esperienza in un ambiente “difficile” che quel Salesiano ha reso così bello, coinvolgente ed appassionante.Grazie Don Vittorio.

Ethel

G r a z i e d o n V i t t o r i o

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N°35, Marzo 2011 Spirito e parola 10

C a l e n d a r i oD o m e n i c a 6 M a r z o 2 0 1 1IX DOMENICA TEMPO ORDINARIO

Ore 9.00: Santa Messa [Chiesa Spirito Santo]Ore 11.00: Santa Messa [Chiesa Spirito Santo]Sei tu, Signore, per me una roccia di rifugioLiturgia: Dt 11,18,26-28,32; Sal 30; Rm 3,21-25a,28; Mt 7,21-27

D o m e n i c a 1 3 M a r z o 2 0 1 1I DOMENICA DI QUARESIMA

Ore 9.00: Santa Messa [Chiesa Spirito Santo]Ore 11.00: Santa Messa [Chiesa Spirito Santo]Perdonaci, Signore: abbiamo peccatoLiturgia: Gen 2,7-9; 3,1-7; Sal 50; Rm 5,12-19; Mt 4,1-11

D o m e n i c a 2 0 M a r z o 2 0 1 1II DOMENICA DI QUARESIMA

Ore 9.00: Santa Messa [Chiesa Spirito Santo]Ore 11.00: Santa Messa [Chiesa Spirito Santo]Donaci, Signore, il tuo amore: in te speriamoLiturgia: Gen 12,1-4a; Sal 32; 2Tm 1,8b-10; Mt 17,1-9

D o m e n i c a 2 7 M a r z o 2 0 1 1III DOMENICA DI QUARESIMA

Ore 9.00: Santa Messa [Chiesa Spirito Santo]Ore 11.00: Santa Messa [Chiesa Spirito Santo]Ascoltate oggi la voce del Signore: non indurite il vostro cuoreLiturgia: Es 17,3-7; Sal 94; Rm 5,1-2.5-8; Gv 4,5-42

M e s s eda Lunedi a Sabato: Santa messa ore 18.30 [Chiesa Spirito Santo] il Venerdì messa alle ore 16:30 [Casa delle Magnolie]

A l t r e D a t eCatechismo: Tutti i sabati ore 14.30Oratorio: Tutti i sabati ore 16.00Casa di carità: Mercoledì 9 e Giovedì 24 MarzoIncontro gruppo giovani: Ogni domenica ore 18.00 Incontro gruppo giovani con i genitori, gli educatori, diacono e don Mario: Domenica 6 marzo ore 18.30. Informazioni sulla giornata mondiale della gioventu’ a Madrid dal 15 al 21 agosto 2011. A seguire cena di famiglia nel salone della parrocchia.Consiglio pastorale con la partecipazione dei catechisti e degli educatori: Lunedì 7 marzo ore 21.00S. messa “mercoledì delle ceneri” digiuno e astinenza. Inizio della quaresima: Mercoledì 9 marzo, ore 21.00.Veglia di preghiera per il trigesimo in memoria di don vittorio chiari: Venerdì 11 marzo, ore 21.00 in cattedrale.Incontro delle giovani coppie con i loro bimbi: Domenica 13 marzo in parrocchia.Incontro per la lettura e riflessione dell’apocalisse con il diacono roberto bonomo: Lunedì 14 marzo ore 21.00Ritiro spirituale per i giovani ed educatori delle parrocchie della zona pastorale: Domenica 20 marzo presso la nostra parrocchia. Inizio alle ore 9.30 fino al pomeriggio.Incontro degli aderenti all’iniziativa “adozioni a distanza”: Lunedì 21 marzo ore 21.00.Stazione quaresimale in cattedrale: Venerdì 25 marzo ore 21.00Stazione quaresimale in cattedrale: Venerdì 01 aprile ore 21.00

B u o n C o m p l e a n n o a . . .Christian Cenci - Domenica 6 MarzoAndrea Mussini - Martedì 8 MarzoVeronica Bottazzi - Martedì 8 MarzoChiara Romei - Mercoledì 9 MarzoSamuele Pozzani - Mercoledì 16 MarzoLaura Catellani - Mercoledì 16 MarzoTiziana Bagni - Mercoledì 16 MarzoFrancesca Boiardi - Mercoledì 16 MarzoStefano Montecchi - Sabato 19 MarzoIlaria Borza- Domenica 20 MarzoGiovanni Benassi - Domenica 20 MarzoLuca Denti - Venerdì 25 MarzoEmanuele Chiari - Sabato 26 MarzoVeronica Carano - Domenica 27 MarzoElira Murataj - Sabato 3 Aprile

Aspettiamo di ricevere eventuali date di compleanno