Gennaio 2012

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n. 1 - gennaio 2012 | anno XVIII | Registrazione del Tribunale di Napoli n° 5185 del 26 gennaio 2001 www.diocesidipozzuoli.org | www.segnideitempi.it SEGNIdeiTEMPI giornale di attualità sociale, culturale e religiosa È l’Anno europeo dell’invecchiamento attivo e della solidarietà intergenerazionale: contro lo stereotipo dell’anziano come peso 2012, LA RISORSA TERZA ETÀ L’impegno di Chiesa e volontari nell’area flegrea. L’Auser: un credito per i “nonni civici” L a Comunità Europea ha indetto il 2012 come Anno dell’invecchiamento attivo e della solidarietà intergenerazionale. L’obiet- tivo è quello di promuovere un’idea nuova della terza età. Michele Mangano, presidente dell’Auser (una delle organizzazioni più attive a favore delle persone anziane), tramite il sito www. radiovaticana.org, esprime il desiderio af- finché, insieme alle altre associazioni di vo- lontariato e di promozione sociale, si possa costruire una vera e propria piattaforma da portare a livello nazionale ed europeo per sconfiggere l’idea di un anziano “peso” per la società e presentare un’idea diversa e positiva della terza età. Propone, nello stesso tempo, un credito sociale da riconoscere alle perso- ne anziane che svolgono un impegno civico nella loro comunità. A livello europeo, infatti, arriva anche un forte richiamo proprio sul senso della soli- darietà intergenerazionale e del volontariato. Considerazioni che, tra l’altro, richiama- no l’ultima Lettera pastorale del vescovo di Pozzuoli (per il testo completo della Lette- ra: www.diocesipozzuoli.org). Monsignor Gennaro Pascarella ha sottolineato come la «maturità consiste essenzialmente nello sviluppare la capacità di donare se stesso. È questa la via della felicità. L’educazione cri- stiana non punta solo all’autonomia e alla realizzazione di se stesso, ma alla donazione di se stesso». (continua a pag. 12) Carlo Lettieri E’ anche l’anno dei giovani Numerosi gli appuntamen- ti della Pastorale Giovanile per il 2012: dalla Via Crucis di Soccavo alla “Luce nella notte” e al pellegrinaggio in Terra Santa Pag. 7 Dai Campi Flegrei a Roma La Caritas è una famiglia L’udienza dal Papa per i 40 anni della “carità”. E a Poz- zuoli l’esperienza della “Don- na Nuova” per le detenute Pag. 2 e 3 Buone notizie: l’impegno del Coordinamento Genitori dei Portatori di Handicap per far uscire i ragazzi di casa Pag. 12 Toiano, con i figli disabili alla scoperta del mondo Chi non conosce la poesia di Leopardi “Il sabato del villaggio”? Per intenderci, quella “donzelletta vien dalla campagna in sul calar del sole, col suo fascio dell’erba”... Quasi tutti abbiamo dovuto imparar- la a memoria (anche se ora non so se le poesie a memoria si usano ancora...), e tutti ne comprendevamo facilmente il significato. In realtà, in quel capolavoro di poesia e di riflessione fi- losofica si evidenziava una dimensione fondamentale della vita, e cioè l’attesa pie- na di speranza e gioia. At- tesa che, per il “pessimista” Leopardi, alla fine veniva puntualmente delusa: se il sabato “di sette è il più gradi- to giorno”, quello seguente è infatti solo “tristezza e noia”, incapace com’è di realizzare tutto il carico di attese e speranze del giorno precedente. Ho amato molto, da ragazzo, questo poeta, e sono convinto che non sia stato ancora completamente compreso. Ma pro- prio per questo mi è tornato alla mente in questi giorni, di Avvento prima, e di tanti discorsi su quello che ci porterà l’anno nuovo poi; e mi sono chiesto: “Ma oggi, scrive- rebbe le stesse cose il grande po- eta? Potrebbe raccontare l’attesa del giorno di festa allo stesso modo?”. Penso proprio di no, e per spiegare il motivo della mia convinzione basta chiedersi: chi tra noi si aspetta davvero qual- cosa di bello e di imprevisto dal nuovo anno? (continua a pag. 9) Pino Natale Anno davvero nuovo. Ma se sarà sobrio La moderazione, se diventa una scelta di una comunità, può cambiare la qualità della vita Per la tua pubblicità su Segni dei tempi telefona al n. 081.853.0626 oppure scrivi a: [email protected]

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Segni dei Tempi - Giornale di attualità sociale, culturale e religiosa.

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n. 1 - gennaio 2012 | anno XVIII | Registrazione del Tribunale di Napoli n° 5185 del 26 gennaio 2001 www.diocesidipozzuoli.org | www.segnideitempi.it

SEGNIdeiTEMPIgiornale di attualità sociale, culturale e religiosa

È l’Anno europeo dell’invecchiamento attivo e della solidarietà intergenerazionale: contro lo stereotipo dell’anziano come peso

2012, LA RISORSA TERZA ETÀL’impegno di Chiesa e volontari nell’area flegrea. L’Auser: un credito per i “nonni civici”La Comunità Europea ha indetto il 2012

come Anno dell’invecchiamento attivo e della solidarietà intergenerazionale. L’obiet-tivo è quello di promuovere un’idea nuova della terza età. Michele Mangano, presidente dell’Auser (una delle organizzazioni più attive a favore delle persone anziane), tramite il sito www.radiovaticana.org, esprime il desiderio af-finché, insieme alle altre associazioni di vo-lontariato e di promozione sociale, si possa costruire una vera e propria piattaforma da portare a livello nazionale ed europeo per sconfiggere l’idea di un anziano “peso” per la società e presentare un’idea diversa e positiva della terza età. Propone, nello stesso tempo, un credito sociale da riconoscere alle perso-ne anziane che svolgono un impegno civico nella loro comunità.A livello europeo, infatti, arriva anche un forte richiamo proprio sul senso della soli-darietà intergenerazionale e del volontariato. Considerazioni che, tra l’altro, richiama-no l’ultima Lettera pastorale del vescovo di Pozzuoli (per il testo completo della Lette-ra: www.diocesipozzuoli.org). Monsignor Gennaro Pascarella ha sottolineato come la «maturità consiste essenzialmente nello sviluppare la capacità di donare se stesso. È questa la via della felicità. L’educazione cri-stiana non punta solo all’autonomia e alla realizzazione di se stesso, ma alla donazione di se stesso».(continua a pag. 12)

Carlo Lettieri

E’ anche l’anno dei giovaniNumerosi gli appuntamen-ti della Pastorale Giovanile per il 2012: dalla Via Crucis di Soccavo alla “Luce nella notte” e al pellegrinaggio in Terra Santa Pag. 7

Dai Campi Flegrei a RomaLa Caritas è una famigliaL’udienza dal Papa per i 40 anni della “carità”. E a Poz-zuoli l’esperienza della “Don-na Nuova” per le detenute

Pag. 2 e 3

Buone notizie: l’impegno del Coordinamento Genitori dei Portatori di Handicap per far uscire i ragazzi di casa

Pag. 12

Toiano, con i figli disabilialla scoperta del mondo

Chi non conosce la poesia di Leopardi “Il sabato del villaggio”? Per intenderci, quella “donzelletta vien dalla campagna in sul calar del sole, col suo fascio dell’erba”... Quasi tutti abbiamo dovuto imparar-la a memoria (anche se ora non so se le poesie a memoria si usano ancora...), e tutti ne comprendevamo facilmente il significato. In realtà, in quel capolavoro di poesia e di riflessione fi-losofica si evidenziava una dimensione fondamentale della vita, e cioè l’attesa pie-na di speranza e gioia. At-tesa che, per il “pessimista” Leopardi, alla fine veniva puntualmente delusa: se il sabato “di sette è il più gradi-to giorno”, quello seguente è infatti solo “tristezza e noia”,

incapace com’è di realizzare tutto il carico di attese e speranze del giorno precedente. Ho amato molto, da ragazzo, questo poeta, e sono convinto che non sia stato ancora completamente compreso. Ma pro-prio per questo mi è tornato alla mente in questi

giorni, di Avvento prima, e di tanti discorsi su quello che ci porterà l’anno nuovo poi; e mi sono chiesto: “Ma oggi, scrive-rebbe le stesse cose il grande po-eta? Potrebbe raccontare l’attesa del giorno di festa allo stesso modo?”. Penso proprio di no, e per spiegare il motivo della mia convinzione basta chiedersi: chi tra noi si aspetta davvero qual-cosa di bello e di imprevisto dal nuovo anno?(continua a pag. 9)

Pino Natale

Anno davvero nuovo. Ma se sarà sobrio La moderazione, se diventa una scelta di una comunità, può cambiare la qualità della vita

Per la tua pubblicità su Segni dei tempitelefona al n. 081.853.0626 oppure scrivi a:[email protected]

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I numeri delle ospitiChi sono le ospiti del Centro Donna Nuova? Sono detenute agli arresti domiciliari (quindi in attesa di un giudizio definitivo), in detenzione domiciliare (giudicate che scontano la pena), in semilibertà e in affidamento ai servizi sociali. Il Centro ha rappor-ti con il Tribunale di Sorveglianza oppure con la Corte di Appello. Ad oggi sono state ospitate (comprese le presenti) dodici donne. Di queste otto sono straniere. La strut-tura può ospitare fino a otto detenute, così quanti sono i posti letto. Sei sono per le de-tenute stabili mentre due posti sono riservati all’emergenza: uno per permessi premio e l’altro per la fine pena. Il carcere, su disposizione del tribunale, può da un momento all’altro rilasciare la detenuta ma questa potrebbe non avere un posto dove andare. Le donne provengono da tutti i penitenziari italiani, soprattutto dalla Casa Circondariale di Pozzuoli. Si tratta quasi sempre di arresti domiciliari o detenzione in casa. Le forze dell’ordine possono effettuare controlli in qualsiasi ora del giorno e della notte.

L’assistenza spiritualeLa Casa Famiglia offre anche una proposta spirituale alle ospiti. Ad aiutare la direttrice ci sono le suore. Fino allo scorso anno c’erano tre sorelle delle Piccole Missionarie Eucaristiche. Adesso nel centro operano suor Valeria e suor Gemma delle Figlie della Presentazione di Maria SS. al tempio. Le suore, che si occupano anche della pastorale carceraria, sono affiancate da due volontarie, prestano servizio in ambulatorio medi-co e incontrano le ragazze più volte durante la settimana per assistenza spirituale e momenti di preghiera. Lo stesso don Fernando Carannante, vicario episcopale per la carità e direttore della Caritas diocesana, è presente e segue spiritualmente le ospiti. Ogni mercoledì c’è la lectio divina e il venerdì sera il colloquio.

SEGNI FLEGREI PRIMO PIANO

Direttore Responsabile: Salvatore MannaDirettore Editoriale: Carlo LettieriRedazione: Paolo Auricchio, Pino Natale, Ciro Biondi Collaborano: Maddalena Annigliato, Vincenzo Boccardi, Valentina Cavaliere, Fabio Cutolo, Eugenio d'Accardi, Antonio Franco, Irene Ioffredo, Antonio Izzo, Gaetano Lombardi, Nello Mazzone, Maria Rosa-ria Merone, Giovanni Moio, Gianni Palmers, Raffaela Pingi, Angelo VolpeSegni dei Tempi on-line: Riccardo Lettieri - Francesco Schiano di Cola (portale)Grafica e impaginazione: Luca Scognamiglio (www.ZendoADV.it)Fotografie: Redazione Segni dei Tempi Stampa delle 4.000 copie: STIEM S.p.A.Pubblicità e amministrazione: coop. Ifocs

Mensile della Diocesi di Pozzuoli, realizzato presso il Centro Studi per il Volontariato -Caritas diocesana, grazie alle collaborazioni gratuite ed all’utilizzo dei contributi giuntida: “otto per mille” e privati. Per contributi: Diocesi di Pozzuoli c/c postale 22293807Per la pubblicità: [email protected] del Tribunale di Napoli n° 5185 del 26 gennaio 2001

Redazione c/o Centro Studi per il Volontariato Via N. Fasano, 9 - 80078 Pozzuoli (NA) telefax 081.853.06.26 - 393.586.19.41 - e-mail: [email protected]

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anno XVIII - n. 1- gennaio 2012

Associato all’USPI

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SEGNI DEI TEMPI

2gennaio2012

«L’obiettivo è fornire uno stile alternativo

di vita. Un riscatto che l’i-stituto penitenziale non può offrire». Dalle parole di Ma-ria Ricciardi, responsabile della casa famiglia Donna Nuova, emerge il significato, profondo e impegnativo, del progetto portato avanti dalla diocesi e dalla Caritas dioce-sana di Pozzuoli. L’opera-segno è attiva nel centro San Marco, nel cuore antico di Pozzuoli. Nasce nell’otto-bre 2009, in continuità con l’esperienza del centro Ero Forestiero, il progetto che per anni ha accolto donne immigrate di tutto il mon-do. Un impegno, quello di Donna Nuova, che coinvol-ge la Caritas e i volontari per 24 ore al giorno, tutti i gior-ni dell’anno. Perché chi è recluso non conosce festività o ferie. La casa famiglia di Pozzuoli, è l’unica struttura esclusiva per le detenute in provincia di Napoli. In tutta la regione esiste un centro analogo solo a Capua.

«Come operatori della Ca-ritas – racconta la responsa-bile – negli ultimi anni ab-biamo notato che le esigenze delle donne immigrate sono cambiate. Nei momenti di difficoltà non si rivolgono più alle strutture dedicate

all’accoglienza ma hanno come punto di riferimen-to la rete di fatto che han-no creato le loro comunità. Per cui se le straniere hanno problemi si rivolgono alle loro amiche e connazionali. Abbiamo quindi seleziona-

to, tra le problematiche del-la donna, le esigenze parti-colari delle detenute. È stata una scelta per essere ancora più vicini a chi si trova in difficoltà». Il centro offre ospitalità a chi può usufru-ire di misure alternative alla detenzione. «Di solito sono straniere – spiega Ricciardi - ma abbiamo anche italiane, questo è il passo in avanti, rispetto al passato quando avevamo il Centro esclusivo per le immigrate». Le porte sono aperte anche quando ci sono detenute che possono usufruire di permessi pre-mio, ma non hanno luoghi dove andare. «Tecnicamente – chiarisce Ricciardi – non siamo una casa famiglia. Ma abbiamo voluto darci questo nome perché di fatto noi sia-mo una famiglia. È uno stile che vogliamo offrire come alternativa alla loro vita pre-cedente. Il principio di base è: chi è in carcere ha sba-gliato perché non ha avuto un’altra opportunità. A giu-dicare non siamo noi. Ogni

persona ha esigenze diverse e dobbiamo costruire sin-goli percorsi di cambiamen-to». Tutto si regge grazie ai volontari, persone formate con corsi specifici: due psi-cologhe (Daniela Ciccarelli e Manuela Corrado), un’as-sistente volontaria (Lina Stanco), il signor Enrico De Vincenzo e altri dieci col-laboratori che si occupano delle attività. Per l’assistenza sanitaria c’è l’ambulatorio S. Giuseppe Moscati diretto dal dottor Pasquale Grot-tola. Tra le attività si punta molto sull’istruzione e sul lavoro: il vero cambiamen-to. Oltre alla collaborazio-ne con l’Iti “Tassinari” c’è il progetto “Tutti a scuola” con il Centro Territoriale di Educazione Permanente del-la “Diano” diretto da Maria Rosaria Laolè. Una delle ospiti è iscritta alla facoltà d’ingegneria, un’altra si sta formando come estetista e un’altra ancora sta studian-do per la licenza elementare.

Ciro Biondi

C’è una casa famiglia per realizzare una donna nuovaPer le detenute esperienza pilota della Caritas flegrea

Casa Donna Nuova

CARITAS INFORMA

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«Siete venuti presso la tomba di Pietro per confermare la vostra

fede e riprendere slancio nella vostra missione. A voi, infatti, è affidato un’importante compito educativo nei confronti delle comunità, delle fami-glie, della società civile in cui la Chie-sa è chiamata ad essere luce». Sono state le parole con cui il Santo Padre ha salutato e accolto le migliaia di partecipanti all’udienza delle Caritas diocesane. L’incontro è stato l’evento conclusivo delle celebrazioni dei 40 anni dalla nascita della Caritas Ita-liana. Delegazioni da tutte le diocesi italiane si sono riunite nella Basilica di San Pietro il giorno 24 novembre. Da Pozzuoli sono partiti quattro pul-lman e il pulmino della Pro Handi-cap. In totale c’erano oltre duecento operatori delle Caritas parrocchiali

provenienti da tutte le foranie, insie-me al vicario episcopale alla carità e direttore della Caritas diocesana, don Fernando Carannante, con i sacerdoti don Peppino Lannia (parroco di Ss. Salvatore di Pozzuoli), don Pasquale Di Giglio (parroco della Buon Pasto-re e s. Francesco di Paola di Fuorigrot-ta), don Raffaele Russo (parroco di Maria Ss. Desolata e vicario foraneo di Bagnoli), don Giovanni Napolita-no (parroco di Ss. Redentore e s. Ciro a Campegna), padre Carmelo Raco (parroco di Madonna Riconciliatri-ce de la Salette di Soccavo), padre Carmine Madalese (parroco di Maria Immacolata della Medaglia Miraco-losa e vicario foraneo di Soccavo), padre Giulio Di Domenico (parroco di s. Maria di Montevergine di Soc-cavo) insieme ai diaconi Pasquale

Grottola (diret-tore dell’ambu-latorio Caritas “San Giuseppe Moscati”) e Antonio Ca-puano. Con la delegazione diocesana an-che alcuni soci dell’associazio-ne Pro Handi-cap. «Non è la prima volta che par tec ipiamo ad un’udienza con il Santo Pa-dre – spiega il presidente Sal-vatore Iodice – ma è sempre un’emo-zione particolare. E siamo stati con-tentissimi di vivere quest’esperienza con tante amiche ed amici della dio-cesi di Pozzuoli con cui condividiamo numerosi bei momenti». «La fatica di alzarci all’alba per essere a San Pie-tro – ha detto don Carannante - è stata dimenticata quando abbiamo incontrato il Papa, primo testimone della Carità. Il momento più bello è l’aver potuto condividere, al termine della celebrazione, seduti sui muretti

di Roma, il no-stro pranzo con operatori di al-tre Caritas par-rocchiali. Senti-vamo la gioia di essere cittadini del mondo, con il “passapor-to della carità” nelle nostre mani. Siamo ri-tornati in Basi-lica per sostare in preghiera da-vanti alla tom-ba del Beato Giovanni Paolo II, l’instanca-

bile girovago della carità. Al ritorno abbiamo ricevuto la telefonata del nostro vescovo che, impossibilitato a partecipare, ha desiderato condivide-re la nostra gioia con il suo caloroso saluto e la sua paterna benedizione, che abbiamo accolto con un fragoro-so applauso. È bello sentirsi operatori della carità ed è stato ancora più bello vedere la Basilica di San Pietro av-volta dal manto della carità, a dimo-strazione che quarant’anni di Caritas sono stati spesi veramente bene».

PRIMO PIANO SEGNI FLEGREI

3 gennaio2012

Udienza dal Papa per la ricorrenza: una bella prova di spiritualità e condivisione per la folta delegazione della diocesi

Tutti a Roma per i 40 anni Caritas«Noi, cittadini del mondo, sui muretti della capitale per scambiarci il passaporto della carità»

tel 081 229 67 53 fax 081 372 04 [email protected]

L'esperienza dei partecipanti

Come comunicato dai responsabili del Centro Ascolto diocesano, che han-no organizzato il viaggio, i pullman sono partiti alle 4.30 e quando sono arrivati a piazza San Pietro, la Basilica era già gremita di persone. Durante la celebrazione e nell’incontro con il Papa, i partecipanti della diocesi pute-olana sono rimasti in piedi. Stanchi e un po’ delusi perché non tutti hanno potuto vedere il Papa da vicino, hanno sentito comunque la sua vicinanza attraverso le parole che hanno esortato a “prenderci cura di chi necessita di sentire il calore di Dio, attraverso mani aperte e disponibili” e queste mani, idealmente aperte, hanno aiutato a sostenersi l’un l’altro e a vincere la stan-chezza. È stata una bella esperienza di spiritualità e di comunione con tutta la Chiesa e con la Caritas d’Italia; quella comunione che ci rende tutti un “solo corpo e un solo spirito”. Andare a Roma sulla tomba di Pietro è stata un’occasione per rinnovare l’adesione al progetto di Dio su di noi, iniziato il giorno del Battesimo. Ognuno ha posto sull’altare la propria fragilità di uomo, le sue difficoltà a svolgere il servizio ai poveri, ma ciascuno ha anche chiesto di avere la capacità di saper accogliere, di essere disponibile nei con-fronti dei fratelli che vivono un disagio economico, sociale, umano. È stato anche un momento di unità delle comunità locali della nostra diocesi, per-ché su ogni pullman operatori di foranie diverse si sono conosciuti, si sono scambiati le proprie esperienze, hanno condiviso le loro emozioni, i loro disagi, le loro difficoltà vissute nella quotidianità del proprio servizio. Un grazie a tutti loro, spesso dimenticati, un grazie per il servizio silenzioso in-faticabile, un grazie perché ogni giorno dedicano un po’ del loro tempo ma tanto del loro amore a chi non trova più il tempo per sorridere e per sperare.

CARITAS INFORMA

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SEGNI FLEGREI

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TERRITORIO

A ridosso del lago di Fusaro sorge la chiesa Cuore SS.

di Gesù che ospita la nuova parrocchia guidata da don Al-fonso Farina, insediatosi il 14 settembre 2008. Proveniente da una precedente esperien-za pastorale ad Arco Felice, ha iniziato tutte le attività in una zona urbanisticamente nuova: prima, infatti, c’era solo qualche coltivazione. «Si giungeva qui per il mare e per le vacanze – ricorda lo stesso don Alfonso - in una zona chiamata da tutti “il pantano”, per le sue caratte-ristiche paludose. A partire dagli anni ‘80, si è iniziato a costruire, ma senza nemmeno un piano regolatore, generan-do non pochi problemi legati al deflusso delle acque; quan-do piove diventa una piccola Venezia». Già negli anni 70 si pensava di costruire una chie-setta per gli abitanti del luo-go, esigenza che si è andata rafforzando con l’incremento demografico, e i sacerdoti che prima stavano a Cappella, as-sieme all’allora vescovo, mon-

signor Salvatore Sorrentino, si sono adoperati con zelo e premura per la realizzazione del progetto. Una spinta fon-damentale è venuta dall’en-tusiasmo della gente, che ha voluto la comunità e la chiesa

con tutte le sue forze, soppor-tando molti sacrifici per la sua erezione.A soli tre anni dalla nascita, l’attenzione principale della comunità parrocchiale è tut-ta verso le nuove generazio-

ni, con attività teatrali per il dopo comunione e con l’in-venzione di un teatro all’aper-to per i ragazzi. Grande è an-che l’impegno per i giovani, non solo con i grandi eventi, ma “puntando soprattutto a

ridare loro i sogni e vivendo con rispetto i loro desideri e disagi”; proprio i giovani del territorio hanno realizzato l’anno scorso una suggestiva via Crucis vivente per le stra-de di Torregaveta. Molti par-tecipano al coro parrocchiale e al gruppo dei ministranti.Alle prese con la terribile crisi economica si sta particolar-mente attivando anche la Ca-ritas parrocchiale. Tante sono anche le povertà “spirituali”, come quelle legate alla fami-glia, lasciata spesso sola nella missione educativa, e quelle giovanili, che vivono in ma-niera drammatica la “man-canza di speranza e di sogni”. La tendenza che sempre più deve emergere, qui come in altre realtà, è che per risolvere realmente i problemi non ci si può limitare ad un semplice assistenzialismo, ma è neces-sario andare alle radici, so-prattutto mettendo al centro la dignità delle singole perso-ne e considerarle tutte come “capolavoro di Dio”.

Giuseppe Tramontin

Fusaro, visita alla nuova parrocchia del Cuore SS. di Gesù: l’hanno voluta gli abitanti ed è diventata un punto di riferimento

Nell’ex “pantano” ora c’è la chiesaI giovani e l’impegno della Caritas tra i tanti problemi del territorio e della crisi economica

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TERRITORIO

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SEGNI FLEGREI

Lotta all’inquinamento, riquali-ficazione urbana, valorizzazione

dei beni culturali. Sono queste le atte-se degli abitanti della zona del Fusaro e di Torregaveta. Il lago Fusaro con il complesso borbonico vanvitelliano costituisce uno dei più significativi e suggestivi beni culturali di Bacoli e dell’area flegrea. Dal 2007 al 2009 la Casina e l’Ostrichina (la struttura più grande) - insieme al giardino storico, agli stalloni, alla banchina e alla lec-ceta - sono state chiuse al pubblico in occasione dei lavori di ristruttu-razione e restauro. Oggi, invece, co-stituiscono uno dei poli culturali del comprensorio; il salone dell’Ostrichi-na ospita costantemente conferenze e mostre d’arte. La Casina sul lago è ammirata da tutti ed è uno dei luoghi più ambiti per chi decide di sposar-si con rito civile. Ma basta poco per mettere a rischio la forza attrattiva dei luoghi. Anche quando qualche calci-naccio cade e obbliga alla chiusura. Come è accaduto a dicembre alla Ca-sina: pezzi di intonaco caduti da uno dei comignoli hanno costretto all’in-terdizione, anche se solo per alcuni giorni, del bene. È bastato un piccolo intervento del Centro Ittico Campa-no e dei tecnici comunali e la struttu-ra è ritornata ed essere visitabile. Non mancano i problemi per una completa tutela del lago. Il mese scorso due dirigenti del comune di Bacoli sono stati rinviati a giudizio per cooperazione colposa nel danneg-giamento e deturpamento del lago.

L’indagine parte nel 2006 in seguito agli esposti del Coordinamento delle Periferie, un’associazione che da anni

si batte per la tutela ambientale del territorio. Successive indagini della Guardia Forestale e un voluminoso

dossier sullo stato delle acque hanno confermato le denunce: alcuni batteri hanno modificato e inquinato l’eco-sistema lacuale e quello dei terreni circostanti mettendo a rischio la salu-te pubblica. Sotto accusa il mancato controllo dello sversamento dei liqua-mi nel lago e la fuoriuscita a dismisu-ra di acque bianche e luride dai tom-bini. Adesso tocca alla magistratura scoprire la verità, ma la vicenda deve anche sollecitare le istituzioni a con-trollare di più e i cittadini a denuncia-re. Il Fusaro e Torregaveta sono uniti anche da altri tipi di problemi: arredo urbano inesistente e strade pericolo-se. «Le nostre strade fanno paura – ri-corda Luca Della Ragione, residente del Fusaro – per esempio, via Cuma è da mettere in sicurezza. La strada è poco illuminata e la sera è un rischio per i pedoni. In alcuni tratti non ci sono marciapiedi. Eppure si tratta di un’arteria trafficata soprattutto nei fine settimana. La presenza di alcuni locali di tendenza nella zona del Fu-saro crea code che di notte arrivano fino all’Arco Felice Vecchio». Stesso discorso a Torregaveta che, tra l’al-tro, aspetta la riqualificazione della piazzetta della stazione e il progettato arretramento della Ferrovia Cumana. «Lungo via Giulio Cesare – spiega Giovanni Esposito, commerciante – dall’ex Alenia c’è chi corre senza rispettare i limiti. A rischio ci sono i pedoni e chi si immette dalle strade laterali».

c. b.

Dal Fusaro a Torregaveta le battaglie dei cittadini

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A Bacoli come a Pozzuoli è allarme ru-spe. A dicembre sono stati demoliti tre manufatti di Torregaveta perché abu-sivi. Si trattava, a detta degli abitanti, di abuso di necessità. E anche a Bacoli c’è un comitato che cerca di difenderli. Per lo più si tratta di abitazioni mono-familiari costruite in aree in cui non c’è nessun oltraggio al patrimonio monu-mentale e paesaggistico. Come è il caso delle abitazioni costruite nella zona di Torregaveta nei pressi della nuovissima chiesa del Cuore SS. di Gesù. Un’area pianeggiante dove già insistono decine e decine di costruzioni. «Noi sappiamo bene di aver violato la legge – dichia-ra una delle persone interessate – ma non lo abbiamo fatto per speculare. Abbiamo costruito perché era la nostra unica possibilità. Ora vogliono butta-re tutto giù. Noi dove andiamo? Non abbiamo altre case. Abbiamo sbaglia-to, ma anche le istituzioni sono state inadempienti». Sono circa 40 gli ab-battimenti in lista a Bacoli, altri 15 a Monte di Procida e molti altri a Poz-zuoli. Gli interessati sono famiglie che

nel 2003 avevano chiesto il condono ma nel frattempo una legge regionale ha escluso alcune zone della Campania per l’interesse culturale ed ambientale. «Ci vogliono abbattere l’unica casa che abbiamo – spiega Raffaele C. – per-ché con la scusa delle recenti alluvioni vogliono dimostrare così di risolvere il problema. Invece bisognerebbe valu-tare casa per casa. È il sistema che ci ha portato a costruire. Non c’era una regola ma c’erano le necessità; la nostra è edilizia spontanea. Perché non ab-battere i veri abusi che storpiano il no-stro territorio come lo “scheletro” che si trova nei pressi della Casina Vanvitel-liana al Fusaro?». Sulla vicenda è in-tervenuta anche la Chiesa di Pozzuoli che ha auspicato un rapido interven-to delle istituzioni affinché si possano adottare a livello nazionale dei prov-vedimenti in grado di superare queste criticità, per non acuire tensioni sociali e tutelare situazioni familiari e disa-giate, pur evidenziando la necessità della tutela del paesaggio e del rispetto della legalità.

Il caso abusivismo

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DENTRO LA DIOCESI

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SEGNI DEI TEMPI

Il tema scelto dall’ufficio per la Pastorale Giovani-

le della diocesi di Pozzuoli per il nuovo anno pastorale che accompagnerà i giovani della diocesi durante le varie attività proposte è “Con Cri-sto pietre vive”. Si è partiti lo scorso 15 dicembre nel-la parrocchia “Gesù Divin Maestro” di Quarto, con il consueto incontro di inizio attività presieduto dal vesco-vo; in questa occasione, dopo un momento di preghiera e di riflessione, è stato presenta-to in dettaglio il programma pastorale del nuovo anno. I due momenti centrali saran-no celebrati la domenica delle Palme 1° aprile in Soccavo e domenica 24 giugno in Bacoli presso il complesso Vanvi-telliano, rispettivamente per la “Via Crucis dei giovani” e per la “Giornata Diocesana della Gioventù”. Per ciò che riguarda la formazione degli animatori dei gruppi giovani-

li, l’ufficio, in collaborazione con l’ufficio per la Famiglia e il Centro diocesano Voca-zioni, propone due itinerari formativi tenuti da Maria Vittoria Cammarota e da Do-menico Bellantoni del Centro per la Vita “Luigi Saccone”, secondo i seguenti cicli: pri-mo ciclo “Accompagnare nel cammino dell’amore: educare all’affettività e alla sessualità” lunedì 6-13-20-27 febbraio e 5-12-19 marzo; secondo ciclo “Accompagnare nel cammi-

no dell’amore: Chiamati e custoditi dall’amore” venerdì 10-17-24 febbraio e 2-4 mar-zo. Anche le foranie saranno coinvolte attivamente in alcu-ni momenti dedicati ai giova-ni. Innanzitutto, nel periodo di Quaresima saranno pro-posti dei laboratori della fede itineranti sul tema dell’anno pastorale finalizzati alla pre-parazione della Via Crucis dei Giovani e alla Giornata dio-cesana della Gioventù, men-tre il vescovo incontrerà tutti

i giovani candidati a ricevere il sacramento della Confer-mazione nella manifestazione “Cresimandinsieme” secondo il seguente calendario: 9 mar-zo - forania Quarto - parroc-chia san Castrese ore 19:30; 15 marzo - forania Pozzuoli 1 e 2 - parrocchia san Miche-le Arcangelo ore 19:30; 22 marzo - foranie Fuorigrotta/Bagnoli - parrocchia Maria SS. Desolata ore 19:30; 29 marzo - forania Bacoli/Monte di Procida - parrocchia s. M.

Assunta ore 19.30; 21 marzo - foranie Pianura/Soccavo - parrocchia Maria Immacola-ta della Medaglia Miracolosa ore 19:30. Inoltre, i giovani del progetto “Sentinelle del Mattino” della diocesi saran-no impegnati nell’esperienza di evangelizzazione di strada con la manifestazione “Una luce nella notte” il 14 gennaio 2012 alla parrocchia s. Maria delle Grazie in Pozzuoli, il 24 marzo 2012 alla parrocchia s. Vitale in Fuorigrotta, il 26 maggio 2012 alla parrocchia s. Maria delle Grazie in Poz-zuoli e il 14 luglio 2012 alla parrocchia s. Maria del buon Riposo a Baia. L’anno pasto-rale si concluderà con il pel-legrinaggio diocesano dei gio-vani in Terra Santa presieduto dal vescovo, dal 25 agosto al 1° settembre 2012, per vivere insieme il cosiddetto “quin-to vangelo”, dove ogni pietra parla di Gesù.

Angelo Volpe

Al via il nuovo anno della Pastorale Giovanile: la Via Crucis a Soccavo e la Giornata diocesana al complesso Vanvitelliano

Le “pietre vive” dei nostri giovaniTra gli appuntamenti: “Cresimandinsieme”, Sentinelle del Mattino, pellegrinaggio in Terra Santa

Il 7 dicembre sono stati ordinati tre nuovi diaconi transeunti: Vitale Luongo, Alessandro Scotto e Andrea Lombardi (nella foto di Enzo Buono – Studio Fotografare, Pozzuoli). La celebrazione, che si è svolta nella Concattedrale san Paolo Apostolo a Monterusciello, è stata presieduta dal vescovo di Pozzuoli, monsignor Gennaro Pascarella.

La Fondazione Paulus e la lotta a racket e usura

Il 29 dicembre, nella Sala Laurentiana a Pozzuoli, la Fondazione Paulus ha incontrato il senatore Franco Malvano (nella foto), coordinatore delle iniziative antiracket ed antiusura della Regione Campania. «Al di là dei dati in nostro possesso che parlano di un’inflessione delle denunce – ha sottolineato Malvano, che in passato è stato Que-store di Napoli -, dobbiamo dire che il fenomeno dell’usura e delle estorsioni è in costante aumen-to. Anzi, quando si denuncia di meno è solo per paura. Invece, parlando con chi vive il territorio

diventa chiaro che la situazione è diversa ed è preoccupante». Poche persone, ha messo in luce il coordinatore, sanno che ci sono associazioni che si battono con efficacia per prevenire e sostenere chi è in difficoltà: «La vittima quindi difficilmente è aiutata. Invece bisogna seguirla dal punto di vista psicologico, dando l’opportunità di accedere al credito e dichiarandosi parte civile nei processi» (intervista completa e riflessioni su www.segnideitempi.it).

Giornata mondiale del migranteMigrantes diocesana - Celebrazione eucaristicaDomenica 22 gennaio (ore 12) - Chiesa S. Marco

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DENTRO LA DIOCESI

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SEGNI DEI TEMPI

I nostri sacerdotiIl cappellano don Vincenzo Tiano: da Fati-ma all’ospedale S. Maria delle Grazie

«Per favore non chiamatelo ospedale La Schiana. Que-sto è il Santa Maria delle Grazie». Don Vincenzo Tiano junior chiarisce subito la sua posizione: è il cappellano dell’ospedale di Pozzuoli. 34 anni, da sei è sacerdote. Don Vincenzo è vissuto a Fatima. Ha imparato il porto-ghese e ha partecipato ad alcune trasmissioni televisi-ve dal Santuario trasmesse in Italia da Tele Pace. È stato al centro oncologico di Coimbra, dove ha portato la comunione ai pazienti. In Italia, è stato alla parrocchia di san Luca di Arco Felice e, tre anni fa, è stato voluto da monsignor Gennaro Pascarella come cappellano nell’ospedale; ora sopra l’abito da sacerdote indossa il camice bianco. A Maria don Enzo è fortemente devoto come dimostrano le immagini nella Cappella del nosocomio. Che significa essere cappellano di un ospedale?«Ho una propensione naturale a stare accanto agli ammalati. La formazione è importante ma quello che conta è l’esperienza. Basti pensare all’assistenza alle persone che stanno in fin di vita… L’assistente spiritua-le negli ospedali è una figura che negli ultimi tempi è diventata più importante per il buon funzionamento della struttura».

Cosa fa un cappellano?«Tanta preghiera al Signore da cui prendere forza e co-raggio per avvicinarsi ai casi più disperati. Il cappellano non fa mai mancare i sacramenti. Il cristiano deve esse-re l’uomo della speranza: quindi il nostro compito è non far perdere mai la speranza in Gesù Cristo, qui ed ora. Bisogna far capire che c’è un Dio che ci ama anche nei momenti brutti. È un’attività che va fatta tutti i giorni e tutte le ore. Ci sarebbe bisogno di un aiuto, anche se c’è piena collaborazione con la direzione e con il gruppo di volontari di S. Elisabetta». L’assistenza non va fatta solo agli ammalati…«Ci sono anche i familiari, i medici, i tecnici, gli infermie-ri. Con loro abbiamo organizzato vari pellegrinaggi. La cappella è un punto di riferimento e la domenica si ri-empie sia di pazienti che di ex pazienti che sono rimasti affezionati, ma anche delle famiglie della Schiana che non hanno una chiesa». Qual è la giornata tipo del cappellano?«Alle 9 del mattino sto in cappella; la celebrazione è alle 9,30. Poi c’è la benedizione dell’obitorio e quindi il pron-to soccorso: è qui che si conosce gente che per la loro sofferenza innescano un meccanismo di ricerca di Dio. C’è poi la visita al reparto oncologico, dove pazienti re-stano di più rispetto agli altri reparti. E successivamente mi reco al reparto medicina. Ma ogni giorno cambio

itinerario per essere presente in tutti i reparti».Una storia da raccontare?«Una ragazza che è arrivata al pronto soccorso in fin di vita: aveva avuto un incidente automobilistico. Si doveva sposare dopo qualche settimana. È stata da me seguita per tutti i giorni di degenza. Poi è guarita e quindi ha chiesto a me di celebrare il matrimonio».

ci. bi.

Nuova chiesa S. Lorenzo Il vescovo, monsignor Gennaro Pascarella, celebrerà la solenne dedicazione della chiesa parrocchiale di S. Lorenzo martire a Pianura, venerdì 11 novembre, alle ore 18

Il Mlac, Movimento lavora-tori di Azione Cattolica, ha

tenuto un seminario di studio dal titolo “La nuova pastorale d’ambiente nell’età dei social network”, che si è svolto a Roma il 10 e 11 dicembre. Mario Chiaro, giornalista ed evangelizzatore nelle missioni popolari, in particolare ha il-lustrato ciò che ha chiamato il “sogno” dell’insegnamen-to sociale della Chiesa, che tende ad affermare la dignità della persona, che nel lavoro si esprime, ma che al lavoro non si riduce. Oggi è diven-tata palese ed inaccettabile la frattura fra ricchi e pove-ri. Tutto questo impone un nuovo impegno pastorale ec-

clesiale e del lavoro che metta al centro la relazione, passan-do attraverso un percorso an-tropologico con luoghi speci-fici: la Scrittura, la parrocchia (nel senso di comunità di fedeli sul territorio, di sog-getto collettivo con articola-zioni vive) e gli ambiti (par-tire dal punto di vista delle persone e non dal nostro). Il tema “testimonianza e rela-zioni nell’ambiente digitale” è stato affrontato da Chiara Giaccardi, dell’Università Cattolica di Milano. L’am-biente digitale si caratterizza per una sempre più grande complessità, tanto da poter parlare di postmedialità o ipermedialità, uno spazio nel

quale noi siamo sempre espo-sti ai media e dove addirittu-ra siamo arrivati a possedere delle estensioni mediali (basti pensare alla diffusione di Fa-cebook e dei social network). Inoltre, lo spazio digitale del web 2.0 è ormai uno spazio veramente relazionale, inte-rattivo e cooperativo. Tutta-via, pur avendo ormai tutti la possibilità di dire qualcosa, il rischio è che ciò non signi-fica automaticamente essere ascoltati; infatti, se non ci si apre all’altro, non può esser-ci vera comunicazione. Con la testimonianza possiamo e dobbiamo trasformare l’am-biente digitale in un luogo di realizzazione dell’umano e di

libertà. Durante il seminario è stato presentato il nuovo bando di Progettazione So-ciale 2012, aperto alle realtà associative dell’Azione Cat-tolica o a quelle che si asso-ciano ad esse nel presentare delle proposte progettuali, secondo tre ambiti: l’anima-zione etica del territorio, at-traverso la promozione e la valorizzazione della persona in un contesto socio-lavorati-vo; la realizzazione di reti tra “generazioni” (ragazzi, giova-ni e adulti) incentivando la trasmissione di competenze, esperienze e buone prassi legate al tema del lavoro; lo sviluppo di sinergie tra “lavo-ratori in difficoltà” (inoccu-

pati, disoccupati, cassintegra-ti, precari, lavoratori in nero e immigrati) e mondo delle imprese (grandi imprese, artigiani, imprese familiari, commercianti, cooperative, ecc). Infine, il Mlac si prepa-ra a vivere in modo speciale la festa di San Giuseppe il prossimo 18 marzo, attraver-so la realizzazione di alcune attività di sensibilizzazione sul tema del lavoro, in alcune piazze simbolo della nostra Penisola, collegate tra di loro in maniera virtuale e condivi-se tramite Internet. Dal reale al virtuale, continuiamo ad evangelizzare (articolo com-pleto su sdt on line).

Fabio Di Nunno

L’Avvento e i giovani. Acr, i giovanissimi e i giovani di AC hanno vissuto, dal 16 al 18 dicembre a S. Andrea di Conza (Avellino), il ritiro di Avvento, dal titolo “Vorrei dirti di sì”. È stata per tutti un’esperienza davvero forte dal punto di vista spirituale. I partecipanti, divisi per età, hanno meditato, guidati da don Elio Santaniello (assistente diocesano giovani) e dal diacono Vincenzo Cimarelli, sulle pagine evangeliche dell'incontro di Maria con la cugina Elisabetta, dell'apparizione dell’Arcangelo Gabriele e sul Magnificat di Maria Vergine. Sono stati accompagnati a riflettere su alcuni atteggiamenti (svegliarsi, prendere, accogliere, fuggire, fidarsi) che rendono possibile una risposta alla chiamata del Signore. Altri momenti particolarmente intensi sono stati la veglia del sabato sera e la celebrazione eucaristica della domenica, con la “consegna” di un bambinello ai presenti, con l’impegno di “tornare a casa tenendo la porta sempre aperta per accogliere Gesù attraverso gli altri”. Renato Normanno e Assunta De Pascale

Il Mlac, i social network e la pastorale d’ambientePresentato il bando di Progettazione Sociale del 2012

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DENTRO LA DIOCESI SEGNI DEI TEMPI

Possesso canonico del parroco della Desolata a BagnoliNel giorno della solennità dell’Immacolato, a Bagnoli, monsignor Pascarella ha presieduto la celebrazione eucaristica per il possesso canonico del parroco di Maria SS. Desolata, don Raffaele Russo. Su sdt on line l’articolo di Maria Rosaria Merone con l’augurio della comunità parrocchiale a don Lello.

Giubileo sacerdotale di padre Erminio Albano Sabato 7 gennaio, la comunità parrocchiale di Santi Pietro e Paolo Apostoli a Quarto, ha festeggiato il giubileo sacerdotale del parroco, padre Erminio Albano sdv. La celebrazione eucaristica, alla quale hanno partecipato i sacerdoti della forania e i confratelli vocazionisti, è stata presieduta dal Padre Provinciale della Congregazione Vocazionista, don Giacomo Capraro. Per i 50 anni di sacer-dozio di padre Albano nella chiesa è stata anche posta una targa in marmo e al parroco è stata data una targa ricordo dal sindaco di Quarto, Massimo Carandente Giarrusso (su sdt on line articolo completo).

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Beato don Giustino M. Russolillo121° anniversario nascita (18.1.1891)

Domenica 15 a martedì 17 gennaio - triduo di preparazione predicato da p. Calogero Brancato sdv - Vicario Generaleore 17.00 - S. Rosario; ore 17.30 - S. Messa

Mercoledì 18- SS. Messe (ore 7; ore 9 animata parrocchia S. Famiglia;ore 10 animata parrocchia S. Giorgio; ore 11 animataparrocchia S. Maria Quarto; ore 12 presieduta da p. Giacomo Capraro sdv Provinciale d’Italia)- Presentazione 22° volume Opera omniaore 17.30 chiesa del Vocazionario- S. Messa parrocchia S. Famiglia (ore 18.30)presieduta da p. Ludovico Caputo sdv Superiore GeneraleVenerazione della reliquia del beato

Giovedì 19 (ore 19.30) Musical sulla vita del beatodella Compagnia teatrale Divine VocazioniCollegio Denza – Discesa Coroglio Napoli

(continua a pag. 12)

Vi è nell’aria un profondo senso di smarrimento, di

sfiducia, di rassegnazione, e soprattutto di paura del futu-ro. A dire il vero, non è che non ci siano ragioni, per vive-re in questo stato d’animo... Basti pensare alla situazione economica, ai gravi problemi del mondo del lavoro, alle prospettive non rosee in ogni campo. Come aspettarsi qual-cosa di bello, di nuovo, di ri-solutivo in senso positivo, in questa situazione? Mala tem-pora currunt, dicevano già i latini, figurarsi oggi. Non pos-so però fare a meno di chie-dermi: ma è davvero tutto qui? Davvero non c’è altro da fare che piangersi addosso, cadere nella depressione, guardare con angoscia al futuro? Dav-vero non c’è modo di recupe-rare quell’attesa carica di spe-ranza e di capacità di stupirsi di ciò che veniva donato dalla vita? Io penso che alcune cose possiamo farle, per andare in questa direzione. In primo

luogo, è necessario renderci conto che tutte le difficoltà di oggi nascono dalla precisa col-pa di essere vissuti per molto tempo al di sopra delle nostre capacità. Per molto, troppo, tempo, siamo stati cicale, e

non formiche. Abbiamo pen-sato, tutti, che fosse possibile continuare all’infinito a sper-perare, consumare, depre-dare (le nazioni più povere), sfruttare (le risorse altrui). Se ci rendiamo conto di questo,

siamo sulla buona strada: è possibile guardare con più fiducia al futuro se questo si-gnifica cambiare il nostro stile di vita, riscoprendo il valore di una maggiore sobrietà. Il nostro vescovo scriveva già nel 2008, nella sua Lettera Pastorale per la Quaresima: «Coltivare uno stile di vita sobrio ci fa uscire dalla logica del consumismo, che “man-tiene un persistente orienta-mento verso l’avere anziché verso l’essere”. La sobrietà è un modo di essere. Essa ci tira fuori dalle notevoli influenze del contesto sociale, in cui vi-viamo, rendendoci più liberi. Essa ci aiuta ad affrontare con più incisività la sfida cultu-rale che oggi il consumismo pone, evitando scenari futuri carichi di preoccupazioni per le giovani generazioni... La moderazione, se diventa una scelta di un gruppo o di una società, cambia la qualità della vita: assicura a tutti la possi-bilità di soddisfare i bisogni fondamentali e porta ad un minor dispendio di risorse».

Siamo ad un bivio, dunque: o pensiamo di continuare nel nostro modo solito di vivere, ed allora l’angoscia e i timori sono giustificati; o troviamo il coraggio di cambiare, ed allora si può essere più otti-misti. Aggiungo ancora altre due brevi considerazioni. Il cristiano, a questo discorso, unisce la consapevolezza che non è tutto “qui ed ora”, che vi è ben altro: recuperare un senso escatologico, la capacità cioè di “andare oltre” alle si-tuazioni del presente, aprendo il proprio sguardo all’invisibi-le, è oggi fondamentale. Ed infine, il cristiano sa meditare sulla storia, e questo significa che egli sa bene che possono esserci cadute e difficoltà, ma tutta la storia (anche persona-le) corre verso quel punto fina-le che è Gesù Cristo (il “punto Omega”, lo ha chiamato qual-cuno). Avere nel cuore queste certezze, di ragione e di fede insieme, aiuta allora senz’altro a dire con forza, speranza e gioia: Buon Anno a tutti!

Pino Natale

Con l’anno nuovo, alcune riflessioni sul senso dell’attesa e sulla paura del futuro: il cristiano mira al “punto Omega”

Basta cicale, si cambia stile di vitaCome recuperare la speranza e anche la capacità di stupirsi di ciò che veniva donato dalla vita?

Giuseppe Piscopo

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Udienza Pontificia - Pellegrinaggio a RomaMercoledì 15 febbraio 2012

L'Ufficio diocesano per il Turismo e lo Sport, su incarico del vescovo, monsignor Genna-ro Pascarella, ha organizzato un pellegrinaggio a Roma per l'udienza del Santo Padre.

L'importanza e la valenza ecclesiale di questa iniziativa risiedono nel desiderio di voler esprimere al Santo Padre il ringraziamento della Chiesa di Pozzuoli per aver in-viato il suo delegato, il Cardinale De Giorgi, in occasione della conclusione dell'anno paolino diocesano, e nel recarsi come pellegrini alla tomba dell'Apostolo delle genti.Sul sito www.diocesipozzuoli.org le notizie per aderire all’iniziativa.

Programma

Ore 8.30 - Arrivo al parcheggio Gregorio VII da dove si proseguirà a piedi per Piazza San Pietro.

Partecipazione all’udienza del Santo Padre Benedetto XVI.

Pranzo libero.

Ore 17.00 - Celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo, monsignor Gennaro Pascarella, al Santuario del Divino Amore.

Sistemazione in pullman e rientro previsto in tarda serata.

DENTRO LA DIOCESI

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SEGNI DEI TEMPI

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SCUOLA SEGNI DEI TEMPI

Al VII Circolo di Monterusciello il “giornalino della legalità”

Le due facce della medaglia della legalità sono da un lato i territori sempre più violentati da crimini efferati, agguati di camorra, morti bianche e, non ultimi, i reati stradali; dall’altro l’impegno istituzionale (Leggi, Circolari, Direttive del Ministero dell’Istruzione) che in questi ultimi anni è cresciuto. Neanche Pozzuoli è immune da tanta violenza, tuttavia anche qui la popolazione avverte maggiormente l’esigenza di capire, di sapere e, soprattutto, impegnarsi per la legalità.E sono le scuole che, adesso più che mai, stanno diventando partecipi di una nuova cultura, quella della legalità. Diversi istituti puteolani, infatti, nella programmazione hanno accolto tematiche di educazione alla legalità con numerose finalità: promozione di attività culturali, di studio e di ricerca finalizzate alla costruzione e allo sviluppo del concetto di legalità, l’acquisizione dei principi della Costituzione, nonché la valorizzazione del ruolo attivo della scuola come luogo di tutela dei diritti e di pratica di cittadinanza attiva, per essere cittadini consapevoli nella propria città, nel Paese e nel mondo.Anche il VII Circolo didattico di Monterusciello, in partenariato con l’associazione Libera, ha realizzato un progetto sulla Costituzione, che si è concluso con la produzione di un “giornalino della legalità”. Un interessante esperimento sul territorio di Pozzuoli dove sta per partire una nuova iniziativa di lotta alla criminalità, grazie alla nascita di un presidio di Libera nell’area dei Campi Flegrei. L’esperienza di Libera nelle scuole mostra in quanti modi diversi si può educare alla legalità. Non esiste un’età e un tipo di scuola specifico in cui iniziare a parlare di legalità: la scuola educa alla legalità attraverso il suo stesso essere scuola, è la prima istituzione in cui ci si confronta con gli altri, dove bisogna rispettare alcune regole e avere una precisa condotta. L’abbinamento Libera-Scuola anche a Pozzuoli rappresenta una risposta preventiva all’incalzare di fenomeni di illegalità e devianza sociale, partendo da cose concrete perché l’esperienza di questi anni ha insegnato che l’educazione alla legalità ha valore per gli studenti se non rappresenta qualcosa di astratto ma piuttosto si può applicare al “fare scuola”. Più facile, così, capire che le regole non sono e non vanno vissute come una imposizione: dalla più piccola alla più grande, tutte insieme esse rappresentano il risultato del patto sociale che garantisce libertà e dignità al singolo individuo, svolgimento ordinato e proficuo delle attività di apprendimento e crescita complessiva all’interno del gruppo.

Carmen Del Core

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Venti bambini di una quinta elementare della

scuola “Gianni Rodari” del III Circolo didattico di Pozzuoli hanno affrontato la “Missio-ne su Marte”, un’impegnativa prova che consisteva nel «pro-gettare, ingegnerizzare e pro-grammare» la copia del Rover, il robot della Nasa che prelevò campioni sul pianeta rosso. La manifestazione, promossa dall’ex assessore all’Innovazio-ne del comune di Pozzuoli Ma-rio Migliuolo in occasione delle iniziative per il centenario della Ibm, ha impegnato, nell’arco di circa tre ore, gli scolari divisi in quattro gruppi (ingegneria, controllo, programmazione e territorio), sotto il coordina-mento del gruppo di docenti e degli specialisti fatti interveni-re dalla casa madre e coordi-nati dal direttore della sede di Napoli Giuseppe Capocelli. E’ seguito un incontro con la partecipazione dei piccoli protagonisti, accompagnati dai giustamente orgogliosi genitori, e in cui, dopo l’in-tervento introduttivo della

dirigente scolastica Manuela Putzu e il saluto dell’Ufficio Scolastico Regionale, rappre-sentato da Paola Guillaro,

Migliuolo ha sottolineato la grande valenza didattico-educativa dell’evento, inserito nella programmazione ordi-

naria “processi per obiettivi e coordinamento tra team di lavoro”: una scommessa ini-ziata – ha ricordato – con la constatazione che «il terreno più fertile per l’innovazione e il cambiamento a tutti i livelli è rappresentato dai bambi-ni della scuola primaria, che hanno, infatti, confermato la fiducia, addirittura abbrevian-do i tempi dell’esperimento rispetto ai compagni delle classi superiori». Un risultato, sottolinea lo stesso docente, «che ci costringe ad un’atten-ta riflessione sui futuri piani di intervento nella società e nell’istituzione scolastica». Il direttore generale della Fon-dazione Ibm, Angelo Failla, ha promessodi regalare ec-cezionalmente alla scuola il sofisticato robot costruito dai bimbi, affinché si possa estendere l’esperimento ad altre classi e perché no, come ventilato dalla Putzu, istitui-re una vera e propria gara tra scuole. Da parte sua il diretto-re generale della Fondazione Idis, Luigi Amodio, che aveva

sostenuto l’azione didattica con una full immersion pre-ventiva dei piccoli scienziati nel planetario di Città della Scienza, ha anticipato la vo-lontà di ospitare la Rodari alla kermesse del 2012, il cui leit motiv sarà proprio lo spazio. Ringraziamenti finali, da parte di Giorgio Mottola del Gruppo di lavoro Cl@ssi 2.0 del MIUR, per la platea scolastica, i docenti e la diri-genza per avergli consentito di assistere, insieme al team che lo accompagnava, «a un esperimento così interessan-te, condotto peraltro proprio nella stupenda aula destina-ta al progetto che coordino, dove una classe della Rodari sarà impegnata in una didat-tica completamente multime-diale, con l’obiettivo che l’in-tero istituto diventi in breve “Scuola 2.0”». Gli stessi bam-bini impegnati nell’iniziativa, grazie alla collaborazione con la Fondazione Idis, saranno ospiti del planetario di Città della Scienza.

a.m.

Quando la didattica si sposa alle innovazioni tecnologiche: la bella esperienza di una classe della scuola Rodari di Pozzuoli

Missione su Marte per i baby ingegneriRealizzata la copia del robot Rover della Nasa con la collaborazione di Ibm e Città della Scienza

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Un’opportunità per la società(segue da pag. 1)L'Unione europea si trova ad affrontare un rapido invecchiamento della sua popola-zione e una riduzione del tasso di natalità. Pertanto viene sottolineata la necessità di tutelare la solidarietà tra le generazioni e favorire un invecchiamento sano. L’in-vecchiamento attivo costituisce un’opportunità per la società: basti pensare ai tanti anziani che aiutano il nucleo familiare, guardando i bambini e curando tante piccole faccende, ma anche ai tantissimi anziani che sono impegnati in tutta Italia in azioni di volontariato in ambito sociale e in quello culturale. Il nostro giornale, anche tra-mite la versione rinnovata del sito www.segnideitempi.it, nel corso dell’anno 2012 cercherà di presentare queste storie di vita e anche d’illustrare ciò che di positivo viene realizzato nell’area flegrea verso gli anziani. Sicuramente siamo consapevoli che in tal senso ci sono molte carenze nel nostro territorio, perché più volte il Centro Studi per il Volontariato ha rilevato che si dovrebbero attivare progetti maggior-mente strutturati a favore delle persone anziane, non limitandosi solo all’offerta di locali dove poter giocare a carte. Ma saranno importanti anche le idee e gli slanci che potranno arrivare sollecitati dal tema dell’Anno europeo. E tra le tante proposte già effettuate per questo nuovo anno 2012, appare significativa proprio la proposta fatta dall’Auser di un credito sociale da riconoscere alle persone anziane che svol-gono un impegno civico nella loro comunità. Ebbene, non sappiamo se alla fine dell’Anno europeo dell’invecchiamento attivo si riuscirà a raggiungere davvero un traguardo così alto. Sicuramente anche nei Campi Flegrei, la Chiesa e le organizza-zioni di volontariato possono raccogliere l’invito e cercare di costruire insieme un’a-zione di promozione in tal senso, stimolando anche le istituzioni perché, di fronte alla crisi, si possano individuare occasioni di ripresa e si riescano a creare reciproche opportunità per i giovani e per gli anziani. Carlo Lettieri

ASSOCIAZIONI

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SEGNI DEI TEMPI

Nel cuore di Toiano l’im-pegno dei genitori di

disabili per i loro figli e per il quartiere. Tante attività sociali e culturali con l’in-tento di “far uscire i ragaz-zi di casa”. È nel 1997 che nasce l’esperienza del Co-ordinamento Genitori dei portatori di Handicap, me-glio conosciuto con la sigla Cgh: un gruppo di mamme e papà che, insieme, si pon-gono giorno dopo giorno l’impegno di rendere la vita dei loro figli e di quella degli altri meno difficile puntando sulla socializzazione (nella foto con Alessandro Siani). La struttura si trova in via Quinto Fabio Massimo in locali dati in comodato d’u-so dal comune di Pozzuoli (riattivati dagli stessi soci). Quattro le aree delle attività dell’associazione. La prima area è il centro socio-educa-tivo. «Si tratta di laboratori pomeridiani – spiega Gen-naro Cavaliere, sociologo e collaboratore dell’associa-zione – che servono per far

stare insieme e accrescere le competenze. Si svolgo-no corsi di ceramica, ballo, attività motoria e teatro. I ragazzi familiarizzano con piacere e imparano tanto». Il gruppo teatrale è seguito da Francesco Sansone, regi-sta che coordina le attività della compagnia “Figli di un dio minore”. Con il gruppo teatrale i ragazzi hanno ma-turato una grande esperienza partecipando ad iniziative in tutta Italia come festival e manifestazioni socio-cultu-rali. Non manca lo spazio per le famiglie e i genitori. Una sala è riservata per l’attività di decoupage. Durante le manifestazioni vengono ven-duti gli oggetti e il ricavato delle vendite viene devoluto alle attività dell’associazio-ne. Le attività per i genitori sono anche un’occasione per creare gruppi di discussione e scambiare consigli. Molto seguito è il progetto Marco Polo. Consiste in gite socio-culturali con il pulmi-no comunale a musei, par-

chi, chiese. «È la cosa che i ragazzi preferiscono – spiega Giulia Ferrante, presidente – in un progetto che dura sei mesi e che si realizza grazie ai proventi del 5 per mille. Lo stiamo portando avanti da tre anni, ma è un servi-zio che ha i suoi costi anche perché c’è bisogno di molti operatori. Il nostro sogno è di avere un pullman con la pedana. Solo così riuscirem-mo a soddisfare tutti. Per questa ragione chiediamo a tutti un aiuto. Come geni-

tori di portatori di handicap il nostro obiettivo è di far uscire i ragazzi da casa, far loro conoscere il mondo». A finanziare l’associazione c’è anche la Legge 328 del 2000 anche perché la Cgh offre un servizio utile a tutti i comuni dell’Ambito Terri-toriale 4 (Pozzuoli, Quarto, Bacoli e Monte di Procida ma gli utenti arrivano anche da Giugliano e da Napoli, in particolare il quartiere di Soccavo). «Siamo aper-ti al territorio – spiega Pa-

squale De Rosa, tra i soci fondatori – e non a caso la nostra struttura ospita le fe-ste di compleanno di tante persone del quartiere. Anzi, ci considerano come parte integrante di Toiano. I no-stri ragazzi danno il meglio con il teatro: si calano nella parte e si sentono veramente liberi». Il Cgh è aperto tutti i giorni dal lunedì al venerdì dalle 16 alle 20. Il giovedì pomeriggio è presente un le-gale in sede.

c. b.

Quei ragazzi che escono di casa per scoprire il teatroToiano, la bella storia di genitori e figli disabili

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IDEE & PROGETTI

Alla fine dell’anno scorso si è svolto, nella Biblioteca

Civica “Raffaele Artigliere” di Pozzuoli, il convegno “Pena di morte e pena di vivere”, orga-nizzato dalla Coalizione Italia-na Contro la Pena di Morte Onlus. La Coalit è stata fon-data a Napoli nel 1997 con lo scopo di informare e formare i cittadini italiani e stranieri sui temi della legalità e dei diritti umani, in Italia ed all'estero, e in particolare sull'applica-zione della pena di morte nel mondo. Il convegno, patroci-nato dal comune di Pozzuoli, è stato progettato in sinergia con l’associazione Sacco e Vanzetti, la diocesi di Pozzuo-li, la Fondazione Paulus e la comunità di Sant’Egidio. Una platea molto attenta, forma-ta soprattutto da giovani, ha ascoltato affascinata i nume-rosi interventi. Erano, infatti, presenti all’incontro gli alunni dell'Istituto Virgilio e dell'ITI Tassinari di Pozzuoli, nonché i ragazzi dell'ISIS di Quarto. Particolarmente drammatica è stata la testimonianza di Joa-

quin Josè Martinez, ex dete-nuto del braccio della morte (nella foto), che ha raccontato della sua vita, dalla realizza-zione del sogno americano - lavoro, casa, guadagno - alla falsa accusa di aver commesso un duplice omicidio, a causa del quale, per ben 37 mesi, ha vissuto l’incubo di essere giustiziato da innocente. Infi-ne la scarcerazione, dopo che è stata dimostrata la sua non

colpevolezza. Il suo interven-to è sembrato quasi surreale. Nonostante abbia subito ves-sazioni fisiche e psicologiche ingiustamente, Martinez è lu-cido nello spiegare il suo caso: «Io sono stato molto fortuna-to, perché la mia vicenda ha fatto scalpore, arrivando fino a diverse personalità della Corte Europea, alla Famiglia reale di Spagna e perfino a Papa Gio-vanni Paolo II, creando un

caso mediatico che all’epoca mise pressione sulla giustizia americana. Solo così ebbi la possibilità di subire un nuovo processo, che finalmente sta-bilì la mia innocenza».Fortissime anche le emozioni suscitate dalla testimonianza di Fernanda Sacco, nipote di Ferdinando Nicola Sacco, il quale, insieme a Bartolomeo Vanzetti, entrambi anarchici italiani, furono arrestati, pro-

cessati e giustiziati sulla sedia elettrica il 23 agosto del 1927 negli Stati Uniti: sono stati ri-abilitati 40 anni dopo. L’idea di organizzare tale ini-ziativa a Pozzuoli è dovuta alla presenza dell’associazio-ne Coalit anche sul territorio flegreo. La vice-presidente dell’associazione Michela Mancini ha, infatti, in questi ultimi anni, messo in atto una serie di iniziative e di progetti di diffusione del tema della le-galità, oltre a consentire ai cit-tadini la possibilità di usufru-ire di uno Sportello Legalità: un servizio di orientamento legale gratuito per i minori e gli adulti della comunità che hanno subito particolari in-giustizie o a cui sono stati ne-gati i diritti; e di uno Sportel-lo Psicologico, che offrire un supporto psicologico volto a sostenere l'emergenza emotiva per coloro che hanno necessità di ascolto competente da par-te di psicologi professionisti, e di spazio per una prima elabo-razione del danno ricevuto.

Carmen Del Core

Per un lavoro di ricerca sui militari italiani sotto il regime nazionalsociali-sta, è importante raccogliere informazioni, documentazioni e testimonianze su persone che nel periodo 1943-1945 furono internate come IMI (Internati Militari Italiani) o come lavoratori civili in diversi campi di lavoro nella città di Berlino, in particolar modo nel campo di lavoro GBI 75/76 di Niederschoenew-eide, conosciuto anche come Treptow 110. Il campo è sito nella parte sud-est della città sulla Britzer Strasse all'angolo con la Köllnische Straße e la Rudower Strasse, nelle vicinanze del fiume Spree e di una chiesa. Per contribuire alla conservazione della memoria storica, contattare: Federica Dalla Pria - via Egheti, 40 - 38016 Mezzocorona (TN) – e-mail: [email protected] - tel: 0461603420 – 3391913669.

gennaio2012

A Pozzuoli un convegno della Coalit per far conoscere ai giovani l’assurdità della pena capitale nei Paesi che l’applicano

«Io, innocente, a un passo dalla morte»La testimonianza di Joaquin Josè Martinez e della nipote di Nicola Sacco, ucciso con Vanzetti

SEGNI DEI TEMPI

Centro diocesano per la pastorale della cultura

Visita alla chiesa del SS. Corpo di Cristo

Tutte le domeniche (dalle ore 10.00 alle 12.30)con sospensione delle visite

durante la celebrazione della S. Messa (ore 11)

Iniziativa curata dalla

Associazione Nemea

nell’ambito delle attività

per la custodia, la tutela

e la valorizzazione

dei beni culturali ecclesiastici

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SPORT

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La rappresentativa del San Michele Arcangelo

è risultata la migliore squa-dra dell’edizione 2011 del “Torneo di Natale”, tradi-zionale manifestazione di calcio a cinque organizzata dal Centro Sportivo Italia-no – Centro Zona Pozzuoli. I ragazzi della parrocchia di Toiano si sono imposti nel-la categoria Under 14 con un filotto di vittorie, senza subire reti. Un buon grup-po ben amalgamato dai re-sponsabili e che promette di regalare nuove e più ricche soddisfazioni al circolo par-rocchiale di nuova nascita. La kermesse, che ha goduto del patrocinio dell’Azienda di cura soggiorno e turismo flegrea, della Pro Loco Poz-zuoli e della fattiva colla-borazione dell’associazione di volontariato del servizio civile “Un’ala di riserva”, ha messo insieme per il settimo anno consecutivo trecento giovani e giovanissimi del-le parrocchie della diocesi flegrea e delle associazioni

socio-sportive del territorio. La manifestazione ha avu-to come sedi operative due strutture sportive, Quarto e Licola, messe a disposizione da don Genny Guardascio-ne, parroco del Gesù Divi-no Maestro e da Giuseppe Esposito presidente dell’as-sociazione “Gardenia”, sito che ospitò la prima edizione del torneo. Nei due giorni di gara si sono affrontate 25 squadre suddivise in quattro categorie comprendenti gio-vani tra i nove ed i diciasset-te anni. La parte del leone, comunque, l’ha recitata il Gardenia Licola che si è im-posto nelle categorie Under 10, Under 12 ed Under16. Oltre al Gardenia e ai già ci-tati giovani di Toiano, da ci-tare San Massimo, secondo nell’Under 12 e nell’Under 16, e le rappresentative della Medaglia Miracolosa, di SS. Pietro e Paolo, del Divino Maestro e del S. Cristina alla prima partecipazione. Bene anche le squadre del II Circolo didattico-Quarto-

Scuola Team calcio. «La manifestazione è stata ricca di emozioni – ha sot-tolineato Fortunato Grippa, presidente della Commis-sione Calcio Csi Pozzuoli – oltre a costituire momen-to aggregativo, ha esaltato l’abnegazione e la generosità dei ragazzi. Importante an-che il confronto tra giovani di diversa estrazione ter-ritoriale con possibilità di passarsi esperienze e creare nuove relazioni, fondamen-tali sul piano educativo e formativo. In conclusione una maratona ludico-ago-nistica entusiasmante con gare sempre tirate e ragaz-zi vogliosi di vincere nel rispetto dei regolamenti». Emblematica sotto il profi-lo agonistico-emozionale la sfida tra Gardenia e Meda-glia Miracolosa decisa solo dopo 14 calci di rigore con i ragazzi dei due team, co-munque, pronti al triplice fischio di chiusura a strin-gersi la mano.

Giuseppe Moio

Torneo di Natale: sono stati trecento, giovani e fortiSuccesso della manifestazione di calcio a 5 del Csi

Gli aneddoti e le persone che hanno fatto grande la Puteolana. “Storia e personaggi della tradizione calcistica puteolana” è il nuovo libro di Gennaro Gaudino: un nuovo atto di amore del giornalista e storico sportivo per la ma-glia granata. E’ una pubblicazione che l’autore ha voluto stampare in proprio, senza il sostegno di editori, pagine in cui c’è tutto un secolo. Non solo partite con vittorie da celebrare e sconfitte da dimenticare, ma anche la vita della città e della sua gente che si intreccia con quella della squadra. E Gaudino ci insegna, attraverso la passione per il calcio (quello vero) e l’amore per la propria terra. Pochi sanno che il 4 giugno del 1922 la Puteolana disputò la finale del Centro-Sud, una sorta di semifinale per lo scudetto. Per la crona-ca: i Diavoli Rossi furono battuti 2 a 0 dalla Fortitudo Roma (futura compa-gine che diede vita, nel 1927, all’A. s. Roma). Poi la squadra laziale perse in finale con la Pro Vercelli che divenne Campione d’Italia. Ma la storia scrit-ta con i gol e le gambe dei giocatori

granata non finì lì. Tra alti e bassi la Puteolana ha sempre rappresentato l’a-nima di Pozzuoli. Una storia emble-matica: è l’8 marzo 1970, cinque gior-ni prima il Rione Terra è evacuato per il bradisisma. La gente lascia le case per non tornarci mai più. I Diavoli Rossi giocano la domenica successiva contro la Mondragonese. Gli spalti del cam-po di Arco Felice sono pieni come non mai. La gente in fuga si ritrova allo stadio e si unisce intorno alla squadra cittadina. I granata giocano con l’ani-ma e vincono con un punteggio entrato nella storia: 7 a 1. Per Gaudino nel-la storia della Puteolana non ci sono personaggi grandi e piccoli. Tutti han-no contribuito alla sua leggenda: dal dirigente al goleador, da chi è riuscito ad arrivare in Nazionale a chi, sfortu-nato, si è dovuto accontentare di una carriera meno gloriosa. E i personaggi ci sono tutti, compresa la Loren. Nel libro, anche una foto di una giovanissi-ma Sophia, in posa tra i giocatori della squadra. Erano gli anni ‘40…

c. b.

I miti della Puteolana

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SEGNI DEI TEMPI

Oratorio Cup si riparte con il 2012. Dopo il successo riscosso lo scorso anno dalla manifestazione del Csi aperta alle parrocchie del-le sette diocesi della provincia di Napoli, quest’anno c’è il bis. Ha già dato il proprio assenso il cardinale di Napoli, Crescenzio Sepe, an-nunciandolo in occasione del Giubileo dello Sport. I “Giochi all’om-bra dl campanile” prevedono una fase diocesana ed una interdioce-sana conclusiva. Lo scorso anno per la diocesi di Pozzuoli presero parte alla fase finale svoltasi a Casoria le parrocchie dei SS. Pietro e Paolo di Soccavo e di Gesù Divino Maestro di Quarto; quest’ultima conquistò il secondo posto nel calcio a cinque Under 12. Tra le di-scipline previste il calcio a cinque, il dodgeball, la corsa campestre, il tennis tavolo, l’atletica leggera e la pallavolo.

Le sfide dello sport. Al tradizionale meeting del Centro Sportivo Italiano ad Assisi che conclude l’anno solare associativo era presen-te anche il Csi Pozzuoli con una propria delegazione. Davanti ai 600 partecipanti in platea sono sfilati autorevoli ospiti del mondo dello Sport, della Chiesa, delle Istituzioni. Sul tema della 11ma edizione “L’educazione sfida lo sport- tra alleanze, sguardi profetici e segni di speranza" si sono confrontati don Mario Lusek, Felice Pulici, il portavoce della Federazione Italiana Sordi che ha proposto un inno di Mameli da brividi, Renzo Ulivieri, don Antonio Mazzi e Raffaele Pagnozzi, segretario del Coni. Al meeting umbro è giunto anche il messaggio del cardinale Tettamanzi. L’ex pilota Zanardi è stato scel-to come "modello per i giovani" da una giuria di ragazzi Csi.

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TAM TAM

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Con l’appuntamento na-talizio del 29 dicembre

alla chiesa di san Giuseppe si è chiuso un 2011 ricco di eventi che hanno contrad-distinto l’attività di valoriz-zazione dei beni culturali da parte del Vicariato per la pastorale della cultura della diocesi di Pozzuoli. L’evento, promosso dall’Associazione Nemea e realizzato con la fat-tiva collaborazione di Tonino Testa, rientra nella promo-zione dell’Itinerario Paolino e nel programma “L’inverno dei Campi Flegrei” promosso dall’Azienda di cura, soggior-no e turismo di Pozzuoli.“Parole in note tra luci ed ombre” (testi e musiche di Francesco Lemma; voci di Carmine Amodio e Luciana Sposato) è un viaggio tra miti e leggende flegrei narrati nel-la splendida chiesa illuminata soltanto da trecento fiammel-le. Uno spettacolo suggestivo, dunque. Grazie a scenografia, musica e parole quasi si ma-terializzano il delfino Simone, San Gennaro, la “guerriera”

Maria Puteolana, la signora Lucia a raccontarci la storia della città.Una storia, quella di Pozzuo-li, indissolubilmente legata al fenomeno del bradisisma che, secondo una fonte greca del IX secolo nota come Atti Apocrifi di San Pietro e San Paolo, allarma la città sin dal I secolo d.C. Un castigo divino, secondo la leggenda invocato da San Paolo per punire i pu-teolani che avevano condan-nato a morte, scambiandolo per l’apostolo, il capitano

Dioscurus. «E videro la cit-tà, quella chiamata Pozzuoli, sommersa nel fondo del mare, alla profondità di un braccio. E lì rimase sotto il mare, fino ad oggi, come un monumen-to».Secoli di inabissamenti e in-nalzamenti documentati dalle colonne del Macellum e che il 2 marzo 1970 culminaro-no nell’ordine di evacuazione dell’antico castro. Il dramma che colpì le famiglie sul Ri-one Terra rivive attraverso il racconto della disperazione

di una donna costretta ad abbandonare la propria casa, il proprio mondo. A coloro che la esortavano a scappare, a salvare le proprie cose, infatti, l’anziana donna rispondeva: «E dove? Io sono sola. Questa gente è la mia famiglia».Ancora Pozzuoli e il suo stret-to rapporto, questa volta, con il mare, raccontato nella pri-ma delle poesie di Francesco Lemma, “La Tovaglia”. Quel mare odiato perché “tut-to puzza di pesce” ma tanto amato perché senza il mare

non si può stare. Così come la famiglia e la fede, una to-vaglia bianca la quale è bene non imbrattare.La riflessione sul Natale è, invece, affidata ad altre due poesie di Lemma. “Un compleanno” che si ri-pete da ben 2.000 anni e che oggi ci presenterebbe una sacra famiglia moderna com-posta dal capofamiglia, Giu-seppe, sempre impegnato in falegnameria e goloso di alici indorate e fritte, la madre, Maria, orgogliosa del suo figliolo speciale come tutti i bambini, ma con quel qual-cosa in più che lo farà amare da tutti, e un piccolo Gesù, bambino diligente e educato, grande sognatore ed eccellen-te nuotatore.“E meno male che c’è il Na-tale”: Seppur fosse solo «una scusa, una fantasia, un trucco, un’invenzione, un’illusione col-lettiva» è, infatti, l’occasione migliore per ricordare la storia della città e insieme la nostra Storia.

Laura Sassu

Nella chiesa di san Giuseppe “Parole in note tra luci ed ombre”, l’evento della Nemea per la rassegna dell’Azienda di turismo

Quando la Sacra Famiglia è puteolanaUna serata speciale: poesie, voci, musiche e… fiammelle per “illuminare” la storia della città

Gli appuntamenti flegrei

Anche in pieno inverno continuano le attività socioculturali promosse delle associazioni, dalle cooperative e dalle imprese del territorio flegreo. L’Azienda di cura, soggiorno e turismo ha pubblicato il cartellone invernale: si tratta di manifestazioni culturali, enogastronomiche, musicali, sportive e di visite gui-date ai monumenti e ai siti ambientali. Gli eventi si svolgono a Pozzuoli, Bacoli e Quarto. Ecco le prossime iniziative. Gennaio: venerdì 20 (ore 20,30) l’associa-zione Lux in Fabula presenta “Di-Segno In-Segno”: opere grafiche di Martina Peluso dal titolo “C’era una volta”; sede dell’associazione in via Rampe dei Cap-puccini, 5 Pozzuoli; info: 081.020336 – [email protected] – luxinfabula.it. Nel-lo stesso giorno (ore 20,30) alla pizzeria Cratere del Complesso Hotel Agave: “Pizza cà Taranta” i ritmi antichi della taranta e della pizzica; info: 081.5249961 - [email protected] - agavehotel.it. Domenica 29 (dalle ore 10,30 alle 13,30) l’associazione Flegrea Park organizza “Fotografando i Laghi Flegrei”, escursione con breve workshop fotografico per conoscere i laghi flegrei ed imparare ad ottenere il meglio da ogni foto con l’aiuto di un esperto di fotografia; info: 392.6421465 – [email protected] – flegreapark.it. Febbraio: venerdì 3 (ore 20,30) l’associazione Lux in Fabula presenta “Di-Segno In-Segno”: fotografie di Francesco Mirabella “Pensieri Perduti” mentre venerdì 17 presenta le opere pittoriche di Nunzio Figliolini “Trilogy”; sede dell’associazione in via Rampe dei Cappuccini, 5 Pozzuoli; tel.081.020336 – [email protected] – luxinfabula.it. Da sabato 18 a lunedì 20 il Centro Sportivo Italiano Pozzuoli organizza “Torneo di Carnevale”, manifestazione di calcio a cinque, pallavolo e tennis tavolo; si gioca a Bacoli (campo Castello di Baia e parrocchia San Gioacchino), Pozzuoli (campetto Villaggio del Fanciullo), Quarto (campetto Divino Maestro). Info: Csi Pozzuoli - via Annunziata, 5 – [email protected]. – tel. 0813658812.

Spazio alla solidarietà

Proseguono nell’Open Center di Pozzuoli, le tante iniziative per la città, dopo il fitto calendario di eventi realizzati nel periodo natalizio, che si è concluso con l’iniziativa di solidarietà “Raccolta di coperte per i senzatetto”. Volontari della Croce Rossa Italiana hanno raccolto nella sede di Città dell’Essere, coperte nuove o usate, ma in buono stato, per contribuire a “riscaldare l’inverno delle persone meno fortunate”.Per informazioni sulle iniziative e sulle prossime attività, si può contattare la segreteria organizzativa della cooperativa sociale Città dell’Essere (lunedì a venerdì, dalle ore 9 alle 19), in Via C. Rufo, 20 a Pozzuoli.

Verso la primavera nei Campi Flegrei

Tutte le organizzazioni che intendono aderire al prossimo progetto aggrega-tivo proposto dall'Azienda autonoma di cura soggiorno turismo di Pozzuoli e che intendono realizzare un evento nel periodo 21 marzo - 20 giugno 2012, dovranno far pervenire, entro e non oltre il 29 febbraio, una mail a [email protected] con le seguenti indicazioni: data, ora, luogo, nome dell'associazione/imprenditore, titolo della manifestazione, breve descrizione dell'evento, il costo se a pagamento, info (recapiti telefonici, sito, mail).

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16gennaio2012

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