GIIORNNA ATTA ADDEE LLLA LLEE TTTUURRAA 21 … · Fiorisci, signore, frondeggia! Signore albero,...

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1 GIORNATA DELLA LETTURA 21 APRILE 2017 GIARDINO DELLA SCUOLA Una volta, tanto tempo fa, questo giardino era tutto pelato. Proprietario era Giuseppe Lombardo Radice, un pedagogista, studiava “l’educazione” delle persone. Un giorno si accorse che intorno a questo giardino erano cresciute tante, tante case, dove ci abitavano persone che provenivano da luoghi diversi: da Venezia, dalla campagna veneta, dalle regioni dell’Italia meridionale (Calabria, Sicilia, Basilicata, Puglia, Campania…). La maggior parte degli uomini lavorava a Porto Marghera, al Petrolchimico o ai cantieri navali. Ogni famiglia aveva tanti bambini e bambine. Allora riflettè: bisogna pensare al futuro; questi bambini devono avere una scuola, non una scuola qualsiasi, ma bella, con una mensa e un grande giardino, dove giocare. Perché saper giocare insieme e imparare con piacere faranno crescere degli ottimi cittadini adulti. E così fu. A distanza di molti anni, eccoci qui, a dedicare letture di poesie e di racconti

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Una volta, tanto tempo fa, questo giardino era tutto pelato. Proprietario era Giuseppe Lombardo Radice, un pedagogista, studiava “l’educazione” delle persone. Un giorno si accorse che intorno a questo giardino erano cresciute tante, tante case, dove ci abitavano persone che provenivano da luoghi diversi: da Venezia, dalla campagna veneta, dalle regioni dell’Italia meridionale (Calabria, Sicilia, Basilicata, Puglia, Campania…). La maggior parte degli uomini lavorava a Porto Marghera, al Petrolchimico o ai cantieri navali. Ogni famiglia aveva tanti bambini e bambine.

Allora riflettè: bisogna pensare al futuro; questi bambini devono avere una scuola, non una scuola qualsiasi, ma bella, con una mensa e un grande giardino, dove giocare. Perché saper giocare insieme e imparare con piacere faranno crescere degli ottimi cittadini adulti. E così fu.

A distanza di molti anni, eccoci qui, a dedicare letture di poesie e di racconti

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agli alberi del giardino di questa nostra scuola, che ci conoscono benissimo e ai quali noi siamo affezionati ed anche a Giuseppe Lombardo Radice che investì sul futuro, cioè sui bambini. Storia inventata

ALBERI O alberi cavalli selvaggi e saggi dalla verde criniera dal gran galoppo discreto scalpitate nel vento dritti nel sole dormite e sognate Prévert

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RACCONTO MITOLOGICO …. dagli alberi che vivono felici in montagna.

Le anguane erano esseri strani, erano ninfe dei torrenti, amavano entrare nelle loro gelide acque e pettinarsi i lunghi capelli biondi, i loro occhi erano dello stesso colore del cielo, insieme pregavano il Sole per la luce che donava alla Terra.

Di giorno raccoglievano i fiori, lungo il fiume, per fare ghirlande colorate, con le quali ornarsi le morbide ciocche di capelli. Parlavano con gli uccelli, coi fiori, con le foglie degli alberi; gli uccelli rispondevano con il loro canto, i fiori si aprivano per sentire le loro voci, le foglie si muovevano al suono delle loro parole. Di notte con la luna piena si ritrovavano nella radura vicino all’abete e accompagnate dal vento cantavano. Il loro canto era come un’onda leggera che riempiva la vallata.

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Era un canto strano, diverso da ogni altro, voci che sembravano in contrasto fra loro e invece, piano piano, mano a mano, si univano in un’armonia immensamente dolce… non dicevano frasi, ma parole, ripetute e sovrapposte. E benché nessuna di quelle parole fosse rivolta agli alberi, le sentivano come se fossero solo a loro conosciute, parole interne alla loro linfa fino dalla nascita. Era come sentire la canzone di quando erano semi protetti dalla terra. (liberamente tratto, Piumini, Il viaggio di Ulisse)

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Le anguane erano bellissime, avevano corpi quasi trasparenti, vivevano nelle grotte delle montagne e il primo giorno di primavera ballavano per tutta la notte. Spesso dei pastori coraggiosi si avvicinavano a loro, ballavano insieme, infine, alle prime luci dell’alba, crollavano a terra e si addormentavano. Al loro risveglio non ricordavano nulla, provavano solo la sensazione lasciata da un sogno stupendo, ma anche un’immensa malinconia, come se avessero perso qualcosa di straordinario.

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GLI ALBERI COME NOI

Nel bosco c’è una quercia: mi assomiglia Questo non deve fare meraviglia Nel bosco c’è un ciliegio, che è mio zio L’altezza è un’altra, ma lo sguardo è il mio Non è del tutto vero ciò che dici Che gli alberi son tutti nostri amici Se stai nel bosco a lungo, poi lo senti Sono molto di più, sono parenti. Tognolini

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LITANIA PER GLI ALBERI ANZIANI

Signore albero, angelo anziano Ecco la foglia della mia mano Ecco la fronda della mia bocca Bocca ti parla, mano ti tocca Ecco la voce, tu la capisci Frondeggia, signore, fiorisci! Signore albero, signore vecchio La terra è il letto, il cielo lo specchio Il mare dondola con le sue onde L’albero mormora con le sue fronde Il vento fischia, il tuono lampeggia Fiorisci, signore, frondeggia! Signore albero, barone muto

Ombra all’impiedi, sole seduto Babbo gagliardo di tutti i tramonti Non te ne andare dai nostri racconti Ora frondeggia, ora fiorisci. Albero nonno guarisci!

Tognolini

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FIABA

Nel giardino pieno di alberi e di fiori, c’è un melograno. Il melograno fiorito rallegra i bambini col suo profumo e i suoi colori Il vento d’autunno canta tra gli alberi, bambine e bambini raccolgono i bei frutti maturi. Ma l’autunno finisce improvviso e arriva troppo presto l’inverno, cade la neve sul melograno, quest’anno non ci sarà nessuna raccolta. Nascosti sotto la neve, rosse e mature melagrane aspettano la primavera. La neve si scioglie, tra i fili di timida erba, rosse melagrane vengono bagnate da una tiepida pioggia primaverile. Nel giardino, da quella frutta conservata sotto la

neve, sorgono nuove piccole piante, sono melograni, pronti a fiorire e a rallegrare tutti con il loro profumo e i loro colori.

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DELL’INNAFFIARE IL GIARDINO

Oh bello innaffiare il giardino, per far coraggio al verde! Dar acqua agli alberi assetati! Dài più che basti e non dimenticare i cespugli delle siepi, perfino quelli che non dàn frutto, quelli esausti e avari.

E non perdermi di vista, in mezzo ai fior, le male erbe, che hanno sete anche loro. Non bagnare solo il prato fresco o solo quello arido: rinfresca anche la terra nuda.

Bertold Brecht

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STAGIONI

Viene l’autunno, goccia di vino Rosso di rosso rubino Viene l’inverno, ghiaccio brillante Bianco di bianco diamante E’ primavera, viene più caldo Verde di verde smeraldo Sole d’estate in tutto lo spazio Giallo di giallo topazio. Tognolini

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PER FINIRE……….

Libero, libera, liberi tutti Libero l’albero e libero seme Liberi i belli di essere brutti Le volpi furbe di essere sceme Il fiume libero di essere mare Il mare libero dall’orizzonte Libero il vento se vuole soffiare Liberi noi di sentircelo in fronte Libero tu di essere te Libero io di essere me Liberi i piccoli di essere grandi Liberi i fiori di essere frutti Libero, libera, liberi tutti.

Tognolini