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a cura diDaniele Sanguineti e Gianluca Zanelli

testi diDaniele Sanguineti

Antonio Silvestri Gianluca Zanelli

Storia e restauro

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Sommario

RedazioneDaniele Sanguineti con la collaborazione di Matteo Moretti

Impaginazione e grafica del volumeSagep Editori, GenovaDirezione editoriale: Alessandro AvanzinoGrafica: Barbara Ottonello

StampaGrafiche G7 Sas, Savignone (Genova)

RestauriLaboratorio di Restauro Antonio Silvestri, GenovaDirettore dei lavori: Gianluca Zanelli

Con il sostegno diCompagnia di San Paolo

Referenze fotograficheAlbenga, Ufficio Beni Culturali Ecclesiastici della Curia vescovile di AlbengaGenova, Archivio Silvestri RestauriGenova, Archivio fotografico Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici della LiguriaGenova, Archivio fotografico laboratorio di restauro Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici della Liguria (Daria Vinco)Genova, Ufficio Beni Culturali Ecclesiastici dell’Arcidiocesi di GenovaArchivio Valentina FioreArchivio Daniele Sanguineti

RingraziamentiIl primo ringraziamento va alla Compagnia San Paolo che, con immediatezza, ha inteso l’importanza del recupero del gruppo processionale del Poggio e della settecentesca cassa mariana sostenendone generosamente il restauro.Un sentito ringraziamento all’Ufficio Diocesano Beni Culturali Ecclesiastici della Curia Arcivescovile di Genova e in particolare a Grazia Di Natale. Un grazie particolare a Ernesto Roncallo, Priore dell’Arciconfraternita Mortis et Orationis di Sestri Ponente, per la costante attenzione dimostrata nei confronti dell’iniziativa. Si ringrazia inoltre a vario titolo: Paolo Arduino, Giacomo Baldaro, Massimo Bartoletti, Rosaria Cigliano, Francesca Contini, Laura Fornara, Fausta Franchini Guelfi, Matteo Moretti, Alma Oleari, Mons. Andrea Parodi, Mariolina Rella, Antonio Silvestri, Daria Vinco, Giovanni Ziglioli.

L’Editore è a disposizione degli eventuali detentori di diritti che non sia stato possibile rintracciare.

La DecoLLazione DeL Battista

Di Marco antonio Poggio

Storia e restauro

a cura di Daniele Sanguineti e Gianluca Zanelli

© 2013 Sagep Editoriwww.sagep.itISBN 978-88-6373-233-7

In copertinaMarco Antonio Poggio, Decollazione del Battista, Genova Sestri Ponente, oratorio Mortis et Orationis, particolare.

Presentazioni 04Andrea MuzziGrazia Di NataleErnesto Roncallo

Brevi cenni (e qualche spunto) 08per il patrimonio artistico dell’ArciconfraternitaMortis et Orationis di Sestri Ponente Gianluca Zanelli

La Decollazione del Battista di Marco Antonio Poggio: 18il teatro barocco a GenovaDaniele Sanguineti

Il restauro: metodologia e intervento 54Antonio Silvestri

La Madonna del Rosario di Francesco Ravaschio 68Daniele Sanguineti

Bibliografia 74

Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici della Liguria

Ministero per i Beni e le Attività CulturAli

Arcidiocesi di GenovaUfficio Beni Culturali Ecclesiastici

Oratorio ArciconfraternitaMortis et Orationis

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Presentazioni

La pubblicazione del restauro della Decolla-zione del Battista di Marco Antonio Poggio avviene in un periodo in cui sono stati

presentati altri recuperi seguiti dalla Soprinten-denza per i Beni Storici e Artistici ed Etnoan-tropologici della Liguria: alludo al restauro delle opere di Santa Maria della Castagna e a quella del Santuario del Belvedere. La soddisfazione di poter rivedere di nuovo, e in condizioni di rin-novata leggibilità, nelle sedi in cui erano conser-vate queste opere significative dell’arte nella no-stra regione, si aggiunge al fatto positivo che il risultato è stato raggiunto grazie ad un impegno condiviso. Rivolgo il mio pensiero in particola-re a coloro che sono preposti alla cura di questo imponente complesso scultoreo, segnatamente Ernesto Roncallo, Priore dell’Arciconfraternita Mortis et Orationis di Sestri Ponente, Grazia Di Natale dell’Ufficio Diocesano Beni Culturali Ecclesiastici della Curia Arcivescovile di Geno-

va, Gianluca Zanelli, lo storico dell’arte della Soprintendenza che, studiando con passione, ha seguito il restauro affidato alla cura del Labo-ratorio di Antonio Silvestri. Ancora una volta la Compagnia di San Paolo è stata di indispen-sabile sostegno alla iniziativa dimostrando una lungimirante sensibilità per la vita delle opere d’arte, sensibilità che deve essere rimarcata con forza in questa fase storica in cui, pur vivendo in un contesto reso unico proprio dalla diffusione delle testimonianze storiche e artistiche, siamo invece costretti a registrare preoccupanti segna-li di segno opposto. Avviciniamoci dunque alla complessa e spettacolare Decollazione del Battista di Sestri Ponente, un’opera che ritorna alla go-dibilità e all’arricchimento spirituale di tutti noi.

Andrea MuzziSoprintendente per i Beni Storici, Artistici

ed Etnoantropologici della Liguria

Le due casse processionali appartenenti all’Arciconfraternita Mortis et Orationis di Sestri Ponente sono state protagoni-

ste, in questi ultimi anni, di un laborioso re-stauro condotto sotto l’Alta Sorveglianza della Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici della Liguria, diretto dal dottor Gianluca Zanelli, ed eseguito dal labo-ratorio di Nino Silvestri. Come ogni bene cu-stodito all’interno degli oratori, le casse proces-sionali sono il segno della profonda devozione dei Confratelli verso i Santi e la Vergine, docu-menti di convergenza spirituale per gli abitanti del luogo, e occasione per gli artisti di esempli-ficare abili ed erudite capacità tecniche.In particolare, San Giovanni Battista, patrono della città di Genova, rappresenta, per i fedeli dell’Arcidiocesi, il Santo che non scese a com-promessi e che perseguì la verità e la rettitudine fino a giungere al martirio. La presenza di in-numerevoli opere d’arte, presenti nel territorio dell’Arcidiocesi, dedicate al Precursore pone in rilievo quanto la devozione fosse sentita e come i fedeli ricercassero la protezione del Santo con l’aiuto di immagini suggestive, particolar-mente evocative della sua vicenda terrena. La cassa lignea di Marco Antonio Poggio, portata in processione dai Confratelli, toccava profon-damente la sensibilità dei fedeli e mostrava con

orgoglio l’importanza delle attività svolte dalla Confraternita, sodalizio di uomini che si oc-cupavano delle pratiche pietose collegate alla dipartita dei meno fortunati. Anche la statua della Madonna del Rosario, attribuita a Francesco Ravaschio, testimonia la necessità di manife-stare, durante le processioni, il legame secolare che i fedeli sestresi avevano verso la Vergine, in-vocata protettrice dall’alto del monte Gazzo su tutto il territorio sottostante. I saggi di Daniele Sanguineti e di Gianluca Zanelli, che seguono in questo contributo, permettono di ripercorre con chiarezza, attraverso le indagini storiche e artistiche, questa sentita devozione dei sestresi, manifestata con opere d’arte di altissimo pregio. Un restauro, dunque, che sottolinea quanto sia fruttuoso oggi lavorare in comunione di intenti tra gli Enti preposti alla tutela e alla valorizza-zione: fondamentale è stato, ancora una volta, l’apporto della Compagnia di San Paolo al fine di salvaguardare la memoria di chi ci ha pre-ceduto, nel desiderio preciso di lasciare a chi seguirà, la testimonianza non solo delle opere d’arte, ma anche e soprattutto i segni di fede che con queste sono intrecciate.

Grazia Di Nataleprodirettore Ufficio Beni Culturali Ecclesiastici

Arcidiocesi di Genova

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Il programma per il restauro delle due casse processionali dell’Arciconfraternita Mortis et Orationis, la Madonna del Rosario e, in

particolare, la Decollazione del Battista, opera in-signe di Marco Antonio Poggio, risale all’inizio del 2000 grazie alla volontà del defunto priore Mario Parodi. Tale programma è stato in segui-to condotto dal nuovo consiglio con l’appoggio e l’incoraggiamento dell’Ufficio Beni Culturali Ecclesiastici e della Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici della Li-guria. Si è provveduto a richiedere vari progetti a ditte altamente specializzate e, infine, il restau-ro è stato affidato dalla Confraternita al labora-torio di Antonio Silvestri di Genova.Queste casse processionali, e in particolare quel-la della Decollazione – per i sestresi “Miodin-a” –, sono molto care alla popolazione e motivo di or-goglio per il loro valore storico e artistico.

Quando, nel 1620, venne aperta al culto la par-rocchia di Santa Maria Assunta, la stessa con-tava già tremila anime, mentre la chiesa ma-trice di San Giovanni Battista ne annoverava solo mille. Con la nuova parrocchia si ritenne di costituire un’associazione confraternale, e nel 1634, a seguito del decreto dell’arcivescovo di Genova, monsignor Domenico De Marini, prese avvio l’edificazione del nostro oratorio, accanto alla parrocchia, ultimato nel 1639. L’Arciconfraternita Mortis et Orationis aveva lo scopo di seppellire i morti dopo aver suffraga-to le anime mediante il funerale e infine pren-dersi cura dei superstiti in difficoltà. Varcando la soglia dell’oratorio si osserva, sulla volta, lo stemma dell’Arciconfraternita; degni di nota sono gli affreschi del presbiterio, realizzati da Giovanni Battista Revello, mentre la tela del coro, tradizionalmente attribuita al sestrese

Antonio Travi, detto il “Sordo di Sestri”, mette in scena l’Imposizione del nome del Battista. Nel 1749 si aggiunsero i due altari laterali dedica-ti alle Anime del Purgatorio e a Santa Maria Maddalena. Le due arche processionali raffigu-ranti la Decollazione e la Madonna del Rosario si ascrivono al periodo d’oro delle scultura sacra del genovesato. Sono inoltre preziosi i due Cro-cifissi: il Nero, realizzato per emulare il Cristo dell’oratorio delle Fucine, il Bianco, opera rife-rita ad Anton Maria Maragliano e che secondo la tradizione giunse a Sestri dalla casaccia ge-novese di Santa Brigida e per ciò chiamato “Il Brigidone di Sestri”. Ma negli studi contenuti in questo volume, a firma di Gianluca Zanelli e Daniele Sanguineti, vengono per la prima vol-ta proposte più pertinenti attribuzioni.Il nostro oratorio, restaurato nel 1967 insieme all’attiguo edificio, è testimonianza dell’attacca-

mento che i sestresi hanno per questa importante realtà, mantenuta aperta tutti i giorni, e dove si espone il Santissimo Sacramento e si celebrano alcune funzioni in forza di bolle papali come quel-la di Paolo V del 1600 e di Clemente X del 1671.Sembra doveroso, dunque, rivolgere un sentito ringraziamento alla Compagnia di San Pao-lo che ha sostenuto il restauro delle due casse processionali, alla Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici della Liguria e all’Ufficio Beni Culturali della Curia Arcivescovile di Genova, che hanno seguito i lavori, e a monsignor Andrea Parodi, parroco della Basilica Santa Maria Assunta e nostro as-sistente, nonché a tutti i confratelli e le conso-relle che ci hanno sostenuto in questa impresa.

Ernesto RoncalloPriore dell’Arciconfraternita Mortis et Orationis

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Scheda di restauro

La diagnosticaLa complessità del gruppo processionale1, per la quantità di figure e per le dinamiche costrut-tive, e lo stato di degrado già riscontrabile da una prima e superficiale analisi hanno impo-sto una diagnostica utile per tracciare le sin-gole fasi dell’intervento. In particolare è stata condotta un’indagine radiografica al fine di raccogliere informazioni sulla tecnica esecuti-va, sui materiali costitutivi di alcune figure e sull’assemblaggio delle parti: si sono analizzati, a questo proposito, il Battista, il soldato baffuto e l’anziana ancella. A parte l’individuazione di improprie chiodature sulla schiena del prota-gonista (applicate successivamente per reggere l’aureola), le sculture risultano scolpite, dal ba-samento alla testa, in un unico tronco di legno stagionato, comprendente anche parte degli arti, eccetto le porzioni più sporgenti (fig. 53).L’esame di alcuni campioni tramite stereomi-croscopio e microscopio ottico, al fine di indi-viduare le essenze lignee, ha rivelato l’utilizzo di pioppo per alcune figure (il Battista, Salomè, i tre soldati, il carcerato) e per la struttura (l’ar-chitettura e il basamento a finto marmo), men-tre altre figure (il boia, il paggio moro, il paggio bianco, l’anziana ancella, il cane, l’angelo con la veste rosa) sono state scolpite utilizzando legno di tiglio. Un solo campione, relativo al basamento di supporto, ha rivelato l’impiego di conifera (abete bianco)2.L’analisi dendrocronologica, al fine di ottene-re informazioni sulla datazione del legno, ha

fornito come risultato più attendibile (95,4% su 68,2 probability) il seguente scarto tempora-le: 1460AD-1650AD (cfr. il saggio di Daniele Sanguineti)3.Infine le analisi stratigrafiche effettuate su sei campioni della policromia, prelevati dalle fi-gure di Salomè e, soprattutto, dell’anziana an-cella, hanno fornito le seguenti indicazioni: la preparazione pittorica è a base di gesso, previa stesura di un materiale di finitura e protezione tra legno e gessatura, composto da una mescola di bolo e biacca con legante a tempera grassa (probabilmente uovo). Tra i pigmenti utilizzati sono emersi l’azzurrite, la terra verde e il cina-bro mescolati a biacca per le vesti, oltre all’im-pego di lacca non per velature superficiali, ma in forma di granuli con l’aggiunta sempre di biacca, per il conferimento di una brillantezza maggiore alla materia. In superficie la patina di finitura ha rivelato la presenza di olio di lino con tracce di carbonato di calcio e gesso4.Le decorazioni dorate a rilievo delle vesti sono state realizzate con spessi strati di gesso, im-piegando la tecnica a pastiglia e la successi-va incisione (anche a bulino) della superficie gessosa.

Il restauro: metodologia e interventoAntonio Silvestri

Il degradoLa pellicola pittorica di tutte le figure presenta-va ampi sollevamenti “a scodella”, con relative cadute, e, nel contempo, un diffuso ed evidente annerimento dovuto a una tenace stratificazio-ne di nerofumo, particellato atmosferico, alte-razione di patinature non pertinenti e colature di consolidamenti eseguiti in diversi momenti con adesivi anche impropri, come colle vini-liche (fig. 54). La superficie pittorica di alcu-ne sculture, in particolare i protagonisti della gloria angelica, presentava lacune più gravi, riguardanti soprattutto le stesure di colore (e non tanto la preparazione gessosa), causate dalla pioggia e da una prolungata permanenza in ambiente umido con effetti di dilavamento.La struttura lignea sia dei personaggi che dell’architettura era fortemente indebolita da

reiterati attacchi di insetti xilofagi. Inoltre si potevano chiaramente osservare rotture e lacu-ne sparse nel modellato, come, per esempio, le porzioni mancanti di alcuni lembi delle vesti, la rottura scomposta delle zampe posteriori del cane e dello zoccolo della zampa posteriore si-nistra dell’agnello, il maldestro incollaggio, in seguito a un distacco, dell’arto destro del boia, all’altezza della spalla, alcune dita rotte o man-canti e ali sbeccate.

L’intervento conservativo strutturaleNon si poteva dunque rimandare ulteriormente la sospensione del progressivo deterioramento del legno e della pellicola pittorica. Si è pro-ceduto con il consolidamento dei sollevamenti di materia, la disinfestazione, il risanamento strutturale per garantire un nuovo equilibrio

Nella pagina a fronte:53. Radiografia del busto anteriore del Battista che mo-stra l’utilizzo di un tronco pieno intagliato lungo la fibra. I chiodi, non pertinenti, furono applicati sulla schiena per sostenere l’aureola in lamina d’argento.

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Antonio Silvestri Scheda di restauro

con l’uso, ripetuto, di Metiletilchetone, alter-nato, su alcune zone, all’uso di Citrosolv per rimuovere ulteriori strati intermedi cerosi. Al-tri depositi intermedi di sporco organico sono stati rimossi con solvente acquoso TEA 20%. Sulle stesure sottostanti (vernici pigmentate e ritocchi alterati) è stato utilizzato il gel (50% DMSO) rimosso con 50% White Spirit e 50% Etile Acetato. Restavano in molte zone ritoc-chi più antichi e resistenti, sui quali è stato usa-to il gel con Alcol Benzilico, rimosso con 50% White Spirit e 50% Alcol Isopropilico: tuttavia alcune riprese pittoriche dal tono grigio e del-lo sporco raggrumato, in prossimità delle vesti decorate di alcuni personaggi, risultavano in-

statico alle figure. Gli strati pittorici si presen-tavano come un guscio distaccato dal supporto (fig. 55), il quale si era ridotto di volume a se-guito di un’asciugatura repentina preceduta da una lunga esposizione a forte umidità. Per tale motivo è stato necessario assicurare pronta-mente con velinature gran parte delle superfici pericolanti, prima del trasporto del gruppo in laboratorio. Al progressivo smontaggio ha fatto seguito la disinfestazione del legno, sigillando per un periodo di circa cinque settimane le va-rie figure e porzioni in apposite camere stagne, all’interno delle quali sono stati monitorati i valori dell’azoto e quelli dell’umidità relativa (60%-70%) per consentire al legno di recupe-rare il volume originario. Conseguentemente è stato possibile eseguire il consolidamento del colore, fissato al supporto con iniezioni di colla animale e successivamente con l’ausilio del termocauterio. Ultimata questa fase, che ha riguardato circa la metà delle superfici, è stato necessario rimuovere e ripristinare anche le parti consolidate in precedenti interventi di manutenzione, fermate in modo improprio con eccessiva colla vinilica. Inoltre le strutture li-gnee sono state ulteriormente consolidate con iniezioni di Permetrina in essenza di petrolio e ripetute impregnazioni di Regalrez. Le lacune, in particolare alcuni lembi delle vesti, il dito indice della mano destra del giovane con cap-pello, alcune porzioni delle ali dei due arcange-li, sono state risarcite, mentre è stato effettuato lo smontaggio e l’incollaggio corretto dell’arto del boia e delle zampe degli animali.

La pulituraLa pulitura della superficie pittorica è stata ef-fettuata in modo graduale e selettivo mediante test di solubilità. Dopo aver eliminato, con tam-ponature di Citrosolv, gli strati superficiali di cera presenti su tutte le superfici delle sculture, si è proceduto con la rimozione dei più tenaci strati disturbanti. Su molte sculture era inoltre presente una spessa pellicola di vernice di tipo sintetico, disomogenea e pigmentata, asportata 54. Il retro del Battista prima del restauro con la pellicola pittorica annerita, sollevata e lacunosa.

55. Particolare della pellicola pittorica distaccata, lacune con supporto ligneo a vista e fori di sfarfallamento.

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Antonio Silvestri Scheda di restauro

parazione (cfr. La diagnostica), interrompevano l’integrità di lettura – più di quanto fosse visi-bile, ovviamente, nella fase iniziale alla rimo-zione dell’annerimento –, si è deciso, con il di-rettore dei lavori, Gianluca Zanelli, di risarcire tutte le lacune, anche quelle più estese, con la stuccatura e, successivamente, la reintegrazio-ne pittorica. La prima operazione è stata ese-guita con gesso di Bologna e colla di coniglio, con livellamento alla superficie piana, anche in prossimità di lacune coincidenti con decori a pastiglia o in rilievo (fig. 58).

L’integrazioneLe cattive condizioni delle superfici, pittori-che o dorate, hanno reso la reintegrazione par-ticolarmente difficoltosa. Il cospicuo danno generato dalle cadute di colore è stato risarci-to ad acquerello sulle zone dorate e sulle vesti

globate nel colore, quindi non è stato possibile rimuoverle totalmente, ma solo alleggerirle. La superficie pittorica originaria, in tal modo recuperata, risulta caratterizzata da pennellate di colore a tempera piuttosto corpose, sebbe-ne giunte a noi ampiamente compromesse da incauti e precedenti interventi di pulitura, che hanno provocato l’impoverimento tonale della materia pittorica e il tentativo di risarcirla con ridipinture dalla tonalità grigiastra. A conclu-sione della pulitura è stato steso a pennello uno strato protettivo di vernice (figg. 56-57).

La stuccaturaIn seguito al sorprendente risultato ottenuto con la pulitura e dopo aver constatato che gran parte delle lacune, caratterizzate da un tono scuro a causa dell’impregnante steso sul legno prima della stesura degli strati originali di pre-

57. Fase della pulitura della pellicola pittorica (tassello a risparmio sulla schiena dell’agnello che mostra lo stato precedente all’intervento).

56. Fase della pulitura della pellicola pittorica (tassello a risparmio sulla porzione di destra della schiena del Battista che mostra lo stato precedente all’intervento).

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Le basi: degrado e interventoLe basi del gruppo processionale erano ricoper-te da grossolane ridipinture ed erano struttu-ralmente degradate: la pedana a scalini su cui è fissata la scultura del Battista, in particolare, presentava la sconnessione e il parziale distac-co del tavolato, con chiodi allentati o divelti nel punto del suo ancoraggio lungo i bordi, anch’essi molto degradati dai tarli con profon-de spaccature e dissesti e con mancanze di por-zioni di legno. La piattaforma di supporto, seb-bene ben costruita e con legni più pregiati, mo-strava un degrado causato da una tenace rosura degli insetti xilofagi: la fascia laterale mostrava

policrome, mentre le zone degli incarnati e quelle delle vesti – dove insistevano, sebbene alleggerite, le vecchie ridipinture –, sono state rifinite con velature di colore a vernice, per conferire trasparenza. L’integrazione eseguita risulta facilmente riconoscibile, soprattutto sulle parti con i decori in oro, dove l’effetto della foglia d’oro e del rilievo è stato restitui-to per mezzo dell’acquerello, riproducendo in piano il decoro e ottenendo un buon risultato di continuità con le parti originali (fig. 59). La verniciatura finale protettiva Mastice stesa in più mani per nebulizzazione ha concluso il restauro.

Nella pagina a fronte:58. Stuccatura estesa delle lacune di pellicola pittorica per fornire un supporto alla fase dell’integrazione pittorica (Soldato alabardiere).

59. Integrazione, chiaramente individuabile, di un decoro a rilievo dorato sul gallone della manica (Fantesca).

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colla forte. La base è stata ulteriormente rinfor-zata agli angoli, al centro e lungo il perimetro con traverse di legno, incollate e inchiodate sotto la pedana, per garantire la buona tenu-ta delle sculture sopra fissate e la loro stabilità durante la movimentazione del gruppo. La pu-litura della spessa stratificazione disomogenea di materiale scuro, molto resistente, presente su tutta la superficie della pedana, è risultata mol-to difficoltosa, ed è stata effettuata ammorbi-dendola con ripetute applicazioni di gel (100% DMSO), a seconda delle zone, e asportandola strato dopo strato con l’ausilio del bisturi. Il ri-sultato finale è stato soddisfacente, perché in tal modo è stato possibile recuperare la cromia originale a finto marmo, pur se in molte zone abrasa e lacunosa. La reintegrazione pittorica, eseguita con basi a tempera e rifiniture con co-lori a vernice, ha ricucito tutte le lacune.

numerosi fori di sfarfallamento e fitte gallerie di scavo. Il tavolato di superficie era più in ordi-ne e ben solido, fatta eccezione per un innesto di raccordo delle tavole centrali che aveva un dissesto. Gli angoli modanati, più esterni e sog-getti a incidenti durante le movimentazioni, risultavano i più danneggiati, con sconnessio-ni, lacune dei profili di rifinitura, e scollamenti nell’impiallacciatura in noce ebanizzato.Inizialmente si è praticato lo smontaggio del ta-volato alla base, cui ha fatto seguito il consoli-damento del legno con ripetute impregnazioni di Regalez sulle porzioni più degradate. Le parti mancanti sulla fascia del perimetro sono state risarcite con innesti lignei sagomati e con la-stronatura di noce, poi ebanizzata. Il tavolato di base ha richiesto l’inserimento di listelli linea-ri per colmare gli spazi tra una tavola e l’altra, quindi il loro ancoraggio al bordo utilizzando

61. Carnefice: esploso simulato con l’individuazione del bloc-co addizionato per l’avambraccio steso.

62. Carcerato: esploso simulato con l’individuazione del bloc-co addizionato per il fianco sinistro, dalla spalla alla gamba.

60. San Giovanni Battista: esploso simulato con l’individuazione di blocchi addizionati (gamba piegata in esterno, avambracci, dita).

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re intonate; le mancanze più estese sono state ricostruite con Araldite e rifinite sempre con gessature intonate; le gallerie e tutti i fori di sfarfallamento procurate dagli insetti sono stati prima chiusi con una pasta a base di legno in polvere e colla, quindi con gessature intonate. La reintegrazione pittorica delle lacune è sta-ta eseguita con aniline ad alcol. La superficie è stata infine lucidata e protetta con strati di cere miste.

Il montaggioLa fase del montaggio delle varie parti scolpi-te ha richiesto un ulteriore lavoro di revisione degli ancoraggi in metallo, ripristinando le mo-dalità, volute dallo scultore, con cui le figure sono assicurate all’architettura, per garantire loro maggiore elasticità e resistenza durante le movimentazioni. Ogni figura, infatti, è im-

La verniciatura Mastice stesa in più mani per nebulizzazione ha protetto la pellicola pittorica.La superficie lignea della grande piattaforma era ricoperta da strati di vernici nere, dall’a-spetto catramoso, così spesse da essere refratta-rie ai normali saggi di pulitura: è stato pertanto necessario ammorbidire la superficie con una fonte di calore e asportare in modo meccanico con lame gli strati sovrapposti. Ultimata questa fase, la superficie aveva recuperato il livello ne-cessario per constatare la sua sua essenza (noce ebanizzato) e l’entità del degrado del legno (reiterata rosura da xilofagi). Il consolidamen-to è stato effettuato con ripetute infiltrazioni di Regalrez. Il risanamento della struttura lignea ha previsto l’inserimento di listelli di legno sa-gomati per compensare le parti mancanti delle cornici lungo i bordi. Le lacune di piccola e media entità sono state risarcite con stuccatu-63. Soldato reggifiaccola: esploso simulato con l’individuazione dei blocchi addizionati per gli avambracci.

64. San Giovanni Battista: particolare del volto con le palpebre modellate in stucco per trattenere gli occhi vitrei.

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Antonio Silvestri Scheda di restauro

riscontrano nelle seguenti figure: 1) Battista (gamba piegata in esterno, avam-bracci, dita; fig. 60) 2) carnefice (avambraccio steso, intero braccio che impugna la spada; fig. 61)3) carcerato (fianco sinistro dalla spalla alla gamba alzata e piegata; fig. 62). 4) aiutante del carnefice con cappello rosso (avambraccio destro)5) Salomè (avambraccio destro)6) soldato reggifiaccola (avambracci; fig. 63)Per gli occhi in vetro si è osservata una tec-nica consueta, ossia la collocazione, nell’orbita scavata, di calotte sferiche in vetro soffiato, di-pinte nel verso e assicurate dalle palpebre mo-dellate in stucco (fig. 64)6.La quinta architettonica, che suggerisce l’am-bientazione delle carceri e nel contempo reg-ge la gloria angelica, contiene al suo interno una struttura di ferro, sostenuta, all’altezza del primo gradino della pedana, da due mensole, per poi attraversare entrambe le basi ed uscire dal tavolato di fondo, dove è bloccata con un cuneo metallico. Verso l’alto si biforca e, ripie-gandosi leggermente, confluisce nelle nuvole, per sostenerle ed offrire un’“anima” interna agli angeli (fig. 65).

1. Legno scolpito e dipinto. Basamento: cm 290 x 200 (piatta-forma), cm 213 x 110 (base gradinata). Altezze: cm 273 (quinta architettonica e gloria), cm 90 (Battista), cm 135 (carnefice), cm 79 (carcerato), cm 92 (paggio moro), cm 102 (secondo car-nefice seduto), cm 135 (soldato alabardiere), cm 102 (soldato seduto reggifiaccola), cm 138 (Salomè), cm 130 (fantesca), cm 64 (fanciullo con croce astile). 2. Le analisi sono state effettuate da Raffaella Bruzzone presso il Laboratorio di Palinologia e Archeobotanica del Polo Bota-nico del Dipartimento di Scienze della Terra, dell’Ambiente e della Vita dell’Università degli Studi di Genova.3. Le analisi sono state eseguite dal Dipartimento di Ingegneria dell’Innovazione (Centro di Datazione e Diagnostica) dell’U-niversità del Salento.4. Le analisi sono state condotte da Angelita Mairani di Arte-materia. Indagini diagnostiche e servizi per l’arte.5. Silvestri 2012, pp. 458-461. In generale per le tecniche di assemblaggio dei blocchi: Fidanza 2011, pp. 199-210 (con bi-bliografia precedente).6. Mazzoni 2011a, pp. 211-220; Mazzoni 2011b, pp. 77-88.

perniata in modo tale da creare uno spazio di ondeggiamento atto a non danneggiarla, sug-gerito e consentito dai piedi lievemente distan-ziati dalla pedana. Il rimontaggio di tutte le parti scolpite sulla piattaforma di base ha preso avvio dalla pedana a doppio gradino su cui è innestata, nella parte posteriore, l’alzata archi-tettonica (fig. 65). Questa parte, come tutte le figure, sono state riposizionate calandole con un argano, procedendo dalla gloria angelica per proseguire con tutti i restanti personaggi fino al lato breve anteriore, ossia terminando con la collocazione del Battista. Sono stati riposizio-nati gli accessori: l’aureola, in lamina d’argento (priva di punzone), e la spada in ferro del car-nefice, la cui impugnatura si apre per consen-tire l’inserimento nella mano, chiusa a pugno, del personaggio.Dopo il rimontaggio è stato effettuato il rileva-mento del peso dalla cassa: 288 chilogrammi.

La tecnica esecutivaIl restauro ha consentito, grazie alla diagnostica e all’osservazione diretta nel corso dello smon-taggio, la costatazione di una prassi scultorea di altissimo livello. Intanto l’utilizzo di essenze lignee caratterizzate da una lunga stagionatura ha conferito, già negli intenti dell’artefice, sta-bilità e garanzia nei confronti di fessurazioni e drastici movimenti della materia. Si constata poi una modalità di ricavare la singola figura da un unico tronco pieno, intagliandolo per leva-re la materia e far emergere il personaggio, con modalità simili alla scultura in marmo. Tutto ciò in relazione a una prassi esecutiva piuttosto coerente (come si suppone, giacché lo studio dei sistemi costruttivi non è molto avanzato per la produzione in legno genovese) con le botteghe di primo Seicento attive a Genova, contrariamente a quanto accadrà più tardi, per esempio, con Anton Maria Maragliano, per il quale le addizioni di più blocchi, per gli agget-ti o per gli incastri tra le figure, divenne una modalità esecutiva assai più praticata5. Poggio limitò al massimo l’addizione di blocchi che si 65. Ricostruzione virtuale della struttura portante in ferro inglobata nella quinta architettonica.