Gianni Monduzzi Cercando Dio

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    Gianni Monduzzi

    Cercando Dioa modo mio

    PER CHI NON HA IL DONO DELLA FEDE 

    MA QUELLO IMPERTINENTE DELLA RAGIONE

    batticuore

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    Gianni Monduzzi

    CERCANDO DIOa modo mio

    batticuore

    Il vangelo secondo Monduz

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    Per coloro a cui non basta vivere per vivere,ma hanno necessità di capire il senso della vitasenza voler rinunciare al dono della ragione.

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    RINGRAZIAMENTI

    Ringrazio Mauro Castelli per i suggerimenti,Alessandro Bacci per la graca e la stampa, VitoSalvadori per lo scambio di pareri, mia moglie Pit-

    ti per l’editing e i tanti altri amici che mi hannosostenuto in questa velleitaria impresa.

    Ringraziamenti 

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    CHIARIMENTO INIZIALE

    Se vuoi conciliare la fede in un Dio perfettamente buonoe onnipotente con le disgrazie gratuite e crudeli della vita,te lo dico subito che non ci si riesce.

    Che sia un meccanismo escogitato non so da chi per farperdere la fede anche in chi sarebbe predisposto? Potrebbeanche darsi. Dunque, speriamolo.

    Comunque, rassegnati: il conto non torna, il cerchio nonsi chiude. Non in questo mondo. Questa è la vera sdaintellettuale della fede. Cerchi un circolo perfetto, ed entriin una spirale in cui la ragione si smarrisce.

    In realtà devi imparare a usare la tua mente oltre il suolimite. È una zona d’ombra. Chiamala intuito , se vuoi, unragionamento che ha profumi di verità ma non ha certez-

    ze. Chiamala cuore , anche se il cuore propriamente dettonon c’entra per nulla.

    È un modo di ragionare sghembo, un palleggio di para-dossi, un rischio, come se cercassi di tenere sotto controllol’eetto di un allucinogeno o di dominare la follia.

    Questa è la vita quotidiana del credente, un’altalena trafede, speranza e disillusione.

    Qualche segno dell’Onnipotente c’è, ebile, nascosto, in-termittente. I Santi, i miracoli, le strane coincidenze, appa-rizioni, altri fenomeni inspiegabili…

    Ma è come aggrapparsi a un lo d’erba per non precipi-tare nel precipizio del Nulla Assoluto.

    Il fatto è che non c’è un’alternativa. A parte la rimozione

    del tema. Che è la scelta più diusa, quella degli agnostici,ma che non è certamente la soluzione del problema.

    Chiarimento iniziale

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    PREMESSA

    Nei libri di misticismo è tutto perfetto.È nella realtà che è tutto un disastro.

    Qualunque libro prendi, di misticismo, esoterismo o re-ligione, hanno una regola comune: sono tutti depositari diGrandi Verità.

    Uno ti assicura di metterti in contatto diretto con l’aldilàgrazie a qualche strana forma di meditazione, che in de-nitiva consiste nel riuscire a non pensare a nulla, senzaappisolarti. Facile a dirsi. Un altro t’insegna a comunicarecon gli Angeli in modo permanente, con l’aiuto di un cri-stallo e di buona volontà. Auguri! C’è inne chi sostieneche puoi trovare con disinvoltura l’Illuminazione graziead alcune preghierine collaudate. Altra frustrazione.

    Ma che cos’è questo pregare? Recitare frasi a macchinetta,a revolver, senza neanche pensare al loro senso? Il che, tut-to sommato, forse è meglio, dato l’anacronismo del testopreistorico… Se provi a riettere sul contenuto letterale,infatti, ti cadono le braccia.

    Altri propongono condotte di vita contro natura: diete,astinenze, morticazioni, come se bastasse sovvertire le leg-gi della sopravvivenza per assicurarsi il Paradiso eterno.

    Per chi ha stomaci robusti ci sono gli inconfutabili dogmidel Vecchio Testamento, il cilicio, il martirio…

    E tutti a propagandare l’altruismo, l’amore per il prossimo,la generosità, ben sapendo che verrà quasi sempre praticata

    in modo metaforico, liberandosi le tasche dagli spiccioli.Del resto, non farebbe altrettanto questo Dio con noi, che

    Premessa

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    Cercando Dio a modo mio

     butta sul tavolo un miracolo ogni tanto, come una slot-machine che regala una vincita in un mare di monetinesfortunate?

    Sono libri onesti, questi? O i loro autori sono da interdi-re? A te la decisone.

    Questo mio libro non ore alcuna Verità Maiuscola. Soloalcune riessioni, qualche deduzione: dunque, un libroonesto? O un libro velleitario? Sì, c’è questo rischio.

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    Introduzione

    INTRODUZIONE 

    Fintanto che ci sarà un bambino in lacrime per la fame,un vecchio che sprofonda nella solitudine, una madre chepiange il glio perduto, un disgraziato torturato in un car-cere, un malato che sore in ospedale, nché ci sarà unsolo uomo, animale, pianta avvinghiata nel dolore, io nonpotrò dirmi davvero felice.

    Perché quel bambino, quella madre, quel carcerato mi sen-to io, che non sono più meritevole di loro, ma solo parzial-mente amnistiato dalle disgrazie che esondano il mondo.

    E chiederò a Dio dov’è, gli chiederò se è davvero inni-tamente buono, e in tal caso dove stia la sua innita onni-potenza: le due innitezze si contraddicono ogni istante inquesto mondo ambiguo e spaventoso. Basta accendere laTV e vedere il telegiornale per vericarlo.

    La verità è che abbiamo un disperato bisogno di Dio, e seLui non ci fosse dovremmo inventarlo. Vivere come se ci fos-se, certo ben nascosto, assaliti comunque da legittimi dubbi.

    Dobbiamo riettere meglio sul senso del termine inven-tare: potrebbe rivelarsi la via giusta per scoprirla, in noi,questa Spiritualità che in denitiva sta nascosta dentro la

    coscienza, in un gioco di paradossi di cui tutto il sovran-naturale è pervaso…

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    Dubbi e perplessità

    DUBBI E PERPLESSITÀ

    Ci sono molti elementi che mettono il sospetto, se nonquasi la certezza, che esiste qualcosa oltre il mondo mate-riale, quello quotidiano, soggetto ai nostri sensi. Un Mon-do Parallelo, invisibile, o quasi, che chiamiamo “spiritua-le” per indicare che è qualcosa di più “etereo” rispetto alnostro mondo cosiddetto “materiale”.

    In questo nuovo mondo la presenza di uno Spirito capo,o perlomeno di uno Spirito riassuntivo è un’ipotesi ragio-nevole. Nasce così il concetto di un Dio onnipotente, PuroAmore Assoluto, ecc. ecc.

    Ci sono però alcuni elementi che mettono in dubbio que-sta bellissima costruzione:

    - l’indierenza e la crudeltà gratuita, appunto, che dila-gano nel mondo;

    - le ingiustizie, che sono pressoché la norma della vitaterrena;

    - le disgrazie ambientali, le malattie e tutte le altre catti-verie di cui il mondo è infestato.

    Questi elementi stridono con la presenza di un Dio on-nipotente, Amore Assoluto, a meno che non si ipotizzi un

    Dio molto indaarato o molto distratto… oppure alla pre-senza di un anti-Dio, estremamente forte pure lui, quasicome il Titolare. Uno che ci inganna su tutta la linea, unocon cui bisogna fare i conti. Molte religioni prevedonoquesta presenza funesta.

    Nella religione cristiana, però, si evidenziano anche altri

    punti indigesti:- il glio di Dio morto sulla croce, con l’approvazione

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    implicita del Padre celeste;- che questo gesto porti alla salvezza dell’umanità, cosa

    di cui non si aerra il nesso;

    - un Giudizio Universale Unico, che prevede Inferno ePurgatorio ETERNI…

    In altre religioni si rimedia in parte a questa ultima spa-ventosa eventualità con l’introduzione del concetto direincarnazione, al posto della famigerata punizione eter-na, e non si mettono in croce gli di Dio. Ma restano co-

    munque altre incongruenze.Alla ne permangono i dubbi sul senso della vita, sullapresenza di un Mondo Parallelo misterioso, la necessitàdi qualcosa di meno crudele della terra in cui viviamo. Lepremesse di questo Paradiso eccole lì nel nostro cuore: l’a-more per il prossimo, la pietà, la giustizia… sono principiche nascono in noi, senza avere grandi riscontri nella vita

    “naturale” .Forse è da qui che nasce Dio, forse siamo noi il suo primo

    apparire sulla scena. Ma se lo siamo davvero, ci troviamoattori inconsapevoli, destinati a recitare una tragicomme-dia di cui non conosciamo il copione. E tanto meno lo sce-neggiatore.

    Ma il dolore, la gioia, la speranza sono reali. E allora?

    Qualcuno si rassegna e lascia perdere ogni ricerca, con-vinto che “tanto non ci si capirà mai niente”. Altri non sidanno pace e tribolano ponendosi domande senza avereuna risposta, sapendo bene che da millenni l’uomo si arra- batta su questi argomenti producendo solo ipotesi, spessodeliranti.

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    Antefatto

    La crisi economica ci ha colpito in pieno. Chi più, chi meno,viviamo una recessione progressiva che ci leva l’ottimismo. Èun’intera vita di lavoro che ti si rivolta contro. Resisti come puoi, ma il sico si logora, la salute vacilla.

    Alcuni mesi fa, mi sono svegliato nel cuore della notte per an-dare in bagno. Capita sempre più spesso. Mi sembrava impossi-bile, ma sto invecchiando anch’io.

     Mi alzo a sedere sul letto e il mondo mi si ribalta contro: unincubo! Non ci sono più le coordinate cartesiane a guidarmi: ètutto soqquadro, anzi, tutta la stanza gira intorno, mi ci rivol-to dentro come un popcorn in levitazione. Dove sono, dentro lacentrifuga di una lavatrice? Che sta succedendo? Puro terrore!In una frazione penso - e sono convinto che sarà l’ultimo pensie-ro prima dell’annientamento – cosa avrò? aneurisma cerebrale?

    embolo? sincope? Mi lascio cadere indietro sulla schiena, “come corpo mortocade”, rassegnato, per abbandonarmi alla mia sorte. Un attimod’ascolto. Il mio mondo si ferma. Non gira più dintorno. Le manisono vive, le dita dei piedi si muovono ancora… dunque, l’aneu-risma? e l’apoplessia? Niente?! Quindi, sono ancora vivo? Sì, forse vivrò ancora!

    Urge una diagnosi. In fondo, ricordo di essere medico anch’io.Giro gli occhi nel buio, la vista funziona. Muovo lentamente latesta, ora tutto è fermo, al suo posto. Faccio per rialzarmi… eil demone si impossessa nuovamente di me. Tutto gira intorno,un’altra volta, forsennatamente, sotto e pavimento si alterna-no, ma non c’è mica il terremoto!

    Dunque è il labirinto. Questo organo che di solito sta lì tran-quillo a fare il suo dovere, di tenerci diritti, questo soldo di caciodi organismo complesso, grande come un’unghia… e mi rendo

    Dubbi e perplessità

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    conto della gracilità del nostro corpo, di quanto sia fragile la miastessa esistenza.

    Fosse stata la morte a chiamarmi, ora so che non ero pron-to. Questa fu la grande lezione di quell’episodio. Avrei curato illabirinto, ma soprattutto avrei dovuto arontare l’Ultimo Ar- gomento: l’uscita di scena, i suoi preparativi, e dare un sensoconclusivo alla mia vita. Mi era stato fatto un gran regalo: un avvertimento forte, n-

    ché ero ancora in tempo. Una splendida opportunità per riorga-

    nizzarmi. Non mi potevo sottrarre.Questo libro è la sintesi di quel lavoro di ricerca, che non è mai nito.

    Condizioni favorevoli

    Questo nostro dissesto nanziario è un’occasione da non

    perdere, una circostanza unica per tirare fuori certe virtùtanto apprezzate ma poco praticate, se non in stato di ne-cessità, come la modestia, l’umiltà, l’amore per il prossimoe la ricerca di un Io interiore.

    Costui dicilmente si fa vedere, infatti, quando le fac-cende vanno per il “verso giusto”. Che in realtà si rivelacome “verso sbagliato”, ai ni della crescita spirituale, la

    via che conduce al risveglio della spiritualità in noi.Ogni prova infatti – aermano le Sacre Scritture – è unostrumento per raggiungere la consapevolezza. Superarleè l’unica via per salire a… non so come chiamarlo: Paradi-so, Eden, Nirvana, Cielo… ma quanti nomi si danno a un“posto”, quando in realtà nessuno sa dov’è!

     Inizia la ricerca e si apre innanzi a noi un mondo capo-

    volto, dove non valgono più la bussola dei comportamenti

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    ordinari, le regole del successo a ogni costo. Anzi, tuttoquello che hai fatto per conquistare un posticino al mondoviene a tuo discapito: avrai di sicuro sgomitato, prevari-

    cando il prossimo tuo…

    Al contrario, i gesti disinteressati, quelli che hai compiu-to quando ti eri per un attimo distratto dall’ansia dell’af-fermazione, vengono iscritti a tuo merito: hai aiutato underelitto o un poveraccio, in un momento di tua rara te-nerezza? Hai lasciato spazio all’avversario, che ti aveva

    impietosito, pur combattendo la tua battaglia quotidiana? Non solo, il metodo qui si è tutto ribaltato: si deve proce-

    dere per salti intuitivi e paradossi, la tua razionalità con-sueta diventa quasi un fardello…

    Cercare Dio?

    Mettiamoci nei panni di un detective: da dove inizierem-mo a cercare Dio?

    - In una basilica lastricata d’oro?- Alla premiazione degli Oscar?- In un Paradiso Fiscale?Domande retoriche.

    Personalmente, Dio qualche volta l’ho intravisto: negliocchi di un prete che venne da me, tanti anni fa, comedirò più avanti; l’ho intravisto persino in me, quelle pochevolte che ho compiuto un gesto generoso… quella voltache, dopo aver fatto la carità a un mendicante, mi è venutospontaneo di dargli una carezza. Non è stato nel fare l’ele-mosina, ma nella carezza che ho intravisto Dio. Era in quelgesto inaspettato. Un gesto sceso dalle stelle.

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    Un contatto diretto con Dio

    Se le dottrine e i cerimoniali religiosi ci appaiono sospet-ti, con tutte quelle liturgie che celano sete di potere preta-iolo, possiamo tentare una via laica per cercare un contattodiretto con Dio, evitando le intromissioni dei professioni-sti del culto.

    Dopotutto è la strada percorsa da mistici e asceti. Quindici sono illustri precedenti. Senza voler fare paragoni presun-tuosi, cerchiamo la nostra verità, sinceramente. Mica è blasfe-

    mo porsi obiettivi eccezionali. Nella nostra vita quotidiana,con i nostri mezzi, proviamo ad arontare impavidi la piùgrande e dicile delle ricerche: quella dell’Assoluta Verità.

    Un mondo ribaltato

    Che basti davvero sovvertire le regole della vita terre-na, per mettere a fuoco la Spiritualità? Come se tu dovessicapovolgere il tuo mondo, le regole del gioco imparate fa-ticosamente, le tue sane abitudini, i piccoli privilegi con-quistati… ma non sarà un tentativo velleitario di ribaltareil tavolo, come se per dar l’assalto al cielo bisognasse dardi matto? Mah! Certo, l’applicazione puntuale dell’arte divivere può portare a eccessi, a degli abusi.

    Ma quello di spogliarsi di ogni bene per donare ai poveri…come si fa a contraddire una vita di risparmi, di accumuli, comeci hanno insegnato n da piccoli? Dovremmo impoverirci alpunto di essere costretti a chiederla noi stessi l’elemosina? Mai nonni, che hanno fatto una vita di sacrici per noi, per il no-stro benessere, non si rivolterebbero dentro la tomba?

    Questo, dell’estrema applicazione dei principii di altrui-

    smo, forse è un mestiere che dobbiamo lasciar fare ai santi.

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    Gli asceti sono gente tutta d’un pezzo, rigorosi no allacaponaggine. Hanno preso il concetto alla lettera, ma chice la fa, tra di noi, a stargli dietro?

    Contentiamoci di essere un po’ meno egoisti, sordi e cie-chi di fronte ai diseredati. Lottiamo per salire a un gradinospirituale superiore, sarà sempre meglio che star fermi!

    Pensaci, anche tu del bene qualche volta l’avrai fatto,e forse avesti modo di pentirtene per l’ingratitudine dei beneciati. Ma la faccenda ora puoi vederla in una pro-spettiva dierente. Allora fu una distrazione, ti sembrò un

    attimo di debolezza. Invece adesso te la ritrovi tutta comepunti premio, se la tua anima si risveglia alla Trascendenza.Che sia venuta l’ora di applicarsi a questo grande obiet-

    tivo a tempo pieno? Ma ti trovi dinnanzi un primo grandeostacolo…

    Il cervello

    Questo organo complesso, nostro prezioso alleato, checi fa sentire così speciali e diversi, ci è dato essenzialmen-te per raccogliere i frutti migliori dalla vita. Ma non èadeguato per arontare temi metasici. Anzi, nisce perdiventare un fardello, un compagno di viaggio petulanteche ci sbarra la strada. Dovremmo tradirlo? Non è mica

     bello tradire un amico.In realtà il cervello è un organo che si è auto costruito suifatti. Ricorda la dinamica degli avvenimenti e cerca di evi-tarci futuri guai. A forza di elucubrare si rende conto di esi-stere, e qui comincia tutta un’altra storia. Si trova confuso.Non era prevista questa strana faccenda. Prova ad aron-tare il problema con gli strumenti che ha. E allora si perde.

    Ci è venuto persino il dubbio che il cervello sia una spe-cie di radio ricevente che talvolta riesce a mettersi in con-

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    tatto con un altro mondo, misterioso, indenibile.Eccoci qui dunque a parlare di soprannaturale e, in de-

    nitiva, a parlare di Dio.

    Qualche fatto misterioso sarà capitato anche a te: stranecoincidenze, premonizioni, telepatia… certo, tutto si puòspiegare aermando che si è trattato di un caso, però ildubbio resta. Poi te ne scordi e vivi a tempo pieno in que-sta nostra presunta realtà. È l’unico modo pratico di af-frontare la vita... o no? Ma questa “realtà” è davvero cosìfuori discussione?

    Viviamo in un nostro mondo che non c’è?

    Quantomeno, che non è davvero così come ci appare. Suquesto punto sembra siano tutti d’accordo, scienziati, pretie loso, seppure su fronti contrapposti.

    In realtà, noi umani viviamo come fossimo dentro sogni

    separati, paralleli, che talvolta si incrociano e sono condi-visi: così nascono stati, associazioni, imprese, famiglie… avolte sono sogni permanenti, altre volte svaniscono comeneve al sole. Famiglie che si sfasciano, amici che litigano,imprese che falliscono…

    Che il mondo sia per davvero un’illusione, un Purgato-

    rio, un luogo per espiare peccati originali? Il Vero mondosarebbe dunque altrove: il già menzionato Nirvana, Eden,Paradiso…

    E sempre che ci sia! La sua stessa esistenza è controver-sa. Infatti, a prima vista, il Soprannaturale non è tanto aportata di mano… e di coscienza! L’Onnipotente pare stia bene rintanato. Forse la sua scoperta ce la dobbiamo gua-dagnare? Oppure ce l’abbiamo sotto il naso, ma non riu-sciamo a vederlo, ouscati dalla Grande Illusione , la nostra

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    vita quotidiana?Anche gli scienziati oggi lo aermano. Se vai a esamina-

    re la materia, nelle sue componenti più ni, scopri che non

    è fatta di mattoncini in scala ridotta, come il Lego, bensìdi stringhe “immateriali”, senza peso né massa. Nella suaintima essenza la materia dunque potrebbe essere denitacome una sorta di idea senza corpo, pura informazione diorigine misteriosa, una specie di Pensiero del Creatore.

    Ecco spuntare Dio…

    Dio, Jaweh, Allah… nomi diversi per indicare il Tutto (inalcune varianti, con molti punti comuni e piccole sfuma-ture, giusto per avere un’occasione di scannarci tra noi)…forse che anche queste immagini discordi di Dio faccianoparte del caos organizzato a nostro castigo?

    … e i Suoi concessionari!Le Chiese! Luogo di fede strutturata? O centro di pote-

    re organizzato per prottare delle debolezze umane? Unorganismo per avvicinarsi a Dio… o per allontanarsenefatalmente?! Non saranno un altro elemento del Maligno,che ci mette lo zampino per depistarci dalla fede?

    Già, appare anche Lui…

    Un Spirito Malvagio, potente quasi quanto Dio. Uno checonta, almeno qui sulla terra! Che ha molti seguaci, occul-ti o manifesti, gente che in apparenza sta alla grande, neilussi e nell’egoismo più sfrenato. Eccome, se ci sono, bastasfogliare i rotocalchi.

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    Ricchi & Fortunati!

    Se prendiamo per buono il concetto che la vita sarebbeun Purgatorio, che ci farebbero costoro, in questo luogopenitente? A prima vista sembrerebbero un lapsus delProgramma Generale. Invece potrebbero avere un doppioscopo: alzare il livello di confusione e dare “scandalo” cre-ando, in tipi predisposti, l’invidia come accessoria soe-renza.

    Ma, grattando sotto la vernice, si scopre che così “ricchi efortunati” questi tizi poi non lo sono mica tanto. Solo unafacciata, un lm recitato a uso degli sciocchi. Un fragileesercizio dell’Ego, un sogno… o un incubo!

    Il denaro presenta insidiosi problemi di manutenzione!Il successo poi è un’anguilla, viscida e sfuggevole, roba datogliere il sonno.

    Insomma, quella è una felicità da far paura.La “inspiegabile” assenza di Dio

    Ma sarà poi vero che Dio ha il controllo generale su tut-to quanto accade? Eruzioni vulcaniche, tsunami, bambiniche muoiono per gravi malattie… Perché Dio lascerebbe

    che accadano fatti così terribili in questa “valle di lacri-me”?Perché qui ci dovremmo redimere? Da cosa? Dal Peccato

    Originale? Per quanto ci rietta, io non me lo ricordo.

    La spiritualità aleggia nell’aria, ma sta nascosta, come silibrasse in un Mondo Parallelo… tante disgrazie intorno

    a noi, e qualche piccola traccia di Dio, rari miracoli, labiliindizi… Un’ardua caccia al tesoro dello Spirito?

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    E i suoi rivenditori autorizzati

    Eccoli lì, dunque, agghindati al ruolo, suggestivi e tal-volta ben nutriti, negli agi e nel potere, almeno ai pianialti delle gerarchie: i preti di professione. I nuovi Farisei…non cambieranno mai! Perché meravigliarsi? Sono uominianche loro, con tutti i nostri difetti.

     Ebbene, per avere i miei difetti c’era bisogno di abbrac-

    ciare il sacerdozio? Ma se davvero agiscono sotto la super-

    visione dell’Altissimo, come mai sono difettosi quanto noi?No, ma non sono tutti così. Anzi, la maggior parte fa sul

    serio, però quei pochi che sgarrano creano lo scandalo.Oendono il principio generale: l’infallibilità dell’Altissi-mo! Chi opera in nome di Dio mica può sbagliare! O do-vremmo ammettere che mancano i controlli?

    Appelliamoci allora alla scienzaQuella pare in mano a gente più credibile. La scienza

    non specula di certo sulle nostre debolezze, qualche risul-tato ce lo dà. Cura come può le malattie, attenua il dolore,ci fa parlare tra noi da un capo all’altro del mondo, senzaricorrere al miraggio della telepatia.

    Ma anche la scienza, nella sua versione più avanzata,mette fortemente in dubbio la nostra interpretazione quo-tidiana di quello che chiamiamo “realtà”.

    Fisica quantistica

    Tanto per cominciare dobbiamo leggere Il Tao della Fisi-ca , quel meraviglioso vecchio libro di Fitjof Capra. Uno

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    scienziato visionario che ci propone una convergenza tra iprincipi mistici del Tao e i concetti della meccanica quanti-stica. Due approcci dierenti che portano a una intuizione

    del mondo con molti punti in comune.Un mondo in ogni caso ben diverso da quello che spe-

    rimentiamo ogni giorno, il cosiddetto “mondo dei sensi”. Il pensiero mistico orientale, quello dell’unicità del tut-

    to, converge con una sica moderna in cui ogni elementoè interdipendente col resto. Sono concetti che portano a

    riessioni astruse e dicili, ma che in soldoni ci dicono:“siamo tutti in Uno e Uno in tutti”. Da qualunque partela guardi: misticismo, religioni evolute, sica quantistica,convergono.

    Ma il mondo lo vediamo con i sensi…

    E che altro dovremmo fare, per non cadere in un fosso omorire di fame? Sono i sensi che c’informano, ci orientano.Va bene, ringraziamo i sensi, ricordandoci però dei lorolimiti, delle loro aberrazioni. Sono cose che sappiamo, maviviamo come in una sorta di amnesia, ci adiamo loro inmodo passivo e ducioso.

    Proviamo dunque a fare un tagliando, a questi nostri cin-

    que nostri preziosi sensori.

    Occhi: la vista rileva le radiazioni elettromagnetiche. Nepercepiamo una frazione ben modesta, compresa tra il ros-so e il violetto. Non vediamo nulla dall’infrarosso in giùe dall’ultravioletto in su, ossia la maggior parte. Ma pernoi quell’aascinante arcobaleno colorato è tutto. E poi èaltrettanto chiaro che i colori sono una nostra invenzione!Le onde mica sono tinte, è il nostro cervello che ce le dipin-

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    ge, come si faceva un secolo fa, a mano, con le cartoline diNatale stampate in litograa!

    Orecchi: l’udito è di grande uso pratico, ma di scarsa uti-lità per una conoscenza autentica del mondo. I suoni nonsono altro che vibrazioni della materia trasmessi nell’a-ria… e naturalmente ne percepiamo un’inma porzione.Insomma, siamo limitati come al solito… oltretutto i suoniviaggiano solo nell’aria, nei liquidi o nei solidi. Nell’inni-tà dello spazio, il cosiddetto “vuoto”, mica esistono.

    Naso: l’olfatto è un senso assai più interessante, anche sedi fatto utilizzato quasi esclusivamente per capire cosa sia buono da mangiare. È un laboratorio di analisi chimicheche riesce a distinguere tra loro le molecole. Così facendoperò ci mette fuori pista, confermandoci questa nostra vi-sione “molecolare” del mondo. Il che sarà anche vero, da

    un certo punto di vista. Ma è soprattutto un modo praticoper viverci dentro.

    Lingua: il gusto è solo un accessorio dell’olfatto e non soperché considerarlo un senso a parte. Serve solo a capirecosa hai messo in bocca che però non devi mandar giù.

    Tatto: ecco il senso più fuorviante di tutti. Ci fa credere

    che la materia sia solida, compatta. Ma non è aatto così,gli scienziati lo hanno capito da anni. Il tatto dunque è ilpiù inattendibile dei sensi, quello che ci racconta il mondoin una versione soggettiva, anche se utile per non farcimale. Dunque si rivela come il più “materialista” dei sensi!

    Questi cinque sensori sono la nostra stretta fessura per

    conoscere il mondo. Sarebbe meglio dire: “sbirciarlo”.

    Dubbi e perplessità

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    Cercando Dio a modo mio

    La combinazione, o meglio, la complicità tra di loro, pro-duce in noi questa strana consapevolezza, la coscienza diesistere nella nostra amata, illusoria “realtà”.

    Ma è reale quanto percepiamo?

    La materia:  discutibile interpretazione di aggregati diparticelle che, osservate nei loro minimi dettagli, svanisco-no per dare luogo a concetti pressoché metasici di strin- ghe , elementi immateriali. Qualcuno si è spinto a denirle“il pensiero di Dio”.

    L’energia:  concetto nato dall’osservazione di fulmini etempeste, ma che raggruppa sotto lo stesso nome cose as-sai diverse: radiazioni, gravità, energia atomica… e poi,dandoci di Einstein, sappiamo bene che l’energia è dellamedesima stoa della materia.

    Il tempo:  strana dimensione, che procede in un versosolo. Si viaggia dal passato al futuro, non in direzione op-posta. Questo rende la vita irreversibile. Tra gli scienziatic’è chi lo nega, chi sostiene invece che sia l’unica granderealtà. O la più grande illusione?

    Lo spazio: sarebbe meglio denirlo “gli spazi”. In ungioco di frattali, dall’innitamente piccolo all’innita-mente grande, coesistono mondi incomunicabili, che puressendo nello stesso posto, col fatto di appartenere a mi-sure di grandezza diverse, poco si frequentano, se non inmodo casuale, e comunque non si scambiano molte corte-sie. Pensiamo alla coabitazione di microbi, insetti, e di noistessi “animali superiori”.

    E poi… non ci saranno altri mondi, in frattali sconosciu-

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    ti? Pare proprio di sì. Le ultime teorie prevedono altre di-mensioni, oltre alle quattro solite che ben conosciamo.

    Altre realtàBeviamo acqua e ci sentiamo lucidi, ci deniamo “sobri”.

    Ma solo con un po’ di vino già cambia il nostro umore, ilmodo di vedere le cose. Per non parlare delle cosiddette“droghe”, che sballano del tutto le coordinate abituali.

    Dunque, siamo proprio sicuri che la verità sia quella a base acquosa? E non quella che ore l’alcol, o il peyote, ola muscarina?

    Gli sciamani usano queste sostanze “naturali” per ave-re percezioni diverse della realtà rispetto a quella usuale,quotidiana. E se una di queste “allucinazioni” fosse inveceuna visione più autentica della realtà? Gli stregoni sosten-gono che sia proprio così.

    Dubbi e perplessità

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    Cercando Dio a modo mio

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    Indizi metasici 

    INDIZI METAFISICI

    Ispirazioni e intuizioni

    Artisti e scienziati probabilmente hanno contatti fre-quenti con la Trascendenza, senza rendersene conto, anzi,negandolo spesso in modo convinto. Parlo delle Intuizioni 

    e delle Ispirazioni. Le prime capitano soprattutto nelle at-tività scientiche, le seconde sono il pane quotidiano diogni artista.

    Lo scrittore, ad esempio. Quando sei “ispirato” te ne ac-corgi, eccome! Le idee ti escono a otti, sono irrefrena- bili. Fatichi a starci dietro sui tasti del computer. A voltehai l’impressione di essere il primo lettore di quanto viene

    fuori. Chi lo ha scritto? Mistero! Poi sei felice di prender-ne, furbescamente, la paternità. Ma lo sai di essere solo un“padre putativo”.

    Pensa a certi scrittori, tipo Jules Verne! Come avrà potutoscrivere romanzi come Ventimila leghe sotto i mari , in cuiraccontava nei dettagli tecnologie che sarebbero comparsesolo un secolo dopo? Premonizione? Chiaroveggenza?

    E Leonardo? Praticamente ha inventato di tutto, con se-coli di anticipo! Non ha potuto realizzare molte delle sueintuizioni solo perché gli mancavano i materiali, le tecno-logie.

    Pensiamo anche a certi loso! Come fece Democrito acapire l’esistenza delle molecole, duemila anni fa? Ed Era-tostene? Che misurò il diametro della terra con l’uso diuna semplice asticella, valutando l’ombra che faceva, in

    punti diversi del Mediterraneo!

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    Non mi pare che basti essere geniali, per avere intuizionidel genere, ci dev’essere ben qualcosa in più…

    Strane coincidenze…Certi bizzarri sincronismi negli eventi sono semplice

    frutto della casualità… o no? Ti capita di pensare a qual-cuno, e poco dopo lo incontri, quand’erano anni che nonlo vedevi. Oppure ti salvi per miracolo in situazioni im-possibili. Certo, le occasioni sono tante, talvolta i fatti sidispongono in modo curioso, forse è solo una questionestatistica… ma con questa storia della statistica i materia-listi ti mettono a tacere ogni volta!

    Invece, se parti per il tuo viaggio mentale mistico, ognicoincidenza la vuoi valorizzare, studiare, devi darle unsenso: è una pista da seguire. E vedrai come aumenteran-no di frequenza!

    … o premonizioni?

    A parte gli aneddoti strabilianti che si leggono spesso,saranno capitate anche a te strane “spierate”, giunte allamente in modo inspiegabile, come un ash improvviso,per avvisarti di particolari situazioni imminenti. Spesso di

    pericolo.Certo, nella moltitudine di sensazioni che viviamo in

    un’intera vita, ogni sorta di evento straordinario può esse-re liquidato con la solita solfa delle “coincidenze casuali”.

    Ma certe volte hai la certezza che non è stata pura coin-cidenza. Tu lo sai, ne sei sicuro, e da qui prende inizio unnuovo modo di cercare la spiritualità. Qualcuno dirà che

    ti sei bevuto il cervello… e tu allora perché non dovresti

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    sorseggiarlo impassibile, brindando alla sua salute?!

    TelepatiaIntercettare il pensiero di qualcuno, specie se ti è caro,

    è un’esperienza abbastanza frequente. Però, se ci sommitutte le “telepatie sbagliate”, possono aver ragione anchei miscredenti. Certo, tu sai quando fu casualità e quando,invece, fu un evento prodigioso…

    Se è vero, come si ipotizzerà più avanti, che siamo tuttiin Uno, e Uno in Dio, non ci sarebbe poi tanto da stupirsi,se talvolta siamo in contatto telepatico tra noi.

    Certamente siamo legati l’un l’altro molto di più diquanto ci rendiamo conto. Caso mai, dovremmo stupircidi come siamo poco in sintonia. Ma questo ci porterebbelontano. Il Peccato Originale è sempre lì in agguato, e lagrande caduta nell’errore troverebbe conferma.

    Poi ci sono molti altri fatti misteriosi…

    Quell’albergo di Gorizia

    Ero andato a Gorizia per incontrare un’amica e avevo prenota-to un albergo ricco di fascino. La sua parte centrale era moderna,ma dall’altra parte della strada, racchiusa in una corte circonda-ta da vecchie mura, c’era un’antica torre in cui era stata ricavatauna suite molto suggestiva a cui non avevo saputo resistere.

    Il proprietario mi aveva consegnato una grossa chiave per rien-trare, se fossi arrivato tardi dopo cena.

    Quando la mia amica era venuta a prendermi in auto, la corte

    era tutta illuminata di accole, in un’atmosfera molto suggesti-

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    Cercando Dio a modo mio

    va, con armigeri in tenuta di gala e gente che arrivava festosa per partecipare alla cena medievale, rinomata attrazione dell’hotel.

     Ma quando tornammo, dopo mezzanotte, l’atmosfera era tuttacambiata. Le grandi accole erano spente, gli armigeri se n’era-no andati, non c’era più un’anima in giro! Solo una piccola luce oca che penzolava da un vecchio torrione.

    Presi la chiave ed entrai nel pesante cancello che cigolò abba-stanza sinistro. C’era tutto intorno, nella corte, un’aria spettraleda far venire i brividi. Chiusi dietro di me la cancellata, mentre

    la mia amica puntava i fari dell’auto verso la torre per consentir-mi di trovare la serratura della porta d’ingresso.Preparandomi per andare a dormire, rimasi sorpreso per le an-

    tiche nestre a bifora del bagno, che erano murate con lastre diopale. Facevano uno strano eetto. Mi sembrava di essere allog- giato dentro una chiesa.

    Accesi la radio e mi inlai nel letto con un buon libro. Dopo un po’ spensi la luce, ma quando stavo per pendere sonno, sentii due forti mani aerrare la testata del letto per farlo ballare in giro pertutta la stanza. Mi si raggelò il sangue. Per l’esattezza, sentii drizzarsi ogni

     pelo che avevo in corpo lungo la schiena, dai capelli no ai tal-loni. Li passai tutti in rassegna, non mi ero mai reso conto diaverne tanti! Balzai sul letto, in preda al terrore.

    Accesi la luce e guardai il lampadario, sperando che fosse statoil terremoto. Ma il sangue mi si raggelò di nuovo nel vericareche era immobile! Cos’era stato dunque? Venni assalito da brutti pensieri, mi alzai, girai per la stanza.

     Mi ricomposi e tornai a letto. Ero stanco e volevo dormire.

     Ma appena spensi la luce, e fui sul punto di riappisolarmi, le

    stessa braccia forti di prima riaerrarono la testata del letto per

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    rifare la stessa gimcana.Eh, no, stavolta era troppo! Non potevo più pensare che fosse

    solo una suggestione. Era qualcosa di misterioso, inquietante.

    Non ce la feci più a riprendere sonno. Mi rivestii in fretta e guar-dai fuori dalla nestra per studiare una via di fuga.

    Era buio pesto, non c’era nessuno in giro. L’una di notte. Allo-ra non esistevano i telefoni cellulari e non c’era alcun citofono incamera, se avessi mai voluto chiamare qualcuno. Il corpo centra-re dell’albergo era distante e c’era da attraversare tutta la corte,al buio, per giunta!

     Ma a quell’ora chi mi avrebbe aperto? E, in ogni caso, che cosaavrei detto?

    Accesi tutte le luci, misi la radio ad alto volume. Ero ormairassegnato ad attendere l’alba dopo aver passato una notte inbianco.

    E così fu. Il giorno sembrava non arrivare mai. Fu un’atte-

    sa snervante … nché nalmente vidi comparire le prime lucidell’alba e, in lontananza, il portinaio che apriva l’albergo. Mi ondai fuori come un leprotto e chiesi concitato di cambiare

    la stanza.Il portiere non si scompose, sembrava assente, mi diede un’al-

    tra camera senza fare obiezioni. Anche questo comportamentomi parve strano, ma nalmente fuori da quella torre infestata potevo almeno dormire un po’ in pace.

     A mezzogiorno la mia amica tornò per riprendermi. Io non

    vedevo l’ora di raccontarle quello che m’era successo.Lei mi ssò con occhi colpevoli confessandomi la diceria che

    quella fosse una torre infestata… dai fantasmi, nientedimeno!Non me ne aveva accennato prima per non allarmarmi, anche perché non ne era proprio convinta.

    Rabbrividii. A quel punto mi tornò in mente il particolare delle

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     nestre del bagno che erano state murate. Dunque, facemmo un giro d’ispezione intorno alla corte per vedere cosa celassero.

    Sai cosa c’era dietro a quegli opali? Un camposanto!

    Quindi, senza saperlo, avevo passato la notte in un cimitero!Il mio sgomento poi fu totale quando notai che fuori dal recinto, per terra tra l’erba, seminascosta, c’era una lapide senza alcunnome.

    Qualcuno era stato sepolto fuori dal suolo consacrato!Lo si faceva per chi avesse commesso un grave delitto o per un

    suicida! Chi sarà stato? E c’era un nesso? Mi scoprii a dirmi cheora tutto tornava, accorgendomi che stavo farneticando.

    Questa è una storia vera, e non so come interpretarla. Ci sonotornato sopra una mare di volte. Io penso che il letto non si siaspostato sicamente, anche se io l’ho percepito: credo sia stato un fenomeno psichico.

    Ho consultato parapsicologi, colleghi psichiatri, persone dichiesa. Ognuno aveva la sua versione da sciorinarmi. Ma io nonso che dire. Tranne che il letto l’ho davvero sentito spostarsi perla stanza, per ben due volte e che non sono più riuscito a dormire.

    Prova tu a capirci qualcosa, e spero di non averti levato il sonno! PS Comunque ho il sospetto che i luoghi abbiano una specie

    di memoria per le emozioni a cui hanno assistito. Una memoriache può essere letta solo da una mente sensibile, ma non da stru-menti elettronici.

    Questi fenomeni paranormali, se provi a registrarli con ognisorta di congegni, non restano impressi. Cosa secondo me com- prensibile, anche senza invocare l’inganno. Stiamo infatti assi-stendo ad esperienze psichiche. Non appartengono esattamenteal mondo materiale.

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    Mondi paralleli, mondi invisibili

    Avevamo accennato alle ultime teorie scientiche cheprevedono altre dimensioni parallele ma invisibili ai no-stri sensi… e se si trattasse del tanto agognato mondo del-lo Spirito? Magari ce n’è più di uno, e avrebbero ragionecerti mistici che parlano di vari livelli, di tanti Gironi Spi-rituali… vuoi vedere che prima o poi scienza e religione simettano d’accordo?

    Forse basterà che la scienza superi la presunzione delmaterialismo e le religioni scendano dal pero con tutti iloro dogmi indiscutibili. Un punto d’incontro prima o poilo si potrà trovare. Beati quelli che saranno lì a vederlo.Che purtroppo, temo, non saremo noi.

    Però siamo ormai nei pressi di un punto di svolta: ilmondo scientico si è messo in discussione, sta capendoche materia ed energia sono solo un’interpretazione, che iltempo è un fatto troppo strano per essere vero così comeci appare.

    Dal canto loro, gli uomini di chiesa progressisti si sonoresi conto che certe visioni arcaiche del mondo sono indi-fendibili, che la scienza sta andando avanti, lenta, ma conmetodo, nella ricerca della Grande Verità. 

    La scienza religione del futuro?E se questa separazione tra scienza e religione fosse do-

    vuta a un fatto tecnico? Ossia alla limitatezza del nostrocomprendonio? Concepire Dio scienticamente è certa-mente al di sopra delle nostre forze. Richiede molta più

    intelligenza di quella che ha la specie umana attualmente.Oserei dire, che la specie umana possa avere mai.

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    Ma con la mutazione dell’uomo in una nuova specie, undomani chissà che non ci si riesca. Chi l’ha detto infatti chel’homo sapiens sia il punto di arrivo dell’evoluzione bio-

    logica? Il Vecchio Testamento? Ah, bene! Allora possiamostar tranquilli…

    Magari la mutazione genetica invece è già al lavoro: ba-sta osservare i nostri gli alle prese col computer… rispet-to a loro sembriamo fossili viventi, dal punto di vista tec-nologico!

    Religione  e Scienza  sono due modi diversi di arontarela ricerca della Verità. La prima è un’intuizione che tiradritta verso un bersaglio ambizioso, spesso senza avernei mezzi; la seconda un modo lento, rigoroso e geniale perarrivare al dunque. Dalla telepatia ai telefonini: per giun-gere alla trasmissione del pensiero passando dal sistemamagico a quello tecnologico c’è voluto molto progresso.

    Mi piace pensare a una completa fusione della scienzacon la religione, com’è stato in principio, tanti secoli fa.Solo che allora eravamo nel vaneggiamento, nella proie-zione del desiderio… e ora, a che punto saremo?

    Forse l’unico che può capire “scienticamente” il Creato,allo stato attuale, è solo il Creatore. Però, un bel giorno, senalmente riuscissimo a unirci con Lui, come si diceva, ci

    capiremmo qualcosa pure noi. Intanto cerchiamo di met-terci sulla strada giusta! Anche se tutto quanto abbiamointorno pare ci voglia soltanto confondere…

    Siamo dentro un mondo senza suoni

    Un mondo anche senza profumi, tranne per chi sia do-tato di un olfatto. Un mondo che non è buio e neppure

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    luminoso. E tanto meno colorato. Solo chi ha gli occhi lovede così. Noi, appunto. Noi, che lo percepiamo colorato,aromatico, sonoro, morbido, duro… quanti aggettivi pret-

    tamente umani per tutto quanto ci circonda! E già che c’e-ravamo, non siamo giunti infatti alla brillante conclusioneche il mondo sia stato fatto proprio apposta per noi?

    Eccolo nascere il sospetto delirio d’onnipotenza, la visio-ne tanto cara agli antichi Ebrei, nostri lontani padri religio-si: noi al centro del mondo, e perché no, fatti a immaginedi Dio… ma sarà davvero un vaneggiamento megalomane

    e non invece la Grande Verità? Questo è il dubbio nel qua-le ci stiamo dibattendo. Il rischio di bersi il cervello appareevidente!

    Siamo i destinatari del creato… o no?

    La penseranno così anche i microbi, gli insetti, gli anima-

    li? No, quelli non pensano. Però, osservandoli bene, pareche vivano tutti come se il mondo fosse stato fatto appostaper loro. Né più né meno che noi…

    A proposito del ciclo evolutivo, magari ci sono creaturesuperiori, con le quali abbiamo a che fare a nostra insaputae che non riusciamo a identicare, come succede a microbie insetti nei nostri confronti! Le condizioni ci sarebbero per

    farceli stare, in questi probabili mondi paralleli, o nell’an-ti-materia! Dimensioni diverse ce ne sono abbastanza pertutti.

    Che la coscienza si presenti al nostro stadio evolutivo èun dato di fatto. È proprio ora e qui che ci poniamo le do-mande, che cerchiamo un senso a tutta la faccenda. E sefosse un passaggio necessario, un primo passo? Qui tornaalla ribalta l’ipotesi della reincarnazione.

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    Cercando Dio a modo mio

    Reincarnazione?

    Se dalla materia inanimata fossimo passati ad essere ani-mali inferiori, poi mammiferi, uomini… non solo in termi-ni evoluzionistici, ma come tappe spirituali obbligatoriein ciascuna creatura… in pratica se questa nostra coscien-za fosse lei stessa coinvolta in un suo percorso evolutivo,compiendo tutto il ciclo, una vita dopo l’altra, in succes-sione?

    I saggi indiani gli hanno dato un nome: “Karma”, la ruo-

    ta del ciclo delle vite, dove ogni slancio spirituale vieneregistrato e pure ogni caduta viene messa in conto. Così siorganizza il ciclo delle rinascite, verso una consapevolez-za che può arrivare all’Illuminazione. Tappa nale dellanostra presenza sulla terra. Incarnazione ultima e nale.Oltre c’è l’unione in Dio.

    Eccola confermata la speranza che non sia nita qui. Che

    il nostro sia una specie di passaggio intermedio, quello incui ci si pone tutte le domande e non si trovano ancora lerisposte… siamo infatti qui, io e te, con i nostri dubbi: cistiamo davvero risvegliando proprio ora?

    Viviamo dunque dentro un sogno?

    Un sogno ambientato in questa presunta realtà , che legagli uomini tra loro. La chiamiamo tutti con lo stesso nome:vita , come se rappresentasse la stessa oggettività per tutti.Invece, siamo calati ciascuno nel suo mondo, parzialmenteaccomunati da culture, lingue, obiettivi. C’è il mondo delcinema, della nanza, del volontariato, della malavita…

    Eccola al lavoro, la nostra mente, eccola aorare quella

    coscienza che cerca di mettere insieme il grande rompica-

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    po. Io qui a scrivere. E tu a leggere. S’incontrano due co-scienze. Si sentono unite o separate. Abbiamo improvvisa-mente cancellato spazio e tempo. Restano i grandi valori, i

    sentimenti: avversione, aetto, indierenza.

    Questo sogno lo chiamiamo “realtà”

    Se stiamo un attimo a riettere, ci rendiamo conto di es-sere un aggregato di illusioni, immerse in una sfuggentesoggettività. Ma è tutto quello che ci è dato. Ci siamo abi-tuati e la chiamiamo vita, semplicemente.

    Quando guardiamo con fervore una modella, ci fermia-mo alle apparenze, alla facciata della supercie: la pelle, lesembianze. Mica pensiamo a come è fatta dentro! Glissia-mo sul suo colon, sui reni, l’ossatura… se la si vedesse intrasparenza, ci metterebbe spavento. Eppure lo sappiamo

    cosa c’è lì sotto, celato da quelle forme deliziose, copertoda una pelle vellutata, ma preferiamo scordarcene, e a noiuomini brillano gli occhi.

    Per fortuna! Sai che orrore, altrimenti? Se la vedessimoingrandita con un pur modesto microscopio, quella pellelucente come apparirebbe? Crateri, squame, un campo di battaglia per batteri e protozoi…

    Se avessimo uno sguardo un po’ più penetrante, tipo rag-gi x, che eetto ci farebbe? Hai presente una radiograa?Orrore! Con un microscopio elettronico ci perderemmo inun universo di strutture incomprensibili.

    Procedendo con gli ingrandimenti incontreremmo viavia molecole, atomi, quanti, stringhe… addio seduzionefemminile, o forse ecco comparire una nuova seduzione,l’ultima… il pensiero di Dio? O il pensiero Tuo?

    Ma, in denitiva, non saranno poi la stessa cosa?

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    Cercando Dio a modo mio

    Ecatombe del make-up

    Dunque, riassumendo, una bella donna in trasparenza,perderebbe ogni fascino! Ma noi stessi, a pensarci bene,guardandoci dentro, potremmo anche farci ribrezzo: sali-va che ci cola nella bocca, muco dal naso, e le nostre budel-la di cosa sono piene? Conviviamo con miliardi di microbidentro l’intestino, in un corpo ricoperto di pelle scagliosa,e non voglio continuare, per non perdere anche l’ultimolettore che mi resta.

    Senza pensare a come siamo nati: il parto, visto da unesteta, non è propriamente un modello di armonia.

    Quindi, ci facciamo schifo da soli?

    A volte sì! Ma qui dovremmo fare un ragionamento:come mai siamo disgustati dalla nostra stessa natura? Nonè mica normale! Ecco il primo sintomo di un’inadeguatez-za delle nostre condizioni rispetto alle pretese, alle ambi-zioni… e questo che sta a dire?

    - Che siamo in corsa per una riqualicazione evolutiva, omagari addirittura… per una crescita spirituale?

    - Che siamo altezzosi, incoerenti e quindi giustamentedestinati all’annientamento?Eccolo qui l’eterno dilemma!

    Comunque sia, questo nostro corpo ci sta stretto, si am-mala troppo spesso, si logora col tempo e poi… se fossedavvero un’illusione? Anzi, la Madre di tutte le Illusioni?!

    Un punto di partenza inadeguato? Ce ne dovremmo dun-que sbarazzare? Ma poi che ci resterebbe?

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    Ma il corpo stesso non è “miracoloso”?

      Si fa presto a criticarlo, accusandolo di essere troppo“materiale”. Il corpo, al contrario, ha qualcosa di incredi- bile, di prodigioso. A volte, certo, nisce in avaria, ma disolito funziona come un orologio. Pensiamo per un atti-mo alla sua complessità. Roba da perderci la testa! Può unmarchingegno del genere essersi realizzato per caso?

    Facciamo alcune osservazioni: pensi davvero che dalnulla si sarebbero creati atomi, che “per pura coinciden-

    za” si sarebbero poi organizzati in molecole sempre piùcomplesse, no a realizzare microbi, creature in grado diriprodursi e di evolversi, per arrivare ad animali nienteaatto semplici, a noi inne, con questo nostro complica-tissimo cervello.

    E tutto questo sarebbe accaduto in “modo casuale”? Miscappa da ridere!

    Sarebbe come dire che in seguito a un’esplosione dentrouna tipograa, in un bailamme di carta, inchiostro e rotati-ve, si fosse “per caso” stampata un’intera biblioteca…

    Certo, anche postulando l’esistenza di un Creatore pertutto questo bendidio, il mistero non cambia poi di tanto,abbiamo semplicemente spostato in su il problema…

    Vogliamo dirla allora più semplicemente?Che non ci capiamo un bel nulla!

    Finale innominabile

    Visto che a inseguire certezze sul senso della vita non sene viene a capo, molti di noi niscono per dimenticare le

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    Cercando Dio a modo mio

    nostre reali condizioni, cercando soprattutto di scacciare ilpensiero del nale che ci attende, inesorabile. Questo na-le è una parola così orrenda che solo a nominarla si fanno

    gli scongiuri!Eppure se consideriamo la vita un’esperienza ne a se

    stessa, computando il dare con l’avere, a mio avviso, ilsaldo risulta pesantemente negativo. Dunque, pare stranoche ci siamo tanto attaccati a questa vita.

    No, non è strano per niente, se consideriamo l’incognitadi quello che possa venir dopo!

    Per distrarci da questi “brutti pensieri” ci trastulliamocon sempre nuovi giochi, con sde e ambizioni che si ri-velano semplici esercizi per passare il tempo. E poi tuttiin coro a dire che “la vita è bella”. Uno slogan, un mantra,una parola d’ordine. La-vita-è-bella, come se fosse un uni-co vocabolo. Chi lo contraddice è un disfattista. Perde gli

    amici, i favori della gente. Non “pensa positivo” e vieneemarginato. Il rompiballe, il molesto menagramo.

    Ma c’è un altro esorcismo, ancora più ecace: aermareche la vita è una gran pena, certo, ma che serve a puri-carci progressivamente, un’esistenza dopo l’altra. Fino adarrivare alla puricazione ottimale, che ci dà diritto allavera conoscenza. Potremo allora nalmente aermare che“la nuova vita è bella” senza dirci le bugie, dopo esserciliberati di questa!

    Ma sì, una vita dello Spirito, un’esistenza immateriale,ecco la soluzione ottimale. Il corpo ha troppi grattacapi,sarà quindi indispensabile per iniziare la giostra ma, dopoaverlo utilizzato, bisogna liberarsene. Certo! Zavorrati da

    un corpo, non si può volare molto in su.

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    E i sentimenti?

    Nessuno strumento scientico li può registrare, quindi“scienticamente” come li classichiamo? Materia o ener-gia? Spazio e tempo certamente no! Dunque, cosa sono?Per i sentimenti non c’è una specica categoria, nel cam-po della sica. Eppure esistono, lo sappiamo bene, sono lanostra vera impalcatura! Lo stesso vale per la coscienza.Cos’è? Un party di mediatori chimici? Un’allucinazione?La scienza balbetta o tace addirittura!

    Senza sentimenti l’uomo sarebbe poco più di un automa,una macchina biologica, un insignicante dettaglio di unCreato Senza Senso, il quale, a questo punto, sarebbe dav-vero null’altro che un caos complesso e stravagante.

    Il mondo stesso, senza sentimenti, sarebbe un’arida ac-cozzaglia di elementi chimici, senza amore né gioia. Logi-ca premessa di un universo costituitosi per caso, o meglio,

    “per sbaglio”. Basterebbe concludere questa nostra bizzar-ra esperienza, che tutto si sistemerebbe: il Nulla Aspira-tutto, che fa pulizia di noi. Eccola in tutto il suo fascino, lateoria dei materialisti!

    Ma i sentimenti esistono, eccome, e fanno dunque una bella dierenza.

    AteismoMa esistono poi gli atei per davvero? O hanno un con-

    cetto di Dio così diverso, rispetto ai dogmi e alle dottrinepiù diuse, da ritenersi completamente fuori gioco?

    In realtà bisogna intendersi sul concetto di Dio, comin-ciando dal nome. “Dio” è un vocabolo che a prima vista

    pare maschile, e già questo può creare equivoci. A Luici si rivolge come a un padre, altro punto fuorviante…

    Indizi metasici 

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    Cercando Dio a modo mio

    oltretutto ,“fatto a nostra somiglianza”… bel segno di mo-destia! Con tutti questi fraintendimenti uno può confon-dersi e smarrire la fede.

    D’altra parte, come fa un ateo a pensare che il mondo siaun fatto solo materiale, senza alcuno scopo… un acciden-te, che non ha né capo né coda? Sarebbe come dire che lanostra coscienza è un miraggio, un delirio casuale. Che ilnostro vero posto è il silenzio eterno! Come si fa a pensaredi non essere Nulla? Il nulla che diventa qualcosa e poi

    torna nel nulla? Curioso davvero!L’ateismo, in fondo, è una fede, spesso cocciuta e irremo-vibile, pur di fronte ai mille ebili segnali della Trascen-denza. Una rinuncia alla speranza tout-court? Ma qual è ilvalore che si intende tutelare?

    Un’irriducibile “onestà” intellettuale? Il predominio del-la ragione – computer? O un modo cieco per gozzoviglia-

    re, nché il sico ce lo consente, coprendosi gli occhi difronte ai dolori del mondo? Mi pare una risoluzione mo-desta. Spacciare la vita per un luogo di baldorie è davverotravisare la realtà!

    Certo, la Trascendenza è abbastanza incomprensibile.Sfugge alla nostra mente - ma non sarebbe poi la primavolta - ci capiamo forse qualcosa sul funzionamento dei

    telefonini? Eppure li usiamo lo stesso con passione. E nes-suno di noi ne mette in dubbio l’esistenza.

    Dio invece…

    Dio appartiene alla categoria dei sentimenti: impalpa- bile e forte, invisibile e presente! Puoi desiderarlo, cre-derci, adorarlo, scommetterci, ma quanto a vederlo…

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    un libro non basta!C’è chi ci ha dedicato la vita intera a questa impresa. Ere-

    miti segregati in luoghi inospitali. Altruisti totali spogliati-

    si di tutto. Filantropi accaniti. Astinenti sessuali. Anoressici.Quanti hanno rinunciato a una vita decente, secondo i

    nostri parametri comuni, per raggiungere lo stato di gra-zia necessaria all’Illuminazione! E in quanti l’hanno poitrovata?

    C’è da cadere in depressione?

    Beh, non sarebbe poi così malaccio! Spesso è da lì che na-sce la fede, da un sovraccarico di disperazione, quando lecose vanno veramente storte. Allora bisogna avere la forzadi evitare antidepressivi, alcool, droghe e altri anesteticiper addormentare la coscienza. Se riesci a sopportare ildolore e vai a vedere cosa c’è oltre il grande blu della

    disperazione.Ecco che ti si presenta un sentimento nuovo, come se

    entrasse in funzione un sistema di allarme (Dio stesso?) adifesa di un’anima in angoscia esagerata… certo, questa èla visione del credente… si può anche malignare che, nelpieno del naufragio, un disgraziato si attacchi a qualun-que cosa che galleggi… e questa invece è la versione del

    materialista…Ma comunque la pensiamo, dobbiamo ammettere chedallo sconforto può nascere un’immensa gioia inaspettata:la Fede nel Soprannaturale. La vita ci ha abituato a questistrani, improvvisi ribaltamenti, che si alternano, in un gio-co apparente di supersimmetrie.

     Quando frana in te la diga materialista, vengono spaz-

    zati via i consueti obiettivi quotidiani e spunta una strana

    Indizi metasici 

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    Cercando Dio a modo mio

    consapevolezza. È come se il tuo mondo mentale subisseun capogiro. Argomenti che un tempo svettavano ai primiposti tra i tuoi interessi personali subiscono uno spavento-

    so arretramento. È la riscossa dei sentimenti. E vedi pren-der forza un impulso sorprendente: l’altruismo.

    Cosa singolare, ora capisci di essere nel giusto! La dispe-razione più buia si illumina di un’inaspettata speranza chesi fa sempre più certezza. C’è qualcosa che va oltre la co-mune percezione quotidiana. Non vogliamo ancora chia-

    marlo Dio, per una forma di prudenza…Ogni uomo, comunque, ha un modo suo per incrociarlo.E lo vedrà con sembianze diverse. In denitiva ci sarebbeuna Sua visione diversa per ognuno di noi.

    Che sia proprio come dicono i mistici, che ogni uomo èun frammento di Dio!?

     

    Dio dunque nalmente appare?Ma non è quasi mai una presenza costante e denitiva.

    Appare e scompare senza una ragione apparente. Pare cisia un passaggio ulteriore, che la rende duratura, persi-stente.

    Ma anche a leggere le biograe dei Santi spesso si vedo-

    no smarrimenti, titubanze, crisi mistiche. Il tarlo del dub- bio, ogni tanto, morde. Il cervello si ribella… e non ha tuttii torti. La pillola è indigesta, all’improvviso ti si presentainnanzi un mondo tutto capovolto!

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    DIO CHI? 

    “Dio è morto”. Firmato: Nietzche.“No, è Nietzche che è morto”. Firmato: Dio

    Il mio Dio non è un castigatore, che vuole gente tor-mentata. Non è nemmeno uno schiavista, che la preten-de genuessa. Un dio arrogante, che lui è un dio e tu

    un lacchè. Semmai, è un Io smarrito, un Io da riconqui-stare. In questa chiave leggo la vita e le sue esperienze.Ma qui vedo gente carponi, che si batte il petto: fa tantescene e pantomime per imbrogliarsi da sola. Cerca unDio onnipresente in ogni posto dove Lui non c’è.

    Iddio per me invece è un pensiero alto, una speran-za. Un sorriso che si aaccia in me, quando una donnao un bambino mi sorridono. Un Dio che vivo ad ogni bell’incontro umano, quando mi viene il batticuore. Emi viene lo sconforto invece quando penso…

    Alla bottega del penitente

    …che l’uomo non ha saputo avvicinarsi al trascenden-

    te. In compenso, il trascendente si è molto avvicinatoall’uomo. Oggi la dieta di Santa Teresa di Lisieux, lungidal procurare apparizioni ascetiche, rende snella la vita(qui si intendono i anchi) alle virtuose praticanti. I semi-nari di meditazione sono apprezzati dalle multinazionaliper motivare i manager a fregare i concorrenti. Crociatemoderne. Nel supermarket del misticismo “New Age” citrovi tutto per il bricolage spirituale. Un Dio fai da te, unDio su misura. Senza contare i beneci salutistici.

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    Cercando Dio a modo mio

    Evviva i Santi! Se cerchiamo onestamente la via dello Spirito, e vogliamo

    provare a capirci qualcosa nel tto mistero che è la nostra

    vita, andiamo a scuola dai Santi, non dai chierici e dalleloro cerimonie. Chiediamo indicazioni per la Spiritualità achi l’ha raggiunta, mica a chi la predica in pantofole.

    Tutte le religioni divergono tra loro più nella forma chenella sostanza. Zeppe come sono di dogmi arcaici e assur-de liturgie accumulatesi nel tempo, con la pretesa di esseredepositarie di verità immutabili. Partono da una GrandeRivelazione, ma niscono per aggiungere tutto un arma-mentario di orpelli irragionevoli che le rendono indigeste.

    Le religioni sono nate da Santi, Profeti e Avatar, quindi laloro origine è degna di rispetto. È stato poi, nei secoli, chesi è compiuto il guasto: certe metafore sono state prese allalettera dagli uomini di chiesa, i quali le hanno fossilizzatein camicie di forza indiscutibili.

    Sappiamo come il passaparola stravolga ogni messaggio.

    Figuriamoci nei millenni e su materie così delicate, per

    Quello che un tempo era misticismo oggi è diventato beauty farm. Chi va a meditare in un convento perchéci tiene alla linea, chi pratica yoga per far sesso meglio.

    C’è chi dice preghiere per combattere lo stress, o fa pra-tiche Zen per eliminare le rughe. Gli uomini cambiano,ma Dio resta nell’uomo, solo che ha cambiato posto: dallacoscienza si è trasferito all’epidermide.

    Maria Goretti in versione 2000: quante donne che vor-rebbero nire sopra il calendario! Ma non come Sante oBeate: oggi sognano semplicemente di avere una foto

    sul calendario Pirelli.

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    non parlare della inattendibilità dei media a quei tempi!

    Quando mai Santi e Profeti hanno pensato di fondare

    religioni? Ci hanno pensato nei secoli i seguaci, i profes-sionisti del culto, gli auto-designati “custodi del Verbo au-torizzati”. Cosa è rimasto, inne, del messaggio originale,con tutte quelle erudite, bellicose distinzioni?

    Invece, mistici e santi di ogni fede concordano quasi sututto, salvo poche sfumature. E spesso sono in forte con-trasto coi sacerdoti patentati e soprattutto con le loro alte

    gerarchie.

    Santi rock star

    C’è chi ha come mito le rock star, chi i calciatori, chi i dividi Hollywood. Per me sono i Santi le vere star di questomondo. Congiunzione tra cielo e terra, punto d’incontro

    tra umano e divino. Purtroppo ce ne sono pochi. Però io,almeno tre, ne ho conosciuti.

    Padre Guglielmo di Faenza, che è morto quindici annifa. E ne riparleremo più avanti.

    Padre Anthony, un sacerdote indiano che ho incontrato aBombay. Purtroppo è mancato pure lui. È l’autore di libri

    aascinanti, guide illuminate alla fede.L’ultimo sant’uomo, Don Giovanni, l’ho conosciuto a Bo-logna ed è ancora a questo mondo, grazie a Dio.

    Don Giovanni

    Quand’ero assessore alla sicurezza del comune di Bologna, ven-

    ne nel mio ucio un prete a chiedermi di utilizzare un casolare

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    Cercando Dio a modo mio

    abbandonato di proprietà municipale, per farne un ricovero di gente di strada, costretta a dormire la notte al freddo, sotto i por-tici. Alzò lo sguardo e mi ssò dritto negli occhi…

    Non so cosa mi successe. Ero in preda a una commozione così forte che non riuscivo a controllare. Le lacrime mi sgorgavanodagli occhi. Cercavo di frenarle. Di dissimulare. Mi voltai versola nestra, mi sentivo imbarazzato, ma l’emozione era più fortedi me.

    Un assessore alla sicurezza che singhiozza di fronte a un pretesconosciuto non era previsto nell’ordinamento comunale.

     Non sapevo niente di lui, a quei tempi. Di un’intera vita disantità dedicata ai bisognosi. Delle tante sue opere. Quindi il pianto non aveva un motivo manifesto. Era come se percepissiin quel prete la forte spiritualità. Sì, oserei dirlo, sentivo in lui la presenza dell’Onnipotente!

     Padre Anthony

    A Bombay, in una stanzetta con una branda e una scrivania piena di scartoe, mi ricevette con disarmante semplicità que-sto grande uomo. Assieme al saio, era tutto quanto possedeva.Intorno a lui una scuola, una mensa, un rifugio per bambiniabbandonati, ragazzi di strada: la sua Opera, che parlava per lui.E nei suoi occhi una luce immensa, magica.

    Indiano di origine, quindi induista, aveva studiato dai Dome-nicani, poi si era trasferito in Italia e in Inghilterra. Con questasua formazione è stato un ponte tra due grandi religioni.

    Allievo di Gandhi, aveva riutato la mitra arcivescovile, oer-tagli da Papa Giovanni XXIII, per restare tra i più deboli fra ideboli.

    Bombay. Vent’anni fa! Eccolo lì, davanti a me, dimesso, conquella serenità celestiale. Era lo stesso uomo che teneva confe-renze in Europa, che aveva scritto grandi libri in italiano, in-

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     glese e indi, da prete eclettico quale era, aperto a tutte le culture.Che eetto fa trovarsi innanzi a un Santo? Sul momento av-

    verti semplicità, modestia, gentilezza. Poi ci ripensi e cominci a

    capire. La sua immagine cresce nel tempo, siamo lenti a decifrarele persone illuminate, perché si nascondono dietro un’incredibileumiltà.

    La lezione di Padre Anthony

    Era un prete che la pensava in modo indipendente. Ri-cordo un passaggio del suo libro La religione delle religioni ,in cui promulgava “una religione universale unita in Dio,per favorire l’unione del Divino nell’uomo, senza la loscamediazione di tutte le confessioni basate sull’obbedienzacieca alle scritture e alle profezie, come le propinano le or-ganizzazioni sacerdotali di qualsiasi tipo…”

    Insomma, sosteneva che dal bigottismo all’Illuminazio-

    ne interiore c’è una bella distanza! Anche la storia ce loinsegna: il dogma divide, mentre la pratica spirituale ciunisce.

    Padre Anthony apprezzava la scienza e non la giudicavain contrasto con la religione, ma metteva in evidenza chelo scienziato ha il limite di analizzare i fenomeni nel qua-dro delle categorie dello spazio e del tempo.

    Però era convinto che l’Illuminazione dovesse nasceredalla ragione, dall’intuizione, dalla verica scientica edalla conferma sperimentale. E invitava a fare ricorso allamente intuitiva, per evitare appunto i condizionamentidello spazio e del tempo.

    Ricordo le sue sagge, semplici parole: “La vita è pienadi distrazioni nella ricerca della Trascendenza. Per guada-gnarti la presenza di Dio sono utili le preghiere, la medi-tazione, le letture, la frequentazione di persone spirituali.”

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    Cercando Dio a modo mio

    Usare la mente oltre la mente?

    Quante volte ci sarà capitato di non capire un concetto,di restare ingarbugliati in un ragionamento. Poi, all’im-provviso... la luce! Tutto pare chiaro, in un istante! Eccola,una prima forma di Illuminazione.

    Oppure una mattina ti svegli con molte nuove idee intesta. Da dove vengono? Mah! Tu scrivi di getto, le parolesono un ume in piena. Una Rivelazione in scala ridotta?

    E certi nonsensi, certi paradossi. Sono una contraddi-zione in termini. Non sono logici, anzi, vanno contro ogni“razionalità”. Però lano, anzi, accendono la mente.

    La poesia, ad esempio. A prima vista sembrano parole inlibertà. Però ti nasce dentro un sentimento, un’emozioneforte, inspiegabile. Arte o magia?

    Sono molti gli esempi di attività mentali fuori dal con-sueto, pensieri che vanno oltre il ragionamento logico, fat-

    to di algoritmi. Non siamo mica computer, grazie a Dio.Accettiamo la nostra mente oltre la mente, non lasciamociingannare da un raziocinio pedante, terra a terra.

    L’Illuminazione, in fondo, è solo un passo in più.

    Siamo vivi per forza!

    Certo che siamo vivi. Non possiamo essere altrimenti!Non ho mai visto qualcuno che, chiamato all’appello, sialzasse in piedi a dire: no, io sono morto, io non esisto!La domanda semmai è: siamo vivi per una volta sola? Losiamo già stati? Lo saremo ancora?

    Andiamo dunque a scuola dalle grandi religioni. Le duelinee di fede più diuse, come ben sappiamo, hanno visio-ni divergenti. Il ceppo ebraico-cristiano-islamico prevede

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    una vita sola, in cui ci si gioca tutto. Un Giudizio Univer-sale Rischiatutto: Paradiso, Purgatorio o Inferno per l’eter-nità giocati al tavolo verde del peccato, in questo battito di

    ciglia che è la nostra vita.Chi si è reso colpevole di gravi colpe, in quest’unica pro-

    va, si dannerebbe in eterno? Ma l’eternità è un po’ lunghi-na, no? Una bella sproporzione tra delitto e castigo, non tipare?

    E rieccoci alla reincarnazione…

    Il ceppo religioso orientale, saggiamente, prevede lareincarnazione. Altroché! Ne immagina moltissime. One-stamente mi pare un criterio più sensato. Il percorso spiri-tuale dev’essere lungo, per forza: lo vediamo in noi uomi-ni, così diversi idealmente l’uno dall’altro. Non sarà forseperché abbiamo raggiunto stadi diversi di puricazione?

    Che la vita sia teatro di redenzione, alias Purgatorio (nel-la visione cristiana), mi pare lo si possa aermare senzaesitazione. Come lo deniresti un gioco in cui ci vuole unattimo a rovinare tutto, mentre la ricostruzione è lenta efaticosa? Caso mai c’è da chiedersi se, per qualche disgra-ziato, questa vita non sia addirittura un Inferno (salvo che

    per la durata).

    Il concetto che vivere sia un percorso in salita mi pareevidente. Anche l’idea della trasmigrazione delle animesuona abbastanza ragionevole. Forse persino “troppo ra-gionevole”… è lecito il sospetto che sia tutta una nostracostruzione logica, insomma, nient’altro che un miraggio!

    Eccola di nuovo la vocina dissonante…

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    Cercando Dio a modo mio

    Testimonianze di vite passate

    Alan Moody. Questo ricercatore, psichiatra e parapsico-logo, tuttora vivente, ha scritto vari libri in tema di rein-carnazione, partendo da moltissime interviste fatte a bam- bini piccoli.

    Molti di loro porterebbero memoria di vite precedenti.Alcuni avrebbero addirittura riconosciuto il quartiere, laloro vecchia casa, descrivendone l’interno senza essercientrati, se non nella supposta vita precedente.

    Gli aneddoti sono molteplici e, di libri, Moody ne hascritti parecchi… ma si sa, sono pochi gli autori di succes-so che resistono alla tentazione di scrivere lo stesso libropiù volte…

    Moody ha studiato anche le esperienze di persone appa-rentemente morte, uscite redivive dalla sala di rianimazio-

    ne. Raccontano tutti storie analoghe: un’innità serenità,poi un tunnel di luce per tornare indietro, e un sentimentomesto di “ritrovarsi nuovamente al mondo”!

    Dunque, la teoria della reincarnazione e della vita ter-rena come esperienza di puricazione troverebbero unanuova conferma.

    Anche con la regressione ipnotica, altri ricercatori (IanStevenson, Brian Weiss) hanno ottenuto risultati simili. Ègiusto dire due parole, a questo punto, sull’ipnosi: unostato intermedio tra il sonno e la veglia, indotto con tecni-che particolari.

    Questo per ricordare quanti siano in realtà gli stati dicoscienza possibili. E forse non li conosciamo nemmenoproprio tutti…

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    Ipnosi

    L’ipnosi è una branca “borderline” della medicina, che sipresta però a un uso disinvolto da parte di ciarlatani e illu-sionisti. Una scienza dunque che va presa con le molle…

    Non è dicile indurre l’ipnosi, da parte di un esperto.Lo si fa con una serie monotona di gesti e di frasi ripetu-te. Chi è indotto in stato ipnotico può parlare, muoversi econserva una certo grado di lucidità, ma una volta risve-gliato non ricorda nulla di quanto accaduto.

    Tra gli psichiatri che praticano l’ipnosi c’è chi sostiene sipossa arrivare a una sorta di regressione, in cui il pazienteriesce a ricordare addirittura episodi… di vite precedenti!Ma non tutti accettano questo punto controverso. La cosafunzionerebbe soprattutto coi bambini e, se veritiera, con-fermerebbe in modo decisivo la teoria della reincarnazione.

    Lorenzo e la nuvola Mio glio Lorenzo ora ha tredici anni, ma ne aveva solo sei,

    quando mi raccontò una strana storia.Aermava che, prima di nascere, si era trovato su una specie di

     piattaforma sospesa nel cielo, assieme a tanti altri, che non eranoesattamente persone, ma entità coscienti, proprio come lui.

    C’era una umana di gente che andava giù sulla terra e un’al-tra che tornava indietro.

    Una voce gli disse che lo si aspettava quaggiù: in questo nostromondo ci sarebbe stato davvero bisogno di lui. Ma poteva decide-re se scendere o no.

    Lui decise di scendere.. e gliene sono innitamente grato!

    Indizi metasici 

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    RELIGIONI A CONFRONTO

    Non sono così esperto di religioni da permettermi di di-spensare una prolusione dotta. Però sono dell’avviso chetroppa erudizione sia dannosa a una sintesi, che a un certopunto diventa indispensabile, nel mare magnum delle in-nite congetture dettate dalle varie confessioni.

    Le religioni non sono nulla di più che itinerari per av-vicinarsi al Trascendente. Vanno quindi interpretate comemetodi diversi per raggiungere lo stesso obiettivo. Certo,un po’ di tifo per la propria fede non guasta, basta fermar-si in tempo, prima di avviarsi alle Crociate!

    Ne passo qui in rassegna alcune, quelle che conosco me-glio, ma non è certo una trattazione esauriente. In temadi religione si sono scritti più libri che su qualunque altro

    argomento. Di confessioni ne esistono migliaia, tra misti-cismi originari, scismi, sette, eresie… spesso in conitto traloro. Ce ne sono talmente tante che a mio avviso l’eruditorischia di allontanarsi dalla spiritualità vissuta, forse an-che più dell’ignorante.

    Una loro sintesi è dicile: viene chiamata Sincretismo ,spesso in tono spregiativo, come per dire che, furbesca-

    mente, si cerca di evitare l’adesione ad alcuna parte, inquesta faziosa guerra di idee.Cercare di capirci qualcosa, senza bere tutto quel che dicono

    le autorità religiose della propria cultura, la si chiama Gnostica ,anche qui con una punta di disapprovazione, perché il fatto dinon sottomettersi ai dogmi e provare a ragionare con la pro-pria testa è già considerata un’eresia! Questo libro si ripromet-

    te di compiere entrambi i peccati. Se sei bigotto e vuoi restarenel tuo dolce letargo, sei ancora in tempo per scappare via…

    Religioni a confronto

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    Cercando Dio a modo mio

    IL CEPPO EBRAICO - CRISTIANO - ISLAMICO

    È la religione che ci hanno insegnato da piccoli. Moltidi noi ci si sono aezionati. È la nostra squadra del cuore,che diamine! Anche se qualche rospo da mandare giù c’è,eccome… Per fortuna mi pare che negli ultimi anni le im-postazioni generali siano divenute più essibili.

    Non credo sia il caso di dilungarci sui principi della no-stra religione. Ce li hanno esposti a scuola, in chiesa, inmodo anche pedante. In certi casi sono una rinuncia totaleall’intelletto.

    Che la fede sia oltre la ragione, d’accordo, ma perchédev’essere contro la ragione?

    Dogmi assurdi

    Presa alla lettera, la cosmogenesi del Vecchio Testamentoè roba da far rizzare i capelli non solo a uno scienziato, maa chiunque sia dotato di senso comune: il mondo creato insei giorni, quando i giorni ancora non c’erano; la terra chegira intorno al sole, per disdetta di Galileo Galilei; l’evo-luzione ridotta a un soo divino su un pugno di sabbia;la donna creata da una costola dell’uomo… c’è di che farrabbrividire le moderne femministe!

    Per non parlare di donne ottuagenarie in stato interes-sante, arzilli ultracentenari, diluvi universali, e chi più neha più ne metta…

    Il mio catechismo

    Ai miei occhi di adolescente ribelle, tutta la storia della Chiesaera vista come una sistematica presa per i fondelli della gente

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    semplice, nonché una cinica strumentalizzazione del nome diDio. Insomma, ero già partito male.

     Ma fu il catechismo ad allontanarmi denitivamente dalla fede. Come si può pretendere di raccontare certe assurdità a unragazzino sveglio, spacciandoli per principi inconfutabili? Ècome mandarlo a scuola di sica da pastori analfabeti, vissuti più di duemila anni fa, in un confuso delirio di megalomania.

    Io mi ribellai, senza riserve. Una religione che partiva da pre-

    messe assurde, non poteva che essere fasulla in toto - elucubravoallora - e perdetti la fede prima ancora di trovarla… fu un vero peccato!

    Ora sto riesaminando tutto con occhi diversi e m’accorgo diquanto fosse sbrigativo il mio giudizio d’allora.

    Altre “pecche”Anche omettendo le assurdità della Genesi, nel Cristia-

    nesimo restano alcuni punti discutibili nell’impianto ge-nerale. Ogni Rivelazione infatti è a tinte nette, senza sfu-mature.

    - Il Giudizio Universale, che capita una tantum. Un’i-stante per decidere l’eternità! Un risico totale!- Inferno, Purgatorio, Paradiso. Che bisogno c’era di pen-

    sare a un altro posto? Non ti pare che qui, sulla terra, sianogià ben rappresentati?

    - E i Santi che, dalla condizione che tutti ci accomuna allanascita, il cosiddetto “Peccato Originale”, riescono, in unasola vita, a raggiungere la Santità! Un bel salto a piedi pari,davvero!

    Religioni a confronto

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    Cercando Dio a modo mio

    La croce

    Il Figlio di Dio messo a morire sulla croce?! E, fatto in-spiegabile, questo martirio per salvare l’umanità! Si faticaa vederne il nesso, a meno che non si rispolverino i sacri-ci umani degli Aztechi!

    E poi, tutti quei Santi torturati! Il martirio? Si può lascia-re che venga trattata così della brava gente? Ma che ma-gnanima giustizia divina sarebbe?

    Dunque, la mente si ribella e nasce il sospetto di una re-ligione masochista… il cilicio e la penitenza ne sarebberoappendici coerenti!

    Che merito c’è nella soerenza? Non è una perversione?Come se dovessi andartela a cercare! Ci pensa già n trop-po lei a venire da te!

    Non basterebbe aermare che i piaceri sono come ane-stetici, che ci distolgono dalla ricerca della Verità? Certo, è

    necessaria una discreta dose di inquietudine interiore perfar nascere in noi il bisogno di esaminarci dentro, questoci è ben chiaro!

    Ed eccomi di nuovo in odore di anatema! Ma le perples-sità non niscono qui…

    BestemmieSono una specie di preghiera all’incontrario. Non credo of-

    fendano l’Altissimo. Salvo che nella fantasia delle beghine. Chevuoi che importi a Dio di una bestemmia? E a te che disturba,mica a Lui! T’allontana dallo stato d’animo giusto per elevartispiritualmente. Ti fa camminare contromano, ti distanzia dallameta, scioccamente. Un passo indietro, nulla più.

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    Peccati

    Ci risiamo! Se ti allontani dalla virtù stai facendo dannoa te stesso, mica oendi Dio. E confessare i peccati – a unprete, poi! – che beneci può orire? Forse, nei secoli bui,sarà servito ai chierici per sapere i fatti altrui e tenere inpugno il popolino…

    I peccati… ma non sarebbe meglio denirli “comporta-menti scorretti”, e considerarli solo scostamenti dalla giu-sta via, uno smarrimento del percorso che porta all’Illumi-

    nazione?

    Dunque, una religione “fai da te”?

    Farlo apertamente la chiamano eresia. Roba da scomu-nica, o peggio, da rogo, in tempi non lontani, tanto perchiarire come gli Alti Organi Sacerdotali fossero inclinialla dialettica!

    Però ciascuno di noi ci ha sempre ragionato su, anchese un po’ clandestinamente. Abbiamo fatto una tara alletroppe incongruenze, costruendoci una religione su mi-sura. Salvo poi restare sostanzialmente lontani dalla fedevera, vissuta, quella dei mistici e dei Santi.

    Quindi spiritualmente siamo al punto di partenza, con

    un po’ di confusione in più.

    LE RELIGIONI D’ORIENTE

    Ci sono religioni molto più antiche, e oserei dire rana-te, che ci sono state presentate dalla nostra Santa Romana

    Chiesa come religioni per il terzo mondo, confessioni dovei fedeli muoiono di fame per non uccidere le vacche! Di-

    Religioni a confronto

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    Santi già Illuminati sin dalla nascita. Uomini angelici, Pro-feti… tra cui… lo stesso Cristo!

    Alcuni punti sulle religioni orientali

    L’Induismo

    Il mondo, così come noi lo percepiamo, non è altroche un’illusione dei sensi.

    Tutto quanto ci circonda è la manifestazione dellastessa realtà ultima: Dio.

    La realtà individuale umana, e questa realtà ultima,sono una cosa sola.

    Comprendere questo concetto, anzi, sentirlo sino infondo, è la cosiddetta Illuminazione.

    La si raggiunge con un lungo ciclo di reincarnazioni

    in cui l’anima si purica e prende progressiva coscien-za di sé.Per ottenere questo è necessario un comportamento

    retto, la preghiera, la meditazione.Un aiuto ci viene dagli Avatar, uno dei tanti aspetti di

    Dio che si incarna per aiutarci nel processo di purica-zione. Si tratta di Spiriti Elevati che prendono un corpo

    umano per guidarci verso la puricazione.Non ci sarebbero solo Avatar spirituali, ma anche altri“specialisti” nel campo dell’arte e della scienza… que-sto spiegherebbe lo spuntare improvviso, e in modoanacronistico, di certe genialità “sovrumane”, del tipodi Fidia, Pitagora, Leonardo da Vinci e Albert Einstein!

    Quando l’anima è arrivata a un determinato gradodi puricazione cessa il ciclo delle reincarnazioni e siarriva al Nirvana, il “nostro” cristiano Paradiso.

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    Cercando Dio a modo mio

    Il Buddismo

    Così come il Cristianesimo nasce dalla religioneebraica attraverso la gura miracolosa del Cristo cosìil Buddhismo nasce dall’Induismo attraverso la guracarismatica del Budda.

    Il canone buddista si basa sulle quattro nobili verità:

    1) La principale caratteristica della condizione umana

    è il dolore e la frustrazione, in quanto tutte le cose in-torno a noi sono precarie e transitorie, tutte nascono emuoiono. Anche l’idea che abbiamo di noi stessi, comedi un se stessi separato dal tutto, è un’illusione.

    2) Causa di tutte le soerenze è il futile attaccamentoalla vita, fatta di cose transitorie e mutevoli, che noi vi-viamo come sse e persistenti, in un circolo vizioso nel

    quale ogni azione genera altre azioni e ogni rispostagenera nuove domande.3) È possibile liberarsi da questo circolo vizioso, rag-

    giungendo uno stato di totale liberazione: il Nirvana. Èil cosiddetto “risveglio”, ossia la condizione stessa delBudda.

    4) Per ottenere questo risveglio è necessario un per-

    corso di perfezionamento, che consiste in un retto ve-dere, retto conoscere, retto agire, oltre a esercizi di con-sapevolezza e meditazione.

    La coscienza religiosa dei buddisti comporta fede,amore e compassione. Colui che segue la strada delBudda non cerca l’Illuminazione solo per se stesso, maper aiutare tutti gli altri a raggiungere lo stesso stato diconsapevolezza.

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    Il Taoismo

    Anche il Taoismo rappresenta una via di liberazioneda questo mondo terreno. È la via cinese alla saggezza.Un popolo pragmatico, meno portato al misticismo in-diano.

    I Taoisti sono ancora più estremi nell’aermazionedell’illusorietà di questa vita: essi considerano anche ilragionamento logico come parte del mondo articiale

    dell’uomo.

    Il Taoismo valorizza l’intuizione, quello che Edwardde Bono chiama il “pensiero laterale”.

    Il Tao è la realtà ultima e indenibile, in un mondocaratterizzato dal continuo mutamento.

    Si tratta di un usso continuo, un moto ciclico tra dueprincipi opposti: lo Yin e lo Yang.

    Tutta la nostra realtà non è altro che una continua in-terazione tra questi due opposti: positivo e negativo,luce e buio, buono e cattivo. È attraverso la concezionedegli opposti che prendiamo conoscenza di tutto quan-to ci circonda.

    Il continuo usso di questi opposti è il Tao.

    Il Taoismo non si discosta molto dal pensiero indù e buddista: è un percorso di liberazione da questo mon-do, che si raggiunge superando la barriera del ragiona-

    mento logico, con l’utilizzo dell’intelligenza intuitiva.

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    Cercando Dio a modo mio

    Lo Zen

    Il Buddismo arriva in Giappone, arricchito dal prag-matismo cinese: un Buddismo rivisitato in versioneestremo-orientale.

    Suo obiettivo è, ancora una volta, la ricerca dell’Illu-minazione: il Satori , che però non è un ritiro dal mon-do, al contrario, consiste in una partecipazione vivacealle attività quotidiane.

    Lo Zen rappresenta dunque una guida alla vita pra-

    tica, in cui il risveglio deve avvenire nell’operosità ditutti i giorni, vissuti con l’intensità del misticismo.

    Lo Zen si conferma quindi una religione profonda-mente mistica, nonostante sottolinei gli aspetti praticidell’esistenza.

    La vita viene vissuta come una continua preghiera,con un atteggiamen