GEN-MAR - Erboristeriadomani

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424 ERBORISTERIA domani ISSN 1721-5676 Trimestrale. Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, LO/MI 424 GEN-MAR

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ERBORISTERIAdomani•ISSN 1721-5676 Trimestrale. Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, LO/MI

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EDITORIALE • Modelli realizzati 3

FILIERE E MERCATIFILO DIRETTO 4

ESPERIENZE 8Estratti botanici: opportunità e sfide • A. Zangara

MEETING POINT 14Raccolta etica e sviluppo scientifico: su Pelargonium sidoides un modello di approccio alla fitofarmacopea africana

Negli infusi il profumo del Portogallo storico

Come dare vita a una filiera erboristica e biologica che nasce in Tirolo e arriva in Sicilia

POST SHOW 18La piattaforma BIOFACH VIVANESS eSPECIAL resta online:

appuntamento in fiera dal 15 al 18 febbraio 2022

COSMESI BIO 20Tra naturalità e greenwashing: la cosmesi naturale vista

dai consumatori • D. Benelli in collaborazione con NATRUE

SCIENZA E TECNICAREVIEW 25Fitocosmesi, fitoterapia, nutrizione: dati ed evidenze

dalla ricerca • P. Poggi e M. Monti

MONOGRAFIA 42Euforbia: i poteri del lattice • P. Poggi

SCHEDE COLTURALI 50Menta piperita • S. Biffi

CULTURA

STORIE OFFICINALI 54Solanum scabrum, un alleato inaspettato nell’orto • S. Siviero

PAESI E POPOLI 60Piante medicinali e spezie: l’altro tesoro sul suolo dell’Iran • S. Yavari

ERBORISTERIAdomani•

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424GEN-MAR 2021 Sommario

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ERBORISTERIAdomani•Direttore responsabile Francesco Redaelli [email protected]

Direttore scientifico editoriale Demetrio Benelli [email protected]

Responsabile di redazioneSerena Ponso [email protected]

Progetto grafico e impaginazione Serena Dori [email protected] Gilardi [email protected]

AutoriSauro Biffi, Marcello Monti, Paolo Poggi, Simone Siviero, Sam Yavari, Andrea Zangara.Si ringraziano per la collaborazione Mark Smith, direttore generale NATRUE, e Ana Ledesma Claros, responsabile comunicazione NATRUE.

Nota: le foto contraddistinte con la sigla c sono pubblicate secondo i principi Creative Commons (non sono state modificate, è citato l’autore, e possono essere riprodotte liberamente).

Foto di copertina: Hibiscus rosa sinensis (c Dinesh Valke)

Stampa e fotolito: Faenza printing industries SpaPoste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, LO/MI

Iscrizioni Elenco Periodici della Cancelleria: Trib. MI n. 264 del 26-6-1978. Registro Nazionale della Stampa: (L 416/1981) in data 28-10-1982 con il n. 467

TiraturaAbbonamenti e diffusione Trimestrale 4 numeri annui (cartaceo + online). L’abbonamento decorre dal primo numero raggiungibile.• Italia annuo € 80.00 • Italia biennale € 150.00

Banca Popolare di Sondrio IT 88 T 05696 01630 000009520X29

IVA assolta dall’editore.

Copyright CEC Editore - Milanotutti i diritti sono riservati. La riproduzione dei contenuti, totale o parziale, è soggetta a preventiva approvazione della CEC Editore.Legge sulla privacy l’Editore garantisce la massima riservatezza dei dati in suo possesso, forniti dagli abbonati, fatto diritto, in ogni caso, per l’interessato di richiederne gratuitamente la rettifica o la cancellazione ai sensi del D.lgs 196/03. L’Editore non assume responsabilità per le opinioni espresse dagli Autori e per eventuali errori riportati negli articoli. Il materiale pubblicitario si intende essere conforme a standard etici: la stampa di tale materiale non costituisce la garanzia della qualità del prodotto e della veridicità dei claim.

CEC Editore pubblica anche:L’Integratore Nutrizionale - Cosmetic TechnologyMakeUp Technology - Legislazione CosmeticaLibri scientifici nell’area cosmetica, nutrizionale e erboristica

Laura Cornara

Professore Associato di Botanica Generale, DISTAV Università

degli Studi di Genova

Luca Gelardi

Layn Natural Ingredients, direttore sviluppo nutraceutica Europa

Alberto Manzo

Funzionario Tecnico MIPAAF, D.G. Promozione Qualità

Agroalimentare

Fausto Mearelli

Direttore Scientifico - Erbamea

Paolo Morazzoni

Bonollo Divisione Nutraceutica, scientific advisor

Paolo Poggi

Chimico e documentalista

Franco Francesco Vincieri

Professore Emerito Università degli Studi di Firenze

AGRIEVRA • [email protected] 53

ESI • www.esi.it IV COP

L’Amande • www.lamande.it III COP

L’Erbolario • www.erbolario.com II COP

A. Minardi & Figli • www.minardierbe.it 17

Comitato Scientifico

Elenco Inserzionisti

Via Primaticcio, 165 - 20147 Milanotel 02 [email protected] • www.ceceditore.comEDITORE

L’informazionea portata di tutti

www.erboristeriadomani.it

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EDITORIALE

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Modelli realizzatiTre differenti realtà: tutte e tre moderne, ma nate nel rispetto del passato; innovative, eppure fondate su conoscenze antiche e sulla volontà di conservare integri territori e ambienti naturali; basate su valori comuni, anche se realizzate a migliaia di chilometri di distanza tra loro. Tre modelli di impresa diversi per organizzazione, obiettivi, prodotti, e quindi tre esempi interessanti delle molte opportunità che continuano a presentarsi per lavorare con le piante officinali, e che vi presenteremo più avanti su queste pagine.Le abbiamo incontrate sulla piattaforma di BIOFACH VIVANESS eSPECIAL, l’esperimento online della manifestazione di Norimberga che ha riunito per tre giornate gli addetti ai lavori del biologico di tutto il mondo, con una program-mazione ininterrotta di dibattiti, seminari e dimostrazioni, e una altrettanto fitta trama di connessioni one-to-one con cui tutti hanno fatto il possibile per mantenere attive le proprie relazioni professionali e commerciali, in attesa di tornare a incontrarsi direttamente. La prima è una moderna espressione dell’etnofarmacopea africana. Il potenziale terapeutico nascosto nella natura del continente è ancora tutto da scoprire e gli utilizzatori tradizionali ci aiutano a farlo. Partenariato etico con le comu-nità locali, consapevolezza dei limiti imposti dalla difesa della biodiversità, avanzamento delle conoscenze scientifi-che attraverso collaborazione e condivisione del lavoro di ricerca: questi i valori che caratterizzano questo progetto, che ha già visto i propri estratti venire riconosciuti dal protocollo europeo per la formulazione di farmaci di tradizione erboristica. Punti di forza: sostenibilità nella raccolta e condivisione dei benefici, filiera industriale dei principi attivi, mercato internazionale, ricerca scientifica.Nel secondo esempio i valori da riscoprire appartengono alla tradizione di un Paese europeo, il Portogallo, e alla sua storia secolare. Il più classico prodotto erboristico, l’infuso, è il pilastro del progetto: per dare vita a miscele capaci di risvegliare e trasmettere i profumi, i colori e il calore dei paesaggi e dei monumenti storici del territorio, è nata una filiera corta che va dalla coltivazione delle erbe alla trasformazione in infuso, alla commercializzazione online. In questo caso abbiamo un prodotto “gourmet”, per dirla con lo chef, confezionato e proposto con cura, che intende inserirsi gradevolmente nelle abitudini di uno stile di vita tutto continentale. Punti di forza: legame con il territorio, integrazione della filiera, e-commerce raffinato, supportato da un marketing attento e curato. Il terzo esempio, infine, ci riporta in Italia, per riscoprire prima di tutto come è vario e composito il nostro Paese. Una realtà che nasce dalla tradizione fitoterapica del Tirolo, da una famiglia che ha conservato le ricette e le lavorazioni dei rimedi del secolo scorso, e che per continuare a realizzarli con sistemi artigianali (gli unici in grado di garantire l’integrità delle componenti della matrice vegetale utilizzata) si è organizzata per ripristinare un sistema di raccolta della flora spontanea, con la capacità di sostenere quest’attività attraverso tutta l’Italia, dalle coste toscane alla Sicilia, per disporre anche di derivati della flora mediterranea. Ne è nata una rete di collaborazioni che coinvolge giovani e molte donne, in un’attività complementare che permette di creare reddito integrativo e gratificazione dal riconosci-mento del valore del proprio lavoro. Punti di forza: lavorazione del fresco, laboratorio di fitopreparazione, collabora-zione con medici fitoterapeuti, impatto sociale dell’attività.Queste sono solo alcune delle molte filiere officinali presenti sulla piattaforma, che ha avuto proprio il merito di portare in luce, allo stesso livello, grandi e piccoli progetti di impresa (e che per inciso è ancora consultabile tramite il sito della manifestazione); ma sono interessanti e possono aiutarci a dare un’idea di come il comparto officinale si stia evolvendo attraverso modalità nuove di produzione, valorizzazione e commercializzazione rispetto alla strut-tura del mercato che conosciamo.La difficile fase che stiamo attraversando, con le tante limitazioni imposte dalla lunga evoluzione della pandemia, non è la sola causa di queste trasformazioni, ma certamente concorre a plasmarle.Attraverso queste esperienze possiamo dunque individuare percorsi attraverso i quali avviare la vera ripresa e un nuovo sviluppo.

Demetrio Benelli

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L’Amande ama viaggiare, almeno con la fantasia in questi “momenti storici”, e predilige utilizzare materie prime di origine italiana caratteristiche della regione che esplora. Fiori e Bacche di Sardegna è la nuova linea 2021 con oli essenziali biologici di Mirto, Ginepro ed Elicriso da agri-coltura biologica.Mirto, Ginepro, Lentisco, ma anche Alloro, Cisto ed Eucalipto sono solo alcune tra le bacche più diffuse della macchia mediterranea sarda, dove la brezza del mare soffia portando il suo fresco respiro salato. Dove i fiori e le erbe spontanee diffondono la loro fragranza, creando quel bouquet, così unico e irripetibile, che tutti por-tiamo nel cuore. Per non parlare del liquore simbolo stesso di Sardegna, il Mirto, ancora oggi preparato artigia-nalmente in molte case. L’Amande ha voluto catturare la vera anima sarda, arricchendo le sue formulazioni con oli essenziali biologici dalle proprietà dermopurificanti, antiradicali liberi e balsamiche. Tutti i prodotti sono testati dermatologicamente. Al fine di tutelare le pelli più sensibili, riducendo i rischi di rea-zioni allergiche, subiscono il test sui 7 metalli: nichel, piombo, arsenico, cadmio, mercurio, antimonio e cromo.Non contengono alcol, peg, parabeni, coloranti, siliconi; sono gluten free, per garantirne l’uso a chi è soggetto a sensibilità cutanea, e vegan, per chi non vuole usare prodotti che contengano derivati da animali.La nuova linea è composta da tre prodotti delicati legati alla detergenza della persona, ideali per tutta la fami-glia, e tre prodotti per la cura della pelle: Il tradizionale Sapone Da Toeletta Vegetale, delicato e cremoso, deterge senza irritare grazie alla formulazione neutra; il Sapone Liquido Vegetale per mani e corpo derivato dall’olio di oliva, ricco quindi di vitamina E, antiossidante naturale; il Bagno Schiuma concentrato, proprietà balsamiche e riequilibranti per l’utilizzo quotidiano. La sua formulazione è particolarmente delicata da utilizzare, con una bella schiuma per un bagno caldo rilassante o sotto la doccia.Ora possiamo idratare con la Crema Corpo a rapido assorbimento, proprietà dermopurificanti e astringenti che contrastano le impurità della pelle, ricca di vitamina E, P e acido ialuronico.Iniziamo la giornata profumata con il Deodorante Spray senza gas e senza alcol. Formulato per contrastare i cattivi odori causati dalla flora batterica, senza ostacolare la normale traspirazione cutanea.Ormai è tradizione preparare l’Acqua Profumata, una spe-ciale microemulsione profu-mata per il corpo senza alcol, arricchita con gli oli essenziali di Mirto, Ginepro ed Elicriso da coltivazioni biologiche. Idrata e contrasta le impurità della pelle. Si consiglia di nebulizzarla sul corpo più volte al giorno per un migliore effetto benessere.

fiori e BaccHe di sardeGna: la nuova linea L’Amande marseille

L’Amande

www.lamande.it

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www.erbolario.com

Il fascino della Vaniglia viene da lontano. Aroma soave e potente del difficile frutto di un’Orchidea, seppe conquistare in tutta dolcezza l’intera Europa grazie soprattutto alla fama delle sue virtù afrodisiache.L’Erbolario la propone in due linee: Vaniglia e Vaniglia e Zenzero. Il Profumo, proposta fiorita unisex che più di ogni altra sa ingolosire, è l’aroma caldo e dolce, dolcissimo, della Vaniglia di Thaiti, con note di Fior di Mandorlo, Ylang Ylang e Muschio.Grazie al Bagnoschiuma, anche la pelle più delicata potrà uscire dall’acqua detersa, morbida e fragrante, dolce-mente profumata. Mentre l’Estratto e l’Acqua distillata di Vaniglia rivelano doti rinfrescanti e tonificanti, gli ami-noacidi da Tapioca e Canna da Zucchero proteggono dalla disidratazione cutanea. La Crema Profumata per il Corpo ha aroma soave e potente, prediletto dagli Aztechi che ne insaporivano le loro bevande di cioccolato, le conserve e il tabacco. Scoperto dagli spagnoli, il fascino della Vaniglia conquistò in dolcezza l’Europa. In questa Crema, l’estratto di Vaniglia tonificante e idratante fa corona alle virtù degli oli di Macadamia e di Girasole biologico, capaci di nutrire e ammorbidire la pelle del corpo.I tre prodotti si ritrovano anche nella variante della linea Vaniglia e Zenzero, dove i due caratteri opposti, la dolce, morbida Vaniglia e lo Zenzero bizzarro e piccante, sanno smussare i loro eccessi ed esaltare reciprocamente le loro virtù.Nel Profumo Vaniglia e Zenzero, gli accenti piccanti e agrumati di Zenzero, con nota sottile ma decisa, risve-gliano l’aroma soave della Vaniglia, resa qui meno dolce, più frizzante e sfuggente.Nel Bagnoschiuma Vaniglia e Zenzero, per un vero bagno di piacere o per un’inebriante cascata di spumose bollicine sotto la doccia, l’inconfondibile sentore della Vaniglia si spande, speziato dal tocco ricco, legnoso e agru-mato dello Zenzero. L’Estratto di Fior di Loto e le Proteine del Riso regalano dolcezza e assicurano idratazione alla vostra epidermide, che risulterà perfettamente detersa ma morbida, vellutata e tutta vestita di dura-tura fragranza.Oli di Gemme di Riso e di Jojoba arricchiscono, con le loro ottime proprietà emollienti e rassodanti, la Crema profumata alla Vaniglia e allo Zenzeroe fanno corona anche qui all’azione dell’Estratto di Fior di Loto.Le due linee sono disponibili assortite nelle confezioni regalo. Le linee sono senza siliconi, parabeni e petrolati, e con il 96% ingredienti di origine naturale.La restante percentuale di ingredienti garantisce sta-bilità e gradevolezza al prodotto.

nella riscoperta della vaniGlia, ancHe con l’oriGinale aBBinamento allo zenzero, il ritorno di due storicHe linee

L’Erbolario

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Gli Omega 3, e in particolare EPA e DHA, sono molto importanti per il benessere del nostro corpo; interven-gono, infatti, in numerosi processi del nostro metabolismo e possiamo trarne numerosi benefici assumen-done le giuste quantità. Omega 3 Extra Pure di ESI è un integratore innovativo che ha ottenuto 5 stelle IFOS, massima garanzia di sicurezza, qualità e purezza.Vengono impiegate solo acciughe (certificazione Orivo) provenienti da pesca sostenibile (Friend of the Sea) effettuata esclusivamente nell’oceano Pacifico meridionale.È gradevole al gusto e senza odore di pesce. L’esclusiva tecnologia OmegaZero elimina completamente lo sgradevole odore e retrogusto di pesce, mentre l’involucro esterno della perla è aromatizzato alla vaniglia e l’olio di pesce è aromatizzato al limone.I benefici dell’assunzione giornaliera del prodotto sono molteplici: gli acidi grassi EPA e DHA contribuiscono alla normale funzione cardiaca e cerebrale, alla capacità visiva, al controllo dei livelli di trigliceridi nel sangue e della pressione sanguigna.Una perla di Omega 3 Extra Pure contiene 645 mg di EPA e DHA con vitamina E.Si consiglia l’assunzione di 1-5 perle al giorno. Un flacone di Omega 3 Extra Pure contiene 120 perle.

omeGa 3 eXtra pure: il Benessere deGli omeGa 3 in perle

ESI

www.esi.it

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www.helan.com

Si tratta della nuova linea OUD creata da Helan: l’OUD è la regina delle resine che rende le fragranze terrose e sensuali, stimolanti e passionali, con un odore caldo e complesso. Vengono presentate due nuove fragranze dove creatività e individualità si intrecciano fedelmente con due nuove piramidi olfattive: due fragranze che sono il profumo degli opposti, appassionate e golose, romantiche e maliziose, dove la soavità propria degli accordi fem-minili si unisce alla ruvidità maschile per un risultato inedito e affascinante.W-OUD è la quintessenza della profondità e della forza: la sua famiglia olfattiva contiene note di testa speziate dove si fondono Agarwood, Cardamomo, Incenso, Patchouli e Zafferano; la nota di corpo è contraddistinta da Ebano, legno Guayaco, Peonia e Rosa damascena; la nota di fondo racchiude note Ambrate, note di Muschio, Cuoio. A questa fragranza si affianca la Linea Bagno che si accorda perfettamente con l’Eau de Parfum, e ne riprende le note per offrire inebrianti sensazioni e rendere le attenzioni dedicate alla propria persona veri attimi di puro benessere. Per prendersi sempre più cura del proprio corpo e migliorare relax e umore, G-OUD è una fragranza dove la nota gourmand del Caramello, la meno esplorata tra quelle edibili, è qui riportata a un’autentica reinterpretazione evo-cativa. L’esordio è un tripudio di note floreali dove l’inedito accordo del delicato Garofano indiano ben si abbina a note leggermente speziate, attorniate da una miscela di Caffè. Le note di testa accostano, infatti, Caffè caramel-lato, Garofano indiano, Rosa damascena; quelle di corpo riuniscono Agarwood e Vaniglia; quelle di fondo offrono note Ambrate e note di Muschio bianco. La Linea Bagno diffonde le stesse note dell’Eau de Parfum, come una nuvola vapo-rosa per trasformare in gratificanti riti di benessere i gesti di bellezza quotidiani, mentre l’equilibrata fragranza per-siste a lungo sulla pelle.Il packaging, per queste due fragranze, cambia di abito e propone come colore di riferimento il blu cobalto per W-OUD, legnoso/speziato, e il rosso lacca per G-OUD gourmand/goloso. Due colori accesi, finemente accostati all’eleganza immortale del nero e impreziositi da finiture in lamina dorata.

la reGina delle resine in due nuove fraGranzeHelan

le stesse note dell’Eau de Parfum, come una nuvola vapo-rosa per trasformare in gratificanti riti di benessere i gesti di bellezza quotidiani, mentre l’equilibrata fragranza per-

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Estratti botanici: opportunità e sfide

Ricerca di base sull’attività

biologica delle sostanze di origine

vegetale, standardizzazione e

brevetti, tracciabilità della filiera

verticale, controllo di qualità:

queste le linee guida di Euromed,

industria estrattiva europea con

sede in Spagna, a fondamento

della sua proposta di ingredienti

innovativi.

adattamento per sopravvivere in diverse condizioni ambientali o per respingere insetti ed erbivori. Per questo motivo i ricercatori stanno sempre di più studiando i loro effetti sulla salute dell’uomo. Tuttavia, le proprietà di preparati botanici estratti da una particolare pianta possono variare notevolmente a seconda della complessità fitochimica e di diversi fattori lungo il processo di produzione. Pertanto, salvaguar-dare la sicurezza e l’efficacia di diversi estratti commerciali, anche dalla stessa pianta, è fondamentale quando si valutano le sostanze botani-che moderne. Per esempio, diversi estratti commerciali di Ginseng non sono necessariamente equivalenti.

RICERCA DI BASE E BREVETTI

Ispirato dalla dieta mediterranea, Euromed, fornitore globale di estratti botanici standardizzati, ha recentemente presentato una linea di ingre-dienti naturali puri ed efficaci per un sano invecchiamento. Mediteanox® è un estratto naturale dal frutto dell’Olivo (Olea europaea L.) che con-

tiene fino al 40% di idrossitirosolo, un potente antiossidante naturale. Le sue proprietà antiossidanti sono state confermate da studi in vitro e sull’uomo (1,2). Questo estratto bre-vettato è supportato anche da dati che confermano la sua caratterizza-zione, sicurezza e stabilità a lungo termine (3,4). L’idrossitirosolo, che è contenuto in Mediteanox®, è stato riconosciuto dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) come un potente antiossidante, utile per la salute cardiovascolare (5). Un altro ingrediente naturale brevettato con un’origine simile è Pomanox®,

Andrea Zangara Responsabile della Comunicazione

Scientifica e Marketing Euromed

Gli estratti naturali di piante sono particolarmente richiesti a causa del loro potenziale sinergico e

della loro capacità di interagire con mol-teplici meccanismi all’interno del corpo umano. La produzione nelle piante di sostanze attive è un meccanismo di

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FILIERE E MERCATI • Esperienze

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relativamente a Cynamed™, sono state accertate con uno studio in vitro utilizzando il modello Simulator of the Human Intestinal Microbial Ecosystem (SHIME®). L’estratto ha dimostrato una spiccata attività prebiotica in 48 ore: ha stimolato la produzione dei batteri inte-stinali sani Lactobacillus e Bifidobacteria, aumentando nel contempo gli SCFA che riflettono la continua attività metabolica microbica. In questa ricerca è stata inoltre rilevata una riduzione dei metaboliti tossici dalla fer-mentazione proteica. La fermentazione delle proteine nel colon provoca la produzione di metaboliti potenzial-mente tossici come l’ammoniaca (14).Per il controllo naturale del livello di glucosio ematico, Euromed ha sviluppato ABAlife®, un estratto del frutto del Fico (Ficus carica L.) a contenuto standardizzato in

un estratto polifenolico del frutto del Melograno (Punica granatum L.) a spettro completo. Diversi studi sull’uomo (6-10) indi-cano che può supportare la salute cardiovascolare, migliorare il tono dell’u-more e la qualità della vita percepita riducendo allo stesso tempo i livelli di cor-tisolo salivare. Inoltre, altri studi recentemente pub-blicati hanno dimostrato che Pomanox® potrebbe anche migliorare le presta-zioni sportive, il recupero (11) e alcuni aspetti delle prestazioni cognitive (12). La fonte di questi benefici sono le punicalagine, polifenoli idrosolubili derivati dalla melagrana, standardizzati fino al 30% in Pomanox®.Uno studio randomizzato, in doppio-cieco, controllato con placebo, condotto presso l’Ospedale universitario La Paz di Madrid e recentemente pubblicato, ha rilevato che un intervento nutrizionale che combina Mediteanox® e Pomanox® ha migliorato diversi marker precoci dell’a-terosclerosi (funzione endoteliale, pressione sanguigna e livelli di colesterolo LDL ossidato circolante) nei sog-getti di mezza età. Questi effetti erano più pronunciati nei soggetti asintomatici con alterazione dei valori alla baseline (13).La dieta mediterranea è ottima per l’intestino perché favorisce i batteri probiotici noti per la produzione di acidi grassi benefici a catena corta (SCFA) tramite la fermen-tazione delle fibre alimentari. Per favorire la digestione e sostenere un microbioma equilibrato, Euromed propone un estratto secco di fiori (capolino) di Carciofo (Cynara scolymus L.) solubile in acqua, con potenziale prebiotico, che integra i tradizionali benefici digestivi del Carciofo. Combinando gli acidi fenolici caffeoilchinici con l’inulina naturalmente presente nel fiore di Carciofo, Cynamed™ può contribuire a una flora intestinale ben bilanciata e a un tratto digestivo sano. L’inulina di Carciofo, in par-ticolare, presenta il più alto grado di polimerizzazione delle molecole di inulina conosciuto nelle piante. Le proprietà di fermentazione a breve termine del colon,

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acido abscisico (ABA). Uno studio dell’Istituto NIMML and Biotherapeutics (Blacksburg, VA, USA) recentemente pubblicato ha rilevato che ABAlife® favorisce la tolleranza al glucosio e la sensibilità all’insulina riducendo al con-tempo l’infiammazione sistemica correlata all’obesità nei topi (15). L’estratto proprietario di Fico è purificato attraverso l’uti-lizzo di un processo attentamente controllato, in attesa di brevetto, per ottenere un alto livello, standardizzato, di contenuto di ABA. La sua sicurezza è stata anche dimo-strata nella fase 1 di uno studio clinico su persone sane, durante il quale sono stati dimostrati miglioramenti gli-cemici (16).

TRACCIABILITÀ DAL SEME ALL’ESTRATTO FINALE

La materia prima (melagrane, olive, fichi, carciofi) per questi estratti innovativi è coltivata nelle regioni spa-gnole del Mediterraneo (vicino allo stabilimento di pro-duzione) attraverso un’agricoltura sostenibile e proces-sata usando una tecnologia di estrazione ecologica con l’acqua quale unico solvente, il PureHydro Process™, che preserva i composti naturali della pianta eliminando il rischio di possibili residui di solventi organici.I preparati botanici possono comunque variare conside-revolmente in effetti, purezza, qualità e sicurezza, in par-ticolare se il processo “dal seme al paziente” (o al consu-matore, nel caso degli integratori alimentari) non è ade-guatamente controllato e standardizzato. Il percorso dal seme (o dalla pianta) al prodotto finito include diverse variabili e sfide, in particolare i fattori ambientali asso-ciati alla crescita, raccolto e condizioni di conservazione, e la lavorazione della materia prima. Un’ulteriore que-stione è quella relativa alla necessità di standard stabi-liti sull’uso dei pesticidi e altri contaminanti chimici sulle piante e nel suolo, e sull’identificazione delle piante pro-venienti da diverse origini a livello globale. Alcuni composti fitochimici possono anche variare con la stagione ed essere influenzati dal luogo di coltiva-zione. Un altro importante fattore è il metodo di estra-zione; questo può incidere sulla quantità di un partico-lare costituente attivo in un prodotto a base di piante. Alcuni composti fitochimici sono più solubili in acqua, mentre altri sono solubili in alcol od olio. È importante che tutte queste componenti possano lavorare insieme per fornire un effetto sinergico nel prodotto finito. Ad ogni modo, possiamo superare diverse di queste sfide

attraverso processi standardizzati e tracciabili dalla pianta fino al prodotto finale, usando anche precisi strumenti per verificare scientificamente la misura in cui le piante e i composti fitochimici possono sostenere la salute umana.

CREARE UN EFFICACE SISTEMA DI CONTROLLO

La variabilità nelle materie prime richiede una filiera conosciuta in maniera dettagliata e controlli approfon-diti. Inoltre, poiché la domanda di ingredienti botanici aumenta ogni anno, cresce anche il rischio di sovrasfrut-tamento. L’elevata domanda può anche convincere for-nitori disonesti a utilizzare derivati botanici più econo-mici come adulteranti di specie costose o difficili da col-tivare (vedi Box). I prodotti contraffatti rappresentano una sfida significativa per l’industria e un rischio per la salute dei consumatori.Pertanto, processi integrati verticalmente e documentati per garantire la tracciabilità stanno diventando essenziali per i fornitori di nutraceutici. I consumatori chiedono tra-sparenza, clean label e sono preoccupati per la contraf-fazione; vogliono sapere da dove provengono gli ingre-dienti, se sono privi di OGM, come sono stati lavorati e anche se sono stati affrontati aspetti etici come condi-zioni di lavoro eque per gli agricoltori. Poiché la consape-volezza dei consumatori continua a crescere, potrebbero esserci ulteriori pressioni sui fornitori affinché implemen-tino visibilmente schemi di fornitura trasparenti. La tecnologia continuerà sicuramente a svolgere un ruolo in questa direzione, poiché la blockchain e altri metodi diventeranno più importanti e più facili ed eco-nomici da realizzare.

LA FASE ANALITICA

L’obiettivo generale nella ricerca per mantenere l’inte-grità dei prodotti botanici dovrebbe essere quello di ridurre gradualmente il numero di intermediari nella filiera. È anche importante aumentare i controlli di qualità per confermare che i prodotti contengano i profili chimici dichiarati nelle Farmacopee e non alteranti o contami-nanti. Per questo motivo, i fornitori dovrebbero disporre di una filiera integrata, in cui ogni passaggio, a partire dalle materie prime, sia tracciabile, responsabile e traspa-rente. Le spedizioni dovrebbero essere ricevute con frutti

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interi (o piante intere) per poter determinare la specie esatta. Devono essere testati tutti i parametri specifici della sostanza botanica. L’analisi per la conferma della specie di appartenenza può includere test come gascromatografia, cromatogra-fia liquida ad alte prestazioni (HPLC) o cromatografia su strato sottile ad alte prestazioni (HPTLC). Anche i mate-riali estranei devono essere valutati nelle sostanze bota-niche, inclusa la presenza di parti estranee di piante e specie indesiderate. Con il controllo di qualità di tutte le fasi, dalla selezione del seme all’estratto finale, i fornitori possono prevedere una tracciabilità documentata com-pleta e garantire la conformità da lotto a lotto.Trasparenza, tracciabilità, approvvigionamento da fonti controllate e verifica della filiera sono fondamen-tali per Euromed. L’azienda inizia con sostanze botani-che che vengono controllate, coltivate e raccolte cor-rettamente per preservare l’integrità delle piante e dei profili dei componenti bioattivi. Gli agronomi e i bota-nici di Euromed viaggiano in tutto il mondo alla ricerca di ambienti geografici ottimali, fornendo materie prime botaniche di qualità “Farmacopea”. I semi di cultivar selezionati vengono identificati e coltivati seguendo buone pratiche agricole e di raccolta (GACP). Gli agricol-tori sono istruiti per seguire le linee guida di coltivazione dell’azienda, comprese quelle richieste per la coltivazione biologica, la raccolta e l’essiccazione post raccolta.Dalla macro e microidentificazione botanica, e controllo dei principi attivi e delle potenziali impurità alle analisi cromatografiche, Euromed verifica analiticamente in modo esaustivo le materie prime botaniche, in confor-mità con le normative internazionali. Il controllo del pro-cesso e numerosi test di sicurezza confermano che gli ingredienti non sono alterati e non contengono conta-minanti indesiderati. Ogni lotto di produzione, dalla pianta all’estratto finale, viene sottoposto a numerosi test di laboratorio per l’identità, l’effi-cacia e la qualità; un processo certificato da PhytoProof®, il marchio di qualità di Euromed. Gli estratti PhytoProof® sono progettati per essere altamente biodisponibili, fornendo risultati tangibili e replicabili negli studi clinici.

CASE STUDY: FILIERA INTERAMENTE TRACCIATA DI SERENOAL’estratto di Serenoa repens (W. Bartram) Small è stato ampiamente studiato e si è dimostrato efficace per i problemi urinari associati all’iperplasia prostatica benigna. I suoi componenti principali sono gli acidi grassi, i fitosteroli e gli alcoli a catena lunga. L’estratto di Serenoa si distingue dagli altri oli vegetali per i suoi livelli di singoli acidi grassi liberi e per una maggiore concentrazione di acidi grassi liberi totali. Negli ultimi anni le quantità raccolte di frutti di Serenoa non sono state abbondanti, a causa delle condizioni ambientali che hanno influito negativamente sulla loro disponibilità. I produttori devono essere particolarmente attenti quando i raccolti sono scarsi e sul mercato è più probabile che si trovino materiali adulterati. I modi tipici in cui l’estratto di Serenoa può essere alterato includono la sostituzione delle bacche di Serenoa con frutti di specie di palma strettamente imparentate e l’aggiunta di altri oli vegetali. Fornitori senza scrupoli diluiscono l’estratto iniziale con oli vegetali meno costosi perché il prezzo della Serenoa è molto più alto di quello di altri oli vegetali disponibili in commercio. Stabilire il Paese di origine per una spedizione di bacche di Serenoa può ridurre la probabilità di acquistare prodotti di qualità inferiore, poiché l’autentica Serenoa cresce solo in una piccola area geografica della Florida, nel sud-est degli Stati Uniti. Ciò significa che è improbabile che il materiale etichettato come proveniente da Paesi in cui non esistono piantagioni commerciali di Serenoa sia autentico (17). Nel 2005 Euromed ha costruito uno stabilimento in Florida vicino al lago Okeechobee, nel cuore delle Everglades, per lavorare ed essiccare le bacche di Serenoa vicino

al luogo di raccolta, in modo tale da garantire il contenuto ottimale di acidi grassi delle bacche, e per avere la completa tracciabilità e controllo di qualità dalla materia prima all’estratto finito.

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Bibliografia1. Quirós-Fernández R, López-Plaza B, Bermejo LM et al (2019)

Supplementation with Hydroxytyrosol and Punicalagin Improves

Early Atherosclerosis Markers Involved in the Asymptomatic Phase

of Atherosclerosis in the Adult Population: A Randomized, Placebo-

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Hydroxytyrosol Supplementation Modifies Plasma Levels of Tissue

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and Urinary Cortisol/Cortisone Ratio in Human Adults.

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ble-blind placebo-controlled randomised clinical trial.

J Nutr Sci 6:e39, doi:10.1017/jns.2017.36

12. Torregrosa-García A, Ávila-Gandía V, Luque-Rubia AJ et al (2019)

Pomegranate Extract Improves Maximal Performance of Trained

Cyclists after an Exhausting Endurance Trial: A Randomised Controlled

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15. Atkinson FS, Villar A, Mulà A et al (2019) Abscisic Acid Standardized

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Vitro Evaluation of Prebiotic Properties of a Commercial Artichoke

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Nutrients 12(6):1552, doi:10.3390/nu12061552

17. Gafner S, Baggett S (2018) Adulteration of Saw Palmetto (Serenoa

repens), Version 3.

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FILIERE E MERCATI • Esperienze

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Identificare e sviluppare nuovi farmaci a partire dalle vaste risorse della flora del Sud Africa, nel rispetto del grande potenziale delle piante medicinali autoctone, adottando esclusivamente pratiche di raccolta sostenibili, con il costante impegno a favorire le comunità locali attraverso la condivisione dei risultati economici e lo sviluppo di capacità e competenze in loco. Questi in sintesi i punti essenziali della visione alla base dell’attività di Afrigetics, gli stessi valori che dovrebbero guidare la nascita di ogni filiera estrattiva nel mondo. Steven Hurt, CEO di Afrigetics e responsabile della comunicazione, afferma: “Il nostro progetto è radicato nell’et-nofarmacologia africana. Siamo esperti conoscitori della medicina tradizionale e il nostro team opera costruendo forti legami di collaborazione con gli utilizzatori locali. Siamo leader nella raccolta sostenibile e partner diligenti per i raccoglitori tradizionali”. La condivisione delle conoscenze sull’attività farmacologica delle specie africane è l’altra importante leva della metodologia dell’azienda. “Tutti i nostri prodotti sono supportati dalla scienza, Afrigetics ha collaborazioni su pro-getti di ricerca con diverse università sudafricane e quello che ci preme è condividere con gli studiosi di tutto il mondo l’enorme potenziale curativo che la natura di questa terra conserva, e i successi della farmacopea vegetale africana” continua Steve. Testimone esemplare della validità di questo percorso è il lavoro che è stato fatto con il prodotto di punta di Afrigetics, un rimedio potente per il trattamento di raffreddori, influenze e affezioni del tratto respiratorio. “Pelargonium sidoides è un umile cespuglio che cresce abbondantemente sui terreni assolati e sassosi delle coste del Capo Orientale del Sudafrica e nelle praterie del Lesotho. Il Geranio africano è una pianta erbacea, dalle foglie gri-gio-verdi vellutate e fiori magenta scuro. All’apparenza insignificante, contiene un tesoro di componenti medicinali per i quali risulta nelle pratiche di guarigione locali da millenni. Oggi è divenuto un rimedio esemplare per la capa-cità di potenziare il sistema immunitario e rappresenta il derivato botanico di bandiera di Afrigetics” ci spiega Steve. Dalle prime applicazioni farmaceutiche di inizio ‘900 hanno preso il via diversi studi fitochimici e clinici, ampiamente documentati in letteratura, che hanno portato alla creazione di un dossier HPCM e alla registrazione in Europa di farmaci tradizionali per il trattamento degli stati influenzali. Il lavoro di Afrigetics continua nelle zone d’origine sui

criteri di raccolto, e con l’affinamento del processo di lavorazione per la ricerca di adeguati standard qualitativi da applicare ai derivati primari e agli estratti standar-dizzati destinati alla formulazione di medicinali e di integratori alimentari. Dopo l’inserimento di Pelargonium sidoides nella Red List, la raccolta non può superare il 5% della popolazione locale e deve essere effettuata da raccoglitori dotati di una licenza di tutela della biodiversità. Per questo l’azienda sta svilup-pando progetti di coltivazione naturale e si occupa dell’addestramento dei racco-glitori. “Siamo convinti che le risorse botaniche dell’Africa nascondano la chiave per la cura delle principali problematiche mediche e della salute, e vogliamo essere in prima linea per scoprirle” conclude Steven.

Raccolta etica e sviluppo scientifico:su Pelargonium sidoides un modello di approccio alla fitofarmacopea africana

Info e contatti: [email protected]

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di Demetrio Benelli

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Permettere a tutti di ritrovare il patrimonio di tradi-zioni e natura del nord del Portogallo attraverso il profumo, il sapore e il colore di infusi di erbe bio-logiche provenienti esclusivamente da queste terre.Questo è l’impegno di Infusões com História, impresa di recente costituzione nata dalla pas-sione dei due fondatori per la montagna e ispirata dalle lunghe camminate praticate per anni attra-verso la regione storica del fiume Douro e il per-corso Romanesque che racchiude i tesori romanici, oggi immersi nel verde e nella natura, di questo che si considera il luogo di origine della nazione portoghese.Dal desiderio di riprodurre le sensazioni provate da chi viaggia in queste valli sono nate due linee di tisane che meglio di un unico prodotto possono rappresentare l’identità di questi territori: Douro e Romanesque sono i titoli delle due gamme di miscele, composte solo con specie native, assortite in modo da creare formule adatte sia per la prepara-zione di tè e tisane sia di miscele rinfrescanti da bere durante la giornata. Il progetto è nato nel rispetto per l’ambiente e del patrimonio di biodiversità locale, in una formula di produzione equa e sostenibile per il futuro. Un approccio prima di tutto umano e di vicinanza per chi da sempre vive in queste valli, che ha portato anche a utilizzare nuovamente alcune piante che appartengono a tradizioni secolari degli usi e dei costumi degli abitanti della regione, e il cui utilizzo si era perso nel tempo. Gli infusi della regione del Douro e Romanesque hanno partecipato nel 2020 a Parigi alla terza edi-zione del Concorso internazionale Tè del mondo organizzato dall’Agence pour la Valorisation des Produits Agricoles (AVPA) conseguendo quattro premi prestigiosi. Più informazioni al sito www.infusoescomhistoria.pt, dove il progetto realizza anche il commercio online.

Negli infusi il profumo del Portogallo storico

Contatti per l’estero: Winnie Van Dijk, [email protected]

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Revitalconcept è un laboratorio erboristico che trae le sue origini dalla tradizione fitoterapica del Tirolo. La fondatrice, Rita Roman, racconta che già a 4 anni le era stato permesso di accompagnare la sorella della nonna sulle montagne a raccogliere erbe medicinali destinate alle farmacie e agli ambulatori di Innsbruck. Naturopatia e fitoterapia sono pratiche mediche accettate e riconosciute in Tirolo, ed è dalla collaborazione con terapeuti austriaci e tedeschi che è nato il laboratorio, che si caratterizza oggi per la preparazione di tinture madri ed estratti idroalco-lici con il solo utilizzo di materie prime di propria produzione e raccolta.Sempre per rispondere alla richiesta professionale del mercato di lingua tedesca, il laboratorio ha messo a punto una serie di formulazioni che vengono proposte anche in private label, in confezioni che vengono personalizzate dalle farmacie e dagli studi fitoterapici stessi. “La nostra attività è nata sui terreni di famiglia a Salorno, in provincia di Bolzano: l’agricoltura di montagna, in par-ticolare la zootecnia, ha visto momenti di abbandono anche nelle nostre zone, e sui pascoli è tornata una ricca flora selvatica composta da molte piante medicinali e aromatiche della nostra tradizione” ci spiega Igor Campana, Creative Manager dell’azienda. “Da allora abbiamo messo a punto metodi di raccolta e lavorazione che ci permettessero di con-servare i sapori e i profumi delle nostre essenze, e garantissero la conservazione del massimo tenore di principi attivi”.Molte preparazioni del laboratorio si basano sulla lavorazione della pianta fresca, prime tra tutte le tinture madri. Di qui la scelta di andare alla ricerca di coltivatori e raccoglitori in altri territori italiani, per avere a disposizione anche specie tipiche della flora mediterranea. “Abbiamo avviato un rapporto con chi lavora con noi che non è un semplice contratto di fornitura, ma una collabora-zione stabile che dura negli anni. In particolare, nella raccolta spontanea abbiamo avuto modo di conoscere persone, soprattutto donne, che come noi vogliono prima di tutto rispettare la natura e i suoi tempi. Con loro sono nati pro-getti stabili, opportunità di vita e di lavoro che durano nel tempo, e che avranno un futuro” prosegue Campana.Molti componenti del listino e delle formulazioni sono in effetti specie mediterranee: il Cisto, diverse specie di grande interesse per la grande domanda di fitoderivati immunostimolanti, la Liquirizia, il Timo, l’Elicriso, le foglie di Olivo.

Come dare vita a una filiera erboristica e biologica che nasce in Tirolo e arriva in Sicilia

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Sono prodotti della flora selvatica, o di coltivazione natu-rale, provenienti dalle coste toscane e dall’Isola d’Elba, dalla Sardegna e dalla Sicilia. Un patrimonio naturale che può dare valore e lavoro. “La situazione paradossale è che in quelle regioni abbiamo più ostacoli burocratici e normativi che qui da noi in Trentino Alto Adige, un territorio che notoriamente tiene moltissimo alla conservazione della natura” osserva Igor Campana. “La raccolta si fa sempre con criterio; è interesse primario del raccoglitore non esaurire le sue fonti ed è quello che ci sentiamo di garantire alle amministrazioni di quelle regioni. Ma oltretutto, sulla costa toscana, all’Isola d’Elba o in Sardegna, ogni anno si rendono necessari interventi per la tutela della macchia e delle foreste, come ad esempio la realizzazione di piste tagliafuoco per la prevenzione degli incendi, dove tutto il materiale vegetale va perso, mentre potrebbe venire raccolto e utilizzato in un’ottica di economia circolare a vantaggio di giovani operatori agricoli”. Zerovir, la formulazione presentata a BIOFACH come proposta di eccellenza di quest’ultimo anno, è una perfetta rap-presentazione della filosofia di produzione del laboratorio: Cisto Rosso delle isole maggiori, Liquirizia della Calabria, Timo della Sicilia, propoli dall’apicoltura alto-atesina. Ecco, in un flacone, una filiera officinale che va dalle Alpi alle coste della Sicilia.

A. MinArdi & Figli s.r.l. Via Boncellino 32 - 48012 Bagnacavallo (Ra) - Tel. 0545 61460 - Fax 0545 60686

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a cura di Demetrio Benelli

La piattaforma BIOFACH VIVANESS eSPECIAL resta online: appuntamento in fiera dal 15 al 18 febbraio 2022

Il doppio appuntamento con BIOFACH e VIVANESS si è appena concluso e, con la consueta attenzione per i dati, gli

organizzatori delineano i risultati dell’espe-rienza interamente digitale di quest’anno.Con 775 sessioni di incontro nelle tre giornate di lavori divise tra il Congresso, le presentazioni organizzate dagli esposi-tori e le tavole rotonde tematiche, l’evento ha coinvolto 1443 aziende espositrici da tutto il mondo, offrendo una grande ric-chezza di idee e proposte innovative agli oltre 13.800 partecipanti registrati pro-venienti da 136 Paesi. Più di 400.000 i messaggi scambiati sulla chat e oltre 10.000 i meeting video nei quali i parte-cipanti hanno potuto interagire sul piano professionale. “Una partecipazione che ci ha colpiti e commossi” afferma nel suo discorso con-clusivo Petra Wolf, in rappresentanza della direzione di NürnbergMesse.Per quanto riguarda il totale degli esposi-tori, 1341 le aziende iscritte a BIOFACH e 102 a VIVANESS.

Il carattere inter-nazionale dell’e-vento ha trovato ancora conferma anche nell’espe-rienza online: le 356 imprese nazio-nali, espressione del sempre più forte mercato biologico tedesco, si sono confrontate con gli espositori esteri provenienti da 82 nazioni di tutti i continenti, circa il 75% del totale.Ancora una volta l’Italia si è confermata la seconda nazione più rap-presentata (170 imprese partecipanti), a dimostrazione della vitalità del comparto biologico italiano nel panorama europeo, seguita da Francia, Olanda, Spagna, Belgio e Austria. Gli oltre 500 prodotti proposti per i concorsi dei due novelties stand di BIOFACH e di VIVANESS delineano i trend che caratterizzano questo inizio 2021. I derivati vegetali come ingredienti sostitutivi di latte e carne, e gli alimenti senza e con bassa presenza di zucchero rappresen-tano il segmento merceologico che maggiormente si sta consolidando nel food; e nessun limite all’immaginazione per le ricette e le prepara-zioni. Nuovi ingredienti, nuove combinazioni, nuove tecniche; “aperti a nuovi sapori” è stato il motto per l’innovazione.In campo cosmetico spiccano ancora una volta i prodotti senza base acquosa, ed è stata in crescita per tutto lo scorso anno la ricerca di

una cosmesi sicura e di conforto. In entrambi i com-parti, denominatore comune i principi di sostenibilità ambien-tale e la responsabilità sociale. Per le filiere agricole da notare l’importanza dell’i-dentità dei territori d’origine e la garanzia

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di un approccio equo per i vari livelli di commercializza-zione.“Il nostro duplice evento è sempre stato un luogo di incontro prima di tutto emotivo e personale, oltre a essere un ambito di business e di aggior-namento profes-sionale” considera Petra Wolf. “Siamo lieti che la piattaforma digitale di quest’anno ci abbia offerto un’alternativa compatibile con la pandemia, e soprattutto che tutte le parti interes-sate l’abbiano accettata così bene! Quest’anno abbiamo detto “Let’s e-meet before we re-meet”: incontriamoci online, prima di tornare a rivederci di persona. Ora

siamo davvero desi-derosi di tornare a trovarci, e abbiamo già fissato le date della prossima edi-zione, che nel 2022 si terrà dal 15 al 18 febbraio, con una nuova agenda tutta infraset t imanale, senza invadere il week-end”. L a p ia t taforma BIOFACH VIVANESS

eSPECIAL resterà aperta ancora sei mesi come fonte di informazione, con le presentazioni video e gli eventi che si sono svolti live nei giorni di manifestazione disponi-bili in streaming.Per le imprese italiane, più informazioni e contatti sul sito di Nürnbergmesse Italia: www.nuernbergmesse-italia.it

UN CONSUMO CONSAPEVOLE FA CRESCERE IL MERCATO DELLA COSMESI NATURALE CERTIFICATAIl mercato della cosmesi naturale e biologica certificata ha registrato un aumento della domanda anche nel 2020. Durante il difficile anno di pandemia, che ha prodotto una battuta d’arresto per il mercato cosmetico nel suo complesso, sono molte tuttavia le persone che per la prima volta si sono orientate verso prodotti autenticamente naturali. È quanto è emerso nel corso degli incontri dedicati sul mercato del congresso VIVANESS, e negli altri seminari e tavole rotonde che si sono svolti sulla piattaforma online della manifestazione.Significativi i dati del mercato tedesco presentati nel webinar organizzato Mirija Eckert, titolare dell’agenzia di ricerca The New, in collaborazione con GfK e Information Resources. Nel corso dell’ultimo anno il turn over della cosmesi certificata in Germania è cresciuto del 5,7%, con una platea di 1,3 milioni di nuovi consumatori. Una tendenza che si evidenzia in modo netto se si considera che nello stesso periodo le altre due classi a cui gli esperti riconducono i prodotti cosmetici, cioè i cosmetici cosiddetti di ispirazione naturale ma non certificati e quelli convenzionali, hanno registrato un andamento costante i primi e, per la prima volta da molti anni, un calo nei consumi, per quanto contenuto, i secondi.Dalle domande rivolte al panel di consumatrici e consumatori appositamente creato per la ricerca da GfK, è emerso chiaramente come la scelta del cosmetico naturale sia oggi motivata e consapevole. Ad essa si accompagna un’attenta valutazione degli altri valori associati al prodotto rispetto ai temi sociali, ecologici e politici. “Proporre prodotti sostenibili sulla base di affermazioni documentate garantirà un successo a lungo termine, ma le sole promesse non sono più sufficienti” afferma Mirja Eckert.Per Elfriede Dambacher, esperta riconosciuta del mercato della cosmesi naturale, “il segmento dei cosmetici naturali e biologici si è da tempo liberato dall’immagine di settore di nicchia e ora gioca un ruolo di primo piano. La domanda sostenuta di cosmetici naturali e biologici sta cambiando l’intero mercato dei cosmetici perché sempre più consumatori si stanno allontanando dai cosmetici convenzionali e utilizzano invece cosmetici naturali e biologici”. Tutti i contenuti video e le presentazioni dei diversi incontri dedicati ai trend del mercato dei cosmetici naturali e biologici presentati nei tre giorni di lavori sono ancora disponibili sulla piattaforma online di VIVANESS.

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a cura di Demetrio Benelli

Tra naturalità e greenwashing: la cosmesi naturale vista dai consumatori

Per quale delle sue caratteristiche

un cosmetico è considerato

“naturale” dal pubblico? Quanto

conta la “firma”, il potere del

marketing, soprattutto quando

scendono in campo i grandi player mondiali? E cosa riconoscono i

consumatori nei simboli che in

etichetta garantiscono valenze e

qualità di quel specifico prodotto o

processo produttivo?

È quanto ha indagato NATRUE con

un interessante studio quantitativo

realizzato tra gennaio e febbraio

2021 nei due principali mercati

della cosmesi naturale in Europa:

Germania e Francia.

Ne ricaviamo molte indicazioni

operative utili, e la sensazione di

quanta trasparenza e informazione

in più sarebbe ancora necessaria.

Durante l’ultima edizione di VIVANESS, che si è svolta online tra il 17 e il 19 febbraio, il direttore generale di NATRUE Mark Smith, insieme al presidente dell’associazione Bernhard Irrgang, ha presentato i risultati di un recentissimo studio su valenze e atti-tudini del consumo di cosmetici naturali e

in collaborazione con NATRUE

biologici. Tre i punti chiavi dell’indagine: l’idea di naturalità, il peso del brand del produttore e la trasparenza dei marchi di garanzia. Come vengono percepiti dai consumatori questi tre diversi fattori nei due maggiori mercati europei, Germania e Francia?

SPECIFICHE DELLO STUDIO

La ricerca è stata contestualizzata nell’attuale quadro della diffusione dei cosmetici naturali e biologici (Natural and Organic Cosmetics, NOCs) nell’Unione europea, e tiene conto dei possibili sviluppi normativi in evoluzione che si prevede avranno un impatto sui NOCs a livello comu-nitario (ad esempio il Green Deal dell’UE o la Strategia per lo sviluppo sostenibile dell’UE). Lo studio commissionato da NATRUE è incentrato sul consumatore, e raccoglie i risultati di un sondaggio online quantitativo condotto in Germania e Francia tra gennaio e febbraio 2021.L’indagine è stata svolta su un mix rappresentativo (70% donne, 30% uomini; età compresa tra 18 e 65 anni) di oltre 1000 consumatori (tede-schi e francesi, rispettivamente). I partecipanti hanno esaminato circa 30 marchi appartenenti alle tre tipologie di prodotto di riferimento: i cosmetici convenzionali, quelli ispirati alla natura e quelli effettivamente naturali o biologici.L’obiettivo di questo studio sui consumatori era analizzare le aspettative

Protezione degli animali

Germania

Tratto da NATRUE’s Consumer Study on Comsumer perception about brands and seals in regard to cosmetics in Germany and France – Febbraio 2021

Francia

Ingredienti 100% naturali

Assenza di microplastiche

Protezione deglianimali

Ridotto impatto ambientale

Prodottobiologico

Ingredienti 100% naturaliFormulazione

vegana

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e la percezione dei consumatori rispetto alla marca del prodotto da un lato, e rispetto ai contrassegni e claim utilizzati per identificare i cosmetici naturali e biolo-gici dall’altro; questo al fine di supportare le imprese del settore, compresi gli associati e gli utenti del sistema di etichette NATRUE, con nuovi aspetti di conoscenza. Una migliore comprensione dei valori che i consumatori cercano nei cosmetici naturali e biologici può aiutare le imprese a identificare gli elementi alla base di un pro-cesso decisionale informato e la trasparenza del pro-dotto, che contribuirebbero a combattere il greenwa-shing in modo più efficace.

ATTITUDINI DI CONSUMO: LA “NATURALITÀ” È IL FATTORE CHIAVE

In Germania la “naturalità” influisce per il 20% nel pro-cesso decisionale ed è un criterio di scelta essenziale per il consumatore intenzionato ad acquistare un prodotto cosmetico. Questa percentuale è ancora leggermente superiore in Francia (24%), anche se l’uso di marchi di ispirazione naturale nel mercato francese è più del doppio rispetto a quelli effettivamente naturali. Situazione diversa in Germania, Paese che ospita molti marchi NOCs con-solidati e di lunga data, e dove la diffusione di marchi di prodotti naturali è approssimativamente pari a quella di marchi ispirati, il che suggerisce che c’è meno confusione e una maggiore distinzione tra queste due tipologie di prodotti tra i consumatori tedeschi.

Per riuscire a caratterizzare il significato di “naturalità” per ciascun mercato, ai partecipanti è stato chiesto di identificare i molteplici fattori che contribuiscono a defi-nire questo concetto. Per farlo sono state stabilite sei macrocategorie: “ingredienti naturali/biologici”, “esente da”, “clima/biodegradabile/biodiversità”, “commercio equo”, “confezione/rifiuti” e “protezione degli animali”. Alla domanda su quali aspetti della definizione di “natu-ralità” fossero più importanti per loro, complessivamente i consumatori tedeschi e francesi hanno scelto “ingre-dienti naturali e biologici al 100%” come caratteristica principale che definisce la “naturalità”, seguita subito da altri aspetti come la “protezione del benessere degli animali” e “con un ridotto impatto ambientale”.

Tratto da NATRUE’s Consumer Study on Comsumer perception about brands and seals in regard to cosmetics in Germany and France – Febbraio 2021

Fattori di scelta del prodotto cosmeticoGermania

Fattori di scelta del prodotto cosmetico Francia

Rapporto qualità-prezzo 8%Rapporto qualità-prezzo 8%

Aspetto 11% Aspetto 8%

Comodità d’uso 12% Comodità d’uso 12%

Modo di applicazione 13% Modo di applicazione 13%

Performance 17%Performance 16%

La naturalità rappresenta un’importanza del 20% La naturalità rappresenta un’importanza del 24%

Naturalità 20%Naturalità 24%

Compatibilità con la pelle 19% Compatibilità

con la pelle 19%

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In sintesi, le considerazioni che si possono fare analiz-zando le risposte fornite per questi fattori di scelta sono: a. in assenza di una definizione normativa ufficiale o di

criteri armonizzati UE che prescrivano come le indi-cazioni “naturale” o “biologico” vengano applicate ai prodotti cosmetici, alcuni consumatori potrebbero avere difficoltà a identificare quali elementi contribui-scono realmente alla “naturalità” di un prodotto;

b. la “naturalità” è un concetto multifattoriale forte-mente influenzato dalle preferenze personali del con-sumatore. Questo concetto è diventato più complesso negli ultimi anni a causa della frammentazione del mercato e della comparsa di più etichette e contras-segni che evidenziano i diversi aspetti del prodotto;

c. alcuni consumatori potrebbero non essere in grado di distinguere in modo inequivocabile tra prodotti natu-rali e ispirati alla natura, in particolare nel mercato francese rispetto a quello tedesco, dove la cono-scenza e la consapevolezza sui NOCs sembrano essere

maggiori. I consumatori francesi sarebbero quindi più esposti al rischio di acquistare un prodotto sulla base di ingannevoli affermazioni greenwashing legate a caratteristiche selettive di “naturalità” piuttosto che a quelle rappresentative di un prodotto naturale nel suo insieme;

d. i consumatori ricercano prodotti che garantiscano la protezione degli animali e l’assenza di test sugli animali, nonostante un regolamento UE vieti la spe-rimentazione animale nei prodotti cosmetici nell’UE dal 2004 e negli ingredienti dal 2009;

e. la presenza/assenza di determinati ingredienti rimane per i consumatori un fattore importante nella valu-tazione del livello di “naturalità” di un prodotto (ad esempio la presenza di ingredienti naturali, l’assenza di microplastiche, OGM, ecc.).

LA PERCEZIONE DEI MARCHI: IL RISCHIO DEL GREENWASHING

Il secondo pilastro dello studio è stato centrato sulla valutazione di come i consumatori percepiscono i marchi dei prodotti convenzionali, ispirati alla natura o naturali/biologici, in relazione alle caratteristiche dei loro pro-dotti, analizzati in dettaglio nel pilastro precedente. Per i consumatori tedeschi appare chiaro che i marchi naturali sono fortemente associati a tutti i fattori che definiscono la “naturalità”, in particolare a livello di for-mulazione (presenza di ingredienti naturali e biologici). Inoltre, i cosiddetti marchi “ispirati alla natura” sono per-cepiti dal consumatore medio tedesco in modo simile ai marchi convenzionali, il che indica che questi consu-matori sembrano essere ben consapevoli del rischio del greenwashing e distinguono chiaramente tra cosmetici naturali/biologici e ispirati dalla natura. Una maggiore consapevolezza sui NOCs nel mercato tedesco potrebbe essere attribuita a fattori quali una maggiore esposizione, consapevolezza e disponibilità di cosmetici naturali e biologici, compresi i prodotti certifi-cati, in vari punti vendita, dai drugstores ai negozi spe-cializzati, dalle farmacie ai supermercati, rispetto ad altri mercati europei.I risultati per la Francia mostrano un andamento diverso: sebbene ai marchi naturali e biologici siano riconosciuti gli aspetti legati alla “naturalità”, i marchi ispirati alla natura sono percepiti in modo più positivo rispetto alla Germania, e in modo simile ai marchi naturali e biologici.

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Infatti, presentando ai consumatori il prodotto ispirato alla natura di un marchio molto popolare nel mercato francese, l’apprezzamento per le qualità legate al com-mercio equo e alla protezione degli animali lo porta a ottenere un punteggio notevolmente superiore rispetto a quello di marchi effettivamente naturali/biologici. Rispetto alla composizione, i consumatori percepiscono che questo marchio ispirato alla natura offra le stesse garanzie di ingredienti naturali o biologici di un marchio naturale o biologici.La confusione tra prodotti ispirati alla natura e prodotti naturali/biologici nel mercato francese potrebbe essere il risultato del marketing di alcune case che invece di valo-rizzare il prodotto cosmetico naturale/biologico nel suo insieme evidenzia solo alcuni elementi di un prodotto, ad esempio l’ingrediente “eroe”, o lo rappresenta con “immagini verdi”. In conclusione, la minaccia del gre-enwashing sembra essere maggiore sia in Francia che in Germania, poiché questo mercato sembra essere più frammentato e il confine tra ispirazione naturale e formu-lazione effettivamente naturale e biologica del prodotto appare più sfuocato per i consumatori. Tuttavia, il rischio di greenwashing in Germania non è totalmente escluso, poiché alcuni marchi di ispirazione naturale potrebbero essere percepiti in modo simile ai marchi naturali/biolo-gici per quanto riguarda altri elementi che ne caratteriz-zano la “naturalità”, oltre agli ingredienti.In conclusione, rispetto al punto-chiave “percezione del marchio”:a. i consumatori disposti ad acquistare cosmetici natu-

rali/biologici rischiano di essere fuorviati da “trucchi” di marketing di marchi semplicemente ispirati alla natura. Strumenti che promuovano la trasparenza in merito alle effettive informazioni sui prodotti possono aiutare i consumatori a distinguere affermazioni veri-ficabili dal greenwashing;

b. in prospettiva ci sarà una frammentazione ancora maggiore del mercato, poiché i leader convenzionali lanciano sempre più spesso propri sottomarchi i cui prodotti sono ispirati alla natura o addirittura certifi-cati come naturali/biologici. Tali sottomarche, nono-stante soddisfino meno i criteri essenziali, potreb-bero essere viste dal consumatore come più affidabili di prodotti effettivamente naturali, a causa della più diffusa conoscenza e della più ampia penetrazione sul mercato del marchio convenzionale capofila che le ha create.

PERFORMANCE DELLE ETICHETTE E DEI CONTRASSEGNI DI GARANZIA: LA NECESSITÀ DI MAGGIORE CHIAREZZA

Nell’ultimo passaggio di questo studio sui consumatori, ai partecipanti è stato chiesto di rispondere a una serie di domande relative al livello di regolamentazione dei claim “naturale” e “biologico” per i cosmetici, al rischio di greenwashing nel settore e alla difficoltà di compren-dere etichette e contrassegni spesso utilizzati nei pro-dotti cosmetici.Il dato acquisito con questo passaggio dello studio è il fatto che i consumatori riconoscono che il greenwashing è presente e che non esiste una regolamentazione suffi-ciente per prevenirlo. In Germania il 12% dei consumatori ha risposto che la politica è troppo passiva per quanto riguarda la regolamentazione dei NOCs in Europa; questa opinione è stata condivisa dal 9% dei consuma-tori in Francia. Inoltre, i consumatori sono anche confusi riguardo al numero e alla varietà dei claim, dei marchi di garanzia e delle etichette nel mercato dei cosmetici. Il 61% dei consumatori in Germania e il 71% in Francia ritiene che le etichette non siano sufficienti per indicare da sole se un prodotto è veramente naturale.In effetti, la maggior parte delle etichette e dei contras-segni sono percepiti come poco chiari o non ben posi-zionati in questi due mercati dell’UE (Germania e Francia) che sono i più grandi per i NOCs. Etichette multifatto-riali, come ad esempio quelle che si trovano sui prodotti certificati naturali o biologici, che stabiliscono criteri per certificare diversi aspetti verificabili di un prodotto

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(formulazione, ingredienti, lavorazione, criteri etici e sostenibili, ecc.) sembrano essere più difficili da capire per i consumatori dei sigilli che attestano una singola carat-teristica (ad esempio etichette che certificano i cosme-tici come “vegani”, “fair trade”, “cruelty-free”, ecc.). Maggiori informazioni e una comunicazione più chiara rispetto ai diversi contrassegni ed etichette, compreso il loro scopo, i criteri che seguono e le loro garanzie, può guidare i consumatori e aiutarli a identificare più facil-mente quelle qualità verificabili che cercano per i propri cosmetici.Per quanto riguarda la competitività, a livello di prezzo sembra che la maggior parte dei consumatori sia dispo-sta a pagare di più per cosmetici e prodotti per la cura personale naturali e biologici certificati. Circa il 90% dei consumatori di entrambi i mercati accetterebbe di pagare di più per un cosmetico naturale/biologico certificato. Anche se non c’è una chiarezza assoluta sulla maggior parte delle etichette multifattoriali, queste sembrano ras-sicurare i consumatori e rafforzare i loro acquisti.Le conclusioni che si possono trarre, quindi, rispetto all’importanza dei simboli di garanzia sono:a. i consumatori che acquistano normalmente cosmetici

convenzionali sono meno sensibili rispetto ai prodotti certificati naturali o biologici;

b. la consapevolezza e la chiarezza dei contrassegni sono inferiori per quelli che rappresentano criteri multifat-toriali rispetto ai simboli che qualificano una singola caratteristica del prodotto;

c. i consumatori sono disposti a pagare di più per pro-dotti naturali/biologici certificati.

La presentazione completa dello studio è disponibile sul sito dell’associazione (www.natrue.org).Per maggiori informazioni: [email protected]

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fitocosmesi, fitoterapia, nutrizione:dati ed evidenze dalla ricerca

a cura di Paolo Poggi e Marcello Monti

Attività terApeuticheGli acidi boswellici sono acidi triterpenici pentaciclici isolati dalla droga di Boswellia (Boswellia serrata); a loro è riconosciuta una marcata atti-vità antinfiammatoria, che è stata spiegata come una conseguenza della loro azione inibente l’attività dell’enzima 5-lipossigenasi, responsabile della produzione di leucotrieni, ben noti mediatori chimici del processo flogistico in diverse patologie infiammatorie, sia acute sia croniche.Dati preclinici hanno pure dimostrato che questi composti sono in grado di sviluppare un marcato potenziale contro vari tipi di tumori maligni (test sia su cellule in coltura sia su modelli in vivo). L’esatto meccani-smo di questa funzione non è stato sinora chiarito. Peraltro, ulteriori ricerche sono auspicabili anche ai fini di meglio chiarire il possibile uso clinico inteso a sfruttare le elevate proprietà farmacocinetiche rilevate per questi composti e come, poi, eventualmente superare il problema della loro scarsa biodisponibilità orale.

Potenziale antitumorigeno di acidi boswellici

Sharma T, Jana S (2020) Boswellic acids as natural anticancer medicine: Precious

gift to humankind.

J Herbal Medic 20, doi:10.1016/j.hermed.2019.100313

Referenza Boswellia serrata, resina (c Formulate Health)

La curcumina è un polifenolo idrofobico estratto dai rizomi essiccati di Curcuma (Curcuma longa L.), di cui si può considerare il più impor-tante dei componenti in ragione della vasta gamma di biofunzionalità che le sono riconosciute.Recenti ricerche hanno confermato che la curcumina potrebbe essere un validissimo componente nutraceutico ai fini dello sviluppo di nuove terapie immunomodulanti e neuroprotettive per il trattamento di vari disordini, in particolare quelli legati all’avanzamento dell’età come Alzheimer e Parkinson, e colpi apoplettici.È stato anche verificato che la curcumina esplica un effetto neuropro-tettivo proteggendo i neuroni dai danni indotti da ossidazione e ridu-cendo l’espressione di P-p38, proteine coinvolte nella formazione di mediatori infiammatori quali citochine e nella differenziazione cellu-lare sino ad apoptosi, e di caspasi-3, enzimi pure coinvolti nella fase di esecuzione di apoptosi cellulare e, infine, nella trasformazione di gli-coproteine citotossiche.

Funzione neuroProtettiva di curcumina

Curcuma, Sri Lanka (c Ji-Elle)

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Review • SCIENZA E TECNICA

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Deepa J, Prasanth B, Mary JL et al (2020) Evaluation of ameliorative effect of

Syzygium cumini leaves on ulcerative colitis.

Int J Pharm Sci Res 11(6):2767-2775

Referenza

Syzygium cumini è una pianta originaria delle regioni del Sud-Est asiatico; produce un frutto, una prugna nera, nota come prugna di Malabar, a elevato contenuto in flavonoidi e vitamine. Nelle medi-cine Ayurvedica e Unani gode di larga popolarità e di ampia utilizza-zione curativa (antinfiammatoria, antinfettiva, antiulcera, antiprolife-rativa, ecc.).La colite ulcerativa è una forma infiammatoria cronica che colpisce l’in-testino crasso, interessando dapprima il retto per estendersi poi, even-tualmente, a tutto il colon.Si è ricorso all’uso di un estratto ottenuto da foglie di Syzygium cumini ai fini di valutarne l’efficacia nel trattamento migliorativo dello stato di colite ulcerativa indotta da acido acetico.L’effetto migliorativo indotto dal trattamento con l’estratto è stato determinato in vivo valutando le variazioni di parametri significativi macroscopici (come il peso corporeo e la superficie di area affetta), ematologici (come la conta di globuli rossi e bianchi, e il livello di emo-globina) e biochimici (come l’attività enzimatica antiossidante valu-tando l’espressione di superossido dismutasi (SOD), e non-enzimatica antiossidante valutando il livello di glutatione e il livello di malondial-deide). Il test di valutazione dell’infiammazione delle cellule del colon è stato effettuato con saggio di mieloperossidasi. Si è ricorso pure alla valutazione del livello di nitriti e nitrati indotti dalla colite sulle cellule del colon.I risultati ottenuti dalla lettura delle variazioni dei vari parametri bio-chimici valutati hanno ampiamente dimostrato che l’estratto in esame è in grado di apportare significativi miglioramenti a stadi più o meno avanzati di colite ulcerativa.

attivi vegetali nel trattamento di colite ulcerativa

Syzygium cumini, fiori (c B.navez)

Askarizadeh A, Barreto GE, Henney NC et al

(2020) Neuroprotection by curcumin: A review

on brain delivery strategies.

Int J Pharm 585:119476

Referenza

Una considerazione importante da fare è, comunque, quella riguar-dante la biodisponibilità di curcumina. I polifenoli idrofobici estratti dal rizoma essiccato della pianta possiedono un buon potenziale nel trattamento di disagi di ordine neurodegenerativo e di tumori al cer-vello. Peraltro, la scarsa biodisponibilità di curcumina ne riduce l’effi-cacia terapeutica. Lo sviluppo di adeguate tecnologie per facilitare il trasporto del princi-pio attivo attraverso la barriera (Blood Barrier Brain, BBB) che ne limita l’accesso al cervello può sicuramente risolvere vari problemi associati a questa problematica, ad esempio il rilascio di curcumina in nanoparti-celle ne può migliorare notevolmente l’assorbimento e quindi favorire l’efficacia del trattamento.

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SCIENZA E TECNICA • Review

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La curcumina, diferuloilmetano, il più noto e importante tra i nume-rosi principi attivi della droga di Curcuma (Curcuma longa L.), esplica anche una marcata attività anfinfiammatoria deregolando l’attività di ciclossigenasi-2, lipossigenasi e inducible Nitric Oxide Synthase (iNOS), e inibendo la produzione di mediatori infiammatori quali citochine, Macrophage Inflammatory Protein (MIP) e altri.Si è visto che l’associazione Ag-nanoparticelle/Curcuma inglobata in nanovescicole, in dosaggio di 100 µg/mL, è in grado di distruggere un agglomerato batterico (biofilm), confermando che l’associazione è più potente e sicura nell’impiego di preparati monocostituiti. Si è anche potuto verificare che la curcumina blocca le infezioni da Herpes Symplex Virus-2 (HSV-2) e impedisce produzione di citochine infiammatorie e chemochine su cellule epiteliali genitali (test in vitro). Si è visto, in particolare, che tale attività è più efficace quando si procede al trattamento con curcumina incapsulata in nano particelle, il che consente una più razionale distribuzione del principio attivo e quindi una sua maggiore biodisponibilità.L’elevata funzione antinfiammatoria della curcumina rilasciata sul tratto vaginale riduce marcatamente la severità delle infezioni da virus e dimi-nuisce anche il rischio di infezioni da virus HIV su soggetti femminili.

attivazione del Potenziale antinFiammatorio di curcumina

Vitali D, Bagri P, Wessels JM et al (2020) Curcumin can decrease tissue inflam-

mation and the severity of HSV-2 infection in the female reproductive mucosa.

Intern J Mol Sci 21(1):337

Referenza

Curcuma longa, rizoma (c Forest & Kim Starr)

Nello studio si riferisce della preparazione di creme da utilizzare per contrastare infiammazione e dolore indotti da manifestazioni artritiche quando applicate sulla pelle, nelle zone ove tipicamente si manifesta questo tipo di disturbo, cioè le ginocchia e le braccia.In questo tipo di creme, tipico è il ricorso a glucosamina e condroitin-solfato, oltre che a vitamina E, per la loro dimostrata capacità di atte-nuare manifestazioni dolorifiche dovute a stati osteoartritici. Nel lavoro viene indicato anche il ricorso ad attivi naturali quali estratti di Menta (Mentha piperita) e canfora, che sviluppano un effetto refrigerante sulla pelle e quindi analgesico.La base cremosa contiene componenti tipici quali alcol cetilstearilico, paraffina, emulsionanti tipo polisorbati o glicerilmonostearato, emol-lienti, regolatori di viscosità e un eventuale antiossidante. Basilare, ovviamente, per la crema, oltre la stabilità (anche a even-tuale danno da inquinamento microbico), la compatibilità dermica (non irritante, non sensibilizzante) e un elevato potenziale di penetrazione cutanea, in modo che l’effetto analgesico si sviluppi al massimo e con la maggiore velocità possibile dopo l’applicazione.

creme con estratti vegetali Per attenuare dolori artritici

Mentha piperita (c Simon)

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Review • SCIENZA E TECNICA

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Hossain MS, Shamin MA, Sazib MS et al (2020) Formulation and development

of a topical combination cream for arthritis management. TJPR 19(6):1125-1130

Chandra K, Jain V, Jabin A et al (2020) Effect of Cichorium intybus seeds sup-

plementation on the markers of glycemic control, oxidative stress, inflamma-

tion, and lipid profile in type 2 diabetes mellitus: A randomized, double-blind

placebo study.

Phytother Res 34(7):1609-1618

Referenza

Referenza

Ai fini della stabilità della crema, nelle preparazioni descritte nella rela-zione si è rivelata efficace allo scopo l’aggiunta al formulato di sodio di metabisolfito e butilidrossianisolo (BHA), che hanno sviluppato un reale effetto sinergico.

Sono ben note le proprietà curative della Cicoria (Cichorium intybus) che, tramite depurazione e disintossicamento, stimola le funzioni dell’in-testino, del fegato e dei reni grazie alle sostanze presenti nelle radici (lattoni sesquiterpenici, triterpeni, acido cicorico, tannini, ecc.) che hanno, tra l’altro, proprietà digestive, ipoglicemizzanti, lassative, cola-goghe (facilita la secrezione biliare) e cardiache. Tali proprietà in genere sono ascrivibili ai lattoni sesquiterpenici, quindi alle sostanze amare contenute all’interno delle radici, ma sembra che anche gli acidi orga-nici, le fibre e i flavonoidi possano essere implicati nelle suddette atti-vità benefiche.In uno studio clinico è stata valutata l’efficacia di un estratto acquoso ottenuto dalle radici della pianta su pazienti affetti da diabete mellito-2. Il trattamento, continuato per 12 settimane, è stato effettuato in paral-lelo a uno su pazienti trattati con preparato placebo.Il diabete mellito è una patologia associata con incrementati livelli di infiammazione e stress ossidativo. Alla fine del trattamento, l’analisi di controllo di marker ha rivelato una significativa riduzione dello stato infiammatorio, dello stress ossidativo e dell’ipertriglicemia.Lo studio avrebbe quindi dimostrato per la prima volta che supplemen-tazione con l’estratto di Cicoria porta a un riscontrabile miglioramento della progressione del male e a benefici effetti collaterali nel tratta-mento di diabete mellito-2.

estratto da cicoria nel trattamento del diabete mellito

Cichorium intybus, Slovacchia

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SCIENZA E TECNICA • Review

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Hendricks AJ, Eichenfield LF, Shi VY (2020) The

impact of airborne pollution on atopic derma-

titis: a literature review.

Br J Dermatol 183(1):16-23

l’aria inquinata Favorisce l’insorgere di dermatite atoPica

Inquinamento dell’aria (c David Perez)

Lo svilupparsi sempre più frequente di casi di dermatite atopica è certa-mente da correlare al continuo aggravarsi dello stato di inquinamento urbano e alla conseguente esposizione a polveri, gas e fumi dannosi nei confronti della pelle. Si riferisce di uno studio inteso a sottolineare gli effetti dell’aria inquinata sulla funzione della barriera epidermica, esa-minando, quindi, proprio la correlazione che si è creata tra questa eve-nienza e lo svilupparsi di casi di dermatite atopica, e cercando di sinte-tizzare i meccanismi di danno indotti dalla polluzione per identificare potenziali metodi di prevenzione e difesa da questo rischio.I dati del rapporto si riferiscono a risultati di studi clinici, in vitro o su animali, raccolti in articoli o database di recente pubblicazione.Polveri e gas inquinanti inducono stress ossidativo locale e arrecano danno all’integrità della barriera cutanea, alterando così i livelli di perdita di acqua per via transepidermica, sviluppando sintomi infiam-matori, variazioni nel valore del pH e del microbioma cutanei. La derma-tite atopica rappresenta uno stato di disfunzione della barriera cutanea protettiva e proprio l’esposizione, sia a lungo sia a breve termine, ad agenti dell’aria inquinanti non ha fatto che esacerbare tale situazione. Gli inquinanti dell’aria inducono biodisfunzioni come una ridotta sti-molazione del sistema immunitario di difesa, un forte effetto dannoso e l’insorgere di sintomi correlati a cute offesa come prurito, rossore, irritazione e altro. Sono in corso studi, e altri ne seguiranno, per indivi-duare i meccanismi specifici che legano gli elementi inquinanti ai danni cutanei a loro imputabili, il che consentirà una più oculata identifica-zione dei mezzi più idonei a difendere e proteggere la nostra pelle da questo nemico dell’era moderna.

Referenza

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il comPlesso comPortamento a Fini antinFiammatori dei Flavonoidi

Agrumi (Elsholtz Diaeteticon, 1682)

Quella che recensiamo è una relazione certamente ampia e interessante delle capacità antinfiammatorie e immunomodulanti di vari componenti la famiglia dei flavonoidi, grandemente estesa in natura.Ci dice, ad esempio, come certi membri dei flavonoidi sviluppano un positivo effetto inibente l’espressione di mediatori infiammatori (inter-leuchine) su cellule attivate da lipopolisaccaridi (PLS) oppure hanno effetto sul sistema immunitario di difesa. Altri flavonoidi, ancora, hanno dimostrato di inibire l’attivazione e l’aggregazione piastrinica.L’effetto dei flavonoidi varia in dipendenza della loro struttura chimica e dei gruppi funzionali in essa inseriti. La presenza di gruppo ossidrile (OH) in posizione C3, ad esempio, sviluppa il più marcato effetto antin-fiammatorio; è il caso di quercetina, un flavonolo (presente nelle verdure, nel cappero, ecc.) che stimola l’inibizione delle citochine. Anche naringe-nina (un flavonoide tipico del pompelmo) e diosmetina (presente nella Veccia) dimostrano un rilevante effetto soppressore dell’espressione di citochine. Il glucoside naringina (un diidrossiflavone, C7-OH) non ha lo stesso effetto del suo aglicone naringenina. La rutina (glucoside di quer-cetina), pur avendo idrossigruppo in C3, non ha un effetto inibente il rilascio di citochine pro-infiammatorie come il suo aglicone, la querce-tina, già citata prima, così come la diosmina, il glucoside di diosmetina, che è idrossilata in posizione C7. Sono riportati altri esempi.Per i flavonoidi, quello che interferisce sulla loro attività antinfiam-matoria, oltre la loro conformazione strutturale di base (in partico-lare la posizione dei gruppi OH), è poi la biodisponibilità. La biodi-sponibilità è, infatti, un fattore determinante la loro attività biologica. Flavonoidi generalmente utilizzabili a scopo dietetico-nutrizionale sono quasi sempre presenti in forma glucosidica. Nel sangue la loro presenza è scarsa. La loro deglicosilazione avviene nell’intestino e dipende dal tipo di zucchero legato all’aglicone. Nell’intestino tenue, due enzimi tipo β-glicosidasi agiscono nei confronti di glucosidi flavonoidi. Nel caso di glucosidi non mono-, come la rutina, un diglucoside derivato della quercetina, la β-glucosidasi intestinale, non è in grado di idrolizzare le due molecole zuccherine. In questo caso sarà il microbiota intestinale ad agire ai fini di rendere assorbibile l’aglicone nell’intestino e quindi immetterlo in circolo nel sangue.Quelli riferiti e numerosi altri esempi citati nella relazione servono a spiegare quanto vario e complesso sia il comportamento dei flavo-noidi isolati dalle piante e il loro sfruttamento in campo terapeutico e dietetico-nutrizionale con funzione antinfiammatoria, immunomodu-lante e antiaggregante piastrinica, in relazione non solo alla loro con-centrazione di impiego, ma anche alla loro struttura e biodisponibilità.

Zaragozá C, Villaescusa L, Monserrat J et al (2020) Potential therapeutic

anti-inflammatory and immunomodulatory effects of dihydroflavones, flavo-

nes, and flavonols.

Molecules 25(4):1017

Referenza

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SCIENZA E TECNICA • Review

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Gadge S, Game M, Salode V (2020) Marvelous

plant Carica papaya Linn: A herbal therapeu-

tic option.

J Pharmacogn & Phytochem 9(4):629-633

Referenza

La nefropatia diabetica consiste in una malattia generante sclerosi e fibrosi glomerulari causate da alterazioni metaboliche ed emodinami-che indotte da diabete mellito.Sono ben noti, validati da molte ricerche, i benefici effetti indotti da idrolizzati di proteine ottenute da pula di Riso a fini ipoglicemizzanti quando incorporati in alimenti o integratori alimentari. Le proteine dalla pula di Riso sono state frazionate in albumina, globulina e glutelina, e quindi idrolizzate con proteasi. È stata valutata la capacità inibente di α-amilasi e α-glicosidasi, enzimi che scindono zuccheri complessi (oligo-saccaridi e polisaccaridi) in zuccheri più semplici, favorendone la dige-stione e l’assimilazione, e quindi l’accumulo nel sangue. Gli idrolizzati proteici ottenuti favoriscono un significativo aumento di queste bioat-tività che sono generalmente correlate al grado di idrolisi.Un esperimento (test su topini affetti da nefropatia diabetica) ha

La Papaya (Carica papaya L.), della famiglia delle Caricaceae, è da rite-nersi a tutti gli effetti una pianta di elevato interesse dal punto di vista terapeutico e nutrizionale. Da considerare che non solo la polpa del vistoso frutto, ma anche i suoi semi e la scorza, e altre parti della pianta (foglie, radici) sono utilizzabili alla fine di estrazione di principi attivi funzionali. Di principi attivi è una fonte inesauribile: dalle vitamine A (carotenoidi), B e C ai minerali (K, Fe, Cs, Mg, Cu), dagli acidi organici (citrico, malico) e proteine ai carboidrati e isotiocianati. Non contiene colesterolo.Dal frutto immaturo della pianta si estrae papaina, un enzima proteo-litico appartenente alla classe delle idrolasi, la cui importante funzione è quella di catalizzare lisi di proteine, con specificità nei confronti dei legami peptidici, per cui svolge un ruolo importante ai fini favorenti la digestione. Un altro importante enzima proteolitico è la chimopapaina che viene isolata dal lattice della pianta. Questo enzima viene impiegato nella chemionucleolisi, cioè nel trattamento dei dolori sciatici causati da ernia al disco.Le varie ricerche sui derivati della pianta ne hanno validato le nume-rose bioproprietà antimicrobiche, antifungine, antinfiammatorie, anti-pertensive, antifertilità, antimalariche, antitumorali, antianemiche e antiobesità.Secondo lo United States Department of Agricuture (USDA), la Papaya è da annoverare tra le più importanti piante fornitrici di principi attivi a elevato effetto terapeutico, salutistico e nutrizionale, noti e utilizzati in ogni parte del mondo.

dalla Pula di riso, una cianidina iPoglicemizzante

le mille ProPrietà salutistiche della PaPaya

Risaia in Cambogia (c Oliver Spalt)

Carica papaya (c H. Zell)

NutrAceuticA e iNtegrAzioNe AlimeNtAre

424 • Erboristeria Domani31

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Zheng HX, Qi SS, He J et al (2020) Cyanidin-3-

glucoside from Black Rice ameliorates diabe-

tic nephropathy via reducing blood glucose,

suppressing oxidative stress and inflammation,

and regulating transforming growth factor β1/

smad expression.

J Agric Food Chem 68(15):4399-4410

Referenza

La Cipolla (Allium cepa L.) è sicuramente una delle piante officinali di più antica conoscenza e consumo, non solo in cucina, ma anche come pianta medicinale. È dotata di un prezioso carico di principi attivi che vanno da flavonoidi a fitosteroli, da saponine a vitamine, per non dimenticare la nutrita serie di composti solforati (tra cui vari aminoa-cidi), e la sua frazione attiva ha dimostrato di essere in grado di espli-care un ampio e diversificato spettro di bioattività.In uno studio si riferisce di isolamento, concentrazione, quantificazione e valutazione del potenziale bioattivo di un estratto ricco in derivati fenolici da pelle di Cipolla. Nell’estratto sono stati identificati oltre trenta polifenoli, da flavonoidi a non flavonoidi, che, dopo estrazione e identi-ficazione, sono stati purificati. Come nuovi costituenti sono stati iden-tificati due inusuali epossiflavanoni e alcuni altri fenolici generalmente non riportati tra i costituenti tradizionali delle piante del genere Allium.L’estratto ottenuto è stato concentrato, sino a ottenere un estratto finale ricco al 90,25% in flavonoidi. Tra questi (una quindicina), via Ultra-Performance Liquid Chromatography Photodiode Array (UPLC/PDA), ne sono stati quantificati due dei principali, quercetina e querce-tin-4’-O-β-D-glucopiranoside, che da soli costituiscono praticamente il 50% del totale. Dei flavonoidi della Cipolla sono state valutate le capa-cità antiossidanti e anti-neuroinfiammatorie; i risultati dei test conferme-rebbero una pronunciata attività di questi composti. Lo studio ne sug-gerisce anche un possibile impiego quali integrativi di functional food.

dalla ciPolla PoliFenoli antiossidanti e anti-neuroinFiammatori

Bulbo di Cipolla (c Hedwig Storch)

confermato che la supplementazione con cianidin-3-glucoside estratta da pula di Riso nero (Oryza sativa L.) sviluppa un effetto ipoglicemico e anti-osteoporosico quando utilizzato a dosaggi di 10 e 20 mg/kg pro die per almeno 8 settimane. L’effetto si riscontra in diminuzione di glucosio nel sangue, ridotta richiesta di insulina, migliorate funzioni renali, attenuazione di sclerosi glomerulare renale e fibrosi interstiziale. Si sono riscontrate, inoltre, una risposta positiva del sistema di difesa antiossidante dei reni e una marcata riduzione di espressione di media-tori infiammatori e di Trasforming Growth Factor (TGF-β1) nel sangue e nei reni.Lo studio starebbe quindi a dimostrare che cianidin-3-glucoside del Riso è in grado di apportare significativi miglioramenti a stati di nefro-patia diabetica riducendo stress ossidativi e con azione antinfiamma-toria. Questo principio attivo può essere considerato alla stregua di un nutriente, nel contempo protettivo renale.

Li Q, Wang Y, Mai Y et al (2020) Health benefits of the flavonoids from Onion:

constituents and their pronounced antioxidant and anti-neuroinflammatory

capacities.

J Agric Food Chem 68(3):799-807

Referenza

Erboristeria Domani • 42432

SCIENZA E TECNICA • Review

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Islam MT, Ali ES, Mubarak MS (2020) Anti-obesity effect of plant diterpenes

and their derivatives: A review.

Phytother Res 34(6):1216-1225

Referenza

I diterpeni sono una classe di terpeni costituiti da quattro unità isopre-niche, aventi formula bruta C20H32. I diterpeni possono essere lineari (aciclici) o contenere anelli (ciclici). Quando i diterpeni sono modificati con reazioni tali da portare alla formazione di gruppi funzionali conte-nenti atomi diversi dal carbonio, come gruppi idrossilici, carbonilici o contenenti azoto, vengono chiamati diterpenoidi. L’obesità è una condizione patologica determinata da accumulo di grasso corporeo, con conseguenze anche importanti per lo stato di salute e lo stile di vita di un individuo. Le cause generanti possono essere numerose e diverse: di ordine genetico, per mancanza di eserci-zio fisico, correlate a disturbi patologici (cardiovascolari, diabete, cancro, depressione).In molti rapporti si legge che composti diterpenici sono in grado di sviluppare un’attività antiadipogenica e quindi antiobesità, operando secondo un meccanismo di azione che porta a inibire la differenziazione di preadipociti ad adipociti. Questo avviene a seguito della riduzione di espressione di fattori trascrizionali coinvolti in processi che portano a stimolazione di produzione di grasso come Peroxisome Proliferator-Activated Receptor-y (PPARy) e Communication Enhancer Binding Protein (C/EBPα).La review punta la sua attenzione sui più recenti rapporti (in differenti database) pertinenti il trattamento antiobesità correlati all’impiego di derivati da piante, in modo più specifico di diterpeni (la ricerca è aggior-nata all’agosto 2019).I risultati dei vari rapporti riferiscono che per un certo numero di diter-peni e loro derivati si è potuto rilevare un’effettiva bioattività antiobe-sità esplicantesi attraverso vari meccanismi come la riduzione di sovrap-peso o la modificazione del livello di massa corporea (Body Mass Index, BMI), l’inibizione di protein-tirosinasi fosfatasi, l’inibizione di attività della lipasi, l’effetto anti-adipogenico e altri.L’acido carnosico e carnosolo (principi attivi della Salvia), i derivati dell’a-cido abietico presente nel Pino e altri alberi, steviolo, attivo della droga di Stevia (Stevia rebaudiana), andrographolide, ricavata dalle foglie di Carmantina (Andrographys paniculata), e loro derivati sono esempi importanti di diterpeni ad attività antiadiposità.In relazione al referto dei vari studi, questi diterpeni derivati da piante sono da considerarsi a tutti gli effetti interessanti candidati potenziali per la realizzazione di preparati terapeutici e integrativi nutrizionali destinati al trattamento dell’obesità correlata ai vari tipi di cause scate-nanti citate, in umani e animali.

attività antiadiPosità di diterPeni da Piante

Stevia rebaudiana (c Plenuska)

424 • Erboristeria Domani33

Review • SCIENZA E TECNICA

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AggiorNAmeNti di fitocosmesi

Per osmolita si intende un soluto cellulare (piccole molecole) mobiliz-zato in modo significativo dalla cellula allo scopo di mantenere o cor-reggere la pressione osmotica e il volume cellulare. L’osmosi è il flusso spontaneo di un liquido attraverso una membrana semipermeabile di separazione tra due soluzioni a diversa concentrazione. Naturalmente il soluto tende a passare dalla soluzione più concentrata a quella più diluita. Sono osmoliti gli aminoacidi, i carboidrati, l’urea e le metilamine.Per quanto concerne la pelle, i cheratinociti accumulano osmoliti orga-nici in responso a stress iperosmotici; osmoliti che possono poi fun-zionare come antiossidanti e stabilizzanti della struttura, della stabilità e della funzionalità di proteine. Osmoliti organici sono stati proposti per stimolare la sintesi dei lipidi costituenti la barriera cutanea in con-dizioni di estrema secchezza: una strategia idonea ai fini di incremen-tare la ritenzione idrica della pelle e preservare le funzioni della barriera cutanea, anche in condizioni di severo stress ambientale.Nel calice di Hibiscus sabdariffa (meglio noto come Karkadè), un impor-tante costituente è rappresentato dalla betaina, un aminoacido naturale modificato, osmolita organico che si accumula nelle piante in condizioni di stress da siccità. Nello studio, quindi, si esaminano i risultati correlati all’uso di estratti da calice di Hibiscus contenente betaina per miglio-rare lo stato di ritenzione idrica e funzionalità della barriera cutanea, valutando normali cheratinoci epidermici umani trattati con preparato contenente l’estratto (0,2%).La valutazione è stata effettuata determinando l’incremento del livello del tasso idrico cutaneo (tramite misurazione delle proprietà dielettri-che della pelle) e il valore di perdita di acqua per via transepidermica (Transepidermar Water Loss, TEWL). Un ridotto valore TEWL riflette un migliorato stato idrico cutaneo e quindi migliorate condizioni e funzio-nalità della barriera cutanea protettiva.L’estratto dal calice di Hibiscus contenente l’osmolita betaina ha dimo-strato di preservare la funzionalità della barriera cutanea protettiva incrementando la sintesi della frazione lipidica neutra dello strato corneo, stimolando l’espressione di proteine occlusive, incrementando l’idratazione della cute e riducendo la perdita di acqua per via transepi-dermica. Rappresenta, quindi, un elemento innovativo idoneo a rinfor-zare il sistema naturale organico osmolitico ai fini di mantenere o anche migliorare il livello idrico cutaneo e la funzionalità dello strato corneo.

osmolita di hibiscus regola il livello idrico cutaneo

Hibiscus sabdariffa (c Mokkie)

Mandeau A, Daigle P, Loing E (2020) Hydration Regulation: Hibiscus sabdariffa

Osmolyte for Barrier Moisture Control.

Cosm & Toil, Digital Edit Jul-Aug 2020

Referenza

Erboristeria Domani • 42434

SCIENZA E TECNICA • Review

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Page 37: GEN-MAR - Erboristeriadomani

Mohamed GA, Ibrahim SRM, Asfour HZ (2020)

Antimicrobial metabolites from the endophytic

fungus Aspergillus versicolor.

Phytochem Letters 35(2):152-155

Referenza

Il genere Aspergillus (Aspergillaceae) include oltre 250 specie di funghi aerobici, cioè che crescono in ambiente ricco di ossigeno. Aspergillus versicolor è un fungo filamentoso a lenta crescita che si trova comu-nemente negli ambienti interni umidi e sui prodotti alimentari. Ha un caratteristico odore di muffa associato alle case ammuffite ed è uno dei maggiori produttori di micotossina e sterigmatocistina epatotossici e cancerogeni. Viene isolato anche da rizomi di piante ed è presente anche sulle foglie di Centella asiatica. È in grado di produrre un’ampia serie di metaboliti a diversificata bioattività da isocumarine a xantoni, da sesquiterpeni a butirolattoni, da antrachinoni a peptidi. Nello studio in oggetto si riferisce di A. versicolor isolato da Pulicaria crispa, e della separazione e caratterizzazione strutturale dei suoi meta-boliti, alcuni dei quali noti e due nuovi (due derivati aril-eteri). Di questi due ultimi si è proceduto alla valutazione della loro attività antimicrobica, con il metodo a diffusione su disco e successiva determi-nazione del valore Minimum Inhibitory Concentration (MIC), che è risul-tata positiva nei confronti dei vari ceppi testati: Staphylococcus aureus (AUMC No. B-54) e Bacillus cereus (AUMC No. B-5) come batteri Gram-positivi; Escherichia coli (AUMC No. B-53) e Pseudomonas aeru-ginosa (AUMC No. B-73) come batteri Gram-negativi; Candida albi-cans (AUMC No. 418) e Geotrichium candidum (AUMC No. 226) come funghi. I valori MIC rilevati per i due nuovi composti sono risultati paragona-bili a quelli di Ciprofloxacina, un antibiotico specifico, nei confronti dei ceppi batterici testati, così come la loro attività antifungina è risultata paragonabile a quella di Clotrimazolo, farmaco specifico antimicotico.

La buona pratica della dottrina ayurvedica che mescolando gli estratti di più piante, e quindi accomunando la bioattività dei loro diversi principi attivi, ottiene un preparato a maggiore efficacia si è rivelata fruttuosa anche nella realizzazione di creme destinate al trattamento di parti lese della pelle per favorirne rimarginazione, guarigione e cicatrizzazione.È ben noto che alla fine della guarigione e nella rimarginazione di una lesione cutanea gli estratti vegetali possono intervenire con varie diversificate funzionalità, come favorire l’angiogenesi, la riepitelizza-zione e la proliferazione del tessuto incrementando la sintesi del col-lagene, nonché manifestando azione antiossidante, antimicrobica e antinfiammatoria, e proteggendo così la parte lesa con l’accelerazione delle citate attività.Nello studio in oggetto si riferisce della realizzazione di creme destinate al trattamento di cute lesa impiegando come ingredienti attivi un’as-sociazione di estratti da Calamo aromatico (Acorus calamus), Hibiscus cinese (Hibiscus rosa sinensis) e Sensitiva (Mimosa pudica).Con le creme realizzate su idonea base oleosa si è proceduto alla loro valutazione operando su modelli di cute escissa e incisa.

metaboliti da Funghi antimicrobici

Formulazioni Polierbali a Funzione cicatrizzante la cute lesa

Aspergillus spp., foto microscopica (c Vyzhdova V)

Hibiscus rosa sinensis (c Dinesh Valke)

424 • Erboristeria Domani35

Review • SCIENZA E TECNICA

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Honnesh NH, Shashidhara S, Sand A (2020)

Preparation of external herbal formulation for

wound healing activity.

J Pharmacogn & Phytochem 9(4):789-793

Referenza

I preparati contenenti il 5% di miscela dei tre estratti erbali hanno rive-lato notevole effetto ai fini della contrazione della ferita, con una forza tensile pari a quella ottenibile utilizzando gli estratti singolarmente in dosaggio del 10%. L’efficacia delle creme al 5% di sostanza attiva è risultata migliore di quella indotta dall’uso di un preparato contenente Soframicina (idrocortisone solfoacetato), un farmaco specifico in dosag-gio dell’1%.Il dosaggio di idrossiprolina (marker attestante lo sviluppo di sintesi col-lagenica e quindi la riepitelizzazione e la proliferazione tissutale) è risul-tato ottimale utilizzando nelle creme il 10% di sostanza attiva.

Wang S, Wang C, Cao H et al (2020) Comparing the cosmetic effects of

liquid-fermented culture of some medicinal mushrooms including antioxidant,

moisturizing, and whitening activities.

Int J Med Mushrooms 22(7):693-703

Referenza

Nel rapporto si riferisce delle proprietà antiossidanti, idratanti e schia-renti cutanee di tre tipi di funghi, i cui nomi complessi e ai più sco-nosciuti certamente possono generare un certo sconcerto nel citarli, mentre in realtà si tratta di tre specie eduli e di una certa notorietà anche dalle nostre parti.Il primo, Coprinus comatus, appartiene alla famiglia delle Coprinaceae, un gruppo di funghi assai noto e diffuso. Il colore bianco del carpo-foro, le numerose squame sul cappello, la taglia slanciata e spesso assai sviluppata e il gambo leggermente più ingrossato alla base rendono questa specie facilmente identificabile. Da adulto la carne diventa deli-quescente e spesso è possibile osservare del liquido nero che sgocciola dal cappello; per tale motivo questa specie viene conosciuta anche come “fungo dell’inchiostro”. Cordyceps militaris, meno noto del precedente, è un esile fungo di bosco e prati, non velenoso ma non di interesse per l’uso alimentare. Infine, il terzo è il Pleurotus geesteranus: si tratta di una delle specie fungine più coltivate e conosciute nel mondo; In Italia è molto comune e viene denominata Orecchione, Fungo ostrica e anche Sbrisa. Detto dei tre funghi, da sottolineare l’interesse della ricerca che ne ha rilevato le notevoli proprietà antiossidanti, idratanti e schiarenti cutanee. Dei tre funghi sono state messe a confronto le dette proprietà, otte-nibili dal micelio e dal brodo fermentato, e dall’associazione dei due. Il risultato della ricerca ha attribuito al primo dei funghi studiati, nel complesso delle potenziali varie fitoattività, il livello di più elevata effi-cacia. Peraltro, tutti e tre si sono rivelati in possesso di biorequisiti tali da poter essere ritenuti di significativo interesse quali nuove materie prime nella realizzazione di formulati cosmetici e cosmeceutici con fun-zione anti-ageing e contro l’iperpigmentazione.

bioattività di Funghi sFruttabili in camPo cosmetico

Pleurotus spp. (c Archenzo)

Erboristeria Domani • 42436

SCIENZA E TECNICA • Review

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Il cuoio capelluto è caratterizzato dal contenere un’inusuale densità di papille capillari con elevato numero di ghiandole sebacee e quindi rap-presenta un ambiente ideale per l’insorgere e lo svilupparsi di microbi, la cui presenza può sfociare nell’insorgere e nell’evolversi di partico-lari e indesiderate condizioni fisiologiche e patologiche: formazione di forfora, dermatite seborroica, prurito, secchezza della pelle, psoriasi, sino ad alopecia.Uno scalpo irritato, in disordine, è generalmente associato a una cattiva qualità dei capelli, per cui particolari requisiti sono necessari per il man-tenimento del buon livello del suo benessere. Numerosi fattori possono interferire sulle sue funzioni fisiologiche: trat-tamenti abituali con shampoo inadeguati, coloranti, sbiancanti, fattori ambientali come esposizione a raggi UV, aria inquinata, ecc. Una buona igiene è necessaria per tenere in ordine lo scalpo, rimuo-verne le cellule morte e ogni tipo di materiale indesiderato che si è accu-mulato sulla sua superficie, correggerne l’eventuale sgradevole odore, ridurre la carica batterica e micotica.Un vasto numero di ingredienti attivi, la cui presenza in idonei prepa-rati trattanti può apportare benefici effetti alle condizioni fisiologiche e di benessere del cuoio cappelluto.Combinazione di acido salicilico (nel rispetto di vigenti restrizioni sul suo uso) e piroctone olamine possono indurre beneficio nel trattamento contro la formazione di forfora (Malassezia furfur), dermatite sebor-roica e dermatite atopica.I tannini, polifenoli solubili contenuti in estratti vegetali e ritenuti sicuri (GRAS), in ragione del loro effetto astringente godono pure di larga considerazione: il loro positivo effetto è stato accertato su vari, diffe-renti ceppi batterici, funghi e lieviti.Bioattivi naturali come saponine e sapogenine in preparati cosmetici possono essere efficaci contro l’acne; l’acido oleanolico, aglicone di una saponina triterpenica, possiede proprietà antibatteriche, antivi-rali e anfinfiammatorie. Stesse proprietà sono attribuite all’acido betu-linico e suoi derivati.Recenti preparati tricologici includono detergenti, stimolanti la crescita dei capelli, fotoprotettivi per capelli e scalpo, minerali, vitamine, pro-teine ed estratti di piante a scopo di migliorare la microcircolazione sul cuoio cappelluto.Si legge di creatinina per migliorare volume e aspetto di capelli dan-neggiati; di niacinamide e asiaticoside che regolano la microcircola-zione e attivano il trasporto di ossigeno ai follicoli capillari; di proteine del Riso che proteggono da stress ossidativi indotti dai raggi solari; di vari ingredienti (tocotrienoli, tocoferoli, idrositirosolo e ascobil palmi-tato) antiossidanti.L’effetto restaurativo e condizionante è ascritto alla presenza di qua-ternario d’ammonio e, in caso di cute dello scalpo secca, gli oli vegetali (girasole, germe di grano, argan, mandorle) difendono anche da stress ossidativo e photo-ageing.

l’igiene del cuoio caPelluto

Saponaria officinalis (c Jean-Pol Grandmont)

424 • Erboristeria Domani37

Review • SCIENZA E TECNICA

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Lionetti N (2020) Head start: scalp care begets

healthy hair.

Cosm & Toilet 135(6):52-DM29

Referenza

L‘impiego di antiossidanti e prodotti contro la caduta dei capelli e di difesa da stress ambientali (aria inquinata) ha rivoluzionato la formula-zione di prodotti per il trattamento dello scalpo.Un nuovo peptide (L-glutamil-istamina) protettivo, antimicrobico, che mima l’attivazione mediata dal sole di geni legati al ritmo circadiano. Un epicatechinderivato (epigallocatechingallato, EGCG) efficace contro la caduta dei capelli. Insostituibile rimane l’interesse per pirrolidin-dia-minopirimidina ossido, un composto simile al minoxidil per promuovere la proliferazione cellulare e il controllo del ciclo di crescita dei capelli.Di interesse, ancora, l’impiego di preparati contenenti la melatonina contro la caduta dei capelli, così come nuovi studi hanno evocato positivi effetti promuoventi la ricrescita dei capelli per metaboliti di alghe marine.

Le alghe sono continuamente esposte a forti stress ossidativi, per cui hanno sviluppato un efficiente sistema di difesa antiossidante contro Reactive Oxigen Species (ROS) e radicali liberi, ai fini di proteggere da danni le importanti macromolecole biologicamente attive che conten-gono. Elementi importanti con funzione antiossidante sono i carote-noidi, di cui si riscontra presenza in una grande varietà di specie algali.Carotenoidi come astaxantina, β-carotene e luteina sono elementi di normale introduzione in preparati cosmetici antiossidanti e protettivi UV. Una piccola classe di alghe, le Eustigmatophyceae (in particolare la specie Vischeria), contiene un’elevata dose di carotenoidi, in particolare luteina e astaxantina, sino al 5% del loro peso (sul secco). La luteina è importante per la protezione da esposizione solare, in quanto assorbe la luce blu e cattura i radicali liberi. È presente in numerosi altri tipi di alghe oltre a quella citata; ad esempio la specie Chlorococcum ne con-tiene oltre 30 mg/100 g di massa algale fresca, una quantità certa-mente superiore a quelle rilevabili in frutti e vegetali freschi; mentre in frutti e altre fonti la luteina si trova in forma esterificata nelle alghe e si rinviene allo stato libero. In numerosi tipi di alghe è preponderante la presenza di un altro chetocarotenoide: l’astaxantina. Il colorito aran-cione più o meno intenso che impartisce alla pelle sembra fornire un energico responso protettivo a stress ossidativi proteggendo la cute da infiammazioni, danni da UV e prematuro invecchiamento. Un altro carotenoide, il licopene, è da considerarsi un importante antios-sidante naturale, con potenziale utilizzazione nella realizzazione di pre-parati preventivi protettivi UV a funzione anti-ageing. L’alga cianopro-cariota Anabaena vaginicola è un vero veicolo ad alta concentrazione di licopene, forse il più elevato tra le sorgenti naturali.Proprietà antiossidanti sono riconosciute al carotenoide naturale fucoxantina, ricavato da microalghe brune marine della classe delle Phaeophyaceae. Questo carotenoide algale è stato ben studiato nelle sue proprietà e valutato in numerose potenziali sue utilizzazioni in campo cosmetico.

Potenziale antiossidante e Protettivo UV di metaboliti algali

Chlorophyceae, tavola botanica

Erboristeria Domani • 42438

SCIENZA E TECNICA • Review

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Page 41: GEN-MAR - Erboristeriadomani

Laksmiani NPL, Sanjaya IKN, Leliqia NPE (2020) The activity of avocado (Persea

americana Mill.) seed extract containing catechin as a skin lightening agent.

J Pharm Pharmacogn Res 8(5):449-456

Referenza

Le radiazioni solari, specie se in zone molto esposte o per lungo tempo di esposizione, incrementano la sintesi della melanina, il che causa un incremento di deposito di agenti melanogeni e di conseguenza l’inscu-rimento della pelle per iperpigmentazione. Schiarire la pelle vuol dire quindi bloccare la sintesi della melanina.I flavonoidi sviluppano attività antiossidante e inibiscono il processo di melanogenesi. I semi di Avocado (Persea americana Mill.) contengono metaboliti secondari di flavonoidi in forma di catechine.Nel lavoro si riferisce di una valutazione dell’efficacia antimelanogena, e di conseguenza schiarente cutanea, di catechine da semi di Avocado in comparazione con simile effetto indotto da un antimelanogeno di comune conoscenza e impiego, l’acido kojico.Si è ricorso a un metodo spettrofotometrico per misurare l’assorbanza di dopachrome (DOPA), un intermedio nella sintesi della melanina, e per valutare la quantità di attivo interferente l’inibizione di tirosinasi (in altre parole IC50= concentrazione inibente).I dati della ricerca hanno dimostrato che le catechine da Avocado sono in grado di sviluppare un effetto schiarente cutaneo, a seguito dell’ini-bizione di tirosinasi, più elevato di quello dell’acido kojico.

catechine di avocado schiarenti cutanee

Frutto di Avocado sull’albero (c Gabriel Hurley)

Stoyneva-Gärtner M, Uzunov B, Gärtner G

(2020) Enigmatic Microalgae from Aeroter-

restrial and Extreme Habitats in Cosmetics:

The Potential of the Untapped Natural Sources.

Cosmetics 7(2):27

Referenza

Per quanto concerne il tocoferolo, studi su oltre cento tipi di microal-ghe hanno rivelato che in queste sorgenti marine è reperibile princi-palmente nella forma α-tocoferolo, in misura minore come isomero.Nelle alghe marine sono pure presenti derivati fenolici, un abbondante gruppo di metaboliti secondari di pure notevole interesse nel meccani-smo protettivo contro stress ossidativi o effetti citotossici indotti da UV, l’elevata concentrazione nelle alghe brune dei florotannini.Da ricordare anche la presenza nelle alghe di due pigmenti coloranti protettivi UV e antiossidanti. Il primo, scitonemina, è un metabolita secondario sintetizzato da cianobatteri (tipo Nostoc); il secondo, gloe-capsina, è un pigmento rosso, liposolubile, reperito come rivestimento gelatinoso, protettivo di un’alga cianoprocariota (la Gloeocapsa).Un discorso a parte meriterebbero poi le micosporine-aminoacidi simili (mycosporine-like amino acids, MAAs), le più potenti molecole natu-rali per la protezione della pelle dalla luce solare, in ragione della loro attività come filtro primario UV e per il loro elevato potenziale antiossi-dante e antiradicalico. Gli studi ne hanno rilevato non solo le eccezionali qualità, ma anche la sicurezza di impiego, per cui sono da considerarsi tra i più moderni ed efficaci ingredienti nella realizzazione di cosmetici e demofarmaceutici protettivi cutanei di elevato livello.

424 • Erboristeria Domani39

Review • SCIENZA E TECNICA

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Page 42: GEN-MAR - Erboristeriadomani

Hong Y, Kim J (Amorepacific Co, 2020) Whitening composition containing

novel quercetin-based compound.

US Pat Appl 2020- 0140474-A1, Jul 2020

Referenza

Quercetina 3,3’,4’,5,7-pentaidrossiflavone è uno dei più noti e diffusi flavonoidi reperibili in natura e utilizzati in farmacologia e cosmesi. Chimicamente è un flavonolo (tetraossiflavonolo) presente sia come aglicone sia in forma glucosidica (quercitrina) in numerose piante, tra cui la Quercia (Quercus robur, da cui il nome), l’Iperico, l’Ippocastano, il Ginkgo biloba e il Tè. È dotato di marcate proprietà antiossidanti e antinfiammatorie. Alla quercetina è stata da molti autori attribuita anche un’attività anti-melanogena e schiarente cutanea. Peraltro, la questione in materia è piuttosto controversa, in relazione a risultati di studi e ricerche sperimen-tali in vitro e in vivo. L’efficacia antimelanogena è stata, per contro ,rive-lata per i suoi glucosidi e altri derivati con funzione dose-dipendente.Sembra invece comprovata, almeno secondo quanto riportato in un recente brevetto sud coreano, l’efficacia a fini antimelanogeni e quindi schiarenti cutanei di quercetina isolata da Tè fermentato.Nel brevetto si riferisce, infatti, di vari preparati a base di tale ingrediente attivo che hanno fornito apprezzabili risultati sia a seguito di incorpo-razione dello stesso in formulazioni per uso topico sia in preparati tipo integrativi nutrizionali, functional food, ecc.

Ai derivati fenolici presenti nella frazione attiva della polpa e della scorza del frutto del Melograno (Punica granatum L.) sono attribuite numerose bioattività salutistiche sia per l’organismo in generale sia in particolare per la pelle.Preparati che contengono estratti del frutto vengono utilizzati nel trat-tamento di vari disordini cutanei, compreso quello dell’iperpigmenta-zione. In questo argomento ci siamo già inoltrati in una nostra recente nota (vedi Erboristeria Domani 420(3):29).In un nuovo contesto è stata sviluppata una preparazione contenente una frazione ricca nei fenoli tipici dell’estratto. L’acido sinapico è il fenolo più abbondante nella scorza del frutto, seguito da acidi gallico ed ellagico. L’estratto che li contiene esibisce un forte potenziale antiossidante e, inoltre, un marcato effetto inibente l’attività di tirosinasi. Il potenziale antitirosinasi, antimelanogeno dell’e-stratto, è stato confermato da una marcata soppressione di melanoge-nesi cellulare a seguito di inibizione su cellule melanoma B16 di tirosi-nasi e di Tyrosinase-Related Protein (TRP-2), un enzima strutturalmente correlato alla tirosinasi, con la quale forma un complesso entro i mela-nosomi e può influire sull’attività e la stabilità della tirosinasi.È stato pure evidenziato un effetto antiossidante e proliferativo

quercetina da tè Fermentato antimelanogena

acidi Fenolici della scorza di melograno inibiscono la melanogenesi

Quercus robur, esemplare a Wriezen Haselberg

di 680 anni (c Doris Antony)

Punica granatum, Tbilisi (c Shioshvili)

Erboristeria Domani • 42440

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Gan D, Carle T, Hines M et al (Mary Kay inc, 2020) Composition for sensi-

tive skin.

US Pat 10736837, Aug 2020

Referenza

La pelle sensibile ha la tendenza a essiccarsi, sfaldarsi e ad arrossarsi quando esposta a stimoli ambientali come la luce solare, calore, freddo intenso o all’azione di agenti chimici (tipo detergenti o cosmetici non idonei contenenti principi attivi sensibilizzanti e allergizzanti). Per cui il consumatore, se non è riuscito a evitare questi contatti o questi impieghi, deve ricorrere a mezzi intesi come idonei preparati cosmetici ai fini di alleviare il disagio indotto.Nel brevetto si riferisce di vari ingredienti che, da soli o in idonea asso-ciazione, possono essere utilizzati al fine di realizzare preparati la cui applicazione previene irritazioni, rossore, eritema e prurito su tipi di pelle predisposte all’insorgere di tali indesiderate manifestazioni. Questi ingredienti devono essere idonei all’incorporazione facile e pratica in vari tipi di formulati cosmetici: da preparati in emulsione (tipo creme e latti) a oleoliti, maschere facciali, prodotti in forma di gel, ecc.Nella selezione di principi attivi di derivazione naturale citati nel bre-vetto sono contemplati allo scopo estratti quali derivati da alghe, di Rusco (Ruscus aculeatus L.), di Liquirizia (Glycyrrhiza glabra), di Centella (Centella asiatica) e di Calendula (Calendula officinalis L.). Questi vari estratti concorrono, con il loro ricco apporto di principi attivi quali fito-steroli, triterpeni pentaciclici, flavonoidi, tannini, ecc. a varia funzio-nalità antiossidante, lenitiva, cutanea, astringente, ecc., ad apportare benefici effetti riparativi, lenitivi, rigeneranti sulla cute sensibile offesa da stress ossidativi, ambientali o da uso di ingredienti igienici o cosme-tici inadeguati.

attivi vegetali in PreParati cosmetici Per Pelli sensibili

Ruscus aculeatus (c Fritz Geller-Grimm)

dell’estratto nei confronti di fibroblasti dermici umani, così come un effetto inibitorio nei confronti di espressione di matrix metalloprotei-nase (MMP-2).L’estratto è stato sperimentato in varie forme cosmetiche, di cui si è pure valutata la non tossicità, su 30 volontari per 28 giorni consecu-tivi, risultando un ingrediente naturale efficace e sicuro nell’impiego.

Kanlayavattanakul M, Chongnativisit W,

Chaikul P et al (2020) Phenolic-rich pomegra-

nate peel extract: in vitro, cellular, and in vivo

activities for skin hyperpigmentation treatment.

Planta Med 86(11):749-759

Referenza

424 • Erboristeria Domani41

Review • SCIENZA E TECNICA

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EUFORBIA: I POTERI DEL LATTICEPaolo PoggiChimico, documentalista

Ancora una volta dalla macchia

mediterranea emerge una

pianta morfologicamente

e fisiologicamente molto

differenziata, che si rivela una

fonte speciale di sostanze

biologicamente attive, dotate

di funzionalità molto peculiari.

Il lattice, non privo di tossicità,

sta rivelando potenzialità

interessati in campo farmaceutico

e nutrizionale, e anche per

applicazioni industriali.

Erboristeria Domani • 42442

SCIENZA E TECNICA • Monografia

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Il genus Euphorbia, della famiglia delle Euphorbiaceae, comprende una miriade di specie diffuse in ogni regione del mondo.

Nel nostro lavoro il riferimento sarà alla specie tipica della macchia mediterranea nota come Euphorbia characias L., nonché a una sua sottospecie, che presenta spesso una dimensione maggiore, che va sotto il nome di Euphorbia characias ssp. wulfenii. Il nome del genus fa riferimento a quello di un antico medico greco, Euforbio (I sec. a.C.), mentre il nome della specie richiama la denominazione xarexias che le era stata attribuita dall’altro famoso medico greco Dioscoride, vissuto due secoli dopo, nel I secolo d.C. La sottospecie deve la sua denomina-zione (wulfenii) al botanico austriaco Franz Wulfen che nel XVIII secolo la classificò.

CENNI BOTANICI E STORICI

Euphorbia characias L. è un arbusto sempreverde, a lunghi rami che partono dalla base, con foglie lanceo-late distese a spirale sulla parte superiore. È caratteriz-zata da una vistosa infiorescenza a ombrella che racco-glie infiorescenze minori, dette ciazi, un apparato floreale tipico della specie, formate a loro volta da diversi singoli fiori. Il colore è verde chiaro, con la parte centrale dei fiori singoli di colore giallo oro.Il frutto è costituito da una capsula pelosa che contiene vari semi. Per rottura, dai gambi della pianta sgorga un lattice

biancastro, denso, ritenuto velenoso, ma che come vedremo presenta interessanti pos-sibilità di sfrutta-mento a vari fini

industriali (1,2). Questo lattice viene prodotto e imma-gazzinato all’interno del fusto dei ramoscelli della pianta a opera di speciali cellule allungate che formano come un sistema di piccoli vasi (laticiferi) che raggiungono le diverse parti della pianta.È il citoplasma di queste cellule che contiene il lattice, un’emulsione di colore bianco, opalescente, che pre-senta una composizione estremamente eterogenea. Infatti, nel lattice sono stati identificati composti a varia natura, come alcaloidi, terpenoidi, resine, amido, oli e vari metaboliti secondari ed enzimi (3-5). Vari studi hanno evidenziato che il lattice della pianta può sviluppare funzioni importanti: partecipa ai mecca-nismi di cicatrizzazione di parti ferite della pianta, svolge funzione di riserva idrica, agisce come fattore di difesa contro agenti patogeni e parassiti. Nei laticiferi vengono confinati molti prodotti secondari

dannosi alla pianta (6,7).Gli alcoli triterpenici identificati nei laticiferi sono

Euphorbia characias nell'am-

biente naturale, con Jacobaea

maritima (c Sten Porse)

Euphorbia characias, subsp.

wulfenii, scuola di botanica del Ja-

rdin des Plantes de Paris (c Salix)

Fiori e frutti (c Hans Hillewaert)

La conformazione del clazio, l'infiorescenza multipla caratte-

ristica della specie. Orto botanico Università di Francoforte

(c Marco Schimdt)

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utilizzati come marker per la classificazione chimico-tas-sonomica delle specie.Del lattice della pianta riferiremo ancora nelle note a seguire e nella parte descrittiva delle funzioni.L’impiego terapeutico della pianta risale sicuramente a epoche antichissime. Mattioli, nei suoi scritti (I Discorsi, XVI sec.), riferisce di attestati della conoscenza della pianta e dei suoi impieghi curativi da parte dei “soliti noti”: Dioscoride (I sec. d.C.), Galeno (I-II sec. d.C.), Mesuè (IX sec.), Avicenna (IX sec.). Tutti questi autore-voli autori ne descrivono molte proprietà.I loro attestati fanno per lo più riferimento al lattice che sgorga dai ramoscelli recisi della pianta.

I COMPONENTI ATTIVI

Numerosa e diversificata è la composizione della frazione attiva della pianta.Nelle varie specie del genus Euphorbia sono stati iden-tificati cerebrosidi con funzione antimicrobica, diterpe-noidi con funzione citotossica, antiproliferativa e antivi-rale, glicolipidi a marcata attività antinfiammatoria, poli-fenoli a funzione antiossidante, nonché tocoferoli e acidi grassi insaturi essenziali e mucillagini. Sono statti isolati pure scopoletina e alcuni derivati cumarinici, così come sono state identificate alcune proteine, in particolare pro-teine enzimatiche.Facendo riferimento alla funzionalità dei componenti la droga della pianta, è da ricordare che nella frazione attiva di estratti da piante del genus Euphorbia sono stati identi-

ficati composti antios-sidanti che compren-dono flavonoidi (quer-cetina e kaempferolo e derivati), composti fenolici (acido gallico, gallati, aviculina, astra-galina), acidi ellagico e ferulico, rutina (8).Le piante di questa famiglia sono ben note per presentare un con-tenuto della frazione

attiva costituito da un’elevata percentuale di costituenti isoprenoidi, i quali sono composti caratterizzati dalla pre-senza nella loro molecola di più unità a cinque atomi di carbonio correlate all’isoprene. Appartengono a questa classe terpeni e terpenoidi (9). I diterpenoidi sono il gruppo di questi composti a mag-giore presenza negli estratti delle piante del genus Euphorbia, con numerose e diverse strutture: jatrofani, latirani, tiliani, ingenani e altri.Inoltre, come già ricordato, sono presenti anche sesqui-terpeni, flavonoidi, gliceroli, cerebrosidi e steroidi (10).

PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE

Alla nutrita e diversificata serie di molecole chimiche pre-senti come metaboliti secondari nelle piante della fami-glia delle Euphorbiaceae, e che si ritrovano negli estratti ottenuti dalle sue foglie, radici, steli, semi, ecc., sono ascrivibili, generalizzando, le prerogative e funzionalità terapeutiche riscontrate. I diversi composti isolati dal genus Euphorbia sono in grado di sviluppare numerose attività biologiche che vanno da antiproliferativa a citotossica, da antimicrobica ad antinfiammatoria, da antiossidante ad anticancero-gena; effetto su divisione cellulare, antipiretica, analge-sica, inibente reazioni allergiche (11,12).

azione inibente le P-glicoProteine Un particolare riferimento va a una categoria speci-fica della parte attiva di queste specie di piante, quella dei sopra citati diterpenoidi classificati come jatrofani e latirani. Si tratta di diterpeni che esibiscono una potente funzione inibente l’attività di P-glicoproteine, proteine di mem-brana che conferiscono alle cellule un’elevata capacità di resistenza, anche a dosi letali di droghe citotossiche,

Principi attivi di Euforbia

Acidi fenolici Acidi ferulico, vanillico, cumarico, protocatechico

Cumarine Scopoletina, esculetina

Tannini Acido ellagico e suoi esteri glucopiranosidici

Terpenoidi Diterpeni (jatrophani, lathirani) e terpen-poliesteri

Flavonoidi Kempferolo e K-glucopiranoside, quercetina

Fitosteroli β-sitosterolo, daucosterolo

Antrachinoni Crisofanolo

Acidi grassi Acido ottadecenoico

Nell’olio etereo Sesquiterpeni

Tavola botanica, Edwards' botanical register (1829-1847)

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studio di nuovi composti ini-bitori facilmente isolabili che non presentino effetti collate-rali, come un’elevata epatotos-sicità, o delle limitazioni, come una bassa emivita. Si sta cer-cando, infatti, un composto che possa avere un’alta emivita, che richieda poche dosi di som-ministrazione e che allo stesso tempo presenti meno effetti col-laterali per il paziente.

euForbia antimicrobicaAgli estratti contenenti flavonoidi e polifenoli è da attri-buire anche un’attività antimicrobica generale, ma in par-ticolare nei confronti di ceppi Gram-positivi, e anche anti-virale, virus HIV compreso (17,18). Ai derivati terpenici jatrofani è ascritta anche una signifi-cativa attività antifungina verificata, ad esempio, nei con-fronti di Candida albicans (19,20). Questo suggerisce che estratti da Euphorbia characias possono rappresentare una buona sorgente di composti bioattivi naturali utilizzabili non solo in campo farmaceu-tico e, eventualmente, cosmetico, ma anche nel campo dell’integrazione nutrizionale per la prevenzione alla for-mazione e crescita di batteri che si sviluppano negli ali-menti, ai fini di una migliore preservazione di derrate ali-mentari. Alcuni anni fa, un’équipe di ricercatori dell’Uni-versità di Cagliari ha isolato dalle foglie della pianta una proteina che riesce a inibire di oltre il 95% la crescita e la moltiplicazione di un tipo di protozoo trasmesso da una particolare specie di papatacci (Phlebomotus papatasi), responsabile dell’insorgere dell’infezione nota come lei-shmaniosi, trasmissibile in genere su animali ma anche su umani (4).

euForbia nella guarigione di FeriteAlla sopradescritta attività antinfiammatoria degli estratti di Euphorbia characias si unisce la pure ampia-mente dimostrata capacità rigenerante, guaritiva di ferite, che si esplica secondo vari meccanismi di azione e con la partecipazione di differenti ingredienti attivi della droga della pianta. In primis la funzione ausi-liaria antinfiammatoria che già indirettamente favo-risce un migliore decorso di rimarginazione e guari-gione della ferita. Direttamente contribuiscono a inibire

rendendo, quindi, queste meno attive e pertanto meno effi-caci nel contrastare una malat-tia. L’azione inibente l’attività di P-glicoproteine da parte di questi particolari diterpeni si è rivelata superiore addirittura a quella di farmaci specifici quali ciclosporina A.Numerosi diterpeni macrociclici a struttura di jatrofani o latirani sono stati isolati da estratti eta-nolici di varie specie di Euphorbia ed è stato valutato il loro effetto inibente la funzione attivante droga-resi-stenza di P-glicoproteine su cellule umane cancerogene. I vari componenti isolati dagli estratti hanno rivelato di esplicare tale azione in funzione sinergica. I più efficaci di tali diterpeni esplicano pure funzione apoptotica di cellule malate (13,14).

euForbia inibisce ache Un’altra funzione terapeutica molto importante da attri-buire ai principi attivi della droga di Euforbia è quella di inibente l’attività dell'acetilcolinesterasi (AChE) (15). L’acetilcolina è un neurotrasmettitore, una molecola molto importante prodotta dal nostro organismo. Essa funziona da trasmettitore di impulsi nervosi in molteplici parti del sistema nervoso centrale e periferico. L’enzima AChE è responsabile della degradazione, per idrolisi, dell’acetilcolina, per cui praticamente interrompe la trasmissione di segnali nervosi con l’insorgere, chiara-mente, di gravi danni neurodegenerativi.È quindi chiara l’importanza a fini biologici di principi attivi che inibiscano l’attività dannosa di questo indesi-derato enzima, ripristinando la normale funzione di neu-rotrasmettitore di acetilcolina. Questa funzionalità si è visto che è da attribuire in par-ticolare a estratti etanolici ottenuti da foglie e fiori della pianta. Estratti di Euforbia sono stati suggeriti, quindi, nel trattamento di malattie degenerative quali il morbo di Alzheimer. Da vari studi effettuati è emerso, infatti, che l’utilizzo degli inibitori dell'AChE come coadiuvanti del trattamento farmacologico permette un miglioramento dei sintomi della malattia di Alzheimer di media entità, migliorando lo stile di vita e le capacità cognitive degli individui affetti da questo disturbo (16,17). Attualmente la ricerca mira all’identificazione e allo

Struttura di jatrofani (diterpenoidi di Euphorbia characias)

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l’incrementata permeabilità dei capillari e l’attività di collagenasi e ialuronidasi che consente, quindi, una più accentuata e veloce sintesi del collagene e quindi suo ripristino ristrutturante, riepitelizzante nella zona della ferita. Questa attività enzima-inibente si ritiene sia da attribuire, in particolare, alla presenza di quer-cetina e suoi derivati (21).

IMPIEGHI COSMETICI: AZIONE ANTIMELANOGENA

Riteniamo che la funzione antimelanogena sia quella da maggiormente sottolineare tra le proprietà appli-cative dei derivati di Euforbia in cosmesi. Tirosinasi è il ben conosciuto enzima chiave nella biosintesi della melanina, e la sua inibizione diventa importante quando si realizzano preparati atti a dimi-nuire il livello di pigmentazione e quindi favorire lo schiarirsi della pelle.In uno studio si è valutato l’effetto antimelanogeno di estratti acquosi e alcolici da foglie, germogli e fiori di Euphorbia characias. Tutti gli estratti hanno rivelato di esplicare un effetto inibente nei confronti dell’en-zima tirosinasi, mentre l’estratto da foglie ha mostrato il valore IC50 più basso (24 e 97 µg/mL per estratto acquoso e alcolico rispettivamente) (22).L’analisi enzimo-cinetica ha rivelato che l’estratto acquoso agisce come un tipico inibitore, mentre quello etanolico mostra un effetto inibitore compe-

titivo sul fungo tirosinasi usando L-DOPA come substrato. L’effetto inibente dell’estratto da foglie sull’attività della tirosinasi e sulla produzione di melanina è stato testato su cellule mela-noma murine B16. Sia l’attività della tiro-sinasi, così come il livello di sviluppo della sintesi di melanina sono ridotti in maniera dose-dipendente dall’estratto in cellule trattate con α-Melanocyte Stimulating Hormone (α-MSH), il quale, lo ricordiamo, è un ormone secreto dall’ipofisi che agisce, attivandoli, sui melanociti cutanei, indu-cendo la sintesi della melanina e quindi

LA MACCHIA MEDITERRANEACon il termine “macchia mediterranea” viene indicata quella particolare associazione vegetale tipica delle zone costiere che si affacciano sul mar Mediterraneo. Il nome “macchia” deriva dal fatto che le piante, per lo più autoctone, si dispongono sul terreno in modo non uniforme, ma disperse in modo disomogeneo, appunto a macchia.La macchia si sviluppa, in massima parte, su terreni aridi, poco profondi, rocciosi, calcarei, a rapido drenaggio idrico. I fusti delle piante sono forti e resistenti, in modo da tollerare i venti salmastri che soffiano dal mare; le radici molto sviluppate ed estese, tanto che servono a scongiurare fenomeni di dissesto quali dilavamenti ed erosione del suolo, frane, alluvioni.La macchia mediterranea è contraddistinta in “macchia alta”, quella caratterizzata da alberi o grossi arbusti (anche 5 metri e oltre) come Pino, Leccio, Carrubo, le Querce (roverella), ecc., e in “macchia bassa”, quella costituita da specie arbustive che in genere non superano i 2-3 metri. In questo gruppo figurano il Ginepro, il Corbezzolo, l’Oleandro, l’Erica, il Mirto, il Lentisco e altre.Si dovrebbe parlare anche della “garriga”, che è la zona più vicina alla scogliera, al mare, ove la macchia degrada. In questo tratto, in piccoli spazi terrosi tra le rocce o addirittura sul terreno nudo, crescono l’Origano, la Ruta, la Ginestra, l’Elicriso, il Cisto e altre specie, tra cui l’Euforbia. L’Euforbia, assieme alla Ginestra, è certamente quella che crea la nota cromatica predominante, per i suoi colori che variano nell’arco dell’anno dal verde al giallo, al rosso. Infatti, all’inizio della primavera gli esemplari sono ancora completamente verdi, poi, con i fiori che cominciano a sbocciare, appare il colore giallo; con l’estate la pianta comincia a perdere le foglie che prima di cadere si colorano di rosso. Euforbia mediterranea, pianta sempreverde, qui

in inverno senza fiori (Mediterranean Spurge). Sète, Francia

Erboristeria Domani • 42446

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promuovendo la pigmentazione cutanea. Gli effetti antimelanogeni indotti dagli estratti sono da ritenersi paragonabili, e in certi casi anche migliori, di quelli indotti da acido kojico, un ben noto inibitore delle tirosinasi utilizzato come referenza nei test.I risultati dei test starebbero a confermare che estratti da foglie di Euphorbia characias potreb-bero rappresentare un’interes-sante fonte alternativa di inibi-tori naturali della tirosinasi, da utilizzare in preparati a funzione depigmentante e schiarente cutanea, sia in campo tera-peutico sia cosmetico.

IL LATTICE DI EUFORBIA

Nelle note introduttive abbiamo anticipato che, a seguito della loro rottura, dai rami della pianta sgorga un lattice denso, biancastro, da ritenersi velenoso. Peraltro, secondo appropriate tecniche di elaborazione, tale lattice può rappresentare varie interessanti fonti di utilizzo.Intanto è stato verificato il suo marcato effetto antifun-gino, con un’efficacia paragonabile a quella di un tradi-zionale antimicotico specifico, il ketoconazolo. La suscet-tibilità di Candida albicans a ketoconazolo viene esal-tata in modo rimarchevole dalla presenza di lattice di Euforbia, per lo svilupparsi di azione sinergica.L’importanza del lattice da Euphorbia risiede, peraltro, principalmente nel fatto che è da considerare un’in-teressante fonte naturale per la produzione di enzimi proteolitici. I biocatalizzatori presentano numerosi vantaggi rispetto ai classici catalizzatori (sali metallici, in genere) utilizzati nei processi chimici, in particolare per la più elevata spe-cificità. Le lipasi sono biocatalizzatori con possibilità di larghe applicazioni in reazioni di sintesi e idrolisi di tria-cilgliceroli. È noto che scindono i triacilgliceroli in glice-rolo e acidi grassi (6).La ricerca di nuove sorgenti di lipasi si è accentuata in questi ultimi anni, in ragione dell’alto costo di lipasi microbiche e animali che ne restringe l’impiego su scala industriale.

Lipasi ottenute dal lattice di alcune piante come Carica papaya e alcune specie di Euphorbia (characias, wulfe-nii), note per le loro proprietà proteolitiche, rappresen-tano un’interessante alternativa.Vari studi hanno riferito dell’attività fosfolipolitica, di tipo esterasi, del lattice di Euphorbia. Si è presupposto che siano particolari proteine con peso molecolare attorno a 37 kDa, presumibilmente in forma di isoacidi, a svilup-pare tale attività lipolitica e fosfolipolitica. Risultati bio-chimici suggeriscono che essa potrebbe dipendere da un solo enzima idrolitico presente sotto varie forme iso-morfe espresse durante il ciclo biologico della pianta (7). Queste ricerche confermerebbero che il lattice da Euphorbia potrebbe essere considerato come un’impor-tante fonte naturale di isoacidi aspecifici, con combinata attività lipasi e fosfolipasi.Per la separazione di alcune proteine estratte dal lattice della pianta è stato anche possibile ottenere una rame-ammina ossidasi, un nucleotide pirofosfatasi/fosfo-diesterasi, una perossidasi e una fosfatasi acida (4).Altre ricerche sono state necessarie per verificare e spie-gare i meccanismi di azione del lattice ai fini della sua

Euphorbia characias subsp. wulfenii, varietà

Tasmanian Tiger, Wrocław University Botanical Garden, Wrocław, Polonia

(c Agnieszka Kwiecie, Nova)

La varietà "Portuguese Velvet" al McConnell Arboretum Botanical Garden, California

(c Daderot)

Euphorbia characias subsp. wulfenii, varietà Tasmanian Tiger, Mendocino Coast Botanical Gardens, California (c Daderot)

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Monografia • SCIENZA E TECNICA

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attività lipolitica. Tale attività è stata verificata durante la fase vegetativa della pianta e a diversi stadi riproduttivi quando nuovi rami e nuove foglie si formano.Nel lattice delle specie di Euphorbia sono state pure iden-tificate endopeptidasi (cistein-, serin-, aspartic-peptidasi). Tali enzimi sono in grado di degradare caseina e sono inibiti da speciali inibitori della serin-proteasi. Hanno la capacità di coordinare in umani varie funzioni fisiologi-che come digestione, responso immunitario e coagula-zione del sangue (3).Altri studi riferiscono dell’identificazione di numerose altre proteine enzimatiche come una perossidasi Ca2+/calmodulina dipendente, una catalasi e un’antiquitina con funzione antiossidante, un’amminossidasi, una fosfatasi acida, un nucleotide pirofosfatasi/fosfodiesterasi e una lipasi (23).Partendo dagli apici fogliari o dal lattice della pianta sono stati isolati diversi geni codificanti per proteine e le relative sequenze sono state depositate in banca-dati. Recentemente è stata sequenziata la porzione interna del gene codificante per una chitinasi.Nel lattice estratto dalle parti aeree della pianta sono stati pure identificati potenti inibitori di alcuni enzimi (α-amilasi, α-glucosidasi e xantina ossidasi) coinvolti in vari importanti processi e correlati disordini metabolici. Gli inibitori della pianta esplicherebbero, quantomeno nei confronti di α-glucosidasi, un’attività inibente di almeno 100 volte superiore a quella di inibitori standard (24).Il lattice di Euphorbia characias è ancora oggi oggetto di studio; la sua caratterizzazione biochimica è un processo complesso che richiederà ulteriori attenzioni.Numerosi anche gli studi effettuati al fine di valutare le proprietà reologiche dei lattici nativi di origine vegetale in confronto a quelle di lattici sintetici (5).Innanzitutto, da rimarcare il minimo step preparatorio per i primi, i quali hanno rivelato un comportamento non newtoniano. Nel caso di Euphorbia la coagulazione del lattice è mediata da un semplice processo di evapora-zione (nel caso di Ficus, ad esempio, è necessaria un’ag-giunta di additivi biochimici per incrementare la velocità di coagulazione). Nella Euphorbia è presente meno lattice rispetto a una pianta tipica produttrice di tale elemento, ovvero Hevea brasiliensis, la pianta del Caucciù (14% per la prima rispetto al 30-35% della seconda), ma un contenuto similare a quello di altre piante tipiche di secrezione di lattice come Ficus sp., Papaya e altre.

EUFORBIA E CHIMICA VERDE

In zone aride del bacino mediterraneo è possibile l’ac-cumulo di notevoli quantità di residui (biomasse) da rac-colta e lavorazione di Euforbie (1). Sono stati realizzati sistemi per il recupero di ingredienti attivi, in particolare bio-oli da tali biomasse sottoponen-dole a pirolisi flash. Questo sistema consiste in un pro-cesso di rapida combustione in assenza di ossigeno e consente il recupero di materiale solido, gassoso e oli. Presenta il vantaggio di potersi operare in loco, senza dover trasportare grosse quantità di materia prima (bio-massa), e quindi il processo diventa economicamente abbordabile.

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polarization of Euphorbia characias bagasse.

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Biological properties and pharmacological potential of plant

exudates.

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teins from Euphorbia characias latex: amine oxidase, peroxidase,

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SCIENZA E TECNICA • Monografia

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424 • Erboristeria Domani49

Monografia • SCIENZA E TECNICA

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MENTA PIPERITASauro Biffi

Direttore de Il Giardino delle Erbe di Casola Valsenio

DESCRIZIONE

La Menta è una pianta erbacea perenne alta da 40 a 60 cm, con rizoma legnoso e stoloni striscianti; ha fusto eretto a sezione quadrangolare, di colore variabile dal verde al viola. Le foglie sono opposte lanceolate, pic-ciolate, con margine, irregolarmente dentate. I fiori, di colore rosa violetto o bianchi, sono quasi sempre sterili. La pianta ha odore intenso e gradevole.La Mentha x piperita L. è un ibrido naturale fra la Mentha acquatica L. e la Mentha viridis L.; le varietà più coltivate sono la Mentha piperita pallescens Camus, detta anche bianca o piemontese, con foglie di colore verde chiaro e fiori bianchi, e la Mentha piperita rubescens Camus, detta anche Menta nera, con fiori rosa violaceo e foglie

verde scuro. Quest’ultima ha un aroma intenso e pene-trante, è ricca di olio essenziale, ma rispetto alla bianca contiene minore % di mentolo e presenta maggiore rusticità e adattabilità ai vari tipi di terreno. La Menta nera, chiamata anche Italo-Mitcham dalla zona inglese da cui proviene, è stata introdotta nel 1903 e da allora non ha subito sostanziali modifiche.

PROPRIETÀ E IMPIEGHI

La Menta ha proprietà profumanti, aromatizzanti, dige-stive, coleretiche, colagoghe, eupeptiche, antisettiche, carminative, antispasmodiche, balsamiche, diuretiche, rin-frescanti e antisettiche. È largamente impiegata nell’indu-stria cosmetica, farmaceutica e dolciaria come correttivo

DENOMINAZIONEMentha x piperita L.

FAMIGLIAPassifloraceaeLamiaceae (Labiatae)

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SCIENZA E TECNICA • Schede colturali

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del gusto e nell’industria dei liquori. Per uso interno l’infuso di Menta determina un aumento della produzione biliare ed è indi-cato in gastriti, enteriti acute e croniche. Per uso topico l’olio essenziale viene applicato su contusioni, eczemi, foruncolosi e ascessi, ulcere e punture d’insetti; per inalazioni in caso di raffreddori e bronchiti.

TECNICHE COLTURALI

terreno e ambienteLa Menta piperita è una pianta perenne e può rimanere per diversi anni nel terreno, dove si sviluppa e si allarga; per ragioni agronomiche viene coltivata come pianta annuale. È considerata una pianta da rinnovo e l’avvicendamento si ha spesso con l’erba medica, il frumento e il trifo-glio. È consigliato svolgere una rota-zione larga della Menta, evitando che ritorni sullo stesso terreno prima di 6-7 anni. La Menta si adatta molto bene a quasi tutti i climi, preferendo temperature miti; non teme le gelate o le brinate tardive, richiede l’espo-sizione al sole, non sopporta i venti dominanti e pre-dilige terreni freschi, sciolti, profondi e fertili. È sconsi-gliata la sua coltivazione in suoli argillosi, umidi e freddi durante l’inverno, e in terreni con ristagno idrico, poiché, in questo caso, è più frequente la comparsa di malattie fungine.

ProPagazioneLa Menta si moltiplica a partire dal mese di giugno mediante gli stoloni, prelevati di preferenza da un menteto di un anno. L’impianto si esegue in autunno o a fine inverno-inizio primavera, avendo cura di interrare gli stoloni in piccoli solchi profondi qualche cm e di disporli in fila a gruppetti di due o tre. Di norma si preferisce eseguire il trapianto nei mesi autunnali, al fine di avere una raccolta anticipata; maggiori rese in massa verde e una più alta resistenza a eventuali periodi siccitosi. Da un mq di menteto si può prelevare il materiale per impian-tare 20 mq di Menta. È possibile eseguire un impianto di Menta ricorrendo al trapianto delle piantine alte 5-8 cm

e ottenute dalla divisione di cespo. Questa operazione si esegue in primavera inoltrata e in terreni sciolti con pos-sibilità di irrigazione. Sempre nei terreni sciolti e irrigui si può procedere all’impianto mediante l’interramento del ricaccio autunnale di Menta; la parte epigea viene così sfalciata, interrata in solchi profondi 10-15 cm e irrigata abbondantemente. Questa tecnica permette di evitare la diffusione di alcuni patogeni dell’apparato radicale.

sesto d’imPiantoL’impianto può essere fatto impiegando gli stoloni e ponendoli a distanza di 40 cm fra le fila e di 20-30 cm lungo la fila. Le nuove tecniche di coltivazione pongono le file a 70-80 cm, con una densità ottimale di circa 10-15 piante per m2; sarà bene non scendere sotto questa densità, in quanto le colture poco dense tendono a fornire poco olio essenziale e di qualità inferiore. Gli stoloni andranno posti in piccoli solchi profondi 8-10 cm che andranno poi rullati dopo la messa a dimora

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Schede colturali • SCIENZA E TECNICA

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degli stoloni o delle piante e sarà bene intervenire con un’irrigazione.

FertilizzazioneÈ una pianta particolarmente esigente di azoto, potassio e predilige terreni ricchi di sostanza organica. Nelle lavo-razioni profonde potrà essere utile l’apporto di 300-400 q/ha di letame. Da prove eseguite in Bulgaria si è verifi-cato che per produrre una tonnellata di biomassa sono necessari 5,5 kg di azoto, 5,7 kg di potassio e 0,9 kg di fosforo. Possono essere apportate 120 unità di azoto sotto forma di nitrato ammonico, distribuito in parte all’impianto e in parte alla comparsa dei nuovi germogli; 100 unità di P2O5 sotto forma di perfosfato e di 150-200 unità di K2O. È stato dimostrato che l’azoto incrementa il contenuto di mentolo e di mentone nell’essenza.

cure colturaliNell’anno di coltivazione è necessario fare particolare attenzione alle infestanti: particolarmente dannosi sono il villucchio, il convolvolo che, con il suo arricciamento, provoca l’allettamento dei fusti; le linarie, le achillee e la camomilla. Prima di intraprendere la coltivazione sarà bene verificare quali infestanti sono presenti nel terreno e, comunque, intervenire con le tecniche agronomiche al fine di ridurne la presenza. Poiché la Menta produce molti stoloni, sarà bene intervenire nella lotta contro le infestanti appena queste compaiono mediante sarchia-ture, fino a quando sarà possibile accedere nelle inter-file. Spesso già nel mese di giugno le interfile sono quasi completamente chiuse, rendendo difficile l’intervento di diserbo meccanico o manuale senza causare danni alla coltura. Anche l’irrigazione durante i mesi estivi è impor-tante: l’acqua dovrà essere fornita mediante la tecnica per scorrimento.

RACCOLTA E RESA

La coltivazione della Menta può essere destinata alla pro-duzione di olio essenziale o delle foglie. Per la produzione di olio essenziale la raccolta si esegue ad agosto, quando la Menta è in fioritura. La resa è dello 0,3% sulla massa verde appena sfalciata. Spesso il primo raccolto viene destinato alla distillazione in quanto più ricco di essenza, mentre il secondo alla produzione della foglia. Per la pro-duzione della cimetta il raccolto si può eseguire a luglio e il secondo sfalcio a fine estate. La resa complessiva fra

i due sfalci è di circa 250 q/ha, con una resa in secco del 25% e un rapporto di foglie e fusti sul secco di 1:1,5.

AVVERSITÀ

Diversi sono i patogeni che colpiscono la Menta: Puccinia menthae (ruggine della Menta) che colpisce le foglie; i picnidi e gli ecidi, di colore giallastro, si formano in pri-mavera nelle parti deformate e nei rigonfiamenti dello stelo, dei piccioli e delle foglie. Compaiono in seguito gli uredosori di colore bruno rossastro e in autunno i teleu-tosori scuri; il microrganismo sverna come micelio nelle piante pluriennali e anche come teleutospora. La Ramularia menthicola, che attacca le foglie producen-done l’avvizzimento e il disseccamento, è frequente nei terreni sottoposti a forti concimazioni organiche e nei terreni molto umidi. La Rhizoctonia solani Kuhn provoca un rallentamento dello sviluppo e in molti casi anche la morte delle foglie precedentemente accartocciatesi. Da citare pure Macrophomina phaseolina Ashby che provoca marciume a livello radicale. Fra gli insetti dannosi abbiamo alcuni afidi, Aphis affinis e Aphis menthae-radicis; alcuni coleotteri, il Cassida viridis L. e il Chrysomela menthastri Suffr.; alcuni nematodi fito-fagi, come Meloidogyne hapla e Pratylecoides laticauda, che attaccano i rizomi.

Il Giardino delle Erbe di Casola Valsenio, inserito nel circuito museale della provincia di Ravenna, annovera circa 480 specie di piante officinali utilizzate in cucina, nella medicina e nella cosmesi fin dal Basso Medioevo, quando venivano lavorate nelle officine dei conventi. Il complesso costituisce un centro di conoscenza e valorizzazione riguardo alla coltivazione e all’uso delle piante officinali, grazie ad attività e finalità che spaziano dalla ricerca alla divulgazione e dalla sperimentazione alla didattica, coinvolgendo sia esperti sia visitatori di ogni età. Il Giardino produce, inoltre, piantine officinali e aromatiche, sia in vasetto sia a radice nuda. I semi raccolti vengono messi a disposizione del pubblico. La disponibilità delle sementi e delle piantine può essere verificata volta per volta sul sito. La scheda che pubblichiamo è basata su anni di sperimentazione e pratica colturale realizzata presso il Giardino.Per contatti e maggiori informazioni: www.ilgiardinodelleerbe.it

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SOLANUM SCABRUM, UN ALLEATO INASPETTATO NELL'ORTO

Simone SivieroLaureato in Tecniche Erboristiche

CULTURA • Storie officinali

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Alla scoperta di un ortaggio africano di umili origini ma con tutte le carte in regola, a quanto sembra, per aiutare le

popolazioni locali a sconfiggere la fame e (perché no?) magari anche a proteggerne la salute.

celebri. Tuttavia i Solanum si portano dietro un’ombra di tossicità, un timore che in alcuni casi ha fatto sì che quelli che adesso consideriamo ortaggi irrinunciabili, un tempo, all’epoca della loro importazione in Europa dalle Americhe, stentassero a venire accettati: non è un caso se l’epiteto specifico del pomodoro significa “la pesca del lupo”, e che dire dei timori dei contadini nei confronti delle patate verdi? Molte specie di Solanum, infatti, sono rinomate per contenere glicoalcaloidi tossici che possono causare un’ampia gamma di sintomi come disordini gastrointestinali, allucinazioni, e persino para-lisi parziali e convulsioni, se a dosi elevate. Tale tossicità è considerata il risultato dell’inibizione dell’acetilcolineste-rasi da parte dei glicoalcaloidi, cosa che compromette la corretta trasmissione dell’impulso a livello delle sinapsi colinergiche e/o della rottura delle membrane conte-nenti steroli (1). A questa fama non sfugge Solanum nigrum. Inoltre, chi si sognerebbe di mangiare le foglie di pomodoro, patata e melanzana? Lo sanno anche i bambini che non si mangiano. Grande è stata dunque la mia sorpresa nell’apprendere che esiste un Solanum di cui si mangiano le foglie (più d’uno, a onor del vero). Me ne ha parlato qualche tempo fa Dulce, una conta-dina maya trapiantata in Italia, quando ci siamo cono-sciuti a un festival di orticoltura. Ospite d’onore della giornata era Joseph Simcox, un botanico americano un po’ pazzo, uno di quei personaggi alla Indiana Jones che girano costantemente il mondo, non però alla ricerca di tesori perduti ma di piante strane da mangiare. Trovare piante commestibili e consegnarle al mondo vivaistico è un po’ la sua missione per salvare il mondo da una pos-sibile crisi alimentare in vista dei cambiamenti climatici che ci si stanno riversando addosso. E così, a sentir lui parlare di strange edibles, anche i nostri discorsi segui-vano a ruota sul medesimo argomento. “Sai, ti devo dare i semi di Solanum scabrum” mi ha detto a un tratto la nostra contadina. “Me li ha portati un’amica del Burkina Faso. Questa pianta si propaga da sola nell’orto e si mangia come gli spinaci”. “Intendi dire che si mangiano le foglie?” ho domandato con una certa dose di incre-dulità. Ha annuito con un sorriso. Una delle cose meravi-gliose della botanica è che non si smette mai di imparare.

Solanum, famiglia Solanaceae, è il genus di piante che comprende più specie, molte delle quali tal-mente famose e coltivate da essere ormai imman-

cabili sulla nostra tavola. È il caso del pomodoro (Solanum lycopersicum), della patata (Solanum tuberosum) e della melanzana (Solanum melongena), solo per citare i più

Storie officinali • CULTURA

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Per quanto uno studi, le piante sono così nume-rose che non le si potrà mai conoscere tutte. E a volte si manifestano con la potenza di un’epifania. Invitato a raggiungerla a La Milpa, l’orto collettivo che gestisce in Val Varaita, in occasione della festa del raccolto, non mi sono lasciato sfuggire la ghiotta occasione e ho così potuto vedere la pianta in questione. La faccenda mi ha

stregato e mi son messo a far ricerche. Questo articolo è il frutto di ciò che ho trovato frugando nella lettera-tura scientifica.

I NIGHTSHADES COMMESTIBILI

Solanum scabrum (syn. Solanum melanocerasum) non mi risulta abbia un nome comune in lingua italiana. In inglese è detto Broad leafed African nightshade oppure Garden Huckleberry, mentre in lingua Swaili è chia-mato mnavu (2). Altri nomi comuni con cui la pianta è chiamata sono riportati nel box. È una pianta annuale, dal portamento eretto, talvolta lignificata alla base (3). Presenta steli dentati, foglie larghe e ovate dal margine sinuato, fiori stellati bianchi o violetti e frutti ovoidali di colore viola intenso a maturazione e persistenti sulla pianta (4). Qualcuno propone una divisione tra la sotto-specie selvatica (Solanum scabrum subsp. laevis) e quella coltivata (Solanum scabrum subsp. scabrum).

La prima presenterebbe piante più basse, con più fiori e meno foglie rispetto alla seconda. Il centro d’origine della pianta è l’Africa subsahariana (probabilmente nella sua porzione occidentale), dove fu domesticata per la prima volta e dove ancora viene raccolta allo stato spon-taneo e ampiamente coltivata come verdura da foglia (5). Cresce in aree aperte in una grande varietà di habitat,

dalle foreste umide alle zone più secche, lungo le strade e ai margini dei campi, tra il livello del mare e i 2300 m di altitudine (3). Solanum scabrum, tuttavia, non è da solo: fa parte, assieme a una trentina di altre specie del genere Solanum genetica-mente imparentate, di un gruppo definito complessi-vamente come edible night-shades, vegetable nightsha-des, garden nightshades, Solanum nigrum complex, Solanum nigrum e specie affini (6). Un tempo consi-derati cibo per poveri, negli ultimi anni i nightsades afri-cani stanno acquisendo una notevole importanza

UNA PIANTA, TANTI NOMI (3)Benin: odu, ogomo, feibii.

Cameroon: houlohada, legume vert, njebanyoon, ossan, tindar noon, wikitiniho, zom/zoum.Cina: mu long kui.Costa d’avorio: foue.Ghana: nsusua.Guinea Equatoriale: hierba mora, nahú, seba [etnia Bubi], sisa.Madagascar: anamamy, brede.Nigeria: awa ibo, gautan kaji, kumbi, odu, ogunmo, ugumakbe.São Tome e Principe: losua.Sierra Leone: a-kempa, borisuguli, filami, kemba, kembei, kholekoleden-na, magboli, reinpa, timbainyi.Slovenia: cucoried kovitý.Sud Sudan: nzuobire.Sudafrica: nastagal.Tanzania: isonga.Uganda: eshwiga, eshwiga enzungu, kujikuji, nswiga ya kizungu.

S. scabrumaltitudine

050010002000400010.000

0 750 km

Distribuzione di Solanum scabrum nel suo areale nativo (3)

CULTURA • Storie officinali

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come il Sudamerica, la Polonia, l’Inghilterra e altre regioni dell’Europa orientale, vengono consumate. “La nostra amica del Burkina Faso ci raccontava che nel suo paese con le bacche

si fa una marmellata da consumare con molta parsimo-nia, ma noi non ci abbiamo mai provato…” mi diceva la nostra contadina maya. Il motivo per questa differenza di comportamento da zona a zona non è ben chiaro, ma pare che il livello di alcaloidi tossici nelle bacche possa variare, in queste specie, a seconda di fattori diversi quali l’origine delle piante e le condizioni ambientali (4). Nel dubbio, la cautela è d’obbligo.

Ma le bacche non contengono solo alcaloidi. Sono presenti anche saponine e, soprattutto, un’alta concen-trazione di antocianine che le rendono sfruttabili per fungere da inchiostro o da colorante (8).

Venendo alle foglie, tra i Solanum, Solanum scabrum è quello con la resa in fogliame più elevata, nonché la specie che presenta nelle foglie la percentuale di pro-teine più alta (5). Le sue foglie contengono inoltre ferro, acido ascorbico, riboflavina, vitamina E, minerali, com-posti fenolici (principalmente acido cumarico e glicosidi della quercetina e del kaempferolo), carotenoidi (β-car-otene, zeaxantina e luteina) e clorofille (2).

TRA CUCINA E MEDICINA

In Africa, del Solanum scabrum si mangiano le foglie e i giovani getti, che vengono fritti in padella o bolliti per

nell’Africa subsaha-riana come verdura da foglia, coltivata e smerciata nei mercati locali e in grado, grazie al suo alto con-tenuto nutrizionale, di contrastare malnutri-zione e denutrizione. Differentemente da altri Solanum come patata, pomodoro e melanzana, tuttavia i nightsa-des non sono molto coltivati fuori dall’Africa perché con-siderati velenosi o ritenuti semplici infestanti dei campi in molti Paesi europei e americani (7).

FITOCHIMICA DELLE FOGLIE E DELLE BACCHE

Gli edible nightshades sono ben noti per contenere alcaloidi tossici, come i glicosidi di salasodina e solani-dina, nei frutti. Infatti, normalmente in Africa le bacche vengono scartate; ciò che si mangia sono le foglie. Uno studio ha preso in considerazione quattro specie (Solanum nigrum, Solanum villosum, Solanum america-num e il nostro Solanum scabrum) cercando di deter-minare il contenuto di glicoalcaloidi nelle foglie. I risul-tati paiono confermare la presenza di questi composti solamente nelle foglie di Solanum villosum e di Solanum nigrum (ma comunque in quantità tali da non inficiare la sicurezza alimentare), mentre non sarebbero presenti in Solanum americanum e Solanum scabrum, che sono anche le specie maggiormente coltivate a fini alimen-tari (6).

Le bacche, dicevo, vengono perlopiù scartate in Africa perché ritenute tossiche. Ma in altre regioni del mondo,

Solanum americanum (c Forest & Starr)

Solanum nigrum (c Katja Schulz)

Solanum villosum, fiori (c Carstor)

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migliorarne le qualità organolettiche e per rimuovere i composti antinutrizionali presenti (8). Un altro metodo di preparazione delle foglie consiste nel farle fermentare nel latte. La tradizione d’uso di questa pianta è lunga non solo come alimento, dato il suo alto contenuto nutrizio-nale, ma anche come pianta medicinale (2). In Benin,

ad esempio, le foglie polverizzate trovano impiego per curare la dissenteria (3). Negli ultimi anni, poi, si assiste a un rinnovato interesse verso questo ortaggio tradizio-nale, in grado di fornire, nei Paesi d’origine, rese migliori rispetto alle verdure di selezione europea. Tuttavia, le prove scientifiche della sua attività di promozione della salute sono ancora scarse. Scarse, eppure qualcosa c’è. Un recente studio tedesco in vitro ha indagato il poten-ziale di promozione della salute di Solanum scabrum su un modello di cellule del fegato umane. L’estratto della pianta è risultato avere un’azione chemopreventiva sugli epatociti nei confronti dell’aflatossina B1, oltre a un’a-zione di riduzione dello stress ossidativo. Tali effetti sono stati riscontrati nell’estratto a crudo, ma si sono dimo-strati potenziati dalla cottura e, ancora di più, dalla fer-mentazione. L’estratto di Solanum scabrum fermentato arriva a ridurre il danno al DNA indotto dall’aflatossina B1 ben del 60%. Questo studio non solo avvalora i metodi tradizionali di preparazione della verdura in questione, ma addirittura i ricercatori si sentono di incoraggiarne il consumo, preferibilmente, chiosano, previa cottura o fer-mentazione (2).

COMPANION PLANTING

In attesa di trovare nuovi studi su questa pianta così strana e semisconosciuta (almeno per noi europei), chiudo l’articolo tornando dove eravamo partiti, ovvero nell’orto. Perché un altro studio, questa volta frutto della collabo-razione fra ricercatori tedeschi e kenyoti, ha scoperto che la pianta è utile non solo alla salute umana, ma anche a quella dell’”ecosistema” orto, aiutando a prevenire il danno all’apparato radicale provocato dai nematodi: una vera piaga negli orti africani. Il Solanum scabrum (così come anche Amaranthus dubius e Amaranthus cruen-tus) è in grado di allontanare dalle zone in cui viene col-tivato questi sgraditi parassiti delle piante, dimostrandosi così un ottimo companion da associare ad altri ortaggi. I nematodi parassiti delle piante, infatti, e in particolar modo i nematodi tropicali galligeni (Meloidogyne spp.) e i nematodi a cisti (Globodera spp. e Heterodera spp.), sono patogeni che causano severe perdite di raccolto su molte colture. Il ciclo vitale di questi parassiti vermiformi include fasi di sopravvivenza nel suolo, l’invasione delle radici delle piante e una rapida moltiplicazione all’interno dei tessuti radicali che porta al manifestarsi della patologia: la formazione di galle e cisti radicali. In queste strutture si

Solanum scabrum, fiori e bacche imma-

ture (c Caroline Léna Becker)

Solanum scabrum (c Marco Schmidt)

Solanum scabrum (S. Knapp)

A. Forma selvatica - B. Portamento delle varietà più alte

C. Fiori di una varietà a bacca larga - D. Frutti di una varietà a

bacca larga - E. Fiori di una varietà a bacca piccola - F. Frutti di

una varietà a bacca piccola

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sviluppano cellule vegetali che hanno il compito preciso di nutrire i nematodi durante la loro fase parassitica, e ciò provoca nelle piante uno sbilanciamento nell’assun-zione di acqua e nutrienti, con una conseguente perdita anche del 30% del prodotto, soprattutto in colture quali patate, pomodori, melanzane e meloni. Dato il ciclo vitale dei parassiti, che prevede una fase di sopravvivenza nel terreno, risulterà chiaro come, anno dopo anno, se non contrastata, l’infestazione sia destinata ad aumen-tare. Ebbene, se alle colture infette viene inframezzato il Solanum scabrum, l’infestazione, anno dopo anno, dimi-nuisce, dal momento che le sostanze rilasciate dalla pianta hanno sui nematodi un effetto repellente (9).

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PhytoKeys 106:1-223

4. Yuan B, Byrnes D, Dinssa FF et al (2019) Quantity assessment of

polyphenols, glycoalkaloids and saponins in Solanum scabrum berries

of different genetic sources and maturity by HPLC/UV–visible/MS

methods.

J Sci Food Agric 99(7):3578-3587

5. Manoko MLK, van der Berg RG, Feron RMC et al (2008) Genetic

diversity of the African hexaploid species Solanum scabrum Mill. and

Solanum nigrum L. (Solanaceae).

Genet Resour Crop Evol 55:409-418

6. Yuan B, Byrnes D, Giurleo D et al (2018) Rapid screening of toxic

glycoalkaloids and micronutrients in edible nightshades (Solanum

spp.).

J Food Drug Anal 26(2):751-760

7. Ronoh R, Ekhuya NA, Linde M et al (2018) African nightshades:

genetic, biochemical and metabolite diversity of an underutilised

indigenous leafy vegetable and its potential for plant breeding.

J Hortic Sci Biotech 93(2):113-121

8. Kirigia D, Winkelmann T, Kasili R et al (2019) Nutritional composition

in African nightshade (Solanum scabrum) influenced by harvesting

methods, age and storage conditions.

Postharvest Biol Tec 153:142-151

9. Chitambo O, Haukeland S, Fiaboe KKM et al (2019) African

Nigthshade and African Spinach Decrease Root-Knot Nematode and

Potato Cyst Nematode Soil Infestation in Kenya.

Plant Dis 103(7):1621-1630

Solanum scabrum, illustrazione botanica (3)

Storie officinali • CULTURA

424 • Erboristeria Domani59

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PIANTE MEDICINALI E SPEZIE: L’ALTRO TESORO SUL SUOLO DELL’IRAN

Sam YavariLaureato in Tecniche Erboristiche

Liquirizia, Coriandolo, Hennè, Cartamo, sono solo alcune delle droghe officinali di grande utilizzo che arrivano

sui mercati internazionali, ma le specie più caratteristiche della flora iraniana sono gli arbusti dell’altopiano e dei

deserti, che producono gomme e resine profumate di elevata attività biologica. In effetti, la nascita della scienza

medico-botanica deve molto alla storia di questo grande Paese, da millenni al centro delle relazioni culturali, sociali

e commerciali che attraversano l’Asia. Il comparto delle piante aromatiche e medicinali e delle spezie vive oggi una

fase di sviluppo e rinnovato interesse, come una delle possibili alternative all’industria petrolifera legate alla crescita

della produzione agricola. Un’opportunità che si gioca sulla ricerca della qualità e della naturalità.

CULTURA • Paesi e popoli

Erboristeria Domani • 42460

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LA GEOGRAFIA DELL’IRAN

Il Paese si colloca nell’Asia Sud-occidentale e confina per via di terra con l’Armenia, l’Azerbaigian e il Turkmenistan a nord (dove, peraltro, il limite è fornito per un tratto anche dal Mar Caspio), l’Afghanistan e il Pakistan a est, la Turchia e l’Iraq a ovest, mentre a sud si affaccia sul Golfo Persico e sul Golfo di Oman, tra loro collegati dallo stretto di Hormuz.

Il territorio, sezione centro-occidentale della più vasta regione iranica, è formato da un complesso di alteterre, il cui carattere geografico distintivo emerge dal contrasto fra le catene montuose che lo cingono da ogni lato e l’in-terno, un altopiano smembrato in bacini separati di varia grandezza, senza deflusso al mare e per lo più steppici o desertici. Uscendo dall’acrocoro armeno, i rilievi iraniani si aprono verso sud-est, scindendosi in una serie di catene divergenti. A nord sono presenti i complessi sistemi mon-tuosi dell’Azerbaigian, contrassegnati dal vulcanesimo.

L’Iran è da sempre una terra ricca di piante medici-nali. Questo fatto è dovuto principalmente a due fattori: la posizione geografica, con un buon irrag-

giamento solare che aiuta ad ampliare la tipologia e la qualità delle specie coltivate, e la varietà del suo territo-rio e dei climi che ne derivano, che permette di disporre di ambienti molto diversificati dove è possibile coltivare specie con esigenze totalmente differenziate tra loro.

Persepolis (c Darafsh)

Golestan, Khaled Nabi road (c Alireza Javaheri)

Paesi e popoli • CULTURA

424 • Erboristeria Domani61

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Verso est chiudono a semicerchio il Caspio meridionale i monti Alborz, una catena alta oltre 4000 m che si eleva su una lunga e stretta pianura costiera settentrionale con una serie di vulcani, fra i quali ricordiamo il Damavand (5600 m).

Più all’interno sono presenti i monti del Khorasan articolati in più catene, spesso discontinue, che occu-pano una vasta regione montagnosa incavata da vaste e fertili depressioni vallive, fittamente popolate, ricche di coltivi (soprattutto cereali, cotone, vite) e di facile tran-sito. Anche a sud l’altopiano iranico è orlato da alte mon-tagne che formano un arco pressoché continuo: i monti Zagros, quelli del Fars e parzialmente quelli del Makran. La massima altitudine degli Zagros si ha nella zona set-tentrionale (Zard Kuh, 4548 m).

Fra le catene montuose marginali e quelle interne si avvallano, e talvolta anche sensibilmente, delle aree depresse, per lo più indipendenti l’una dall’al-tra; rappresentano i veri deserti iraniani che contra-stano con le differenze di altitudine e per l’influenza delle montagne vicine. Sono presenti depres-sioni che si trasformano in

pantani salati durante i brevi periodi di pioggia o in croste saline nella stagione asciutta: il deserto di Kavir a nord ovest, un deserto nel senso più stretto del termine, privo com’è, tranne che nelle oasi, di qualsiasi forma di vita vegetale e animale; il deserto di Lut a sud est, una plaga sterile, interamente colmata e prosciugata, in cui strati di argille e di sabbie si alternano a incrostazioni di sale.

ASPETTI DELLA SITUAZIONE DELL’AGRICOLTURA IRANIANA

La composizione della flora iraniana rappresenta una transizione tra la flora delle regioni caucasica, mesopo-tamica e dell’Asia minore, e quella delle steppe dell’A-sia centrale.

Il deserto salato per-siano è caratterizzato dalla mancanza o dall’e-strema povertà di vege-tazione per la grande sali-nità del suolo; alla sua estremità meridionale si

La diverse caratterizzazioni

climatiche e geologiche dell'Iran

alimentano una flora molto diver-

sificata (c Polez)

Erboristeria Domani • 42462

CULTURA • Paesi e popoli

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dell’occupazione, nonché delle esportazioni non petro-lifere. Grazie alla sua importanza, la produzione agri-cola viene sempre più incentivata e quindi si ampia anno dopo anno.

IMPORTANZA DELLE PIANTE MEDICINALI NELLA STORIA DEL PAESE

Documenti storici attestano le ampie conoscenze di fitoterapia sviluppate in Persia dalle più antiche civiltà.

Ibn Sina, il medico persiano noto come Avicenna, è tra i padri della fitoterapia e i suoi trattati sono studiati ancora in tutto il mondo.

Oggi sono note circa 7500 specie vegetali presenti in Iran, e tra queste più di 200 sono piante che erano utilizzate nella medicina popolare persiana. Il Ministero della Salute ha approvato per l’utilizzo attuale un elenco di 90 specie di piante medicinali, la cui conoscenza e uti-lizzo risale alla medicina persiana antica.

trova una vegetazione alofitica, cui si aggiun-gono varie Graminacee e, nelle rocce nude delle alture, arbusti e cespugli spesso spinosi (Pistacia, Astragalus, ecc.).

Nella zona caldissima (garmsir, territorio desertico tra l’Afghanistan e l’Iran) al limite settentrio-nale del Dattero (Phoenix spp.) e del Giuggiolo (Ziziphus spina-Christi) vi è una vegetazione effimera con piante che concludono il loro ciclo biologico prima della torrida estate.

Sardsir sono dette le zone temperato-fredde utiliz-zate dai nomadi per il pascolo estivo e giängal quelle con formazioni legnose e boschive che, sul versante verso il Mar Caspio, annoverano Fagus sylvatica al suo limite orientale, nonché Platanus orientalis, Quercus persica, Carpinus orientalis, Zelkova crenata e vari frassini, aceri, pioppi, bosso e cipressi. Nei monti Zagros crescono molte piante da frutto, tra cui il Pesco e altre che si ritengono originarie dei luoghi.

Storicamente l’economia della nazione, vista l’ab-bondanza delle risorse naturali, dipende fondamental-mente dalla filiera petrolifera, ma anche l’agricoltura è considerata uno dei più importanti segmenti economici e produttivi; fornisce una fetta considerevole del PIL e

Veduta del lago Elimalat, Chamestan (c Alireza Javaheri)

L'esplorazione della natura appassiona molti giovani iraniani

(c Hamid Reza Tavasoli)

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Paesi e popoli • CULTURA

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ESPORTAZIONE DELLE PIANTE MEDICINALI

Le piante, sia medicinali che a uso industriale, rap-presentano uno dei principali oggetti di esportazione. Purtroppo bisogna evidenziare che la maggior parte di questi prodotti vengono raccolti ed esportati senza subire alcuna trasformazione industriale, senza quindi la crea-zione di valore aggiunto a favore del Paese e dei produt-tori locali. Negli ultimi anni le quantità sono in costante aumento. Gli acquirenti più importanti si differenziano anche per il tipo di prodotti richiesti.

Germania, Stati Uniti, Inghilterra e Francia sono i più importanti acquirenti di piante medicinali. In oriente pos-siamo ricordare India, Pakistan e i Paesi del Golfo. Questi ultimi ricoprono più che altro il ruolo di mediatori inter-nazionali e spediscono i prodotti nelle varie zone del mondo. Tra questi, Bahrein e Dubai sicuramente rico-prono un ruolo di primo piano. Le varie nazioni che com-pongono l’ex Unione Sovietica sono i maggiori compra-tori dell’Hennè, la Repubblica Ceca della Liquirizia e l’Un-gheria del Cumino. Ma gli stessi Paesi acquirenti sono anche produttori concorrenti per varie spezie e piante medicinali: l’India per le spezie e Cumino; la Cina per le piante da infusione e i rizomi, in particolare la Liquirizia; la Turchia e l’Afghanistan per la gomma adragante, il Cumino e l’estratto di Liquirizia.

Tra i prodotti più esportati possiamo evidenziare: Liquirizia, Aglio, Zafferano, Cumino, gomma adragante, Hennè, Robbia, Ferula e Timo. La buona qualità dei pro-dotti iraniani, unita alla particolare attenzione e rispetto degli standard internazionali di qualità nella coltivazione, raccolta e lavorazione dei prodotti, contribuisce a incre-mentare la domanda e quindi l'esportazione.

Orto Botanico Nazionale di Teheran (c Fars News Agency)

Melograno (c Fars News Agency)

ORT

O B

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DI T

EHER

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Il portale su piazza Brama do Mashaq (c Wojciech Kocot)

Festa di Nowruz a Sananda (c Fars News Agency)

CULTURA • Paesi e popoli

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RASSEGNA DI ALCUNE SIGNIFICATIVE SPECIE OFFICINALI DI PRODUZIONE IRANIANA

Presentiamo qui alcune droghe tipiche del mercato iraniano, con un breve profilo fitochimico e della loro attività, in ordine non di importanza ma alfabetico. Il che ci permette di concludere con lo Zafferano, la spezia di cui, come è noto, il Paese detiene il primato produttivo e commerciale a livello globale, ma che è ancora tutta da scoprire e da valorizzare sul piano nutrizionale e salutistico.

ammoniacaDorema ammoniacum D.Don (Apiaceae) Pianta della tradizione medicinale iraniana, erbacea perenne, che può raggiungere notevoli dimensioni, da cui si

ottiene una resina, denominata gomma ammoniaca, di colore giallo-rossastro.Ha diverse proprietà riconosciute, tra cui energizzante, espettorante e in forti dosi purgante; è utilizzata nei raf-

freddori cronici, nell’asma e affezioni bronchiali. Cresce nella maggior parte delle pianure e zone desertiche dell’Iran, ed è presente in diverse regioni centrali come

Korasan, Baluchestan, Kerman e Fars.

assa FetidaFerula assa-foetida L. (Apiaceae)Pianta erbacea perenne che è presente in Korasan, Baluchesta,

Kirman e Yazd. Il lattice dopo l’essiccazione diventa una massa di resina di colore brunastro, con odore particolarmente pungente. L’etimologia del nome rimanda per assa al persiano razin, che signi-fica resina, e al latino per foetida, maleodorante, quindi “resina dall’odore sgradevole”.

In cucina viene utilizzata la resina gommosa invecchiata di 4 anni; ha un colore giallognolo-marroncino chiaro, viene commercializzata soprattutto in polvere e ha un gusto piuttosto pungente, molto simile

a quello dell'aglio, e speziato come il pepe nero. L’odore pungente è dovuto ai composti di zolfo, principalmente il diallile solfato. Viene utilizzata in campo medico poiché, grazie ai suoi oli essenziali (acido ferulico e valerico) e alle sostanze solforose, ha proprietà terapeutiche in grado di contrastare varie affezioni: principalmente è carminativa, eupeptica ed è ottima per l'intestino. Viene esportata verso l’India e i Paesi del Golfo Persico.

astragalo gommiFeroAstragalus gummifer (Papilionaceae)Pianta spontanea sia nelle pianure che nelle zone montuose, è un

piccolo arbusto sempreverde, con piccoli rami e un corto gambo grigio legnoso circondato da spine, per un'altezza di circa 30 cm. È presente nelle regioni di Baktaran, Azarbaijan, Kordestan, Korasan, Kerman e Fars.

Da questa pianta si ottiene Katira, la gomma adragante, un essudato secco ricavato dai fusti e dai rami. Questa gomma è una miscela viscosa, inodore, insapore e solubile in acqua di polisaccaridi ottenuta dalla linfa che viene drenata dalla radice della pianta ed essiccata. Assorbe l'acqua e diventa un gel che può essere mescolato in una pasta. Come mucillagine o pasta è usato come trattamento topico per le ustioni e, in prodotti farmaceutici e alimentari, come emulsionante, addensante e stabilizzante. Dal punto di vista fitoterapeutico ha proprietà antisettiche, emollienti e lassative.

ammoniacaDorema ammoniacum D.Don (Apiaceae) Pianta della tradizione medicinale iraniana, erbacea perenne, che può raggiungere notevoli dimensioni, da cui si

ottiene una resina, denominata gomma ammoniaca, di colore giallo-rossastro.Ha diverse proprietà riconosciute, tra cui energizzante, espettorante e in forti dosi purgante; è utilizzata nei raf-

freddori cronici, nell’asma e affezioni bronchiali. Cresce nella maggior parte delle pianure e zone desertiche dell’Iran, ed è presente in diverse regioni centrali come

Korasan, Baluchestan, Kerman e Fars.

astragalo gommiFeroAstragalus gummifer (Papilionaceae)Pianta spontanea sia nelle pianure che nelle zone montuose, è un

piccolo arbusto sempreverde, con piccoli rami e un corto gambo grigio legnoso circondato da spine, per un'altezza di circa 30 cm. È presente nelle regioni di Baktaran, Azarbaijan, Kordestan, Korasan, Kerman e Fars.

Da questa pianta si ottiene Katira, la gomma adragante, un essudato secco ricavato dai fusti e dai rami. Questa gomma è una miscela viscosa, inodore, insapore e solubile in acqua di polisaccaridi ottenuta dalla linfa che viene drenata dalla radice della pianta ed essiccata. Assorbe l'acqua e diventa un gel che può essere mescolato in una pasta. Come mucillagine o pasta è usato come trattamento topico per le ustioni e, in prodotti farmaceutici e alimentari, come emulsionante, addensante e stabilizzante. Dal punto di vista fitoterapeutico ha proprietà antisettiche, emollienti e lassative.

Ferula assa-foetida L. (c Valery Fassiaux)

Astragalus gummifer (c Maša Sinreih)

Paesi e popoli • CULTURA

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Page 68: GEN-MAR - Erboristeriadomani

buglossa azzurraAnchusa italica Retz. (Boraginaceae)Pianta erbacea annuale, biennale o perenne. Robusta, alta fino a 150 cm, presenta foglie lineari-spatolate alla

base, mentre le cauline sono lineari-lanceolate, sessili e acutissime. Chiamata Gav zaban in persiano, si trova nella zona di Mazandaran, Ghilan e nelle alture di Alborz, a nord di Kuzestan, Lorestane e Fars. Le foglie giovani e tenere di questa pianta, insieme ai giovani getti fiorali, vengono consumate cotte, alla stregua di qualsiasi altra verdura.

I fiori crudi, invece, vengono aggiunti all'insalata. Viene impiegata come depurativo, diuretico, ma soprattutto contro la tosse, e ridotta in poltiglia per uso esterno contro le infiammazioni. Dalla radice si ottiene un colorante rosso che veniva utilizzato in cosmetica. Dalle sue parti aeree si ottiene un olio essenziale con numerose sostanze volatili.

È una pianta a crescita spontanea e ultimamente viene coltivata per l’esportazione.

cartamoCarthamus tinctorius (Asteraceae)Pianta erbacea annuale che giunge a un’altezza di circa un metro. Ogni ramificazione termina con un’infiore-

scenza a capolino che porta fino a 100 fiori. Viene coltivata per estrarre dai semi l'olio (ne contentiene il 60%) che mostra un contenuto fino al 75% di omega 6 (acido linoleico) e vitamina K. L'olio di cartamo è utilizzato per pro-durre margarine speciali vitaminizzate. È indicato come rigenerativo della pelle. Dai fiori si ottiene la cartamina, un colorante per cibi dall'aroma e dal sapore che ricorda un po' quelli dello Zafferano, e quindi ha un grande utilizzo nell’industria alimentare.

Cresce in modo più consistente nelle seguenti regioni: Korasan, Tabriz, Azarbaijan, Isfahan e Qazvin.

coriandoloCoriandrum Sativum (Apiaceae)Pianta erbacea annuale di 30-60 cm, dai fiori bianchi riuniti in infiorescenze, mentre i frutti sono diacheni aroma-

tici. Si usano i frutti che maturano a giugno-luglio.Viene utilizzato nelle cucine per aromatizzare i cibi, e nell’industria alimentare, farmaceutica ed erboristica per

aromatizzare i vari prodotti. Il Coriandolo contiene alcoli e terpeni ad attività antispastica sulla muscolatura liscia del tubo digerente; per questo motivo i semi di Coriandolo sono utilizzati in tisane come aromatizzanti e digestivi.

Lo troviamo nelle zone di Kirmanshah, Abadan, Tabriz, Kirman, Balucestan, Bushehr, Qazvin e Yazd.

cuminoCuminum cyminum L. (Apiaceae)Pianta erbacea annuale con stelo slanciato e foglie verde scuro divise in

lacinie e fiori piccoli bianchi o rosati. I frutti sono semi scuri. Sicuramente è uno dei prodotti interni più importanti, e il 90% del Cumino dell’Iran viene coltivato a sud di Korasan ed esportato nei mercati internazionali. Gli altri Paesi produttori di questa pianta sono India, Afghanistan, Pakistan, Siria e Cina. Il Cumino ha proprietà carminative e digestive, ed è un buon rimedio naturale contro gonfiori e coliche addominali; stimola l’attività gastro-epa-tica; antispasmodico, seda e vanta proprietà antalgiche e antinfiammato-rie. È ricco di oli essenziali e di ferro, importante fattore di benessere fisico

ed equilibrio del metabolismo. Contiene inoltre calcio, fosforo e potassio, oltre alle fibre che aiutano a mantenere in salute l'intestino. Il Cumino ha proprietà antiossidanti che contrastano l'azione dannosa dei radicali liberi, rallentando l'invecchiamento cellulare e i processi infiammatori.

cartamoCarthamus tinctorius (Asteraceae)Pianta erbacea annuale che giunge a un’altezza di circa un metro. Ogni ramificazione termina con un’infiore-

scenza a capolino che porta fino a 100 fiori. Viene coltivata per estrarre dai semi l'olio (ne contentiene il 60%) che mostra un contenuto fino al 75% di omega 6 (acido linoleico) e vitamina K. L'olio di cartamo è utilizzato per pro-durre margarine speciali vitaminizzate. È indicato come rigenerativo della pelle. Dai fiori si ottiene la cartamina, un colorante per cibi dall'aroma e dal sapore che ricorda un po' quelli dello Zafferano, e quindi ha un grande utilizzo nell’industria alimentare.

Cresce in modo più consistente nelle seguenti regioni: Korasan, Tabriz, Azarbaijan, Isfahan e Qazvin.

cuminoCuminum cyminum L. (Apiaceae)Pianta erbacea annuale con stelo slanciato e foglie verde scuro divise in

lacinie e fiori piccoli bianchi o rosati. I frutti sono semi scuri. Sicuramente è uno dei prodotti interni più importanti, e il 90% del Cumino dell’Iran viene coltivato a sud di Korasan ed esportato nei mercati internazionali. Gli altri Paesi produttori di questa pianta sono India, Afghanistan, Pakistan, Siria e Cina. Il Cumino ha proprietà carminative e digestive, ed è un buon rimedio naturale contro gonfiori e coliche addominali; stimola l’attività gastro-epa-tica; antispasmodico, seda e vanta proprietà antalgiche e antinfiammato-rie. È ricco di oli essenziali e di ferro, importante fattore di benessere fisico

ed equilibrio del metabolismo. Contiene inoltre calcio, fosforo e potassio, oltre alle fibre che aiutano a mantenere in salute l'intestino. Il Cumino ha proprietà antiossidanti che contrastano l'azione dannosa dei radicali liberi, rallentando l'invecchiamento cellulare e i processi infiammatori.

Cumino in coltivazione (c Arghiyan)

CULTURA • Paesi e popoli

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Page 69: GEN-MAR - Erboristeriadomani

Il componente principale dell’olio essenziale è un’aldeide aromatica detto comunemente cuminaldeide, il cui nome IUPAC è 14-isoprpilbenzaldeide.

Per il Cumino sono stati fatti investimenti notevoli nell’industria del confezionamento; nonostante ciò l'esporta-zione non è ancora ai massimi livelli raggiungibili.

Ferula gommosaFerula gummosa Boiss (Apiaceae)Pianta erbacea perenne, monocarpica, che può raggiungere un’altezza di

1 o 2 metri. Cresce in molte regioni dell’Iran come Korasan, zone dell’Alborz, Baktaran, Kirman e Semnan. È una pianta resinosa con molteplici utilizzi: è stata tradizionalmente usata come antisettico, carminativo, spasmolitico e antidolo-rifico. In studi recenti ne sono stati confermati gli effetti antimicrobici, antin-fiammatori, spasmolitici e molte altre applicazioni. La resina gommosa di questa pianta, chiamata Galbano, ha un forte profumo ed è utilizzata nella prepara-zione di vari tipi di incensi.

L'olio essenziale di Galbano è ampiamente utilizzato in aromaterapia e in profumeria. La composizione di alcuni celebri profumi è basata sull'utilizzo del Galbano. L’olio essenziale è composto principalmente da terpeni, tra cui il beta-pinene 80%.

hennÉ Lawsonia inermis L. (Lythraceae)Pianta arbustiva di piccole dimensioni, senza spine quando è ancora

giovane, diventa spinosa crescendo. È nota con il nome comune di Henna o con il corrispondente francese Henné. La troviamo nel sud dell’Iran: Kerman (Jazmoorian, Bam, Normanshir), Sistan (Iranshahr), Hormozgan (Minab), Yazd e Bushehr.

La polvere estratta dalla Lawsonia inermis è conosciuta fin da tempi anti-chissimi, e usata per le sue proprietà curative come antibatterico e antimico-tico. Anticamente veniva applicata per lenire disturbi come mal di testa, mal

di stomaco, scottature, per ridurre la febbre e persino sulle ferite aperte; inoltre veniva usata sulla pelle per prevenire le scottature e proteggere dalle punture di insetti.

Tuttavia, la sua principale caratteristica è quella di essere un potente colorante naturale, utilizzato per secoli per tingere non solo la pelle, ma anche capelli e tessuti come seta e lana. Questo perché il lawsone, il colorante rosso-a-rancio presente nella pianta, si lega stabilmente alla cheratina, una proteina presente sia sui capelli che sulla pelle.

Il lawsone, il cui termine nella nomenclatura ufficiale IUPAC è 2-idrossi-1,4-naftochinone, conosciuto anche come acido hennotannico, è presente nelle foglie.

mandorlo selvaticoPrunus lycioides (Spach) C.K.Schneid (Rosaceae)Pianta arbustiva spontanea, molto spinosa, alta da 0,6 a 1,2 m, da giovane ha rami marroni che con la crescita

cambiano colore in grigio chiaro o scuro. La troviamo nelle regioni di Sistan e Balucestan, Shiraz, Kordestan, Teheran e Lorestan.

Da questa pianta si ottiene una gomma chiamata in iraniano Samag Shirazi, ovvero "gomma shirazi". Questa è la gomma maggiormente esportata dall’Iran.

Il componente principale dell’olio essenziale è un’aldeide aromatica detto comunemente cuminaldeide, il cui nome IUPAC è 14-isoprpilbenzaldeide.

Per il Cumino sono stati fatti investimenti notevoli nell’industria del confezionamento; nonostante ciò l'esporta-zione non è ancora ai massimi livelli raggiungibili.

Lawsonia inermis (c Atamari)

Ferula gommosa (c Pirehelokan)

Paesi e popoli • CULTURA

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mirtoMyrtus communis L. (Myrtaceae)Pianta arbustiva sempreverde. La corteccia è rossiccia nei rami giovani e con il tempo assume un colore grigio. Per

il suo contenuto in olio essenziale (mirtolo contenente mirtenolo e geraniolo, e altri principi attivi minori), tannini e resine, è un'interessante pianta dalle proprietà aromatiche e officinali. Al Mirto sono attribuite proprietà balsamiche, antinfiammatorie, astringenti, leggermente antisettiche; pertanto trova impiego in campo erboristico e farmaceutico per la cura di affezioni a carico dell'apparato digerente e del sistema respiratorio.

È presente per lo più nella zona sud dell’Iran: Shiraz, Lorestan, Kusestan, Yazd, Bandar Abbas e Baluchestan.

Pistacchio dell’atlantePistacia atlantica (Anacardiaceae)Pianta arborea alta circa 7 metri, dioico, con alberi maschili e femminili che

producono diversi tipi di fiori. Entrambi i tipi sono piccoli e verdastri, e cadono rapidamente. Il frutto oblungo, carnoso e oleoso portato dall'albero femmina è di colore rosa. In persiano è chiamato Baneh ed è presente nelle regioni del Mazandaran, Kermanshah, Kordestan, Korasan, Kirman, Lorestan, Yazd e Ilam.

La resina e l'olio dei semi sono usati storicamente per una varietà di scopi medicinali. La resina, conosciuta in Iran come Sgez, è tuttora un prodotto impor-

tante e, oltre l’utilizzo farmaceutico per i disturbi gastro-intestinali e contro la nausea, è impiegata in molte altre indu-strie quali quella dei polimeri, vernici, stamperie, insetticidi e nella produzione dell'alcol e della lacca. I suoi oli essen-ziali sono utilizzati nell'industria dei profumi. Le foglie sono ricche di tannini. La linfa viene essiccata e usata come incenso. I semi sono oleosi commestibili, come noci, e contengono fino al 60% di grassi.

robbia comuneRubia tinctorum L. (Rubiaceae)Pianta erbacea, perenne, che si presenta con fusti molto ramificati.La troviamo nella zona ovest dell’Iran: Arak, Tabriz, Deilaman e Orumie. La parte utilizzata è costituita dal rizoma

e dalla radice, dove è presente l'alizarina, un colorante organico di colore rosso (1,2-diidrossi-9,10-antracenedione).Essa presenta una struttura 9,10-antrachinonica con due sostituenti ossidrilici nelle posizioni 1 e 2, i quali spo-

stano l’assorbimento dell’energia nella regione del visibile e sono responsabili del legame indiretto della molecola con un supporto. L’alizarina è infatti un tipico colorante al mordente, dove per “mordente” si intende il metallo che fa da tramite tra la molecola e il supporto. L’alizarina, infatti, forma con il calcio, il bario e lo stronzio lacche ros-so-porpora; con l’alluminio forma lacche rosso-rosa; con il cromo e il rame lacche bruno-violetto; e con il ferro (III) e il mercurio lacche nero-violetto.

Ha proprietà diuretiche e depurative, ed è impiegata principalmente nelle malattie dell’apparato urinario, e come coadiuvante a reni e fegato nella fisiologica funzione di depurazione. Oggi, a causa della sintesi chimica dell’alizarina, la Rubia ha minore importanza ed è meno coltivata, ma è comunque ancora esportata e utilizzata.

zaFFerano Crocus sativus (Iridiaceae)È la spezia che si ottiene dagli stigmi del fiore; è il prodotto agricolo che raggiunge il valore più alto su tutti i

mercati. Lo Zafferano è una pianta erbacea perenne che fiorisce in autunno e dà fino a quattro fiori, ognuno con tre stigmi color cremisi intenso, raccolti a mano ed essiccati.

La pianta è un triploide, con tre copie di ognuno degli otto cromosomi, sterile, frutto di un percorso di selezione

Pistacia atlantica (c Mboesch)

CULTURA • Paesi e popoli

Erboristeria Domani • 42468

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Raccoglitrici di Zafferano in un'azienda agricola nella provincia dello Jorasan Razaví (c Safa.daneshvar)

di migliaia di anni. I fiori non possono riprodursi attraverso i semi; è necessaria la mano dell’uomo che utilizza i cormi e i bulbi sotterranei che accumulano amido e sostanze di riserva, scavati a fine stagione, divisi e ripiantati.

I bulbi vengono piantati in estate e rimangono quiescenti fino alla fine di agosto, quando con le prime piogge comin-ciano a vegetare. I nuovi germogli sbocciano all’inizio dell’autunno e fioriscono, in genere, verso la metà di ottobre. La fioritura avviene all’alba e il fiore appassisce molto rapidamente: gli esemplari di un appezzamento fioriscono in un intervallo di tempo di circa due settimane. La raccolta dei fiori viene fatta a mano, con grande tempismo e rapi-dità, dal sorgere del sole fino alle 9-10 di mattina, per evitare la completa apertura del fiore e la rottura dello stimma.

Da ogni ettaro si raccolgono mediamente 550 kg di fiore di Zafferano, e da ogni 100 kg di fiore si ottengono 8100 grammi di spezia di Zafferano umido che corrispondono a 1350 grammi di Zafferano secco. Da 7500 fiori si ottiene 1 kg di Zafferano.

Il guadagno per ettaro coltivato a Zafferano rispetto al Grano è 10 volte superiore. Il miglior Zafferano persiano viene prodotto a sud di Korasan.

Ha grandi proprietà nutrizionali, infatti contiene molti carboidrati, fibre, proteine e grassi, con un discreto apporto di omega 3 e omega 6. Abbondanti le vitamine, soprattutto vitamina C, B6, folati e vitamina A. Rilevante il conte-nuto di minerali, tra cui manganese, magnesio, ferro, potassio, fosforo, rame e calcio.

Molto più importante per le caratteristiche della spezia è il corredo di fitonutrienti presenti, con oltre cento diversi composti identificati. Sono presenti numerosi carotenoidi come zeaxantina, licopene e α- e β-carotene. L’intenso colore caratteristico della spezia è dovuto a due carotenoidi, crocetina e crocina, quest’ultima costituita da una mole-cola di crocetina legata alle due estremità a molecole di gentiobiosio, un particolare tipo di zucchero. È proprio grazie alla presenza di questo zucchero che il pigmento, normalmente solubile soltanto in oli, diviene solubile in acqua e può impartire la caratteristica e intensa colorazione gialla agli alimenti.

Odore e gusto dello Zafferano sono invece ascrivibili alla presenza di picocrocina, a cui è dovuto il sapore amaro della spezia, e al safranale, un terpene volatile che è il principale responsabile dell’aroma.

Paesi e popoli • CULTURA

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Lo Zafferano ha mostrato un’attività antidepressiva legata al contenuto di crocina, attività rilevante anche nei petali del fiore, scarto della produzione della spezia. Crocina e crocetina, i pigmenti dello Zafferano, hanno azione antios-sidante e attività di regolazione della digestione. Se nell’antichità veniva usato come potente colorante per stoffe e tessuti di vario tipo, oggi lo Zafferano viene impiegato soprattutto in cucina, per aromatizzare le pietanze ed esal-tare i sapori delle materie prime. L’Iran è uno dei maggiori produttori dello Zafferano al mondo, e se il terreno col-tivato con questa spezia negli ultimi anni è triplicato, l’export di questo prodotto rappresenta tuttora solo il 5% dei prodotti extrapetroliferi. Si segnala anche l’esistenza di un mercato nero: la spezia verrebbe esportata illegalmente a un prezzo inferiore del 25% rispetto al mercato ufficiale, e si stima che il quantitativo trattato in questo modo possa essere pari al 30-40% di quello venduto sul mercato ufficiale.

Tra gli altri produttori internazionali di Zafferano possiamo ricordare Spagna, India (Kashmir) e Cina.Discorso a parte andrebbe fatto per lo Zafferano italiano.

CONCLUSIONI

A causa di difficoltà organizzative e strutturali nel settore agricolo iraniano, la coltivazione delle piante medicinali non ha mai raggiunto livelli particolarmente importanti. E nonostante la coltivazione di tante specie, il mercato interno dipende ancora molto dall’importazione di alcune spezie molto consumate. Tra queste possiamo ricordare la Curcuma, diverse specie di peperoncino e la Cannella, che sono impiegate nell'industria alimentare, cosmetica ed erboristica.

Negli ultimi anni si osserva però la tendenza a incrementare le coltivazioni delle piante medicinali e lo sviluppo dell’industria erboristica su tutto il territorio nazionale, con una positiva ricaduta sull'occupazione sia per i tecnici lau-reati che per gli operatori agricoli e con un’espansione notevole dell’indotto (imprese di trasformazione).

L'incremento, in varietà e quantità, della coltivazione di piante medicinali permette di sfruttare pienamente la potenzialità del vasto e differenziato territorio dell’Iran, e di sviluppare l’industria erboristico-farma-ceutica. In questo modo si riesce a otte-nere una vasta gamma di prodotti di alta qualità che riesce a soddisfare maggior-mente la domanda interna della popola-zione, e allo stesso tempo diminuire l'im-portazione di vari prodotti.

Sam Yavari è laureato presso l’Università degli Studi di Bologna in Tecniche Erboristiche (Scienze

Tecnologie Farmaceutiche) con 110 e lode, iscritto all’albo dei Chimici B fino al 2017 e consigliere

dell’Ordine Interprovinciale dei Chimici e dei Fisici dell’Emilia Romagna (2009-2017). Dopo una

lunga esperienza nei laboratori chimici di controllo qualità ambientali e dei processi produttivi

industriali, attualmente si occupa del controllo qualità farmaceutico presso Valpharma S.p.A.

Questo lavoro si basa su incontri e interviste svolti dall’autore presso l’Università di Teheran,

sua città natale.

Per contatti con l’autore: [email protected]

Sam Yavari è laureato presso l’Università degli Studi di Bologna in Tecniche Erboristiche (Scienze

Tecnologie Farmaceutiche) con 110 e lode, iscritto all’albo dei Chimici B fino al 2017 e consigliere

dell’Ordine Interprovinciale dei Chimici e dei Fisici dell’Emilia Romagna (2009-2017). Dopo una

lunga esperienza nei laboratori chimici di controllo qualità ambientali e dei processi produttivi

industriali, attualmente si occupa del controllo qualità farmaceutico presso Valpharma S.p.A.

Questo lavoro si basa su incontri e interviste svolti dall’autore presso l’Università di Teheran,

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Spezie al mercato di Shiraz (c Raimundo Pastor)

CULTURA • Paesi e popoli

Erboristeria Domani • 42470

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ED FLASH

424 • Erboristeria Domani71

Agrievra Soc. AgricolaLoc. Pastani - 85040 Castelluccio Superiore (PZ)

tel 0973 1950683

[email protected]

Agrievra è l’Azienda agricola di VOS Group, gestisce e coordina

tutte le attività agricole dei coltivatori soci di Lucana Officinali Soc.

Coop. del Parco nazionale del Pollino: Coltivazione; Trasformazione;

Confezionamento. Capofila della cooperativa agricola, Agrievra è il

punto di riferimento per lo studio e la conservazione delle piante

autoctone del territorio e della banca dei semi, svolge attività

didattiche di formazione e promozione del territorio. La Filiera -

Lucana Officinali è una società cooperativa di produttori di piante

officinali con oltre 50 aziende agricole associate, che coltivano una

superficie di circa 70 ettari nel Parco del Pollino. L'intera produzione

è realizzata in conformità dei dettami dell'agricoltura biologica. Le

materie prime sono totalmente conferite alle società del gruppo

VOS. Nel 2016 la filiera è stata certificata secondo lo standard ISO

22005 per la rintracciabilità di filiera. La produzione di Agrievra si

caratterizza anche e soprattutto per la Biodiversità unica del Pollino,

detta anche terra dei tre mari, iI fenomeno della salita dell'aria,

della sua condensazione in precipitazioni, viene denominato Stau,

quello della sua discesa e perdita di umidita e di surriscaldamento

è Foehn o Favonio. In Italia l’appennino è zona peculiare di questi

fenomeni. Quando sono presenti forti venti sud occidentali, spesso

e volentieri, nel versante ovest dell'appennino, si presentano casi

di piogge copiose, mentre nella parte adriatica capita di vedere il

cielo poco nuvoloso con temperature molto elevate e viceversa;

questo determina una variabilità atmosferica, con dei microclimi,

che caratterizzano il nostro habitat, dando luogo alla esclusiva

biodiversità di flora e fauna per la quale ha meritato la definizione

di Giardino d'Europa.

ESI Srl Sede operativa:

Via delle Industrie, 1 - 17012 Albissola Marina (SV)

tel 019 486923

[email protected] - www.esi.it

Aziende in Erboristeria

Aboca Spa Loc. Aboca, 20 - 52037 Sansepolcro (AR)

tel 0575 7461

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Esperis Spa Via Binda, 29 - 20143 Milano (MI)

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www.esperis.it

Fitomedical SncVia N. Copernico, 5/7 - 20082 Binasco (MI)

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Helan - Cosmesi di Laboratorio SrlVia Pontasso, 26 - 16015 Casella (GE)

tel 010 830711

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www.helan.it

L’AmandeVia San Giovanni Bosco, 3/5 - 17100 Savona

tel 019 489829

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Solimè Srl Via CA. Dalla Chiesa, 10 - 42025 Cavriago (RE)

tel 0522 371550-371560

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Planta Medica Srl Via della Libertà, 37bis

06010 Pistrino di Citerna (PG)

tel 075 857 991

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Minardi A. & Figli SrlVia Boncellino 32, 48012 Bagnacavallo (RA)

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L’Erbolario Srl Viale Milano, 74 - 26900 Lodi

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L’Erbolario nasce a Lodi nel 1978, dalla passione di Daniela Villa e

Franco Bergamaschi, e dalla loro volontà di rendere il "cosmetico

vegetale" un lusso accessibile a tutti.

L’Erbolario, da piccola impresa a conduzione familiare, si trasforma

in un’azienda rinomata a livello internazionale, in grado di offrire

fitocosmetici di ottima qualità, nel rispetto di persone, animali e

ambiente, caratterizzati da un ottimo rapporto qualità/prezzo, nati

da materie prime selezionate con cura e lavorati in accordo con le

linee guida sulle Pratiche di Buona Fabbricazione GMP (UNI EN ISO

22716).

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Terapia Medica dell’Università di Pavia.

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viene attuata da sempre nel sito produttivo di Lodi.

L’azienda non ha mai delocalizzato alcuna fase produttiva in paesi

terzi, men che meno in quelli nei quali i diritti umani e i diritti

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Tutti i fitocosmetici L’Erbolario sono orgogliosamente 100% Made

in Italy.

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ERBORISTERIAdomani•ISSN 1721-5676 Trimestrale. Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, LO/MI

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