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La gestione dell’anziano ricoverato Giorgio Sesti Università “Magna Graecia” di Catanzaro

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Il Prof Giorgio Sesti dichiara di aver ricevuto negli ultimi due anni compensi o

finanziamenti dalle seguenti Aziende Farmaceutiche e/o Diagnostiche:

Novo Nordisk, MSD, Boehringer Ingelheim, Lilly, Janssen, Astra Zeneca, Theras

Lifetech, Abbott e Novartis per attività di Relatore ad eventi.

Servier, Mylan, Novo Nordisk, Boehringer Ingelheim, Lilly, Astra Zeneca, MSD

Italy, Sanofi, Pfizer e Abbott per attività di Consulenza.

Potenziali conflitti di interesse

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Ricoveri ordinari negli anziani

Diabete

Sogg

etti

con

alm

eno

una

ospe

daliz

zazi

one

nell’

anno

(%

)

No diabete

Degenza media11,2 giorni

Degenza media10,7 giorni

Numero medio di ricoveri nei

ricoverati1.5

Numero medio di ricoveri nei

ricoverati1.7

Tassi per mille327

Tassi per mille211

Spesa mediapro-capite/anno

€ 866

Spesa mediapro-capite/anno

€ 1385

Osservatorio ARNO Diabete CINECA-SID - 2015

13,5

19,5

0

5

10

15

20

25

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Outline1. Clinical presentation.

2. In-patient hyperglycemia and adverse outcomes.

3. In-patient hypoglycemia.

4. Glycemic targets in hospitalized patients: moderate versus tight glycemic control?

5. Management of hyperglycemia in noncritical care settings.

6. Management of hyperglycemia in critical care settings.

7. Noninsulin therapies.

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Classificazione dell’iperglicemia in ospedale

• Diabete noto (Known diabetes)diabete mellito noto preesistente al ricovero.

• Diabete non conosciuto (New Diabetes)diabete mellito di prima diagnosi durante la degenza e confermato dopo la dimissione.

• Iperglicemia correlata alla degenza o iperglicemia da stress (Stress hypeglycemia):

si tratta di persone non note come diabetiche, con un’iperglicemia comparsa per la prima volta durante il ricovero e regredita alla dimissione.

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Iperglicemia da stress e iperglicemia associata a diabete

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Distribuzione della glicemia all’ingresso in ospedale

12%

26%62%

Normoglicemia

Iperglicemia di nuovainsorgenza

Diabete noto

Modificata da Umpierrez GE, et al. J Clin Endocrinol Metab 87:978-982, 2002

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Outline1. Clinical presentation.

2. In-patient hyperglycemia and adverse outcomes.

3. In-patient hypoglycemia.

4. Glycemic targets in hospitalized patients: moderate versus tight glycemic control?

5. Management of hyperglycemia in noncritical care settings.

6. Management of hyperglycemia in critical care settings.

7. Noninsulin therapies.

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Falciglia M. et al. Crit Care Med 37(12): 3001–3009, 2009

Mortality risk from hyperglycemia in medical, surgical, and cardiac ICUs is greater in patients without a diagnosis of diabetesRetrospective cohort study that included 250,040 admissions from medical, surgical, and cardiac

intensive care units, of whom 66% of patients were >60 years of age

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Association between mean blood glucose and in-hospital mortality

Unadjusted association

Multivariable-adjusted association(Reference: Mean BG 100 to <110)

Kosiborod M et al. Circulation 117: 1018-1027, 2008

Mor

talit

y ra

teO

dds

ratio

(O

R)No diabetesAll patientsDiabetes

0.8

0.6

0.4

0.2

0

1

5

10

15

20

Mean Blood Glucose (mg/dL)

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Outline1. Clinical presentation.

2. In-patient hyperglycemia and adverse outcomes.

3. In-patient hypoglycemia.

4. Glycemic targets in hospitalized patients: moderate versus tight glycemic control?

5. Management of hyperglycemia in noncritical care settings.

6. Management of hyperglycemia in critical care settings.

7. Noninsulin therapies.

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U-Shaped relationship of blood glucose with adverse outcomes at 30 days in subjects with STEMI: a pooled analysis of 4224 patients

Pinto DS et al. J Am Coll Cardiol 46:178–180, 2005

10,5

4,2 4,8 4,8

6,2

7,2

0

2

4

6

8

10

12P<0.001

<81 mg/dl

81-99mg/dl

100-125mg/dl

126-150mg/dl

151-199mg/dl

>199mg/dl

Dea

th o

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curr

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0-da

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Inpa

tient

mor

talit

y

Turchin A et al. Diabetes Care 32:1153–1157, 2009

Hypoglycemia and clinical outcomes in 2582 patients with diabetes hospitalized in the general ward

2,96

0,82

0

1

2

3

427,80

14,10

0

5

10

15

20

25

30

1 hypoglycemicepisode No hypos 1 hypoglycemic

episode No hyposM

orta

lity

1 ye

ar a

fter

dis

char

ge

In-patient mortality Mortality 1 year after discharge

P =0.0013

P <0.0001

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1. Zammitt NN and Frier BM. Diabetes Care 2005;28:2948–2961; 2. Based on data derived from Matyka et al. Diabetes Care 1997;20:135–141

Symptoms

Four choicereaction time

Reaction time

Symptoms

Younger men(3.6mmol/L;

65 mg/dl)

Older men(3.0mmol/L;

54 mg/dl)

Younger men(2.6mmol/L;

47 mg/dl)

4.0

3.5

3.0

2.5

2.0

Arte

rial

ised

bloo

d gl

ucos

e (m

mol

/L)

Separation between

awareness of symptoms and

cognitive dysfunction– may have sufficient

warning to self treat

Almost concurrent

awareness of symptoms and

cognitive dysfunction– may not

have achance to self treat

As blood glucose values decrease…

With less advance warning of cognitive impairment when blood glucose falls, older patients may be more prone to severe hypoglycemia with sulfonylureas and insulin use

Thresholds for hypoglycaemia awareness in elderly and young

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Mechanisms by which hypoglycemia may affect cardiovascular events

Desouza C V et al. Diabetes Care 33:1389-1394, 2010

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Outline1. Clinical presentation.

2. In-patient hyperglycemia and adverse outcomes.

3. In-patient hypoglycemia.

4. Glycemic targets in hospitalized patients: moderate versus tight glycemic control?

5. Management of hyperglycemia in noncritical care settings.

6. Management of hyperglycemia in critical care settings.

7. Noninsulin therapies.

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AMD-SID - Standard italiani per la cura del diabete mellito 2016Cura del diabete in ospedale

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Van den Berghe G et al. N Engl J Med 354:449-61, 2006

HR: 0.94 (0.84–1.06); P=0.31

Intensive insulin therapy in the medical ICU

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N Engl J Med 360:1283-97, 2009

HR: 1.11; 95% CI 1.01 to 1.23

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Cardiac surgery patients with hyperglycemia were randomized to intensive (100–140 mg/dL) or conservative (141–180 mg/dL) glucose targets.

The primary outcome was differences in a composite of hospital complications, including mortality, woundinfection, pneumonia, bacteremia, respiratory failure, acute kidney injury, and MACE.

Randomized controlled trial of intensive versus conservative glucose control in patients undergoing coronary artery bypass graft surgery: GLUCOCABG Trial

Umpierrez G et al. Diabetes Care 38:1665–1672, 2015

Intensive glucose target

Conservative glucose target

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Kansagara D et al. Ann Intern Med 154:268-282, 2011

Short-term mortality in studies of intensive insulin therapy

Short-term mortality includes death occurring within 28 days during the ICU or hospital stay

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Kansagara D et al. Ann Intern Med 154:268-282, 2011

Short-term mortality in studies of intensive insulin therapy

Short-term mortality includes death occurring within 28 days during the ICU or hospital stay

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Kansagara D et al. Ann Intern Med 154:268-282, 2011

Risk for hypoglycemia (<40 mg/dL) in studies of intensive insulin therapy in various inpatient settings

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Outline1. Clinical presentation.

2. In-patient hyperglycemia and adverse outcomes.

3. In-patient hypoglycemia.

4. Glycemic targets in hospitalized patients: moderate versus tight glycemic control?

5. Management of hyperglycemia in noncritical care settings.

6. Management of hyperglycemia in critical care settings.

7. Noninsulin therapies.

8. Hyperosmolar Hyperglycemic State.

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AMD-SID - Standard italiani per la cura del diabete mellito 2016Cura del diabete in ospedale

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Lo schema di terapia insulinica raccomandato è quello basal-bolus perchépiù di ogni altro mima la secrezione insulinica fisiologica.

Del fabbisogno insulinico giornaliero calcolato somministrarne:

- il 40-50% come basale;

- il restante 50-60% come boli prandiali suddivisi in parti uguali ai 3

pasti principali (o il 20-40-40% rispettivamente a colazione, pranzo e cena).

Se l’introito nutrizionale viene interrotto o marcatamente ridotto la quotainsulinica prandiale/nutrizionale deve essere ridotta in modoproporzionale.

L’uso di insuline premiscelate non è consigliabile data la poca flessibilitànel dosaggio delle stesse.

Ripartizione del fabbisogno insulinico nell’arco della giornata

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Umpierrez GE et al. Diabetes Care 34:256–261, 2011

Randomized study of basal-bolus insulin therapy vs. sliding scale regular insulin four times daily in the inpatient management of patients with T2DM undergoing general

surgery (RABBIT 2 Surgery)

SSI group (●) Basal-bolus regimen (○)

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Umpierrez GE et al. Diabetes Care 34:256–261, 2011

Randomized study of basal-bolus insulin therapy vs. sliding scale regular insulin four times daily in the inpatient management of patients with T2DM undergoing general

surgery (RABBIT 2 Surgery)

Composite hospital complications and outcomes composite hospital complications

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Umpierrez GE et al. Diabetes Care 36:2169–2174, 2013

Randomized study comparing a basal-bolus with a basal plus correction insulin regimen for the hospital management of medical and surgical

patients with T2DM

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Umpierrez GE et al. Diabetes Care 36:2169–2174, 2013

Randomized study comparing a basal-bolus with a basal plus correction insulin regimen for the hospital management of medical and surgical patients with T2DM

P=0.04 vs. SSI

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Outline1. Clinical presentation.

2. In-patient hyperglycemia and adverse outcomes.

3. In-patient hypoglycemia.

4. Glycemic targets in hospitalized patients: moderate versus tight glycemic control?

5. Management of hyperglycemia in noncritical care settings.

6. Management of hyperglycemia in critical care settings.

7. Noninsulin therapies.

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AMD-SID - Standard italiani per la cura del diabete mellito 2016Cura del diabete in ospedale

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Protocollo di infusione di insulina di Yale modificato

1. Infusione di insulina: miscelare 1 unità di Insulina Umana Regolare per 1 ml di sol.fisiologica 0.9% NaCl (es. 50 U Insulina in 50 ml fisiologica). Somministrare conpompa di infusione (con incrementi di 0.5 U/h).2. Priming: prima di iniziare l’infusione, iniettare 50 ml della soluzione nei tubi diinfusione (per saturare i siti di legame insulinico nei tubi).3. Target Glicemico: 120-160 mg/dl.4. Bolo e velocità di infusione iniziale dell’insulina: dividere GM iniziale per 100, poiarrotondare alla più vicina 0.5 U per il bolo e per la velocità di infusione iniziale.Esempi:a) GM iniziale = 325 mg/dl: 325:100 = 3.25, arrotondato a 3.5: praticare bolo ev 3.5U, e iniziare infusione a 3.5 U/hb) GM iniziale = 174 mg/dl: 174:100 = 1.74, arrotondato a 1.5: praticare bolo ev 1.5U, e iniziare infusione a 1.5 U/h.

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Transizione dalla terapia endovenosa alla terapia sottocutanea nella fase postcritica

Per effettuare la transizione è necessario:

- calcolare il fabbisogno giornaliero da somministrare per via s.c. sulla base delfabbisogno endovenoso nelle ultime 6-12 ore (es. se la dose media nelle ultime 6 oreè stata di 1.5 UI/h, la dose totale nelle 24 ore sarà di 1.5x24=36 UI);

- utilizzare il 60-80% della dose totale così calcolata, tenendo presente i possibilifattori che possono ridurre il fabbisogno (es. miglioramento del processo di base,sospensione dei corticosteroidi, ecc.) o aumentarlo (infezioni in atto, uso dicorticosteroide, nutrizione enterale, parenterale ecc.);

- distribuire la dose così calcolata in base al tipo di alimentazione:

1. se il paziente non si alimenta per OS (SG, nutrizione enterale, parenterale),somministrare la dose calcolata come basale;

2. se il paziente si alimenta per OS (3 pasti), somministrare il 50% della dosecalcolata come basale e il 50% come boli prandiali.

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Outline1. Clinical presentation.

2. In-patient hyperglycemia and adverse outcomes.

3. In-patient hypoglycemia.

4. Glycemic targets in hospitalized patients: moderate versus tight glycemic control?

5. Management of hyperglycemia in noncritical care settings.

6. Management of hyperglycemia in critical care settings.

7. Noninsulin therapies.

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AMD-SID - Standard italiani per la cura del diabete mellito 2016Cura del diabete in ospedale

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Noninsulin therapies in the hospital Although the use of noninsulin antihyperglycemic agents are not recommended

for the management of hyperglycemia in hospitalized patients, oral agents can becontinued in stable patients with normal nutritional intake, normal blood glucoselevels, and stable renal and cardiac function.

However, there are several potential disadvantages to using these medications inhospital patients:1. Disadvantages of metformin:

Lactic acidosis can occur when used in the setting of renal dysfunction, circulatory compromise, or hypoxemia

GI complications: Nausea, diarrhea procedure requiring the use of iodinated contrast material.

2. Disadvantages of sulfonylureas and meglitinides:Hypoglycemia if caloric intake is reduced Some are long-acting (hypoglycemia may be prolonged).

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Noninsulin therapies in the hospital

3. Disadvantages of pioglitazone: Slow onset of action (2-3 weeks) Can cause fluid retention (particularly when used with insulin), and increase

risk for CHF.

4. Disadvantages of GLP-1 mimetics Newer agents without data to support use in the hospital Abdominal bloating and nausea secondary to delayed gastric emptying Decrease in dietary intake.

5. Disadvantages of the sodium–glucose transporter 2 (SGLT2) inhibitors Ketosis Genital infections Dehydration.

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Umpierrez GE et al. Diabetes Care 36:3430–3435, 2013

Safety and efficacy of sitagliptin therapy for the inpatient management of general medicine and surgery patients with T2DM

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Safety and efficacy of sitagliptin therapy for the inpatient management of general medicine and surgery patients with T2DM

Umpierrez GE et al. Diabetes Care 36:3430–3435, 2013

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THANK YOU !

Now it’s time for discussion.

Sesti lecture

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Insulin therapy should be initiated for treatment of persistenthyperglycemia starting at a threshold >180 mg/dL. Once insulintherapy is started, a target glucose range of 140–180 mg/dL isrecommended for the majority of critically ill patients (A) andnoncritically ill patients (C).

More stringent goals, such as <140 mg/dL may be appropriate forselected patients, as long as this can be achieved without significanthypoglycemia (C).

Recommendations:Diabetes Care in the Hospital

American Diabetes Association. Standards of Medical Care in Diabetes-2017. Diabetes Care 40(Suppl. 1):S120–S127, 2017

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Intravenous insulin infusions should be administered using validatedwritten or computerized protocols that allow for predefined adjustments inthe insulin infusion rate based on glycemic fluctuations and insulin dose (E).

Basal insulin or a basal plus bolus correction insulin regimen is the preferredtreatment for noncritically ill patients with poor oral intake or those who aretaking nothing by mouth. An insulin regimen with basal, nutritional, andcorrection components is the preferred treatment for noncritically illhospitalized patients with good nutritional intake (A).

Sole use of sliding scale insulin in the inpatient hospital setting is stronglydiscouraged (A).

Recommendations:Diabetes Care in the Hospital

American Diabetes Association. Standards of Medical Care in Diabetes-2017. Diabetes Care 40(Suppl. 1):S120–S127, 2017

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Diabetes Care in the Hospital

Standards of Medical Care in Diabetes—2017, Diabetes Care, 40:S1-S135, 2017

Critical Care Setting

In the critical care setting, continuous intravenous insulin infusion has been shown to be the best method for achieving glycemic targets.

Noncritical Care Setting

Outside of critical care units, scheduled insulin regimens are recommended to manage hyperglycemia in patients with diabetes.