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Il follow-up in oncologia Vincenzo Casale, Daniela Assisi, Antonio Grassi, Rocco Lapenta, Vittoria Stigliano GESTIONE GESTIONE & diritti doveri di un Servizio di Endoscopia Digestiva Il libro bianco dell’endoscopista F. Cosentino, G. Battaglia, E. Ricci 15 15

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Il follow-up in oncologia

Vincenzo Casale, Daniela Assisi, Antonio Grassi, Rocco Lapenta, Vittoria Stigliano

GESTIONEGESTIONE&

diritti

doveri di un Servizio di Endoscopia Digestiva

Il libro bianco dell’endoscopistaF. Cosentino, G. Battaglia, E. Ricci

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il libro bianco dell’endoscopista

PROGETTARE , REALIZZARE

ORGANIZZARE e

GESTIRE

un Servizio di Endoscopia Digestiva

Felice CosentinoGiorgio BattagliaEnrico Ricci

in Endoscopia Digestiva

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G E S T I O N E 15G E S T I O N E

Il follow-up in oncologia

Vincenzo Casale, Daniela Assisi, Antonio Grassi, Rocco Lapenta, Vittoria Stigliano

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© 2004 AREA QUALITÀ® S.r.l.Editore certificato ISO 9001:2000Via Comelico, 3 - 20135 MILANOE-mail: [email protected] i diritti riservati

Questo fascicolo è stato stampato dalla tipografia Vigrafica di Monza nel mese di settembre 2004

Impaginazione: Area Qualità - Maurizio Duranti

AREA QUALITÀ

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Il follow-up in oncologiaVincenzo Casale, Daniela Assisi, Antonio Grassi, Rocco Lapenta, Vittoria Stigliano

Introduzione ...................................................................................................................................................... 7Definizione e obiettivi del follow-up .......................................................................... 7Significato del follow-up in oncologia ...................................................................... 8

Bibliografia ........................................................................................................................................................ 8La patologia esofagea .................................................................................................................... 9

Il cancro trattato .................................................................................................................................... 9L’esofago di Barrett ............................................................................................................................ 9

Bibliografia .......................................................................................................................................................... 11La patologia gastrica ........................................................................................................................ 12

Il cancro trattato .................................................................................................................................... 12La malattia di Menetrière .......................................................................................................... 12L’anemia perniciosa............................................................................................................................ 12Gli adenomi .................................................................................................................................................. 12Il moncone gastrico ............................................................................................................................ 12La Gastrite Cronica Atrofica (CAG) ............................................................................ 13

Bibliografia .......................................................................................................................................................... 14

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La patologia del colon-retto .............................................................................................. 15Adenomi sporadici del colon-retto .............................................................................. 15Malattie infiammatorie croniche dell’intestino .......................................... 16Resecati per cancro del colon-retto ............................................................................ 17

Cancro colon-rettale ereditario .................................................................................. 18I tumori ereditari del colon non poliposi (HNPCC) ............................ 18La Poliposi Familiare Adenomatosa (FAP) ........................................................ 18Linee guida per la gestione dei familiari a rischio FAP .................. 19Linee guida per il follow-up dei pazienti FAP .............................................. 19

Bibliografia .......................................................................................................................................................... 21

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INTRODUZIONE

DEFINIZIONE E OBIETTIVI DEL FOLLOW-UP

Vincenzo Casale, Daniela Assisi, Antonio Grassi, Rocco Lapenta, Vittoria StiglianoU.O. di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva, Istituto Nazionale Tumori Regina Elena di Roma

Partendo da questi presupposti si intuisce che isoggetti da inserire nei programmi di follow-updebbano essere portatori di malattie di grossoimpatto sociale, per le quali la classe medica ab-bia a disposizione metodologie atte all’indivi-duazione di segni della ripresa di malattia o del“viraggio” delle lesioni o condizioni a rischioprima che il quadro clinico sia conclamato.Ciò presuppone la messa a punto di protocollid’intervento condivisibili dalla comunità scien-tifica e adeguati alle conoscenze del momento.Tale atteggiamento deve tener presente sia latutela della salute del paziente che il conteni-mento della spesa sanitaria.

La gestione del paziente prevedel’intervento di più figureprofessionali che condividono lostesso percorso diagnostico-terapeutico e si basa su dati clinicoanamnestici, sui parametriematochimici e sulle indaginiinvasive. Tale strategia va condivisadal paziente che deve dare il suoconsenso.

Per follow-up si intende l'insiemedegli atti medici tesi al controllo siadel paziente affetto da unapatologia cronica suscettibile diperiodi di remissione e/oprogressione, sia di quello portatoredi lesioni a rischio.

Per atti medici si intendono tuttele procedure cliniche idonee per ilmonitoraggio nel tempo dellamalattia e per la valutazione dellaprognosi, al fine di porre in atto lestrategie terapeutiche necessarie.

La finalità del follow-up, in casodi una noxa patologica sottoposta atrattamento, è quella di identificareprecocemente i segni e/o i sintomidella “ripresa della malattia”; incampo preventivo è invece quellodi controllare gli individui portatoridi lesioni o condizioni a rischioprima che la malattia si manifesti inmaniera conclamata.

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SIGNIFICATO DEL FOLLOW-UP IN ONCOLOGIALa patologia neoplastica risponde pienamentea quanto sopra affermato per cui il follow-updel paziente oncologico è ampiamente giusti-ficato.

Il paziente deve essere quindi mantenuto inuna situazione di “costante allarme”, nel rispet-to della qualità di vita. Per tale motivo è di pri-maria importanza stabilire un rapporto di fi-ducia tra l’equipe medica, il paziente ed i suoifamiliari ed ottenere il consenso informato al-l’esecuzione del follow-up.La gestione di tali pazienti è multidisciplinare evede coinvolti oncologi medici, chirurghi, ra-dioterapisti, patologi, psicologi e specialisti del-l’organo coinvolto. Presupposto imprescindibi-le è quello della selezione dei pazienti, che deb-bono rispondere a precisi parametri quali laquantificazione del rischio di ricaduta, l’aspet-tativa di vita congrua, la possibilità di una dia-gnosi in fase presintomatica, la certezza di po-ter intervenire con terapie efficaci, la facilità diaccesso alla struttura.

Anche in questo caso la selezione dei pazientideve essere rigorosa; l’incidenza della patologiadeve essere alta, ci deve essere la possibilità dirimuovere o controllare nel tempo le lesioniprecancerose ed è necessario poter monitorarei pazienti portatori di condizioni a rischio. Infi-ne è indispensabile la condivisione degli inter-venti da parte del paziente.Le metodologie di intervento devono essereben accettate dai pazienti e l’algoritmo delleprocedure deve essere conosciuto ed applicatocorrettamente dal medico.É a tutti noto come l’endoscopia digestiva siaentrata a pieno diritto in tutte le fasi della ge-stione del paziente oncologico: dalla preven-zione alla ricerca. É chiaro quindi il suo ruoloimprescindibile nel follow-up sia del pazientetrattato, che nella sorveglianza dei soggetti a ri-schio di sviluppare cancro. Il presente lavoro intende prendere in esametutte quelle situazioni in cui si può intervenire,con metodologie endoscopiche, nel follow-upmultidisciplinare del paziente oncologico di in-teresse gastroenterologico.Tratteremo quindi di seguito, in maniera sinte-tica, le strategie da seguire da parte degli endo-scopisti per l’esofago, lo stomaco ed il grossointestino, sulla base della nostra esperienza ul-tratrentennale maturata presso un Istituto diRicovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS)ad indirizzo oncologico e dalle evidenze dellaletteratura.

BIBLIOGRAFIA1. Casale V. Atti del Corso SIED Napoli, 23-24 Novembre 1996.

2. Casale V. Commissione Oncologica Società Italiana di Endoscopia Digestiva. L’endoscopia nellapatologia oncologica dell’apparato gastroenterico. Edizione EMME, Milano 2000.

3. Santi L. Il follow-up in oncologia. Trends in esperimental and clinical medicine forum 6.4 (suppl.4)1996.

In caso di paziente giàsottoposto a terapie oncologicheil follow-up si propone come lo strumento adatto ad anticipare la diagnosi di recidiva.

• Per lesioni preneoplastichesi intendono le alterazioniistopatologiche che in manierastatisticamente significativa si trasformano in cancro.

• Per condizioni a rischiosi intendono i quadri cliniciassociati, in manierastatisticamente significativa, ad unaumentato rischio di cancro.

Nel caso di patologie per le quali sono giustificate le campagne di screeningil follow-up si impone nel controllodegli individui a rischio, cioè soggetti portatori di lesioni o condizioni precancerose.

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Il follow-up in oncologia

LA PATOLOGIA ESOFAGEA

Le patologie esofagee da prendere in conside-razione per il follow-up endoscopico in campooncologico sono:

• il cancro trattato

• l'esofago di Barrett.

IL CANCRO TRATTATOPer ciò che riguarda il cancro dell’esofago bi-sogna ricordare che a tutt’oggi questo rappre-senta una neoplasia a prognosi infausta la cuisopravvivenza a 5 anni, nei paesi occidentali, èinferiore al 10%. Ciò dipende dal fatto che per tale tipo di neo-plasia non sono giustificate campagne di scree-ning vista la sua bassa incidenza, per cui il rap-porto costo beneficio risulta negativo. La sinto-matologia d’altra parte, nella fase iniziale dellamalattia, può per molti anni essere silente edaspecifica e quando si manifesta con la disfagia,la diagnosi è quasi sempre posta tardivamente. L’unica raccomandazione che quindi è possibi-le fare, oltre a quella di porre attenzione ai fat-tori di rischio ambientale e alimentari, é di ef-fettuare sempre uno studio accuratodella mucosa esofagea in caso di esa-mi endoscopici del tratto superioredel tubo digerente eseguiti anche peraltre indicazioni, al fine di diagnosticare lalesione precancerosa o un cancro in fase ini-ziale e quindi suscettibile di intervento chirur-gico definitivo.

L’ESOFAGO DI BARRETTNel 70-75% dei casi le neoplasie dell’esofagosono rappresentate da carcinomi spinocellulari,mentre nel rimanente 25-30% dei casi si trattadi adenocarcinomi che insorgono nel tratto di-stale su esofago di Barrett.L’esofago di Barrett è una condizione precance-rosa rappresentata dalla sostituzione dell’epite-

lio squamoso stratificato, che normalmente ri-copre l’esofago distale, con epitelio colonnare.Ciò si verifica per l’insulto del reflusso gastro-esofageo cronico che provoca processi flogisti-ci a carico soprattutto dell’esofago terminale. L’epitelio colonnare modificato è una forma dimetaplasia intestinale incompleta (specializzata)che presenta un danno a livello del DNA e checomporta un alto rischio di trasformazione inadenocarcinoma. Infatti la percentuale di trasformazione neopla-stica in questi casi è 30-60 volte superiore rispet-to alla popolazione generale. Se la metaplasiaintestinale specializzata é >3 cm in altezza, siha un Long-Segment Barrett (LSB) associato disolito ad una MRGE di grado severo; se inveceil tratto interessato da metaplasia intestinale é<3 cm si ha lo Short-Segment Barrett (SSB).Sebbene non sia chiaro se le due condizioniabbiano lo stesso rischio di trasformazioneneoplastica si applica il medesimo protocollo difollow-up. Nei pazienti con esofago di Barrett énecessario eseguire un controllo endoscopicoperiodico con campionamento bioptico. Il follow-up è teso a sorprendere aree di di-splasia o di cancro iniziale e deve iniziare dopoun adeguato trattamento medico, per evitareerrori nell’interpretazione della displasia dovu-ti alla presenza di infiammazione.

• Per i pazienti che presentano assenza didisplasia, il follow-up endoscopico éraccomandato ogni 2 anni.

• Se la displasia è presente, il reperto do-vrebbe essere confermato da un altropatologo.

• Nei pazienti in cui si conferma la presenzadi displasia di basso grado, dopo am-pio campionamento bioptico, il controlloendoscopico è annuale.

• Nei pazienti in cui si evidenzia un reperto didisplasia di alto grado, si deve ripete-re l’esame endoscopico e il campio-namento bioptico (soprattutto nelle areecon mucosa irregolare) per ricercare even-tualmente la presenza di trasformazioneneoplastica e il reperto deve essere valu-tato da due diversi patologi.

• Se si conferma la presenza di displasiafocale di alto grado, specie nei casi incui c’è un elevato rischio operatorio, lasorveglianza endoscopica deve esseretrimestrale e si possono metter in attoterapie alternative.

• In caso di displasia multifocale di al-to grado si deve ricorrere all’interventochirurgico, tenendo però sempre presen-te le condizioni cliniche del paziente.

É intuitivo perciò che il follow-upnon è programmabile in caso di tumori dell’esofago quando il trattamento oncologico nonassicura una lunga aspettativa di vita.Chiaramente il paziente, in questicasi, andrà seguito in base alla sintomatologia che presenta.

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CANCRO ESOFAGEO TRATTATOFOLLOW-UP sulla base del quadro clinico

TAB. 1: FLOW CHART PER LA SORVEGLIANZA DELL’ESOFAGO DI BARRETTBIOPSIE NEI 4 QUADRANTI AD INTERVALLI DI 2 CM

PER TUTTA LA LUNGHEZZA DELLA METAPLASIA

SENZA METAPLASIA INTESTINALE

DISPLASIA

CONTROLLO EGDS ogni 2 anni

NO

SI

Basso grado Alto grado

ENDOSCOPIA ogni anno

TERAPIA CON ANTISECRETORI per 2 mesi

ENDOSCOPIA

DISPLASIA di basso grado

ENDOSCOPIA ogni annoENDOSCOPIA ogni 3 mesi

• Argon Plasma Coagulation• Mucosectomia endoscopica

• Elettrocoagulazione• Nd-Yag Laser

• Terapia fotodinamica

PAZIENTE ANZIANOcattive condizioni generali

RESEZIONECHIRURGICA

ENDOSCOPIA immediata (conferma istologica)

CON METAPLASIA INTESTINALE

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Il follow-up in oncologia

BIBLIOGRAFIA1. Klimstra DS. Pathological prognostic factors in esophageal carcinoma. Semin Oncol 1994;21:425.

2. Savage AP, Baigre RJ, Cobb RA, Ban H, Kettlewell MG. Palliation of malignant dysphagia by lasertherapy. Dis Esophagus 1995;10:243-6.

3. Panec RJ, Kimmey MB. Endoscopic therapy of esophageal cancer. Surg Clin North Am 1997;77:1197-217.

4. Spechler SJ, Goyal RK. Cancer surveillance in Barrett’s esophagus: what is the end point? Ga-stroenterology 1994;106(1):275-7.

5. Oberg S, Clark GWB, De Meester TR. Barrett’s esophagus: update of pathophysiology and mana-gement. Hepato-Gastroenterology 1998;45:1348-1356.

6. Clark GWB, Ireland AP, Peters JH, Chandrasome P. Short-Segment Barrett’s esophagus: a prevalentcomplication of gastroesophageal reflux disease with malignant potential. J Gastroeintestinal Surg1997;1:113-122.

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LA PATOLOGIA GASTRICALe patologie gastriche che pongono indicazio-ne ad un programma di follow-up per la pre-venzione dei tumori sono:

• il cancro trattato

• la malattia di Menetrière

• l’anemia perniciosa

• gli adenomi

• il moncone gastrico dopo resezione percondizione benigna

• la gastrite atrofica.

IL CANCRO TRATTATO

I pazienti sottoposti a resezione subtotale per tumo-re gastrico presentano, nei paesi occidentali, unarecidiva pari all’ 80% a 5 anni. In questo caso, anche se non è stato sicura-mente dimostrato un vantaggio in termini disopravvivenza, è giustificato un programmaendoscopico di follow-up. Resta quindi opportuno effettuare esami en-doscopici e bioptici seguendo gli schemi per laGastrite Cronica Atrofica (CAG), che è presso-ché sempre presente nel moncone gastrico; bi-sogna tener presente che esiste un fattore di ri-schio aggiuntivo dato dal pregresso tumore.Non ci sono però protocolli di riferimento ariguardo.

LA MALATTIA DI MENETRIÈRE È una patologia estremamente rara e gli scarsidati di letteratura sono contrastanti rispetto al-la cancerizzazione, per cui non sono codificatiprecisi protocolli di follow-up.

L’ANEMIA PERNICIOSAÈ una condizione trasversale che interessa pa-zienti con gastrite atrofica e che si può osserva-re dopo resezione gastrica parziale. É descritto un aumentato rischio per tumoregastrico, ma questo è considerato comunquebasso, per cui non esiste un unanime consensosulla sorveglianza periodica di questi pazienti.

GLI ADENOMILa maggioranza dei polipi gastrici è di tipoiperplastico e/o delle ghiandole fundiche, cheal contrario degli adenomi, sono privi di signi-ficato a rischio oncologico. Gli adenomi infattisono le uniche lesioni polipoidi a rischio per lequali è giustificato il controllo endoscopico neltempo. Chiaramente la diagnosi di tale lesioneè squisitamente istologica. Gli adenomi hannoun rischio statisticamente significativo di tra-sformazione maligna che aumenta con l'au-mentare delle dimensioni. La loro recidiva do-po asportazione può arrivare al 16% e talorasono sincroni a neoplasia gastrica.

IL MONCONE GASTRICOIl moncone gastrico dopo resezione per condi-zione benigna presenta, alla luce di alcuni studi,un rischio oncologico che va dal 2 all’8% dopoalmeno 15 anni dalla chirurgia. Il problema delmoncone sembra riconducibile alla presenza digastrite atrofica, anche se non tutti gli studi so-no concordi.

Nel caso della gastrectomia totaleper cancro non esiste indicazione al follow-up perchè l’organo vienecompletamente asportato.

Un paziente cui è stato asportato un adenoma richiede nel follow-upun controllo ad un anno e, se negativo, successivi controlli ogni 3-5 anni.

É suggerito dopo 15 anni dall’inter-vento un controllo endoscopico pervalutare la presenza di gastrite atro-fica e quindi attuare gli schemi difollow-up per tale lesione.

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Il follow-up in oncologia

LA GASTRITE CRONICA ATROFICA (CAG)È considerata una lesione da sottoporre a fol-low-up per la prevenzione dei tumori gastrici.Spesso si accompagna alla presenza di metapla-sia intestinale (MI), che viene suddivisa in tre ti-pi. In campo oncologico quella incompleta tipoIII è considerata a maggior rischio di trasforma-zione maligna. Le raccomandazioni di follow-up riguardanocomunque anche la CAG senza metaplasia inte-stinale e suggeriscono una gastroscopia accom-pagnata sempre da biopsie ogni 5 anni. La presenza di displasia nei preparati istologicimodifica fortemente il follow-up di questi pa-zienti, purtroppo la diagnosi di displasia inuna CAG può avere sostanziali differenze in-terpretative sia interobserver che intraobser-

ver, non vogliamo entrare nell’enorme proble-ma sull’accordo riguardo la sua definizione eclassificazione.

TAB. 2: LE RACCOMANDAZIONI DI FOLLOW-UP PER LE DIVERSE PATOLOGIE

PATOLOGIA FOLLOW-UP

Moncone gastrico da resezione malignaDati non concordi,

è consigliabile seguire follow-up come per CAG

Moncone gastrico da resezione benigna Controllo 15 aa dopo l'intervento, se negativo follow-up come per la CAG

MenetrièreDati scarsi e contrastanti

che non consentono di definire un preciso programma di follow-up

Anemia PerniciosaDati contrastanti

che non consentono di definire un preciso programma di follow-up

CAG con/senza metaplasia intestinale e senza displasia

CAG con/senza metaplasia intestinale e displasia di basso grado

CAG con/senza metaplasia intestinalee displasia di alto grado

Verifica di altro patologo ed immediato controllo

endoscopico con trattamento ablativo se dato confermato

Controllo a 6 mesi

Gastroscopia ogni 5 aa

Adenomi Controllo 1 anno dopo l'asportazione, se negativo ogni 3-5 aa

Se la displasia è di basso grado si de-ve eseguire un controllo a 6 mesi perla sua verifica. In caso di displasia dialto grado si raccomanda di far con-fermare da altro anatomopatologo ladiagnosi e comunque di eseguire unimmediato controllo endoscopicocon prelievi più numerosi nella sededella displasia. Se viene confermatala diagnosi si dovrà procedere ad in-tervento chirurgico.

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GESTIONE

BIBLIORAFIA1. Correa P. Chronic gastritis: a clinico-pathologic classification. Am J Gastroenterol 1988;83:504-509.

2. Fenoglio-Preiser C, Carneiro F, Correa P et al. Gastric carcinoma. In: Hamilton SR, Aaltonen LA, eds.WHO Classification of tumors pathology and genetics-tumors of the digestive system. Lyon 2000.

3. Genta M, Rugge M. Review article: pre-neoplastic states of the gastric mucosa a practical approa-ch for the perplexed clinicians. Aliment Phramacol Ther 2001;15(suppl 1):43-50.

4. Lauwers GY, Riddel RH. Gastric epithelial dysplasia. Gut 1999;45:784-90.

5. Correa P. Human gastric carcinogenesis: a multistep and multifactorial process. First American Can-cer Society Award lecture on Cancer Epidemiology and Prevention. Cancer Res 1992;52:6735-40.

6. Laceuva FJ, Calpena R, Medrano J et al. Follow-up of patients resected for gastric cancer. J SurgOncol 1995;60:174.

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Il follow-up in oncologia

LA PATOLOGIA DEL COLON-RETTO

Le patologie del colon da prendere in conside-razione per il follow-up endoscopico in campooncologico sono:

• gli adenomi sporadici

• le malattie infiammatorie croniche dell’intestino

• il cancro trattato

• il cancro colorettale ereditario.

ADENOMI SPORADICI DEL COLON-RETTO Il 90% degli adenocarcinomi del colon-rettoinsorge su polipi adenomatosi, per i quali lapotenzialità di trasformazione in senso neopla-stico è data dalla presenza e dalla severità delladisplasia; da ciò si evince che la metodica piùefficace per la prevenzione del carcinoma delcolon-retto è la polipectomia endoscopica ditutte le formazioni adenomatose ed il successi-vo controllo periodico, al fine di rilevare ed

asportare lesioni metacrone.Il rischio di nuovi adenomi dopo aver ottenutola condizione di clean colon è di circa il 20-30 %.La possibilità di eliminare adenomi metacroniriduce in questi pazienti l’attesa di cancro colo-rettale sia rispetto ai soggetti ai quali non sonostati asportati adenomi, sia rispetto alla popo-lazione generale non studiata endoscopica-mente. Il rischio di cancro è proporzionale alledimensioni del polipo asportato; infatti per po-lipi di dimensioni > di 1 cm è pari al 12% a 30anni, mentre per adenomi < di 1 cm è sovrap-ponibile alla popolazione generale. Inoltre iltempo di formazione dell’adenoma e la succes-siva trasformazione a cancro è di circa 10 annie questo influenza decisamente gli intervalli difollow-up. Il principale studio di follow-up dopo polipec-tomia, è quello del National Polyp Study, le cuiconclusioni definiscono, nella maggior partedei pazienti, un intervallo di follow-up a treanni dopo la prima polipectomia in condizionidi clean colon. Differente sarà il follow-up dei pazienti conadenomi sessili, maggiori di 3 cm.

INTERVENTO SORVEGLIANZA

Asportazione di uno o due adenomi tubulari <1 cm Colonscopia ogni 5aa

Asportazione di adenoma con cancerizzazione invasiva ad alto

rischio e che quindi non rientra nelle condizioni precedenti

Chirurgia e successivo follow-up come per cancro trattato

Asportazione di adenomi multipli o singolo >1 cm, o villoso,

o con displasia di alto gradoColonscopia ogni 3aa

Asportazione di grosso adenoma sessile(>=3 cm)

Colonscopia a 2-6 mesi, ed in seguitofollow-up come per adenoma tubulare

Asportazione di adenoma cancerizzato con Grading I o II (ben o moderatamentedifferenziato), base di impianto indenne,non infiltrazione dei vasi venosi o linfatici

Controllo della sede della polipectomiadopo 3–6 mesi ed in seguito come

per gli altri adenomi tubulari

TAB. 3: SCHEMA DI SORVEGLIANZA DOPO POLIPECTOMIA IN CASO DI ADENOMA/I SPORADICI SICURI DEL CLEAN COLON

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MALATTIE INFIAMMATORIE CRONICHE DELL’INTESTINOIl rischio di cancerizzazione nei pazienti affettida malattie infiammatorie croniche intestinali(IBD) è ancora oggi in discussione. Peraltro lapotenzialità di trasformazione in senso neopla-stico è diversa nelle due forme di malattie cro-niche intestinali; infatti mentre la rettocolite ul-cerosa (RCU) è accettata quale condizione“precancerosa”, in quanto l’insorgenza di di-splasia costituisce un reperto frequente nellamalattia di lunga durata, nel morbo di Crohn(MC) questa è una evenienza rara e da ciò neconsegue un diverso follow-up oncologiconelle due patologie.Dai dati di letteratura si evince che il rischio didegenerazione neoplastica dipende da vari fat-tori quali:

• la displasia

• la durata

• l’estensione della malattia.

Tale rischio oncologico è quantificabile in 5-40%per la RCU e 6-20% per il MC, anche se que-st’ultimo dato, per alcuni Autori, non supere-rebbe il 3-4%. Sulla base di tali fattori vengonostabiliti i protocolli di sorveglianza endoscopica.

Le pancoliti ulcerose hanno un rischio maggio-re di sviluppare cancro, mentre nel caso di unacolite localizzata solo al colon sinistro il rischio,se pur presente, è ritardato di qualche decen-nio. Per il MC ci sono dati che descrivono uneventuale rischio per la localizzazione colica eper la sede chirurgica perianastomotica.Nella RCU il rischio di trasformazione in sensoneoplastico sembra inoltre direttamente propor-zionale alla durata della malattia, infatti nellaprima decade è molto basso o trascurabile men-tre aumenta di 6-7 punti in percentuale per ognidecennio di malattia.Infine, la presenza di displasia della mucosacolo-rettale è un marker istopatologico fondamen-tale sulla base del quale viene stabilito il fol-low-up endoscopico-oncologico.Per una diagnosi corretta di displasia è impor-tante il numero della biopsie, che devono esse-re effettuate sui quattro quadranti ogni 10 cmdi colon. Inoltre sono da bioptizzare, oltre alle lesionipolipoidi, anche quelle piatte o poco rilevate(DALM), che possono essere maggiormentesospette per displasia. Per quanto riguarda soprattutto la diagnosi didisplasia è necessaria la conferma da parte diun secondo patologo.

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GESTIONE

FATTORI DI RISCHIO SORVEGLIANZA

Negativa per displasia Coloscopia ogni 3aa, con biopsie multiple ogni 10 cm

Non definita per displasiaControllo endoscopico, con biopsie ogni 10 cm

dopo 6 mesi per definizione della displasia

Displasia di basso grado Colonscopia ogni 6 mesi

Displasia di alto grado Colectomia dopo conferma istologica

TAB. 4: SCHEMA DI SORVEGLIANZA DEI PAZIENTI PORTATORI DI COLITE ULCEROSA

Page 17: GESTIONE 15 - SIED · 2015. 10. 30. · GESTIONE 15 8 SIGNIFICATO DEL FOLLOW-UP IN ONCOLOGIA La patologia neoplastica risponde pienamente a quanto sopra affermato per cui il follow-up

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Il follow-up in oncologia

La fattibilità di un follow-up è però legata allostadio iniziale della malattia. Sulla base delle per-centuali di recidiva il follow-up endoscopico èdifferente in base alla localizzazione della lesione.I pazienti resecati per cancro del retto-sigmasono soggetti a sviluppare cancri metacroni oadenomi con le stesse percentuali dei pazientioperati per carcinoma delle altre porzioni delcolon, mentre presentano tassi di recidiva ana-stomotica che si aggirano intorno al 10%.

Sulla base di quanto detto sopra, il follow-upendoscopico del cancro del retto-sigma è piùaggressivo e prevede dopo lo studio completodel colon, prima o dopo l’intervento, indicazio-ni come citate in TABELLA 5.

Per i pazienti sottoposti a resezione per cancrodel colon (escluso sigma), con studio completodel colon prima o dopo l‘intervento chirurgico,il follow-up da seguire sarà quello descritto inTABELLA 6.

STADIO SORVEGLIANZA

Stadio A Colonscopia a 3aa dall'intervento e quindi ogni 5aa

Stadio B, Ce in caso di metastasi epatica o polmonare unica resecate

Rettosigmoidoscopia ogni 6 mesi per i primi 2aa, colonscopia

al terzo anno e quindi ogni 5aa

Stadio D Nessun controllo endoscopico

STADIO SORVEGLIANZA

Stadio A,B,Ce in caso di metastasi epatica e polmonare unica resecate

Colonscopia dopo 3aa e quindi ogni 5aa

Stadio D Nessuno controllo endoscopico

RESECATI PER CANCRO DEL COLON-RETTOIl cancro del colon-retto è la seconda causa dimorte negli USA, con più di 135.000 nuovi ca-si e 50.000 morti l’anno. Gli esami diagnostici edi screening, attualmente utilizzati, consentonodi individuare i pazienti affetti da tale neoplasiain uno stadio precoce di malattia, nel quale laterapia chirurgica è risolutiva.I pazienti resecati per cancro del colon-retto so-no soggetti a sviluppare un cancro metacrononello 0,4-4% dei casi, un adenoma del colon re-siduo nel 20% dei casi, anche a distanza di mol-ti anni dopo l’intervento ed una recidiva localein circa il 10% dei casi nella localizzazione delretto-sigma.É quindi necessario programmare un precisoprotocollo di follow-up endoscopico con con-trolli regolari tesi ad identificare gli adenomi, lerecidive ed i cancri metacroni precocemente. In tale ambito, l’endoscopia è l’esame più sensi-bile e specifico per l’individuazione di tali lesioni,avendo un’accuratezza diagnostica pari al 100%.

TAB. 5: SCHEMA DI SORVEGLIANZA NEI RESECATI PER CANCRO RETTO-SIGMA

TAB. 6: FOLLOW-UP NEI RESECATI PER CANCRO DEL COLON ESCLUSO SIGMA

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CANCRO COLON-RETTALE EREDITARIO

Circa il 6% dei cancri del grosso intestino pos-sono rientrare nelle forme di tipo ereditario: laPoliposi Familiare (FAP) e l’HNPCC (HereditaryNon Polyposis Colorectal Cancer) o sindromedi Lynch. La FAP si verifica in 1:7-8.000 nascite,mentre l’HNPCC in 1:200 nascite.

I TUMORI EREDITARI DEL COLON NON POLIPOSI (HNPCC)Rappresentano circa il 5% di tutti i tumori mali-gni del grosso intestino. Tale sindrome è di tipo autosomico dominanteed è causata da una mutazione a carico di unodei geni implicati nella riparazione del DNA (ge-ni del mismatch repair).Le caratteristiche di tale sindrome sono l’etàgiovanile di insorgenza, la frequente localizza-zione nel colon destro, la presenza di tumorisincroni e metacroni nel 45% dei casi, unaprognosi migliore rispetto al cancro sporadicoe infine la frequente presenza del tipo istologi-co mucinoso. Su tali caratteristiche si basano i criteri diagno-stici finalizzati a studi collaborativi (cosiddetti

criteri di Amsterdam). L’HNPCC pone a rischioi pazienti affetti anche per tumori extracolici,quali il carcinoma dello stomaco (principal-mente nelle generazioni più antiche), del picco-lo intestino, delle vie biliari, del rene, dell’urete-re, dell’ovaio e dell’endometrio, quest’ultimoparticolarmente frequente. Inoltre sono statidescritti un aumento anche dei tumori delpancreas, della laringe, del polmone e degli or-gani ematopoietici. Attraverso l’indagine genetica è possibile iden-tificare i portatori di mutazione e selezionare ipazienti da sottoporre a screening più aggres-sivo. La negatività di tale indagine non esclu-de però la presenza di una sindrome a carat-tere ereditario. Da ciò si deduce che allo stato attuale l’unica ar-ma di prevenzione è lo screening endoscopico.

LA POLIPOSI FAMILIARE ADENOMATOSA (FAP)È la più nota, seppur rara, condizione in cui lasuscettibilità a sviluppare un tumore del colonviene trasmessa come carattere ereditario di ti-po autosomico dominante.Tale sindrome è caratterizzata dalla presenza diuna mutazione genetica a carico di APC che è

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TAB. 7: SCHEMA DI SORVEGLIANZA NELLA HNPCC

TESTORGANO FREQUENZAETÀ

Colon Colonscopia* 2aa20-25aa

Stomaco° Gastroscopia 1-2aa30-35aa

Vie Urinarie° EcografiaAnalisi urine 1-2aa30-35aa

Dopo intervento sul colon, colonscopia annuale sul grosso intestino residuo

*I soggetti portatori di una mutazione genetica accertata devono effettuare una colonscopia ogni anno,dall’età di 20-25 aa con cadenza ogni 2 anni.° Solo se sono presenti casi di tumori a questi organi nella famiglia di appartenenza

Endometrio e Ovaio 1-2aa30-35aa

V.ginecologicaEco transvaginale

CA125

Colectomia profilattica in caso di polipi adenomatosi ricorrenti o grossi polipi con displasia severa o di tipo villoso

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Il follow-up in oncologia

responsabile del precoce sviluppo degli innu-merevoli adenomi colorettali, dalla inevitabileloro evoluzione in cancro e da lesioni neopla-stiche extra-colorettali, che includono adenomie carcinomi del tubo digerente superiore, tumo-ri della tiroide, adenomi e carcinomi della pa-pilla di Vater e anche forme di fibromatosi ag-gressiva (dermoidi intra/extra-addominali).L'esame genetico permette di identificare i por-tatori della mutazione responsabile di tali pa-tologie con due vantaggi: il primo è che i sog-getti non portatori delle mutazioni rientranonel follow-up riservato alla popolazione gene-rale, con evidente risparmio di risorse ed il se-condo riguarda la maggiore motivazione adaderire ai programmi di sorveglianza nei sog-getti portatori di mutazione.Recentemente è stato dimostrato che program-mi di sorveglianza possono ridurre l'incidenzae la mortalità per cancro.

LINEE GUIDA PER LA GESTIONE DEI FAMILIARI A RISCHIO FAPBisogna distinguere due gruppi di soggetti:

1. Individui appartenenti a famiglie con mu-tazione APC individuata

2. Individui a rischio determinato dal pedi-gree e in cui non é stata effettuata la ricercadella mutazione APC.

LINEE GUIDA PER IL FOLLOW-UP DEI PAZIENTI FAPNei pazienti con FAP è opportuno alla diagno-si o dopo colectomia profilattica eseguire con-trolli per rilevare la presenza di manifestazioniextracoliche.

TEST FREQUENZAETÀ

Portatori dellamutazione APC

Esame clinicoColonscopia 1-2aa10-14aa

Non portatori dellamutazione APC

Esame clinicoColonscopia

1 entro 20aa e 1 tra 20 e 25aa*

Individui a rischiosenza ricerca della

mutazione APCColonscopia

1-2aa fino a 30aa

3-5aa fino a 40aa3-5aa oltre

i 40aa o come la popolazione

generale

Tra i 10 e 15aa

* Allo stato attuale delle conoscenze il rischio è pari alla popolazione generale, tuttavia è consigliata una sorveglianza

TAB. 8: SCHEMA DI SORVEGLIANZA NELLA FAP IN RELAZIONE ALLA MUTAZIONE APC

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ORGANO FREQUENZATEST

Stomaco e DuodenoGastroduodeonoscopia construmento a visione frontale

e laterale

Ogni 3-5aa in assenza di lesioni e con frequenzapiù ravvicinata in presenzadi adenomi del duodeno

secondo il grado diSpigelman o della papilla

Addome Ogni 12 mesiEcografia addominale e pelvica

Tiroide Ogni 12 mesiEcografia

In caso di conservazionedel retto Ogni 6-12 mesiRettoscopia

TAB. 9: SCHEMA DI SORVEGLIANZA NEI PAZIENTI CON FAP

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Il follow-up in oncologia

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ORGANIZZAZIONE

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Indice annata 2004ORGANIZZAZIONEORGANIZZAZIONEfascicoli

L’endoscopia pediatricaClaudio Romano e Luigi Dall’Oglio

Caratteristiche tecnologiche delle apparecchiature per la magnificazione endoscopicaGiuseppe Galloro

La disinfezione: definizioni e linee guidaMaria Grazia Mortilla

Le problematiche di dimissione in Endoscopia DigestivaGiancarla Fiori, Davide Ravizza, Cristina Trovato, Cristiano Crosta

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La radioprotezione come eticaSandra Giavelli

Efficacia delle strategie di implementazione di linee-guida: revisione sistematica delle revisioni sistematicheSergio Crotta, Raffaella Scagliarini

Accessori per ERCPAlberto Foco

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Indice annata 2004GESTIONEGESTIONE

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fascicoli

L’endoscopia con videocapsula: tecnologia e razionale d’usoRoberto de Franchis

Ecoendoscopia: tecnologia e razionale d’usoGiancarlo Caletti, Thomas Togliani, Pietro Fusaroli, Maria Francesca Jaboli

Endoscopia ad alta risoluzione e magnificazioneGiuseppe Gizzi, Valeria Villani

Lavoro, stress e burn-out in ospedaleLucio Trevisani, Roberto Boccalon, Pierpaolo Boccalon, Giancarlo Caravelli, Sergio Gullini

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Il rischio di cancro colo-rettale e la gestione della comunicazione del rischioGianluca Bersani, Angelo Rossi

La gestione del rischio tecnico e biologicoa cura di Riccardo Marmo, Maria Grazia Mortilla e Giuliano Bedogni

Il follow-up in oncologiaVincenzo Casale, Daniela Assisi, Antonio Grassi,Rocco Lapenta, Vittoria Stigliano

L’uso delle clips in endoscopia digestivaAlessandro Repici

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LA REALIZZAZIONE DI QUESTO PROGETTO EDUCAZIONALE È RESA POSSIBILE GRAZIE AL CONTRIBUTO DI

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