Gallico Germanico Greco - Istituto Comprensivo · Mentre il latino classico ci è giunto attraverso...

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2000 a. C.3000 a. C.

Baltico

Sanscrito

Greco

Gallico

Germanico

Celtico

SlavoLa

tini

Italic

i

Le lingue indoeuropee

Il latino, una lingua indoeuropea il cui uso si afferma verosimilmente nell'VIII secolo a.C., è all'origine delle lingue romanze

Le lingue europee La lingua latina, per il suo pragmatismo e la concretezza lessicale, fu uno strumento formidabile di penetrazione anche nell’impero per cui si diffuse rapidamente e si sovrappose ben presto alle lingue autoctone prima con un fenomeno di bilinguismo, poi lentamente come lingua di superstrato, usata nella quotidianità del rapporto con la burocrazia romana.

Alto medioevo (500-1000 d.c.)

• Presenza contemporanea di più lingue:

Latino

Lingua

della

Chiesa

Lingua

dei doc.

ufficiali

Insegnata

nelle

Scholae

I Volgari

Lingua del

“vulgus” =

popolo

Diversi in

ogni

regione

Nati dalla fusione

del latino con le

lingue degli

invasori

Le nuove lingue

Lingue

Germaniche + settentrionali che

presentano una

maggior influenza di

lingue nordiche

Lingue

Romanze sviluppate nel sud

Europa in cui prevale

l’origine latina

2 ceppi

Il Latino Rimarrà ancora per

secoli la lingua della

cultura e dei dotti

La storia della lingua italiana nasce come evoluzione

della LINGUA LATINA.

Il latino, nel corso dei secoli andò estinguendosi, a

causa delle invasioni barbariche, ma anche per una

naturale trasformazione che ogni lingua subisce

quando è lingua dell’uso, cioè viene usata

quotidianamente per comunicare.

La lingua latina, comunque, non era mai stata una

lingua del tutto unitaria, parlata in modo uniforme in

tutto l’impero romano. Essa, invece, spesso non riusciva

a sostituirsi del tutto alle lingue native dei popoli

conquistati e così finiva per unirvisi, dando luogo a

“dialetti” specifici di quelle aree geografiche.

L’italiano che noi conosciamo deriva direttamente

dal latino VOLGARE,

cioè dal latino parlato dal popolo (il volgo), da

non confondere col latino classico (quello di

Cicerone, per esempio).

Mentre il latino classico ci è giunto attraverso i

testi scritti, quelli della letteratura latina appunto,

grazie al lavoro di copiatura nel corso dei secoli

dei COPISTI AMANUENSI, il latino volgare è

sopravvissuto nell’uso quotidiano, trasformandosi

e dando vita alle cosiddette LINGUE ROMANZE.

COPISTI AMANUENSI

La Romània

(da non confondersi con lo stato rumeno)

è l’area in cui si sono sviluppate, dopo la caduta dell’impero

romano, le lingue figlie del latino, cioè le LINGUE ROMANZE o

NEOLATINE, che prendono il nome “romanze” dall'avverbio

latino Romanice riferito al parlare volgare (romanice loqui)

rispetto al parlare in latino(latine loqui).

Da Romanice deriva la forma francese romanz, da cui

l'italiano romanzo.

La Romània

Ma quando e perché il Latino comincia a sparire dalla lingua parlata?

Crisi politica, istituzionale, militare, sociale

dell’impero dal III sec. D.C.

Influenza della diffusione del cristianesimo

Invasioni barbariche

Ruralizzazione, riduzione dei bisogni

Economia silvi-pastorale

Crisi della scuola: viene meno la norma linguistica

Quale era il latino della Chiesa?

La chiesa delle origini

• È una istituzione illegale

• Il suo scopo è fare proseliti

• Deve farsi capire, perché si rivolge a tutti e ha successo soprattutto con gli umili

• Quindi il suo latino diviene + semplice e sempre + simile al parlato della gente comune

• I volgari si sviluppano quindi prima come lingue parlate e solo molto tempo dopo come scritte

I primi successi delle nuove lingue

847:

giuramenti

di Strasburgo Si consente ai soldati di

fare giuramento in

lingua “francisca” o

“theotisca”

813: Concilio

di Tours Obbligo per I sacerdoti

di svolgere la predica

in Volgare e il resto

della Messa in Latino

2 documenti

Uno dei documenti più importanti che ci permette di conoscere questo passaggio dal latino volgare alla nuova

lingua è la cosiddetta Appendix Probi, una sorta di manuale di grammatica redatto da un certo Valerio Probo

tra il IV e il VI secolo d.C.

Latino classico Latino volgare Italiano

DOMINA DOMNA DONNA

CALIDUM CALDUM CALDO

OCULUM OCLUM OCCHIO

NEBULA NEBLA NEBBIA

IGNIS FOCUS FUOCO

EQUUS CABALLUS CAVALLO

OS BUCCA BOCCA

Come spesso accade nella trasformazione di una lingua

parlata, alla fine l’errore prevalse e nei secoli seguenti

divenne la norma per tutti i parlanti, dando vita alle lingue

neolatine, ma assumendo anche influenze dall’esterno e

cioè dalle lingue degli invasori barbari (federa, guanto,

biondo, astio sono tutte parole derivanti dal germanico).

MA COME FACCIAMO A CONOSCERE QUANDO È AVVENUTO IL PASSAGGIO DAL LATINO VOLGARE ALL’ITALIANO?

DI SICURO IL PROCESSO È STATO LENTO E GRADUALE MA ABBIAMO ALCUNE IMPORTANTI FONTI STORICHE CHE CI AIUTANO!

L’affresco della basilica di San Clemente

Un documento che ci ricorda questo passaggio dal latino

all’italiano, passando attraverso l’uso del volgare, è un affresco,

risalente all’VIII-IX secolo d.C., che si trova a Roma.

Leggendolo alla luce della nostra cultura potremmo definire

questo affresco come un fumetto, dato che il pittore aveva

aggiunto alle immagini anche delle brevi didascalie che

indicavano i discorsi dei personaggi dell’affresco.

Qui, il latino è usato dai personaggi più nobili, il volgare, invece,

dai plebei, proprio come doveva accadere nella realtà

quotidiana.

L’affresco della basilica di San Clemente

Sisinium: «Fili de le pute, traite, Gosmari, Albertel, traite. Falite dereto co lo palo,

Carvoncelle!», San Clemente: «Duritiam cordis vestri, saxa traere meruistis».

Sisinnio: «Figli di…, tirate! Gosmario, Albertello, tirate! Carvoncello, spingi da dietro con il

palo», San Clemente: «A causa della durezza del vostro cuore, avete meritato di

trascinare sassi».

L’Indovinello Veronese

Quello che è universalmente riconosciuto come il primo

documento in lingua italiana, anche se in una forma

ancora arcaica, è l’INDOVINELLO VERONESE.

Si tratta di un indovinello contenuto in un codice (cioè in

un libro) scritto in Spagna nell’VIII secolo. Il libro giunse

poi a Verona dopo varie peregrinazioni e da qui

prese il suo nome.

L’Indovinello Veronese

Se pareba boves,

alba pratàlia aràba

et albo versòrio teneba,

et negro sèmen seminaba

Teneva davanti a sé i buoi,

arava bianchi prati,

e un bianco aratro teneva

e un nero seme seminava.

Qual è la soluzione?

I Placiti cassinesi e il Placito capuano

Un altro importantissimo documento per le origini della lingua italiana è il

PLACITO CAPUANO.

Si tratta di un documento notarile, redatto nel 960 d.C. a Capua, su

pergamena, e serviva a dirimere una controversia nata riguardo al

possesso di alcune terre.

L’abate di Montecassino affermava che quelle terre erano utilizzate dal

monastero da più di trent’anni e che quindi erano entrate nei loro domini,

mentre Rodelgrimo di Aquino rivendicava le sue terre, occupate

abusivamente dai monaci.

Il Placito di Capua «Sao ko kelle terre, per kelle fini que ki

contene, trenta anni le possette parte Sancti

Benedicti».

So che quelle terre, entro quei confini di cui si

parla, li ha posseduti per trent’anni

l’abbazia di San Benedetto.

Mappa concettuale Letteratura italiana Lingua italiana Origini Lingua latina volgare

La lingua parlata dal volgo, cioè dal popolo, diffusa nell’area geografica della Romània

Nascono le lingue romanze o neolatine

I primi documenti in lingua italiana

Alcuni esempi del passaggio dal latino all’italiano: l’affresco della Basilica di San Clemente

L’Indovinello Veronese

Il Placito di Capua

Perché fra i tanti volgari la lingua Italiana trae origine proprio dal volgare toscano (e fiorentino in particolare)?

Perchè si impose il volgare toscano

Intorno a Firenze opereranno i +

grandi letterati del tempo il cui

linguaggio fu d’esempio a schiere di nuovi autori che li

imiteranno

La corte dei Medici

era tra le + colte e

raffinate del tempo e

gli artisti e godeva di

un grande prestigio

politico ed

economico oltre che

culturale

Firenze era una città molto popolosa,

ricca, aveva un alto tasso

di alfabetizzazione e un apparato

scolastico all’avanguardia

La corte La società Gli autori