Gérard Genette - Immanenza e trascendenza - riassunto a schemi

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GÉRARD GENETTE - IMMANENZA E TRASCENDENZA: SCHEMI Opera d’arte = oggetto estetico intenzionale, artefatto (prodotto umano) a effetto estetico. 2 “modi di esistere” dell’opera d’arte : 1. Immanenza risponde a domanda “in cosa consiste qst opera?”. E’ il modo di essere fisico delle opere. Ex: Venere di Milo consiste in un blocco di marmo con una determinata forma testo letterario: consiste in un testo, ma “si incarna” in vari esemplari di questo testo. 2. Trascendenza : alla latina “oltrepassare un limite”. Le opere possono oltrepassare il limite della loro consistenza fisica o perché “si incarnano” in più oggetti, o perché la loro ricezione può estendersi molto oltre la presenza di quell’oggetto e in maniera tale da sopravvivere alla sua scomparsa. 2 regimi di immanenza: 1. Autografico: dove l’oggetto di immanenza è sempre materiale e può essere unico (un dipinto), multiplo (una statua in più esemplari), oppure consistere in un fatto o atto (una performance, un’esecuzione). In quanto oggetto materiale, è definito dalla sua identità numerica. 2. Allografico: dove l’oggetto di immanenza (un testo letterario o musicale, un progetto architettonico) è “ideale ”, presuppone cioè una riduzione che riconduca ad una “idealità”, ad una identità ideale unitaria non solo di ciò che vi è di comune a tutte le sue esecuzioni o a tutte le sue (de)notazioni, ma piuttosto di ciò che vi è di comune a tutte le sue manifestazioni , tramite esecuzione o (de)notazione. 1

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Riassunto schematico del primo volume de "L'opera dell'arte" di Gérard Genette.

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GÉRARD GENETTE - IMMANENZA E TRASCENDENZA: SCHEMI

Opera d’arte = oggetto estetico intenzionale, artefatto (prodotto umano) a effetto estetico.

2 “modi di esistere” dell’opera d’arte:

1. Immanenza risponde a domanda “in cosa consiste qst opera?”. E’ il modo di essere fisico delle opere. Ex: Venere di Milo consiste in un blocco di marmo con una determinata forma

≠testo letterario: consiste in un testo, ma “si incarna” in vari esemplari di questo testo.

2. Trascendenza : alla latina “oltrepassare un limite”. Le opere possono oltrepassare il limite della loro consistenza fisica o perché “si incarnano” in più oggetti, o perché la loro ricezione può estendersi molto oltre la presenza di quell’oggetto e in maniera tale da sopravvivere alla sua scomparsa.

2 regimi di immanenza:

1. Autografico: dove l’oggetto di immanenza è sempre materiale e può essere unico (un dipinto), multiplo (una statua in più esemplari), oppure consistere in un fatto o atto (una performance, un’esecuzione).

In quanto oggetto materiale, è definito dalla sua identità numerica.

2. Allografico: dove l’oggetto di immanenza (un testo letterario o musicale, un progetto architettonico) è “ideale”, presuppone cioè una riduzione che riconduca ad una “idealità”, ad una identità ideale unitaria non solo di ciò che vi è di comune a tutte le sue esecuzioni o a tutte le sue (de)notazioni, ma piuttosto di ciò che vi è di comune a tutte le sue manifestazioni, tramite esecuzione o (de)notazione.In questo caso l’oggetto, in quanto ideale, non ha identità numerica ed è quindi definito dalla sua identità specifica = insieme dei tratti che la notazione dell’oggetto comporta. (ex: una partitura non può mutare identità specifica senza divenire un altro oggetto ideale: un’altra partitura)

↓Gli oggetti d’immanenza autografica sono suscettibili di trasformazione, gli oggetti d’immanenza allografica non possono trasformarsi senza alterazione, ossia senza divenire altri.

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PARTE I – I REGIMI DI IMMANENZA

IL REGIME AUTOGRAFICO

1. OGGETTI UNICI ( arti a prodotto unico ) :

Pittura : possibile riprodurre in maniera identica il dettaglio percettibile, ma non il processo di produzione di un dipinto → impossibile produrre una copia perfetta anche per l’artista stesso.

Architettura : definita da Goodman arte “mista e transizionale”. Transizionale in senso diacronico: l’architettura si evolve da un regime autografico verso un regime totalmente allografico. Mista in senso sincronico: l’architettura presenta oggi forme puramente autografiche (capanne), forme pienamente allografiche (caseggiati popolari in serie) e ogni sorta di forme intermedie, caratteristiche della “grande” architettura moderna, edifici eseguiti in base a un progetto, ma in un solo esemplare.

Scultura : scultura a scalpello produce effettivamente oggetti unici.Al contrario, se interviene uno sbozzatore al posto dell’artista, siamo di fronte a oggetti autografici multipli.

Fotografia : in forma standard → regime autografico multiploDagherrotipo & stampa istantanea Polaroid → regime autografico unico

2. OGGETTI MULTIPLI (arti a prodotto multiplo)

Talune opere autografiche consistono in più oggetti, forse artisticamente intercambiabili; questo tipo di opere è connesso alla presenza di due fasi nella loro “storia di produzione”, una delle quali produce un oggetto singolo (modello), senza cui l’opera non sarebbe autografica, l’altra produce oggetti multipli a partire da quell’oggetto singolo. L’oggetto singolo nella prima fase è pertanto lo strumento di produzione degli oggetti multipli della seconda.

Scultura a fusione : produzione di un modello – produzione di uno stampo in terra resistente per applicazione su questo – il metallo viene colato nello stampo, dal quale verrà poi estratto formato, dopo il raffreddamento.

Incisione : produzione di una “tavola” (o tela) unica incisa – impressione di un certo numero di fogli per mezzo di tale tavola inchiostrata.

Arazzo : un pittore produce un quadro-modello detto “cartone” - il tessitore esegue il suo arazzo conformemente al cartone, riprodotto il più fedelmente possibile con le tinte della lana. Si differenzia dalle altre arti a prodotto multiplo in quanto il modello è utilizzato come segnale (e non come matrice, come invece avviene per scultura a fusione,

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incisione e fotografia), anche se non si tratta di una copia fedele come quella di un pittore: non cerca di riprodurre un oggetto identico al cartone, anche perché i due materiali di riferimento sono diversi (cartone vs lana), bensì considera pertinenti solo alcuni tratti del cartone, trascurando quelli esclusivamente propri del modello, e quindi impossibili da trasporre.

Prieto: Esecuzione (o riproduzione ) → su MATRICE: quando la riproduzione avviene meccanicamente (incisione, scultura, fotografia)

↓Impronta: esecuzione o riproduzione derivata da utilizzo dell’originale come matrice

↓su SEGNALE: quando la riproduzione avviene attraverso una lettura interpretativa (musica, architettura..)

↓Copia: esecuzione derivata dall’utilizzo dell’originale

come segnale

3. PERFORMANCE (arti dello spettacolo o di performance = oggetto d’immanenza fattuale o evenemenziale)

Esecuzione e improvvisazione : nel primo caso il testo preesiste, nell’altro viene prodotto al momento dall’interprete stesso.

↓L’improvvisazione non è lo stato più puro dell’arte di performance perché si fonda sempre o su un tema preesistente, come variazione o parafrasi, o su un certo numero di schemi che escludono ogni possibilità d’invenzione assoluta.E’ sicuramente però lo stato più complesso di questo tipo di arte, nel quale si confondono due opere teoricamente distinte: un testo (poetico, musicale o altro = parte allografica) suscettibile di notazione a posteriori che ne costituisce l’aspetto allografico, e un’azione fisica (autografica) le cui caratteristiche materiali non possono essere integralmente annotate, ma in compenso imitate.

Identità: un “oggetto” materiale, ha una durata di persistenza : dalla sua produzione alla sua distruzione totale, un oggetto a immanenza fisica conserva la propria identità numerica immutabile, che sopravvive agli inevitabili cambiamenti d’identità specifica.

≠Le opere di performance si offrono alla ricezione del tempo in modo differente: un

evento non “dura” allo stesso modo di un oggetto, bensì si svolge

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La durata di una performance non è, come quella degli oggetti materiali, una durata di persistenza ma una durata di processo , che non può venir frazionata senza pregiudizio per il processo. Le opere di performance sono oggetti “temporali ” , la cui durata di processo partecipa all’identità specifica, oggetti di cui non si può avere esperienza se non in questa durata di processo, e che si può esperire solo una volta, in quanto un processo, per definizione, è irreversibile e, a rigore, irripetibile (non vi sono due rappresentazioni identiche).

TUTTAVIA

Esistono 2 mezzi per cui un’opera di performance può sfuggire alla sua condizione temporale di evento: la registrazione e l’ iterazione .

Registrazione : riproduzione visiva e/o sonora di una performance, a qualunque disciplina artistica appartenga.Disco, nastro, cassetta, pellicola, non sono mai altro che un documento (per impronta) più o meno fedele che ha per oggetto una performance.In tal senso le registrazioni appartengono più alla trascendenza che all’immanenza, con le stesse considerazioni già riferite alla riproduzione delle opere materiali: come un’opera plastica, una riproduzione fedele di una performance può essere occasione di una percezione più corretta e di una relazione estetica più completaLa registrazione si fonda, in linea di principio, su una performance singola, come una riproduzione può derivare solo da un’opera plastica singola. I progressi della tecnica, però, rendono possibile ogni genere di taglio, montaggio, mixaggio: l’ ouverture del primo giorno, il do di petto dell’indomani, la voce di un giorno sul volto dell’altro giorno. Lo statuto della riproduzione diventa, come per l’incisione, quello di un’opera autografica multipla: ma autografica, in quanto la sua “prima istanza” è sempre singola.

Iterazione : si possono considerare le opere di performance come suscettibili, per iterazione, di un modo d’esistenza intermedio tra regime autografico e allografico. Suscettibili perché una performance rimasta unica non accede a questo statuto; intermedio perché troppi aspetti dell’arte di performance sfuggono alla notazione tanto che un’autentica “emancipazione” allografica vi sia riscontrabile. E anche perché, contrariamente ad esempio a una composizione musicale - che è immutabile se non alterandola - l’identità specifica di una serie di performance può evolvere , come per un oggetto materiale : una certa produzione può divenire più “omogenea” col passare dei giorni.Tale statuto intermedio è a più di un titolo: autografico e allografico, in quanto idealità; immanenza e trascendenza, in quanto la performance iterativa non deriva, come le opere autografiche multiple, da un’impronta meccanica capace di garantire un’identità sufficiente tra due esemplari idealmente indistinguibili.

In conclusione: una perfomance è un evento fisico e, come tale, oggetto autografico unico; ma, in virtù della registrazione, essa dà luogo a un’arte autografica multipla, e in

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virtù dell’iterazione a un’arte autografica plurale; e questi due fatti sono altresì fatti di trascendenza, il primo per manifestazione diretta, il secondo per immanenza plurale.

IL REGIME ALLOGRAFICO

Questo tipo di opere ideali non si presta alla contraffazione (fake) in senso stretto, ossia alla possibilità di presentare fraudolentemente una copia o una riproduzione come l’originale, perché il prodotto non sarà né più né meno valido del suo modello, e dunque non costituirà una frode nei confronti del testo, per essenza riproducibile all’infinito.

Distinzione , caratteristica del regime allografico, tra “proprietà costitutive” e “proprietà contingenti” dell’opera:

1. proprietà costitutive di un’opera (o il suo testo): sono quelle che definiscono la sua identità linguistica, che precede ogni separazione tra il concettuale e il fisico = proprietà d’immanenza, sono quelle dell’oggetto d’immanenza

2. Le proprietà contingenti di una iscrizione o di un proferimento sono quelle che caratterizzano solo il modo di manifestazione: in letteratura, la scelta grafica, il timbro di pronuncia, ecc, in musica i tratti della realizzazione grafica della partitura o il tempo eseguito (onde non prescritto = proprietà di manifestazione.

↓E’ questa distinzione tra proprietà dell’oggetto di immanenza (costitutive) e proprietà delle sue manifestazioni (contingenti) che spiega il fatto empirico inizialmente incontrato come indice del regime allografico: se un’opera letteraria o musicale non è suscettibile di contraffazione, ciò accade in quanto la presenza in una presunta “contraffazione” di tutte le proprietà “costitutive” basta a fare di questo nuovo oggetto una manifestazione corretta (dell’oggetto d’immanenza) di quell’opera.

- Goodman afferma che “l’esistenza di una notazione è ciò che determina solitamente un’arte come allografica, ma questa sola esistenza non è condizione né necessaria né sufficiente del regime allografico stesso”.

↓Il regime allografico trae origine dalla necessità di perpetuare prodotti effimeri, dal bisogno di “trascendere le limitazioni del tempo e dell’individuo”

↓Il regime allografico è dunque essenzialmente uno stadio cui un’arte accede in maniera globale, se non totale, e senza dubbio progressiva, il prodotto di un’evoluzione e l’oggetto di una “tradizione” che “deve prima di tutto essere stabilita, per poi essere (o meno) codificata per mezzo di una notazione”. La sua definizione è inseparabile da un’ipotesi diacronica, secondo cui “all’inizio tutte le arti fossero autografiche” e talune, se non tutte, si emancipano “non per proclamazione, ma grazie alla notazione”. La suddivisione tra i due regimi “dipende soltanto da una tradizione che avrebbe

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potuto essere differente, e che può ancora cambiare”. Ciò implica che un’arte (divenuta) allografica ridiventi un giorno autografica, come la fotografia.

Riduzione : operazione intuitiva che consiste nel ridurre un oggetto o un evento ai tratti che esso condivide con uno o più oggetti o eventi per rendere manifesta, sotto aspetti fisicamente percettibili, l’immanenza ideale di un’opera allografica.

2 modi di esistenza caratteristici delle opere allografiche → 1. Immanenza (ideale): unico ( si presuppone che vi sia

un solo testo di ogni opera letteraria

(esiste un solo Signore degli anelli ,

che poi esistano migliaia di modi di manifestazioni)

↓2. Manifestazione (fisica ) : può assumere innumerevoli forme (libro, → 2. Denotazione

(fattuale)film, rappresentazione teatrale…)

↓1. Esecuzione (attuale)

L’idealità di un testo letterario o musicale, di un’opera architettonica, coreografica, culinaria, sartoriale,ecc. è ciò che vi è di comune a tutte le sue manifestazioni, tramite esecuzione o (de)notazione.

Individui ideali : è un tipo, un esempio della classe di tipo cui esso appartiene ( La morte degli amanti è un esempio di poesia)

≠Archetipo: opera allografica che non consiste in un tipo individuale, ma in molti , che sono oggetti d’immanenza tutti ideali (ex: opera che comporta molte “versioni”, ritenute tuttavia versioni della stessa opera ).

Principio d’individuazione : punto in cui si interrompe ogni volta la sequenza logica della gerarchia in classi e sottoclassi, in generi e specie. Ex: “opere letterarie – poesie – poesie di Baudelaire – La morte degli amanti ”, ma si interrompe con quest’ultimo oggetto, del quale non vi sono più opere letterarie, ma esemplari di opere letterarie. uno schema come quello del romanzo poliziesco classico è suscettibile di un numero indefinito di specificazioni che termineranno solo quando verrà definito il testo Dieci piccoli indiani .

Trasposizione : trasmissione integrale dell’oggetto d’immanenza da una manifestazione all’altra, in cui l’esemplare o l’occorrenza iniziale serve come modello : esso talvolta funziona come matrice (se è processo meccanico) o segnale (se è processo d’interpretazione):

1. Fotocopia : il più meccanico, è la presa per impronta.

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2. Copia fac-simile : riproduzione il più fedele possibile di tutte le caratteristiche del modello (così procedono i falsari)

3. Trascrizione : trasmette solo il testo , estratto per riduzione dal modello, come segnale.

4. Trattamento 5. Remake

Conversione : trasmissione di un oggetto d’immanenza allografico da un modo di manifestazione all’altro.

2 tipi di conversione:

1. Lettura : conversione da una denotazione a un’esecuzione2. Dettato : quella da un’esecuzione a una denotazione.

LO STATO CONCETTUALE

In un ready-made l’opera non è l’oggetto esposto, ma il fatto di esporlo (ex: lo Scolabottiglie di Duchamp)

≠Danto: lo stesso scolabottiglie costituisce l’opera in questione, o che questa consiste in quello.

Le ragioni di questa proposta non sono di ordine estetico, non dipendono da alcun interesse estetico per la forma, ma al contrario conta il carattere critico, paradossale, provocatorio, polemico, sarcastico o semplicemente umoristico che si accompagna all’atto di proporre come opera d’arte un oggetto o un evento non o anti-artistico (tant’è che qualsiasi scolabottiglie potrebbe essere adatto allo scopo).L’oggetto ready-made, non costituisce in sé stesso un’opera, ma è occasione di una relazione estetica.Ciò che conta non sono né l’oggetto proposto, né l’atto di proporlo in sé stessi, ma l’idea di tale atto L’oggetto rimanda all’atto, l’atto rimanda alla propria idea o al suo concetto.

Non nell’atto, ma nell’idea di esporre uno scolabottiglie consiste il ready made.I ready-made sono, prima della parola, i primi esempi di arte concettuale, il cui oggetto d’immanenza è un concetto, e la cui manifestazione può essere o una definizione (“esporre uno scolabottiglie”) o un’esecuzione (l’esposizione di uno scolabottiglie).

La riduzione concettuale: conduce dall’oggetto fisico, all’atto, al concetto della sua esposizione artistica. Si potrebbe dire che tutte le opere d’avanguardia siano recepite in modo concettuale da parte del pubblico: Le Dejeuner sur l’herbe di Manet - ridotto a una donna nuda tra due uomini vestiti - l’ Olympia alla sua impudicizia; la poesia senza rime, la musica atonale, la pittura astratta e l’ action painting sono realizzazioni artistiche in cui il grande pubblico è urtato dalla novità al punto da rendergli trascurabile il resto.Una ricezione concettuale ( ≠ percettuale: considerando l’oggetto proposto in sé stesso, nelle sue proprietà individuali) può non essere pertinente: essa è sempre più o meno pertinente, il più riguardo allo Scolabottiglie , il meno riguardo ad ex, ad una natura morta di Chardin ,

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che non la esige, perché non racchiude in sé alcuna intenzione provocatoria.

↓Lo stato concettuale non è un regime stabile, che si fonda su una tradizione costitutiva, ma lo si applica volta per volta, opera per opera, secondo una relazione fluttuante tra intenzione dell’artista e attenzione del ricevente. Non si dà dunque arte concettuale , ma solo opere concettuali .

L’effetto della riduzione allografica è la costruzione di una idealità singola

≠Quello della riduzione concettuale è generico ed astratto: ogni singola manifestazione di un “gesto” concettuale è un individuo, ma il concetto cui lo si può ridurre è generico e astratto e, a seconda dei gradi di astrazione, descrive un insieme più o meno specificato e diversificato di manifestazioni individuali.

↓Si può definire dunque il regime d’immanenza delle opere concettuali, in quanto concettuali, come un regime iper-allografico, nel senso che il loro oggetto d’immanenza (il concetto) non è solamente ideale, come una poesia o una sonata, ma anche generico e astratto. In quanto concettuali, che significa tra l’altro quando e nella misura in cui esse vengono recepite come tali.

Anche se il gesto concettuale è di definizione semplice ed esaustiva, il significato, e dunque la funzione di tale gesto, rimane indefinito, aperto, sospeso: cos’abbia voluto dire Duchamp esponendo uno scolabottiglie non lo si sa esattamente e, escluso ogni discorso sull’intenzione, non si sa esattamente quello che effettivamente tali opere dicono . In ciò, l’opera concettuale è anch’essa inesauribile nella sua funzione.

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PARTE II – I REGIMI DI TRASCENDENZA

La trascendenza, riguarda tutte le maniere con cui un’opera può alterare o travalicare la relazione che intrattiene con l’oggetto materiale o ideale in cui essa “consiste”, tra l’opera e il suo oggetto d’immanenza.

3 casi di trascendenza:

1. Il primo è per pluralità d’immanenza, ossia quando un’opera è immanente non a un oggetto, o a un gruppo di oggetti più o meno connessi (come le sculture di Rodin) ma a vari oggetti non identici e concorrenti (n oggetti d’immanenza per 1 opera).

2. Il secondo è quello della trascendenza per parzialità d’immanenza, dove la parzialità è inteso per “essere parte”, ossia ogni volta che un’opera si manifesta in maniera frammentaria o indiretta (1/n oggetto d’immanenza per 1 opera).

3. Il terzo dipende dalla pluralità operale: un solo oggetto d’immanenza, in questo caso, determina o sostiene varie opere, nel senso che, per esempio, uno stesso quadro o uno stesso testo non esercita la stessa funzione o, come dice Goodman, la stessa “azione” operale in situazioni o contesti differenti, almeno per questa ragione, cioè che esso non vi incontra (o non vi suscita) la stessa “ricezione” (n opere per 1 oggetto d’immanenza).

1. IMMANENZE PLURALI

Opere la cui identità trascende la diversità degli oggetti materiali o ideali cui esse sono immanenti.

Repliche : o versioni, ossia una “copia eseguita dall’autore stesso”. Il terreno di elezione delle repliche è quindi la pittura, ove una copia, anche autoriale, non può essere assolutamente conforme al modello, e in cui la replica significa quindi inevitabilmente versione sensibilmente distinta. La ragione più frequente per la produzione di repliche è la domanda commerciale, cui certi artisti acconsentono più di altri.

Opera multipla ≠ Opera plurale - ottenuta per segnale

↓ Variazione, parziale (tematica) o globale (dimensionale o stilistica),

tra vari prodotti (ex: Bocklin – L’isola dei morti)

↓ - ottenuta per impronta identità comune

a tutte sue prove

NB: i “remake” sfuggono alla definizione dei casi d’immanenza plurale in quanto la convenzione culturale preferisce, in assenza del processo d’autocopia, considerarle ognuna come un’opera interamente autonoma: in questo caso non si dà più un’opera a immanenza plurale, ma semplicemente

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diverse opere distinte, la cui parentela tematica o formale non ne compromette l’autonomia.

Adattamenti : “equivalente allografico” della Replica ( letteratura, musica, coreografia e altre arti allografiche non conoscono la replica: il regime allografico consiste proprio nel permettere una moltiplicazione degli esemplari di manifestazione di un oggetto d‘immanenza ideale e unico) presentano almeno il tratto comune di coesistere a pieno diritto con il testo o la partitura originali, e dunque di disperdere su più oggetti l’immanenza dell’opera.

1. la traduzione, nell’ambito della letteratura: l’identità operale di un testo e

della sua traduzione non è ammessa da tutti: Goodman è uno di questi, secondo lui una traduzione, che per definizione presenta un altro testo, non può che essere un’altra opera, e questo a causa di una “infedeltà semantica” che si verifica nel passaggio da una lingua all’altra.Questa posizione però non si accorda con la consuetudine: è molto artificiale considerare la versione francese e la versione inglese di Molloy come due opere distinte piuttosto che come due testi (e dunque due oggetti d’immanenza) della stessa opera.

2. la trascrizione, nell’ambito della musica = cambiamento di tonalità3. la trasposizione, peculiare ancora una volta alla musica = cambiamento

di strumento

↓C’è identità strutturale (melodia e valori ritmici restano identici)

MA

secondo Goodman, un’opera per pianoforte e la sua versione per violino contano a rigore come opere diverse

≠ancora una volta dalla consuetudine.

Eccetto i casi di variazione interna, la trasposizione e la trascrizione derivano il più delle volte da necessità, o comodità, di esecuzione.

Rimaneggiamenti : derivano da un impulso di correzione sono sostitutivi rispetto ad opera originale e nascono dal desiderio di migliorare un’opera ritenuta imperfetta o maldestra, e in particolare in musica, maldestramente orchestrata. Tale desiderio deriva da un giudizio soggettivo (anche se collettivo) e sempre revocabileNuove edizioni per letteratura, con un rimaneggiamento complessivo, stilistico e/o tematico, che possono essere precedute da una prepubblicazione in rivista, in “dispense” periodiche o “in appendice” nei giornali, che fornivano allo scrittore l’occasione per giudicare la propria opera da una certa distanza ed eventualmente di rimaneggiarla, in vista dell’edizione in volume.

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Stati genetici : tappe genetiche di un’opera :schizzo (che funge da modello per l’opera) o abbozzo (work in progress di ciò che diventerà l’opera stessa) in pittura, avan-testi in letteratura.queste (in)edizioni erano per i loro autori degli stati preparatori cui non attribuivano (ancora) una vera funzione operale, e che dunque non costituivano dei veri oggetti d’immanenza: assumerle come tali è dunque un abuso dell’intenzione autoriale.Ma tale intenzione non è sempre certa, né sempre definitiva: tant’è che la destituzione “formale” dell’intenzione autoriale e la valorizzazione “strutturalista” dell’autonomia del testo favoriscono l’assunzione di materiali genetici come oggetti pienamente letterari, e quindi l’assunzione degli avan-testi in qualità di testi a tutti gli effetti. La “chiusura del testo” conduce paradossalmente al concetto di opera aperta, che reinstaura l’opera aldilà della pluralità dei testi di ogni natura e di ogni statuto che essa raccoglie e federa sotto il segno di una unicità più vasta e, in tal senso, trascendente.

Mouvances : ex. « La chanson de Roland » ???????????????

Performance : una performance è quasi sempre di fatto una performance di esecuzione

↓la permanenza dell’opera interpretata o del tema sottoposto a variazioni induce a confrontare tra loro le esecuzioni successive, tramite registrazione, e a trattarle come tante versioni di una stessa opera pluri-occorrenziale.

1. opera a immanenza unica = individuo fisico o ideale; 2. opera (autografia) multipla = opera unica moltiplicata; 3. l’opera allografica è multipla nelle sue manifestazioni (occorrenze), ma non nella sua

immanenza (tipo). 4. opera a immanenza plurale = un gruppo o una serie di individui percettibilmente diversi, il

cui insieme forma una classe: la sua identità è quella di una classe, identità che può essere definita identità generica, che trascende la pluralità d’identità specifiche dei suoi membri.

↓il modo d’esistenza delle opere plurali è analogo a quello dei generi. I generi sono classi di opere tra le altre, che raggruppano opere che, a loro volta, possono raggruppare oggetti d’immanenza. Tutto considerato, un’opera a immanenza plurale è un sottogenere (una specie) in una gerarchia logica che va da un individuo (il testo Roland di Oxford) a una specie (la Chanson de Roland ), a un genere artistico, la chanson de geste , a un genere “teorico” o “analogico”, l’epopea, a un genere più vasto: poesia, racconto, opera letteraria.

↓l’opera a immanenza plurale è trascendente, nel senso che essa non è immanente là dove si potrebbe credere, un po’ come l’opera “concettuale” non è immanente all’oggetto che la manifesta. Essa non “consiste” in ognuno dei suoi oggetti d’immanenza, ma nella loro totalità.

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MANIFESTAZIONI PARZIALI

l’opera travalica o eccede la propria immanenza manifestazione incompleta e/o difettiva di un’opera di alcune parti. Tale deficienza può assumere due forme:

Manifestazione lacunosa (la Venere di Milo senza braccia): può dipendere da varie cause: le principali sono l’immanenza plurale, la perdita o distruzione parziale e la dispersione. Sono per la maggior parte fatti accidentali e, come tali, privi di funzione intenzionale.

1. Una parte può anche essere considerata come frammento di un individuo artisticamente indivisibile, la cui unità viene concepita come relazione organica di coesione: è così per le braccia della Venere di Milo

2. Una parte può anche essere considerata come un elemento in un gruppo: poesia in una raccolta, romanzo in un ciclo.

3. parti come membri di una stessa specie (o famiglia): relazione di “parentela” che dipende da un’identità di origine, che può essere lo stesso autore, lo stesso gruppo o una stessa epoca.

4. concepire un’opera come membro di una classe, e in particolar modo quel tipo di classi istituzionalizzate dall’arte che sono i generi . L’appartenenza, in questo caso, di natura e intensità diseguali, non determina senza dubbio alcun sentimento di incompletezza: gli insiemi generici hanno un’unità essenzialmente concettuale (nessuno leggendo un sonetto vuole necessariamente confrontarlo con tutti i sonetti esistenti), la coscienza e il riconoscimento di tratti generici è (più o meno) parte integrante della ricezione di un’opera (non si recepisce un quadro come un libro, né si ascolta del jazz come fosse musica classica). Importante sptt per una valutazione propriamente artistica: esteticamente, la contemplazione dell’ Afrodite Cnidia senza braccia né testa basta a sé stessa, artisticamente non è indifferente sapere che è mutila.

Manifestazione indiretta (1 riproduzione de La Gioconda): tutto ciò che può fornire una conoscenza più o meno precisa di un’opera, in sua assenza definitiva o momentanea. Queste manifestazioni sono parziali perché una copia, una riproduzione, una replica, una descrizione, condividono un certo numero di tratti, ma non tutti, dell’opera cui si riferiscono: una riproduzione fotografica manca della sostanza pittorica, una descrizione ha solo l’indicazione verbale. sono artefatti intenzionali e tipicamente funzionali: non viene fatta copia o traduzione senza avere uno scopo utile.

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Il regime autografico ne conosce 4 :

1. la copia manuale (su “segnale”); 2. la riproduzione per impronta (tra cui anche le

“registrazioni”); 3. i documenti, raggruppando ivi anche le rappresentazioni

che non mirano alla massima equivalenza percettiva (descrizioni verbali, fotografie di sculture);

4. le manifestazioni indirette involontarie, per effetto derivato, che le repliche possono funzionare come manifestazioni indirette le une delle altre (il Benedicite del Louvre arricchito con precisazioni verbali, può darci un’idea di quello dell’Ermitage).

Tali manifestazioni, costitutive del famoso Museo immaginario, raddoppiano gli originali, ma non si deve dimenticare il considerevole numero di opere oggi perdute che si conoscono solo in tal maniera: la relazione all’arte antica passa essenzialmente attraverso tali manifestazioni indirette.

Manifestazioni indirette del regime allografico:

- Documenti, traduzioni letterarie e versioni

- opere definite per estensione “ipertestuali” (di fatto iperoperali), derivate da opere anteriori per trasformazione o imitazione: lettori conoscono l’ Odissea tramite Joyce, la Gioconda per Duchamp, o, passando da un’arte all’altra, la cattedrale di Rouen solo tramite Monet.

- Citazione : consiste nell’inserimento di un testo o parte di esso in un opera letteraria successiva (letteratura) o di una copia integrale o parziale di un quadro anteriore (pittura, come oggi nel pop di una foto in un’altra foto).

o Il Museo immaginario : la riproduzione tecnica è oggi lo strumento di passaggio a un

regime quasi allografico della pittura, il cui aspetto culturale più positivo è quello che Valere salutava come una “conquista dell’ubiquità”, il più negativo è quello che Benjamin temeva come perdita dell’aura, connessa all’hic et nunc dell’opera unica.

Tema della metamorfosi delle opereSe ne possono distinguere 3 aspetti che concernono altresì lo studio della trascendenza:

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1. l’effettiva modificazione delle opere autografiche a causa degli effetti del tempo (mutilazioni, scolorazioni, incrostazioni, ecc).

2. l’evoluzione della ricezione delle opere e del significato che il pubblico attribuisce loro: è l’evoluzione che viene operata e simbolizzata dal Museo, agente di “distruzione delle appartenenze”, sradicamento dai contesti e dalle funzioni originarie; + modificazioni attenzionali operate dalla Storia, la maniera in cui ogni epoca trasforma la relazione con le opere del passato.

3. Il terzo aspetto concerne più specificamente il Museo immaginario, e consiste in certi effetti derivati e talvolta perversi della riproduzione fotografica, in particolare delle opere di scultura e altri oggetti in rilievo. Tali effetti dipendono essenzialmente da due fattori tecnici connessi alla pratica fotografica: l’illuminazione, che sposta i rilievi, e il cambiamento di scala, che valorizza le arti “minori” portando in maniera fittizia le loro opere alle dimensioni della “grande” scultura (“l’ingrandimento dei sigilli, delle monete, degli amuleti, delle statuine, crea delle vere arti fittizie”).. Effetti analoghi, o paralleli, derivano dalle tecniche di riproduzione mediante registrazione delle arti di performance (Benjamin menziona il cinema). E’ risaputo che gli standard sonori sono stati modificati dai diversi mezzi di amplificazione, certi cast, impossibili da riunire sul palco, hanno reso il pubblico più esigente.

Questi mezzi tecnici hanno reso possibili, grazie a manipolazioni di ogni sorta (montaggio, piste multiple e missaggi) performance fittizie, assemblate.La riproducibilità tecnica crea in realtà nuove forme d’arte, qui l’indiretto prende il comando.

L’OPERA PLURALE

L’opera assume, a seconda delle circostanze e dei contesti, andamenti e significati differenti. Questa diffrazione operale può assumere 2 forme, una di ordine fisico, peculiare al regime autografico, l’altra di ordine funzionale, riguardante entrambi i regimi.

Trasformazioni fisiche : le opere autografiche sono immanenti a oggetti o eventi fisici. Gli oggetti fisici vedono la loro identità definita dall’identità numerica e dall’identità specifica, o qualitativa. Se l’identità numerica è ritenuta immutabile, salvo distruzione totale (l’oggetto esiste ed è uno e unico), l’identità specifica di un oggetto d’immanenza, come ogni oggetto fisico, continua a modificarsi nel tempo, sia in maniera progressiva (degradazione, invecchiamento) sia in maniera brutale e istantanea (mutilazione, vandalismo, crolli).

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Nella durata della loro persistenza sono temporalmente plurali, per effetto di mutazioni più o meno sensibili: è l’invecchiamento in sé. Il rimedio a questo si chiama ovviamente restauro, ma come tutti i rimedi, a volte è peggiore perfino del male (vedi i vari restauri che hanno solo peggiorato la situazione).I tratti che definiscono l’identità di un oggetto non sono però solamente “proprietà interne” di composizione fisica, forma o funzione: sono anche proprietà di ubicazione e relazione al luogo e all’ambiente circostante. Un oggetto unico è per definizione situato in un luogo solo, e tale luogo è sempre in qual modo pertinente al suo essere. Tale pertinenza può essere simbolica e/o propriamente estetica. E’ successo che si siano strappati quadri, sculture, monumenti dal loro luogo d’origine per esporli altrove (è il principio di funzionamento dei musei) Ognuno di questi trasferimenti distrugge un significato e ne impone un altro.(Chi ha costruito una cattedrale l’ha rapportata alla città dei suoi tempi, che però si è evoluta intorno a questa stessa cattedrale fino ad arrivare a cambiare contesto).Questi incessanti cambiamenti d’identità (specifica) impongono una constatazione che può essere formulata in tal maniera: quelle opere uniche sono plurali. L’opera autografa cambia sempre identità specifica, mentre l’identità numerica dell’oggetto, per definizione, rimane costante. Si può dire che allo stesso oggetto risultano immanenti successivamente varie opere.

Tale situazione è peculiare agli oggetti materiali: contrariamente ad essi gli individui ideali sono immutabili, poiché cambiandone le proprietà d’immanenza esso diviene un altro testo. Può invece succedere che lo si legga due volte comprendendolo in maniera differente.

Ricezioni plurali : si tratta qui della pluralità funzionale (attenzionale, ricezionale) delle opere, o più semplicemente del fatto che un’opera (indipendentemente dalle modificazioni) non produce mai due volte lo stesso effetto o non assume mai lo stesso senso. Il termine senso è inteso nella sua accezione più ampia, coprendo i valori denotativi ma anche i valori espressivi e esemplificativi. Esempio elementare molto noto: il coniglio-anatra di Jastrow , che può essere letto o come la testa di un coniglio rivolta verso destra, o come quella di un’anatra rivolta verso sinistra. Un solo tracciato (fisico) ma due disegni (funzionali).Altro esempio elementare è offerto dalle parole omonime.

Nei due casi, grafico e verbale, un solo e identico oggetto sintattico può compiere due funzioni semantiche distinte. Tale ambiguità funzionale designa l’ultimo modo di trascendenza: varie opere (funzionali) per un solo oggetto (sintattico) d’immanenza.

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