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Q uando si dice che partire non è tempo perso, ma gua- dagnato. Con più di 1.500 studenti in giro per il mondo nel corso del 2011, con oltre 600 Università internazionali conven- zionate, per l’Università Cattolica la di- mensione internazionale resta un aspet- to fondamentale della propria offerta formativa. Ed è sempre più comune nel mondo del lavoro l’opinione che, alla prova dei fat- ti, una laurea con il massimo dei voti po- trebbe non valere poi così tanto se con- frontata con un’esperienza all’estero. L’Università Cattolica risponde a questa nuova esigenza tramite una grande varie- tà di programmi, pubblicizzati tramite International Days e organizzati dagli uf- fici di Relazioni internazionali, presenti in ogni Facoltà. Iniziative che permetto- no agli studenti di seguire corsi universi- tari, lavorare e fare esperienza in moltis- simi Paesi del mondo, toccando i cinque Continenti: Europa, Asia, Africa, Ameri- ca del Nord e del Sud e Oceania. L’Università Cattolica offre programmi di studio dalla media o lunga durata, stage in aziende internazionali , corsi di lingua in prestigiose università, corsi in organizzazioni di diritto internaziona- le. Programmi che permettono di perfezio- nare l’inglese a Londra, studiare econo- mia a Boston, film-making a New York, storia a Città del Capo, relazioni interna- zionali a Gerusalemme. L’offerta è vasta: dagli ormai famosi Era- smus in Europa, ai corrispettivi extraeu- ropei Overseas, passando per i corsi esti- vi di 4-12 settimane in facoltà di rilievo internazionale; dalla possibilità per i lau- reandi, sia triennali sia magistrali, di pro- grammare e preparare la propria tesi di laurea all’estero, con un periodo di ricer- ca incluso, ai progetti LaTe, ovvero corsi intensivi di lingua all’estero in vista del conseguimento di certificazioni di lin- gua internazionali. Ma non c’è solo lo studio: ci sono pro- grammi che permettono di fare stage la- vorativi in città europee, periodi di inter- ship presso enti e aziende internazionali e programmi di tirocinio. Per queste iniziative c’è un’intera area on-line presso il sito della Università, tra- mite la quale ci si iscrive ai bandi, si ten- gono i rapporti con le Università estere, si comunicano le proprie esperienze e si programmano i viaggi futuri. Va a finire che di viaggiare ti innamori, come è successo a Flavia, studentessa della facoltà di Lingue e Letterature Straniere, che dopo essere partita per San Diego tramite il progetto LaTe (Lan- guage Training Experience) è tornata negli Stati Uniti per preparare la tesi e una volta laureata è ripartita per la Cali- fornia. Di ogni esperienza si raccolgono i rac- conti, le foto e le immagini portate da chi è partito, come un incentivo per sprona- re tutti i ragazzi a cogliere le occasioni of- ferte. E se c’è chi è già tornato, qualcun altro è invece in partenza: è il caso di Lara, stu- dentessa di Lingue presso la facoltà di via Trieste, che tramite il progetto LaTe è pronta per varcare i confini europei e vo- lare fino in Australia: ha scelto infatti co- me destinazione Perth, per un periodo di 6 settimane, con alloggio in famiglia, e seguirà corsi intensivi di lingua (da 20 ore settimanali) alla University of We- stern Australia (Wea). Federico, studente di Relazioni Interna- zionali alla Facoltà di Lingue, è invece un appassionato della lingua cinese: trami- te lo stesso programma ha deciso di parti- re alla scoperta dell’Oriente: per un me- se infatti studierà a Pechino, alla Blcu, Beijing Language and Culture Universi- ty. Ma per entrambi non si tratterà solo di studio: il programma LaTe permette sì di partecipare a corsi intensivi di lingua presso le Università locali, ma è soprat- tutto un’avventura: quella di poter vive- re la natura selvaggia dell’ Australia, quel- la di poter camminare sulla Muraglia Ci- nese, quella di poter allargare i propri orizzonti e di poter stringere legami con culture diverse che appaiono così lonta- ne. Roberta Seneci Oltre confine I giovani italiani ai primi posti per la mobilità UNIVERSITÀ Statale,eccogliottoDipartimenti Le quattro vecchie Facoltà sono pronte ad andare in pensione e a lasciare il posto a otto Dipartimenti, che gestiranno sia le attività di ricerca, sia le attività di didattica. Sei delle nuove strutture scaturiscono da Medicina e Ingegneria, le altre due da Economia e Giurisprudenza. a pagina 54 SECONDARIA Seilvolontariato apre all’impiego All’Itis Cerebotani di Lonato un convegno promosso da Argis e Feralpi apre per i ragazzi del tecnico (ma non solo) ad una diversa prospettiva: quella secondo cui il volontariato e le competenze acquisite in tale ambito possano tramutarsi, anche in tempi di crisi, in un’occasione di impiego o di attivazione di imprese sociali. a pagina 53 Unaveduta aerea diManhattan: ilNord America resta una delle metepiùgettonate dagli studenti I giovani italiani sono sempre meno «bamboccioni», anzi, l’Italia è tra i Paesi da sempre più attivi in Euro- pa per il programma Erasmus che, in 25 anni, ha concesso borse di mobilità per studi o stage all’estero a circa 3 milio- ni di europei. E proprio i laureati Era- smus, secondo un recente studio tede- sco, «acquistano il 15% di facilità negli spostamenti, nella vita professionale». Gli obiettivi di Erasmus sono al centro della strategia della Commissione euro- pea per lottare contro la disoccupazione giovanile. Il presidente dell’Esecutivo Ue, Josè Manuel Barroso, ne è convinto: «Il programma ci aiuta a sormontare le carenze di qualifiche, grazie al sostegno che dà a un insegnamento di qualità ele- vata e a sistemi di istruzione superiore moderni, con strette correlazioni tra il mondo accademico e quello imprendito- riale». In questo modo poi, i giovani «evi- tano di restare intrappolati nella dimen- sione geografica del lavoro, grazie a più fiducia e capacità di lavorare in altri Pae- si». Per il futuro, ha indicato la commissa- ria alla Cultura e ai giovani, Androulla Vassiliou, abbiamo pronto il program- ma "Erasmo per tutti" con l’obiettivo di offrire a 5 milioni di giovani, docenti e personale non docente, la possibilità di studiare o svolgere attività didattica o di formazione all’estero». Alla celebrazione dei 25 anni del pro- gramma erano presenti 66 «ambasciato- ri Erasmus». Per l’Italia, Maurizio Olivie- ro, ordinario all’Università di Perugia, che ha messo in guardia sul fatto «che la selezione e la mobilità Erasmus rischia- no di diventare per pochi in quanto il contributo della borsa di studio è insuffi- ciente: circa 230 euro mensili (nel caso di uno stage è invece più del doppio) che possono essere integrati in modo diver- so da università e Regioni». Per questo Oliviero e l’altra ambasciatrice italiana dello staff, Ann Katherine Isaacs, docen- te dell’Università di Pisa, chiedono «una politica nazionale di sostegno alla mobi- lità Erasmus». Sullo studio all’estero è intervenuto an- che il ministro dell’Università, France- sco Profumo: «Si tratta - ha detto - di un’opportunità di crescita e migliora- mento per le nostre istituzioni universita- rie». «Dover insegnare a studenti stranie- ri - ha aggiunto - e offrire lezioni e servizi accessibili a chi proviene da un’altra cul- tura e parla una lingua diversa, hanno rappresentato il motore che ha spinto sempre di più i nostri atenei verso l’inter- nazionalizzazione dell’offerta didattica. Dopo 25 anni, sono ormai molti gli italia- ni che hanno studiato all’estero». Secon- do il Ministro, «i vantaggi si vedranno tra non molto, nell’arco di pochissimi anni: nuove generazioni di cittadini a loro agio con le lingue straniere, le culture diverse e le più svariate opportunità professiona- li saranno il vero cemento dell’Unione Europea». Il Ministro propone inoltre di «favorire la creazione di comunità di ex studenti dell’Erasmus: community onli- ne che, sull’onda delle proprie esperien- ze, possano mettere a fattore comune le idee e le buone pratiche sperimentate su se stessi a vantaggio di chi deve progetta- re l’offerta formativa ma anche di chi vuo- le guardare in avanti verso la nascita di un nuovo cittadino europeo». Cattolica I Mini-Erasmus che fan volare nei 5 Continenti Si moltiplicano le iniziative che permettono agli studenti di seguire corsi universitari, lavorare e fare esperienza in molti Paesi del mondo LaraeFederico: voleranno rispettivamente inAustraliaeCina Scuola & Università A cura di Francesca Sandrini Gianluca Gallinari Marco Tedoldi Daniela Zorat [email protected] università@giornaledibrescia.it GIORNALEDIBRESCIA MERCOLEDÌ 22 FEBBRAIO 2012 51

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Quando si dice che partirenon è tempo perso, ma gua-dagnato. Con più di 1.500studenti in giro per il mondonel corso del 2011, con oltre

600 Università internazionali conven-zionate, per l’Università Cattolica la di-mensione internazionale resta un aspet-to fondamentale della propria offertaformativa.Ed è sempre più comune nel mondo dellavoro l’opinione che, alla prova dei fat-ti, una laurea con il massimo dei voti po-trebbe non valere poi così tanto se con-frontata con un’esperienza all’estero.L’Università Cattolica risponde a questanuovaesigenzatramite unagrandevarie-tà di programmi, pubblicizzati tramiteInternational Days e organizzati dagli uf-fici di Relazioni internazionali, presentiin ogni Facoltà. Iniziative che permetto-no agli studenti di seguire corsi universi-tari, lavorare e fare esperienza in moltis-simi Paesi del mondo, toccando i cinqueContinenti: Europa, Asia, Africa, Ameri-ca del Nord e del Sud e Oceania.L’Università Cattolica offre programmidi studio dalla media o lunga durata,stage in aziende internazionali , corsi dilingua in prestigiose università, corsi inorganizzazioni di diritto internaziona-le.Programmi che permettono di perfezio-nare l’inglese a Londra, studiare econo-mia a Boston, film-making a New York,

storia a Città del Capo, relazioni interna-zionali a Gerusalemme.L’offerta è vasta: dagli ormai famosi Era-smus in Europa, ai corrispettivi extraeu-ropei Overseas, passando per i corsi esti-vi di 4-12 settimane in facoltà di rilievointernazionale;dalla possibilità per i lau-reandi, sia triennali sia magistrali, di pro-grammare e preparare la propria tesi dilaurea all’estero, con un periodo di ricer-ca incluso, ai progetti LaTe, ovvero corsiintensivi di lingua all’estero in vista delconseguimento di certificazioni di lin-gua internazionali.Ma non c’è solo lo studio: ci sono pro-grammi che permettono di fare stage la-vorativi in città europee, periodi di inter-ship presso enti e aziende internazionalie programmi di tirocinio.Per queste iniziative c’è un’intera areaon-line presso ilsito della Università, tra-mite la quale ci si iscrive ai bandi, si ten-gono i rapporti con le Università estere,si comunicano le proprie esperienze e siprogrammano i viaggi futuri.Va a finire che di viaggiare ti innamori,come è successo a Flavia, studentessadella facoltà di Lingue e LetteratureStraniere, che dopo essere partita perSan Diego tramite ilprogetto LaTe (Lan-guage Training Experience) è tornatanegli Stati Uniti per preparare la tesi euna volta laureata è ripartita per la Cali-fornia.Di ogni esperienza si raccolgono i rac-

conti, le foto e le immagini portate da chiè partito, come un incentivo per sprona-re tutti i ragazzi a cogliere le occasioni of-ferte.E se c’è chi è già tornato, qualcun altro èinvece in partenza: è il caso di Lara, stu-dentessa di Lingue presso la facoltà divia Trieste, che tramite il progetto LaTe èpronta per varcare i confini europei e vo-lare fino in Australia: ha scelto infatti co-me destinazione Perth, per un periododi 6 settimane, con alloggio in famiglia, eseguirà corsi intensivi di lingua (da 20ore settimanali) alla University of We-stern Australia (Wea).Federico, studente di Relazioni Interna-zionali alla Facoltà di Lingue, è invece unappassionato della lingua cinese: trami-telostesso programmahadeciso diparti-re alla scoperta dell’Oriente: per un me-se infatti studierà a Pechino, alla Blcu,Beijing Language and Culture Universi-ty.Ma per entrambi non si tratterà solo distudio: il programma LaTe permette sì dipartecipare a corsi intensivi di linguapresso le Università locali, ma è soprat-tutto un’avventura: quella di poter vive-rela natura selvaggia dell’ Australia, quel-la di poter camminare sulla Muraglia Ci-nese, quella di poter allargare i propriorizzonti e di poter stringere legami conculture diverse che appaiono così lonta-ne.

Roberta Seneci

Oltre confineI giovani italianiai primi postiper la mobilità

UNIVERSITÀ

Statale, ecco gli otto Dipartimenti■ Le quattro vecchie Facoltà sono pronte ad andare inpensione e a lasciare il posto a otto Dipartimenti, chegestiranno sia le attività di ricerca, sia le attività di didattica.Sei delle nuove strutture scaturiscono da Medicina eIngegneria, le altre due da Economia e Giurisprudenza. a pagina 54

SECONDARIA

Se il volontariato apre all’impiego■ All’Itis Cerebotani di Lonato un convegno promosso daArgis e Feralpi apre per i ragazzi del tecnico (ma non solo) aduna diversa prospettiva: quella secondo cui il volontariato ele competenze acquisite in tale ambito possano tramutarsi,anche in tempi di crisi, in un’occasione di impiego o diattivazione di imprese sociali. a pagina 53

Una veduta aerea di Manhattan: il Nord America resta una delle mete più gettonate dagli studenti

Igiovani italiani sono sempre meno«bamboccioni», anzi, l’Italia è tra iPaesi da sempre più attivi in Euro-pa per il programma Erasmus che,

in 25 anni, ha concesso borse di mobilitàper studi o stage all’estero a circa 3 milio-ni di europei. E proprio i laureati Era-smus, secondo un recente studio tede-sco, «acquistano il 15% di facilità neglispostamenti, nella vita professionale».Gli obiettivi di Erasmus sono al centrodella strategia della Commissione euro-pea per lottare contro la disoccupazionegiovanile. Il presidente dell’EsecutivoUe, Josè Manuel Barroso, ne è convinto:«Il programma ci aiuta a sormontare lecarenze di qualifiche, grazie al sostegnoche dà a un insegnamento di qualità ele-vata e a sistemi di istruzione superioremoderni, con strette correlazioni tra ilmondoaccademico equello imprendito-riale». In questo modo poi, i giovani «evi-tano di restare intrappolati nella dimen-sione geografica del lavoro, grazie a piùfiducia e capacità di lavorare in altri Pae-si».Per il futuro,ha indicato la commissa-ria alla Cultura e ai giovani, AndroullaVassiliou, abbiamo pronto il program-ma "Erasmo per tutti" con l’obiettivo dioffrire a 5 milioni di giovani, docenti epersonale non docente, la possibilità distudiare o svolgere attività didattica o diformazione all’estero».Alla celebrazione dei 25 anni del pro-gramma erano presenti 66 «ambasciato-ri Erasmus». Per l’Italia, Maurizio Olivie-ro, ordinario all’Università di Perugia,che ha messo in guardia sul fatto «che laselezione e la mobilità Erasmus rischia-no di diventare per pochi in quanto ilcontributo della borsa di studio è insuffi-ciente: circa 230 euro mensili (nel caso diuno stage è invece più del doppio) chepossono essere integrati in modo diver-so da università e Regioni». Per questoOliviero e l’altra ambasciatrice italianadello staff, Ann Katherine Isaacs, docen-te dell’Università di Pisa, chiedono «unapolitica nazionale di sostegno alla mobi-lità Erasmus».Sullo studio all’estero è intervenuto an-che il ministro dell’Università, France-sco Profumo: «Si tratta - ha detto - diun’opportunità di crescita e migliora-mentoper le nostreistituzioniuniversita-rie». «Dover insegnare a studenti stranie-ri - ha aggiunto - e offrire lezioni e serviziaccessibili a chi proviene da un’altra cul-tura e parla una lingua diversa, hannorappresentato il motore che ha spintosempre di più i nostri atenei verso l’inter-nazionalizzazione dell’offerta didattica.Dopo 25 anni, sono ormai molti gli italia-ni che hanno studiato all’estero». Secon-do il Ministro, «i vantaggi si vedranno tranon molto, nell’arco di pochissimi anni:nuove generazioni di cittadini a loro agiocon le lingue straniere, le culture diversee le piùsvariate opportunitàprofessiona-li saranno il vero cemento dell’UnioneEuropea». Il Ministro propone inoltre di«favorire la creazione di comunità di exstudenti dell’Erasmus: community onli-ne che, sull’onda delle proprie esperien-ze, possano mettere a fattore comune leidee e le buone pratiche sperimentate suse stessi a vantaggio di chi deve progetta-re l’offertaformativama anchedi chi vuo-le guardare in avanti verso la nascita diun nuovo cittadino europeo».

Cattolica I Mini-Erasmusche fan volare nei 5 ContinentiSi moltiplicano le iniziative che permettono agli studenti di seguirecorsi universitari, lavorare e fare esperienza in molti Paesi del mondo

Lara e Federico:volerannorispettivamentein Australia e Cina

Scuola&UniversitàA cura di

Francesca SandriniGianluca Gallinari

Marco TedoldiDaniela Zorat

[email protected]à@ giornaledibrescia.it

GIORNALE DIBRESCIA MERCOLEDÌ 22 FEBBRAIO 2012 51

Olivieri L’accorpamento col Tartaglia... in RegioneUn’interrogazione aggiunge un nuovo capitolo alla vicenda del trasferimento

■ Si intitola «L’ambiente suolo» larassegna di incontri organizzata dal-l’istituto «Don Milani» di Montichiaricon Legambiente e Coop, «per con-sentire agli studenti di acquisire ele-menti di educazione ambientale peruna cittadinanza informata», comespiega la docente Chiara Folegati.Si comincia sabato 25 febbraio alle

9.30 con Gianni Tamino (docente dibiologia alla Università di Padova edex parlamentare nazionale e Ue), cheproverà a rispondere alla domanda«Qualealimentazioneequaleagricol-tura per il futuro del pianeta?».Sabato31 marzoalla stessaora ilcon-fronto su «La natura non produce ri-fiuti, ricicla. Ma l’uomo?». Venerdì 27

aprile alle 20.45 invece si discuterà di«Escavazioneecementificazionecre-scenti». Le tre conferenze si terrannoalGardaForumdiviaTrieste62.Al ter-mine degli incontri sabato 26 maggiosi terrà una biciclettata «tra cave e di-scariche della brughiera montecla-rense». Per informazioni: segreteriaorganizzativa allo 030.961410.

La nutrita platea che ha assistito all’incontro promosso nella sede dell’Itis Cerebotani di Lonato

Don MilaniTre incontrisull’ambiente

Cinema AfricaL’integrazionepassa anchedal grande schermo

Per Alberto Salsi, vicepresi-dente di Argis, «ci si può in-ventare, pur tra mille sfide,come imprenditori sociali».Chanceches’affianca all’im-piego nelle imprese per cuiFeralpi,haricordato Giusep-pe Pasini «ha intrapreso unpercorso con l’Itis».

«LE POSSIBILITÀ»

«LE COMPETENZE»

Echil’ha dettocheilvolonta-riatosiasolo dedicarequal-che ora del proprio tempolibero agli altri e non possa

diventare un impiego a tempo pie-no, anche per gli studenti che esco-no da un istituto tecnico?Questo è stato uno dei luoghi co-munismontato dai relatoridi«Ilde-siderio di conoscere - Quello che lacrisinon scalfirà», l’incontro tra im-prenditori e glistudenti dell’Itis Ce-rebotanidiLonato promossoda Ar-gis (Alta Scuola per il Not for profit)e da Feralpi Group.Il convegno, a cui seguiranno neiprossimi mesi incontri analoghi al-l’Itis Castelli di Brescia e all’Itis diVobarno, aveva lo scopo di far co-noscere meglio ai ragazzi l’impor-tanza del non profit e del terzo set-tore, un comparto che, come haspiegato Alfio Regis (presidente diRetiSociali)«conta 235.000associa-zioni per 750.000 occupati e 3,5 mi-lioni di volontari, generando il 5%del Pil italiano».E un ambito dove, «ci si può inven-tare, pur tra mille sfide - ha aggiun-

to il vicepresidente di Argis AlbertoSalsi -, come imprenditori sociali,che dedicano tutto il proprio tem-po ad una causa, con una legittimaaspettativa di remunerazione e ga-rantendo ritorno professionale piùalto rispetto al volontariato».Ma per affrontare questi percorsi,che vanno dal volontario, al dipen-dentediunacooperativasociale,al-l’imprenditore sociale c’è un ele-mento irrinunciabile: «La compe-tenza - ha affermato la dirigentedell’Ufficio scolastico provincialedi Brescia Maria Rosa Raimondi -,una componente necessaria chedeve essere fornita e coltivata dallascuola». Sia dalla scuola nella suaaccezione classica, con i ragazzisui banchi, sia «in progetti di colla-borazioneche coinvolgano diretta-mentel’ impresa» come ha precisa-to il preside dell’Itis di Lonato Vin-cenzo Condello.Ma in che ambiti può poi incarnar-si l’esperienza di volontariato o diimprenditoria sociale? Giulio Boa-ti, presidentedel Centro Ambrosia-no Aiuto alla vita e Elena Cantarel-

li, responsabiledella comunicazio-ne di Estia hanno portato agli stu-denti le loro esperienze personali.Il primo ha spiegato l’attività delCentroAmbrosiano,un’associazio-ne che aiuta le donne in difficoltàdurante la maternità, mentre la se-conda ha illustrato ai ragazzi la filo-sofia e il lavoro di Estia, realtà a so-stegno dei detenuti del carcere diBollate (Mi), che tramite il lavoromanualee l’organizzazionedi spet-tacoli teatrali aiuta il reinserimen-to dei carcerati nella società.Infine Giuseppe Pasini, presidentedi Feralpi, si è soffermato sul rap-portoscuola-impresa, sottolinean-do che «la situazione lavorativa deigiovani italiani è molto grave, conampie sacche di disoccupazione.Uno Stato che non investe sui gio-vani - ha proseguito - non investesu se stesso: ciò vale anche per leimprese ed è per questo che neglianni scorsi abbiamo intrapreso ilpercorso di apprendistato profes-sionalizzante in collaborazionecon l’Itis di Lonato».

Stefano Ferrari

Cerebotani Se il volontariatodiventa trampolino per il lavoroPrima tappa all’Itis di Lonato per il progetto promosso da Argis e FeralpiUna occasione per scoprire un patrimonio che «neppure la crisi può scalfire» S

commettere sul cinema per giun-gere ad una reale integrazione traetnie differenti, partendo dallescuole e dai ragazzi, nuove leve di

domani: l’associazione Kamenge e din-torni onlus propone «Cinema Africa»,rassegna rivolta alle scuole, giunta or-mai alla quinta edizione.Durante le mattinate del 28 e 29 febbraioe del 1˚ marzo, lo storico cinema di Bor-go Trento (via Filzi 3) ospiterà dalle 9.30una serie di cortometraggi provenientidai passati «Festival del Cinema Africa-no» di Milano, miniera in cui scoprireuna cinematografia tra le più valide e fre-sche (quest’anno si svolge dal 19 al 25marzo). Le proiezioni sono rivolte alleclassi quarte e quinte delle primarie (il28) e alle secondarie di entrambi i gradi(medie e superiori, per intenderci), perstimolare i giovani fruitori «con linguag-gi e stili lontani dalla televisione», ha af-fermato Sergio Faini, presidente di Ka-menge, che prende il nome dall’oratoriofondato in Burundi dal padre saverianoVittorino Ghirardi. Per prenotazioni epertutte le informazioni del caso è possi-bile contattare il 3347342687.Si parte, come visto, martedì 28 con lascuola primaria e tre «corti» che raccon-tano l’Africa tra sogni e realtà, dal puntodi vista di tre piccoli protagonisti. Parlia-mo di «Amal» (Marocco 2004) del «gran-de documentarista» Ali Benkirane, vinci-tore di svariati premi nel mondo; di «Le-zare (Per Oggi)» (Etiopia 2010); di «Gara-gouz (Il Burattinaio)» (Algeria 2010), pro-nostico di un vento di primavera arabain Algeria. Mercoledì 29 tocca alle me-die, per cui sono stati selezionati i corti«Made in Mauritius», 2010; «Lezare»;«Amal»; «Lucky» (Sudafrica 2005), vere eproprie finestre sul concetto di globaliz-zazione. Si chiude il ciclo il 1˚ marzo conle opere destinate alle superiori e al disa-gio giovanile «tra conflitti etnici e socia-li»: «Made in Mauritius»; «Abandon deposte» (Marocco-Belgio 2010); «Leprojet» (Tunisia 2008), «chiaro anticipodelle successive rivolte»; infine, «Tinyeso (La casa della verità)» (Mali 2010).«L’espressione "educazione intercultu-rale" oggi lascia ormai il posto al più am-pio concetto di educazione ad una citta-dinanza mondiale». E in quest’ottica larassegnabrescianaparte dalle elementa-ri proprio perché non è mai troppo pre-sto, oggi, per parlare di integrazione,«specie in una Brescia ad alto tasso d’im-migrazione», ha sottolineato Faini.

Alessandra Stoppini

Accorpamento,sì. Ma logistico. Fisi-co. Non certo d’istituto. Anzi: lescuole rimarranno due, distinti, illiceo artistico Maffeo Olivieri e

l’istituto tecnicoNiccolòTartaglia. L’interro-gazione in merito presentata dal consigliereregionale Giulio Cavalli il 2 dicembre 2011,infatti, «non fa alcun riferimento né a ipotesidi accorpamento - sottolinea a doppia riga ilpresidentedel consiglio d’istituto dell’Olivie-ri, l’avvocato Mario Moneghini - né, tanto-meno, a ’’un numero di iscritti in costantediminuzione’’».Già, perché nell’anno scola-stico in corso, precisa Moneghini, «il nume-ro degli studenti delle prime ha registrato un

incremento pari al 60%», e i dati per l’annoscolastico2012/13 si preannunciano nuova-mente in crescita.Il progetto di trasferimento della sede del li-ceo Olivieri è stato approvato dalla Giuntaprovinciale nell’ottobre del 2006. La decisio-ne faceva seguito ai risultati di uno studio dirazionalizzazione degli istituti scolastici cit-tadini: il liceo artisticoospitatoa palazzo Bar-gnani in corso Matteotti - inadeguato e ina-deguabile alle esigenze del liceo stesso - sa-rebbe stato trasferito in un nuovo, appositoedificio da realizzare a nord del corpo didat-tico del Tartaglia. Il progetto attiene alla co-struzionedi un poloscolastico multidiscipli-

nare per una superficie di 5.600 mq. Comeerge dalla risposta della Commissione all’in-terrogazione, «costituire istituti d’istruzionesuperiore con annesse differenti tipologie diindirizzi offre l’opportunità alle diverse isti-tuzioni scolastiche di condividere spazi e at-trezzature», con vantaggi in termini di «orga-nizzazione e razionalizzazione del servizioerogato ai frequentanti». Nella fattispecie,gli spazi comuni quali «biblioteca, uffici am-ministrativi, laboratori e palestra non previ-sti nella nuova sede dell’Olivieri saranno di-sponibili per tutti gli studenti nell’attiguoedificio ospitante l’istituto Tartaglia».

Raffaella MoraPalazzo Bargnani, sede del liceo artistico Olivieri

«La competenza - per MariaRosa Raimondi (Usp) -, de-v’essere fornita dalla scuo-la». Anche «in progetti checoinvolgano le imprese» haprecisato il preside dell’ItisVincenzo Condello.

GLI INTERVENTI

GIORNALE DIBRESCIA MERCOLEDÌ 22 FEBBRAIO 2012 53SCUOLASECONDARIA