Gennaio 2015

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Sede: Piazza Sant’Agostino, 2 , 60027 Osimo (Ancona), tel. 071 7231936 Sito: www.unitreosimo.it Email: [email protected] Libero Foglio d’informazione a uso interno distribuito ai soci. Concluse finalmente le Festività, riciclati i panettoni e i pandori, archiviate (non si sa mai) le bottiglie di vino buono, cancellati o ibernati finalmente i buoni propositi e le buone intenzioni, commentati più o meno bonariamente amici ed parenti (“ma com’è ingrassato!” “è stato veramente molto gentile…”) che si incrociano per buona sorte solo in queste occasioni, esco di buon mattino tra strade deserte. Anche queste mi accolgono con buzzichi strabordanti, bottiglie rotte, bossoli di finti fuochi artificiali sparsi ovunque. Gatti scontrosi e dimenticati per una notte mi guardano con occhio implorante; sirene impietose di autoambulanze impazzite ricordano che anche i bagordi sono curati e sovvenzionati dalle Asl. Dietro la finestra di un appartamento le luci spente - di un presepio famigliare mi ricordano che il Natale è trascorso, e con esso la presunta fonte di pace e serenità, e come sempre mi pongo l’interrogativo: perché tanta opulenza esposta e lo sperpero di tanta sovrabbondanza ? Poco tempo fa non era così. Il Natale e le feste che lo contornavano erano diverse. Più parche e ricondotte nella religiosità delle funzioni liturgiche, riuscivano a congiungere l’uomo al Sacro, appassionavano e coinvolgevano i sentimenti delle persone, ammorbidivano i contrasti, favorivano la serenità. Spesso riuscivano a far concludere lunghe trattative tra uomini onesti e suggellavano futuri gemellaggi o matrimoni da tempo imbastiti. I benefici ottenuti dalla discreta raccolta del grano o dalla vendita del maiale o dell’agnello venivano silenziosamente “archiviati” sotto la piastrella in attesa di un futuro incerto, a disposizione del Signore e/o del mezzadro. Capodanno richiedeva qualcosa in più, quasi un tributo a temute forze oscure che avrebbero presieduto alle attività agricole, e quindi condizionanti il futuro raccolto e la prosperità di un’intera comunità. Poi un saluto frettoloso ai vicini; forse un omaggio rispettoso a chi non era stato troppo esoso nel riscuotere le decime. Un ricordo a parenti e amici lontani, forse poche miglia, ma irraggiungibili senza il cavallo: e poi, perché disturbare l’intimità della festa loro? Poi tutti a casa, a presidiarla dai male intenzionati, a rinfocolare il camino, a rinnovare le forze per un domani nuovamente laborioso. Col passar degli anni le ricorrenze si ripresentano. Impossibile fermarle. E’ “la tradizione”, e il “folclore” continua, seppur sostanzialmente diverso. La civiltà offre nuove prospettive e impone nuove regole. La religione ha perso il suo smalto, i contratti si fanno davanti al notaio; a proteggerci dalla grandine e dai malviventi ci pensano la SAI e l’Arma, e per renderci liberi dagli impegni professionali, inseriamo le ferie. News UNITREOSIMO 25° Anno Accademico 2014 - 2015 Gennaio 2015 Anno Secondo, Numero 4 In questo numero 9 Buone Feste !!! (o quasi ..) Di Saverio Danni unitre. osimo

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Transcript of Gennaio 2015

Page 1: Gennaio 2015

Sede: Piazza Sant’Agostino, 2 , 60027 Osimo (Ancona), tel. 071 7231936

Sito: www.unitreosimo.it

Email: [email protected]

Libero Foglio d’informazione a uso interno distribuito ai soci.

Concluse finalmente le Festività, riciclati i

panettoni e i pandori, archiviate (non si sa mai) le

bottiglie di vino buono, cancellati o ibernati

finalmente i buoni propositi e le buone intenzioni,

commentati più o meno bonariamente amici ed

parenti (“ma com’è ingrassato!” “è stato veramente

molto gentile…”) che si incrociano per buona sorte

solo in queste occasioni, esco di buon mattino tra

strade deserte.

Anche queste mi accolgono con buzzichi

strabordanti, bottiglie rotte, bossoli di finti fuochi

artificiali sparsi ovunque. Gatti scontrosi e

dimenticati per una notte mi guardano con occhio

implorante; sirene impietose di autoambulanze

impazzite ricordano che anche i bagordi sono

curati e sovvenzionati dalle Asl.

Dietro la finestra di un appartamento le luci –

spente - di un presepio famigliare mi ricordano che

il Natale è trascorso, e con esso la presunta fonte di

pace e serenità, e come sempre mi pongo

l’interrogativo: perché tanta opulenza esposta e lo

sperpero di tanta sovrabbondanza ?

Poco tempo fa non era così. Il Natale e le feste che

lo contornavano erano diverse. Più parche e

ricondotte nella religiosità delle funzioni liturgiche,

riuscivano a congiungere l’uomo al Sacro,

appassionavano e coinvolgevano i sentimenti delle

persone, ammorbidivano i contrasti, favorivano la

serenità. Spesso riuscivano a far concludere lunghe

trattative tra uomini onesti e suggellavano futuri

gemellaggi o matrimoni da tempo imbastiti.

I benefici ottenuti dalla discreta raccolta del grano

o dalla vendita del maiale o dell’agnello venivano

silenziosamente “archiviati” sotto la piastrella in

attesa di un futuro incerto, a disposizione del

Signore e/o del mezzadro.

Capodanno richiedeva qualcosa in più, quasi un

tributo a temute forze oscure che avrebbero

presieduto alle attività agricole, e quindi

condizionanti il futuro raccolto e la prosperità di

un’intera comunità.

Poi un saluto frettoloso ai vicini; forse un omaggio

rispettoso a chi non era stato troppo esoso nel

riscuotere le decime. Un ricordo a parenti e amici

lontani, forse poche miglia, ma irraggiungibili

senza il cavallo: e poi, perché disturbare l’intimità

della festa loro?

Poi tutti a casa, a presidiarla dai male intenzionati,

a rinfocolare il camino, a rinnovare le forze per un

domani nuovamente laborioso.

Col passar degli anni le ricorrenze si ripresentano.

Impossibile fermarle. E’ “la tradizione”, e il

“folclore” continua, seppur sostanzialmente

diverso. La civiltà offre nuove prospettive e

impone nuove regole. La religione ha perso il suo

smalto, i contratti si fanno davanti al notaio; a

proteggerci dalla grandine e dai malviventi ci

pensano la SAI e l’Arma, e per renderci liberi dagli

impegni professionali, inseriamo le ferie.

News

UNITREOSIMO 25° Anno Accademico

2014 - 2015

Gennaio 2015

Anno Secondo, Numero 4

In questo numero

9

Buone Feste !!! (o quasi ..) Di Saverio Danni

unitre. osimo

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Il nuovo stile di vita permette ora quanto allora non

era pensabile. Ora si possono offrire doni, regali,

omaggi e strenne non possibili allora. E non

importa che si omaggino le stesse cose con le quali

si è poi contraccambiati (riciclo?), l’importante è

strafare, essere (o dimostrare di essere) ridondanti.

Questo vale per ambedue gli ospiti: l’ospitante e

l’ospitato. Dolci e regali, passato il Giorno Fausto,

potranno poi essere dirottati fuori casa. Con un po’

di magone e vergogna…ma sono la vita e la

società, (o forse l’UE) che ce lo impongono,

bellezza, e non si può far niente.

Ecco, l’intimità è violata in nome di un comandato

stordimento collettivo, ma la dimostrazione di

avvenuto opulento progresso ha avuto luogo. Il

Sacro ancora esiste, ma solo più rappresentato,

cesellato e illustrato da sapienti pasticceri che

compongono, con dei lamponi, la parola “NOEL”

su montagne di bignè e panna.

-------------------------------

Come sei vecchio, nonno mio! Così dice una

vocina entro di me. Non mi resta che concordare,

mentre con sgomento penso che fra pochi mesi il

tutto è pronto a ricominciare.

Anno Nuovo avanti, avanti, ti fan festa tutti

quanti

ma dell’anno che è passato, forse abbiam

dimenticato?

I successi all’Unitre sono stati invero tanti:

Con l’aceto modenese l’Unitre si è rinforzata,

le candele a Candelara ci hanno bene indirizzati,

il delitto nel Castello con biscotti al tè serviti

ci hanno fatto assaporare un ambiente nobiliare

cosicché conti e contesse han potuto

presentarsi

al Teatro La Fenice sulla ruota della Noria

Non possiam dimenticare il violino di Santini

che col magico liutaio ci hanno fatto anche

sognare

e di Valeri l’organista ci possiam dimenticare?

Certamente quelle note ci hanno fatto

più apprezzare la venuta del Natale.

Non scordiamo il giornalino ch'ogni mese

ha raccontato tutto quello che è avvenuto

E che dire del Concorso per i Beni Culturali?

Prima in tutta la regione l’Unitre ha richiamato

l’interesse nazionale, senza poi dimenticare

l’edizione di un bel libro regalato a tutti quanti.

Per finire poi in gloria ricordiamoci il Teatro

che ha visto sulla scena degli attori improvvisati

che tornati al Medioevo sono entrati in un

convento

e poi hanno raccontato una fiaba a Scarpilandia

con l’aiuto di giullari e di giochi prestigiosi.

E voi poi, domanderete, e quest’anno che

farete?

Ne vedrete delle belle, non perdete la speranza

finché c’è la Provvidenza!

I Fondi di Previdenza Complementare sono forme di previdenza finalizzate a erogare una pensione aggiuntiva a quella erogata dagli Istituti di previdenza obbligatoria (Inps, Inpdap, Casse professionali, eccetera), allo scopo di assicurare più elevati livelli di copertura previdenziale anche dopo il pensionamento. È dall’inizio degli anni ’90 che il sistema pensionistico italiano è stato oggetto di un lungo processo di riforma. Importanti novità sono state introdotte dal decreto legislativo n. 252/2005 che, in applicazione ai principi contenuti nell’articolo 1 della legge n. 243/2004, ha compiuto una riforma complessiva disponendo in un unico testo normativo la disciplina delle forme pensionistiche complementari.

Una delle novità introdotte dalla riforma riguarda la possibilità di utilizzare il Trattamento di Fine

Di Rossana Giorgetti Pesaro

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Rapporto come fonte di finanziamento delle forme pensionistiche complementari. Pertanto, per le assunzioni avvenute successivamente al 1° gennaio 2007, il lavoratore dipendente del settore privato deve effettuare la scelta di adesione o meno alla previdenza complementare. Esistono diverse forme di previdenza complementare: fondi pensione chiusi o negoziali: sono fondi

che nascono da accordi o contratti collettivi anche aziendali individuandone i destinatari sulla base dell’appartenenza ad un determinato comparto, impresa o gruppo di imprese;

fondi pensione aperti: sono istituiti direttamente da banche, società di intermediazione mobiliare (SIM), compagnie di assicurazione e società di gestione del risparmio (SGR), il cui patrimonio è finalizzato esclusivamente all’erogazione delle prestazioni previdenziali;

piani individuali pensionistici (PIP): si tratta della sottoscrizione di contratti di assicurazione sulla vita le cui regole sono contenute in apposita polizza;

fondi pensione preesistenti: sono forme pensionistiche già istituite alla data del 15 novembre 1992 e supportate dall’emanazione di norme di adeguamento ai nuovi fondi, che

quindi, per le loro caratteristiche, sono assimilate ai fondi istituiti successivamente.

In base alle modalità istitutive si distinguono le forme pensionistiche collettive (fondi negoziali, fondi aperti, fondi preesistenti, fondi istituiti da regioni o da casse professionali) dalle forme pensionistiche individuali (adesioni individuali a fondi aperti o piani pensionistici individuali).

COME SI FA

L’adesione a una delle forme pensionistiche complementari avviene a seguito della sottoscrizione di un modulo di adesione presso le sedi delle società istitutrici dei fondi, nelle sedi dei soggetti sottoscrittori, nei luoghi di lavoro dei destinatari o ancora nelle sedi dei patronati. Il finanziamento dei fondi può avvenire mediante il versamento di contributi a carico del lavoratore, contributi a carico del datore di lavoro/committente o attraverso il conferimento del TFR (se la scelta della sua destinazione ricade su un fondo). L’adesione a un fondo di previdenza complementare e il raggiungimento dei requisiti sottoscritti, dà diritto alla liquidazione di una pensione aggiuntiva.

Generalmente con il termine IMMIGRAZIONE si definisce ogni movimento migratorio individuale o di massa originato da motivi economici, di studio, di lavoro o dall'intento di fuggire da situazioni conflittuali del proprio paese che porta a stabilirsi, in via temporanea o definitiva, in un luogo diverso da quello di origine.

L'immigrazione in Italia è un fenomeno abbastanza recente. Per oltre un secolo terra di emigrazione, il nostro Paese si trova di fronte ad un repentino cambiamento di ruolo ed è chiamato a misurarsi, sul piano culturale e politico, con l'afflusso crescente di uomini e donne di culture, usi e religioni assai diverse tra loro così che l'espressione "società multietnica" è diventata una realtà quotidiana.

Sul piano storico, l'arrivo dei primi flussi migratori comincia nei primi anni '70 con l'inizio della crisi del petrolio. L'Italia viene scelta dagli immigrati che non possono più raggiungere i ricchi Paesi dell'Europa centro-settentrionale a causa delle politiche restrittive e della chiusura delle frontiere da parte degli Stati più industrializzati.

L’Immigrazione Di Rocco Volpentesta

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L'Italia, a differenza di altri Stati europei solo da pochi anni si è impegnata ad elaborare politiche sull'immigrazione. Solo alla fine del 1986 abbiamo la prima legge in materia di immigrazione, periodo in cui si avverte la necessità di un intervento da parte dello Stato che esprima la volontà di regolarizzare i flussi migratori, tenendo conto anche dei diritti degli stranieri.

I principali interventi normativi, in materia di immigrazione, si possono così sintetizzare:

La legge n. 943 del 30/12/86 mira a definire le norme per i lavoratori extracomunitari e le loro famiglie, facendo riferimento unicamente al lavoro subordinato senza nessun accenno al lavoro autonomo.

Si precisano inoltre le condizioni per l'espulsione e le sanzioni per i datori di lavoro che non denunciano l'assunzione di lavoratori extracomunitari.

Con la legge del 28 febbraio del 1990 n.39, si accetta ufficialmente la presenza stabile di stranieri che vivono e lavorano in Italia; Si attribuiscono loro diritti non più legati solo al lavoro ma più in generale diritti della persona.

La legge 6/03/98 n. 40 guarda in modo particolare all'integrazione sociale e ai diritti- doveri degli stranieri, facendo emergere la consapevolezza nella società contemporanea che non s può più evitare questa realtà e che bisogna cercare nuovi strumenti per costruire un dialogo con le altre culture.

L. 189/02 (legge Bossi-Fini) quasi tutti i principali

punti della legge Turco-Napolitano sono stati

modificati a svantaggio degli stranieri: visti

d'ingresso, permesso di soggiorno, carta di

soggiorno, espulsione, ricongiungimento familiare,

accesso dello straniero ai diritti sociali, diritto di asilo

“Penso che sia importante che le persone si rendano conto che la spiritualità è alla base della Comunicazione NonViolenta e che se lo ricordino mentre imparano il funzionamento del processo

CNV. Quello che sto cercando di mostrare come un percorso di vita, è in realtà una pratica spirituale. Anche se le persone, inizialmente, utilizzano questo processo in modo meccanico, in breve tempo cominciano a sperimentare relazioni con se stessi e con gli altri, che non

erano in grado di realizzare prima. A poco a poco, arrivano così a cogliere la spiritualità del processo CNV. Cominciano a capire che è qualcosa di più di un processo di comunicazione e si rendono conto che, in realtà, è un tentativo di esprimere la propria spiritualità”. (Tratto da “Spiritualità Pratica, una spiritualità che inizia da te” di

Rosenberg B. Marshall)

IN CHE COSA CONSISTE LA VIOLENZA NELLA

COMUNICAZIONE?

E’ la mancanza di controllo delle emozioni

come il disprezzo e la collera, o anche forme

palesi o subdole di vessazione e di aggressività.

E’ possibile, allora, gestire conflitto e

cooperazione in maniera non violenta,

intendendo con questo non una diplomazia

ambigua, ma la mediazione come mezzo per

favorire il rispetto nella diversità?

CHE COSA É LA COMUNICAZIONE NONVIOLENTA?

Il termine “Non Violenta” si ispira al Mahatma

Gandhi che con la “non violenza” descriveva

quello stato naturale di Benevolenza ed

Empatia che é in noi allorché é sparita la pur

minima traccia di violenza. Benché noi

possiamo credere che il nostro modo di parlare

non abbia niente di “violento”, succede spesso

che le nostre parole siano fonte di

incomprensione e di sofferenza per gli altri e

per noi stessi.

Di Mauro Guerrini

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La “Comunicazione Non Violenta” (abbreviata in CNV)

è un metodo sviluppato dal dott. Marshall B.

Rosenberg con l’obiettivo di scoprire come rinforzare le

capacità dell’uomo moderno per migliorare le relazioni

con gli altri e come risolvere le difficoltà comunicative in

uno spirito di benevolenza.

Uno dei concetti fondamentali della CNV è che

TUTTO CIÒ CHE FACCIAMO È AL SERVIZIO DEI NOSTRI

BISOGNI.

Quando questo modo di pensare è applicato al

modo di vedere gli altri, ci rendiamo conto che

non abbiamo davvero dei nemici e che quello

che gli altri fanno a noi è la cosa migliore che

sanno fare per soddisfare i loro “Bisogni”. In

questo modo possiamo aiutarli a vedere modi

più efficaci e meno dannosi di farlo, non

incolpandoli, non facciamo provare loro

vergogna e non li odiamo perché non sono

come noi vorremmo che fossero.

Come ci accorgiamo che stiamo educando noi stessi, e

quindi la nostra comunicazione, in modo violento? Ad

indicarcelo è la presenza di tre sentimenti:

Depressione,

Senso di Colpa,

Vergogna.

Se passiamo gran parte del nostro tempo a sentirci

depressi non è perché siamo malati o perché c’è

qualcosa di sbagliato in noi, ma perché ci è stato

insegnato a vedere noi stessi attraverso giudizi moralistici

e ad incolparci. E’ importante che diventiamo

consapevoli del fatto che non facciamo mai nulla tranne

che per delle buone ragioni. Nessun essere umano fa

nulla tranne che per una buona ragione, e cioè per

soddisfare un Bisogno. Tutto ciò che facciamo è al

servizio di qualche Bisogno. Il modo migliore per

imparare dalle nostre azioni è diventare consapevoli del

Bisogno che stavamo cercando di soddisfare tramite il

nostro comportamento.

Chiediamoci allora: “Quale Bisogno stavo cercando di

soddisfare quando ho/ha …. (fatto quello che ho/ha

fatto) …. In quel modo?”

La CNV fondamentalmente mantiene l’attenzione su due

domande:

- CHE COSA È VIVO IN NOI?

(cosa è vivo in me? Cosa è vivo in te?)

- CHE COSA POSSIAMO FARE PER RENDERE LA VITA PIÙ

BELLA?

-

(che cosa posso fare io per rendere la Vita

più bella a te? – che cosa puoi fare tu per rendere

la Vita più bella a me?)

Rosenberg chiama il linguaggio delle interazioni forzate

tra le persone “la comunicazione che allontana (taglia)

dalla vita“, mentre chiama Comunicazione Non

Violenta, quell’insieme di interazioni che rinforzano le

attitudini naturali dell’uomo a donare con benevolenza.

Nelle Marche il numero

degli ultracentenari è

passato da 99 a 507 nel

giro di 20 anni. E tra gli

anziani, nove su dieci

consumano carne, verdura

e frutta di produzione

propria o comunque di

produzione e/o

coltivazione diretta

dall’orto o pollaio sotto

casa; un dato altissimo, in

confronto alla media nazionale, ferma al 36%.

Lo rileva l’indagine condotta, su un campione di 3.121 Over

60, da Gabriele Micozzi, docente di marketing

all’Università Politecnica delle Marche, che ha voluto

indagare sull’elisir di lunga vita che sta contagiando molti

uomini marchigiani, primi in Italia per speranza di vita (i

maschi) e primi in

assoluto - dopo sorpasso

alla Sardegna - anche

per numero di centenari.

Da “Marche: Notiziario della Giunta Regionale Marche, 7 – 12 anno 2014

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L’alimentazione dei

Matusalemme marchigiani,

continua lo studio

presentato dall’Istituto

marchigiano tutela vini, è

principalmente mista

(74%) e quasi mai il

modello marchigiano

adotta una dieta costante

(7%, contro il 21% degli

italiani).

A tavola si alternano

pietanze a base di passata

di pomodori fatta in casa,

pesce azzurro, cicoria ed erbe di campo, legumi, carni

bianche (piccione, pollo, faraona, coniglio, tacchino), ma

anche carne bovina di razza marchigiana.

Su tutto, olio extravergine e un paio di bicchieri di vino ai

pasti.

Al bando i superalcolici.

Tra i valori più apprezzati dello stare all’aperto è il

paesaggio a misura d’uomo: secondo il 78% degli

ultrasessantenni marchigiani il paesaggio stesso è una

forma di terapia.

Del resto, proprio gli agriturismo delle Marche sono stati i

pionieri dell’accoglienza nello spirito di ‘”longevità attiva’”

con programmi ad hoc per ospiti over 60.

Asteracee Sonchus oleraceus L.

Come riconoscerla Pianta erbacea con fusto ramoso cavo, provvista di lattice bianco; foglie abbracianti i fusti, incise ed auricolate; fiori in capolini di colore giallo. Dove si trova Negli incolti, lungo le strade.

Parti utilizzate La rosetta basale.

Quando si raccoglie Dal tardo autunno a tutta la primavera.

Crespigna o crispina o grispina

E’ una pianta pioniera che troviamo tra le prime a colonizzare le maggesi dopo le colture, dove raggiunge anche dimensioni notevoli; proprio qui ne abbiamo fatto un’abbondante raccolta, insieme

ai papaveri, per la nostra cena di primavera.

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In cucina

In tutte le zuppe tradizionali dell’Italia centrale era ingrediente insostituibile. La crespigna è buona

dalle foglie alle radici, sia cotta che cruda, mescolata ad altre erbe spontanee, delle quali mitiga l’amaro, o da sola. Con le foglioline tenere, scelte durante la “capatura”, si può arricchire l’insalata mista insieme alla borragine, la pimpinella e il caccialepre. Le altre foglie, bollite, si possono cucinare così: Erbe miste con patate Erbe miste, patate, aglio, olio, peperoncino, sale.

Lessare in poca acqua salata delle patate a fette molto spesse, poi ridotte a cubetti. Far imbiondire nell’olio, a fuoco basso, dell’aglio schiacciato e del peperoncino. Tolto l’aglio e il peperoncino, versare le patate e, dopo qualche minuto, le verdure lessate e strizzate. Continuare la cottura per alcuni minuti mescolando più volte.

CONSIGLI

Le erbe così cucinate, meglio ancora senza patate, sono buonissime mangiate calde in mezzo al pane, che ne assorbe i succhi. Si possono fare più raccolti, cogliendo solo le foglie che ci interessano, la pianta ne produrrà delle altre fino alla fioritura.

Tanti lo denigrano, adducendo che è un mezzo per comunicare

stupidaggini, che può essere un pericolo per i giovani, e infine chi lo

usa soltanto chi ha poco cervello. Io invece, mi sento di spezzare

una lancia in favore di Facebook e ve ne spiego il motivo. Sono stati

i nipoti a iscrivermi dicendomi che se volevo essere “à la page”,

dovevo entrarci. In verità all’inizio ne ero poco convinta, poi a poco

a poco ho scoperto che ti aggiorna su vari argomenti, c’è di tutto:

dalla botanica, alla natura, dalla storia, all’arte, dalla politica, alla

gastronomia, senza parlare degli aggiornamenti delle associazioni

cui si è iscritti. Certamente bisogna usarlo con giudizio, è un canale

che ti permette di comunicare, gratis, con chiunque. Vi ritrovi gli

amici di un tempo, ne trovi dei nuovi, puoi esprimere

semplicemente con una frase, una parola o un’interiezione, ciò che

provi guardando una foto, un

video, una massima, il bello è

che se la comunicazione non ti

aggrada puoi ignorarla, puoi

instaurare un’amicizia con chi te

la chiede e con la stessa facilità

la puoi rifiutare. Serve anche a

L’Amicizia corre su Facebook Di Rossana Giorgetti Pesaro

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sperimentare la propria capacità di capire la psicologia dello

scrivente, quindi si può catalogare lo stupido, il volgare, il grezzo, il

semplice o la persona intelligente e colta. Certo alcuni v’immettono

foto un po’ osé e i giovani usano varie parolacce , ma riescono ad

ottenere l’effetto che volevano provocare: basta un clic per

ignorarle. Le persone che lo

usano sono di tutti i ceti e di

tutte le cittadinanze, di tutte

le culture, può essere

un’occasione per ripassare, il

francese lo spagnolo o

l’inglese, è un mezzo per

misurare la capacità di

ciascuno di sorridere dei

difetti degli altri, di esprimere il proprio apprezzamento, di

condividere le preoccupazioni, le gioie, i passatempi, o gli hobbies

degli altri. Non mancano i saluti, vi trovi un buongiorno all’alba, un

buon pomeriggio, una buona

notte con la luna in cielo, un

buon compleanno floreale e

per me che vivo da sola, non è

poco, credetemi. Quindi pollice

in alto per Facebook , vi

confesso che quando sento la

nostalgia dei figli o dei nipoti,

basta che accenda il p.c. e

trovo le loro foto, apprezzo i

loro interventi, gioisco dei loro

apprezzamenti su di me,

rispondo alle loro osservazioni,

e li abbraccio virtualmente!

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L’Università delle tre età di Osimo bandisce per l’anno accademico 2014-2015 il terzo Concorso nazionale riservato a tutti gli

iscritti all’Unitre.

Il tema proposto riguarda i beni culturali della Regione dei partecipanti al concorso.

E’ data la possibilità a ogni partecipante di presentare opere per il numero complessivo sotto indicato.

1. Il concorso è articolato in due sezioni: A) pittura, B) disegno.

2. Per la sezione A è possibile partecipare con un massimo di due opere di dimensioni pari o inferiori a cm 50 per 70.

3. Per la sezione B è possibile partecipare con un massimo di due opere di dimensioni pari o inferiori a cm 50 per 70 in bianco

e nero o a colori.

4. Le opere dovranno essere inedite alla data di presentazione al concorso.

5. Ciascun autore dovrà inviare alla segreteria della sezione dell’Unitre di Osimo le proprie opere con allegata la scheda di

partecipazione debitamente compilata, firmata dal Presidente dell’Unitre di appartenenza, entro e non oltre il 16 marzo

2015. Farà fede il timbro postale.

6. Ciascun autore, compilando la scheda allegata al bando, dovrà inserire il proprio nome, cognome, indirizzo, recapito

telefonico, indirizzo ed email, se in possesso, e l’espressa autorizzazione al trattamento dei dati personali ai sensi del

D.lgs. n. 196/2003.

7. La Giuria, nominata dall’Unitre di Osimo, di cui saranno resi noti i nomi in sede di premiazione, sarà formata da esperti del

panorama pittorico della Regione Marche. Il loro giudizio sarà definitivo e insindacabile.

8. Verranno proclamati: un vincitore, un secondo e un terzo classificato per ciascuna sezione. Il Direttivo dell’Unitre di Osimo

si riserva, inoltre, di prevedere segnalazioni o menzioni speciali. Al primo classificato per ogni sezione verranno

assegnati: un premio di € 100,00, un diploma e una coppa. Al secondo e terzo classificato verranno assegnati: un

diploma e una coppa.

9. La premiazione avverrà nella primavera del 2015, in Osimo. La data sarà comunicata a tutti i partecipanti con ampio

margine d’anticipo.

10. I vincitori saranno avvisati telefonicamente e/o via email.

11. I premi verranno consegnati soltanto al vincitore o a un suo delegato.

12. Le opere, se richieste, saranno inviate agli autori con spese a loro carico. Se non richieste entro il 30 maggio 2015

rimarranno di proprietà dell’Unitre di Osimo.

Gli autori delle opere dichiarano di accettare l’informativa sulla Privacy ai sensi del D.Lgs. n. 196 del 30 giugno 2003 e

accettano integralmente il contenuto del presente bando.

SCHEDA di ISCRIZIONE/Adesione al concorso

Io sottoscritto/a__________________________________________________________________

nato/a a____________________________________________Il____________________________

residente a__________________________________via__________________________________

Tel./Cell ______________________________Email______________________________________

iscritto per l’anno accademico 2014-2015 alla sede dell’Unitre di ___________________________

dichiaro di prendere parte al concorso “ALLA SCOPERTA DEI BENI CULTURALI DEL PROPRIO PAESE”,

sez. A/B con la seguente opera o opere (specificare il titolo dell’opera, precisando per la sezione A la tecnica usata).

Autorizzo inoltre il trattamento dei dati personali ai sensi del D.lgs. n. 196/2003

Dichiaro di aver preso visione di quanto espresso nel bando di concorso e di accettarne tutti i punti

Data ________________________________

Firma __________________________________________________________________________

Il sottoscritto Presidente della sede dell’Unitre di _______________________________________

dichiara che _________________________________________________(nome e cognome del partecipante)

È iscritto alla sezione ________________________________ dell’Unitre di questa Sede.

Timbro e Firma ___________________________________________________________________

CONCORSO NAZIONALE

“ALLA SCOPERTA DEI BENI CULTURALI DEL PROPRIO PAESE” III EDIZIONE

Page 10: Gennaio 2015