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G&d Gabiano e dintorni
Il mensile dal Nost Munfrà
Maggio 2013
Pozzengo di Mombello - foto di Enzo Gino
2
Mentre continua la raccolta delle
adesioni alla iniziativa di promozio-
ne del territorio attraverso l’intro-
duzione dei Munfrin (stiamo contat-
tando sindaci e assessori compe-
tenti dei comuni dal Nost Munfrà)
segnaliamo agli amministratori at-
traverso le pagine di questo giorna-
le una proposta che potrebbe avere
interessanti risvolti per il territorio.
Oltre al turismo ed all’agricoltura le
nostre colline sono ricche di… bo-
schi.
Purtroppo negli ultimi decenni
spesso la coltivazione delle vigne è
stata abbandonata ed i boschi si
sono allargati coprendo buona par-
te dei pendii ed anche spesso delle
nostre valli.
Raccontiamo in queste poche righe
l’interessante iniziativa della pro-
vincia di Torino che, partita da un
iniziale progetto finanziato dalla
Comunità Europea (Interreg) e
conclusosi nel 2011 denominato
Bois Lab (vedi su internet) ora pro-
segue con un certo successo. Si
tratta della creazione di un modello
di sviluppo “a Km 0” che punta a
valorizzare le risorse forestali locali
non solo dal punto di vista della
gestione sostenibile ma anche dal
punto di vista dell’origine territoria-
le. In pratica la provincia di Torino
ha promosso la certificazione di
una filiera del legno locale che a
partire dai boschi del torinese orga-
nizzati in consorzi fra i titolari pub-
blici o anche privati, ha sostanzial-
mente sviluppato la produzione di
legno, la sua trasformazione sino
alla vendita e realizzazione di ma-
nufatti, sfruttando quindi una ric-
chezza spesso trascurata e abban-
donata, di cui i territori sono ricchi.
Così sono nate e cresciute a-
ziende, posti di lavoro e ric-
chezza locale recuperando allo
stesso tempo il territorio grazie
alla cura ed a una vera e pro-
pria “coltivazione” dei boschi.
Queste politiche sono da sem-
pre patrimonio di molti stati
specialmente nel nord Europa,
chi non conosce la multinazio-
nale Ikea che sul patrimonio bo-
schivo svedese e scandinavo, ma
soprattutto sulla sua intelligente
gestione e sfruttamento, ha creato
un impero.
E’ fin troppo facile quindi immagi-
nare quanto anche da noi potrebbe
esser fatto con un po’ di buona
volontà. Torino non è Helsinki e
con i dovuti adeguamenti organiz-
zativi e amministrativi, facendo
tesoro delle esperienze riuscite in
questi anni presso le Comunità
montane e la stessa provincia di
Torino, esperienze che certamente
mettono a disposizione, crediamo
sarebbe possibile anche da noi svi-
luppare una filiera del legno. Par-
tendo dai proprietari terrieri, siano
essi soggetti pubblici o privati spes-
so titolari di terreni incolti e abban-
donati a sé stessi, si può sviluppare
un processo di coltivazione trasfor-
mazione e, perché no, di produzio-
ne di manufatti in legno siano essi
pellet, legna da ardere o più nobili
come da costruzione travi, serra-
menti, mobili e casette in legno. La
terra non ci manca e nemmeno i
boschi…
Chi fosse interessato può contatta-
re la redazione di G&d che volen-
tieri fornirà i contatti istituzionali
per gli approfondimenti e che si
riserva comunque di tornare su
questi argomenti.
Per le Pro-loco e associazioni che
organizzano le tradizionali feste e
ricorrenze che accompagnano il
periodo estivo e autunnale sappia-
no che G&d attraverso la propria tv
streaming Ghigiot Tv può realizzare
filmati e (segnale internet permet-
tendo) può trasmetterle in diretta
sul web.
Infine ricordiamo che G&d è sem-
pre disponibile a raccogliere la col-
laborazione di altri amici che inten-
dono spendere un po' del loro tem-
po libero nelle iniziative di promo-
zione del nostro territorio oltre ad
imparare tante cose nuove sugli
strumenti di comunicazione.
Iniziative e proposte per il Nost Munfrà
... le aziende e le attività che intendono aderire al circuito dei Munfrin possono trovare la documentazione sul nostro sito e mettersi in contatto con la redazione... ...per le iniziative estive Ghigiot Tv è disponibile a partecipare realizzando filmati da mettere in rete o mandare anche in diretta web (segnale internet permettendo)... ...sfruttiamo una ricchezza che abbiamo: i boschi
G&d - Gabiano e dintorni Autorizzazione n° 5304 del 3-9-99 del Tribunale di Torino; Direttore Responsabile Enzo GINO -
Sede: via S. Carpoforo 97 - Fraz. Cantavenna 15020 Gabiano Stampato presso A4 di Chivasso (TO) - Associazione Piemonte Futuro: P. Iva 02321660066; Distribuzione gratuita; Per informazioni e pubblicità; cell. 335-7782879;
e-mail: [email protected]
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Questo mese per i nostri lettori
abbiamo intervistato la giova-
ne sindaco di Odalengo Picco-
lo, Carola Triveri. Questo Co-
mune è una delle tante realtà
con le caratteristiche tipiche
del nostro Monferrato: pochi
abitanti in decrescita ma con
tanta voglia di fare, ampio ter-
ritorio, un ambiente incontami-
nato ed una storia ricca di tra-
dizioni e cultura. Proseguendo
idealmente l’intervista del me-
se scorso col sindaco di Gabia-
no in cui si parlava della neces-
sità di aggregare le piccole re-
altà locali abbiamo chiesto al
sindaco il suo pensiero in meri-
to.
“Odalengo ha fatto parte della Co-munità collinare Valcerrina sin dalla nascita, grosso modo dieci anni fa, perché c’era un vincolo provinciale, per cui, essendo provincia di Ales-sandria, non si poteva pensare a forme di aggregazione con la pro-vincia di Asti. Geograficamente, però, il comune appartiene al ver-sante astigiano anche per una que-stione di viabilità, basta fare la strada che dalla Valcerrina porta a Odalengo Piccolo per capire la diffi-coltà, specialmente d’inverno in cui pendenze, curve e tornanti rendo-no sostanzialmente improponibile il percorso. Il pulmino scolastico poi, è impensabile che la percorra, per cui la vita della comunità si rivolge verso Moncalvo. Oggi con l’incer-tezza sul futuro delle Province che stanno vivendo un momento di transizione e cambiamento, è ve-nuta l’occasione di aggregarsi con Moncalvo e comuni limitrofi. L’usci-ta dalla Comunità collinare della Valcerrina non è quindi dovuta a problemi di natura politica o di rap-porti con gli altri Comuni, ma real-mente dovuta ad una esigenza ge-ografica. Non l’abbiamo sentita nostra la Valcerrina, e questo non vuole essere una critica alle prece-denti amministrazioni che avevano fatto quella scelta, infatti erano
state obbligate dalle norme ad an-dare di là. Sostanzialmente son cambiati i tempi e oggi i rapporti con Moncalvo sono buoni, con un’-ottima intesa e collaborazione. In questo momento non si è costituita una vera e propria unione ma si è entrati nella convenzione. Moncalvo ovviamente per le sue dimensioni, è il Comune capofila, ed i comuni limitrofi sono Penango, Grazzano Badoglio, Castelletto e Odalengo Piccolo. Insieme sono state avviate diverse attività richieste dallo Stato, con diversi servizi in comune come trasporto scolastico che risulta faci-le unificare perché da sempre ge-stiti insieme. Si stanno anche accomunando i dipendenti dei vari municipi, sono state già fatte diverse riunioni; una segretaria comunale che è già su tre dei cinque comuni, e prossima-mente dirigerà anche le strutture del quarto (resta per ora fuori Ca-stelletto Merli) e questo è un aspet-to fondamentale se si pensa che fino a qualche anno fa i segretari comunali erano intoccabili pur es-sendo elementi essenziali dell’or-ganizzazione, specie nei piccoli pa-esi dove i sindaci di campagna han-no poca dimestichezza con leggi, regolamenti, norme, quindi con un'unica regia che gestisce i diversi comuni diventa tutto più semplice. I dipendenti pubblici stanno facen-do anche loro la loro parte, vivono in questa realtà e sono coscienti
Intervista al sindaco di Odalengo Piccolo
...è inutile dire Casale capitale del Monferrato quando poi se chiedi agli uffici del turismo dov’è Odalengo Piccolo non si ha neanche idea se è in provincia di Alessandria...
...vedo il sopravvento del ruolo delle Pro-loco; laddove non c’è più comune deve esserci una pro-loco o altra simile associazione di volontariato forte...
Carola Triveri
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che i tempi sono cambiati ed a pa-rità di condizioni economiche sa-pranno adeguare le loro attività lavorative al nuovo contesto, se necessario operando anche in altre sedi. Il destino di Odalengo Piccolo è quello di una associazione con Moncalvo, pur mantenendo un pro-prio bilancio e una propria munici-palità. Nel giro di qualche anno quando entreranno a regime tutti i servizi si farà l’esame, per valutare se ci saremo trovati bene, ed a quel punto si potrà procedere, ma-gari formando una sorta di munici-palità con più comuni, alla france-se, e nulla di più. Oggi i comuni stanno morendo sot-to una burocrazia spaventosa. Un esempio, il Comune ha l’obbligo di mandare i bilanci alla Corte dei Conti periodicamente, dal 2007 o 2008 è in vigore un sistema tele-matico: con mail, posta certificata, password, ecc., vengono mandati al ministero con tutte le sicurezze del caso; la settimana scorsa ci hanno chiamato richiedendo il car-taceo. Nonostante l’archivio on-line stiamo ancora con la carta che vie-ne rosicchiata dai topi, e così altro pacco di documenti spedito per posta raccomandata, quindi costi e tempo sottratti ad altre attività per-ché gli impiegati sono sempre gli stessi e fanno una cosa o fanno l’altra. Se non ci si schioda da que-sto sistema qua non si andrà da
nessuna parte; da queste cose si respira un Paese vecchio, fermo...” Passiamo dal locale al genera-
le, chiediamo al sindaco Triveri
come vede le prospettive del
“nostro” Monferrato?
“La vera e unica risorsa del Monfer-rato ce l’ha data la natura, vorrei vedere il territorio valorizzato a livello turistico, come già avviene dai nostri vicini di casa nell’astigia-no e nell’albese, rendendo il turi-smo e l’ambiente la nostra grande “industria”, è inutile starci inventa-re cose diverse, abbiamo questo, valorizziamo questo!. Purtroppo siamo indietro anni luce, Casale non ci aiuta, è inutile dire Casale capitale del Monferrato quando poi se chiede agli uffici del turismo dov’è Odalengo Piccolo non si ha neanche idea se è in provincia di Alessandria. Casale dovrebbe essere un po’ il traino, ma gli stessi uffici turismo e cultura non hanno idea delle potenzialità del territorio. Se non siamo riusciti trasmettere neanche a Casale quello che hanno vicino a casa, immaginiamo a Mila-no o all’estero o in estremo orien-te… E questa situazione danneggia anche Casale specialmente con le tristi vicende sull’amianto che ri-schiano di prevalere in termini di immagine sulle bellezze del territo-rio.” Quali specularità può vantare il
territorio di Odalengo Piccolo?
Fra le attività locali che hanno
avuto un certo successo il sin-
daco ci parla dei “Pum d'na vi-
ra”:
“Partita dalla iniziativa di una per-sona che ha beneficiato in tempi passati di una pensione in relativa giovane età e che ha aperto una piccola azienda: Melamagio, con lo scopo di recuperare le piante anti-che e gli innesti di mele, allargan-dosi poi con un vivaio e con l'altra frutta e quindi non solo specifica per le mele “di una volta” che re-stano comunque la sua priorità. Un' attività con una sua clientela e un suo mercato che consente anche di dare lavoro a qualche ragazzo spe-cie nelle stagioni di potatura, rac-colta. Come questa attività ce ne potrebbero essere altre mille: orti, boschi… la natura offre molte pos-sibilità. Così come la ricettività, che comunque deve esser legata ad altre opportunità ludiche praticabili nel territorio, anche cose piccole come percorsi ciclabili, trekking come ad esempio la Superga - Crea che passa da Odalengo Piccolo. Sono tutte cose che devono esser valorizzate dal pubblicitario, non dal singolo sindaco che manda l’e-mail su Facebook. Ci deve esser una struttura (che non è Mondo) che si prende in carico il Monferra-to e ne faccia un pacchetto turisti-co, una struttura non finalizzato al lucro ma per portare lavoro, per creare col turismo la cultura e l’am-biente, maggiori risorse per vivere
e se c’è lavoro le contrade non si spo-polano. Odalengo oggi ha due risto-ranti, il Serra e il Tuais e due case vacanze, una a Pes-sine e una a Case Dorato, poi c’è l’a-zienda agricola di Cavinato già struttu-rata con molti vi-gneti anche fuori dal territorio comunale, e qualche produtto-re locale oltre al citato Melamangio. Il comune invece quest’anno purtrop-po è fermo alla ordi-
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naria amministrazione sperando non capiti qualcosa di straordinario e imprevisto che renda tutto ancor più difficile. Per ora è anche senza bilancio, finché non capiamo cosa fare del’IMU, cosa fare della Tares, finché non ci danno delle direttive, risulta inutile anche metter giù dei numeri.” Chiediamo qualche valutazione
sulla sua esperienza da sinda-
co:
“Per quanto mi riguarda questo è il quarto anno da sindaco e l’anno venturo concluderò il mio primo mandato. Vedrò se ricandidarmi perché gli impegni amministrativi sottraggono non poco spazio alla famiglia che è una mia priorità. Ma al di là delle questioni personali fare il sindaco è molto impegnativo. Quando siamo entrati in comune nel 2009 c’era un consiglio formato più o meno da persone nuove, fre-sche, portatrici di molta energia e di molto entusiasmo, ci siamo im-battuti in anni che credo siano i più brutti nella storia delle repubblica e ci siamo dovuti scontrare con una realtà difficile e dura. Nonostante ciò sono state fatte molte cose e il comune è in attivo, e molto in ordi-ne, con una serie di attività impor-tanti che vanno e che funzionano come l’Osservatorio astronomico e la Fiera del tartufo anche se a fati-ca perche siamo un comune con neanche 300 residenti inclusi anzia-ni e bambini. Ciononostante all’inizio ho vissuto un po’ male l’aggregazione dei co-muni con bilancio unico perché ve-nendo da un Comune particolar-mente virtuoso molto attento alle spese e per questo in attivo e sano, vedevo nel resto un pericolo, mi-gliorare per noi è praticamente im-possibile quindi il destino era quello di peggiorare trascinati dai proble-mi degli altri. Dopo un periodo di confronto e valutazione oggi vedo l’unione con Moncalvo come cosa positiva ed è forse l’unico modo per salvare quei pochi servizi che si riescono ancora a dare queste zone periferiche. Ciò detto visto che è venuto a mancare il ruolo centrale che aveva il comu-ne, vedo il sopravvento del ruolo
delle Pro-loco, laddove non c’è più comune deve esserci una pro-loco o altra simile associazione di volontariato for-te. Questo per-ché saranno loro che dovranno mandare avanti sempre più cultu-ra, tradizioni, eventi sociali e pubblici. Quest' an-no avremo un nuovo direttivo visto che il precedente è scaduto, sarà composto da giovani, alcuni dei quali anche in Comune, mi auguro che si rimbocchino le maniche per-ché, se sapranno svolgere il loro mandato bene, potranno aver un ruolo sociale di primo piano, anche facendosi carico di parte consisten-te delle funzioni oggi gestite dal piccolo Comune che spesso, per motivi burocratici, lo stesso non può gestire, diversamente invece dall’associazione. Un’ultima rifles-sione sulla opportunità di concen-trare gli eventi sulle peculiarità del Comune, diversamente dalla Fiera del tartufo dove Moncalvo e Muri-sengo la fanno sostanzialmente da padroni, sarebbe il caso di concen-trarsi sull’Osservatorio astronomico o sui “Pum d'na vira” attività pre-senti solo a Odalengo piccolo ed uniche fra le nostre colline.” Sin qui più ombre che luci nel
difficile “mestiere” di sindaco
ma c’è tuttavia un aspetto che
fa pendere la bilancia verso
l’ottimismo: “Per fortuna c’è que-st’ambiente, il verde delle nostre colline, il profumo dei fiori, questo splendido cielo, che ti fanno pensa-re al paradiso e che riescono anco-ra a prevalere su tutte le difficoltà che ci sono, e tutto sommato va bene così... “ Infine un invito dal sindaco a
G&d: “Il 13 ottobre per la festa del tartufo e di Odalengo piccolo, siete invitati a partecipare per promuo-vere iniziative o il giornale…” Da parte nostra vedremo di
essere presenti con qualche
proposta come ad esempio la
mostra sul Tamburello che, ci
dice il sindaco Triveri, vede il
suo comune come uno dei pri-
mi che in passato ha praticato
questo attività sportiva e poi
chissà che ci sia anche qualche
altra iniziativa …
Per ora la ringraziamo per la
disponibilità.
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Il 28 gennaio dell'814 ad Acquisgrana muore Carlo Magno imperatore di gran parte dell'Europa...
Ottone Primo di Sassonia mira alla con-quista dell'Italia per costituire il Primo Reich...
... ma a Roma non arriverà mai, perchè l’atteso erede, come se volesse da subito legare il suo destino a queste terre, nasce a Sezzadio nella contea di Acqui tra le mura della Abazia di Santa Giustina
Anche i Franchi vogliono l'Italia e proprio in questo periodo che il padre di Aleramo: Guglielmo, scende in Italia dalla Borgogna con il suo esercito, per sostenere uno dei pretendenti alla corona d’Italia...
dobbiamo avere un re d'Italia nostro a
lle-
ato per vincere con
tro i Sassoni...
Guglielmo portò con sé la moglie incinta del primo figlio...
Nel nome di Dio io ti battezzo col nome di Aleramo...
Fedele alleato di Ugo d’Arles che nel 933 verrà coronato re d’Italia, Aleramo sarà ricambiato dal Re con il titolo di Conte, e l’assegnazione delle su prime terre nel Vercel-lese e nell’alessandrino.
...ma sì concediamo ad Aleramo un po' di quelle paludi presso il Po e quelle terre incolte
e disabitate con quei boschi impenetrabili sul
le colline più a sud, se la dovrà vedere con le
scorribande dei Saraceni ...
...cacciamo i banditi Saraceni venuti a saccheggiare le nostre terre...
Aleramo lavorò duramente: organizzò la resistenza contro i Saraceni e trasformerà le colline e pianure in vigneti e rigogliosi campi coltivati...
...puliamo i boschi, bonifichiamo e coltiviamo la nostra terra...
Il suo impero viene diviso in tre stati: Italia, Francia e Germania in lotta fra loro per l'egemonia sul continente...
In Italia c'è il papa che incorona gli imperatori e poi si accede al Mediterra-neo, per questo deve essere nostra...
non avrei dovuto partire in p
ellegrinaggio
a Roma in queste condizioni...
...trasformiamo queste colline inospitali nel nostro paradiso!
Aleramo crescerà rimanendo legato a que-ste terre facendosi amare per la sua lealtà e per il suo coraggio.
La leggenda di Aleramo
7
Più avanti negli anni Aleramo vedovo e padre di due figli che combattono la suo fianco, si innamora e sposa la giovane principessa Gerberga figlia del nuove re d’Ita-lia Berengario Secondo.
ho deciso di chiedere la tua mano a tuo padre...
Ma una nuova minaccia incombe su Aleramo, è rappresentata dell’impe-ratore Ottone Primo di Sassonia che scende in Italia col suo esercito per combattere contro Berengario il padre di Gerberga.
Tutto sembra perduto: Berengario è sconfitto e viene traspor-tato in Germania come prigioniero assieme a tutta la sua famiglia compresa l'amata Gerberga.
Addio Aleramo non ci vedremo mai più...
L'Italia deve far parte del Sacro Romano Impero!
Per fortuna Adelaide, i
nfluente moglie dell
'imperatore, in
prime nozze aveva sposato
il figlio di Ugo d'Arles che h
o
sempre servito fedelmente...
Le concessioni dell'imperatore sono un territorio vastissimo a forma di falce che costituisce una importante via di collegamento e di commercio dal Mediterraneo alla pianura Padana, ma...
c'è una condizione: saranno sue solo quelle terre di cui Aleramo riuscirà a stabilire i confini cavalcando ininterrottamente per tre giorni e tre notti...
Ma Aleramo non è solo cocciuto, conosce quelle terre che ha governato per anni e che ha difeso dagli invasori, e conosce i suoi abitanti, e i suoi abitanti conoscono lui e lo aiutano in tutti i modi, perché sanno che se tornerà a governare quelle terre tornerà la pace e l'ab-bondanza per tutti...
... percorre strade, sentieri e scorciatoie che pochi conoscono, il primo e il secondo giorno Aleramo cavalca ininterrottamente dal fiume Orba al Po sino al mare. Ma alla fine del secondo giorno il cavallo muore, ma non si perde d'animo: ne monta un altro e riprende la corsa contro il tempo, ma sembra che la sfortuna si voglia accani-re contro di lui...
Ma Aleramo non si scoraggia e dando prova di tutte le sue capacità poli-tiche e diplomatiche inizia una lunga trattativa che lo porta alla liberazio-ne della moglie Gerberga e ad ottenere dall’Imperatore e da sua moglie Adelaide di Borgogna il diploma con cui gli vengono assegnate nuove splendide terre che vanno dalla pianura Padana fino alla costa ligure.
Ma come hai fatto a convincere
l'imperatore?
cloppete... cloppete... cloppete... cloppete... cloppete...
... è impossibile per chiunque coprire 400 km in tre giorni e tre notti a cavallo fra quelle colline... così farò contenta mia moglie Adelai-de e mi toglierà dalle scatole quel cocciuto di
Aleramo...
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Il cavallo perde un ferro e non c'è un ma-niscalco nelle vicinanze; chiunque si sarebbe arreso, ma non Aleramo...
accidenti ha perso un ferro... che fare?
... ohh, ma va che bel mun! ades at sistem mi...
patun...
patin
...
tic...
toc...
... forza bello mio che ti aspetta ancora un bel po' di strada
Aleramo con un mattone, nel nostro dialetto: Mun, riesce a ferrare, frà, il cavallo e a completare il perimetro dei confini delle sue terre. Da questa epica impresa compiuta anche grazie a un mattone e a un ferro di caval-lo nasce il nome di Mun frà: Monferrato.
Aleramo e i suoi figli, fonderanno diverse abazie benedettine, ed è proprio in una di queste che Aleramo parlerà ai propri figli, Anselmo e Oddone, del suo testamento e della divisione in parti uguali che intende fare del grande marchesato del Monferrato che rimar-rà comunque unito per ben otto secoli.
Aleramo riuscirà così nella sua impresa, diventerà il Marchese del Monferrato, fondatore della casata degli Aleramici e riuscirà a fare del Monferrato uno dei più influenti stati d'Europa...
Secondo il suo desiderio Aleramo sarebbe stato sepolto a Grazzano nella chiesa delle prima abazia da lui fondata. Ma come la sua nascita anche la morte di Aleramo avvenuta nel 991, rimane avvolta nel mistero. In realtà nessuno sa quando e come si sia conclusa la sua vita.
Dopo tutte queste invasioni barbariche bisogna ricostruire il tessuto sociale di queste terre e di questo popolo, l'unico modo è costruire nuovi luoghi di aggre-gazione dove si insegnano i mestieri: come coltivare la terra, costruire gli stru-menti di lavoro, allevare il bestiame; le arti: come scrivere e dipingere e la fede che ci ha aiutato a sconfiggere i barbari Saraceni... I frati Benedettini con la loro regola "ora et labora" sono le persone giuste...
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E se vi capita di vedere strane ombre nei corridoi di qualche castello o fra le nebbie o i boschi delle campagne monferrine, non spaventatevi è solo il suo spirito che conti-nua a percorrere le nostre terre...
Possiamo fare un parallelo fra l’Euro-pa dei nostri giorni e il Sacro Romano Impero all’epoca di Aleramo, in en-trambe i casi c’è una visione politica illuminata di questo grande territorio, come dimostra di possederla il Nostro Aleramo già 1000 anni fa a dimo-strazione di quanto la sua opera sia importante.
Un nome tra storia e leggenda Al di là delle leggende sono più pro-
babili altre derivazioni del nome di
Monferrato: ne citiamo alcune.
“Mons ferax” dal latino monte fera-
ce, ovvero ubertoso, oppure “Mons
fera” monte delle fiere, forse perché
abitato da animali feroci, “Mons far-
rus” o farratus cioè monte dove si
coltiva il farro, una granaglia che
avrebbe avuto ampia diffusione
nella zona.
Un'ipotesi recentissima parla infine
di derivazione da "monte della fa-
rà", intendendo per "farà" un'aggre-
gazione di epoca longobarda, una
sorta di carovana o comunque di
ampia associazione in marcia fatta
di uomini armati e non, donne,
schiavi. Più semplicemente il Ruggie-
ro scrive di estensione del termine da
un piccolo borgo Monferrato sulla
collina torinese.
E dopo anni di scavi segreti, final-
mente nel 1992, in un bricco fra
Chieri e l'Eremo di Torino, gli arche-
ologi della Soprintendenza torinese
ritengono di aver individuato l'antico
insediamento del castello che diede
nome al Monferrato...
E dopo Aleramo...
Morto Aleramo verso il 991 e poco
dopo anche il fratello Guglielmo,
gli succedono i figli Anselmo e Od-
done I; il primo dà origine ai marche-
si di Savona che si allargheranno an-
che nel Piemonte meridionale ed a
Saluzzo in particolare, il secondo è
capostipite dei marchesi di Monfer-
rato e gli succederanno Oddone II e
Guglielmo. Si fanno ricordare per una
donazione di Ranieri, nel 1123, in
favore dei monaci cistercensi che
danno così vita, poco distante da
Trino, al Monastero e Principato so-
vrano di S. Maria di Lucedio
(ammirato anzitutto per la bel-
lissima torre campanaria otta-
gonale) comprendente le grange di
Lucedio, Lachelle, Darola, Colomba-
ra, Castell'Apertole.
Le grange sono grandi tenute agri-
cole, costruite per eliminare le u-
milianti prestazioni di servitù ed al
loro posto far lavorare i poderi da
fratelli laici o conversi, sotto la guida
di un monaco esperto.
E' poi verosimile che da analoga do-
nazione prenda maggior corpo,
nel 1167, il monastero di S. Maria di
Rocca delle Donne, sotto Camino.
La Stampa 16 giugno 1994
10
Ciao a tutti, oramai da qualche
tempo sono solito parlarvi di cucina
tipica attraverso queste pagine cer-
cando di scovare quei prodotti tal-
volta dimenticati che sono alle basi
della nostra cultura culinaria. Nel
fare ciò molte volte sono solito co-
me si suol dire cercare l’ago e non
vedere la trave; ecco il motivo che
questa volta mi porta a parlarvi dei
torcetti. Certamente tutti li cono-
scete e li avrete assaggiati, ma
quanti di voi sono consapevoli di
aver assaggiato un autentico pezzo
di storia? Dovete infatti sapere che
i torcetti, conosciuti più anticamen-
te come torchietti per via della loro
forma attorcigliata erano ben noti
già dal 1700 e vennero descritti per
la prima volta nel libro “ Confettu-
riere Piemontese “ edito nel 1790.
Successivamente sono poi presenti
nel “Trattato di Cucina Moderna”
del 1854 in cui Giovanni Vialardi,
vice chef dei Re Carlo Alberto e
Vittorio Emanuele II ne cita 3 ricet-
te. Una di queste è pressoché simi-
le a quella utilizzata ai giorni nostri
dalla quale si differenzia prevalen-
temente per l’utilizzo di lievito ma-
dre al posto di quello di birra. Il
torcetto, annoverato tra le P.A.T.
del Piemonte è presente come pro-
dotto tipico su di un territorio molto
vasto che va dalle valli di Lanzo al
Canavese e poi sino al Biellesse e
nasce, secondo Sandro Doglio au-
tore del "Dizionario di gastronomia
del Piemonte" che ha condotto una
attenta ricerca bibliografica, a Lan-
zo. Ovunque siano nati è però cer-
to che vedono la luce
dolci poveri di origine
povera a base di pasta
di pane leggermente zuc-
cherata e posti a cottura
sulla bocca del forno a
legna in cui le famiglie
cuocevano in comunione
il pane per controllarne la
temperatura. Una volta
cotti la temperatura in-
terna era ottimale per il
pane, i torcetti venivano
donati ai bambini e la cottura del
pane poteva cominciare. Successi-
vamente questo brandello di pasta
di pane cominciò ad essere elabo-
rato ed arricchito e diventò un vero
e proprio dolce posto sulle tavole
alla fine del pasto, fino a diventare
il classico biscotto che tutti cono-
sciamo.
INGREDIENTI:
Farina 450 gr
Burro a cubetti 210 gr
Zucchero 160 gr
Lievito di birra 5 gr
Sale
PROCEDIMENTO:
Disciogliere il lievito con un poco di
acqua tiepida quindi versarlo al
centro della farina setacciata e di-
sposta a fontana sulla spianatoia,
aggiungete anche un pizzico di sa-
le, 2 cucchiai di zucchero e circa
260 cc di acqua ed impastate il
tutto sino ad ottenere un composto
omogeneo e sodo. Ponete a lievita-
re in luogo fresco ed asciutto fino a
che non sarà raddoppiato di volu-
me. A questo punto unite il burro a
cubetti precedentemente ammorbi-
dito, impastate e lasciate lievitare
nuovamente. Reimpastate dunque
per la terza volta e lavorate la pa-
sta con le mani formando dei ver-
micelli di circa un cm di diametro e
lunghi circa dieci. Passateli nello
zucchero rimasto ed unite le due
estremità schiacciandole assieme e
dandogli così la classica forma a
goccia. Disponete i torcetti su di
una teglia rivestita con carta oleata
ed infornateli a 200°c per circa 15
minuti.
I torcetti così ottenuti sono ottimi a
fine pasto accompagnati con del
vino bianco dolce o con il caffè ed
anche come spuntino pomeridiano,
Nel salutarvi vi ricordo che questa
ed altre ricette sono presenti sul
mio blog
www.cuoco-adomicilio.com e che
per domande e chiarimenti potete
scrivermi all’indirizzo
[email protected], sarò felice
di rispondervi!
I Torcetti Damiano Gasparetto
...dolci poveri a base di pasta di pane leggermente zuccherata e posti a cottura sulla bocca del forno a legna in cui le famiglie cuocevano in comunione il pane, per controllarne la temperatura
11
Sabato 25 Maggio duemila13
Ore 20,00 • CENA della FESTA …TUTTI A TAVOLA! Nel giorno che precede la Festa, sapienti cucinieri prepare-
ranno i piatti della tradizione per gustare le eccellenze del territorio, dove i protagonisti principali saranno l’eccellen-
za dei Salumi monferrini, i Tajarin, le Carni, i Pois dolcissimi legumi delle nostre terre e naturalmente un buon bicchiere di vino. (è gradita la prenotazione preferibilmente entro ven. 24/05)
Ore 21,30 • Spettacolo Musicale “VOCINSIEME” con la straordinaria partecipazione delle POKER SINGERS e
i cori delle scuole - direzione del prof. ENRICO PESCE; VOCINSIEME significa anche solidarietà! Di fatto, nel corso
della serata ricorderemo un amico, Mario Sassone e con parte del ricavato sosterremo il “Progetto Sarah” aiutan-do in modo concreto i bambini africani del Madagascar.
Domenica 26 Maggio duemila13
Ore 10,00 • Passeggiata naturalistica “Caccia ai tesori del Monferrato” nell’ambito di Camminare il Monferrato in collaborazione con il Circolo ANCOL di Vallegioliti, il CAI di Casale M.to e il Parco di Crea - e la partecipazione
straordinaria di: “Asintrekking” con la possibilità per i bambini di salire in groppa agli asinelli lungo il sentiero e i
Cavalli del Circolo Ippico “Pom Granin”
- dalle ore 10,00 alle 17,00 apertura iscrizioni e ritiro cassettine per prendere parte al Concorso Pois d’Oro Ore 10,30 • Santa Messa ben augurale per la stagione agricola e consegna degli attestati di merito
“TRADIZIONE”; interverrà la corale di Gabiano M.to “la Fiaccola”
Ore 12,00 • Disnè ‘n campagna - PRANZO all’aria aperta, con musica, golosità e… (pane e salame, agnolotti al ragù, grigliata mista di carne piemontese con pois-piselli, dolce, acqua e buon vino) (menù non a costo fisso ma con scelta)
- dalle ore 14,00 alle 16,00 ritiro e iscrizioni alla “Gara di Torte” per tutte le appassionate e gli appassionati di
dolci; le torte verranno assaggiate da una giuria che dopo un’attenta valutazione premierà le tre migliori partecipan-
ti. Alle 16,30 al termine della gara, abbuf-fata e merenda per tutti… dalle Ore 14,00 per tutto il pomerig-gio • “la Bottega dell’Agricoltura” con degustazioni e vendita di tipicità monferrine
e rose;
• “Passione Danza” con la partecipazione
di: Piccola scuola di Solonghello e Arabe-sque di Casale M.to; e ancora… intrattenimenti e giochi per i bambini; passeggiate sugli Asinelli, laborato-
ri, musica, animazione e... • “PALIO dei CAMPANILI” • Torneo di
giochi Tradizionali
un Invito per tutti a prender parte ai giochi che rievocano divertimenti popolari curiosi, allegri e colorati; con un’animazione coinvol-gente per tutti con musica, sorprese e tanta vitalità! Ore 18,00 • Assegnazione premi “Pois
d’Oro” e “Palio dei Campanili”
Ore 20,00 • CENA della FESTA per chiu-
dere con gusto e assaporare tipicità, tra-
dizione e territorio. (è gradita la prenota-
zione)
Ore 21,15 • intrattenimento musicale con
“l’Orchestra di LUIGI GALLIA”
INFO: 3453350871 • 3469761908 • 34836-
02925 • 0142947186 - assceraunavol-
[email protected] - 3383444924 • 3492843963
Comune di Villamiroglio: 0142 947101 - co-
Regione Piemonte - Provincia di Ales-
sandria - Collinare Valcerrina - Comu-
ne di Villamiroglio - Fondazione CRAL -
Fondazione CRT
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