GIORNALE DI BRESCIA MERCOLEDÌ 23 FEBBRAIO 2011 … · LA RECENSIONE / 1 A piccoli passi verso la...

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Cinema Rapotez, in cerca di giustizia Undocumentario sul triestino incarcerato ingiustamente per omicidio LucianoRapotez(sin.)eMoniOvadianeldocumentario BRESCIA Stasera alle 20 inizia una nuova rassegna alla Concessionaria Fiat Lux di viale Venezia, a Brescia, che in passato fu una reale concessio- naria della casa automobilistica tori- nese. L’appuntamento si intitola «Crash - Aperitivo Post Work» e pro- pone l’unione di musica e arte. L’in- gresso è gratuito. I protagonisti dei mercoledì in Con- cessionaria sono infatti il resident dj Peak Nick e, di settimana in settima- na, un diverso visual artist scelto in collaborazione con il museo Ken Damy. L’artista che propone le pro- prie proiezioni, stasera, è Giò Ferrari. Peak Nick, al secolo Nicola Bonardini (nella foto), è un disc jockey nato arti- sticamente al Plastic di Milano, uno dei locali di maggior tendenza sulla scena underground. Il suo stile è eclettico, versatile e «retrofuturista» (le sue selezioni sono una miscela di vintage e avanguardia). Nel corso della carriera ha curato la parte musicale per sfilate di Allez les Moeufs e Moschino. Dance Dj e visual art alla Fiat Lux Un personaggio «filosoficamente» importante come l’Inquisitore di Dostoe- vskij e un tragico padre ispirato al Re Le- ar di Shakespeare, negli spettacoli in sce- na stasera in città, e da domani a domeni- ca al Castello di Padernello. Su iniziativa della Cooperativa cattolico democratica di cultura, stasera, mercole- dì 23 febbraio, alle 20,45 nella Sala Bevi- lacqua di via Pace 10, a Brescia, è in pro- gramma la lettura teatralizzata «Perché sei tornato? Gesù e il Grande Inquisito- re»: accompagnato dal chitarrista Ales- sandro Bono, Luciano Bertoli legge passi della «Leggenda del Grande Inquisito- re», l’apologo che costituisce il vertice de «I fratelli Karamazov», di Fedor Dostoe- vskij. Dopo la lettura il professor Sergio Givone, ordinario di Estetica al Diparti- mento di Filosofia dell’Università di Fi- renze, offrirà un commento al testo. La «Leggenda del Grande Inquisitore», uno dei vertici della riflessione sulla liber- tà dell’essere umano e sulla responsabili- tà personale di ognuno, non cessa di por- re domande. Dostoevskij la inserisce nel quinto capitolo della seconda parte de «I fratelli Karamazov». Nel processo a Ge- sù, che l’ateo Ivan Karamazov va immagi- nando, l’accusatore è il Grande Inquisito- re, l’imputato è Gesù. «Sebbene si tratti di una lettura dramma- tizzata - spiega Luciano Bertoli -, per un attore l’occasione è ghiotta e rischiosa al tempo stesso. Il testo di Dostoevskij è at- traente, magnifico e attuale. Non serve che lo dica io: basta vedere non solo la quantità, ma anche la qualità delle inter- pretazioni letterarie, teatrali e cinemato- grafiche che ne hanno fatto oggetto. La ragione di questo interesse è la forza con la quale vengono sollevate questioni fon- damentali, quali la libertà di fronte al be- ne e al male». Nella mia interpretazione, anticipa Ber- toli, «vedo l’Inquisitore come un imboni- tore abilissimo, molto contemporaneo nel suo saper ammutolire le coscienze, conquistandole e irretendole; l’immagi- ne di Gesù che mi accompagna in tutta la lettura è quella dell’episodio finale, quando Cristo, dopo che l’Inquisitore ha concluso il suo atto d’accusa con una nuova condanna a morte, si alza e, senza mai aver aperto bocca, abbraccia e bacia l’attonito Inquisitore. Un gesto d’amore - conclude l’attore bresciano - più forte d’ogni ragione e requisitoria». Da segnalare che, alle 18, nella libreria dell’Università Cattolica, in via Trieste n.17/d in città, Francesca Nodari, alla presenza dell’autore, presenta il libro di Sergio Givone «Il bene di vivere» (ed. Morcelliana). Introduce l’incontro il di- rettore della casa editrice, Ilario Bertolet- ti. Info: 030-37421, www.ccdc.it. Altro luogo, altro spettacolo. Da domani, giovedì, a sabato 26 febbraio, alle 21.15 al Castello di Padernello, a Borgo San Gia- como, Gian Marco Zappalaglio ed Enzo Cecchi tornano a proporre «Re Lear del- le nebbie», testo e regia di Enzo G. Cec- chi. Un uomo anziano, aggrappato al proprio territorio e alla propria casa, si ritrova a fare i conti con i figli, che, appar- tenenti a generazioni diverse, non vede da anni. Sul palco con i protagonisti an- che Anna Carra, Angelo Lucchi, Giovan- ni Massimo e Giovanni Gallorini. Ingresso 10 euro. Info: 030-9408766 , www.castellodipadernello.it. gaf LARECENSIONE/1 A piccoli passi verso la poesia di Antonia Pozzi LARECENSIONE/2 Liszt«fantastico» conuno Stuani elettrizzante Teatro Un inquisitore e un padre scuotono e interrogano le coscienze Stasera in città il processo a Gesù di Dostoevskij, con Luciano Bertoli Da domani a Padernello generazioni opposte in «Re Lear delle nebbie» IlFiglioedifigli È Gesù, Figlio di Dio, l’imputato nel processo del Grande Inquisitore, che Luciano Bertoli (a destra) porta in scena alla Pace. In «Re Lear delle nebbie» (sopra) è scontro tra padre e figli «Vorrei che la mia anima ti fosse leggera ... la mia poe- sia ... un ponte, sottile e saldo, sulle oscure voragini della ter- ra». «Una poesia dove si parla anche di morte, ma curiosa- mente piena di vita» com- menta uno spettatore nel con- sueto dibattito che segue lo spettacolo nella rassegna In- contrateatri, per cui è andato in scena lunedì al Piccolo tea- tro Libero «Antonia Pozzi. Per troppa vita che ho nel san- gue». Interpreti di questo stu- dio di lettura e musica (la mes- sa in scena definitiva a febbra- io 2012, per il centenario dal- la nascita della poetessa mila- nese) Elisabetta Vergani (an- che drammaturga e regista) e Filippo Fanò, autore ed esecu- tore delle musiche. «La poe- sia ha questo compito subli- me, di prendere tutto il dolo- re che ci romba nell’anima, e trasfigurarlo nella suprema calma. La poesia è una catarsi del dolore, come l’immensità della morte è una catarsi del- la vita» scrive ancora la Pozzi. Morta suicida a 26 anni nel 1938, sembra nel breve arco della sua vita «raggiungere la maturità artistica» commen- ta la Vergani. Ma prima legge, fra tenui arpeggi di piano, di «madri montagne» (la poetes- sa, anche scalatrice e fotogra- fa, è sepolta nell’amata Pastu- ro, sotto le cime della Gri- gna). Fa sentire palpabile lo sguardo partecipe della Pozzi sulla povera periferia milane- se, con «bambini a centinaia con magliette di nessun colo- re a buchi». O il bisogno, in- soddisfatto, di amare («Quan- to bene vorrei volere»). La Ver- gani, «a piccoli passi», in que- sto studio prende le misure per avvicinarsi ad una grande artista, nata tragicamente «in anticipo, in un tempo incapa- ce di capirla». L’attrice punta sull’«empatia» di una lettura di giusta «semplicità»: la voce e un lieve e malinconico sorri- so giocano a togliere, più che a caricare. Simone Tonelli Un elettrizzante récital del pianista Giampaolo Stua- ni ha inaugurato lunedì all’au- ditorium San Barnaba la sta- gione concertistica del Con- servatorio di Brescia. Sotto il titolo «Rifrazioni, Liszt tra- scrittore», Stuani si è cimenta- to con una delle più impres- sionanti opere della letteratu- ra romantica, la «Sinfonia fan- tastica» di Berlioz nella tra- scrizione di Liszt, un concen- trato di difficoltà che pochi pianisti possono affrontare. Stuani lo ha fatto, con corag- gio, intrepidamente, e a me- moria: possiede una tecnica eccezionale e l’energia per so- stenere cinque movimenti in cui si susseguono passaggi in- fernali di ogni genere, e che, perdipiù, esigono contrasti dinamici anche violenti, so- norità corpose e flebili, canto sempre sostenuto in un ocea- no di accordi e sovrabbon- danza di «tremolo». Hanno impressionato il costante controllo ritmico e del peda- le, la misura delle sonorità, il fraseggio accuratissimo, «re- spirato», il rilievo del canto che evidenziava l’unitarietà della concezione dell’opera. Liszt non operò sostanziali cambiamenti alla partitura e, sebbene il suo pianoforte sia «sinfonico», non può compe- tere con l’esasperata ricchez- za coloristica di Berlioz, che è la forza della «Sinfonia fanta- stica». «Ho lavorato coscien- ziosamente, come dovessi trascrivere le Sacre Scritture, nel tentativo di trasferire al pianoforte non solo la struttu- ra generale dell’opera, ma tut- te le sue parti separate» scris- se Liszt, e la «Sinfonia Fanta- stica» che abbiamo sentito è altra cosa, un’opera per pia- noforte, una grande sfida per gli interpreti, che Stuani ha superato con bravura. Fra gli applausi entusiastici del pub- blico, è riuscito a suonare an- cora, e benissimo, una Danza di Schubert-Liszt e «Wid- mung» di Schumann-Liszt. Fulvia Conter Una storia di malagiustizia nel film documentario di Sabrina Benussi «Rapotez. Un caso italia- no», che sarà proiettato oggi alle 19 allo SpazioAref in Piazza Log- gia 11/f (ingresso libero). Con la regista interverranno l’ex-magi- strato Gherardo Colombo e il compositore Carlo Boccadoro, autore della colonna sonora. Ingiustamente accusato di un tri- plice omicidio nella Trieste del 1955, torturato e incarcerato pre- ventivamente per due anni e mez- zo prima di essere riconosciuto innocente, costretto ad emigrare in Germania dopo aver perso tut- ti gli affetti, Luciano Rapotez una volta prosciolto ha iniziato la sua battaglia per il riconoscimento dell’ingiustizia subita. Oggi, a 91 anni, dopo mezzo secolo di pro- cessi, non si è ancora arreso. «Realizzare un documentario sul caso Rapotez - spiega la regista - è parsa, fin dall’inizio, un’oppor- tunità per affrontare nodi crucia- li della società quali il rispetto dei diritti umani, la legalità e i proble- mi della giustizia. Forte è stato il desiderio, dopo il racconto perso- nale di Rapotez, di raccogliere e documentare la sua vicenda e, più ancora, di farla conoscere». Nel film il protagonista, lucido 91enne, racconta la sua vicenda all’attore e musicista Moni Ova- dia. La narrazione viene interval- lata dalle riflessioni del magistra- to Gherardo Colombo e dello sto- rico Marcello Flores, i quali attra- verso il caso Rapotez affrontano temi più generali del periodo sto- rico/politico durante il quale si è sviluppata la vicenda. PER LA TUA PUBBLICITÀ SUL BRESCIA - Via Lattanzio Gambara, 55 Telefono 030.37401 - Fax 030.3772300 GIORNALEDIBRESCIA MERCOLEDÌ 23 FEBBRAIO 2011 49 SPETTACOLI

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Cinema Rapotez, in cerca di giustiziaUn documentario sul triestino incarcerato ingiustamente per omicidio

Luciano Rapotez (sin.) e Moni Ovadia nel documentario

BRESCIA Stasera alle 20 inizia unanuova rassegna alla ConcessionariaFiat Lux di viale Venezia, a Brescia,cheinpassato fuuna reale concessio-naria della casa automobilistica tori-nese. L’appuntamento si intitola«Crash - Aperitivo Post Work» e pro-pone l’unione di musica e arte. L’in-gresso è gratuito.

I protagonisti dei mercoledì in Con-cessionaria sono infatti il resident djPeak Nick e, di settimana in settima-na, un diverso visual artist scelto incollaborazione con il museo KenDamy. L’artista che propone le pro-prie proiezioni, stasera, è Giò Ferrari.Peak Nick, al secolo Nicola Bonardini(nella foto), è un disc jockey nato arti-

sticamente al Plastic di Milano, unodei locali di maggior tendenza sullascena underground. Il suo stile èeclettico, versatile e «retrofuturista»(le sue selezioni sono una miscela divintage e avanguardia).Nel corso della carriera ha curato laparte musicale per sfilate di Allez lesMoeufs e Moschino.

DanceDj e visual artalla Fiat Lux

■ Un personaggio «filosoficamente»importantecome l’Inquisitore diDostoe-vskij e un tragico padre ispirato al Re Le-ardi Shakespeare, negli spettacoli insce-nastasera incittà, e da domaniadomeni-ca al Castello di Padernello.Su iniziativa della Cooperativa cattolicodemocraticadi cultura, stasera, mercole-dì 23 febbraio, alle 20,45 nella Sala Bevi-lacqua di via Pace 10, a Brescia, è in pro-gramma la lettura teatralizzata «Perchései tornato? Gesù e il Grande Inquisito-re»: accompagnato dal chitarrista Ales-sandro Bono, Luciano Bertoli legge passidella «Leggenda del Grande Inquisito-re», l’apologo che costituisce il vertice de«I fratelli Karamazov», di Fedor Dostoe-vskij. Dopo la lettura il professor SergioGivone, ordinario di Estetica al Diparti-mento di Filosofia dell’Università di Fi-renze, offrirà un commento al testo.La «Leggenda del Grande Inquisitore»,unodei verticidellariflessionesulla liber-tà dell’essereumano e sulla responsabili-tàpersonale di ognuno, non cessa di por-re domande. Dostoevskij la inserisce nelquinto capitolo della seconda parte de «I

fratelli Karamazov». Nel processo a Ge-sù,che l’ateo Ivan Karamazovvaimmagi-nando, l’accusatoreèil GrandeInquisito-re, l’imputato è Gesù.«Sebbenesi trattidi una lettura dramma-tizzata - spiega Luciano Bertoli -, per unattore l’occasione è ghiotta e rischiosa altempo stesso. Il testo di Dostoevskij è at-traente, magnifico e attuale. Non serveche lo dica io: basta vedere non solo laquantità, ma anche la qualità delle inter-pretazioni letterarie, teatrali e cinemato-grafiche che ne hanno fatto oggetto. Laragione di questo interesse è la forza conlaquale vengono sollevatequestioni fon-damentali, quali la libertà di fronte al be-ne e al male».Nella mia interpretazione, anticipa Ber-toli, «vedol’Inquisitore come un imboni-tore abilissimo, molto contemporaneonel suo saper ammutolire le coscienze,conquistandole e irretendole; l’immagi-ne di Gesù che mi accompagna in tuttala lettura è quella dell’episodio finale,quando Cristo, dopo che l’Inquisitore haconcluso il suo atto d’accusa con unanuova condanna a morte, si alza e, senza

mai aver aperto bocca, abbraccia e bacial’attonito Inquisitore. Un gesto d’amore- conclude l’attore bresciano - più forted’ogni ragione e requisitoria».Da segnalare che, alle 18, nella libreriadell’Università Cattolica, in via Triesten.17/d in città, Francesca Nodari, allapresenza dell’autore, presenta il libro diSergio Givone «Il bene di vivere» (ed.Morcelliana). Introduce l’incontro il di-rettore della casa editrice, Ilario Bertolet-ti. Info: 030-37421, www.ccdc.it.Altro luogo, altro spettacolo. Da domani,giovedì, a sabato 26 febbraio, alle 21.15alCastello diPadernello,aBorgo SanGia-como, Gian Marco Zappalaglio ed EnzoCecchi tornano a proporre «Re Lear del-le nebbie», testo e regia di Enzo G. Cec-chi. Un uomo anziano, aggrappato alproprio territorio e alla propria casa, siritrovaa fare i conti con i figli, che, appar-tenenti a generazioni diverse, non vededa anni. Sul palco con i protagonisti an-che Anna Carra, Angelo Lucchi, Giovan-ni Massimo e Giovanni Gallorini.Ingresso 10 euro. Info: 030-9408766 ,www.castellodipadernello.it. gaf

LA RECENSIONE / 1

A piccoli passiverso la poesiadi Antonia Pozzi

LA RECENSIONE / 2

Liszt «fantastico»con uno Stuanielettrizzante

Teatro Un inquisitore e un padrescuotono e interrogano le coscienzeStasera in città il processo a Gesù di Dostoevskij, con Luciano BertoliDa domani a Padernello generazioni opposte in «Re Lear delle nebbie»

Il Figlio ed i figli■ È Gesù, Figlio di Dio, l’imputato nel processodel Grande Inquisitore, che Luciano Bertoli (adestra) porta in scena alla Pace. In «Re Lear dellenebbie» (sopra) è scontro tra padre e figli

■ «Vorrei che la mia animati fosse leggera ... la mia poe-sia ... un ponte, sottile e saldo,sulleoscure voragini dellater-ra». «Una poesia dove si parlaanche di morte, ma curiosa-mente piena di vita» com-mentaunospettatorenelcon-sueto dibattito che segue lospettacolo nella rassegna In-contrateatri, per cui è andatoin scena lunedì al Piccolo tea-tro Libero «Antonia Pozzi.Pertroppa vitacheho nelsan-gue». Interpreti di questo stu-diodi letturaemusica (lames-sainscena definitivaafebbra-io 2012, per il centenario dal-lanascita della poetessa mila-nese) Elisabetta Vergani (an-che drammaturga e regista) eFilippoFanò,autoreedesecu-tore delle musiche. «La poe-sia ha questo compito subli-me, di prendere tutto il dolo-re che ci romba nell’anima, etrasfigurarlo nella supremacalma. La poesia è una catarsidel dolore, come l’immensitàdella morte è una catarsi del-la vita» scrive ancora la Pozzi.Morta suicida a 26 anni nel1938, sembra nel breve arcodella sua vita «raggiungere lamaturità artistica» commen-ta la Vergani. Ma prima legge,fra tenui arpeggi di piano, di«madrimontagne» (la poetes-sa, anche scalatrice e fotogra-fa,è sepolta nell’amata Pastu-ro, sotto le cime della Gri-gna). Fa sentire palpabile losguardo partecipe della Pozzisulla povera periferia milane-se, con «bambini a centinaiacon magliette di nessun colo-re a buchi». O il bisogno, in-soddisfatto,di amare («Quan-tobene vorreivolere»).La Ver-gani, «a piccoli passi», in que-sto studio prende le misureper avvicinarsi ad una grandeartista, nata tragicamente «inanticipo, in untempo incapa-ce di capirla». L’attrice puntasull’«empatia» di una letturadi giusta «semplicità»: la voceeun lieve emalinconico sorri-so giocano a togliere, più chea caricare.

Simone Tonelli

■ Un elettrizzante récitaldel pianista Giampaolo Stua-nihainauguratolunedìall’au-ditorium San Barnaba la sta-gione concertistica del Con-servatorio di Brescia. Sotto iltitolo «Rifrazioni, Liszt tra-scrittore»,Stuanisi ècimenta-to con una delle più impres-sionantiopere della letteratu-raromantica, la «Sinfonia fan-tastica» di Berlioz nella tra-scrizione di Liszt, un concen-trato di difficoltà che pochipianisti possono affrontare.Stuani lo ha fatto, con corag-gio, intrepidamente, e a me-moria: possiede una tecnicaeccezionaleel’energia perso-stenere cinque movimenti incuisi susseguono passaggi in-fernali di ogni genere, e che,perdipiù, esigono contrastidinamici anche violenti, so-norità corpose e flebili, cantosempresostenuto in un ocea-no di accordi e sovrabbon-danza di «tremolo». Hannoimpressionato il costantecontrollo ritmico e del peda-le, la misura delle sonorità, ilfraseggio accuratissimo, «re-spirato», il rilievo del cantoche evidenziava l’unitarietàdella concezione dell’opera.Liszt non operò sostanzialicambiamenti alla partitura e,sebbene il suo pianoforte sia«sinfonico», non può compe-tere con l’esasperata ricchez-za coloristica di Berlioz, che èla forza della «Sinfonia fanta-stica». «Ho lavorato coscien-ziosamente, come dovessitrascrivere le Sacre Scritture,nel tentativo di trasferire alpianofortenon solola struttu-rageneraledell’opera,ma tut-te le sue parti separate» scris-se Liszt, e la «Sinfonia Fanta-stica» che abbiamo sentito èaltra cosa, un’opera per pia-noforte, una grande sfida pergli interpreti, che Stuani hasuperato con bravura. Fra gliapplausientusiastici del pub-blico, è riuscito a suonare an-cora, e benissimo, una Danzadi Schubert-Liszt e «Wid-mung» di Schumann-Liszt.

Fulvia Conter

■ Una storia di malagiustizianel film documentario di SabrinaBenussi «Rapotez. Un caso italia-no», che sarà proiettato oggi alle19 allo SpazioAref in Piazza Log-gia 11/f (ingresso libero). Con laregista interverranno l’ex-magi-strato Gherardo Colombo e ilcompositore Carlo Boccadoro,autore della colonna sonora.Ingiustamente accusato di un tri-plice omicidio nella Trieste del1955, torturato e incarcerato pre-ventivamenteperdueanni emez-zo prima di essere riconosciuto

innocente, costretto ad emigrareinGermania dopo aver perso tut-ti gli affetti, Luciano Rapotez unavolta prosciolto ha iniziato la suabattaglia per il riconoscimentodell’ingiustizia subita. Oggi, a 91anni, dopo mezzo secolo di pro-cessi, non si è ancora arreso.«Realizzare un documentario sulcaso Rapotez - spiega la regista -è parsa, fin dall’inizio, un’oppor-tunità per affrontare nodi crucia-li della società quali il rispetto deidirittiumani, la legalità e iproble-mi della giustizia. Forte è stato il

desiderio,dopoil racconto perso-nale di Rapotez, di raccogliere edocumentare la sua vicenda e,più ancora, di farla conoscere».Nel film il protagonista, lucido91enne, racconta la sua vicendaall’attore e musicista Moni Ova-dia. La narrazione viene interval-lata dalle riflessioni del magistra-to Gherardo Colombo e dello sto-rico Marcello Flores, i quali attra-verso il caso Rapotez affrontanotemi più generali del periodo sto-rico/politico durante il quale si èsviluppata la vicenda.

PER LA TUA PUBBLICITÀ SUL

BRESCIA - Via Lattanzio Gambara, 55Telefono 030.37401 - Fax 030.3772300

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