Gianluca Ponzio, intervista - Italia oggi
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II Lunedì 10 Ottobre 2011 S T U D I & C A R R I E R E
Pagine a cura DI DUILIO LUI
Prima il referendum sui servizi idrici che han-no posto un vincolo al processo di liberalizza-
zione, quindi le manovre econo-miche che hanno tagliato i fondi agli enti locali e stabilito nuove regole per gli affi damenti.
Il settore delle utility è al cen-tro di profonde trasformazioni, che inevitabilmente incidono sui consulenti legali, con le grandi opera-zioni di natu-ra societaria ch e s p e s s o lasciano il po-sto all’analisi delle nuove normative e al contenzioso. Questo nuo-vo scenario deve poi fare i conti con la debolezza del contesto eco-nomico, che penalizza gli investimenti delle aziende del settore e, a cascata, incide sulle entrate degli studi.
Le diffi coltà del mercato
L’ultimo rapporto sulle uti-lity, redatto da Agici e Accen-ture, disegna uno scenario difficile per il settore, pur con delle differenze: in Italia sono le multiutility a far registrare i risultati migliori sul fronte dei bilanci, mentre in Europa i problemi riguardano in egual modo aziende specializzate in un solo segmento di pubblica utilità e in più settori.
Le utility della Penisola sono accomunate da «un’ele-vata posizione debitoria che, unita al difficile contesto di riferimento, ha portato ad un riorientamento nelle strategie di crescita, specialmente nei settori energetici», spiegano gli autori della ricerca. «Non potendo più ricorrere agevol-mente al debito, hanno avvia-to una serie di disinvestimen-ti anche per reperire risorse finanziare per la crescita».
Le peculiarità della clientela
Quando si parla di utility, escludendo le poche realtà dav-vero privatizzate, la contropar-te è costituita dalla Pubblica amministrazione, che già di per sé è un cliente con diverse pe-culiarità rispetto alle aziende,
dalla burocrazia alle lungaggini di varia natura; per di più ora deve fare i conti con le novità normative che interessano il settore.
Damiano Lipani, name partner dello studio Lipani & partners, spiega: «Nei rap-porti con la Pa entrano in gioco non solo ragioni di business, ma soprattutto la necessità di salvaguardare interessi gene-rali, nell’ambito dei quali si deve tener conto di numerosi
fattori, spesso confrontando-si con più con-troparti».
Il referen-dum ha mutato lo scenario per molti comuni, come quello di Roma, che sta-vano attuando il piano di ra-zionalizzazio-ne e il posizio-namento sul mercato delle p a r t e c i p a -te. «Tuttavia dopo la ma-novra estiva»,
aggiunge Lipani, «il tema della liberalizzazione dei servizi pub-blici locali è tornato di attualità, per cui si deve tornare a ipotiz-zare la cessione delle partecipa-zioni degli enti locali nelle utili-ty, nuove partnership nel settore e, in ogni caso, l’affi damento dei servizi al mercato».
N u o v i m a n d a t i , dunque, per g l i s t u d i legali, chia-mat i non solo a stu-diare conti e struttura societaria, ma spesso anche a fare un pr imo s c r e e n i n g dei possibili partner di mercato.
L’organizzazione degli studi
Che il tema sia particolar-mente sentito lo dimostra an-che la presenza di team ad hoc negli studi legali. Come nel caso di Jones Day, che ha in Bruno Castellini l’avvocato di riferi-mento per il settore: «Disponia-mo di un team interdisciplinare specialistico, i cui professionisti sono integrati nell’energy prac-tice internazionale dello studio», spiega. «A livello di tendenze del
mercato, la crisi e la conseguente contrazione della domanda ener-getica industriale hanno impat-tato negativamente sia a livello di approvvigionamento, che di
produzione. L’impatto è stato notevole sul prezzo delle energie tradizionali. Prezzi e forniture di petrolio e gas continuano a esse-re colpiti da eventi non program-mabili di natura geo-politica che mantengono un clima di elevata instabilità nel settore».
Nel caso di Freshfi elds esiste dal 2000 un dipartimento italia-no di energy, legato al network internazionale che è addirittura diviso in sub dipartimenti come oil and gas, power and Energy, nuclear power e new technolo-gies and infrastructures. Scel-
ta diversa per Simmons & Simmons, che ha un gruppo energy and in-frastructures (che include anche le utility) comprendente professionisti dei vari dipar-t iment i che seguono que-sto settore. «Si tratta di un comparto di grande interes-se», spiega il partner Energy Daniela Sa-
belli, «soggetto a frequenti in-terventi normativi». Da ultimo l’introduzione di una addiziona-le Ires del 4% per tre anni sulle società che operano nella fi liera dei settori dell’energia. Oltre che l’introduzione per le public utility dell’obbligo di bandire gare pubbliche per l’acquisto di beni o servizi e, comunque, di applicare per intero il codice dei contratti pubblici. «L’addiziona-le Ires per il settore energetico introduce un ulteriore ostacolo per gli operatori del settore», annota Monica Colombera, partner di Legance. «Si pensi alle rinnovabili, che hanno già dovuto fare i conti con conti-nue modifiche legislative che
rendono molto incerto il futuro del settore e particolarmente diffi cile la programmazione e defi nizione dei business plan». In questi casi è l’incertezza il
vero nemico del business. «Non mi aspetto che questo provvedi-mento sia dirimente sulle scelte di investimento degli operato-ri», aggiunge Sabelli. «Tuttavia bisogna ricordare che siamo ancora in attesa del decreto attuativo previsto dal Decreto Romani che defi nirà il regime degli incentivi che entrerà in vigore a partire dal 1° gennaio
2015. Solo a quel punto si potrà fare un quadro completo della convenienza complessiva degli investimenti nel settore».
Nuova stagione per le ex municipalizzate
Carnelutti è uno dei nomi più in voga sul fronte delle utility, avendo seguito gran-di aziende del settore come AceaElectrabel e realtà lo-cali come Anm. «L’abolizione dell’articolo 23bis del decreto Ronchi relativo ai servizi idrici e igienici impone una serie di valutazioni alle aziende con-trollate da enti pubblici che dovranno rispettare il tetto del 40% della spesa corrente imposta dal patto di stabilità per gli enti locali», rifl ette Sa-verio Uva, responsabile del dipartimento Labour di Car-nelutti Roma. «Questo, ine-
vitabilmente, ha generato una serie di problemi di diritto del lavoro». In termini sostanziali, i sostenitori del 23 bis contestano che in molti Comuni le gestioni in-house verrebbero mantenu-te, anche se ineffi cienti, sempli-cemente come strumenti di po-tere amministrativo. In merito allo stesso articolo, il partner di Freshfi elds Tommaso Salo-
La liberalizzazione dei servizi pubblici locali spinge a rivolgersi agli esperti delle law fi rm
Così il referendum e le manovre rivoluzionano il settore delle utility
Un’altra novità la segnala Maurizio D’Albora di Carne-lutti: «L’articolo 5 della manovra di ferragosto», spie-
ga, «introduce la destinazione di una quota del fondo
infrastrutture, pari a 250 milioni di euro nel 2013 e
altrettanti nel 2014, a investimenti infrastrutturali de-
gli enti che procedono, entro il 31 dicembre dell’anno
precedente, alla dismissione di partecipazioni azionare
in società esercenti servizi pubblici locali di rilevanza
economica (escluso il servizio idrico); tali fondi sono
intesi ad accelerare
il processo di pri-
vatizzazione di as-
set che potrebbero
consentire impor-
tanti introiti».
I mutamenti nor-
mativi nazionali si
trovano, inoltre,
a fare i conti con
un quadro che sta
cambiando anche
a livello europeo:
«Il recente dibat-
tito sul composito
mercato delle uti-
lity verte princi-
palmente sull’at-
tuazione in Italia
del cosiddetto Ter-
zo Pacchetto di misure europee sulle reti di energia e
gas, che coinvolge la maggior parte degli operatori del
settore», annota Eugenio Tranchino di Watson, Farley & Williams.
«Un provvedimento che, così come il decreto Ronchi sui
servizi pubblici locali, pone questioni di regolazione del
governo societario, degli assetti proprietari e della de-
stinazione degli investimenti degli operatori della rete,
generalmente rappresentati da società a partecipazione
pubblica. Per quanto concerne i servizi idrici, invece,
Le novità del fondo
Supplemento a cura di ROBERTO MILIACCA
Damiano Lipani
Daniela Sabelli Monica Colombera
Eugenio Tranchino
Bruno Castellini
IIILunedì 10 Ottobre 2011LuneS T U D I & C A R R I E R E
nico sottolinea che «i profi li più delicati dell’abrogazione riguar-dano l’esistenza degli stringenti requisiti dell’in house providing alla data dell’affi damento, alle modalità seguite per la suc-cessiva apertura ai privati del capitale dei gestori, alla durata degli stessi affi damenti ove non proporzionata agli investimenti programmati».
Con il decreto legge di ago-sto è stato poi reintrodotto un periodo transitorio che fi ssa i tempi di tolleranza degli affi da-menti non conformi ai principi di affidamento stabiliti dallo stesso decreto. «Occorre verifi -care da parte dei gestori la sorte degli affi damenti esistenti, dei possibili rischi di procedure co-munitarie di infrazione e delle
azioni da intraprendere a tutela degli affi damenti stessi, come ad esempio riduzione della par-tecipazione pubblica», aggiunge Salonico.
Le conseguenze sui mandati
Come impatterà sul lavoro dei legali questo combinato disposto tra nuove norme e
incertezza applicativa è anco-ra presto per dirlo, anche se il timore è che tanta confusione possa frenare ulteriormente il mercato. «Al di là del referen-dum, il quadro normativo è in evoluzione secondo una precisa linea di tendenza: un miglior coordinamento della gestione tra pubblico e privato», rifl ette Filippo Satta, name partner di
Satta & Associati. «Questo ve-rosimilmente determinerà una richiesta di consulenza orienta-ta non tanto alla mera interpre-tazione di norme, quanto alla ricerca di assetti giuridico-eco-nomici, coerenti da un lato con il referendum, dall’altro con il necessario permanere di fortis-simi interessi privati».
© Riproduzione riservata
sarà interessante verificare l’esito del referendum di
giugno, che interviene sulla vexata quaestio della scel-
ta del socio privato nelle public utility company».
Le implicazioni antitrust
«I servizi di pub-
blica utilità sono
stati caratterizza-
ti negli ultimi anni
da intensi processi
di liberalizzazione,
riforma della rego-
lamentazione e pro-
mozione della con-
correnza», riflette
Silvia D’Alberti ,
partner antitrust
dello studio Allen & Overy.
«Questo ha com-
portato molteplici
interventi dell’Au-
torità garante del-
la concorrenza e
del mercato e delle
autorità di rego-
lazione di settore,
che hanno fra loro
interagito pur nei diversi ruoli rispettivamente rico-
perti».
Inoltre, la liberalizzazione dei servizi di luce e gas ha
favorito un forte incremento della comunicazione pub-
blicitaria, «cosa che da un lato ha contribuito a colmare
la notevole asimmetria informativa dei consumatori
rispetto agli operatori di settore, dall’altro ha dato vita
a una notevole quantità di interventi dell’Agcm nell’am-
bito della sua attività a tutela del consumatore».
© Riproduzione riservata
infrastrutture e le politiche Ue
Con il decreto legge di ago a ioni da intraprendere a t tela incerte a applicati a è anco Satta & Associati Q esto e
CLIENTE E ATTIVITÀ STUDIO LEGALI COINVOLTIElaborazione del modello 231 per AceaElectrabel Carnelutti Guido Molinari
Fondo F2i e AXA Private Equity, nella strutturazione del fi nanziamento da 2,2 miliardi di euro fi nalizzato all’acquisizione delle rete di distribuzione gas di Gaz de France in Italia
Ashurst Franco Vigliano
Assistenza ad Ama, controllata dal comune di Roma Lipani Damiano LipaniCostituzione Hera Ambiente Ls LexJus Sinacta Gianluigi Serafi niAssisistenza ad Aeroporti di Roma nell’istruttoria antitrust e successivo contenzioso amministrativo per abuso di posizione dominante nelle tariffe groundhandling dell’aeroporto di Fiumicino
Allen&Overy Silvia D’Alberti
Difensore di varie società del gruppo Acea in giudizi promossi dinanzi a vari tribunali italiani Cleary Gottlieb Ferdinando Emanuele
Assistenza a SunPower nella stipula di un contratto di fornitura e ap-palto chiavi in mano con una Spv controllata dal gruppo Sunray per la costruzione di un parco solare da 24MW situato nel Lazio
Jones Day
Giovanni Marini, Afra Mantoni, Francesco Squerzoni e Gabriele
FaldaAffi ancamento a Sogin in relazione allo smantellamento di tutti gli impianti nucleari localizzati in Italia e allo smaltimento di rifi uti radioattivi
Watson, Farley & Williams Eugenio Tranchino
Consulenza ad Agc Class Europe in relazione ad alcuni profi li antitrust, regolamentari e contrattuali Freshfi elds Tommaso Salonico
Assistenza a Enel nei procedimenti di evidenza pubblica volti all’acquisto di partecipazioni in società di distribuzione di gas Simmons&Simmons Daniela Sabelli
Assistenza alle banche fi nanziatrici, a Bei e Sace per il fi nanziamento del termovalorizzazione di Firenze Legance
Monica Colombera, Filippo Pacciani, Anto-nio Palazzolo e Ivano
SaltarelliAssistenza in giudizio per l’impugnazione del provvedimento con cui Agcm aveva sanzionato Acea per un’intesa restrittiva della concorrenza Satta & Associati Filippo Satta
CLIENTE E ATTIVITÀÀÀ STUDIO LEGALI COINVOLTILE PRINCIPALI OPERAZIONI DEL 2011 NEL SETTORE UTILITY
Silvia D’Alberti
Tommaso Salonico
Filippo Satta
Da tempo il dibattito sulle liberalizza-zioni coinvolge i servizi pubblici locali e negli ultimi mesi il tema è diventato di stretta attualità alla luce dei tagli ai
trasferimenti verso gli enti locali, che impongono la ricerca di partner privati per effettuare gli in-vestimenti necessari. Del tema abbiamo discusso con Gianluca Ponzio, esperto di trasporti, pri-ma in Alitalia, quindi in Atac, azienda di tra-sporto pubblico della capitale, dove è stato direttore personale or-ganizzazione e ora cura il riordino del settore grandi manutenzioni.Domanda. Quali sono le maggiori criticità che la nor-mativa pone allo svi-luppo delle aziende municipalizzate?Risposta. Per il trasporto pubblico locale il proble-ma in realtà non è normativo. Già dal 1997 il dlgs 422 (cd Burlando) aveva già detto praticamente tutto in merito alla liberalizzazione del settore, fissando addirittura al 2003 la data ultima per la messa a gara dei servizi sussidiati. Il decreto Bur-lando è stato ampiamente disapplicato, ma il tema resta: l’attuale crisi generale della finanza pubbli-ca potrebbe essere un’opportunità per effettuare quelle operazioni straordinarie di concentrazio-ne e dismissione necessarie a rendere il settore
competitivo. La situazione del trasporto pubblico locale in Italia non è comparabile con alcuna si-tuazione Europea: il nostro è in primo luogo un problema industriale, di radicale revisione del “business model” e della catena del valore. Si per-severa esclusivamente nella ricerca di economie di costi senza affrontare i nodi fondamentali che
sono da un lato quote di mercato, incremento passeggeri trasportati, ricavi e dall’altro dimen-sioni e perimetri delle imprese, focalizzazione sul core business versus ricerca di partnership e alleanze anche attra-verso la creazione di aziende che insistano su mercati più ampi.D. La manovra di Fer-ragosto apre nuovi scenari per il settore: come li giudica?
R. La principale novità riguarda la data di marzo 2012 come termine ultimo per la modalità dell’in house providing, in caso contrario le Aziende ri-schieranno il Commissariamento.D. Come potrà cambiare il rapporto tra ope-ratori del settore e studi legali?R. Si aprono spazi di collaborazione con i consu-lenti legali soprattutto sul versante amministrati-vo e societario per analizzare i temi delle liberaliz-zazioni delle acquisizioni di partecipazioni.
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GIANLUCA PONZIO, ATAC
Il trasporto pubblico localealla prova del mercato