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Periodico di informazione dell’A.S.S. N. 5 “Bassa Friulana” APRILE / MAGGIO 2010 Come ci si prende cura delle persone disabili Il Distretto Est dell’Ass n. 5 “Bassa Friulana” partecipa, quale rappresentante della Regione Friuli Venezia Giulia, al progetto nazionale “Individuazione ed implementazione di un sistema di accesso unitario alla rete dei servizi sociosanitari integrati della persona con disabilità”. Al progetto aderiscono anche aziende sanitarie in rappresentanza delle Regioni Campania, Lazio, Toscana e Veneto. Il sistema unitario di accesso alla rete dei servi- zi sociali e sanitari, realizzato in collaborazione con l’Ambito Distrettuale 5.1 di Cervignano del Friuli, è denominato Punto Unico di Accesso (PUA). Esso rappresenta una nuova modalità organizzativa basata sulla cosiddetta "presa in carico", frutto del passaggio dal concetto del "curare" a quello del "pren- dersi cura" della persona nella complessi- tà e globalità dei bisogni, con un'attenzio- ne particolare anche alla famiglia e al con- testo di riferimento. Il PUA garantisce quattro funzioni principali: l’accoglienza, finalizzata a contrastare il disorientamen- to del cittadino tramite visibilità dell’ac- cesso e chiarezza della risposta assisten- ziale, ridurre l’asimmetria informativa tra il cittadino ed il sistema dei servizi, ridur- re i tempi di attesa nei percorsi sanitari ed amministrativi e promuovere l’emersione della domanda reale di salute; l’accesso, per facilitare l’incontro tra il cittadino con i suoi bisogni di salute e l’articolato siste- ma di offerta dei servizi; l’orientamento e la gestione della domanda, per promuovere il diritto dei cittadini ad accedere alla rete dei servizi sanitari e sociali secondo criteri equi e trasparenti; la regia finalizzata a migliorare l’integrazione sociosa- nitaria a livello sia gestionale sia professionale. Esso si configura come modello funzionale diffuso, piuttosto che semplice servizio di contatto per il cittadino (funzione di sportello). E’ costituito dai nodi della rete dei servizi sanitari e sociali presenti sul territorio collegati ad un punto centrale (uno per l’area del cervignanese ed uno per l’area del palmarino) che svolge una funzione di regia operativa e back office. I nodi della rete dei servizi sanitari e sociali presenti sul territo- rio sono: gli ambulatori degli infermieri di comunità, gli uffici delle assistenti sociali comunali, gli ambulatori dei medici di medicina generale e pediatri di libera scelta. I due punti centrali sono: I PUA centrali sono costituiti dall’infermiere coordinatore del servizio infermieristico domiciliare (SID), rispettivamente di Cervignano e di Palmanova, coadiuvati ciascuno da un infermiere per quota parte del suo orario di servizio, dall’assistente sociale dell’Ambito socio-sanitario 5.1 di Cervignano del Friuli e dal medico di distretto. La presenza costante dell’operatore dell’Ambito socio-sanitario rappresenta un valore aggiunto che assicura il collegamento siste- matico ed integrato con i servizi sociali. I PUA di Cervignano e Palmanova sono il riferimento privilegiato per le dimissioni dall’ospedale dei pazienti residenti nel territorio di competenza, ed assicurano il collegamento e coordina- mento dell'attività dei professionisti delle cure primarie (medico di medicina generale, pediatra di libera scelta, assi- stente sociale, infermiere di comunità ed eventualmente fisioterapista e/o altri operatori della rete formale delle cure). COME FUNZIONA Al PUA uno staff di operatori qualifi- cati ascolta e analizza i bisogni dell’uten- te e dei familiari, in particolare di perso- ne anziane e con disabilità, individua con loro il percorso terapeutico più adat- to e li accompagna in ogni fase. Gli ope- ratori PUA, appositamente formati, garantiscono l’accoglienza degli utenti e/o la raccolta delle segnalazioni provenienti da altri servizi, l’apertura di una cartella personale con informazioni mini- me, l’attivazione dei possibili interventi e l’individuazione del referente del percorso assistenziale. Nei casi in cui il problema risulta complesso interviene una équipe multidisciplinare: Unità di Valutazione Distrettuale (UVD) o Unità Multidisciplinare di Progetto (UMP). Ciascuna UVD/UMP è composta da un nucleo base, formato a sua volta da un medico di distretto, dall’infermiere di comunità, dall’operatore sociale territorialmente competenti e dal medico di medicina generale (o pediatra di libera scelta) del paziente. Questi si avvalgono inoltre dell'apporto di altre professionalità ritenute di volta in volta necessarie. Terminata la fase di analisi, l'UVD/UMP giornale base 10 05 bis.qxp 13/05/2010 9.49 Pagina 1

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Come ci si prende cura delle persone disabili

Il Distretto Est dell’Ass n. 5 “Bassa Friulana” partecipa, qualerappresentante della Regione Friuli Venezia Giulia, al progettonazionale “Individuazione ed implementazione di un sistema diaccesso unitario alla rete dei servizi sociosanitari integrati dellapersona con disabilità”. Al progetto aderiscono anche aziendesanitarie in rappresentanza delle Regioni Campania, Lazio,Toscana e Veneto. Il sistema unitario di accesso alla rete dei servi-zi sociali e sanitari, realizzato in collaborazione con l’AmbitoDistrettuale 5.1 di Cervignano del Friuli, è denominato PuntoUnico di Accesso (PUA). Esso rappresenta una nuova modalitàorganizzativa basata sulla cosiddetta"presa in carico", frutto del passaggio dalconcetto del "curare" a quello del "pren-dersi cura" della persona nella complessi-tà e globalità dei bisogni, con un'attenzio-ne particolare anche alla famiglia e al con-testo di riferimento. Il PUA garantiscequattro funzioni principali: l’accoglienza,finalizzata a contrastare il disorientamen-to del cittadino tramite visibilità dell’ac-cesso e chiarezza della risposta assisten-ziale, ridurre l’asimmetria informativa trail cittadino ed il sistema dei servizi, ridur-re i tempi di attesa nei percorsi sanitari edamministrativi e promuovere l’emersionedella domanda reale di salute; l’accesso,per facilitare l’incontro tra il cittadino coni suoi bisogni di salute e l’articolato siste-ma di offerta dei servizi; l’orientamento e lagestione della domanda, per promuovere il diritto dei cittadini adaccedere alla rete dei servizi sanitari e sociali secondo criteri equi etrasparenti; la regia finalizzata a migliorare l’integrazione sociosa-nitaria a livello sia gestionale sia professionale. Esso si configuracome modello funzionale diffuso, piuttosto che semplice serviziodi contatto per il cittadino (funzione di sportello). E’ costituito dainodi della rete dei servizi sanitari e sociali presenti sul territoriocollegati ad un punto centrale (uno per l’area del cervignanese eduno per l’area del palmarino) che svolge una funzione di regiaoperativa e back office.

I nodi della rete dei servizi sanitari e sociali presenti sul territo-rio sono: gli ambulatori degli infermieri di comunità, gli uffici delleassistenti sociali comunali, gli ambulatori dei medici di medicinagenerale e pediatri di libera scelta.

I due punti centrali sono:I PUA centrali sono costituiti dall’infermiere coordinatore del

servizio infermieristico domiciliare (SID), rispettivamente diCervignano e di Palmanova, coadiuvati ciascuno da un infermiereper quota parte del suo orario di servizio, dall’assistente socialedell’Ambito socio-sanitario 5.1 di Cervignano del Friuli e dalmedico di distretto.

La presenza costante dell’operatore dell’Ambito socio-sanitariorappresenta un valore aggiunto che assicura il collegamento siste-matico ed integrato con i servizi sociali.

I PUA di Cervignano e Palmanovasono il riferimento privilegiato per ledimissioni dall’ospedale dei pazientiresidenti nel territorio di competenza, edassicurano il collegamento e coordina-mento dell'attività dei professionistidelle cure primarie (medico di medicinagenerale, pediatra di libera scelta, assi-stente sociale, infermiere di comunità edeventualmente fisioterapista e/o altrioperatori della rete formale delle cure).

COME FUNZIONAAl PUA uno staff di operatori qualifi-

cati ascolta e analizza i bisogni dell’uten-te e dei familiari, in particolare di perso-ne anziane e con disabilità, individuacon loro il percorso terapeutico più adat-to e li accompagna in ogni fase. Gli ope-

ratori PUA, appositamente formati, garantiscono l’accoglienzadegli utenti e/o la raccolta delle segnalazioni provenienti da altriservizi, l’apertura di una cartella personale con informazioni mini-me, l’attivazione dei possibili interventi e l’individuazione delreferente del percorso assistenziale. Nei casi in cui il problemarisulta complesso interviene una équipe multidisciplinare: Unitàdi Valutazione Distrettuale (UVD) o Unità Multidisciplinare diProgetto (UMP).

Ciascuna UVD/UMP è composta da un nucleo base, formato asua volta da un medico di distretto, dall’infermiere di comunità,dall’operatore sociale territorialmente competenti e dal medico dimedicina generale (o pediatra di libera scelta) del paziente. Questisi avvalgono inoltre dell'apporto di altre professionalità ritenute divolta in volta necessarie. Terminata la fase di analisi, l'UVD/UMP

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sceglierà i servizi appropriati che decideranno il percorso terapeu-tico più idoneo, stabilito nel dettaglio e concordato con l’assistito econ la famiglia. Questo verrà poi comunicato a tutti i soggetti inte-ressati della rete sociosanitaria, che provvederanno all’erogazionedelle prestazioni previste.

Uno degli obiettivi del progetto nazionale è la predisposizione dilinee di indirizzo per la costituzione di un sistema informativofinalizzato a rilevare i dati relativi alla fase di accesso e in grado iinterfacciarsi con i sistemi informativi territoriali. A tal fine è stataavviata la sperimentazione di una scheda di accesso, concordata alivello nazionale dal gruppo di progetto, per la costruzione di unfascicolo personale informatizzato del soggetto con disabilità, chelo seguirà nel suo percorso attraverso i servizi che saranno di voltain volta attivati in relazione ai suoi bisogni. Tale sperimentazionesi concluderà a marzo 2011. La nostra società è caratterizzata dauna migliore aspettativa di vita, ma anche da un aumento delle“fragilità” e delle patologie a lungo termine, da nuclei e reti fami-liari a centralità capovolta anziani–giovani, da una crescita dellasolitudine dei “grandi anziani”, e ancora da cambiamenti dellamedicina e delle capacità tecnologiche che consentono una diver-sificazione dei luoghi e delle modalità di cura. Un contesto dove ibisogni con cui dobbiamo misurarci sono sempre più complessi.Negli anni, l’assistenza territoriale ha accumulato un vasto reper-torio di soluzioni assistenziali possibili. Il P.U.A. rappresenta unasoluzione concreta ed operativa alla frammentazione e dispersioneattuali delle risposte a bisogni assistenziali complessi. Il DistrettoEst si è mosso in questa direzione avviando quindi un percorso

impegnativo che dovrà affrontare diversi problemi aperti come, adesempio, la definizione di protocolli assistenziali e la semplifica-zione dei procedimenti amministrativi, una nuova gestione del-l’informazione e degli strumenti informatici sociali e sanitari, unanuova corresponsabilità tra le diverse istituzioni, a partire da unaprogrammazione condivisa e una modificazione dell’organizza-zione del lavoro, basata sull’integrazione. Tuttavia riteniamo chela strada maestra sia quella della chiara individuazione di unmodello orientato all’unicità del contatto tra servizi sanitari esociali e cittadino per la sua presa in carico, al di là dei luoghi neiquali si articolerà la risposta e delle modalità attraverso le qualisarà garantita, in concreto, la tutela dei suoi bisogni assistenziali.

Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito internet aziendale www.ass5.sanita.fvg.it al link PUA.

Paola Menazzi - Luciano Pletti Distretto Est

Mamme e solidarietàIn questi ultimi anni la ricerca è

molto attiva sul potenziale terapeu-tico delle cellule staminali. In unprossimo futuro potranno essereimpiegate per la ricostruzione delmidollo spinale, per malattie dege-nerative del Sistema Nervoso(Alzheimer, Parkinson, S.L.A.),malattie muscolo-scheletriche,malattie infiammatorie di naturasistemica, malattie degenerativedella retina, cornea e apparato uditi-vo, per la ricostruzione del tessutocardiaco danneggiato da un infarto.Esistono diverse fonti di cellule sta-minali: embrionali, fetali, da cordo-ne ombelicale e adulte, ognuna con caratteristiche proprie e condiverse possibili applicazioni. Nel caso delle cellule staminaliemopoietiche da cordone ombelicale, queste danno origine a cel-lule del sangue quali piastrine, globuli bianchi, globuli rossi, manon a cellule di altri tessuti, e sono quindi utilizzabili per la curadelle malattie del sangue (leucemie, malattie metaboliche, talas-semie).

Ci sono due tipi di donazione del sangue di cordone:• A scopo di trapianto allogenico: cioè per un ricevente diver-

so dal donatore. Questo è quello in uso in Italia ed è un atto spon-taneo, gratuito ed anonimo di altruismo e di solidarietà verso ipazienti in attesa di trapianto.

• Per uso autologo: per un eventuale utilizzo esclusivo da partedello stesso donatore.

In Italia questa donazione viene effettuata solo nel caso in cuiesiste un razionale scientifico alla raccolta e al futuro trapianto(es. la mamma che ha un bambino affetto da leucemia, dona ilsangue del bambino che ha in grembo per una eventuale compa-tibilità con il fratellino).

In questo caso la raccolta sarà dedicata esclusivamente a quellafamiglia.

Nel caso in cui una mamma volesseconservare il sangue in assenza di bam-bini malati, dovrà rivolgersi a bancheestere per la conservazione.

COME SI EFFETTUA IL PRELIEVOIl prelievo avviene subito dopo il

parto, sia taglio cesareo che naturale,quando il cordone è stato reciso e ilbambino è stato affidato alla mamma oal pediatra. Mentre la placenta è ancorain sede, si collega sterilmente il cordonecon una sacca speciale senza procurarealcun fastidio alla mamma.

La quantità necessaria, che non deveessere inferiore a 80 ml. viene successi-

vamente conservata in frigo ed entro 48 ore fatta pervenire allaBanca del Sangue Cordone di Padova dove verrà congelata,custodita e resa disponibile in caso di necessità.

CHI PUO’ DONARELa donazione è libera ed anonima. Possono donare tutte le par-

torienti che godono di buona salute.

COME SI DIVENTA DONATRICIPrima del parto: le future mamme vengono informate e sensi-

bilizzate con colloqui informativi sostenuti dal personale medicoed ostetrico. Successivamente vengono sottoposte alla compila-zione di un’anamnesi famigliare e personale per rilasciare l’do-neità alla donazione.

Durante il parto: il prelievo del sangue dal cordone avviene, intutti i casi in cui si è sicuri di raccoglierne la quantità necessaria.Si inviano a Padova anche delle provette per esami sierologicidella madre.

Dopo il parto: per le raccolte che sono state classificate idonee,dopo 6 mesi viene richiesta alla madre un certificato di buonasalute del bambino e la ripetizione di un prelievo venoso per gliesami sierologici allo scopo di validare definitivamente il cam-

sede PUA di Cervignano del Friulic/o Distretto Sanitario Via Trieste, 75 – 3° pianotelefono: 0431/387737-38-09 e-mail: [email protected]

sede PUA di Palmanovac/o il Distretto Sanitario Via Molin, 21telefono: 0432/921484-951 e-mail: [email protected]

Le ostetriche dell’Ospedale di Palmanova

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pione prelevato. Dopo tali procedure il sangue potrà essere utiliz-zato sia in Italia che all’Estero.

In questi ultimi mesi le ostetriche sono coinvolte nell’azione diinformazione, preparazione e attività di counselling alle coppiedurante i percorsi di accompagnamento alla nascita e hannoriscontrato una sempre maggiore sensibilità e aumentata richie-sta nel donare il Sangue Cordonale. Questo ci permette di consta-tare che si sta rafforzando, nelle coppie interpellate, il desideriodi diventare protagoniste di un’azione fondata sulla solidarietà esul bene comune.

Dal mese di luglio 2009 nel reparto di Ostetricia dell’Ospedaledi Palmanova è iniziata la raccolta del Sangue Cordonale.

Questo avviene anche in tutti gli altri 11 Punti Nascita dellaRegione, grazie ad un forte coinvolgimento della Regione auto-noma Friuli Venezia Giulia, Direzione Centrale Salute eProtezione Sociale e con la collaborazione dell’ADISCOAssociazione Donatrici Italiane Cordone Ombellicale(http://www.adisco.it/dovetrovarci_reg.html).

Il trasporto dei campioni del Sangue Cordonale, provenienti datutti i punti nascita, sono affidati ad una speciale squadra divolontari organizzati dalla protezione civile regionale che li con-segna alla Banca del Sangue di Cordone di Padova. Questa“Banca” è la struttura di riferimento dove il Sangue verrà custo-dito secondo i più severi standar nazionali ed internazionali equindi distribuito.

Con questo articolo si vuole informare tutto il personale medi-co ed infermieristico sull’esistenza di tale procedura nella struttu-ra di Ostetricia e Ginecologia con l’intenzione di ottenere la colla-borazione alla sensibilizzazione delle future mamme.

Tutte le gestanti che desiderano avere maggiori informazioni ariguardo, possono rivolgersi all’ostetrica del reparto, la qualesarà ampiamente disponibile ad esaudire tutti i loro quesiti.

Silvia Zardo - Ostetricia - Ginecologia di Palmanova

I farmaci che vanno a bersaglio

La sopravvivenza globale dei pazienti con patologie neoplasti-che è in miglioramento. Tale dato è ormai dimostrato da decinedi analisi statistico-sanitarie ed è più evidente per alcune patolo-gie (neoplasie mammarie, intestinali, ematologiche) dove lasopravvivenza a 5 anni è aumentata anche del 30-40% rispetto a10 anni fa, con un numero sem-pre maggiore di pazienti lungosopravviventi, alcuni dei qualisi possono considerare “guari-ti”.

Tale risultato è il prodotto didiversi fattori, come la preven-zione primaria (campagne anti-fumo) e secondaria (i program-mi di screening, che hanno con-tribuito a ridurre drasticamentela mortalità per alcune patolo-gie, per esempio i tumori dellacervice uterina), l’approcciomultidisciplinare alla patologiaoncologica, il miglior uso divecchi farmaci, associato all’in-troduzione nella pratica clinicaquotidiana di molecole tera-peutiche di nuova concezione, icosiddetti farmaci a bersagliomolecolare o farmaci biologici.

Il principio su cui queste ultime si basano è apparentementesemplice: una volta trovato il meccanismo con cui la cellulatumorale cresce e si divide, un farmaco rivolto in maniera speci-fica e selettiva verso questo meccanismo dovrebbe ostacolare lacrescita di quel tumore, senza interferire con le cellule sane circo-stanti.

Questo è un po’ quello che accade con un piccolo problema: iltumore ha centinaia di sistemi di controllo, attivati da geni orecettori, che sottintendono al suo processo vitale, e quasi tuttiquesti sistemi si scambiano informazioni e meccanismi di difesa(escape), quindi bloccare una sola via in questi casi può non esse-re sufficiente per controllare l’intero processo proliferativo. Ma avolte si è più fortunati, e dunque i meccanismi da controllaresono pochi, delle volte uno solo, e bloccarli significa impedire allacellula tumorale di crescere. E’ quello che è successo nella leuce-mia mieloide cronica la cui storia naturale è letteralmente cam-biata (oggi guarisce circa il 70-80% dei pazienti) grazie ad un far-

maco orale l’Imatinib, ma anche nei linfomi, con il Rituximab, neitumori della mammella con il Trastuzumab, nei tumori del renecon il Sunitinib, l’uso di questi farmaci ha cambiato gli standarddi terapia oncologica. Oggi abbiamo a disposizione molecole pervarie neoplasie e molte altre verranno immesse in commercio a

breve, con una previsione dicrescita esponenziale comeben evidenziato dalla FIG 1.

L’obiettivo che si cercheràdi raggiungere sarà quello diselezionare adeguatamente ipazienti in modo da offrire talicure solo a chi ha più probabi-lità di trarne beneficio evitan-do di sottoporre a trattamentiinutili e potenzialmente tossicia chi ha minori chance dirisposta, oltretutto con note-vole risparmio di risorse. Lamaggior parte di questi farma-ci saranno inoltre assunti pervia orale, il che determinerà lanecessità di riorganizzare l’at-tività riferita alle terapie onco-logiche, che sempre di piùdalla somministrazione endo-

venosa in ambiente ospedaliero passeranno alla distribuzione egestione domiciliare.

Per questo nella nostra Azienda si sta progettando l’avvio di unambulatorio oncologico dedicato alle terapie orali, con l’obietti-vo non solo di valutare clinicamente il paziente e la sua idoneitàal trattamento, ma anche quello di educarlo e informarlo sullacorretta assunzione delle terapie, di sensibilizzare adeguatamen-te familiari e personale del territorio, di monitorare l’adesionealla cura e la sua tollerabilità tramite anche contatti telefonici adomicilio.

Concludendo abbiamo oggi a disposizione nuove armi nellabattaglia contro il cancro; i primi risultati sono confortanti e ilfuturo ci riserverà sicuramente nuovi traguardi.

Aldo Iop - Oncologia

FIG. 1

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Così si ripensa la disabilitàseconda parte

In tema di metodo Nell’ASS 5 l’EMT di Latisana è stata laStruttura Operativa che per prima ha attivato e completato lacompilazione dei profili ICF. Se intraprendere qualcosa di nuovoè di per sé complesso, abbiamo avuto l’onere aggiuntivo di rice-vere indicazioni attuative che si modificavano in corso d’opera,ad esempio i protocolli informatizzati, disponibili solo da marzo,sono diversi sia dalManuale ICF sia dalla ver-sione cartacea. Un altroaspetto che ha richiestotempo ed attenzioneriguarda il modo di affron-tare la struttura dello stru-mento. In genere si puòprocedere in una compila-zione partendo dai dettagliper poi comporre il quadrod’insieme, oppure si puòagire all’inverso. Abbiamomosso i primi passi dalparticolare al generale, mapoi ci siamo resi conto cheè più conveniente definire subito quali sono i fattori ambientali ingioco, dato che sono trasversali alle diverse sezioni di ICF. Talemodalità ci ha consentito una compilazione più agevole conminor dispendio di tempo, ed è stata esportata alle Strutture ope-rative che hanno iniziato il lavoro in tempi successivi.Trattandosi di minori per i quali occorre il consenso dai legalirappresentanti, abbiamo effettuato preliminarmente un colloquiodedicato ai genitori. Nella fase seguente, a consenso acquisito,abbiamo riorganizzato i dati già disponibili su ciascun soggetto,aggiornando quelli critici ma datati e infine abbiamo raccolto leinformazioni mancanti. Anche se abbiamo acquisito una padro-nanza sempre maggiore, imparando a contenere i tempi di lavo-ro, la stesura dei profili resta una procedura complessa che non sipuò affrontare in modo superficiale. L’EMT ove possibile operaattraverso la sintesi multidisciplinare che rappresenta la rispostapiù adeguata alle necessità dei ragazzi. Anche per la compilazio-ne dei profili ICF abbiamo agito assieme al fine di confezionarlinella forma più adeguata possibile, quindi per ogni soggettovenivano coinvolti da due a quattro professionisti, con un tempominimo di 5 ore per ciascun operatore per ciascun caso. L’unicaeccezione è costituita dal primo profilo, che è stato stilato dall’in-tera equipe EMT con il supporto del personale dell’Agenzia

Regionale della Sanità e dei referenti aziendali del progetto, con5 incontri in plenaria (ia cui vanno aggiunti i tempi di compila-zione del fascicolo): questo protocollo viene impiegato come casodidattico dall’ARS.

Last but not least Se tentiamo di tirare le somme, possiamoaffermare con soddisfazione di aver completato un lavoro nuovo,

difficile e complesso inmodo adeguato, orga-nizzando modalitàoperative spendibili erispettando rigorosa-mente la tempisticaprevista, con consegnadei dodici profili al30.06.2009.

Il quesito di fondoperò è ancora penden-te: è possibile, è utile, èproficuo ragionare distato funzionale, didisabilità e di handicapin età evolutiva senza

aver chiaro esattamente di che cosa e di chi ci stiamo occupando?Gli interventi sanitari per l’età evolutiva necessitano di risorsestrutturali ed economiche, e soprattutto di adeguate dotazioni dipersonale con competenze specifiche approfondite – in questocampo è principalmente il personale che fa il servizio - perché iminori sono, in un certo senso, le nostre “cedole assicurative” delfuturo. Bambini e bambine, ragazzi e adolescenti meritano un’at-tenta e realistica considerazione che renda ragione, dove possibi-le, del loro periodo di vita, anche riconoscendo onestamente chepermangono zone d’ombra.

Per ovvi motivi questo è un tema molto presente agli operatoridell’EMT che hanno il mandato di gestire le situazioni patologi-che allo scopo di ridare loro senso ed ordine, nei limiti del possi-bile, giorno per giorno, sfidando la complessità delle situazioni.

Le altre strutture aziendali hanno mandati diversi ma esistonoambiti operativi che si sovrappongono per alcuni aspetti, e chesarebbe bene condividere per coltivare un terreno comune: eccouno dei prossimi passi per mettere a frutto il lavoro svolto.

Loretta Lena - EMT Distretto Ovest

IN & OUT IN & OUT IN & OUT IN & OUT IN & OUT IN & OUT IN & OUT IN & OUT IN & OUT

Un arrivederci e grazie a:• Armando Chittaro, Fantino Rinaldo, Giuliana Mestrone

(P.O. Palmanova);

• Walter Esposito, Paola Sanfratello (P.O. Latisana);

• Paolo Tubaro (Dipartimento di Prevenzione).

Un saluto di benvenuto a:

• Cristina Barazzutti (Direzione Generale)

• Consuela Buffon, Antimo Di Crosta, , Francesca Spanedda,Ivona Kulesza, Marlenka Zerial, , Raffaella Ganis, CardiaEnrico, Maria Cardone (P.O. Latisana);

• Maria Destro, Pinos Rita (P.O. Palmanova);

• Marjan Marcocic Cronberg, Sabina Buttus, Cinzia Braini(Distretto Ovest);

• Silvia Tamigi (Distretto Est).

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Corsi in programma nel mese di giugno

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Alice e i suoi compagni di viaggio

Alice non si divertiva…Alice non si divertiva, incontrava ogni giorno i suoi compagni di

viaggio, da parecchio tempo ormai…Compagni di viaggio insistenti, fastidiosi; che lanciavano messaggi

indecifrabili a volte, aggressivi a volte.Alice era buona, ma questi suoi compagni di viaggio la riportavano

sempre in un mondo antico, passato e doloroso.Milano era lontana nel tempo. La segreteria, i colleghi, il fidanzato che

erano stati presenti, vicini, affettuosi erano già svaniti, eppure ritorna-vano nei pensieri di Alice, tornavano. Eppoi il papà ciabattino. Il papà,anche lui con un dolore nascosto, che cercava di nascondere questo suodolore, bevendo. E la bottiglia, gli schiamazzi, le grida in casa non favo-rivano la vita, ancora di più confondevano le tensioni e non c’era nulladi chiaro, di comprensibile, di affrontabile serenamente.

Eppoi la mamma, sempre più apprensiva, che si era immaginataun’altra vita, non più ricca (aveva veramente sposato per amore il cia-battino), ma almeno più felice.

Eppoi il fratello, sbrigativo, pratico, che cercava di fuggire al doloreproprio tramite il suo pragmatismo, il suo fare affaccendato e la sua ulti-ma fuga da casa.

Aveva indossato l’elmetto per difendersi dai suoi compagni di viaggioe poi erano arrivati…c’era molta gente, due dottori, qualche infermiere,i vicini guardavano dalle finestre e c’era anche l’ambulanza.

Alice inveiva, chiedeva di essere lasciata in pace, chiedeva cosa voles-

sero, perché fossero lì nella sua casa, chiedeva se avessero un mandato diperquisizione. E c’erano i carabinieri.

Allora doveva essere successo veramente qualcosa di grave, ma lei chec’entrava?

L’ avevano stesa con la forza e le praticavano delle iniezioni, ma per-ché? Perché volevano portarla in psichiatria? L’elmetto lo aveva indos-sato solo per difendersi. Da quel momento non era più rientrata a casa.I servizi le avevano messo a disposizione la nuova casa, bella, accoglien-te, dove Alice viveva con i suoi fantasmi. Dove la mamma la visitava,dove gli operatori la curavano, accudivano, amavano. Dove la bottigliaera ancora un linimento al dolore, ma era sufficientemente controllata.

Alice continuava a non divertirsi, ma con lei c’erano Roberto, Piero,Mario, Maria…

La vita continuava a non essere facile ed era ancora popolata dai suoicompagni di viaggio. Non c’erano più le violenze, la cattiveria e c’erapiù solidarietà ed attenzione.

Alice non si divertiva ancora, ma quegli strani uomini che lacuravano non erano più i suoi cattivi fantasmi ma gli operatoricordiali e straordinariamente dotati del servizio di salute men-tale dell’ASS 5.

Per un ricordo stupito e grato Marco Bertoli già Direttore del DSM

Vittorio: Regaveliante, positivo, amichevole. Una personaREGAVELIANTE perché molto solare e colorata (parola tratta daltitolo di una regata velica), sorriso onnipresente e soprattutto posi-tivo perché nel suo operare ha intravisto sempre il “cuore” e ladisponibilità.

Alessandra: Ambizioso, buono, distratto. C’eravamo tanto amati.

Sara: Stratificato, generoso, sognatore. Noi siamo fatti della stes-sa sostanza materiale di cui sono fatti i sogni, e la nostra breve vitaè ruotante nel sonno. da La Tempesta di William Shakespaere.

Laura: Buono, goloso, pulito. Oggi mi sento triste per aver persoun capo che stimo e nel quale ho fiducia. Nello stesso tempo peròmi sento serena perché ciò che da lui ho imparato mi guideràcomunque, tanto nella mia vita professionale quanto in quella personale.

Osvaldo: Mitico, grande, unico.

Rosi: Bello come il sole, pacioso, gioioso.Sono contenta per lui.Sono strafelice per la sua carriera.

Antonella: Faro nella tempesta. Rifugio dove trovare confortoPositività e speranza, sempre!

Angeka T.: Magnificente magnanimo Estimatore di utopie possi-bili. Indubitabile presenza inconfutabile…che fu Colui che premiapunendo e punisce premiando.

Greta: Capace, divertente, generoso. Lavorare con lui è uno spet-tacolo continuo.

Maurizio A.: Ecumenico, irresponsabile, poetico. Disarmanteper la propria calcolata ingenuità.

Andrea T.: Ma come fa a dosare con così lungimiranza implica-zioni coraggiose, fiducia nel delegare e confini, da etica dettati?Manolo: Vai così che vai alla grande.Daniele: Parla poco per dire tanto, ma non l’ho mai visto alCeghedaccio. È una buona forchetta,ovunque tu lo metta.Roberta T.: L’ho conosciuto in occasione di una cena. Io giudicole persone da come stanno davanti al piatto: chi, come lui, mettequesta passione davanti al cibo, sicuramente vive anche la vitacon altrettanta passione.Francesco C.: L’elefante e la farfalla (e la stazza non c’entra nien-te).Angela B.: Allegro, presente, splendido. Avrei voluto conoscerladi più, lei è stato una sicurezza, presente nei problemi sia perso-nali che professionali, stabilendo un rapporto umano. Grazie.Patrizia e Patrizia: Zuzzurellone, Babbonatale, Farfallino.

Luisa B.: Per me lei è una persona molto sensibile come moltopochi dottori hanno. Lei è troppo buono di cuore, si prende piùcura degli altri che di se stesso. Infine si guardi bene la salute per-ché è un bene prezioso. È solo un consiglio di cuore. Un cordialesaluto e un sereno avvenire a lei e alla sua famiglia.

Roberta R.: Altruista, generoso, sempre molto disponibile.Il capo che tutti vorrebbero avere.

Cesare: Un caro ricordo con tanto affetto.

Miriam F.: Equilibrato, essenziale, ironico.Resta un ricordo, cioèniente.Non lo puoi toccare, non lo puoi vedere, eppure è talmen-te grande che non lo puoi dimenticare.

Il Giornalino: Devo a te il mio nome... e non solo.

Dicono di lui ...

Salutiamo il dottor Bertoli, che ci lascia un frammento di vita in comune…

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“Colui il quale voglia far bene il medico deve far attenzione allestagioni, ai venti e ai cambiamenti del tempo…”

Così scriveva Ippocrate di Coo quasi 2500 anni orsono nel“Corpus Ippocraticum”. Anche i nostri avi solevano dire che “di

sicuro cambia iltempo” quando aveva-no un dolore al ginoc-chio, ad una ferita o aduna articolazione…oquando le personeerano più nervose delsolito. Si sapeva pureche a seconda dei cam-biamenti del tempoatmosferico (freddo,umido, gran caldo,afa…) potevano peg-giorare mal di cuore,l’asma, le bronchiti cro-niche, i disturbi circola-tori e mentali.

Pareva una incoeren-za scientifica, invece algiorno d’oggi in molteuniversità si studiacome i cambiamenti cli-matici possono influen-zare il nostro organi-smo, specialmente il

sistema immunocorticotropo, e la biometeorologia è quindi unascienza interdisciplinare che studia le interazioni fra il tempoatmosferico, l’ambiente climatico e l’uomo, per poter prevenire oindividuare all’inizio il malessere collegato al cambiamento deltempo. Per meteoropatia invece si intende la sindrome legata allecondizioni del tempo atmosferico. Le meteoropatie si dividono inprimitive, quando il clima causi disturbi di per sé, e secondarie,quando invece il tempo peggiori patologie preesistenti. Diverso èil caso della meteoropatia “psicologica” senza altre cause: ci sonopersone che quando piove, fa brutto tempo oppure nevica trova-no un interesse alternativo come rimanere a casa a leggere unbuon libro, ascoltare musica, stare in buona compagnia, dedicar-si ad un bel passatempo….e ci sono invece persone che nello stes-so caso cadono in depressione: la pioggia li intristisce, il vento liinnervosisce, se è nuvolo si infastidiscono… Le meteoropatiesono in aumento negli ultimi 50 anni, e si stima che al giornod’oggi un 20-30% della popolazione lamenti disturbi in conse-guenza delle variazioni atmosferiche. Si sono individuati diversifattori causali che spesso si intrecciano: non siamo più tanto capa-ci di adattarci al clima, viviamo meno tempo all’aperto, usiamosempre riscaldamento o condizionatore e non siamo abituati alcaldo e al freddo, dobbiamo stare sempre bene, ed inoltre negliultimi anni sono aumentate le patologie croniche e le malattie col-legate all’ansia.

L’etiologia quindi sembra essere multifattoriale: l’aumento del-l’ormone adenocorticotropo, la diminuzione delle endorfine, unaumento della serotonina, una alterazione del sistema di termo-regolazione ipotalamico.

Silla Stel - Dipartimento di Prevenzione

I mâi daûr dal timp”Chel che al vûl fâ ben il miedi al scugne tignî cont des stagjons,

dai aiars e dai gambiaments dal timp…”. Cussì al scriveve Ipocrat di Kos cuasi 2.500 agns indaûr tal

“Corpus Ipocraticum”.Ancje i nestris vons nus disevin che “al àsigûr di cambiâ iltimp” par vie che urdulive un zenoli, untai, une comissure… ocuant che la int e jereplui gnervose dal solit.Si saveve ancje chedaûr di come che al ereil timp (frêt, umit, cjal-donon, scjafoiaç….) apodevin lâ in piês imalans che un al veveza intor, come il mâl dicûr, la asme, lis bron-chitis cronichis, idisturps circolatoris, idisturps mentâi…

Someave une incoe-rence sientifiche, inve-zit in dì di vuê in tantisuniversitâts a studiinpropite in ce mût che ilclime al pues influençâil nestri organisim,massime il nestri sisteme imunocorticotrop, e la biometeorologjiee je duncje une sience interdissiplinâr che e studie lis interazionsjenfri il timp atmosferic, l’ambient climatic e l’om par podê pri-vignî o cjapâ sul imprin il malstâ leât ai gambiaments dal timp.

Par meteoropatie invezit o intindìn une sindrome che e va daûrde condizions dal timp atmosferic. O podìn spartî lis meteoropa-tiis in dôs cualitâts, a seconde che il clime al causioni mâl stâ parso cont (meteoropatie primitive) o che invezit al fasi lâ in piêsmalatiis che a jerin za di prin (meteoropatie secondarie).

Diferente e je ancjemò la meteoropatie “psicologjiche” cencealtris causis: e je int che cuant che plûf, al è brut timp o nevee ecjate un interès alternatîf come stâ a cjase a lei un libri, scoltâmusiche, meti adun une companie legre, un biel passetimp… edi chê altre bande e je invezit int che tal stes câs e cole te depres-sion: la ploie ju avilis, l’aiar ur fâs vignî gnervôs, i nûi ur danfastidi…..

Lis meteoropatiis a son in cressite di 50 agns in ca, si stime chein dì di vuê un 20-30% de popolazion e vedi distups in conse-guence des variazions des cundizions atmosferichis.

Lis causis a son difarentis e si imberdein une cun che altre: nosin plui bogns di adatâsi al clime, o stin mancul timp difûr talaiar, o doprìn tant riscjaldament e condizionadôrs e cussì no sinusâts ai cjalts e frêts, o scugnìn stâ simpri ben, e cun di plui taiultins agns a son cressudis lis patologjiis cronichis e lis malatiisleadis a la ansie. La etiologjie come che o vin dite nus mostre pluidi une cause: la incressite dal ormon adenocorticotrop, la diminu-zion des endorfinis, un aument de serotonine, une alterazion dalsisteme di termoregolazion ipotalamic.

timp e cûr al fâs ce c’al vûl al tempo e al cuore non si comandaLa detule / Il proverbio

(prime part)

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Redazione Redazione Redazione Redazione Redazione Redazione Redazione Redazione

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A.S.S.ieme per 5 minuti

Periodico Bimestrale dell’Azienda per i

Servizi Sanitari n. 5 -”Bassa Friulana”

Anno IV - Numero 24Maggio/Giugno 2010

Reg. presso il trib. di Udinen. 29/06 del 28.06.2006

Direttore responsabile Daniela Gross

Questo giornale éstampato su carta riciclata

RedazioneTiziana BonardiMelania Fichera

Antonietta GuerraMarco Luigiano

Meri MarinChiara Obit

Paola VirgolinContatti

Tel. 0432-921444Fax. 0432-921500

E-mail: [email protected]

Posta interna : Redazione giornale c/o Ufficio Relazioni con il Pubblico

Impaginazione e GraficaMarco Luigiano

LoghiDenis Battaglia

StampaGRAFICHE FILACORDAviale Palmanova, 464/28

33100 Udine - Italytel. +39 0432 522 276

http://www.grafichefilacorda.it/

A questo numero hanno collaborato:

Marco BertoliAldo Iop

Loretta LenaMoira Marangoni

Rita Maricchio Paola MenazziLuciano Pletti

Silla StelSilvia Zardo

La fiera delle sanitàDifendiamo il Servizio Sanitario Nazionale, possibilmente pro-

vando a risolvere i suoi difetti che non sono pochi. E’ questo ilmessaggio che Daniela Minerva, giornalista dell’Espresso, spe-cializzata nei temi riguardanti medicina e sanità, lancia dallepagine del suo libro, La fiera delle Sanità, nelle librerie da marzodel 2009 (Bur Rizzoli, 370 pagine, 12,50 euro, riccaappendice documentale curata da Claudio Cirillo).Un libro, destinato al grande pubblico, che costituisceanche un prezioso memorandum anche per “gliaddetti ai lavori” , dove vengono rivelati dettagli divicende che non tutti conoscono o rammentano. IlSSN “è un organismo: migliaia di persone, luoghi,storie, sofferenze, impegni e sconfitte. Che deve fun-zionare come una macchina, perfetta, senza sbavatu-re (…). Il reparto, l’ospedale, le strutture di accoglien-za post-ospedaliere i presidi di base devono incrociar-si come automi. Ma automi non sono: sono fatti dapersone in carne ed ossa e trattano persone in carneed ossa (…). Ignorare che questa è la materia di cuistiamo parlando ci porterebbe totalmente fuori stra-da”.

In questo modo l’autrice intraprende il suo viaggio nella SanitàItaliana dopo essersi ben documentata. La lettura del libro puòlasciare l’amaro in bocca. Troppe le truffe, troppi i reati commes-si sulla pelle delle persone. L’autrice, fin dall’inizio, ci esorta aprendere coscienza, come cittadini, di come stanno le cose perché

la conoscenza dei problemi, per quando dolorosa è l’unica via chepuò portare ad una soluzione. Nel nostro paese abbiamo un siste-ma sanitario che, per molti versi, è superiore a quello di moltealtre realtà internazionali. Un bene prezioso che può e deve esse-re salvato.

Quarta di copertina“L’inferno del Policlinico di Roma. La furbizia cru-

dele della Santa Rita di Milano. Le lottizzazioni inCampania. L’ignavia delle università, da Padova aBari. La ferocia delle mafie in Sicilia e Calabria. Esoprattutto l’arroganza della politica. Ma anche eccel-lenze scientifiche e tanta buona medicina. Perché lasanità in Italia è un mosaico di identità e valori, chemolti considerano in vendita. Ma il diritto alla cura èun bene prezioso che lo Stato deve assicurare. È perquesto che il nostro Servizio sanitario nazionale vadifeso con i denti dai tarli che lo rodono dall’interno: igiochi di potere, il baronato universitario, le leggi chelasciano spazio ai furbi. Galassie di piccolezze umanee interessi privati, di abusi e clientelismi. E montagnedi soldi. Dalle corsie degli ospedali, dalle stanze della

politica, dalle finestre del Vaticano, Daniela Minerva conduceun’inchiesta serrata tra le mille contraddizioni d’Italia, uno stra-no Paese in bilico tra il degrado assoluto e l’avanguardia. Allaricerca di uno sviluppo sostenibile.”

Rita Maricchio

NOTIZIE POSITIVE DALLA S.O.C. DI CARDIOLOGIA DI PALMANOVA

E' con soddisfazione che la Dr. Maria Grazia Baldin, assieme atutto il personale della S.O.C, di Cardiologia di Palmanova, acco-glie la notizia del conferimento di un attestato di merito alla suaUnità Operativa, per l'attività di ricerca anno 2009 nell’ambitodello scompenso cardiaco da parte dei responsabili dei centri diricerca ANMCO (Associazione Nazionale Medici CardiologiOspedalieri).

Questo riconoscimento riguarda lo studio IN-HF outcome, stu-dio osservazionale che ha interessato 64 centri in Italia, con untotale di 5645 pazienti, con durata di follow-up di 1 anno.

La S.O.C di Cardiologia di Palmanova ha riportato la migliorevalutazione per l'ambito dello scompenso cardiaco (8.8/10) equesto è sicuramente il frutto della professionalità e del costanteimpegno da parte degli operatori coinvolti: Roberto Cesanelli,Roberto Gortan, Vincenzo Busiello e Gabriella Gobbo coadiuvatadalla sottoscritta.

Concludendo ci auguriamo che l'attività continui proficua e chequesto riconoscimento funga da sprone a continuare in questadirezione.

Moira Marangoni - Cardiologia

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