Gennaio 2015. Elezioni del Presidente della Repubblica Italiana

14
Presidenza della Repubblica Gennaio 2015:elezioni per il Quirinale. Chi sarà il nuovo Presidente? Gennaio 2015

Transcript of Gennaio 2015. Elezioni del Presidente della Repubblica Italiana

Presidenza della Repubblica

Gennaio 2015:elezioni per il Quirinale. Chi sarà

il nuovo Presidente?

Gennaio 2015

Napolitano: «Mi dimetto»

 

Mercoledì 14 gennaio 2015

ore 10,35

Napolitano firma le annunciatissime dimissioni. Si conclude così il secondo mandato dell’undicesimo Presidente della Repubblica, unico nella storia repubblicana ad aver ricevuto due incarichi.

I precedenti nella storia della Repubblica: !   Antonio Segni il 6 dicembre 1964, per motivi di salute; !   Giovanni Leone il 15 giugno 1978, travolto da una campagna

stampa e politica sul presunto coinvolgimento nello scandalo Lockheed;

!   Francesco Cossiga il 28 aprile 1992, in polemica con i partiti.    

Il solo rieletto, ma non l’unico dimissionario

Napolitano è stato eletto nel 2006 dal centrosinistra. La sua ricandidatura è stato avanzata nell’aprile 2013, dopo l’ennesimo terremoto PD e quando i partiti, arrendendosi allo stallo politico-istituzionale, invocarono a gran voce il suo nome.

Napolitano accettò, chiedendo alle forze politiche in campo

«un’analoga collettiva assunzione di responsabilità».

   

Nove anni all’insegna della responsabilità

In 9 anni, Napolitano ha nominato ben 5 Presidenti del Consiglio: da Prodi a Renzi, passando per Berlusconi, Monti e Letta. Poco determinante nell’espletamento delle sue funzioni? Forse. Ma, nel bene o nel male, una figura ferma e di esperienza che ha saputo controbilanciare la precarietà dei Governi che si sono succeduti.

Le critiche non sono mancate.

Un esempio? Qualche firma di troppo (vedi la promulgazione del “Lodo Alfano”). E le riforme che Napolitano aveva tanto invocato? Tutt’altro che realizzate, semmai soltanto avviate! All’incirca…

Viva Re Giorgio! O forse no…

E ora? Di certo c’è solo una data…

Belgio 91

Lituania 22

Estonia 22

29 gennaio ore 15 inizio delle votazioni

 

Chi vota, si sa, sono senatori, deputati e delegati regionali riuniti nell’Aula della Camera (l’unica in grado di contenerli tutti), così come è noto che il voto (segreto) si svolge con il metodo della “chiama”: i “grandi elettori” vengono chiamati a esprimere il voto dalla Presidenza uno uno, in ordine alfabetico, in cabine appositamente allestite sotto il banco del Presidente, nello spazio normalmente riservato ai membri del Governo. La “chiama” ha inizio dai senatori, seguono i deputati e i delegati regionali. Quello che non tutti sanno è che la seduta comune è considerata “seduta unica”, anche se si sviluppa in più giornate, e che non possono esserci giorni nei quali non si abbia almeno una votazione.

Nella seduta comune che portò all’elezione di Giuseppe Saragat, dal 16 al 28 dicembre 1964, si votò il 24 dicembre. Votazione con inizio alle 10,30… e fu salvo il cenone della vigilia. Si votò pure a Natale con inizio alle 19…

e così fu salvo anche il pranzo.

Alla vigilia di Natale si votò anche in occasione dell’elezione di Giovanni Leone, dicembre 1971. Seduta alle ore 9, per avere pomeriggio e serata senza impegni. Alle ore 13 Leone venne eletto, dopo 14 giorni e 23 scrutini. Tutti liberi già per il pranzo. Fu così che Natale portò, oltre ai regali,

il sesto Presidente della Repubblica…

Seduta unica sì, ma il cenone non si tocca

Voto segreto, lo dice la Carta. Ma le cabine…

Seduta 6 maggio 1962 elezione Segni:

23 dicembre 1971 elezione di Leone:

Seduta 13/25 maggio 1992 elezione di Scalfaro:

viene denunciata la deposizione nell’urna di schede sulle quali è già scritto il suo nome. È il putiferio. Votazione nulla.

alcuni elettori si recano all’urna con la scheda aperta.

discordanze tra il numero dei votanti e quello delle schede. Pannella invoca misure per garantire la segretezza del voto.

Da quel momento in poi schede timbrate, siglate e consegnate (insieme alla matita) ai grandi elettori che entrano nel corridoio sotto il banco della Presidenza ed esprimono il proprio voto… in cabina.

Elezioni 2015: qual è la situazione?

Cerchiamo di fare ordine, se possibile. Di acqua sotto i ponti ne è passata dal 2013 a oggi. La rappresentanza dei gruppi in Parlamento, rispetto alle ultime elezioni presidenziali, è cambiata. E non poco: !   PD ampliato, ma sempre più spaccato; ! PdL dissolto e ricostituito (?); !   M5S ridimensionato; !   scompigli anche nei gruppi minori. Insomma, un quadro piuttosto complesso… Da un quadro generale altrettanto complesso si determinò nel 2013, lo stallo che condusse

alla rielezione di Napolitano.

Zitti tutti… parla il Premier di maggioranza (relativa)

Dire tutto per non dire nulla. Ma alla fine una cosa la dice, forte e chiara:

«Dobbiamo discutere il profilo di un grande arbitro che aiuti il Paese a crescere».

«Io ho in mente un arbitro… di nomi ce ne sono tanti».

«Nessuno mette veti. Non FI, non Salvini e nemmeno il PD. Basta con questi veti. Un atteggiamento “o così o pomì” non ha senso».

Per Renzi nessuno mette veti, ok. Ma si può fare?

La risposta è una sola:

NO A conti fatti al capo dello Stato si può arrivare solo sommando i voti. E quindi?

!   PD (senza minoranze) + FI (esclusi i dissidenti)? !   PD + FI + NCD + SC? !   PD + NCD-UDC + SC?

Si potrebbe proseguire all’infinito, è ancora tutto da scoprire. Ed è facile che si procederà a fari spenti fino a poco prima dell’avvio delle votazioni. E forse anche durante.

alla rielezione di Napolitano

Nel frattempo in ballo c’è un passaggio importantissimo e determinante anche per il voto al Colle: la discussione sulla nuova legge elettorale.

Anche qui il messaggio del Premier è chiarissimo:

«O si approva l’Italicum o si va tutti a casa».

Lo spauracchio delle elezioni, temute un po’ da tutti, propone alleanza scomode. Incluso il sodalizio Renzi-Berlusconi nelle votazioni sull’Italicum quando FI si sostituisce alla minoranza del PD capeggiata dal senatore Gotor…

alla rielezione di Napolitano

Italicum, o tutti a casa

In conclusione, qualche nome?

Di ipotesi ce ne sono tante, più o meno verosimili…

Giuliano Amato per esempio. Le voci sono insistenti.

Certo è che Renzi, come da lui stesso affermato, vorrebbe una personalità in grado di riavvicinare i cittadini alle Istituzioni. Popolare, insomma. Questo pare escludere più di qualcuno…

Anna Finocchiaro? Per molti è in testa ai gradimenti trasversali…

E che dire di Sergio Mattarella? Anche l’autorevole giudice della Corte

Costituzionale pare riscuota consensi eterogenei.

Ma basta, non ci spingiamo oltre. Non ci resta che attendere…

alla rielezione di Napolitano