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Dei tre più celebri allievi di Valerio Castello, BartolomeoBiscaino rimane la figura più originale ed effascinante.A differenza di Stefano Magnasco e Giovanni Battista Me-rano si distinse fin da subito per una cifra stilistica au-

tonoma che seppe adattare alla propria sensibilità gli in-segnamenti del maestro. In occasione dell’attuale mo-stra su Valerio Castello nasce l’idea per questo articolo,che mi dà anche la possibilità di presentare ufficialmente

Valerio Castello “Sacra Famiglia con San Giovannino” e a fronte Bartolomeo Biscaino “Sacra Famiglia con uva”. Genova, Museo dell’Accademia Ligustica di Belle Arti.

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Biscaino e CastelloDue artisti a confrontodi Fabrizio Affronti

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A fronteBartolomeo Biscaino “La morte di Lucrezia”. Savona, collezione privata.Bartolomeo Biscaino “Sileno ebbro”. Genova, collezione privata.

“Trionfo di Davide” nell’interpretazione di BartolomeoBiscaino e, sotto, di Valerio Castello. Genova,collezione Zerbone.

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alcune novità risultato della mia recente tesi di laureasull’opera pittorica di questo artista. L’articolo vuole es-sere inoltre anche una sorta di presentazione ai non ad-detti ai lavori dell’opera di questo artista che morì pre-maturamente di peste nel 1657 all’età di soli 28 anni,e che malgrado la sua breve vita riuscì a dare un con-tributo importante sia in campo pittorico, che incisorio.Figlio del pittore Giovanni Andrea Biscaino, Bartolomeorespirò il profumo dell’arte fin dall’infanzia nella botte-ga paterna. Dopo aver appreso dal genitore le prime no-zioni di pittura e aver collaborato con lui in alcune pa-le d’altare (tra cui la pala raffigurante I Santi GiovanniEvangelista, Caterina d’Alessandria, Lucia, Erasmo e An-tonio Abate), intorno al 1649-50 il Soprani ci informa chefu mandato a bottega dal geniale nuovo talento della pit-tura genovese: Valerio Castello. Era questo il momento in cui il Castello decise di iniziarela grandiosa produzione ad affresco, per cui si rese ne-cessaria l’assunzione di discepoli che, nell’imparare il me-stiere, lo aiutassero a mandare avanti la produzione del-la propria bottega di pittore da cavalletto. E questo miinduce a pensare che probabilmente il giovane Barto-lomeo eseguì copie “autorizzate” di opere di Valerio, fat-te magari per clienti che non potevano permettersi ope-re di mano del maestro o che non avevano la cultura perdistinguerlo dal suo allievo.Fu infatti nella bottega del Castello che Biscaino ma-turò stilisticamente, tanto che i continui stimoli appor-tati dal quasi coetaneo e geniale Castello influirono pa-recchio sulla sua arte e diedero quel input che fece ma-turare il suo stile pittorico (che in seguito subirà ancheforti influenze del Grechetto soprattutto nel campo in-cisorio).Facendo un passo indietro è molto curioso notare alcu-ne differenze macroscopiche che intercorrono tra i mo-di di dipingere dei due artisti, ma che ci fanno capirequanto in realtà il Castello lasciò grande autonomiaespressiva al proprio allievo e probabilmente lo assecondònelle scelte stilistiche. Infatti si tratta di due modi di con-cepire la pittura diametralmente opposti, se infatti Va-lerio è un artista che si trova a proprio agio soprattuttonelle opere di grande respiro scenografico e nei cicli af-frescati, dove può lasciar libero il suo estro creativo, Bar-tolomeo è un pittore da cavalletto assai più intimista. Egliè interessato alla costruzione delle figure in maniera piùclassicista, puntando sempre su costruzioni compositi-ve estremamente semplici tutte incentrate sul pathos emo-tivo dei personaggi. Appartengono infatti a questo generedi opere i dipinti più felici di Bartolomeo, che rimane in-vece molto impacciato quando deve “copiare” le ariosecomposizioni del maestro. Anche la tecnica pittorica trai due è estremamente differente, se infatti i dipinti delCastello sono costruiti a sottili velature di colore, nei di-pinti del Biscaino la matteria pittorica è data a corpo,

tanto che in alcuni quadri è ancora possibile toccare lapasta pittorica che emerge dalla tela, come nel dipintoqui illustrato rappresentato La Morte di Lucrezia (Savo-na, collezione privata). Inoltre anche i contorni delle fi-gure, che di solito in Valerio sono abbastanza sfumati,appaiono molto più netti e grafici nelle tele dell’allievo. Da Valerio sembra dipendere soprattutto per gli spuntiiconografici (vi sono parecchie opere di uguale sogget-to dipinti da entrambi gli artisti), per le scelte cromati-che (in particolare l’uso del rosso, del blu e per la trat-tazione degli incarnati), e per quei chiari e non tropponascosti riferimenti alla pittura del Parmigianino. Dopo tanta teoria ora è tempo di analizzare concretamentequanto detto, sfortunatamente le poche pagine che sihanno a disposizione per un articolo non sono sufficientia mostrare con precisione quanto detto, ma spero co-munque possano dare una buona idea generale di quan-to trattato precedentemente.Nel dipinto rappresentante Sileno Ebbro (collezione pri-vata), le figure risentono enormemente degli insegnamentidel Castello, tanto che la figura all’estrema sinistra è tal-mente dolce e delicata da poter essere scambiata peruna di mano del maestro. In questo caso anche la ma-teria pittorica è trattata nel modo più vicino a quello usa-to dal Castello, anche se nei panneggi Bartolomeo nonrinuncia alla sua tipica pittura a corpo. Invece nel dipinto con il Ritrovamento di Mosè (Geno-va, collezione Piuma), la dipendenza dal maestro apparepiù marcata, per non dire forzata. La costruzione dellascena, i profili dei visi, la leggerezza delle vesti e lo scor-cio paesistico sembrano appartenere più alla tavolozzadel maestro che dell’allievo, e malgrado nel complessol’opera appaia notevole, purtroppo vi sono alcune inge-nuità stilistiche e compositive che nuocciono al dipinto.Forse in quest’opera Biscaino ha voluto copiare troppoil suo mentore adattandosi a un tipo di composizione nonaffine al suo modo di dipingere.Un ottimo esempio della produzione più matura è il di-pinto con il Trionfo d Davide (collezione Zerbone). Que-st’opera, nata probabilmente come pendant con la giàcitata Morte di Lucrezia, esemplifica al meglio l’essen-za della pittura di Biscaino, cioè un interesse assolutoper la figura umana che diventa soggetto e in molti ca-si anche unico elemento del dipinto. Se si confronta conlo stesso soggetto eseguito da Valerio (collezione Zerbone),si comprende subito quanto detto in precedenza sulledifferenze e le affinità che intercorrono tra i due artisti. Capolavoro dell’insegnamento di Valerio è la grandiosa

A fronteBartolomeo Biscaino e Valerio Castello “Allegoria delle arti”(collezione privata).

SottoValerio Castello “Liberalità”. Collezioni Banca Carige.

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tela rappresentante il Ratto di Elena (Roma, mercato an-tiquario), in questo caso Bartolomeo riesce ad eguagliarela forza e la teatralità delle più ambiziose creazioni delCastello, come ad esempio le due versioni del Ratto del-le Sabine conservate agli Uffizi e in collezione privata ge-novese. Qui però Bartolomeo abolisce lo sfondo archi-tettonico in cui Valerio incornicia la scena, riduce il nu-mero dei personaggi, ma lascia del tutto invariate le po-se delle figure e la composizione generale.Un altro eccellente confronto può essere fatto tra le mol-te versioni di Madonne con il bambino e Sacre Famiglieeseguite da Valerio, (tra cui la celebre Madonna dellafruttiera) e il dipinto di Biscaino rappresentante la Sa-cra Famiglia conservato all’Accademia Ligustica. In que-st’opera la composizione e la dolcezza dei gesti è frut-to degli insegnamenti della bottega del Castello, ma il tut-to viene reinterpretato dell’allievo con grande bravura. Malgrado infatti le molte differenze, probabilmente tra idue artisti c’era una intesa particolare e avevano sensi-bilità particolarmente affini, ne è un esempio perfetto an-che il dipinto eseguito a quattro mani rappresentante l’Al-

legoria delle Arti (collezione privata). Opera eseguita inperfetta armonia e condivisione dei compiti, dove lo sfon-do e la figura maschile sulla destra sono eseguiti da Va-lerio, mentre la figura femminile centrale e la natura mor-ta in primo piano sono di mano di Bartolomeo. Questodimostra senza sorta di dubbi quanto il Castello avessestima del suo allievo, tanto da affidargli persino le par-ti più importanti del dipinto.Un mio augurio personale è che prima o poi si riesca-no a trovare le energie e soprattutto le finanze per pub-blicare una monografia completa e organizzare una mo-stra su questo talentuoso artista che per troppo tempoè stato dimenticato e sottovalutato dalla critica, ma chepuò considerarsi uno dei protagonisti della gloriosa sta-gione barocca a Genova.

Bartolomeo Biscaino “Sacrificio di Noè”. Genova, collezione Zerbone.

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Bartolomeo Biscaino, “Santa Dorotea”. Genova, collezione Zerbone.