Garibaldi fu ferito all’astragalo - gruppocarige.it · ferito con la gamba immobilizzata e...

6
Garibaldi fu ferito... all’astragalo di Giacomo Dagnino Docente dell’Università di Genova. Spec. Ortopedia e Traumatologia Madicina

Transcript of Garibaldi fu ferito all’astragalo - gruppocarige.it · ferito con la gamba immobilizzata e...

Garibaldi fu ferito... all’astragalodi Giacomo Dagnino

Docente dell’Università di Genova. Spec. Ortopedia e Traumatologia

Madicina

LA CASANA 052-057:52-57 Garibaldi-Dagnino 12-12-2007 13:20 Pagina 52

Madicina

Il desiderio di liberare Roma e Vene-zia infiammava i patrioti e Garibaldine animava gli ideali. Già a Sarnico, sullago di Iseo il 14 maggio 1862 l’eser-cito aveva arrestato un centinaio di vo-lontari al comando di Francesco Nul-lo in marcia verso il confine austria-co. Nel clima infuocato, creatosi nel-le settimane precedenti, il duro inter-vento del governo scatenò manifesta-zioni in molte città e a Brescia l’eser-cito sparò sui dimostranti. Garibaldi tornò a Caprera per pochigiorni infatti il 27 giugno si imbarcòsu un vapore della linea Rubattino, il“Tortoli”, per la Sicilia con alcuni pro-di tra cui lo stesso Nullo. L’acco-glienza a Palermo fu ancora più en-tusiastica di quella ricevuta tre mesiprima in Lombardia. Garibaldi co-glieva nelle manifestazioni, la dispo-nibilità all’iniziativa per il completa-mento dell’unità nazionale. Domenica 20 luglio nella cattedraledi Marsala, durante la solenne ceri-monia religiosa, risuona “Roma omorte” accolto e rilanciato da Gari-baldi; il 1° agosto nel bosco della Fi-cuzza vicino a Palermo trovò adunati3000 volontari. Un proclama del Reche decretava lo stato di assedio, dis-

sipò immediatamente l’equivoco suautorevoli appoggi all’impresa di li-berare Roma. Nonostante questo leautorità civili e militari permisero chetre colonne percorressero l’isola al-lo scopo di aggregare volontari, an-dando verso il punto di incontro sta-bilito a Catania e non usarono la for-za per fermarlo durante il tragittocompiuto tra accoglienze festose. Il 24 agosto a Catania si impadronì

di due navi il “Dispaccio” della com-pagnia Florio ed il “Generale Abba-tucci” di una compagnia francese; im-barcati i volontari fino all’inverosi-mile eluse nella notte la sorveglian-za delle due fregate dell’Albini e toc-cò la Calabria a Mèlito come nel 1860. Fu l’ultimo episodio fortunato di unamarcia che si era snodata senza in-toppi attraverso la Sicilia con l’in-credibile incapacità delle autorità di

La battaglia di Aspromonte del 29 agosto 1862 non riguarda solo il Risorgimento ma anche una pagina della storiadella medicina. Due anni prima, la coraggiosa spedizione dei Milleaveva consacrato Garibaldi e la mirabile azione diplomatica di Cavourne aveva limitato le possibilità sovversive.

Questa vecchia foto ci mostra Garibaldiferito con la gamba immobilizzata e rialzata da una sospensione conpulegge.

A fronteSettembre 1862. La rivista inglese “The illustrated London news” riportain prima pagina Garibaldi ferito nellaprigione del Varignano. (Genova, Coll. Galleria San Lorenzo al Ducale).

53

LA CASANA 052-057:52-57 Garibaldi-Dagnino 12-12-2007 13:20 Pagina 53

54 Madicina

interromperla. La sfida alla Franciateneva con il fiato sospeso l’Europa. A questo punto il governo italiano,pressato dall’Imperatore NapoleoneIII, intervenne con decisione invian-do il Generale Cialdini. Costretto dal fuoco di una nave daguerra ad abbandonare la costa e ri-nunciando a passare per Reggio benpresidiata, si avventura sulle pendicidell’Aspromonte. I volontari male indirizzati da unaguida si aggirano per due giorni; con-tadini e pastori li evitano per noncompromettersi. La notte fu freddae piovosa. La mattina del 29 agosto vicino a S.Stefano furono avvistati dai repartidell’esercito reale, con 6 battaglionidi fanteria e i bersaglieri. Garibaldi portò i volontari in posi-zione adatta alla difesa, al limitare diuna imponente foresta di pini. Le trup-pe reali, 3500 uomini, avanzano, i ber-saglieri a passo di corsa, fanno fuoco. Garibaldi aveva ordinato di non spa-rare. Il silenzio dei garibaldini è rot-to dalle fucilate di pochi che non sep-pero dominare la tensione. Garibaldiin piedi, mentre si affannava a grida-re di non sparare è colpito da due pal-lottole, una “stanca” alla coscia sini-stra e una che penetra con forza nelpiede destro nella parte interna e frat-tura il malleolo. Il proiettile arrivatoda sinistra e dal basso termina la suacorsa sulla faccia dorsale del collo del-l’astragalo in vicinanza dello scafoidee del cuboide. Garibaldi si accascia, lo trasportanosotto un albero; immediatamentecessa il combattimento durato unquarto d’ora con 7 morti e 14 ferititra i bersaglieri e 5 morti e 20 ferititra i garibaldini.Il dottor Albanese suo fedele medi-co, gli fa solo una medicazione do-po aver effettuato una incisioneesploratrice di 2 cm nell’orifizio dientrata del proiettile. È allora che illuogotenente colonnello Emilio Pal-lavicini di Priola si avvicina con l’in-grato compito di chiedere la resa. Il ferito deve essere trasportato sulla

Il quartier generale di Garibaldi alla fortezza del Varignano. La vita della famiglia di Garibaldi a Caprera. Illustrazioni tratte da “The illustrated London News”

(Genova, Coll. Galleria San Lorenzo al Ducale). Queste immagini testimonianol’enorme popolarità di cui godevaGaribaldi in Inghilterra.

LA CASANA 052-057:52-57 Garibaldi-Dagnino 12-12-2007 13:20 Pagina 54

55Madicina

costa di Scilla nello stretto di Messi-na per essere imbarcato. La sera stessa iniziò la discesa con unabarella di rami, sorretta da 8 ufficia-li, su sentieri di montagna tra sobbalzie scosse che provocano atroci dolo-ri. Il prigioniero aveva chiesto di la-sciare la Calabria su una nave ingle-se; non fu concesso neanche il rico-vero in un ospedale vicino. Issato con un paranco sulla pirofregata

Il fedele “staff” dell’ “eroe dei duemondi” a Caprera. Il figlio Menotti è il primo da sinistra. (“The illustratedLondon News”, coll. Galleria SanLorenzo al Dicale – Genova).Anita Garibaldi. L’eroe ferito assistito da un medico.Sonda d’argento munita di una testa di porcellana ruvida, strumentofondamentale per individuare il proiettile.

LA CASANA 052-057:52-57 Garibaldi-Dagnino 12-12-2007 13:20 Pagina 55

56 Madicina

“Duca di Genova” è accompagnato dalfiglio Menotti, da due medici, Alba-nese e Basile, e da dieci ufficiali.Cialdini, sulla tolda della “Stella d’I-talia”, assiste con distacco alla con-segna del prigioniero. Il 2 settembre arriva a La Spezia e vie-ne rinchiuso nella fortezza del Vari-gnano. La battaglia di Aspromontemette fine alle speranze di liberare Ro-ma. Questa drammatica conclusionee la detenzione provocano un’ondataemotiva di sgomento e simpatia. L’in-dignazione fu espressa con manife-stazioni popolari. Nell’ambiente ri-voluzionario italiano è il crollo. Maz-zini si scaglia contro l’ambiguità ed iltradimento del re: “la monarchia nonpuò e non vuole l’Unità d’Italia, conGaribaldi è tutta l’Italia che è ferita eprigioniera”. Stesso genere di reazio-ne in Inghilterra dove la popolarità diGaribaldi è enorme. Una riunione diprotesta riunisce a Londra a HydePark più di centomila persone cheesprimono la loro emozione per l’e-roe caduto in disgrazia. Alla sofferenza fisica e morale delgrande uomo, fanno eco le manife-stazioni di compassione di un gran nu-mero di compatrioti e simpatizzantistranieri; Adelaide Cairoli e LauraMantegazza con Jessie White Mariotra le prime ad accorrere, prestano leprime cure; Lord Palmerston invia un

letto speciale. Oltre ad Enrico Alba-nese, Giuseppe Basile e Pietro Ripa-ri, accanto a lui nei primi giorni, a spe-se di ammiratori vengono a visitarlocelebri chirurghi: Luigi Porta di Pavia,Francesco Rizzoli di Bologna, Ferdi-nando Zanetti di Firenze, Ferdinan-do Palasciani di Napoli; dall’esterol’inglese Partridge, il russo NikolayPirogov ed il francese Auguste Nèla-ton il cui intervento sarà decisivo. Innumerevoli discussioni si accendonotra tutti questi medici; appaiono dellerivalità, i consigli sono contradditori.Certi affermano che il proiettile è ri-masto sotto la piaga, altri diranno ilcontrario. Si palperà la ferita, si esplo-rerà il tragitto fistoloso innumerevolivolte con delle sonde di vario tipo. Sitenterà inutilmente di svelare la pre-senza del proiettile con l’aiuto di un ap-parecchio elettrico. C’è da rabbrividi-re pensando a queste manovre esegui-te senza antisettici, senza anestesia e cimeraviglia che Garibaldi abbia potutosopportare senza complicazioni. Le cure prestate, sono quasi inesistenti.Garibaldi le accetta senza brontolare,le subisce in silenzio e ad esame ter-minato sorride e ringrazia. La ferita èricoperta da una medicazione fatta difalde di filaccia e la gamba è immobi-lizzata e leggermente rialzata. In unafotografia vediamo che è stata realiz-zata una sospensione con pulegge.

In ottobre, due mesi dopo l’incidente,si parla di amputazione; Pirogov, il cuinome è legato ad una tecnica di disar-ticolazione tibio tarsica, si fa promo-tore di questa decisione terapeutica chefortunatamente è rifiutata rapidamen-te. La stampa italiana e straniera segueil decorso della malattia di questo sco-modo prigioniero. Vittorio EmanueleII coglie l’occasione del matrimoniodella figlia Maria Pia con il re del Por-togallo per concedere il 5 ottobre l’am-nistia; però Garibaldi dichiarato nontrasportabile resta al Varignano anco-ra un paio di settimane. Il 28 ottobre, cioè 59 giorni dopo il fe-rimento, il professor Auguste Nèlaton,titolare della cattedra di clinica chi-rurgica a Parigi, chirurgo di Napo-leone III è al capezzale di Garibaldi,che nel frattempo ha lasciato la for-tezza del Varignano ed è alloggiato al-l’albergo Milan a La Spezia. Al termine della sua visita, di cui faràapparire un resoconto sulla Gazzettadegli Ospedali al suo ritorno in Fran-cia, Nèlaton dichiara senza esitazioneche il proiettile è ritenuto a contatto conl’astragalo sulla faccia dorsale, imme-diatamente davanti alla puleggia astra-galica. Assicura così il ferito: “Generale,io sono felice di scongiurare la neces-sità dell’amputazione e il proiettile po-trà essere facilmente estratto”.Ritornato a Parigi, Nèlaton fa costrui-re una sonda d’argento munita di unatesta di porcellana ruvida che invia alprofessor Zanetti, il quale incarica ildottor Basile di fare le prime indagi-ni. Garibaldi trasportato via mare allebocche dell’Arno, arriva a Pisa all’al-bergo delle Tre Donzelle. Dopo diverseprove, si riesce con la sonda ad arriva-re con la testa di porcellana a contattocon il proiettile, il quale annerisce l’a-pice della sonda. Posta correttamentela diagnosi occorreva dilatare il tragit-to fistoloso con una spugna impregnatadi cera per poter estrarre il proiettile.Il 23 novembre si toglie la spugna al-la quale aderisce un piccolo sequestro

Garibaldi ferito sull’Aspromonte in una stampa ottocentesca.

LA CASANA 052-057:52-57 Garibaldi-Dagnino 12-12-2007 13:21 Pagina 56

57Madicina

osseo. Si ripete in seguito con succes-so la prova di Nèlaton; poi il dottorBasile, non volendo mancare ad un at-to di cortesia medica porge una pin-za da medicazione al professor Zanettiche senza alcuna difficoltà toglie dal-la caviglia destra di Garibaldi unframmento di proiettile, che era statoritenuto per ben 86 giorni. Lo stessogiorno, il prefetto di Pisa Torelli in-via un telegramma a Nèlaton congra-tulandosi per l’efficacia della sonda. Il 20 dicembre 1862 Garibaldi co-stretto sempre a letto viene portatoa Livorno dove si imbarca per Ca-prera sul vapore postale “Sardegna”.Inizia la lunga convalescenza con-tornato dalla sua famiglia e dal dot-tor Basile e Albanese che si detesta-vano cordialmente. Riceve molte vi-site, le forze gli ritornano ma la pia-ga nella caviglia stenta a chiudersi. Dal16 gennaio inizia ad alzarsi. È solo al giugno del 1863 che co-mincia a fare i primi passi con duegrucce, che abbandonerà alla fine del-l’anno per un solo bastone. Il 24 novembre 1863 scrive al dottorBasile che è ritornato a Palermo:“Mio caro, sta andando bene al di ladi tutte le speranze” (ha una cicatriceche deforma il piede e limita il movi-mento – Albanese ha dovuto trattarecon il nitrato la piaga che non finivadi granuleggiare) “il piede destro puòappoggiare nello stesso modo come ilsinistro. Io vi abbraccio affettuosa-mente Vostro per la vita”. Così più ditredici mesi sono stati necessari perchéla piaga si chiudesse dopo l’estrazio-ne del proiettile. Nel 1866, una sup-purazione sulla cicatrice d’entrata delproiettile, dovuta ad un focolaio diosteomielite, fortunatamente guari-sce in fretta ed una cura termale adIschia aiuterà la cicatrizzazione. A Garibaldi rimarrà come esito un an-chilosi totale del collo del piede destro,causa di zoppia e di dolori ai quali siaggiungeranno quelli di un terribilereumatismo di cui soffrirà episodica-mente negli anni seguenti. Si tratta sen-za nessun dubbio di una poliartritereumatoide di cui si conosce la terri-

bile severità, talvolta anche nell’uomo.Nèlaton durante il suo consulto, ave-va notato l’esistenza di una forma in-fiammatoria al ginocchio destro, alpolso sinistro, con le caratteristichedell’evolutività della malattia reuma-tica di cui il ferito, dopo qualche an-no, ha sofferto frequentemente. Nonostante gli esiti della ferita, mal-grado l’amarezza causata dall’ambi-guità dei politici, la vigliaccheria di cer-ti suoi amici e le critiche dei suoi av-versari, Garibaldi riprende la lotta perpermettere di realizzare qualche anno

più tardi il suo desiderio più grande:l’unità d’Italia con Roma capitale. Nel 1870 a 64 anni, invecchiato pre-cocemente, sofferente per i reumati-smi, lo troviamo a combattere a Di-gione nella Francia invasa dai Prus-siani. Dimenticando i suoi pregiudi-zi, i suoi rancori, dimostra con unaprova di carattere, la sua generosità ela riconoscenza per la Francia. Il ricordo di Aspromonte si allonta-na, ma lentamente la malattia si ag-grava segnando sul suo sguardo fieroi segni della sofferenza.

Bibliografia

A. Denis: L’astragalo di Garibaldi . Le pied enpratique sportive, Masson 1984 pag. 84-89.M. Gallo: Garibaldi , la forza di un destino. Ru-sconi - Milano 1982.D. Mack Smith: Garibaldi. A. Mondadori Ed.1993.P. Nenni: Garibaldi. Galzerano Ed. Salerno1982.A. Scirocco: Garibaldi: battaglie, amori, idea-li di un cittadino del mondo. Laterza Roma-Ba-ri 2001.

Il Monumento dei Mille a Quarto(Genova) che celebra la partenza per la Sicilia del 5 maggio 1860.

La fiera figura di Garibaldi come è stata immortalata nei monumenti a lui dedicati.

LA CASANA 052-057:52-57 Garibaldi-Dagnino 12-12-2007 13:21 Pagina 57