gionalino_giugno_2010

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N. 3 N. 3 N. 3

Istituto Comprensivo“Don Bosco” Piazza Don Bosco, 11-Tolentino (Mc) Plessi: “Don Bosco” Scuola Primaria e Secondaria di Primo Grado “Dante Alighieri”

“A. Grandi” Scuola dell’ Infanzia e Primaria

“G. Bezzi” Scuola dell’ Infanzia e Primaria

E-mail: [email protected] http://www.comprensivodonbosco.it Tel: 0733/968969

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vi sottoponiamo con grande piacere l’edizione del nostro giornalino che conclude l’anno scolastico 2009/2010 con la documentazione di alcune delle numerosissime attività che si sono realizzate nel secondo quadrimestre. I risultati delle molteplici iniziative didattiche condotte in ogni ordine di scuola hanno contri-buito senza dubbio al raggiungimento degli obiettivi formativi stabiliti: primo fra tutti la cre-scita armonica di ogni alunno. La circolazione delle informazioni, la condivisione delle esperienze e la diffusione dei risultati raggiunti continuano ad essere tra le finalità del giornalino di Istituto, che vuole anche punta-re a rafforzare lo spirito di appartenenza alla medesima comunità educativa in tutti coloro che a vario titolo devono sentirsene protagonisti: alunni, genitori, insegnanti, personale scolastico ma anche altri soggetti istituzionali. Ringrazio di cuore tutti coloro che si sono impegnati e hanno dato il loro contributo nella rea-lizzazione di questo terzo numero e coloro che generosamente hanno sostenuto l’intera iniziati-va. Auguro una piacevole lettura e … appuntamento al prossimo anno!

IL DIRIGENTE SCOLASTICO

Prof.ssa Lauretta Corridoni

Sommario: Sommario: Sommario:

Lettera aperta del Dirigente Scolastico 2

Educazione alla salute 3 - 8

Parole ai docenti 9

Lettera aperta ai ragazzi 10 - 14

Orientandoci 15

L’ angolo dell’ artista 15 – 17

Bibliodoc / Progetto Lettura/ Cineforum 18 - 22

La scuola nel territorio , il territorio nella scuola 23 - 30

Do. Re. Mi. Fa 31

Mondo a colori 32 - 35

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LETTERA APERTA AL DIRIGENTE SCOLASTICO

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Un giorno la maestra Emanuela è entrata in classe con uno strano oggetto accartocciato in mano. “Maestra cos’è quell’oggetto?” chiede Matilde. La maestra con delicatezza cerca di dare una forma a quello strano involucro. “Ma è una bottiglia di aran-ciata!” esclamano in coro i bambini. “Stamattina ho trovato questa bottiglia davanti alla porta di casa, stavo per buttarla via quando una fievole vocina mi ha fermato: era la bottiglia, roba da matti!” risponde la maestra. “La bottiglia mi ha chiesto di non farle del male e mi ha raccontato la sua storia.” “La racconti anche a noi?” interviene Federico. “Ascoltate”. “Mi chiamo Chicca, ero felice da piccola nella mia grande casa e vivevo con tanti fratellini. Un giorno mi hanno messa in una strana macchina che mi ha fatto diventa-re grande. Ho indossato un vestitino colorato, riem-pita di un liquido dolce dolce e avvolta da una casset-

E’ arrivata a scuola una bella storia...Ciao bambini! Mi

chiamo Lino, sono un riccio ed abito in un bellissimo bosco. Una mattina d’autunno, mentre facevo una bella passeggiata, ho sentito la vecchia amica quercia che mi chiamava ...QUERCIA: “Buongiorno riccio Lino! Cercavo proprio te! Avrei bisogno del tuo aiuto.” LINO: “Dimmi cara quercia, cosa è successo?” QUERCIA: “Durante l’estate sono venute delle persone a fare dei pic-

nic. Tra loro vi erano alcuni bambini, ma anche alcuni grandi …. che hanno ridotto in pessime condizioni il nostro amato bosco ed anche il fiume, che passa qui vicino. Hanno gettato rifiuti puzzolenti, cartacce, bottiglie, bicchieri di plastica, lattine, sacchetti di cellofan. I nostri amici animali, tra cui anche i pesciolini, sono in pericolo. Mi aiuteresti a risolvere il problema?” LINO: “Con vero piacere cara quercia!” LINO: “Cari bambini non immaginereste mai cosa ho visto nel mio amato bosco …. montagne e montagne di rifiuti! Che disastro! Io ce la metterò tutta ma non so se ce la farò tutto da solo. Mi aiutate anche voi?” Il mago Marachì ... decide di aiutarlo, con la sua bacchetta magica trasfor-ma gli aculei di Lino e li rende taglienti e rotanti come le lame di una falciatrice elettrica. Così riccio Lino riesce a sminuzzare tutti i rifiuti. Poi chiama gli amici del bosco: il bruco Mammolo... e chiede loro di aiutarlo a racco-gliere con ordine i rifiuti. Decidono di fare tre grandi sacchi ben distinti: 1. un sacco GIALLO per la CARTA;

2. un sacco BLU per la PLASTICA; 3. un sacco ROSSO per le LATTINE ed il VETRO. LINO: “ Siete contenti bambini? Abbiamo salvato il bosco! Ma ora dobbiamo essere tutti bravissimi e continuare a mantenere tutti gli ambienti puliti facendo sempre la RACCOL-TA DIFFERENZIATA dei rifiuti. E mi raccomando, voi che adesso avete imparato bene, ricordatelo a tutti: mamme, papà, nonni, zii, cugini, sorelle, fratelli, amici e dite loro che il mondo sarà davvero meraviglioso se vi aiuteranno sempre a te-nerlo pulito. Un abbraccio da Lino e gli amici del bosco pulito.” Attraverso il gioco e la fantasia i bambini hanno capito l’importanza della raccolta differenziata in ogni luogo ognuno di noi si trovi, l’hanno attuata e rappre-sentata, riuscendo per la fine dell’ anno scolastico ad effettuare egregiamente la distinzione dei materiali. An-che i genitori ed i nonni hanno contribuito, infatti noi insegnanti abbiamo riscontrato, attraverso i giochi e le conversazioni con i bambini, che numerose famiglie attuano anche a casa la raccolta differenziata. Sono stati i bambini stessi a ricavare le regole essenziali di rispetto dell’ambiente, proprio perché hanno vissuto questa e-sperienza in modo molto concreto e diretto, accogliendo con entusiasmo le attività proposte atte a sviluppare diverse competenze, ma soprattutto ad avviarli alla comprensione dei molteplici e creativi usi che si possono fare con semplici oggetti che, normalmente, verrebbero buttati via. Il progetto si è concluso a maggio con la visita al laboratorio C.R.E.D.I.A di Ripe San Ginesio. Buon ambiente pulito a tutti! Infanzia “G. Bezzi“Infanzia “G. Bezzi“Infanzia “G. Bezzi“

ta di cartone. Mi sono trovata dopo un lungo viaggio in una grande casa piena di luce e

accanto a me c’erano tanti fratellini vestiti allo stesso modo. Che felicità! Quante luci!Quanti bimbi sorridenti! Un bel giorno sono stata afferra-ta da una piccola mano che mi ha messa nel car-rello. Ho pensato: avrò una famiglia! Che fami-glia! Mi hanno preso, privato del mio dolce liqui-do, schiacciato con forza e gettato per strada. Sniff, non avrei mai voluto fare una fine simile. Quando ero piccola ricordo che la mia mamma mi raccontava di una casa tutta nostra dove potevamo essere riciclati e diventare tante cose nuove: bottiglie, tazze, bicchieri, piatti…., ma io ho sempre sognato di diventare PILE! Credo proprio che questo mio sogno non si avvererà mai”. “Maestra, perché il sogno della bottiglia non si può avverare?” dice Alessandro. “Il bimbo che l’ha abbandonata non è stato attento all’ambien-te, ma noi qui a scuola possiamo rimediare: la metteremo nell’apposito conteni-tore”. “Così potrà venirci a trovare anche come maglia di pile”. Risponde Elenia. In coro “siii”!! E tutti noi abbiamo accompagnato la bottiglia nell’apposita caset-ta. Classe 3 D Classe 3 D Classe 3 D Primaria Don Bosco Primaria Don Bosco Primaria Don Bosco

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EDUCAZIONE ALLA SALUTE / AMBIENTE

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come buchi nei formaggi. La bambina allor sorrise e un’idea ebbe veloce. Al gattone tanto astuto la piccina chiese aiuto. Con un sacco e tanta voglia danno inizio alla raccolta e in meno di un secondo ripuliscono tutto intorno. Da quel giorno il bel gattone fece molta più attenzione ai turisti spensierati che i rifiuti avevan lasciati. La bambina dolcemente iniziò a educar la gente: il rispetto per la natura è di vita garanzia sicura. Classe 1C Classe 1C Classe 1C Primaria Don Bosco Primaria Don Bosco Primaria Don Bosco

Una tenera bambina tanto buffa e birichina, passeggiava in mezzo al bosco sorridendo a più non posso. Un bel giorno accadde un fatto: incontrò un enorme gatto che era magico, sapete? Lui del bosco era il custode! Il micione era arrabbiato per il gran torto subito! L’uomo ormai aveva tradito la natura ed il creato. La bambina non capiva ma il suo cuore già soffriva. Tutto intorno era rifiuti, resti di uomini insensati. Sugli abeti e sopra i prati tanti piatti sparpagliati; la corteccia di alti faggi

EDUCAZIONE ALLA SALUTE / AMBIENTE

LA FOGLIA INNAMORATALA FOGLIA INNAMORATALA FOGLIA INNAMORATA È autunno e nel castello suona e canta un menestrello. Tanta gente presto è arrivata e subito si è rallegrata. Io dal pioppo sto a vedere sarò l’ultima a cadere!

La festa è già finita e la gente è ormai partita. Bottiglie, cibo e carta dappertutto: il mio amico della Rancia è quasi distrutto. Come è brutto il mio castello! Chi lo farà tor-

nare bello? Ecco arriva uno spazzino che pulisce per benino. Sarebbe bello festeggiare e l’ambiente rispettare! Classe II C Classe II C Classe II C

Primaria Don Bosco Primaria Don Bosco Primaria Don Bosco

SUL PIANETA DEI “SUCCHIA-RIFIUTI” In una calda giornata d’estate, tre piccoli amici viaggia-vano sulle loro biciclette in cerca di un posto fresco per fare merenda. Arrivarono vicino ad un ruscello dove si fermarono per mangiare la loro merenda e senza pensa-re alla pulizia del prato, buttarono per terra carta, latti-ne e scatoline di ciò che avevano mangiato. Poi, cullati dal rumore dell’acqua del ruscello, si addormentarono. Improvvisamente però un forte rumore proveniente da una nuvola di polvere lucente, svegliò i tre amici che corsero a vedere cosa fosse successo. I tre bambini rimasero a bocca aperta: tanti piccoli esserini verdi e blu con una lunga proboscide tra-sparente, stavano risucchiando tutti i rifiuti che trovavano per terra e, arri-vati vicino ai tre amichetti, scambiandoli per rifiuti, risucchiarono anche loro. Iniziò così per i tre amici spaventati un viaggio nelle pance degli strani esseri “succhia- rifiuti” che li portarono sul loro pianeta dove, dopo averli liberati , decisero di conservarli in grandi frigoriferi per i tempi di carestia. Il giovane re della tribù però, volle parlare con i tre bambini perché si era accorto che erano piccoli stranieri produttori di rifiuti e propose ai tre un accordo. I bambini e gli abitanti della terra avrebbero fatto tanti rifiuti per nutrire gli esserini verdi e blu che in cambio avrebbero insegnato loro il modo migliore per tenere pulito il pianeta terra. I bambini accettarono en-tusiasti perché così avrebbero potuto salvare il mondo dai tanti e forse trop-pi rifiuti che gli uomini producono. A quel punto i tre amichetti aprirono gli occhi e capirono che tutto ciò che avevano vissuto era stato un lungo sogno e felici di essere “tornati” sul loro pianeta decisero di raccogliere i rifiuti che avevano gettato sul prato, lasciando così il posto pulito. Grazie alle lezioni ricevute in sogno dagli esserini “succhia- rifiuti” i tre bambini insegnarono a tutti il modo per tenere pulita la terra che in breve tempo divenne pulitissi-ma. E gli esserini verdi e blu? Se guardi bene, con le loro pance piene di rifiuti, vivranno per sempre felici e contenti. Classe 1D Primaria Don Bosco Classe 1D Primaria Don Bosco Classe 1D Primaria Don Bosco

Filastrocca della fogliolina, sei una foglia capricciosa e anche un poco permalosa. Di notte dormi, russi e sbuffi, pensi agli uccellini e ai bambini birichini!

Sogni e ti muovi vestita da insala-tina; a pensarci meglio assomigli a una zucchina!! Ti svegli e speri in un mondo meno brutto ma sul tuo comodino trovi di tutto. Son passate le feste di Natale, e già stai aspettando

il Carnevale! Ma è primavera all'improvviso, ti guardi intorno e ti esce un gran sorriso! L'Estate ti re-gala tanta alle-

gria, perchè felice te ne stai in compagnia. Ma dopo ti torna la malinconia Quando torna l'Autunno ti ri-porta via!! Ora nevica e si imbianca la terra, tu ridi e dimen-tichi la guerra. Classe II B Classe II B Classe II B

Scuola Primaria “A: Grandi” Scuola Primaria “A: Grandi” Scuola Primaria “A: Grandi”

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È già da parecchio tempo che in classe stiamo lavorando a un progetto denominato “Innovadidattica”. Esso è stato proposto dal Ministero attraverso un concorso, vinto dalla Rete di scuole guidate dall’Istituto Alberghiero di Cingoli di cui noi siamo partner con altri Istituti Superiori. Insieme ad un’altra classe di terza media di Macerata rappresentia-mo la Regione Marche e ne siamo orgogliosi. Il progetto della Rete, che si chiama DI.PER.CO., si pone come obiettivo finale lo sviluppo e la valutazione di alcune compe-tenze chiave di cittadinanza come IMPARARE AD IMPARARE e PROGETTARE, messe in atto mentre leggiamo per capire e produciamo testi scritti per svolgere un compito di realtà. In altre parole noi avevamo il compito di sviluppare una unità didattica dal titolo “Le entità territoriali” in italiano e “Analisi statistica dei dati e loro rappresentazione, rela-tivamente a criticità ambientali” in matematica. Dopo alcune brevi lezioni da parte delle prof., abbiamo deciso di studiare i compiti degli Enti Locali in generale e in particolare in rapporto all’ambiente e al problema dei ri-fiuti, sottolineando anche la collaborazione attiva della scuola. Successivamente abbiamo deciso di lavorare in 6 piccoli gruppi per ap-profondire la tematica e per realizzare una presentazione in power point, riassuntiva del lavoro, che abbiamo chiamato “Scuola, am-biente e territorio”. Grazie a questa attività abbiano appreso cosa sia un ente locale e quali siano i suoi compiti e abbiamo approfondito anche l’aspetto dei rifiuti, interessandoci al Cosmari, ai progetti di Legambiente e alla raccolta differenziata effettuata dai cittadini del nostro Comune e dalla Scuola. La presentazione finale è risultata molto bella e chiara, nonostante le numerose “slide-mattone” che ostacolavano la comprensione dello schema.Io penso che questo lavoro sia stato molto utile, soprattutto perché abbiamo imparato a collaborare nel gruppo, a progettare il percorso da effettuare e quindi a organizzarci meglio per imparare. Paolo Seghetti e compagni Paolo Seghetti e compagni Paolo Seghetti e compagni 3B Scuola 3B Scuola 3B Scuola Secondaria 1^ grado “D. Alighieri”Secondaria 1^ grado “D. Alighieri”Secondaria 1^ grado “D. Alighieri”

"Guarda maestra , fuori c'è il sole" dice tutta contenta Arianna," possiamo andare a fare la

passeggiata a piedi". Veramente una bella giornata ! i bambini della Scuola dell'Infanzia Grandi , in fila per due e con cappellino in testa sono pronti a fare un giro a piedi per il

quartiere , a camminare sul marciapiede come hanno impara-to dalle maestre. "Non spingere!" mi fai cadere, dice Luca." E tu non mi sorpassare, risponde Tommaso, stavi dietro a me! " E sì, veramente una gran fatica camminare in ordine come bra-vi pedoni , ma la gioia e l'entusiasmo di una giornata all'aper-to non li abbatte nemmeno un pò. Giunto il momento di attra-versare la strada , Yassine dice:" Maestra ci sono le strisce pe-donali, possiamo attraversare la strada" " Si fermeranno le macchine? chiede la ma-estra" Sì, si è fermata, risponde Sofia tutta contenta". La passeggiata prosegue fino ad arrivare ad una gran semaforo brillante e luminoso nei suoi colori. E' verde, dice

Marta, le macchine possono passare, ma quando arriva il rosso si devono fermare! E poi c'è anche il semaforo con l'omino per i pedoni , ma che cosa significherà? Le maestre fanno vedere da vicino ai bambini il semaforo dei pe-doni e il significato concreto degli omini disegnati che appaiono e scompaiono di volta in volta alternandosi nei colori verde, giallo e rosso. Che gioco divertente!"Dai, svelti attraversiamo, è verde, dobbiamo essere veloci, di-ce la maestra, altrimenti scatta il rosso ." E poi , la macchina ci prende sotto , afferma Lorenzo e arriva pure l'am-bulanza che ci porta all'ospedale". Veramente una grande scoperta, per i bambini della scuola dell'infanzia vede-re gli automobilisti che rispettano le regole, dopo aver letto la Storia di Codicino, un bambino come loro ,che viveva nel paese Senza regole, il quale un brutto giorno , mentre passeggiava a piedi con la mamma, viene investi-

to da una macchina che andava a tutta velocità. Codicino rimasto ferito ad un braccio , inizia a scrivere un libro pieno di regole sia per gli automobilisti che per i pedoni che prenderà il suo nome ...

"CODICE DELLA STRADA""CODICE DELLA STRADA""CODICE DELLA STRADA" ...

Sez.Sez.Sez. A B C D A B C D A B C D Infanzia “A. Grandi” Infanzia “A. Grandi” Infanzia “A. Grandi”

UN PROGETTO PER NOI: INNOVA DIDATTICAUN PROGETTO PER NOI: INNOVA DIDATTICAUN PROGETTO PER NOI: INNOVA DIDATTICA

BRAVI PEDONI!BRAVI PEDONI!BRAVI PEDONI!

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EDUCAZIONE ALLA SALUTE / AMBIENTE / EDUCAZIONE STRADALE

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Un bambino o un adulto ha un malore, pochi minuti ben spesi con deter-

minazione per chiamare il 118 chiamare il 118 chiamare il 118 e si può salvare una vita. Tutti noi sappiamo quanto sia importante non perdere tem-po facendosi prendere dal panico di fronte ad una situazione di emergenza, nella quale anche un bambino, e non solo gli adulti, potrebbe trovarsi coin-volto come protagonista o spettatore. Una situazione in cui la corretta attiva-zione dei soccorsi risulta fondamentale per organizzare un efficace intervento da parte di chi opera nel soccorso sanitario. È per questi motivi che l’ Istituto Com-prensivo “Don Bosco” nell'ambito delle iniziative legate all'educazione alla salu-te, alla sicurezza e alla legalità, ha rite-nuto indispensabile aderire alla proposta del gruppo regionale di Protezione Civi-le che, in collaborazione con il 118 Mar-che e l'ANPAS, ha messo a disposizione alcuni istruttori qualificati per li svolgi-mento della prima sperimentazione relativa al progetto Superpiolo 118. Le attività iniziate a Marzo, si sono conclu-

se a fine Aprile. Gli operatori con grande competenza hanno svolto interventi, ri-volti sia agli insegnanti sia agli alunni di diverse fasce di età, dai 5 ai 12 anni, per avviare tutti al riconoscimento delle situa-zioni critiche e di pericolo, alla loro ge-stione e al corretto uso dei numeri dell' emergenza. Oltre ad una prima formazio-ne/informazione teorica e alle esercitazio-ni pratiche non sono mancati momenti per conoscere dal vero le attrezzature e i mez-zi del soccorso: ciò anche per attenuare il disagio e il timore che essi talvolta suscita-no specialmente fra i più piccoli. Il succes-so è stato notevole come pure l’ entusia-smo sia dei docenti, ma soprattutto degli alunni nel coinvolgimento diretto nella simulazione di situazioni di emergenza. Tutti, a partire dai bambini più piccoli dell’ Infanzia, si sono lasciati coinvolgere e con molta serietà hanno seguito le indica-zioni che gli istruttori davano loro, anche per effettuare praticamente la chiamata di soccorso al 118. Questa prima fase del progetto ha fatto riflettere sul fatto che il contatto del bambino con il mondo dell’ emergenza non evoca situazioni di ansia o di paura, anzi lo aiuta a superarle prepa-randolo ad affrontarle in modo adeguato.

Nella nostra scuola Bezzi è arrivato Superpiolo, insieme a medici e infermieri, che lavorano in ambulanza, per farci capire come dobbiamo

comportarci se c’è un’ emergenza. Piolo ci ha spiegato che nelle nostre case ci sono molti rischi che dobbiamo conoscere per non farci male ed evitare così gli infortuni domestici. In bagno dobbiamo stare lontani dall’acqua, quando usiamo lampade e phone perché se cadono dentro rischiamo di prendere la scossa. In cucina non dobbiamo avvicinarci né ai fornelli accesi, che possono scottarci, né ai coltelli, che hanno la punta rivolta verso l’alto. In

camera non possiamo giocare troppo a lungo con i videogiochi, computer e tv o collegarci ad internet senza un adulto vicino. Anche all’aperto ci sono pericoli: dobbiamo camminare sul marciapiede e

attraversare la strada solo sulle strisce pedonali, indossare il casco per andare sui pattini e in bicicletta, fare attenzione ai cani che non conosciamo bene. Piolo ci ha ricordato i numeri di telefono da chiamare nelle situazioni di pericolo per la salute, quando è necessario chiedere aiuto: il 118. Ma com’è la chiamata corretta al 118?Chi chiama il 118 deve rimanere calmo e rispondere alle domande dell’operatore che parla dall’altra parte del telefono. Il contatto di noi bambini con il mondo dell’emergenza non deve farci paura. Per essere utili in situazioni di pericolo, abbiamo fatto anche simulazioni, usando lo strumento per misurare la pressione, provando a fare il massaggio cardiaco e la chiamata al 118

e visitando l’interno di un’ ambulanza. È stata una giornata bellissima e istruttiva, perché abbiamo imparato ad essere dei “piccoli” operatori del 118.

Classe 3Classe 3Classe 3a a a Primaria “G. Bezzi “ Primaria “G. Bezzi “ Primaria “G. Bezzi “ PAGINA 6

. . . s i c h i am a “Superpiolo” come il soprannome di Paolo, un bambino malato, che dise-gnava fumetti...

ANCHE UN BAMBINO SE BEN PREPARATO PUÒ AIUTARCI A SALVARE UNA VITA …

E’ stato verificato che quando il bambino conosce gli elementi fondamentali per l’ atti-vazione del soccorso (il nome, la città, la via, il numero di telefono) è il chiamante ideale, se opportunamente guidato dall’ operatore: è collaborante, risponde alle domande in modo adeguato. Tutto ciò può risultare determi-nante per la sopravvivenza di chiunque si trovi in situazione di pericolo. Non per nien-te il progetto ha preso il nome “Superpiolo” da un bambino malato di nome Paolo, un bambino solare e di carattere aperto che ama-va molto disegnare fumetti e divertire, con i suoi personaggi, tutti coloro con cui entrava in contatto, pazienti e infermieri degli ospe-dali dove ha passato gran parte della sua vita. Paolo si era da solo soprannominato Piolo: “usare il suo nome ora che lui non è più tra noi” ci hanno detto gli operatori “è un modo per ricordarlo con amo-re e far capire pro-prio come sia importante aiutare gli altri in caso di bisogno”. Di seguito alcune espe-rienze nei vari plessi... Funzione Strum. alla Comunicazione Funzione Strum. alla Comunicazione Funzione Strum. alla Comunicazione

Ins. Giuliana Del BelloIns. Giuliana Del BelloIns. Giuliana Del Bello

EDUCAZIONE ALLA SALUTE/ AMBIENTE / SICUREZZA

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Primaria “G. Bezzi “ Primaria “G. Bezzi “ Primaria “G. Bezzi “

Quando ci è stato annun-ciato che sarebbe iniziato presto questo progetto, la prima cosa che ci siamo chiesti è stata :“Ma per-ché ha questo nome strano?” La nostra cu-riosità è stata subito sod-disfatta durante il primo

incontro, che si è tenuto nell’ Aula Magna del nostro Istituto con alcuni volontari del 118 di Ancona, Macerata e di Tolentino. Que-sta iniziativa è nata perché gli operatori del Pronto Intervento sono convinti che anche dei bambini , opportunamente istruiti, possono essere in grado di salvare delle vite umane in caso di pericolo. Detto così,ci sembrava una cosa impossibile ma, a poco a poco,ascoltando le loro spiegazioni, ci siamo resi conto che non era poi così difficile.

Hanno iniziato prima di tutto ad illustrarci quali sono le più frequenti situazioni di pericolo. Esse si presentano so-prattutto fra le pareti domestiche, nei vari ambienti: in cucina, dove forni e fornel-li,elettrodomestici e arnesi possono essere

cause di incidenti per i bambini piccoli; in bagno, soprattutto per la presenza dell’ acqua e dell’ elettricità; nei balconi, dove ci sono

ringhiere e vasi ; nei ripostigli e dove sono riposti i medicinali … Anche la strada e la scuola sono luoghi dove si possono veri-ficare gravi incidenti. Che fare, allora? Innanzitutto bisogna conoscere i numeri utili che dobbiamo chiamare: il 118, in caso di pericolo per la salute; il 112 per i Carabinieri, il 113 per la Polizia, il 115 per i Vigili del Fuoco, in caso di pericolo pubbli-co; il 1530 per chiamare la Guardia Costiera e infine il 1515 per chiamare la Guardia Forestale in caso di incendio o bracco-naggio. Negli incontri seguenti i volontari ci hanno descritto come dobbiamo chiamare correttamente il118, quando qualcu-no sta male e poi abbiamo fatto delle simulazioni per imparare i gesti che possono salvare la vita delle persone sia con gli “attori”( i compagni)che con i manichini. Abbiamo addirittura praticato l’ RCP ( Rianimazione Cardio Polmonare) !!! Ma ATTENZIONE: dobbiamo ricordare due regole fondamentali: non bisogna mai chiamare il 118 per scherzo, perché gli operatori non devono perdere inutilmente tempo prezioso, che potrebbe salvare altre vite umane e non si deve praticare la respirazione cardiopolmonare per gioco, perché potrebbe dan-neggiare il cuore. A conclusione del progetto, possiamo dire che non solo è stato interessante e utile, ma anche diver-tente! Ora sappiamo come comportarci in caso di pericolo e inoltre possiamo insegnare anche agli adulti ciò che abbiamo imparato. Matteo Belfiore, Alessandro Farricelli Matteo Belfiore, Alessandro Farricelli Matteo Belfiore, Alessandro Farricelli e Pierluigi Gardini e Pierluigi Gardini e Pierluigi Gardini 5^ C Primaria Don Bosco 5^ C Primaria Don Bosco 5^ C Primaria Don Bosco

SUPERPIOLO 118 MARCHE

Venerdì 16 e lunedì 19 aprile le sezioni del-l’infanzia “G.Bezzi” si sono recate in visita alla caserma dei Vigili del Fuoco di Tolenti-no. Inutile soffermarsi sull’entusiasmo dei bambini sull’oggetto dell’ uscita, appare invece opportuno focalizzare l’attenzione sulle peculiarità della curiosa osser-vazione del bambino che pur affascinato dalla meta , duran-te il percorso per raggiungerla focalizza tanti particolari, sul pulman lungo il tragitto e nel campo visivo in genere da contri- buire alla formazione in modo determinante e spontaneo. La gentilezza e la disponibilità dei vigili hanno invece contribuito ad avere una più concreta familiarità con il servizio da essi svolto e memorizzare il 115115115 come nu-mero di emergenza.

Sez. A/B/C/D Sez. A/B/C/D Sez. A/B/C/D Infanzia “G. Bezzi”Infanzia “G. Bezzi”Infanzia “G. Bezzi”

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Visita alla caserma dei vigili del fuocoVisita alla caserma dei vigili del fuocoVisita alla caserma dei vigili del fuoco

Funzione Strum. alla Comunicazione Funzione Strum. alla Comunicazione Funzione Strum. alla Comunicazione

"Superpiolo" un nome sim-patico che bambini è piaciuto

subito e non appena hanno saputo che era il nome di un bambino hanno voluto sapere il suo nome. Paolo Dalla Valle, così si chiamava il nostro supereroe, con i suoi tantissimi disegni ha tappezzare le pareti dell' ospedale. Il progetto a lui dedicato per svolgere una campagna formati-va ed informativa ha visto coinvolte anche le scuole dell'infanzia di tutte e due i plessi “G. Bezzi” e “A. Grandi” I bambini sono stati accolti nell'aula Magna e informati teoricamen-te sui pericoli e rischi in ambiente domestico e scolastico con l'aiuto e la visione di diapositive. Hanno imparato e riconosciuto i principali nu-meri telefonici del primo soccorso ed infine hanno drammatizzato due scenette riguardanti due possibili infortuni a cui ogni bambino può assi-stere ( Il papà si sente male e sua figlia deve chiamare il 118 118 118 e un'altra scenetta dove un bambino si fa male a scuola e occorre l'intervento dell'ambulanza). I bambini, oltre a ricevere informazioni utilissime, hanno partecipato attivamente e con molto interesse, si sono divertiti a fare giochi simbolici- imitativi su fatti e avvenimenti riguardanti la loro vita quotidiana al fine di evitare il più possibile pericoli e inciden-

ti .Sicuramente "Superpiolo" verrà ricordato con simpatia da tutti i bambini che l'hanno cono-sciuto attraverso il corso, o, che hanno letto e sfogliato i suoi depliant informativi. Bambini di 5 anni Bambini di 5 anni Bambini di 5 anni Infanzia “A.Grandi“ Infanzia “A.Grandi“ Infanzia “A.Grandi“

UUUNNN VEROVEROVERO S S SUPEREROEUPEREROEUPEREROE ... ... ...

EDUCAZIONE ALLA SALUTE/ AMBIENTE / SICUREZZA

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Quest'an-no il Pro-

getto “Giocosport “Giocosport “Giocosport --- scuola” scuola” scuola” praticato ormai da diversi anni dagli studenti del nostro Istituto, si è avviato a partire dal mese di ottobre con qualche novità. L'attività motoria per le classi della Scuola Primaria è stata seguita, fino alla fine dell'anno scolastico, dall'Ass. Lube Volley che, con i suoi validissimi esperti, ha accompagnato i ragazzi nel mondo del movimento e dello sport, mezzo imprescindibile per un corretto apprendimento nell'età evolutiva. In una prima fase del percorso progettuale i più piccini, della Scuola dell’ Infanzia e del I e II anno della Scuola Primaria con un'attività psicomotoria mirata, attraverso l'esperienza corporea, hanno potuto apprendere quei prere-quisiti necessari per proseguire con successo nel percorso scolastico. I più grandi, invece, oltre ad affinare e potenziare le capacità moto-rie di base, hanno affrontato alcune delle principali discipline sportive, come il basket, l'atletica leggera e naturalmente la pallavolo. Nel-la seconda fase del progetto iniziata a partire dal 5 Marzo gli alunni di IIIa IVa e Va della Scuola Primaria hanno avuto l’ opportunità di praticare in orario scolastico e in linea con il curricolo verticale nell’ambito motorio le seguenti discipline sportive: nuoto seguiti dagli Istruttori della Piscina Comunale, judo con istruttori specializzati dell’ Associazione Lube Volley e bocce con il supporto di istruttori dell’ Associazione Bocciofila di Tolentino. Queste ultime due discipline sono delle “new entry” nell'ambito degli sport praticati e sono state inserite tra le proposte poiché educano all'autocontrollo, al ferreo rispetto delle regole e degli altri, alla concentrazione e alla rifles-sione, oltre che, ovviamente all'esercizio fisico e all'impegno per il raggiungimento di un obiettivo. L'indiscutibile valore educativo del gioco sportivo ha portato il nostro Istituto a consolidare questo tipo di attività nel corso degli anni. La RedazioneLa RedazioneLa Redazione

Quest’anno, le classi seconde della Scuola Dante Alighieri hanno par-tecipato ad un torneo di palla tamburello. Noi alunni della II D, determinati a vincere, abbiamo partecipato alla gara con molta voglia e grinta. Sono stati proprio questi fattori a portarci alla vittoria in tutte le partite e quindi a consentirci di aggiudicarci il torneo. Tutte le squadre erano fortemente motivate, ma la nostra è stata così forte e unita da travolgerle tutte. La prima partita è stata disputata contro i ragazzi della II B: da un lato la nostra indomabile classe, dall’altro i vogliosi avversari. E’ stata una gara molto dura ed emozionante dall’i-nizio alla fine, ma grazie alla nostra grande forza di gruppo abbiamo avuto la meglio su loro. Alla fine, abbiamo festeggiato urlando e ab-bracciandoci l’uno con l’altro per manife-stare la nostra gioia. Ci attendeva ora l’in-contro con la II E, ragazzi molto difficili da battere, perché preparati e motivati…quindi la vittoria che abbiamo “portato a

casa” ha avuto un sapore anco-

A conclusione del progetto “Giocosport - Scuola” si sono svolte le premiazioni dei gruppi partecipanti alle

attività sportive di Judo, Bocce e Nuoto. Il giorno 30 aprile 2010, presso l’impianto della piscina comunale, gli istruttori della A.S. NUOTO hanno consegnato a ciascun bambino un pagellino certificante il livello raggiunto durante il corso ed un poster ricordo. Contemporaneamente il presidente della A.S TATAMI CLUB, con gli istruttori e alla pre-

senza del Dirigente Scolastico, hanno consegnato agli alunni una maglietta e alla Preside, prof.ssa Lauretta Corridoni, una targa ed un cd con le foto scattate durante la lezione di judo. Il giorno 1 Maggio 2010, presso il Bocciodromo delle Grazie, si è svolta la festa conclusiva dell’attività di bocce. I bambini hanno così potuto sperimentare il gioco anche sul campo da bocce regolamentare, attraverso una gara a quadre. Le prime tre squadre hanno ricevuto una coppa e gli altri un simpatico portachiavi. Il pomeriggio si è concluso con una splendida

merenda a base di pane e cioccolata offerta dalla BOCCIOFILA TOLENTINO. Nei giorni 3 e 4 giugno si svolgerà invece presso lo Stadio della Vittoria la manifestazione finale a cura dell’ A.S. LUBE VOLLEY. Tre ore di musica, gare e sport in compagnia dei bravissimi insegnanti di ed. motoria che hanno seguito per tutto l’anno i bambini del nostro Istituto. A tutte le A.S. va il ringraziamento da parte di tutti gli alunni, delle insegnanti e naturalmente della Dirigente. Referente Progetto “Giocosport . Scuola“ Ins. Cristina GobbiReferente Progetto “Giocosport . Scuola“ Ins. Cristina GobbiReferente Progetto “Giocosport . Scuola“ Ins. Cristina Gobbi

ra più dolce ! A quel pun-to è stato facile realizzare

che avevamo molte probabilità di vincere il torneo, anzi ne era-vamo convinti, considerando che l’adrenalina e l’entusiasmo erano ormai alle stelle. La partita è stata in bilico fino all’ultimo secondo, ma dopo molte difficoltà abbiamo battuto i nostri av-versari. Infine ci aspettava la squadra più facile da battere, in quanto i giocatori non erano determinati : i ragazzi della II C. Quando mancava solo l’ultimo punto per aggiudicarsi la vittoria, la” festa” era già iniziata e, alla fine, nessuno è riuscito a trattene-re tanta gioia! Questo torneo è stata una bella esperienza per tutti noi, ci ha insegnato l’importanza del gioco di squadra, il rispetto dell’avversario, il divertimento e il senso di benessere fisico e mentale che nascono dall’attività sportiva. Non sempre si può essere primi, quest’anno è toccato a noi e siamo dispiaciu-ti per i nostri sfidanti … che sono e resteranno amici, ma la vittoria gratifica e riempie di gioia. Al prossimo anno, ragazzi, anzi al prossimo torneo e … Che vinca il migliore!Che vinca il migliore!Che vinca il migliore!

I ragazzi della II DI ragazzi della II DI ragazzi della II D Secondaria di I° grado “ Dante Alighieri” Secondaria di I° grado “ Dante Alighieri” Secondaria di I° grado “ Dante Alighieri”

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Istituto Comprensivo “Don Bosco” e Progetto “Giocosport – Scuola”

EDUCAZIONE ALLA SALUTE/ AMBIENTE /GIOCO SPORT

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In occasione della cerimonia del cambio di denominazione del nostro Istituto, tra i vari interventi tenuti, ci piace mettere in evidenza la testimonianza di una collega, l’insegnante Maria Ma-rucci, che termina, proprio in quest’anno scolastico, il suo lungo servizio nella Scuola Primaria. Tutti hanno apprezzato il discorso della maestra Maria non solo per la bellezza delle parole, che ve-nivano pronunciate con tanta emozione dalla nostra collega, ma soprattutto per il suo essere testimonianza vera di un’insegnante che ha, in quarant’anni di lavoro, realmente servito la Scuola. Maria ha reso onore al nostro Istituto con la sua dedizione totale ai bambini e con la sua costante e attiva partecipazione alla vita scolastica. Riportiamo alcuni dei passi più significativi del suo discorso: Vorrei dire due parole come insegnante che ha vissuto parecchi anni in questo luogo. Credo che il tutto si possa sintetizzare in tre parole chiave. La prima è decondizionamentodecondizionamentodecondizionamento;;; quando sono entrata in ruolo questa era la parola “d’ordine”: decondizionare. Si trattava della funzione socia-le della scuola: decondizionare cioè fare in modo che gli alunni più in difficoltà per motivi vari (economici, di famiglia, personali) ricevessero dalla scuola la possibilità di riscattare la loro condizione. Era l’insegna-mento di don Milani: se dai lo stesso piatto di minestra a chi è affamato e a chi è sazio non hai fatto un’opera di giustizia. La seconda parola chiave è ospitalitàospitalitàospitalità. . . Ne state avendo una prova stase-ra ma è cosa antica. Una volta si dovevano accogliere maestri dal Porto-gallo, dall’Inghilterra e dall’Irlanda quale scuola pilota per un progetto Comenio. Era un momento in cui dovevamo far vedere come si faceva

scuola a Tolentino e quindi, ai loro occhi, in Italia. Avevamo preparato una bella mostra di lavori e tante iniziative nelle classi ma la sera pri-ma, come succede spesso, si capì che si poteva fare di più allora dopo cena la Preside e un gruppetto di maestre volontarie vennero a decorare l’ingresso, le scale ecc. Fra una cosa e l’altra si fece mezzanotte. I giorni seguenti comunque furono bellissimi e anche gli alunni generalmente poco interessati al lavoro scolastico diedero il meglio. E questo è lo scopo ultimo di ogni progetto scolastico: con iniziative varie, per intelligenze multiple si dice ora, coinvolgere tutti, muovere l’interesse e l’impegno di tutti perché ognuno dia il meglio di sé. La terza e ultima parola è un po’ particolare: giuramentogiuramentogiuramento. . . Fra queste mura un tempo quando si entrava in ruolo come maestri si doveva fare il giuramento. Si organiz-zava l’evento e l’interessato si presentava davanti al Preside con un collega testimone e giurava fedeltà, cioè si impegnava personalmente e formalmente a svolgere al meglio il compito che lo Stato in quel momen-to ufficialmente gli affidava. A Maria un grazie di cuore

per tutto l’impegno profuso in questi lunghi anni e un augurio sincero di altri lun-ghi anni di meritato e sereno riposo di cui godere in pen-sione!

Con affetto, le colleghe/ghi Con affetto, le colleghe/ghi Con affetto, le colleghe/ghi dell’ Istituto Comprensivo “Don Bosco”. dell’ Istituto Comprensivo “Don Bosco”. dell’ Istituto Comprensivo “Don Bosco”.

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PAROLA AI DOCENTI

VORREI DIRE DUE PAROLE...

ALLE COLLEGHE ALLE COLLEGHE ALLE COLLEGHE

RITA CRIALESI , RITA CRIALESI , RITA CRIALESI , GIGLIOLA DIGNANI GIGLIOLA DIGNANI GIGLIOLA DIGNANI EEE MADDALENA PETETTA MADDALENA PETETTA MADDALENA PETETTA

Un saluto caro, sincero ed affettuoso

a chi dopo anni di lavoro si appresta al meritato riposo.

Ma l’augurio che facciamo, mentre a far festa ci accingiamo,

è che di riposo non ce ne sia troppo

e con l’allegria nel cuore la vostra vita riparta al galoppo.

Per altri lidi, per spiagge inesplorate,

libere, belle e felici approdiate!

Certo qui lasciate un vuoto

che speriamo sia per poco…

la presenza possibilmente non sia solo nella mente.

Tra banchetti, viaggi e libertà

ricordate chi “ha da lavorà”…

Tanti cari auguriTanti cari auguriTanti cari auguri

I colleghi della Secondaria “D. Alighieri” I colleghi della Secondaria “D. Alighieri” I colleghi della Secondaria “D. Alighieri”

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LETTERA APERTA AI RAGAZZI

Lorenzo che ha paura dei cani.

Quando è arrivato è stata una sor-presa meravigliosa! Tutti volevamo accarezzarlo e lui era felicissimo di giocare con noi. Insomma, questo è stato un sabato un po’ matto perché Cesare correva di qua e di là anche sotto i banchi, ma per me è stato molto bello perché mi piacciono tanto i cani! Classe I / II AClasse I / II AClasse I / II A Scuola Primaria”G. Bezzi” Scuola Primaria”G. Bezzi” Scuola Primaria”G. Bezzi”

La classe V C, visto l’ avvici-narsi della fine dell’anno scolastico, ha deciso di fare una sorpresa alla maestra Daniela, che a fine anno scolastico andrà in pensione, porgendole un’intervista nascosta...Nonostante diverse difficoltà, alcuni alunni, con la complicità della mae-stra Katiuscia, sono riusciti a chiedere all’insegnante qualcosa che riguardasse la sua carriera scolastica, ma la sua plurien-nale esperienza e la capacità di leggere i volti dei suoi alunni hanno un po’ insospettito la maestra...Vengono riportate di seguito le domande fatte dagli “intervistatori” e le conseguenti risposte che la maestra ha dato di volta in volta. INTERVISTA NASCOSTA ALLA MAESTRA DANIELA 1 Perchè ha scelto di diventare maestra? - Ho scelto questo lavoro perchè fin da piccola avevo una bravissima insegnante che mi ha ispirato e mi ha insegnato ad amare il suo lavoro. 2 Quali sono sono stati i momenti più belli ed emozionanti? - Quando sono venuti Jimm e Hristina; perché li abbiamo accolti e li abbiamo fatto integrare. 3 In quali classi si è trovata meglio? - Non si può e non voglio scegliere, in tutte le classi mi sono trovata bene. 4 Con quale maestra ha fatto più amicizia? - Ho fatto amicizia con tutti i colleghi e con tutte le colleghe. 5 Quale recita le è piaciuta più realizzare? - Mi sono piaciute tutte le recite che ho insegnato ai miei alunni. 6 Quale sarà il ricordo che la legherà a questa classe? - Sempre l'evento dell'accoglienza di Jimm e Hristina. 7 Cosa ha imparato da tutti questi anni di servizio?

- Sia io che i miei alunni abbiamo imparato reciprocamente. 8 Quanti anni aveva quando ha insegnato per la prima volta? - Avevo soli 20 anni! Questo è voluto essere solo un piccolo saluto che alunni e colleghi hanno voluto porgere ad una grande insegnante che nel corso degli anni si è tanto prodigata per la scuola! GRAZIE DANIELA per la tua allegria e per la tua capacità di coin-volgerci in tanti progetti. La tua instancabile voglia di fare è per noi tutti un esempio da imitare. Gli alunni della classe 5Gli alunni della classe 5Gli alunni della classe 5aaa C C C

I colleghi del plesso I colleghi del plesso I colleghi del plesso

Il cane che ho conosciuto si chiama Cesare, è il cane della maestra Silvia. Ha il muso schiacciato, ha delle zampone grosse grosse ed una codina piccola piccola. È un Bulldog. L’insegnante ci ha detto che tanti anni fa questi cani lottavano contro i tori. Sapete quanto pesa? 7 Kg ed è lungo 60 cm. È di colore ocra con macchie scure e ha le orecchie basse, mangia tante crocchette e carne. È un giocherellone: fa un sacco di dispetti alla maestra Silvia! Il cane Ce-

sare ha tre mesi e deve imparare a non fare la pipì e la cacchina dap-

pertutto. Anche a scuola ha fatto la pipì proprio sul banco di

Se fossi il sindaco di Tolentino rimetterei le mattonelle antiche in Piazza San Nicola. Io vivo in centro e mi piaceva vedere nella vecchia piazza il “rosario” con la stella del Santo, era bello da vedere e ci ricordava un po’ della sua vita.

Le nuove mattonelle sono troppo moderne e delicate: si graffiano facilmente e con i liquidi si macchiano, spesso ci rimangono anche le impronte delle ruote delle auto che ci passano! Se fossi il sindaco della mia città farei un parco giochi solo per bambini; ci metterei giochi bellissimi per i più piccoli e quelli più impegnativi per i più grandi. Ci metterei un vigile severo per fare le multe ai ragazzi che fanno i danni. Infine se comandassi a Tolenti-no farei una scuola completamente in vetro antisfondamento, così potremmo gustare delle bellezze di un giardi-no enorme che la circondi, con piante grandissime e tanti tanti uccellini sui rami che cinguettano. All’interno ci farei un mega-salone, pieno di giochi per la ricreazione, perché noi bimbi abbiamo bisogno di giocare, è proprio una nostra esigenza! Essere sindaco è un mio sogno ma per adesso mi accontento di fare il capoclasse! Vittorio P ompei Brancaleoini / Classe IIVittorio P ompei Brancaleoini / Classe IIVittorio P ompei Brancaleoini / Classe IIaaa Primaria “G.Bezzi” Primaria “G.Bezzi” Primaria “G.Bezzi”

INTERVISTA NASCOSTA ALLA MAESTRA DANIELAINTERVISTA NASCOSTA ALLA MAESTRA DANIELAINTERVISTA NASCOSTA ALLA MAESTRA DANIELA

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Penso assolutamente che la mia sia una bellissima età, con alti e bassi, certo, ma pur sempre bellissima. Noi adolescenti racchiudiamo in noi stessi la spensieratezza di un bambino, ma abbiamo anche le nostre responsabilità che ci fanno sentire tanto grandi. Non dobbiamo solo accontentarci dell’età che abbiamo, bensì viverla fino in fondo, mo-mento per momento, pensando al domani come qualcosa che dobbia-mo costruirci oggi e pensando che proprio per questo motivo, dovrà

essere sempre migliore di oggi! Perché quello che stiamo vivendo ora non ci sarà più modo di riviverlo, come d'altronde tutto ciò che ha fatto parte della nostra vita fino ad ora. Secon-do me poi la vita è come uno specchio: se le sorridi lei ti ricambia il sorriso. Ma sarà per sempre così? Mi basterà chiudermi in camera e ascoltare una bella canzone per dimenticare

tutto il resto del mondo quando crescerò? Già, crescere, una faccenda oltremodo barbara e piena di inconvenienti, dicono alcuni. Ho paura di tutto quello che verrà, di quello che sarò e cosa la vita ha in servo per me. Nonostante tutto, mi sento fortunata a riuscire a vivere que-sto periodo così importante della mia vita con così tanta gioia e anche con un po’ di pazzia; perché no? E poi come diceva il grande Leopar-di:“Cotesta età fiorita è come un giorno d’ allegrezza pieno, giorno chiaro, sereno, che precorre alla festa di tua vita.” Tombolini Rachele 3^B / Secondaria I°grado “D. Alighieri”Tombolini Rachele 3^B / Secondaria I°grado “D. Alighieri”Tombolini Rachele 3^B / Secondaria I°grado “D. Alighieri”

Molto spesso nella vita, l’adolescenza è il periodo più difficile. Tutti fanno di tutto per non restare soli, per “entrare nel gruppo” e per farsi accettare. Durante l’età adolescenziale, si incontrano vari problemi, di cui si vorrebbe parlare con i propri genitori, ma non tutti sono capaci di parlare dei disagi che sentono. Altri invece, neanche ci

provano a comunicare, perché pensano che tanto gli adulti non capirebbero mai, ma dimenticano il fatto che anche i genitori una volta sono stati adolescenti. Questo fatto di non comunicare porta noi adolescenti a indossare una maschera e a fingere. Le uniche persone che veramente, sotto il nostro punto di vista, ci aiutano sono i nostri amici, probabilmente perché pensiamo che anche loro stiano “combattendo” con i nostri stessi problemi. Le preoccupazioni che pian piano vengono fuori in questo periodo sono parecchie, come per esempio l’aspetto fisico che per molti è il punto fondamentale per essere accettati in un gruppo e questo è principalmente colpa della televisione e dei modelli sbagliati che vengono sponsorizzati. Dobbiamo capire che bisogna accettarsi. Per me l’adolescenza non è difficile ma bella, però tante persone la vedono complicata per il semplice fatto che la vogliono veder così, non accettando i cambiamenti e chiudendosi in se stessi, fino a dare la colpa alla famiglia, alla scuola o molto spesso agli amici dicendo che non ci accettano. Tutti questi “complessi” o meglio problemi credo che ci servano per maturare, perché arriverà il giorno in cui capiremo che questo periodo l’abbiamo vissuto male o non al meglio delle nostre capacità. Gattari Emily 3^BGattari Emily 3^BGattari Emily 3^B Secondaria I°grado “D. Alighieri” Secondaria I°grado “D. Alighieri” Secondaria I°grado “D. Alighieri”

LETTERA APERTA AI RAGAZZI

Io penso che l’indifferenza nei confronti dei paesi poveri op-pure della gente che ha subito dei disastri come il terremoto, sia una cosa atroce. E dire “tanto non mi riguarda...” mi sem-bra superficiale. Al centro commerciale di Tolentino, ad esem-pio, c’era un signore che vendeva i biglietti della lotteria e in palio c’era un’auto con dei premi più piccoli:un giorno chiedo-no a mamma se potevamo acquistarne uno e così andammo; quando lo stavamo pagando, la persona che li vendeva ci disse che con il ricavato ci si comprava un’ambulanza per la nostra città e così ne comprai un’ altro. Il signore che li vendeva ci ringraziò e ci disse che avevamo fatto del bene a noi e alla no-stra città. Io risposi che lo avevo fatto per dare a Tolentino, un’ambulanza in più, per l’evenienza di un incidente con più di un ferito L’Enel, poi, ha creato un' associazione chiamata “Enelcuore”: questa ha donato un furgoncino con una rampa per caricarci i disabili e uno per i passeggeri, per il terremoto

in Abruzzo, hanno donato dei soldi per la ricostruzione delle case e nelle ten-dopoli fatto l’impianto elettrico. Io a volte vorrei donare due euro tramite cellulare, ma poi mi chiedo: i soldi che noi doniamo tramite il telefonino e la televisione arrivano a destinazione? Io

vorrei tirare questa conclusione: se non facciamo del bene alla nostra città o paese non lo faremo mai per gli altri paesi o città. Enrico Casadidio 2^C / Sec. I° grado “ D.Alighieri”Enrico Casadidio 2^C / Sec. I° grado “ D.Alighieri”Enrico Casadidio 2^C / Sec. I° grado “ D.Alighieri”

Primaria “G.Bezzi” Primaria “G.Bezzi” Primaria “G.Bezzi”

...Secondo me poi la vita è come uno specchio: se le sor-ridi lei ti ricambia il sorriso ...

L’egoismo, l’in-differenza, sem-

brano non appartenerci, cose che appartengono al mondo dei grandi. Inve-ce, io le vedo ogni giorno qui, a scuola, quando alcuni ragazzi prendono in giro i soliti mal capitati. Gli altri stanno a guardare e ridono, oppure cercano di svignarsela per paura di essere ridicolizzati anche loro. Questo come si chiama? Aiutare gli altri o pensare solo a se stessi? Penso che , qualche volta ci dovremmo fare, anche noi ragazzi, un esame di coscienza. Ad esempio porsi le seguenti domande: “Mi sarebbe piaciuto stare al suo posto? Mi sa-rebbe piaciuto se qualcuno mi avesse difeso/a invece di deridermi insieme al “bullo”? ” Le uniche risposte, possibili sono: “No, non mi sarebbe piaciu-to ... Sì, mi sarebbe piaciuto se qualcuno mi avesse difeso/a.” L’esame di coscienza dovrebbe aiutarci a capire che abbiamo sbagliato a non aiutare quel/la ragazzo/a. Ci dovrebbe spingere a non farlo più, a non schivare più le prese di posizione, ad aiutare le persone in difficoltà invece di deriderle ed allontanarle. Un’altra cosa su cui dovremmo riflettere è il perché i ragaz-zi “bulli”siano diventati effettivamente “bulli”, ridicolizzando i propri com-pagni senza motivo. Io penso che, a volte, questii ragazzi fanno i prepoten-ti, perché loro stessi hanno subito delle prepotenze e nessuno probabilmen-te ha preso le loro difese; è una catena... Quindi vi invito a riflettere ancora una volta : se ci aiutiamo gli uni con gli altri, se siamo solidali gli uni con gli altri, possiamo essere tutti migliori e possiamo sentirci la coscienza a posto. Quando vedete qualcuno in difficoltà, non lasciatelo in disparte e non deri-detelo, ma difendetelo come potete. Se il “bullo” vedrà che i suoi scherni verso gli altri compagni non sono più di gradimento, smetterà di fare il “bullo”. Ricordate, ciò che voi fate vi sarà fatto. Beatrice Taddei cl.2^ C Beatrice Taddei cl.2^ C Beatrice Taddei cl.2^ C Secondaria di I° grado “ Dante Alighieri” Secondaria di I° grado “ Dante Alighieri” Secondaria di I° grado “ Dante Alighieri”

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No all’egoismo, all’indifferenza. No all’egoismo, all’indifferenza. No all’egoismo, all’indifferenza. Sì alla solidarietà ed al volontariato.Sì alla solidarietà ed al volontariato.Sì alla solidarietà ed al volontariato.

Ma Ma Ma l’adolescenza l’adolescenza l’adolescenza è una è una è una bella età???bella età???bella età???

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di rapporti personali significativi. Ciò incide sulle sue condizioni fisiche e psichiche. La vita può essere avvertita spesso come priva di significato. Le passeggiate e la televisione finiscono per costituire gli unici svaghi che i vecchi possono permettersi. L’anziano oggi vive questa particolare situazione di solitudi-ne che comincia ad evidenziarsi fin dall’età del pensionamento, quando, espulsi dal mon-do produttivo, vengono di fatto socialmente emarginati. L’anziano infatti una volta fuori dalle attività lavorative si trova senza un ruo-lo e comincia ad avvertire drammaticamente la propria inutilità anche all’interno del suo stesso nucleo familiare. La situazione poi diventa ancora più dolorosa se sopravvengo-no malattie o problemi economici. Tale si-tuazione di disagio è ulteriormente aggravata dalla mancanza di strutture pubbliche effi-cienti e funzionali che siano in grado di forni-re all’anziano non solo l’assistenza sanitaria ma anche l’opportunità di impiegare il tempo libero, di valorizzare il suo patrimonio di esperienza e di saggezza. Ma non è sempre così, per fortuna! Dove esiste ancora il valore del rispetto, dove l'affetto prevale, la persona anziana è coinvolta, amata, consi

LETTERA APERTA AI RAGAZZI

Gli anziani sono la memoria storica di ogni fa-miglia, di ogni paese. I loro racconti, i loro ricordi mai vanno derisi e disprezzati. Viviamo in una società frenetica, veloce e chi, come la persona anziana non tiene il ritmo, spesso non è considerato, addirittura escluso. Quello che ancora più addolora è l’esclusione dell’anziano all’interno della famiglia stessa; il vecchio che vive al suo interno è spesso d’intralcio. È un dato di fatto: le generazioni non si parlano più, condividono fra loro sempre meno valori. Non deve stupire se gli anziani vengono affidati agli ospizi, alle case di riposo e dimenticati. Oppure quelli che possono vivono da soli in modesti locali, semi abbandonati da figli e parenti alla loro sorte, e tutti i giorni si legge sul giornale di un anziano che viene trovato morto dopo gior-ni, già in stato di decomposizione. Una morte senza aiuto e senza conforto, solitaria, come la loro condizione. La società contemporanea privilegia la produzione e il consumo e di con-seguenza la vita attiva, il successo. L’anziano, emarginato spesso perde la stima degli altri e di riflesso la propria. Il suo destino sembra essere l’isolamento, la solitudine, la mancanza

derata fonte di esperien-za e l'espe-rienza è la base fonda-mentale per la costru-zione del futuro di ogni persona. Ultimamente, per reinserire nel contesto sociale queste perso-ne, varie iniziative vengono promosse, per esempio ci sono scuole che le invitano a parlare del loro vissuto in tempo di guerra, oppure vengono organizzati dei corsi in cui gli anziani mettono la propria esperienza lavorativa, soprattutto se di tipo artigianale, al servizio dei bambini e dei giovani. Agli anziani dovrebbe essere non solo assicurato il diritto a un’esistenza adeguata , ma so-prattutto dovrebbe essere concessa la possi-bilità di svolgere compiti adatti alla loro età e alla loro preziosa esperienza. Gettare via un tale capitale di conoscenze e di saggezza è uno spreco che neppure una società come la nostra si può permettere. Sara Ranzuglia 3^B Sara Ranzuglia 3^B Sara Ranzuglia 3^B Secondaria 1^ grado “D. Alighieri”Secondaria 1^ grado “D. Alighieri”Secondaria 1^ grado “D. Alighieri”

Pur-troppo

al giorno d’oggi gli anziani ed i disabili sono un “peso” per la nostra società. Un tempo i nonni erano il perno del nucleo familiare, tutto ruotava intorno a loro. Il nonno era il capofamiglia, perché esistevano le famiglie patriarcali, con nonni, figli e nipoti che vivevano tutti sotto lo stesso tetto, ma chi “comandava”, chi prendeva le decisioni,era il nonno e guai a chi osava contraddirlo!!! Che bella atmosfera si respirava allora!!! Bastava poco per essere felici. Si viveva di quel poco che la terra offriva. Mio padre è vissuto con i nonni , proprio come io ho appena raccontato. Ora le cose sono molto cambiate. Innanzi tutto le famiglie sono composte da padre, madre e figli, quasi sempre unici. I nonni fanno comodo come baby-sitter o per accompagnare i nipoti ai vari sport, o per comprare quello che mamma e papà non vogliono acquistare, ossia per ”viziarli”. Ecco perché oggi si possiede di tutto e di più. Non ci si “suda” niente, basta aprire bocca e già si ha quel che si vuole, anche se non ce lo meritiamo. Forse i nonni ci danno quello che loro non hanno avuto. Invece i miei nonni che vivono con la pensione minima, mi regalano quello che possono e quando possono. Anche i miei genitori fanno così. Non mi fanno mancare niente per quel che riguarda cibo e vestiario, ma per le cose superflue, o che loro non ritengono necessarie, me le fanno guadagnare. Così è più gratificante ottenere il regalo (il premio). Io mi impegno a scuola, nello sport, e loro ogni tanto esaudiscono un mio piccolo desiderio. Anche perché cercano di spiegarmi il valore del denaro, che non piove dal cielo, ma è frutto di tanti sacrifici. Un tempo faceva piacere ascoltare le storie raccontate dai nonni, mentre oggi si preferisce guardare la tv o uscire con gli amici, perché li consideriamo “antiquati” o meglio di vecchia generazione. È difficile trovare un nonno (forse quelli più giovani) che sappia usare il cellulare con tutte le sue funzioni, il computer ed Internet, o i videogiochi, così li abbando-niamo a loro stessi e noi ci isoliamo nel nostro mondo virtuale. Preferiamo Internet al nonno brontolone o noioso. Succede pure che se uno dei due rimane vedovo, l’altro o rimane solo o si sistema in una casa per anziani, oppure si affida alle badanti, perché i figli sono sempre di corsa, stressati da mille impegni, quali il lavoro, la palestra, i figli, la casa ecc. Purtroppo a volte capita di trovare badanti poco affidabili, così se ne cambiano diverse fino a quando non si trova quella giusta. Lo stesso vale per i disabili, si dice tanto di abbattere le barriere architettoniche, ma fossero solo quelle!!! Non solo oggi è ancora difficile per i disabili essere autosufficienti, ma debbono fare i conti pure con l’intolleranza, la diffidenza e l’emarginazione. Per non parlare dell’ignoranza della gente “normale” (quando è proprio questa a non essere tale) che li deride o li umilia. Sarà molto dura cambiare queste abitudini di vita, ma spero con tutto il cuore che i

“bravi giovani”, ci riescano. Io ce la metto tutta, infatti ho un nonno che vive solo, ma tutti i giorni vado a trovarlo per vedere come sta e per fargli un po’ di compagnia, e lui è tutto contento.

Gattari Maria Stella 3 B Scuola Secondaria 1^ grado “D. Alighieri” Gattari Maria Stella 3 B Scuola Secondaria 1^ grado “D. Alighieri” Gattari Maria Stella 3 B Scuola Secondaria 1^ grado “D. Alighieri”

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Gli anziani Gli anziani Gli anziani e le persone e le persone e le persone più fragili più fragili più fragili nella società nella società nella società

Memoria storica...

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Abbiamo questo giornalino, di cui siamo molto orgogliosi, perciò abbiamo voluto

invitare una vera giornalista, la nostra concittadina Carla Passacantando, per scoprire quali sono i segreti della sua professione ed imparare a scrivere cor-rettamente gli articoli. La nostra ospite si è subito dimostrata molto disponi-bile a soddisfare le nostre curiosità ed ha risposto a tutte le nostre domande. Quali sono le principali fonti da cui ricava le informazioni?Quali sono le principali fonti da cui ricava le informazioni?Quali sono le principali fonti da cui ricava le informazioni? Le fonti più utilizzate da un giornalista di cronaca nera sono le istituzioni pubbliche: carabinieri, polizia, finanza, vigili del fuoco, ospedali... Molto spesso mi chiamano e io mi reco sul posto per raccogliere informazioni direttamente dai testimoni. E’ importante non rivelare mai le fonti , mantenendo il segreto professionale . In quale altro modo raccogl ie le not izie?In quale altro modo raccogl ie le not izie?In quale altro modo raccogl ie le not izie? A volte capito per puro caso nel luogo dell’ incidente, altre volte mi reco io personalmente in cerca di informazioni da scrivere. A volte noi giornalisti cerchiamo lo “scoop”, cioè la notizia che non è ancora stata scritta da nessun giornalista, quella che fa vendere più copie al quotidiano e che fa guadagnare di più. Il mio scoop più recente è stato quello in cui riportavo il caso di Don Vittorio, parroco di San Francesco,che ha pagato le multe dei parrocchiani che avevano parcheggiato in divieto di sosta davanti alla chiesa. Quali regole deve seguire un buon giornalista?Quali regole deve seguire un buon giornalista?Quali regole deve seguire un buon giornalista? Un giornalista che si rispetti deve rispondere alle cinque W ( What? Where? When? Who? Whi?), non deve riportare il proprio punto di vista; deve cercare di non lasciare “buchi”( cioè notizie che si trovano in tutti i quotidiani ma non sul proprio); non deve scrivere “bufale”, cioè falsità e deve rispettare la privacy dei minorenni. Usa preferibilmente titoli “caldi” o “freddi” ?Usa preferibilmente titoli “caldi” o “freddi” ?Usa preferibilmente titoli “caldi” o “freddi” ? Io utilizzo quasi sempre titoli “freddi”, perché non c’ è da fare molti giochi di parole, quando si parla di incidenti o altri fatti tragici.

Benedetta è una mia compagna di scuola ma è anche la mia migliore amica. È nel secondo banco,

perché è alta. I suoi occhi sono marrone scuro, i suoi capelli sono lun-ghissimi e soffici di colore castano. Le labbra sono carnose e a cuoricino, poco più scure della pel-le. Il naso è piccolino e rotondo, ha un viso tanto carino. È simpatica e tanto affettuosa. Spesso litighiamo ma alla notte io penso:- Mi manca la mia amichetta, quando la rivedrò, farò subito pace. A scuola, appena finita la lezione, ci piace leggere sotto la cattedra della maestra e ci diciamo i segreti. È proprio la mia migliore amica. Se non facciamo pace subito, ci ritroviamo spesso a scuola di danza e lì la facciamo di sicuro.Delle volte mi fa compa-gnia pranzando con me e nel pomeriggio facciamo i compiti insieme e giochiamo a fare le maestre. Ci piace tanto vedere i film e copia-re gli atteggiamenti dei nostri eroi. Quando sto con lei il pomeriggio vola e non vorrei che andasse mai a casa. Quando arriva la mam-ma e la porta via io la saluto dal vetro della finestra della sala da pranzo e il mio naso si appiccica, facendomi sembrare un maialino. È la mia amica del cuore e io le voglio un bene … che non si può descrivere! Irene Taccari Irene Taccari Irene Taccari Classe 2 Classe 2 Classe 2 aaa / Primaria “G. Bezzi” / Primaria “G. Bezzi” / Primaria “G. Bezzi”

Nel mese di Febbraio abbiamo deciso di scrivere un piccolo testo teatrale, dopo aver fatto una bella ricerca sulle maschere italiane delle varie regioni. Ci siamo divertiti tanto a scoprire pregi e difetti di ognuna, successivamente abbiamo preparato i dialoghi. Ma la fase più importante doveva arrivare:

studiare la nostra parte molto bene. Quando stavamo facendo le prove, io ero già molto eccitata: non vedevo l’ora che arrivasse il giorno della recita. Interpretavo due parti: Pantalone e Rosaura. Ecco il grande giorno, ero emozionata ma mi sentivo tanto importante, le mie guance erano rosse come due mele mature e le gambe mi tremavano, però l’applauso del pubblico mi dava coraggio. Stavo sulla pedana e recitavo con espressione, i bambini delle altre classi ridevano alle mie battute comiche ed io mi sentivo davvero brava! Era un sogno?

No, ci ero riuscita davvero! “Fare teatro” mi ha levato la timidezza e mi ha aiutato a parlare in pubblico, mi sono sentita tanto felice. Da quel giorno mi vergogno un po’ meno dei miei compa-gni e mi piacerebbe recitare al più presto. Sono sicura che da grande farò l’attrice e andrò in A-merica a recitare in un film di fantascienza. Volere è potere …

Classe IIClasse IIClasse IIaaa Primaria “G. Primaria “G. Primaria “G. Gattari Maria Stella 3 B Scuola Secondaria 1^ grado “D. Alighieri” Gattari Maria Stella 3 B Scuola Secondaria 1^ grado “D. Alighieri” Gattari Maria Stella 3 B Scuola Secondaria 1^ grado “D. Alighieri”

LETTERA APERTA AI RAGAZZI

Dove giungono gli articoli che Dove giungono gli articoli che Dove giungono gli articoli che lei scrive?lei scrive?lei scrive? Gli articoli che io scrivo arrivano via e-mail alla redazione di Macerata, dove fanno l’impaginazione, poi vengono inviati ad Ancona per essere stampati. Che differenza c’è fra le notizie Che differenza c’è fra le notizie Che differenza c’è fra le notizie date dal TG e quelle fornite dai date dal TG e quelle fornite dai date dal TG e quelle fornite dai quotidiani?quotidiani?quotidiani?

Le notizie del TG sono più sintetiche, spesso vengono date in tempo reale e sono accompagnate da immagini. Invece i quotidiani pubbli-cano le notizie il giorno dopo ma ampliate. Quali sono gli strumenti indispensabili per il suo lavo-Quali sono gli strumenti indispensabili per il suo lavo-Quali sono gli strumenti indispensabili per il suo lavo-ro?ro?ro? Io porto sempre con me due cellulari, una macchina fotografica, un computer portatile, un registratore e soprattutto la tessera di gior-nalista, che mi permette di entrare dappertutto. Quali difficoltà incontra nella sua professione?Quali difficoltà incontra nella sua professione?Quali difficoltà incontra nella sua professione? Nella mia professione ci sono due difficoltà: la prima è lo spazio, perché sulle pagine dei quotidiani la pubblicità ruba lo spazio alle notizie, quindi c’è da sintetizzare molto; la seconda sono gli orari perché, quando succede qualcosa, bisogna accorrere subito sul posto e quindi spesso non ho orari regolari. Che cosa le piace del suo lavoro?Che cosa le piace del suo lavoro?Che cosa le piace del suo lavoro? Del mio lavoro amo il fatto che posso conoscere tanta gente e che mi

permette di muovermi in cerca di notizie. Marco Giuliani, Marco Giuliani, Marco Giuliani, Alessia Salvatori 5^C Primaria “Don Bosco”Alessia Salvatori 5^C Primaria “Don Bosco”Alessia Salvatori 5^C Primaria “Don Bosco”

INTERVISTA AINTERVISTA AINTERVISTA A. .. .. .

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Caro diario, 20 Aprile 2010 sono le quattro di un caldo pomeriggio di un giorno di primavera; mi trovo disteso su un prato fiorito con qualche margheritina qua e là. Scrivo questa pagina non per obbligo scolastico ma come piacere personale e so che appena arrivato a casa la trascriverò al computer per renderla più presentabile. C’è un cielo limpido e ho l’ I-Pod alle orecchie, ma, cos’è? È lei, la canzone di ogni mia esperienza, dei miei sogni, è arrivata, è: “Forever Young” di Jay-Z. Alzo il volume per godermi questo bellissimo momento e nel frattempo scrivo, ma non scrivo ciò che mi passa per la testa, ti narro solo ciò che sta passando attraverso il mio cuore. Vedo scorrere davanti ai miei occhi tutti i momenti più belli della mia vita: dall’emozione provata nel primo giorno di scuola, quando mi sentivo come un naufrago in mezzo ad un’isola deserta, che poi si

sarebbe rivelata piena di cose utili per la vita, passando per quel giorno quando oramai al calar della luna le mie labbra vennero a sfiorar le sue, quelle della mia principessa. Fu un’esperienza indimenticabile, così come quella, purtroppo, di quando il mondo mi cascò addosso facendomi ritrovare solo, senza illusioni di falsi amici o di principesse. Ero semplicemente solo, ma per fortuna il buon Dio inventò la speranza e la forza di volontà e con un pizzico di sacrificio riconquistai tutto ciò che era svanito nella mia vita. Ora la vita era “completa” con amici pronti ad ascoltarti, con altri a cui dovevi stare vicino per i vari problemi dell’adolescenza e con una delle persone più importanti della mia adolescenza, che mi segnò e segna anche oggi tutto ciò che vivo, la mia amata. Di vita neanche un briciolo ne ho vissuta, caro diario che mi accompagni nelle mia esperienza, ma posso dire che sto crescendo e sto iniziando a capire che è importante vivere con dignità e lasciare un’impronta, sfruttando al meglio il tempo a nostra disposizione. Questa canzone mi sta facendo crescere assieme a tutti i problemi che i ragazzi devono risolvere e la cosa più bella e speciale di questa canzone è che ogni volta che la ascolto capisco più cose sulla vita e ho sempre più ricordi, belli e brutti, ma che servono per crescere, quindi FOREVER YOUNG! Matteo Vicomandi Matteo Vicomandi Matteo Vicomandi --- classe 3^ B / Secondaria 1^grado “D. Alighieri” classe 3^ B / Secondaria 1^grado “D. Alighieri” classe 3^ B / Secondaria 1^grado “D. Alighieri”

LETTERA APERTA AI RAGAZZI

Avevo dieci anni e da qualche anno chiedevo ripetutamente che mi venisse regalato un cane. Era proprio la mattina della mia Prima Comunione, me lo ricordo come se fosse ieri. Conclusa la ceri-monia mi recai all’ uscita della chiesa e a mia completa insaputa trovai dentro un cestino con sopra un fiocco bianco una cucciola di barboncino. Ancora incredula l’ abbraccia e capii che uno dei miei sogni più belli si è realizzato. Quando finalmente poteii portarla a casa, all’ inizio mi dovevo adattare alla presenza di un nuovo ospite però poi con il tempo mi sono abituata, perché per me è come se avessi una sorella. Purtroppo mi viene rimproverato il fatto che io non me ne prendo poi tanta cura, lo ammetto ma mi giustifico dicen-do che non ho tempo. Però devo ammettere che la presenza del cane in casa mi ha fatto crescere. Mentre prima avevo paura di rimanere a casa da sola, da quando è arrivata lei, all’ inizio se mi veniva paura la stringevo forte e ora per me è una cosa normale quella di rimanere a

casa da sola, di ciò forse devo dire grazie anche a lei. Da quando è arrivata ho trovato ”l’ amica dei giochi”, in questo periodo non lo facciamo quasi più ma all’ inizio soprattutto quando la sera tornavo a casa stanca, mi divertivo tantissimo a giocare con lei e a farle coccole e lei era contentissima. Ogni tanto se le parli ti dà quasi l’ impressione che ti capisca; secondo me: le manca solo la parola! Quando mi sento triste di solito è la prima a venirmi a con-solare e questo è molto importante, perché non mi fa sentire più sola come prima. Quando c’è magari non la considero più di tanto, ma se per caso non c’è la sua mancanza si sente. Le voglio molto bene!

Maria Giulia MosconiMaria Giulia MosconiMaria Giulia Mosconi Secondaria di I° grado “Dante Alighieri” Secondaria di I° grado “Dante Alighieri” Secondaria di I° grado “Dante Alighieri”

. ..Da quando è arri-vata ho trovato ”l’ amica dei giochi”, ...Ogni tanto se le parli ti dà quasi l’ impressione che ti capisca; secondo me: le manca solo la pa-rola!...

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“ Che bella la Terra!” Questo hanno detto i primi uomini che sono giunti quassù il 21 luglio 1969. Ed è la verità! Guardarla è uno spettacolo meraviglioso! Sullo sfondo nero punteggiato di stelle appare questa palla azzurra con pennellate di bianco che si muovono in continuazione assumendo tante forme differenti. Sembra che si chia-mino “nuvole” e che ci siano solo sulla

Terra. Quante volte ho so-gnato insieme a queste strane figure! Quante volte ho desi-derato avere tutte quelle cose straordi-

narie che possiede la Terra! Purtroppo io non ho né aria, né acqua ma solamente montagne, rocce e crateri, e nessun essere vivente potrebbe sopravvivere. Ma an-ch’io ho il mio fascino, infatti gli uomini mi guardano da tanto, tanto tempo con i loro lunghi “cannoni”, sempre più grandi e potenti; poi studiano, discutono, proget-tano, costruiscono e io intanto mi faccio ammirare in tutte le posizioni che conosco e … aspetto che tornino a trovarmi. E’ così bello avere qualcuno che ti fa compa-gnia! Nel frattempo mi godo lo spettaco-lo. Gli uomini non immaginano quante cose riesco a vedere; sono piuttosto di-stante ma ho la vista buona e anche se quel prepotente del Sole talvolta mi fa scompa

rire con la sua luce accecante, io sono

sempre lì, attenta e riservata. Tanto non ho nient’altro da fare! Ho scoperto che la Terra possiede tanta acqua, raccolta in grandissimi contenitori o distribuita su tutta la sua superfi-cie; in essa è apparsa la vita per la prima volta e continua da milioni di anni a ospitare tantissimi animali e vegetali che non potrebbero vivere altrove. Il resto della sua superficie è così vario che è difficile anche da immaginare qualcosa di più bello: verdissime foreste popolate da uccelli coloratissimi, immense distese di sabbia brucia-te dal sole dove sopravvivono solo piccolissimi esseri viventi, montagne altissime e pianure di ghiaccio, ma anche dolci colline, vulcani terrifi-canti e poi isole più o meno grandi che spunta-no dall’acqua come funghi … Insomma, una meraviglia tale non è mai esistita nel Sistema Solare! E poi ci sono gli uomini: quei piccoli esseri a cui tutta questa meraviglia è stata affida-ta! Non è poi da tanto tempo che sono arrivati, solo quattro milioni di anni fa; eppure sono riusciti a combinare più guai di tutti i meteoriti che mi hanno colpito dalla nascita fino ad oggi! All’inizio non è stato semplice per loro soprav-vivere; hanno dovuto imparare tante cose ma poi, quando sono diventati più “intelligenti”, hanno cominciato ad essere più egoisti e prepo-tenti ed allora sono scoppiate guerre terribili che in poco tempo distruggevano tutto quello che con fatica avevano costruito. Durante la loro esistenza continuano a utilizzare e a tra-sformare senza limiti tutte le ricchezze che la Terra possiede. La loro sete di supremazia e di conquista non ha mai fine e così ora li vedo soffocare nello smog delle loro metropoli, affo-

gare nei rifiuti che hanno prodotto, consumare le ultime risorse per circon-darsi di cose inutili, sterminare gli ani-mali e distruggere le foreste … Chissà se hanno mai pensato che su quel pianeta sono solo ospiti e non padroni, e che sono così fragili e delicati da scomparire in un attimo quando le forze della Terra si scatenano!A volte vorrei gridare: “Ehi! Laggiù! Smettetela! Mettete la testa a posto e datevi da fare perché io non voglio ritrovarmi a girare attorno ad un sasso grigio e polveroso come me! Ce ne sono tanti così nell’Universo!” E ancora: “Piantate nuovi alberi, non sprecate quelle ricchezze che vi sono state donate, imparate a vivere più semplicemente e, soprattutto, a condivide-re!”Ultimamente ho notato che alcuni costrui-scono delle grandi pale che si muovono quan-do soffia il vento o degli specchi che catturano i raggi del sole, così producono energia pulita, altri riutilizzano i rifiuti dopo averli trasforma-ti o ne ricavano fertilizzanti, altri ancora in-ventano cose che non sporcano o creano luo-ghi dove gli animali possano vivere tranquilla-mente. Che geni questi uomini quando si met-tono a discutere in pace e a lavorare insieme! Io lo dico sempre alle stelle o alle comete di passaggio: “Gli uomini sono gli esseri viventi più in gamba che io conosca, se decidono di usare il cervello!” Classe 4CClasse 4CClasse 4C Primaria Don Bosco Primaria Don Bosco Primaria Don Bosco

novità : abbiamo sentito le stesse cose per cinque anni dalle nostre mae-stre … Successivamente ci siamo divisi in gruppi per svolgere le attività laboratoriali. Nell’ aula di Informatica il prof. Ci ha tenuto un’ entusia-smante lezione di Geografia virtuale, grazie al programma Google Earth. E’ stato straordinario! Sembrava proprio di viaggiare veramente. Nell’ aula di ceramica c’ era ad attenderci la prof. ssa Giorgetti, che ci ha inse-gnato a lavorare l’ argilla, costruendo una piastrella con decorazioni per-sonali. Con il prof. Pascucci, insegnante di Musica, ci siamo recati nell’ aula di pianoforte e lì ci ha parlato della respirazione corretta, utile per cantare. L’ insegnante si è rivelato molto simpatico e comunicativo. A poco a poco i nostri timori si sono sciolti, perché i professori hanno cer-cato di metterci a nostro agio fin dal primo momento. Per finire, un gruppetto di ragazzi si è esibito in un piccolo concerto strumentale con flauto, chitarra, pianoforte e batteria. E’ stata un’ esperienza bellissima e adesso sappiamo quello che ci aspetta. E’ ora di prepararci mentalmente alle medie. Emanuele Luconi, 5^ C Emanuele Luconi, 5^ C Emanuele Luconi, 5^ C Primaria “Don Bosco” Primaria “Don Bosco” Primaria “Don Bosco”

ORIENTANDOCI

La parola “ orienta-mento” deriva da O-

riente. Quando gli uomini antichi volevano trovare la strada giusta, con il sole cercavano l’ Oriente, dopodiché capivano dove si trova-vano gli altri punti cardinali. Anche noi ragazzi di quinta , al termi-ne dei cinque anni di scuola primaria, dobbiamo conoscere la giu-sta direzione, per questo il nostro Istituto , come tanti altri, ha organizzato degli incontri con professori della Scuola Media e la

visita ad alcuni laboratori didattici. L’ incon-tro è avvenuto in Aula Magna, dove il prof. Venanzoni ci ha accolto per illustrarci le attività. Noi eravamo un po’ intimoriti e, nello stesso tempo, curiosi di ascoltarlo. Ci ha spiegato, innanzitutto, che alla Scuola Media servono dei requisiti ben precisi: ri-spetto delle regole e dei professori, studio costante e non dimenticare il materiale scola-stico. Riflettendo, però, queste non sono

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LA LUNA CI GUARDA

...Io lo dico sempre alle stelle o alle comete di passaggio: “Gli uomi-ni sono gli esseri vi-venti più in gamba che io conosca, se decidono di usare il cervello!”...

L’ANGOLO DELL’ARTISTA

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Quest'anno alla Primaria Grandi c'è stata una novità: il progetto di storia dell'arte! Con alcuni alunni della 3 ^A e della4^ B abbiamo partecipato a questo progetto con la maestra Anna Rita per un percorso nell'arte antica. Eravamo tutti super cu-riosi di affrontare questa nuova esperien-za... Armati di cartelline, astucci, quaderni e F4 abbiamo imitato gli uomini del Paleoli-tico e del Neolitico nell'arte rupestre e nella costruzione dei villaggi; abbiamo esplorato il mondo artistico dei Sumeri, degli Assiri, dei Babilonesi e degli Egizi. Il seguito, speriamo alla prossima puntata Irene, Martina, Francesca,Riccardo classe 3^ B Primaria “A. Grandi”

Prima di iniziare il progetto di arte antica eravamo molto emozionati e curiosi non vedevamo l' ora di co-minciare... Il primo è stato un giorno tra i più belli, ci siamo divertiti molto! Abbiamo conosciuto e fatto cose nuove con impegno e interesse. Ogni volta siamo ritornati in classe felicissimi! Speriamo di poter continuare il prossimo anno scolastico... Alessandro V., Alessandro G., Simran, Filippo Classe 3^BPrimaria “A.Grandi”

PROGETTO STORIA DELL’ARTEPROGETTO STORIA DELL’ARTEPROGETTO STORIA DELL’ARTE Dopo aver letto la poesia di Gianni

Rodari “Scherzi di Carnevale” abbia-mo provato ad inventare anche noi

una filastrocca:

ScherziScherziScherzi dididi CarnevaleCarnevaleCarnevale Mi metterò una maschera da pirata Suonerò alla sirena una serenata. Mi metterò una maschera da Colombina Per essere sempre più biri-china. Mi metterò una maschera da cavalla Per far credere a tutti Che la maestra è diventata gialla! Classe Ia A Primaria “G. Bezzi”Classe Ia A Primaria “G. Bezzi”Classe Ia A Primaria “G. Bezzi”

C'era una volta una bella ragazza sfortunata di nome Cenerentola, costretta a vivere con una zia bisbetica e le sue due figlie. La zia non le voleva bene e la costringeva a fare i lavori di casa: passare l'aspirapolve-re, cucinare, preparare e accendere la lavastoviglie e la lavatrice. Inoltre, le cugine

dispettose pretendevano vestiti sempre in ordine e colazione a letto. Siccome la mattina andava anche a scuola, non aveva mai tempo per riposarsi e guardare la TV, poteva solo ascolta-re alla radio il suo cantante preferito, mentre lei puliva. Si chiamava Jhonny Taylor, era alto, snello, moro e con gli oc-chi blu! Un giorno, Cenerentola sentì alla radio questo annun-cio: - Jhonny Taylor organizza una grande audizione in diretta televisiva, per trovare una ragazza

che canti con lui. Purtroppo, anche la zia e le cugine ascoltarono la notizia e subito iniziarono a fare vocalizzi e gorgheggi. La sera dell'audizione, le cugine uscirono vestite di tutto punto, mentre Cenerentola rimase a casa a lavare i piatti pian-gendo. Ad un certo punto, si sentì suonare il campanello: era l'amata nonna di Cenerentola. Vedendo la nipotina così triste, decise di aiutarla. Poiché la nonna era una sarta bravissima, prese il suo ago fatato e cucì in poco tempo un bellissi-mo abito da sera. Poi, per completare, tirò fuori dalla borsa un paio di sandali dorati tacco 15 di quando era giovane. Pe-rò, così elegante, Cenerentola non poteva raggiungere gli studi televisivi con la sua 500 vecchia e scassata. Allora, la aiutò Alfredo, suo amico di infanzia e meccanico esperto: con una chiave inglese molto speciale, riuscì a trasformare la vecchia auto in una lussuosa Limousine. Dopo averla salutata, la nonna raccomandò: -

Rientra prima di mezzanotte o la zia ti scoprirà! Così, Ceneren-tola partecipò all'audizione, cantò benissimo e Jhonny Taylor si innamorò di lei. A mezzanotte in punto, la ragazza scappò di corsa dagli studi, inciampò e perse un sandalo. Rientrò a casa un secondo prima della zia e delle cugine e fece finta di dormire. Il giorno dopo, il famoso cantante cercò ovunque la proprietaria del sandalo dorato. Infine, la vide dalla finestra della cucina, mentre preparava il frullato di banane. La portò con sé, la sposò con grande invidia delle cugine e vissero per sempre felici, contenti e cantanti.

Classe II Classe II Classe IIaaa A, Scuola Primaria “A. Grandi” A, Scuola Primaria “A. Grandi” A, Scuola Primaria “A. Grandi”

L’ANGOLO DELL’ARTISTA

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dove passa il quel mo-mento il direttissimo per il di-vertimento! Quando il treno si è fermato sono caduta sull'erba del prato che morbidezza, che profumino, sembrava l'ammorbidente Coccolino! Cari bambini belli e cari, per fortuna che da voi è arrivata la raccolta differenziata, coi sacchetti colorati quanti prati si sono salvati!

Sarebbe bello che ogni bambino trasformasse in un posto pulito ogni angolino, mi aiutereste per favore, a fare del mondo un posto migliore. Classe IVClasse IVClasse IVaaa A A A Scuola Primaria “A: Grandi” Scuola Primaria “A: Grandi” Scuola Primaria “A: Grandi”

Cari bimbi belli e cari, sono una semplice fogliolina che cade in Autunno da sera a mattina, ho la fortuna di poter volare che per il mondo mi fa viaggiare. Proprio in un giorno fortunato è arrivata una ventata dal mio ramo mi ha staccata. Ho preso il volo per ore ed ore, stanca ed annoiata, poi ho chiuso gli occhi e mi sono addor-mentata. Al mio risveglio ero in bocca ad un gabbia-no un po' antipatico,

gli ho chiesto:”Dove mi porti, nel Mar A-driatico?” Ma l'uccello del mare non mi risponde... una calda lacrima dai suoi occhi scende... ...nella discarica sono finita, che puzza si sente di frutta marcita!

Ma poco prima dell'atterraggio, cado dal becco e volo via proprio sopra la ferrovia

Quel giorno siamo diventati pasticcieri esperti come quelli della “Prova del cuoco”! Tutto è cominciato mercoledì scorso quando abbiamo scritto la ricetta e poi giovedì ci sia-mo divisi in due gruppi per preparare in cucina i frollini per la festa della mamma. Avevamo tutto l’occorrente. Abbiamo messo la farina

sul tavolo, nell’incavo abbiamo messo lo zucchero, il burro a tocchetti e le uova, senza dimenticare un pizzico di sale. Poi la maestra ha impastato gli ingredienti velocemente. Un pezzo dell’impasto lo abbiamo messo in frigo e l’altro lo abbiamo usato subito con gli stampini per dare la forma ai biscotti. Li abbiamo messi sulla teglia e poi … tutti a decorarli con chicchi di cioccolato, ciliegine candite, codine di zucchero colorate e al cioccolato. Con l’altro pezzo di pasta frolla e del cacao amaro abbia-mo ottenuto i biscotti al cioccolato e poi … un altro giro di stampini. Quando la teglia era piena li abbiamo messi in forno e, nell’attesa, sentivamo il profumo inebriante che rallegrava e trascinava tutti nel paradiso dei profumi. E ancora biscotti e decorazioni a tutto spiano riempiendo un’altra teglia. Alla fine li abbiamo portati in classe coperti con un panno di cotone. Così abbiamo finito di preparare i “ biscottini paradiso”. Ma non è finita qui, perché il giorno successivo, per assicurarci che fossero

buoni, li abbiamo assaggiati. Non scorderò più quel buonissimo sapore! Mi sono emozionato così tanto nel fare il pasticciere con la mia classe e con la maestra che proporrò a mio padre di farne cento di quei buonissimi biscotti-ni! GNAM! GNAM! Lorenzo G. 4^C, Lorenzo G. 4^C, Lorenzo G. 4^C, Scuola Primaria Don Bosco Scuola Primaria Don Bosco Scuola Primaria Don Bosco PAGINA 17

“ LETTERALETTERALETTERA AAA TUTTITUTTITUTTI I I I BAMBINIBAMBINIBAMBINI DELDELDEL MONDO”MONDO”MONDO”

L’ANGOLO DELL’ARTISTA

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La lucertola Gonzilla … ra decisero di andare da Malibù, una vecchia gazza saggia, che viveva su un'acacia. Malibù ascoltò le lucertole, e così rispose: "Domani a mezzogiorno nascondetevi tutte, e lasciate fare a me." Il giorno dopo Malibù volò su un ramo vicino a dove Gonzilla stava prendendo il sole. Non c'era nessun'altra lucertola nelle vicinanze. La gazza guardò un poco Gonzilla, poi tolse da sotto le piume una lente che ave-va rubato qualche anno prima sulla nave di un pirata. La mosse di qua e di là, spostandosi sul ramo, finché riuscì a concentrare un rag-gio di sole sulla testa di Gonzilla, che se ne stava beata a occhi chiusi. "Ahiahiai!" gridò la lucertolona, e aprì gli occhi. Da sopra la testa saliva un filo di fumo. "Cosa succede, cara?" disse Malibù, dopo aver nascosto la lente sotto l'ala. "Succede che mi sono bruciata qui sopra!" "E' stata la luce del sole, cara!" disse Malibù, muovendo la coda pennata. "Il sole? Ma come? Il sole non mi ha mai scottato in questo modo!" disse Gonzilla.

"Eh già … ma vedi, adesso le altre lucertole non ci sono più …" disse la gazza. "Prima la luce andava su tutte: ora che sei sola cade tutta su di te, e ti scotta!" "Davvero?" disse Gonzilla, e si mise a correre di qua e di là chia-mando: "Sorelle, amiche, lucertole care, tornate, presto!" Fu così che Gonzilla smise di di-sturbare le lucertole, e non si scot-tò

C'era una volta una lucertola molto prepo-tente: era più grossa delle altre e si chiamava Gonzilla. Quando vedeva un'altra lucertola, le andava davanti e diceva:

"Non rubarmi il sole, tu!" "Ma io non te lo rubo, Gonzilla! Di sole ce n'è per tutte!" "Storie! Il sole che prendi tu non lo prendo io!" grida-va Gonzilla. "Vattene, o ti mordo la coda!" Più in là c'era un'altra lucer-tola al sole. Gonzilla le

correva davanti. "Questo sole è per me, ladruncola!" "Ma di sole ce n'è per tutte!" "Sciocchezze! Il sole che prendi tu non lo prendo io!", e la scacciava. Così faceva Gonzilla, giorno dopo giorno. La

vita delle lucertole era difficile, e allo-

“Questo sole è per me

ladruncola...ma di sole ce

n’è per tutte...”

Uno dei p iù grandi scri ttori i tal iani per bam-bini , ragazzi e adult i Roberto Piumini a To-lentino per incontrare gl i a lunni de l nostro I st i tuto . Lo scrittore Roberto Piumini, autore di romanzi, racconti, testi poetici, testi teatrali e televisivi, apprezzato dai giovanissimi come dai lettori più adulti, è stato il protagonista di uno dei tanti incontri programmati con

autori di libri, organizzati dalle insegnanti Funzioni Strumentali alla Biblioteca Prof.sse Gigliola Dignani e Michela Compagnucci in collaborazione con l’ assessorato alla Cultura del Comune di Tolentino. Giovedì 29 Aprile a partire dalle ore 8.30 alle ore 16,30 Roberto Piumini insieme alla sua collaboratrice Monica Rabà ospiti del nostro Istituto presso l’ aula Magna della sede Centrale sita in piazza “Don Bosco”, n° 11 hanno incontrato gli alunni delle scuola dell’ infanzia plessi “A.Grandi” e “G. Bezzi” e delle scuole Prima-rie plessi “A.Grandi”, “G.Bezzi” e “Don Bosco” , per coinvolgerli in diverse attività. Tra le proposte, per i bambini dell’ ultimo anno della scuola dell’ Infanzia è stato presentato lo spettacolo “L’ACQUA DI BUMBA”. Roberto Piumini ha letto ai piccoli spettatori Bumba racconto in rima che parla di Africa, acqua preziosa e generosità. Prima e durante la lettura i bambini, trasformandosi in prota-gonisti attivi, aiutati da Monica Rabà, sono stati coinvolti nella preparazione di varie e semplici sagome colorate con le quali hanno arricchito lo spazio scenico. Si sono alternati momenti di laboratorio con gli alunni della Scuola Primaria, con i quali Roberto Piumini ha animato una conversazione, sui libri da loro letti, sui temi della scrittura e della lettura, sulla poesia e sull’esperienza dello scritto-re. Nello stesso tempo Monica Rabà ha inventato , con l’aiuto dei bambini del Primo ciclo di Scuola Primaria, un alfabeto fatto di immagini per “Disegnare con le parole”….Le animazioni sono proseguite nel pomeriggio con interventi entusiasmanti e coinvolgenti per gli alunni di terza IV e V relativamente ai libri da loro letti e all’ animazione da parte loro di una storia ( riportata di seguito) con l’ aiuto dello scrittore. All’ incontro sono intervenuti: l’ Assessore alla Cultura Signor. Massimo Seri, il quale si è com-plimentato con lo scrittore e con gli insegnanti che con grande tenacia portano avanti questo progetto altamente formativo per gli alunni e gli operatori di Video Tolentino che con loro riprese ci hanno permesso di documentare momenti altamente significativi per i nostri alunni. I bambini tutti sono rimasti affascinati da questa esperienza che rimarrà per sempre nei loro ricordi. La Funzione Strumentale alla Comunicazione

“Bel le da leggere e da ascoltare”“Bel le da leggere e da ascoltare”“Bel le da leggere e da ascoltare”

BIBLIODOC / PROGETTO LETTURA / CINEFORUM

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Bel le anche da drammatizzare ins ieme. . .Bel le anche da drammatizzare ins ieme. . .Bel le anche da drammatizzare ins ieme. . .

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TRAMA : TRAMA : TRAMA : Un pittore di nome Sakumat viene chiamato dal burban Ganuan nella terra di Nactumal, in Turchia, per dipingere le pareti della stanze di suo figlio Madurer che ha una strana malattia incurabi-le e non può mai uscire all’aperto. In ognuna delle tre stanze a di-sposizione il pittore dipinge per più di un anno scene di vita, pensate e decise insieme al bambino. Quando le condizioni di Madurer si aggravano, Sakumat dipinge nuovamente le stanze già completate, per far continuare in esse il flusso della vita. Alla morte di Madurer, Sakumat decide di non dipingere mai più e si ritira a vivere in un villaggio vicino a quel mare che piaceva tanto al suo piccolo amico. COMMENTOCOMMENTOCOMMENTO Il libro ci è piaciuto tantissimo perché la storia è ricca di sentimento e piena di poesia e le descrizioni sono vera-mente efficaci: quando la maestra ce lo ha letto in classe, ci sembrava di stare al cinema e di vedere un film in 3D con gli appositi occhiali.! Abbiamo provato tante emozioni, siamo diventati anche noi amici del piccolo protagonista e abbiamo sofferto con lui quando stava male. Abbiamo pianto, ma proprio tanto, quando Madurer è morto, non ci potevamo credere … Ecco, il finale è l’unica parte che non ci è piaciuta! Abbiamo anche scritto una lettera al signor Piumini per dirgli queste cose , gliel’abbiamo consegnata a mano quando è venuto a trovarci . Nella lettera gli abbiamo anche proposto alcuni finali alternativi che abbiamo scritto noi in piccoli gruppi e poi rivisto insieme a tutti i compagni e alla maestra. Chissà cosa ne pensa Roberto Piumini … Risponderà mai alla nostra lettera? Intanto abbiamo scelto a maggioranza uno dei nostri finali per pubblicarlo su “Filo, filo … il giornalino che ti tiene unito”. La storia ora è diventata un po’ fiabesca, ma noi la preferia-mo così … Voi cosa ne dite? Capitolo dodicesimo Capitolo dodicesimo Capitolo dodicesimo “… La costruzione delle nuove stanze fu interrot-ta.Poco dopo la fine della primavera Madurer ebbe un'altra crisi peggiore della precedente. Per tre giorni rimase senza conoscenza, tormentato e consu-mato dalla febbre violenta. Quattro medici, mandati d'urgenza a chiamare dalle città vicine, rimasero accanto al letto, consultandosi ed osservando la sua sofferenza...”

Testo collettivo Testo collettivo Testo collettivo --- Finale alternativo Finale alternativo Finale alternativo n°2n°2n°2 Infine uno dei dottori annunciò: -Purtroppo non siamo riusciti a trovare una cura per il bambino. Ci dispiace mol-to, ma non possiamo più fare nulla. Sconsolati, i dottori tornarono ai loro paesi. Sakumat guardò Ganuan; Ganuan ricambiò lo sguardo. I loro occhi erano offuscati da un velo di disperazione. Con passi lenti e pesanti Ganuan lasciò la stanza e si recò in giardino. Sakumat lo seguì. Il pittore abbracciò il fraterno amico e insieme piansero tutte le loro lacrime. Quan-do quelle gocce di dolore toccarono il suolo, un polvere d’oro si alzò e tra le scintille spuntò un luminoso germoglio. I due uomini, frastornati, sciolsero il doloroso abbraccio e subito riconobbero lo STRALISCO. La pianta immaginata da Madu-rer era diventata reale! Ganuan e Sakumat pensarono subito che un avvenimento così eccezionale potesse essere importan-te per il bambino, così, con delicatezza, prelevarono la prezio-sa piantina e la portarono a Madurer. Quando il piccolo malato udì il proprio nome, a fatica aprì gli occhi e subito fu colpito dal bagliore del fiore-lucciola e un sorriso si allargò sul pallido viso. Il bambino allungò il braccio e toccò lo STRALISCO: la luce del fiore immediatamente si propagò al corpicino del malato … -Padre … mi sento strano … Un soffio di energia si sta diffondendo nel mio corpo, ho voglia di alzarmi, di muovermi, di dipingere … Tra lo stupore dei due uomini, Madurer si alzò e andò a prendere i pennelli, poi si rivolse al pittore dicendo: -Sakumat, riprendiamo a dipingere ? Il pittore e il burban si guardarono , la disperazione nei loro occhi era scomparsa lasciando il posto alla speranza e alla gioia … Ora la vita avrebbe ripreso a scorrere sulle pareti delle stanze di Madurer … Classe 3^BClasse 3^BClasse 3^B Primaria “A. Grandi” Primaria “A. Grandi” Primaria “A. Grandi”

TESTO: TESTO: TESTO: LO STRALISCOLO STRALISCOLO STRALISCO

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Noi alunni della seconda C abbiamo partecipato al Progetto lettura e ab-biamo letto il libro “IL leone verde” di Roberto Piumini. Con il libro abbiamo realizzato un torneo a squadre. La nostra classe è divisa in LUPI e in DRAGHI. Quest’anno hanno vinto i LUPI. Nell’ultimo gioco intitolato “Il libro e io” ognuno di noi ha parlato del libro letto. Vi raccontiamo qualche commento. -Questa storia mi è piaciuta quando Ugo si trova il leone verde sulla pan-cia perché se il leone non era buono lo avrebbe mangiato. Mi sono sentita sollevata!

-Questo libro mi ha fatto commuovere e ho pianto quando il leone verde è scomparso in un soffio; ho capito che ci affezioniamo agli altri e che dobbiamo rispettarli. -Ugo mi fa pensare a mio fratello per i capelli, perché è magro come lui e perché come lui ama l’avventura. -Il libro mi è piaciuto quando i personaggi hanno fatto cena perché hanno mangiato il budino al cioccolato. Ora il torneo è finito e i DRAGHI aspettano la rivincita in classe terza! Classe II^ C Classe II^ C Classe II^ C Primaria Don Bosc Primaria Don Bosc Primaria Don Boscooo

IL NOSTRO TORNEO DI LETTURAIL NOSTRO TORNEO DI LETTURAIL NOSTRO TORNEO DI LETTURA

AUTORE : Roberto Piumini CASA ED. Einaudi Ragazzi

BIBLIODOC / PROGETTO LETTURA / CINEFORUM

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tecniche grafico - pittoriche. I cartelloni sono stati preparati in occasione dell'incontro del 29 Aprile, giorno in cui i bambini hanno assistito ad un divertente spettacolo “Bumba” con Piumini e Monica Rabà, i quali li ha coinvolti attivamente, con il movimento la musica, la ripetizione voca-le di alcune frasi del racconto e il disegno, tanto da farli divertire davvero “un mon-do” come hanno poi detto alcuni bambini.

Un grazie per questo a Monica e Roberto Infanzia “A.Grandi” e “G.Bezzi”Infanzia “A.Grandi” e “G.Bezzi”Infanzia “A.Grandi” e “G.Bezzi”

Anche i bambini dell'Infanzia “A.Grandi” e “G.Bezzi” di an-ni cinque sono stati coinvolti dalle insegnanti all'ascolto di diversi racconti dell'autore Roberto Piumini tratti dal testo "C'era una vol-ta, ascolta" .Successivamente i docenti di entrambe le scuole, dopo diver-se argomentazioni e riflessioni in circle - time con i bambini , hanno lasciato loro la scelta di un libro da leggere. Al Grandi i bambini della sezione D hanno preferito il racconto "IL PESCATORE DEL LAGO ROTONDO " , mentre i bambini delle sezioni A e B il racconto "Albero Alberto". Al Bezzi a maggioranza hanno votato per ……….. Tutti i gruppi di alunni si sono divertiti a drammatizzare i due racconti, a verbalizzarli e a rappresentarli graficamente alcuni in quattro sequenze, su fogli ritagliati a forma di scatolina, altri costruendo un grande cartellone utilizzando diverse

E' proprio vero, tanti libri e storie da far sognare i bambini della Scuola dell'Infanzia Grandi, i quali si sono divertiti molto a rappresentarli graficamente in diverse forme originali e simpatiche . La sezione

B, ha partecipato al con-corso con la rappresenta-zione grafica di diversi libri : La Volpe e la Tarta-ruga; L'incidente , La Gabbianella e il Gatto.

I bambini di cinque anni hanno disegnato la storia in

più sequenze , colorato con diverse tecniche grafi-co - pittoriche in fogli a forma di volpe, d'inciden-te e di gabbianella , realizzando così dei veri e

propri libricini da sfogliare e leggere. I bambini di cinque anni, della sezione D, invece, hanno rappresentato grafi-camente il racconto "Il piccolo re dei tulipani". Anche loro hanno fatto il disegno della storia in più sequenze , in fogli tagliati a forma di tulipano, realiz-zando così dei simpatici ed originali libri.

La sezione A, infine, ha scelto , il rac-conto "Il pescatore del lago Rotondo " e i bambini hanno realizzato libri a forma di cerchio , disegnati e colorati con diverse tecniche grafico -pittoriche. Tanti piccoli capolavori,

per far nascere anche nei bambi-ni più piccoli l'amore per i libri e per la lettura, unica fonte di ric-chezza per un mondo di fantasia e di sogni.

Infanzia “A.Grandi” Infanzia “A.Grandi” Infanzia “A.Grandi”

ritornare. La città diventava sempre più sporca e per questo un bel gior-no i cittadini capirono che era indi-spensabile collaborare. Ognuno cominciò a dare il proprio contribu-to nel mantenere pulita la città, che un po’ alla volta tornò ad avere un bellissimo aspetto. La vecchietta a quel punto tornò, felice di aver dato un’importante lezione ai propri con-cittadini. Essi infatti capirono che solo con la collaborazione e l’a-more per la propria terra di ogni

singolo individuo è possibile vivere in un mondo mi-gliore. Abbiamo intitolato il nostro racconto “Le cicale e la formica”. E’ stata un’esperienza nuova molto coinvolgente e tutti noi abbiamo lavorato con molto entusiasmo, soprattutto affa-scinati dall’idea di poter vedere presto realizzato un corto-metraggio sulla nostra storia. Classe Va Scuola Primaria “G. Bezzi”Classe Va Scuola Primaria “G. Bezzi”Classe Va Scuola Primaria “G. Bezzi”

Per alcuni giorni noi della classe quinta abbiamo lavorato con degli esperti alla realizzazione di un cortometraggio. La maggior parte degli incontri sono stati tenuti da Damiano, che ci ha guidati nella stesura di una storia, utile per la rea-lizzazione di un nuovo cortometraggio. Damiano ci ha spiegato che il cortometraggio è un film che racconta una storia e trasmette dei messaggi in un tempo massimo di dieci minuti. La storia, che abbiamo inventato, ha come tema l’ecologia e parla di una vecchietta che passava il suo tempo a raccoglie-re tutti i rifiuti che gli abitanti delle città dove viveva lascia-vano per terra. Per questo motivo tutti la prendevano in giro e la consideravano una barbona. Ad un certo punto però la vecchietta capì che il suo comportamento non aiuta-va la gente come pensava; decise allora di andarsene, e a

niente servirono le offerte che gli abitanti del paese le fecero per farla

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Concorso "Libro Doc"…

INCONTRIAMO L’ AUTORE ROBERTO PIUMINI E…MONICA RABA’

“Sugli scafali “Sugli scafali “Sugli scafali

ben ordinati ben ordinati ben ordinati

stavano i libri stavano i libri stavano i libri

catalogati”catalogati”catalogati”

BIBLIODOC / PROGETTO LETTURA / CINEFORUM

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Infanzia “A.Grandi” Infanzia “A.Grandi” Infanzia “A.Grandi”

ordine di quello che da piccolo chiamava zio il 9 maggio 1978, lo stesso giorno in cui fu ritrovato il cadavere di Aldo Moro. Da questa storia si evin-ce che per gli ideali, le cose in cui crediamo, i valori quali la libertà, la lega-lità, la giustizia, dobbiamo sempre combattere, anche a costo di soffrire. Purtroppo non sempre il bene vince sul male, ma ce la metteremo tutta affinché questo accada sempre più spesso. Ma soprattutto dobbiamo “diffondere” tutto ciò che c’è di buono in questa società, ormai ricca e stra-colma di vizi e cose superflue e povera di valori e di buoni ideali. Per le nuo-ve generazioni, purtroppo conta solo tutto quello che è effimero. Da parte nostra ce la metteremo tutta per non essere “pecore” del “gregge” e per distinguerci dagli altri, anche andando contro corrente come Peppino. Forse sbaglieremo, cadremo e ci faremo male, ma ci rialzeremo, probabilmente

non da soli, ma con l’aiuto dei nostri ge-nitori.

Gattari Maria Stella e i compagni Gattari Maria Stella e i compagni Gattari Maria Stella e i compagni della 3^B della 3^B della 3^B Scuola Secondaria 1^grado Scuola Secondaria 1^grado Scuola Secondaria 1^grado “D. Alighieri“D. Alighieri“D. Alighieri”””

L’ultimo film del cinefo-rum, che quest’anno è stato organizzato a scuola, è inti-tolato “I cento passi”: Racconta la vera storia di Giuseppe Impastato, detto Peppino, nato a Cinisi, in Sicilia, a soli 100 passi dalla casa del boss mafio-so Tano Badalamenti, ucciso dalla mafia a soli tren-ta anni. Questo film, anche se riguarda un fatto accaduto più di trent’anni fa, è ancora attuale, in quanto tratta un argomento di grande importanza, come appunto la mafia, grande “croce” anche della nostra epoca, ma più che altro è la storia di un ragazzo che crescendo si dissocia dal pensiero del padre che è attaccato alle idee e ai valori legati alle tradizioni della “famiglia”. Pagherà cara la sua vo-glia di libertà e di giustizia, infatti verrà ucciso per

Commento film

Giove-

dì 17 dicembre le classi terze si sono incontrate nell’Aula Magna per vedere il film “Il sapore della vit-toria. Uniti si vince”. Il cineforum ha scelto per noi questo film, dato che tratta argomenti sociali come il razzismo e l’integrazione razziale. Il film inizia con un flashback del funerale del capitan Bertier. Nel-la cittadina di Alessandria in Virginia, nel lontano 1971, le tensioni razziali erano alle stelle, ad alimen-tarle anche la decisione del dipartimento scolastico di accorpare due scuole, quella frequentata dai ragazzi bianchi e quella frequentata dai ragazzi di colore. Ad allenare la squadra di football del liceo è nominato Herman Boone, un allenatore di colore che si era distinto per aver portato al successo altre squadre, oltre che per il suo impegno per l’integrazione razziale. Il suo arrivo in città alimenta la speranza della comunità nera che vede in lui la possibilità di essere finalmente “considerata alla pari”, ma nello stesso tempo acuisce le tensioni razziali della collettività bianca che vede in lui una minaccia. Il Coach Boone, infatti, dovrà sostituire l’attuale allenatore, Yo-ast, che è sostenuto da tutta la comunità bianca oltre che dagli stessi giocatori bianchi. Per non alimentare tensioni ulteriori Boone offre a Yoast la possibilità di fargli da assistente: Boone resterà l’allenatore in prima e Yoast si occuperà della difesa. I due, nonostante le divergenze, decidono di collaborare per il bene della squadra. La vicenda si snoda sia sull’evolversi del rapporto fra i due allenatori

che fra quello dei giocatori, fino ad interessare, dopo lunghe diffidenze, la comunità tutta. I giocatori bianchi all’inizio prendono male l’arrivo del nuovo allenatore, mentre quelli di colore lo prendono con troppo entusiasmo sperando di essere “agevolati”. Il Coach Boone però non fa differenze per nessuno, è impassibile, tratta ogni giocatore allo stesso modo, non conta il colore. I suoi metodi sono duri, faticosi, pesanti, ma quel che conta è arrivare al risultato: formare una squadra, una squadra unita, una squadra vincente. Il primo passo verso quest’obiettivo si compie al ritiro per la preparazione al campionato. I ragazzi si dividono automaticamente fra bianchi e neri, ma egli forma due gruppi misti di attaccanti e difensori. Li obbliga a dormire in stanza insieme e a conoscersi l’un l’altro. La fatica, gli allenamenti estenuanti, il doversi conoscere per forza, porta i ragazzi ad abbattere alcune barriere che avevano, a su-perare alcuni pregiudizi, a sentirsi finalmente un gruppo, una squadra, e solo uniti riusciranno a vincere. Il ritiro si conclude con entusiasmo, ma è adesso che inizia la vera prova. Essere amici in un ritiro dove

erano lì da soli è una cosa, tornare alla propria vita, alla propria famiglia, alla propria scuola e continuare ad esserlo è un’altra, ed è più difficile. Ora bisogna affrontare le difficoltà di una madre ad accettare in casa l’amico di colore del figlio; le difficoltà di una ragazza a dare la mano ad un ragazzo nero; i problemi di un barista che non vuole ragazzi neri nel suo bar; la paura e la diffidenza dei vicini bian-chi verso il nuovo abitante nero del quartiere, il coach. Finalmente inizia il campionato. La comunità tutta lì sta a guardare e impara ad apprezzare questi ragazzi, non guarda il ragazzo bianco o il ragazzo nero dei Titans, guarda i Titans tutti!! E dai Titans impara che ra-gazzi bianchi e neri possono stare insieme, possono stare bene insieme, e possono vincere insieme. C’è un cambiamento nella comuni-tà molto graduale, non del tutto compiuto, in alcuni il pregiudizio è duro a morire, ma un cambiamento è stato innescato finalmente. E’bello vedere come questi ragazzi scendono in campo, il canto ed il balletto che fanno tutti insieme che lascia gli avversari sbigottiti. Si susseguono le scene di football e le vicende personali di alcuni, il dolore che li unisce come la gioia per la vittoria. E’bello anche vedere che dopo una vittoria la città festeggia, bellissimi gli abbracci fra le persone, senza stare a guardare il colore della pelle. Un entusiasmo che traspare e che coinvolge. Quell’anno i Titans sono passati alla storia. Questa vicenda è di una storia vera, anche se sembra una bella favola, talmente bella da apparire inverosimile! Una fantastica storia di sport che unisce, che supera le diversità e che aiuta anche la comunità a superarle. Sara Ranzuglia Sara Ranzuglia Sara Ranzuglia --- Classe 3^ B Scuola Secondaria 1^ grado “Dante Alighieri” Classe 3^ B Scuola Secondaria 1^ grado “Dante Alighieri” Classe 3^ B Scuola Secondaria 1^ grado “Dante Alighieri”

“La comunità tutta …

impara ad apprezzare...non guarda il ragazzo bianco o il ragazzo nero...guarda i Titans tutti!”

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CINEMA A SCUOLA “Il sapore della vittoria. Uniti si vince”

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CineforumCineforumCineforum ancheancheanche per i più per i più per i più piccoli ! piccoli ! piccoli !

Sei andato a scuola?Sai contare?""Come contare?""Come contare?1,2,3,4,sai con-tare?""Si,so contare""Sai camminare?""So camminare""E contare e camminare insie-me lo sai fare?""Si!Penso di si!""Allora

forza!Conta e cammina!dai... 1,2,3,4,5,6,7,8...""Dove stiamo andan-do?""Forza!Conta e cammina!9... 99 e

100!Lo sai chi ci abita qua?A?U zù Tanu ci abita qua!!""Cento passi ci sono da casa

nostra,cento passi!"

E' nato nella terra dei vespri e degli aranci, tra Cinisi e Palermo parlava alla sua ra-dio.. Negli occhi si leggeva la voglia di

cambiare, la voglia di Giustizia che lo por-

tò a lottare.. Aveva un cognome ingom-brante e rispettato, di certo in quell'am-

biente da lui poco onorato.. Si sa dove si nasce ma non come si muo-re e non se un'ideale ti porterà dolore.. "Ma la tua vita adesso puoi cambiare solo se sei disposto a camminare, gri-dando forte senza aver paura contando

cento passi lungo la tua strada".. Allora.. 1,2,3,4,5,10,100 passi!.. "Noi ci dobbiamo ribellare"

(dal Film) Poteva come tanti scegliere e partire,

invece lui decise di restare.. Gli amici, la politica, la lotta del parti-to.. alle elezioni si era candidato..

Diceva da vicino li avrebbe controllati, ma poi non ebbe tempo perché venne

ammazzato.. Il nome di suo padre nella notte non è servito, gli amici disperati

non l'hanno più trovato.. "Allora dimmi se tu sai contare, dimmi se sai anche camminare,

contare, camminare insieme a cantare

la storia di Peppino e degli amici siciliani" Allora.. 1,2,3,4,5,10,100 passi!..

Era la notte buia dello Stato Italiano, quella del nove maggio settantotto..

La notte di via Caetani, del corpo di Aldo Moro, l'alba dei funerali di uno stato..

"Allora dimmi se tu sai contare, dimmi se sai anche camminare, contare, camminare

insieme a cantare la storia di Peppino e degli amici sicilia-

ni".. Allora.. 1,2,3,4,5,10,100 passi!..

Matteo Vicomandi 3^ B Matteo Vicomandi 3^ B Matteo Vicomandi 3^ B Secondaria 1^ grado “D. Alighieri” Secondaria 1^ grado “D. Alighieri” Secondaria 1^ grado “D. Alighieri”

Questa è la canzone Questa è la canzone Questa è la canzone della colonna sonora della colonna sonora della colonna sonora del film: del film: del film: “I cento passi”“I cento passi”“I cento passi” del regista del regista del regista Marco Tullio GiordanaMarco Tullio GiordanaMarco Tullio Giordana

spiccare il suo primo volo e a librarsi nel cielo: il suo mon-do. Una storia commovente di integrazione, che ha attirato l'attenzione e la curiosità di tutti i bambini, i quali per due ore sono riusciti ad immergersi nel mondo fantastico della fantasia e dell'immaginazione, acquisendo un valore fonda-mentale quali il rispetto per l’ altro anche se diverso da sé.

Infanzia “A. Grandi” e “ G. Bezzi” Infanzia “A. Grandi” e “ G. Bezzi” Infanzia “A. Grandi” e “ G. Bezzi”

Finalmente, un bel film anche per i bambini dell' infanzia Grandi e Bezzi, i quali , oggi , sono invitati a vedere la proiezione del film "La gabbianella e il gatto". Il film narra di una gabbiana di nome Kengah, che, mentre si tuffa nelle acque del mare del Nord in cer-ca di cibo, viene colpita da un’ onda carica di petrolio lasciata da una petroliera in difficoltà. Raccolte le sue ultime forze, riesce a raggiungere la città di Amburgo e precipita sul balcone di una casa, dove abita Zorba, un gatto grande e grosso dal mantello lucente nero. Morente, la povera Kengah riesce ad affidare il suo primo e ultimo uovo al gatto Zorba, dopo aver richiesto di mantenere tre promesse:Di non mangiare l'uovo; Di averne cura finchè non na-scerà il piccolo; Di insegnarle a volare. Zorba promette di prender-si cura del piccolo che sta per nascere. E così non solo cova l’ uo-vo, ma con l’ aiuto dei suoi amici gatti, Colonnello, Diderot e Se-gretario, alleva con tanto amore la piccola gabbianella (chiamata Fortuna) e la protegge dai pericoli. Il problema nasce quando Zor-ba deve insegnare a volare a Fortunata , e dopo tanti inutili tentati-vi i gatti sono costretti a ricorrere all’ aiuto dell’ uomo e a rompe-re il tabù, cioè parlare agli umani nella loro lingua. L'uomo pre-scelto è un poeta, un uomo dall’ animo sensibile, capace di capire e

comprendere. E così Fortunata riuscirà a PAGINA 22

BIBLIODOC / PROGETTO LETTURA / CINEFORUM

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Il 15 Aprile la Signora Oriana Forconi di Multiradio e la signora Sonia Pennesi vo-lontaria del canile Monti Azzurri di Tolentino, che hanno collaborato con noi per il Progetto “Un caldo dono per un Amico fidato”, sono venute a trovarci per ringra-ziare gli alunni, le insegnanti e i genitori per la solidarietà dimostrata. Con una ceri-monia ufficiale hanno consegnando alle classi partecipanti di tutti e tre i plessi delle scuole dell’ Infanzia e Primaria “Don Bosco”, “A. Grandi” e “G. Bezzi”, un attestato di riconoscimento. Gli alunni hanno accolto entrambe con grande entusiasmo, dimo-strato dalle tante domande rivolte loro nel corso dell’ incontro. Si sono quindi saluta-ti con un arrivederci alla visita al canile. Grazie a Oriana Forconi e Sonia Pennesi per averci sostenuto La Redazione e il Direttore Editoriale Prof.ssa La Redazione e il Direttore Editoriale Prof.ssa La Redazione e il Direttore Editoriale Prof.ssa Lauretta CorridoniLauretta CorridoniLauretta Corridoni

Si è conclusa, con la visita al Canile “Rifugio dei Monti Azzurri”, la significativa esperienza degli a-

lunni delle classi 3C e 3D Primaria Don Bosco e delle sezioni B/C e D dell’ Infanzia “G.Bezzi” relativa al progetto di solidarietà “Un caldo dono per un amico fidato”. Gli alunni, in diverse date a partire dal 4 Maggio, sono stati accolti dai volontari della struttura e da quattro simpatici cani:Pecora, Regina, Ciuffo e Sissi. Durante l’incontro ai bambini è stato insegnato il giusto approccio con questi nostri amici a quattro zampe, come accarezzarli e poter giocare con loro in sicurezza,ma soprattutto come rispet-tarli. Di seguito, alcuni piacevoli momenti della visita! Grazie a Pecora, Sissi , Regina e Ciuffo!

...Al canile municipale c’è un numero elevato di animali che sono costretti a vivere in condizioni davvero precarie, nonostante l’ assistenza di numerosi volontari che li accudi-

scono. Sonia Pennesi una di loro ci ha mostrato un video in Aula Magna, mettendo in luce questa triste realtà. La causa principale di questo affollamento è l’ abbandono dei cani da parte dei loro padroni con l’arrivo delle vacanze estive... non si sa dove lasciarli, difficil-mente vengono accettati negli hotel, nei villaggi o in altre strutture turistiche, perciò diventano un impedimento, un problema, allora meglio sbarazzarsene. Chi sceglie questa crudele soluzione evidentemente non ama i cani è entrato in possesso dell’ animale per un

capriccio passeggero ...allora pensa … Pierluigi Gardini, classe 5^ C Primaria “Don Bosco Pierluigi Gardini, classe 5^ C Primaria “Don Bosco Pierluigi Gardini, classe 5^ C Primaria “Don Bosco “““

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Benvenuti al canile rifugio Monti Azzur-ri!

Uffa! che pioggia fastidiosa

Bau! Bau! Che buon odore!

PIACERE, IO SONO PE-CORA!

Chissà se vedrò Pecora

Brava è li che devi accarezzarmi

Mah! Cosa accadrà!!!

A casa A casa A casa dei nostri dei nostri dei nostri Amici Amici Amici a quattro a quattro a quattro zampe...zampe...zampe...

AttestatoAttestatoAttestato di di d i r iconoscimento …riconoscimento …riconoscimento …

“ “ “ NON NON NON ESSERE ESSERE ESSERE EGOISTA...” EGOISTA...” EGOISTA...”

LA SCUOLA NEL TERRITORIO , IL TERRITORIO NELLA SCUOLA

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L’avventura…L’avventura…L’avventura…ad Arquata ad Arquata ad Arquata del Tronto!del Tronto!del Tronto!

Quest’anno, insieme ai nostri compagni della mitica II a B, abbiamo partecipato al viag-gio d’istruzione ad Arquata del Tronto. Arquata è un piccolo paesino alle pendici del Monte Vettore e si trova nel bel mezzo di due Parchi: il “Parco Nazionale dei Monti Sibillini” e quello dei “Monti della Laga”. Abbiamo alloggiato nella Country House, accolti dalle simpatiche guide della Forestalp e, insieme a loro ed ai nostri insegnanti, ci siamo divertiti a svolgere diverse attività nei din-torni di Castelluccio di Norcia: un’escursione all’arrivo, durante la quale abbiamo osservato il fantastico paesaggio e l’inizio

della fioritura, un percorso di Orientiring ad Arquata; abbiamo poi arrampicato insie-me ai nostri insegnanti sulla struttura che si trova nel giardino della Country House ed infine ci siamo scatenati in un percorso guidato in Mountain Bike e nel Nordic Wal-king, una tecnica che permette di camminare con l’aiuto dei bastoncini. Questa esperienza, vissuta insieme, nonostante la fatica ed il cattivo tempo, ci ha messo a contatto con la natura e con … l’avventura!!!

Camilla Camilla Camilla ––– Ilaria Ilaria Ilaria ––– Sofia Sofia Sofia

Cl. II Cl. II Cl. IIa a a B B B ––– Secondaria di I grado Secondaria di I grado Secondaria di I grado

altre riunioni importanti in cui si sono affrontate le proposte avan-zate da me e la giunta Junior. In particolare esse riguardano il miglioramento delle scuole, degli impianti sportivi, la realizza-zione di nuove piste ciclabili, la sistemazione dei giardini pubbli-ci e delle aree verdi, una migliore manutenzione di vie e piazze, la riapertura del Politeama Piceno e del Teatro Vaccaj, l’orga-nizzazione di gite educative sul territorio, il miglioramento dei marciapiedi, la promozione di incontri con personaggi famosi. La giunta Senior ha detto che alcune di esse sarebbero state realiz-zate al più presto,altre portate a termine in futuro. Concludo ringraziando ancora i miei cari elettori,che mi hanno portato al trionfo. Grazie di cuore…. Ormai l’ anno è quasi giunto al termine,quindi auguro una buona conclusione dell’anno scolastico,cari saluti a tutte le professoresse e alla Preside.

Giacomo MazzoleniGiacomo MazzoleniGiacomo Mazzoleni Secondaria di I° grado Secondaria di I° grado Secondaria di I° grado

Cari lettori,mi presento sono Giacomo Mazzoleni, frequento la classe 2°D, qualcuno di voi mi conoscerà ma altri no…Quest’anno è stato l’anno più bello della mia vita, grazie a tutti i miei sosteni-tori, sono diventato sindaco della giunta comunale dei ragazzi. Innanzitutto vorrei iniziare il mio discorso ringraziando di cuore tutti i miei elettori,perché senza di loro non ce l’avrei mai fatta. Tutto iniziò quando ci fu la riunione in aula magna dove si parlava appunto di questo baby consiglio;quella riunione mi interessò mol-tissimo e mi candidai come sindaco nella speranza di vincere il tito-lo .Così iniziai a distribuire volantini per tutto il corridoio con scritto :”Votate Giacomo Mazzoleni!!!” I candidati sindaci,oltre me,erano Martina Cicconetti e Sara Passa-rini,due rivali veramente forti e difficili da vincere,così cominciai ad impegnarmi più di prima, volevo a tutti i costi indossare la fascia tricolore. Ormai era giunto il momento delle elezioni quel giorno non ho potuto votare dato che ero a casa ammalato,la maggioranza ha vota-to Cicconetti, ma per vincere il candidato doveva ottenere più del 50% dei voti. Così ci fu un ballottaggio, fra me e l’altra candidata; quel giorno lo ricorderò per tutta la vita: la professoressa ci chia-mò,disse prima i voti di Cicconetti ed erano tantissimi,poi disse i miei … avevo vinto di soli 4 voti!!! Ero molto felice del successo, ma anche dispiaciuto per Martina Cicconetti, perché anche lei si era impegnata duramente. Tornai in classe con la super notizia da dare ai miei compagni che appena lo seppero,mi vennero incontro pieni di gioia. Anche i miei genitori sono stati fieri di me. Nella prima seduta ero molto teso ed emozionato,dato che era la mia prima volta;mi presentai,elencai le mie proposte,enunciai il giuramento e mi consegnarono la fascia tricolore.”Ce l’avevo fat-ta!”.A fine seduta video Tolentino mi intervistò rivolgendomi alcu-ne domande a cui seppi rispondere tranquillamente. La vita da sindaco cominciò da subito a piacermi:Sabato 10 Aprile sono andato con la giunta junior e la giunta senior in una frazione chiamata San Demetrio Dè Vestini, vicino all’Aquila per mostrare

la solidarietà dei cittadini di Tolentino ai terremotati. Successivamente ho avuto PAGINA 24

LA SCUOLA NEL TERRITORIO , IL TERRITORIO NELLA SCUOLA

“Essere “Essere “Essere par tepar tepar te at t ivaatt ivaatt iva per migl iorare per migl iorare per migl iorare i l nostro i l nostro i l nostro ter r i tor io”ter r i tor io”ter r i tor io”

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Sabato 10 Aprile sono andato insieme alla giunta Junior e Senior in un paese vicino all’ Aquila chia-mato San Demetrio Dè Vestini a consegnare ad una scuola Secondaria di I° grado 2000 euro rica-vati dalla festa “Giochi,Briciole e Favole”,è stato un viaggio molto bello. Lungo il viaggio abbiamo notato le case interamente distrutte a causa del violentissimo sisma dell’anno scorso. Appena siamo arrivati ci hanno accolto l’ Assessore ai ser-vizi sociali e un ingegnere del Comune che ci hanno spiegato quanto accaduto nell’ Aprile 2009, mostrandoci i reali danni che il sisma a provocato. Dopo un breve saluto al Sindaco ci siamo recati alla scuola ; la preside con i ragazzi ci hanno ac-

colto con molto affetto. Il sindaco ju-nior della scuola una ragazza, ci ha par-lato del grande lutto accaduto e ha an-che detto che dopo che la scuola è stata ricostruita in tempi brevi, con l’ impe-gno di tanti operai , il 27 Settembre gli alunni erano felicissimi da una parte di tornare a scuola, perché ciò significava ricominciare una vita “normale”, ma allo stesso tempo erano preoccupati di non ritrovare qualcuno dei loro amici o professori dei paesi limitrofi. Tutti ci siamo commossi, perché un evento naturale di così grande importanza ha messo i ragazzi in condizioni di capire da un momento all’ altro, quanto siano importanti le cose, ma soprattutto gli affetti che ognuno di noi possiede, e quanto dobbiamo apprezzarli pensando che un tale sisma può da un giorno all’ altro privarcene. Anche io e poi gli assessori della giunta Junior siamo intervenuti portando la nostra comprensione e vicinanza, per quanto loro successo. La preside, una signora molto simpatica, è riuscita a spegnere un po’ quei toni tristi e ha rallegrato la situazione facendo elencare ai ragazzi quanto però di buono, fino ad ora ,le persone lontane e vicine con la solidarietà hanno fatto per gli alunni e la scuola in genere. Ci siamo così scambiati gli indirizzi e-mail e dei siti internet delle varie scuole per continuare a tenerci in contatto. Prima di ripartire siamo andati in un ristorantino,e dopo aver mangiato ci siamo recati a vedere solo la parte esterna dell’Aquila, poiché è vietato l’ accesso all’ interno della città. Ormai tardi … ci siamo avviati verso Tolentino;è stata una gita molto bella, ma soprattutto ricca di significati ….

Giacomo MazzoleniGiacomo MazzoleniGiacomo Mazzoleni Classe II Classe II Classe IIa a a D Secondaria di I° grado D Secondaria di I° grado D Secondaria di I° grado

del mare, che in verità ha spaventato alcuni di noi. La guida ci ha poi portato al “percorso verde” dove abbiamo potuto ammirare camale-onti, rane, insetti e serpenti. Tra il “percorso blu” e quello “verde” c'era la zona attrezzata e noi abbiamo approfittato per mangiare e per giocare. Le maestre ci hanno accompagnati al laboratorio scientifico dove un esperto ci ha fatto vedere una vasca con il pomodoro di ma-re e una goccia d'acqua di mare, ingrandita sei volte al microscopio, contenente il Plancton. Usciti dal laboratorio siamo andati al negozio di souvenir dove abbiamo acquistato simpatici ricordini per noi e per i nostri cari. Nel frattempo c'è stata un po' di preoccupazione per un

fatto misterioso: era sparita la macchina fotografica della nostra compagna Francesca, che però è stata ritrovata dopo mille peripezie. Tranquillizzati per il ritrovamento, siamo entrati nei locali del “percorso viola” dove, premendo dei tasti, abbiamo ascoltato i suoni prodotti dagli abitanti del mare. Alla fine della nostra visita, siamo tornati nell'area at-trezzata per fare merenda e giocare ancora un po'; verso le 17.00, però, è iniziato a pio-vere, così abbiamo anticipato la nostra partenza e siamo tutti risaliti sull'autobus. Il viag-gio di ritorno ci ha visti un po' stanchi ma tanto contenti per la splendida giornata tra-scorsa. Arrivati al piazzale della scuola, sia-mo scesi e siamo corsi ad abbracciare i nostri genitori che ci aspettavano ansiosi e felici di rivederci. Riflettendo su questa gita, posso dire che il momento più bello per me è stato quando ho visto le enormi tartarughe che erano come quelle dei documentari in tele-visione e che mi è piaciuto davvero tanto giocare tutti insieme in quel grande prato.

Plesso “Don Bosco”Plesso “Don Bosco”Plesso “Don Bosco”

Per la gita di quest'anno, noi alunni della IIIa C siamo andati a Cattolica, venerdì 7 Maggio, per visitare l'Acquario nel parco “Le Navi”. Ci siamo ritrovati, tutti in per-fetto orario, nel piazzale della scuola insie-me ai bambini delle altre classi che parteci-pavano alla gita; saliti sull'autobus abbiamo occupato i nostri posti e, tra risate, chiac-chiere, emozioni è iniziato il nostro viag-gio. Dai finestrini vedevamo un paesaggio bello e vario: estese pianure con campi coltivati, fiumi e laghetti artificiali; la cosa che più ci ha affascinato è stata la vista del mare con le spiagge ancora vuote e i pe-scherecci al largo. Dopo circa un'ora di viaggio, ci siamo fermati all'Autogrill per una breve sosta, siamo ripartiti e, per un lieve ritardo causato dal traffico in autostra-da, alle ore 10.00 circa siamo finalmente giunti a destinazione. Le maestre hanno acquistato i biglietti ed ogni classe si è di-retta verso la propria guida per iniziare la visita. Noi abbiamo cominciato con il “percorso blu”: c'erano oltre cento vasche espositive con squali, tartarughe, meduse e tantissimi tipi di pesci. Abbiamo anche visto un documentario in 3D sugli abitanti

Ter r i tor io Ter r i tor io Ter r i tor io eee sol idar ietà . . .sol idar ietà . . .sol idar ietà . . .

Gita al parco Gita al parco Gita al parco “Le Navi”“Le Navi”“Le Navi”

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LA SCUOLA NEL TERRITORIO , IL TERRITORIO NELLA SCUOLA

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Il 12 Maggio, con la mia classe, siamo andati a Oltremare. Quando siamo arrivati abbiamo visto i cavallucci marini. L’at-mosfera era silenziosa, non c’era molta luce, ma si sentiva una musica di sottofondo che ti entrava nel cuore. Nella zona Carai-bi gli ippocampi si mimetizzano con i coralli, in alcune vasche di vetro i cavallucci marini si attaccavano ad un tronco, assumen-done il colore. Abbiamo scoperto che sono i maschi che fanno i figli e per questo alcuni di loro avevano il ventre gonfio. (Sara, Luca, Frosina e Elisabetta) Siamo poi “entrati” nell’Era dei Dinosauri, mentre scendevamo lungo il percorso abbiamo visto due alligatori che noi pensavamo finti, ma erano verissimi! Per rimanere in tema siamo andati a vedere un film in 3D che ci ha messo un po’ paura perché quei dinosauri sembravano lì vicini a noi!(Franco e Amadou) Nello spettacolo della fattoria c’era un mago molto bravo che faceva tanti giochi di prestigio: ha fatto comparire un cavallo, un cane e un gallo; ha fatto uscire il vino dal braccio di una persona, poi ha fatto volare una sedia! ( Giacomo e Andrea). Il volo dei rapaci era ambientato su di un campo verdeggiante, con una leggera pendenza del terreno. Al falco pellegrino e all’-aquila gli addestratori hanno fatto simulare una battuta di caccia con una finta preda; è stato bellissimo, per la loro velocità nel buttarsi in picchiata, la loro incredibile forza racchiusa in ogni singola parte del corpo, dal becco agli artigli, e anche per la loro obbedienza agli addestratori: insomma, ci sono sembrati pieni di virtù importanti. Purtroppo un acquazzone improvviso ha inter-

rotto l’in-contro

(Matteo e Mergim) Allora siamo andati a vedere lo spettacolo dei delfini. I delfini saltava-no e schizzavano grazie agli ordini degli adde-stratori che usavano un bastone di legno. Appe-na lo battevano sulla superficie dell’acqua i delfini facevano degli altissimi salti che arri-vavano all’altezza dei grattacieli. Quando si buttavano gli addestra-tori, i delfini erano felici e giocavano con loro. Li spingevano con il muso e li facevano volare e ricadere nell’acqua. Quando faceva-no qualche numero gli davano dei pesci da mangiare, perché lì meritavano! Quasi alla fine dello spettacolo il presentatore ha chiamato una bambina e un bambino chiedendo loro se volevano

essere schizzati dal delfino. I bambini hanno detto di si e sono ritornati al posto tutti bagnati! Nella piscina c’erano Ulisse e Cleo. Cleo è la fidan-zata di Ulisse. E’ stato un gior-no emozionante perché abbia-mo visto tante cose bellissime! (Anna, Antonello e Nolfan) Classe IVClasse IVClasse IVaaa

Primaria “G. Bezzi” Primaria “G. Bezzi” Primaria “G. Bezzi”

Se c’è una cosa che mi piace di più delle attività a scuola,è sicuramente la gita!!! Proprio così. La settimana scorsa,per precisare venerdì 16 Aprile,la classe 1°D , insieme alla 1°A, è partita per … RAVENNA! Nelle gite,sono sempre partita verso le ore 6.00/6.30, ma si sa che alle medie tutto cam-

bia:infatti siamo partiti verso le 5,27. Per arrivare e destinazione ci è voluto un po’… anzi parecchio … direi un viaggio lungo:Ravenna non è poi così lontana,ma la 1°D è una classe particolare e infatti,una ruota del pullman si è bucata e c’è stato un ritardo improvviso per tutti. Una volta arrivati ci siamo messi in marcia: stavamo raggiungendo una delle Chiese più importanti di quella città, cioè Sant’Apollinare Nuovo. Una chiesa bellissima e costruita da Teodorico:la Basilica prende il nome dal Vescovo Sant’Apollinare e nell’interno della Basilica ci sono mosaici di mille e stupendi colori,ma quello che prevale di più è l’oro,perché scintilla da ogni parte della Chiesa. Tutto era come un libro,perché c’erano vicende di Teodorico e una “mini storia” su Gesù Cristo. La cosa che mi ha colpito di più è stata l’Abside: era bellissima,bianca e grande, ornata di dipinti; la nostra guida ci disse che è paleo-cristiana, ha uno stile barocco ed è divisa da due scene di mosaici:il corteo delle donne ed il corteo dei maschi.

Subito dopo ,siamo partiti per S. Vitale: una chiesa dove i raggi del sole penetrano da ogni angolo e tutti quei disegni erano come “vivi”, perché si trovavano sopra di noi ed erano molto grandi; la guida disse che

Finalmente anche quest'anno,dopo un duro lavoro scolastico pieno di impegni, possiamo goderci una gita fantastica a Gradara e all'Italia in Miniatura. Certo è che il tempo non è stato a nostro favore. La mattina la visita al bellissimo castello è stata accompagnata da un

enorme acquazzone. Per fortuna il sole ha fatto capolino nel pomeriggio,regalandoci una splendida giornata all'Italia in Miniatura. Abbiamo visitato i meravigliosi monumenti italiani in poche ore e con la monorotaia abbiamo ammirato la nostra penisola dall'alto; il giro in gondola, invece, ci ha catapul-tato a Venezia. Ma più di tutti c'è piaciuto lo scivolo d'acqua con i tron-chi; meno entusiaste erano le maestre che, però, per accontentarci, si sono sacrificate e ... inzuppate. I bambini delle classi IV A e IVB consigliano vivamente a tutti di visitare questi bei luoghi.

Alunni IVAlunni IVAlunni IVa a a A e IV A e IV A e IVa a a B / Primaria “ A. Grandi” B / Primaria “ A. Grandi” B / Primaria “ A. Grandi”

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TUTTITUTTITUTTI IN GITA!IN GITA!IN GITA!

LA SCUOLA NEL TERRITORIO , IL TERRITORIO NELLA SCUOLA

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parlavano della storia di Gesù e delle scene in cui comunicava con Mosè e gli apostoli. Andando fuori, abbiamo notato una piccola cupola che all’esterno sembrava una normale ed innocua “casetta” vicino alla Basilica, ma in realtà, entrandoci dentro, abbiamo notato una cosa mai vista in precedenza: c’era raffigurato un cielo notturno con tantissime stelle e tutta la cupoletta era piena di fiori: sembrava di essere in piena notte! Andammo in piazza per raggiungere la Tomba di Dante Alighieri: mentre ci incamminavamo, vidi tanti negozi e mi accorsi di quanto è bello il centro della città. Arrivati alla tomba di Dante, ci siamo accorti che era pienissima:dovevamo entrarci e gruppetti,ma ne è valsa la pena perché la tomba assomigliava tento a quelle che si trovavano nei cimiteri e quindi si capiva bene che era un mausoleo. Finalmente arrivò anche l’ora di pranzo che, per qualcuno, è un relax estremo!!! Le ore passavano subito e dovevamo allontanarci da Ravenna per finire la nostra gita, ma le mitiche professoresse ci lasciarono per piazza a far compere! C’erano tantissimi negozi e noi tutti comprammo moltissime cose … Ma, a parte questo, ci avviammo verso il pullman, per completare l’ultima tappa:le Chiese di Sant’Apollinare in classe e il mausoleo di Teodorico, dove c’era una vasca di marmo, nella quale la leggenda dice che Teodorico fu colpito da un fulmine; infatti il suo tetto è spaccato da una crepa,che secondo la leggenda è do-vuta l fulmine. Nella chiesa,invece,la guida di spiegò di tutti i mosaici rifatti e della loro luminosità:era una grandissima Chiesa,dove il verde,nell’Abside,spiccava da ogni parte;l’interno era circondato da tante tombe di persone nobili e importanti. Un’esperienza bellissi-ma,di valore storico,culturale,artistico: in poche parole è stata una fantastica gita,forse la più bella cui abbia mai partecipato!Una gita dove ho fatto nuove amicizie ed ho provato divertenti momenti durante il viaggio!! Letizia Ruggeri I D Secondaria di I° grado “Dante Alighieri”Letizia Ruggeri I D Secondaria di I° grado “Dante Alighieri”Letizia Ruggeri I D Secondaria di I° grado “Dante Alighieri”

Una bel l i ss ima Una bel l i ss ima Una bel l i ss ima v is i ta guidata v is i ta guidata v is i ta guidata a Romaa Romaa Roma lui. Dopo il pranzo al sacco, siamo ripartiti per andare al centro di Roma per visitarlo. A piazza Venezia, abbiamo ammirato l’Altare della Pa-tria, chiamato così perché custodisce la salma del “Milite ignoto”, il corpo di un soldato sco-nosciuto caduto durante la Prima Guerra Mon-diale e la statua in onore di Vittorio Emanuele II. Qui siamo stati colpiti dalla pioggia e perciò siamo stati costretti a fermarci al Museo dell’e-migrazione fin quando non ha smesso di piove-re. Proseguendo abbiamo visto Via dei Fori Imperiali fino ad arrivare al Colosseo, il più antico monumento della Roma antica, il cui vero nome è “Anfiteatro Flavio”, che poi fu cambiato in Colosseo per la statua di Nerone che si trova nelle sue vicinanze. Il Colosseo ha una forma ellittica ed è formato da quattro pia-ni. La tappa successiva è stata la Fontana di Trevi dove per tradizione si getta una monetina per far sì che si ritorni a Roma e noi ovviamen-te abbiamo gettato moltissime monetine!!! La fermata successiva è stata Piazza Navona dove ci sono tre fontane delle quali la più importante è quella dei fiumi, che rappresenta i quattro fiumi più grandi al mondo in chiaro stile baroc-co. Abbiamo anche fatto una sosta al Pantheon, celebre monumento del primo secolo a.C. con una cupola che ha un’apertura centrale di nove metri, unica fonte di luce ed aria. Prima di andare a visitare il palazzo Madama, dove risiede il Senato, abbiamo fatto una sosta alla chiesa di San Luigi dei Francesi, che ospita le tele dell’artista Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio, che con la sua parti-colare tecnica dal

Il giorno 12 marzo 2010 la nostra classe, la 3^B, e la 3°C, accompagnate dai professori, sono andate a visitare la città di Roma. Alle sei del mattino siamo partiti da Tolentino con il pullman: in viaggio chi ha ascoltato musica, chi ha dormito e chi perfino ha giocato d’azzardo!

Verso le 10:00 siamo arrivati a Cinecittà ma, visto che non c’era la guida per uno sciopero, un usciere ci ha fatto da cicero-ne, facendoci visitare i luoghi “accessibili ai non addetti ai lavori”. Abbiamo iniziato dallo studio del “Grande Fratello”, che era in fase di smontaggio. Sinceramente tutti ci aspettava-mo che fosse molto più grande di quello che è in realtà, tanto da non sembrare affatto lo stes-

so di quello che si vede in televisione, grazie alla sapiente disposizione di alcuni specchi. Subito dopo siamo andati a vedere il sommergibile U- Boote nel quale fu girato il film omonimo e siamo dovuti entrare a piccoli gruppi, visto che lo spazio a disposizione non era molto. Abbiamo proseguito visitando il set della fiction “Rome” un immenso spazio che raffigurava la Roma antica. Ci è stato spiegato che in realtà tutto quello che vediamo e che sembra fatto di mattoni e roccia, è per la maggior parte di polistirolo. La quarta tappa è stata allo studio di “Uomini e donne”, ma non l’abbiamo potu-to vedere molto bene, perché c’erano in corso i provini per gli over 60, ma in compenso sempre di un programma diretto da Maria De Filippi abbiamo potuto vedere lo studio di “C’è posta per te”, ed anche questo ci ha fatto lo stesso effet-to di quello del “Grande Fratello”. In un grande spazio aperto c’erano varie scenografie di vari film e fiction e tra questi ricordiamo la strada e la casa dello sceneggiato con Sophia Loren “La mia casa è piena di specchi” e la finestra della pubblicità di Fastweb con Valentino Rossi. C’era anche il set di “Distretto di polizia 10”, ma non ci è stato concesso di vederlo poiché erano in corso le riprese. Spostandoci da un set all’altro abbiamo incontrato Garofalo, che ha fatto conten-ti i fan di “Amici” che, non potendo vedere lo studio, si sono fatti una foto con PAGINA 27

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contrasto luce e ombra, ha saputo creare stupendi effetti. Verso le 16:00 circa, siamo entrati nel”mondo della politica” e abbiamo subito ini-ziato la visita con una guida impeccabile, che ci ha spiegato le origini antiche della maestosa costruzione. Nel 1500 apparteneva al figlio del papa Clemente VII, Ales-sandro dei Medici che in eredità lo assegnò alla moglie, la duchessa Margherita d’-Austria, detta la “Madama”, dalla quale il palazzo prese il nome. Nel 1871 venne scelto come sede nel neonato Regno d’Italia e nel 1926 al palazzo originario con un porticato venne attaccato il palazzo Carpegna. Oggi il Presidente del Senato è Renato Schifani. I senatori a vita sono gli ex-presidenti della Repubblica e quelli nominati per grandi meriti dal Presidente della Repubblica. Attualmente il Presidente è Giorgio Napolitano e i senatori a vita so-no: Carlo Azeglio Ciampi, Francesco Cossiga, Oscar Luigi Scalfaro, Giulio Andre-otti, Emilio Colombo, Rita Levi Montalcini e Sergio Pininfarina. L’ultima tappa, ma la più importante è stata la splendida e rossa Aula del Senato, dove la guida ci ha fatto accomodare ai posti degli attuali senatori. È stato davvero emozionante! Questa esperienza è stata veramente entusiasmante e ci piacerebbe ricominciare il viaggio dall’inizio perché, oltre ad aver visitato questi luoghi, si può anche dire che si è cresciuti un po’ perché stare un’intera giornata con i propri amici e parlare del più e del meno, se così vogliamo dire, è servito molto. Inoltre pensiamo che sia Cinecittà che il palazzo del Senato non avremo certamente più occasione di vederli, a meno che “da grandi” non diventeremo anche noi “attori” o “senatori”!!!

Maria Stella Gattari, Sofia Giovenali e Matteo Vicomandi IIIMaria Stella Gattari, Sofia Giovenali e Matteo Vicomandi IIIMaria Stella Gattari, Sofia Giovenali e Matteo Vicomandi IIIaaa B B B

Secondaria di 1^ grado “D. Alighieri” Secondaria di 1^ grado “D. Alighieri” Secondaria di 1^ grado “D. Alighieri”

UN MERAVIGLIOSO UN MERAVIGLIOSO UN MERAVIGLIOSO VIAGGIOVIAGGIOVIAGGIO D’ ISTRUZIONED’ ISTRUZIONED’ ISTRUZIONE DI TERZA MEDIA DI TERZA MEDIA DI TERZA MEDIA

Caro diario, 22/04/2010

oggi è stata una giornata fa-vo-lo-sa! La mattina siamo andati a vedere la villa dove venne esiliato Napoleone e nel pomeriggio siamo andati con la motonave “Nautilus”. Quando la motonave si è fermata, siamo scesi al piano inferiore e abbiamo potuto ammirare la flora e la fauna sottomarina, non molto varia ma stupenda. Purtroppo non si è ancora scoperto il colpevole … Ieri non te ne “ho parlato” perché quando è successo già ti avevo chiuso, ma ieri qualcuno ha rotto il vetro di una porta. Ancora il colpevole non è stato trovato! Tutti sono indignati e c’è un clima molto teso, non vorrei che la gita venisse rovinata. Sono molto stanco, la giornata è stata molto impegnativa e quasi mi si chiudono gli occhi … Buonanotte, caro diario.

Caro diario, 23/04/2010

Oggi è stata una giornata veramente emozionante, la mattina abbiamo visitati il museo minerario; ma il pomeriggio siamo andati a caccia di minerali in una ex cava di ferro! Ho trovato moltissima pirite, un minerale color oro che mi ha entusiasmato, sembrava oro vero! Il cielo era nuvoloso, il terreno era sporco di fango, ci siamo sporcati tutti ma ne è valsa la pena. Ho anche raccolto una pirite cristallizzata attaccata ad una ematite. Ho provato anche a lucidare qualche minerale, ed è stupendo, brilla come un sole. Ora vado a pulire altri minerali, voglio

vedere luccicare tutti insieme come tante stelle. Buona notte, caro diario.

Caro diario, 21/04/2010

Sono appena arrivato in una splendida isola, che porterò per sempre nel cuore; è notte, ma ho una gran voglia di raccontare … Mi sono svegliato di soprassalto; mamma mi sta tirando per una caviglia. <<Forza!Muoviti!>> Mi alzo;ho ancora qualche briciola di sonno negli occhi e non capisco bene. Ho la bocca impastata, secca. Scendo dal letto, barcollo fino in bagno e mi bagno la faccia. Un’ ondata i lucidità mi travolge … Scendo in cucina, trangugio tutta la colazione, poi mi vesto; sono pronto. In strada la città è deserta. Arriviamo davanti al pullman , ancora spento. Carico la valigia nel portabagagli, salgo sul pullman e saluto mamma per l’ ultima volta … Siamo in viaggio da tre ore, ma non riesco a dormire. Sono molto seccato, io i viaggi pro-prio non li sopporto. Finalmente una sosta; ma ho appena il tempo di finire i panini che già ripartiamo. Dopo appena quattro ore siamo sul traghetto; il viaggio è stato di circa due ore, ma non ci siamo annoiati. Il traghetto è attraccato, i passeggeri scendono rumorosi, come un fiume in piena. Ci incamminiamo verso un boschetto vicino al mare, per fare pranzo. Mangio tutto in fretta e mi dirigo al mare, in compagnia dei miei amici; ora siamo sulla spiaggia a guardar l’orizzonte chiaro e limpido fra l’acqua e il cielo. Ci divertiamo a lanciare i sassi nell’ acqua e vederli sparire nel limpido blu del mare. Recuperiamo i nostri oggetti e torniamo sul pullman, che sembra un forno con le ruote. Ci addentriamo nell’isola e arriviamo al nostro hotel, “Casa Rosa”. Subito i professori ci hanno chiesto di sistemarci come poteva-mo nelle camere, col monito di non rompere nulla. Sistemo la mia roba e mi lascio cadere sul letto; finalmente siamo arrivati! La cena è piuttosto rapida; la consumo in fretta e mi butto sul letto … Ora devo andare a dormire, a domani, caro diario!

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Caro diario, 24/04/2010 Purtroppo oggi è l’ ultimo giorno! Come previsto in caso di pioggia, abbiamo fatto una visita all’acquario dell’Elba, rivelatosi una vera e propria meraviglia. Come siamo entrati ci siamo riversati nei cunicoli tra le vasche e siamo ammutoliti dallo stupore! I pesci erano qualco-sa di stupendamente aggraziato, nuotavano con un’ incredibile leggerezza, che sembrava volassero! C’era anche una testuggine rintanata nel suo buco, timida e solitaria; poi c’ era un polpo e una varietà enorme di piccoli pesci che s’illuminavano di riflessi argentei. Era un po’ buio all’ interno e si vedeva a fatica, ma una volta abituatici ci siamo resi conto delle meraviglie attorno a noi. Siamo rimasti estasiati da queste meraviglie per circa due ore, prima di uscire e comperare delle conchiglie, ricche di fronzoli e altri ornamenti. Il viaggio di ritorno è stato più o meno noioso, perché non eravamo carichi di energia come all’andata. Era tardi e c’ era un silenzio di tomba, siamo arrivati verso l’una e mezzo. Nella piazza della scuola c’era un oceano di genitori ad aspettarci. Sono salito in macchina e sono torna-to a casa. Normalmente non mi piace viaggiare, ma quest’ esperienza mi ha lasciato un’im-pronta nel cuore, che mi dice “tornerò”. Buona notte, caro diario. Paolo Seghetti e compagni / 3Paolo Seghetti e compagni / 3Paolo Seghetti e compagni / 3a a a B Secondaria di I° grado “Dante Alighieri”B Secondaria di I° grado “Dante Alighieri”B Secondaria di I° grado “Dante Alighieri”

senti anche il Presidente dell’ ANPI e la signora Nunzia Ca-varischia, una partigiana so-pravvissuta alla guerra. La partigiana Nunzia ci ha rac-contato: < Quando sono accaduti questi dolorosi fatti, avevo solo quindici anni. Ero la più piccola del grup-po 201 volante di Macerata. La mia mamma mi aveva cucito dei guanti con una stella rossa rica-mata, perciò tutti mi chiamavano

Come ogni anno la nostra Scuola, nella ricorrenza dell’ eccidio di Montalto,ha orga-nizzato un incontro con i parti-giani della locale sede dell’ ANPI (Associazione Nazionale P a r t i g i a n i d ’ I t a l i a ) . In Aula Magna la regista Laura De Sanctis ci ha proposto la visione di un video, girato nei luoghi della tragedia,che rievo-ca i momenti più drammatici di quell’ episodio. Erano pre-

così :Stella Rossa. Quando però mia madre si accorse che potevo correre dei seri pericoli di essere riconosciuta, decise di farli sparire, perché davano troppo nell’ occhio. Un episodio che non potrò mai scordare fu quando catturai un tedesco. Durante un’ imboscata, un tedesco fuggì e si gettò nel fiume. Mio padre mi disse di controllare che non fosse andato ad avvisare gli altri tedeschi. Io andai a cercarlo lungo il fiume perché, siccome era ferito , non poteva essere lontano. Mi fermai per chiedere ad una donna , che stava lavando i panni al fiume , se avesse visto un ragazzo ferito e

PER NON DIMENTICARE: PER NON DIMENTICARE: PER NON DIMENTICARE: STELLA ROSSASTELLA ROSSASTELLA ROSSA

LALALA NOSTRANOSTRANOSTRA PRIMA PRIMA PRIMA GITA!GITA!GITA!

zainetti pieni di panini e pizzette per il pranzo, siamo saliti su di un grande pullman e tra una canzoncina e l’altra siamo arrivati alla Fattoria. Ad aspettarci c’erano Federica, Natalia e Davide che con simpatici canti ci han-no accolto in questo bellissimo luogo. Ci siamo divisi in piccoli gruppi ed, insieme alle nostre insegnanti, abbiamo iniziato a svolgere delle attività manipo-lative ed espressive a contatto con la natura. Con tempere naturali abbiamo dipinto tronchi, li abbiamo decorati incollando semi ed intrecciando dei fili; con dei legni, dei rami e delle foglie abbiamo costruito delle piccole case; abbiamo visto l’orto della fattoria ed ascoltato il

rumore del ruscello. Nonostante il brutto tempo che ci ha ac-compagnato per tutto il giorno, siamo tor-nati a Tolentino molto stanchi ma al tempo stesso molto contenti ed entusiasti per le tante esperienze vissute. Le FarfallineLe FarfallineLe Farfalline--- Sez A Sez A Sez A Scuola dell’Infanzia Bezzi Scuola dell’Infanzia Bezzi Scuola dell’Infanzia Bezzi

Venerdì 21 maggio 2010, nonostante un cielo molto grigio e minaccioso di pioggia, abbiamo affrontato, pieni di emozione, la nostra prima visita guidata alla Fattoria di-dattica del Panda in località San Liberato – San Ginesio. Con grande entusiasmo e con i nostri piccoli

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18 marzo, Celebrazione dei Martiri di Montalto

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quella rispose che lo aveva fatto entrare in casa propria. Mi condusse nell’ abitazione e io, senza esitazione, raccolsi veloce-mente le sue armi da terra e lo minacciai. Ero molto impaurita, ma dissi con decisione alla donna di correre ad avvertire mio padre e gli altri, che accorsero subito e lo fecero prigioniero. Finita la guerra, ho mantenuto un legame di amicizia con quel tedesco e ogni anno lui non dimentica mai di farmi gli auguri per il mio compleanno e per le feste …> Abbiamo ascoltato tutti a bocca aperta questa testimonianza. Nunzia ci ha fatto capire quanto sia atroce la guerra e che i nemici sono uomini come noi, con gli stessi sentimenti. Alla fine di quel video c’ era una scritta molto significativa: “SOLO NOI POSSIAMO UCCIDERLI, DIMENTICANDOLI.” “SOLO NOI POSSIAMO UCCIDERLI, DIMENTICANDOLI.” “SOLO NOI POSSIAMO UCCIDERLI, DIMENTICANDOLI.” Se la loro memoria non ha cambiato le nostre menti, sono solo morti. Chiara Mochi, 5^ C Primaria “Don Bosco”Chiara Mochi, 5^ C Primaria “Don Bosco”Chiara Mochi, 5^ C Primaria “Don Bosco”

“NONNO “NONNO “NONNO FEDE FEDE FEDE RACCONTA”RACCONTA”RACCONTA” Il 27 gennaio 2010 ,i l “Giorno della memoria” si è celebrato in Italia per la decima volta. Anche noi alunni della 5° B , della scuola primaria “Grandi”, abbiamo colto l’occasione di questa importante ricorrenza per riflettere attraverso la viva testimonianza di un so-pravvissuto, nonno di un nostro compagno di classe.“Nonno Fede”, anziano membro dell’Associazione Memorie Partigiane di Ascoli Piceno, su nostro invito, è venuto a trovarci per raccontarci i due anni vissuti da prigioniero nei campi di concentramento. Ha con-fermato che la vita in quei luoghi era terribile perché ogni giorno i deportati erano costretti a lavori durissimi e ad enormi umiliazioni. Se non morivano di stenti, i prigionieri venivano uccisi nelle came-re a gas o per gioco ed anche a causa delle malattie che spessissimo li contagiavano per il sovraffollamento e la mancanza di igiene. Ma ai Tedeschi non importava nulla perché pensavano che non fossero come loro cioè di “razza pura”. Quando arrivavano con i treni, stipati come animali, venivano spogliati dei loro abiti e vestiti con divise di stoffa grezza e fatti marciare con pesanti zoccoli di legno. Nonno Fede venne liberato, ma, comunque non pensò mai di scap-pare perché le sentinelle gli avrebbero subito sparato e poi perché questo campo si trovava in un’isola.

Classe V B Classe V B Classe V B Primaria “A. Grandi” Primaria “A. Grandi” Primaria “A. Grandi”

Sessantacinque anni fa, il 27 gennaio 1945 venivano aperti i cancelli di Auscwitz. Le immagini che apparvero agli occhi dei soldati sovietici che liberarono il campo, furono terribili. Lì, come in tutti gli altri campi di concentramento e di sterminio, creati dalla Germania nazista, erano stati commessi crimini di incredibile efferatezza, non solo contro gli Ebrei d’Europa ma, anche, contro altri popoli e categorie oppressi. L’uomo con-temporaneo aveva utilizzato il suo sapere, il suo progresso per

scopi criminali, tramutando le conqui-ste scientifiche e tecnologiche in stru-menti di morte. L’ Europa ed il mondo intero si domandarono come era stato possibile che la Shoah fosse avvenuta e, soprattutto, quali comportamenti ed azioni mettere in atto per scongiurare che accadesse di nuovo. Dalla consa-

pevolezza di ciò che era accaduto durante il regime nazista, nel 1948 nacque la “Dichiarazione Universale dei diritti umani, pro-mulgata dalle Nazioni Unite per riconoscere i diritti inalienabili di tutti gli uomini del mondo ed il rispetto della dignità umana.

“Se comprendere “Se comprendere “Se comprendere è impossibile, è impossibile, è impossibile, ricordare è ricordare è ricordare è necessario.”necessario.”necessario.”

Primo Levi

Nell’ambito della seconda edizione della “Giornata del-

l’Amicizia con la Cina” promossa dalla Diocesi l’8 e 9 maggio, molti sono stati gli eventi volti a ricor-dare la straordinaria figura del missionario gesuita P. Matteo Ricci, in occasione del IV° Centenario dalla sua morte. Vari sono stati i momenti di svago, di apprendimento, di festa e di approfondimento culturale, a misura di grandi e bambini. I primi protagonisti infatti, di tali giornate, sono stati gli studenti delle Scuole dell’Infanzia, Primaria e Secondaria di primo grado della nostra Provincia che, con straordinaria partecipazione (più di 30 Scuole, cento classi, per un totale di duemila studenti), hanno partecipato al Concorso: “Con P. Matteo Ricci amici senza frontiere”. Concorso: “Con P. Matteo Ricci amici senza frontiere”. Concorso: “Con P. Matteo Ricci amici senza frontiere”. L’iniziativa aveva proposto ad allievi e docenti di presentare: aquiloni ( Infanzia ), giochi dell’oca e Cards ( Pri-maria e Secondaria ) ispirati alla vita e allo stile di Padre Matteo. Sabato 8 maggio presso l’Audito-rium San Paolo, è avvenuta la premiazione degli elaborati presentati ed esposti alla Mostra nel Palaz-zo Bonaccorsi, inaugurata dal vescovo Claudio Giuliodori, dal sindaco di Macerata Romano Caranci-ni e dall’assessore Provinciale Nazareno Agostini. I lavori sono stati premiati con la seguente motiva-zione: “ Gli elaborati che hanno piacevolmente stupito per l’accuratezza e l’alta qualità, non solo grafica, ma anche di contenuti, a dimostrazione di una fase di studio approfondito che ha preceduto la fase creativa ”. Con grande piacere e soddisfazione, anche il nostro Istituto Comprensivo anche il nostro Istituto Comprensivo anche il nostro Istituto Comprensivo “Don Bosco” è risultato vincitore ed è stato premiato. “Don Bosco” è risultato vincitore ed è stato premiato. “Don Bosco” è risultato vincitore ed è stato premiato. Successivamente gli elaborati, svolti dalle classi che hanno ottenuto il riconoscimento, sono stati esposti nei nostri Plessi. Tutti gli altri alunni, anch’essi sensibilizzati alla vita e all’opera di questo grande missionario gesuita, hanno così condiviso il premio assegnato ma soprattutto la grande gioia della vittoria.“““Complimenti … Complimenti … Complimenti … bambini !!!” bambini !!!” bambini !!!”

Le insegnanti di Religione Lucilla Staffolani e Carla Cingolani Le insegnanti di Religione Lucilla Staffolani e Carla Cingolani Le insegnanti di Religione Lucilla Staffolani e Carla Cingolani PAGINA 30

“C“C“CONONON P. M P. M P. MATTEOATTEOATTEO RRR ICCIICCIICCI AMICIAMICIAMICI SENZASENZASENZA FRONTIEREFRONTIEREFRONTIERE”””

LA SCUOLA NEL TERRITORIO , IL TERRITORIO NELLA SCUOLA

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Siamo contenti di aver intrapreso la via del canto! Qui nel plesso Don Bosco questa attività è partita

tre anni fa, per iniziativa della maestra Maura Gennaro, la nostra esperta di musica, che si è offerta per costruire le basi del canto corale per i bambini della scuola primaria. Sin dall’inizio la mae-stra ci ha insegnato le basi del canto: per la respirazione bisogna gonfiare un “palloncino” e mandar fuori l’aria lentamente, tenendo basse le spalle; per l’emissione del suono è importante non urlare e pronun-ciare bene le parole; è necessario “riscaldare” la voce con dei vocalizzi prima di cantare …

La prima forma di canto corale a più voci che abbiamo imparato è stato il canone, che consiste nel dividersi in due o più gruppi, le cui voci si rincorrono ripetendo lo stesso motivo. Nella prima parte dell’anno scolastico abbiamo ogni volta affrontato repertori natalizi con i quali ci siamo esibiti nel 2007 a San Catervo, nel 2008 a San Nicola e al Teatro di Caldarola e nel 200-

9 di nuovo nella Basilica in collaborazione con un gruppo corale del plesso Grandi, del coro giovanile del Liceo “Filelfo” e con l’Associazione musicale “Nazareno Gabrielli” di Tolentino. Conclusa la parentesi natalizia, il coro di voci bianche

riprende l’attività preparandosi per le rassegne che ogni anno l’A.R.CO.M. (associazione regionale cori Marche) organizza : siamo stati a Ripatransone e a Fabriano e ci siamo con-frontati con tanti altri bambini come noi appassionati di canto. Sono occasioni di incontro davvero speciali: si canta insieme, si fanno amicizie, si visitano posti nuovi e riceviamo tanti complimenti dai nostri genitori e dal pubblico che ci ascolta. Che soddisfazione! Il coro non è solo cantare insieme, ma è un’occasione per socializzare, per crescere e per condividere le emozioni che dà il canto.

I ragazzi del Coro di Voci Bianche I ragazzi del Coro di Voci Bianche I ragazzi del Coro di Voci Bianche

Lunedì diciannove aprile è venuta a trovarci a scuola la maestra Graziana che è stata con noi da settembre a Natale. Noi alunni della seconda C l’abbiamo salutata e abbiamo fatto tante foto con lei. Tutti le abbiamo scritto un biglietto di auguri con la firma. La maestra Graziana che studia da soprano per salutarci ci ha cantato la canzone: “La pastorella delle Alpi” di Giocchino Rossini. Quando l’abbiamo sentita noi non riuscivamo a non ridere perché la maestra andava su e giù con la voce. Alla fine del canto però le insegnanti ci hanno spiegato che cos’è la musica lirica, come è importante per l’Italia e quanto è difficile riuscire a cantare in quel modo. Dopo la spiegazione, la maestra ha di nuovo cantato la canzone. Noi l’abbia-mo ascoltata con attenzione e l’abbiamo applaudita tanto. Qualche giorno dopo è arrivata la lavagna interattiva e su Internet abbiamo riascoltato quella musica. Ormai siamo intenditori: la maestra Graziana è più brava della cantante di Internet!

Classe IIClasse IIClasse IIaaa C Primaria Don Bosco C Primaria Don Bosco C Primaria Don Bosco

...le basi del canto: per la respirazio-ne bisogna gonfiare un “palloncino” e mandar fuori l’aria lentamente, te-nendo basse le spalle; per l’emissione del suono è importante non urlare e pronunciare bene le parole; è necessa-rio “riscaldare” la voce con dei voca-

DO RE MI FA

Martedì 1 giugno 2010 presso l’Aula Magna dell’Istituto Comprensivo “Don Bosco” si è tenuto il saggio di musica d’insieme degli alunni delle classi I, II e III C della Scuola Secondaria ad indirizzo musicale e della V C e V D della Scuola Primaria. In questa occasione gli allievi hanno eseguito celebri pagine musicali tratte dalle colonne sonore di films e da musicals ottenendo un

ottimo riscontro da parte del numeroso pubblico presen-te. Il saggio ha rappresentato il momento conclusivo del percorso didattico legato al progetto “Musica per Immagini” che ha coinvolto ben 128 alunni e 9 docenti del nostro Istituto. Il referente del Il referente del Il referente del progetto “progetto “progetto “MusicaMusicaMusica perperper Immagini”Immagini”Immagini” Prof. Adriano AcheiProf. Adriano AcheiProf. Adriano Achei

SaggioSaggioSaggio StrumentoStrumentoStrumento MusicaleMusicaleMusicale

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Ciao, mi chiamo Fillo sono una foglia di ippocastano. Fino a qualche giorno fa abitavo in uno splendido giardino pubblico, ricco di alberi piantati dagli abitanti del quartiere ogni qualvolta nascesse un bambino o ne arrivassero nuovi da altri Paesi. Era un giardino molto movimenta-to soprattutto di giorno, ma la notte finalmente ci rilassavamo e pote-vamo parlare con tranquillità di ogni avvenimento accaduto nella gior-nata. Un giorno questo giardino ha vissuto un’esperienza incredibile,

molto bella, che vorrei raccontare. Dovete sapere che Marco, Lorenzo, Matteo, Giovanni e Giacomo, bam-bini del quartiere, si sentivano padroni del parco. I primi di settembre i cinque “bulletti”, mentre giocava-no a palla, videro arrivare un bambino nuovo, giunto solo da qualche giorno dal Senegal. Abdou, così si chiamava, era di pelle scura ma liscia e delicata, molto magro con capelli ricci e corti, occhi neri come la pece ma molto luminosi, il naso piuttosto schiacciato che gli rendeva il viso simpatico, anche perché aveva due

labbra carnose simili a palloncini gonfiati. - Chi è questo “bastoncino Mikado fondente”-, disse ironicamente Matteo quando Abdou si avvici-nò timidamente al gruppo. Il quintetto lo circondò, cominciò a passar-selo come fosse una palla da rugby, mentre lo bombardava di domande e insulti:- Chi ti ha dato l’ordine di entrare nel nostro regno?- ; - Il fango è più pulito di te!-. Poi una spinta e un’altra e un’altra ancora finchè Abdou cadde a terra, sul duro battendo e ferendosi le ginocchia. - Perché mi avete spinto, che cosa vi ho fatto di male! – disse il ragazzi-no piangendo più per la rabbia che per il dolore. I cinque, come se nulla fosse accaduto, si allontanarono parlottando tra di loro: - Così impara a rimanere nel suo paese! -; - Ben detto! – Durante la notte incominciammo a parlare della brutta scena accaduta. Querciolina commentò: - Come si può essere così insensibili ed avere un cuore di pietra simile; quel bambino voleva solamente fare amicizia! -; - E’ in-credibile: sono riusciti, senza nemmeno conoscerlo, a ferirgli, oltre il ginocchio, anche il suo animo innocuo – aggiunse Ippa. – Qui ci vuole – disse Salicetta – un’idea che spinga ad una riflessione quei cinque teppistelli: sacrifichiamoci cadiamo prima del tempo per formare un materasso spesso e soffice in modo che Abdou possa avere un letto morbido per sentire meno male. – E così facemmo. Il giorno dopo i bambini, arrivati al parco, si meravigliarono di trovare quello spettaco-lo inconsueto e strano per quel periodo, tanto che costituì un evento

per la città. Il sindaco chiamò le Guardie Forestali, i Fitopatologi ed altri esperti per un sopralluogo tecnico che, però, diede risultati negativi: le nostre piante stavano benone ma si erano completa-mente spogliate. Sapete che fine ci volevano far fare? Prima ra-strellate, depositate in un bidone, poi, una volta seccate, bruciate senza pietà. Ma quella notte, per fortuna piovve tanto e, la mattina seguente, i netturbini ci lasciarono lì perché il parco aveva un tap-peto fradicio; noi tirammo un sospiro di sollievo. Nel pomeriggio, grazie a un caldo sole, il giardino si era asciugato e si riempì di nuovo di bambini. Arrivò anche il solito gruppetto e Abdou corag-giosamente, tentò di riavvicinarsi, ma venne di nuovo spinto e volutamente gettato a terra. Questa volta però… provò una piace-vole sensazione; infatti, per qualche minuto, rimase a terra sdraia-to con le braccia e le gambe aperte, come a volere abbracciare la natura intorno a sé. Fu lì che Marco intuì il perché del manto soffi-ce a terra anzitempo e fu il primo ad offrire la sua mano per far rialzare Abdou. – Scusa tanto per il nostro comportamento ma abbiamo capito solo adesso il significato di questo tappeto di foglie che si sono sacrificate per aiutarti. La natura ci ha offerto un insegnamen-to importante mostrandosi più sen-sibile ed accogliente di noi umani.- Finalmente era nata una nuova amicizia e, in suo ricordo, i ragazzi raccolsero sei di noi e ci misero tra le pagine di un album dei ricordi. Tutta la storia mi è stata rac-contata da una di esse che venne trovata da Lorenzo il giorno do-po. Platanina, questo è il suo nome, mi disse che la mattina se-guente arrivarono gli operai di una ditta di compostaggio a ritirare tutte le foglie del parco cadute. La potenza dei mezzi creò un vor-tice d’aria che fece volare Platanina; senza sapere come, si ritrovò sul davanzale della finestra di Lorenzo. Ora sappiamo che il sacrifi-cio delle nostre amiche foglie non è stato vano perché sono diven-tate humus fertile per i nuovi alberi che verranno piantati nel giar-dino . Perché ho detto “ ora sappiamo?” Ebbene si: Lorenzo ha deciso di conservare Platanina accanto a me.

Classe VClasse VClasse Va a a B Scuola Primaria “A. Grandi”B Scuola Primaria “A. Grandi”B Scuola Primaria “A. Grandi”

PPPROGETTOROGETTOROGETTO PROVINCIALEPROVINCIALEPROVINCIALE SULSULSUL VOLONTARIATOVOLONTARIATOVOLONTARIATO “M “M “MISTERISTERISTER C C CITTADINOITTADINOITTADINO”””

MONDO A COLORI

Un autunno precoce ma … fecondoUn autunno precoce ma … fecondoUn autunno precoce ma … fecondo

A scuola abbiamo avuto la possibili-tà di partecipare al progetto “Msr Cittadino”, svoltasi in due giorni con la testimonianza di due volonta-ri, i quali ci hanno spiegato che cos’è il volontariato, i tipi di asso-ciazioni che lavorano in Italia e le

mansioni che svolgono. L’attività del volontariato può esse-re rivolta a persone in diffi-coltà, alla tutela della natura e

degli animali e soprattutto, attraverso azioni umanitarie, alle popolazioni che vivono in zone di estrema povertà. Sono stata molto contenta che la nostra scuola abbia organiz-zato questo progetto perché credo che edu-care fin da piccoli sul vero significato del volontariato possa prepa-rarci a diventare da adulti attivisti. La nostra società è purtroppo basata soltanto sul consumismo, dimenticando completamente o a volte calpestando le persone più bisognose e deboli: bisogna quindi riappropriarsi del valore del dono di sé e del proprio tempo. Le as-PAGINA 32

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Quest'anno noi bambini della classe II A della Scuola Grandi, insieme ai nostri genitori e alle maestre, abbia-mo fatto una colletta per adottare un bambino a distanza. Si chiama William, ha dodici anni ed è brasiliano. Ci ha mandato una sua foto: ha un viso carino e simpati-co. I suoi genitori sono molto poveri e per questo lui vive in una casa di accoglienza, in un luogo che si chiama Manaus. Lì i nostri missionari si occupano di lui e di tanti

altri bambini che hanno bisogno di aiuto. Con i soldi che gli abbiamo mandato, William può mangiare e andare a scuola per un anno. Con la stessa cifra in Italia non compriamo nemmeno la WII! Un pomeriggio è venuto a scuola un rappresentante dell'associazione SERMIT che a Tolentino si occupa proprio di adozioni a distanza. Ci ha mostrato dei video girati in Albania e in India. I bambini che abbiamo visto erano scalzi e non avevano nemmeno i quaderni! Nelle loro case non c'era l'acqua corrente e non c'era la cucina. Alcuni

dormivano sui tappeti. La scuola non aveva i banchi e neanche il tetto. Abbiamo molto parlato delle differenze tra le loro vite e le nostre. Noi siamo più fortunati perché abbiamo tanti giochi, bei vestiti e viviamo nel benessere. Eppure, nei video e nelle foto, quei bambini sorridevano sempre e sembravano essere felici con poche cose. Classe IIClasse IIClasse IIa a a A, Scuola Primaria Grandi A, Scuola Primaria Grandi A, Scuola Primaria Grandi

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MONDO A COLORI

sociazioni di volontariato rappresentano una struttura fondamentale nel campo della solida-rietà e del soccorso; non applicano la filosofia del guadagno ma si soffermano ad accogliere la vera essenza della vita che è quella di poter rendere migliore l’esistenza di chi è meno fortunato. I giornali, le televisioni e le radio parlano poco di questa meravigliosa attività,

per motivi di indici di ascolto preferiscono trasmettere argo-menti di cronaca nera, dibattiti politici, trasmissioni come “Grande fratello” e altri show, raramente mostrano l’incredibile opera dei medici senza frontiera, di quelle persone che hanno abbandonata la loro professione per recarsi in paesi dove le mine mietono vittime quotidianamente o dove le malattie fanno mori-re i bambini come le mosche. Alcuni anni fa il governo italiano ha introdotto il servizio civile, sotto forma di lavoro: è un modo per far avvicinare il ragazzo al servizio del volontariato. Molto spesso la gente si rifiuta di aiutare con un piccolo contributo le associazioni di volontariato perché sono convinte che questi doni poi non vadano a destinazione; forse è anche successo che qual-cuno abbia approfittato delle somme raccolte, è giusto quindi essere atten-ti e vigili affinché i soldi non siano spesi inutilmente, ma a volte credo che questa convinzione venga usata per comodità. A mio parere, sarebbe sufficiente, però, informarsi sulle associazioni operanti nel propria città

o attraverso il proprio parroco dei missionari che operano nelle zone più povere del mondo. Il volontariato non deve essere sentito solo come impegno, ma deve essere un’attività svolta con il cuore e con amore. Nel mio pae-se ci sono molte associazioni di volontaria-to,personalmente ho conosciuto la CARITAS e la casa famiglia di STEFANO e STEFANIA, la quale accoglie sotto forma di affidamento bambini che per problemi familiari non posso-no vivere con i loro genitori. Da grande mi piacerebbe molto entrare a far parte della Croce Ros-

sa, soccorrere il malato è per me la priorità assoluta, assisterlo con un sorriso e tanta tenerezza durante il tragitto che lo porta in ospedale e restargli accanto durante l’attesa in Pronto Soccorso è molto importan-te. Spesso invece il malato viene lasciato in ospedale come un pacco postale, in attesa che il dottore lo visiti. Il malato è la persona più fragi-

le e indifesa ma, quando incontra qualche medico o infermiere che lo cura con amore, affronta meglio la malattia, elemento essenziale anche nella precocità della guarigione. Poter alleviare un po’ il dolo-re del malato ti fa sentire utile e indispensabile in cambio ricevi feli-cità e serenità. Federica Vitali 3^ BFederica Vitali 3^ BFederica Vitali 3^ B Scuola Secondaria 1^ grado “D. Alighieri”Scuola Secondaria 1^ grado “D. Alighieri”Scuola Secondaria 1^ grado “D. Alighieri”

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MONDO A COLORI

Quest’ anno è arrivata a scuola una lettera di Carletto e Benedetta i nostri amici di viaggio intorno al mondo, con che cosa? Ma con la mongolfiera naturalmente!!! Ci spie-gano che sono tornati da loro ultimo viaggio in Inghilter-ra e lì hanno incontrato una fata di nome Smemorina che viveva in una scuola di Londra, dove i bambini si diverti-vano sempre ad imitare le formiche e gli elefanti una can-zoncina molto divertente. Quando Carletto e Benedetta stavano ripartendo, Fata Smemorina ha chiesto loro di poter venire in Italia per conoscere noi bambini della

scuola “G. Bezzi”. Dovete sapere che a fata Smemorina piace mol-to i bambini, ascoltarli mentre giocano e cantano la rendono felice, si è fermata quindi nella nostra scuola e precisamente nella soffitta. E così sono iniziate le nostre avventure alla scoperta di tanti bei paesi. Ogni tanto e-

sce e ci fa delle belle sorprese ... Un bel giorno in autunno inoltrato è scesa dalle sue stanze accompagnata da un fol-letto conosciuto in una delle sue passeggiate nella foresta Smeralda, Folletto Autunno Folletto Autunno Folletto Autunno … a gennaio è ritornata da un suo lungo viaggio in Russia dove a conosciuto Folletto inverno, che stava cantando…la Canzone Cantiamo le stagioni...Che simpatico!!! è venuto a trovarci e ha parlato molto con noi, aveva un vestito molto buffo...con un cap-pello pieno di fiocchi di neve, e già perché in Russia è molto freddo … Quando Folletto Inverno è tornato a ca-sa ...ci ha inviato un regalo, una bellissima storia che le mamme in Russia raccontano sempre ai loro bimbi da pic-coli: “Pierino e il Lupo”…dovete sapere che ci sono tanti strumenti ognuno dei quali dà voce ad uno dei personag-gi/interpreti della storia…ne abbiamo prodotto un grazioso concertino. … … … Folletto inverno Folletto inverno Folletto inverno ci ha scrit-to ancora mandandoci balli, giochi, musiche... del suo pae-se… “La più bella di tutte pe-rò” dice Marco “è la canzone del corpo, vero maestra?”.. Un bel giorno Fata Smemorina è tornata a trovarci con una gra-ziosissima Folletta di nome Primavera. Eh!!! Meraviglia delle meraviglie … tutti i folletti del mondo si conoscono e sono amici e quando si è amici si condividono anche tante cose, bhè!!! comprese le canzoni, ma naturalmente ad ogni folletto o folletta la sua stagione e in questo caso la Primavera con “Il Girotondo delle stagioni”. … Folletta Primavera abita in un paese stupendo l’ Argentina e preci-

samente nel bosco dell’ Arran-giane … già!!! il bosco dove

vive Bambi e dove gli alberi sono di un colore giallo sena-pe … Siamo contenti che an-che folletta Primavera abbia deciso di rimanere con noi, insieme ci siamo molto diver-titi… ci ha raccontato dei suo viaggi … ne ricordiamo uno in particolare nella Fore-sta dell’ Iguazù dove gli ani-maletti le hanno insegnato una dolce ninna nanna inti-tolata: Ninna Nanna degli animaletti” … per quest’ anno Folletta Primavera … è ospite di Fata Smemorina nella soffitta della nostra scuola ... è scesa da noi e ci ha insegnato simpatici balli, ed altre canzoncine ritmate che … abbiamo imparato anche a suonare, prima fra tutte è la ballata del Gaucho Argentino. “Mi piace mol-to suonare il fischio” dice Niccolò “saltellando intorno ai miei compagni, che suonano le Nacchere..”… Follet-ta Primavera insieme a Fata Smemorina …. hanno ap-profittato per andare a fare un bel viaggio in Africa e conoscere tanti nuovi bambini … una mattina insieme a bambini di quel villaggio Senegalese sono andate nella foresta di DiJolof e li hanno conosciuto Folletta Estate … anche lei stava cantando la canzone delle Stagioni … Folletta EstateFolletta EstateFolletta Estate. è voluta ve-nire anche lei a scuola per conoscerci. .. ci ha cantato subito la canzone “IL FOL-LETTO” “è vero “ dice Davi-de, “l’ abbiamo imparata e cantata anche noi tante vol-te, anche quando siamo andati a San Ginesio, al labora-torio CREDIA, mentre facevamo la passeggiata nel bo-sco” Ma!!!...Sapete!!! la sorpresa più bella che ci ha por-tato sono stati Michela, Omar e Mustafà che ci hanno raccontato una storia … che parla dell’ amicizia tra un Aquila e una Tartaruga, dove gli animali e i rumori ave-vano i suoni di uno strumento tipico Africano … quell’ aquila era un po’ furbetta e questo che ci ha fatto ben capire, che non si deve mai essere furbi o dispettosi con gli amici, perché INININ A A AMICIZIAMICIZIAMICIZIA UNAUNAUNA VOLTAVOLTAVOLTA SISISI PRENDEPRENDEPRENDE EEE UNAUNAUNA VOLTAVOLTAVOLTA SISISI DÀDÀDÀ

E’ stato proprio divertente ascoltarli, ballare con loro e suonare anche noi quegli strumenti originali cantando insieme “I kama zimba zimba zaio”

Sez. A/B/C e D Infanzia “G. Bezzi”Sez. A/B/C e D Infanzia “G. Bezzi”Sez. A/B/C e D Infanzia “G. Bezzi”

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UUUNANANA STORIASTORIASTORIA PERPERPER DIVENTAREDIVENTAREDIVENTARE AAAMICIMICIMICI: : : “F“F“FATAATAATA S S SMEMORINAMEMORINAMEMORINA ALLAALLAALLA SCOPERTASCOPERTASCOPERTA DEIDEIDEI FOLLETTIFOLLETTIFOLLETTI NELNELNEL MONDOMONDOMONDO…”…”…”

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pati che le hanno sfruttate, umiliate e usate, avvilite ed an-che uccise. Nel cuore un amaro ricordo e il desiderio di un meritato riscatto. Il tempo scorre, sono passati i secoli ed i millenni, ma nell'animo dell'uomo non è scomparso il desiderio di sopraffazione. Così un brutto giorno, un omone grosso con in mano un rastrello arrugginito e vecchio, con fare goffo e sgraziato inizia a racco-glierle, ad accatastarle nervosamente. Le poverine si ritrovano l'una sull'altra, nell'aria si spande un vocio che pian piano diventa sempre più debole e sommesso. L'uomo si ferma ed osserva, convinto di aver fatto un buon lavoro. Poi estrae dalla tasca una scatola di fiammiferi; ne accende uno che si spegne...ne accende un altro, ed un altro ancora, ma nessuno sembra voler ardere; pare quasi che i fiammiferi non vogliano far compiere quell'or-rendo gesto all'uomo. Le sfortunate foglioline ignare della loro sorte, non sapendo ciò che le aspetta, osservano incuriosite, fino a quando un fiammife-ro, l'ennesimo, rimane acceso. Allora l'omone si avvicina al cumulo ed appicca il fuoco: lenta-mente le fiamme vivaci si spandono, diffondendo nell'aria l'odore acre di morte. Le foglioline allora percepiscono la loro fine, si stringono le une alle altre come sorelle, non curandosi del colore, della cultura e della provenienza. Il fuoco in un istante mangia la legna, ingoia tutto e nell'aria, insie-me al fumo nero, si innalza una dolce melodia: l'ultimo inno alla libertà di tante foglioline venute non si sa da dove, con la speranza di un futuro migliore nel cuore. Il bambino osserva con tristezza mista a rabbia la scena; il suo volto è solcato da lacrime di dolore: “Non è giusto!”esclama indignato. Da quel giorno pensò che il futuro del mondo, un mondo più giusto e rispettoso, doveva cominciare da lui e con lui. Iniziò quindi ad impegnarsi per migliorare il con-fronto ed il dialogo tra le diverse etnie, culture e religioni presen-ti nel mondo, attraverso la tolleranza la fiducia e l'amore.

Gli alunni della classe 5^ A Gli alunni della classe 5^ A Gli alunni della classe 5^ A

Scuola Primaria “A. Grandi” Scuola Primaria “A. Grandi” Scuola Primaria “A. Grandi”

MONDO A COLORI

Spinte dal vento impetuoso e funereo della fame, della guerra e della disperazione, sono approdate sulle coste, nei porti, e in tanti paesi italiani una miriade di foglie multicolori. Sono accomunate dal dolore e dal pianto. Ognuna porta con sé la sua storia, fatta di una vita di stenti, di umi-liazioni e di soprusi. Un bambino domanda: “Dimmi foglia bruna perché ti sei abbando-nata al vento della libertà?” “Sono nata al di là del Mediterraneo, in un luogo povero, dove manca ogni cosa, dove non c'è lavoro né il necessario per tutti... Guardami! Sono sgualcita, infreddolita, fradicia di sudore e di sal-sedine. Sono giunta fin qui aggrappata ad un filo di speranza; cerco

solo lavoro! Lavoro per me e per le mie sorelline che mi hanno seguito in questa avventura spinte dalla speranza, e per aiutare quelle che sono rimaste nel mio paese.” Tutte hanno nello sguardo l'ama-ra tristezza di chi, con rimpianto, ha lasciato la terra natia. Il bambino solleva lo sguardo verso il cielo ed ecco... all'im-provviso.... cadere, come piogge-rellina di marzo argentea e sotti-le, un'altra foglia ed un'altra an-cora. Hanno gli occhietti a mandorla ed

un sorriso misto tra la sorpresa e il dolore. Si posano a terra planando leggiadre. Arrivate sul suolo accoglien-te, si adagiano spaventate, ma subito, spinte da una volontà opero-sa, si guardano intorno, scrutano ogni minimo particolare, pronte ad impegnarsi in ogni attività. Il bambino le chiama ed esse rispondono nella loro lingua, ma pro-nunciano qualcosa per lui incomprensibile, allora riprendono il loro lavoro come formichine laboriose. Ancora una volta il bimbo intuisce che le foglie gialle sono spaven-tate e malinconiche. Passano i giorni e sono tutti uguali: ognuno è caratterizzato dall' andirivieni di tanti esserini animati che hanno forme variegate di foglie, ma dentro, in fondo al cuore, lo stesso sentimento: un in-contenibile desiderio di libertà. Giungono ora le foglie rosse provenienti da ovest, conservano an-cora nel cuore il ricordo delle ingiustizie antiche di popoli emanci-

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“Giungono foglie brune, gialle,rosse...da diverse parti del mondo … con una gran voglia di libertà..”

Giunti alla fine dell’ anno scolastico e

delle nostre avventure, Fata Smemorina, Folletto Inverno, Folletta primavera e Folletta Estate stan-no per ripartire, ci sono altri bambini che li aspet-tano e noi vogliamo mandare a questi bambini un

piccolo messaggio e cioè che proprio perché tutti siamo uguali, ognuno di noi deve rispetto all’ altro qualsiasi sia la sua cultura e la sua religione poiché ognuno di noi è fonte di ricchezza per l’ altro, ricordatelo sempre siamo tutti sotto lo stesso cielo ed è

per questo che ringraziamo Fata Smemorina per quan-to ci ha insegnato, è a lei e a tutti i popoli del mondo che abbiamo dedicato, alla fine del nostro Saggio di Musica: “I colori dell’ Amicizia”, la canzone “Tu sei uguale a me” e “Kumbaiamala, Kumbaja” una canzone

tipica Africana. I bambini e gli Insegnanti I bambini e gli Insegnanti I bambini e gli Insegnanti Infanzia “G. Bezzi”Infanzia “G. Bezzi”Infanzia “G. Bezzi”

III CCCOLORIOLORIOLORI DELLDELLDELL’ A’ A’ AMICIZIAMICIZIAMICIZIA

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Direttore Editoriale: Dirigente prof.ssa Lauretta Corridoni

Referente Progetto Giornalino d’ Istituto: Insegnante Annunziata Grieco

Impaginazione Elettronica: Insegnante Giuliana Del Bello

Insegnante Annunziata Grieco

• Ins. Simonetta Bartoccioni

• Ins. Giampiero Feliciotti

• Ins. Manuela Ferretti

• Ins. Annunziata Grieco

• Ins. Rita Ricci

Gruppo di lavoro

Commissione Comunicazione:

Redazione :

@

Istituto Comprensivo “Don Bosco” Piazza “Don Bosco” ,11 - Tolentino (MC)http//www.comprensivodonbosco.it

Capo Redattore: Funzione Strumentale “Comunicazione e Documentazione Didattica”

Insegnante Giuliana Del Bello

Docenti e studenti, per la collaborazione e l’ attenzione.

Un grazie particolare alla Banca delle Marche Tolentino, all’ Amministrazione Comunale - Assessorato alla Cultura, alla Direttrice della Biblioteca Filelfica Sig. ra Cosatti, alla FAPRIT AGIP, alla S.P.F Concessionaria Officina autorizzata OPEL, alla Cartolibreria Vera di Letizia Pazzelli e alla Cartolibreria Paola Nobili, che hanno contribuito alla realizzazione di questa edizione cartacea.

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