Gabriele d'Annunzio, Italia e Vita

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Speeches and war prose by Gabriele d'Annunzio

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  • GABRIELE D ' ANNUNZIO

    ITALIA E VITA

    PRESSO LA FIONDA IN ROMAMCMXX

  • PROPRIET RISERVATA.ISERVATI TUTTI I DIRITTI.

    Roma - Societ Anon:ma PoLiaRAFiCA Italiana

  • Tra i numerosissimi jiscorsi e ordini

    del giorno coi quali Gabriele d'Annunzio

    ha segnato e segna la continua ascensionespirituale della Causa da lui animata edifesa, s'cegliamo questi tre documenti sin-

    golari dove pi risplendono quella fedee quella volont che oggi determinano il

    popolo di Fiume a compiere " V atto divita ,,.

    12 settembre, 1920.

    LA FTONDA.

  • INDICE,

    PAQ.

    Italia b vita 9

    Oruinb del giorno ai lbgionariiPBR la pine dell'anno mcmxix 49

    Domando alla citt di vitaUN ATTO di vita > 61

  • ITALIA E VITA, xxiv otto-BBE MCMXIX.

  • Fiumani, Italiani,

    Oggi, or un anno, la vergine

    Vittoria quella medesima che nelsolstizio adusta aveva falciato le

    messi d' Italia e i battaglioni impe-riali scoteva dalle sue penne labrina d'autunno e, pontato il piedenudo su l'erba dell'argine nutritadi sangue, spiccava dalla riva, de-

    stra del Piaje quel volo stupendoche poi doveva essere arrestato dal-l'armistizio infausto.

    Fiumani, gente generata dalla fe-delt e dal coraggio, chi di voi non

    balza al ricordo di quei dieci giornistrazianti e divini?

  • 12 ITALIA E VITA

    Gi cinque giorni dopo, il 29 diottobre, quando il bollettino austria-co millantava la resistenza eroicadell'esercito sul Tagliamento a ren-dere " vani tutti gli sforzi dell'av-versario

    ,quando il pericolo era

    tuttavia imminente e ancor possi-bile la vendetta, voi spiegaste nel

    ^ vento del Carnaro il tricolore ita-liano, in faccia ai Croati che dalgovernatore ungaro avevano ricevu-to il potere civico per inizio di quella

    frode pi tardi proseguita soprale navi imperiali in Pola nostra.Ve ne ricordate, Fiumani?

    X Quella prima bandiera coraggio-( sa, allargata dall'aspettazione e dalla

    passione di dieci mesi, stasera ilnostro cielo, distesa sul nostro

    capo, s' inarca al nostro soffio, gonfia del nostro destino.Nel bianco scritto " Italia o

    morte . Y' segnato il primo grido,il grido del popolo armato di sola

  • ITALIA E VITA 1

    volont e di sola fedelt contro lomitragliatrici delle bando croate,che crepitarono giorno e notte nellevie cittadine.

    Tutte le baionette di Zagabria nonebbero ragione dello spirito inerme.Tutte le minacce e tutte le vio-lenze barbariche non fecero abbas-sare lo sguardo d'una delle vostredonne intrepide n sgomentaronola sfida d'uno dei vostri fanciullispavaldi.

    Sul lastrico della piazza e su lasogflia delle case la vita era get-

    tata in pegno come sul campo dibattaglia. Lo spirito di sacrifizioudiva appressarsi sopra le acqueil rombo della Vittoria, e non du-bitava, e non s'arrendeva. Vi pa-reva che la foce del Piave e lafoce del Tagliamento sboccasseronel Carnaro e lo colorassero.

    Nella notte del 31 i due vostrimessi andarono disperatamente a

  • y14 ITALIA E VITA

    scoprire il viso della Patria vitto-riosa attraverso la nebbia dell'A-driatico, e incontrarono davanti aFola i due affondatori temerarii, idue estremi eroi marini.Le ore contarono per secoli, in

    un'agonia penosa e gaudiosa. Tuttitrepidarono ma nessuno dubit.L'ucora della prima nave ita-liana, gettata nel porto, parve nonmordere il fondo salso ma affon-darsi nel vostro vivo petto da cuinon si potesse mai pi salpare.Era il 4 di novembre: i volti

    splendevano come le bandiere, legrida e i canti erano un solo coro,la gioia della dedizione era bellacome il rapimento del sacrifizio.Non eravate s non Italia, non

    volevate essere se non Italia. Il

    medesimo sangue profuso nell'Alpe,nel Carso, nel Veneto, nel Friuli,

    gonfiava le vostre vene e chiedevadi essere donato.

  • ITALIA B VITA 16

    Ve ne ricordate, Italiani?E il 10 di novembre, quando il

    Re approd a Trieste e non ap-prod a Fiume, quando la maestdel Re consacr l' Istria di ponentee non consacr la rocca del Car-naro e il suo arcipelago, tre cit-

    tadini furono inviati dal popolo arecare la deliberazione del Consi-glio, che non suscit se non " unaeco profonda nel petto regale.

    Quella " eco profondapareva gi

    creare il mito doloroso di Fiume,il mito di chi chiama e risponde as stesso, il mito di chi cerca es'inganna, il mito dell'illusione edella delusione.

    I marinai non sbarcg-vano; i li-beratori non apparivano. Dove s'eraarrestata la Vittoria ? Chi la trat-teneva ?

    destino che voi dobbiate com-perare ogni vostra gioia a prezzodi dolore, fratelli, e sempre patire

  • 16 ITALIA E VITA

    un'eternit d'angoscia per un at-timo di giubilo.E ogni volta la vostra pazienza

    sublime ripete: " I^on importa .Il 17 di novembre giunsero i

    soldati nostri, e non erano libera-

    tori ma parvero. Non portavano lalibert ma portavano la speranza.E da anni, per un'anima fiu-

    mana, che *la speranza? Per lamoltitudine degli uomini la spe-ranza ha mille e mille volti fugge-voli. Per voi ebbe fino a oggi unsolo volto, un volto immobile, comequello del vostro santo sul vostro

    altare. Voi sapete quale.Tutte le ghirlande offerte ai sol-

    dati, tutti i fiori da voi avvolti allearmi, tutta la fronda che giunc levostre vie, non volevano incoronarese non quella speranza mai con-sunta ma giovine sempre come songiovini ogni mattina alla vostravista le isole del Carnaro.

  • ITALIA E VITA 17

    Nel Campidoglio di Roma il po-dest, divenuto primo sindaco diFiume, fece sacramento alla ma-dre di tutte le genti latine e pervoi rinnov il grido " Italia omorte . Ripetere quella sentenzain quel luogo era come inciderlain una lapide solenne e perenne.

    Infatti, sbito dopo, il ConsiglioNazionale si costitu nei suoi poterie assunse il governo della citt, delporto e del distretto, proponendosidi esercitarlo fino alla sanzione delplebiscito.

    Erano passati dieci giorni, quan-do a rendere pi gravi su i cit-tadini il fastidio e l'onta di tolle-

    rare l'intrusione di truppe straniere il comando francese volle isti-tuire nel porto una sua base navale.E le nuove torture incominciarono.

    Quella base non era se non un pre-testo alla sopraffazione fraterna.Documenti inoppugnabili oggi lo

  • 18 ITALIA E VITA

    dimostrano. Non era necessaria;non era utile. Per l'armata fran-cese d' Oriente non furono tra-sportate se non poche tonnellatedi merce, che avrebbero potutopassare per Salonicco o prenderela via di Gravosa attraverso laBosnia.

    Allora si vide una volont apertalottare contro il sopruso cotidiano,contro la calunnia odiosa, control'ingiuria bassa, contro ogni sortadi insidie e di forzamenti. Allora sivide una gentilezza latina, schiettacome nel vostro comune del Tre-

    cento, libera come quella che or-nava^ la vostra antica Loggia, ri-splendere contro la ribalderia d'unasoldataglia ubriaca alleata col ne-mico contro l'alleato. Allora si videla dignit opporsi alla bestialit, laverit semplice opporsi alla falsitlaboriosa, la fede invitta opporsialla perfidia mutevole.

  • ITALIA E VITA 19

    E si vide spettacolo di pietinaudito si vide una mano dicontinuo tesa a fare una offertanon accettata.

    Un cuore profondo ha detto : " Lapi bella riconoscenza di chi donae non di chi riceve .Non l'ha detto per Fiume? non

    l'ha detto per voi?Voi donate sempre, e sempre

    siete riconoscenti, fratelli; e sem-

    pre siete misconosciuti.Intanto le vostre rappresentanze

    presso il Governo italiano e pressola Conferenza non cessavano dal pa-trocinare, con una fede armata deipi netti argomenti, l'annessione,sempre l'annessione.

    Chi di voi non si ricorda del26 d'aprile ? Due giorni innanzi,i nostri delegati avevano abbando-nato con animo di vinti la tavoladelle sorti dov'erano rimasti sedutifin dal primo giorno con animo di

    t^

  • 20 ITALIA E VITA

    vinti. Ma il popolo italiano s'erasollevato; ma la volont nazionalealfine aveva parlato, aveva coman-

    dato.

    La vostra sollevazione fu la pifiera, la vostra volont fu la pialta. Il vostro dolore e il vostro fu-

    rore, contro il divieto iniquo, si in-

    durirono in un giuramento cosfermo che io posso mostrarvelo diqui come inciso in una tavola dibronzo. " Il popolo di Fiume saprfar rispettare fino all'estremo la

    sua inviolabile volont di essereunito all'Italia.

    Fino all'estremo. Xon era questoil vostro proposito vero? Ditelo.

    Non questo, oggi, il vostro pro-posito vero? Ditelo.

    C'era laggi chi riempiva d'oromonetato le bigonce che noi ave-vamo riempito di sangue. C'era lag-

    gi chi trattava un popolo vitto-rioso come una genia di mendi-

  • Italia e vita 21

    canti. E i mendicanti non si ribel-lavano ma tendevano la palma e silagnavano molto sommessamente.Anche una volta la voce di Fiume

    fu animosa, fu disdegnosa. Sola silev contro le rinunzie e contro ibaratti. Conferm " il plebiscitodel 30 ottobre 1918 come un fattostorico e giuridico indistruttibile,

    per cui la citt e il suo territorio

    sono da allora virtualmente unitiall'Italia .

    Fiumani, il vostro orgoglio sialza per voi. Il vostro orgoglio

    in piedi.

    Se si sono dileguate dalla vostramemoria le parole che seguono, iove le rimemoro perch ne siate or-gogliosi. In esse, soltanto in esse, Finspirazione e la giustificazionedell'atto compiuto dalla legione diRonchi il 12 settembre.Ecco le parole di sfida. Ecco,

    Fiumani, le vostre parole di sfida.

  • 2 ITALIA E VITA

    " Chi, ci non ostante, volesse mu-tare questo stato di fatto, venga adimporre il mutamento con la vio-lenza

    .

    Riconoscete d'aver parlato cos,il 18 maggio 1919?

    Ascoltate ancora voi stessi. " Ilpopolo di Fiume, conscio che lastoria scritta col pi generoso san-gue italiano non si ferma a Parigi,attende la violenza da qualunqueparte essa venga

    .

    Riconoscete d'aver detto questo ?" L'attende con animo sereno e

    risoluto, per avere nell'atto chein tal modo si compie la con-ferma dei sentimenti veri degli Al-leati e per costringere ognuno diessi ad assumere la responsabilitche la storia gli assegna .

    Siete voi, grandi fratelli eroici,siete voi che avete parlato cos,siete voi che avete lanciato questasfida a un'autorit carica di tanti

  • ITALIA B VITA 23

    errori, di tante ingiustizie e di tante

    menzogne.Noi non siamo venuti se non a

    sostenervi nel vostro proposito, noinon siamo venuti se non a far no-stra la vostra rivolta, noi non siamovenuti se non a portarvi la nostratestimonianza e le nostre armi.

    Il 18 di maggio Fiume dichiar:" Spetta a me sola decidere dellamia sorte. Il mio diritto dimo-strato, manifesto, inoppugna-bile. J^on riconosco a nessuna po-tenza, neppure all'Italia, la facoltdi disporre della mia terra e dellamia gente. Ho deciso. Se c' chisi opponga, venga a sostenere lasua opposizione con la violenza.Attendo .

    Questo i Fiumani nati in Fiumee i Fiumani in Fiume eletti dichia-rano oggi, senza aggiunger verbo. vero non vero? La cosa

    netta o non netta? La nostra

  • 24 ITALIA E VITA

    volont o non una con la vo-stra?

    Quattro mesi innanzi che la le-gione di Ronchi giungesse nellacitt irta di lauri, voi eravate

    insorti ma non avevate le armi.IS'oi vi abbiamo portato le armiper opporre la violenza alla violenza.

    Io vi avevo detto : " Riconoscereun qualunque giogo, prima di avercombattuto con le unghie e coidenti per scuoterlo o per spezzarlo,

    il segno certo della serviti .Dirlo a voi era superfluo. Avendo

    scosso l'antico giogo, eravate riso-

    luti a scuotere il nuovo.

    Ma ecco che il nuovo giogo, eoaquell'arte della falsificazione che insigne nel venerando concilio difalsarli chiamato Conferenza per laPace, ecco che il nuovo giogo haun nome di libert: Fiume " cittlibera .

  • ITALIA B VITA 25

    Non vedete il buon truffatoreRuggero Gothardi, a voi ben noto,fregarsi le sudice mani? A Parigi,egli sembra il pii diligente coope-ratore di Tomaso Tittoni. Si trattadi un vecchio disegno cincischiatoche da una parte e dall'altra ri-messo fuori con una certa aria di

    pulitezza e di comodit. Lo cono-scete bene.

    Ora Piume non pu essere unacitt libera ma vuole essere unacitt dell'Italia libera, con tutta la

    sua terra, con tutto il suo mare,

    con tutto il suo arcipelago.

    Piume l'estrema custode italicadelle Giulie, l'estrema rocca della

    cultura latina, l'ultima portatricedel segno dantesco. Per lei, di se-colo in secolo, si serb italiano ilCarnaro di Dante. Da lei s'irrag-giarono e s'irraggiano gli spiritidell'italianit per le coste e per le

    isole, da Volosca a Laurana, da

  • 26 ITALIA E VITA

    Moschiena ad Albona. da Vegliaa Lussino, da Cberso ad Arbe.

    Se Fiume divenisse citt liberae non citt della libera Italia, ogniimpronta italiana scomparirebbe inbreve gi gi per la riva orien-tale dell' Istria e per l'arcipelago

    ;

    e la terra divota di San Vito avrebbepenato, lottato, sperato e aspettato

    invano.

    Voi lo sapete, voi lo sentite. L'i-stinto profondo della razza vi av-

    '^ verte che una falsa libert peg-giore d'una servit rivoltosa.Fiume " citt libera diverrebbe

    in breve un covo di trafficatori,di sensali, di usurai, di politicastri

    e di bastardi. La sua bella facciascolpita dalla passione e scavatadalle lacrime si abbrutirebbe comeuna di quelle che guatano biecheverso di lei dalla riva sinistra del-

    l'Eneo. La sua mano maschia, tesaverso la Patria nell'atto del dono

  • ITALIA E VITA 2'?

    perpetuo, si ritrarrebbe col sac-^/Ghetto dei trenta denari. Tradireb-^be s stessa.

    Potrebbe tradire s stessa coleiche temeva di essere tradita? Di-temelo.

    Potrebbe fallire alla sua veritcolei che della sua verit ha fattoil suo sacramento? Rispondetemi.

    Potrebbe rinnegare la sua animacolei che della sua anima ha fattoil fuoco impenetrabile di tutti isuoi focolari ? Parlate,

    Voi medesimi non sapete quantosia grande la vostra causa. Un me-statore ottuso e basso ha potutodire che non si tratta se non di

    un episodio fugace ; ma egli sar,

    pi che smentito, percosso ed ab-battuto dall'evento, contro cui non

    pu e non potr operare, controcui nessuno pu e potr ope-rare se non stupidamente e inutil-mente.

  • 28 ITALIA E VITA

    Come oggi il Governo si chiamaSgoverno, cos la Conferenza sichiama Impotenza. A tutte le suetransazioni e retrocessioni tra

    la vana minaccia contro la Ger-mania per il passaggio delle truppepolacche attraverso Danzica e l'or-dine vano rivolto ai Rumeni perlo sgombero dell'Ungheria essaaggiunga la vanit di quei suoiinviti a denti stretti, che ci riguar-dano e non ci riguardano.

    " Perch facciamo la guerra ?

    chiesi una sera a una radunatadi reclute del '99, dietro un argine

    del Piave divenuto confine tremen-do. " Per riacquistare un serto di

    Alpi, la falce di un golfo, un grap-

    polo di terra appeso nel mare, un

    orlo gemmato di spiaggia latina?Si, certo, anche per questo. Ma lagrande causa non la causa del

  • ITALIA E VITA 29

    suolo, la causa dell'anima, la

    causa deirimmortalitti .La causa del suolo ha i suoi li-

    miti. E, poich soltanto a Fiumeoggi si parla franco e rude fratanto balbettio senile, persistia-

    mo nella franchezza e nella ru-dezza.

    I legionarii hanno ripetuto pivolte, con l'arme al piede, la sen-

    tenza romana : " Hic manebimusoptime, qui molto bene resteremo .

    E noi non lasciamo nulla d'in-tentato perch la sentenza si pro-paghi per tutti i nostri presidii, alevante e a ponente.

    Se l'Italiano prende radice dove sitrova e l'Italiano ha una divinafacilit di radicarsi e di fiorireanche nel terreno pi ingrato

    ,

    l'Italia pu soggiungere un'altrasentenza romana : " Possideo quiapossideo, posseggo perch pos-seggo .

  • 30 ITALIA B VITA

    Non avete voi udito parlare d'unasottile striscia litoranea, d'un esi-guo passaggio per pedoni modesti,che dovrebbe congiungere la terradi San Vito a un'altra stretta zonadi costa istriana?

    Noi abbiamo visto pi d'una vol-ta, nella guerra, un braccio o unagamba al taglio d'una scheggia digranata rimaner penzoloni per unsolo filamento rosso, per la fibrad'un muscolo o per il cordone diun tendine, mentre il corpo si dis-

    sanguava a fiotti e la faccia, delferito si faceva smorta.

    Tenete in mente l'imagine.Fiume piena di gloriosi muti-

    lati; ma non sar mutilata, purrimanendo gloriosa per sempre.

    La causa del suolo ha i suoitermini.

    A settentrione di Fiume, essidebbono includere Idria, affin-ch la torbida Balcania non

  • ITALIA E VITA 31

    prema le spalle di Gorizia e diTolmino.

    11 distretto di Idria, per secoli

    di tradizione storica e per evi-

    denza di figurazione terrestre, ap-partiene al corpo d'Italia. Sta sul-

    la linea del displuvio. Per il va-

    lico di Circhina e per il valico

    del Pero s'apre verso il Regno. Nonha in s una fronte salda, ma for-ma un baluardo ben proteso del-l'alpe di Tarnova. Se Idria ^ nelle

    nostre mani, Gorizia rimane pro-tetta. Se ci tolta, Gorizia rimaneesposta al cannone jugoslavo.Ma ci contesa principalmente

    per quel proposito feroce d'imi||i-serirci e di asservirci, che i nostriAlleati non si curano neppure didissimulare. L'Italia non ha mate-rie prime. Se possedesse Idria, neavrebbe almeno una: il mercurio,di cui ricchissimo il distretto.Ma la insaziabile fauce anglosas-

  • 32 ITALIA E VITA

    sone vuole ingoiare anche l'argen-to vivo che prende il nome dal diodei ladroni.

    Come Idria, Postumia spetta a noi.Se non la tenessimo, il flutto

    della gente balcanica, il flutto del-

    la barbarie schiava, giungerebbe auna ventina di chilometri dallemura di Trieste.

    Col distretto di Postumia lasce-remmo in mano degli Schiavi me-ridionali il valico di Longatico,quello di IS'auporto e forse quello

    di Prevaldo, che costituiscono datempo immemorabile la vera Portad'Italia, la soglia latina calcata dal-

    le incursioni boreali e orientali dei

    Barbari di ogni evo.E il cittadino di Trieste libera,

    salendo su una delle colline cheincoronano San Giusto, potrebbedomani scorgere a occhio nudosopra la Porta d'Italia la bandieradi quel nemico che non cessa e

  • ITALIA B VITA 33

    non cesser mai di agognare ilgrande porto incurvato verso ilmare dogale.

    Rinunziata Postumia, ancherinunziato San Pietro del Carsocol suo nodo ferroviario quasi equi-distante da Trieste e da Fiume,per cui chi lo domina ha inpiena signoria la corrente com-merciale.

    Rinunziato San Pietro del Car-so, anche rinunziato il distrettodi Castelnuovo che comprende unalarga zona di terreno carsico. L'av-

    versario cos occuperebbe la crestadel Carso mediano, dal Monte Aqui-la al Monte Maggiore; dominereb-be la valle del Timavo soprano, to-gliendo a Trieste tutti i suoi di-segni d'acquedotti e d'opere idrau-liche; minaccerebbe da presso laferrovia fra Trieste e Pela distrug-gendone il valore strategico ; inde-bolirebbe la fortezza navale.

  • 34 ITALIA E YITA

    Noi perderemmo inoltre il ba-luardo costituito dal Monte Aure-miano, dal Monte Toro e dal MonteNevoso, che la nostra fronte ne-cessaria; e il confine assurdo, co-me un tempo era quello del Friuli,parrebbe tracciato da un agri-mensore melenso che dividessecampagne e doline fra clienti di-stratti.

    Fiumani, Italiani, la causa delsuolo ha questi termini. Non biso-gna temere di nominarli.Senza Idria, senza Postumia, sen-

    za Castelnuovo, il confine d'Italiaresterebbe aperto a tutte le insi-nuazioni e a tutte le violenze; enon soltanto Fiume ma tutta la Ve-nezia Giulia sarebbe ridotta " unaboccheggiante agonia italiana den-tro un cerchio spietato .E le isole, Fiumani?E il nostro dolce arcipelago che

    ogni mattina ci rinfresca la vista

  • ITALIA E VITA 35-

    col SUO cilestro che come l'oltre-mare dei pittori veneti ?

    E Lussino e Cherso e Veglia,che nella notte di Buccari sentiivivere e ansiare contro il mio cuore,prossime come i torpedinieri e icannonieri che stavano con me al-lato allato su tre tavole di ponte?

    Vi ricordate della canzone asprache si addolcisce ,al fiato delleisole notturne ?

    Il profumo dell'Italia tra Unie e PromontoreDa Lussin, da Val d'AugustoVien l'odor di Roma al cuore.Improvviso nasce un fioreSu dal bronzo e dall'acciaro.

    Eia, patria del Carnaro!Alala! >

    Un alala per le isole vostre, Fiu-mani! Un saluto per Arbe, un sa-luto per Pago!

  • 36 ITALIA E VITA

    Facciamo silenzio. Ascoltiamo.Giunge all'anima, attraverso il

    Carnaro, il suono della Granda,il richiamo della campana che Bat-tista da Arbe volle fondere colmiglior metallo per lasciare allasua citt nativa un ricordo dell'ar-te sua, un segno musicale del suoamore.

    Che dice la campana di Arbe?Dice : " L'isola nostra in un

    seno morto del Carnaro. Ci dimen-ticate, fratelli? Siamo pochi, su-perstiti dell'italianit percossa

    ;po-

    chi ma tenacissimi. Ci condannate,fratelli? La condanna segnatanelle rovine che ingombrano la no-stra citt piccola dalla quadraturaitalica. La condanna sospesa sui settecento Italiani, che furono set-temila. Le case dei brbari sor-gono dalle nostre rovine, e ci

    sembra che alle loro pietre siano

  • ITALIA E VITA 37

    mescolate le ossa dei nostri padri

    e che il loro cemento sia stem-prato col sangue della nostrapiaga .La campana piange e dice :

    " Non ci dimenticate, non ci abban-donate, fratelli. Voi avete atteso ea voi sono giunti i messi dellalibert. Noi abbiamo atteso, e nes-suno ancor giunto. Riviviamo lagiornata di novecento anni or sonoquando il Doge si part di Mala-mocco per difendere Arbe dall'ar-tiglio del re croato. Le anticheparole del giuramento ritornanodal profondo. dolce riavere nellabocca il sapore della lontana vocepaterna. Voi lo sapete. Il Vescovoil Conte il Popolo, raccolti nel

    santuario del Duomo, conclama-rono: " Giurando giuriamo e pro-mettendo promettiamo la perpetuasommissione dell'isola, e di cor-risponde?^ annuatim cinque libbre

  • 38 ITALIA E VTTA

    di oro obrizio e seta serica. Equesto atto di promissione rimangain perpetuo nella sua forza . Xoncinque libbre di seta serica e d'oroobrizio ma tutta Fanima nostraoffriamo a chi verr per liberarcicome Ordelafo Faller ci strappal re croato. Non ci dimenticate,fratelli. Non ci lasciate perire.Siamo anche noi gente latina, de-vota al nome latino. Siamo statianche noi fedeli, vogliamo essereanche noi fedeli sino all'estremo.Abbiamo lottato, vogliamo lottare.L'alluvione atroce discende dallaLika, incessantemente. Non c'scampo per chi non lotta. Chi parladei nostri ulivi, delle nostre querci,

    dei nostri cespi di salvia e di timo,

    della nostra mitezza? Che c'im-porta,, se non siamo Italiani interra d'Italia? Vogliamo insorge-re, vogliaTno combattere. Siamocon voi, siamo per voi.* Ecco il

  • ITALIA E VITA 39

    nostro sangue. Non lo rifiutate.Prendetelo .

    Cos dice la campana di Arbe,cos dice la Granda: voce dellasua gente.

    E gli altri tre campanili dellacitt di San Cristoforo suonano aconsiglio.

    E tutte le campane dell'arcipe-lago stanotte suonano a consiglio,

    anche quelle di Pago che ilnostro ponte verso Zara la santa,

    il nostro ponte verso quella Dal-

    mazia diletta che le armi d'Italiaaccolse inginocchiata su le sue rive

    veneziane.E tutte fanno lo stesso richiamo,

    fanno lo stesso lamento.La loro gente, la gente nostra,

    per tutto il Carnaro, e gi per tuttoquell'altro arcipelago, e per tuttaquell'altra spiaggia latina, e lungoquelle Dinariche ove il contadocanta canzoni invocanti contro la

  • 40 ITALIA E VITA

    " trobojnizajugoslava il tricolore

    italiano, la gente nostra sa che lacausa di Fiume la causa dell'ani-ma, la causa dello spirito immor-tale.

    Vi sovviene di quel che fu gri-dato per la Pentecoste, quando pieravate oppressi?

    " C' da una parte un famososepolcro farisaico, imbiancato difuori; e dall'altra c' uno Spirito.

    C' da una parte un famosobanco di usure ricoperto con unfinto lenzuolo di Arimatea; e dal-l'altra c' uno Spirito.

    C' da una parte una gente in-clinata a rinunziare, a dimenticare,

    a condonare, ad acconciarsi, arassegnarsi ; dall'altra c' uno Spi-

    rito .

    Per ci Piume fu invitta. Perci oggi invincibile.

    ISToi potremo tutti perire sotto lerovine di Fiume; ma dalle ravine

  • ITALIA E VITA 41

    lo Spirito balzer vigile e ope-

    rante.

    Dall'indomito Sinn Fein irlan-dese alla bandiera rossa che inEgitto unisce la Mezzaluna e laCroce, tutte le insurrezioni dello

    spirito contro i divoratori di carne

    cruda e contro gli smungitori dipopoli inermi si riaccenderannoalle nostre faville ohe volano lon-tano.

    L'impero vorace che s' impadro-nito della Persia, della Mesopota-

    mia, della nuova Arabia, di granparte dell'Africa, e non maisazio, pu mandare su noi queglistessi carnefici aerei che in Egittonon si vergognarono di fare straged'insorti non armati se non dirami d'albero. L'impero ingordoche guata Costantinopoli, che dissi-mula il possesso d'almeno un terzodella vastit cinese, che acquistatutte le isole del Pacifico sotto

  • 42 ITALIA E VITA

    l'Equatore con le enormi ricchezze,e non mai sazio, pu adoperarecontro di noi gli stessi " mezzi diesecuzione adoperati contro ilpopolo smunto del Pundjab e de-nunziati dal poeta RabindranathTagore " tali da non aver parago-ne in tutta la storia dei governicivili . Noi saremo pur semprevittoriosi.

    Tutti gli insorti di tutte le stirpisi raccoglieranno sotto il nostrosegno.

    E gli inermi saranno armati.E la forza sar opposta alla forza,E la nuova crociata di tutte le

    nazioni povere e impoverite, lanuova crociata di tutti gli uominipoveri e liberi, contro le nazioniusurpatrici e accumulatrici d'ogniricchezza, contro le razze da predae contro la casta degli usurai chesfruttarono ieri la guerra per sfrut-

    tare oggi la pace, la crociata novis

  • ITALIA E VITA 43

    sima ristabilir quella giustiziavera da un maniaco gelido croci-fissa con quattordici chiodi spun-tati e con un martello preso in

    prestito al cancelliere tedesco del" pezzo di carta .Fiumani, Italiani, il 18 maggio

    1919, quando gridaste in faccia alConsiglio Supremo che la storiascritta col pi generoso sangueitaliano non poteva fermarsi a Pa-rigi e che voi attendevate di pie'fermo la violenza da qualunqueparte essa venisse, voi annunziasteil crollo del vecchio mondo.Per ci la vostra causa la pi

    grande e la pi bella che sia oggiopposta alla demenza e alla viltdi quel mondo.

    Essa si inarca dall'Irlanda all'E-

    gitto, dalla Russia agli Stati Uniti,dalla Romania all'India. Essa rac-coglie le stirpi bianche e le stirpidi colore ; concilia il Vangelo e

  • 44 ITALIA E VITA

    il Corano, il Cristianesimo e l'Islam;

    salda in una sola volont di rivoltaquanti uomini posseggano nelleossa e nelle arterie sale e ferro ba-stevoli ad alimentare la loro azioneplastica.

    Ogni insurrezione uno sforzod'espressione, uno sforzo di crea-zione. Non importa che sia inter-rotta nel sangue, purch i super-stiti trasmettano all'avvenire, conlo spirito di libert e di novit,l'istinto profondo dei rapporti indi-struttibili che li collegano alla loroorigine e al loro suolo.Oppugnare in me, oppugnare in

    voi la speranza nel giorno prossimo tentativo stupido e vano.Per tutti i combattenti, portatori

    di croce che hanno salito il lorocalvario di quattr'anni, tempo diprecipitarsi sopra l'avvenire.

  • ITALIA E VITA 45

    Cittadini di Fiume, il voto ohe vi chiesto non vi chiesto perchsi pensi di poter oggi foggiare glistrumenti della vostra novella vitacivica. Non questa l'ora delle lottesingolari, non dei dissidii, non dei'sospetti, non dei rancori. E i nominon valgono. Nessun nome valefuorch quello della citt olocausta.Non v' chiesto un voto : v'

    chiesto un fuoco pi forte d'ognialtro vostro fuoco, v' chiesta unafiamma pi alta di ogni altra vostrafiamma. V' chiesta la fusione ma-gnanima della concordia, per lanostra causa, per la causa che tra-scende il nostro numero e il nostropotere.

    Abbiamo ascoltato la campanadi Arbe in attesa e in tristezza.Abbiamo ascoltato la Granda :bel nome per una voce che debbaessere udita di lontano.

  • 46 ITALIA E VITA

    Quando Battista il fonditore,fervido all'opera nella passionedella citt sua, si accorse che nonbastava il metallo, turbato si rivolseai cittadini: gett grido a tutto il

    suo popolo. E i cittadini, uominie donne, accorsero; e gettarono agara tutti gli ori e tutti gli argenti

    nella fornace che ruggiva. E laGranda ebbe " un' anima d'oro,d'argento e d'amore ; la Granda ;rebbe una voce inimitabile, chetocca nel profondo quanti la odonoe anche oggi si distingue fra tuttenel Carnaro della Terza rima.

    Popolo di Fiume, non t' chiestoil voto della scelta, il voto pel tuo

    ordine civico di domani. T' chiestoil voto per un solo nome, il voto

    per la tua anima. T' chiesto unatto di amore e di fervore, ~ un

    atto di unanimit solenne, una pa-rola che sia degna di tutte le al-tre tue parole eroiche, una voce

  • ITALIA E VITA *7

    ohe s'oda per tutto il tuo maree giunga all'altra sponda e passisu Roma sorda e vada pi oltre, esi propaghi iu tutto quel Medi-terraneo che port i misteri umanie divini del Caucaso e del Cal-vario, e trascorra ancor pi oltre,e superi il termine dell'Ulisse dan-tesco, e valichi l'oceano, e penetrinel cuore balzante di tutti gliuomini liberi.

    Vi sono molte aurore, che ancoranon nacquero.

    Gloria alla Terra!

  • ORDINE DEL GIORNO AILEGIONARII PER LA FINE

    DELL'ANNO MCMXIX. xxxiDICEMBRE MCMXIX.

  • Soldati d'Italia, miei compagnid'armi e d'anima, oggi si compieun anno mirabile : non l'anno dellapace ma l' anno della passione,non l'anno italiano ma l'anno fiu-mano, non l'anno di Versaglia mal'anno di Ronchi.

    Versaglia vuol dire decrepitezza,infermit, ottusit, dolo, baratto, eferocia che guarda con gli occhisbarrati della paura. Ronchi vuoldire giovinezza, bellezza, ardimento,sacrifizio gioioso, mira lontana, no-vit profonda.

    Contro l' Europa che paventa,barcolla e balbetta; contro l'Ame-rica che non anche riesce a sba-razzarsi della met d'un mente-catto sopravssuto alla malattia

  • 52 ITALIA E VITA

    ^

    vendicatrice; contro l'Italia inca-

    porettata che misura e riconoscela convenienza del suo Governodal giro della rotondit pi adattaa ricevere i calci dei nuovi pa-droni ; contro tutti e contro tuttonoi abbiamo la gloria di dare ilnome a questo anno di fermentoe di tormento. Questo l'anno diEonchi, questo l'anno di Fiume,questo il nostro anno. Questoanno porta la nostra impronta,porta il nostro marchio, che nonsi pu cancellare. Come lo stampodel mattone romano, il nostro

    uno stampo di costruttori.C' chi da lontano pensa e dice

    che siamo intenti a distruggere enon a edificare. un cervello picalloso che il ginocchio di un dro-medario; una lingua pi falsadi una banconota jugoslava. E,poich la passione non ha dissec-cata in noi la vena del riso, noi

  • ITALIA E VITA 53

    ridiamo del sermone ootidiano checi arriva dall'alti*a sponda con lenavi provvidenziali costrette a cam-

    biare la rotta.Compagni, a noi come a nes-

    sun altro conviene oggi il vecchiotitolo latino di legionarii. Comenoi, i legionarii di Roma eranocombattitori e costruttori. In mezzo

    a un campo trincerato le legioniedificavano una citt marziale ; ein ogni arco si sentiva la promi-nenza del sopracciglio consolare.

    In mezzo a questo campo trin-cerato noi abbiamo posto le fon-damenta d'una citt di vita, d'unacitt novissima. E abbiamo con-ciato le pietre e abbiamo squa-drato le travi che affideremo allagenerazione sorta dal sacrifizio disangue e di sudore perch le adunie le congegni.

    L'Italia dei disertori e dei truf-fatori pu ignorare questa mera-

  • 54 ITALIA E VITA

    Tigliosa novit, o disconoscerla, o

    deturparla. Essa vige e splende.

    Ha il vigore e lo splendore d'unaquinta stagione sul mondo. E' unaspontanea stagione latina ; una

    inaudita armonia latina. Molti dinoi non ne hanno una chiara co-noscenza ma un sentimento con-fuso. Nondimeno tutti sentiamo direspirare sopra una cima dellaterra, e non vogliamo discenderneper non menomarci. Tutti ci sen-tiamo nuovi; e, quando cantiamo,somigliamo a quei pastori d'Asiache cantando masticavano l'oro delsole come un miele senza sostanza-

    Arditi d'Italia, quanto sole novohanno masticato i vostri denti bian-chi, nelle nostre radunate e nellenostre camminate corali! Misti alpopolo schietto, nella libert del-l'arengo, abbiamo sprigionato l'a-more sagace dai cuori pi duri epi miserabili. Colui che ha un

  • ITALIA E VITA 55

    solo occhio ha veduto per tutti glialtri occhi; e tutti gli altri occhi

    hanno veduto per quell'occhio solo.E colui che il fratello di tuttiha fatto a sua somiglianza fratelliinnumerevoli. E il nome di fra-tello s' rinnovellato come un vir-

    gulto che fiorisca e fogli ; s' can-didato d' innocenza ; ridivenutola piti dolce e la pi forte paroladel linguaggio umano, una paroladi comunione e una parola di co-raggio, un legame dell'attimo e unsuggello di eternit.

    Spalla contro spalla, gomito con-tro gomito, un volere proteso, unafede compatta, un ardore unanime,e la stessa ansia della ventura, ela stessa passione disperata del de-stino, e la morte e la vittoria comei due rami di lauro e di querciaintorno alla spada corta dell'ardito !

    Compagni, chi dir la nostraebrezza dei grandi giorni delle

  • 56 ITALIA E VITA

    grandi notti? Chi mai potr imi-tare l'accento delle nostre canzonie la cadenza dei nostri passi?Quali combattenti marciarono comenoi verso l'avvenire?

    Tutto ardeva e riardeva, anchela mia malinconia; e non so cheindistinta figura subentrasse almio viso devastato. Ero come il

    * mio compagno di destra, ero comeil mio compagno di sinistra; erocome l'alpino, ero come il canno-

    niere. Mi accordavo con tutti, etutti si accordavano con me. Altrevolte avevo cantato a gara coi

    venti e coi flutti, con le fonti e

    con le selve, e con tutte le crea-

    ture e con tutti gli spiriti della

    terra ; e non m'ero mai sentito uncuore cos vasto e cos lieve come

    cantando in coro con uomini pe-santemente calzati. Non eravamouna moltitudine grigia; eravamo

    un criovine dio che ha rotto la

  • ITALIA E VITA 67

    catena foggiata col ferro delle coseavverse e cammina incontro a sstsso avendo l'erba e la mota ap-piccate alle calcagna nude.Eravamo liberi e nuovi.La volont di rivolta e la vo-

    lont di rinnovazione creavano innoi un sentimento di libert nonconosciuto neppure dai pi ra-pidi precursori.

    Non disobbedivamo a nessunopoich obbedivamo all'amore.Non prendevamo nulla poich

    tutto era nostro.

    Avevamo versato il nostro sangueed eravamo pronti a versare ilsangue; ma sapevamo che il san-gue non avrebbe mai potuto rica-dere su noi, simile a quel gettodi fontana che sal nell'aria e nonricadde pii, confuso coi raggi ec-celsi.

    Abbandonati dalla vittoria, sen-tivamo di essere vittoriosi. Costrin-

  • 58 ITALIA E VITA

    gevamo a vincere l' Italia che nonvoleva aver vinto.Trapiantavamo il fiore della sua

    vita e il fiore del suo destino inun suolo fatto di duolo, cio feracecome nessun altro.

    Non soltanto trasponevamo i confini nel territorio, ma li traspone-vamo nell'avvenire. Certo avevamo

    dietro di noi tutti i nostri morti,avevamo dietro di noi tutti i quattor-dicimila morti del carnaio di Eonchie i cinquecentomila del Carso edell'Alpe e delle ripe e delle la-

    gune ; ma avevamo davanti a noi inascituri, pi numerosi degli uccisi.

    Compagni, lass, laggi, a set-tentrione, a oriente, lo spirito della

    vita nuova si travaglia nell'orrore.

    Qui si scrolla nell'ardore, si placanell'amore.

    La novit di vita non a Odessa, a Fiume ; non sul Mar Nero, sul Carnaro.

  • ITALIA E VITA 59

    ^on v' luogo della terra dovel'anima umana sia pi libera epi nuova che su questa riva. Com-pagni, alla fine dell'anno mirabile,

    celebriamo questa creazione e pre-serviamo questo privilegio.

    Dissi gi una volta che, creata dal-l'amore, una volont divina con-duce le forze adunate in questariva angusta per opporsi alla per-versione e alla demenza del mondo.Nei nstri corpi miseri, nellenostre anime umili, abitano e ope-rano le forze eterne. E non siamonoi gli artefici della grandezza,ma una grandezza ideale trascen-de i nostri pensieri e i nostriatti, sovrasta a noi e al mondo.E tutto si compie secondo un'ar-monia imperiosa, per cui anchela sciagura e la colpa assumonouna bellezza necessaria cio crea-trice.

    Che valgono dunque, contro una

  • 60 ITALIA E VITA

    tal volont, gli sirarrimenti e itradimenti degli scorsi giorni?Se c' chi preferisce di trattare

    e di tramare invece di lottare edi perdurare, che importa ?Possono i piccoli uomini vani-

    tosi e presentuosi compromettereuna cos grande causa?A rompere tutte le mormora-

    zioni basta un sol grido maschio.A chi la forza ?A noi !Ardisco non ordisco. E nella

    nostra insegna il ragnatele rottodal pugnale, e il nodo tagliatodalla spada netta.

    Cos fu ieri. Non altrimenti sardomani.Compagni fedeli a me fedele,

    non conosciamo noi n i trentadenari n la rinnegazione. Domani,al limitare del nuovo anno, primache il gallo canti, vogliamo balzaretutti in piedi gridando : " CREDO .

  • DOMANDO ALLA CITTA DIVITA UN ATTO DI VITA, xiiAGOSTO MCMXX.

  • Il Popolo.

    Parli il Comandante !

    Il Comandante.

    Ancra parlare ?Fino a quando ?Qui non c' un Catilina, e nep-

    pure un Marco Tullio che intoniil Quousque tandem dei nostri ri-cordi di scuola ; ma c' una ster-minata pazienza.La mia ha un termine.

    Il Popolo.

    Anche la nostra.

    Il Comandante.

    Il termine della mia toccato,anzi sorpassato.

  • 04 italia e tita

    Il Popolo.

    Anche il nostro.

    Il COMAfDANTE.Bene. Se cos, io non mi sono

    mai sentito tanto fiumano comestasera. Non mi sono mai sentitotanto " fiuman . E mi rammaricodi ritrovarmi con voi in un teatrochiuso e stipato. Meglio mi piace-rebbe d'essere con voi all' aperto,d'essere alla ringhiera, d'essere nel-

    l'arengo, sotto le stelle, come tante

    volte, sotto la costellazione della

    Buona Causa, per intraprenderecon voi uno di quei dialoghi bale-nanti che fanno della vostra animaun altro cielo : un cielo di ardore

    e di tempesta.

    Stasera l'arengo fra quattro

    mura. Ma anche le mura sono u-mane, anche le mura palpitano eardono, dal fondamento al sommo.

  • ITALIA E VITA 65

    Ci sono costellazioni di occhi lass.

    La fiamma di Fiume riscoppia.Quando pare sopita, ecco che ri-scoppia e risplende e ribalza pialta che mai.

    Stasera 1' arengo in una for-

    nace.

    Il pi gran fuoco di Fiume acceso qui.

    Faccio l'estrema prova. Non cimetto la mano sopra. Intiero migetto dentro.

    Guardatemi. Stasera non sono unuomo, non ho il mio vecchio visodi scrivano pubblico. Stasera nonsono e non voglio essere e non possoessere se non il coraggio.Parla il coraggio.La pazienza non parla pi. Le

    tagliai la gola iersera, addi undicidi agosto, all'ora stessa in cui eroper arrivare al cimitero di Ronchi,undici mesi fa. La sgozzai, comeuno dei miei Arditi avrebbe fatto di

  • 66 ITALIA E VITA

    quel disertore poltrone che ha creda-to pi comodo mettersi a letto e con-fortare di mucillaggine la sua paurapi attesto che forzare labarra vietata.

    Parla il coraggio.La mano va al mio pugnale di

    Caposile.

    Oggi appunto ho presa l'indennitdi pugnale, con la mia cinquina.Ora io vi domando l' indennit

    per il cordiglio di pazienza che hoportato undici mesi a cintola comeun buon cordigliero.Me la darete voi?

    Il Popolo.

    Quale? Come?

    Il Comandante.

    Domando alla citt di vita unatto di vita.

    Il Popolo.

    Non domandi, comandi.

  • italia e vita 67

    Il Comandante.

    Lo Spirito comanda. E non fumai tanto imperioso.Or undici mesi, dal cimitero

    carsico di Ronchi non part un pu-gno d'uomini devoti alla morte,un' altra massa di carne da ma-cello, un' altra messe umana of-

    ferta alla falce aerea della mitra-

    gliatrice. Part lo Spirito.

    Per ci fu irresistibile. Per civinse.

    Senza colpo ferire.La vittoria del 12 settembre

    una vittoria divina.

    Sine strage vinciLTre mesi prima di venire qui,

    per la Pentecoste, io avevo detto :" C' da una parte una gente in-clinata a rinunziare, a dimenticare,a condonare, ad acconciarsi, a ras-segnarsi ; dall' altra e' uno Spi-rito.

  • 68 ITALIA E VITA

    Avevo detto per la Pentecoste :" Sanno gli Italiani che, nell'oscu-ramento di tutte le forze ideali,

    v' un solo luogo del mondo overimane accesa la bellezza eroica,ed un luogo d'Italia ? la cittolocausta, la citt del sacrifizio to-

    tale, la rocca del consumato amo-

    re : quella che riempe di fuoco leocchiaie bianche di tutti i nostrimorti marini radunati nel Carnaroa mirarla e a bearsi.

    Avevo detto : " Non c' menzo-gna, non c' vilt, non servilit cheresista alla potenza di questo Spi-

    rito. Esso ci insegner a rovesciaretutte le strutture che c'ingombra-no quelle nate dalV utilit in-

    giusta come quelle nate dall'idea

    vana , e a conciare le pietre

    e a squadrare le travi che affi-deremo alla generazione sorta dalsacrifizio di sangue e di sudoreperch le aduni e le congegni

  • ITALIA E VITA 69

    in monumento statuale, in operacivica.

    Le parole passano, Fiumani. Lamemoria labile.Non importa. Fra tanti miei me-

    stieri, c' anche quello del ram-mentatore.

    Molto prima della notte di Eon-chi, prima della notte di Buccari,Fiume mi appariva come una cittdi vita, come una rocca spirituale,

    come una patria dell'anima.

    Avevo detto : " Se beato queldiscepolo che avanza il maestro,pi beata quella figlia che avanzala madre. Ora Fiume l'esempiod'Italia : l'onore della nostra co-scienza, l'onore della grande co-scienza latina che sola nei secoli

    form e oggi forma i veri uominiUberi.

    Fin da allora le riconoscevo unalto officio, le assegnavo nel miopensiero uu grande compito.

  • 70 ITALIA E VITA

    Pensavo : " Chi se la pu ima-ginare oggi mattone e pietra, muc-chio di case e di fondachi sopraun golfo, luogo di approdo e ditraffico ? Chi pu cianciare d'unporto franco ? d'una strada ferratadi San Pietro? d'un distretto li-burnico ? d'an capitanato di Vo-losca ?

    Certo, siamo qui per una con-tesa di territorio ; ma anche siamoqui per una causa pi vasta, peruna causa pi largamente umana :per la causa dell' anima, per lacausa dell'immortalit.

    Ci siamo levati soli contro unmostro minaccioso e insaziabile.

    Ci siamo levati soli " contro ilmondo folle e vile , secondo laprima parola della ringhiera, se-condo la parola del 12 settembre.

    Ci siamo levati soli contro l'im-menso potere costituito e munito deiladri, degli usurai e dei falsarli.

    i

  • ITALIA E VITA 71

    Respiriamo il nostro orgoglio.Per Dio. respiriamo a pieni pol-

    moni il nostro orgoglio.Siete tutti in piedi. Tenete in

    piedi il vostro orgoglio. Teneteloalzato e diritto.

    Ve lo dico. Voi oggi superate ditutta la fronte gli altri uomini.Lo sapete ? S o no ?Non vi sentite molto pi alti di

    tutta quella canaglia privilegiata,europea e transatlantica, che nonrinunzia a trattarvi come bottinobruto ?

    Io v'insegno l'orgoglio. Da oggi.Fiumani, io- non voglio incitare senon il vostro orgoglio.

    Su l'ora del tramonto, sono an-dato a cavallo sino a Stefani, pertrovare una compagnia del secondoBattaglione fiumano, che postasotto il vocabolo di San Modesto.Ho detto a quei giovani ardenti

    e impazienti di novit : " Non vi

  • 72 ITALIA B VITA

    voglio pi chiamare Compagnia diSan Modesto. Vi Chiamer Com-pagnia di Santo Orgoglioso.

    Essi mi hanno risposto: " S,dopo.

    Dopo che ?

    Il Popolo.

    Dopo la vittoria.

    Il Comandante.

    Che vittoria ? A levante, a po-nente, a tramontana, a mezzod ?Che faccia ha la vostra vittoria ? una figura retorica ? una

    fantoccia di cartapesta da metteresopra un arco posticcio, per la

    prossima commemorazione pacificadella marcia di Ronchi ?Da chi aspettate voi la vit-

    toria?

    Il Popolo.

    Dal Comandante!

  • italia e vita 73

    Il Comandante.

    Dovete voi darla a voi stessi. Lavostra vittoria in voi. La vostrasalvezza in voi. Nessuno pu sal-varvi, nessuno vi salver: non ilGoverno d'Italia che insipientee impotente come tutti gli altriantecessori; non la nazione ita-liana che, dopo la spasimosa ven-demmia della sua guerra, si lasciapigiare dai piedi sporchi dei di-sertori, e dei traditori come un

    mucchio di vinacce da fare Fac-querello.

    Il Popolo.

    Chi ci ha salvati, ci salver.

    Il Comandante.

    Io sono stufo d'esser chiamatosalvatore. Quando voi mi chiamatesalvatore, mi sembra di diventareun'imagine inerte dipinta sopra

    10

  • 74 ITALIA E VITA

    una parete inerte. Non crediateche io mi lascer festeggiare fraun mese sotto la specie del salva-

    tore, con le solite processioni, con

    le solite acclamazioni, con le so-lite illuminazioni. No.

    La folla grida e si agita, tuttain piedi.

    No. Dianzi la voce di un Legio-nario ha gridato : " Daremo ancraun mese di tmpo. La voce dellapazienza sopravvive alla pazienzache morta? Io non do questomese. Io comincio da domani lamia nuova opera. Io comincio dadomani a preparare una celebra-zione della marcia di Ronchi degnadei Legionari! e dei Fiumani. Se voisarete con me in quest' opera, io

    sar con voi nell'anniversario. Se

    voi non sarete con me in quest'ope-

    ra, io non sar con voi nell'anniver-

    sario. Io mi rifiuto di assistere auna cerimonia vana e vanitosa.

  • ITALIA E VITA 75

    La citt di vita deve celebrarecon un atto di vita l'anniversario

    dell'impresa liberatrice.Parla il coraggio.nemozione della folla si mani-

    festa in grandi clamori che somi-gliano ai crosci delVincendio quan-do il vento lo rafforza.

    Respiriamo il coraggio e respi-riamo l'orgoglio.

    In Fiume c' chi comincia a sentir-si soffocare. Non si pu vivere cos.Non si pu pi vivere d'agonia.

    Ieri volevo andare sul MonteMaggiore, per scoprire un oriz-zonte pi vasto, per bevere il ventodel largo, per essere solo col miopensiero e col mio dmone, perinterrogare gli spiriti dei nostridue eroi alati che sono le guardiedel Monte: Silio Scaffidi, EnzoFerri, eroi fiumani.Ma fui ritenuto nella mia pri-

    gione, curvato alla mia bisogna

  • 76 ITALIA E VITA

    cotidiana. al mio sforzo penoso.Rimasi a guardare, di quando inquando, dalla finestra, come faccioda undici mesi, le quattro gru im-mobili sul molo, le quattro gi'utristi che sembrano quattro gigan-teschi patiboli senza impiccati.

    Quando impiccheremo noi, mieiArditi, i quattro avversari! che videsignai ?

    Gli Arditi.

    Domani-!

    Il Comandante.

    A chi il domani?

    Gli Arditi e il Popolo.

    A noi!

    Il Comandante.

    Domani vogliamo riconoscere ilnostro vero orizzonte. Vi mostrerl'orizzonte dello spirito di Fiume.

  • ITALIA E VITA 77

    Quello che vediamo eoi nostriocchi carnali angusto. Abbiamodietro le spalle il Luban, il Pro-slop, le alture che ogni mattinarimbombano ai colpi delle nostrebatterie puntate a colpire un se-

    gno che non il segno. Abbiamodavanti a noi i dossi delle isole

    infelici, e a destra i dossi della

    Istria maltrattata, e a sinistra il

    pi stupido degli stupidi confini. questo l'orizzonte di Fiume?L'orizzonte della spiritualit di

    Fiume vasto come la terra: vadalla Dalmazia alla Persia, dalMontenegro all'Egitto, dalla Cata-

    logna alle Indie, dall'Irlanda alla

    Cina, dalla Mesopotamia alla Ca-lifornia. Abbraccia tutte le stirpioppresse, tutte le credenze contra-

    state, tutte le aspirazioni soffocate,

    tutti i sacrifizii delusi. l'oriz-zonte dell'anima libera e vindice.

    Come il vessillo rosso dei ribelli

  • 78 ITALIA E VITA

    sul Nilo porta la Mezzaluna e laCroce, esso comprende tutte le ri-volte e tutti i riscatti della Cri-

    stianit e dell'Islam.

    C' chi ha la vertigine se pensadi affacciarsi a un tanto oriz-

    zonte ?

    Non importa, se c' chi pu mi'rarlo con una sicurt silenziosa.Per pochi o per molti di voi la

    Torre civica il massimo dell'al-tezza fiumana e la brutta aquiladi ghisa mal decapitata lass ilpi nobile dei simboli?

    10 vi dico che dal 12 settembrec' in Fiume un'altra torre, c' inFiume un altro faro.

    Alla torre basta un solo terrie-

    re. Al faro basta un solo guar-diano.

    11 faro del vostro porto alla

    misura del golfo serrato. Il farodel vostro spirito alla misuradella nuova coscienza umana.

  • ITALIA E VITA 79

    Il montanaro montenegrino, acui il saccheggiatore serbo mozzle orecchie strapp gli occhi epass la lingua attraverso il tagliopraticato nella mascella, come aMiliya Stamalovic, vede questaluce anche con le sue occhiaievuote; e non dispera.

    Lo sceicco di Nazlet che ebbedal bruto inglese uccisi i suoi fi-gli a colpi di mazzapicchio, vio-late le sue donne, trascinati e cal-pestati i suoi vecchi, devastato ilsuo campo, rubato il suo armento,bruciata la sua casa, dal suo or-rore e dal suo rancore guarda aquesta luce; e non dispera.

    Il piccolo martire dello SinnFein ch'ebbe dal bruto inglese ab-battuti il suo padre e i suoi fra-telli maggiori come cani rabbiosiin una via di Dublino e fu rin-chiuso in un manicomio criminale" dal buon piacere di Sua Mae-

  • 80 ITALIA E YITA

    sta , scorge dal fond della suaangoscia questa luce; e non dispera.

    L'indigeno deH'Amrilsar unicosuperstite della strage ordinata econdotta dal bruto inglese Dwyer(anche i bruti hanno un nome)" pel buon piacere di Sua Maest ,il fuggiasco piagato e affamato eperseguitato si volge verso questa

    luce; e non dispera.

    Dov' un oppresso che stringai denti sotto la pressura, dov' unvinto che abbia tatto perduto fuor-ch il bruciore della vendetta,dov' un insorto che vada armatod'un ramo d'albero o d'un sassocontro la mitragliatrice e contro

    il cannone, l giunge la luce diFiume, di l si scopre la luce diFiume.E voi non la vedete? E voi non

    la volete vedere?E voi, che siete in comunione

    con moltitudini senza numero scos-

  • ITALIA E VITA 81

    se dal medesimo sussulto, voi cre-dete di potervi ridurre al vostro" corpo separato , come se fostetuttavia nel cerchio della coronadi Santo Stefano o sotto il guar-dinfante di Maria Teresa!Non urlate. Ascoltate.11 vino nuovo fa scoppiare la

    vecchia botte. Lo spirito nuovorompe i vecchi confini.

    Osate d'instaurare qui, in que-sti quattro palmi di terra, in que-sto triangolo rozzo, i modi dellospirito nuovo, le forme della vitanuova, gli ordinamenti della giu-stizia e della libert secondo l'in-spirazione del passato e secondola divinazione del futuro; osate discolpire qui coi ferri stessi delvostro lavoro una imagine dell'Ita-lia bella da opporre a quella chesu l'altra sponda par divenuta labaldracca stracca dei bertoni elet-tivi; osate di cancellare qui ogni

    11

  • 82 ITALIA E VITA

    segno di servit morale e sociale,voi che credete di avere assolto ilvostro compito tagliando una delledue teste all'aquila bicipite e la-sciando intatta quella sua carcassatra di tacchino croato e di corbac-cio ungarico ; liberate, dopo tantapazienza, il vostro giovine vigore,inventate la vostra virt, afferrateil vostro destino, gettate al rigat-

    tiere il sigillo di Maria Teresa efigurate il vostro con la vostra

    impronta. Di subito, non saretepi una mummia di " corpo separa-to : sarete una nazione vivente, unagrande nazione vivente, una grandeforza umana operante e militante.

    Per mesi e mesi e mesi avetedomandato l'annessione a un'Ita-lia sorda. Farete voi le vostre an-

    nessioni e , i vostri plebisciti, se-

    condo il vostro ordine.Non gridate. Ascoltate fino in

    fondo.

  • ITALIA E VITA 83

    Bisogna comprendere. Bisognache voi facciate con me uno sforzodi coscienza.

    Avete avuto fino a oggi la pas-sione di patire.Xon avete voi finalmente la pas-

    sione di vivere?Ecco la vita che . scoppia ! Ecco

    la vita che urla !Ascoltate.

    Il dramma del mondo spaven-toso. La guerra ha tutto scoper-chiato, e non per la resurrezione.Ha scoperchiato tutte le tombe doveerano sepolte le vecchie cose ma-ledette. Le cose putrefatte hannodi nuovo il soffio e il moto. L'afadel corrompimento ci mozza il re-spiro. L'Europa un delta di cloa-che che sfociano per i quattro punticardinali, diffondendo la pestilenza.

    Chi si ricorda delle sue illusioni?Qual combattente si ricorda delsuo primo palpito ?

  • 84 ITALIA E VITA

    Talvolta, sul principio, all' an-

    nunzio di una strage mi accadevadi pensare che la guerra prepa-

    rasse gli spazii mistici per le ap-

    parizioni ideali. Mi accadeva dipensare che la terra non si saziasse

    di carne se non per renderla in

    ispirito. Dicevo : " Dove il carnaiosi dissolve, quivi nascono i fer-

    menti sublimi. Dove si sprofondail peso mortale, la libert dell' a-

    nima si leva. Quanto pi largasar 1' offerta, tanto pi alto saril prodigio.

    prodigio ! Abbiamo penato elottato per avvantaggiare i nuovinegrieri. Abbiamo combattuto peressere meglio venduti. Ci siamodissanguati perch l'alchimia degliagenti di cambio e dei mezzaniconvertisse il sangue in metallo

    coniato. Quelli che sono morti cre-devano di dare la vita come prezzodel mondo; e non l'hanno data se

  • ITALIA E VITA 85

    non per i giochi della Borsa mon-

    diale.

    La storia pubblica dei quat-

    tordici punti ornai stravec-

    chia; e voi la conoscete. Ma v'dei quattordici punti una storia

    arcana.

    La grande guerra doveva riscat-

    tare, liberare, , rinnovare. Ma allafine s'era gi ridotta a non dovere

    se non pagare.

    Il mutamento fu paleso primadi quell'armistizio che c'imped di

    marciare su Lubiana, su Zagabria,

    su Vienna. L' assemblea dei capi-

    tani d'industria e di finanza fran-

    cesi inglesi americani decret: "La

    guerra non riscatta nulla, non ri-

    vendica nulla, non rinnova nulla.

    La guerra paga. Cos, di sotto alle clausole inique

    del Trattato di Versaglia che noi

    riusciremo ad abolire, furono creati

    quei modi di manomessione e di

  • 86 ITALIA E VITA

    usurpazione che si potrebbero chia-mare " colonie economiche ^ Quat-tordici miliardi provenienti dal-l' Europa ingombrano il mercatodegli Stati Uniti, e devono esserecondotti verso nuovi sbocchi. Que-sto soverchio oro americano si ri-serva dunque sopra un certo nu-mero di false genti, di false nazioni,

    di false costituzioni inventate,

    dichiarate, sostenute appunto dagliAlleati.

    Cosi, all'ombra della pontificaleimbecillit wilsoniana, banchieriprivilegiati s'impadronivano di qua-si tutto il sottosuolo europeo non

    ancra sfruttato, come pi aperta-mente la Francia e l' Inghilterraadducevano diritti storici di nuovafattura a giustificare annessioni dagran tempo agognate e imposizionidi " colonie economiche in terreben conosciute per la loro ricchezzaprofonda.

  • ITALIA E VITA 87

    L' attitudine degli Alleati e del-

    l'Associato contro l'Italia e contro

    Fiume non crudamente chia-rita?

    L'alleanza bancaria e mercantilesi propone di sostenere o di com-battere, attraverso le nazioni po-

    sticce mantenute come bagasce ri-tinte e rimbottitO; quei governi chesecondano o non secondano i suoidisegni. Si propone inoltre di de-terminare movimenti di reazionebrutale in ogni paese travagliatodagli aspri fermenti della liberte della novit. Cerca infine di do-minare la politica tedesca e di ac-cordarsi col Giappone pei" signo-reggiare tutta l'economia asiatica.Con chi siete voi oggi? Col mar-

    tirio contro il misfatto ? Col sacri-

    ficio contro il mercato ?

    Il Popolo.

    Col Comandante !

  • 88 italia e vita

    Il Comai^dante.

    Sino all' ultimo ?

    Il Popolo.

    Fino all'ultimo !

    Il Comandante.

    Di l da ogni ingombro ? di lda ogni ostacolo ?

    Il Popolo.

    S!

    Il Comandante.

    Vedremo. Ma voglio svelard qual-cosa di pi orribile ancora.

    Il partimento del bottino di guerrafu fatto ed fatto in misura dellacarne macellata. Non si pu ima-ginare nulla di pi mostruoso altermine di una carneficina a cuiera stato impresso un ritmo di ri-voluzione.

  • ITALIA E VITA 89

    Si torna alla " libbra di carne;

    8 torna alla legge della caverna,

    al costume della trib vestita dipelli, dopo cos alte promesse, dopocos grandi parole !Ma la " libbra di carne italiana

    non conta. Ma i cinqueoentomilacadaveri italiani non pesano. Ma labilancia degli Arbitri non d versola nostra parte il pi lieve crollo.

    Dov' la spada di Brenne ?Non gridate.Non sapete neppur voi quanto

    pesi la spada di Fiume.Vedremo.Ma non vi ho ancor detto la

    cosa orrenda.Le proporzioni fra il sangue e

    la preda furono certo elaborateprima dell' armistizio.

    Ora c' chi si domanda quale po-tesse mai essere lo -scopo di certe" offensive che di poco precedet-tero l'armistizio, gi preparato, gi

    12

  • 90 ITALIA E VITA

    noto agli Alleati e agli avversarli.

    Ora c' chi si domanda qual mainecessit potesse scatenare, peresempio, le " offensive americanedi levante in Francia, alla vigiliadell'armistizio e nel giorno mede-simo della firma e del sigillo.Ecco il Sabotino con la sua lunga

    groppa grigia rilavorata dagli scop-pii, ecco la montagna tetra chepare con le sue radici inferno dis-

    seccare l' Isonzo. Ecco la gola di

    Oslavia soffocata dal fumo immoto.Ecco la creta del Podgora rossa-stra come il grumo. Ecco il SanMichele dai quattro gioghi, il SanMichele dai trentadue assalti ab-beverato di piti sangue che non neabbiano bevuto nei secoli tutte leare votive.

    Dov' andato quel sangue ?C un Timavo misterioso, un

    limpido Timavo di molte fonti, doveci lavammo le mani e il viso prima

  • ITALIA E VITA 91

    di combattere, in una sera di mag-gio. E c' un altro pi misteriosoTimavo, un Timavo purpureo, fattod' innumerevoli sorgenti umane,fatto di tutto il giovenile sangueadunato, che corre sotterra, checerca la .sua via, che cerca il suofato, che ha la sua foce nel futuro.Passa di qui, traversa il vallo

    romano. C chi nella notte neascolta il profondo rumore.

    Soffre. Le correnti di sotterrasoffrono. Teme di perdersi. Ha lavolont di apparire.

    Dategli la sua foce !Giovinezza di Fiume, vergine

    forza di Fiume, dagli la sua via,dagli il suo fato, toglilo dal suo buio !

    I Giovani.

    Eccoci !

    II Comandante.

    Giovani, liberiamoci.

  • 92 ITAJilA E VITA

    Rompiamo tutte le scorze, fon-diamo tutte le croste. Incominciamoa rivivere. Incominciamo la vitanuova.

    Io non voglio logorarmi, n ab-bassarmi, n perdermi.

    Io voglio salvare la mia anima,come voi dovete salvare la vostra.

    Io voglio morire lottando. Nonvoglio morire languendo.

    10 non voglio cedere la mia pri-mogenitura per qualche sacco digrano.

    11 grano io vado a prendermelodove si trova.Domando alla citt di vita un

    atto di vita.

    Fondiamo in Fiume d'Italia, nellaMarca orientale d' Italia, lo Statolibero del Camaro.

    Il popolo edifichi. Il legionariocostruisca.

    Quelli dell'altra sponda non sicurano di noi, non vogliono trava-

  • ITALIA E VITA 93

    gliarsi per noi. Ci rinnegano e cisvergognano. Pensano a bere, amangiare, a guadagnar denari o anascondere il mal guadagno.

    Liberi, franchi d'ogni pregiudizio

    e d'ogni dubbio, armati del nostrocoraggio e della nostra esperienza,noi soli vorremo lavorare penare

    lottare per l'Italia che non vuole.Miei Arditi, e quando l'ora sia

    venuta, quando risuoni l'allarme,potremo fare la guerra noi soli,senza pensare che laggi i trenisaranno fermati nelle stazioni ele navi saranno trattenute neiporti dalla vigliaccheria dei ca-

    porettai.

    Faremo la guerra da Fiumaniper gli Italiani.

    Gli Aediti.

    Quando vorr il Comandante.Dove vorr il Comandante.Uno per tutti, tutti per uno.

  • 94 ITALIA E VITA

    Uno contro uno, uno contro tutti.Tutti contro tutti.In massai

    Il Comandante.

    Fiumani, per che cosa i vostrigloriosi Angheben, Baccich, Nferisono morti?Per die cosa le vostre donne -e

    i vostri bambini rischiavano laprigione e la tortura nel soccorrerei prigionieri? Per che cosa si to-glievano il boccone di bocca e lacoperta di lana dal letto gelato? .

    Per l'ansia d'una vita pi bella?per l'ansia d'un giorno pi chiaro ?

    perch pensavano che i rinne-gatori della patria e i calpestatori

    della vittoria, in chi sa quali ca

    lende greche, avrebbero fatto dellacitt olocausta una sottoprefettura

    cavillosa e una sede meschina dibrogli elettorali?

    Ditemelo. Eispondete.

  • italia e vita 95

    Il Popolo.

    Per l'Italia I

    Il Comandante.

    Per quale? Per la mia, per l'Ita-lia che, or quattr'anni, nel furore

    d'agosto, entrava in Gorizia can-tando e cantando piantava i dischibianchi su i pi truci calvarii delCarso.

    Quella ora qui, non laggi. grande, ma il cuore di Fiume

    la contiene.

    Ecco che grida in voi!Vi domanda la sua quindicesima

    vittoria.

    Se da voi non la ottiene, anch'essavi abbandona.E siete perduti. Perdete l'anima,

    perdete tutto.Non urlate. Ascoltate.Alla Quota 121, sul vallone della

    Pietra Rossa, nell'inferno di Do-

  • 96 ITALIA E VITA

    berd, c'erano tre ordini di trinceeprofonde. E quei divini fanciullidei nostri fanti fangosi avevanodato a ciascuna un bel nome.La prima si chiamava la Trin-

    cea della Speranza. La secon-da si chiamava la Trincea delSogno.

    Troppo a lungo a Fiume, comealla Quota 121, noi siamo rimastinella Trincea della Speranza e inquella del Sogno.

    I cuori maschi ben sanno comesi uccida la speranza per avere lacertezza e come si uccida il sognoper guardare la verit.Ma c'era lass la terza che si

    chiamava la Trincea dei Morti.Non per me, e non per i miei

    compagni.I nostri santi morti noi li abbiamo

    seppelliti nel vostro cimitero sel-vaggio, che a noi piace perch selvaggio e perch i suoi foschi

  • ITALIA E VITA 97

    cipressi hanno un aspetto guer-riero.

    Qui vogliamo vivere e vincere.Ji^ Qui vogliamo fondare la vita

    nuova d'Italia. Qui vogliamo pian-tare i segni dell'Italia bella. Quivogliamo essere annunziatori e co-struttori.

    Con voi. Per voi.Ora e sempre.Ma, piuttosto che marcire nella

    Trincea fiumana dei Morti, vorreiriprendere la mia fedele ala diVienna e a voi dare il mio com-miato dall'alto e scendere tra. gliAlbanesi di Cssovo a combatterecontro il Serbo e cercare il beltrapasso che mi deve il destino.Ha parlato il coraggio.Il coraggio risponda.Tutto il popolo s'agita e acclama.

    Il Popolo.

    Quel che vuole il Comandante !

    13

  • 98 italia b vita

    Il Comandante.

    Se cos, il 12 di settembre in-comincer la nostra vita nuova.E il dmone della risolutezza sia

    con noi.

  • University oi Toronto

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