Gionalino Marzo

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Spirito e parola Mensile della parrocchia dello Spirito Santo - N°25 - 7 Marzo 2010 Da Nord a Sud un’Alleanza per la Democrazia di Roberto Bonomo A cavallo tra febbraio e marzo si è svolta a Reggio la manifestazione “Da Nord a Sud un’Alleanza per la Democrazia” a sostegno di quelle realtà che si stanno battendo per combattere la ndrangheta e le massonerie deviate che dalla Calabria stanno ampliando il loro giro d’aari in diverse zone dell’Italia e anche qui da noi. Non vorrei che questo messaggio coraggioso passasse sotto silenzio anche perché il tema della legalità mi pare che sia, in questo momento, un tema cruciale per il nostro Paese. La confusione regna sovrana, ciascuno pretende legalità dagli altri facendo diventare questo tema un argomento di una parte contro l’altra e non un valore condiviso e un obiettivo comune a cui puntare con tutte le forze lasciando da parte il potere. Se il valore non è condiviso i punti di riferimento vengono a mancare e così tutto può essere contemporaneamente vero e falso. Il pudore sembra ormai scomparso al punto che anche se qualcosa è sotto gli occhi di tutti è suciente che venga negato con convinzione e la maggioranza si convince che è tutta una montatura della parte opposta. La politica è lo specchio della società diceva qualche giorno fa un commentatore e penso sia così: ciascuno, nella nostra società, tende sempre più a guardare al suo orticello, alle sue convenienze e questo è proprio il terreno più fertile per le mae che hanno il potere di soddisfare i tuoi piccoli interessi e così ti rendono loro schiavo. Questi amici calabresi che stanno sdando il potere della ndrangheta a rischio della propria vita e del loro famigliari sono un esempio per tutti e specialmente per i nostri giovani, che vedo così lontani dalla passione per il bene comune che si costruisce attraverso la politica. Segue a pagina 8 (...) (Lc 13,1-9) In quel tempo si presentarono alcuni a riferire a Gesù il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrici. Prendendo la parola, Gesù disse loro: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subito tale sorte? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quelle diciotto persone, sulle quali crollò la torre di Sìloe e le uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo». Diceva anche questa parabola: «Un tale aveva piantato un albero di chi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: “Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest’albero, ma non ne trovo. Tàglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?”. Ma quello gli rispose: “Padrone, lascialo ancora quest’anno, nché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai”». Commento al Vangelo di P. Alberto Maggi del centro di studio biblico di Macerata Quello che viene fatto a Gesù è un avviso di chiaro stampo maoso. Vediamo. Scrive l’evangelista che “In quello stesso tempo …”, cioè qual è questo tempo? Gesù sta liberando la folla dall’inusso dei farisei. Infatti li aveva rivolto loro un invito: “«E perché non giudicate da voi stessi ciò che è giusto?»” cioè avere maturità e capacità di pensiero e autonomia, senza dipendere sempre dal giudizio dei farisei o delle autorità religiose. Ebbene, in questo preciso momento, si avvicinano alcuni e gli riferiscono “di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei sacrici”. All’epoca di Gesù, dire ‘Galileo’, non indicava soltanto la provenienza da questa regione, ma signicava dire ‘rivoltoso, turbolento’, una persona bellicosa. I Galilei erano per lo più gli zeloti, quelli che, attraverso la violenza, si rivoltavano contro il potere romano. Allora a Gesù, che è Galileo - e non dimentichiamo che uno dei grandi uomini, ritenuto messia, era stato Giuda il Galileo e aveva fatto una brutta ne – dicono “guarda che qui i Galilei fanno una brutta ne! Guarda come Pilato li ha massacrati!” Segue a pagina 8 (...) Se non vi convertite, perirete tutti Commento al Vangelo. III domenica di Quaresima Dio accoglie sempre tutti

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Gionalino Marzo

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Spirito e parolaM e n s i l e d e l l a p a r r o c c h i a d e l l o S p i r i t o S a n t o - N ° 2 5 - 7 M a r z o 2 0 1 0

D a N o r d a S u d u n ’A l l e a n z a p e r

l a D e m o c r a z i adi Roberto Bonomo

A cavallo tra febbraio e marzo si è svolta a Reggio la manifestazione “Da Nord a Sud un’Alleanza per la Democrazia” a sostegno di quelle realtà che si stanno battendo per combattere la ndrangheta e le massonerie deviate che dalla Calabria stanno ampliando il loro giro d’a!ari in diverse zone dell’Italia e anche qui da noi.Non vorrei che questo messaggio coraggioso passasse sotto silenzio anche perché il tema della legalità mi pare che sia, in questo momento, un tema cruciale per il nostro Paese.La confusione regna sovrana, ciascuno pretende legalità dagli altri facendo diventare questo tema un argomento di una parte contro l’altra e non un valore condiviso e un obiettivo comune a cui puntare con tutte le forze lasciando da parte il potere.Se il valore non è condiviso i punti di riferimento vengono a mancare e così tutto può essere contemporaneamente vero e falso. Il pudore sembra ormai scomparso al punto che anche se qualcosa è sotto gli occhi di tutti è su"ciente che venga negato con convinzione e la maggioranza si convince che è tutta una montatura della parte opposta.La politica è lo specchio della società diceva qualche giorno fa un commentatore e penso sia così: ciascuno, nella nostra società, tende sempre più a guardare al suo orticello, alle sue convenienze e questo è proprio il terreno più fertile per le ma#e che hanno il potere di soddisfare i tuoi piccoli interessi e così ti rendono loro schiavo.Questi amici calabresi che stanno s#dando il potere della ndrangheta a rischio della propria vita e del loro famigliari sono un esempio per tutti e specialmente per i nostri giovani, che vedo così lontani dalla passione per il bene comune che si costruisce attraverso la politica. Segue a pagina 8 (...)

(Lc 13,1-9) In quel tempo si presentarono alcuni a riferire a Gesù il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacri!ci. Prendendo la parola, Gesù disse loro: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subito tale sorte? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quelle diciotto persone, sulle quali crollò la torre di Sìloe e le uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo». Diceva anche questa parabola: «Un tale aveva piantato un albero di !chi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: “Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest’albero, ma non ne trovo. Tàglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?”. Ma quello gli rispose: “Padrone, lascialo ancora quest’anno, !nché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai”». Commento al Vangelo di P. Alberto Maggi del centro di studio biblico di Macerata

Quello che viene fatto a Gesù è un avviso di chiaro stampo ma!oso. Vediamo. Scrive l’evangelista che “In quello stesso tempo …”, cioè qual è questo tempo? Gesù sta liberando la folla dall’in"usso dei farisei. Infatti li aveva rivolto loro un invito: “«E perché non giudicate da voi stessi ciò che è giusto?»” cioè avere maturità e capacità di pensiero e autonomia, senza dipendere sempre dal giudizio dei farisei o delle autorità religiose. Ebbene, in questo preciso momento, si avvicinano alcuni e gli riferiscono “di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei sacri!ci”. All’epoca di Gesù, dire ‘Galileo’, non indicava soltanto la provenienza da questa regione, ma signi!cava dire ‘rivoltoso, turbolento’, una persona bellicosa. I Galilei erano per lo più gli zeloti, quelli che, attraverso la violenza, si rivoltavano contro il potere romano. Allora a Gesù, che è Galileo - e non dimentichiamo che uno dei grandi uomini, ritenuto messia, era stato Giuda il Galileo e aveva fatto una brutta !ne – dicono “guarda che qui i Galilei fanno una brutta !ne! Guarda come Pilato li ha massacrati!” Segue a pagina 8 (...)

S e n o n v i c o nve r t i te, p e r i re te t u t t iCommento al Vangelo. III domenica di Quaresima

Dio accoglie sempre tutti

N°25, Marzo 2010 Spirito e parola 2 I L G E S U ’ D E L L A S TO R I A E I L G E S U ’ D E L L A F E D EQuesto articolo fa parte di una serie di articoli sulla Terra Santa (che verranno proposti nei numeri successivi) prodotti dallo studioso reggiano Massimo Tassi che si è recato più volte in Israele per motivi di studio e interesse teologico e archeologico. Nell’ultima sua visita a Gerusalemme, Tassi ha collaborato con il prestigioso Museo dello Studium Biblicum Franciscanum. Percorro il multicolore dedalo dei vicoli della città antica di Gerusalemme. Arrivo alla via Dolorosa, quella della via crucis. Il punto di riferimento per trovare il Convento della Flagellazione è l’arco dell’Ecce Homo. Eccolo, infatti. Entro nel cortile, dove ho appuntamento con padre Eugenio Alliata, responsabile del museo dello Studium Franciscanum, allestito nella struttura religiosa che accoglie anche un’importante scuola per la ricerca e l’insegnamento della sacra scrittura e dell’archeologia dei paesi biblici. .Qui inizia una lunga conversazione sui temi dell’archeologia, della storia e della fede, destinata ad arricchirsi di giorno in giorno grazie alla permanenza nella Città Santa per una collaborazione volontaria con la struttura museale, che con i suoi preziosi reperti racconta l’a!ascinante passato della Terra Santa e la vita quotidiana delle prime comunità giudaico-cristiane. L’argomento conduttore, stavolta, è la #gura di Gesù fra fede e storia. I luoghi della geogra!a dei Vangeli e gli oggetti presenti nel museo portano a uno dei grandi temi dibattuti da studiosi, teologi e archeologi: il Gesù della storia. Ci sono testi storici che parlano di Gesù?Ci sono e parlano di Gesù allo stesso modo di come ne parlano i Vangeli: dicono che faceva miracoli, che molti lo seguivano, tuttavia non condividono il punto di vista della fede. Ma il loro modo di descrivere Gesù è simile a quello del Nuovo Testamento.Ci illustri qualche particolare…C’è il “Testimonium Flavianum”, dove la sua #gura non è presentata

in maniera equivoca, ma come persona sicuramente importante, che fa miracoli, che insegna, che ha persone che lo seguono. E questo avviene anche negli autori pagani.E se volessimo riassumere la cosa con una ri"essione profonda?Diremmo allora il Cristo della fede e quello storico sono la stessa cosa. La testimonianza storica non subisce danno dalla divisone se uno ha fede o no, perché la persona che vedevano sia pagani che cristiani è lo stesso Gesù. Egli viene descritto con le stesse parole e poi…Poi?Alcuni dicono che la testimonianza di Flavio è un falso: ma allora è un falso anche quella di Tacito? Non è strano che parli di uomo sapiente, perché all’epoca ce ne sono tanti, di sapienti, e si potevano davvero incontrare. Viene magari presentato in maniera dubitativa, ma vengono anche presentati i fatti, che sono così riconosciuti anche dai “nemici”, da coloro che non credono, ma devono ammettere che si tratta di una persona eccezionale. Certo, magari non credono che è il #glio di Dio…Possiamo de!nirle “testimonianze”?Sono testimonianze indiscutibili, che vengono anche da autori non cristiani. Ecco, loro non parlano di profeti e della resurrezione, perché sono pagani. Scrivono comunque come si chiama, chi lo ha ucciso e cosa è derivato da lui: seguono lo stesso schema. Tacito, Giuseppe Flavio, gli Atti degli Apostoli: nessuno mette in dubbio l’aspetto storico. Tacito è silenzioso sull’aspetto religioso, perché è pagano. Ma Giuseppe Flavio, che è ebreo, non lo tace. Le cose che dice Giuseppe Flavio non possono essere allora state aggiunte dai cristiani, perché all’epoca era una cosa comune che ci fosse gente che faceva miracoli, che si diceva inviata da Dio o si proclamava come il messia.Torniamo al dato storico-archeologico suggerito dagli oggetti del Museo dello

Studium Biblicum per una riconferma: è possibile dire con l’archeologia Cristo e il suo tempo ?I reperti archeologici sono nella situazione di Tacito: non parlano dell’aspetto religioso, ma ci parlano dell’aspetto umano, che comprende un elemento speciale.Quale è questo elemento speciale?Che Gesù è il Cristo, l’inviato da Dio.Il dato archeologico allora può incontrare la fede: dove abbiamo tracce di persone che continuavano a credere in Gesù dopo la sua morte, anche alla luce dei vostri scavi?Ad esempio a Nazareth, dove si vede la successione di abitazioni che diventano luoghi di memoria e di culto cristiano. Il luogo non è del I secolo, ma forse del IV sec. d.C. A Nazareth, secondo tradizione della chiesa locale, i membri della famiglia di Gesù avevano mantenuto il ricordo. Sono quelli che nel Nuovo Testamento vengono chiamati “i fratelli” di Gesù. In base alle testimonianze degli scrittori cristiani antichi, questi fratelli sono diventati capi delle chiese di Nazareth e Gerusalemme.A lungo pare che si sia dimenticato che Gesù fosse un giudeo…Gesù apparteneva alla società dei Giudei, la sua era una famiglia ebrea. Era stato educato come ebreo, viveva come ebreo, era nell’attesa delle medesime attese del popolo ebraico e credeva nella parola dei profeti.Quale era, allora, l’elemento nuovo rispetto al giudaismo?Nel contempo in Gesù era presente la coscienza di una missione da

Qui in alto l’antica sinagoga di Cafarnao

N°25, Marzo 2010 Spirito e parola 3 I L G E S U ’ D E L L A S TO R I A E I L G E S U ’ D E L L A F E D E

a cura di Sara Fiorini

Dopo una lunga attesa, eccoci !nalmente giunti alla tanto attesa visita pastorale! Tanto si è lavorato per poterla vivere al meglio, e si è anche so#erto insieme al nostro don che fortunatamente è tornato in mezzo a noi per poter vivere al meglio questa occasione così importante.Questa visita è sicuramente uno stimolo per noi tutti, crea occasioni di bilanci e messe in discussioni di tutta la comunità: bambini, giovani, adulti e meno giovani. La salute della nostra parrocchia, del nostro vivere insieme

che alla messa domenicale culmina nel canto festoso di preghiera, è bello che stia a cuore ad ognuno di noi, partendo appunto dal nostro stare insieme domenicale che si ri"ette anche nei momenti più ludici ed organizzativi, di condivisione... si parte insieme, si sta insieme, si vive insieme. Questa è la comunità, intesa come una grande famiglia che ad esempio in queste ultime settimane si è ritrovata per poter organizzare al meglio questa visita pastorale, attraverso prove dei canti in cui i giovani erano in

prima linea, tramite consigli pastorali allargati ed intensi, tramite il lavoro di mani che hanno contribuito a rendere ancora più confortevoli gli spazi della parrocchia. Ecco che vivendoci, partecipandoci, ci ritroviamo sempre di più famiglia... grazie in particolare ai ragazzi che tanto hanno collaborato in quest’ultimo mese allora, sia per questo evento che per la festa di carnevale che ha avuto parecchio successo. Ed allora, anche se pare scontato, è bello ripetersi: insieme si vola!

parte di Dio a favore di tutti gli uomini, anche se principalmente egli si rivolgeva ai Giudei. Gesù infatti manda i suoi discepoli a tutti. Egli si rivolge ai Giudei, ma invia i discepoli a tutti.Quali sono i luoghi legati al ricordo e all’esperienza di Gesù?Quelli legati alla vita storica di Gesù. Quello della nascita, i luoghi della sua predicazione, i luoghi della sua morte e risurrezione. Formano da sempre il canovaccio del messaggio cristiano.Oltre a Nazareth, e ovviamente a Gerusalemme, abbiamo altrove importanti testimonianze delle antiche comunità cristiane?Le principali scoperte sono avvenute nel sud del Paese, nel deserto del Negev, dove l’abbandono per molti secoli del territorio ha lasciato resti quasi non toccati. Qui si trovano numerose chiese conservate sin quasi all’altezza dei tetti, con resti di pittura alle pareti, con tutto il loro arredo liturgico in loco. Siamo nel periodo dal IV al VII sec. Le località maggiormente studiate e restaurate, aperte alla visita, sono Avdat, Mamshit, Shivta. Sono città che presuppongono comunità monastiche e città abitate da popolazione oggi scomparsa, il popolo dei Nabatei, commercianti divenuti cristiani intorno al IV secolo. Fra i tanti luoghi c’è Cafarnao, dove Gesù era ospite a

casa di Pietro. Il Vangelo di Marco racconta una giornata di Gesù nella località che si a!accia sul Lago di Tiberiade, in cui si hanno tracce di pellegrini cristiani anche nei secoli successivi agli avvenimenti delle sacre scritture, a testimoniarne l’importanza.Ci sono altre tracce di queste comunità monastiche dei primi secoli del cristianesimo?Vicino a Gerusalemme ci sono molti monasteri nel deserto, la cui presenza viene rivelata da grotte, croci incise, celle monastiche spesso ricavate nelle pareti di roccia quasi verticale, e per questo di"cili da raggiungere. Ma chi erano questi antichi monaci?Erano uomini cercavano la solitudine per pregare più facilmente. E’ il caso di S. Eutimio, S. Saba, S. Teodosio, sulla strada di Gerico. Sono luoghi molto belli, a volte si tratta di grotte raggiungibili solo con corde, dove il cibo veniva passato per mezzo di canestri.Se si parla di condizioni a contatto con una natura di#cile, sovviene immediatamente la !gura di Giovanni il Battista…Il Battista fa parte di una lunga serie

di uomini religiosi, fra cui i primi che conosciamo sono i profeti dell’Antico Testamento. Giovanni il Battista è l’ultimo dei Profeti e il primo di una nuova serie di persone, che, come lui, si dedicano

alla preghiera, alla penitenza e all’annuncio della conversione. Quindi fra i profeti dell’Antico Testamento e il Giovanni il Battista di cui ci parla il Nuovo Testamento c’è una continuità.La luce ottobrina va a"evolendosi: il crepuscolo è ormai vicino. M’incammino verso la Porta dei Leoni, da

dove vedo la Valle del Cedron: uno dei luoghi menzionati dai Vangeli.Sollevo la sguardo: ecco il Monte degli Ulivi. Si staglia a Occidente, già avvolto nella penombra. I lampioni della strada alle spalle del Getzemani iniziano ad accendersi. E’ la strada verso la sommità del monte, in direzione di Betania, il luogo del miracolo di Lazzaro. Già, è la strada verso la speranza…

Massimo Tassi (Gerusalemme, ottobre 2009 - Reggio Emilia, febbraio 2010)

Padre Eugenio Alliata

N°25, Marzo 2010 Spirito e parola 4

Festa di carnevale: sabato 13 febbraio; Festa di compleanno per Don Mario: domenica 14 febbraio; Giornata della Vita: domenica 7 febbraio; Vendita torte: domenica 7 febbraio;

N°25, Marzo 2010 Spirito e parola 5

N°25, Marzo 2010 Spirito e parola 6

Durante la serata il gruppo delle donne ha consegnato 6300 euro ricavati dalle attività svolte nel 2009D’accordo con il don la somma è stata devoluta per la riparazione dell’impianto di riscaldamento della parrocchia ed altre esigenze

Il ricavato della vendita della torte di domenica 7 febbraio è stato di 188,13 euro, con cui son stati acquistati 13 sacchi da 25 Kg di riso che verranno spediti a padre Berton.Grazie a tutti quelli che hanno contribuito!

N°25, Marzo 2010 Spirito e parola 7

Il vescovo Adriano Caprioli in visita pastorale alla nostra parrocchia

Guarda il programma nel volantino all’interno del giornaleNel prossimo numero seguirà un ampio servizio con testo e foto

Stiamo vivendo la quaresima, un tempo di ri$essione durante il quale siamo chiamati a ri$ettere sulla bellezza della nostra fede. La quaresima ci

accompagna verso la Settimana Santa, che nella sua intensità ci invita anche a riscoprire uno dei tanti signi#cati dell’Eucaristia che celebriamo insieme. Intelligentemente, la Chiesa, da sempre, la sera del Giovedì Santo, per ricordare la cena di Gesù, non ha scelto un brano del Vangelo che ricorda le sue parole pronunciate sul pane e sul vino, ma il brano di Giovanni della lavanda dei piedi.Per l’evangelista Giovanni, Gesù è l’unico che ha visto Dio e l’unico che lo può rivelare. Da quello che Gesù dice e fa, capiamo chi è Dio. Gesù annuncia un Dio che non è un monarca assoluto, da servire e obbedire, ma un Dio che si mette al servizio dei suoi. Noi, quindi, possiamo dire che non veniamo a Messa per fare contento Dio, per dargli qualcosa, ma per metterci a sedere, riposarci e lasciarci servire da Lui.In Gesù che lava i piedi c’è Dio che vuole accorciare le distanza e prendersi cura di noi. La nostra risposta a questo Dio sbalorditivo non può essere che quella di accogliere questo amore scon#nato e trasformarlo in servizio e condivisione con gli altri.

In questa ottica, il nostro servizio agli altri, non ci diminuisce, ma ci innalza, perché ci dona la stessa dignità della condizione divina. Ascoltiamo due commenti signi#cativi sul brano della lavanda dei piedi, uno del biblista don Bruno Maggioni e l’altro, molto noto, dell’indimenticabile Vescovo Tonino Bello.Commenta don Bruno Maggioni: «Nel brano della “lavanda dei piedi” (Giovanni 13, 1-15), i gesti sono elencati uno ad uno, in una sorta di visione al rallentatore: Gesù “si alzò da tavola, depose il mantello, prese un asciugatoio, se lo cinse attorno alla vita, poi versò dell’acqua in un catino, cominciò a lavare i piedi ai discepoli e ad asciugarli con l’asciugatoio di cui si era cinto”. La lenta narrazione di questi gesti costruisce un quadro di grande valore poetico. Sono gesti che hanno un valore rivelativo. Svelano chi è Gesù. Meglio ancora: rivelano la !gura di Dio che Egli è venuto a mostrare. Non si tratta semplicemente di un gesto di umiltà, o di un buon esempio che insegna ai discepoli ad amarsi l’un l’altro. Lavando i piedi ai discepoli Gesù non ha nascosto la sua grandezza divina, ma l’ha svelata: una grandezza che - a di#erenza di quella che gli uomini immaginano - è fatta di amore, di servizio e di umiltà. La grandezza che si manifesta elevandosi, distanziandosi, facendosi servire anziché servire, l’hanno inventata gli uomini. È una brutta grandezza. La grandezza di un Dio che lava i piedi

è invece qualcosa di sorprendente e bellissimo. Una grandezza capovolta e paradossale, e tuttavia profondamente vera».“A me – scriveva don Tonino Bello – piace moltissimo l’espressione Chiesa del grembiule, cioè Chiesa del servizio. Sembra un’immagine un tantino audace, discinta, provocante, ma è al centro del Vangelo: ‘Gesù, preso un asciugatoio, se lo cinse intorno alla vita. Poi, versata dell’acqua in un catino, cominciò a lavare i piedi dei discepoli’ (Gv 13, 3-12). Per l’ordinazione, le suore del paese o gli amici ci hanno regalato una cotta, una stola ricamata in oro, ma nessuno ci ha regalato un grembiule, un asciugatoio. Eppure, è questo l’unico paramento sacerdotale ricordato nel Vangelo. Le nostre Chiese, purtroppo, celebrano liturgie splendide, anche vere, ma – quando si tratta di rimboccarsi le maniche – c’è sempre un asciugatoio che manca, una brocca che è vuota d’acqua, un catino che non si trova… Quando sono stato nominato vescovo, mi hanno messo l’anello al dito, mi hanno dato il pastorale tra le mani, la Bibbia: sono i simboli del vescovo. Sarebbe bello che nel cerimoniale nuovo si donassero al vescovo una brocca, un catino e un asciugatoio. Per lavare i piedi al mondo senza chiedere come contropartita che creda in Dio. Tu, Chiesa, lava i piedi al mondo e poi lascia fare: lo Spirito di Dio condurrà i viandanti dove vuole lui”.

di Giovanni Dazzi

L a s c i a r c i s e r v i r e d a D i o

N°25, Marzo 2010 Spirito e parola 8

Segue da pagina 1 (...)Come il Vescovo Brigantini lo è stato a Locri, così la Chiesa in generale e noi cristiani adulti dovremo essere di esempio nel non abbassare la guardia, nel non farci prendere dalla rassegnazione e dal disimpegno.Dovremo essere voce profetica che non si inchina a nessun potere, di sinistra, di destra o di centro che sia, ma che sappia parlare con libertà, con quella libertà che ci viene dal Vangelo di Gesù Cristo.Abbiamo letto quest’anno, nei primi

capitoli della lettera di S. Paolo ai Romani come la Giustizia sia solo quella di Dio e come questa giustizia renda giusto l’uomo. Quando l’uomo vuole fare da solo e si allontana dalla giustizia di Dio, si rovina con le sue mani e tende alla separazione, all’ingiustizia e alla falsi#cazione. Quella falsi#cazione che rende tutto buono e tutto cattivo in base a ciò che conviene al momento. In questa quaresima, i nostri Vescovi Adriano e Lorenzo, ci rivolgono un invito pressante: “E’ tempo di conversione da atteggiamenti che possono facilitare

e non opporsi a illegalità organizzata, corruzione e sfruttamento…Come singoli e come comunità cristiane siamo chiamati ad investire noi stessi per prevenire queste malattie sociali con un impegno educativo, per di!ondere la cultura della legalità, della non violenza, della ricerca del bene comune, del rispetto di tutti, soprattutto dei più deboli. Se si è uniti e solidali, le cose cambiano: ecco il senso dell’Alleanza, da coltivare da Nord a Sud Italia”.

Roberto Bonomo

Segue da pagina 1 (...)Ebbene Gesù prende la parola, e anzitutto smentisce quella categoria religiosa per cui ci sia una punizione per il peccato, e in questo caso la morte. Quindi Gesù dice “«Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subito tale sorte?»” .Quindi Gesù nega qualunque legame tra il peccato e la punizione. E poi, ecco l’invito a questi che gli hanno detto “Se non smetti, se non vai via fai una brutta !ne”, Gesù risponde dicendo: “Siete voi che, se non cambiate, fate una brutta !ne”. Infatti dice “«No, io vi dico, ma se non vi convertite …»”, il verbo ‘convertire’, adoperato dall’evangelista, indica il cambiamento di orientamento della propria esistenza, cambiare la propria vita, metterla a favore degli altri. “«… perirete tutti allo stesso modo.»”, quindi, “se non cambiate vita, fate tutti quanti una brutta !ne, siete voi a farla”. Se a Gesù hanno parlato di Galilei, ora Gesù si trova a Gerusalemme, e mette il dito nella piaga e parla proprio di Gerusalemme, e si rifà a un fatto di cronaca, la torre di Siloe che è crollata, e che ha ucciso diciotto persone. Dice “«Pensate che (quelle diciotto) fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme?» Quindi qui non si tratta più di Galilei, di rivoltosi, colpevoli, ma di Gerusalemme, gli abitanti della città santa. Ebbene, anche qui Gesù esclude il castigo divino e dice “«No, io vi dico, ma se non vi convertite»”, e per la seconda volta Gesù invita

alla conversione, “«perirete tutti allo stesso modo»”. Quindi hanno parlato a Gesù dei Galilei, e ora Gesù parla a questi informatori degli abitanti di Gerusalemme. Poi Gesù aggiunge una parabola che è chiaramente un messaggio polemico in contraddizione con l’annunzio che Giovanni Battista ha fatto del messia. Ricordiamo che Giovanni Battista aveva detto che “ogni albero che non porta buon frutto sarà tagliato e buttato nel fuoco”. Questa era l’immagine del messia. Un messia giustiziere; e c’è una certa relazione, una analogia, tra un Dio che punisce i peccati e il messia che viene a fare piazza pulita dei peccatori. Ebbene Gesù, proprio in relazione a tutto questo, annunzia questa parabola. “«Un tale aveva piantato»”, chissà perché la traduzione della Bibbia CEI dice ‘albero di !chi’, ma in realtà dice «un !co nella sua vigna»” . La vigna, nel linguaggio biblico, è l’immagine del popolo di Israele, e anche il !co è una !gura di Israele – in particolare della sua istituzione – “«e venne a cercarvi frutto»”. Luca non ha l’episodio, riportato da Matteo e Marco, dove Gesù va in cerca di un frutto, il !co, e non lo trova, e trova soltanto foglie, ma ha questa parabola che è loro simile. C’è questa vigna dove c’è un !co, ma il !co non dà frutto. “«Allora disse al vignaiolo: ‘Ecco, sono tre anni’ »” – il numero tre indica un periodo completo – “«’che vengo a cercare frutti su questo !co’»”, non ‘su questo albero’, come ha tradotto la CEI. “Su questo !co”, l’evangelista sottolinea il !co, perché è immagine di Israele,

del popolo di Israele. “«’Ma non ne trovo. Taglialo!’»” Ecco qui c’è una stretta relazione con l’annunzio di Giovanni Battista “Ogni albero che non porta frutto”, e qui non ci sono frutti, “sarà tagliato”, il verbo è lo stesso di quello adoperato da Luca per Giovanni il Battista. “«’Taglialo! Perché deve sfruttare il terreno?’»” . Il !co è doppiamente inutile: non solo non porta frutto, ma sfrutta anche il terreno. Ed ecco la risposta, che rispecchia l’attività e l’azione di Gesù, “«’Padrone, lascialo ancora quest’anno, !nché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai’»”. Ebbene, Gesù non è venuto a distruggere, Gesù non è venuto a eliminare, ma è venuto a vivi!care, e quindi anche il popolo – e questa è l’immagine del popolo, del popolo di Israele – che non porta frutto, Gesù non è venuto a portare un giudizio, ma ad o#rirgli una proposta crescente di vita. Quindi non l’annunzio di Giovanni Battista, che l’albero che non porta frutto sarà tagliato, ma se l’albero non porta frutto l’azione del Signore è quella di concimarlo, zappare tutto attorno, per vedere se poi riesce a portare un frutto. Eventualmente, se non lo facesse – e dice “vedremo se porterà frutti per l’avvenire – lo taglierai. Quindi, il Signore cerca in tutte le maniere di comunicare vita al suo popolo, Israele, e ad ogni credente.

Commento di P. Alberto Maggi

PER VEDERE LA VIDEO-OMELIA VAI SU: http://www.studibiblici.it/videoomelie.html#vid-1

S e n o n v i c o n ve r t i t e , p e r i r e t e t u t t i

D a N o r d a S u d u n ’A l l e a n z a p e r l a D e m o c r a z i a

N°25, Marzo 2010 Spirito e parola 9

G R A N D I L AV O R I I N PA R R O CC H I A

PER CHI VOLESSE RICEVERE IL GIORNALINO IN FORMATO ELETTRONICO, CON LA POSSIBILITÀ DI VEDERE LE FOTO A COLORI, INVIARE UNA E-MAIL ALL’INDIRIZZO: [email protected]

L’a s c e n s o r e e i n u o v i a l t o p a r l a n t iIn occasione della visita pastorale sono stati cambiati i vecchi altoparlanti e ne sono stati acquistati 10 nuovi, per una spesa complessiva di 5000 euro. Inoltre è stato installato un ascensore nella canonica di don Mario.

I ve t r i “s p e z z a t i “ d a l l ’i n c e n d i oLe crepe nelle vetrate laterali della chiesa causate dall’incendio del presepe avvenuto domenica 10 gennaio.

N°25, Marzo 2010 Spirito e parola 10

C a l e n d a r i oD o m e n i c a 7 M a r z o 2 0 1 0III Domenica di QuaresimaGiornata per le missioni diocesane

Ore 11.15: Unica Santa Messa [Chiesa Spirito Santo], presieduta dal Vescovo Adriano Caprioli in occasione della visita pastorale della zona pastorale Regina Pacis, Roncina e Spirito Santo.

Letture: Es 3,1-8a.13-15; Sal 102; 1Cor 10,1-6.10-12; Lc 13,1-9.

D o m e n i c a 1 4 M a r z o 2 0 1 0IV Domenica di Quaresima

Ore 9.00: Santa Messa [Chiesa Spirito Santo]Ore 11.00: Santa Messa [Chiesa Spirito Santo]

Letture: Gs 5,9a.10-12; Sal 33; 2Cor 5,17-21; Lc 15,1-3.11-32.

D o m e n i c a 2 1 M a r z o 2 0 1 0V Domenica di Quaresima

Ore 9.00: Santa Messa [Chiesa Spirito Santo]Ore 11.00: Santa Messa [Chiesa Spirito Santo]

Letture: Is 43,16-21; Sal 125; Fil 3,8-14; Gv 8,1-11.

D o m e n i c a 2 8 M a r z o 2 0 1 0Domenica delle Palme

Ore 9.00: Santa Messa [Chiesa Spirito Santo]Ore 10.45: Santa Messa [Chiesa Spirito Santo] e distribuzione ulivo

Letture: Is 50,4-7; Sal 21; Fil 2,6-11; Lc 22,14-23-56.

G i o v e d ì 1 A p r i l e 2 0 1 0Giovedì Santo - Cena del SignoreOre 21.00: Santa Messa [Chiesa Spirito Santo]

Letture: Es 12,1-8.11-14; Sal 115; 1Cor 11,23-26; Gv 13,1-15.

V e n e r d ì 2 A p r i l e 2 0 1 0Venerdì Santo - Passione del SignoreOre 18.30:Celebrazione della passione di Cristo [Chiesa Spirito Santo]Ore 21.15: Via crucis cittadina

Letture: Es 12,1-8.11-14; Sal 115; 1Cor 11,23-26; Gv 13,1-15.

S a b a t o 3 A p r i l e 2 0 1 0Sabato SantoOre 21.00: Veglia Pasquale [Chiesa Spirito Santo]

M e s s e da Lunedi a Sabato: Santa messa ore 18.30 [Chiesa Spirito Santo]Eccetto giovedì 1, venerdì 2 e sabato 3 aprile, triduo pasquale.

A l t r e D a t eCatechismo: Tutti i sabati ore 14.30Oratorio: Tutti i sabati ore 16.00Casa di carità: Martedì 9 e Mercoledì 24 marzo

Via Crucis presso la chiesa dello Spirito Santo: Venerdì 12 e Venerdì 19 marzo ore 18.30Stazione quaresimale a Cavazzoli: Venerdì 12 marzo ore 21.00Stazione quaresimale a Roncina: Venerdì 19 marzo ore 21.00Veglia diocesana missionari martiri: Mercoledì 24 marzo ore 21.00, a Pieve ModolenaGiornata mondiale della gioventù diocesana: Sabato 27 marzo ore 20.30, presso Palasport di Reggio

B u o n C o m p l e a n n o a . . .Michela Formisano - Mercoledì 3 MarzoSara Dias - Mercoledì 3 MarzoPaola Maini - Giovedì 4 MarzoChristian Cenci - Sabato 6 MarzoAndrea Mussini - Lunedì 8 MarzoVeronica Bottazzi - Lunedì 8 MarzoChiara Romei - Martedì 9 MarzoSamuele Pozzani - Martedì 16 MarzoLaura Catellani - Martedì 16 MarzoTiziana Bagni - Martedì 16 MarzoFrancesca Boiardi - Martedì 16 MarzoStefano Montecchi - Venerdì 19 MarzoIlaria Borza- Sabato 20 MarzoGiovanni Benassi - Sabato 20 MarzoLuca Denti - Giovedì 25 MarzoEmanuele Chiari - Venerdì 26 MarzoVeronica Carano - Sabato 27 Marzo