Giancarlo Monina - Franco Motta Sabina Pavone - Ermanno … · 2017. 1. 20. · il ghetto di...
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Per le adozioniNELL'ELENCO DEI LIBRI DI TESTO INDICARE L'INTERO CODICE ISBN
978-88-201-0141-1
€ 29,90VALIDO PER IL 2017
In copertina: Lorenzo Lotto, Ritratto di giovane, 1508. Olio su tavola. Particolare. Vienna, Kunsthistorisches M
useum. ©
Lessingimages.com
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otta Pavon
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Giancarlo Monina - Franco Motta Sabina Pavone - Ermanno Taviani
processo storicoDall’anno Mille al Seicento
1
storia
Questo volume non è cedibile separatamente dagli altri componenti della confezione
Processo storico
configurazione di vendita
il corso CARTA+DIGITALE DIGITALE
1. Dall’Anno Mille al Seicento + Dizionario storico + Dvd Rom
9788820101411 9788857703411
2. Dalla fine del Seicento alla fine dell’Ottocento 9788820102098 9788857703626
3. Dal Novecento a oggi + La maturità in 50 domande 9788820101626 9788857703428
opzionali
Moving forwards. Percorsi CLIL di storia 9788858321744 9788857720012
Dall’Anno Mille a oggi. L’essenziale (BES e DSA) 9788820137830 9788857721873
Materiali per il docente
Risorse per l’insegnante + Cd Rom 9788820102081 9788857703435
Moving forwards. Storia: guida al CLIL + Cd Rom 9788858321751 9788857720036
quESTA PuBBLICAzIONE è DISTRIBuITA GRATuITAMENTE A CORREDO DELL’OPERA, PERTANTO è A TuTTI GLI EffETTI fuORI COMMERCIO
DVDrom
IL corso
La storia non è una semplice successione di eventi, ma il filo che li collega. Cogliere e comprendere quel nesso rende perennemente attuale lo studio del passato per l’edificazione del futuro. Questo manuale indaga e mette in luce i processi di lungo corso che si nascondono dietro fatti, situazioni, personaggi.
Iconografia Infografiche, linee del tempo e carte commentate
Compiti di realtà Nei laboratori di fine unità, proposte per agganciare lo studio della storia al mondo delle professioni
Alternanza scuola/lavoro A partire dal compito di realtà, suggerimenti per incursioni nel mondo del lavoro attraverso interviste e tirocini formativi
Preparazione all’Esame di Stato Sin dal primo volume, simulazioni delle prove di Maturità corredate di una scaletta per allenare il metodo di studio
Interdisciplinarità Nel profilo, approfondimenti di lessico, economia, società, cultura, paesaggio, beni culturali ecc.
Fonti e storiografia Capitolo per capitolo, documenti contestualizzati, commentati, annotati e forniti di esercizi
Cittadinanza Schede di cittadinanza con antologia di documenti costituzionali guidati e commentati
InclusivitàA fine capitolo, sintesi visuali con font Biancoenero®; in più il volume Dall’Anno Mille a oggi. L’essenziale
Classe capovolta A fine unità, proposte di lavoro per la flipped classroom
I coNTENUTI MULTIMEDIALI
online (www.imparosulweb.eu) e offline (su dVd)
Libro in digitale (miaLIM)
Videolezioni 15 videolezioni su argomenti di “storia materiale”: usi, costumi, società, cultura
Approfondimenti Il libro prosegue in digitale: biografie, schede interdisciplinari e letture in pdf
Atlante storico elettronico Un atlante interattivo che consente di visualizzare la storia nelle sue coordinate geografiche
solo online (www.imparosulweb.eu)
Tutor Cristoforo Percorsi di lettura dei documenti con aiuti in caso di risposta sbagliata
Palestre di Cloudschooling Esercizi per l’auto-preparazione o la verifica
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ento i Processi della
storia nel lorocontesto globale
infografiche
coMPiti di realtà
alternanza scuola/laVoro
PreParazione all’esaMe di stato
copIA
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Cloudschooling
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processo storicoDall’anno Mille al Seicento
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1. Dall’Anno Mille al Seicento + Dizionario storico + Dvd Rom
9788820101411 9788857703411
2. Dalla fine del Seicento alla fine dell’Ottocento 9788820102098 9788857703626
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La storia non è una semplice successione di eventi, ma il filo che li collega. Cogliere e comprendere quel nesso rende perennemente attuale lo studio del passato per l’edificazione del futuro. Questo manuale indaga e mette in luce i processi di lungo corso che si nascondono dietro fatti, situazioni, personaggi.
Iconografia Infografiche, linee del tempo e carte commentate
Compiti di realtà Nei laboratori di fine unità, proposte per agganciare lo studio della storia al mondo delle professioni
Alternanza scuola/lavoro A partire dal compito di realtà, suggerimenti per incursioni nel mondo del lavoro attraverso interviste e tirocini formativi
Preparazione all’Esame di Stato Sin dal primo volume, simulazioni delle prove di Maturità corredate di una scaletta per allenare il metodo di studio
Interdisciplinarità Nel profilo, approfondimenti di lessico, economia, società, cultura, paesaggio, beni culturali ecc.
Fonti e storiografia Capitolo per capitolo, documenti contestualizzati, commentati, annotati e forniti di esercizi
Cittadinanza Schede di cittadinanza con antologia di documenti costituzionali guidati e commentati
InclusivitàA fine capitolo, sintesi visuali con font Biancoenero®; in più il volume Dall’Anno Mille a oggi. L’essenziale
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• LETTURE di storia e geografia in pdf.
• AIUTI ALLO STUDIO per ragazzi con difficoltà.
DENTro IL LIBro
la Web tVwebtv.loescher.ituna raccolta in continuo aggiornamento di video on demand in streaming, visibili su qualsiasi device, con e senza sottotitoli e schede didattiche, raccolti per discipline e argomento.
520 Unità 5 L’Europa delle nazioni e delle religioni 18 Vecchi e nuovi Imperi tra xvi e xvii secolo 521
18 Vecchi e nuovi Imperi tra xvi e xvii secolo
il ghetto di venezia
Nella seconda metà del Cinquecento si contrapposero, in Europa, due modelli di Stato: la monarchia cattolica spagnola, tradizionalista e dominata dagli interessi dell’aristocrazia, e quella parlamentare inglese, protestante e mercantile. Dal conflitto fra le due
simbolo i ghetti, quartieri chiusi in cui gli ebrei vivevano separati dai cristiani. Nel Seicento molte città si dotarono di queste aree di marginalizzazione. I ghetti, afflitti da cronici problemi di sovraffollamento, contribuirono al cristallizzarsi dell’identità ebraica e al radicarsi nella mentalità cristiana di una separazione fra le due culture.
potenze uscì vincitrice l’Inghilterra, ma ciò non impedì alla Spagna di conoscere una fase di splendore artistico e culturale, nota come pax hispanica. Si trattava però di una stabilità oppressiva, come si nota nell’Italia finita in larga parte sotto il controllo spagnolo. Qui ne sono
Politica SocietàTecnologia, scienza e cultura
1546 Ivan IV zar di Russia
1556 Filippo II re di Spagna
1558 Ferdinando I eletto imperatore
1559 Pace di Cateau-Cambrésis Pubblicazione dell’Indice dei libri proibiti
1562 Inizio delle guerre di religione in Francia
1563 I Savoia trasferiscono la capitale da Chambéry a Torino
Si chiude il concilio di Trento
Catechismo di Heidelberg, cioè canone dottrinale dei calvinisti tedeschi
1566 Morte di Solimano il Magnifico
1571 Battaglia di Lepanto
1572 Strage di San Bartolomeo
1578 Inizia una sanguinosa guerra fra ottomani e persiani
El Greco termina il ciclo di dipinti per l’Escorial
1584 In Russia inizio del «periodo dei torbidi»
1598 Editto di Nantes
Filippo III sul trono di Spagna
Comincia la pax hispanica
Il secolo si chiude con un incremento demografico in Italia di circa il 15% in 50 anni
1604 La Spagna firma la pace con l’Inghilterra
1605-07 Guerra dell’interdetto Miguel Cervantes completa il Don Chisciotte
1609 La Spagna firma la tregua con le Province Unite
In Spagna i moriscos sono espulsi dal Paese
1613 Michail Romanov diventa zar
1623 Bernini riceve l’incarico di realizzare il baldacchino di San Pietro
1630 Si chiude il «secolo dei genovesi»
ORIEN
TARSI nel TEMPO
1 A Venezia era stata individuata una zona della città nella quale confinare gli ebrei. Il termine «ghetto» proviene da getto, ossia “fonderia”, poiché la zona assegnata agli ebrei si trovava presso le fonderie della Serenissima.
4 Agli ebrei era imposto il coprifuoco e di notte si controllava che nessuno uscisse dal ghetto. Dovevano inoltre indossare segni di riconoscimento che li identificassero come ebrei.
2 I ghetti erano chiusi da porte sorvegliate, aperte solo nelle ore diurne. A Venezia l’isolamento del ghetto ebraico dal resto della città era ancora più marcato dal fatto che esso era completamente circondato dall’acqua.
La diaspora e la ghettizzazione ebraica
1492 Espulsione degli ebrei dai domìni spagnoli
1516 Primo ghetto ebraico a Venezia; obbligo per gli ebrei di indossare un segno di riconoscimento
1555 Espulsione degli ebrei dallo Stato della Chiesa (ad eccezione di Roma e Ancona)
1566 A Bologna gli ebrei sono costretti nei ghetti
1571 A Firenze gli ebrei sono costretti nei ghetti
1797 Napoleone Bonaparte chiude il ghetto di Venezia: la ghettizzazione si avvia alla fine
5 Ogni rapporto sociale tra ebrei e cristiani (matrimoni, cessioni di proprietà, rapporti di lavoro) veniva rigorosamente proibito per impedire che si verificasse una «contaminazione religiosa».
3 Caratteristica dei ghetti ebraici fu l’altezza delle case, che avevano più piani del consueto: poiché gli ebrei potevano vivere solo all’interno del ghetto, la necessità di nuovi spazi fu risolta sopraelevando gli edifici.
6 I ghetti erano dominati dalla presenza di recinzioni e dalla conseguente impossibilità di allargamento, dunque da cronici problemi di sovraffollamento.
grandi infograficheOgni capitolo si apre con una grande infografica commentata che rappresenta un luogo della storia significativo.
La storia si gioca su due coordinate essenziali:
lo spazio e il tempo. queste aperture di capitolo
inquadrano gli eventi con concretezza visuale.
una linea del tempo su tre colonne mette a raffronto eventi di politica, società,
cultura.
Navi inglesi per il trasporto del tabacco lungo il fiume James in Virginia, xvii secolo, incisione.
502 Unità 5 L’Europa delle nazioni e delle religioni 17 Spagna, Inghilterra e Francia nel secondo Cinquecento 503
1571 Grecia: battaglia di Lepanto
1572 Francia: strage di San Bartolomeo (24/08)
1580 Portogallo: annessione alla Spagna
1547 Inghilterra: morte di Enrico VIII
1556-98 Spagna: Filippo II sul trono
1598 Francia: editto di Nantes
1558 Inghilterra: Elisabetta I sul trono
1566 Spagna: rivolta dei moriscos Paesi Bassi: rivolta antispagnola
1581 Paesi Bassi: indipendenza delle Province Unite
1562 Francia: inizio delle guerre di religione
dAti e dAteesportazioni della compagnia delle indie orientali (1600-19)Il grafico mostra l’aumento del-le esportazioni della Compa-gnia a inizio Seicento.
(W. Reinhard, Storia dell’espansione europea, Guida, Napoli 1987, p. 251)
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01600 1603 1606 1609 1612 1615 1619
Valore in denaro Merci
Nel 1584 gli inglesi sbarcarono in nord america dove, 20 anni dopo, avrebbero fonda-to la prima colonia inglese chiamata Virginia in onore di Elisabetta, «la regina vergine».
L’Inghilterra si avviava a diventare la dominatrice incontrastata degli oceani, po-nendo le basi di quella supremazia marittima che avrebbe caratterizzato il xviii e xix secolo. Questa supremazia fu raggiunta anche attraverso una vera e propria guerra condotta con azioni piratesche contro la potenza spagnola nell’Atlantico: era la «guer-ra di corsa». Le azioni di pirateria, infatti, erano dirette contro i convogli spagnoli che percorrevano l’oceano carichi di metalli preziosi.
Lungi dal disconoscere le loro imprese, la regina Elisabetta fece di questi corsari uno strumento della sua politica estera: ad esempio concesse loro garanzie che ne regolariz-zavano l’attività stabilendo una quota del bottino da destinare alle casse della corona.
Le ostilità con la Spagna e il ruolo di Maria StuartLe incursioni corsare divennero sempre più frequenti a partire dal 1585. Era solo uno de-gli aspetti della politica di Elisabetta che risultavano indigesti, se non ostili, alla Spagna. Altri erano gli aiuti ai Paesi bassi e i contatti che l’Inghilterra stava cercando di instau-rare con l’impero ottomano per garantirsi commerci nel Mediterraneo. Senza contare la questione religiosa e l’ostilità nei confronti del cattolicesimo. Quello tra Spagna e In-ghilterra era dunque uno scontro destinato ad acuirsi poiché metteva in discussione le basi stesse dell’egemonia spagnola tanto nel Mediterraneo quanto nell’oceano Atlantico.
Da tempo alla corte di Elisabetta si temevano attacchi cattolici finanziati dalla Spa-gna per insediare sul trono Maria Stuart, rinchiusa nella Torre di Londra. Dopo che fu scoperto un ennesimo tentativo di congiura contro la regnante, Maria stuart, proces-sata per alto tradimento, fu condannata a morte. Elisabetta tentennò a lungo prima di firmare la condanna: si trattava pur sempre di far giustiziare una regina consacrata. Alla fine si risolse e nel febbraio 1587 Maria fu decapitata.
La guerra dell’Invencible armadaLa decapitazione di Maria Stuart spinse Filippo II a rompere gli indugi e a invadere l’inghilterra: era una scelta assai rischiosa, data la posizione insulare della potenza nemica. Nel 1588 Filippo II armò una flotta imponente, l’Invencible armada (“flotta in-vincibile”) [➔ interpretare le fonti, p. 506]. Le grosse navi spagno-le, arrivate nel canale della Manica, si trovarono di fronte la flotta inglese appoggiata dalle navi corsare di Francis Drake, più piccole, agili ed equipaggiate con cannoni più maneggevoli. Subito l’Armada perse alcune navi durante una tempesta. Intanto lo sperato appog-gio della flotta di stanza nei Paesi Bassi non arrivò perché la rivolta in atto, unita alla difficoltà di far salpare le grosse navi incagliate nei bassi fondali, impedì al governatore dei Paesi Bassi di accorrere in aiuto della spedizione.
L’impresa della flotta che il sovrano spagnolo riteneva invincibile si concluse con un’amarissima sconfitta: la flotta fu quasi intera-mente distrutta. La vittoria dell’inghilterra, al contrario, fu il segna-le che sullo scenario europeo stava emergendo una nuova potenza decisa a conquistare l’egemonia commerciale e destinata, nel secolo successivo, ad avere sempre maggiore fortuna, scalzando definitiva-mente la monarchia spagnola dalle più importanti rotte mercantili.
Quando Maria «la Cattolica» tornò in patria nel 1561, scoppiarono rivolte e congiure finché la regina non si arrese e abdicò in favore del figlio Giacomo, allevato nel pro-testantesimo. Rimanere in Scozia non era sicuro per la regina e Maria fu costretta a chiedere asilo all’Inghilterra e alla cugina Elisabetta. Ora Elisabetta aveva fra le mani quella che i cattolici consideravano la sua diretta rivale al trono: per questo Maria fu rinchiusa nella Torre di Londra, da dove continuò ad alimentare le speranze, soprat-tutto spagnole, di una riconquista cattolica.
Cambiamenti sociali, strutturali ed economiciLa società inglese dell’epoca era una fra le più dinamiche dal punto di vista sociale ed economico. La vendita delle proprietà ecclesiastiche al tempo di Enrico VIII e il riassetto giuridico delle campagne avevano rinvigorito uno sviluppo dell’industria agraria che risaliva già al secolo precedente. La nobiltà terriera sapeva sfruttare in modo imprendi-toriale le sue proprietà: con l’incremento dell’allevamento degli ovini per la produzione di lana, il comparto tessile stava diventando il settore di punta dell’economia inglese. Questo comportava la trasformazione a pascolo di vaste aree prima coltivate, con il pas-saggio dagli open-fields, le terre di proprietà comune a disposi-zione dei villaggi, alle enclosures, le “recinzioni” dei terreni, che diventavano proprietà privata della grande aristocrazia, la quale di solito affidava la conduzione degli affari nelle campagne ad amministratori appartenenti alla categoria della gentry.
Grande sostenitrice di questo nuovo ceto fu proprio Elisa-betta che mirava politicamente a sottrarre potere alle casate nobiliari per rafforzare la corona.
Una nuova potenza commercialeTanto i nobili quanto i ceti cittadini benestanti seppero mettere a frutto le loro ricchez-ze nel commercio allora in piena espansione. In esso trovò espressione la vocazione
marittima dell’Inghilterra.Quando la situazione di guerra nei
Paesi Bassi rese difficile l’accesso ai porti continentali della Manica, gli in-glesi cercarono nuove rotte e diedero impulso a nuovi contatti commerciali, i cui giri d’affari sempre più ampi ri-chiesero ben presto società apposite. Fin dal 1555 la Compagnia della Mo-scovia aveva stabilito un flusso com-merciale con i territori russi attra-verso il Baltico, dove si esportavano pannilana e si importavano legname e pellicce; la Compagnia del levan-te (1581) raggiunse i porti del Medi-terraneo, mentre la Compagnia delle indie orientali (1600) 1 pose le basi dell’espansione inglese verso i grandi empori di spezie dell’oceano Indiano.
fLAshbAck Ne abbiamo parlato nel cap. 13 [➔ p. 374]: la privatizzazione di terre demaniali determinò l’arricchimento della gentry, gli amministratori di questi appezzamenti, ai danni dei contadini più poveri.
1587 Inghilterra: decapitazione di Maria Stuart
fLAshbAck Alcuni capitani corsari vennero dotati dal governo inglese di «patenti di corsa», che consentivano loro di assaltare le navi spagnole e di trattenere una percentuale del bottino [➔ cap. 13, p. 375].
George Gower, Elisabetta I e l’Invencible armada, 1588 ca, olio su tavola (Woburn Abbey).
Elisabetta tiene la mano sul globo terrestre, simbolo di autorità, mentre sullo sfondo è raffigurata la disfatta dell’Invencible armada spagnola.
Profilo assistitoPer studiare ci vuole ordine, ma per insegnare l’ordine ci vuole un libro di testo esemplare. La grafica di questo manuale evita la dispersione senza rinunciare alla ricchezza.
Navi inglesi per il trasporto del tabacco lungo il fiume James in Virginia, xvii secolo, incisione.
502 Unità 5 L’Europa delle nazioni e delle religioni 17 Spagna, Inghilterra e Francia nel secondo Cinquecento 503
1571 Grecia: battaglia di Lepanto
1572 Francia: strage di San Bartolomeo (24/08)
1580 Portogallo: annessione alla Spagna
1547 Inghilterra: morte di Enrico VIII
1556-98 Spagna: Filippo II sul trono
1598 Francia: editto di Nantes
1558 Inghilterra: Elisabetta I sul trono
1566 Spagna: rivolta dei moriscos Paesi Bassi: rivolta antispagnola
1581 Paesi Bassi: indipendenza delle Province Unite
1562 Francia: inizio delle guerre di religione
dAti e dAteesportazioni della compagnia delle indie orientali (1600-19)Il grafico mostra l’aumento del-le esportazioni della Compa-gnia a inizio Seicento.
(W. Reinhard, Storia dell’espansione europea, Guida, Napoli 1987, p. 251)
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01600 1603 1606 1609 1612 1615 1619
Valore in denaro Merci
Nel 1584 gli inglesi sbarcarono in nord america dove, 20 anni dopo, avrebbero fonda-to la prima colonia inglese chiamata Virginia in onore di Elisabetta, «la regina vergine».
L’Inghilterra si avviava a diventare la dominatrice incontrastata degli oceani, po-nendo le basi di quella supremazia marittima che avrebbe caratterizzato il xviii e xix secolo. Questa supremazia fu raggiunta anche attraverso una vera e propria guerra condotta con azioni piratesche contro la potenza spagnola nell’Atlantico: era la «guer-ra di corsa». Le azioni di pirateria, infatti, erano dirette contro i convogli spagnoli che percorrevano l’oceano carichi di metalli preziosi.
Lungi dal disconoscere le loro imprese, la regina Elisabetta fece di questi corsari uno strumento della sua politica estera: ad esempio concesse loro garanzie che ne regolariz-zavano l’attività stabilendo una quota del bottino da destinare alle casse della corona.
Le ostilità con la Spagna e il ruolo di Maria StuartLe incursioni corsare divennero sempre più frequenti a partire dal 1585. Era solo uno de-gli aspetti della politica di Elisabetta che risultavano indigesti, se non ostili, alla Spagna. Altri erano gli aiuti ai Paesi bassi e i contatti che l’Inghilterra stava cercando di instau-rare con l’impero ottomano per garantirsi commerci nel Mediterraneo. Senza contare la questione religiosa e l’ostilità nei confronti del cattolicesimo. Quello tra Spagna e In-ghilterra era dunque uno scontro destinato ad acuirsi poiché metteva in discussione le basi stesse dell’egemonia spagnola tanto nel Mediterraneo quanto nell’oceano Atlantico.
Da tempo alla corte di Elisabetta si temevano attacchi cattolici finanziati dalla Spa-gna per insediare sul trono Maria Stuart, rinchiusa nella Torre di Londra. Dopo che fu scoperto un ennesimo tentativo di congiura contro la regnante, Maria stuart, proces-sata per alto tradimento, fu condannata a morte. Elisabetta tentennò a lungo prima di firmare la condanna: si trattava pur sempre di far giustiziare una regina consacrata. Alla fine si risolse e nel febbraio 1587 Maria fu decapitata.
La guerra dell’Invencible armadaLa decapitazione di Maria Stuart spinse Filippo II a rompere gli indugi e a invadere l’inghilterra: era una scelta assai rischiosa, data la posizione insulare della potenza nemica. Nel 1588 Filippo II armò una flotta imponente, l’Invencible armada (“flotta in-vincibile”) [➔ interpretare le fonti, p. 506]. Le grosse navi spagno-le, arrivate nel canale della Manica, si trovarono di fronte la flotta inglese appoggiata dalle navi corsare di Francis Drake, più piccole, agili ed equipaggiate con cannoni più maneggevoli. Subito l’Armada perse alcune navi durante una tempesta. Intanto lo sperato appog-gio della flotta di stanza nei Paesi Bassi non arrivò perché la rivolta in atto, unita alla difficoltà di far salpare le grosse navi incagliate nei bassi fondali, impedì al governatore dei Paesi Bassi di accorrere in aiuto della spedizione.
L’impresa della flotta che il sovrano spagnolo riteneva invincibile si concluse con un’amarissima sconfitta: la flotta fu quasi intera-mente distrutta. La vittoria dell’inghilterra, al contrario, fu il segna-le che sullo scenario europeo stava emergendo una nuova potenza decisa a conquistare l’egemonia commerciale e destinata, nel secolo successivo, ad avere sempre maggiore fortuna, scalzando definitiva-mente la monarchia spagnola dalle più importanti rotte mercantili.
Quando Maria «la Cattolica» tornò in patria nel 1561, scoppiarono rivolte e congiure finché la regina non si arrese e abdicò in favore del figlio Giacomo, allevato nel pro-testantesimo. Rimanere in Scozia non era sicuro per la regina e Maria fu costretta a chiedere asilo all’Inghilterra e alla cugina Elisabetta. Ora Elisabetta aveva fra le mani quella che i cattolici consideravano la sua diretta rivale al trono: per questo Maria fu rinchiusa nella Torre di Londra, da dove continuò ad alimentare le speranze, soprat-tutto spagnole, di una riconquista cattolica.
Cambiamenti sociali, strutturali ed economiciLa società inglese dell’epoca era una fra le più dinamiche dal punto di vista sociale ed economico. La vendita delle proprietà ecclesiastiche al tempo di Enrico VIII e il riassetto giuridico delle campagne avevano rinvigorito uno sviluppo dell’industria agraria che risaliva già al secolo precedente. La nobiltà terriera sapeva sfruttare in modo imprendi-toriale le sue proprietà: con l’incremento dell’allevamento degli ovini per la produzione di lana, il comparto tessile stava diventando il settore di punta dell’economia inglese. Questo comportava la trasformazione a pascolo di vaste aree prima coltivate, con il pas-saggio dagli open-fields, le terre di proprietà comune a disposi-zione dei villaggi, alle enclosures, le “recinzioni” dei terreni, che diventavano proprietà privata della grande aristocrazia, la quale di solito affidava la conduzione degli affari nelle campagne ad amministratori appartenenti alla categoria della gentry.
Grande sostenitrice di questo nuovo ceto fu proprio Elisa-betta che mirava politicamente a sottrarre potere alle casate nobiliari per rafforzare la corona.
Una nuova potenza commercialeTanto i nobili quanto i ceti cittadini benestanti seppero mettere a frutto le loro ricchez-ze nel commercio allora in piena espansione. In esso trovò espressione la vocazione
marittima dell’Inghilterra.Quando la situazione di guerra nei
Paesi Bassi rese difficile l’accesso ai porti continentali della Manica, gli in-glesi cercarono nuove rotte e diedero impulso a nuovi contatti commerciali, i cui giri d’affari sempre più ampi ri-chiesero ben presto società apposite. Fin dal 1555 la Compagnia della Mo-scovia aveva stabilito un flusso com-merciale con i territori russi attra-verso il Baltico, dove si esportavano pannilana e si importavano legname e pellicce; la Compagnia del levan-te (1581) raggiunse i porti del Medi-terraneo, mentre la Compagnia delle indie orientali (1600) 1 pose le basi dell’espansione inglese verso i grandi empori di spezie dell’oceano Indiano.
fLAshbAck Ne abbiamo parlato nel cap. 13 [➔ p. 374]: la privatizzazione di terre demaniali determinò l’arricchimento della gentry, gli amministratori di questi appezzamenti, ai danni dei contadini più poveri.
1587 Inghilterra: decapitazione di Maria Stuart
fLAshbAck Alcuni capitani corsari vennero dotati dal governo inglese di «patenti di corsa», che consentivano loro di assaltare le navi spagnole e di trattenere una percentuale del bottino [➔ cap. 13, p. 375].
George Gower, Elisabetta I e l’Invencible armada, 1588 ca, olio su tavola (Woburn Abbey).
Elisabetta tiene la mano sul globo terrestre, simbolo di autorità, mentre sullo sfondo è raffigurata la disfatta dell’Invencible armada spagnola.
Ogni richiamo a fatti o personaggi studiati in precedenza è assistito.
Le glosse e gli approfondimenti
che affiancano il profilo sono
ordinati in margine.
Su ogni doppia pagina, una linea del tempo che “accende” gli eventi presenti in pagina.
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fonti e storiografia La storia è raccontata attraverso il dialogo di punti di vista e interpretazioni.
38 Unità 1 Lo sviluppo dell’Europa: economia, società, civiltà 1 L’Europa dopo il Mille 39
L’ereditarietà dei feudi
Il Capitolare di Quierzy e la Constitutio de feudis rappresentano due tappe fondamentali nella progressiva concessione dell’ereditarietà, ossia del diritto di tramandare di padre in figlio i benefici, di tutti i feudi. La prima fase di tale processo risale all’877, quando l’imperatore tedesco Carlo II il Calvo scese in Italia.
In tale occasione i nobili al suo seguito chiesero una garanzia per i propri benefici durante la loro assenza. Con il Capitolare di Quierzy, l’imperatore deliberò che, in caso di morte di un conte, il suo beneficio fosse temporaneamente amministrato dal figlio.
Il secondo momento importante di questo processo si ebbe durante il regno dell’imperatore Corrado II il Salico (990-1039). Nel 1036 l’imperatore entrò in conflitto con l’arcivescovo di Milano Ariberto, sino ad allora suo fedele alleato. La città lombarda subì così un duro e lungo assedio da parte di Corrado II, il quale, il 28 maggio 1037, per ottenere l’aiuto dei valvassori, emanò la Constitutio de feudis che sanciva l’ereditarietà di tutti i feudi.
documento 3 | Capitolare di Quierzy
Questi capitoli furono emanati dal glorioso signor imperatore Carlo [il Calvo] con il consenso dei suoi fedeli […].8. Bisogna esaminare come comportarsi nel caso in cui alcuni benefici rimanessero privi del titolare prima del mio ritorno. [...] 9. In caso di morte di un conte il cui figlio sia al mio se-guito, mio figlio1, con altri miei fedeli, scelga, tra i parenti più stretti del conte e maggiormente legati a lui, uno che ammi-nistri la contea insieme con i ministeriali e con il vescovo o fino a quando io non verrò a conoscenza della morte del conte. […] 10. Se qualcuno tra i nostri fedeli, spinto dall’amore per Dio e per noi, dopo la nostra morte vorrà rinunciare al secolo2 ed avrà un figlio od un parente prossimo in grado di agire a favore dello Stato, potrà trasmettergli i suoi feudi come riter-rà più opportuno.
(Monumenta Germaniae Historica, Legum sectio II, 2, a cura di A. Boretius, Impensis Bibliopolii Aulici Hahniani,
Hannover 1883)
1. mio figlio: il figlio di Carlo II il Calvo era Ludovico o Luigi II il Balbo (vale a dire il “balbuziente”).2. rinunciare al secolo: abbracciare la vita ecclesiastica.
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Questa legge fu emanata su richiesta dei conti che erano al seguito di Carlo il Calvo, al quale avevano chiesto delle garanzie per i propri feudi durante la loro assenza.
Il Capitolare, testo legislativo diviso in capitoli, di Quierzy venne promulgato il 15 giugno 877 da Carlo il Calvo poco prima di partire per una spedizione in Italia.
In questo modo i feudi finivano per diventare di fatto dei possedimenti delle famiglie a cui erano stati assegnati.
Comprendi e analizza
1. Che cosa spinse Carlo il Calvo a emanare il Capitolare di Quierzy?
2. Le indicazioni del Capitolare valevano anche per il fu-turo?
3. Tra chi dovevano essere scelti gli amministratori tem-poranei del feudo?
Ricerca e rifletti
4. In che modo il Capitolare di Quierzy modificò il delicato equilibrio di potere, instaurato da Carlo Magno, tra il sovrano e i suoi nobili?
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sintesi, esercizi, Verifiche Il libro di testo deve guidare all’acquisizione del metodo di studio.
LABORATORIO DELLE COMPETENZE 481 480 Unità 4 Religioni e poteri nel Cinquecento
5. In base al testo, quali tra le seguenti affermazioni inerenti al sacco di Roma si possono fare, e quali no? Metti una crocetta per ogni riga.
Sì no
a. Nei forzieri di Castel Sant’Angelo si nascondeva la ricchezza a cui miravano i fanti.
B. L’antipapismo dei fanti era scollegato da sentimenti patriottici.
C. L’imperatore Carlo V avrebbe dovuto essere uno strumento di Roma.
d. I lanzichenecchi volevano far papa Lutero.
Punti ....../2 (0,5 per ogni risposta corretta)
6. Secondo i fanti tedeschi, a chi avrebbero dovuto essere fedeli il papa e i cardinali? Perché?
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Punti ....../2 (1 per ogni risposta corretta)
7. Nella frase «Roma era la meta agognata» (righe 2-3), quale significato ha l’aggettivo «ago-gnata»?
a Odiata.B. Esecrata.
C. Ricchissima.d. Ardentemente desiderata.
Punti ……/1
Totale punti: ....../10
COMPITO DI REALTÀ
Preparazione di un’arringa Sei un avvocato e devi preparare un’arringa, di difesa o d’accusa, circa uno scrittore la cui opera è stata inserita dalla Chiesa nell’Indice dei libri proibiti.
Fase 1 (in classe, per gruppi) Scegliete tutti assieme l’autore su cui incentrare la vostra attenzione. Ad esem-pio Niccolò Machiavelli, il cui Principe fu proibito dalla Chiesa nel 1558, o Giovanni Boccaccio, di cui fu censura-to nello stesso anno il Decameron. Dividetevi poi in due gruppi. Un gruppo preparerà l’arringa d’accusa, mentre l’altro preparerà l’arringa difensiva.
Fase 2 (in classe, per gruppi) Reperite sui libri della vostra biblioteca scolastica e sui siti web le informazio-ni legate all’autore e al testo prescelti. Ciascun gruppo prepari poi la propria arringa, che dovrà essere scritta e
articolata in più punti: meriti/demeriti dell’autore, meri-ti/demeriti dell’opera, richiesta d’assoluzione/richiesta di condanna. Ogni gruppo elegga infine il proprio avvocato, che nella terza fase proporrà l’arringa al resto della classe.
Fase 3 (in classe, per gruppi) Davanti alla classe riuni-ta, i due avvocati leggano la propria arringa: prima parle-rà l’accusa, poi parlerà la difesa. Il giudizio sull’autore e la sua opera sarà emesso dalla classe intera, per votazione a maggioranza, dopo un dibattito sulle due tesi contrap-poste. Il dibattito sarà regolato dall’insegnante e nessun intervento potrà durare più di due minuti.
PER L’ALTERNANZA SCUOLA/LAVORO
Magistratura: lo studio legaleRecati nel più vicino studio legale e chiedi un appunta-mento con l’avvocato che lo gestisce. Quindi sottoponigli un’intervista per capire come funziona la sua professio-ne negli aspetti pratici e logistici. Ecco alcune domande di esempio: quante persone lavorano nello studio? Con
quali mansioni? Quali orari? Qual è l’iter burocratico per aprire uno studio? Quindi discuti con lui dell’importanza della documentazione storica nell’attività legale: quali fonti o archivi consulta? in che modo? dove?
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LABORATORIO DELLE COMPETENZE 481 480 Unità 4 Religioni e poteri nel Cinquecento
5. In base al testo, quali tra le seguenti affermazioni inerenti al sacco di Roma si possono fare, e quali no? Metti una crocetta per ogni riga.
Sì no
a. Nei forzieri di Castel Sant’Angelo si nascondeva la ricchezza a cui miravano i fanti.
B. L’antipapismo dei fanti era scollegato da sentimenti patriottici.
C. L’imperatore Carlo V avrebbe dovuto essere uno strumento di Roma.
d. I lanzichenecchi volevano far papa Lutero.
Punti ....../2 (0,5 per ogni risposta corretta)
6. Secondo i fanti tedeschi, a chi avrebbero dovuto essere fedeli il papa e i cardinali? Perché?
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Punti ....../2 (1 per ogni risposta corretta)
7. Nella frase «Roma era la meta agognata» (righe 2-3), quale significato ha l’aggettivo «ago-gnata»?
a Odiata.B. Esecrata.
C. Ricchissima.d. Ardentemente desiderata.
Punti ……/1
Totale punti: ....../10
COMPITO DI REALTÀ
Preparazione di un’arringa Sei un avvocato e devi preparare un’arringa, di difesa o d’accusa, circa uno scrittore la cui opera è stata inserita dalla Chiesa nell’Indice dei libri proibiti.
Fase 1 (in classe, per gruppi) Scegliete tutti assieme l’autore su cui incentrare la vostra attenzione. Ad esem-pio Niccolò Machiavelli, il cui Principe fu proibito dalla Chiesa nel 1558, o Giovanni Boccaccio, di cui fu censura-to nello stesso anno il Decameron. Dividetevi poi in due gruppi. Un gruppo preparerà l’arringa d’accusa, mentre l’altro preparerà l’arringa difensiva.
Fase 2 (in classe, per gruppi) Reperite sui libri della vostra biblioteca scolastica e sui siti web le informazio-ni legate all’autore e al testo prescelti. Ciascun gruppo prepari poi la propria arringa, che dovrà essere scritta e
articolata in più punti: meriti/demeriti dell’autore, meri-ti/demeriti dell’opera, richiesta d’assoluzione/richiesta di condanna. Ogni gruppo elegga infine il proprio avvocato, che nella terza fase proporrà l’arringa al resto della classe.
Fase 3 (in classe, per gruppi) Davanti alla classe riuni-ta, i due avvocati leggano la propria arringa: prima parle-rà l’accusa, poi parlerà la difesa. Il giudizio sull’autore e la sua opera sarà emesso dalla classe intera, per votazione a maggioranza, dopo un dibattito sulle due tesi contrap-poste. Il dibattito sarà regolato dall’insegnante e nessun intervento potrà durare più di due minuti.
PER L’ALTERNANZA SCUOLA/LAVORO
Magistratura: lo studio legaleRecati nel più vicino studio legale e chiedi un appunta-mento con l’avvocato che lo gestisce. Quindi sottoponigli un’intervista per capire come funziona la sua professio-ne negli aspetti pratici e logistici. Ecco alcune domande di esempio: quante persone lavorano nello studio? Con
quali mansioni? Quali orari? Qual è l’iter burocratico per aprire uno studio? Quindi discuti con lui dell’importanza della documentazione storica nell’attività legale: quali fonti o archivi consulta? in che modo? dove?
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ESSERE CITTADINI RESPONSABILI 163 162 Unità 1 Lo sviluppo dell’Europa: economia, società, civiltà
SCALETTA
Fase 1 Brainstorming
1. Che cosa mi ricordo sugli ordini mendicanti? 2. Che cosa differenzia i francescani dai domenicani?3. Approfondisco il significato su vocabolari cartacei o online:
mendicante – ordini m., quegli ordini religiosi (domenicani, francescani, agostiniani, carmelitani ecc.) a cui le primitive regole vietavano di possedere beni e rendite, e imponevano di
trarre i mezzi di sostentamento dall’elemosina o dal proprio lavoro; frati m., i frati appartenenti a questi ordini.
(www.treccani.it/vocabolario/mendicante/)
❚ Questa definizione collima con quanto ho studiato sul profilo? Contiene informazioni differenti? Se sì quali? Questa definizione si collega a qualche brano letto in classe? Se sì quale ecc.
Fase 2 Analisi dei brani
❚ Compila sul tuo quaderno una tabella simile alla seguente con la sintesi del contenuto dei brani.
Brano 1 Brano 2 Brano 3 Brano 4
I frati sono distinti dai monaci e le loro residenze si chiamano monasteri. Essi sono contraddistinti dall’impegno sociale.
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❚ Compila sul tuo quaderno una tabella simile alla seguente con informazioni aggiuntive sull’autore, da raccogliere anche mediante una breve ricerca.
Brano 1 Brano 2 Brano 3 Brano 4
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Grado G. Merlo è professore universi-tario, insegna Storia del cristianesimo. La sua ricerca si è focalizzata sui movi-menti religiosi nel Medioevo.
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Fase 3 Struttura argomentativa
❚ Sintetizza la struttura argomentativa del tuo saggio completando la seguente scaletta.
Tesi: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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Antitesi: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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Titolo provvisorio: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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Fase 4 Stesura e revisione
❚ Scrivere il testo seguendo la scaletta. ❚ Rileggere l’elaborato. ❚ Scegliere il titolo definitivo.
Tipologia C TEMA dI ORdINE STORICO
La rinascita della città fu determinata da molteplici cause: la ripresa dell’agricoltura per mezzo delle in-novazioni, la conseguente apertura degli scambi di lungo raggio, la nascita delle corporazioni e la riorga-nizzazione dei circuiti monetari e del credito. Questi fenomeni generarono un’embrionale globalizzazione di alcune zone del mondo allora conosciuto.Il candidato si cimenti a descrivere il processo sopra riportato, facendo eventualmente opportuni colle-gamenti con le recenti dinamiche di organizzazione del mondo attuale.
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458 Unità 4 Religioni e poteri nel Cinquecento 16 La Chiesa cattolica della Controriforma 459
Biografiagian Pietro Carafa (1476-1559)Di nobile famiglia campana, compì studi da umanista sotto la gui-da di uno zio cardinale che lo introdusse presso Alessandro VI. Succeduto allo zio come ve-scovo di Chieti, svolse missio-ni diplomatiche presso diversi sovrani europei. Inizialmente su posizioni inclini alla riforma della Chiesa, passò alla difesa dell’ortodossia e del primato pontificio, princìpi sui quali fon-dò la congregazione dei chieri-ci regolari alla quale prese egli stesso parte, donando tutti i propri beni. Fuggito dal carce-re dopo il sacco di Roma, ripa-rò a Venezia fino al 1536, anno in cui Paolo III lo fece cardina-le e lo fece partecipare ai lavori della commissione che avrebbe elaborato il Consilium de emen-danda ecclesia. Ottenne poi di fondare il Sant’Uffizio. Parteci-pò al concilio di Trento. Fu elet-to papa nel 1555 con il nome di Paolo IV.
Biografiagaetano di Thiene (1480-1547) Di nobile famiglia veneta, nel 1524 a Roma fondò con altri tre sacer-doti la congregazione dei chie-rici regolari che fu detta poi dei «teatini». Imprigionato dopo il sacco di Roma dai lanzichenec-chi, riparò a Venezia e quindi a Napoli dove rimase sino alla morte, salvo che per la parte-cipazione ai capitoli generali della congregazione dei teati-ni. Promosse ospedali e opere di assistenza caritativa. Difese le posizioni cattoliche ufficiali nei riguardi di Juan de Valdés, Pietro Martire Vermigli e Ber-nardino Ochino.
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1. Il tramonto del Papato rinascimentaleCon la diffusione delle idee riformate il Papato, inteso come istituzione, fu col-pito in profondità: di fronte al dilagare del protestantesimo la Chiesa romana, pur re-primendo ogni fermento eterodosso, non poteva ignorare quelle istanze di riforma che si stavano manifestando tra i suoi stes-
si fedeli. Benché Clemente VII evitasse la convocazione di un concilio sullo scisma in atto fra protestanti e cattolici, all’interno della Chiesa qualcosa si mosse, anche se inizialmente su posizioni di intransigenza: nel 1524 nacque l’ordine dei «chierici re-golari», fustigatori dell’eresia protestante.
Il Papato da Leone X a Clemente VIIMorto Giulio II della Rovere, nel 1513 ascese al soglio pontificio papa Leone X, esponente della casata fiorentina dei Medici. Questi proseguì nel mecenatismo del suo predeces-sore e soprattutto nel nepotismo, favorendo esponenti della sua famiglia come Giulio de’ Medici, figlio di Giuliano, al quale concesse un numero tale di benefici ecclesiastici che lo storico a lui contemporaneo Marino sanuto nei suoi Diarii commentava: «siché [sic] al mar va l’acqua». Nel 1513 Giulio ottenne anche il cappello cardinalizio, malgrado formalmente non potesse aspirare alla carica in quanto figlio naturale. Morto Leone X, nel 1521 Giulio sperò di essere eletto papa ma il partito antimediceo gli preferì Adriano da Utrecht, che prese il nome di adriano Vi e morì prematuramente nel 1523. Era infine arrivato il momento di Giulio de’ Medici che, eletto dopo un conclave sofferto, salì al so-glio pontificio come clemente Vii. Durante il suo pontificato egli ridimensionò i fasti rinascimentali della corte di Roma e diede avvio a una prima riforma del clero e della curia in vista del giubileo che si sarebbe svolto nel 1525.
Clemente VII e la mancata convocazione del concilioIl pontificato di Clemente VII fu ricco di eventi simbolici tra i quali il più significativo fu il sacco di roma del 1527. Esso rappresentò – come si è detto – un duro colpo per l’imma-gine di Carlo V. L’imperatore propo-se quindi un accordo per far sì che il papa si impegnasse a convocare un concilio generale per sanare lo sci-sma protestante divampato nei ter-ritori dell’Impero. Lo scontro con-fessionale in Germania stava infatti mettendo a dura prova la stabilità dell’Impero e Carlo temeva le con-seguenze del protrarsi dello scisma.
Il pontefice a parole si disse dispo-nibile a indire un concilio, ma solo dopo che si fosse raggiunta la pace, e ribadì tale posizione anche in occa-sione dell’incoronazione a impera-tore di Carlo V che, su suo suggeri-mento, avvenne a Bologna, anziché a
l’ess
enzi
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1513 Roma: elezione di Leone X
1530 Bologna: incoronazione di Carlo V
1524 Roma: riconoscimento dei chierici teatini
flashBaCk Dopo la sconfitta a Pavia nel 1525, Francesco I di Francia aveva mosso nuovamente guerra a Carlo V con una coalizione, la Lega di Cognac, alla quale aveva aderito anche il papa. Per punire Roma di questo affronto, le truppe lanzichenecche dell’imperatore invasero e saccheggiarono la Città eterna.
1527 Roma: sacco della città
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538 Unità 5 L’Europa delle nazioni e delle religioni 18 Vecchi e nuovi Imperi tra xvi e xvii secolo 539
CONFRONTARE le interpretazioniImperi occidentali e orientali
Nella seconda metà del Cinquecento l’Europa appare stremata da decenni di guerra. La Spagna, spossata dal prolungato conflitto contro le potenze protestanti e i turchi, versa in condizioni economiche critiche. La Germania, raggiunta temporaneamente la pace religiosa grazie agli accordi di Augusta (1555), fa l’esperienza della difficile convivenza tra le diverse confessioni dei propri territori, che sfoceranno presto nell’intolleranza religiosa. Spostandoci a Oriente si assiste all’avanzata nei Balcani dell’Impero ottomano, contenuto a fatica dagli Asburgo d’Austria e all’espansione e al consolidarsi dell’assolutismo degli zar in Russia con l’insediamento della dinastia dei Romanov nel 1613.
documento 1 | La crisi economica della Castigliaautore e oPera John Huxtable Elliott, dopo aver inse-gnato Storia della Spagna presso le Università di Londra (1968-73) e di Princeton (1973-90), è professore emerito di Storia moderna a Oxford. Suo principale interesse è sempre stato lo studio della monarchia spagnola tratta-ta in stretta connessione con le sue propaggini colonia-li. Tra le sue opere sono da ricordare Richelieu e Olivares (1984, trad. it. 1990), La Spagna e il suo mondo, 1500-1700 (1989, trad. it. 1996) e Imperi dell’Atlantico. America britan-nica e America spagnola, 1492-1830 (2006, trad. it. 2010).
PercHé Lo Leggiamo In questo denso saggio Elliott traccia un profilo della storia della Spagna, a partire soprattut-to dalla Castiglia, il cuore pulsante dello Stato iberico. Lo storico inglese ripercorre la vicenda imperiale degli Asburgo della fine del Quattrocento, dal suo fulgore rag-giunto con i regni di Carlo V e di suo figlio Filippo II sino alla sua decadenza nel Seicento. In questo brano Elliott mostra come nella seconda metà del Cinquecento l’economia castigliana fosse esausta e in profonda crisi.
L’esodo dalle campagne verso le città finì per trasformare gradualmente la Castiglia in una terra di villages désertés con conseguenze tragiche per lo sviluppo agricolo del Paese. In tutta l’area mediterranea, la seconda metà del Cinquecento fu un periodo in cui la
produzione alimentare ottenuta in loco si palesò sempre più insufficiente ad una popolazione che era ancora in fase di crescita. La Castiglia, con il diradarsi della sua manodopera agricola non fece eccezione alla regola e dal 1570 cominciò a dipendere per il rifornimento di derrate (cereali) dall’Europa settentrionale e orientale. Quindi, dopo il 1570 in Castiglia i prezzi del grano furono in ascesa; i campi erano abbandonati e il Paese si trovò sempre più strettamente vin-colato ad un’Europa del Nord da cui già stava importando quei manufatti che le sue industrie non riuscivano più a fabbricare a prezzi competitivi. Le Cortes della Castiglia non facevano che lamentare la decadenza dell’agricoltura, ma ben poco si fece per prevenirla. Le riforme radicali di cui c’era un concreto bisogno avrebbero potuto essere attuate solo con uno sforzo collettivo e con un ripensamento delle priorità nazionali: sforzo e ripensamento dovevano però essere così drastici da risultare inconcepibili.Gli ostacoli fisici e geografici alla crescita economica si presentavano in Castiglia senz’altro tanto gravi da far disperare della possibilità di superarli. Il suolo era povero, il clima sfavorevole e le co-municazioni interne erano terribilmente difficili. Stando così le cose, gli eventuali miglioramenti – si pensi a piani di irrigazione o di costruzioni stradali – richiedevano uno sforzo di collaborazio-ne e l’investimento di capitali cospicui. La città di Toledo, ad esempio, con la sua operosa industria della seta, era riuscita a conservare la propria prosperità nonostante che, nel 1561, Filippo II avesse trasferito la capitale a Madrid. Ma nel caso di Toledo l’espansione economica aveva potuto durare grazie al fatto che la città era riuscita a migliorare le sue comunicazioni con l’esterno.
(J.H. Elliott, La Spagna imperiale, trad. it. di A. Ca’ Rossa, il Mulino, Bologna 1982)
Comprendi e analizza
1. Quale causa determinò la crisi agricola della Spagna?2. Quale fenomeno demografico acuì gli effetti della crisi
agricola?3. In che modo Toledo riuscì a superare indenne la crisi
economica di fine Cinquecento?
Ricerca e rifletti
4. Rifletti sul documento e sui paragrafi del capitolo ri-guardanti l’Italia spagnola. Quali somiglianze e diffe-renze riscontri nella situazione economica delle due aree geografiche?
VISUALIZZARE le informazioni DidatticaINCLUSIVA
Spagna
splendore
Russia Impero ottomano
Impero persiano
declino
Pax hispanica
Siglo de oro per la cultura
aumento dell’inflazione
arretramento dell’economia
irrigidimento dei rapporti sociali
contrasti religiosi fra cattolici e protestanti
minaccia ottomana
mancanza di una burocrazia di funzionari
debolezza economica
oro e argento
americani
Sacro romano impero
religione islamica sciita
ImPeRI fRa xvI e xvII SecOLO
Ivan IV il Terribile sul trono (1546-84)
rafforzamento del potere
acquisizione del titolo
di zar
conquista di nuovi territori: nasce
l’Impero
convocazione di un concilio
religioso
creazione della Duma
economia politica estera
esaurimento della spinta espansiva
subalternità militare
all’Occidente
aumento delle
importazioni dall’Europa
scarsità di liquidità
aumento dell’inflazione
dinastia dei Safavidi (1501-1736)
Ismail shah di Persia (1501)
inclusiVità I box L’essenziale, che aprono ogni paragrafo, e le mappe concettuali di fine capitolo in font ad alta leggibilità aiutano i ragazzi a non perdersi e costituiscono una corsia rapida di studio o ripasso.
334 Unità 3 L’espansione europea nel mondo 11 L’Europa alla scoperta del mondo 335
CONFRONTARE le interpretazioniStorie sul Nuovo Mondo
La scoperta dell’America, o del Nuovo Mondo come dicevano i contemporanei, fu un evento capitale della storia moderna, perché contribuì in maniera determinante a mutare la visione del mondo.La ricerca di una via alternativa per procurarsi le spezie direttamente dalle Indie, e aggirare così il monopolio veneziano, spinse arditi navigatori a cercare nuove rotte e a inoltrarsi nell’oceano Atlantico, scoprendo tra l’Europa e le Indie un nuovo continente. Molti storici si sono concentrati sui primi viaggi degli esploratori, sulle difficoltà della navigazione e sull’impatto che tali scoperte ebbero sulla mentalità degli europei.
documento 1 | Il viaggio di Vasco da Gamaautore e oPera Glenn J. Ames (1955-2010), dopo aver con-seguito il dottorato nel 1987 all’Università del Minnesota, divenne docente di Storia del Portogallo e della Francia all’Università di Toledo nell’Ohio, materia che insegnò dal 1990 al 2010. Tra le sue opere sono da ricordare Col-bert, mercantilism and the French quest for Asian trade (“Col-bert, il mercantilismo e l’aspirazione francese al com-mercio asiatico”, 1996) e Vasco da Gama (2005).
PercHé lo leGGiamo In questo saggio lo storico statuni-tense ricostruisce la storia delle esplorazioni europee in tutto il mondo fra il Cinquecento e il Settecento. Esse rappresentarono il preludio della formazione dei gran-di Imperi coloniali dell’Età moderna: quello portoghe-se (Asia e Brasile), spagnolo (Nuovo Mondo), olandese (Asia), inglese (America del Nord e India) e francese (iso-le caraibiche e Canada). Nel brano seguente Ames descrive il difficile viaggio in India di Vasco da Gama (forse 1469-1524) del 1497-98, in cui perse il fratello Paulo (1465-99) e due navi.
Nel gennaio 1497 il nuovo re Emanuele I1 nominò Vasco da Gama comandante della spe-dizione lungamente attesa per l’India. […] La squadra di Gama salpò per l’India solo nel 1497, cioè nove anni dopo il rientro di Dias2. Perché questa lunga attesa? […] Nel
1494 venne siglato l’accordo di Tordesillas, che rappresentava un vero trionfo diplomatico per il Portogallo. L’accordo, infatti, fissava la linea di demarcazione a 270 leghe più a ovest di quan-to previsto dalla bolla Inter Caetera. Di conseguenza, i portoghesi si garantivano il controllo sul passaggio oceanico per l’India, gran parte dell’Atlantico meridionale e il Brasile. Anche la mor-te di Giovanni II e i problemi legati alla sua successione concorsero a procrastinare la data del primo viaggio per l’India.La flotta di Gama era composta di quattro navi […, che] salparono da Lisbona nel luglio 1497 con 170 uomini a bordo. […] Il Capo di Buona Speranza venne doppiato il 22 novembre. Nell’oceano Indiano Vasco da Gama si scontrò con il radicato potere economico degli arabi, la cui ostilità religiosa ed economica complicò il suo compito lungo la costa dell’Africa orientale nel corso del-la sua sosta in Mozambico (marzo 1498), e soprattutto a Mombasa (aprile 1498), dove il sultano locale cercò di disperdere la sua flotta con un attacco notturno. Gama ricevette un’accoglienza più favorevole a Malindi, ottenendo un abile pilota che guidò i lusitani attraverso il mare Ara-bico fino alle coste traboccanti di spezie del Malabar, in India, dove la spedizione approdò infi-ne nel maggio 1498. […] Gama riprese il mare con un notevole carico di spezie [… approdando] a Lisbona in luglio e agosto 1499. Dopo avere seppellito il fratello Paulo a Terceira nelle Azzorre, Gama rientrò in patria in settembre. Ricevette il titolo distintivo di dom, una cospicua pensione annua e altre ricompense, incluso il titolo di «ammiraglio dei mari indiani».
(G.J. Ames, L’età delle scoperte geografiche, 1500-1700, trad. it. di R. Falcioni, il Mulino, Bologna 2011)
Comprendi e analizza
1. Quanto durò e quali furono le principali tappe del viag-gio in India di Vasco da Gama?
2. Come venne accolto da Gama dai sultani indiani?3. Chi perse da Gama durante il viaggio?
Ricerca e rifletti
4. Sulla base della lettura di Ames e del capitolo descrivi le principali caratteristiche dell’Impero coloniale por-toghese.
1. emanuele i: Emanuele I (1469-1521) fu re del Portogallo dal 1495 alla morte, succedendo a Giovanni II (1455-95), che ave-va regnato dal 1481 alla morte.2. Dias: il navigatore portoghe-se Bartolomeo Diaz (1450-1500) fu il primo a doppiare il capo delle Tempeste, che da allora venne chiamato capo di Buo-na Speranza e a giungere così nelle Indie nel 1488.
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520 Unità 5 L’Europa delle nazioni e delle religioni 18 Vecchi e nuovi Imperi tra xvi e xvii secolo 521
18 Vecchi e nuovi Imperi tra xvi e xvii secolo
il ghetto di venezia
Nella seconda metà del Cinquecento si contrapposero, in Europa, due modelli di Stato: la monarchia cattolica spagnola, tradizionalista e dominata dagli interessi dell’aristocrazia, e quella parlamentare inglese, protestante e mercantile. Dal conflitto fra le due
simbolo i ghetti, quartieri chiusi in cui gli ebrei vivevano separati dai cristiani. Nel Seicento molte città si dotarono di queste aree di marginalizzazione. I ghetti, afflitti da cronici problemi di sovraffollamento, contribuirono al cristallizzarsi dell’identità ebraica e al radicarsi nella mentalità cristiana di una separazione fra le due culture.
potenze uscì vincitrice l’Inghilterra, ma ciò non impedì alla Spagna di conoscere una fase di splendore artistico e culturale, nota come pax hispanica. Si trattava però di una stabilità oppressiva, come si nota nell’Italia finita in larga parte sotto il controllo spagnolo. Qui ne sono
Politica SocietàTecnologia, scienza e cultura
1546 Ivan IV zar di Russia
1556 Filippo II re di Spagna
1558 Ferdinando I eletto imperatore
1559 Pace di Cateau-Cambrésis Pubblicazione dell’Indice dei libri proibiti
1562 Inizio delle guerre di religione in Francia
1563 I Savoia trasferiscono la capitale da Chambéry a Torino
Si chiude il concilio di Trento
Catechismo di Heidelberg, cioè canone dottrinale dei calvinisti tedeschi
1566 Morte di Solimano il Magnifico
1571 Battaglia di Lepanto
1572 Strage di San Bartolomeo
1578 Inizia una sanguinosa guerra fra ottomani e persiani
El Greco termina il ciclo di dipinti per l’Escorial
1584 In Russia inizio del «periodo dei torbidi»
1598 Editto di Nantes
Filippo III sul trono di Spagna
Comincia la pax hispanica
Il secolo si chiude con un incremento demografico in Italia di circa il 15% in 50 anni
1604 La Spagna firma la pace con l’Inghilterra
1605-07 Guerra dell’interdetto Miguel Cervantes completa il Don Chisciotte
1609 La Spagna firma la tregua con le Province Unite
In Spagna i moriscos sono espulsi dal Paese
1613 Michail Romanov diventa zar
1623 Bernini riceve l’incarico di realizzare il baldacchino di San Pietro
1630 Si chiude il «secolo dei genovesi»
ORIEN
TARSI nel TEMPO
1 A Venezia era stata individuata una zona della città nella quale confinare gli ebrei. Il termine «ghetto» proviene da getto, ossia “fonderia”, poiché la zona assegnata agli ebrei si trovava presso le fonderie della Serenissima.
4 Agli ebrei era imposto il coprifuoco e di notte si controllava che nessuno uscisse dal ghetto. Dovevano inoltre indossare segni di riconoscimento che li identificassero come ebrei.
2 I ghetti erano chiusi da porte sorvegliate, aperte solo nelle ore diurne. A Venezia l’isolamento del ghetto ebraico dal resto della città era ancora più marcato dal fatto che esso era completamente circondato dall’acqua.
La diaspora e la ghettizzazione ebraica
1492 Espulsione degli ebrei dai domìni spagnoli
1516 Primo ghetto ebraico a Venezia; obbligo per gli ebrei di indossare un segno di riconoscimento
1555 Espulsione degli ebrei dallo Stato della Chiesa (ad eccezione di Roma e Ancona)
1566 A Bologna gli ebrei sono costretti nei ghetti
1571 A Firenze gli ebrei sono costretti nei ghetti
1797 Napoleone Bonaparte chiude il ghetto di Venezia: la ghettizzazione si avvia alla fine
5 Ogni rapporto sociale tra ebrei e cristiani (matrimoni, cessioni di proprietà, rapporti di lavoro) veniva rigorosamente proibito per impedire che si verificasse una «contaminazione religiosa».
3 Caratteristica dei ghetti ebraici fu l’altezza delle case, che avevano più piani del consueto: poiché gli ebrei potevano vivere solo all’interno del ghetto, la necessità di nuovi spazi fu risolta sopraelevando gli edifici.
6 I ghetti erano dominati dalla presenza di recinzioni e dalla conseguente impossibilità di allargamento, dunque da cronici problemi di sovraffollamento.
grandi infograficheOgni capitolo si apre con una grande infografica commentata che rappresenta un luogo della storia significativo.
La storia si gioca su due coordinate essenziali:
lo spazio e il tempo. queste aperture di capitolo
inquadrano gli eventi con concretezza visuale.
una linea del tempo su tre colonne mette a raffronto eventi di politica, società,
cultura.
Navi inglesi per il trasporto del tabacco lungo il fiume James in Virginia, xvii secolo, incisione.
502 Unità 5 L’Europa delle nazioni e delle religioni 17 Spagna, Inghilterra e Francia nel secondo Cinquecento 503
1571 Grecia: battaglia di Lepanto
1572 Francia: strage di San Bartolomeo (24/08)
1580 Portogallo: annessione alla Spagna
1547 Inghilterra: morte di Enrico VIII
1556-98 Spagna: Filippo II sul trono
1598 Francia: editto di Nantes
1558 Inghilterra: Elisabetta I sul trono
1566 Spagna: rivolta dei moriscos Paesi Bassi: rivolta antispagnola
1581 Paesi Bassi: indipendenza delle Province Unite
1562 Francia: inizio delle guerre di religione
dAti e dAteesportazioni della compagnia delle indie orientali (1600-19)Il grafico mostra l’aumento del-le esportazioni della Compa-gnia a inizio Seicento.
(W. Reinhard, Storia dell’espansione europea, Guida, Napoli 1987, p. 251)
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Nel 1584 gli inglesi sbarcarono in nord america dove, 20 anni dopo, avrebbero fonda-to la prima colonia inglese chiamata Virginia in onore di Elisabetta, «la regina vergine».
L’Inghilterra si avviava a diventare la dominatrice incontrastata degli oceani, po-nendo le basi di quella supremazia marittima che avrebbe caratterizzato il xviii e xix secolo. Questa supremazia fu raggiunta anche attraverso una vera e propria guerra condotta con azioni piratesche contro la potenza spagnola nell’Atlantico: era la «guer-ra di corsa». Le azioni di pirateria, infatti, erano dirette contro i convogli spagnoli che percorrevano l’oceano carichi di metalli preziosi.
Lungi dal disconoscere le loro imprese, la regina Elisabetta fece di questi corsari uno strumento della sua politica estera: ad esempio concesse loro garanzie che ne regolariz-zavano l’attività stabilendo una quota del bottino da destinare alle casse della corona.
Le ostilità con la Spagna e il ruolo di Maria StuartLe incursioni corsare divennero sempre più frequenti a partire dal 1585. Era solo uno de-gli aspetti della politica di Elisabetta che risultavano indigesti, se non ostili, alla Spagna. Altri erano gli aiuti ai Paesi bassi e i contatti che l’Inghilterra stava cercando di instau-rare con l’impero ottomano per garantirsi commerci nel Mediterraneo. Senza contare la questione religiosa e l’ostilità nei confronti del cattolicesimo. Quello tra Spagna e In-ghilterra era dunque uno scontro destinato ad acuirsi poiché metteva in discussione le basi stesse dell’egemonia spagnola tanto nel Mediterraneo quanto nell’oceano Atlantico.
Da tempo alla corte di Elisabetta si temevano attacchi cattolici finanziati dalla Spa-gna per insediare sul trono Maria Stuart, rinchiusa nella Torre di Londra. Dopo che fu scoperto un ennesimo tentativo di congiura contro la regnante, Maria stuart, proces-sata per alto tradimento, fu condannata a morte. Elisabetta tentennò a lungo prima di firmare la condanna: si trattava pur sempre di far giustiziare una regina consacrata. Alla fine si risolse e nel febbraio 1587 Maria fu decapitata.
La guerra dell’Invencible armadaLa decapitazione di Maria Stuart spinse Filippo II a rompere gli indugi e a invadere l’inghilterra: era una scelta assai rischiosa, data la posizione insulare della potenza nemica. Nel 1588 Filippo II armò una flotta imponente, l’Invencible armada (“flotta in-vincibile”) [➔ interpretare le fonti, p. 506]. Le grosse navi spagno-le, arrivate nel canale della Manica, si trovarono di fronte la flotta inglese appoggiata dalle navi corsare di Francis Drake, più piccole, agili ed equipaggiate con cannoni più maneggevoli. Subito l’Armada perse alcune navi durante una tempesta. Intanto lo sperato appog-gio della flotta di stanza nei Paesi Bassi non arrivò perché la rivolta in atto, unita alla difficoltà di far salpare le grosse navi incagliate nei bassi fondali, impedì al governatore dei Paesi Bassi di accorrere in aiuto della spedizione.
L’impresa della flotta che il sovrano spagnolo riteneva invincibile si concluse con un’amarissima sconfitta: la flotta fu quasi intera-mente distrutta. La vittoria dell’inghilterra, al contrario, fu il segna-le che sullo scenario europeo stava emergendo una nuova potenza decisa a conquistare l’egemonia commerciale e destinata, nel secolo successivo, ad avere sempre maggiore fortuna, scalzando definitiva-mente la monarchia spagnola dalle più importanti rotte mercantili.
Quando Maria «la Cattolica» tornò in patria nel 1561, scoppiarono rivolte e congiure finché la regina non si arrese e abdicò in favore del figlio Giacomo, allevato nel pro-testantesimo. Rimanere in Scozia non era sicuro per la regina e Maria fu costretta a chiedere asilo all’Inghilterra e alla cugina Elisabetta. Ora Elisabetta aveva fra le mani quella che i cattolici consideravano la sua diretta rivale al trono: per questo Maria fu rinchiusa nella Torre di Londra, da dove continuò ad alimentare le speranze, soprat-tutto spagnole, di una riconquista cattolica.
Cambiamenti sociali, strutturali ed economiciLa società inglese dell’epoca era una fra le più dinamiche dal punto di vista sociale ed economico. La vendita delle proprietà ecclesiastiche al tempo di Enrico VIII e il riassetto giuridico delle campagne avevano rinvigorito uno sviluppo dell’industria agraria che risaliva già al secolo precedente. La nobiltà terriera sapeva sfruttare in modo imprendi-toriale le sue proprietà: con l’incremento dell’allevamento degli ovini per la produzione di lana, il comparto tessile stava diventando il settore di punta dell’economia inglese. Questo comportava la trasformazione a pascolo di vaste aree prima coltivate, con il pas-saggio dagli open-fields, le terre di proprietà comune a disposi-zione dei villaggi, alle enclosures, le “recinzioni” dei terreni, che diventavano proprietà privata della grande aristocrazia, la quale di solito affidava la conduzione degli affari nelle campagne ad amministratori appartenenti alla categoria della gentry.
Grande sostenitrice di questo nuovo ceto fu proprio Elisa-betta che mirava politicamente a sottrarre potere alle casate nobiliari per rafforzare la corona.
Una nuova potenza commercialeTanto i nobili quanto i ceti cittadini benestanti seppero mettere a frutto le loro ricchez-ze nel commercio allora in piena espansione. In esso trovò espressione la vocazione
marittima dell’Inghilterra.Quando la situazione di guerra nei
Paesi Bassi rese difficile l’accesso ai porti continentali della Manica, gli in-glesi cercarono nuove rotte e diedero impulso a nuovi contatti commerciali, i cui giri d’affari sempre più ampi ri-chiesero ben presto società apposite. Fin dal 1555 la Compagnia della Mo-scovia aveva stabilito un flusso com-merciale con i territori russi attra-verso il Baltico, dove si esportavano pannilana e si importavano legname e pellicce; la Compagnia del levan-te (1581) raggiunse i porti del Medi-terraneo, mentre la Compagnia delle indie orientali (1600) 1 pose le basi dell’espansione inglese verso i grandi empori di spezie dell’oceano Indiano.
fLAshbAck Ne abbiamo parlato nel cap. 13 [➔ p. 374]: la privatizzazione di terre demaniali determinò l’arricchimento della gentry, gli amministratori di questi appezzamenti, ai danni dei contadini più poveri.
1587 Inghilterra: decapitazione di Maria Stuart
fLAshbAck Alcuni capitani corsari vennero dotati dal governo inglese di «patenti di corsa», che consentivano loro di assaltare le navi spagnole e di trattenere una percentuale del bottino [➔ cap. 13, p. 375].
George Gower, Elisabetta I e l’Invencible armada, 1588 ca, olio su tavola (Woburn Abbey).
Elisabetta tiene la mano sul globo terrestre, simbolo di autorità, mentre sullo sfondo è raffigurata la disfatta dell’Invencible armada spagnola.
Profilo assistitoPer studiare ci vuole ordine, ma per insegnare l’ordine ci vuole un libro di testo esemplare. La grafica di questo manuale evita la dispersione senza rinunciare alla ricchezza.
Navi inglesi per il trasporto del tabacco lungo il fiume James in Virginia, xvii secolo, incisione.
502 Unità 5 L’Europa delle nazioni e delle religioni 17 Spagna, Inghilterra e Francia nel secondo Cinquecento 503
1571 Grecia: battaglia di Lepanto
1572 Francia: strage di San Bartolomeo (24/08)
1580 Portogallo: annessione alla Spagna
1547 Inghilterra: morte di Enrico VIII
1556-98 Spagna: Filippo II sul trono
1598 Francia: editto di Nantes
1558 Inghilterra: Elisabetta I sul trono
1566 Spagna: rivolta dei moriscos Paesi Bassi: rivolta antispagnola
1581 Paesi Bassi: indipendenza delle Province Unite
1562 Francia: inizio delle guerre di religione
dAti e dAteesportazioni della compagnia delle indie orientali (1600-19)Il grafico mostra l’aumento del-le esportazioni della Compa-gnia a inizio Seicento.
(W. Reinhard, Storia dell’espansione europea, Guida, Napoli 1987, p. 251)
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Nel 1584 gli inglesi sbarcarono in nord america dove, 20 anni dopo, avrebbero fonda-to la prima colonia inglese chiamata Virginia in onore di Elisabetta, «la regina vergine».
L’Inghilterra si avviava a diventare la dominatrice incontrastata degli oceani, po-nendo le basi di quella supremazia marittima che avrebbe caratterizzato il xviii e xix secolo. Questa supremazia fu raggiunta anche attraverso una vera e propria guerra condotta con azioni piratesche contro la potenza spagnola nell’Atlantico: era la «guer-ra di corsa». Le azioni di pirateria, infatti, erano dirette contro i convogli spagnoli che percorrevano l’oceano carichi di metalli preziosi.
Lungi dal disconoscere le loro imprese, la regina Elisabetta fece di questi corsari uno strumento della sua politica estera: ad esempio concesse loro garanzie che ne regolariz-zavano l’attività stabilendo una quota del bottino da destinare alle casse della corona.
Le ostilità con la Spagna e il ruolo di Maria StuartLe incursioni corsare divennero sempre più frequenti a partire dal 1585. Era solo uno de-gli aspetti della politica di Elisabetta che risultavano indigesti, se non ostili, alla Spagna. Altri erano gli aiuti ai Paesi bassi e i contatti che l’Inghilterra stava cercando di instau-rare con l’impero ottomano per garantirsi commerci nel Mediterraneo. Senza contare la questione religiosa e l’ostilità nei confronti del cattolicesimo. Quello tra Spagna e In-ghilterra era dunque uno scontro destinato ad acuirsi poiché metteva in discussione le basi stesse dell’egemonia spagnola tanto nel Mediterraneo quanto nell’oceano Atlantico.
Da tempo alla corte di Elisabetta si temevano attacchi cattolici finanziati dalla Spa-gna per insediare sul trono Maria Stuart, rinchiusa nella Torre di Londra. Dopo che fu scoperto un ennesimo tentativo di congiura contro la regnante, Maria stuart, proces-sata per alto tradimento, fu condannata a morte. Elisabetta tentennò a lungo prima di firmare la condanna: si trattava pur sempre di far giustiziare una regina consacrata. Alla fine si risolse e nel febbraio 1587 Maria fu decapitata.
La guerra dell’Invencible armadaLa decapitazione di Maria Stuart spinse Filippo II a rompere gli indugi e a invadere l’inghilterra: era una scelta assai rischiosa, data la posizione insulare della potenza nemica. Nel 1588 Filippo II armò una flotta imponente, l’Invencible armada (“flotta in-vincibile”) [➔ interpretare le fonti, p. 506]. Le grosse navi spagno-le, arrivate nel canale della Manica, si trovarono di fronte la flotta inglese appoggiata dalle navi corsare di Francis Drake, più piccole, agili ed equipaggiate con cannoni più maneggevoli. Subito l’Armada perse alcune navi durante una tempesta. Intanto lo sperato appog-gio della flotta di stanza nei Paesi Bassi non arrivò perché la rivolta in atto, unita alla difficoltà di far salpare le grosse navi incagliate nei bassi fondali, impedì al governatore dei Paesi Bassi di accorrere in aiuto della spedizione.
L’impresa della flotta che il sovrano spagnolo riteneva invincibile si concluse con un’amarissima sconfitta: la flotta fu quasi intera-mente distrutta. La vittoria dell’inghilterra, al contrario, fu il segna-le che sullo scenario europeo stava emergendo una nuova potenza decisa a conquistare l’egemonia commerciale e destinata, nel secolo successivo, ad avere sempre maggiore fortuna, scalzando definitiva-mente la monarchia spagnola dalle più importanti rotte mercantili.
Quando Maria «la Cattolica» tornò in patria nel 1561, scoppiarono rivolte e congiure finché la regina non si arrese e abdicò in favore del figlio Giacomo, allevato nel pro-testantesimo. Rimanere in Scozia non era sicuro per la regina e Maria fu costretta a chiedere asilo all’Inghilterra e alla cugina Elisabetta. Ora Elisabetta aveva fra le mani quella che i cattolici consideravano la sua diretta rivale al trono: per questo Maria fu rinchiusa nella Torre di Londra, da dove continuò ad alimentare le speranze, soprat-tutto spagnole, di una riconquista cattolica.
Cambiamenti sociali, strutturali ed economiciLa società inglese dell’epoca era una fra le più dinamiche dal punto di vista sociale ed economico. La vendita delle proprietà ecclesiastiche al tempo di Enrico VIII e il riassetto giuridico delle campagne avevano rinvigorito uno sviluppo dell’industria agraria che risaliva già al secolo precedente. La nobiltà terriera sapeva sfruttare in modo imprendi-toriale le sue proprietà: con l’incremento dell’allevamento degli ovini per la produzione di lana, il comparto tessile stava diventando il settore di punta dell’economia inglese. Questo comportava la trasformazione a pascolo di vaste aree prima coltivate, con il pas-saggio dagli open-fields, le terre di proprietà comune a disposi-zione dei villaggi, alle enclosures, le “recinzioni” dei terreni, che diventavano proprietà privata della grande aristocrazia, la quale di solito affidava la conduzione degli affari nelle campagne ad amministratori appartenenti alla categoria della gentry.
Grande sostenitrice di questo nuovo ceto fu proprio Elisa-betta che mirava politicamente a sottrarre potere alle casate nobiliari per rafforzare la corona.
Una nuova potenza commercialeTanto i nobili quanto i ceti cittadini benestanti seppero mettere a frutto le loro ricchez-ze nel commercio allora in piena espansione. In esso trovò espressione la vocazione
marittima dell’Inghilterra.Quando la situazione di guerra nei
Paesi Bassi rese difficile l’accesso ai porti continentali della Manica, gli in-glesi cercarono nuove rotte e diedero impulso a nuovi contatti commerciali, i cui giri d’affari sempre più ampi ri-chiesero ben presto società apposite. Fin dal 1555 la Compagnia della Mo-scovia aveva stabilito un flusso com-merciale con i territori russi attra-verso il Baltico, dove si esportavano pannilana e si importavano legname e pellicce; la Compagnia del levan-te (1581) raggiunse i porti del Medi-terraneo, mentre la Compagnia delle indie orientali (1600) 1 pose le basi dell’espansione inglese verso i grandi empori di spezie dell’oceano Indiano.
fLAshbAck Ne abbiamo parlato nel cap. 13 [➔ p. 374]: la privatizzazione di terre demaniali determinò l’arricchimento della gentry, gli amministratori di questi appezzamenti, ai danni dei contadini più poveri.
1587 Inghilterra: decapitazione di Maria Stuart
fLAshbAck Alcuni capitani corsari vennero dotati dal governo inglese di «patenti di corsa», che consentivano loro di assaltare le navi spagnole e di trattenere una percentuale del bottino [➔ cap. 13, p. 375].
George Gower, Elisabetta I e l’Invencible armada, 1588 ca, olio su tavola (Woburn Abbey).
Elisabetta tiene la mano sul globo terrestre, simbolo di autorità, mentre sullo sfondo è raffigurata la disfatta dell’Invencible armada spagnola.
Ogni richiamo a fatti o personaggi studiati in precedenza è assistito.
Le glosse e gli approfondimenti
che affiancano il profilo sono
ordinati in margine.
Su ogni doppia pagina, una linea del tempo che “accende” gli eventi presenti in pagina.
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fonti e storiografia La storia è raccontata attraverso il dialogo di punti di vista e interpretazioni.
38 Unità 1 Lo sviluppo dell’Europa: economia, società, civiltà 1 L’Europa dopo il Mille 39
L’ereditarietà dei feudi
Il Capitolare di Quierzy e la Constitutio de feudis rappresentano due tappe fondamentali nella progressiva concessione dell’ereditarietà, ossia del diritto di tramandare di padre in figlio i benefici, di tutti i feudi. La prima fase di tale processo risale all’877, quando l’imperatore tedesco Carlo II il Calvo scese in Italia.
In tale occasione i nobili al suo seguito chiesero una garanzia per i propri benefici durante la loro assenza. Con il Capitolare di Quierzy, l’imperatore deliberò che, in caso di morte di un conte, il suo beneficio fosse temporaneamente amministrato dal figlio.
Il secondo momento importante di questo processo si ebbe durante il regno dell’imperatore Corrado II il Salico (990-1039). Nel 1036 l’imperatore entrò in conflitto con l’arcivescovo di Milano Ariberto, sino ad allora suo fedele alleato. La città lombarda subì così un duro e lungo assedio da parte di Corrado II, il quale, il 28 maggio 1037, per ottenere l’aiuto dei valvassori, emanò la Constitutio de feudis che sanciva l’ereditarietà di tutti i feudi.
documento 3 | Capitolare di Quierzy
Questi capitoli furono emanati dal glorioso signor imperatore Carlo [il Calvo] con il consenso dei suoi fedeli […].8. Bisogna esaminare come comportarsi nel caso in cui alcuni benefici rimanessero privi del titolare prima del mio ritorno. [...] 9. In caso di morte di un conte il cui figlio sia al mio se-guito, mio figlio1, con altri miei fedeli, scelga, tra i parenti più stretti del conte e maggiormente legati a lui, uno che ammi-nistri la contea insieme con i ministeriali e con il vescovo o fino a quando io non verrò a conoscenza della morte del conte. […] 10. Se qualcuno tra i nostri fedeli, spinto dall’amore per Dio e per noi, dopo la nostra morte vorrà rinunciare al secolo2 ed avrà un figlio od un parente prossimo in grado di agire a favore dello Stato, potrà trasmettergli i suoi feudi come riter-rà più opportuno.
(Monumenta Germaniae Historica, Legum sectio II, 2, a cura di A. Boretius, Impensis Bibliopolii Aulici Hahniani,
Hannover 1883)
1. mio figlio: il figlio di Carlo II il Calvo era Ludovico o Luigi II il Balbo (vale a dire il “balbuziente”).2. rinunciare al secolo: abbracciare la vita ecclesiastica.
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Questa legge fu emanata su richiesta dei conti che erano al seguito di Carlo il Calvo, al quale avevano chiesto delle garanzie per i propri feudi durante la loro assenza.
Il Capitolare, testo legislativo diviso in capitoli, di Quierzy venne promulgato il 15 giugno 877 da Carlo il Calvo poco prima di partire per una spedizione in Italia.
In questo modo i feudi finivano per diventare di fatto dei possedimenti delle famiglie a cui erano stati assegnati.
Comprendi e analizza
1. Che cosa spinse Carlo il Calvo a emanare il Capitolare di Quierzy?
2. Le indicazioni del Capitolare valevano anche per il fu-turo?
3. Tra chi dovevano essere scelti gli amministratori tem-poranei del feudo?
Ricerca e rifletti
4. In che modo il Capitolare di Quierzy modificò il delicato equilibrio di potere, instaurato da Carlo Magno, tra il sovrano e i suoi nobili?
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sintesi, esercizi, Verifiche Il libro di testo deve guidare all’acquisizione del metodo di studio.
LABORATORIO DELLE COMPETENZE 481 480 Unità 4 Religioni e poteri nel Cinquecento
5. In base al testo, quali tra le seguenti affermazioni inerenti al sacco di Roma si possono fare, e quali no? Metti una crocetta per ogni riga.
Sì no
a. Nei forzieri di Castel Sant’Angelo si nascondeva la ricchezza a cui miravano i fanti.
B. L’antipapismo dei fanti era scollegato da sentimenti patriottici.
C. L’imperatore Carlo V avrebbe dovuto essere uno strumento di Roma.
d. I lanzichenecchi volevano far papa Lutero.
Punti ....../2 (0,5 per ogni risposta corretta)
6. Secondo i fanti tedeschi, a chi avrebbero dovuto essere fedeli il papa e i cardinali? Perché?
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Punti ....../2 (1 per ogni risposta corretta)
7. Nella frase «Roma era la meta agognata» (righe 2-3), quale significato ha l’aggettivo «ago-gnata»?
a Odiata.B. Esecrata.
C. Ricchissima.d. Ardentemente desiderata.
Punti ……/1
Totale punti: ....../10
COMPITO DI REALTÀ
Preparazione di un’arringa Sei un avvocato e devi preparare un’arringa, di difesa o d’accusa, circa uno scrittore la cui opera è stata inserita dalla Chiesa nell’Indice dei libri proibiti.
Fase 1 (in classe, per gruppi) Scegliete tutti assieme l’autore su cui incentrare la vostra attenzione. Ad esem-pio Niccolò Machiavelli, il cui Principe fu proibito dalla Chiesa nel 1558, o Giovanni Boccaccio, di cui fu censura-to nello stesso anno il Decameron. Dividetevi poi in due gruppi. Un gruppo preparerà l’arringa d’accusa, mentre l’altro preparerà l’arringa difensiva.
Fase 2 (in classe, per gruppi) Reperite sui libri della vostra biblioteca scolastica e sui siti web le informazio-ni legate all’autore e al testo prescelti. Ciascun gruppo prepari poi la propria arringa, che dovrà essere scritta e
articolata in più punti: meriti/demeriti dell’autore, meri-ti/demeriti dell’opera, richiesta d’assoluzione/richiesta di condanna. Ogni gruppo elegga infine il proprio avvocato, che nella terza fase proporrà l’arringa al resto della classe.
Fase 3 (in classe, per gruppi) Davanti alla classe riuni-ta, i due avvocati leggano la propria arringa: prima parle-rà l’accusa, poi parlerà la difesa. Il giudizio sull’autore e la sua opera sarà emesso dalla classe intera, per votazione a maggioranza, dopo un dibattito sulle due tesi contrap-poste. Il dibattito sarà regolato dall’insegnante e nessun intervento potrà durare più di due minuti.
PER L’ALTERNANZA SCUOLA/LAVORO
Magistratura: lo studio legaleRecati nel più vicino studio legale e chiedi un appunta-mento con l’avvocato che lo gestisce. Quindi sottoponigli un’intervista per capire come funziona la sua professio-ne negli aspetti pratici e logistici. Ecco alcune domande di esempio: quante persone lavorano nello studio? Con
quali mansioni? Quali orari? Qual è l’iter burocratico per aprire uno studio? Quindi discuti con lui dell’importanza della documentazione storica nell’attività legale: quali fonti o archivi consulta? in che modo? dove?
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LABORATORIO DELLE COMPETENZE 481 480 Unità 4 Religioni e poteri nel Cinquecento
5. In base al testo, quali tra le seguenti affermazioni inerenti al sacco di Roma si possono fare, e quali no? Metti una crocetta per ogni riga.
Sì no
a. Nei forzieri di Castel Sant’Angelo si nascondeva la ricchezza a cui miravano i fanti.
B. L’antipapismo dei fanti era scollegato da sentimenti patriottici.
C. L’imperatore Carlo V avrebbe dovuto essere uno strumento di Roma.
d. I lanzichenecchi volevano far papa Lutero.
Punti ....../2 (0,5 per ogni risposta corretta)
6. Secondo i fanti tedeschi, a chi avrebbero dovuto essere fedeli il papa e i cardinali? Perché?
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Punti ....../2 (1 per ogni risposta corretta)
7. Nella frase «Roma era la meta agognata» (righe 2-3), quale significato ha l’aggettivo «ago-gnata»?
a Odiata.B. Esecrata.
C. Ricchissima.d. Ardentemente desiderata.
Punti ……/1
Totale punti: ....../10
COMPITO DI REALTÀ
Preparazione di un’arringa Sei un avvocato e devi preparare un’arringa, di difesa o d’accusa, circa uno scrittore la cui opera è stata inserita dalla Chiesa nell’Indice dei libri proibiti.
Fase 1 (in classe, per gruppi) Scegliete tutti assieme l’autore su cui incentrare la vostra attenzione. Ad esem-pio Niccolò Machiavelli, il cui Principe fu proibito dalla Chiesa nel 1558, o Giovanni Boccaccio, di cui fu censura-to nello stesso anno il Decameron. Dividetevi poi in due gruppi. Un gruppo preparerà l’arringa d’accusa, mentre l’altro preparerà l’arringa difensiva.
Fase 2 (in classe, per gruppi) Reperite sui libri della vostra biblioteca scolastica e sui siti web le informazio-ni legate all’autore e al testo prescelti. Ciascun gruppo prepari poi la propria arringa, che dovrà essere scritta e
articolata in più punti: meriti/demeriti dell’autore, meri-ti/demeriti dell’opera, richiesta d’assoluzione/richiesta di condanna. Ogni gruppo elegga infine il proprio avvocato, che nella terza fase proporrà l’arringa al resto della classe.
Fase 3 (in classe, per gruppi) Davanti alla classe riuni-ta, i due avvocati leggano la propria arringa: prima parle-rà l’accusa, poi parlerà la difesa. Il giudizio sull’autore e la sua opera sarà emesso dalla classe intera, per votazione a maggioranza, dopo un dibattito sulle due tesi contrap-poste. Il dibattito sarà regolato dall’insegnante e nessun intervento potrà durare più di due minuti.
PER L’ALTERNANZA SCUOLA/LAVORO
Magistratura: lo studio legaleRecati nel più vicino studio legale e chiedi un appunta-mento con l’avvocato che lo gestisce. Quindi sottoponigli un’intervista per capire come funziona la sua professio-ne negli aspetti pratici e logistici. Ecco alcune domande di esempio: quante persone lavorano nello studio? Con
quali mansioni? Quali orari? Qual è l’iter burocratico per aprire uno studio? Quindi discuti con lui dell’importanza della documentazione storica nell’attività legale: quali fonti o archivi consulta? in che modo? dove?
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ESSERE CITTADINI RESPONSABILI 163 162 Unità 1 Lo sviluppo dell’Europa: economia, società, civiltà
SCALETTA
Fase 1 Brainstorming
1. Che cosa mi ricordo sugli ordini mendicanti? 2. Che cosa differenzia i francescani dai domenicani?3. Approfondisco il significato su vocabolari cartacei o online:
mendicante – ordini m., quegli ordini religiosi (domenicani, francescani, agostiniani, carmelitani ecc.) a cui le primitive regole vietavano di possedere beni e rendite, e imponevano di
trarre i mezzi di sostentamento dall’elemosina o dal proprio lavoro; frati m., i frati appartenenti a questi ordini.
(www.treccani.it/vocabolario/mendicante/)
❚ Questa definizione collima con quanto ho studiato sul profilo? Contiene informazioni differenti? Se sì quali? Questa definizione si collega a qualche brano letto in classe? Se sì quale ecc.
Fase 2 Analisi dei brani
❚ Compila sul tuo quaderno una tabella simile alla seguente con la sintesi del contenuto dei brani.
Brano 1 Brano 2 Brano 3 Brano 4
I frati sono distinti dai monaci e le loro residenze si chiamano monasteri. Essi sono contraddistinti dall’impegno sociale.
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❚ Compila sul tuo quaderno una tabella simile alla seguente con informazioni aggiuntive sull’autore, da raccogliere anche mediante una breve ricerca.
Brano 1 Brano 2 Brano 3 Brano 4
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Grado G. Merlo è professore universi-tario, insegna Storia del cristianesimo. La sua ricerca si è focalizzata sui movi-menti religiosi nel Medioevo.
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Fase 3 Struttura argomentativa
❚ Sintetizza la struttura argomentativa del tuo saggio completando la seguente scaletta.
Tesi: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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Antitesi: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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Titolo provvisorio: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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Fase 4 Stesura e revisione
❚ Scrivere il testo seguendo la scaletta. ❚ Rileggere l’elaborato. ❚ Scegliere il titolo definitivo.
Tipologia C TEMA dI ORdINE STORICO
La rinascita della città fu determinata da molteplici cause: la ripresa dell’agricoltura per mezzo delle in-novazioni, la conseguente apertura degli scambi di lungo raggio, la nascita delle corporazioni e la riorga-nizzazione dei circuiti monetari e del credito. Questi fenomeni generarono un’embrionale globalizzazione di alcune zone del mondo allora conosciuto.Il candidato si cimenti a descrivere il processo sopra riportato, facendo eventualmente opportuni colle-gamenti con le recenti dinamiche di organizzazione del mondo attuale.
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458 Unità 4 Religioni e poteri nel Cinquecento 16 La Chiesa cattolica della Controriforma 459
Biografiagian Pietro Carafa (1476-1559)Di nobile famiglia campana, compì studi da umanista sotto la gui-da di uno zio cardinale che lo introdusse presso Alessandro VI. Succeduto allo zio come ve-scovo di Chieti, svolse missio-ni diplomatiche presso diversi sovrani europei. Inizialmente su posizioni inclini alla riforma della Chiesa, passò alla difesa dell’ortodossia e del primato pontificio, princìpi sui quali fon-dò la congregazione dei chieri-ci regolari alla quale prese egli stesso parte, donando tutti i propri beni. Fuggito dal carce-re dopo il sacco di Roma, ripa-rò a Venezia fino al 1536, anno in cui Paolo III lo fece cardina-le e lo fece partecipare ai lavori della commissione che avrebbe elaborato il Consilium de emen-danda ecclesia. Ottenne poi di fondare il Sant’Uffizio. Parteci-pò al concilio di Trento. Fu elet-to papa nel 1555 con il nome di Paolo IV.
Biografiagaetano di Thiene (1480-1547) Di nobile famiglia veneta, nel 1524 a Roma fondò con altri tre sacer-doti la congregazione dei chie-rici regolari che fu detta poi dei «teatini». Imprigionato dopo il sacco di Roma dai lanzichenec-chi, riparò a Venezia e quindi a Napoli dove rimase sino alla morte, salvo che per la parte-cipazione ai capitoli generali della congregazione dei teati-ni. Promosse ospedali e opere di assistenza caritativa. Difese le posizioni cattoliche ufficiali nei riguardi di Juan de Valdés, Pietro Martire Vermigli e Ber-nardino Ochino.
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1. Il tramonto del Papato rinascimentaleCon la diffusione delle idee riformate il Papato, inteso come istituzione, fu col-pito in profondità: di fronte al dilagare del protestantesimo la Chiesa romana, pur re-primendo ogni fermento eterodosso, non poteva ignorare quelle istanze di riforma che si stavano manifestando tra i suoi stes-
si fedeli. Benché Clemente VII evitasse la convocazione di un concilio sullo scisma in atto fra protestanti e cattolici, all’interno della Chiesa qualcosa si mosse, anche se inizialmente su posizioni di intransigenza: nel 1524 nacque l’ordine dei «chierici re-golari», fustigatori dell’eresia protestante.
Il Papato da Leone X a Clemente VIIMorto Giulio II della Rovere, nel 1513 ascese al soglio pontificio papa Leone X, esponente della casata fiorentina dei Medici. Questi proseguì nel mecenatismo del suo predeces-sore e soprattutto nel nepotismo, favorendo esponenti della sua famiglia come Giulio de’ Medici, figlio di Giuliano, al quale concesse un numero tale di benefici ecclesiastici che lo storico a lui contemporaneo Marino sanuto nei suoi Diarii commentava: «siché [sic] al mar va l’acqua». Nel 1513 Giulio ottenne anche il cappello cardinalizio, malgrado formalmente non potesse aspirare alla carica in quanto figlio naturale. Morto Leone X, nel 1521 Giulio sperò di essere eletto papa ma il partito antimediceo gli preferì Adriano da Utrecht, che prese il nome di adriano Vi e morì prematuramente nel 1523. Era infine arrivato il momento di Giulio de’ Medici che, eletto dopo un conclave sofferto, salì al so-glio pontificio come clemente Vii. Durante il suo pontificato egli ridimensionò i fasti rinascimentali della corte di Roma e diede avvio a una prima riforma del clero e della curia in vista del giubileo che si sarebbe svolto nel 1525.
Clemente VII e la mancata convocazione del concilioIl pontificato di Clemente VII fu ricco di eventi simbolici tra i quali il più significativo fu il sacco di roma del 1527. Esso rappresentò – come si è detto – un duro colpo per l’imma-gine di Carlo V. L’imperatore propo-se quindi un accordo per far sì che il papa si impegnasse a convocare un concilio generale per sanare lo sci-sma protestante divampato nei ter-ritori dell’Impero. Lo scontro con-fessionale in Germania stava infatti mettendo a dura prova la stabilità dell’Impero e Carlo temeva le con-seguenze del protrarsi dello scisma.
Il pontefice a parole si disse dispo-nibile a indire un concilio, ma solo dopo che si fosse raggiunta la pace, e ribadì tale posizione anche in occa-sione dell’incoronazione a impera-tore di Carlo V che, su suo suggeri-mento, avvenne a Bologna, anziché a
l’ess
enzi
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1513 Roma: elezione di Leone X
1530 Bologna: incoronazione di Carlo V
1524 Roma: riconoscimento dei chierici teatini
flashBaCk Dopo la sconfitta a Pavia nel 1525, Francesco I di Francia aveva mosso nuovamente guerra a Carlo V con una coalizione, la Lega di Cognac, alla quale aveva aderito anche il papa. Per punire Roma di questo affronto, le truppe lanzichenecche dell’imperatore invasero e saccheggiarono la Città eterna.
1527 Roma: sacco della città
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538 Unità 5 L’Europa delle nazioni e delle religioni 18 Vecchi e nuovi Imperi tra xvi e xvii secolo 539
CONFRONTARE le interpretazioniImperi occidentali e orientali
Nella seconda metà del Cinquecento l’Europa appare stremata da decenni di guerra. La Spagna, spossata dal prolungato conflitto contro le potenze protestanti e i turchi, versa in condizioni economiche critiche. La Germania, raggiunta temporaneamente la pace religiosa grazie agli accordi di Augusta (1555), fa l’esperienza della difficile convivenza tra le diverse confessioni dei propri territori, che sfoceranno presto nell’intolleranza religiosa. Spostandoci a Oriente si assiste all’avanzata nei Balcani dell’Impero ottomano, contenuto a fatica dagli Asburgo d’Austria e all’espansione e al consolidarsi dell’assolutismo degli zar in Russia con l’insediamento della dinastia dei Romanov nel 1613.
documento 1 | La crisi economica della Castigliaautore e oPera John Huxtable Elliott, dopo aver inse-gnato Storia della Spagna presso le Università di Londra (1968-73) e di Princeton (1973-90), è professore emerito di Storia moderna a Oxford. Suo principale interesse è sempre stato lo studio della monarchia spagnola tratta-ta in stretta connessione con le sue propaggini colonia-li. Tra le sue opere sono da ricordare Richelieu e Olivares (1984, trad. it. 1990), La Spagna e il suo mondo, 1500-1700 (1989, trad. it. 1996) e Imperi dell’Atlantico. America britan-nica e America spagnola, 1492-1830 (2006, trad. it. 2010).
PercHé Lo Leggiamo In questo denso saggio Elliott traccia un profilo della storia della Spagna, a partire soprattut-to dalla Castiglia, il cuore pulsante dello Stato iberico. Lo storico inglese ripercorre la vicenda imperiale degli Asburgo della fine del Quattrocento, dal suo fulgore rag-giunto con i regni di Carlo V e di suo figlio Filippo II sino alla sua decadenza nel Seicento. In questo brano Elliott mostra come nella seconda metà del Cinquecento l’economia castigliana fosse esausta e in profonda crisi.
L’esodo dalle campagne verso le città finì per trasformare gradualmente la Castiglia in una terra di villages désertés con conseguenze tragiche per lo sviluppo agricolo del Paese. In tutta l’area mediterranea, la seconda metà del Cinquecento fu un periodo in cui la
produzione alimentare ottenuta in loco si palesò sempre più insufficiente ad una popolazione che era ancora in fase di crescita. La Castiglia, con il diradarsi della sua manodopera agricola non fece eccezione alla regola e dal 1570 cominciò a dipendere per il rifornimento di derrate (cereali) dall’Europa settentrionale e orientale. Quindi, dopo il 1570 in Castiglia i prezzi del grano furono in ascesa; i campi erano abbandonati e il Paese si trovò sempre più strettamente vin-colato ad un’Europa del Nord da cui già stava importando quei manufatti che le sue industrie non riuscivano più a fabbricare a prezzi competitivi. Le Cortes della Castiglia non facevano che lamentare la decadenza dell’agricoltura, ma ben poco si fece per prevenirla. Le riforme radicali di cui c’era un concreto bisogno avrebbero potuto essere attuate solo con uno sforzo collettivo e con un ripensamento delle priorità nazionali: sforzo e ripensamento dovevano però essere così drastici da risultare inconcepibili.Gli ostacoli fisici e geografici alla crescita economica si presentavano in Castiglia senz’altro tanto gravi da far disperare della possibilità di superarli. Il suolo era povero, il clima sfavorevole e le co-municazioni interne erano terribilmente difficili. Stando così le cose, gli eventuali miglioramenti – si pensi a piani di irrigazione o di costruzioni stradali – richiedevano uno sforzo di collaborazio-ne e l’investimento di capitali cospicui. La città di Toledo, ad esempio, con la sua operosa industria della seta, era riuscita a conservare la propria prosperità nonostante che, nel 1561, Filippo II avesse trasferito la capitale a Madrid. Ma nel caso di Toledo l’espansione economica aveva potuto durare grazie al fatto che la città era riuscita a migliorare le sue comunicazioni con l’esterno.
(J.H. Elliott, La Spagna imperiale, trad. it. di A. Ca’ Rossa, il Mulino, Bologna 1982)
Comprendi e analizza
1. Quale causa determinò la crisi agricola della Spagna?2. Quale fenomeno demografico acuì gli effetti della crisi
agricola?3. In che modo Toledo riuscì a superare indenne la crisi
economica di fine Cinquecento?
Ricerca e rifletti
4. Rifletti sul documento e sui paragrafi del capitolo ri-guardanti l’Italia spagnola. Quali somiglianze e diffe-renze riscontri nella situazione economica delle due aree geografiche?
VISUALIZZARE le informazioni DidatticaINCLUSIVA
Spagna
splendore
Russia Impero ottomano
Impero persiano
declino
Pax hispanica
Siglo de oro per la cultura
aumento dell’inflazione
arretramento dell’economia
irrigidimento dei rapporti sociali
contrasti religiosi fra cattolici e protestanti
minaccia ottomana
mancanza di una burocrazia di funzionari
debolezza economica
oro e argento
americani
Sacro romano impero
religione islamica sciita
ImPeRI fRa xvI e xvII SecOLO
Ivan IV il Terribile sul trono (1546-84)
rafforzamento del potere
acquisizione del titolo
di zar
conquista di nuovi territori: nasce
l’Impero
convocazione di un concilio
religioso
creazione della Duma
economia politica estera
esaurimento della spinta espansiva
subalternità militare
all’Occidente
aumento delle
importazioni dall’Europa
scarsità di liquidità
aumento dell’inflazione
dinastia dei Safavidi (1501-1736)
Ismail shah di Persia (1501)
inclusiVità I box L’essenziale, che aprono ogni paragrafo, e le mappe concettuali di fine capitolo in font ad alta leggibilità aiutano i ragazzi a non perdersi e costituiscono una corsia rapida di studio o ripasso.
334 Unità 3 L’espansione europea nel mondo 11 L’Europa alla scoperta del mondo 335
CONFRONTARE le interpretazioniStorie sul Nuovo Mondo
La scoperta dell’America, o del Nuovo Mondo come dicevano i contemporanei, fu un evento capitale della storia moderna, perché contribuì in maniera determinante a mutare la visione del mondo.La ricerca di una via alternativa per procurarsi le spezie direttamente dalle Indie, e aggirare così il monopolio veneziano, spinse arditi navigatori a cercare nuove rotte e a inoltrarsi nell’oceano Atlantico, scoprendo tra l’Europa e le Indie un nuovo continente. Molti storici si sono concentrati sui primi viaggi degli esploratori, sulle difficoltà della navigazione e sull’impatto che tali scoperte ebbero sulla mentalità degli europei.
documento 1 | Il viaggio di Vasco da Gamaautore e oPera Glenn J. Ames (1955-2010), dopo aver con-seguito il dottorato nel 1987 all’Università del Minnesota, divenne docente di Storia del Portogallo e della Francia all’Università di Toledo nell’Ohio, materia che insegnò dal 1990 al 2010. Tra le sue opere sono da ricordare Col-bert, mercantilism and the French quest for Asian trade (“Col-bert, il mercantilismo e l’aspirazione francese al com-mercio asiatico”, 1996) e Vasco da Gama (2005).
PercHé lo leGGiamo In questo saggio lo storico statuni-tense ricostruisce la storia delle esplorazioni europee in tutto il mondo fra il Cinquecento e il Settecento. Esse rappresentarono il preludio della formazione dei gran-di Imperi coloniali dell’Età moderna: quello portoghe-se (Asia e Brasile), spagnolo (Nuovo Mondo), olandese (Asia), inglese (America del Nord e India) e francese (iso-le caraibiche e Canada). Nel brano seguente Ames descrive il difficile viaggio in India di Vasco da Gama (forse 1469-1524) del 1497-98, in cui perse il fratello Paulo (1465-99) e due navi.
Nel gennaio 1497 il nuovo re Emanuele I1 nominò Vasco da Gama comandante della spe-dizione lungamente attesa per l’India. […] La squadra di Gama salpò per l’India solo nel 1497, cioè nove anni dopo il rientro di Dias2. Perché questa lunga attesa? […] Nel
1494 venne siglato l’accordo di Tordesillas, che rappresentava un vero trionfo diplomatico per il Portogallo. L’accordo, infatti, fissava la linea di demarcazione a 270 leghe più a ovest di quan-to previsto dalla bolla Inter Caetera. Di conseguenza, i portoghesi si garantivano il controllo sul passaggio oceanico per l’India, gran parte dell’Atlantico meridionale e il Brasile. Anche la mor-te di Giovanni II e i problemi legati alla sua successione concorsero a procrastinare la data del primo viaggio per l’India.La flotta di Gama era composta di quattro navi […, che] salparono da Lisbona nel luglio 1497 con 170 uomini a bordo. […] Il Capo di Buona Speranza venne doppiato il 22 novembre. Nell’oceano Indiano Vasco da Gama si scontrò con il radicato potere economico degli arabi, la cui ostilità religiosa ed economica complicò il suo compito lungo la costa dell’Africa orientale nel corso del-la sua sosta in Mozambico (marzo 1498), e soprattutto a Mombasa (aprile 1498), dove il sultano locale cercò di disperdere la sua flotta con un attacco notturno. Gama ricevette un’accoglienza più favorevole a Malindi, ottenendo un abile pilota che guidò i lusitani attraverso il mare Ara-bico fino alle coste traboccanti di spezie del Malabar, in India, dove la spedizione approdò infi-ne nel maggio 1498. […] Gama riprese il mare con un notevole carico di spezie [… approdando] a Lisbona in luglio e agosto 1499. Dopo avere seppellito il fratello Paulo a Terceira nelle Azzorre, Gama rientrò in patria in settembre. Ricevette il titolo distintivo di dom, una cospicua pensione annua e altre ricompense, incluso il titolo di «ammiraglio dei mari indiani».
(G.J. Ames, L’età delle scoperte geografiche, 1500-1700, trad. it. di R. Falcioni, il Mulino, Bologna 2011)
Comprendi e analizza
1. Quanto durò e quali furono le principali tappe del viag-gio in India di Vasco da Gama?
2. Come venne accolto da Gama dai sultani indiani?3. Chi perse da Gama durante il viaggio?
Ricerca e rifletti
4. Sulla base della lettura di Ames e del capitolo descrivi le principali caratteristiche dell’Impero coloniale por-toghese.
1. emanuele i: Emanuele I (1469-1521) fu re del Portogallo dal 1495 alla morte, succedendo a Giovanni II (1455-95), che ave-va regnato dal 1481 alla morte.2. Dias: il navigatore portoghe-se Bartolomeo Diaz (1450-1500) fu il primo a doppiare il capo delle Tempeste, che da allora venne chiamato capo di Buo-na Speranza e a giungere così nelle Indie nel 1488.
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520 Unità 5 L’Europa delle nazioni e delle religioni 18 Vecchi e nuovi Imperi tra xvi e xvii secolo 521
18 Vecchi e nuovi Imperi tra xvi e xvii secolo
il ghetto di venezia
Nella seconda metà del Cinquecento si contrapposero, in Europa, due modelli di Stato: la monarchia cattolica spagnola, tradizionalista e dominata dagli interessi dell’aristocrazia, e quella parlamentare inglese, protestante e mercantile. Dal conflitto fra le due
simbolo i ghetti, quartieri chiusi in cui gli ebrei vivevano separati dai cristiani. Nel Seicento molte città si dotarono di queste aree di marginalizzazione. I ghetti, afflitti da cronici problemi di sovraffollamento, contribuirono al cristallizzarsi dell’identità ebraica e al radicarsi nella mentalità cristiana di una separazione fra le due culture.
potenze uscì vincitrice l’Inghilterra, ma ciò non impedì alla Spagna di conoscere una fase di splendore artistico e culturale, nota come pax hispanica. Si trattava però di una stabilità oppressiva, come si nota nell’Italia finita in larga parte sotto il controllo spagnolo. Qui ne sono
Politica SocietàTecnologia, scienza e cultura
1546 Ivan IV zar di Russia
1556 Filippo II re di Spagna
1558 Ferdinando I eletto imperatore
1559 Pace di Cateau-Cambrésis Pubblicazione dell’Indice dei libri proibiti
1562 Inizio delle guerre di religione in Francia
1563 I Savoia trasferiscono la capitale da Chambéry a Torino
Si chiude il concilio di Trento
Catechismo di Heidelberg, cioè canone dottrinale dei calvinisti tedeschi
1566 Morte di Solimano il Magnifico
1571 Battaglia di Lepanto
1572 Strage di San Bartolomeo
1578 Inizia una sanguinosa guerra fra ottomani e persiani
El Greco termina il ciclo di dipinti per l’Escorial
1584 In Russia inizio del «periodo dei torbidi»
1598 Editto di Nantes
Filippo III sul trono di Spagna
Comincia la pax hispanica
Il secolo si chiude con un incremento demografico in Italia di circa il 15% in 50 anni
1604 La Spagna firma la pace con l’Inghilterra
1605-07 Guerra dell’interdetto Miguel Cervantes completa il Don Chisciotte
1609 La Spagna firma la tregua con le Province Unite
In Spagna i moriscos sono espulsi dal Paese
1613 Michail Romanov diventa zar
1623 Bernini riceve l’incarico di realizzare il baldacchino di San Pietro
1630 Si chiude il «secolo dei genovesi»
ORIEN
TARSI nel TEMPO
1 A Venezia era stata individuata una zona della città nella quale confinare gli ebrei. Il termine «ghetto» proviene da getto, ossia “fonderia”, poiché la zona assegnata agli ebrei si trovava presso le fonderie della Serenissima.
4 Agli ebrei era imposto il coprifuoco e di notte si controllava che nessuno uscisse dal ghetto. Dovevano inoltre indossare segni di riconoscimento che li identificassero come ebrei.
2 I ghetti erano chiusi da porte sorvegliate, aperte solo nelle ore diurne. A Venezia l’isolamento del ghetto ebraico dal resto della città era ancora più marcato dal fatto che esso era completamente circondato dall’acqua.
La diaspora e la ghettizzazione ebraica
1492 Espulsione degli ebrei dai domìni spagnoli
1516 Primo ghetto ebraico a Venezia; obbligo per gli ebrei di indossare un segno di riconoscimento
1555 Espulsione degli ebrei dallo Stato della Chiesa (ad eccezione di Roma e Ancona)
1566 A Bologna gli ebrei sono costretti nei ghetti
1571 A Firenze gli ebrei sono costretti nei ghetti
1797 Napoleone Bonaparte chiude il ghetto di Venezia: la ghettizzazione si avvia alla fine
5 Ogni rapporto sociale tra ebrei e cristiani (matrimoni, cessioni di proprietà, rapporti di lavoro) veniva rigorosamente proibito per impedire che si verificasse una «contaminazione religiosa».
3 Caratteristica dei ghetti ebraici fu l’altezza delle case, che avevano più piani del consueto: poiché gli ebrei potevano vivere solo all’interno del ghetto, la necessità di nuovi spazi fu risolta sopraelevando gli edifici.
6 I ghetti erano dominati dalla presenza di recinzioni e dalla conseguente impossibilità di allargamento, dunque da cronici problemi di sovraffollamento.
grandi infograficheOgni capitolo si apre con una grande infografica commentata che rappresenta un luogo della storia significativo.
La storia si gioca su due coordinate essenziali:
lo spazio e il tempo. queste aperture di capitolo
inquadrano gli eventi con concretezza visuale.
una linea del tempo su tre colonne mette a raffronto eventi di politica, società,
cultura.
Navi inglesi per il trasporto del tabacco lungo il fiume James in Virginia, xvii secolo, incisione.
502 Unità 5 L’Europa delle nazioni e delle religioni 17 Spagna, Inghilterra e Francia nel secondo Cinquecento 503
1571 Grecia: battaglia di Lepanto
1572 Francia: strage di San Bartolomeo (24/08)
1580 Portogallo: annessione alla Spagna
1547 Inghilterra: morte di Enrico VIII
1556-98 Spagna: Filippo II sul trono
1598 Francia: editto di Nantes
1558 Inghilterra: Elisabetta I sul trono
1566 Spagna: rivolta dei moriscos Paesi Bassi: rivolta antispagnola
1581 Paesi Bassi: indipendenza delle Province Unite
1562 Francia: inizio delle guerre di religione
dAti e dAteesportazioni della compagnia delle indie orientali (1600-19)Il grafico mostra l’aumento del-le esportazioni della Compa-gnia a inizio Seicento.
(W. Reinhard, Storia dell’espansione europea, Guida, Napoli 1987, p. 251)
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01600 1603 1606 1609 1612 1615 1619
Valore in denaro Merci
Nel 1584 gli inglesi sbarcarono in nord america dove, 20 anni dopo, avrebbero fonda-to la prima colonia inglese chiamata Virginia in onore di Elisabetta, «la regina vergine».
L’Inghilterra si avviava a diventare la dominatrice incontrastata degli oceani, po-nendo le basi di quella supremazia marittima che avrebbe caratterizzato il xviii e xix secolo. Questa supremazia fu raggiunta anche attraverso una vera e propria guerra condotta con azioni piratesche contro la potenza spagnola nell’Atlantico: era la «guer-ra di corsa». Le azioni di pirateria, infatti, erano dirette contro i convogli spagnoli che percorrevano l’oceano carichi di metalli preziosi.
Lungi dal disconoscere le loro imprese, la regina Elisabetta fece di questi corsari uno strumento della sua politica estera: ad esempio concesse loro garanzie che ne regolariz-zavano l’attività stabilendo una quota del bottino da destinare alle casse della corona.
Le ostilità con la Spagna e il ruolo di Maria StuartLe incursioni corsare divennero sempre più frequenti a partire dal 1585. Era solo uno de-gli aspetti della politica di Elisabetta che risultavano indigesti, se non ostili, alla Spagna. Altri erano gli aiuti ai Paesi bassi e i contatti che l’Inghilterra stava cercando di instau-rare con l’impero ottomano per garantirsi commerci nel Mediterraneo. Senza contare la questione religiosa e l’ostilità nei confronti del cattolicesimo. Quello tra Spagna e In-ghilterra era dunque uno scontro destinato ad acuirsi poiché metteva in discussione le basi stesse dell’egemonia spagnola tanto nel Mediterraneo quanto nell’oceano Atlantico.
Da tempo alla corte di Elisabetta si temevano attacchi cattolici finanziati dalla Spa-gna per insediare sul trono Maria Stuart, rinchiusa nella Torre di Londra. Dopo che fu scoperto un ennesimo tentativo di congiura contro la regnante, Maria stuart, proces-sata per alto tradimento, fu condannata a morte. Elisabetta tentennò a lungo prima di firmare la condanna: si trattava pur sempre di far giustiziare una regina consacrata. Alla fine si risolse e nel febbraio 1587 Maria fu decapitata.
La guerra dell’Invencible armadaLa decapitazione di Maria Stuart spinse Filippo II a rompere gli indugi e a invadere l’inghilterra: era una scelta assai rischiosa, data la posizione insulare della potenza nemica. Nel 1588 Filippo II armò una flotta imponente, l’Invencible armada (“flotta in-vincibile”) [➔ interpretare le fonti, p. 506]. Le grosse navi spagno-le, arrivate nel canale della Manica, si trovarono di fronte la flotta inglese appoggiata dalle navi corsare di Francis Drake, più piccole, agili ed equipaggiate con cannoni più maneggevoli. Subito l’Armada perse alcune navi durante una tempesta. Intanto lo sperato appog-gio della flotta di stanza nei Paesi Bassi non arrivò perché la rivolta in atto, unita alla difficoltà di far salpare le grosse navi incagliate nei bassi fondali, impedì al governatore dei Paesi Bassi di accorrere in aiuto della spedizione.
L’impresa della flotta che il sovrano spagnolo riteneva invincibile si concluse con un’amarissima sconfitta: la flotta fu quasi intera-mente distrutta. La vittoria dell’inghilterra, al contrario, fu il segna-le che sullo scenario europeo stava emergendo una nuova potenza decisa a conquistare l’egemonia commerciale e destinata, nel secolo successivo, ad avere sempre maggiore fortuna, scalzando definitiva-mente la monarchia spagnola dalle più importanti rotte mercantili.
Quando Maria «la Cattolica» tornò in patria nel 1561, scoppiarono rivolte e congiure finché la regina non si arrese e abdicò in favore del figlio Giacomo, allevato nel pro-testantesimo. Rimanere in Scozia non era sicuro per la regina e Maria fu costretta a chiedere asilo all’Inghilterra e alla cugina Elisabetta. Ora Elisabetta aveva fra le mani quella che i cattolici consideravano la sua diretta rivale al trono: per questo Maria fu rinchiusa nella Torre di Londra, da dove continuò ad alimentare le speranze, soprat-tutto spagnole, di una riconquista cattolica.
Cambiamenti sociali, strutturali ed economiciLa società inglese dell’epoca era una fra le più dinamiche dal punto di vista sociale ed economico. La vendita delle proprietà ecclesiastiche al tempo di Enrico VIII e il riassetto giuridico delle campagne avevano rinvigorito uno sviluppo dell’industria agraria che risaliva già al secolo precedente. La nobiltà terriera sapeva sfruttare in modo imprendi-toriale le sue proprietà: con l’incremento dell’allevamento degli ovini per la produzione di lana, il comparto tessile stava diventando il settore di punta dell’economia inglese. Questo comportava la trasformazione a pascolo di vaste aree prima coltivate, con il pas-saggio dagli open-fields, le terre di proprietà comune a disposi-zione dei villaggi, alle enclosures, le “recinzioni” dei terreni, che diventavano proprietà privata della grande aristocrazia, la quale di solito affidava la conduzione degli affari nelle campagne ad amministratori appartenenti alla categoria della gentry.
Grande sostenitrice di questo nuovo ceto fu proprio Elisa-betta che mirava politicamente a sottrarre potere alle casate nobiliari per rafforzare la corona.
Una nuova potenza commercialeTanto i nobili quanto i ceti cittadini benestanti seppero mettere a frutto le loro ricchez-ze nel commercio allora in piena espansione. In esso trovò espressione la vocazione
marittima dell’Inghilterra.Quando la situazione di guerra nei
Paesi Bassi rese difficile l’accesso ai porti continentali della Manica, gli in-glesi cercarono nuove rotte e diedero impulso a nuovi contatti commerciali, i cui giri d’affari sempre più ampi ri-chiesero ben presto società apposite. Fin dal 1555 la Compagnia della Mo-scovia aveva stabilito un flusso com-merciale con i territori russi attra-verso il Baltico, dove si esportavano pannilana e si importavano legname e pellicce; la Compagnia del levan-te (1581) raggiunse i porti del Medi-terraneo, mentre la Compagnia delle indie orientali (1600) 1 pose le basi dell’espansione inglese verso i grandi empori di spezie dell’oceano Indiano.
fLAshbAck Ne abbiamo parlato nel cap. 13 [➔ p. 374]: la privatizzazione di terre demaniali determinò l’arricchimento della gentry, gli amministratori di questi appezzamenti, ai danni dei contadini più poveri.
1587 Inghilterra: decapitazione di Maria Stuart
fLAshbAck Alcuni capitani corsari vennero dotati dal governo inglese di «patenti di corsa», che consentivano loro di assaltare le navi spagnole e di trattenere una percentuale del bottino [➔ cap. 13, p. 375].
George Gower, Elisabetta I e l’Invencible armada, 1588 ca, olio su tavola (Woburn Abbey).
Elisabetta tiene la mano sul globo terrestre, simbolo di autorità, mentre sullo sfondo è raffigurata la disfatta dell’Invencible armada spagnola.
Profilo assistitoPer studiare ci vuole ordine, ma per insegnare l’ordine ci vuole un libro di testo esemplare. La grafica di questo manuale evita la dispersione senza rinunciare alla ricchezza.
Navi inglesi per il trasporto del tabacco lungo il fiume James in Virginia, xvii secolo, incisione.
502 Unità 5 L’Europa delle nazioni e delle religioni 17 Spagna, Inghilterra e Francia nel secondo Cinquecento 503
1571 Grecia: battaglia di Lepanto
1572 Francia: strage di San Bartolomeo (24/08)
1580 Portogallo: annessione alla Spagna
1547 Inghilterra: morte di Enrico VIII
1556-98 Spagna: Filippo II sul trono
1598 Francia: editto di Nantes
1558 Inghilterra: Elisabetta I sul trono
1566 Spagna: rivolta dei moriscos Paesi Bassi: rivolta antispagnola
1581 Paesi Bassi: indipendenza delle Province Unite
1562 Francia: inizio delle guerre di religione
dAti e dAteesportazioni della compagnia delle indie orientali (1600-19)Il grafico mostra l’aumento del-le esportazioni della Compa-gnia a inizio Seicento.
(W. Reinhard, Storia dell’espansione europea, Guida, Napoli 1987, p. 251)
1
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Valore in denaro Merci
Nel 1584 gli inglesi sbarcarono in nord america dove, 20 anni dopo, avrebbero fonda-to la prima colonia inglese chiamata Virginia in onore di Elisabetta, «la regina vergine».
L’Inghilterra si avviava a diventare la dominatrice incontrastata degli oceani, po-nendo le basi di quella supremazia marittima che avrebbe caratterizzato il xviii e xix secolo. Questa supremazia fu raggiunta anche attraverso una vera e propria guerra condotta con azioni piratesche contro la potenza spagnola nell’Atlantico: era la «guer-ra di corsa». Le azioni di pirateria, infatti, erano dirette contro i convogli spagnoli che percorrevano l’oceano carichi di metalli preziosi.
Lungi dal disconoscere le loro imprese, la regina Elisabetta fece di questi corsari uno strumento della sua politica estera: ad esempio concesse loro garanzie che ne regolariz-zavano l’attività stabilendo una quota del bottino da destinare alle casse della corona.
Le ostilità con la Spagna e il ruolo di Maria StuartLe incursioni corsare divennero sempre più frequenti a partire dal 1585. Era solo uno de-gli aspetti della politica di Elisabetta che risultavano indigesti, se non ostili, alla Spagna. Altri erano gli aiuti ai Paesi bassi e i contatti che l’Inghilterra stava cercando di instau-rare con l’impero ottomano per garantirsi commerci nel Mediterraneo. Senza contare la questione religiosa e l’ostilità nei confronti del cattolicesimo. Quello tra Spagna e In-ghilterra era dunque uno scontro destinato ad acuirsi poiché metteva in discussione le basi stesse dell’egemonia spagnola tanto nel Mediterraneo quanto nell’oceano Atlantico.
Da tempo alla corte di Elisabetta si temevano attacchi cattolici finanziati dalla Spa-gna per insediare sul trono Maria Stuart, rinchiusa nella Torre di Londra. Dopo che fu scoperto un ennesimo tentativo di congiura contro la regnante, Maria stuart, proces-sata per alto tradimento, fu condannata a morte. Elisabetta tentennò a lungo prima di firmare la condanna: si trattava pur sempre di far giustiziare una regina consacrata. Alla fine si risolse e nel febbraio 1587 Maria fu decapitata.
La guerra dell’Invencible armadaLa decapitazione di Maria Stuart spinse Filippo II a rompere gli indugi e a invadere l’inghilterra: era una scelta assai rischiosa, data la posizione insulare della potenza nemica. Nel 1588 Filippo II armò una flotta imponente, l’Invencible armada (“flotta in-vincibile”) [➔ interpretare le fonti, p. 506]. Le grosse navi spagno-le, arrivate nel canale della Manica, si trovarono di fronte la flotta inglese appoggiata dalle navi corsare di Francis Drake, più piccole, agili ed equipaggiate con cannoni più maneggevoli. Subito l’Armada perse alcune navi durante una tempesta. Intanto lo sperato appog-gio della flotta di stanza nei Paesi Bassi non arrivò perché la rivolta in atto, unita alla difficoltà di far salpare le grosse navi incagliate nei bassi fondali, impedì al governatore dei Paesi Bassi di accorrere in aiuto della spedizione.
L’impresa della flotta che il sovrano spagnolo riteneva invincibile si concluse con un’amarissima sconfitta: la flotta fu quasi intera-mente distrutta. La vittoria dell’inghilterra, al contrario, fu il segna-le che sullo scenario europeo stava emergendo una nuova potenza decisa a conquistare l’egemonia commerciale e destinata, nel secolo successivo, ad avere sempre maggiore fortuna, scalzando definitiva-mente la monarchia spagnola dalle più importanti rotte mercantili.
Quando Maria «la Cattolica» tornò in patria nel 1561, scoppiarono rivolte e congiure finché la regina non si arrese e abdicò in favore del figlio Giacomo, allevato nel pro-testantesimo. Rimanere in Scozia non era sicuro per la regina e Maria fu costretta a chiedere asilo all’Inghilterra e alla cugina Elisabetta. Ora Elisabetta aveva fra le mani quella che i cattolici consideravano la sua diretta rivale al trono: per questo Maria fu rinchiusa nella Torre di Londra, da dove continuò ad alimentare le speranze, soprat-tutto spagnole, di una riconquista cattolica.
Cambiamenti sociali, strutturali ed economiciLa società inglese dell’epoca era una fra le più dinamiche dal punto di vista sociale ed economico. La vendita delle proprietà ecclesiastiche al tempo di Enrico VIII e il riassetto giuridico delle campagne avevano rinvigorito uno sviluppo dell’industria agraria che risaliva già al secolo precedente. La nobiltà terriera sapeva sfruttare in modo imprendi-toriale le sue proprietà: con l’incremento dell’allevamento degli ovini per la produzione di lana, il comparto tessile stava diventando il settore di punta dell’economia inglese. Questo comportava la trasformazione a pascolo di vaste aree prima coltivate, con il pas-saggio dagli open-fields, le terre di proprietà comune a disposi-zione dei villaggi, alle enclosures, le “recinzioni” dei terreni, che diventavano proprietà privata della grande aristocrazia, la quale di solito affidava la conduzione degli affari nelle campagne ad amministratori appartenenti alla categoria della gentry.
Grande sostenitrice di questo nuovo ceto fu proprio Elisa-betta che mirava politicamente a sottrarre potere alle casate nobiliari per rafforzare la corona.
Una nuova potenza commercialeTanto i nobili quanto i ceti cittadini benestanti seppero mettere a frutto le loro ricchez-ze nel commercio allora in piena espansione. In esso trovò espressione la vocazione
marittima dell’Inghilterra.Quando la situazione di guerra nei
Paesi Bassi rese difficile l’accesso ai porti continentali della Manica, gli in-glesi cercarono nuove rotte e diedero impulso a nuovi contatti commerciali, i cui giri d’affari sempre più ampi ri-chiesero ben presto società apposite. Fin dal 1555 la Compagnia della Mo-scovia aveva stabilito un flusso com-merciale con i territori russi attra-verso il Baltico, dove si esportavano pannilana e si importavano legname e pellicce; la Compagnia del levan-te (1581) raggiunse i porti del Medi-terraneo, mentre la Compagnia delle indie orientali (1600) 1 pose le basi dell’espansione inglese verso i grandi empori di spezie dell’oceano Indiano.
fLAshbAck Ne abbiamo parlato nel cap. 13 [➔ p. 374]: la privatizzazione di terre demaniali determinò l’arricchimento della gentry, gli amministratori di questi appezzamenti, ai danni dei contadini più poveri.
1587 Inghilterra: decapitazione di Maria Stuart
fLAshbAck Alcuni capitani corsari vennero dotati dal governo inglese di «patenti di corsa», che consentivano loro di assaltare le navi spagnole e di trattenere una percentuale del bottino [➔ cap. 13, p. 375].
George Gower, Elisabetta I e l’Invencible armada, 1588 ca, olio su tavola (Woburn Abbey).
Elisabetta tiene la mano sul globo terrestre, simbolo di autorità, mentre sullo sfondo è raffigurata la disfatta dell’Invencible armada spagnola.
Ogni richiamo a fatti o personaggi studiati in precedenza è assistito.
Le glosse e gli approfondimenti
che affiancano il profilo sono
ordinati in margine.
Su ogni doppia pagina, una linea del tempo che “accende” gli eventi presenti in pagina.
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fonti e storiografia La storia è raccontata attraverso il dialogo di punti di vista e interpretazioni.
38 Unità 1 Lo sviluppo dell’Europa: economia, società, civiltà 1 L’Europa dopo il Mille 39
L’ereditarietà dei feudi
Il Capitolare di Quierzy e la Constitutio de feudis rappresentano due tappe fondamentali nella progressiva concessione dell’ereditarietà, ossia del diritto di tramandare di padre in figlio i benefici, di tutti i feudi. La prima fase di tale processo risale all’877, quando l’imperatore tedesco Carlo II il Calvo scese in Italia.
In tale occasione i nobili al suo seguito chiesero una garanzia per i propri benefici durante la loro assenza. Con il Capitolare di Quierzy, l’imperatore deliberò che, in caso di morte di un conte, il suo beneficio fosse temporaneamente amministrato dal figlio.
Il secondo momento importante di questo processo si ebbe durante il regno dell’imperatore Corrado II il Salico (990-1039). Nel 1036 l’imperatore entrò in conflitto con l’arcivescovo di Milano Ariberto, sino ad allora suo fedele alleato. La città lombarda subì così un duro e lungo assedio da parte di Corrado II, il quale, il 28 maggio 1037, per ottenere l’aiuto dei valvassori, emanò la Constitutio de feudis che sanciva l’ereditarietà di tutti i feudi.
documento 3 | Capitolare di Quierzy
Questi capitoli furono emanati dal glorioso signor imperatore Carlo [il Calvo] con il consenso dei suoi fedeli […].8. Bisogna esaminare come comportarsi nel caso in cui alcuni benefici rimanessero privi del titolare prima del mio ritorno. [...] 9. In caso di morte di un conte il cui figlio sia al mio se-guito, mio figlio1, con altri miei fedeli, scelga, tra i parenti più stretti del conte e maggiormente legati a lui, uno che ammi-nistri la contea insieme con i ministeriali e con il vescovo o fino a quando io non verrò a conoscenza della morte del conte. […] 10. Se qualcuno tra i nostri fedeli, spinto dall’amore per Dio e per noi, dopo la nostra morte vorrà rinunciare al secolo2 ed avrà un figlio od un parente prossimo in grado di agire a favore dello Stato, potrà trasmettergli i suoi feudi come riter-rà più opportuno.
(Monumenta Germaniae Historica, Legum sectio II, 2, a cura di A. Boretius, Impensis Bibliopolii Aulici Hahniani,
Hannover 1883)
1. mio figlio: il figlio di Carlo II il Calvo era Ludovico o Luigi II il Balbo (vale a dire il “balbuziente”).2. rinunciare al secolo: abbracciare la vita ecclesiastica.
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RPRE
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Questa legge fu emanata su richiesta dei conti che erano al seguito di Carlo il Calvo, al quale avevano chiesto delle garanzie per i propri feudi durante la loro assenza.
Il Capitolare, testo legislativo diviso in capitoli, di Quierzy venne promulgato il 15 giugno 877 da Carlo il Calvo poco prima di partire per una spedizione in Italia.
In questo modo i feudi finivano per diventare di fatto dei possedimenti delle famiglie a cui erano stati assegnati.
Comprendi e analizza
1. Che cosa spinse Carlo il Calvo a emanare il Capitolare di Quierzy?
2. Le indicazioni del Capitolare valevano anche per il fu-turo?
3. Tra chi dovevano essere scelti gli amministratori tem-poranei del feudo?
Ricerca e rifletti
4. In che modo il Capitolare di Quierzy modificò il delicato equilibrio di potere, instaurato da Carlo Magno, tra il sovrano e i suoi nobili?
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sintesi, esercizi, Verifiche Il libro di testo deve guidare all’acquisizione del metodo di studio.
LABORATORIO DELLE COMPETENZE 481 480 Unità 4 Religioni e poteri nel Cinquecento
5. In base al testo, quali tra le seguenti affermazioni inerenti al sacco di Roma si possono fare, e quali no? Metti una crocetta per ogni riga.
Sì no
a. Nei forzieri di Castel Sant’Angelo si nascondeva la ricchezza a cui miravano i fanti.
B. L’antipapismo dei fanti era scollegato da sentimenti patriottici.
C. L’imperatore Carlo V avrebbe dovuto essere uno strumento di Roma.
d. I lanzichenecchi volevano far papa Lutero.
Punti ....../2 (0,5 per ogni risposta corretta)
6. Secondo i fanti tedeschi, a chi avrebbero dovuto essere fedeli il papa e i cardinali? Perché?
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Punti ....../2 (1 per ogni risposta corretta)
7. Nella frase «Roma era la meta agognata» (righe 2-3), quale significato ha l’aggettivo «ago-gnata»?
a Odiata.B. Esecrata.
C. Ricchissima.d. Ardentemente desiderata.
Punti ……/1
Totale punti: ....../10
COMPITO DI REALTÀ
Preparazione di un’arringa Sei un avvocato e devi preparare un’arringa, di difesa o d’accusa, circa uno scrittore la cui opera è stata inserita dalla Chiesa nell’Indice dei libri proibiti.
Fase 1 (in classe, per gruppi) Scegliete tutti assieme l’autore su cui incentrare la vostra attenzione. Ad esem-pio Niccolò Machiavelli, il cui Principe fu proibito dalla Chiesa nel 1558, o Giovanni Boccaccio, di cui fu censura-to nello stesso anno il Decameron. Dividetevi poi in due gruppi. Un gruppo preparerà l’arringa d’accusa, mentre l’altro preparerà l’arringa difensiva.
Fase 2 (in classe, per gruppi) Reperite sui libri della vostra biblioteca scolastica e sui siti web le informazio-ni legate all’autore e al testo prescelti. Ciascun gruppo prepari poi la propria arringa, che dovrà essere scritta e
articolata in più punti: meriti/demeriti dell’autore, meri-ti/demeriti dell’opera, richiesta d’assoluzione/richiesta di condanna. Ogni gruppo elegga infine il proprio avvocato, che nella terza fase proporrà l’arringa al resto della classe.
Fase 3 (in classe, per gruppi) Davanti alla classe riuni-ta, i due avvocati leggano la propria arringa: prima parle-rà l’accusa, poi parlerà la difesa. Il giudizio sull’autore e la sua opera sarà emesso dalla classe intera, per votazione a maggioranza, dopo un dibattito sulle due tesi contrap-poste. Il dibattito sarà regolato dall’insegnante e nessun intervento potrà durare più di due minuti.
PER L’ALTERNANZA SCUOLA/LAVORO
Magistratura: lo studio legaleRecati nel più vicino studio legale e chiedi un appunta-mento con l’avvocato che lo gestisce. Quindi sottoponigli un’intervista per capire come funziona la sua professio-ne negli aspetti pratici e logistici. Ecco alcune domande di esempio: quante persone lavorano nello studio? Con
quali mansioni? Quali orari? Qual è l’iter burocratico per aprire uno studio? Quindi discuti con lui dell’importanza della documentazione storica nell’attività legale: quali fonti o archivi consulta? in che modo? dove?
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LABORATORIO DELLE COMPETENZE 481 480 Unità 4 Religioni e poteri nel Cinquecento
5. In base al testo, quali tra le seguenti affermazioni inerenti al sacco di Roma si possono fare, e quali no? Metti una crocetta per ogni riga.
Sì no
a. Nei forzieri di Castel Sant’Angelo si nascondeva la ricchezza a cui miravano i fanti.
B. L’antipapismo dei fanti era scollegato da sentimenti patriottici.
C. L’imperatore Carlo V avrebbe dovuto essere uno strumento di Roma.
d. I lanzichenecchi volevano far papa Lutero.
Punti ....../2 (0,5 per ogni risposta corretta)
6. Secondo i fanti tedeschi, a chi avrebbero dovuto essere fedeli il papa e i cardinali? Perché?
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Punti ....../2 (1 per ogni risposta corretta)
7. Nella frase «Roma era la meta agognata» (righe 2-3), quale significato ha l’aggettivo «ago-gnata»?
a Odiata.B. Esecrata.
C. Ricchissima.d. Ardentemente desiderata.
Punti ……/1
Totale punti: ....../10
COMPITO DI REALTÀ
Preparazione di un’arringa Sei un avvocato e devi preparare un’arringa, di difesa o d’accusa, circa uno scrittore la cui opera è stata inserita dalla Chiesa nell’Indice dei libri proibiti.
Fase 1 (in classe, per gruppi) Scegliete tutti assieme l’autore su cui incentrare la vostra attenzione. Ad esem-pio Niccolò Machiavelli, il cui Principe fu proibito dalla Chiesa nel 1558, o Giovanni Boccaccio, di cui fu censura-to nello stesso anno il Decameron. Dividetevi poi in due gruppi. Un gruppo preparerà l’arringa d’accusa, mentre l’altro preparerà l’arringa difensiva.
Fase 2 (in classe, per gruppi) Reperite sui libri della vostra biblioteca scolastica e sui siti web le informazio-ni legate all’autore e al testo prescelti. Ciascun gruppo prepari poi la propria arringa, che dovrà essere scritta e
articolata in più punti: meriti/demeriti dell’autore, meri-ti/demeriti dell’opera, richiesta d’assoluzione/richiesta di condanna. Ogni gruppo elegga infine il proprio avvocato, che nella terza fase proporrà l’arringa al resto della classe.
Fase 3 (in classe, per gruppi) Davanti alla classe riuni-ta, i due avvocati leggano la propria arringa: prima parle-rà l’accusa, poi parlerà la difesa. Il giudizio sull’autore e la sua opera sarà emesso dalla classe intera, per votazione a maggioranza, dopo un dibattito sulle due tesi contrap-poste. Il dibattito sarà regolato dall’insegnante e nessun intervento potrà durare più di due minuti.
PER L’ALTERNANZA SCUOLA/LAVORO
Magistratura: lo studio legaleRecati nel più vicino studio legale e chiedi un appunta-mento con l’avvocato che lo gestisce. Quindi sottoponigli un’intervista per capire come funziona la sua professio-ne negli aspetti pratici e logistici. Ecco alcune domande di esempio: quante persone lavorano nello studio? Con
quali mansioni? Quali orari? Qual è l’iter burocratico per aprire uno studio? Quindi discuti con lui dell’importanza della documentazione storica nell’attività legale: quali fonti o archivi consulta? in che modo? dove?
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ESSERE CITTADINI RESPONSABILI 163 162 Unità 1 Lo sviluppo dell’Europa: economia, società, civiltà
SCALETTA
Fase 1 Brainstorming
1. Che cosa mi ricordo sugli ordini mendicanti? 2. Che cosa differenzia i francescani dai domenicani?3. Approfondisco il significato su vocabolari cartacei o online:
mendicante – ordini m., quegli ordini religiosi (domenicani, francescani, agostiniani, carmelitani ecc.) a cui le primitive regole vietavano di possedere beni e rendite, e imponevano di
trarre i mezzi di sostentamento dall’elemosina o dal proprio lavoro; frati m., i frati appartenenti a questi ordini.
(www.treccani.it/vocabolario/mendicante/)
❚ Questa definizione collima con quanto ho studiato sul profilo? Contiene informazioni differenti? Se sì quali? Questa definizione si collega a qualche brano letto in classe? Se sì quale ecc.
Fase 2 Analisi dei brani
❚ Compila sul tuo quaderno una tabella simile alla seguente con la sintesi del contenuto dei brani.
Brano 1 Brano 2 Brano 3 Brano 4
I frati sono distinti dai monaci e le loro residenze si chiamano monasteri. Essi sono contraddistinti dall’impegno sociale.
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❚ Compila sul tuo quaderno una tabella simile alla seguente con informazioni aggiuntive sull’autore, da raccogliere anche mediante una breve ricerca.
Brano 1 Brano 2 Brano 3 Brano 4
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Grado G. Merlo è professore universi-tario, insegna Storia del cristianesimo. La sua ricerca si è focalizzata sui movi-menti religiosi nel Medioevo.
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Fase 3 Struttura argomentativa
❚ Sintetizza la struttura argomentativa del tuo saggio completando la seguente scaletta.
Tesi: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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Antitesi: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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Titolo provvisorio: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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Fase 4 Stesura e revisione
❚ Scrivere il testo seguendo la scaletta. ❚ Rileggere l’elaborato. ❚ Scegliere il titolo definitivo.
Tipologia C TEMA dI ORdINE STORICO
La rinascita della città fu determinata da molteplici cause: la ripresa dell’agricoltura per mezzo delle in-novazioni, la conseguente apertura degli scambi di lungo raggio, la nascita delle corporazioni e la riorga-nizzazione dei circuiti monetari e del credito. Questi fenomeni generarono un’embrionale globalizzazione di alcune zone del mondo allora conosciuto.Il candidato si cimenti a descrivere il processo sopra riportato, facendo eventualmente opportuni colle-gamenti con le recenti dinamiche di organizzazione del mondo attuale.
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458 Unità 4 Religioni e poteri nel Cinquecento 16 La Chiesa cattolica della Controriforma 459
Biografiagian Pietro Carafa (1476-1559)Di nobile famiglia campana, compì studi da umanista sotto la gui-da di uno zio cardinale che lo introdusse presso Alessandro VI. Succeduto allo zio come ve-scovo di Chieti, svolse missio-ni diplomatiche presso diversi sovrani europei. Inizialmente su posizioni inclini alla riforma della Chiesa, passò alla difesa dell’ortodossia e del primato pontificio, princìpi sui quali fon-dò la congregazione dei chieri-ci regolari alla quale prese egli stesso parte, donando tutti i propri beni. Fuggito dal carce-re dopo il sacco di Roma, ripa-rò a Venezia fino al 1536, anno in cui Paolo III lo fece cardina-le e lo fece partecipare ai lavori della commissione che avrebbe elaborato il Consilium de emen-danda ecclesia. Ottenne poi di fondare il Sant’Uffizio. Parteci-pò al concilio di Trento. Fu elet-to papa nel 1555 con il nome di Paolo IV.
Biografiagaetano di Thiene (1480-1547) Di nobile famiglia veneta, nel 1524 a Roma fondò con altri tre sacer-doti la congregazione dei chie-rici regolari che fu detta poi dei «teatini». Imprigionato dopo il sacco di Roma dai lanzichenec-chi, riparò a Venezia e quindi a Napoli dove rimase sino alla morte, salvo che per la parte-cipazione ai capitoli generali della congregazione dei teati-ni. Promosse ospedali e opere di assistenza caritativa. Difese le posizioni cattoliche ufficiali nei riguardi di Juan de Valdés, Pietro Martire Vermigli e Ber-nardino Ochino.
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1. Il tramonto del Papato rinascimentaleCon la diffusione delle idee riformate il Papato, inteso come istituzione, fu col-pito in profondità: di fronte al dilagare del protestantesimo la Chiesa romana, pur re-primendo ogni fermento eterodosso, non poteva ignorare quelle istanze di riforma che si stavano manifestando tra i suoi stes-
si fedeli. Benché Clemente VII evitasse la convocazione di un concilio sullo scisma in atto fra protestanti e cattolici, all’interno della Chiesa qualcosa si mosse, anche se inizialmente su posizioni di intransigenza: nel 1524 nacque l’ordine dei «chierici re-golari», fustigatori dell’eresia protestante.
Il Papato da Leone X a Clemente VIIMorto Giulio II della Rovere, nel 1513 ascese al soglio pontificio papa Leone X, esponente della casata fiorentina dei Medici. Questi proseguì nel mecenatismo del suo predeces-sore e soprattutto nel nepotismo, favorendo esponenti della sua famiglia come Giulio de’ Medici, figlio di Giuliano, al quale concesse un numero tale di benefici ecclesiastici che lo storico a lui contemporaneo Marino sanuto nei suoi Diarii commentava: «siché [sic] al mar va l’acqua». Nel 1513 Giulio ottenne anche il cappello cardinalizio, malgrado formalmente non potesse aspirare alla carica in quanto figlio naturale. Morto Leone X, nel 1521 Giulio sperò di essere eletto papa ma il partito antimediceo gli preferì Adriano da Utrecht, che prese il nome di adriano Vi e morì prematuramente nel 1523. Era infine arrivato il momento di Giulio de’ Medici che, eletto dopo un conclave sofferto, salì al so-glio pontificio come clemente Vii. Durante il suo pontificato egli ridimensionò i fasti rinascimentali della corte di Roma e diede avvio a una prima riforma del clero e della curia in vista del giubileo che si sarebbe svolto nel 1525.
Clemente VII e la mancata convocazione del concilioIl pontificato di Clemente VII fu ricco di eventi simbolici tra i quali il più significativo fu il sacco di roma del 1527. Esso rappresentò – come si è detto – un duro colpo per l’imma-gine di Carlo V. L’imperatore propo-se quindi un accordo per far sì che il papa si impegnasse a convocare un concilio generale per sanare lo sci-sma protestante divampato nei ter-ritori dell’Impero. Lo scontro con-fessionale in Germania stava infatti mettendo a dura prova la stabilità dell’Impero e Carlo temeva le con-seguenze del protrarsi dello scisma.
Il pontefice a parole si disse dispo-nibile a indire un concilio, ma solo dopo che si fosse raggiunta la pace, e ribadì tale posizione anche in occa-sione dell’incoronazione a impera-tore di Carlo V che, su suo suggeri-mento, avvenne a Bologna, anziché a
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enzi
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1513 Roma: elezione di Leone X
1530 Bologna: incoronazione di Carlo V
1524 Roma: riconoscimento dei chierici teatini
flashBaCk Dopo la sconfitta a Pavia nel 1525, Francesco I di Francia aveva mosso nuovamente guerra a Carlo V con una coalizione, la Lega di Cognac, alla quale aveva aderito anche il papa. Per punire Roma di questo affronto, le truppe lanzichenecche dell’imperatore invasero e saccheggiarono la Città eterna.
1527 Roma: sacco della città
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538 Unità 5 L’Europa delle nazioni e delle religioni 18 Vecchi e nuovi Imperi tra xvi e xvii secolo 539
CONFRONTARE le interpretazioniImperi occidentali e orientali
Nella seconda metà del Cinquecento l’Europa appare stremata da decenni di guerra. La Spagna, spossata dal prolungato conflitto contro le potenze protestanti e i turchi, versa in condizioni economiche critiche. La Germania, raggiunta temporaneamente la pace religiosa grazie agli accordi di Augusta (1555), fa l’esperienza della difficile convivenza tra le diverse confessioni dei propri territori, che sfoceranno presto nell’intolleranza religiosa. Spostandoci a Oriente si assiste all’avanzata nei Balcani dell’Impero ottomano, contenuto a fatica dagli Asburgo d’Austria e all’espansione e al consolidarsi dell’assolutismo degli zar in Russia con l’insediamento della dinastia dei Romanov nel 1613.
documento 1 | La crisi economica della Castigliaautore e oPera John Huxtable Elliott, dopo aver inse-gnato Storia della Spagna presso le Università di Londra (1968-73) e di Princeton (1973-90), è professore emerito di Storia moderna a Oxford. Suo principale interesse è sempre stato lo studio della monarchia spagnola tratta-ta in stretta connessione con le sue propaggini colonia-li. Tra le sue opere sono da ricordare Richelieu e Olivares (1984, trad. it. 1990), La Spagna e il suo mondo, 1500-1700 (1989, trad. it. 1996) e Imperi dell’Atlantico. America britan-nica e America spagnola, 1492-1830 (2006, trad. it. 2010).
PercHé Lo Leggiamo In questo denso saggio Elliott traccia un profilo della storia della Spagna, a partire soprattut-to dalla Castiglia, il cuore pulsante dello Stato iberico. Lo storico inglese ripercorre la vicenda imperiale degli Asburgo della fine del Quattrocento, dal suo fulgore rag-giunto con i regni di Carlo V e di suo figlio Filippo II sino alla sua decadenza nel Seicento. In questo brano Elliott mostra come nella seconda metà del Cinquecento l’economia castigliana fosse esausta e in profonda crisi.
L’esodo dalle campagne verso le città finì per trasformare gradualmente la Castiglia in una terra di villages désertés con conseguenze tragiche per lo sviluppo agricolo del Paese. In tutta l’area mediterranea, la seconda metà del Cinquecento fu un periodo in cui la
produzione alimentare ottenuta in loco si palesò sempre più insufficiente ad una popolazione che era ancora in fase di crescita. La Castiglia, con il diradarsi della sua manodopera agricola non fece eccezione alla regola e dal 1570 cominciò a dipendere per il rifornimento di derrate (cereali) dall’Europa settentrionale e orientale. Quindi, dopo il 1570 in Castiglia i prezzi del grano furono in ascesa; i campi erano abbandonati e il Paese si trovò sempre più strettamente vin-colato ad un’Europa del Nord da cui già stava importando quei manufatti che le sue industrie non riuscivano più a fabbricare a prezzi competitivi. Le Cortes della Castiglia non facevano che lamentare la decadenza dell’agricoltura, ma ben poco si fece per prevenirla. Le riforme radicali di cui c’era un concreto bisogno avrebbero potuto essere attuate solo con uno sforzo collettivo e con un ripensamento delle priorità nazionali: sforzo e ripensamento dovevano però essere così drastici da risultare inconcepibili.Gli ostacoli fisici e geografici alla crescita economica si presentavano in Castiglia senz’altro tanto gravi da far disperare della possibilità di superarli. Il suolo era povero, il clima sfavorevole e le co-municazioni interne erano terribilmente difficili. Stando così le cose, gli eventuali miglioramenti – si pensi a piani di irrigazione o di costruzioni stradali – richiedevano uno sforzo di collaborazio-ne e l’investimento di capitali cospicui. La città di Toledo, ad esempio, con la sua operosa industria della seta, era riuscita a conservare la propria prosperità nonostante che, nel 1561, Filippo II avesse trasferito la capitale a Madrid. Ma nel caso di Toledo l’espansione economica aveva potuto durare grazie al fatto che la città era riuscita a migliorare le sue comunicazioni con l’esterno.
(J.H. Elliott, La Spagna imperiale, trad. it. di A. Ca’ Rossa, il Mulino, Bologna 1982)
Comprendi e analizza
1. Quale causa determinò la crisi agricola della Spagna?2. Quale fenomeno demografico acuì gli effetti della crisi
agricola?3. In che modo Toledo riuscì a superare indenne la crisi
economica di fine Cinquecento?
Ricerca e rifletti
4. Rifletti sul documento e sui paragrafi del capitolo ri-guardanti l’Italia spagnola. Quali somiglianze e diffe-renze riscontri nella situazione economica delle due aree geografiche?
VISUALIZZARE le informazioni DidatticaINCLUSIVA
Spagna
splendore
Russia Impero ottomano
Impero persiano
declino
Pax hispanica
Siglo de oro per la cultura
aumento dell’inflazione
arretramento dell’economia
irrigidimento dei rapporti sociali
contrasti religiosi fra cattolici e protestanti
minaccia ottomana
mancanza di una burocrazia di funzionari
debolezza economica
oro e argento
americani
Sacro romano impero
religione islamica sciita
ImPeRI fRa xvI e xvII SecOLO
Ivan IV il Terribile sul trono (1546-84)
rafforzamento del potere
acquisizione del titolo
di zar
conquista di nuovi territori: nasce
l’Impero
convocazione di un concilio
religioso
creazione della Duma
economia politica estera
esaurimento della spinta espansiva
subalternità militare
all’Occidente
aumento delle
importazioni dall’Europa
scarsità di liquidità
aumento dell’inflazione
dinastia dei Safavidi (1501-1736)
Ismail shah di Persia (1501)
inclusiVità I box L’essenziale, che aprono ogni paragrafo, e le mappe concettuali di fine capitolo in font ad alta leggibilità aiutano i ragazzi a non perdersi e costituiscono una corsia rapida di studio o ripasso.
334 Unità 3 L’espansione europea nel mondo 11 L’Europa alla scoperta del mondo 335
CONFRONTARE le interpretazioniStorie sul Nuovo Mondo
La scoperta dell’America, o del Nuovo Mondo come dicevano i contemporanei, fu un evento capitale della storia moderna, perché contribuì in maniera determinante a mutare la visione del mondo.La ricerca di una via alternativa per procurarsi le spezie direttamente dalle Indie, e aggirare così il monopolio veneziano, spinse arditi navigatori a cercare nuove rotte e a inoltrarsi nell’oceano Atlantico, scoprendo tra l’Europa e le Indie un nuovo continente. Molti storici si sono concentrati sui primi viaggi degli esploratori, sulle difficoltà della navigazione e sull’impatto che tali scoperte ebbero sulla mentalità degli europei.
documento 1 | Il viaggio di Vasco da Gamaautore e oPera Glenn J. Ames (1955-2010), dopo aver con-seguito il dottorato nel 1987 all’Università del Minnesota, divenne docente di Storia del Portogallo e della Francia all’Università di Toledo nell’Ohio, materia che insegnò dal 1990 al 2010. Tra le sue opere sono da ricordare Col-bert, mercantilism and the French quest for Asian trade (“Col-bert, il mercantilismo e l’aspirazione francese al com-mercio asiatico”, 1996) e Vasco da Gama (2005).
PercHé lo leGGiamo In questo saggio lo storico statuni-tense ricostruisce la storia delle esplorazioni europee in tutto il mondo fra il Cinquecento e il Settecento. Esse rappresentarono il preludio della formazione dei gran-di Imperi coloniali dell’Età moderna: quello portoghe-se (Asia e Brasile), spagnolo (Nuovo Mondo), olandese (Asia), inglese (America del Nord e India) e francese (iso-le caraibiche e Canada). Nel brano seguente Ames descrive il difficile viaggio in India di Vasco da Gama (forse 1469-1524) del 1497-98, in cui perse il fratello Paulo (1465-99) e due navi.
Nel gennaio 1497 il nuovo re Emanuele I1 nominò Vasco da Gama comandante della spe-dizione lungamente attesa per l’India. […] La squadra di Gama salpò per l’India solo nel 1497, cioè nove anni dopo il rientro di Dias2. Perché questa lunga attesa? […] Nel
1494 venne siglato l’accordo di Tordesillas, che rappresentava un vero trionfo diplomatico per il Portogallo. L’accordo, infatti, fissava la linea di demarcazione a 270 leghe più a ovest di quan-to previsto dalla bolla Inter Caetera. Di conseguenza, i portoghesi si garantivano il controllo sul passaggio oceanico per l’India, gran parte dell’Atlantico meridionale e il Brasile. Anche la mor-te di Giovanni II e i problemi legati alla sua successione concorsero a procrastinare la data del primo viaggio per l’India.La flotta di Gama era composta di quattro navi […, che] salparono da Lisbona nel luglio 1497 con 170 uomini a bordo. […] Il Capo di Buona Speranza venne doppiato il 22 novembre. Nell’oceano Indiano Vasco da Gama si scontrò con il radicato potere economico degli arabi, la cui ostilità religiosa ed economica complicò il suo compito lungo la costa dell’Africa orientale nel corso del-la sua sosta in Mozambico (marzo 1498), e soprattutto a Mombasa (aprile 1498), dove il sultano locale cercò di disperdere la sua flotta con un attacco notturno. Gama ricevette un’accoglienza più favorevole a Malindi, ottenendo un abile pilota che guidò i lusitani attraverso il mare Ara-bico fino alle coste traboccanti di spezie del Malabar, in India, dove la spedizione approdò infi-ne nel maggio 1498. […] Gama riprese il mare con un notevole carico di spezie [… approdando] a Lisbona in luglio e agosto 1499. Dopo avere seppellito il fratello Paulo a Terceira nelle Azzorre, Gama rientrò in patria in settembre. Ricevette il titolo distintivo di dom, una cospicua pensione annua e altre ricompense, incluso il titolo di «ammiraglio dei mari indiani».
(G.J. Ames, L’età delle scoperte geografiche, 1500-1700, trad. it. di R. Falcioni, il Mulino, Bologna 2011)
Comprendi e analizza
1. Quanto durò e quali furono le principali tappe del viag-gio in India di Vasco da Gama?
2. Come venne accolto da Gama dai sultani indiani?3. Chi perse da Gama durante il viaggio?
Ricerca e rifletti
4. Sulla base della lettura di Ames e del capitolo descrivi le principali caratteristiche dell’Impero coloniale por-toghese.
1. emanuele i: Emanuele I (1469-1521) fu re del Portogallo dal 1495 alla morte, succedendo a Giovanni II (1455-95), che ave-va regnato dal 1481 alla morte.2. Dias: il navigatore portoghe-se Bartolomeo Diaz (1450-1500) fu il primo a doppiare il capo delle Tempeste, che da allora venne chiamato capo di Buo-na Speranza e a giungere così nelle Indie nel 1488.
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520 Unità 5 L’Europa delle nazioni e delle religioni 18 Vecchi e nuovi Imperi tra xvi e xvii secolo 521
18 Vecchi e nuovi Imperi tra xvi e xvii secolo
il ghetto di venezia
Nella seconda metà del Cinquecento si contrapposero, in Europa, due modelli di Stato: la monarchia cattolica spagnola, tradizionalista e dominata dagli interessi dell’aristocrazia, e quella parlamentare inglese, protestante e mercantile. Dal conflitto fra le due
simbolo i ghetti, quartieri chiusi in cui gli ebrei vivevano separati dai cristiani. Nel Seicento molte città si dotarono di queste aree di marginalizzazione. I ghetti, afflitti da cronici problemi di sovraffollamento, contribuirono al cristallizzarsi dell’identità ebraica e al radicarsi nella mentalità cristiana di una separazione fra le due culture.
potenze uscì vincitrice l’Inghilterra, ma ciò non impedì alla Spagna di conoscere una fase di splendore artistico e culturale, nota come pax hispanica. Si trattava però di una stabilità oppressiva, come si nota nell’Italia finita in larga parte sotto il controllo spagnolo. Qui ne sono
Politica SocietàTecnologia, scienza e cultura
1546 Ivan IV zar di Russia
1556 Filippo II re di Spagna
1558 Ferdinando I eletto imperatore
1559 Pace di Cateau-Cambrésis Pubblicazione dell’Indice dei libri proibiti
1562 Inizio delle guerre di religione in Francia
1563 I Savoia trasferiscono la capitale da Chambéry a Torino
Si chiude il concilio di Trento
Catechismo di Heidelberg, cioè canone dottrinale dei calvinisti tedeschi
1566 Morte di Solimano il Magnifico
1571 Battaglia di Lepanto
1572 Strage di San Bartolomeo
1578 Inizia una sanguinosa guerra fra ottomani e persiani
El Greco termina il ciclo di dipinti per l’Escorial
1584 In Russia inizio del «periodo dei torbidi»
1598 Editto di Nantes
Filippo III sul trono di Spagna
Comincia la pax hispanica
Il secolo si chiude con un incremento demografico in Italia di circa il 15% in 50 anni
1604 La Spagna firma la pace con l’Inghilterra
1605-07 Guerra dell’interdetto Miguel Cervantes completa il Don Chisciotte
1609 La Spagna firma la tregua con le Province Unite
In Spagna i moriscos sono espulsi dal Paese
1613 Michail Romanov diventa zar
1623 Bernini riceve l’incarico di realizzare il baldacchino di San Pietro
1630 Si chiude il «secolo dei genovesi»
ORIEN
TARSI nel TEMPO
1 A Venezia era stata individuata una zona della città nella quale confinare gli ebrei. Il termine «ghetto» proviene da getto, ossia “fonderia”, poiché la zona assegnata agli ebrei si trovava presso le fonderie della Serenissima.
4 Agli ebrei era imposto il coprifuoco e di notte si controllava che nessuno uscisse dal ghetto. Dovevano inoltre indossare segni di riconoscimento che li identificassero come ebrei.
2 I ghetti erano chiusi da porte sorvegliate, aperte solo nelle ore diurne. A Venezia l’isolamento del ghetto ebraico dal resto della città era ancora più marcato dal fatto che esso era completamente circondato dall’acqua.
La diaspora e la ghettizzazione ebraica
1492 Espulsione degli ebrei dai domìni spagnoli
1516 Primo ghetto ebraico a Venezia; obbligo per gli ebrei di indossare un segno di riconoscimento
1555 Espulsione degli ebrei dallo Stato della Chiesa (ad eccezione di Roma e Ancona)
1566 A Bologna gli ebrei sono costretti nei ghetti
1571 A Firenze gli ebrei sono costretti nei ghetti
1797 Napoleone Bonaparte chiude il ghetto di Venezia: la ghettizzazione si avvia alla fine
5 Ogni rapporto sociale tra ebrei e cristiani (matrimoni, cessioni di proprietà, rapporti di lavoro) veniva rigorosamente proibito per impedire che si verificasse una «contaminazione religiosa».
3 Caratteristica dei ghetti ebraici fu l’altezza delle case, che avevano più piani del consueto: poiché gli ebrei potevano vivere solo all’interno del ghetto, la necessità di nuovi spazi fu risolta sopraelevando gli edifici.
6 I ghetti erano dominati dalla presenza di recinzioni e dalla conseguente impossibilità di allargamento, dunque da cronici problemi di sovraffollamento.
grandi infograficheOgni capitolo si apre con una grande infografica commentata che rappresenta un luogo della storia significativo.
La storia si gioca su due coordinate essenziali:
lo spazio e il tempo. queste aperture di capitolo
inquadrano gli eventi con concretezza visuale.
una linea del tempo su tre colonne mette a raffronto eventi di politica, società,
cultura.
Navi inglesi per il trasporto del tabacco lungo il fiume James in Virginia, xvii secolo, incisione.
502 Unità 5 L’Europa delle nazioni e delle religioni 17 Spagna, Inghilterra e Francia nel secondo Cinquecento 503
1571 Grecia: battaglia di Lepanto
1572 Francia: strage di San Bartolomeo (24/08)
1580 Portogallo: annessione alla Spagna
1547 Inghilterra: morte di Enrico VIII
1556-98 Spagna: Filippo II sul trono
1598 Francia: editto di Nantes
1558 Inghilterra: Elisabetta I sul trono
1566 Spagna: rivolta dei moriscos Paesi Bassi: rivolta antispagnola
1581 Paesi Bassi: indipendenza delle Province Unite
1562 Francia: inizio delle guerre di religione
dAti e dAteesportazioni della compagnia delle indie orientali (1600-19)Il grafico mostra l’aumento del-le esportazioni della Compa-gnia a inizio Seicento.
(W. Reinhard, Storia dell’espansione europea, Guida, Napoli 1987, p. 251)
1
35000030000025000020000015000010000050000
01600 1603 1606 1609 1612 1615 1619
Valore in denaro Merci
Nel 1584 gli inglesi sbarcarono in nord america dove, 20 anni dopo, avrebbero fonda-to la prima colonia inglese chiamata Virginia in onore di Elisabetta, «la regina vergine».
L’Inghilterra si avviava a diventare la dominatrice incontrastata degli oceani, po-nendo le basi di quella supremazia marittima che avrebbe caratterizzato il xviii e xix secolo. Questa supremazia fu raggiunta anche attraverso una vera e propria guerra condotta con azioni piratesche contro la potenza spagnola nell’Atlantico: era la «guer-ra di corsa». Le azioni di pirateria, infatti, erano dirette contro i convogli spagnoli che percorrevano l’oceano carichi di metalli preziosi.
Lungi dal disconoscere le loro imprese, la regina Elisabetta fece di questi corsari uno strumento della sua politica estera: ad esempio concesse loro garanzie che ne regolariz-zavano l’attività stabilendo una quota del bottino da destinare alle casse della corona.
Le ostilità con la Spagna e il ruolo di Maria StuartLe incursioni corsare divennero sempre più frequenti a partire dal 1585. Era solo uno de-gli aspetti della politica di Elisabetta che risultavano indigesti, se non ostili, alla Spagna. Altri erano gli aiuti ai Paesi bassi e i contatti che l’Inghilterra stava cercando di instau-rare con l’impero ottomano per garantirsi commerci nel Mediterraneo. Senza contare la questione religiosa e l’ostilità nei confronti del cattolicesimo. Quello tra Spagna e In-ghilterra era dunque uno scontro destinato ad acuirsi poiché metteva in discussione le basi stesse dell’egemonia spagnola tanto nel Mediterraneo quanto nell’oceano Atlantico.
Da tempo alla corte di Elisabetta si temevano attacchi cattolici finanziati dalla Spa-gna per insediare sul trono Maria Stuart, rinchiusa nella Torre di Londra. Dopo che fu scoperto un ennesimo tentativo di congiura contro la regnante, Maria stuart, proces-sata per alto tradimento, fu condannata a morte. Elisabetta tentennò a lungo prima di firmare la condanna: si trattava pur sempre di far giustiziare una regina consacrata. Alla fine si risolse e nel febbraio 1587 Maria fu decapitata.
La guerra dell’Invencible armadaLa decapitazione di Maria Stuart spinse Filippo II a rompere gli indugi e a invadere l’inghilterra: era una scelta assai rischiosa, data la posizione insulare della potenza nemica. Nel 1588 Filippo II armò una flotta imponente, l’Invencible armada (“flotta in-vincibile”) [➔ interpretare le fonti, p. 506]. Le grosse navi spagno-le, arrivate nel canale della Manica, si trovarono di fronte la flotta inglese appoggiata dalle navi corsare di Francis Drake, più piccole, agili ed equipaggiate con cannoni più maneggevoli. Subito l’Armada perse alcune navi durante una tempesta. Intanto lo sperato appog-gio della flotta di stanza nei Paesi Bassi non arrivò perché la rivolta in atto, unita alla difficoltà di far salpare le grosse navi incagliate nei bassi fondali, impedì al governatore dei Paesi Bassi di accorrere in aiuto della spedizione.
L’impresa della flotta che il sovrano spagnolo riteneva invincibile si concluse con un’amarissima sconfitta: la flotta fu quasi intera-mente distrutta. La vittoria dell’inghilterra, al contrario, fu il segna-le che sullo scenario europeo stava emergendo una nuova potenza decisa a conquistare l’egemonia commerciale e destinata, nel secolo successivo, ad avere sempre maggiore fortuna, scalzando definitiva-mente la monarchia spagnola dalle più importanti rotte mercantili.
Quando Maria «la Cattolica» tornò in patria nel 1561, scoppiarono rivolte e congiure finché la regina non si arrese e abdicò in favore del figlio Giacomo, allevato nel pro-testantesimo. Rimanere in Scozia non era sicuro per la regina e Maria fu costretta a chiedere asilo all’Inghilterra e alla cugina Elisabetta. Ora Elisabetta aveva fra le mani quella che i cattolici consideravano la sua diretta rivale al trono: per questo Maria fu rinchiusa nella Torre di Londra, da dove continuò ad alimentare le speranze, soprat-tutto spagnole, di una riconquista cattolica.
Cambiamenti sociali, strutturali ed economiciLa società inglese dell’epoca era una fra le più dinamiche dal punto di vista sociale ed economico. La vendita delle proprietà ecclesiastiche al tempo di Enrico VIII e il riassetto giuridico delle campagne avevano rinvigorito uno sviluppo dell’industria agraria che risaliva già al secolo precedente. La nobiltà terriera sapeva sfruttare in modo imprendi-toriale le sue proprietà: con l’incremento dell’allevamento degli ovini per la produzione di lana, il comparto tessile stava diventando il settore di punta dell’economia inglese. Questo comportava la trasformazione a pascolo di vaste aree prima coltivate, con il pas-saggio dagli open-fields, le terre di proprietà comune a disposi-zione dei villaggi, alle enclosures, le “recinzioni” dei terreni, che diventavano proprietà privata della grande aristocrazia, la quale di solito affidava la conduzione degli affari nelle campagne ad amministratori appartenenti alla categoria della gentry.
Grande sostenitrice di questo nuovo ceto fu proprio Elisa-betta che mirava politicamente a sottrarre potere alle casate nobiliari per rafforzare la corona.
Una nuova potenza commercialeTanto i nobili quanto i ceti cittadini benestanti seppero mettere a frutto le loro ricchez-ze nel commercio allora in piena espansione. In esso trovò espressione la vocazione
marittima dell’Inghilterra.Quando la situazione di guerra nei
Paesi Bassi rese difficile l’accesso ai porti continentali della Manica, gli in-glesi cercarono nuove rotte e diedero impulso a nuovi contatti commerciali, i cui giri d’affari sempre più ampi ri-chiesero ben presto società apposite. Fin dal 1555 la Compagnia della Mo-scovia aveva stabilito un flusso com-merciale con i territori russi attra-verso il Baltico, dove si esportavano pannilana e si importavano legname e pellicce; la Compagnia del levan-te (1581) raggiunse i porti del Medi-terraneo, mentre la Compagnia delle indie orientali (1600) 1 pose le basi dell’espansione inglese verso i grandi empori di spezie dell’oceano Indiano.
fLAshbAck Ne abbiamo parlato nel cap. 13 [➔ p. 374]: la privatizzazione di terre demaniali determinò l’arricchimento della gentry, gli amministratori di questi appezzamenti, ai danni dei contadini più poveri.
1587 Inghilterra: decapitazione di Maria Stuart
fLAshbAck Alcuni capitani corsari vennero dotati dal governo inglese di «patenti di corsa», che consentivano loro di assaltare le navi spagnole e di trattenere una percentuale del bottino [➔ cap. 13, p. 375].
George Gower, Elisabetta I e l’Invencible armada, 1588 ca, olio su tavola (Woburn Abbey).
Elisabetta tiene la mano sul globo terrestre, simbolo di autorità, mentre sullo sfondo è raffigurata la disfatta dell’Invencible armada spagnola.
Profilo assistitoPer studiare ci vuole ordine, ma per insegnare l’ordine ci vuole un libro di testo esemplare. La grafica di questo manuale evita la dispersione senza rinunciare alla ricchezza.
Navi inglesi per il trasporto del tabacco lungo il fiume James in Virginia, xvii secolo, incisione.
502 Unità 5 L’Europa delle nazioni e delle religioni 17 Spagna, Inghilterra e Francia nel secondo Cinquecento 503
1571 Grecia: battaglia di Lepanto
1572 Francia: strage di San Bartolomeo (24/08)
1580 Portogallo: annessione alla Spagna
1547 Inghilterra: morte di Enrico VIII
1556-98 Spagna: Filippo II sul trono
1598 Francia: editto di Nantes
1558 Inghilterra: Elisabetta I sul trono
1566 Spagna: rivolta dei moriscos Paesi Bassi: rivolta antispagnola
1581 Paesi Bassi: indipendenza delle Province Unite
1562 Francia: inizio delle guerre di religione
dAti e dAteesportazioni della compagnia delle indie orientali (1600-19)Il grafico mostra l’aumento del-le esportazioni della Compa-gnia a inizio Seicento.
(W. Reinhard, Storia dell’espansione europea, Guida, Napoli 1987, p. 251)
1
35000030000025000020000015000010000050000
01600 1603 1606 1609 1612 1615 1619
Valore in denaro Merci
Nel 1584 gli inglesi sbarcarono in nord america dove, 20 anni dopo, avrebbero fonda-to la prima colonia inglese chiamata Virginia in onore di Elisabetta, «la regina vergine».
L’Inghilterra si avviava a diventare la dominatrice incontrastata degli oceani, po-nendo le basi di quella supremazia marittima che avrebbe caratterizzato il xviii e xix secolo. Questa supremazia fu raggiunta anche attraverso una vera e propria guerra condotta con azioni piratesche contro la potenza spagnola nell’Atlantico: era la «guer-ra di corsa». Le azioni di pirateria, infatti, erano dirette contro i convogli spagnoli che percorrevano l’oceano carichi di metalli preziosi.
Lungi dal disconoscere le loro imprese, la regina Elisabetta fece di questi corsari uno strumento della sua politica estera: ad esempio concesse loro garanzie che ne regolariz-zavano l’attività stabilendo una quota del bottino da destinare alle casse della corona.
Le ostilità con la Spagna e il ruolo di Maria StuartLe incursioni corsare divennero sempre più frequenti a partire dal 1585. Era solo uno de-gli aspetti della politica di Elisabetta che risultavano indigesti, se non ostili, alla Spagna. Altri erano gli aiuti ai Paesi bassi e i contatti che l’Inghilterra stava cercando di instau-rare con l’impero ottomano per garantirsi commerci nel Mediterraneo. Senza contare la questione religiosa e l’ostilità nei confronti del cattolicesimo. Quello tra Spagna e In-ghilterra era dunque uno scontro destinato ad acuirsi poiché metteva in discussione le basi stesse dell’egemonia spagnola tanto nel Mediterraneo quanto nell’oceano Atlantico.
Da tempo alla corte di Elisabetta si temevano attacchi cattolici finanziati dalla Spa-gna per insediare sul trono Maria Stuart, rinchiusa nella Torre di Londra. Dopo che fu scoperto un ennesimo tentativo di congiura contro la regnante, Maria stuart, proces-sata per alto tradimento, fu condannata a morte. Elisabetta tentennò a lungo prima di firmare la condanna: si trattava pur sempre di far giustiziare una regina consacrata. Alla fine si risolse e nel febbraio 1587 Maria fu decapitata.
La guerra dell’Invencible armadaLa decapitazione di Maria Stuart spinse Filippo II a rompere gli indugi e a invadere l’inghilterra: era una scelta assai rischiosa, data la posizione insulare della potenza nemica. Nel 1588 Filippo II armò una flotta imponente, l’Invencible armada (“flotta in-vincibile”) [➔ interpretare le fonti, p. 506]. Le grosse navi spagno-le, arrivate nel canale della Manica, si trovarono di fronte la flotta inglese appoggiata dalle navi corsare di Francis Drake, più piccole, agili ed equipaggiate con cannoni più maneggevoli. Subito l’Armada perse alcune navi durante una tempesta. Intanto lo sperato appog-gio della flotta di stanza nei Paesi Bassi non arrivò perché la rivolta in atto, unita alla difficoltà di far salpare le grosse navi incagliate nei bassi fondali, impedì al governatore dei Paesi Bassi di accorrere in aiuto della spedizione.
L’impresa della flotta che il sovrano spagnolo riteneva invincibile si concluse con un’amarissima sconfitta: la flotta fu quasi intera-mente distrutta. La vittoria dell’inghilterra, al contrario, fu il segna-le che sullo scenario europeo stava emergendo una nuova potenza decisa a conquistare l’egemonia commerciale e destinata, nel secolo successivo, ad avere sempre maggiore fortuna, scalzando definitiva-mente la monarchia spagnola dalle più importanti rotte mercantili.
Quando Maria «la Cattolica» tornò in patria nel 1561, scoppiarono rivolte e congiure finché la regina non si arrese e abdicò in favore del figlio Giacomo, allevato nel pro-testantesimo. Rimanere in Scozia non era sicuro per la regina e Maria fu costretta a chiedere asilo all’Inghilterra e alla cugina Elisabetta. Ora Elisabetta aveva fra le mani quella che i cattolici consideravano la sua diretta rivale al trono: per questo Maria fu rinchiusa nella Torre di Londra, da dove continuò ad alimentare le speranze, soprat-tutto spagnole, di una riconquista cattolica.
Cambiamenti sociali, strutturali ed economiciLa società inglese dell’epoca era una fra le più dinamiche dal punto di vista sociale ed economico. La vendita delle proprietà ecclesiastiche al tempo di Enrico VIII e il riassetto giuridico delle campagne avevano rinvigorito uno sviluppo dell’industria agraria che risaliva già al secolo precedente. La nobiltà terriera sapeva sfruttare in modo imprendi-toriale le sue proprietà: con l’incremento dell’allevamento degli ovini per la produzione di lana, il comparto tessile stava diventando il settore di punta dell’economia inglese. Questo comportava la trasformazione a pascolo di vaste aree prima coltivate, con il pas-saggio dagli open-fields, le terre di proprietà comune a disposi-zione dei villaggi, alle enclosures, le “recinzioni” dei terreni, che diventavano proprietà privata della grande aristocrazia, la quale di solito affidava la conduzione degli affari nelle campagne ad amministratori appartenenti alla categoria della gentry.
Grande sostenitrice di questo nuovo ceto fu proprio Elisa-betta che mirava politicamente a sottrarre potere alle casate nobiliari per rafforzare la corona.
Una nuova potenza commercialeTanto i nobili quanto i ceti cittadini benestanti seppero mettere a frutto le loro ricchez-ze nel commercio allora in piena espansione. In esso trovò espressione la vocazione
marittima dell’Inghilterra.Quando la situazione di guerra nei
Paesi Bassi rese difficile l’accesso ai porti continentali della Manica, gli in-glesi cercarono nuove rotte e diedero impulso a nuovi contatti commerciali, i cui giri d’affari sempre più ampi ri-chiesero ben presto società apposite. Fin dal 1555 la Compagnia della Mo-scovia aveva stabilito un flusso com-merciale con i territori russi attra-verso il Baltico, dove si esportavano pannilana e si importavano legname e pellicce; la Compagnia del levan-te (1581) raggiunse i porti del Medi-terraneo, mentre la Compagnia delle indie orientali (1600) 1 pose le basi dell’espansione inglese verso i grandi empori di spezie dell’oceano Indiano.
fLAshbAck Ne abbiamo parlato nel cap. 13 [➔ p. 374]: la privatizzazione di terre demaniali determinò l’arricchimento della gentry, gli amministratori di questi appezzamenti, ai danni dei contadini più poveri.
1587 Inghilterra: decapitazione di Maria Stuart
fLAshbAck Alcuni capitani corsari vennero dotati dal governo inglese di «patenti di corsa», che consentivano loro di assaltare le navi spagnole e di trattenere una percentuale del bottino [➔ cap. 13, p. 375].
George Gower, Elisabetta I e l’Invencible armada, 1588 ca, olio su tavola (Woburn Abbey).
Elisabetta tiene la mano sul globo terrestre, simbolo di autorità, mentre sullo sfondo è raffigurata la disfatta dell’Invencible armada spagnola.
Ogni richiamo a fatti o personaggi studiati in precedenza è assistito.
Le glosse e gli approfondimenti
che affiancano il profilo sono
ordinati in margine.
Su ogni doppia pagina, una linea del tempo che “accende” gli eventi presenti in pagina.
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fonti e storiografia La storia è raccontata attraverso il dialogo di punti di vista e interpretazioni.
38 Unità 1 Lo sviluppo dell’Europa: economia, società, civiltà 1 L’Europa dopo il Mille 39
L’ereditarietà dei feudi
Il Capitolare di Quierzy e la Constitutio de feudis rappresentano due tappe fondamentali nella progressiva concessione dell’ereditarietà, ossia del diritto di tramandare di padre in figlio i benefici, di tutti i feudi. La prima fase di tale processo risale all’877, quando l’imperatore tedesco Carlo II il Calvo scese in Italia.
In tale occasione i nobili al suo seguito chiesero una garanzia per i propri benefici durante la loro assenza. Con il Capitolare di Quierzy, l’imperatore deliberò che, in caso di morte di un conte, il suo beneficio fosse temporaneamente amministrato dal figlio.
Il secondo momento importante di questo processo si ebbe durante il regno dell’imperatore Corrado II il Salico (990-1039). Nel 1036 l’imperatore entrò in conflitto con l’arcivescovo di Milano Ariberto, sino ad allora suo fedele alleato. La città lombarda subì così un duro e lungo assedio da parte di Corrado II, il quale, il 28 maggio 1037, per ottenere l’aiuto dei valvassori, emanò la Constitutio de feudis che sanciva l’ereditarietà di tutti i feudi.
documento 3 | Capitolare di Quierzy
Questi capitoli furono emanati dal glorioso signor imperatore Carlo [il Calvo] con il consenso dei suoi fedeli […].8. Bisogna esaminare come comportarsi nel caso in cui alcuni benefici rimanessero privi del titolare prima del mio ritorno. [...] 9. In caso di morte di un conte il cui figlio sia al mio se-guito, mio figlio1, con altri miei fedeli, scelga, tra i parenti più stretti del conte e maggiormente legati a lui, uno che ammi-nistri la contea insieme con i ministeriali e con il vescovo o fino a quando io non verrò a conoscenza della morte del conte. […] 10. Se qualcuno tra i nostri fedeli, spinto dall’amore per Dio e per noi, dopo la nostra morte vorrà rinunciare al secolo2 ed avrà un figlio od un parente prossimo in grado di agire a favore dello Stato, potrà trasmettergli i suoi feudi come riter-rà più opportuno.
(Monumenta Germaniae Historica, Legum sectio II, 2, a cura di A. Boretius, Impensis Bibliopolii Aulici Hahniani,
Hannover 1883)
1. mio figlio: il figlio di Carlo II il Calvo era Ludovico o Luigi II il Balbo (vale a dire il “balbuziente”).2. rinunciare al secolo: abbracciare la vita ecclesiastica.
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Questa legge fu emanata su richiesta dei conti che erano al seguito di Carlo il Calvo, al quale avevano chiesto delle garanzie per i propri feudi durante la loro assenza.
Il Capitolare, testo legislativo diviso in capitoli, di Quierzy venne promulgato il 15 giugno 877 da Carlo il Calvo poco prima di partire per una spedizione in Italia.
In questo modo i feudi finivano per diventare di fatto dei possedimenti delle famiglie a cui erano stati assegnati.
Comprendi e analizza
1. Che cosa spinse Carlo il Calvo a emanare il Capitolare di Quierzy?
2. Le indicazioni del Capitolare valevano anche per il fu-turo?
3. Tra chi dovevano essere scelti gli amministratori tem-poranei del feudo?
Ricerca e rifletti
4. In che modo il Capitolare di Quierzy modificò il delicato equilibrio di potere, instaurato da Carlo Magno, tra il sovrano e i suoi nobili?
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sintesi, esercizi, Verifiche Il libro di testo deve guidare all’acquisizione del metodo di studio.
LABORATORIO DELLE COMPETENZE 481 480 Unità 4 Religioni e poteri nel Cinquecento
5. In base al testo, quali tra le seguenti affermazioni inerenti al sacco di Roma si possono fare, e quali no? Metti una crocetta per ogni riga.
Sì no
a. Nei forzieri di Castel Sant’Angelo si nascondeva la ricchezza a cui miravano i fanti.
B. L’antipapismo dei fanti era scollegato da sentimenti patriottici.
C. L’imperatore Carlo V avrebbe dovuto essere uno strumento di Roma.
d. I lanzichenecchi volevano far papa Lutero.
Punti ....../2 (0,5 per ogni risposta corretta)
6. Secondo i fanti tedeschi, a chi avrebbero dovuto essere fedeli il papa e i cardinali? Perché?
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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Punti ....../2 (1 per ogni risposta corretta)
7. Nella frase «Roma era la meta agognata» (righe 2-3), quale significato ha l’aggettivo «ago-gnata»?
a Odiata.B. Esecrata.
C. Ricchissima.d. Ardentemente desiderata.
Punti ……/1
Totale punti: ....../10
COMPITO DI REALTÀ
Preparazione di un’arringa Sei un avvocato e devi preparare un’arringa, di difesa o d’accusa, circa uno scrittore la cui opera è stata inserita dalla Chiesa nell’Indice dei libri proibiti.
Fase 1 (in classe, per gruppi) Scegliete tutti assieme l’autore su cui incentrare la vostra attenzione. Ad esem-pio Niccolò Machiavelli, il cui Principe fu proibito dalla Chiesa nel 1558, o Giovanni Boccaccio, di cui fu censura-to nello stesso anno il Decameron. Dividetevi poi in due gruppi. Un gruppo preparerà l’arringa d’accusa, mentre l’altro preparerà l’arringa difensiva.
Fase 2 (in classe, per gruppi) Reperite sui libri della vostra biblioteca scolastica e sui siti web le informazio-ni legate all’autore e al testo prescelti. Ciascun gruppo prepari poi la propria arringa, che dovrà essere scritta e
articolata in più punti: meriti/demeriti dell’autore, meri-ti/demeriti dell’opera, richiesta d’assoluzione/richiesta di condanna. Ogni gruppo elegga infine il proprio avvocato, che nella terza fase proporrà l’arringa al resto della classe.
Fase 3 (in classe, per gruppi) Davanti alla classe riuni-ta, i due avvocati leggano la propria arringa: prima parle-rà l’accusa, poi parlerà la difesa. Il giudizio sull’autore e la sua opera sarà emesso dalla classe intera, per votazione a maggioranza, dopo un dibattito sulle due tesi contrap-poste. Il dibattito sarà regolato dall’insegnante e nessun intervento potrà durare più di due minuti.
PER L’ALTERNANZA SCUOLA/LAVORO
Magistratura: lo studio legaleRecati nel più vicino studio legale e chiedi un appunta-mento con l’avvocato che lo gestisce. Quindi sottoponigli un’intervista per capire come funziona la sua professio-ne negli aspetti pratici e logistici. Ecco alcune domande di esempio: quante persone lavorano nello studio? Con
quali mansioni? Quali orari? Qual è l’iter burocratico per aprire uno studio? Quindi discuti con lui dell’importanza della documentazione storica nell’attività legale: quali fonti o archivi consulta? in che modo? dove?
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LABORATORIO DELLE COMPETENZE 481 480 Unità 4 Religioni e poteri nel Cinquecento
5. In base al testo, quali tra le seguenti affermazioni inerenti al sacco di Roma si possono fare, e quali no? Metti una crocetta per ogni riga.
Sì no
a. Nei forzieri di Castel Sant’Angelo si nascondeva la ricchezza a cui miravano i fanti.
B. L’antipapismo dei fanti era scollegato da sentimenti patriottici.
C. L’imperatore Carlo V avrebbe dovuto essere uno strumento di Roma.
d. I lanzichenecchi volevano far papa Lutero.
Punti ....../2 (0,5 per ogni risposta corretta)
6. Secondo i fanti tedeschi, a chi avrebbero dovuto essere fedeli il papa e i cardinali? Perché?
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Punti ....../2 (1 per ogni risposta corretta)
7. Nella frase «Roma era la meta agognata» (righe 2-3), quale significato ha l’aggettivo «ago-gnata»?
a Odiata.B. Esecrata.
C. Ricchissima.d. Ardentemente desiderata.
Punti ……/1
Totale punti: ....../10
COMPITO DI REALTÀ
Preparazione di un’arringa Sei un avvocato e devi preparare un’arringa, di difesa o d’accusa, circa uno scrittore la cui opera è stata inserita dalla Chiesa nell’Indice dei libri proibiti.
Fase 1 (in classe, per gruppi) Scegliete tutti assieme l’autore su cui incentrare la vostra attenzione. Ad esem-pio Niccolò Machiavelli, il cui Principe fu proibito dalla Chiesa nel 1558, o Giovanni Boccaccio, di cui fu censura-to nello stesso anno il Decameron. Dividetevi poi in due gruppi. Un gruppo preparerà l’arringa d’accusa, mentre l’altro preparerà l’arringa difensiva.
Fase 2 (in classe, per gruppi) Reperite sui libri della vostra biblioteca scolastica e sui siti web le informazio-ni legate all’autore e al testo prescelti. Ciascun gruppo prepari poi la propria arringa, che dovrà essere scritta e
articolata in più punti: meriti/demeriti dell’autore, meri-ti/demeriti dell’opera, richiesta d’assoluzione/richiesta di condanna. Ogni gruppo elegga infine il proprio avvocato, che nella terza fase proporrà l’arringa al resto della classe.
Fase 3 (in classe, per gruppi) Davanti alla classe riuni-ta, i due avvocati leggano la propria arringa: prima parle-rà l’accusa, poi parlerà la difesa. Il giudizio sull’autore e la sua opera sarà emesso dalla classe intera, per votazione a maggioranza, dopo un dibattito sulle due tesi contrap-poste. Il dibattito sarà regolato dall’insegnante e nessun intervento potrà durare più di due minuti.
PER L’ALTERNANZA SCUOLA/LAVORO
Magistratura: lo studio legaleRecati nel più vicino studio legale e chiedi un appunta-mento con l’avvocato che lo gestisce. Quindi sottoponigli un’intervista per capire come funziona la sua professio-ne negli aspetti pratici e logistici. Ecco alcune domande di esempio: quante persone lavorano nello studio? Con
quali mansioni? Quali orari? Qual è l’iter burocratico per aprire uno studio? Quindi discuti con lui dell’importanza della documentazione storica nell’attività legale: quali fonti o archivi consulta? in che modo? dove?
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ESSERE CITTADINI RESPONSABILI 163 162 Unità 1 Lo sviluppo dell’Europa: economia, società, civiltà
SCALETTA
Fase 1 Brainstorming
1. Che cosa mi ricordo sugli ordini mendicanti? 2. Che cosa differenzia i francescani dai domenicani?3. Approfondisco il significato su vocabolari cartacei o online:
mendicante – ordini m., quegli ordini religiosi (domenicani, francescani, agostiniani, carmelitani ecc.) a cui le primitive regole vietavano di possedere beni e rendite, e imponevano di
trarre i mezzi di sostentamento dall’elemosina o dal proprio lavoro; frati m., i frati appartenenti a questi ordini.
(www.treccani.it/vocabolario/mendicante/)
❚ Questa definizione collima con quanto ho studiato sul profilo? Contiene informazioni differenti? Se sì quali? Questa definizione si collega a qualche brano letto in classe? Se sì quale ecc.
Fase 2 Analisi dei brani
❚ Compila sul tuo quaderno una tabella simile alla seguente con la sintesi del contenuto dei brani.
Brano 1 Brano 2 Brano 3 Brano 4
I frati sono distinti dai monaci e le loro residenze si chiamano monasteri. Essi sono contraddistinti dall’impegno sociale.
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❚ Compila sul tuo quaderno una tabella simile alla seguente con informazioni aggiuntive sull’autore, da raccogliere anche mediante una breve ricerca.
Brano 1 Brano 2 Brano 3 Brano 4
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Grado G. Merlo è professore universi-tario, insegna Storia del cristianesimo. La sua ricerca si è focalizzata sui movi-menti religiosi nel Medioevo.
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Fase 3 Struttura argomentativa
❚ Sintetizza la struttura argomentativa del tuo saggio completando la seguente scaletta.
Tesi: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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Antitesi: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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Titolo provvisorio: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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Fase 4 Stesura e revisione
❚ Scrivere il testo seguendo la scaletta. ❚ Rileggere l’elaborato. ❚ Scegliere il titolo definitivo.
Tipologia C TEMA dI ORdINE STORICO
La rinascita della città fu determinata da molteplici cause: la ripresa dell’agricoltura per mezzo delle in-novazioni, la conseguente apertura degli scambi di lungo raggio, la nascita delle corporazioni e la riorga-nizzazione dei circuiti monetari e del credito. Questi fenomeni generarono un’embrionale globalizzazione di alcune zone del mondo allora conosciuto.Il candidato si cimenti a descrivere il processo sopra riportato, facendo eventualmente opportuni colle-gamenti con le recenti dinamiche di organizzazione del mondo attuale.
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458 Unità 4 Religioni e poteri nel Cinquecento 16 La Chiesa cattolica della Controriforma 459
Biografiagian Pietro Carafa (1476-1559)Di nobile famiglia campana, compì studi da umanista sotto la gui-da di uno zio cardinale che lo introdusse presso Alessandro VI. Succeduto allo zio come ve-scovo di Chieti, svolse missio-ni diplomatiche presso diversi sovrani europei. Inizialmente su posizioni inclini alla riforma della Chiesa, passò alla difesa dell’ortodossia e del primato pontificio, princìpi sui quali fon-dò la congregazione dei chieri-ci regolari alla quale prese egli stesso parte, donando tutti i propri beni. Fuggito dal carce-re dopo il sacco di Roma, ripa-rò a Venezia fino al 1536, anno in cui Paolo III lo fece cardina-le e lo fece partecipare ai lavori della commissione che avrebbe elaborato il Consilium de emen-danda ecclesia. Ottenne poi di fondare il Sant’Uffizio. Parteci-pò al concilio di Trento. Fu elet-to papa nel 1555 con il nome di Paolo IV.
Biografiagaetano di Thiene (1480-1547) Di nobile famiglia veneta, nel 1524 a Roma fondò con altri tre sacer-doti la congregazione dei chie-rici regolari che fu detta poi dei «teatini». Imprigionato dopo il sacco di Roma dai lanzichenec-chi, riparò a Venezia e quindi a Napoli dove rimase sino alla morte, salvo che per la parte-cipazione ai capitoli generali della congregazione dei teati-ni. Promosse ospedali e opere di assistenza caritativa. Difese le posizioni cattoliche ufficiali nei riguardi di Juan de Valdés, Pietro Martire Vermigli e Ber-nardino Ochino.
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1. Il tramonto del Papato rinascimentaleCon la diffusione delle idee riformate il Papato, inteso come istituzione, fu col-pito in profondità: di fronte al dilagare del protestantesimo la Chiesa romana, pur re-primendo ogni fermento eterodosso, non poteva ignorare quelle istanze di riforma che si stavano manifestando tra i suoi stes-
si fedeli. Benché Clemente VII evitasse la convocazione di un concilio sullo scisma in atto fra protestanti e cattolici, all’interno della Chiesa qualcosa si mosse, anche se inizialmente su posizioni di intransigenza: nel 1524 nacque l’ordine dei «chierici re-golari», fustigatori dell’eresia protestante.
Il Papato da Leone X a Clemente VIIMorto Giulio II della Rovere, nel 1513 ascese al soglio pontificio papa Leone X, esponente della casata fiorentina dei Medici. Questi proseguì nel mecenatismo del suo predeces-sore e soprattutto nel nepotismo, favorendo esponenti della sua famiglia come Giulio de’ Medici, figlio di Giuliano, al quale concesse un numero tale di benefici ecclesiastici che lo storico a lui contemporaneo Marino sanuto nei suoi Diarii commentava: «siché [sic] al mar va l’acqua». Nel 1513 Giulio ottenne anche il cappello cardinalizio, malgrado formalmente non potesse aspirare alla carica in quanto figlio naturale. Morto Leone X, nel 1521 Giulio sperò di essere eletto papa ma il partito antimediceo gli preferì Adriano da Utrecht, che prese il nome di adriano Vi e morì prematuramente nel 1523. Era infine arrivato il momento di Giulio de’ Medici che, eletto dopo un conclave sofferto, salì al so-glio pontificio come clemente Vii. Durante il suo pontificato egli ridimensionò i fasti rinascimentali della corte di Roma e diede avvio a una prima riforma del clero e della curia in vista del giubileo che si sarebbe svolto nel 1525.
Clemente VII e la mancata convocazione del concilioIl pontificato di Clemente VII fu ricco di eventi simbolici tra i quali il più significativo fu il sacco di roma del 1527. Esso rappresentò – come si è detto – un duro colpo per l’imma-gine di Carlo V. L’imperatore propo-se quindi un accordo per far sì che il papa si impegnasse a convocare un concilio generale per sanare lo sci-sma protestante divampato nei ter-ritori dell’Impero. Lo scontro con-fessionale in Germania stava infatti mettendo a dura prova la stabilità dell’Impero e Carlo temeva le con-seguenze del protrarsi dello scisma.
Il pontefice a parole si disse dispo-nibile a indire un concilio, ma solo dopo che si fosse raggiunta la pace, e ribadì tale posizione anche in occa-sione dell’incoronazione a impera-tore di Carlo V che, su suo suggeri-mento, avvenne a Bologna, anziché a
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1513 Roma: elezione di Leone X
1530 Bologna: incoronazione di Carlo V
1524 Roma: riconoscimento dei chierici teatini
flashBaCk Dopo la sconfitta a Pavia nel 1525, Francesco I di Francia aveva mosso nuovamente guerra a Carlo V con una coalizione, la Lega di Cognac, alla quale aveva aderito anche il papa. Per punire Roma di questo affronto, le truppe lanzichenecche dell’imperatore invasero e saccheggiarono la Città eterna.
1527 Roma: sacco della città
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538 Unità 5 L’Europa delle nazioni e delle religioni 18 Vecchi e nuovi Imperi tra xvi e xvii secolo 539
CONFRONTARE le interpretazioniImperi occidentali e orientali
Nella seconda metà del Cinquecento l’Europa appare stremata da decenni di guerra. La Spagna, spossata dal prolungato conflitto contro le potenze protestanti e i turchi, versa in condizioni economiche critiche. La Germania, raggiunta temporaneamente la pace religiosa grazie agli accordi di Augusta (1555), fa l’esperienza della difficile convivenza tra le diverse confessioni dei propri territori, che sfoceranno presto nell’intolleranza religiosa. Spostandoci a Oriente si assiste all’avanzata nei Balcani dell’Impero ottomano, contenuto a fatica dagli Asburgo d’Austria e all’espansione e al consolidarsi dell’assolutismo degli zar in Russia con l’insediamento della dinastia dei Romanov nel 1613.
documento 1 | La crisi economica della Castigliaautore e oPera John Huxtable Elliott, dopo aver inse-gnato Storia della Spagna presso le Università di Londra (1968-73) e di Princeton (1973-90), è professore emerito di Storia moderna a Oxford. Suo principale interesse è sempre stato lo studio della monarchia spagnola tratta-ta in stretta connessione con le sue propaggini colonia-li. Tra le sue opere sono da ricordare Richelieu e Olivares (1984, trad. it. 1990), La Spagna e il suo mondo, 1500-1700 (1989, trad. it. 1996) e Imperi dell’Atlantico. America britan-nica e America spagnola, 1492-1830 (2006, trad. it. 2010).
PercHé Lo Leggiamo In questo denso saggio Elliott traccia un profilo della storia della Spagna, a partire soprattut-to dalla Castiglia, il cuore pulsante dello Stato iberico. Lo storico inglese ripercorre la vicenda imperiale degli Asburgo della fine del Quattrocento, dal suo fulgore rag-giunto con i regni di Carlo V e di suo figlio Filippo II sino alla sua decadenza nel Seicento. In questo brano Elliott mostra come nella seconda metà del Cinquecento l’economia castigliana fosse esausta e in profonda crisi.
L’esodo dalle campagne verso le città finì per trasformare gradualmente la Castiglia in una terra di villages désertés con conseguenze tragiche per lo sviluppo agricolo del Paese. In tutta l’area mediterranea, la seconda metà del Cinquecento fu un periodo in cui la
produzione alimentare ottenuta in loco si palesò sempre più insufficiente ad una popolazione che era ancora in fase di crescita. La Castiglia, con il diradarsi della sua manodopera agricola non fece eccezione alla regola e dal 1570 cominciò a dipendere per il rifornimento di derrate (cereali) dall’Europa settentrionale e orientale. Quindi, dopo il 1570 in Castiglia i prezzi del grano furono in ascesa; i campi erano abbandonati e il Paese si trovò sempre più strettamente vin-colato ad un’Europa del Nord da cui già stava importando quei manufatti che le sue industrie non riuscivano più a fabbricare a prezzi competitivi. Le Cortes della Castiglia non facevano che lamentare la decadenza dell’agricoltura, ma ben poco si fece per prevenirla. Le riforme radicali di cui c’era un concreto bisogno avrebbero potuto essere attuate solo con uno sforzo collettivo e con un ripensamento delle priorità nazionali: sforzo e ripensamento dovevano però essere così drastici da risultare inconcepibili.Gli ostacoli fisici e geografici alla crescita economica si presentavano in Castiglia senz’altro tanto gravi da far disperare della possibilità di superarli. Il suolo era povero, il clima sfavorevole e le co-municazioni interne erano terribilmente difficili. Stando così le cose, gli eventuali miglioramenti – si pensi a piani di irrigazione o di costruzioni stradali – richiedevano uno sforzo di collaborazio-ne e l’investimento di capitali cospicui. La città di Toledo, ad esempio, con la sua operosa industria della seta, era riuscita a conservare la propria prosperità nonostante che, nel 1561, Filippo II avesse trasferito la capitale a Madrid. Ma nel caso di Toledo l’espansione economica aveva potuto durare grazie al fatto che la città era riuscita a migliorare le sue comunicazioni con l’esterno.
(J.H. Elliott, La Spagna imperiale, trad. it. di A. Ca’ Rossa, il Mulino, Bologna 1982)
Comprendi e analizza
1. Quale causa determinò la crisi agricola della Spagna?2. Quale fenomeno demografico acuì gli effetti della crisi
agricola?3. In che modo Toledo riuscì a superare indenne la crisi
economica di fine Cinquecento?
Ricerca e rifletti
4. Rifletti sul documento e sui paragrafi del capitolo ri-guardanti l’Italia spagnola. Quali somiglianze e diffe-renze riscontri nella situazione economica delle due aree geografiche?
VISUALIZZARE le informazioni DidatticaINCLUSIVA
Spagna
splendore
Russia Impero ottomano
Impero persiano
declino
Pax hispanica
Siglo de oro per la cultura
aumento dell’inflazione
arretramento dell’economia
irrigidimento dei rapporti sociali
contrasti religiosi fra cattolici e protestanti
minaccia ottomana
mancanza di una burocrazia di funzionari
debolezza economica
oro e argento
americani
Sacro romano impero
religione islamica sciita
ImPeRI fRa xvI e xvII SecOLO
Ivan IV il Terribile sul trono (1546-84)
rafforzamento del potere
acquisizione del titolo
di zar
conquista di nuovi territori: nasce
l’Impero
convocazione di un concilio
religioso
creazione della Duma
economia politica estera
esaurimento della spinta espansiva
subalternità militare
all’Occidente
aumento delle
importazioni dall’Europa
scarsità di liquidità
aumento dell’inflazione
dinastia dei Safavidi (1501-1736)
Ismail shah di Persia (1501)
inclusiVità I box L’essenziale, che aprono ogni paragrafo, e le mappe concettuali di fine capitolo in font ad alta leggibilità aiutano i ragazzi a non perdersi e costituiscono una corsia rapida di studio o ripasso.
334 Unità 3 L’espansione europea nel mondo 11 L’Europa alla scoperta del mondo 335
CONFRONTARE le interpretazioniStorie sul Nuovo Mondo
La scoperta dell’America, o del Nuovo Mondo come dicevano i contemporanei, fu un evento capitale della storia moderna, perché contribuì in maniera determinante a mutare la visione del mondo.La ricerca di una via alternativa per procurarsi le spezie direttamente dalle Indie, e aggirare così il monopolio veneziano, spinse arditi navigatori a cercare nuove rotte e a inoltrarsi nell’oceano Atlantico, scoprendo tra l’Europa e le Indie un nuovo continente. Molti storici si sono concentrati sui primi viaggi degli esploratori, sulle difficoltà della navigazione e sull’impatto che tali scoperte ebbero sulla mentalità degli europei.
documento 1 | Il viaggio di Vasco da Gamaautore e oPera Glenn J. Ames (1955-2010), dopo aver con-seguito il dottorato nel 1987 all’Università del Minnesota, divenne docente di Storia del Portogallo e della Francia all’Università di Toledo nell’Ohio, materia che insegnò dal 1990 al 2010. Tra le sue opere sono da ricordare Col-bert, mercantilism and the French quest for Asian trade (“Col-bert, il mercantilismo e l’aspirazione francese al com-mercio asiatico”, 1996) e Vasco da Gama (2005).
PercHé lo leGGiamo In questo saggio lo storico statuni-tense ricostruisce la storia delle esplorazioni europee in tutto il mondo fra il Cinquecento e il Settecento. Esse rappresentarono il preludio della formazione dei gran-di Imperi coloniali dell’Età moderna: quello portoghe-se (Asia e Brasile), spagnolo (Nuovo Mondo), olandese (Asia), inglese (America del Nord e India) e francese (iso-le caraibiche e Canada). Nel brano seguente Ames descrive il difficile viaggio in India di Vasco da Gama (forse 1469-1524) del 1497-98, in cui perse il fratello Paulo (1465-99) e due navi.
Nel gennaio 1497 il nuovo re Emanuele I1 nominò Vasco da Gama comandante della spe-dizione lungamente attesa per l’India. […] La squadra di Gama salpò per l’India solo nel 1497, cioè nove anni dopo il rientro di Dias2. Perché questa lunga attesa? […] Nel
1494 venne siglato l’accordo di Tordesillas, che rappresentava un vero trionfo diplomatico per il Portogallo. L’accordo, infatti, fissava la linea di demarcazione a 270 leghe più a ovest di quan-to previsto dalla bolla Inter Caetera. Di conseguenza, i portoghesi si garantivano il controllo sul passaggio oceanico per l’India, gran parte dell’Atlantico meridionale e il Brasile. Anche la mor-te di Giovanni II e i problemi legati alla sua successione concorsero a procrastinare la data del primo viaggio per l’India.La flotta di Gama era composta di quattro navi […, che] salparono da Lisbona nel luglio 1497 con 170 uomini a bordo. […] Il Capo di Buona Speranza venne doppiato il 22 novembre. Nell’oceano Indiano Vasco da Gama si scontrò con il radicato potere economico degli arabi, la cui ostilità religiosa ed economica complicò il suo compito lungo la costa dell’Africa orientale nel corso del-la sua sosta in Mozambico (marzo 1498), e soprattutto a Mombasa (aprile 1498), dove il sultano locale cercò di disperdere la sua flotta con un attacco notturno. Gama ricevette un’accoglienza più favorevole a Malindi, ottenendo un abile pilota che guidò i lusitani attraverso il mare Ara-bico fino alle coste traboccanti di spezie del Malabar, in India, dove la spedizione approdò infi-ne nel maggio 1498. […] Gama riprese il mare con un notevole carico di spezie [… approdando] a Lisbona in luglio e agosto 1499. Dopo avere seppellito il fratello Paulo a Terceira nelle Azzorre, Gama rientrò in patria in settembre. Ricevette il titolo distintivo di dom, una cospicua pensione annua e altre ricompense, incluso il titolo di «ammiraglio dei mari indiani».
(G.J. Ames, L’età delle scoperte geografiche, 1500-1700, trad. it. di R. Falcioni, il Mulino, Bologna 2011)
Comprendi e analizza
1. Quanto durò e quali furono le principali tappe del viag-gio in India di Vasco da Gama?
2. Come venne accolto da Gama dai sultani indiani?3. Chi perse da Gama durante il viaggio?
Ricerca e rifletti
4. Sulla base della lettura di Ames e del capitolo descrivi le principali caratteristiche dell’Impero coloniale por-toghese.
1. emanuele i: Emanuele I (1469-1521) fu re del Portogallo dal 1495 alla morte, succedendo a Giovanni II (1455-95), che ave-va regnato dal 1481 alla morte.2. Dias: il navigatore portoghe-se Bartolomeo Diaz (1450-1500) fu il primo a doppiare il capo delle Tempeste, che da allora venne chiamato capo di Buo-na Speranza e a giungere così nelle Indie nel 1488.
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processo storicoDall’anno Mille al Seicento
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Questo volume non è cedibile separatamente dagli altri componenti della confezione
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1. Dall’Anno Mille al Seicento + Dizionario storico + Dvd Rom
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Dall’Anno Mille a oggi. L’essenziale (BES e DSA) 9788820137830 9788857721873
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