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15 Geografia Umana. Teorie e Prassi - Riassunti Adalberto Vallega PRIMA PARTE – Concetti e Metodi - RIEPILOGO VELOCE SUGLI INDIRIZZI DELLA GEOGRAFIA UMANA Indirizzo POSITIVISTA Ratzel Indirizzo POSSIBILISTA Vidal de la Blache Tutti gli indirizzi si propongono di Indirizzo STRUTTURALISTA Hartsborne spiegare il territorio Indirizzo SISTEMA GENERALE METODI E STRUMENTI PRIMA DEGLI ANNI ’70 ( supporto cartaceo prodotto dalle rilevazioni aeree ed a terra ANNI ’70 ( nuovo supporto quello satellitare ( miglioramento qualitativo ANNI ’90 ( supporto cartaceo + supporto elettronico (internet) Che cos’è la TEORIA? La TEORIA consiste nei concetti in base ai quali indaghiamo la realtà. esempio: i modelli di rete costituiscono la base teorica attraverso la quale studiamo l’intelaiatura della città che si è venuta a creare in un determinato ambiente. Che cos’è il METODO? Il METODO consiste nelle procedure che vengono adottate per indagare la realtà. esempio: le proiezioni cartografiche e gli apparati di simbolizzazione con cui si costruisce le carte delle reti urbane sono un metodo. Che cos’è la TECNICA? La TECNICA consente la lavorazione dei dati utili ad indagare la realtà. esempio: le modalità attraverso le quali traduciamo le informazioni inviate da satellite in dati cartografici appartengono al regno della tecnica. METODI Tutte le scienze, ed anche la Geografia UMANA, affrontano il problema della questione metodologica, nel caso della Geografia UMANA ne abbiamo due: ANALITICO: questo metodo prende corpo dal pensiero di Cartesio che indicava la complicatezza della realtà quindi per comprenderla bisognava scinderla in parti più piccole individuando così le relazioni di causa-effetto che esistono fra gli elementi. Pensiero Cartesiano Evidenza – Riduzione – Causalità - Esaustività Percorso previsto nel caso del metodo ANALITICO Identificazione degli elementi che compongono il territorio : insediamenti umani, vie di comunicazione, localizzazione delle industrie;

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PRIMA PARTE – Concetti e Metodi -

RIEPILOGO VELOCE SUGLI INDIRIZZI DELLA GEOGRAFIA UMANA

Indirizzo POSITIVISTA Ratzel Indirizzo POSSIBILISTA Vidal de la Blache Tutti gli indirizzi si

propongono di Indirizzo STRUTTURALISTA Hartsborne spiegare il territorio Indirizzo SISTEMA GENERALE

METODI E STRUMENTI

PRIMA DEGLI ANNI ’70 ( supporto cartaceo prodotto dalle rilevazioni aeree ed a terraANNI ’70 ( nuovo supporto quello satellitare ( miglioramento qualitativoANNI ’90 ( supporto cartaceo + supporto elettronico (internet)

Che cos’è la TEORIA?La TEORIA consiste nei concetti in base ai quali indaghiamo la realtà. esempio: i modelli di rete costituiscono la base teorica attraverso la quale studiamo l’intelaiatura della città che si è venuta a creare in un determinato ambiente.

Che cos’è il METODO?Il METODO consiste nelle procedure che vengono adottate per indagare la realtà.esempio: le proiezioni cartografiche e gli apparati di simbolizzazione con cui si costruisce le carte delle reti urbane sono un metodo.

Che cos’è la TECNICA?La TECNICA consente la lavorazione dei dati utili ad indagare la realtà.esempio: le modalità attraverso le quali traduciamo le informazioni inviate da satellite in dati cartografici appartengono al regno della tecnica.

METODI

Tutte le scienze, ed anche la Geografia UMANA, affrontano il problema della questione metodologica, nel caso della Geografia UMANA ne abbiamo due:

ANALITICO: questo metodo prende corpo dal pensiero di Cartesio che indicava la complicatezza della realtà quindi per comprenderla bisognava scinderla in parti più piccole individuando così le relazioni di causa-effetto che esistono fra gli elementi.

Pensiero Cartesiano Evidenza – Riduzione – Causalità - Esaustività

Percorso previsto nel caso del metodo ANALITICO Identificazione degli elementi che compongono il territorio : insediamenti umani, vie di

comunicazione, localizzazione delle industrie; Indagine sulle relazioni tra gli elementi: si studia la relazione fra il suolo e la produzione

agricola; Enunciare i principi: ad esempio il rapporto fra le industrie e gli operai e la distanza che

percorrono per arrivare a lavoro, in questo modo si definisce il diametro fra industria e abitazione;

Rappresentazione cartografica: le carte geografiche dell’organizzazione industriale del territorio;

Predisposizione di un testo: sulla base della rappresentazione cartografica si può produrre un testo che descriva l’espansione industriale del territorio che studiamo.

ASSIOMATICO: metodo che prende in considerazione ciò che è evidente senza indagare con procedimenti analitici (approccio sistematico, sapendo che la realtà è complessa. Il contrario del metodo ANALITICO non conduce la ricerca geografica sul principio di casualità ed un metodo soggettivo perché raccoglie solo elementi, caratteristiche e comportamenti sociali.

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Percorso previsto nel caso del metodo ASSIOMATICO Identificare : i gruppi umani che vivono sul territorio preso in esame; Studiare: le condizioni di vita e le caratteristiche culturali del gruppo umano; Rilevare: quali forme si siano prodotte nel paesaggio urbano in rapporto ai gruppi; Costruire: la geografia dei luoghi urbani significativi per l’esistenza del gruppo

STRUMENTI

La CARTA GEOGRAFICA è lo strumento principale della scienza. Da sempre lo scopo finale dello studioso è quello di rappresentare su carta il territorio che studia, già nel paleolitico attraverso le pitture rupestri si disegnava il territorio, ancora più importante fu la rappresentazione del territorio nel neolitico.Anassimandro enunciò i primi fondamenti della cartografia (VI secolo a.C.) e da quel momento la storia della geografia umana si intrecciò con la cartografia.

espressione di conoscenza del territorioLa DOPPIA veste della CARTOGRAFIA

strumento per muoversi sul territorio

Il Geografo fa uso di due tipi di rappresentazione del territorio:

1. Carta Geografica in formato convenzionale, quindi in forma cartacea. 2. Sistemi Geografici Informativi (GIS), caratterizzato dall’uso del PC con appropriati

software per costruire carte digitali. L’introduzione di questo sistema, avvenuta negli anni 80, fu una rivoluzione, seconda sola all’avvento della carta geografica razionale.

Gerardo Mercatore mappamondo in 24 fogli ha immaginato come il Globo Terrestre avvolto da un cilindro 1569 nascita della cartografia moderna ( viene concepita per la navigazione( corretta la forma delle terre solo sulle basse latitudini mentre sulle alte apparivano molto più estesi della realtà

CARTOGRAFIA RAZIONALE diffusione dei SIMBOLI ( la CARTA diventa sempre di più una rappresentazione simbolica, simboli tratti dalla geometria

PROCESSI DI DIFFERENZIAZIONE

1. in rapporto alla SCALA GEOGRAFICA ( mappe e piante (scala più grande)( carte corografiche e carte generali (scala più piccola)

2. in rapporto al CONTENUTO ( carte geografiche generali( carte geografiche tematiche

QUALITATIVE: basate sul testo e carte e rappresentano il territorio senza far uso di dati statistici che può far uso delle variabili qualitative ad esempio per valutare la presenza o essenza di rischi.

INFORMAZIONI QUANTITATIVE: basate su dati statistici e fa uso di variabili quantitative come la densità della popolazione che viene utilizzata per le carte della popolazione ( l’analisi quantitativa è una parte essenziale della geografia.Divisa in 4 livelli, i primi due sono i dati quantitativi a sé mentre gli altri due sono rappresentati attraverso le carte o grafici.

Primo Livello: testuale - è costituito da statistiche in merito all’argomento trattato

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Secolo Livello: tabellare – è costituito da tabelle statistiche contenenti dati che integrano il testo

Terzo Livello: funzionale – è costituito dall’uso dei dati quantitativi per produrre cartografia, il prodotto che si ottiene viene anche detto cartogramma.

Quarto Livello: associato – è costituito dall’inserimento di grafici all’interno di una carta geografica generale in modo da fornire una percezione visiva dell’argomento che trattiamo.

natura spaziale, quindi distribuzione territoriale (popolazione nella provincia)

Variabili quantitative natura temporale, quindi distribuzione nel tempo (popolazione nella provincia nel corso dell’ultimo secolo)

Gli usi della variabili quantitative ( Tendenza centrale: si propone di accertare come i singoli dati della serie tendano ad avvicinarsi a un valore centrale.Es. se e in quale misura la densità della popolazione delle singole province si avvicini alla densità media nazionale.( Tendenza alla dispersione: ed è complementare al primo in quanto ci indica se e in quale misura i dati tendono ad allontanarsi dal valore centrale.( Correlazione fra le variabili: si propone di individuare se e in quale misura due o più serie di valori si trovino tra loro associati. Qui abbiamo causa-effetto, vedi ad es. la microcriminalità e la povertà messe in relazione, se dai dati in possesso i valori alti della prima corrispondono ai bassi della seconda deduciamo che i due fenomeni sono associati ( indagine di tipo strutturalista (il territorio come un mosaico di elementi legati tra loro da relazioni).( Analisi per le interdipendenze: (legato alla correlazione fra le variabili) misura il comportamento di gruppi di variabili sia associato a quello di altri gruppi. Procedura fattibile solo per mezzo di software.

Immagini del TELERILEVAMENTO Consiste nel rilevare la fisionomia della superficie terrestre da grande distanza con obiettivo di produrne delle immagini, capaci di fornire informazioni molto più dettagliate e precise di quelle di cui disponeva negli anni precedenti ( mezzo utilizzato i satelliti.

Immagini PITTORICHE Con l’indirizzo umanistico, i geografi, si sono avvalsi anche delle rappresentazioni pittoriche utili per indagare sul paesaggio e per comprendere come fosse percepito e vissuto nel passato

Il geografo rappresenta il territorio in due modi:1. La geografia considerata scienza dello spazio ( filiera razionalista: filiera del positivismo

passando per lo strutturalismo, prevede che il geografo si concentri su di un oggetto per produrre conoscenza oggettiva del territorio con metodo analitico. La filiera razionale tende a collocare il soggetto nel luogo, quindi, considera la superficie terrestre come uno spazio dove si manifestano comportamenti sociali, quindi la superficie è soggetta a trasformazioni.

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2. La geografia considerata scienza dei luoghi ( filiera a-razionalista: filiera che passa dal positivismo alla geografia umanistica, abbiamo il geografo che mette il soggetto al centro dell’indagine e si propone di conoscere il territorio attraverso il metodo assiomatico. La filiera a-razionale mette il luogo nel soggetto, quindi da questo punto di vista non prende in esame il luogo come teatro di azione della società ma come sfondo, facente parte dell’individuo.

- Secondo Kant il geografo non può occuparsi di spazio senza tener presente il tempo -

Attualmente si parla di tre tipi di spazio:1. Spazio Reale ( esterno al soggetto, identificabile, dotato di materialità e rappresentabile2. Spazio Iperreale ( realtà immaginaria dal soggetto3. Spazio Cibernetico ( creazione di immagini virtuali espresse in ambito elettronico

Gli spazio della Geografia Umana

Tipi di Spazio Natura dello Spazio Indirizzo Geografico Obiettivo

Spazio Reale Spazio Fisico Strutturalista dagli anni ’30 Spiegazione

Spazio Iperreale Spazio Culturale Umanistico dagli anni ’70 Comprensione

Spazio Cibernetico Spazio Tecnologico Strutturalista/Umanistico Spiegazionedagli anni ’90 Comprensione

Prospettiva Tradizionale ( Spazio come Realtà AssolutaOggetti collocati nello spazio: localizzazione e distribuzione rappresentati tramite coordinate geografiche.

Come considerare lo spazio

Prospettiva Opposta ( Spazio come Realtà RelazionaleGli oggetti non sono nello spazio ma hanno uno spazio: posizione e relazione degli oggetti rappresentati per tipo di relazione.

Il termine SCALA in geografia può assumere due significati: Scala DIMENSIONALE: ambito spaziale a cui si fa riferimento nell’analisi di un

determinato fenomeno, concetto che riguarda anche altre scienze sociali, e si hanno:Micro scala ( es. LocaleMeso scala ( es. NazionaleMacro scala ( es. mondiale

Scala CARTOGRAFICA: per rappresentare la distribuzione spaziale dei fenomeni abbiamo bisogno di una scala cartografica. E’ il rapporto tra una misura fissata arbitrariamente sulla carta e la corrispondente misura misurabile o individuabile sulla realtà terrestre.

1:10.000 1/10.000 ( Scala numerica 0 1 2

( Scala grafica

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Che cos’è la SCALA GEOGRAFICA?Al termine SCALA attribuiamo il significato di “rapporto di riduzione”, ma da qualche tempo il termine SCALA viene utilizzato anche in altro modo, quindi, come ordine di grandezza della superficie terrestre, per cui tanto più è esteso lo spazio geografico tanto più si parla di grande scala, e viceversa.Detto questo dobbiamo spiegare la scala temporale che si divide in tempi di natura e tempi della società:La natura è caratterizzata da tempi lunghi che si misurano in centinaia di anni come per le ere geologiche, ma questo interessa la Geografia fisica mentre di interesse per quella umana sono le rilevazione della crosta terrestre in quanto interessano e condizionano la vita delle popolazioni.

Che cosa sono le PLACCHE?La crosta terrestre è costituita da PLACCHE la cui origine risale a circa 220 milioni di anni or sono quando il Pangea iniziò a dividersi. Le PLACCHE possono muoversi in diverse direzioni dando origine ai margini continentali. Ricordiamo che le PLACCHE non coincidono con le masse continentali ma possono essere costituite da crosta continentale e crosta oceanica.Le conseguenze che la distruzione delle placche sono la disponibilità delle risorse e i disastri ambientali (opportunità e condizionamenti), infatti le dorsali, ossia le linee di contatto delle placche sono sedi di movimenti sismici e vulcanici.

TERRITORIO porzione di spazio geografico che sono stati profondamente trasformati dall’uomo organizzato in società.

SPAZIO comprende aree trasformate dall’uomo radicalmente o menoTERRITORIALIZZAZIONE processo messo in atto dall’uomo organizzato in società per

trasformare l’ambiente naturale

PARTE SECONDA – Temi e Problemi –

LA PRESSIONE UMANA

Fino agli anni 70 la geografia della popolazione costituiva il capitolo iniziale della Geografia umana, e trattava su come la popolazione fosse cresciuta e come si fosse distribuita sulla terra.Metodo che non trattava i problemi connessi al popolamento; oggi la situazione è diversa per la Geografia è diventato molto importante indagare sulle conseguenze del popolamento, infatti, da un lato il capito della popolazione è più rilevante rispetto a prima e dall’altro lato richiede di essere affrontato non soltanto mostrando la copertura geografica del pianeta ma anche esponendo gli aspetti geografici connaturati ai problemi derivanti dalla crescita demografica.La prima volta che la popolazione fu considerata nel suo insieme era il Settecento quando la Rivoluzione Industriale stava decollando in GB e ad occuparsi del problema fu Thomas Robert Malthus, nel Saggio sul principio della popolazione. L’indagine lo condusse a capire che la popolazione stava aumentando mentre le risorse risultavano inefficaci a mantenere tutta la popolazione in modo equo. Quindi con l’avvento della società moderna nasceva anche un nuovo problema: i limiti di crescita della popolazione mondiale.Problema ritornato alla ribalta anche negli anni 70 del ‘900 quando si discusse sull’espansione demografica, mettendo in luce che il mondo nel XXI secolo sarebbe andato incontro ad una serie di crisi provocate dagli squilibri crescenti tra l’aumento della popolazione e le risorse a disposizione.Questo dibattito è durato molti anni fin quando le Nazioni Unite nel 1992 propose un piano quello del controllo delle nascite nei paesi in via di sviluppo in modo da regolare anche la richiesta di risorse. A ciò si opposero sia la Chiesa Cattolica che il mondo islamico.

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Schema sull’esplosione demografica nel corso dei secoli

Periodo Popolazione Mondiale Periodo Popolazione MondialeIV secolo 150 milioni di abitanti 1920 2 miliardi di abitantiI secolo 250 milioni di abitanti 1955 3 miliardi di abitanti1492 400 milioni di abitanti 1970 4 miliardi di abitanti1700 950 milioni di abitanti 1980 5 miliardi di abitanti1800 1 miliardo di abitanti 2000 6 miliardi di abitanti

Vecchia teoria ( Prima l’ipotesi del controllo delle nascite teoria che si è fatta largo fino alla fine del ‘900Nuova teoria ( Oggi la nuova teoria prevede che la crescita esponenziale subentrerà una crescita frenata che condurrà la popolazione mondiale a stabilizzarsi, agganciandosi alla teoria dello sviluppo delle popolazioni che divide il ciclo in 4 fasi:

1. Prima fase – Equilibrata: questa fase che può durare anche molto caratterizza le popolazioni primitive. L’indice di natalità resta elevato come l’indice di mortalità restando sostanzialmente stabile.

2. Secondo fase – Crescita accelerata: in questo caso la natalità aumenta più della mortalità, quindi la popolazione aumenta velocemente e ciò accade nei paesi ricchi durante il decollo industriale.

3. Terza fase – Crescita frenata: si rallentano le nascite ed anche la mortalità diminuisce perché si allunga la media della vita per effetto delle migliori condizioni alimentari e sanitarie.

4. Quarta fase – Stabilizzazione: in questa fase le nascite diminuiscono al punto da compensare i decessi, la popolazione è ferma il cosiddetto “crescita zero” che si verifica tuttora nei paesi sviluppati.

La distribuzione geografica si evolve in conseguenza di due fattori:1. Naturale ( costituito dall’andamento delle nascite e dei decessi, l’attenzione si concentra sulla

fertilitàe su alcuni grandi fattori che incidono sulla durata della vita come la diffusione dell’HIV e la mortalità infantile.

2. Migratorio( costituito dagli spostamenti territoriali di una popolazione, e pone l’attenzione su due processi territoriali:

una progressiva concentrazione della popolazione sottosviluppata in grandi agglomerati urbani;

una progressiva concentrazione della popolazione lungo le fasce costiere.

( Cresce il problema della fertilità: 1950 ogni donna aveva in media tre figli Paesi

Sviluppati2050 ogni donna ne avrà solo due

( Cresce il problema della fertilità La natalità è molto alta Paesi

SottosviluppatiSi contrappone il problema dell’HIV

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In Africa i malati quasi raddoppieranno da 115 a 196 milioni

( Nei paesi sottosviluppati la speranza di vita è passata da 63 anni agli inizi del ‘900 a 75 anni oggi

La storia a tappe delle GRANDI MIGRAZIONIA. Neolitico Urbano : i grandi movimenti migratori sono riconducibili a tre centri di

irradiazione, due di questi sono la Mesopotamia e la Cina e l’ultimo l’Europa costituito da popolazioni agricole e centri rurali che si insediarono nella penisola italica, nel bacino del Danubio, e nella valle del Rodano. Questi processi territoriali fecondarono un vasto campo di relazioni interculturali, caratterizzati da diffusione e fusione di lingue, da migrazioni di tecniche e credenze.

B. Prima metà del Novecento: le grandi migrazioni di epoca moderna ebbero come protagonista l’Europa. Nel corso del Novecento ai flussi provocati dall’esigenza di trovare nuove risorse si aggiunse le migrazioni dovute alle due grandi guerre, dando nuove ridistribuzioni all’interno dell’Europa e dall’altro lato ci furono grandi esodi verso altri continenti, come gli Ebrei in Palestina dove fondarono un loro stato.

C. Seconda metà del Novecento: questi movimenti sono diversi, in quanto hanno raggiunto dimensioni molto più ampie ridisegnando l’intero pianeta, con provenienza intertropicale e con direzione verso i paesi sviluppati come il nord America, l’Europa occidentale, l’Australia e il Giappone.Anche l’Europa dell’est è stata un’area con forti spostamenti verso la parte occidentale. Queste masse si muove per motivi politici o naturali, come le carestie, la desertificazione, la povertà o per guerre lunghe e sanguinose. A metà del Novecento appena 6000 persone l’anno si spostavano dai paesi poveri verso quelli ricchi, oggi la situazione è cambiata radicalmente i flussi si sono raddoppiati. l’Unione Europea andrà incontro a una trasformazione sorprendente, caratterizzata da flussi così estesi che imprimeranno un volto nuovo multi-etnico al vecchio continente.

( conseguenze dovute ai movimenti sia naturali che migratori sulla territorializzazione1. Le trasformazioni provocate nelle strutture territoriali;2. Le influenze che le trasformazioni delle strutture demografiche Conseguenze

connesse possono esercitare sulle condizioni di vita tra loro

Che cos’è la STRUTTURA?La STRUTTURA è un insieme di elementi connessi tra loro da relazioni e soggetti a evoluzione nel corso del tempo.esempio: se l’età degli abitanti di un posto è l’attributo considerato, la struttura consiste nella ripartizione della popolazione per età. Lo stesso esempio si può applicare per la divisione in sesso, professioni, istruzione. In Geografia Umana interessa il campo della divisione per età e professione.

Che cos’è lo STRUTTURALISMO?Lo STRUTTURALISMO è il metodo di indagine che, in qualsiasi campo, faccia uso della struttura e rappresenti oggetti come strutture.

STRUTTURE DEMOGRAFICHE: L’ETÀ

Primidi d’età ( nome attribuito a questa indagine che affronta il tema dell’invecchiamento della popolazione

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I paesi sviluppati hanno il problema di avere una popolazione che tende all’invecchiamento per tre motivi:

1. La diminuzione della natalità; Tutte e tre sono la conseguenza

2. La diminuzione della mortalità; del miglioramento della vita in termini

3. Prolungamento della vita media Conseguenza di alimentazione e sanità, ma dipende

anche dal progresso

La situazione nei paesi in via di sviluppo

( in passato l’elevata fertilità e la mortalità infantile coesistevano e la popolazione era giovane( a metà del ‘900 la popolazione giovane costituiva il 38% di quella complessiva e gli anziani erano il 6%nella seconda metà del ‘900 si ha un rallentamento della popolazione giovane ed un aumento della popolazione anziana il miglioramento delle condizioni di vita Perché

La politica del controllo delle nascite

Si arriva alla conclusione che a metà del nostro secolo la popolazione mondiale sarà stabilizzata ma alcuni paesi avrà un’elevata se non elevatissima popolazione anziana, come il Giappone, l’Europa Occidentale e situazioni più moderate nei paesi in via di sviluppo.Queste considerazioni vengono fatte alla luce dei parametri dei movimenti naturali ma se dovessimo occuparci anche dei movimenti migratori la prospettiva sarebbe più cauta in quanto alla popolazione autoctona si mischierebbe una popolazione giovane che potrebbe riequilibrare il tutto.

STRUTTURE DEMOGRAFICHE: PROFESSIONE

Colin Clark e la teoria proposta nel suo saggio “Condizioni del progresso economico” che fonda il suo principio sulla disgregazione del sistema economico in tre settori fondamenti:

1. Settore Primario: agricoltura, caccia, pesca, sfruttamento forestale e minerario;2. Settore Secondario: energia elettrica, semilavorati, tutto il comparto industriale;3. Settore Terziario: le attività che offrono servizi, come l’albergo, le banche, le assicurazioni.

Secondo questo principio Clark divide l’economia in due stadi:A. Nel primo stadio si sviluppano le attività industriali e aumenta la produzione agricola e

l’allevamento, quindi la popolazione si sposta dal settore primario al secondario;B. Nel secondo stadio si sviluppa il terziario, provoca la crescita di domanda di servizi da parte

dei due settori (primario e secondario) e dal miglioramento delle condizioni di vita della popolazione. Diventa il motore trainante per l’economia perché produce ricchezza in quantità maggiore rispetto agli altri due settori.

Attraverso questa teoria si può calcolare le singole parti del territorio e come la popolazione sia ripartita per settori economici ( carta delle strutture professionali. Nel tempo l’interesse per questa teoria si è affievolito in quanto complica molto l’indagine del geografo.

URBANIZZAZIONE

La città dalla prospettiva geografica

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Le megalopoli degli stati uniti del nord possono essere considerate il simbolo dell’occupazione urbana del pianeta. L’espansione del tessuto urbano svela una duplice faccia vedi Durban, città africana, che ha in sé le caratteristiche di una città poverissima e di una città fatta da ricchi, da una parte abbiamo gli zulu che vivono in casupole fatiscenti alla periferia della città dove l’acqua potabile è un lusso e dall’altra, sulla costa, abbiamo case e grattacieli che fanno invidia alle città americane, spiagge affollate, navi passeggeri attraccate al porto. La corsa delle città povere e il lento cammino delle città sviluppate di stampo occidentale. Altro esempio di paesaggio urbano è la Silicon Valley, una vasta copertura dove si concentra il più alto tasso di industria elettronica del mondo.

perché la città sia sorta in quel determinato luogo 1.La Geografia della città si concentra: perché la città abbia assunto una determinata forma 2.

perché la città abbia acquisito una determinata funzione 3.

si sviluppa questa geografia a metà del ‘900 (periodo possibilista)

1. la geografia ha sviluppato lo studio dei fattori di localizzazione cercando di ordinarli secondo due categorie: quelle dei fattori umani e quella dei fattori fisici. La ricerca avrà risultati differenti in base al pensiero che il geografo segue, infatti, il geografo positivista tenderà a concentrarsi sui fattori fisici, come la vicinanza di un corso d’acqua, mentre colui che si muove verso il pensiero strutturalista analizzerà i fattori economici, mentre coloro che si muovono nella prospettiva umanistica tenderanno a verificare i fattori culturali. A questo campo di indagine se aggiunge quello di domandarsi come è nata la città e come si è evoluta, quindi distinguiamo le città in due:

Città spontanee: sono nate senza un progetto, in modo spontaneo, dove gli insediamenti hanno profonde radici storiche vedi le popolazioni del mediterraneo;

Città fondate: nate con un preciso scopo politico come Brasilia, nata nel 1961 per svolgere funzioni di capitale federale, oppure Camberra nata nel 1901 come capitale della federazione australiana.

2. la seconda questione riguarda la forma urbana, e questo viene affrontato in due modi: Guardando la città dall’alto: il disegno planimetrico: questa visione tende a produrre

una visione d’insieme, impostato su disegni geometrici dove sono tracciati le vie di comunicazione, i perimetri degli edifici, dei giardini, e via dicendo. Questa planimetria ha dato un notevole contributo alla geografia urbana. All’inizio del ‘900, con l’avvento dell’aereo, la fotografia dall’alto si è affiancata al disegno e più tardi negli anni 70 del ‘900 si è aggiunto la fotografia da satellite.

Guardando la città dal basso: lo skyline. Lo sviluppo delle città in altezza, fenomeno che caratterizza le città moderne, ha indotto il geografo ha prendere in considerazione anche il profilo verticale (skyline) perché da un lato ha una prospettiva in altezza e dall’altro i grattacielo sono il centro nevralgico dell’economia.

3. la terza questione, si esprime secondo l’indirizzo strutturalista, che vede la città come un mosaico di attività quindi di funzioni. Questa idea di fondo ha dato corso a tre filoni:

Teoria della Centralità: di Christaller del 1933 che fornisce la prima rappresentazione del territorio in chiave strutturalista, infatti, secondo il geografo, la centralità dell’ambiente urbano non sta nella sua posizione geografica ma bensì nella capacità di attrarre per via della sua funzione;

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Teoria della Nodalità: in rapporto al quale la città diventa un punto di incontro per le merci, le persone, i capitali. A mano a mano che la città sviluppa le sue funzioni commerciali accresce la propria capacità di diventare nodo di traffico ma esistono anche casi dove le città per loro posizione geografica sono dei nodi “naturali” vedi Strasburgo, che si trova nella confluenza dell’Inn con il Reno è un nodo naturale per la Francia, Italia, Germania e Svizzera.

( Walter Christaller, geografo tedesco (1893-1969), è considerato il principale fondatore della Teoria delle Località Centrali, un modello che descrive la gerarchizzazione dei centri urbani e la relativa organizzazione delle reti economiche e di servizi che connettono le varie località. Il modello è a sua volta alla base della teoria del Funzionalismo. Formula questa teoria negli anni 30 del ‘900 quando la distanza era importante e studia l’applicazione di questa teoria su di un territorio omogeneo una pianura tedesca. Una persona è disposta a percorrere brevi distanze per raggiungere i servizi di prima necessità come l’approvvigionamento di cibo, mentre è disposta a compiere lunghi viaggi per raggiungere beni o servizi di rango elevato (come ad es. una visita specialistica oppure uno spettacolo teatrale). Più elevato è il rango meno diffusi sul territorio saranno e più lunghe le distanze per raggiungerlo.

LOCALITA’ CENTRALE ( non è detto che si tratti di un’area estesa, può trattarsi anche di un piccolo borgo rurale l’importante che funga da centro di attrazione, un polo che attiri Beni centrali offerti la popolazione circostante in quanto possiede beni e servizi.

Distanza dalla località centrale

Area gravitazionale

AREA GRAVITAZIONALE ( la regione dove vivono le persone e dove si trovano la località centrale, è l’area entro cui si ha uno spostamento fisico delle persone.AREA DI INFLUENZA ( non presuppone lo spostamento fisico delle persone. Es. una

testata giornalistica diffonde il proprio quotidiano in tutta il paese.CENTRALITA’ ( funzione che svolge la struttura, polo centrale rispetto all’area di gravita zio ne.

La rete urbana nella visione di Christaller è generata da i rapporti di dipendenza che si instaurano tra le varie località centrali, ed ogni località centrale possiede una propria posizione all’interno della rete, determinata dal rango più alto esistente nella rete ( struttura gerarchica di località centrali.La teoria di Christaller ha perso interesse a partire dagli anni 80 del ‘900 dal momento in cui sono intervenute le trasformazioni, sia all’interno delle città sia nella copertura urbana del territorio, con il declino dei grandi centri industriali.

Forme urbane e prassi sociale – La città come centro, nodo e societàLa geografia strutturalista non si è preoccupata dall’aspetto sociale, disgregando la città in quartieri funzionali, come quello industriale, commerciale, universitario.. più avanti si è capito che la prassi sociale e le forme urbane erano connesse, oggi si utilizza questa visione senza avere una base ideologica come avveniva negli anni ’70 e ’80 (di base marxista) ma si induce su tre temi:

1. Milieu: ha l’obiettivo di individuare come le comunità locali reagiscono agli impulsi provenienti dall’esterno, teoria nata negli anni ’70 durante la dismissione delle industrie pesanti, e ritornata in auge negli anni ’90 con la globalizzazione.

2. Eterotopia: luoghi percepiti diversi perché lontani dai meccanismi usuali della vita urbana come i conventi, gli ospedali psichiatrici, bagni turchi.

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3. Gentrificazione: è un fenomeno che fa riferimento a gruppi sociali benestanti che decidono di trasferirsi in parti della città povere con l’obiettivo di creare delle zone residenziali, dando luogo da un lato all’affluenza in luoghi dove fino a quel momento erano considerati non idonei, una rivalutazione del luogo, e dall’altro ad un cambiamento del paesaggio anche dal punto di vista culturale con l’incontro di valori e visioni diverse.

Paesaggio Urbano = un insieme di simboli al quale si associa anche l’ECOLOGIA ( una serie di nuove tematiche da affrontare studiando la città.Che cos’è l’ECOSISTEMA?L’ECOSISTEMA è l'insieme di organismi animali e vegetali che interagiscono tra loro e con l'ambiente che li circonda.

Ecologia degli spazi urbani ( riguarda il rapporto che è stato realizzato tra parti cementificate e superfici verdi.

Platone ( sosteneva che qualunque città sia piccola che grande è divisa in due: la città dei poveri e la città dei ricchi ( altro aspetto della città, la condizione sociale.

( aspetto sociale - partendo dall’asserzione di Platone, si arriva a questa conclusione che la crescita urbana dei paesi poveri sta infatti esasperando la divaricazione tra le condizioni di vita urbana fino al punto da creare due città distinte nella città stessa: la città ricca e moderna e la città povera che cresce in modo smisurato e disordinato preda della povertà e della violenza e delle malattie.

Un sistema chiuso secondo quando indicato in precedenzaLa città sembra

Invece è un sistema aperto caratterizzato da relazioni tra città e città

Relazioni = scambi di prodotti e servizi, spostamenti di popolazione.

Tipi di espansione delle città ( Toschi

Disseminazione la città si espande a macchia d’olio; Propaggini l’espansione avviene in modo tentacolare lunghe le maggiori direttrici; Gemmazioni quando all’esterno della città si installano

attività economiche o nodi di traffico collegati alla città madre che si sviluppano in tondo;

Secondo queste tre indicazioni sembra che l’espansione della città e la popolazione sia in stretto contatto, negli ultimi anni assistiamo sempre di più alla fuga dalle città per insediarsi nelle aree rurali.L’espansione dei centri può avvenire contemporaneamente creando l’unione di due centri urbani, dando luogo a:

Conurbazione: città vicine che a causa della loro espansione simultanea si uniscono dando vita ad un nuovo tessuto urbano di varie dimensioni;

Megalopoli: Termine di origine greca (da megas, “grande”; polis, “città”) utilizzato per la prima volta in ambito geografico nel 1961 dal geografo francese Jean Gottmann nel volume Megalopoli. Funzioni e relazioni di pluricittà (edizione italiana del 1970). Gottmann coniò il termine per definire la conurbazione che si estende sulla costa nordorientale degli Stati Uniti, da Boston a Washington, e che comprende anche le città di New York, Philadelphia e

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Baltimora. La cosiddetta “megalopoli atlantica” è formata da circa 45 milioni di abitanti e presenta una densità di popolazione estremamente alta;

Ecumenopoli: città del futuro, in quanto sia la superficie terrestre che oceanica sarà quasi interamente popolata.

Megacittà: concepita per catalogare le città con almeno otto milioni di abitanti, espressione più significativa dell’urbanizzazione.

RISORSE E SVILUPPO

Concetto di TERRITORIALIZZAZIONE ( strumento attraverso il quale indagare e rappresentare le manifestazione geografiche della presenza umana sulla superficie terrestre e delle sue interazioni con la natura. La TERRITORIALIZZAZIONE è costruita da processi che trasformano la natura in prodotto sociale.La crescita della popolazione mondiale ha quindi accelerato il fenomeno della territorializzazione, che ha sempre più coinvolto l’ambiente trasformandolo radicalmente.L’espansione urbana è stata associata a due grandi forme di territorializzazione:

1. la sottrazione di terreni agricoli2. l’espansione delle industrie

Geografia economica ( un ramo della geografia umana che prende in considerazione il territorio e l’utilizzo delle risorse, strettamente connesso alle implicazioni sociali quindi alla territorializzazione.Fino agli anni ’70 ( il geografo si concentrava su 4 quesiti:

1. Il tema della localizzazione ( il perché della scelta di determinati posti per costruire un’industria;

2. Il tema della distribuzione ( il perché della scelta di produrre, ad esempio, energia elettrica da centrali posizionate in vallate, presso i porti;

3. Il tema della diffusione ( il perché di come si propagano sul territorio le centrali elettriche, ad esempio;

4. Il tema della circolazione ( come hanno luogo gli spostamenti dei prodotti che alimentano gli impianti di energia elettrica.

Rispondere significa produrre spiegazioni sulla natura dei fenomeni e del loro disporsi sul territorio.Il metodo di indagine in questo caso è quello STRUTTURALISTA1

Dagli anni ’80 ( nasce la necessità di considerare i fenomeni economici in rapporto a due condizioni

1. L’ambiente naturale ha complicato la rappresentazione geografica ma l’ha resa più completa

2. Qualità della vita

Gli anni ’80 sono anche gli anni della nascita di conferenze sull’ambiente, da parte delle Nazioni Unite, con l’avvento di progetti sulla sviluppo sostenibile e sul sottosviluppo si inizia a concepire che non si tratta solo di un discorso economico ma molto più ampio in quanto comprende anche le condizioni di vita e il rispetto della persona.La conferenza per eccellenza di quegli anni era la “Conferenza di Rio” del 1992 che si concluse con tre obiettivi sullo sviluppo sostenibile:

A. Integrità dell’ecosistema: riconoscere che la natura sia rappresentata da un mosaico di ecosistemi che risentono della pressione umana. Lo studio degli ecosistemi è un mezzo per

1 un metodo d’analisi di tipo deduttivo, che ricerca le similarità presenti nella diversità degli spazi e a partire da esse tenta di definire delle regole, che caratterizzano l’organizzazione dello spazio da parte dell’uomo.

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garantire la loro durata nel tempo e la loro integrità per evitare che l’eccessivo mal utilizzo porti al collasso;

B. L’efficienza economica: si lega molto al procedente, in quanto la buona organizzazione economica permette di intervenire sul territorio per contenere la pressione umana ed intervenire in modo adeguato;

C. L’equità sociale: ognuno a diritto, oltre ai più comuni diritti umani, ad utilizzare le proprie potenzialità quindi con libero accesso al patrimonio ecologico e culturale.

Lo sviluppo sostenibile unito allo sviluppo economico hanno la capacità di accrescere il volume produttivo di qualsiasi economia ed anche il proprio benessere.Quindi le nuove politiche vertono sul senso di responsabilizzazione nei confronti della natura e della persona umana.

Che cos’è la RISORSA?La RISORSA è ogni bene, capacità o atteggiamento utile al raggiungimento di un determinato fine. Le risorse naturali consistono in qualsiasi bene materiale, non prodotto dall’uomo che posso essere usato per soddisfare bisogni, individuali e collettivi.

Risorse NaturaliIl geografo si concentra su due categorie

Risorse Umane

Stock, ogni tipo di risorsa disponibileIl concetto di RISORSA è da porsi in relazione a tre concetti: Riserva, materiale utilizzabile Disponibilità sul mercato, commercio

Le RISORSE Naturali possono essere: Rinnovabili ( Abiotiche (Fonti di energia – Materie Prime) ( Tipo di disponibilità

( Biotiche (Animali) ( Geneticamente trattate/non trattate (Vegetali) ( Tempo di rinnovamento

Non rinnovabili ( Fonti di energia( Minerali

Risorse BioticheIl geografo che si interessa di agricoltura, allevamento, foreste, pesca tende a conseguire due obiettivi:

A. Misura con quali modalità la produzione di beni alimentari venga incontro alle esigenze delle popolazioni locali;

B. Indaga sui rapporti che si sono delineati tra uso del suolo e impatto sugli ecosistemi locali

( perdita di biodiversità a causa ( onda meccanica: con l’avvento di macchine nell’agricoltura( onda chimica: utilizzo di pesticidi, diserbanti e nutrienti( onda biologica: manipolazioni genetiche

La geografia cerca di unire sia i dati delle scienze biologiche con l’organizzazione della superficie terrestri per trovare una soluzione ottimale. Studia quanto segue:

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USO DEL SUOLO ( individuiamo tre forme di agricoltura, quella intensiva, estensiva sia di bassa produttività che di alta produttività

MERCATO ( abbiamo da un lato l’agricoltura e l’allevamento di sussistenza e dall’altro quelli di mercato, la cui produzione viene inserita nel circuito commerciale

TECNOLOGIE ( abbiamo le produzioni soggette a mutazioni genetiche e quelle che ne restano immuni. Il geografo studia come le tecnologie influenzano elementi della territorializzazione e come determinato la trasformazione del paesaggio.

Le analisi inoltre si concentrano anche su:

MONTAGNE ( aumento della temperatura atmosferica ha innalzato il livello inferiore delle nevi perenni generando la scomparsa di specie vegetali montane, a questo aggiungiamo la pressione umana e l’uso di fertilizzanti darà luogo ad una perdita sempre più alta di specie vegetale.

TERRITORI ARIDI ( la desertificazione che porta alla trasformazione del suolo in terreno arido, semi-umido e semi-arido tutto a causa dei cambiamenti climatici e delle attività umane (l’eccessivo sfruttamento del suolo per la coltivazione, il pascolo eccessivo, errati sistemi di irrigazione).Negli ultimi decenni il fenomeno ha subito una notevole accelerazione vedi il Sahara si è spinto verso sud per 65 milioni di ettari.

Risorse AbioticheL’industria provvede sia alla trasformazione delle risorse biotiche sia le risorse abiotiche, quindi costituita da beni non organici, da questo punto di vista possiamo fare una ulteriore suddivisione:

Tangibili (risorse minerali)Risorse Abiotiche

Non Tangibili (radiazioni solari)

Cosa sono le FONTI DI ENERGIA?Le FONTI DI ENERGIA si dividono in primarie quando non sono utilizzabili nell’immediato per soddisfare un bisogno umano mentre secondario quando sono utilizzabile subito.Esempio: il carbone è una fonte primaria, mentre l’energia elettrica prodotta dalla combustione è secondaria.

La distribuzione geografica delle industrie trasformatrici di risorse naturali abiotiche è stata influenzata anche da altre circostanze: le reti di comunicazione sempre più capillari e il costo unitario del trasporto oceanico delle merci è molto diminuito e questo ha generato in alcuni paesi l’idea di importare le materie prime dei giacimenti perché meno costoso far arrivare da molto lontano le materie piuttosto che trasportarlo entro i propri confini. Detto ciò le industrie sono state liberamente collocate senza essere necessariamente vicine ai giacimenti come avveniva nell’800. La territorializzazione generata dall’industria si è espressa in quattro modelli:

1. Primo modello: attrazione dei giacimenti delle materie primeAlla fine del ‘700 la localizzazione degli impianti è stata influenzata soprattutto dall’esigenza di evitare il trasporto della materia prima, questo ha caratterizzato sia l’800 che il ‘900.

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Una manifestazione recente è costituito dai Kombinat, creati nel versante orientale degli Urali, dove vennero creati complessi industriali molto grandi insediati in regioni poco adatte alle coltivazioni come la Siberia.

2. Secondo modello: richiamo delle città e dei nodi della circolazioneQui entra in gioco la teoria di Weber, economista tedesco, che studiando le idee di Perroux (Poli industriali) sviluppa la teoria della localizzazione industriale: l’industria si trova al centro di un ipotetico triangolo dove c’è il mercato, la manodopera e la materia prima. La teoria di Weber si fonda sull'idea che per massimizzare l'utile bisogna minimizzare i costi di trasporto: pertanto il luogo ottimale di una fabbrica è il punto in cui la somma dei costi di trasporto delle materie prime e del prodotto finito risulti la più piccola possibile, il cosiddetto “punto di minimo trasportazionale”.Fino alla metà del ‘900 nei paesi sviluppati sorgevano industrie sia vicino alle miniere sia nelle città oppure nei nodi di scambio, solo successivamente il “punto minimo” fu individuato nei porti di sbarco delle materie prime, di qui la corsa all’industrializzazione portuale.

3. Terzo modello: l’industria come polo di sviluppoQui abbiamo la teoria di Perroux, la teoria del polo industriale degli anni 50 del ‘900 in cui l’industria cessa di essere un semplice fattore di territorializzazione ma diventa il motore trainante, a patto che sia un’industria di grandi dimensioni, siano animate da dinamismo tecnologico, ed innovative nel loro settore. Questo genera un indotto sul territorio: attrazione di capitali, di mano d’opera ma anche redditi, messaggi, modelli comportamentali. Esempio di una città come polo è Detroit sconvolta nella sua organizzazione, con una implosione urbana che ha modificato radicalmente il paesaggio.

4. Quarto modello: territorializzazione articolataDagli anni ’70 è in atto un vero cambiamento della divisione del lavoro caratterizzato da due fattori:il primo dal rallentarsi delle industrie di base, quindi la siderurgica e la petrolchimica, e la seconda è la costituzione in paesi in via di sviluppo di impianti manifatturieri per la produzione di abbigliamento di largo consumo, questo perché la mano d’opera è bassa ed anche la pressione fiscale è più leggera. Porta questo a trasferire il terziario all’estero ed a lasciare la casa madre nello stato di provenienza.

SOCIETA’ E TERRITORIO

Le NAZIONI UNITE hanno stabilito che lo sviluppo sostenibile è una politica che:1. Deve indirizzare al miglioramento della qualità della vita e al superamento della povertà

attraverso misure compatibili con la salvaguardia dell’ambiente e attraverso l’uso delle risorse in modo efficiente;

2. Ogni essere umano ha il diritto fondamentale di vivere in un ambiente adatto alla sua salute e al suo benessere;

3. Gli stati sono tenuti a conservare e a usare l’ambiente e le risorse naturali a vantaggio delle generazioni future.

Nella dichiarazione di Rio sull’Ambiente e sullo sviluppo del 1992 venne aggiunto anche:4. Essenzialità della democrazia;5. Tutela e della valorizzazione della donna e dei giovani;6. Diritti delle comunità indigine.

Programma per le Nazioni Unite per l’Ambiente ( questione ambientale Programma per le Nazioni Unite per lo Sviluppo ( questione del sottosviluppo ( Concetto di

“Sviluppo Umano” ( opportunità alle persone

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Che cos’è l’INDICE DI SVILUPPO UMANO?L’ISU mette in relazione il reddito con alcuni parametri essenziali per misurare la qualità della vita, dalla disponibilità di acqua potabile alle condizioni dell’istruzione e della sanità.

Temi di interesse sociale trattati nei documenti delle Nazioni Unite

1. Povertà;2. Salute;3. Gestione dell’acqua;4. Accesso alla conoscenza;5. Condizione femminile

Disparità, povertà e spazio geograficoNella geografia umana la differenziazione del territorio in termini di livello di sviluppo economico e di livello di benessere è stata coltivata nell’ambito della cosiddetta “geografia dello sviluppo”, e quindi si collega ad una geografia che indaga sul divario che c’è fra i singoli paesi di ricchezza, di ineguaglianza, e disparità.La teoria si sviluppa su tre tappe:

IDEA DI SVILUPPO UMANO: sul piano geografico dobbiamo chiarire che il prodotto pro-capite da luogo alla rappresentazione della ricchezza disponibile, mentre l’indice di sviluppo umano ci fornisce la rappresentazione del grado con cui la ricchezza è effettivamente diretta verso il miglioramento della qualità della vita. Ci fornisce un doppio metro di misura che riguarda sia l’efficienza politica dei singoli stati che la loro sensibilità sociale. Questi due valori (che vengono calcolati da 0 a 1000) vanno messi in relazione per ottenere un determinato dato: se un paese occupa la stessa posizione per entrambe le graduatorie ciò significa che la qualità della vita rispecchia lo standard della produzione di ricchezza. Altro esempio se in un paese il reddito pro-capite è superiore al ISU vuol dire che le politiche adottate sono congrue. Se accade il contrario si ottiene il risultato opposto.Per quanto riguarda la scala mondiale, le disparità nelle condizioni di vita tra Paesi sviluppati e in via di sviluppo sono cresciute in modo esponenziale:Riv. Industriale: rapporto reddito pro-capite prodotto dalla GB rispetto ad un paese povero era 3-1Prima Guerra M.: rapporto reddito pro-capite prodotto dalla GB rispetto ad un paese povero era 11-1Metà del ‘900: rapporto reddito pro-capite prodotto dalla GB rispetto ad un paese povero era 44-1

CONCETTO DI POVERTÀ: fornisce il quadro di riferimento per spiegare cos’è la povertà, non semplice da formulare in quanto si può considerare da diverse prospettive:Punto di vista sociale: assunta come condizione di inferiorità nella qualità della vita;Punto di vista economico: che conduce a concepirla come insufficienza delle risorse e dei

mezzi di sussistenza;In questo studio affronteremo il tema come hanno fatto le Nazioni Unite, quindi da un punto di vita sociale. All’interno dell’Indice di Povertà Umana abbiamo tre elementi:

1. Speranza di Vita;2. Fruizione della cultura;3. Capacità di accesso alle risorse

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Le Nazioni Unite affrontano il problema dello sviluppo anche per i paesi sviluppati ma con altri criteri:

1. DisoccupazioneDove la povertà è concepita come senso di privazione si indaga su due terreni:Ontologico, cerchiamo di rilevare e misurare le condizioni oggettive della povertà;Percezione sociale, cerchiamo di cogliere come la povertà sia intesa dalle singole comunità

umane.

Geografia della salute

Obiettivo del Millennio, entro il 2015, è diminuire la fame nel mondo

µ §

Altra forma di TERRITORIALIZZAZIONE è l’aumento della produttività.Secondo le Nazioni Unite servirebbe una “seconda rivoluzione verde”2. Da un punto di vista statistico, la quantità di cibo pro-capite nei paesi del Terzo Mondo apparve incrementata; ma il problema della fame e della malnutrizione risultò ancora drammaticamente presente. Fu evidente che l’aumentata disponibilità di risorse alimentari non poteva di per se stessa garantire che tali risorse venissero distribuite a tutta la popolazione; il problema della fame coinvolgeva complesse interazioni tra fattori economici, politici e culturali. Nei documenti siglati nel corso di quei convegni fu preconizzato l’avvento di una “nuova rivoluzione verde”, condotta dall’idea di “cambiamento conservativo”, cioè dalla necessità di promuovere modelli di sviluppo agricolo che tengano conto delle differenti realtà e dei metodi tradizionali e che abbia l’obiettivo di rendere sostenibile il miglioramento scientifico e tecnologico. Secondo il modello degli Stati Uniti occorrono, per risolvere il problema della fame, 130 anni.Si dovrebbero mettere in atto tre tipologie di uso del suolo:

A. Sfruttamento forestale associato ad allevamento;B. Pastorizia; Conservazione della diversità

biologica

2 Rivoluzione verde In agricoltura e in economia, locuzione con cui si designa la fase di sviluppo della pratica agronomica iniziata negli Stati Uniti a partire dagli anni Quaranta del XX secolo, basata sull’introduzione di nuove varietà di piante altamente produttive e sull’applicazione di nuove macchine e tecniche agricole, e mirata a debellare il problema della malnutrizione e delle carestie nei paesi del Terzo Mondo.

Alimenta

-zion

eSalute

Produzione

Agricola

La relazione fra alimentazione e salute è

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C. Coltivazioni non di massa;

Obiettivo del Millennio, entro il 2015, è diminuire la mortalità infantile

Obiettivo del Millennio, entro il 2015, è aumentare l’accesso alla conoscenzaCon i dati in possesso possiamo stabilire che 100 milioni di ragazzi in età scolare non hanno accesso all’istruzione elementare, parliamo dei paesi in via di sviluppo. E’ pur vero che nel corso degli anni ’90 la popolazione in possesso di istruzione elementare è aumentata dall’80 all’84%.Con l’avvento delle reti internet, ci troviamo di fronte ad un nuovo modo di apprendimento quello della “cyber-conoscenza” da qui l’esigenza di sviluppare due livelli per valutare l’accesso alla conoscenza:

1. Livello basso: la conoscenza mediante lettura, scrittura e comunicazione con mezzi tradizionali;

2. Livello alto: la conoscenza mediante strumenti tradizionali coadiuvati dall’uso di internet e pc ( indice di acquisizione tecnologica.

Indice di Acquisizione tecnologica si propone di stabile il grado in cui un paese è in condizioni di costruire una base di conoscenze e di professionalità idonea a partecipare all’attuale èra dell’innovazione su base informatica.

Povertà e acquaLa terza componente del concetto di povertà riguarda il fattore che producono la qualità della vita.Il fattore primario sta nella disponibilità d’acqua e dal modo in cui si utilizza.

Fattore di SottosviluppoAcqua

Fattore di Disparità

Al momento attuale 1,2 miliardi di persone concentrate nei paesi poveri, non posseggono acqua potabile, e 2 milioni di bambini l’anno, a pari a 6000 bambini al giorno muoiono in questi paesi per malattie provocate dall’acqua. Si stima nel 2015 che la metà della popolazione mondiale soffrirà per carenza d’acqua.Due sono gli indicatori che si prendono in considerazione:

A. Tasso di sfruttamento delle risorse idriche: espresso in percentuale, esprime la disponibilità d’acqua effettivamente utilizzata rispetto a quella disponibile;

B. Tasso di importazione: indica la quota di acqua importata da altri paesi rispetto al totale dei consumi.

La relazione fra Salute e Acqua è primaria

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µ §

La condizione femminile La condizione delle donne è centrale come tema geografico al punto di formare la Commissione sulla Condizione Femminile, questo aspetto è considerato in base:

1. Cultura;2. Religione;3. Sistemi politici

Le ineguaglianze tra donne e uomini sono:A. Accesso all’istruzione ( elemento fondamentale per le Nazioni Unite)B. Fruizione di servizi di assistenza;C. Libertà di pensiero e di religione

Il progetto delle Nazioni Unite in materia di istruzione elementare prevede:A. Accesso all’istruzione ( che conduce ad accrescere le potenzialità intellettuali alla cui

capacità sta nel leggere e scrivere;Su questa base il mondo si divide in tre: paesi sviluppati – sud est asiatico – resto del mondo

Obiettivo del Millennio, entro il 2025, è di rimuovere completamente la disparità fra uomo e donna sul grado di istruzione.

PARTE TERZA – Luoghi e Spazi –

Cultura e Territorio

Concetto di CULTURA

Antichità Classica ( Paideia capacità individuale di partecipazione alla polisAntropologia

Illuminismo ( Rischiaramento capacità di essere guidati dalla ragione

Positivismo ( Eredità patrimonio collettivo di conoscenze e valori ( Cultura sociale*

Per arrivare al concetto di cultura bisogna attendere il pensiero di Taylor, Edward che nel 1871 con il suo saggio “Primitive culture” sostiene nella sua concezione, 'cultura, o civilizzazione, è

Diffusione delle malat

tie

Morte

Cattiva

qualità

dell’acqua

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quell'intero complesso costituito da conoscenze, credenze, arte, morale, leggi, costumi e ogni altra abilità e abitudine che un uomo acquisisce come membro di una società'.Estese la teoria di Darwin sull’evoluzione della specie e sostenne che le culture primitive non dovessero essere considerate come completamente incommensurabili rispetto a quelle moderne perché ambedue fanno parte di uno stesso processo evolutivo. L’unica differenza fra la cultura primitiva e quella moderna è che la seconda nata nel periodo dei lumi, ha condotto il genere umano lungo un itinerario di progresso e di elevazione morale, arrivando fino agli anni 30 del ‘900 quando l’indirizzo di ricerca utilizzava un metodo strutturalista utile a classificare le culture grazie a schemi generali nel quale potevano rientrare tutte le caratteristiche di una cultura.In ogni modo le scienze antropologiche hanno affrontato il tema della cultura secondo due vie diverse:

1. Dal punto di vista del costume sociale, vale a dire, la cultura identificata nel patrimonio di conoscenze e di tecniche, nelle istituzioni, nei modelli organizzativi sociali, nella lingua e nelle religioni come fosse un’entità materiale, ritorniamo quindi al metodo di indagine strutturalista (causa-effetto);

2. Questa seconda ipotesi riteneva che la cultura di una comunità fosse costituita soprattutto da fatti intellettuali, conoscenze, da elementi che rientrano nella sfera spirituale.

Itinerario STRUTTURALISTA

Maggior esponente della Geografia Culturale è lo statunitense Sauer della Scuola di Berkeley, il quale concepiva l’indagine sulla cultura in modo strutturalista, quindi, la cultura una realtà costituita da elementi connessi tra loro.Gli studi successivamente condotti, portarono Sauer ad attribuire quattro campi di indagine alla Geografia culturale:

1. la distribuzione geografica e la diffusione sul territorio di elementi culturali dai tipi di abitazione ai toponimi;

2. le manifestazioni geografiche dell’ecologia culturale, espresse dai modi con cui l’ambiente e lo sfruttamento delle risorse naturali sono percepiti dalle singole culture, e fatti oggetto di forme di intervento sul territorio;

3. l’identificazione delle regioni culturali attraverso lo studio della distribuzione delle componenti del paesaggio;

4. la differenziazione territoriale delle culture, in modo da identificare le peculiarità culturali dei singoli territori.

CAPITOLO 8.CULTURA E TERRITORIO.

Itinerari non strutturalisti: geosimbologia.

La CULTURA è da considerare come una realtà che va compresa e fatta oggetto di discorsi piuttosto che di teorie.

ATTEGGIAMENTO SEMIOTICO: considera la cultura come creazione di segni e simboli a cui sono attribuiti significati specifici. BONNEMAISON sostiene che la geografia culturale si occupa di “geosimbologia”. Questo atteggiamento considera la cultura come una proiezione del soggetto, attraverso i simboli, verso la realtà esterna (luoghi e spazi).

ATTEGGIAMENTO SPIRITUALISTA: secondo cui la realtà è assorbita nella sfera spirituale del soggetto e solo i soggetti più sensibili sono in grado di fare rappresentazioni della realtà che

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li circonda. ANDREOTTI ritiene che le basi dello spiritualismo geografico possono trovarsi nella geografia influenzata dal romanticismo.

Cultura, sviluppo, diversità: teoria e prassi.

All’ inizio degli anni ’90 le Nazioni Unite hanno introdotto il principio di SVILUPPO SOSTENIBILE, che include 3 componenti tematiche:

la COMPONENTE ECOLOGICA, il cui obiettivo è quello di proteggere la diversità biologica;

la COMPONENTE ECONOMICA, per la quale lo sviluppo è identificato con l’efficienza delle organizzazioni e delle strategie;

la COMPONENTE SOCIALE, in base alla quale si deve perseguire sviluppo umano, fondato sulla realizzazione di equità sociale.

Nello stesso tempo, l’UNESCO si pone l’obiettivo di proteggere la cultura nella sua globalità. Alla diversità ecologica si affiancava anche la diversità culturale che andava tutelata e protetta. Inoltre, affronta 3 questioni:

la prima riguarda il RAPPORTO TRA NATURA E CULTURA: per l’UNESCO, inizialmente, natura e cultura erano un’unica realtà, mentre recentemente si pensa che la cultura abbia il primato sulla natura, poiché quest’ultima acquista valore solo grazie alle esperienze e alla cultura dell’uomo.

La seconda questione riguarda la CULTURA TANGIBILE E INTANGIBILE: prima degli anni ’90 aveva importanza solo la componente tangibile della cultura (musei, centri storici, monumenti, …), invece a partire da questi anni anche la cultura intangibile (musica, opere letterarie, miti, …) viene ritenuta parte delle eredità culturali da salvaguardare e da trasmettere alle generazioni future. Da qui nasce la seguente domanda: la cultura intangibile deve avere il primato sulla cultura tangibile o viceversa? La questione resta ancora oggi aperta e coinvolge sia l’atteggiamento della scienza nei riguardi della cultura, sia l’atteggiamento della politica.

L’ultima questione riguarda il PAESAGGIO: l’UNESCO ha parlato di paesaggio culturale pur essendo consapevole che un paesaggio è una natura che acquisisce connotazioni culturali. L’accostamento di “culturale” a “paesaggio” fa pensare che si ha una visione in cui natura e cultura sono ben distinte, ma nella sfera operativa dell’UNESCO sono considerate un tutt’uno.

Il debutto del paesaggio: doppio dualismo.

HUMBOLDT riteneva che il paesaggio consistesse nelle forme che il territorio assume in seguito a cambiamenti fisici-modo di abitare il territorio-sfruttamento delle risorse. Egli vede il paesaggio come un a realtà esterna al soggetto, una realtà che si può indagare e rappresentare oggettivamente.

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RITTER considerava il paesaggio come una sorta di teatro dove si celebrava “il dramma della storia e del destino”. Ricercava i segni che annunciavano destini disegnati da qualcosa che sta “al di sopra” di noi e che non è visibile agli occhi, ma è visibile allo spirito. Egli considera il paesaggio come una realtà soggettiva, in cui il soggetto riesce a “vedere” nel paesaggio ciò che non è materialmente manifesto.

Anni ’90 Distinzione tra PAESAGGIO NATURALE e PAESAGGIO GEOGRAFICO.

Negli ultimi tempi si pensa che questa distinzione non esista perché non esiste ambiente naturale che non sia influenzato dall’uomo e dalla sua cultura. ANDREOTTI nota che “quando in geografia si parla di un paesaggio naturale, si allude a un ambiente fisico nel quale non sono intervenute significative mutazioni ad opera dell’uomo” e “dunque si esclude in partenza l’esistenza di un paesaggio naturale puro”.

INFLUENZE POSITIVE: offrono opportunità alle comunità umane.

NEGATIVE: pongono vincoli ai progetti dell’uomo.

Dal momento in cui natura e società si evolvono, il paesaggio non può essere considerato come una realtà statica, ma deve invece essere rappresentato tenendo conto della sua evoluzione.

Il paesaggio in chiave di sistema naturale.

I geografi russi intesero il paesaggio come manifestazione di un GEOSISTEMA e questa concezione fu presentata al Congresso Geografico Internazionale del 1984, svoltosi a Parigi, attraverso un ragionamento articolato su 3 tappe:

IL TERRITORIO SI ORGANIZZA IN GEOSISTEMI: il geosistema rappresenta un insieme di elementi fisici legati tra loro in modo da formare un tutt’uno che si evolve nel corso del tempo.

IL PAESAGGIO E’ LA MANIFESTAZIONE VISIBILE DEI GEOSISTEMI: le forme espresse dall’interazione tra gli elementi fisici che concorrono a formare un geosistema danno luogo al paesaggio.

ESAMINANDO IL PAESAGGIO SI GIUNGE AL GEOSISTEMA: lo studio del paesaggio rappresenta la base di partenza per giungere a una conoscenza scientifica del territorio.

Centralità del soggetto.

Per la maggior parte del ‘900 il paesaggio è stato considerato come realtà oggettiva e solo a partire dagli anni ’70 è emerso il problema del soggetto.

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Il paesaggio è stato assunto come la proiezione del soggetto sul territorio. Partendo da questa idea si possono percorrere 2 itinerari:

ITINERARIO SEMIOTICO: considera il paesaggio come un insieme dei luoghi ognuno dei quali costituisce un simbolo o segno, attribuitogli dalle comunità umane, che conduce a un significato.

ITINERARIO SPIRITUALISTA: secondo cui solamente le persone dotate di grande spiritualità (poeti, musicisti, pittori, …) possono dar luogo ad elevate rappresentazioni del paesaggio. Ognuno di noi, però, riceve dal paesaggio un impulso emotivo e ciascuno individuo, in base a questo impulso, crea una propria percezione del paesaggio.

CAPITOLO 9.

GLI SPAZI DELLA POLITICA.

Geografia politica e geopolitica.

GEOGRAFIA POLITICA: studia le manifestazioni territoriali della politica, i fattori geografici della politica e le conseguenze geografiche della politica.

Nel 1897 RATZEL pubblicò il libro “Geografia politica”, in cui sosteneva che il geografo dovesse non soltanto descrivere gli aspetti territoriali della realtà politica, ma dovesse anche spiegare i meccanismi che producevano quegli aspetti.

GEOPOLITICA: crea teorie geografiche sullo stato e sulla politica.

Nel 1924 RUDOLF KJELLEN proclamò che la “dottrina geografica dello Stato” doveva essere trattata in un campo scientifico a sé, e che questo campo dovesse chiamarsi “geopolitica” per distinguersi dalla geografia politica. I geografi costruirono la teoria dello “spazio vitale”, cercando di dimostrare che uno Stato ha diritto a un territorio sufficiente a soddisfare le esigenze della propria popolazione e che, se non lo possiede, ha il diritto naturale di conquistarlo con la forza. La geopolitica influenzò lo sviluppo del nazismo in Germania e quello del fascismo in Italia.

Oggi questi due termini sono SINONIMI.

Gli spazi dell’etnia.

Tra fine ‘800 e inizio ‘900 il concetto di ETNIA derivò da una complicazione del concetto di razza, mentre a partire dagli anni ’30 si è identificato con il concetto di modello di cultura. Infatti, l’etnia è ormai considerata come un gruppo di comunità umane disseminate sulla superficie terrestre, i cui membri condividono la cultura e determinati modi di fare.

ETEROTOPIA: le eterotopie si formano nello spazio urbano per effetto dell’immigrazione di gruppi provenienti da zone che hanno diversi usi e costumi rispetto a quelli della

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popolazione residente. Si formano spesso quartieri etnici o aree urbane etnicamente connotate, che possono sorgere perché la popolazione residente costringe i gruppi immigrati a vivere in determinati spazi oppure possono sorgere spontaneamente perché gli immigrati tendono a vivere raccolti in una stessa area.

collaborazione

Tra lo spazio eterotopico e il restante spazio si possono creare rapporti di indifferenza

conflitto

Gli spazi delle nazionalità.

Altri tipi di spazi:

POPOLO: costituito dall’insieme delle persone soggette alla sovranità espressa da un determinato ordinamento giuridico statuale.

NAZIONE: insieme di comunità umane che appartengono alla stessa etnia e occupano, in parte o del tutto, il territorio di uno Stato. Queste comunità possiedono una precisa identità culturale. Le comunità umane non sono di per sé etnie o nazioni, ma lo diventano se sono persuase di esserlo e se si sentono tali. Sentirsi nazione deriva dal condividere un progetto politico, ad esempio quello di creare uno stato “nazionale”.

Geografia in cambiamento.

La rappresentazione convenzionale dello spazio geografico è basata su 2 categorie concettuali:

SPAZIO STATUALE: si indagano i confini del territorio su cui il singolo Stato esercita la sovranità e si studiano le manifestazioni geografiche della sua articolazione interna.

SPAZIO SUPERSTATUALE: territori in cui operano soggetti giuridici internazionali, sia alla scala meso-regionale come potrebbe essere l’Unione Europea, sia alla scala globale in cui operano le Nazioni Unite.

CAPITOLO 10.

GLI SPAZI DELLA CIVILTA’.

Civiltà e cultura.

“CIVILTA’” rimanda all’idea dello stare in città, seguendo buone regole di comportamento.

Numerosi autori, sotto varie prospettive, si sono occupati di civiltà.

In certi ambiti, “civile” e “colto” sono stati considerati come sinonimi, mentre in altri ambiti sono stati attribuiti ai due termini significati diversi.

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Possiamo intendere la:

CIVILTA’ COME LIVELLO SUPERIORE RISPETTO ALLA CULTURA: secondo SPENGLER la cultura si evolve perché possiede uno slancio creativo che la porta a progredire. A un certo punto questo slancio creativo si spegne e la cultura si irrigidisce nelle forme mature che nel frattempo ha raggiunto, quindi, diventa civiltà. Così come la natura si evolve attraverso le stagioni, allo stesso modo le culture nascono – maturano - tramontano.

CIVILTA’ COME FORMA DI ORGANIZZAZIONE SUPERIORE: cioè possiamo considerare la civiltà come forma più alta della cultura. TOYNBEE fa una distinzione tra

società primitive (primitivo = semplice), che sono numerose e costituite da comunità umane con culture e tecnologie semplici che non sono riuscite a creare complessi culturalmente autonomi. Esistono perché rispondono alle sfide dell’ambiente biologico, fisico e sociale, ma la risposta non è tale da condurle verso la creazione di sistemi di livello superiore come le civiltà;

e

civiltà , che sono poche e danno luogo a mondi culturali, intesi come complessi organici di pensiero, conoscenze, ordinamenti giuridici, ecc.

CIVILTA’ E CULTURA COME ASPETTI DI UNA STESSA REALTA’: secondo ABBAGNANO la civiltà rappresenta l’ “arma” con cui la cultura risponde alle sfide. Perciò è uno strumento che comprende sia le tecniche più semplici, sia le tecniche più raffinate, così come comprende anche le forme simboliche, come la conoscenza, il pensiero, la scienza, l’arte e così via. E’ il metodo con cui sono usati a influire sullo sviluppo della cultura (risponde alle sfide che provengono dall’esterno) e della civiltà (produce patrimoni di conoscenze, valori e strumenti).

La configurazione della civiltà.

BRAUDEL sostiene che la civiltà possiede 4 elementi:

ORGANIZZAZIONE SOCIALE: quando la società cambia, anche la civiltà si trasforma. Lo spazio urbano rappresenta il fulcro della civiltà, mentre lo spazio rurale rappresenta lo spazio più debole. Le civiltà si distinguono proprio per il rapporto che si è instaurato tra questi due spazi. Il maggior successo del mondo occidentale è stato certamente l’inserimento delle campagne e delle culture agricole nella sfera della civiltà urbana.

ECONOMIA: è rappresentata come una sorta di meccanismo che crea surplus, cioè accumula ricchezza, che è utile sia allo sviluppo della società, sia alla cultura intangibile.

MENTALITA’ COLLETTIVA: appare come una visione del mondo, un progetto sociale e politico, e nello stesso tempo un sistema di valori, condivisi da tutte le comunità umane che fanno parte della civiltà. C’è sempre una mentalità collettiva e predominante che coinvolge l’intera società.

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SPAZIO GEOGRAFICO: Braudel scrive: “Le civiltà, qualunque ne sia la dimensione, possono sempre venire localizzate su una carta geografica.

BRAUDEL SPAZIO DENOTATO: spazio geografico in cui la civiltà organizza il materiale per

rispondere alle sfide;

TOYNBEE SPAZIO CONNOTATO: spazio in cui vengono attribuiti simboli e valori ai luoghi.

Civiltà e territorializzazione premoderne.

Il passaggio dal premoderno al moderno è stata preceduta da 3 svolte:

la prima svolta è sorta circa 20.000 anni fa, quando cacciatori e agricoltori hanno concepito rappresentazioni mitiche del mondo;

la seconda svolta è stata determinata dalla scoperta delle città e dalla creazione della speculazione scientifica;

la terza svolta è stata impressa dal sistema di valori creato dal Cristianesimo.

Gli spazi della modernità.

Si possono identificare 3 stadi che hanno condotto alla geografia contemporanea della civiltà:

EUROPEIZZAZIONE: 1870 - 1920 fase della preparazione al decollo

rete mondiale di cavi telegrafici sottomarini

Era una territorializzazione dove le tecnologie dei Paesi dominanti (aree trainanti)

venivano esportate negli spazi assoggettati per impossessarsi delle materie prime e

trasformarle nelle loro industrie. I prodotti, una volta finiti, erano esportati in ogni parte

del mondo.

OCCIDENTALIZZAZIONE: 1920 (rete mondiale di connessioni radiofoniche) -1970

1950 rete mondiale di cavi telefonici sottomarini

fase del decollo

In questi anni ci furono tantissime innovazioni tecnologiche, come ad esempio l’uso dell’elettricità, il debutto dell’auto, dell’aereo, e così via. Quelle innovazioni si concentrarono negli Stati Uniti, che si sostituì alla Gran Bretagna nell’esercitare una funzione trainante della modernizzazione.

GLOBALIZZAZIONE: dal 1970 (rete globale di satelliti per comunicazioni) in poi …

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1990 Internet

fase della maturazione

CAMMINO HARDWARE: lungo il quale avviene lo sviluppo della tecnologia. Le tecnologie utilizzate per la creazione di reti globali di comunicazione e di trasporto hanno dato vita alla MONDIALIZZAZIONE;

CAMMINO SOFTWARE: lungo il quale si costruiscono visioni del mondo e strategie globalizzanti. La produzione di strategie, con la conseguente produzione di conoscenza, hanno dato vita alla GLOBALIZZAZIONE in senso stretto, intesa come l’ideazione di beni standard, realizzati in reti mondiali di strutture produttive, diffusi tramite reti mondiali di trasporto e imposti al consumo mediante politiche di mercato e metodologie di persuasione attivate alla scala globale. Le maggiori conseguenze di questo processo si hanno nella cultura perché la globalizzazione ha intensificato e diffuso il confronto tra i simboli e i valori dell’Occidente rispetto a quelli di altre civiltà. Definizione presa da Internet: Con il termine globalizzazione si indica il fenomeno di crescita progressiva delle relazioni e degli scambi a livello mondiale in diversi ambiti, causato dal progresso tecnologico in tema di trasporti, comunicazione e informazione, il cui effetto primo è una decisa convergenza economica e culturale tra i Paesi del mondo.

Rapporti inter – civiltà.

I rapporti inter – civiltà del mondo contemporaneo sono il risultato di una lunga evoluzione, che secondo HUNTINGTON ha attraversato 3 fasi:

INCONTRI DI CIVILTA’: iniziò nel neolitico e terminò intorno al 1500. Le civiltà erano separate tra loro nel tempo, poiché esse erano sorte, si erano sviluppate e si erano estinte nel corso di vari millenni; ed erano separate anche nello spazio geografico, perché le civiltà occupavano piccoli spazi e tra loro vi erano distanze molto grandi, per cui ci voleva tanto tempo per spostarsi da una civiltà all’altra.

DIFFUSIONE DELLA CIVILTA’ OCCIDENTALE: intorno al 1500 in Occidente ci fu un risveglio culturale che fu provocato da manifestazioni intellettuali, ma anche dalla creazione di nuove strutture e organizzazioni sociale, dallo sviluppo di tecnologie e infine dalla messa a punto di sistemi di commercio e di finanza adatti per intessere relazioni su estesi orizzonti geografici. Questa fase durò fino al ‘900.

FASE DELLE RELAZIONI MULTIPLE: dopo la Prima guerra mondiale (1914 – 1918) si entra in una fase caratterizzata dalla riduzione del peso relativo della civiltà occidentale e dall’emergere di un sistema di relazioni multiple tra le civiltà. Per esempio, nel corsi del Novecento, la percentuale di territorio controllato dall’Occidente si è dimezzata, mentre quella controllata dall’Islam si è triplicata.

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