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Aprile 2015 Michela Bertazzo Gestione della classe, delle problematiche relazionali, educazione all’affettività ….qualche perché e come nella pratica didattica FORMAZIONE NEOASSUNTI 2015 LABORATORI PROVINCIALI - PADOVA

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Gestione della classe,

delle problematiche relazionali,

educazione all’affettività

….qualche perché e come nella pratica didattica

FORMAZIONE NEOASSUNTI 2015

LABORATORI PROVINCIALI - PADOVA

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A partire dalla nostra storia…«Si direbbe che il quadro dei miei giorni, come le regioni di montagna,

si componga di materiali diversi, agglomerati alla rinfusa. […]

In questa difformità, in questo disordine, percepisco la presenza di un

individuo, ma si direbbe sia stata la forza delle circostanze a tracciarne

il profilo;

e le sue fattezze si confondono come quelle di un’immagine che si

riflette nell’acqua».

Marguerite Yourcenar, Memorie di Adriano

“Chi è ciascuno di noi se non una combinatoria di esperienze, di

informazioni, di letture, d’immaginazioni?

Ogni vita è un’enciclopedia,

una biblioteca, un inventario d’oggetti, un campionario di stili,

Dove tutto può essere continuamente rimescolato e riordinato in tutti i

modi possibili.”

Italo Calvino

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Quella volta…..ricordo una lezione di successoIn queste settimane che la Scuola riapre le sue porte auguro che ogni insegnante ritrovi il senso del suo lavoro - bistrattato e umiliato economicamente e socialmente - come uno tra quelli più decisivi nella formazione dell'individuo. Auguro loro di saper ritrovare passione nello spiegare una poesia di Ungaretti, le leggi della termodinamica, la deriva dei continenti, una lingua nuova, la bellezza formale di una operazione di matematica o di un teorema di geometria. Auguro che la loro parola riesca a tenere vivi gli oggetti del sapere generando quel trasporto amoroso ed erotico verso la cultura che costituisce il vero antidoto per non smarrirsi nella vita.

…….

Sull'importanza vitale dell'ora di lezione mi si permetta un ricordo personale. Da ragazzo frequentavo alla fine degli anni Settanta le aule disadorne di un Istituto agrario specializzato in coltivazione di serre calde situato nell'estrema periferia di Milano. Alcuni dei miei compagni finirono sperduti in India, altri costeggiarono pericolosamente il terrorismo, altri ancora sono stati ammazzati dalla droga. Eravamo in quell'Istituto un manipolo di cause perse. Cosa mi salvò se non un'ora di lezione, se non una giovane professoressa di lettere di nome Giulia Terzaghi che entrò in aula stretta in un tailleur grigio rigorosissimo parlandoci di poeti con una passione a noi sconosciuta? Cosa mi salvò se non un'ora di lezione? Se non quella passione sconosciuta che Giulia sapeva incarnare?

Questa storia non è solo la mia ma è la storia di molti. Cosa ci salvò se non quel desiderio di sapere che si propagava dalla forza della parola dell'insegnante capace di scuoterci dal sonno? Non è forse questo quello che la scuola burocratizzata della valutazione e della informatizzazione sospinta rischia di dimenticare? Non è forse l'ora di lezione che può rimettere in movimento le vite scuotendole dall'inerzia di un sapere proposto solo come un oggetto morto?

Auguro a tutti gli studenti di ordine e grado di incontrare la loro Giulia.

M Recalcati, L’ora di lezione. Per un’erotica dell’insegnamento

Un allievo di Lacan, Moustapha Safouan, racconta che un bravo maestro si distingue da come reagisce quando entrando in aula, prima di salire in cattedra,

inciampa. La prima reazione è quella di ricomporsi immediatamente e far finta che non sia accaduto niente. Questo non è interessante. La seconda è

ricomporsi e mentre si ricompone getta uno sguardo nella classe per vedere chi ha osato deriderlo e poi prendere provvedimenti disciplinari. Nemmeno questa

è la posizione auspicabile. Il bravo maestro, dice Safouan, è quello che inciampa e fa dell’inciampo il tema della lezione. I bravi maestri sanno inciampare. Non

temono il limite del sapere. La lezione è un rischio ogni volta, ma i bravi maestri non temono la caduta. Recalcati M

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Gestire la classe

Gestire= governare, amministrare, condurre, mostrare, indicare un cammino verso una meta,

condurre a termine, portare

Gestione= funzione di contenimento e controllo

Mantenere la disciplina? Controllare comportamenti inadeguati,

correggere, modificare, ristabilire l’ordine?

INSEGNAMENTO: non è re-agire a……..

INSEGNAMENTO È AGIRE PER….

scegliere di agire intenzionalmente dal punto di vista educativo

Non solo «buon senso» ed «esperienza» ma:

conoscere ciò che condiziona l’apprendimento in classe

Proporre attività per catturare e mantenere l’attenzione

Incoraggiare la partecipazione

Sostenere l’impegno

Da semplice repertorio di tecniche

alla capacità riflessiva

per intraprendere azioni

nella complessità di variabili

che interagiscono nel momento dell’apprendimento

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Gestire la classe Non solo «re-azione», «buon senso» ed «esperienza» ma:

- Conoscere ciò che condiziona l’apprendimento in classe

- Proporre attività per catturare e mantenere l’attenzione

- Incoraggiare la partecipazione

- Sostenere l’impegno

Da….

a

COME SI INSEGNA in relazione a COME SI APPRENDE

Repertorio di

tecniche

capacità riflessiva per intraprendere azioni nella complessità di variabili che

interagiscono nel momento dell’apprendimento (capire le situazioni, cogliere ed

interpretare situazioni di disagio, predisporre strategie, prendere decisioni, adattare gli interventi al mutare delle circostanze…)

Obbedienza a

regole imposteAutoregolazione, responsabilità e partecipazione attiva al lavoro in classe(esprimere efficaci stili comunicativi e relazionali, leggere e gestire i conflitti…)

Regole per lo

studenteSviluppo di interdipendenza, reciprocità, fiducia, caring (co-responsabilità,

collaborazione, condivisione e stima reciproca, prendersi reciproca cura…)

Classe attenta

all’insegnante

Classe orientata all’apprendimento (insegnante non fonte e trasmissione del

sapere ma regia per la partecipazione attiva degli studenti, sforzo congiunto di soluzione di problemi, pensare critico, ricerca e costruzione di saperi e conoscenza)

Da Comoglio M, prefazione a Charles CM, Gestire la classe, ed LAS Roma

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Focus OCSE-PISA 2015Sole24ore 15 aprile 2015

STUDENTI ITALIANI SCONTENTI E IMPREPARATI, L’OCSE CHIAMA IN CAUSA I PROF

Un focus sui test Pisa rivela: il nostro Paese agli ultimi posti nel mondo per voti in matematica e livello di soddisfazione tra i banchi

Repubblica, 15 aprile 2015

STUDENTI ITALIANI POCO FELICI, MA I PROF NON SI PREOCCUPANO

Secondo l'enorme mole di dati raccolti nel focus dell'Ocse-Pisa appena pubblicato sono più trascurati a scuola dei loro coetanei europei. Un aspetto che poco più della metà dei docenti considera importante

Il Corriere della sera, 14 aprile 2015

SE GLI STUDENTI AMANO POCO LA SCUOLA E I PROF NON SE NE PREOCCUPANO

Secondo il rapporto internazionale un quindicenne su quattro non si trova con gli insegnanti: e questo ha un effetto negativo anche sui risultati

Se la sfera pubblica e sociale deve rinascere nel mondo occidentale, oltre alle abilità tecniche, ha assoluto bisogno di "capacità di interazione con gli altri - di dialogo, di negoziato, di raggiungimento della comprensione reciproca e di gestione o risoluzione dei conflitti, inevitabili in ogni situazione della vita collettiva". Dobbiamo cioè acquisire competenze in materia di cittadinanza attiva e di manutenzione della democrazia.

Zygmut Bauman, Vita liquida

“Sebbene la scuola italiana abbia introdotto il costrutto di competenza, spesso ricade su una didattica per contenuti scordandosi della parte più profonda del concetto di competenza:

la dimensione dell’‘essere”. Federico Batini, Lifelong Lifewide Learning

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Competenza parola chiave?

“Costruire conoscenza è dunque necessario, se non fondamentale, ma non sufficiente ….

La competenza è la risultante di tre fattori:

SAPER AGIRE mobilitare le proprie risorse (conoscenze, capacità, atteggiamenti) in situazione

VOLER AGIRE motivazione personale

POTER AGIRE contesto che consente e legittima la possibilità di assumere responsabilità e rischi

Le Botef G, Costruire competenze individuali e collettive

Castoldi M, Progettare per competenze

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LA COMPETENZA

Permette, di fronte ai problemi concreti, di mobilitare tutte le risorse

interiori: conoscenze e abilità, emozioni e impegno personale

(“il curricolo nella scuola dell’autonomia”, MPI 2007)

“La competenza è la capacità di rispondere a esigenze individuali e sociali, o di

svolgere efficacemente un’attività o un compito. Ogni competenza comporta

dimensioni cognitive, abilità, attitudini, motivazione, valori, emozioni e

altri fattori sociali e comportamentali.

Le competenze si acquisiscono e si sviluppano in contesti educativi formali (scuola), non

formali (famiglia, luogo di lavoro, media, organizzazioni culturali e associative) e informali

(vita sociale nel suo complesso)” Mario Castoldi

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COMPETENZE CHIAVE PER L’APPRENDIMENTO PERMANENTE

Raccomandazione Parlamento Europeo, 18 dicembre 2006

1. Comunicazione nella madrelingua;

2. Comunicazione nelle lingue straniere;

3. Competenza matematica e

competenze di base in scienza e

tecnologia;

4. Competenza digitale;

5. Imparare ad imparare;

6. Competenze sociali e civiche;

7. Spirito di iniziativa e imprenditorialità;

8. Consapevolezza ed espressione

culturale.

LE 8 COMPETENZE CHIAVE PER LA

CITTADINANZA (al termine dell’istruzione obbligatoria)

All2_Dm139/2007

persona – cittadino – lavoratore

1. Imparare a imparare

2. Progettare

3. Comunicare

4. Collaborare e partecipare

5. Agire in modo autonomo e

responsabile

6. Risolvere problemi

7. Individuare collegamenti e relazioni

8. Acquisire e interpretare

l’informazione

COMPETENZE CHIAVE EUROPEEnecessarie per la realizzazione e lo sviluppo personali, la cittadinanza

attiva, l’inclusione sociale e l’occupazione

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3 - FATTORI DINAMICI

motivazionali, emotivi,

autoregolazione

1- SAPERI

Conoscenza dichiarativa

Conoscenza procedurale: abilità

Né sola destrezza tecnica (esperienza), né sapere astratto (conoscenza)

Il CONCETTO DI COMPETENZA

2- CONTESTI, SITUAZIONI, ATTIVITA’

scolastiche, di vita, professionali: irregolari,

complessi (problem-solving)

Orchestra: ogni componente entra al momento giusto,

suona in accordo con gli altri, con il ritmo e

l’intensità giusti.

Direttore d’orchestra: gestisce gli strumenti-saperi con

consapevolezza, responsabilità, autonomia

RISULTATO

COMPLESSO

DELL’ORCHESTRAZIONE

TRA

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Gestire la classe è… tutto ciò che l’insegnante mette in opera per

stabilire e mantenere un ambiente favorevole all’attività di insegnamento/apprendimento. Comoglio M., Prefazione all’edizione italiana del testo: Charles C.M., Gestire la classe, LAS, Roma, 2002

GRUPPO CLASSE=

SODDISFACIMENO DEI BISOGNI DI

IDENTITÀ (= sentirsi persone e capaci)

APPARTENENZA (= superamento dell’isolamento e solitudine)

SICUREZZA (= sentirsi in un ambiente che protegge e contiene)

La piramide dei bisogni di Maslow

INDIVIDUO=

SODDISFACIMENO DEI BISOGNI DI

GESTIRE LA CLASSE =

agire in modo tale che ogni allievo possa trovare le giuste attenzioni educative e didattiche soddisfacendo i propri bisogni personali, promuovendo e mantenendo un proficuo ambiente di apprendimento in classe

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La gestione della classe

Si occupa

• Del processo di insegnamento -apprendimento

• Della complessità del gruppo classe

• Delle sue dinamiche

Consiste nel

• Conoscere le variabili che ne influenzano la gestione

• Promuovere motivazione, interesse, ben-essere

• Fare scelte organizzative e didattiche efficaci

• Incoraggiare la partecipazione

Richiede

• Occuparsi dell’ambiente fisico e sociale dell’aula

• Ripensare il ruolo dell’insegnante e degli alunni

• Porre attenzione ai bisogni dei soggetti (vissuti, attese, stati emotivi, ruoli sociali, competenze….)

• Mettere in atto una pluralità di strategie didattiche

Come conduzione dei rapporti interpersonali e di gruppo per promuovere

atteggiamento positivo verso la proposta educativa-didattica

Rielaborazione da D’Alonzo L, Gestire la classe, ed Giunti Scuola

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Gestire la classe è….MOTORE DI MOTIVAZIONE

Partire dai bisogni dei soggetti per il successo

scolastico

SCELTE ORGANIZZATIVE E DIDATTICHE

(valorizzazione diversi stili di insegnamento/stili di apprendimento)

gestione dell’ambiente di apprendimento (come gestire lo spazio aula: banchi/cattedra, pareti…)

Pluralità di metodologie, strumenti e materiali didattici (lezione frontale, lavori di gruppo, apprendimento cooperativo, peer toutoring, tecniche dialogiche, …)

Gestione dei carichi cognitivi (studio scuola-casa, relazione e confronto con i colleghi…)

Gestione efficace della comunicazione: (linguaggio non verbale, postura del docente, tono della voce, messaggi espliciti e impliciti… )

DISCIPLINA

“senza una struttura formale che definisca il suo compito, i suoi confini (scopi) e il sistema dei suoi ruoli,

il grande gruppo è…

vittima di confuse motivazioni individuali e degli assunti del piccolo gruppo”

Rice, 1965

COINVOLGIMENTO – INCORAGGIARE LA PARTECIPAZIONE

UTILIZZANDO MODALITÀ COMUNICATIVE EFFICACI

Comunicare le aspettative

Sollecitare la partecipazione

Condividere alcune scelte didattiche

Condividere la definizione delle regole.

RELAZIONE POSITIVA

Dalla comunicazione

efficace al clima positivo

CHIAREZZA DELLE REGOLE

Dalle aspettative reciproche alla

chiarezza di regole e procedure

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UN PATTO FORMATIVO

“L’insegnante discute con ogni alunno il programma e

definisce il contratto di lavoro, fornisce il

materiale e le informazioni di cui dispone, resta a

disposizione per ogni richiesta di supporto e

collaborazione; infine verifica e valuta con gli allievi

l’esito dei vari contratti, ripropone nuovi

cicli d’apprendimento.

Lo studente è al corrente delle motivazioni che sono

alla base del programma e dei metodi di

lavoro, sceglie il taglio personale che vuole dare al suo

apprendimento, valuta l’iter di studio e

si impegna nel contratto di lavoro e nella verifica dei

risultati completamente raggiunti.”

T. Gordon, Insegnanti efficaci,

Giunti Lisciani, trad. it., Teramo, 1991, pag.13

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Un impegno reciproco(d

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Tono di complicità, ma autorevole“Sentite ragazzi: ci tengo a stare bene insieme con voi. Per lavorare bene ho bisogno della vostra collaborazione…..

Insieme ci dovremo occupare di……..

Ne avete sentito parlare? Mi dite cosa ne sapete già?......

Pensate che tra gli argomenti da approfondire vi sia qualcosa che ritenete utile o importante o piacevole per voi?.....”

I miei impegni nei vostri confronti

Il mio obiettivo: Es Acquisire strategie per costruire a gruppi problemi e soluzioni……

Con queste modalità per condurre la lezione: ………

Con queste modalità di verifica e criteri di valutazione: ……..

_ Io apprezzo……. E mi fa arrabbiare……..

Possiamo darci un obiettivo come classe? Consultatevi…..

Questa è una classe……(senso di identità e appartenenza)

A voi la ricerca dei modi in cui farla distinguere: clima di classe

E ora i vostri impegniLa partecipazione in classe. Il rapporto con lo studio. Il lavoro a casa

Apprezzo……e mi fa arrabbiare

Obiettivo personale: (Es: Riuscire ad esporre le mie idee senza vergognarmi)

Per conseguire questo obiettivo: …………..

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Per essere colta come valore,

"la regola" deve possedere alcune

caratteristiche:

scaturire da esigenze concrete e verificabili

essere coerente con altre regole

investire tutti, adulti e ragazzi

essere costante nel tempo

essere confermata e praticata da tutti gli adulti significativi

essere al di sopra dei singoli, delle opportunità

essere rispettata da tutti

REGOLE: ISTRUZIONI PER L’USO

formulazione diretta, senza divieti (evitare messaggi di

minaccia e critica)

poche regole (max 5-6 ) e molto chiare

ricordarsi deve essere vantaggioso e rispettoso per tutti

chiarire per ogni regola le modalità e le responsabilità di attuazione e cosa facciamo se le regole non funzionano

accordo esplicito, visibile, condiviso e sottoscritto da tutti i docenti e da tutti gli alunni gli alunni della classe, chiedendo a tutti di esprimere con la propria firma

l’accettazione delle regole

verificabilità a scansione costante: periodicamente (ogni quanto?) si fa il punto della situazione ma decidiamo già quando facciamo la prima verifica

è sempre possibile cambiare o migliorare una regola se si dovesse scoprire che non funziona

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Che insegnante sono/voglio essere?Insegnante canotto – salvagente – trampolino ?

Insegnante muro o insegnante ponte?

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STILE PASSIVO

DISILLUSIONE – ROUTINE – RIPETITIVITÀ –

ricerca di TRANQUILLITÀ

Desiderio di essere simpatici e di voler essere quindi accettati da tutti.

Riluttanza a trovarsi in conflitti.

Timore che il proprio coinvolgimento non produca risultati positivi.

Apprensione nel caso in cui dovesse perdere il controllo di se stesso ed alzare il tono

più del lecito.

STILE AGGRESSIVO

EFFICIENZA PERSONALE –

SENTIRSI AGENTE DI SOLLECITAZIONE

Attraverso il piglio duro ed aggressivo, si ottengono i risultati.

Dopo aver aggredito qualcuno, scaraventando contro di lui la nostra rabbia, ci si

sente meglio.

STILE ASSERTIVO (non significa essere sempre sorridenti e solari)

CAPACITÀ DI ASCOLTO – FLESSIBILITÀ –

RISPETTO – RENDERE RESPONSABILI

Riconosco i tuoi diritti Ti ascolto

Accolgo le tue emozioni Ascolto attivo

Non ti valuto come persona ma ti do feed back sul tuo comportamento e i suoi

effetti messaggi in prima persona

Ti accetto e ti esprimo la mia accettazione

Mantiene e favorisce lo scambio comunicativo tra le persone, garantendo una

crescente disponibilità al dialogo ed al confronto.

Quale stile comunicativo?

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“La mia esperienza di educatore mi dice che la

vita si fonda sulla necessità di comunicare.

L’educazione non può prescindere dalla

comunicazione:

il processo di conoscenza è sociale,

coinvolge relazioni dialogiche,

non è possibile conoscere da soli.” P. Freire

“Non riusciamo ad esprimerci

ma è necessario, pur se non facile,

se vogliamo che la realtà cambi assumendo la

sua faccia vera, giusta.

Comunicare è anche cercare di raggiungere

soluzioni comuni.

Incapacità di comunicare significa arrendersi

di fronte ai problemi” Caterina, classe 4° Liceo Psicopedagogico

“Comunicare: legge della vita.

La proposta?

Un diapason a cui intonarci

per riuscire ad intenderci” D Dolci